33 Carte Del Pensiero Positivo

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le 33 carte del pensiero positivo

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  • MARION ZIMMER BRADLEY

    LA SIGNORA DI AVALON

    (Lady Of Avalon, 1997)

    Dedicato a Diana L. Paxson,

    senza la quale questo libro non sarebbe stato scritto,

    e al Darkmoon Circle, le Sacerdotesse di Avalon

    IPERSONAGGI

    Inomi preceduti da * si riferiscono a personaggi storici; quelli tra paren-tesi ( ) si riferiscono a personaggidefunti prima dell'inizio della vicenda.

    PARTE PRIMA

    SACERDOTI E SACERDOTESSE DI AVALON

    Caillean, Somma Sacerdotessa, proveniente dalla Casa della Fo-resta

    (Eilan), precedente Somma Sacerdotessa della Casa della Fore-sta, madre di Gawen

    Gawen, figlio di Eilan e di Gaio Macellio

    Eiluned, Kea, Marged, Riannon, Sacerdotesse anziane

    Beryan, Breaca, Dica, Lunet, Lysanda, giovani Sacerdotesse e fanciulle istruite ad Avalon

    Sianna, figlia della Regina dei Faerie

    Bendeigid, precedente arcidruido, nonno britanno di Gawen

    Brannos, antico druido e bardo

    Cunomaglos, Sommo Sacerdote

  • Tuarim, Ambios, giovani druidi

    IMONACI CRISTIANI DI YNIS WITRIN

    * Padre Giuseppe d'Arimatea, capo della comunit cristiana

    Padre Paolo, il suo successore

    Alano, Bron, monaci

    ROMANI E ALTRI

    Ario, amico di Gawen nell'esercito

    Gaio Macellio Severo il Vecchio, nonno romano di Gawen

    (Gaio Macellio Severo Silurico), padre di Gawen, sacrificato co-me re annuale britanno

    Lucio Rufino, centurione incaricato del reclutamento per la No-na Legione

    Quinto Macrino Donato, comandante della Nona Legione

    Salvio Bufo, comandante della coorte a cui viene assegnato Ga-wen

    Colui che Cammina sull'Acqua, uomo del popolo delle paludi che manovra la barca che porta ad Avalon

    PARTE SECONDA

    SACERDOTI E SACERDOTESSE DI AVALON

    Dierna, Somma Sacerdotessa di Avalon

    (Becca, sorella minore di Dierna)

    Teleri, una principessa dei Durotrigi

  • Cigfolla, Crida, Erdufylla, Ildeg, Sacerdotesse anziane

    Adwen, Breaca, Lina, fanciulle istruite ad Avalon

    Ceridachos, arcidruido

    Ewein, un giovane druido

    Lewal, il guaritore

    ROMANI E BRITANNI

    Elio, triarca (capitano) dell'Hercules

    * Allecto, figlio del duoviro di Venta, in seguito membro dello stato maggiore di Carausio

    * Costanzo Cloro, un comandante romano divenuto in seguito cesare

    * Diocleziano Augusto, imperatore anziano

    Eiddin Mynoc, principe dei Durotrigi

    Gaio Martino, un soldato scelto di Vindolanda

    Gneo Claudio Pollio, un magistrato di Durnovaria

    Vitruvia, sua moglie

    * Marco Aurelio Museo Carausio, navarca (ammiraglio) della flotta imperiale, in seguito imperatoredella Britannia

    * Massimiano Augusto, giovane imperatore

    Menecrate, comandante della nave ammiraglia di Carausio,l'Orione

    Quinto Giulio Ceriale, duoviro di Venta

    Belgarum Trebellio, fabbricante di finiture in bronzo

    BARBARI

    Aedfrid, Theudibert, guerrieri della guardia menapiana di Ca-rausio

  • Hlodovic, condottiero franco del clan saliano

    Wulfhere, condottiero degli Angli

    Radbod, condottiero frisone

    PARTE TERZA

    SACERDOTI E SACERDOTESSE DI AVALON

    Ana, Somma Sacerdotessa e Signora di Avalon

    (Anara e Idris, sua seconda e prima figlia)

    Viviana, sua terza figlia

    Igraine, sua quarta figlia

    Morgause, sua quinta figlia

    Claudia, Elen, Julia, Sacerdotesse anziane

    Aelia, Fianna, Mandua, Nella, Rowan, Silvia, novizie nella Casa delle Vergini e in seguito Sacerdotesse

    Taliesin, capo bardo

    Nectan, arcidruido

    Talenos, un giovane druido

    BRITANNI

    * Ambrosio Aureliano, imperatore

    Bethoc, madre adottiva di Viviana

    * Categirn, figlio maggiore di Vortigern

    Ennio Claudiano, uno dei comandanti di Vortimer

    Fortunato, prete cristiano seguace di Pelagio

  • * Germano di Auxerre, vescovo sostenitore dell'ortodossia

    Heron, uno degli uomini delle paludi

    Neithen, padre adottivo di Viviana

    Uter, uno dei guerrieri di Ambrosio

    * Vortigern, sommo re di Britannia

    * Vortimer, suo figlio secondogenito

    SASSONI

    Hengest, condottiero della migrazione sassone

    Horsa, suo fratello

    * (Agricola), governatore della Britannia (78-84 d.C.)

    Arianrhod, dea britanna associata alla luna e al mare

    * (Boudicca), regina degli Iceni, capo della rivolta del 61 d.C.

    Briga/Brigantia, dea del risanamento, della poesia e della lavo-razione dei metalli, divina levatrice e deaterritoriale della Britannia

    * (Calgacus), condottiero britanno sconfitto da Agricola nell'81 d.C.

    Camulos, dio dei guerrieri

    * (Caractaco), capo della resistenza britanna nel I secolo d.C.

    Cathubodva, dea della guerra connessa alla Morrigan (la Signo-ra dei Corvi, la dea corvo)

    Ceridwen, dea britanna risalente all'archetipo della madre ter-ribile, in possesso del calderone dellasapienza

    Cerunno (il Dio Cornuto), signore degli animali e della met cupa dell'anno

    Lugos, dio luminoso dai molteplici talenti

    Maponus/Mabon, il dio giovane, Figlio della Madre

    Minerva, dea romana della saggezza e del risanamento, identifi-cata con Atena, Sulis e Briga

  • Modron, dea madre

    Nehallenia, dea territoriale dell'Aldil

    Nemetona, dea del boschetto

    Nodens, dio delle nubi, della sovranit, del risanamento, forse collegato a Nuada

    * (Pelagio), capo religioso britanno del IV secolo d.C.

    la Regina dei Faerie

    Rigantona, Grande Regina, dea degli uccelli e dei cavalli

    Rigisamus, signore del boschetto

    Sulis, dea delle sorgenti che risanano

    Tanarus, dio del tuono

    Teutates, dio tribale

    LE LOCALIT

    Aquae Sulis - Bath

    Branodunum - Brancaster

    Britannia - Gran Bretagna

    Caesarodunum - Tours

    Cantium - Kent

    Clausentum - Bitterne (sull'Ictis, vicino a Southampton)

    Corinium - Cirencester

    Corstopitum - Corbridge

    Deva - Chester

    Dubris - Dover

    Durnovaria - Dorchester

    Durobrivae - Rochester

  • Durovernum Cantiacorum - Canterbury

    Eburacum - York

    Gallia - Francia

    Gariannonum - Burgh Castle

    Gesoriacum - Boulogne

    Glevum - Gloucester

    Lindinis - Ilchester

    Londinium - Londra

    Mona - isola di Anglesey

    Othona - Bradwell

    Portus Adurni - Portchester (Portsmouth)

    Portus Lemana - Lymne

    Rutupiae - Richborough

    Sabrina Fluvia - fiume Severn (e il suo estuario)

    Segedunum - Wallsend

    Segontium - Caernarvon

    Sorviodunum - Old Sarum

    Tamesis Fluvius - fiume Tamigi

    Tanatus Insula - isola di Thanet

    Vectis Insula - isola di Wight

    Venta Belgarum - Winchester

    Venta Icenorum - Caistor

    Venta Silurum - Caerwent

    Vercovicium - forte Housesteads

    Vememeton (boschetto sacro) - la Casa della Foresta

  • Vindolanda - Chesterholm

    Ynis Witrin - Glastonbury

    PARLA LA REGINA DEI FAERIE:

    Nelmondo della razza umana le maree del potere stanno cam-biando. Per me le stagioni degli uominiarrivano e passano nel-l'arco di pochi istanti, ma a volte qualcosa in esse attrae la mia at-tenzione.

    Imortali affermano che nel mondo dei Faerie non cambia mai nulla, ma non cos. Ci sono luoghi dove imondi sono vicini fra loro come le pieghe di una coperta, e uno di essi il luogo che gli uomini chiamanoAvalon. Quando le madri della razza umana so-no giunte per la prima volta in queste terre, il mio popolo,che non aveva mai avuto un corpo, si dato una forma a loro somi-glianza; esse hanno eretto le lorocase su pali al limitare del lago e cacciato nelle paludi, e noi abbiamo camminato e giocato con lo-ro,

  • perch quello era il mattino del mondo.

    Il tempo trascorso e maestri di un'antica sapienza hanno at-traversato il mare per sfuggire alladistruzione di Atlantide, la lo-ro Isola Sacra. Essi hanno spostato grandi massi per contrassegna-re lelinee di potere che solcavano questa terra, hanno cinto di pietra la sacra fonte e intagliato il sentiero aspirale che cinge il Tor, hanno trovato nei confini di questa terra gli emblemi della loro filosofia.

    Essi sono stati grandi maestri di magia, che recitavano incante-simi mediante i quali un uomo potevaraggiungere altri mondi, e tuttavia erano mortali e con il tempo la loro razza diminuita di numero, mentrenoi siamo rimasti qui.

    Dopo di loro sono giunti altri, biondi bambini ridenti dalle spade brunite. Noi per non potevamotollerare il freddo tocco dell'acciaio e da quel momento il mondo dei Faerie ha cominciato a separarsi daquello degli uomini, anche se gli antichi maghi in-segnavano ancora agli umani la saggezza e i loro saggi, idruidi, erano attirati dal potere dell'Isola Sacra. Quando le legioni di Ro-ma hanno marciato attraversoquesta terra, vincolandola con stra-de pavimentate in pietra e massacrando quanti opponevanoresi-stenza, l'isola diventata il rifugio dei druidi.

    Secondo il mio modo di vedere il tempo, tutto questo accaduto appena un attimo fa. Ho accolto nelmio letto un guerriero biondo che si era addentrato per caso nel mondo dei Faerie, poi per l'ho lasciatoandare perch soffriva di nostalgia, e lui mi ha elargito in dono una figlia bella e bionda come lui, curiosariguar-do al suo retaggio umano.

    Ora le maree stanno cambiando e nel mondo dei mortali una Sacerdotessa cerca di arrivare al Tor. Hoavvertito in lei il potere appena ieri, quando l'ho incontrata su un'altra riva, quindi com' possibile che siadi colpo invecchiata? E questa volta ha con s un bambino di cui ho gi conosciuto lo spirito in passato.

    Adesso molte correnti del destino fluiscono verso il loro con-giungimento. Questa donna e mia figlia e ilragazzo sono uniti da un antico disegno... per il bene o per il male? Sento giungere un tempo in cuiricadr su di me il compito di vincolarli nel corpo e nell'anima a questo luogo che essi chiamano Avalon.

    PARTE PRIMA

    LA SAGGIA

    (96-118 d.C.)

    1

    Era prossimo il tramonto e le acque tranquille della Valle di Avalon erano ammantate di un riflessodorato; qua e l ciuffi d'erba verdi e marrone levavano il capo al di sopra della super-ficie immota, velatidalla caligine scintillante che la fine dell'au-tunno faceva scendere sulle paludi anche quando il cielo eralimpido. Al centro della Valle, coronato di pietre erette, un Tor appuntito si levava al di sopra di quellicircostanti.

  • Caillean lasci vagare lo sguardo sull'acqua. Il mantello az-zurro che la indicava come Sacerdotessaanziana le cadeva in-torno al corpo in pieghe immote e lei sent la quiete dissolvere la stanchezza dicinque giorni di cammino che le erano parsi in-terminabili: il viaggio dalle ceneri del rogo funebre diVernemeton al cuore del Territorio dell'Estate era parso protrarsi per una vita intera.

    durato tutta la mia vita,pens Caillean.Non lascer mai pi la Casa delle Sacerdotesse.

    Erano trascorsi sei mesi da quando aveva guidato il suo pic-colo gruppo di donne lontano dalla Casadella Foresta per fon-dare su quell'isola una comunit di Sacerdotesse; sei settimane prima vi aveva fattoritorno da sola, arrivando troppo tardi per salvare dalla distruzione la Casa della Foresta. Se non altro,pe-r aveva salvato il ragazzo.

    Quella Avalon? domand Gawen, la cui voce ebbe l'ef-fetto di riportarla al presente.

    S, gli rispose con un sorriso, osservandolo sbattere le pal-pebre come abbagliato dalla luce. Fra unmomento chiamer la barca che ci porter l.

    Non ancora, per favore... mormor il ragazzo, girandosi verso di lei.

    Gawen era cresciuto parecchio; per i suoi dieci anni era mol-to alto, ma a guardarlo dava tuttoral'impressione che tutte le parti che lo componevano fossero state messe insieme alla bell'e meglio, comese il resto del corpo non si fosse ancora adeguato alle dimensioni delle mani e dei piedi; illuminata dalsole, la sua capigliatura castana brillava dorata nei punti in cui si era schia-rita durante l'estate.

    Mi hai promesso che prima che arrivassimo al Tor avrei avuto risposta ad alcune delle mie domande,insistette il ra-gazzo. Cosa dir quando mi chiederanno che ci faccio qui? Non sono certo neppure delmio nome!

    In quel momento i suoi grandi occhi grigi somigliavano tal-mente a quelli della madre che Caillean sent ilcuore stringersi. In effetti gli aveva promesso di dargli quelle risposte, anche se poi nel corso del viaggionon aveva quasi rivolto la parola a nes-suno, stanca e addolorata com'era.

    Tu sei Gawen, replic in tono pacato. Questo il nome con cui tua madre ha inizialmente conosciutotuo padre, e per questo ti stato imposto.

    Ma mio padre era un romano! protest il ragazzo, con un tremito nella voce, come se non sapesse seessere orgoglioso delle proprie origini oppure vergognarsene.

    Questo vero, e poich lui non ha avuto altri figli immagi-no che secondo le usanze dei romani dovrestiessere chiamato Gaio Macellio Severo, come tuo padre e suo padre prima di lui. Fra i romani questo un nome che incute rispetto, e del resto ho sempre sentito dire di tuo nonno che era un uomo buono eonorevole. Tua nonna era per una principessa dei Siluri e Ga-wen era il nome che lei aveva dato a suofiglio, quindi non te ne devi vergognare!

    Benissimo, ribatt Gawen, fissandola in volto. Per non il nome di mio padre quello che verrsussurrato su quest'iso-la di druidi. vero... Deglutendo a fatica lasci la frase in so-speso, poi riprese:Prima che lasciassi la Casa della Foresta c'era chi diceva... ecco, vero chelei... la Signora diVernemeton... era mia madre?

    vero, conferm Caillean incontrando con fermezza il suo sguardo e ricordando con quantasofferenza Eilan avesse mantenuto quel segreto.

  • Gawen annu e tirando un lungo respiro parve distendersi.

    Me lo ero chiesto, riprese poi. Ero solito sognare a oc-chi aperti sui miei genitori, perch tutti iragazzi che venivano allevati a Vernemeton si vantavano di come fossero figli di una regina o di unprincipe che un giorno sarebbe venuto a portarli via. Anch'io raccontavo storie del genere, ma la Signoraera sempre cos gentile con me che quando sognavo, di notte, la madre che veniva a prendermi erasemprelei...

    Ti voleva molto bene, mormor Caillean, con voce appe-na percepibile.

    Allora perch non mi ha mai riconosciuto? Perch mio pa-dre non l'ha sposata, se era un uomo tantonoto e onorevole?

    Lui era un romano, sospir Caillean, e alle Sacerdotesse della Casa della Foresta proibito sposarsio avere figli, anche con gli uomini delle trib. Forse qui saremo in grado di cambia-re questo stato dicose, ma a Vernemeton per lei sarebbe stata la morte se si fosse saputo della tua esistenza.

    Lo stata, sussurr Gawen, apparendo improvvisamente pi maturo dei suoi anni. Hanno scopertotutto e l'hanno uc-cisa, vero? morta per causa mia!

    Oh, Gawen! esclam Caillean, in preda alla compassione, ma quando si protese verso di lui il ragazzosi ritrasse. Ci sono state molte ragioni, politiche - e di altro genere -, che compren-derai quando saraipi grande, prosegu, mordendosi un lab-bro, timorosa di dire altro perch in effetti la rivelazionedell'e-sistenza di questo bambino era stata la scintilla che aveva scate-nato l'incendio; in questo senso ciche Gawen aveva affermato era vero. Eilan ti amava, Gawen, riprese quindi. Dopo la tua nascitaavrebbe potuto darti in adozione ad altri ma non ha tollerato l'idea di separarsi da te e per tenerti accantoha sfidato suo nonno, l'arcidruido, che ha acconsentito solo a patto che non si venisse a sapere che tu erisuo figlio.

    Questo non giusto! esclam il ragazzo.

    Giusto? scatt Caillean. Di rado la vita giusta! Sei sta-to fortunato, Gawen, quindi rendi grazie aglidi e non ti la-mentare.

    Il ragazzo arross e subito dopo impallid violentemente, pe-r non le rispose e Caillean sent la propriaira dissolversi in fretta com'era sorta.

    Adesso questo non ha pi importanza, perch ci che fat-to fatto e tu sei qui, disse.

    Per tu non mi vuoi, sussurr lui. Nessuno mi vuole.

    C' una cosa di cui suppongo tu debba essere informato, replic Caillean, dopo un momento diriflessione. Macellio, il tuo nonno romano, voleva tenerti presso di s a Deva e allevarti come se fossistato suo figlio.

    Allora perch non mi avete lasciato con lui?

    Vuoi essere un romano? domand Caillean, fissandolo senza sorridere.

    Certamente no! Chi mai vorrebbe esserlo? ribatt Gawen, arrossendo, come c'era da aspettarsi in

  • quanto i druidi che istruivano i ragazzi presenti nella Casa della Foresta dovevano aver insegnato loro aodiare Roma. Per avresti dovuto dirme-lo! Avresti dovuto lasciarmi scegliere!

    L'ho fatto! ribatt Caillean, secca. Hai scelto tu di veni-re qui.

    Ogni atteggiamento di sfida parve abbandonare il ragazzo, che si volse a scrutare nuovamente la distesad'acqua.

    Questo vero, ammise. Quello che non capisco per-ch tu mi abbia voluto.

    Ah, Gawen, mormor Caillean, sentendo svanire la pro-pria ira, anche una Sacerdotessa noncomprende sempre quali forze la muovano. In parte l'ho fatto perch tu eri tutto quello che mi restava diEilan, che amavo come se fosse stata mia fi-glia, continu, con il viso contratto dal dolore per quellaper-dita. Trascorsero alcuni istanti prima che potesse riprendere a parlare, e quando lo fece fu con vocefredda come la pietra: E in parte l'ho fatto perch mi sembrava che il tuo destino fosse fra noi,concluse.

    Per un momento ancora Gawen continu a contemplare le acque dorate, che si muovevano fra le cannecon piccole onde il cui gentile sciabordio era l'unico rumore che infrangesse il si-lenzio, poi infine si decisea sollevare lo sguardo su di lei.

    Molto bene, disse, con voce incrinata dallo sforzo che sta-va facendo per mantenere il controllo.Sarai tu mia madre, in modo che possa avere una famiglia?

    Caillean incontr lo sguardo di lui e per un momento non riusc a proferire parola.Dovrei dire di no,altrimenti un giorno lui mi spezzer il cuore, pens.

    Io sono una Sacerdotessa, proprio come lo era tua madre, rispose infine. Ivoti che abbiamopronunciato davanti agli di ci vincolano, a volte contro il nostro desiderio...altrimenti sa-rei rimastaalla Casa della Foresta e sarei stata l a proteggere Eilan, pens mentre proseguiva: Questo locapisci, Gawen? Ca-pisci che per quanto io possa amarti possibile che un giorno sia costretta a farecose che ti causeranno dolore?

    Il ragazzo annu vigorosamente, e quel gesto le fece avvertire una fitta al cuore.

    Madre adottiva, che ne sar di me sull'Isola di Avalon? chiese poi Gawen.

    Sei troppo grande per restare con le donne, rispose Cail-lean, dopo un momento di riflessione,quindi alloggerai con i giovani apprendisti Sacerdoti e bardi. Tuo nonno era un famoso cantore ed possibile che tu abbia ereditato in parte il suo ta-lento. Ti piacerebbe studiare l'arte dei bardi?

    Non ancora, per favore, non so... rispose Gawen, sbatten-do le palpebre come se quel pensiero lospaventasse.

    In tal caso non importa. Del resto i Sacerdoti avranno biso-gno di un po' di tempo per imparare aconoscerti, e comunque sei ancora giovane e non necessario che tutto il tuo futuro venga decisoproprio adesso, lo rassicur Caillean.

    E quando verr il momento non saranno Cunomaglos e i suoi druidi a decidere cosa tu debba essere,pens cupamente fra s.Non ho potuto salvare Eilan, ma potr almeno proteggere suo fi-glio fino aquando non sar in grado di scegliere da solo.

  • Adesso ho molti doveri che mi aspettano, aggiunse in to-no deciso. Chiamiamo la barca in modo checi possa portare all'isola. Per stanotte ti aspettano soltanto una cena e un letto. Questo ti basta?

    Mi deve bastare, sussurr il ragazzo, dando l'impressione di dubitare sia di se stesso sia di lei.

    Il sole era tramontato e verso occidente il cielo si stava tin-gendo di una luminosa tonalit rosata, mentrele nebbie che ancora velavano la superficie dell'acqua avevano assunto un ba-gliore argenteo. Adesso ilTor era quasi invisibile, e Caillean eb-be l'improvvisa impressione che fosse stato separato dal mondo.Pens quindi all'altro nome con cui esso era conosciuto, Ynis Witrin, l'Isola di Vetro, un nome dotato diuno strano fascino, e si disse che sarebbe stata felice di lasciarsi alle spalle il mondo in cui Eilan era stataarsa con il suo amante romano sulla pira dei druidi. Infine scacci quei pensieri e tir fuori un fischiettod'osso dalla sacca che le pendeva lungo il fianco, traendone una nota sottile e stridula che non parevamolto forte ma si diffuse nitida al di sopra dell'acqua.

    Contemporaneamente Gawen sussult, guardandosi intorno, e Caillean gli indic la superficie del lago,delimitata da canne e da tratti di palude solcati da centinaia di canali, da uno dei qua-li stava oraemergendo un'imbarcazione dalla prua squadrata che nell'avanzare spingeva di lato le canne. Nel notareche l'uo-mo che manovrava il palo per spingere la barca era pi o meno alto quanto lui Gawen si accigli,ma quando la barca fu pi vi-cina pot scorgere le rughe che segnavano il volto del battelliere e l'argentodei suoi capelli. Nel vedere Caillean, intanto, l'uomo la salut e sollev il remo dall'acqua in modo dalasciare che il movimento stesso acquisito dall'imbarcazione la spingesse fino a riva.

    Quello Colui che Cammina sull'Acqua, spieg intanto Caillean, in tono sommesso. La sua gente eraqui prima del-l'arrivo dei romani e perfino prima che i britanni giungessero su queste coste. Nessuno dinoi si trova qui da un tempo abbastan-za lungo da aver imparato a parlare la sua lingua, ma lui cono-scela nostra e mi ha detto che Colui che Cammina sull'Ac-qua il significato che il suo nome ha nella sualingua. Il suo popolo ricava a stento di che vivere dalle paludi ed grato del cibo e delle medicine che glidoniamo.

    Nel prendere posizione a poppa della barca il ragazzo conti-nu a mantenere un'espressione accigliata;sedeva con una ma-no immersa nell'acqua e osservava le piccole onde che si dira-mavano da essamentre il battelliere si staccava dalla riva e prendeva a spingere con il remo l'imbarcazione alla volta delTor. Nel notare l'atteggiamento cupo del ragazzo Caillean so-spir ma non cerc di farlo riscuotere daesso: nel corso dell'ul-tima luna entrambi avevano subito un duro colpo e una tragica perdita, e poichera meno consapevole di lei del significato di ci che era accaduto alla Casa della Foresta, Gawen eraanche meno capace di farvi fronte.

    Non lo posso aiutare,pens Caillean, stringendosi nel mantel-lo e girandosi in direzione del Tor.Dovrsopportare il suo dolo-re e la sua confusione proprio come dovr fare io.

    La nebbia li avvilupp vorticante, poi torn a diradarsi allor-ch la mole del Tor apparve imponentedavanti a loro, rivelan-do allo sguardo la sua sommit da cui giungeva ovattato il ri-chiamo di un corno.Poi il battelliere impresse un'ultima spinta al remo e la chiglia della barca stridette contro la ghiaia dellari-va; balzato a terra, l'uomo trascin in secca l'imbarcazione e nel momento stesso in cui essa si arrestCaillean scese a terra.

    Una mezza dozzina di Sacerdotesse stava procedendo lungo il sentiero, con i capelli raccolti in unatreccia che ricadeva lun-go la schiena e il corpo avvolto in abiti di lino grezzo dalla sopraggonna verde, equando arrivarono davanti a Caillean si alli-nearono al suo cospetto.

  • Bentornata fra noi, Signora di Avalon, salut la pi matu-ra del gruppo, Marged, con un reverenteinchino, poi s'inter-ruppe quando il suo sguardo si pos sulla sagoma dinoccolata di Gawen e per unmomento rimase letteralmente senza parole, mentre Caillean non faticava a intuire la domanda che lealeg-giava sulle labbra.

    Questo Gawen, ed venuto a vivere qui, disse, preve-nendo ogni interrogativo. Vorresti parlarecon i druidi e tro-vargli un posto dove dormire stanotte?

    Certamente, Signora, sussurr la ragazza senza distogliere lo sguardo da Gawen che stava arrossendoviolentemente.

    Sospirando, Caillean riflett che se la semplice vista di un maschio adolescente - in quanto non eraancora possibile pen-sare in alcun modo a Gawen come a un giovane uomo - aveva un effetto del generesulle sue protette pi giovani, i suoi tenta-tivi di combattere i pregiudizi che le avevano costrette adabbandonare la Casa della Foresta non avrebbero incontrato ec-cessiva resistenza. Forse la presenza diGawen fra le Sacerdotes-se si sarebbe rivelata un bene per loro.

    Notando qualcun altro in attesa alle spalle delle ragazze, Caillean pens in un primo momento che sitrattasse di una del-le Sacerdotesse pi anziane, magari Eiluned o Riannon, scesa sulla riva adaccoglierla, ma subito dopo si accorse che la nuova venuta era troppo bassa di statura e intravide unamassa di ca-pelli neri prima che la donna oltrepassasse le altre per portarsi in piena vista.

    Una straniera,pens Caillean, sconcertata, poi si rese conto che la donna sembrava peraltro del tutto aproprio agio e asso-lutamente familiare, come se lei l'avesse conosciuta fin dall'ini-zio dei tempi, mentreinvece non riusciva a ricordare se o quan-do l'avesse mai vista o chi potesse essere.

    La nuova venuta per non la stava neppure guardando, in quanto i suoi occhi limpidi e scuri erano fissisu Gawen, e nell'approfittarne per osservarla meglio Caillean si chiese cosa l'a-vesse indotta a ritenerequella sconosciuta di statura bassa, con-siderato che, per quanto lei stessa fosse tutt'altro che minuta, lastraniera la superava comunque in altezza.Isuoi capelli, neri e lunghi, erano raccolti sulla schiena in unasola treccia come quelli delle Sacerdotesse, per lei indossava un abito di pelle di daino e portava intornoalle tempie una ghirlanda di bacche scarlatte.

    Dopo aver fissato a lungo Gawen, la donna d'un tratto s'in-chin fino a terra.

    Figlio di Cento Re, disse, sii il benvenuto ad Avalon.

    Gawen si limit a guardarla in silenzio, a bocca aperta per lo stupore, e accanto a lui Caillean si schiar lagola, lottando per riuscire a parlare.

    Chi sei, e cosa vuoi da me? chiese infine, in tono brusco.

    Da te non voglio nulla, ribatt la donna, altrettanto bru-sca e concisa, e non c' bisogno che tuconosca il mio nome. Io sono qui per Gawen, e tuttavia anche se non ti ricordi di me tu mi conosci damolto tempo, piccolo Merlo.

    Merlo...Lon-dubh nella lingua ibernica. Nell'udire quello che era stato il suo nome di bambina e a cui leinon aveva pi pensato da quasi quarant'anni, Caillean tacque di colpo.

    Le pareva di avvertire di nuovo i lividi che le segnavano il corpo e il dolore fra le cosce, e l'ancorpeggiore senso di sporci-zia e di vergogna. L'uomo che l'aveva violentata aveva minaccia-to di ucciderla

  • se lei avesse riferito ci che le aveva fatto; dispe-rata, le era parso che soltanto il mare potesse renderladi nuovo pulita e si era spinta fra i rovi che crescevano al limitare dell'al-tura senza badare alle spine chele laceravano la pelle, decisa a gettarsi fra le onde che ribollivano intorno alle aguzze rocce sot-tostanti.

    All'improvviso l'ombra presente fra i rovi si era mutata in una donna, non pi alta di lei ma immensamentepi forte, che l'aveva tenuta stretta mormorandole parole di conforto con quella tenerezza che sua madrenon aveva mai avuto la forza di manifestare e chiamandola con il nome della sua infanzia. A un certopunto doveva essersi addormentata fra le braccia della Si-gnora e quando si era svegliata aveva scopertodi avere il corpo pulito e che i dolori peggiori erano come attutiti, mentre il ri-cordo del terrore provatoera adesso remoto come quello di un brutto sogno.

    Alcuni anni dopo, i suoi studi presso i druidi le avevano per-messo di dare un nome all'essere che l'avevasalvata.

    Signora... sussurr ora, ma adesso l'attenzione della don-na fatata era di nuovo fissa su Gawen.

    Mio signore, io ti guider verso il tuo destino. Aspettami al limitare dell'acqua e presto verr aprenderti, disse, poi s'in-chin ancora anche se meno profondamente e svan all'improv-viso, come senon fosse mai esistita.

    Caillean chiuse gli occhi, riflettendo che l'istinto che l'aveva indotta a portare Gawen ad Avalon non siera rivelato sbagliato. Se la Signora del Popolo Fatato lo onorava in questo modo, di certo lui dovevaavere uno scopo da realizzare l. Una volta Eilan aveva incontrato Merlino in una visione: cosa le era statopromesso? Per quanto romano, il padre di questo ragazzo era morto come Re dell'Anno per salvare ilpopolo, un atto che doveva avere un significato, ma quale? Per un momento le parve quasi di riuscire acomprendere il sacrificio di Eilan.

    Un suono soffocato proveniente da Gawen la riport al pre-sente, permettendole di rendersi conto che ilragazzo si era fatto bianco come il gesso.

    Chi era? domand Gawen. Perch mi ha parlato?

    Contemporaneamente Marged spost lo sguardo da Caillean al ragazzo e inarc le sopracciglia in modotale da indurre d'un tratto la Sacerdotessa a chiedersi se le altre avessero visto qual-cosa di quello cheera accaduto.

    Era la Signora del Popolo Antico, che viene anche chiama-to il popolo dei Faerie, spieg. Mi hasalvato la vita una vol-ta, molto tempo fa, ma adesso i membri del Popolo Antico non appaiono pispesso in mezzo agli umani e di certo lei non si sa-rebbe presentata qui senza una ragione. Quanto alperch lo ab-bia fatto, non lo so neppure io.

    Si inchinata davanti a me, ricord il ragazzo, degluten-do a fatica, poi domand in un sussurrosoffocato: Mi permet-terai di andare, madre adottiva?

    Permettertelo? Non oserei tentare di impedirlo. Quando verr a prenderti dovrai essere pronto.

    Allora non ho scelta, replic lui, fissandola con quegli oc-chi grigi che improvvisamente le ricordaronoterribilmente Ei-lan. Per non andr con lei se non mi dar delle risposte!

  • Signora, non metterei mai in discussione la tua capacit di giudizio, protest Eiluned, ma come ti venuto in mente di portare qui un ragazzo di quell'et?

    Caillean bevve un sorso d'acqua dal suo boccale di legno e lo pos con un sospiro sul tavolo da pranzo.A volte le pareva che nell'arco delle sei lune trascorse da quando le Sacerdotesse era-no inizialmentegiunte ad Avalon quella giovane donna non avesse fatto altro che mettere in discussione le sue decisioni ecominciava a chiedersi se Eiluned arrivasse a ingannare anche se stessa con le sue esteriori manifestazionidi umilt. Sebbene avesse appena trent'anni sembrava pi vecchia con quel suo continuo accigliarsi eimpicciarsi degli affari di tutti, ma d'altro canto era coscienziosa e si era rivelata una aiutante preziosa.

    Riconoscendo il tono, le altre donne si affrettarono a disto-gliere lo sguardo e a concentrarsi sul loropasto. La lunga sala ai piedi del Tor era parsa vasta quando i druidi l'avevano edificata per loro all'iniziodell'estate, ma non appena si era diffusa la vo-ce dell'esistenza di quella nuova Casa delle Vergini unnumero sempre maggiore di ragazze si era presentato presso di essa, tanto che adesso Caillean si trov apensare che forse avrebbero dovuto ampliare la sala prima dell'estate successiva.

    Idruidi accettano i ragazzi per l'addestramento quando so-no anche pi giovani di cos, obiett in tonopacato, osservan-do la luce del fuoco tremolare sui piani lisci del volto di Gawen, facendolo apparire perun momento pi maturo di quanto non fosse.

    Allora lascia che lo prendano loro! Il suo posto non qui... cominci Eiluned, fissando con occhiroventi il ragazzo, che guard verso Caillean in cerca di rassicurazione prima di portarsi alla boccaun'altra cucchiaiata di miglio e fagioli. Contemporaneamente Dica e Lysanda, le pi giovani fra le ragazzepresenti, si misero a ridacchiare fino a quando lui non si fece ro-vente in volto e abbass lo sguardo.

    Per il momento mi sono accordata con Cunomaglos perch lo sistemi presso il vecchio Brannos, ilbardo. Questo ti soddi-sfa? rispose intanto Caillean, in tono acido.

    Un'idea eccellente! annu Eiluned. Quell'uomo ormai troppo vecchio e io vivo nel timore che unanotte o l'altra fini-sca per cadere nel focolare o per addentrarsi nel lago.

    Nelle sue parole c'era in effetti qualcosa di vero, ma in realt era stata la gentilezza del vecchio, e non lasua debolezza, a in-durre Caillean a sceglierlo.

    Chi il bambino? domand Riannon, che sedeva a sua volta accanto a Caillean, indicando Gawen conun cenno che fece ondeggiare i suoi riccioli rossi. Non era uno di quelli che venivano allevati aVernemeton? Cosa successo quando sei tornata l in visita? Nella zona si sono diffuse in merito le vocipi incredibili, aggiunse, fissando piena di curiosit la Somma Sacerdotessa.

    Lui un orfano, sospir Caillean. Non so che genere di voci possiate avere sentito, comunque veroche la Signora di Vernemeton morta. C' stata una ribellione e adesso i Sacer-doti druidi del Nord sisono dispersi e parecchie Sacerdotesse anziane sono morte a loro volta, fra cui Dieda. A dire il vero nonso se la Casa della Foresta sopravvivr e, se non dovesse riuscirci, noi saremo le uniche rimaste acustodire l'antica sag-gezza e a trasmetterla ai posteri.

    Mentre parlava si chiese se Eilan avesse previsto la propria sorte e avesse saputo che soltanto la nuovacomunit di Avalon sarebbe sopravvissuta. Intanto le altre Sacerdotesse la stavano fissando con gli occhidilatati dallo stupore, pensando forse che fossero stati i romani a uccidere Eilan, e lei si guard bene daldisilluderle: per quanto non nutrisse infatti il minimo affetto per l'attuale arcidruido, Bendeigid, e loritenesse un pazzo, era consapevole del fatto che lui era pur sempre uno di loro.

  • Dieda morta? chiese Kea, con voce tremante, aggrap-pandosi al braccio di Riannon.Quest'inverno sarei dovuta an-dare da lei per essere ulteriormente addestrata. Come far a in-segnareai giovani i canti sacri? Questa una grave perdita! esclam quindi, appoggiandosi all'indietro con i graviocchi gri-gi colmi di lacrime.

    proprio una grave perdita,riflett Caillean, cupa, pensando non soltanto alle conoscenze e ai talenti diDieda ma anche alla Sacerdotessa che avrebbe potuto essere se non avesse scelto di darsi all'odioinvece che all'amore. Quella era una lezione anche per lei, una lezione che avrebbe dovuto tenere a menteogni vol-ta che l'amarezza avesse minacciato di sopraffarla.

    Ti addestrer io, replic in tono sommesso. Non ho mai studiato i segreti dei bardi di Eriu, ma i cantisacri e i sacri offici delle Sacerdotesse sono originari di Vernemeton e li conosco tutti molto bene.

    Oh! Non intendevo dire... cominci Kea, poi s'interrup-pe, arrossendo, e infine prosegu: So che seicapace di cantare e di suonare l'arpa. Suonala adesso per noi, Caillean; sembra che sia passato costanto tempo da quando hai suonato per noi intorno al fuoco!

    Non unacreuth, un'arpa... cominci automaticamente Caillean, poi sospir e scosse il capo. Nonstanotte, bambina mia, perch sono troppo stanca. Piuttosto dovresti essere tu a cantare per noi, inmodo da placare il nostro dolore.

    Si costrinse quindi a sorridere e vide Kea rischiararsi in vol-to. Pur non essendo dotata del talentoispirato di Dieda, la gio-vane Sacerdotessa possedeva una voce leggera, dolce e sincera, e amava gliantichi canti.

    Stanotte canteremo tutte per la dea e lei ci conforter, disse intanto Riannon, battendo un colpettosulla spalla dell'a-mica. Se non altro, tu sei tornata da noi, aggiunse, rivolta a Caillean. Avevamopaura che non arrivassi in tempo per il rito della luna piena.

    Ti ho certamente addestrata abbastanza bene da garantire che tu non abbia bisogno di me per svolgerequel rito! escla-m Caillean.

    Pu darsi, sorrise Riannon, ma senza di te non sarebbe la stessa cosa.

    Quando lasciarono la sala era ormai calata la notte e faceva freddo, ma il vento che si era levato con ilsopraggiungere della notte aveva spazzato via la nebbia e al di l della nera massa del Tor il cielonotturno scintillava di stelle; guardando verso est, Caillean not che da quella parte il cielo si stavaaccendendo del chiarore della luna nascente, anche se il suo disco argenteo era ancora nascosto dietro lacollina.

    Affrettiamoci, disse alle altre, stringendosi intorno alle spalle il pesante mantello. La nostra Signorasta gi salendo nel cielo. Poi si avvi lungo il sentiero e le altre s'incolonnaro-no alle sue spalle con ilrespiro che si condensava in tante pic-cole nuvolette bianche sospese nell'aria gelida.

    Quando raggiunse la prima curva, Caillean si guard indie-tro: la porta della sala era ancora aperta e leipoteva vedere la sagoma scura di Gawen che si stagliava sullo sfondo del chiarore delle lampade. Ancheda lontano il suo atteggiamento era pervaso di una devastante solitudine mentre lui guardava le donneallontanarsi, e per un momento Caillean desider chia-marlo e invitarlo a unirsi a loro, cosa che peravrebbe vera-mente scandalizzato Eiluned; se non altro adesso il ragazzo era l, sull'Isola Sacra. Poi la

  • porta si chiuse e, non appena essa na-scose la sagoma del ragazzo, Caillean trasse un profondo respi-ro,preparandosi a risalire il fianco della collina.

    La sua assenza, che si era protratta per una luna, le aveva fat-to perdere l'allenamento a quel genere disforzo fisico e quando arriv in cima aveva il respiro affannoso; mentre le altre la rag-giungevano sisofferm per riprendere fiato e dovette lottare per resistere all'impulso di appoggiarsi a una delle pietreerette. A poco a poco, infine, la testa smise di girarle e lei and a pren-dere il suo posto vicino all'altaredi pietra mentre le altre Sacer-dotesse si addentravano a una a una nel cerchio muovendosi nel senso delsole intorno all'altare.Ipiccoli specchi di lucido ar-gento che pendevano loro dalla cintura scintillarono amano a mano che esse andavano a prendere i rispettivi posti, poi Kea depose il Graal d'argento sullapietra e Beryan, che aveva pro-nunciato i suoi voti quella Mezz'Estate, lo riemp con l'acqua prelevatadalla sorgente sacra.

    L non c'era bisogno di tracciare un cerchio perch il luogo era gi sacro al punto da non poter esserecontemplato da occhi non iniziati, e non appena il circolo di donne al suo interno fu completo l'ariaracchiusa in esso parve farsi pi pesante e del tutto immota. Perfino il vento gelido sembr svanire.

    Salutiamo i cieli gloriosi scintillanti di luce, recit Cail-lean, sollevando le mani imitata dalle altre.Salutiamo la sacra terra da cui veniamo, continu, chinandosi a toccare l'erba coperta di brina.Guardiani dei Quattro Angoli, noi vi salutia-mo, concluse, mentre insieme si giravano tutte in ciascunadelle quattro direzioni sacre, scrutando nel buio fino ad avere l'impressione di vedere i Poteri i cui nomi ele cui forme erano nascosti nel cuore dei Saggi che scintillavano davanti a loro.

    Infine Caillean torn a volgere il viso a ovest e riprese la sua preghiera.

    Noi onoriamo i nostri antenati che ci hanno precedute. Ve-gliate sui nostri figli, o venerabili, recit.Eilan, mia adorata, veglia su di me e sul nostro bambino, aggiunse fra s, chiudendo gli occhi, e perun istante le parve di avvertire qualcosa di simile a un tocco leggero che le sfiorava i capelli.

    Dopo un attimo, si volse verso est, dove le stelle stavano sbiadendo al bagliore della luna, e tutt'intornol'aria fu pervasa di anticipazione allorch le altre donne la imitarono, attenden-do che il lucente contornodel disco lunare oltrepassasse il cri-nale delle colline. D'un tratto ci fu un tremolio di luce e Cail-lean esalil fiato in un lungo sospiro quando l'alto pino che si ergeva sulla vetta pi lontana si stagli scuro sullosfondo di quel chiarore. Un attimo pi tardi la luna apparve all'improv-viso, enorme e sfumata d'oro,levandosi sempre pi in alto a ogni momento che passava e facendosi sempre pi chiara e lu-cente amano a mano che si lasciava alle spalle la terra per flut-tuare libera e pura nel cielo. All'unisono, leSacerdotesse levaro-no le mani verso di essa in un gesto di adorazione.

    Verso est la luna, nostra Signora, sta sorgendo, cant Caillean, costringendosi a rendere ferma la vocee a scivolare nel ritmo familiare di quel rito.

    Gemma che ci guida, gioiello della notte, intonarono tut-te le altre in coro.

    Santa sia ogni cosa su cui splende la tua luce, prosegu Caillean, e via via che la sua voce si faceva piforte anche il co-ro sal di tono in quanto la sua energia era amplificata da quella delle altre Sacerdotessee la loro cresceva assieme all'intensifi-carsi del suo stato di ispirazione.

    Gemma che ci guida, gioiello della notte...

    Giusto sia ogni atto che la tua luce rivela, inton Caillean, sentendo che ogni nuovo verso le saliva allelabbra con crescen-te facilit, in quanto il potere si rifletteva nelle risposte delle al-tre donne per tornare a

  • lei, e con l'aumentare dell'energia av-vert anche una crescente sensazione di calore.

    Giusta sia la tua luce nel riversarsi sulle colline... Adesso nel concludere un verso Caillean riusciva atrovare la forza di mantenere la stessa nota per tutta la risposta e le altre, facendo altrettanto, lasostenevano in una dolce armonia.

    Giusta sia la tua luce sul campo e sulla foresta... Ormai la luna aveva superato di parecchio le cimedegli alberi: grazie al suo chiarore Caillean poteva vedere la Valle di Avalon che si al-largava sotto di leicon le sue sette isole sacre, e nel contemplare quella visione le parve che essa si espandesse fino adabbraccia-re tutta la Britannia.

    Giusta sia la tua luce su tutte le strade e su tutti i viandan-ti, recit, allargando le braccia in un gesto dibenedizione, e al tempo stesso sent la limpida voce da soprano di Kea levarsi di colpo al di sopra delcoro.

    Giusta sia la tua luce sulle onde del mare, continu, con-centrando lo sguardo sulle onde ecominciando a perdere la consapevolezza del proprio corpo.

    Giusta sia la tua luce fra le stelle del cielo, cant, mentre il bagliore della luce lunare la pervadeva e lamusica l'avvilup-pava, facendola fluttuare fra la terra e il cielo dove pot vedere ogni cosa e volgere lapropria anima in un'estasi di benedizione.

    Madre della luce, bianca luna delle stagioni, inton, sen-tendo la propria sfera percettiva ridursiprogressivamente fino a permetterle di vedere soltanto la luna splendente.

    Vieni a noi, Signora, permettici di essere il tuo specchio!

    Gemma che ci guida, gioiello della notte...

    Caillean sostenne la nota finale per tutto il perdurare del ri-tornello del coro, e le altre donne, avvertendola forza di quel-l'energia, la sostennero con le proprie armonie creando un grande accordo che pulsmentre esse prendevano fiato ma continu poi ininterrotto.

    Le Sacerdotesse si abbandonarono al potere, avvertendo sen-za bisogno di segnali di sorta il momentoin cui dovevano tirare fuori il loro specchio: continuando a cantare, si fecero sempre pi vicine le une allealtre fino a creare un semicerchio che fron-teggiava la luna e Caillean, che si trovava ancora sul latoorien-tale dell'altare, si volse infine verso di loro mentre la musica si trasformava in un basso mormorio.

    Signora, vieni a noi! Signora, sii con noi! Signora, giungi ora! esclam, abbassando le braccia.

    Dodici specchi d'argento scintillarono di un fuoco di ghiac-cio allorch le Sacerdotesse li orientarono inmodo da intercet-tare la luce lunare, e pallidi cerchi luminosi danzarono sull'erba diretti verso l'altare finoa strappare un bagliore alla superficie argentea della ciotola posata su di esso e a mandarlo a riflettersisulle forme immote delle Sacerdotesse e delle pietre erette. Una volta che tutti gli specchi furono messi afuoco con precisione, i dodici raggi di luce lunare conversero sull'acqua all'interno del-la coppa e dodicipiccoli cerchi fluirono come argento vivo gli uni verso gli altri fino a diventare una cosa sola.

    Signora, tu che sei senza nome e tuttavia vieni invocata con molti nomi, mormor Caillean, tu che seisenza forma e tut-tavia hai molti volti, come le lune riflesse dai nostri specchi di-vengono una solaimmagine, cos possa accadere al tuo riflesso nel nostro cuore. Signora, noi ti invochiamo! Vieni a noi, siicon noi!

  • Conclusa l'invocazione trasse un lungo respiro, e al tempo stesso il mormorio di voci svan a poco apoco in un silenzio che sapeva di aspettative: la vista, l'attenzione, la vita stessa delle Sa-cerdotesse eranoconcentrate sul bagliore di luce all'interno del-la ciotola, e Caillean avvert il consueto cambiamento dellapro-pria consapevolezza con l'approfondirsi dello stato di trance, come se la sua carne si stessedissolvendo fino a privarla di ogni senso tranne quello della vista.

    Poi perfino la vista si fece indistinta, nascondendo il riflesso della luce nell'acqua contenuta nel Graal, oforse non fu l'im-magine a mutare ma la luminosit che essa rifletteva e che and accentuandosi al puntoche la luna e la sua immagine finirono per essere collegate da una lancia di luce al cui interno simuo-vevano particelle scintillanti che formavano una figura soffusa di un morbido chiarore intenta afissarla con occhi lucenti.

    Signora,chiam il suo cuore,ho perso la mia amata. Come po-tr sopravvivere da sola?

    Non sei sola, hai sorelle e figlie,fu la risposta, tagliente e forse un po' divertita.Hai un figlio, e hai Me.

    Caillean era vagamente consapevole che le gambe le avevano ceduto e che adesso era in ginocchio, manon aveva importanza. La sua anima si protese verso la dea, che le sorrise e le restitu l'amore che avevaofferto in misura cos immensa che per un istante lei non fu pi consapevole di altro.

    La luna aveva oltrepassato la met del cielo quando infine Caillean torn in s. La presenza che le avevabenedette era sva-nita e adesso l'aria era fredda; mentre intorno a lei le altre don-ne cominciavano a lorovolta a riscuotersi, Caillean costrinse i muscoli irrigiditi a riprendere a lavorare e si alz in piedi tre-mante.Frammenti della visione avuta le lambivano ancora la memoria e lei sapeva che la Signora le avevaparlato, le aveva detto cose che doveva ricordare ma che si andavano facendo sempre pi indistinte aogni momento che passava.

    Signora, tu ci hai benedette e noi ti ringraziamo, mormo-r. Permettici di diffondere questabenedizione nel mondo.

    Insieme, le Sacerdotesse mormorarono i loro ringraziamenti ai Guardiani, poi Kea venne avanti e presela ciotola d'argento, versando in un fiotto lucente l'acqua in essa contenuta sulla pietra dell'altare. A quelpunto le donne girarono in cerchio in-torno all'altare in senso contrario a quello del sole e si avviaro-noverso il sentiero; soltanto Caillean rimase ferma accanto al-l'altare.

    Caillean, vuoi venire? Qui comincia a fare freddo! chia-m Ejluned, che era l'ultima della fila e la stavaaspettando.

    Non ancora. Ci sono cose su cui devo riflettere, quindi ri-marr qui per un po'. Non ti preoccupare, ilmantello mi terr calda, aggiunse, anche se in realt stava tremando. Tu prece-dimi.

    Benissimo, assent l'altra donna, pur mostrandosi dubbio-sa. Il tono di Caillean conteneva per unordine implicito, quin-di alla fine Eiluned si decise a girarsi e a scomparire oltre il cri-nale della collina.

    Non appena le altre furono andate via, Caillean s'inginocchi accanto all'altare, abbracciandolo come secos facendo avesse potuto stringere a s la dea che si era presentata su di esso.

    Signora, parlami! Dimmi con chiarezza cosa vuoi che fac-cia! supplic.

    Non ricevette per alcuna risposta. Nella pietra era racchiu-so un potere che lei poteva sentire sotto

  • forma di un tenue for-micolio che le si diffondeva negli arti, ma adesso la Signora era andata via e lapietra era fredda. Dopo qualche tempo, si ritras-se con un sospiro.

    A mano a mano che in alto la luna si spostava nel cielo, le ombre proiettate dalle pietre erette si esteseroad attraversare il cerchio, ma l'attenzione di Caillean era ancora rivolta al proprio intimo e lei stavaguardando le pietre senza vederle veramente, quindi fu soltanto quando alla fine si rialz in piedi che sirese conto di aver concentrato la propria attenzione su una delle pi grosse.

    Il cerchio di pietre sulla sommit del Tor era di dimensioni modeste in quanto la maggior parte dellerocce che lo compo-neva arrivava al massimo alla vita o alle spalle di Caillean; que-sta pietra si era perfatta pi alta di tutta una testa, e nel mo-mento in cui lei se ne rese conto una figura scura parveemerge-re da essa.

    Chi... cominci la Sacerdotessa, e mentre pronunciava quella parola comprese d'un tratto conassoluta sicurezza di chi si trattasse. Sent quindi una risata sommessa che accompagn l'apparire delladonna fatata sotto la luce della luna: vestita co-me in precedenza di pelle di daino e ornata di unaghirlanda di bacche, lei non pareva avvertire il freddo.

    Ti saluto, Signora dei Faerie, mormor Caillean.

    Salve, piccolo Merlo, rispose la donna, con un'altra risata. Adesso per sei diventata un cigno chenuota sul lago con i suoi piccoli intorno a s.

    Cosa ci fai qui?

    Dove altro dovrei essere, bambina? Il mondo ultraterreno tocca il vostro in molti luoghi, anche se essinon sono pi nume-rosi come in passato. In certi momenti i cerchi di pietra diventa-no porte, come losono tutti i punti estremi della terra quali le cime montane, le caverne, la riva su cui mare e terras'incontrano. Ci sono per alcuni posti che esistono sempre in entrambi i mondi, e questo Tor uno deipi potenti.

    L'ho avvertito, mormor Caillean. A volte provavo la stessa sensazione sulla Collina delle Vergini,vicino alla Casa della Foresta.

    Quella collina un luogo sacro, ora ancora pi sacro, so-spir la donna fatata, ma il sangue che vi stato versato ha chiuso la porta.

    Caillean si morse un labbro nel rivedere con gli occhi della mente le ceneri fredde sotto un cielopiangente. Il suo dolore per Eilan non avrebbe dunque avuto mai fine?

    Hai fatto bene ad abbandonare quel luogo, prosegu in-tanto la donna, e hai fatto bene anche aportare con te il ra-gazzo.

    Cosa vuoi da lui? chiese Caillean, con voce resa aspra dal timore.

    Prepararlo al suo destino. E tu, Sacerdotessa, sai dirmi cosa vuoitu per lui?

    Caillean sbatt le palpebre interdetta, e cerc di recuperare il controllo della conversazione.

    Qual il suo destino? domand. Ci guider contro i ro-mani e riporter in auge le antiche usanze?

  • Quello non il solo genere di vittoria possibile, rispose la Signora dei Faerie. Perch credi che Eilanabbia rischiato tan-to per generare quel bambino e mantenerlo al sicuro?

    Lei era sua madre... cominci Caillean, ma la donna fata-ta le tronc la parola sulle labbra.

    Lei era una grande Somma Sacerdotessa, ed era figlia di quel sangue che ha portato su queste rive lapi grande saggez-za umana. Agli occhi degli uomini lei ha fallito, e il suo amante romano morto nellavergogna, ma tu sai che non cos.

    Caillean la fiss, sentendo riaprirsi dentro di s antiche ferite che credeva dimenticate ma che adesso lestavano causando nuovo dolore.

    Io non sono nata in questa terra e non vengo da una fami-glia nobile, afferm con voce tesa. Mi staiforse dicendo che non ho il diritto di stare qui, o di allevare il ragazzo?

    Merlo, ascolta quello che ho detto, la rimprover la don-na, scuotendo il capo. Ci che appartenevaa Eilan per diritto di eredit anche tuo in virt dell'addestramento, della fatica e del dono della Signoradella Vita. Eilan stessa ti ha affidato que-sto compito. Adesso per Gawen l'ultimo discendente dellagenealogia dei Saggi e suo padre era figlio del Drago da parte di madre, vincolato alla terra mediante ilsuo sangue.

    Era questo ci che intendevi quando lo hai definito Figlio di Cento Re, sussurr Caillean. Ma a cosaci serve ora tutto questo? Sono i romani a comandare.

    Non te lo so dire. Mi stato rivelato soltanto che lui deve essere preparato: tu e i druidi gli mostreretela massima saggez-za della razza umana e io, se sarai disposta a pagare il mio prez-zo, gli mostrer imisteri di questa terra che voi chiamate Britannia.

    Il tuo prezzo, ripet Caillean, deglutendo a fatica.

    tempo per me di costruire dei ponti, replic la regina. Ho una figlia, Sianna, avuta da un uomo dellatua razza. Lei ha la stessa et del ragazzo e io desidero che tu l'accolga nella tua Casa delle Verginiperch vi sia allevata. Insegnale le vostre usanze e la vostra saggezza, Signora di Avalon, e io insegner aGawen le mie.

    2

    Sei venuto qui per unirti al nostro ordine, dunque? chiese il vecchio.

    Gawen lo guard con espressione sorpresa. Quando la Sa-cerdotessa di nome Kea lo avevaaccompagnato da Brannos, la notte precedente, gli era parso che l'anziano bardo fosse vissuto tanto alungo da perdere oltre al talento musicale anche il sen-no.Isuoi capelli erano bianchi, le mani erano costremanti per l'et avanzata da non essere pi in grado di pizzicare le corde dell'arpa; quando Gawen gliera stato presentato lui si era al-zato dal proprio letto soltanto quanto bastava per indicare un mucchio dipelli di pecora su cui il ragazzo poteva sdraiarsi; poi era tornato a dormire.

    Il bardo non gli era sembrato molto promettente come men-tore in quello strano posto, ma le pelli di

  • pecora erano calde e libere dalle pulci, e lui si era sentito molto stanco, al punto che quando il sonno erasceso su di lui stava ancora pensando a tut-te le strane cose che gli erano accadute nell'arco dell'ultimalu-na. Quella mattina Brannos appariva per molto diverso dalla creatura stordita della notte precedente.Isuoi cisposi occhi gri-gi erano sorprendentemente lucidi e Gawen si sent arrossire sotto il loro sguardopenetrante.

    Non ne sono certo, rispose con cautela. La mia madre adottiva non mi ha detto cosa devo fare qui.Mi ha chiesto se desiderassi diventare un bardo, per io conosco soltanto le sem-plici canzoni chevenivano insegnate ai bambini allevati nella Casa della Foresta e, per quanto mi piaccia cantare, certoessere un bardo significa qualcosa di pi che...

    Quella non era esattamente la verit. In effetti Gawen adora-va cantare ma l'arcidruido Ardanos, che erail pi famoso fra i druidi del suo tempo, non aveva mai tollerato neppure di veder-lo e non gli avevapermesso neanche di provare. Avendo ora ap-preso che Ardanos era suo nonno e che aveva pensato diucci-dere Eilan quando aveva saputo che aspettava un figlio, cominciava infine a capire il perch di tantoodio, ma temeva ancora di lasciar trasparire il proprio interesse.

    Se fossi chiamato a seguire questa via, a questo punto do-vrei ormai esserne consapevole, giusto?comment quindi con noncuranza.

    Cosa ti piace fare? domand il vecchio, tossendo e spu-tando nel fuoco.

    Alla Casa della Foresta aiutavo ad accudire le capre e a vol-te lavoravo nel giardino. Quando c'eratempo gli altri bambini e io giocavamo a palla, rispose Gawen.

    Allora preferisci il lavoro manuale allo studio? insistette il vecchio, riprendendo a fissarlo con sguardoacuto.

    Mi piace lavorare, replic lentamente Gawen, ma mi piace anche imparare, se si tratta di coseinteressanti. Adoravo le storie di eroi che i druidi erano soliti raccontare, aggiunse, chiedendosi chesorta di storie apprendessero i bambini romani ma guardandosi bene dal porre una domanda del generein quel luogo.

    Se ti piacciono le storie allora andremo d'accordo, dichia-r Brannos, sorridendo. Desideri rimanerequi?

    Credo che ci fossero dei bardi nella mia famiglia, mormo-r Gawen, distogliendo lo sguardo. Forse stato per questo che Lady Caillean mi ha mandato da te. Mi vuoi lo stesso anche se non ho talento per lamusica?

    Purtroppo ci di cui ho bisogno non la musica ma la for-za delle tue braccia e delle tue gambe,sospir il vecchio, poi aggrott le folte sopracciglia e aggiunse: Tucredi che ci fosse-ro dei bardi nellatua famiglia? Non lo sai per certo? Chi erano i tuoi genitori?

    Invece di rispondere, il ragazzo lo fiss con espressione guar-dinga. Caillean non gli avevadettoesplicitamente di mantenere segreta l'identit dei suoi genitori, ma quelle informazioni erano per lui cosnuove che ancora non gli sembravano reali. Peraltro forse Brannos aveva vissuto tanto a lungo cheperfino la sua ascendenza non gli sarebbe parsa strana.

    Ci crederesti se ti dicessi che prima di questa luna non sa-pevo neppure i loro nomi? Adesso sonomorti, quindi immagino che non possa pi recare loro danno il fatto che la gente sap-pia della mia

  • esistenza, replic, percependo con sorpresa la nota di risentimento che gli trapelava dalla voce. Mihanno detto che mia madre era la Somma Sacerdotessa di Vernemeton, Lady Eilan, prosegu, e nelricordare la dolce voce di lei e il profumo che permeava sempre i suoi veli fu costretto a ricac-ciareindietro le lacrime. Mio padre invece era un romano, quindi di certo capisci perch forse io non sareimai dovuto na-scere, concluse.

    L'anziano druido non era pi in grado di cantare ma ci senti-va ancora benissimo e non gli sfugg la notacupa della voce del ragazzo.

    In questa casa non ha importanza chi fossero i tuoi genito-ri, sospir. Lo stesso Cunomaglos, che acapo dei Sacerdo-ti druidi di questo luogo come Lady Caillean lo delle Sacerdo-tesse, proviene da unafamiglia di vasai di Londinium e su que-sta terra nessuno di noi sa, se non per sentito dire, chi possanoessere stati sua madre e suo padre. Davanti agli di non conta nulla tranne ci che puoi creare per testesso.

    Questo non del tutto vero,pens Gawen.Caillean afferma di avermi visto nascere e che quindi sachi fosse mia madre, per anche questo sentito dire, perch ho soltanto la sua parola su cuibasarmi. Posso fidarmi di lei? O di questo vecchio, o di chiunque altro si trovi qui? si chiese.Stranamente, il volto che gli affior in quel momento alla mente fu quello della Regina dei Faerie. Si fidavadi lei, e questo era strano perch non era neppure certo che fosse una persona reale.

    Fra i druidi del nostro ordine la nascita non ha importan-za, continu intanto il vecchio. Tutti gliuomini entrano in questa vita senza possedere nulla, e che sia figlio dell'arcidruido o di un vagabondosenza nome ogni individuo inizia comunque la vita come un neonato che vagisce... il che vale per mecome per te, per il figlio di un mendicante come per quello di un re o di cento re: tutti gli uomini hanno lostesso inizio e la fine uguale per tutti, all'interno di un sudario. Gawen lo fiss con sconcerto perch laSignora dei Faerie aveva usato quella stessa espressione, Figlio di Cento Re, che aveva il potere difarlo sentire di ghiaccio e di fuoco allo stesso tempo. La Signora ave-va anche promesso di venire aprenderlo, e forse allora gli avrebbe detto cosa significava quel titolo; a quel pensiero il cuo-re preseall'improvviso a martellargli nel petto senza che lui sa-pesse se si trattava di senso d'anticipazione o ditimore.

    A mano a mano che la luna che aveva accolto il suo ritorno ad Avalon entrava nella fase calante,Caillean si trov a scivolare di nuovo nella routine quotidiana come se non si fosse mai allon-tanatadall'isola. Al mattino i druidi salivano sul Tor per saluta-re l'alba mentre le Sacerdotesse recitavano le loropreghiere vi-cino al focolare, e quando la sera le lontane maree facevano sali-re il livello delle acque dellapalude essi si volgevano a occiden-te per salutare il sole al tramonto; di notte per il Tor apparte-nevaalle Sacerdotesse, perch sia la luna nuova sia la luna piena e la luna oscura avevano ognuna il propriorito da osservare.

    Mentre seguiva Eiluned verso la baracca delle provviste, Caillean si rese conto che le tradizioni siimponevano con stupe-facente rapidit: la comunit di Sacerdotesse insediatasi sull'I-sola Sacra nonaveva ancora festeggiato il compimento del suo primo anno di et e gi Eiluned stava trattando i diversimodi di agire che lei aveva suggerito come se si trattasse di leggi e di tra-dizioni in vigore da cento anni.

    Ricorderai che quando venuto per la prima volta a medi-tare presso di noi Colui che Camminasull'Acqua ci ha portato un sacco d'orzo. Ebbene, questa volta quando venuto a medi-tare non ci haportato nulla, si stava ora lamentando, mentre la precedeva lungo il sentiero che conduceva almagazzino. Devi provvedere, Signora, perch una cosa del genere non va bene. Qui abbiamo gi un

  • numero fin troppo scarso di Sacerdo-tesse addestrate che sono in grado di occuparsi di chi ha i mezziper ripagare i nostri insegnamenti, e se tu persisti nell'accogliere ogni orfano che trovi non so propriocome potremo far bastare le nostre provviste per nutrire tutti quanti!

    Per un momento Caillean rimase immobile e muta, poi si af-frett a raggiungere l'altra Sacerdotessa.

    Lui non un orfano qualsiasi, il figlio di Eilan! ribatt.

    Che Bendeigid lo accolga presso di s, allora! Dopo tutto il padre di Eilan! esclam Eiluned.Ricordando l'ultima con-versazione avuta con Bendeigid, Caillean scosse il capo: quel-l'uomo era pazzo,e lei intendeva fare in modo che non venisse mai neppure a sapere che Gawen era ancora vivo.

    Intanto Eiluned stava tirando indietro la sbarra che bloccava la porta del magazzino, e nel momento incui il battente si apr qualcosa di piccolo e di grigio si affrett ad allontanarsi da essa per andare anascondersi nei cespugli, inducendo la Sacerdotes-sa a emettere un grido soffocato e a indietreggiarebarcollando fino ad andare a sbattere contro Caillean.

    Che quella sporca bestia sia maledetta! esclam.

    Taci! scatt Caillean, scrollandola. Non hai alcun moti-vo per invocare una maledizione su unacreatura che ha il no-stro stesso diritto di procurarsi del cibo, e neppure di negare il nostro aiuto achiunque venga a chiederlo, soprattutto a Colui che Cammina sull'Acqua, che ci traghetta avanti eindietro sen-za pretendere mai altro pagamento che qualche parola di bene-dizione!

    Sto solo assolvendo al compito che tu mi hai assegnato! protest Eiluned, girandosi verso di lei con leguance tinte di un minaccioso rossore. Come puoi parlarmi cos?

    Non volevo ferire i tuoi sentimenti o sottintendere che non avessi agito bene, sospir Caillean,lasciandola andare. Noi siamo ancora nuove qui, stiamo ancora scoprendo cosa possia-mo fare e dicosa abbiamo bisogno, ma so per certo che inuti-le restare se per riuscirci dobbiamo diventare avide einsensibili come i romani! Noi siamo qui per servire la Signora: non pos-siamo confidare in ci che lei ciprocurer?

    Eiluned scosse il capo, mentre il suo volto tornava ad assu-mere il colorito consueto.

    Servir forse agli scopi della Signora che noi moriamo di fame? Guarda qui, disse, tirando indietro lalastra di pietra che copriva un silo scavato nel terreno e indicando. La fossa mezzo vuota e mancaancora un'altra luna al Mezz'Inverno!

    Ci sono altre due fosse, e sono ancora piene entrambe, le fece notare con calma, per hai fatto benea portare la cosa al-la mia attenzione.

    Nei magazzini di Vernemeton c'era grano sufficiente per parecchi inverni, e adesso l c' un numerominore di bocche da sfamare, osserv Eiluned, poi d'un tratto chiese: Non po-tremmo mandare aprendere altre provviste?

    Caillean chiuse gli occhi, perch le pareva di vedere ancora il mucchio di ceneri sulla sommit dellaCollina delle Vergini: senza dubbio Eilan e molte delle altre non avrebbero avuto quell'inverno bisogno dinutrirsi. Un attimo pi tardi si disse per che quello era un suggerimento pratico e che Eiluned non avevaavuto intenzione di causarle dolore.

  • Mi informer, promise, costringendosi a mantenere cal-ma la voce. Se per la comunit di donnedella Casa della Fo-resta sta per essere sciolta, come corre voce che possa succede-re, non potremofare affidamento su di loro perch ci sostenti-no per un altro anno. In ogni caso sarebbe comunquemeglio che la gente di Deva si dimenticasse di noi, perch il coinvolgi-mento di Ardanos negli affari deiromani ci ha portate sull'orlo del disastro. Ritengo che sia meglio dare nell'occhio il meno possibile, il chesignifica che dovremo trovare qui il modo di nutrirci.

    Questo affar tuo, signora, mentre distribuire i viveri di cui gi disponiamo compito mio, ribattEiluned, rimetten-do a posto la lastra di pietra.

    Mentre proseguivano nel conteggio delle botti e delle sacche di viveri, Caillean riflett per che quello dinutrirle era invece affare della loro Signora: era a causa sua che si trovavano l, e non dovevanodimenticarlo.

    Anche se lei e molte delle donne pi anziane non avevano mai conosciuto altra casa che quella delleSacerdotesse, tutte possedevano talenti che avrebbero fatto di loro le benvenute nella sala di qualsiasicondottiero dei britanni, e sebbene lascia-re l'isola sarebbe stato difficile nessuna avrebbe patito la fame.Peraltro erano venute in quel luogo a servire la dea perch lei le aveva chiamate, e se voleva delleSacerdotesse la dea avrebbe trovato anche il modo di nutrirle.

    Inoltre non posso fare tutto da sola, stava dicendo Eiluned. Con un sussulto Caillean si rese conto chei discorsi dell'al-tra donna si erano trasformati per lei in un ronzante rumore di sottofondo e avendo persoil filo del discorso si limit ora a inarcare le sopracciglia con aria interrogativa. Non ti puoi aspettare chetenga il conto di ogni grano d'orzo e di ogni ra-pa, continu intanto Eiluned. Provvedi perch qualcunadi quelle ragazze si guadagni il pane aiutandomi!

    Caillean si accigli d'un tratto a causa di un'idea improvvisa che le era balenata alla mente. Le ragazzeche studiavano presso di loro venivano addestrate bene e avrebbero potuto trovare poi un posto inqualsiasi casa del territorio, quindi perch non accogliere le figlie di uomini ambiziosi e istruirle perqualche tempo prima che si sposassero? Dopo tutto ai romani non im-portava ci che facevano le lorodonne, e non c'era neppure bisogno che sapessero che sorta d'istruzione veniva loro im-partita.

    Avrai le tue aiutanti, promise a Eiluned. Insegnerai loro come rifornire una casa, mentre Kea leistruir nella musica e io far apprendere loro le antiche storie del nostro popolo e il sa-pere dei druidi.Quali storie credi che racconteranno allora ai loro figli? Quali canzoni canteranno per farliaddormentare?

    Le nostre, immagino, ma...

    Le nostre, convenne Caillean, e i padri romani, che ve-dono i figli soltanto una volta al giorno durantela cena, non penseranno a mettere in discussione la cosa.Iromani sono con-vinti che ci che una donnadice non ha importanza, ma tutta quest'isola potr essere sottratta al loro dominio dai figli delle donneistruite ad Avalon.

    Eiluned scroll le spalle e sorrise, comprendendo soltanto in parte, ma nel portare avanti con leil'ispezione Caillean conti-nu a lavorare al suo progetto. Fra loro c'era gi una ragazza, la piccola Alia,che non era destinata alla vita di Sacerdotessa, e quando fosse tornata a casa lei avrebbe potutodiffondere la no-tizia, cos come i druidi avrebbero potuto spargerla presso gli uomini delle casateprincipesche a cui importavano ancora le antiche usanze.

    N i romani con i loro eserciti n i cristiani con i loro discorsi di dannazione eterna avrebbero potuto

  • avere la meglio sulle pri-me parole che un neonato sentiva fra le braccia di sua madre, e per quanto iromani potessero comandare sul corpo degli uomi-ni sarebbe stata la sacra Isola di Avalon, al sicuro frale paludi, a modellarne l'anima.

    Gawen si dest presto e la sua mente subito attiva gli imped di riprendere sonno, anche se lo squarcio dicielo che poteva vede-re attraverso una fessura della parete di cannicci e fango della capanna stavaappena cominciando a rischiararsi della prima lu-ce del giorno. Sull'altro letto Brannos russava ancorasonora-mente, ma fuori della finestra era possibile sentire qualcuno tos-sire assieme a un frusciare di vestiche lo indusse a sbirciare al-l'esterno: in alto il cielo era ancora scuro, ma verso est un vago chiarorerosato indicava il punto in cui sarebbe apparsa l'alba.

    Nella settimana trascorsa da quando era arrivato ad Avalon, il ragazzo aveva cominciato a imparare leabitudini del luogo e sapeva che adesso gli uomini si stavano radunando davanti alla sala dei druidi, inovizi vestiti di grigio e i Sacerdoti anziani di bianco, per prepararsi alle funzioni che accompagnavano ilsor-gere del sole. La processione era immersa nel pi assoluto silen-zio, in quanto gli uomini nonavrebbero parlato fino a quando il disco del sole non fosse apparso limpido e luminoso sopra le colline.Guardando il cielo, Gawen constat che sarebbe stata una bella giornata; questa capacit di interpretare isegni atmo-sferici gli derivava dall'aver vissuto tutta la vita in un tempio druidico.

    Sgusciato gi dal letto, recuper i vestiti senza disturbare l'anziano Sacerdote, e nel pensare congratitudine che almeno non lo avevano relegato nella Casa delle Vergini dove sarebbe stato sorvegliatocome una ragazzina, usc in silenzio dalla ca-panna. La luce che precedeva l'alba era tenue ma l'odorefresco del primo mattino permeava gi l'aria umida e lo indusse a trar-re un profondo respiro.

    Come per un tacito segnale, la processione dell'alba si avvi intanto verso il sentiero e Gawen attesenell'ombra pi fitta che si annidava sotto la sporgenza del tetto di paglia fino a quando i druidi non loebbero oltrepassato; poi si avvi con passo silen-zioso verso la riva del lago. La donna fatata gli avevadetto di aspettarla l e da quando era arrivato lui si era recato ogni gior-no al limitare dell'acqua; dopouna settimana, stava adesso co-minciando a chiedersi se lei sarebbe mai venuta davvero, ma d'altrocanto aveva imparato ad amare la contemplazione del lento sorgere del giorno al di sopra delle paludi.

    In alto il cielo si stava tingendo del primo chiarore rosato e alle sue spalle la luce sempre pi intensametteva ora in eviden-za gli edifici raccolti ai piedi del pendio del Tor, permettendo di distinguere la lungacuspide della sala delle riunioni, costruita a pianta rettangolare secondo le usanze dei romani; i tetti dipa-glia delle case rotonde che si trovavano al di l di essa e che scintillavano leggermente sotto il soleappartenevano rispettiva-mente alla Casa delle Sacerdotesse e a quella delle Vergini, e pi oltre c'era unpiccolo edificio separato riservato alla Somma Sacerdotessa, mentre dietro gli edifici principali eranosparsi la capanna della cucina, quelle riservate alla tessitura e un granaio per le capre. Da dove si trovavaGawen poteva scorgere a stento i tetti meno nuovi delle case dei druidi che si levavano dalla parteopposta della collina; pi in gi lungo il pendio c'era la sorgente sacra e al di l dei pascoli, in una zonadell'isola in cui non era ancora stato, erano situate le capanne simili ad alveari dei cristiani, strette intornoall'albero di spine che era cresciuto dal bastone di Padre Giuseppe. Dopo alcune discussioni su qualipotessero essere i compiti pi adatti per un ragazzo, le Sa-cerdotesse lo avevano incaricato di aiutare acustodire le capre che davano loro il latte, e adesso Gawen si trov a pensare che se fosse andato avivere presso il suo nonno romano non avreb-be dovuto pascolare le capre; d'altro canto, quegli animalinon erano una compagnia sgradevole. Sulla scia di quei pensieri, nel contemplare il cielo sempre piluminoso si rese conto che le Sacerdotesse si sarebbero presto svegliate e si sarebbero aspet-tate divederlo arrivare nella sala per consumare il pane e la bir-ra della colazione. A quel punto le capreavrebbero cominciato a belare, ansiose di uscire per raggiungere i loro pascoli collina-ri, e lui non

  • avrebbe pi avuto altri momenti tutti per s.

    Nella propria mente poteva sentire di nuovo le parole della Signora, ma cosa aveva inteso dire neldefinirlo il Figlio di Cento Re? E perch aveva rivolto quell'appellativo proprio a lui? Il suo cervellocontinuava ad arrovellarsi su questi interro-gativi anche se erano passati parecchi giorni dall'incontro, e luinon poteva fare a meno di domandarsi quando la donna fatata sarebbe venuta a prenderlo.

    Quella mattina rimase a lungo seduto sulla riva a contempla-re la grigia distesa dell'acqua che nelriflettere il pallido cielo autunnale si tingeva a poco a poco d'argento. L'aria era pun-gente, ma Gawen eraabituato al freddo e la pelle di pecora che Brannos gli aveva dato come mantello gli era sufficiente atener-lo caldo; intorno regnava la quiete, anche se il silenzio non era assoluto, come lui scopr a mano amano che si abbandonava al-l'ambiente circostante. Senza quasi accorgersene, si trov infatti adascoltare il sussurro del vento fra gli alberi e il sospiro delle piccole onde che venivano a baciare la riva.

    D'un tratto chiuse gli occhi e trattenne per un attimo il respi-ro per la meraviglia allorch tutti quei piccolisuoni che prove-nivano dal mondo circostante si trasformarono in una musica; mentre ascoltava, siaccorse di udire assieme alla musica anche un canto, non avrebbe saputo dire se proveniente dall'esternoo dal suo stesso spirito. Per quanto bello, esso non poteva comun-que paragonarsi alla devastantedolcezza della musica, che lo in-dusse a sfilarsi di tasca il flauto di salice che Brannos gli aveva dato e amettersi a suonare senza aprire gli occhi.

    La prima nota scatur sotto forma di uno stridio cos sgrazia-to che Gawen si sent quasi indotto a gettareil flauto nell'ac-qua, ma nel notare che la nota possedeva comunque una certa limpidezza di fondo trasseun profondo respiro, si concentr e tent ancora, sentendo anche questa volta all'interno delle note quelfilo sottile di suono puro. Con cura, cambi allora la posi-zione delle dita e a poco a poco cominci aestrarre una melo-dia dallo strumento, entrando infine nella musica a mano a mano che si rilassava e che ilsuo respiro si faceva pi profondo e controllato.

    Perso in quel gioco di suoni in un primo tempo non si rese conto che la Signora era apparsa. Fu soltantogradualmente che la luce che scintillava sul lago cominci a contornarsi di ombre e che esse si mutarono aloro volta in una forma che parve muo-versi per magia sul lago fino ad avvicinarsi abbastanza daper-mettergli di distinguere la bassa prua della barca su cui lei si trovava e lo snello remo che stavausando per spingerla.

    La barca somigliava a quella che Colui che Cammina sull'Ac-qua aveva usato per portare lui e Cailleansull'isola, ma era pi stretta, e la Signora la stava spingendo con lunghi ed esperti colpi di remo. Poichquando l'aveva incontrata la prima volta si era sentito troppo confuso per guardarla con effettivaatten-zione, questa volta Gawen la studi con cura, notando le brac-cia snelle e muscolose, nudenonostante il freddo, e i capelli scuri raccolti in un nodo al di sopra della fronte, che appariva liscia e alta;gli occhi sovrastati da regolari sopracciglia scure erano anch'essi bruni e irradiavano luce. Questa volta laSigno-ra era accompagnata da una ragazza di costituzione robusta, con marcate fossette nelle guancebianche e rosee, lisce come il velluto, e con fini capelli di una tonalit fra il rame e l'oro, lo stesso coloredi cui aveva avuto i capelli Lady Eilan, sua madre. Come le Sacerdotesse, la ragazza portava i capelliraccolti in una sola lunga treccia. Quando lo vide, lei gli rivolse un rapido sorriso che accentu le fossettenelle sue guance rosee.

    Questa mia figlia Sianna, disse la Signora, fissando Ga-wen con i suoi occhi penetranti e luminosicome quelli di un uc-cello. Posso sapere che nome ti stato imposto, mio signo-re?

    Mia madre mi chiamava Gawen, rispose il ragazzo. Per-ch sei...

  • Sai come manovrare il remo di una barca, Gawen? chiese la Signora, interrompendo la domanda.

    No, signora, perch non mi mai stato insegnato nulla che avesse a che vedere con l'acqua, risposelui. Prima di an-dare...

    Bene. Se non altro allora non hai nulla da disimparare e questa almeno una cosa che ti possoinsegnare partendo da zero, dichiar lei, interrompendolo nuovamente. Per adesso per sufficienteche tu riesca a salire sulla barca senza rove-sciarla. Cerca di muoverti con cautela, perch in questoperiodo dell'anno l'acqua troppo fredda per fare un bagno.

    Nel parlare gli porse la sua mano piccola e forte e lo sostenne mentre saliva sulla barca; sedendosi,Gawen si aggrapp ai lati dell'imbarcazione quando essa oscill in conseguenza dei suoi movimenti, maquella reazione non fu dovuta tanto al timore causato dal dondolio improvviso quanto allo sconvolgimentocausato nel suo animo dalla prontezza con cui aveva obbedito al comando della Signora.

    Sianna intanto si lasci sfuggire una risatina, e subito sua ma-dre la fiss severamente con gli occhi scuri.

    Se nessuno ti avesse mai istruita, anche tu non sapresti niente, la rimprover. Ti pare ben fattoderidere l'ignoranza altrui?

    Nell'ascoltarla Gawen pens alla propria ignoranza in merito alle cose che pi gli premeva sapere, manon cerc di porre al-tre domande, augurandosi che lei gli desse ascolto pi tardi, una volta che fosserogiunti dove erano diretti.

    Ho riso soltanto all'idea di un bagno imprevisto in una giornata come questa, mormor intanto Sianna,cercando di apparire seria, poi per non riusc a contenersi e ridacchi an-cora mentre la Signorasorrideva con indulgenza; poi quest'ulti-ma punt il remo contro il fondale per spingere di nuovo la barcasulla superficie scintillante del lago.

    Gawen intanto si volt a guardare Sianna e decise che anche se non sapeva se si fosse fatta o no beffe dilui gli piaceva co-munque l'espressione dei suoi occhi quando sorrideva, e non gli dispiaceva neppure chelei lo prendesse in giro. Quella ragazza era l'elemento pi luminoso che splendesse sull'intera distesaargentea dell'acqua e sotto il pallido cielo, tanto che lui avrebbe potuto scaldarsi le mani per la semplicevicinanza dei suoi ca-pelli color fiamma, e si sent indotto a sorriderle, sia pure con esitazione. Laluminosit del sorriso di Sianna fu tale da penetrare la spessa corazza dietro cui Gawen aveva cercato dipro-teggere i propri sentimenti, ma fu soltanto molto tempo dopo che lui si rese conto che in quelmomento il suo cuore si era aperto a lei per sempre.

    Per il momento per sapeva soltanto che vicino a Sianna si sentiva pi al caldo, tanto che mentre labarca procedeva lenta sull'acqua e il sole saliva sempre pi in alto nel cielo fin per sciogliere il laccio cheteneva chiusa la pelle di pecora. Seduto in silenzio sul fondo della barca si concesse di scrutare Sianna dasotto le ciglia abbassate. Non osava parlare perch la Signora non sembrava sentirne il bisogno e laragazza pareva seguire il suo esempio; non volendo rompere il silenzio ascoltava per pas-sare il tempo glioccasionali canti degli uccelli e il tenue mormo-rio dell'acqua.

    La superficie del lago era calma, mossa soltanto da piccole onde o da una serie di linee irregolari inmovimento che la Si-gnora spieg indicare una secca o un banco di sabbia nascosto. L'autunno era statopiovoso, quindi il livello del lago era alto, e nel guardare l'ondeggiante erba lacustre Gawen immagininte-ri prati sommersi, costellati di colline e di collinette che adesso facevano capolino al di sopra dellasuperficie e in alcuni punti erano collegate fra loro da fitti canneti. Mezzogiorno era ormai passato quandoinfine la Signora spinse la barca in secca sulla riva sassosa di un'isola che non sembrava diversa dalle

  • altre, al-meno dal punto di vista di Gawen. Scesa a terra, fece cenno ai due ragazzi di seguirla.

    Sai accendere il fuoco? chiese a Gawen.

    No, signora, mi dispiace, ma non mi hanno mai insegnato neppure questo, rispose lui, sentendosiarrossire. So soltanto come mantenere viva la fiamma. Poich ritengono che il fuoco sia sacro, i druidilasciano che si spenga soltanto in particolari periodi dell'anno, e in quelle occasioni sempre unSacerdote a riaccenderlo.

    tipico degli uomini trasformare in mistero ci che qual-siasi contadina pu fare, comment in tonosprezzante Sian-na, ma sua madre scosse il capo.

    Il fuoco un mistero, afferm. Come ogni potere pu essere un pericolo, un servitore o un dio. Ciche conta come viene usato.

    Che genere di fiamma quella che stiamo per accendere qui? domand con voce ferma Gawen.

    Soltanto un fuoco da viandanti, che servir a cuocere il no-stro pasto, rispose la Signora. Sianna,portalo con te e mo-stragli come trovare dell'esca.

    Subito Sianna protese la mano verso Gawen e chiuse intorno alle sue le proprie dita piccole e calde.

    Vieni, disse. Dobbiamo raccogliere erba secca e foglie morte, qualsiasi cosa prenda fuoco facilmentee bruci in fretta; andranno bene anche piccoli rami secchi, come questi, spieg poi, lasciandogli andarela mano per prendere da terra una manciata di ramoscelli. Insieme, cercarono altra esca e deposita-ronol'insieme di foglie e di rametti in una depressione bruciac-chiata che spiccava sul terreno umido, accantoalla quale era possibile vedere ammucchiati pezzi di legna pi grossi, segno che quello era un posto cheera gi stato usato altre volte per accamparsi.

    Quando ritenne che il mucchio fosse abbastanza consistente, la Signora mostr a Gawen comeaccendere il fuoco servendosi di un acciarino a pietra focaia che aveva in una sacca di cuoio che portavaal fianco, e ben presto la fiamma divamp vivace. A Gawen parve strano che quella donna gli facessesvolgere un la-voro da servo dopo averlo salutato definendolo un re, ma nel contemplare il fuoco ricordci che lei aveva detto riguardo a esso e per un momento gli parve di comprendere: perfino un fuoco dacucina era una cosa sacra, e forse in questi tempi in cui i romani dominavano il mondo era possibile cheanche un re consacrato dovesse piegarsi a servire con piccoli atti segreti.

    Adesso un allegro fuoco stava levando sottili lingue di fiam-ma, che la Signora alimentprogressivamente con pezzi di le-gno pi grossi; quando infine fu soddisfatta del risultato ottenu-to, siavvicin alla barca e tir fuori da un sacco una lepre gi decapitata che procedette a sventrare e ascuoiare con un picco-lo coltello di pietra per poi sospenderla sul fuoco mediante al-cuni rami verdi.Adesso le fiamme si erano fatte costanti e alcuni pezzi di legno si erano gi trasformati in carboni ardentiche sfrigolavano nel venire a contatto con il grasso della lepre che cominciava a cadere su di essi,liberando nell'aria un profumo gustoso.

    Non appena la carne fu cotta, la donna fatata la divise con il coltello e diede una porzione a ciascuno deidue ragazzi senza per prendere nulla per s. Affamato, Gawen divor con gusto la sua parte, e quandoebbero finito lei mostr loro dove sep-pellire gli ossi e la pelle.

    Signora, disse infine Gawen, pulendosi le mani sulla tuni-ca, ti sono grato per questo pasto, maancora non so cosa vuoi da me. Ora che abbiamo mangiato, vuoi infine rispondermi?

  • Tu credi di sapere chi sei, ma in effetti non lo sai affatto, dichiar la donna, dopo averlo fissato insilenzio per un lungo istante. Come ti ho detto, io sono una guida e ti aiuter a de-terminare cosa seidestinato a fare.

    E con quelle parole torn verso la barca, segnalando ai ra-gazzi di salire a bordo.

    Gawen avrebbe voluto chiederle deicento re, ma non os farlo.

    Questa volta la donna fatata diresse l'imbarcazione verso le acque aperte, l dove il fiume in entrata nellago creava un cana-le attraverso la palude, e la maggiore profondit del fondale la costrinse a piegarsi suse stessa per poterlo raggiungere con il remo e dirigere la barca verso una grande isola, separata dallealture occidentali soltanto da uno stretto canale.

    Camminate senza far rumore, ammon, dopo aver tirato in secca la barca, e tutti e tre si addentraronotra gli alberi.

    Anche se l'inverno era ormai alle porte e le foglie comincia-vano a cadere, insinuarsi fra i tronchi e sotto irami bassi non fu una cosa facile, e le foglie secche che coprivano il terreno scric-chiolavano al minimopasso falso. Per qualche tempo Gawen fu quindi troppo impegnato a cercare di non fare rumore perpo-ter chiedere dove fossero diretti; si sentiva goffo come un bue nel vedere la donna fatata cheprocedeva senza produrre il mi-nimo rumore e Sianna che riusciva a muoversi in maniera quasi altrettantosilenziosa.

    Infine la Signora sollev una mano per segnalare ai ragazzi di fermarsi, cosa che Gawen fece con sollievoe gratitudine, poi spinse lentamente di lato un ramo di nocciolo in modo da rive-lare una piccola radura sucui un cervo rosso era intento a bru-care l'erba autunnale.

    Studia il cervo, Gawen, perch devi imparare il suo com-portamento, mormor la Regina dei Faerie.D'estate non lo troverai qui, perch resta sdraiato durante le ore calde della giornata e viene fuori pernutrirsi soltanto al crepuscolo. Ades-so per sa che deve mangiare il pi possibile perch sta perso-praggiungere l'inverno. Uno dei primi doveri di un cacciatore quello d'imparare il comportamento diogni animale a cui d la caccia.

    Dovr quindi diventare un cacciatore, signora? si azzard a chiedere Gawen, in tono sommesso.

    Non importa quello chefarai, rispose lei, dopo un mo-mento di esitazione, perch ci chesei qualcosa di diverso, ed questo che devi imparare.

    Intanto Sianna protese la piccola mano e tir Gawen accanto a s in una depressione nell'erba.

    Possiamo guardare il cervo da qui, sussurr, in modo da vedere bene ogni cosa.

    Gawen si accoccol in silenzio accanto a lei, cos vicino da essere di colpo sopraffatto dallaconsapevolezza che Sianna era una ragazza della sua stessa et. Prima d'ora non aveva quasi mai visto etanto meno toccato una ragazza giovane, ed Eilan e Caillean, che conosceva da quando era nato, non glierano mai sembrate veramente delle donne. All'improvviso cose che aveva sentito dire per tutta la vitasenza peraltro comprenderle gli af-fiorarono alla memoria, e di fronte a quella improvvisa esopraf-facente consapevolezza le guance gli si tinsero di scarlatto. Ter-ribilmente conscio di quel violentorossore, nascose il volto nel-l'erba fresca, senza peraltro poter evitare di avvertire l'umida fragranza deicapelli di Sianna e l'odore intenso della pelle roz-zamente conciata della sua gonna.

  • Guarda! sussurr d'un tratto lei, dandogli una gomitata nel fianco e indicando.

    Una cerva stava avanzando con passo misurato ed elegante sull'erba, bilanciandosi con grazia su zoccoliche sembravano quasi troppo piccoli per reggere il suo peso, e qualche passo pi indietro procedeva uncerbiatto gi abbastanza cresciuto, le cui macchie infantili cominciavano a scomparire nel pelo invernalesempre pi folto. Il piccolo seguiva la madre cercando di imi-tarne il passo, e al confronto della sicuraeleganza di movimenti di lei la sua andatura risultava a tratti goffa e a tratti pervasa di grazia.Osservandolo, Gawen si trov a pensare con un sorriso divertito che quel cucciolo si comportavaproprio come lui.

    Sotto il suo sguardo attento i due avanzarono insieme, soffer-mandosi ad annusare il vento, poi la cervasollev di scatto la te-sta e fugg, forse spaventata da qualche flebile suono che Ga-wen non era stato ingrado di cogliere. Lasciato solo nella radu-ra, il cerbiatto in un primo momento rimase del tutto immobile,poi spicc una corsa per raggiungere la madre. Quando entram-bi furono scomparsi alla vista, Gawentrasse finalmente un re-spiro, che non si era neppure accorto di aver trattenuto.

    Ripensando a quella cerva, riflett quindi che sua madre Eilan era stata proprio come lei, cos impegnataa essere Somma Sacerdotessa da non accorgersi neppure veramente della sua presenza, e tanto meno dichi o cosa lui fosse.

    Come sempre, quel pensiero gli riusc doloroso, ma si tratta-va di una sofferenza a cui si era quasiabituato e di un ricordo ormai meno reale della consapevolezza della vicinanza di Sianna, sdraiataaccanto a lui, e della sensazione data dalle sue pic-cole dita che gli stringevano la mano. Irrequieto,accenn a muoversi ma lei gli indic il limitare della foresta e questo lo in-dusse a immobilizzarsi al puntoda trattenere il respiro nello scorgere un'ombra che era apparsa ai confini della radura; quin-di unosplendido cervo dalla testa adorna di ampie corna si ad-dentr sul prato con passo solenne e la testaeretta, muovendosi con grazia e dignit.

    Affascinato, Gawen non sent quasi l'involontario sussulto di sorpresa di Sianna mentre contemplava losplendido cervo muovere lentamente la testa di qua e di l, soffermandosi d'un tratto per un momentocome se fosse stato in grado di accorger-si della loro presenza dietro la cortina di fogliame.

    Il Re Cervo! sussurr Sianna, che si trovava proprio ac-canto a lui. Deve essere accorso per darti ilbenvenuto! A vol-te mi capitato di osservare i cervi anche per pi di un mese senza mai riuscire avederlo!

    Quasi indipendentemente dalla propria volont Gawen si al-z in piedi. Per un lungo istante il suosguardo incontr quello del cervo, poi la bestia agit il capo