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ANNO V | #047| VENERDI’ 23 MAGGIO 2014 COM visioni / elena silva L’entusiasmo contagioso dei bimbi in ufficio Cohn&Wolfe aderisce anche quest’anno, per la quarta volta, alla giornata “Bimbi in ufficio”. L’entusiasmo mostrato anno dopo anno ha reso la gior- nata un appuntamento atteso da tutti 19 6 2 8 10 12 17 marketplace company scenario media link Legame virtuoso fra clienti e imprese “Big G”: qui ci sono 30 mld da spendere La marca Google ora vale più di tutte Netflix ha avviato il piano di espansione Tra ricerche e “cinguettii” Branded content by Nastro Azzurro sui canali Nat Geo

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ANNO V | #047| VENERDI’ 23 MAGGIO 2014COM

visioni / elena silvaL’entusiasmo contagioso dei bimbi in ufficio

Cohn&Wolfe aderisce anche quest’anno, per la quarta volta, alla

giornata “Bimbi in ufficio”. L’entusiasmo mostrato anno dopo anno ha reso la gior-nata un appuntamento atteso da tutti

19

62 8 10 12 17marketplace companyscenario media linkLegame virtuoso fra clienti e imprese

“Big G”: qui ci sono 30 mld da spendere

La marca Google ora vale più di tutte

Netflix ha avviato il piano di espansione

Tra ricerche e “cinguettii”

Branded content by Nastro Azzurro sui canali Nat Geo

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COVER STORY

Padova, Milano e naPoli. Tre TaPPe con PierPaolo Benigni, viaggiaTore con la Passione Per la cucina

Il gusto del viaggionaTional geograPhic channel e naT geo PeoPle, in collaBorazione con la Birra nasTro azzurro, PresenTano la nuova iniziaTiva di Branded conTenT che andrà in onda da doMani, in conTeMPoranea, sui due canali Televisivi. il TiMing è fissaTo alle 20:00, Tre ePisodi e un “BesT of” da oTTo MinuTi. Branded conTenT di qualiTàdi daniele Bologna

Cosa rende i prodotti italia-ni unici al mondo? Natio-nal Geographic Channel e Nat Geo People, in collabo-razione con Nastro Azzur-ro, presentano “Il gusto del viaggio”, la nuova iniziativa di branded content che an-drà in onda da domani, in contemporanea, su Natio-nal Geographic Channel, al canale 403 di Sky, e Nat Geo People, visibile al ca-nale 410, sempre di Sky. Il timing è fissato alle 20:00, con tre episodi e un “best of ” da otto minuti. Padova, Milano e Napoli. Tre tappe in tre città d’Italia in com-pagnia di Pierpaolo Be-nigni, viaggiatore instan-cabile con la passione per la cucina, che guiderà gli spettatori attraverso le ec-cellenze del nostro Paese. Obiettivo è quello di esal-tare l’importanza di mate-rie prime di qualità e di un processo produttivo che ne

rispetti e valorizzi le carat-teristiche. Tutti elementi alla base del successo del-la birra Nastro Azzurro, il cui valore degli ingredienti è internazionalmente rico-nosciuto come espressione della qualità e dell’eccellen-za mediterranea. Dunque, “Il gusto del viaggio” pro-pone un vero e proprio vi-deo-diario di viaggio. Con la sua diary-cam Benigni attraverserà i luoghi più suggestivi della città, alla scoperta dei segreti del-le eccellenze italiane. Pro-tagonista del primo episo-dio, che sarà a Padova, è il mais nostrano, uno tra gli ingredienti di altissima qualità che sono alla base della ricetta di Nastro Az-zurro. Benigni incontrerà Alberto Verderio, profes-sore dell’Istituto di Ricerca sulla Maiscoltura di Berga-mo, per farsi raccontare le preziose caratteristiche di questo cereale recuperato e che solo la birra Nastro Az-zurro può utilizzare. Ospi-te dell’episodio di Milano sarà, invece, Oscar Farinet-ti, di Eataly, il concept store che ha portato l’enogastro-nomia di alto livello italia-na nel mondo; mentre a Napoli si potrà incontrare Gino Sorbillo, maestro del-la pizza di fama internazio-nale e vanto della storica pizzeria di Napoli. Il pro-getto coinvolge a 360 gradi tutte le piattaforme digital di National Geographic

vi racconTo aTTualiTà, esPlorazione, scienzaNational Geographic Channel, visibile al canale 403 di Sky, da sempre racconta l’attualità, l’esplo-razione, la scienza e l’innovazione tecnologica, in-vitando il proprio pubblico ad aprire orizzonti nuovi e cambiare il proprio modo di guardare la tv. Pro-pone programmi innovativi, intelligenti e brillanti che pongono domande su cosa conosciamo vera-mente, su come vediamo il mondo e cosa ci gui-da. Il canale è di proprietà di National Geographic Ventures e Fox Entertainment Group. In Gran Bre-tagna e nel resto d’Europa, BSkyB è un azionista del canale. National Geographic Channel Inter-national contribuisce all’impegno della National Geographic Society a sostegno dell’esplorazione, della conservazione e dell’educazione attraverso i suoi sei canali: National Geographic Channel, Na-tional Geographic Channel HD, Nat Geo Wild, Nat Geo Wild HD, Nat Geo People e Nat Geo Mundo. National Geographic Channel è oggi disponibile in 171 paesi di tutto il mondo ed entra in oltre 440 milioni di case, parlando 45 lingue.

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COVER STORY

Channel, NatGeo People e Nastro Azzurro, partendo dai social media per appro-dare sull’app NatGeoFan.it e sui rispettivi canali You-tube. Un programma nato dalla creatività di Fox Lab - l’agenzia creativa interna di Fox International Chan-nels Italy - e dall’incontro con la birra Nastro Azzur-ro, con la collaborazione di Videocam e il regista Mau-ro Mancini.

nasTro azzuro, Breve Profilo di un’iconaNastro Azzurro nasce nel 1963 come la birra pre-mium di Birra Peroni, so-cietà fondata nel 1846 a Vigevano - nel Regno dei Savoia - dove Francesco Peroni aveva avviato il suo primo birrificio. L’icona del “nastro azzurro”, pre-sente sin dalla nascita, deriva dal premio omoni-mo, conferito nel 1933, al

transatlantico italiano Rex, che si aggiudicò il record di velocità media di attra-versamento dell’Atlantico. Nastro Azzurro diventa da subito la birra mediterra-nea per eccellenza, instaurando immediatamente un legame con il mare, con gli aspetti di solarità e positività tipicamente italiani e mediterranei, che anco-ra oggi la caratterizzano. L’unica birra ad utilizzare il mais nostrano, una varietà che stava scomparendo, con delle caratteristiche organolettiche eccellenti e una filiera produttiva strettamente controllata che lo rendono un prodotto più costo-so del malto. Il suo sapore è inconfondibile: un deciso aroma di luppolo con un gusto secco, fragrante, rinfrescante e dissetante, che si abbina alla perfezione al clima e alla cucina mediterranea. La birra premium italiana più bevuta all’este-ro ha festeggiato, un anno fa, un compleanno importante: i primi cinquant’anni. E per il cinquantesimo anniversario Nastro Azzurro si è regalata un nuovo look: una nuova piattaforma creativa, un nuovo packaging, un rinnovato sito web - na-stroazzurro.it - che ripercorre la storia del brand, fornisce approfondimenti sul prodotto e informazioni sulle attività in programma per tutto l’anno.

nella foTo a desTra oscar farineTTi, PaTron di eaTaly, il concePT sTore che ha PorTaTo l’enogasTronoMia di alTo livello iTaliana nel Mondo. farineTTi sarà osPiTe della PunTaTa Milanese. MenTre a naPoli si PoTrà inconTrare gino sorBillo, MaesTro della Pizza di faMa inTernazionale e vanTo della sTorica Pizzeria di naPoli

sTorie Personali e colleTTiveCon Nat Geo People, visibile al canale 410 di Sky, lo sguardo di National Geographic si sposta dalla natura e dalla scienza alle storie personali e collettive degli esseri umani. Per 24 ore su 24, sette giorni su sette, Nat Geo People offre un accesso esclusivo e senza filtri alle vicende di persone provenienti da

ogni angolo del pianeta. I riflettori vengono, dunque, puntati su uomini, donne, fami-glie e “tribù” reali, che trascinano gli spettatori in un viaggio sorprendente ed appas-sionante alla scoperta di nuovi e diversi orizzonti di vita. Un racconto in prima persona attraverso le voci, i volti, le culture, i sapori e i colori del nostro pianeta, con l’obiet-tivo di incuriosire e di partecipare in prima persona alle vite degli altri. Il tutto all’in-segna dello stile narrativo, dell’autorevolezza e dell’indiscussa qualità delle immagini che sono marchi di fabbrica di National Geographic.

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MARKETPLACE

Una tesi molto chiara: «il principale elemen-to di contatto tra clien-ti e imprese è rappre-sentato dai prodotti, che però non vengono utiliz-zati in tutto il loro poten-ziale». Ne sono convin-ti quelli di idOO, startup che si propone di trasfor-mare, appunto, i prodot-ti nel canale privilegiato per comunicare il valo-re, l’identità, la tradizione del brand e tutte quelle in-formazioni che da un lato permettono un’esperienza di acquisto più consape-vole, dall’altro aumentano il livello di customer sa-tisfation anche dopo l’ac-

quisto. «Con idOO, infatti, i clienti possono rimanere in contatto con l’azienda, fornire feedback, richiede-re e ottenere informazioni in modo rapido ed effica-ce - spiega Alessandro Bi-signano, ceo di idOO -. E contemporaneamente le aziende possono acquisire preziose informazioni sta-tistiche, importanti per lo sviluppo del proprio bu-siness e delle strategie di vendita». idOO è nata lo scorso gennaio, a Tren-to, dall’idea di Bisignano, Claudio Cortese e Gianni Frosoni, neo imprenditori con esperienza ventennale nel settore It; ed è stata se-lezionata da Microsoft per il programma Bizmark,

dedicato alle startup inno-vative. Le tempistiche non sono casuali. Il recente studio di Deloitte Digital, “The dawn of Mobile In-fluence”, evidenzia come lo smartphone sia sem-pre più parte integran-te del processo d’acquisto

già all’interno del punto vendita; circa il 61% dei consumatori usa lo smar-tphone mentre fa shop-ping. I brand non posso-no, dunque, ignorare il mondo delle mobile ap-plication, come strumen-to di coinvolgimento del cliente. E si stanno attrez-zando. Stando al report di Accenture, “Mobility: fue-ling the digital surge”, le aziende mondiali si stan-no indirizzando massic-ciamente alle tecnologie mobili e alle loro applica-zioni. Le tecnologie digita-le più gettonate risultano essere: mobility, analitics, prodotti connessi a inter-net (Internet of Things), cloud e social. idOO, nata

proprio per orientarsi nel mercato dell’Internet del-le Cose, e offre una prezio-sa convergenza di questi trend. E’ composta di tre elementi: un’app, una piat-taforma e i sensori. L’app, sviluppata per le princi-pali piattaforme mobile, è scaricabile gratuitamente e permette al cliente, av-vicinando semplicemente lo smartphone ai prodotti dotati di sensori, di acce-dere a tutte le informazio-ni che l’azienda ha deciso di associare al prodotto. La piattaforma applicati-va, accessibile dalle azien-de attraverso un portale dedicato, è fornita in mo-dalità Software as a Servi-ce, con un costo che varia in base al consumo effetti-vo, modulabile sulla cre-scita del business. Infine i sensori: devono essere ap-plicati ai prodotti e comu-nicano con gli strumenti mobile attraverso un se-gnale radio, garantendo un livello di sicurezza ana-logo a quelli delle transa-zioni finanziarie. «idOO, oltre a fornire informazio-ni al consumatore, è an-che un efficace strumen-to anticontraffazione, in grado di garantire l’au-tenticità e unicità del pro-dotto - spiega Bisignano -. Per questo abbiamo scelto di usare un segnale radio. Un codice QR è facilmente replicabile, basta fotoco-piarlo; inoltre è più mac-

chinoso, rimanda a un sito internet, mentre con idOO si accede a tutte le informazioni direttamen-te attraverso l’app». Oltre alle maggiori garanzie in termini di autenticità del prodotto, idOO racchiude in un’unica app numerosi servizi per il cliente e offre parallelamente all’azien-da efficaci strumenti di marketing. Il sensore per-mette di accedere rapida-mente a tutte le informa-zioni sul prodotto, non solo al momento dell’ac-quisto, ma anche successi-vamente, con notizie sem-pre aggiornate. Una sorta di “etichetta digitale”, con-tenente notizie e istruzio-ni per la manutenzione: «Con uno dei nostri clien-ti, produttore di scarpe, stiamo lavorando per l’in-serimento del sensore nel-la cucitura delle calzatu-re», racconta Bisignano. Inoltre, il consumatore non solo può “ascoltare” il brand, ma anche interagi-re, fornendo recensioni e suggerimenti e chiedendo consigli, senza doversi col-legare a un sito internet,

inviare e-mail o contattare call center. Infine l’azien-da potrà puntare a una co-municazione più mirata sul singolo consumatore, attraverso il mobile digi-tal marketing, che assu-me un’importanza sempre più crescente nelle strate-gie di business dei brand leader. «Le offerte inviate via mail spesso si perdo-no, non hanno una grande penetrazione - sottolinea Bisignano -. Attraverso idOO l’azienda può invia-re promozioni persona-lizzate via mobil». idOO punta principalmente alla valorizzazione del Made in Italy, dal design all’arre-damento, al fashion di alta gamma. «Stiamo chiuden-do contratti con una deci-na di brand, tra cui anche un produttore di vini - ri-vela Alessandro Bisigna-no -. Contiamo di esse-re operativi entro l’estate. Al momento ci rivolgia-mo principalmente a pro-dotti selezionati, di eccel-lenza, perché il valore del prodotto deve giustifica-re i costi per l’applicazione dei sensori».

un’iniziaTiva iMPrendiToriale originale Per auMenTare il livello di cusToMer saTisfaTion anche doPo l’acquisTo

Collegamento virtuoso tra clienti e impreseil fulcro sono i ProdoTTi, che Però non vengono uTilizzaTi in TuTTo il loro PoTenziale. ne sono convinTi quelli di idoo, sTarTuP che si ProPone di TrasforMare i ProdoTTi nel canale PrivilegiaTo Per coMunicare valore

di MassiMo Masi

olTre alle garanzie in TerMini di auTenTiciTà del ProdoTTo, idoo racchiude in un’unica aPP nuMerosi servizi Per il clienTe e offre all’azienda efficaci sTruMenTi di MarkeTing

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OMountain View batte Cuper-tino. Già, il sorpasso è stori-co, perché Google è diventa-to il marchio che vale più di tutti: 159 miliardi di dollari, il 40% in più dal 2007, risul-tato che relega Apple al se-condo posto con un valore di di 148 miliardi di dolla-ri. A dirlo è Millward Brown Optimor, la società che stila l’annuale classifica dei primi 100 brand al mondo, Bran-dZ. Google tra l’altro, si pre-para a fare shopping all’este-ro. Il colosso americano prevede infatti di impiegare 30 miliardi di dollari in ac-quisizioni all’estero per svi-lupparsi in nuovi mercati. È quanto si legge in una co-municazione alla Sec, in cui la società risponde all’Au-toritá rispetto a come ab-bia intenzione di utilizzare le riserve a disposizione che ammontano a 34,5 miliar-di di dollari. L’edizione 2014 mostra come i Paesi svilup-pati siano in ripresa dopo la

crisi finanziaria e come la fiducia su questi mercati sia aumentata. I 10 maggiori marchi americani, dell’Eu-ropa Continentale e del Re-gno Unito hanno registra-to un aumento del proprio valore negli ultimi 12 mesi, mentre quelli delle econo-mie emergenti hanno ral-lentato. Nessun marchio in-diano compare in classifica, e solo uno africano, in calo anche i brand cinesi rispet-to al 2013. Prima volta inve-ce in classifica per Twitter e LinkedIn, che conquistano rispettivamente la 71/ma e la 78/ma posizione con va-lori di 13,8 miliardi di dolla-ri e 12,4 miliardi di dollari. Complessivamente il valore totale dei primi 100 marchi al mondo è di 2.900 miliar-di di dollari, il 12% in più

rispetto all’anno scorso. Un aumento che mostra un’ac-celerazione rispetto alla media annuale del 9% regi-strata dal 2006, quando per la prima volta è stata stila-ta la classifica. Fra i top-100, circa un quinto è rappresen-tato da marchi nel settore tecnologico, con 18 brand valutati complessivamente 827 miliardi di dollari. Il se-condo settore che ha mag-giore valore è la finanza, che ha più marchi del settore in-ternet con un valore com-plessivo di 584 miliardi di dollari. Gucci e Prada sono i marchi più “sexy” fra l’al-ta moda, i più “divertenti” sono Facebook e H&M. Il marchio che invece vale di più è Google: 159 miliardi di dollari, il 40% in più dal 2007. Mountain View batte

così Apple, “relegata” al se-condo posto con un valore di di 148 miliardi di dolla-ri. A scattarle fotografia dei marchi mondiali è Millward Brown Optimor, la società che stila l’annuale classifica dei primi 100 brand al mon-do, BrandZ. L’edizione 2014 mostra come i Paesi svilup-pati siano in ripresa dopo la crisi finanziaria e come la fiducia su questi mercati sia aumentata. I 10 maggiori marchi ameri-can, dell’Europa Continen-tale e del Regno Unito han-no registrato un aumento del proprio valore negli ul-timi 12 mesi, mentre quel-li delle economie emergen-ti hanno rallentato. Nessun marchio indiano compare in classifica, e solo uno afri-cano, in calo anche i brand

lo dice Millward Brown oPTiMor, annuale classifica dei PriMi 100 Brand al Mondo

Google vale più di tutticon una valuTazione di 159 Miliardi di dollari, il 40% in Più risPeTTo al 2007, “Big g” BaTTe aPPle, seconda classificaTa, che deTiene un valore suPeriore a 148 Miliardi di dollari

di Marianna Marcovich

cinesi rispetto al 2013. Pri-ma invece in classifica per Twitter e LinkedIn, che con-quistano rispettivamente la 71/ma e la 78/ma posizione con valori di 13,8 miliardi di dollari e 12,4 miliardi di dollari. Complessivamen-te il valore totale dei pri-mi 100 marchi al mondo è di 2.900 miliardi di dollari, il 12% in più rispetto all’an-no scorso. Un aumento che mostra un’accelerazione ri-spetto alla media annuale del 9% registrata dal 2006, quando per la prima volta è stata stilata la classifica. Fra i top-100, circa un quin-to è rappresentato da mar-chi nel settore tecnologico, con 18 brand valutati com-plessivamente 827 miliardi di dollari.

Il secondo settore che ha maggiore valore è la finan-za, che ha più marchi del settore internet con un va-

lore complessivo di 584 mi-liardi di dollari. «Il pote-re dei brand è cresciuto in modo significativo dalla re-cessione e molti consuma-tori acquistano solo sulla base del marchio», afferma

Miuccia Prada

lo studio di BrandZ, sottoli-neando come la classifica di quest’anno mette in eviden-za anche un rafforzamento della globalizzazione con i marchi occidentali tornati alla ribalta dopo la crisi.

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12 GIUGNO 2014SALA CAPRANICHETTA

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COM PANY

Google prevede di spendere fino a 30 miliardi di dollari in acquisizioni straniere nel tentativo di espandersi in nuovi mercati. Lo ha affer-mato la società di Mountain View in una comunicazione alla Sec, l’Authority di Borsa degli Usa, rispondendo alle domande delle autorità su cosa intendesse fare con la liquidità a disposizione, che ammonta a quota 34,5 mi-liardi di dollari. “Prevedia-mo di utilizzare sostanzial-mente le riserve offshore per acquisizioni”, ha spie-gato la società. Nella spiega-zione fornita alla Sec, Goo-gle sottolinea che 4 miliardi di dollari potrebbero essere utilizzati non per l’acquisi-zione di società, ma per ri-levare uffici e data center all’estero. Negli ultimi die-ci anni Google ha speso cir-ca 27 miliardi di dollari per comperare altre società, principalmente degli Sta-ti Uniti. La maggiore acqui-sizione finora conclusa da Mountain View è stata quel-la di Motorola, per cui il co-losso di internet ha speso 12,4 miliardi di dollari due anni fa. Google ha sostenu-to in modo deciso che tut-ta la sua informativa finan-ziaria è conforme alle leggi fiscali di tutti i Paesi in cui opera. Il gruppo realizza la maggior parte dei ricavi all’estero. La voglia di shop-ping, del resto, non è nuova

tra le società ad alto poten-ziale di crescita, soprattutto quando arrivano a un pun-to in cui la spinta innovati-va iniziale è un po’ in affan-no. Facebook ha sborsato 19 miliardi di dollari tra azio-ni e contanti per compera-re Whatsapp, l’azienda dei messaggi gratuiti via web, e di recente ha rilevato an-che Oculus che opera, inve-ce, nella realtà virtuale. In passato aveva già comprato Instagram. Apple, dal can-to suo, ha messo nel mirino Beats Music, il gruppo che ha lanciato le cuffie firmate dal popolare rapper Dr. Dre.

E secondo alcune indiscre-zioni di ambienti finanzia-ri, la società creata da Steve Jobs avrebbe in cassa qual-cosa come 150 miliardi di dollari. Intanto, “il moto-re dei motori” ha disvela-to in Italia la Google House, anche se forse sarebbe me-glio dire Google Life, ovve-ro la vita secondo Mountain View. Un palazzetto di tre piani, pensato come uno showroom per tutte le tec-nologie di Google: non quelle che ci saranno, ma che ci sono già. Disponibi-li qui e ora, magari già in-stallate sullo smartphone e

spesso ignorate. Ogni am-biente ha la sua applicazio-ne: per il salotto c’è il Play Store, il negozio online dove acquistare musica, giochi e film (questi ultimi si posso-no anche noleggiare), da ve-dere poi con Chromecast, la chiavetta Hdmi che porta sulla tv i contenuti di smar-tphone, tablet e computer. Ci sono altri apparecchi si-mili, ma il Chromecast, ar-rivato in Italia due mesi fa, vince per rapporto qualità prezzo: 35 euro. Non è l’uni-co esempio di hardware progettato da Google, nel-la casa milanese si vedono

i tablet Nexus 8 e lo smar-tphone Nexus 5, modelli non recentissimi ma anco-ra molto validi per rappor-to qualità prezzo. C’è anche il non fortunato Chromebo-ok, il computer con sistema operativo Chrome, pensato per funzionare appoggian-dosi al cloud di Google. La dimostrazione si tiene nel-la stanza dei ragazzi: si trat-ta di fare una ricerca scola-stica, e ovviamente il punto di partenza è il motore di ri-cerca, poi si usa Street View per una visita virtuale di Venezia, si entra in un mu-seo con l’Art Project, dove si

possono ammirare dipin-ti a risoluzione elevatissi-ma, per scoprire particola-ri che sfuggirebbero anche a un’attenta analisi di per-sona. Quindi si comincia a scrivere, ovviamente con Google Docs, il software che consente a più perso-ne di lavorare contempora-neamente sullo stesso file, per collaborare in tempo reale. E qui Google coglie l’occasione di citare anche il suo lavoro per promuo-vere le eccellenze italiane, con Made in Italy. Si passa allora alla stanza da letto, dove il problema è cosa in-dossare per uscire: si risol-ve con un Hangout, una vi-deochiamata tra amiche che si danno consigli e si scam-biano abiti. E per ricordare l’appuntamento col parruc-chiere, ecco il promemoria vocale sullo smartphone: basta chiedergli di avvisarci quando è l’ora. Il trucco? Si impara come farlo su You-Tube, che è pieno di tutorial su tutto lo scibile umano (e sì, ovviamente ci sono gli “smokey eyes”). Questo per le signore e signorine, men-tre invece per lui su YouTu-be ci sono mille sport, e tan-to calcio, con il canale per i Mondiali, e anche quello del Milan, tra gli altri, con video e filmati in esclusiva. Poca enfasi su Google Plus, il so-cial network di Mountain View, molto spazio invece per le trovate che rendono la vita più semplice: Picasa,

che carica le foto fatte con lo smartphone in tempo reale su internet, o Google Now, una specie di segretaria vir-tuale che informa in tempo reale su voli e mezzi di tra-sporto, ma segnala pure la programmazione dei cine-ma più vicini. E in cucina, la ricerca vocale consente di andare sul web a cac-cia di ricette e trova anche i supermercati nei dintor-ni per acquistare gli ingre-dienti. Non è insomma una casa smart, non c’è ancora la domotica che tutti si aspet-tavano di vedere dopo l’ac-quisto di Nest (nello scor-so febbraio, per 3,2 miliardi di dollari). Per ora il termo-stato intelligente non è an-cora distribuito in Italia, ma nel mondo secondo Google c’è comunque molto da sco-prire. Come l’app per tra-durre in tempo reale da una lingua all’altra: basta parla-re al telefono, la traduzio-ne arriva subito in qualsiasi idioma parlato nel mondo, e funziona nelle due direzio-ni. Presi da soli, i vari pezzi del puzzle sono utili e facili da usare; visti e provati tutti insieme disegnano un uni-verso colorato, certamente smart ma anche un po’ in-quietante, dove non si esce mai dall’ombra della gran-de G di Google. Ma atten-zione, di mondi così, più o meno elaborati, ce ne sono tanti, cambia solo il logo: Facebook, Apple, Amazon, Microsoft.

quaTTro Miliardi di dollari PoTreBBero essere uTilizzaTi Per rilevare uffici e daTa cenTer all’esTero

“Big G”: trenta miliardi da spendere. E si aprono le porte di Google Housela socieTà di MounTain view lo avreBBe conferMaTo in una coMunicazione alla sec, l’auThoriTy di Borsa degli usa, risPondendo alle doMande delle auToriTà su cosa inTendesse fare con la liquidiTà a disPosizione

di Marianna Marcovich

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345 MILIONI DI PAGINE VISTE

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ME DIA

Netflix si espande in Europa, ma non arriva in Italia. Le intenzio-ni del colosso del video in strea-ming che erano state anticipate dagli organi di stampa sono state, purtroppo, confermate: il nostro paese non figura nella lista delle sei nuove zone in cui Netflix sarà disponibile entro l’anno. Con la Francia in testa, siamo di fronte al piano di espansione più consisten-te da quando, nel 2011, è iniziata l’attività di trasmissione online di film e show televisivi. Gia pre-sente in Gran Bretagna, Irlan-da, Olanda Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia, Netflix si muo-ve, dunque, per completare anche la cartina europea. La società con-ta complessivamente 48,4 milioni di abbonati, 35,6 milioni dei quali

si trovano negli Stati Uniti. Le ta-riffe che verranno applicate nelle nuove zone non sono ancora state svelate, ma è probabile che saran-no coerenti con l’aumento annun-ciato a fine aprile e si aggireranno intorno ai sette euro al mese. In-tanto, il quotidiano transalpino Le Figaro parla, per la Francia, di un debutto a metà settembre, con un cartellino inferiore a dieci euro. Come sottolinea la testata econo-mico-finanziaria The Wall Stre-et Journal, la sfida nell’Esagono consisterà nel muoversi fra le ri-gide regole che arrivano a impor-re tre anni di attesa fra l’uscita dei film al cinema e la diffusione at-traverso altri canali. E il settima-nale tedesco Der Spiegel ha fatto notare come in Germania la so-cietà dovrà vedersela con le solu-zioni locali Maxdome e Watchever

e, soprattutto, con Amazon Pri-me Instant Video, che per 49 euro all’anno consente non solo l’acces-so a tutto il catalogo video, ma ga-rantisce anche consegne più veloci degli ordini effettuati sulla piatta-forma di e-commerce. Il colosso di Seattle è effettivamente l’avver-sario da cui Netflix deve guardar-si le spalle e che strategicamente si sta muovendo in modo simile: per ora il servizio video è disponibile, in Europa, soltanto in Germania e Inghilterra. In questo caso, il vice presidente di Kindle Europe, Jor-rit Van Der Meulen, spiega che la priorità è stata data ai paesi in cui la precedente acquisizione di Love-Film aveva velocizzato il raggiun-gimento di accordi con le case di produzione. E garantito l’utilizzo di un’infrastruttura digitale sod-disfacente. Bisogna considerare che l’Italia non si distingue per pe-netrazione e prestazioni della rete. Poi, le solite Germania e Inghilter-ra sono il quarto e il sesto merca-to più consistente al mondo per la banda larga, secondo la media delle cifre diramate dai più auto-revoli istituti di ricerca Snl Kagan. Il Ceo di Netflix, Reed Hastings, ha dichiarato all’agenzia Bloom-berg di puntare a generare fra il 70 e l’80% delle entrate a livello in-ternazionale: la conquista di nuo-vi territori è destinata a prosegui-re. Nei nostri confini, intanto, Sky e Mediaset hanno messo sul piatto i loro pacchetti solo online su ab-bonamento, sia su quello della lot-ta alla pirateria, altro problema a cui i colossi statunitensi guardano con interesse, con il regolamento Agcom per la protezione del dirit-to d’autore in rete.

conferMaTe le inTenzioni del colosso del video in sTreaMing

Netflx avvia l’espansione europea. Per ora in Italia nola socieTà conTa coMPlessivaMenTe 48,4 Milioni di aBBonaTi

di vera Modesto

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strategie advMobile targeting, what else?L’efficacia della pubblicità su Facebook, Twitter e Google/YouTube in versione mobile, dipende dai punti di forza spe-cifici di ciascuno. Che consen-tono loro di targettizzare gli investimenti degli inserzioni-sti in mobile adv. Ecco come.

normativeLa net neutrality secondo il NYTAl New York Times, come nel resto degli Usa, hanno preso seriamente la faccenda della net neutrality, al punto da rea-lizzare un video per spiegare a tutti di cosa si tratta. In Italia, si sa, tutto arriva un po’ in ri-tardo. Non questo video, però.

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religione digitaleComandamenti per internetCon la supervisione del Papa, la Chiesa cattolica ha predi-sposto una lista di dieci co-mandamenti “digitali”, ovvero riguardanti i comportamen-ti auspicabili di ogni buon cri-stiano sull’internet. E per chi li infrange, sarà un inferno...

THEDRUM.COM

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LINKpatent warApple, niente pace con SamsungI rumor recitavano quan-to segue: dopo la tregua sot-toscritta con Google, la casa di Cupertino vuole trovare un accordo extra giudiziale con l’acerrima rivale in campo smartphone e tablet. E invece no. Niente pace con Samsung.

branded contentLa coda (poco) lunga dei videoSecondo una ricerca condot-ta dalla società specializzata Unruly, in Uk il 42% dei bran-ded video vengono visualizza-ti e condivisi in rete nei primi 3 giorni dall’upload. Il giorno più “engaged” è, sempre di più, quello successivo.

native advLe “marchette” al tempo del webNegli Usa c’è maretta sull’annosa questione del-la diversificazione in pagina per i testi redazionali quan-do sono sponsorizzati. Quella che si chiamava comunica-zione d’impresa e che oggi, si chiama native advertising...

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KeywordsBusiness Success Awesome Winning Inspired Office Energised

High-five Cannes Lions Festival Creativity 15 - 21 June Pumped

Business #15-21/06/2014

By: Max OppenheimModels: Benjamin Palmer, Chairman, The Barbarian Group, New York; Chloe Gottlieb, Executive Creative Director, R/GA, New York

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LINKsocial mediaFb pensa (tanto) alla social tvFacebook vuole così tan-to che i propri utenti scriva-no post sulla tv e sulle tra-smissioni che ora comincerà a scriverli per loro conto. L’obiettivo è dimostrare agli investitori che esiste un “se-cond screen” alternativo ri-spetto a Twitter.

analisiTra ricerche e “cinguettii”Ma come si comportano le persone in ambienti diversi della rete, in un stesso perio-do di tempo? Alla domanda ha tentato di dare una rispo-sta l’esperto Vincenzo Co-senza con una nuova ricerca da lui appositamente realiz-zata per lo scopo.

applicazioniLe pagelle delle donne (ai maschi)Maschi, allora non conoscete ancora Lulu, la temibile ap-plicazione che consente alle donne di assegnare un voto (a tutto, comprese la quali-tà o le dimensioni del sesso) agli uomini? Fareste meglio a dare un’occhiata, adesso che potete...

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The Executive Network

Il quotidiano del marketing in rete

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Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012

Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium,

è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale.

Per i possessori di Tv dinuova generazione ecco la magia

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Cohn&Wolfe aderisce anche quest’anno, per la quarta volta, alla giornata “Bimbi in ufficio”. L’entusiasmo mostrato anno dopo anno ha reso la giornata un appuntamento molto atteso dai bambini e da tutti i genito-ri e i collaboratori dell’agenzia.Ad accompa-gnare i bimbi nella conoscenza della profes-sione dei propri genitori, quest’anno sarà il mago delle bolle “Billy Bolla”. Fantasia e creatività sono caratteristiche indispensabi-li per chi svolge il nostro mestiere. Comuni-care in modo efficace significa trovare sem-pre nuove idee e codici, in grado di stupire e conquistare chi ascolta. Per questo l’idea di riempire, per un giorno, gli uffici di colore e di immaginazione ci è sembrato un modo giocoso e divertente per raccontare il no-stro lavoro ai più piccoli. Abbiamo voluto or-ganizzare una giornata particolare, non solo invitando tutti i nostri collaboratori a venire in ufficio con i propri figli, ma creando mo-menti di gioco dove i bambini e la loro fanta-

sia fossero parte dello spettacolo.Negli uffi-ci dell’agenzia, allora, facciamo scatenerà il “Bubbles Rock Show”. Bolle colorate di ogni dimensione e forma a riempire le sale e i bambini coinvolti in un gioco appassionan-te guidato dalla fantasia. Un modo simbolico per raccontare l’attività cui mamma e papà si dedicano ogni giorno. Cohn & Wolfe è una famiglia che ogni anno cresce, così come il numero delle mamme e dei papà, renden-do questa festa ogni anno più coinvolgente e gioiosa per tutti, anche per chi non è ge-nitore. Il racconto attraverso il gioco è il filo conduttore. La nostra priorità è studiare e attuare modalità operative flessibili che va-dano incontro alle esigenze dei collaborato-ri, dove possibile. Nel settore della consu-lenza è complesso riuscire a conciliare le esigenze professionali con quelle familia-ri, ma siamo consapevoli che mantenere un buon equilibrio sia un fattore molto impor-tante per il benessere dei collaboratori.

visionidi Matteo dedè

l’enTusiasMo conTagiosodei BiMBi in ufficio

ElEna SilvaE’ l’amministratorE dElEgato dEll’agEnzia di rElazioni pubblichE cohn & wolf. fa partE dElla struttura di milano fin dall’inizio E ha contribuito alla crEscita dEll sigla E dElla sua rEputazionE. nElla sua carriEra ha lavorato pEr un’ampia tipologia di cliEnti E di progEtti, dal lancio di nuovi brand al rEbranding di marchE EsistEnti; dalla comunicazionE sui tEmi nutrizionali allo strEEt markEting sui prodotti food; dalla consulEnza corporatE all’idEazionE di EvEnti. ha lavorato sia pEr brand italiani sia pEr aziEndE E organizzazioni intErnazionali: dai marchi storici dEll’imprEnditoria italiana, comE galbusEra, sammontana, allE associazioni (visa EuropE, upa) fino allE grandi imprEsE (unilEvEr) E allE organizzazioni complEssE (comitato organizzatorE dEllE olimpiadi)

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sPazio a... sTasera, ore 19:00 @ Torino e MaTerasToryTelling nighT

un iMPerdiBile MoMenTo di condivisione, organizzaTo nell’aMBiTo del digiTal fesTival: TalenTi, Passione, arTe

La Storytelling Night, organizzata nell’ambito del Di-gital Festival, è un imperdibile momento di condivi-sione di storie di vita, esperienze linguistiche, talenti e passioni. A Torino e a Matera, lo stesso giorno, nel-le stesse ore, ha luogo un’emozionante iniziativa per celebrare la capacità di narrare. A Torino, dunque, una serata per celebrare il racconto e la capacità di narrare storie con linguaggi diversi. Storie differen-ti, ma che ci uniscono nell’esperienza comune del-la vita. Dalle 19:00 alle 24:00, presso TAG Torino, in Via Carlo Allioni 3, intervallati da proiezioni video, si alterneranno racconti di lavoro, di startup, di talen-to, di passione, che trasformeranno la serata in un barcamp dello storytelling. Numerosi gli interven-ti, variegati gli argomenti, davvero originali gli spun-ti narrativi. Un viaggio senza meta, in cui protago-nisti randagi creeranno altri incroci, e tante pagine da scrivere per raccontarsi. Una maratona narrativa che racconta in modo creativo la storia del Piemon-te. A Matera, invece, una passeggiata divisa in tre tappe, un’iniziativa che rientra nel programma della Regione Basilicata con Visioni Urbane, un progetto il cui obiettivo è quello di creare Centri per la Creati-vità nella regione che è tra le candidate a diventare Capitale Europea della Cultura nel 2019. Ogni tappa sarà corredata di letture, foto e video.

MaTera è una delle due ciTTà coinvolTe nell’iniziaTiva di oggi

Direttore responsabileDaniele Bologna

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Content ManagerAureliano [email protected]

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