30 Giorni

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MENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA. In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539 Così don Luigi Giussani a Giovanni Paolo II agli inizi degli anni Novanta www.30Giorni.it MENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA. In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539 «Non l’agnosticismo, ma lo gnosticismo è il pericolo per la fede cristiana» Carl Gustav Jung Georg Wilhelm Friedrich Hegel Johann Wolfgang von Goethe ANNO XXIX N.4/5 - 2011 - 5 In allegato I CANTI DELLA TRADIZIONE nella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreotti

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  • MENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA.In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539

    Cos don Luigi Giussani a Giovanni Paolo II

    agli inizi degli anni Novanta

    www.30Giorni.itMENSILE SPED. ABB. POST. 45% D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1, COMMA 1 DCB - ROMA.In caso di mancato recapito rinviare a Ufficio Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. ISSN 0390-4539

    Non lagnosticismo, ma lo gnosticismo

    il pericolo per la fede cristiana

    Carl

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    ANNO XXIX N.4/5 - 2011 - 5

    In allegato I CANTI DELLA TRADIZIONE

    nella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreotti

  • In copertina: Non lagnosticismo, ma lognosticismo il pericolo per la fede cristiana.Cos don Luigi Giussani a Giovanni Paolo II agli inizi degli anni Novanta

    EDITORIALE

    Giovanni Paolo II beato di Giulio Andreotti 4

    IN QUESTO NUMERO

    VITA CONSACRATA

    Le pretese degli uomini e la pazienza di Diointervista con Joo Braz de Aviz di G. Valente 26

    Una proroga ad personam di G. Valente 29

    MEDIO ORIENTE

    Un messaggio di convivenza dal Libanointervista con Bchara Ra di D. Malacaria 34

    PASQUA 2011

    La risurrezione di Cristo un avvenimentomessaggio Urbi et orbi di papa Benedetto XVI 50

    COLLEGI ECCLESIASTICI DI ROMA

    Un ponte tra Oriente e Occidente di P. Baglioni 56

    Fucina di patriarchi, di orientalisti e di futuri santi di P. Baglioni 57

    Larcipelago maronita di P. Baglioni 64

    CINEMA

    Se anche Nanni vuole bene al papa di P. Mattei 72

    NOVA ET VETERA

    Introduzione di L. Cappelletti 78Il patto con il Serpente di M. Borghesi 80

    LIBRI

    Il beato Karol Wojtyla, dallemozione alla storia di R. Rotondo 90

    SCIENZA

    Ricerca o decadenza di Giorgio Salvini 94

    RUBRICHE

    LETTERE DAI MONASTERI 8

    LETTURA SPIRITUALE 12

    LETTERE DALLE MISSIONI 22

    LETTERE DAI SEMINARI 24

    30GIORNI IN BREVE 42

    330GIORNI N.4/5 - 2011

    MedioOrienteUn messaggio di convivenza dal Libano.

    Intervista con sua beatitudine Bchara Ranuovo patriarca di Antiochia dei Maroniti

    N. 4 / 5 ANNO 2011an

    no

    XX

    IXSommario

    DIREZIONE E REDAZIONEVia Vincenzo Manzini, 45 00173 Roma - ItaliaTel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95Internet:www.30giorni.it E-mail: [email protected]

    Vicedirettori Roberto Rotondo - [email protected] Cubeddu - [email protected]

    RedazioneAlessandra Francioni - [email protected] Malacaria - [email protected] Mattei - [email protected] Quattrucci - [email protected] Valente - [email protected]

    GraficaMarco Pigliapoco - [email protected] Scicolone - [email protected] Viola - [email protected]

    Ricerca iconograficaPaolo Galosi - [email protected]

    CollaboratoriPierluca Azzaro, Franoise-Marie Babinet, Pina Baglioni, Marie-Ange Beaugrand, Maurizio Benzi,Lorenzo Bianchi, Lorenzo Biondi, Massimo Borghesi, Lucio Brunelli, Rodolfo Caporale, Lorenzo Cappelletti, Gianni Cardinale, Stefania Falasca, Giuseppe Frangi, Silvia Kritzenberger, Walter Montini, Jane Nogara, Stefano M. Paci, Felix Palacios, Tommaso Ricci, Giovanni Ricciardi

    Ha inoltre collaborato a questo numero: Giorgio Salvini

    Segreteria [email protected]

    Ufficio legaleDavide Ramazzotti - [email protected]

    3OGIORNInella Chiesa e nel mondo una pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Roma in data 11/11/93, n. 501.La testata beneficia di contributi statali diretti di cui legge 7 agosto 1990, n. 250

    Societ editriceTrenta Giorni soc. coop. a r. l. Sede legale: Via Vincenzo Manzini, 45 00173 Roma

    Consiglio di amministrazioneGiampaolo Frezza (presidente) Massimo Quattrucci, (vice presidente)Giovanni Cubeddu, Paolo Mattei, Roberto Rotondo, Michele Sancioni, Gianni Valente

    Direttore responsabileRoberto Rotondo

    StampaArti Grafiche La Moderna Via di Tor Cervara, 171 - Roma

    Distribuzione in libreriaMessaggero distribuzione srlPadova tel. 0498930922Milano tel. 027490679Roma tel. 0666166173

    UFFICIO ABBONAMENTI E DIFFUSIONEVia V. Manzini, 45 00173 RomaTel. +39 06 72.64.041 Fax +39 06 72.63.33.95E-mail: [email protected] luned al venerd dalle ore 9,00 alle ore 18,00e-mail: [email protected]

    AbbonamentiItalia 45; Europa 60; Africa e Brasile 25; resto del mondo 70. Una copia 5; una copia con libro 6.Arretrati il doppio del prezzo di copertina

    VersamentiC/C postale n. 13974043 intestato a: Cooperativa Trenta Giorni Via V. Manzini, 45 00173 Romaoppure inviare assegno bancario non trasferibile intestato a Trenta Giorni s. c. r. l.,allUfficio abbonamenti

    Mensile sped. abb. post. 45% D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/04 n.46) art.1, comma 2 - DCB - Roma

    Questo numero stato chiusoin redazione il 31 maggio 2011Finito di stampare nel mese di giugno 2011

    3OGIORNInella Chiesa e nel mondo

    Direttore Giulio Andreotti

    CREDITI FOTOGRAFICI: Paolo Galosi: pp.4,8,9,10,11,18,19,20,21,24,56,57,58,59,60,62,63,64,65,66,67,68;Associated Press/LaPresse: pp.5,24,29,38,39,40,42,43,45,95; Per gentile concessione di monsignor Samir Nassar: pp.22-23; Romano Siciliani: pp.25,27,46; Per gentile concessione di padre Sergio Durigon:p.26; STR New/Reuters/Contrasto: p.34; Epa/Ansa: p.34-35; Osservatore Romano: pp.35,51,58,61;Patriarcato Maronita: p.36; Epa/Corbis: p.37; Afp/Getty Images: p.38; Per gentile concessione dellUfficiostampa della Presidenza della Repubblica italiana: pp.43,44; LaPresse: p.44; Per gentile concessionedellUfficio Patrimonio IPAB, Vicenza: p.54; Per gentile concessione dellUfficio stampa della Curia deiGesuiti: p.59; Archivio del Pontificio Collegio Maronita: pp.61,62,63: Per gentile concessione dellOrdineAntoniano Marianita di SantIsaia: p. 69; Per gentile concessione dellUfficio stampa Fandango: pp.72-76;Cristian Gennari/Romano Siciliani: pp.90-91; Vittoriano Rastelli per gentile concessione della ZtemaProgetto Cultura: p.92; Archivio fotografico Cern: p.94; Infn Photo 2002: p.96.

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    Cos don Luigi Giussani a Giovanni Paolo II

    agli inizi degli anni Novanta

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    Non lagnosticismo, ma lo gnosticismo

    il pericolo per la fede cristiana

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    ANNO XXIX N.4/5 - 2011 - 5

    In allegato I CANTI DELLA TRADIZIONE

    nella Chiesa e nel mondo Diretto da Giulio Andreotti

    pag. 34

  • 4 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Della grande folla di fedeli romani e non ro-mani che il giorno della beatificazione diGiovanni Paolo II gremiva piazza San Pietro ele vie che vi conducono ci resta il sentimento,la venerazione, la gioia di tutta quella gente.Ed un ricordo che non dobbiamo lasciarspegnere in noi. Ma anche ascoltare la rituale

    proclamazione dalla voce di colui che Giovan-ni Paolo II dichiar suo fidato amico statoparticolarmente toccante, perch mi sonotornate alla mente le parole di Paolo VI quan-do disse che il segreto per essere un buon Pa-store la novit nella continuit. E la primacaratteristica comune a Giovanni Paolo II e a

    di Giulio Andreotti

    Giovanni Paolo II beato

    Editoriale

    La folla in piazza San Pietro durante la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II, il 1maggio 2011

  • 530GIORNI N.4/5 - 2011

    Benedetto XVI (ma non sempre a tutti i papi) la loro facilit nellarrivare al cuore dellagente con discorsi immediati e semplici, tantoda essere comprensibili al popolino come agliintellettuali.

    Ho ricordi eccezionali di Giovanni Paolo II emi capitato in passato di parlarne in conve-gni e interviste, ma stavolta voglio serbarli nelcuore, perch nelloccasione della sua beatifi-cazione si rischia di fare lapologia di s stessi enon del beato Wojtyla e questo sarebbe grave.

    Il 1 maggio 2011 ci ha anche ricollegatoidealmente al giorno del funerale di papaWojtyla, l8 aprile del 2005: lagonia era statavissuta da tutto il mondo con una partecipazio-ne straordinaria e si lev dalla folla, in partico-lare dai giovani, il grido di santo subito, chenei giorni scorsi della beatificazione risuona-to di nuovo molto forte.

    La Chiesa ha i suoi tempi ed assoluta-mente autonoma, le procedure della Congre-gazione sono molto rigorose e se si creanopressioni mediatiche si finisce per sortire lef-fetto opposto, per vi un capitolo specificoche mi sembra importante: laccertamento sela santit sia avvertita dai fedeli. E questo in-dubbio, tanto che molti fedeli pregano datempo Giovanni Paolo II non meno che sefosse gi santo. Limportante la sostanza; sein una figura di cristiano si riconosce la santite lo si prega, la carta bollata avr poi tutto iltempo di arrivare. Appartengo a una vecchiascuola di cattolici che insegna che si deve vo-ler bene al papa e non a un papa. Ma non cre-do di uscire da questa linea se mi associo aquanti auspicano una conclusione rapida del-liter verso gli altari che segue alla beatifica-zione, come fu per Madre Teresa e Padre Pio,per me le due canonizzazioni pi toccanti delpontificato di Giovanni Paolo II. q

    Giovanni Paolo II durante la cerimonia di canonizzazione di Padre Pio, il 16 giugno 2002

    Appartengo a una vecchiascuola di cattolici che insegnache si deve voler bene al papae non a un papa. Ma non credo di uscire da questa linea se mi associo a quanti auspicano una conclusionerapida delliter verso gli altariche segue alla beatificazione, come fu per Madre Teresa e Padre Pio, per me le due canonizzazioni pi toccanti del pontificato di Giovanni Paolo II

  • ADORATRICI PERPETUE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

    DEL MONASTERO DE LA ASUNCIN DE MARA

    Rosarito, Baja California, Messico

    Ci piacerebbericevere Quien reza se salva

    Rosarito, 24 febbraio 2011

    Stimato signor Andreotti, sia lodato il Santissimo Sa-cramento!Riceva la nostra gratitudi-ne per la sua grande caritnellinviarci la bella rivista30Das, che nutre grande-mente la nostra vita spiri-tuale perch ci informa e cifa sentire la Chiesa unita.La leggiamo con grandeinteresse e amore. Ci piacerebbe tanto ricevere qual-che copia di quel libretto cos utile, Quien reza se sal-va, per darlo ad alcune persone molto bisognose.

    Che la nostra Madre Santissima di Guadalupe laporti sempre nel suo grembo come figlio prediletto ecolmi di grazie e benedizioni tutta la sua famiglia e isuoi collaboratori.

    Riceva un affettuoso saluto dalla nostra reverendamadre superiora e dalla comunit.

    suor Rosa Mara Amezcua, oap

    Rosarito, 27 aprile 2011

    Stimato signor Andreotti,sia lodato il Santissimo Sacramento!Nella pienezza della gioia pasquale, auguriamo a lei e al-la sua illustre famiglia una felice Pasqua di Risurrezione.

    Mille grazie, signor Andreotti, per averci inviato ilibretti Quien reza se salva. La nostra reverenda ma-dre superiora e la comunit la ringraziano per la suagrande bont e generosit. Siamo certe che questi li-bretti faranno un gran bene ai nostri fratelli pi biso-gnosi di istruzione.

    I libretti sono arrivati alla porta del nostro monaste-ro dallItalia! Che meraviglia! Non facile, perch sia-

    8 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Nelle strette strade del centro di Roma, cam-minando per gli antichi borghi una volta po-polari, in ogni via, in ogni piazza, quasi inogni angolo sono presenti edicole sacrespesso circondate da baldacchini e da lumi.Sono quelle che i romani chiamano le Ma-donelle.

    Le edicole mariane di Roma

    Madonna col Bambino, affresco del 1756,

    piazza dellOrologio, angolo via del Governo Vecchio,

    rione Parione

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

  • mo su un piccolo colle circondato da precipizi, ma go-diamo di una bella vista del cielo e del mare e di tantiuccelli canterini che ci invitano a lodare il nostro Diosacramentato.

    Che piacere stato per noi, guardando il video del-la celebrazione, constatare che ha assistito alla beatifi-cazione della nostra madre fondatrice Mara Magdale-na de la Encarnacin, avvenuta a San Giovanni in La-terano il 3 maggio 2008. Grazie per la sua presenza.

    La ricordiamo sempre grate e in unione di preghie-ra. Dio continui a benedirla e a darle forza in tutti i suoiapostolati.

    suor Rosa Mara Amezcua, oap

    P.S. Scusi il ritardo, dovuto alla Santa Quaresima.

    CLARISSE DEL MONASTERO DI NOSTRA SIGNORA

    DELLA MERCEDE

    So Miguel, Isole Azzorre, Portogallo

    Venti copie di Quem reza se salva

    So Miguel, 21 marzo 2011

    Carissimo signor Andreotti,nella presenza consolatrice dello Spirito Santo, lasalutiamo cordialmente, augurandole ogni bene nelSignore.

    Molto riconoscenti, desideriamo ringraziarla perlinvio della sua eccezionale rivista 30Dias.

    Infatti, una rivista rile-vante e straordina-ria per il suo conte-nuto che ci mette alcorrente degli avve-nimenti pi impor-tanti della vita dellaChiesa e del mondo.Ogni bene! Il divinoSpirito Santo vi assistasempre.

    Chiediamo il favoredi inviarci venti copiedel libretto Quem rezase salva. Vi ringraziamofin dora.

    Formuliamo gli auguri di una santa Quaresima edi sante e gioiose feste pasquali, con feconde benedi-zioni di Cristo Risorto.

    Preghiamo gli uni per gli altri.Sempre uniti per lo stesso Corpo e Sangue del Si-

    gnore Ges.

    suor Maria Vernica, osc, e le suore clarisse

    930GIORNI N.4/5 - 2011

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

    Madonna col Bambino, altorilievo in ceramica del XIX secolo,

    via Sistina, angolo via Francesco Crispi, rione Campo Marzio

  • VISITANDINE DEL MONASTERO DE LA VISITACIN DE PANAM

    Las Cumbres, Panam

    Chi prega si salvaper la comunit cinese a Panam

    Las Cumbres, 3 aprile 2011

    Stimato signor Giulio Andreotti,riceva i nostri saluti e il ringraziamento per tutto il la-voro di evangelizzazione che state facendo attraver-so questo mezzo.

    Da Panam, vorremmo chiedervi cento copie diQuien reza se salva, in spagnolo, per la nostra Se-

    conda giornata vocazionale, che terremo nei giorni13, 14 e 15 maggio.

    Facciamo anche una richiesta speciale, di inviarciduecento copie di Quien reza se salva in cinese. Sia-mo in contatto con padre Pablo Liu, svd, che statorichiesto alla Cina dal nostro arcivescovo, per pren-dersi cura della comunit cinese a Panam. Sta fa-cendo questo lavoro da circa due anni nella nostradiocesi. Ci racconta che sta andando alla scuola ci-no-panamense dove ci sono molti bambini cinesi evorrebbe regalare loro il libretto.

    Potete inviarli al nostro indirizzo e noi glieli faremoavere, perch la sua casa molto vicina alla nostra.

    Vi ringraziamo di tutto cuore e preghiamo pertutti voi. Chiediamo alla Vergine Santissima di con-cedervi molte benedizioni con la sua Segreta Visita.

    Dio vi ricompensi.

    suor Margarita Mara, vsm

    Las Cumbres, 12 aprile 2011

    Carissimo signor GiulioAndreotti,siamo molto grate per i li-bri Quien reza se salvache abbiamo ricevuto ierimattina.

    Avreste dovuto vederela gioia di padre Pablo Liudavanti ai libri nella sua lin-gua! Si messo a leggerli emi ha detto: Questa unapresentazione del vescovoAloysius Jin Luxian. Cre-do che la sua gioia aumen-ter quando comincer a distribuirli fra i cinesi che vi-vono a Panam e soprattutto fra i bambini della scuolacino-panamense.

    Nostro Signore continui ad animarvi per leccellen-te lavoro che fate distribuendo questo libro e la rivista30Das che molto interessante.

    Chiediamo al nostro santo fondatore Francesco diSales di concedervi abbondanti benedizioni in questoapostolato.

    suor Margarita Mara, vsm

    10 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Madonna col Bambino, altorilievo in ceramica del XIX secolo,

    via del Buon Consiglio, rione Monti

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

  • 1130GIORNI N.4/5 - 2011

    CLARISSE CAPPUCCINE

    DEL MONASTERO

    DI SANTAPOLLINARE IN VECLO

    Ravenna

    Grazie per la meditazione sulla santa Pasqua

    Ravenna, 14 aprile 2011

    Il Signore risorto, come avevapredetto, rallegriamoci tutti edesultiamo, perch Egli regna ineterno. Alleluia.

    Gentilissimo senatore Andreotti,mentre desideriamo porgerle il no-stro fraterno augurio di una santa Pasqua colma di pa-ce e di amore, la ringraziamo tanto per il libro che ci appena arrivato Il Figlio da se stesso non pu farenulla. Sar anche questo uno strumento utile per vi-vere pi intensamente questi pochi giorni che ci sepa-rano dal grande giorno della Risurrezione del Signo-re. A lei assicuriamo la nostra preghiera affinch il Si-gnore le sia guida, conforto e la ricolmi dei suoi doni.

    Con tanta riconoscenza per il bene che compie,

    le sorelle clarisse cappuccine

    CARMELITANE DEL MONASTERO NOSTRA SIGNORA DEL

    MONTE CARMELO

    Haifa, Israele

    Richiesta di aiuto a Piccola Via onlus

    Haifa, 20 aprile 2011

    Siamo molto riconoscenti per linvio di 30Giorni initaliano e in francese.

    un soffio della vita della Chiesa e del mondo checi raggiunge per farne oggetto di preghiera. Ci ca-duto locchio sulliniziativa Piccola Via.

    In questi mesi in cui santa Teresina pellegrina inTerra Santa le chiediamo di ispirarvi un dono per noi.

    Preghiamo affinch molti siano coloro che offrono,affinch la vostra carit possa raggiungere tanta povert.

    Auguriamo una santa Pasqua ricca di luce, di con-versione, di fede operosa.

    In questo tempo di Quaresimaci permettiamo di venire a esporreuna necessit impellente, che sorta allimprovviso.

    Il pavimento della nostra gran-de cucina (circa cento metri qua-drati) si improvvisamente solle-vato in vari punti, a causa delle in-filtrazioni dacqua durante i set-tantacinque anni dalla costruzio-ne del monastero.

    Dopo consulti e attese ci siamodecise a rifare il pavimento com-pletamente, perch un rifacimen-to parziale rischiava di essere inu-tile, anche se meno costoso.

    La spesa ammonta a pi di cin-quemila euro ed per questo che veniamo a chiede-re un contributo, con molta fiducia.

    Ringraziamo per lattenzione e assicuriamo la no-stra preghiera per le intenzioni degli offerenti.

    suor Angela dellEucaristia e comunit

    Regina Apostolorum, bassorilievo del XIX secolo,

    via dellUmilt, angolo via di San Marcello, rione Trevi

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

    continua a p. 18

  • Lettura spirituale Lettura spirituale

    Lettura spirituale/42

    3. Se qualcuno afferma che questopeccato di Adamo, che uno nella suaorigine e, trasmesso per propagazionee non per imitazione, in tutti e in cia-scuno come proprio, viene tolto con leforze della natura umana o con un rime-dio diverso dal merito dellunico media-tore, il Signore nostro Ges Cristo, checi ha riconciliati con Dio per mezzo delsuo sangue, diventato per noi giustizia,santificazione e redenzione (1Cor 1,30); o afferma che lo stesso merito diCristo Ges non viene applicato sia agliadulti che ai bambini col sacramento delbattesimo, rettamente conferito secon-do la forma della Chiesa, sia scomunica-to. Perch non vi altro nome dato agliuomini sotto il cielo nel quale stabilitoche possiamo essere salvati (At 4, 12).Da cui lespressione: Ecco lagnello diDio, ecco colui che toglie i peccati delmondo (Gv 1, 29); e laltra: Quanti sie-te stati battezzati, vi siete rivestiti di Cri-sto (Gal 3, 27).

    3. Si quis hoc Adae peccatum, quodorigine unum est et propagatione, nonimitatione transfusum omnibus inestunicuique proprium, vel per humanaenaturae vires, vel per aliud remediumasserit tolli, quam per meritum uniusmediatoris Domini nostri Iesu Christi,qui nos Deo reconciliavit in sanguinesuo, factus nobis iustitia, sanctificatioet redemptio (1Cor 1, 30); aut negat,ipsum Christi Iesu meritum per bapti-smi sacramentum, in forma Ecclesiaerite collatum, tam adultis quam parvu-lis applicari: anathema sit. Quia nonest aliud nomen sub caelo datum homi-nibus, in quo oporteat nos salvos fieri(At 4, 12). Unde illa vox: Ecce agnusDei, ecce qui tollit peccata mundi (Gv1, 29). Et illa: Quicumque baptizatiestis, Christum induistis (Gal 3, 27).

    * Denzinger 1513

    Decreto sul peccato originaleDecretum de peccato originali*

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  • Lettura spirituale Lettura spirituale

    13

    La cacciata dal Paradiso terrestre, sullo sfondo dellAnnunciazione, Beato Angelico, Museo del Prado, Madrid

    30GIORNI N.4/5 - 2011

  • 14 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Il terzo canone del decreto sul peccato originale del Concilio di Trento, che proponiamo come letturaspirituale di questo numero, ci ha suggerito di pubblicare, a mo di commento, due brani di papa Paolo VI.

    Il primo brano tratto dal discorso di apertura della seconda sessione del Concilio ecumenico Vatica-no II, il 29 settembre 1963, nel quale Paolo VI indica lo scopo di tale ventunesimo Concilio ecumenico.

    Donde parte il nostro cammino?; Quale via intende percorre-re?; Quale meta vorr proporsi?.

    Queste tre domande, semplicissime e capitali, hanno, ben lo sap-piamo, una sola risposta, che qui, in questora stessa, dobbiamo a noistessi proclamare e al mondo che ci circonda annunciare: Cristo! Cri-sto, nostro principio, Cristo, nostra via e nostra guida! Cristo, nostrasperanza e nostro termine.

    Oh! Abbia questo Concilio piena avvertenza di questo molteplice eunico, fisso e stimolante, misterioso e chiarissimo, stringente e beati-ficante rapporto tra noi e Ges benedetto, fra questa santa e vivaChiesa, che noi siamo, e Cristo, da cui veniamo, per cui viviamo, e acui andiamo. Nessuna altra luce sia librata su questa adunanza, chenon sia Cristo, luce del mondo; nessuna altra verit interessi gli animinostri, che non siano le parole del Signore, unico nostro Maestro;nessuna altra aspirazione ci guidi, che non sia il desiderio desser aLui assolutamente fedeli; nessuna altra fiducia ci sostenga, se nonquella che francheggia, mediante la parola di Lui, la nostra desolatadebolezza: Et ecce Ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad con-summationem saeculi [Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fi-ne del mondo] (Mt 28, 20).

    Oh! Fossimo noi in questopera capaci di elevare a nostro SignoreGes Cristo una voce degna di lui! Diremo con quella sacra liturgia:Te, Christe, solum novimus; te mente pura et simplici flendo etcanendo quaesumus intende nostris sensibus! [Te solo, Cristo, co-nosciamo; Te supplichiamo, con cuore puro e semplice, nel pianto enella gioia; vieni in aiuto ai nostri sensi!].

    Lettura spirituale Lettura spirituale

  • 1530GIORNI N.4/5 - 2011

    Lettura spirituale Lettura spirituale

    Ges e Pietro, particolare della Vocazione di Pietro e Andrea, predella della Maest,Duccio di Buoninsegna, National Gallery of Art, Washington;

    a destra, Paolo VI durante i lavori del Concilio ecumenico Vaticano II

  • Il secondo brano tratto dal Credo del popolo di Dio del 30 giugno 1968, nel quale Paolo VI cita let-teralmente il terzo canone del decreto sul peccato originale del Concilio di Trento.

    Noi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significache la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura uma-na, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le conse-guenze di quella colpa, e che non pi lo stato in cui si trovava allini-zio nei nostri progenitori, costituiti nella santit e nella giustizia, e incui luomo non conosceva n il male n la morte. la natura umanacos decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sueproprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che vienetrasmessa a tutti gli uomini; ed in tal senso che ciascun uomo nascenel peccato. Noi dunque professiamo, col Concilio di Trento, che ilpeccato originale viene trasmesso con la natura umana, non perimitazione, ma per propagazione, e che esso pertanto proprio aciascuno.

    Noi crediamo che Nostro Signore Ges Cristo mediante il Sacrifi-cio della Croce ci ha riscattati dal peccato originale e da tutti i peccatipersonali commessi da ciascuno di noi, in maniera tale che secondola parola dellApostolo l dove aveva abbondato il peccato, ha so-vrabbondato la grazia [cfr. Rm 5, 20].

    Dal 29 settembre 1963 al 30 giugno 1968 non erano trascorsi neppure cinque anni. Eppure, neisuoi due interventi, ci sembra di intravvedere come la vicenda di Paolo VI in quegli anni sia la medesimaesperienza vissuta dal primo degli apostoli, Pietro, nel modo in cui il Vangelo ce la do cumenta. Un cam-mino che, partendo dallentusiasmo umanissimo per il riconoscimento di Ges che dono del Padre(Beato te, Simone, [] perch n la carne n il sangue te lhanno rivelato, ma il Padre mio che sta neicieli, Mt 16, 17), in cui si gioca tutta liniziativa di Pietro , giunge allesperienza reale della nostra de-solata debolezza; cos che tutta liniziativa lasciata al Signore e Pietro umilmente insegna soltanto ciche stato trasmesso (Dei Verbum, n. 10).

    Senza equivalenti , a questo proposito, il commento di santAgostino alle parole rivolte da Ges aPietro, dopo che, a Cesarea di Filippo, lapostolo Lo aveva riconosciuto (cfr. Mc 8, 27-33): DominusChristus ait: Vade post me, satanas / E Cristo Signore disse: Va dietro a me, satana. / Quare sa-tanas? / Perch satana? / Quia vis ire ante me / Perch vuoi andare davanti a me (Sermones 330, 4).

    Pietro e il suo successore hanno imparato cos a lasciare tutta liniziativa allagire del Signore. Hannoimparato che a noi dato solo riconoscere e seguire quello che il Signore opera.

    16 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Lettura spirituale Lettura spirituale

  • Ges e Pietro, particolare dellincontro tra Ges risorto e gli apostoli sul lago di Tiberiade,Maest, Duccio di Buoninsegna, Museo dellOpera del Duomo, Siena;

    a destra, Paolo VI mentre pronuncia il Credo del popolo di Dio, il 30 giugno 1968

    30GIORNI N.4/5 - 2011 17

    Lettura spirituale Lettura spirituale

  • Haifa, 25 maggio 2011

    Grazie infinite allassociazione Piccola Via onlus!Ieri, 24 maggio, sono arrivati i soldi per ristrutturare ilpavimento della nostra cucina.

    Ogni benedizione celeste per tutto il vostro apo-stolato,

    suor Angela dellEucaristia

    CLARISSE DEL MONASTERO SAINT CLARE

    Yangyang, Corea del Sud

    La meditazione sulla santa Pasqua sembra infusa di grazia

    Yangyang, 28 aprile 2011

    Gentile direttore Andreotti e amici tutti di 30Giorni,insieme al mio sentito saluto di pace, vi porgo lauguriodi abbondanti benedizioni del Signore Ges risorto inquesto tempo di Pasqua! Grazie ancora una volta peraver continuato a inviare alla nostra comunit 30Daysin the Church and in the world in abbonamento omag-gio. Il Signore vi benedica tutti per questopera di veraevangelizzazione e per la diffusione di articoli tanto sug-gestivi e di importanti informazioni da tutto il mondo.

    Lindirizzo per il nostro abbonamento stato cor-retto, cos ora riceviamo le due copie della rivista, po-tendo in tal modo condividerne una con i sacerdoti ocon i missionari che celebrano la messa per noi e chepossono trarre grande beneficio dagli articoli.

    Vi ringraziamo poi per linvio delle dieci copie delsupplemento Who prays is saved in cinese: pensiamodi darle ad alcuni missionari coreani che sappiamo almomento attivi in Cina. Inoltre, padre Francis Mun JuLee, direttore della clinica Saint Joseph per i poveri egli emarginati di Seoul, che ha anche fatto apostolatoin Viet Nam, ha ricevuto labbonamento omaggio chevi avevo chiesto per lui e vi estremamente grato.

    Che il vostro lavoro continui a essere benedetto conabbondanza di grazie e lispirazione dello Spirito Santo!

    Con riconoscenza, vostra in Cristo,

    suor Mary Diane Ackerman, osc

    P.S. Allegato allultimo numero di 30Days, abbia-mo con immensa gratitudine ricevuto anche il supple-mento pasquale della meditazione di don GiacomoTantardini. La meditazione un vero nutrimento spiri-tuale per lanima, sembra infusa di grazia! Grazie infi-nite per questo tesoro. Sappiamo che una grande ri-chiesta, ma sarebbe possibile inviarci cinque copie ininglese e due in italiano del supplemento? Se la cosanon vi crea problemi, il nostro indirizzo allegato.

    Ancora grazie!

    Yangyang, 11 maggio 2011

    Cari amici di 30Giorni, non so come esprimere la mia profonda gratitudineper la spedizione cos veloce, in risposta alla mia richie-sta, delle cinque copie in inglese e delle due copie in ita-liano della meditazione di don Giacomo Tantardini,

    18 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

    Immacolata Concezione, affresco del XVIII secolo,

    piazza della Rotonda, rione Colonna

    segue da p. 11

  • 1930GIORNI N.4/5 - 2011

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

    The Son cannot doanything on his own.Questa bella meditazione qualcosa da ponderare len-tamente e permette di im-mergersi profondamentenella preghiera; mi piace-rebbe mandare il supple-mento a qualche prete e aqualche persona che possaapprezzarlo e beneficiarneprofondamente.

    Sono molto grata di ri-cevere 30Days in regalo,lo aspetto tutti i mesi. Hocondiviso alcuni articoli e

    alcune notizie con le mie sorelle coreane e con altrepersone ad esempio, ultimamente, larticolo sullu-mile frate cappuccino, Leopoldo Mandic, che haspeso molti dei suoi giorni nel confessionale. Nonconoscevamo molto su di lui, e domani, 12 maggio,celebreremo il suo anniversario; conoscerlo megliorende la nostra memoria pi significativa! Di nuovo,molte grazie!

    Vi chiedo, per favore, di comunicare la mia specia-le gratitudine a don Giacomo, le cui letture e medita-zioni toccano il mio cuore e la mia anima profonda-mente e mi aiutano ad abbandonarmi di pi nella me-ravigliosa grazia e nellamore del nostro Dio miseri-cordioso! Augurando a lei, caro direttore, e a tutti isuoi collaboratori lamore e la pace di nostro Signorerisorto, rimango sinceramente in Cristo Ges,

    suor Mary Diane Ackerman, osc

    CLARISSE DEL MONASTERO SAINT CLARE

    Mission, British Columbia, Canada

    La meditazione sulla santa Pasquaaiuta a entrare in questo grande mistero della nostra fede

    Mission, 1 maggio 2011

    Caro signor Andreotti, il Signore veramente risorto, alleluia! In questa gioio-so tempo di Pasqua desideriamo ringraziarla per il do-no della sua rivista 30Days. La apprezziamo molto.

    La copia del supplemento The Son cannot doanything on his own aiuta a entrare in questo grandemistero della nostra fede.

    Preghiamo il Signore risorto di continuare a ispi-rarla per condividere la Buona Novella.

    Con devota gratitudine e preghiera,

    suor Marie-Cline Campeau, osc

    MONACHE MINIME DI SAN FRANCESCO DI PAOLA

    Saltillo, Coahuila, Messico

    30Giorni ci mantiene in comunione con tutta la Chiesa

    Saltillo, 4 maggio 2011

    Stimatissimo senatore Giulio Andreotti,con immensa gratitudine voglio ringraziarla della rivistamensile 30Giorni che anche questanno ci fa giungerefin nel lontano Messico, dove con la provvidenza di

    Madonna del Rosario, affresco del XVII secolo,

    via dellUmilt, angolo via dellArchetto, rione Trevi

  • Dio abbiamo fondato una nuova comunit di MonacheMinime di san Francesco di Paola.

    Grazie alla generosit sua e di tutta la redazione, stia-mo ricevendo gratuitamente questo prezioso strumentodi informazione che, per noi claustrali, di vitale impor-tanza, perch ci mantiene in comunione con tutta laChiesa e con il mondo attuale.

    Infatti, spesso vi attingiamo motivazioni e stimoliper offrire con pi entusiasmo la nostra vita a Dio, co-me sacrificio di soave odore, per le necessit pi ur-genti della Chiesa e del mondo, secondo il nostro ca-risma di oranti e penitenti.

    Consapevoli del grande dono che riceviamo, vor-remmo che anche i nostri confratelli, i frati dellOrdi-ne dei Minimi, presenti nella nostra citt di Saltillo, inMessico, potessero usufruirne, giacch apprezzanomolto la sua rivista, ammirandone la profondit deicontenuti e lobiettivit delle informazioni.

    Anchessi sono venuti dallItalia a fondare una lorocomunit per testimoniare in Messico il carisma di ca-rit, di conversione e di riconciliazione del nostro fon-datore san Francesco di Paola, mettendosi al serviziodella gente pi povera e bisognosa del posto.

    Per questo hanno tanto desiderio di avere a lorodisposizione la rivista 30Giorni in italiano, quale sus-sidio di sicura informazione e di costante aggiorna-mento.

    Ringraziandola anticipatamente per la sua sensibi-lit e comprensione, le assicuro le preghiere di tutta lamia comunit.

    Con gratitudine e stima, in Cristo,

    madre Maria Margherita Bichi, responsabile della comunit di Saltillo

    CLARISSE DEL MONASTERO SANTA CLARA

    Bolinao, Filippine

    Vi siamo grate per la meditazione sulla santa Pasqua

    Bolinao, 4 maggio 2011

    Caro signor Andreotti e staff di 30Giorni,vi mandiamo i nostri saluti oranti per questo tempo diPasqua e vi manifestiamo la nostra gratitudine perlabbonamento a 30Giorni... e per la copia specialecon la meditazione sulla santa Pasqua di don GiacomoTantardini. sicuramente un bel testo per la letturaspirituale di questo tempo.

    Che Dio ricompensi tutti voi per la vostra genero-sit nel diffondere lopera della Chiesa. Siate certi del-le nostre preghiere per il successo del vostro ministe-ro. Dio vi benedica.

    Buona Pasqua! Alleluia!

    le clarisse

    P.S. Siamo anche felici di informarvi che il nostroOrdine di santa Chiara festeggia gli ottocento anni dal-la fondazione. Le celebrazioni sono iniziate la Dome-nica delle Palme (17 aprile 2011) e si concluderanno ilprossimo anno in occasione della festa della santa ma-dre Chiara (11 agosto 2012). Vi terremo nelle nostrepreghiere durante questo anno giubilare. Pregate an-che voi per noi. Grazie.

    20 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Immacolata Concezione, mosaico del XX secolo,

    via dei Serpenti, rione Monti

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

  • CARMELITANE DEL MONASTERO DEL

    CORAZN DE JESS

    Ibarra, Ecuador

    La meditazione sulla santaPasqua per il nostro ritiromensile

    Ibarra, 4 maggio 2011

    Sia lodato Ges risorto!Signor direttore Giulio Andreotti,Ges risorto, che vive e camminavicino a noi, le conceda in abbon-danza i doni e i frutti dello SpiritoSanto.

    Grazie per linvio della rivista 30Das. La leggiamocon interesse perch ci aiuta a pregare con maggior in-tensit per la Chiesa e per il mondo intero.

    Le siamo anche grate per il libretto El Hijo no pue-de hacer nada por su cuenta, molto utile per il nostroritiro mensile. Il Signore la ricompenser.

    Preghiamo per le sue intenzioni e, in questo mesedi maggio, la raccomandiamo alla Santa Vergine, chele conceda salute, amore e gioia nel Signore.

    Saluti,

    la comunit delle carmelitane scalze

    SUORE DEL MONASTERO

    DELLA VISITAZIONE

    Washington, D.C., Stati Uniti

    Una copia in italiano della meditazione sulla santa Pasqua

    Washington, 4 maggio 2011

    Carissimi signori,scrivo per chiedervi una copia in ita-liano della vostra pubblicazione inti-tolata in inglese The Son cannotdo anything on his own, di don

    Giacomo Tantardini. Se poteste mandarcela, vi sa-remmo riconoscenti.

    Tante grazie! Buona Pasqua!In Cristo risorto,

    suor Maria Roberta Viano

    CLARISSE DEL MONASTERO SAINT CLARE

    Duncan, British Columbia, Canada

    The Son cannot do anything on his own molto utile

    Duncan, 12 maggio 2011

    Spettabile redazione di 30Days,siamo estremamente grate per il fatto che 30Daysgiunge al nostro monastero da molti anni

    Nellultimo numero cera un supplemento, TheSon cannot do anything on his own che abbiamotrovato molto utile. Vorremmo ordinarne dieci copiee vorremmo sapere quanto costa.

    Grazie, e Dio vi benedica per il vostro ministero.

    suor Wylie Aaron

    2130GIORNI N.4/5 - 2011

    Lettere dai monasteri Lettere dai monasteri

    Madonna in ceramica del XIX secolo,

    piazza Madonna dei Monti, angolo via dei Serpenti,

    rione Monti

  • 22 30GIORNI N.4/5 - 2011

    ARCIVESCOVADO MARONITA

    Damasco, Siria

    Un grazie ai rifugiati iracheni

    Damasco, 30 marzo 2011

    Signor Giulio Andreotti,sottopongo a 30Giorni la testimonianza di unpopolo perseguitato, esiliato, che predica laSperanza e conta sulla preghiera della nume-rosa famiglia di 30Giorni.

    La Siria ha facilitato laccoglienza dei rifu-giati iracheni. Sono venuti a migliaia, soprat-tutto a Damasco, e continuano a venire a de-cine e centinaia per sfuggire alla morte e alleviolenze di cui sono vittime dal 2003.

    Il personale delle Nazioni Unite organizza illoro esodo verso altri luoghi pi clementiAspettando di ottenere un visto, questi rifu-giati iracheni restano a Damasco general-mente due o tre anni, a volte anche di pi.

    Questi cristiani ben formati, devoti e prati-canti, si rifugiano nella fede e nella speranzacristiane. Riempiono le nostre chiese, anima-no le nostre parrocchie portandovi un ventonuovo che rinforza la fede cristiana in Siria.

    Praticanti quotidiani, i rifugiati irachenipartecipano assiduamente alla messa tutti igiorni, venendo anche da lontano, a piedi ocon i mezzi pubblici.

    Chiedono la confessione prima della co-munione: hanno contribuito al ritorno alconfessionale, che ritrova le file dattesa.

    La loro devozione per i santi e la venera-zione della Vergine rilancia la fabbricazionedelle candele, dalle quali le cappelle dei santi,allinterno e allesterno delle chiese, sono illu-minate giorno e notte.

    I loro bambini sono numerosi nelle classi delcatechismo della prima comunione. I loro ragaz-zi sono impegnati nelle corali delle diverse chie-se e liturgie.

    La guerra ha diffuso velocemente linfor-matica in Iraq. I rifugiati che vengono a Dama-sco spesso sanno usare bene internet. Hannogenerosamente messo le loro conoscenze alservizio delle parrocchie e delle comunit. Cosgrazie a loro le nostre parrocchie si sono munitedi siti internet, strumenti davanguardia al servi-zio dellevangelizzazione su scala universale.

    Spinti da una grande carit, essi si impe-gnano a decine, due o tre volte alla settima-

    Lettere dalle missioni Lettere dalle missioni

  • 2330GIORNI N.4/5 - 2011

    na, per fare le grandi pulizie della Cattedralee della piazza della chiesa. Quando ottengo-no il visto, prima di ripartire si assicurano chealtri continuino queste opere.

    Sono presenti alle serate di preghiera, al-ladorazione eucaristica, ai pellegrinaggi e alleprocessioni per le strade di Damasco durantela Settimana Santa e soprattutto nel mese dimaggio. Il loro dinamismo spirituale attira lealtre comunit; uno dei nostri sacerdoti d unamano alla parrocchia caldea.

    Malgrado la loro povert e la loro condi-zione di vita precaria, sono generosi e vivonola condivisione. Bisogna vederli, alluscita dal-

    la messa, offrire e dare con gioia,sorrisi e lacrime

    Vivono i momenti pi intiminel silenzio davanti al SantissimoSacramento, faccia a faccia col Si-gnore. Per ore Piangono i cariscomparsi e si interrogano sul fu-turo; cercano di capire il perch diquanto accade.

    Si presentano numerosi al-larcivescovado ogni settimanaper salutare prima di partire ver-so lignoto, a volte in ordine spar-so: i genitori verso lAustralia, i fi-gli verso il Canada. Neanche interra desilio possono pi viverecome una famiglia Uno strap-po ancora pi doloroso.

    Questi rifugiati iracheni chepassano continuamente a Da-masco sono missionari ambu-lant i che hanno segnato laChiesa in Siria la quale li guardapassare e sinterroga sul pro-

    prio futuroIl Sinodo dei cristiani dOriente ha rappre-

    sentato unopportunit e una speranza senzatuttavia arrestare lemorragia e lesodo. Que-sti rifugiati missionari dispersi nei quattro an-goli del mondo sono legati fra loro solo dallapreghiera e da internet. Privati delle loro radi-ci e davanti al crepuscolo della loro Chiesa,non potrebbero, questi rifugiati iracheni, conla loro vitalit religiosa, portare un soffio nuo-vo alle Chiese dOccidente che li accolgono?

    Samir Nassararcivescovo maronita di Damasco

    Rifugiati iracheni in preghiera in una chiesa

    di Damasco, in Siria

    Lettere dalle missioni Lettere dalle missioni

  • 24 30GIORNI N.4/5 - 2011

    SEMINARIO SO CAMILO

    Iomer, Santa Catarina, Brasile

    30Giorni semplicemente eccellente

    Iomer, 28 marzo 2011

    Egregi signori, riceviamo regolarmente leccellente rivista 30Giorniin portoghese. Semplicemente eccellente!

    Dio vi benedica sempre per il grande bene che fate.Chiediamo le vostre buone preghiere, ne abbiamo

    molto bisogno. Non dimenticateci.Rispettosamente,

    Alberto Pigatto

    SEMINARIO MAGGIORE CATTOLICO DI SAINT JOSEPH

    Yangon, Myanmar (da Lampang, Thailandia)

    Per il nostro seminario maggiore cattolicodi Saint Joseph, a Yangon, in Myanmar

    Lampang, 22 aprile 2011

    Caro direttore, saluti da Lampang. Sono padre Clement Angelo, delMyanmar. Mi trovo ora qui in Thailandia per un breveperiodo assieme ai sacerdoti del Pime impegnati conle popolazioni appartenenti alle trib delle colline.

    Durante questa mia breve permanenza ho cono-sciuto la vostra rivista 30Days e personalmente lhotrovata interessante e di valore.

    Se possibile, grazie alla vostra generosit, vorrei ri-ceverne una copia per me e una per il nostro semina-rio maggiore cattolico di Saint Joseph, a Yangon (inMyanmar), dove svolgo il mio ministero dinsegnante.

    Credo che possa essere una buona ispirazione per iseminaristi maggiori per conoscere gli avvenimentireligiosi nel mondo.

    Buona Pasqua.

    padre Clement

    PARROCCHIA DADIDOGOM

    Lom, Togo

    Qui prie sauve son meper novanta catecumeni

    Lom, 2 maggio 2011

    Sia lodato Ges Cristo!Sono un seminarista del Togo. Mi piaciuto molto illibretto Qui prie sauve son me. Durante le prossimevacanze estive, nel mese di luglio, la mia parrocchiaorganizzer un campo per i catecumeni (circa novan-ta). Il mio parroco mi ha incaricato di organizzare e didirigere questo campo di bambini. Vorrei chiedervi,come aiuto per la recita delle preghiere in quei giorni,il libretto Qui prie sauve son me da mettere a dispo-sizione dei catecumeni che parteciperanno. Sarebbeanche un santo e bel ricordo che questi bambini po-tranno portare con s una volta che il campo si con-cluder, e che potranno utilizzare per la loro preghie-ra personale.

    Sperando in una risposta favorevole, ricevete las-sicurazione delle mie preghiere, e lespressione dellamia gratitudine.

    In unione di preghiera.Fraternamente,

    Romain Semenou

    Madonna col Bambino, affresco del XVII secolo,

    via del Ges, rione Pigna

    Lettere dai seminari

  • basta scrivere il codice fiscale dellASSOCIAZIONE PICCOLA VIA ONLUS

    9 7 5 9 0 9 9 0 5 8 2nel CUD o nel Modello 730 o nel Modello Unico

    e firmare nellapposito rigo

    COME SI EFFETTUA LA DONAZIONE DEL CINQUE PER MILLE:

    La redazione di 30Giorni suggerisce un piccolo gesto di carit che non costa nulla:

    devolvere il cinque per mille allAssociazione Piccola Via onlus

  • 26 30GIORNI N.4/5 - 2011

    Dai palazzi avveniristici diBrasilia a quelli carichi distoria dOltretevere il viag-gio lungo. Dom Joo Braz deAviz, 64 anni, arcivescovo emeritodella capitale brasiliana, ha com-piuto il salto da poche settimane.Lo scorso 4 gennaio il Papa lo hachiamato a Roma per guidare laCongregazione per gli Istituti di vitaconsacrata e le Societ di vita apo-stolica e per aprire una nuova sta-gione nei rapporti sempre vivaci etalvolta agitati tra la Sede aposto-lica e la galassia delle congregazionie degli ordini religiosi.

    Dom Joo, come cambia-ta la sua vita da quando arri-vato a Roma?

    JOO BRAZ DE AVIZ: Certo, ilcambiamento stato grande. ABrasilia cerano pi di due milioni emezzo di fedeli, con 380 sacerdotie 128 parrocchie, che visitavospesso. Qui, il popolo non c, si

    vede solo quando ci sono le grandiadunate in piazza San Pietro...

    E qualche volta, nei primigiorni, le capitato di mangia-re da solo...

    A Brasilia, in casa, cera semprecompagnia. Avevo come segretariedue mamme di famiglia, cera lacuoca, eravamo una piccola comu-nit. Anche qui per, il raggio diamici si va allargando col tempo.

    Lei, anche da piccolo, in fa-miglia, era abituato alle tavo-late numerose.

    I miei genitori erano del sud, iosono nato nello Stato di Santa Cata-rina. Ma quando avevo due anni imiei si sono trasferiti nello Stato delParan, in una zona che, come si di-ceva a quel tempo, cominciava a es-sere colonizzata. Il mio pap l hacominciato a lavorare come macel-laio. Ho un fratello pi grande, an-che lui sacerdote, e poi ne sono natialtri sei. In tutto siamo cinque ma-schi e tre femmine. La pi piccola,

    che ha la sindrome di Down, adessoha 47 anni. Ricordo che quandonacque allora eravamo a Borraz-polis i miei per farla battezzare pre-sero una carrozza coi cavalli e per-corsero pi di quaranta chilometri,perch non volevano aspettare.

    Un bel viaggio, a quei tempi.Dove vivevamo, allinizio non

    cerano sacerdoti. Il prete passavaogni tanto, una volta al mese. Era-no i leader laici popolari a guidarele comunit, a tenere il catechismoe a favorire le pratiche della vita difede come il Santo Rosario e la de-vozione al Sacro Cuore di Ges. Inquel tempo la Chiesa locale si basa-va molto su gruppi come lapostola-to della preghiera, o i figli di Ma-ria Anche pap e mamma aiuta-vano a tenere aperte le cappelle.

    E poi, lei come diventatoprete?

    Io, anche se ero ancora un bam-bino, gi a sette anni, al tempo dellaprima comunione, ho percepito la

    V

    Le pretese degli uomini e la pazienza di Diodi Gianni Valente

    Suore missionarie della Carit di Madre Teresa di Calcutta nella Basilica dellImmacolata Concezione di Washington

    ita consacrata

  • 2730GIORNI N.4/5 - 2011

    vocazione, che poi stata coltivatadalle suore di Santa Catarina, doveero stato mandato per seguire lescuole. Quando avevo undici annientrai nel seminario minore di Assis,nello Stato di So Paulo, a quattro-cento chilometri dalla capitale. Loavevano aperto i missionari del Pi-me. Alcuni di loro erano stati missio-nari in Cina, da dove erano statiespulsi dopo lavvento al potere diMao. Ci raccontavano le loro storie.Ricordo che erano persone profon-dissime, era bello crescere avendolidavanti agli occhi. E poi, da adole-scente, incontrai anche la spiritua-lit del Focolare.

    Come avvenne?Conobbi un pittore ateo che do-

    po essersi convertito parlava di Dioin maniera viva e concreta. Fececolpo su di me, che ero un ragazzo.Pensavo: guarda un po questo ateoche adesso racconta con tanta forzadellamore di Dio, e di come questoamore si scopre amando il fratello...

    Per me erano cose nuove. Io fino aquel momento pensavo alleduca-zione, che bisognasse essere gentilicon gli altri per una questione dibuone maniere. Mai pensavo chelaltro potesse essere servito comeGes stesso.

    Poi, il suo vescovo la manda studiare teologia a Roma.Era il 67, il Concilio appenafinito Come ricorda queglianni?

    Studiai alla Gregoriana e poi unanno allAteneo Salesiano, per se-guire i corsi di psicopedagogia. Ri-cevetti il diaconato a Roma, e tor-nai in Brasile solo nel 1972. Eranotempi segnati da tanti stimoli e datante difficolt. Tutto sembrava inmovimento. Iniziava il travaglioportato dal Concilio. Si aggiorna-vano i vecchi ordinamenti, si ri-strutturavano i corsi, ma cera an-che lincertezza che segna tutte lefasi di passaggio e di revisione.

    E in America Latina vi tro-vavate anche davanti alle-mergere della Teologia dellaliberazione.

    Eravamo idealisti, volevamo da-re la vita per qualcosa di grande. Lascelta di guardare ai poveri ci da-

    A sinistra, frati domenicani nel chiostro della Basilica di Santa Sabinaa Roma

    In basso, frati francescaniad Assisi

    Dicevo a Brasilia: se voi dei carismi pi grandi mortificate e annullate i carismi pi piccoli perch avete come solo criterio quello di allargarvi e di prendere pi spazio, questo non da Dio. Incontro con il nuovo prefetto della Congregazione vaticana per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica

    Intervista con larcivescovo Joo Braz de Aviz

  • va una speranza grandissima, so-prattutto a noi che venivamo da fa-miglie povere. Eravamo pronti amollare tutto, anche il seminario, sequellimpeto non fosse stato accol-to e abbracciato nella realt eccle-siale in cui vivevamo.

    Lei ha gi spiegato che inquel passaggio, lesperienzadel Focolare la aiut a supe-rare il pericolo che tutto sidissipasse.

    Dio mi ha custodito cos. Lespe-rienza spirituale del Focolare fortee semplice. Gi alla fine degli anniSessanta, Chiara Lubich ci invitavaa rivedere il nostro modo di vivere,alla luce dellamore di Dio. A volteanche a me sembrava che sottova-lutasse lesigenza della trasforma-zione sociale. Fu un passaggio diffi-cile per molti. Ma cos rimaneva lafiducia che cera una strada, occor-reva aver pazienza, ma si cammina-va insieme e non ci si perdeva. Sia-mo diventati sacerdoti con questagrande luce interiore, accompagna-ta da questo senso di inquietudine,di sospensione. Non ho mai volutonascondere a me stesso la compre-senza di questi due fattori. Pensavo:questa la condizione in cui mi

    toccato di vivere. Col tempo, que-sto mi ha aiutato a vedere che esse-re sacerdote non vuol dire esercita-re un dominio religioso sulla pro-pria vita e sulla vita degli altri.

    Col tempo passato, qualebilancio fa della stagione ec-clesiale legata alla Teologiadella liberazione?

    Si possono dire diverse cose. InBrasile, alcuni dei gruppi pastoralia quel tempo pi spinti in quella li-nea oggi si sono trasformati in Ongcon molti soldi, uscendo dalla Chie-sa. Dicevano di voler cambiare laChiesa, poi la fede venuta menoed rimasta la sociologia. Questonon pu non suscitare tristezza.Eppure rimango convinto che inquella vicenda passato comunquequalcosa di grande per tutta laChiesa. Come la constatazione cheil peccato degli uomini crea struttu-re di peccato. E che la predilezione

    28 30GIORNI N.4/5 - 2011

    V

    In Brasile, fin dallindipendenza, stato sempre forte un potere che chiamerei il potere dei soldi. quel potere che, ad esempio,continua a resistere a una vera riforma agraria. E che non ha mai avuto un grande rapporto di prossimit con la Chiesa e nemmeno con la gerarchia ecclesiastica

    ita consacrata

    Sopra, dom Joo Braz de Aviz con un gruppo di religiosi brasilianinel Pontificio Collegio PioBrasiliano, Roma; sotto, nella Cattedrale di Brasilia

  • per i poveri una scelta di Dio, co-me si vede nel Vangelo. Nelle pri-me comunit le quattro colonneportanti erano la fedelt alla dottri-na degli apostoli, leucaristia, lapreghiera e poi quella comunionefraterna che non era un sentimen-talismo, ma una cosa pratica, vole-va dire aiutare le vedove e gli orfa-ni, mettere i beni in comune. Daquesto si vedeva che la comunit vi-veva davanti al suo Signore. Ades-so, noi i beni li nascondiamo chiu-dendoli a chiave con sei mandate,anche nelle comunit religiose.

    Alinterno della generazio-ne dei preti liberazionisti,

    uno dei punti di differenziazio-ne era latteggiamento davantialla devozione del popolo.

    In quel tempo alcuni pensavanoche la devozione popolare fossealienazione. Dicevano che la purez-za della fede si era corrotta con ledevozioni. Unidea che si pu con-futare anche dal punto di vistaschiettamente storico. Da noi la cri-si venne con labolizione delle con-gregazioni religiose voluta dal Mar-chese di Pombal, che fu un disastroe compromise anche tutta lespe-rienza pastorale iniziata con gli in-dios. E comunque anche adessonon capisci come mai il Brasile sia

    cattolico al 75 per cento, anche sepoi solo il 10 per cento si accostaordinariamente ai sacramenti. Laragione storica questa: proprio ladevozione popolare stata unostrumento per trasmettere e man-tenere la fede, in tante comunitguidate per tanto tempo dai laici.

    A volte, c chi agita ancorala Teologia della liberazione co-me un pericolo incombente.

    S, certe volte la Teologia della li-berazione sembra un fantasma chesi tira fuori a comando. Tante cosesono cambiate. In tanti Paesi quelliche erano contro il potere, comeLula, o che addirittura erano

    2930GIORNI N.4/5 - 2011

    Intervista con larcivescovo Joo Braz de Aviz

    A lmeno un primato, a monsignor Braz de Aviz, nonglielo toglie nessuno. Lattuale prefetto del dicasterovaticano per i religiosi lunico vescovo che vive da quasitrentanni portandosi dietro 130 pallini di piombo disse-minati nel corpo.

    Joo a quel tempo era un giovane prete di 36 anni, equel giorno stava viaggiando dalla sua parrocchia aquella di un villaggio vicino per aiutare il parroco che ce-lebrava i suoi venticinque anni di sacerdozio. A metstrada, su un ponticello, vede unauto ferma. Si avvici-na per vedere se serve una mano. E si accorge che nonsi tratta di campesinos rimasti con la macchina in pan-ne. Nel vecchio maggiolino ci sono due ragazzi che glispianano contro le loro armi pesanti, gli tolgono le chia-vi della macchina e lo costringono a seguirli dallaltraparte del torrente, senza dire una parola. Dopo mezzo-ra, sbuca dalla curva il furgone blindato della banca.Era venerd pomeriggio, loro stavano aspettando il fur-gone con la raccolta degli incassi, e Joo capisce alloradi essersi trovato nel posto sbagliato allora sbagliata.

    Poi la situazione precipita. I rapinatori sparano subitoalle gomme del blindato. Ma anche quelli del carro dellabanca sono armati, e rispondono al fuoco. Ricorda oggimonsignor Braz de Aviz: A un certo punto, visto che lasituazione era bloccata, i due ragazzi mi hanno puntatodi nuovo le armi in faccia: vai tu a parlare con i poliziotti,o ti ammazziamo. Che potevo fare? Ho mosso soloqualche passo e subito dal blindato i poliziotti mi hannosparato addosso. Joo sente bruciare per tutto il corpoi pallini partiti dal fucile a canne mozze. Ha pure un oc-chio perforato, sente il sangue che gli cola a fiotti sul vi-so. Sta disteso a terra. Non riesce ad alzarsi. Unimmo-bilit impotente che gli salver la vita: Dopo mi hannoconfermato che se mi fossi mosso mi avrebbero finito.Intanto i due banditi sono scappati. Joo sente il respirofarsi affannoso, sente il sangue che gli sale dai polmoninella bocca. Dicevo dentro me stesso: Ges, ma per-

    ch devo morire a trentaseianni, avevo tanto da fare.La risposta mi sgorgatadentro cos: Io sono mortoa 33 anni. Tu hai avuto gitre anni pi di me. Joointuisce allora che anche lasua generosit, il suo slan-cio a fare cose buone pucadere nel vuoto, se non un abbandonarsi nellebraccia di Ges. Allora misono sentito in pace. Hodetto le mie ultime preghie-re, ho fatto le mie offerte, hochiesto perdono, ma poi ho anche aggiunto: Signore,dammi dieci anni in pi. Non so perch ho chiesto pro-prio dieci anni.

    In effetti, dom Joo quella volta lha scampata. Ipiombini sono rimasti anche nei polmoni e nellintestino,senza provocare infezioni. Perfino locchio si salvato ei medici si chiedono come sia stato possibile.

    Dopo quellesperienza, oggi monsignor Braz de Avizricorda di essere anche entrato in un periodo di depres-sione. Non riuscivo pi nemmeno a uscire di casa. Nesono uscito solo dopo un anno, piano piano, comincian-do col fare piccole cose, ad esempio piccole passeggia-te, fin dove mi era possibile. Anche questa specie di pa-ralisi della volont stata per me unesperienza impor-tante, per abbracciare il mio limite e la mia fragilit.Quando stavano scadendo i dieci anni di proroga ri-chiesti, arrivata la nomina a vescovo. come se il Si-gnore mi avesse voluto dire: fin qui tu mi hai chiesto la vi-ta, dora in poi quello che viene io ti chiedo di donarlo ame. Dom Joo lo dice ridendo. Ma intanto, il sopras-salto dei ricordi gli inumidisce gli occhi.

    G.V.

    La morte scampata per miracolo

    Una proroga ad personam

  • guerriglieri, adesso governano. Cstato tutto un cammino, ed tempoche anche nella Chiesa tutti neprendano atto.

    In Brasile, fin dallindipendenza, stato sempre forte un potere chechiamerei il potere dei soldi. quel potere che, ad esempio, conti-nua a resistere a una vera riformaagraria. E che non ha mai avuto ungrande rapporto di prossimit con laChiesa e nemmeno con la gerarchiaecclesiastica. La Chiesa non ha so-stegni finanziari da parte dello Stato,e anche le chiese si costruiscono coisoldi del popolo, e di solito ad aiuta-re di pi sono i pi poveri.

    Cosa pensa della causa dibeatificazione di scar Ro-mero?

    Nei processi di beatificazione cisono dettagli che vanno vagliaticon cura, come quelli anche scien-tifici implicati nel riconoscimentodel miracolo richiesto. Ma credoche come vita di santit Romerosia stato un esempio grande. Unvescovo che con lepiscopato rice-ve in maniera manifesta anche lagrazia di diventare pastore del suopopolo, in quella situazione cosstravolta dalla violenza. Lo stessoaccadde in Brasile a dom HlderCmara. Quando lo ascoltavamoparlare, durante il regime militare,ci faceva tremare dallemozione.Era una persona che ci incantava.Un uomo di preghiera. Penso checi sono tante figure che piano pia-no, col tempo, capiremo meglio. Esi vedr che tutta la loro vita era im-pregnata da questo. Altrimenti nonavrebbero offerto la loro vita cos.Cmara ha sempre vissuto avendodavanti la possibilit di essere ucci-so. Non lo hanno ucciso solo per-ch il popolo avrebbe reagito trop-po male. E allora mandavano av-vertimenti abbastanza chiari: inve-ce dei vescovi, uccidevano i segre-tari dei vescovi, come accadde alsegretario di dom Hlder.

    Lei ha citato Lula. Come ar-civescovo di Brasilia, avravuto a che fare con lui. Chebilancio fa della sua stagionealla guida del Paese?

    In sette anni a Brasilia non lhomai visto in Cattedrale... [sorride].E a volte faceva affermazioni un posorprendenti, come quando dicevadi avere una morale come persona

    privata e una morale come presi-dente Ma certo la percezione delsuo contributo molto positiva, econdivisa dalla maggioranza deibrasiliani. Ha amato il suo popoloe, essendo stato un operaio, ha ca-pito la condizione dei brasiliani percome essa nella realt concreta.Con lui il Brasile ha avuto una cre-scita impressionante, e c stata an-che una certa redistribuzione delreddito. Ha combattuto la corruzio-ne, senza approfittare della posizio-ne di presidente per difendere i cor-rotti che stavano anche allinternodel suo partito.

    E Dilma, la nuova presi-denta?

    Dilma molto diversa. Lula unoperaio, la sua forza il sindacali-

    smo. Lui un sindacalista umani-sta, un fortissimo lottatore. Dilma unintellettuale, e per altri versi pi pragmatica. Ma dicono che ab-bia sostegno popolare ancor pi diLula. Interessante, questo dato.

    Come iniziato il suo lavo-ro alla Congregazione per iReligiosi?

    Abbiamo dovuto affrontaremolte difficolt. Cera parecchiasfiducia da parte dei religiosi pervia di alcune posizioni prese inprecedenza. Adesso, il punto fo-cale del lavoro proprio quello diricostruire un rapporto di fiducia.Col segretario della Congregazio-ne, Joseph William Tobin, lavoria-mo insieme, parliamo molto, in

    modo che le decisioni siano presein comune.

    Come sta procedendo la vi-cenda delle ispezioni alle con-gregazioni religiose femminilidegli Stati Uniti?

    Anche quella non una vicendafacile. Cera sfiducia, contrapposi-zione. Abbiamo parlato con loro, leloro rappresentanze sono anchevenute qui a Roma. Abbiamo rico-minciato ad ascoltare. Non si trattadi dire che i problemi non esistono.Ma si pu affrontarli in un altro mo-do. Senza condanne preventive.Ascoltando le motivazioni. Adessoabbiamo tanti rapporti di indaginesu cui dobbiamo lavorare. Poi c ilrapporto di suor Clare Millea [la re-ligiosa designata dal Vaticano co-

    me visitatrice apostolica, ndr] chesar importante.

    Sono legittimi e utili i con-fronti tra gli ordini religiosipi antichi e i nuovi movimen-ti? A volte c chi li mette inconcorrenza, o addirittura incontrasto.

    I carismi che fioriscono nel tem-po presente vengono donati allaChiesa di oggi. Forse tra ventanninon avranno la stessa rilevanza. Equesto non dovrebbe urtare con icarismi pi antichi. Se vivono in fe-delt al carisma iniziale donato alloro fondatore, troveranno anche ilmodo di dare qualcosa in questotempo. Il pericolo quando si per-de lo spirito dei fondatori.

    30 30GIORNI N.4/5 - 2011

    V ita consacrata

  • In questo senso, che cosaha rappresentato per lei la vi-cenda del fondatore dei Legio-nari di Cristo?

    Certo, un dolore quando si ve-de lespandersi di una realt che sipresenta come carismatica, e poi siscopre lindegnit del suo iniziato-re. Come sia possibile, rimane unmistero. Quello dei Legionari non lunico caso. In Brasile abbiamoavuto il caso della Toca de Assis.Una comunit che vestiva un abitodi foggia francescana che richiama-va lattenzione, e che si era messanel filone della Cano nova [co-munit-network nata in Brasile e le-gata al movimento carismatico,ndr]. Davano di s unimmagineforte, con frati che dicevano di ren-dere gloria a Dio cantando e ballan-do. Avevano coinvolto circa seicen-to ragazzi. Finch si scoperto cheil fondatore aveva anche lui com-portamenti moralmente indegnicoi suoi seguaci. Quanto ai Legio-nari, nella loro struttura non miconvinceva gi da prima la man-

    canza di fiducia nella libert dellepersone che vedevo al loro interno.Un autoritarismo che cercava didominare tutto con la disciplina.Avevo gi tolto i seminaristi di Bra-silia dai loro seminari, perch vede-vo che cos le cose non potevanoandare avanti.

    Non crede che in passato cisia stata troppa enfasi sui nuovimovimenti, che a volte ha na-scosto aspetti problematici?

    Nelle nuove comunit e neinuovi movimenti non tutto bello egiusto a priori. In alcune realt sivede che ci sono aspetti davverosquilibrati. Certo, non si pu nega-re che in molte di queste realt sisono viste cose grandissime. In

    molti luoghi hanno portato fre-schezza, gioia, novit, giovent.Credo che comunque il tempo at-tuale non sia pi il tempo in cuiognuno fa per s, in cui tutti sonoseparati fino a entrare in contrastogli uni con gli altri e sono uniti solonel riferimento comune al Papa.

    Dicevo a Brasilia: se voi dei carismipi grandi mortificate e annullate icarismi pi piccoli perch avete co-me solo criterio quello di allargarvie di prendere pi spazio, questonon da Dio. Se c un carismet-to piccolino, per esempio in unaparrocchia, aiutatelo a crescere, in-vece di contrastarlo.

    Oltre al suo legame con ilFocolare, nota anche la suaamicizia con la Comunit diSantEgidio.

    S. Ho molta stima di AndreaRiccardi. Spero di andarli a trovarepresto.

    Negli ultimi tempi, un feno-meno diffuso quello di nuoviistituti di vita consacrata che a

    volte vivono situazioni di con-trasto coi vescovi e con le pro-prie Chiese nazionali.

    Io ho sempre un po pauraquando un gruppo comincia apensare e a dire: noi siamo gli unicia difendere la vera Chiesa e la Tra-dizione. Noi possediamo la luce diDio, e gli altri no. Nella Chiesa nonfunziona cos. E Dio non lavora co-s. Lui distribuisce i suoi doni, nonha mai dato tutta la sua grazia auna sola persona. Se pensiamo al-lesperienza di Dio con il suo po-polo, anche nella Bibbia quello cherisalta non lesclusivismo elitario,ma piuttosto la pazienza e la mise-ricordia verso quel popolo pieno dilimiti, che si perdeva lungo il cam-mino. Quanto ha aspettato, quan-te volte stato deluso... E se poi siguarda anche ai santi, si vede che iveri santi sono sempre amici fra lo-ro. Sono diversi, magari a volte liti-gano, ma poi chiedono perdono elavorano insieme. Anche quelli diadesso, come don Giussani e Chia-ra Lubich. q

    3130GIORNI N.4/5 - 2011

    Intervista con larcivescovo Joo Braz de Aviz

    Il presidente brasiliano uscente Luiz Incio Lula da Silva solleva il braccio del neopresidenteDilma Rousseff a Palazzo Planalto,Brasilia, il 1 gennaio 2011

    Quando ascoltavamo dom Hlder Cmara, durante il regimemilitare, ci faceva fremere dallemozione. Non lo hanno ucciso soloperch il popolo avrebbe reagito troppo male. E allora mandavanoavvertimenti abbastanza chiari: invece dei vescovi, uccidevano i segretari dei vescovi, come accadde al segretario di dom Hlder

    Dom Hlder Cmara durante una visitapastorale a Morro da Conceio,Recife, nel 1968; a sinistra, scar Romero con i seminaristi a Playa el Majahual, nel 1978

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  • 34 30GIORNI N.4/5 - 2011

    I l 15 marzo i vescovi maroniti,riuniti a Bkerk (nei pressi diBeirut), la sede del Patriarcato,hanno eletto Bchara Ra, vescovodi Jbeil, Byblos dei Maroniti, nuovopatriarca di Antiochia dei Maroniti.Sua beatitudine Bchara Boutros

    Ra, 71 anni, ordinato sacerdotenel 1967 e diventato vescovo nel1986, conosce bene Roma e il Vati-cano, in quanto qui ha studiato,presso il Pontificio Collegio Maro-nita, e qui, per anni, anche in qua-lit di membro del Pontificio Consi-

    Medio Oriente

    Sopra, Bchara Ra subitodopo la sua elezione

    a patriarca di Antiochia dei Maroniti, il 15 marzo 2011; a destra, la folla di fedeli giunti

    presso la sede del Patriarcato a Bkerk per salutare

    il nuovo patriarca

    di convivenza dal LibanoUn messaggio

    Il dialogo con lislam, un nuovo confronto con i politici cristiani, la necessit di un rapporto con Hezbollah, la tragedia del conflittoisraelo-palestinese: intervista con sua beatitudine Bchara Ra, nuovo patriarca di Antiochia dei Maroniti

    di Davide Malacaria

  • glio delle Comunicazioni sociali, stato il responsabile del programmaarabo della Radio Vaticana. Suabeatitudine Bchara Ra succede aNasrallah Pierre Sfeir, che lo scorsofebbraio, a novantanni, ha dato ledimissioni. Lo scorso 14 aprile, ri-cevendo in udienza il nuovo patriar-ca, Benedetto XVI ha concesso laecclesiastica communio.

    Da alcuni anni in Libano, Paesecruciale per la stabilit del MedioOriente, la solennit dellAnnun-ciazione stata dichiarata festanazionale, con gioia dei cristiani,ovviamente, e degli islamici, chevenerano in Maria la madre delprofeta Ges. Una festa nata al-linsegna di quella convivenza tracristiani e islamici che, pur nellealterne e a volte dolorose vicendedella storia, stata la caratteristicadi questo Paese. Bchara in arabovuol dire Annunciazione. Unbuon auspicio.

    Che cosa ha pensato al mo-mento dellelezione?

    BCHARA RA: Durante il Si-nodo, gli altri possibili candidati alpatriarcato, a un certo momentohanno fatto un passo indietro per-ch si arrivasse a unelezione una-nime. stato in quel momento chemi venuto in mente il motto delmio mandato: Comunione e amo-re, che poi ho scritto sulla schedaelettorale. Cos, durante lo scruti-

    nio, mentre veniva ripetuto il mionome, a un certo momento statoletto anche questo motto. Era unmodo per dire che accettavo quan-to deciso nel Sinodo, ma allinse-gna, appunto, della comunione edellamore.

    La Chiesa maronita, di ritoorientale e da sempre in comu-nione con Roma, gioca un ruo-lo di ponte tra la cristianit oc-cidentale e quella ortodossa?

    Per storia i maroniti hanno rap-porti fecondi sia con le Chiese ditradizione greca e siriaca sia con laSanta Sede. Anche per questo han-no giocato un ruolo importantequando sono avvenute unioni traChiese di rito orientale e Roma mi riferisco alle Chiese chiamateuniate. Per storia e tradizione il no-stro ruolo quello di essere ponte

    tra Chiesa cattolica e Chiesa orto-dossa. Un compito ecumenicomolto prezioso per la cristianit.

    Sempre a proposito dei rap-porti con lOrtodossia, il cardi-nale Levada, prefetto dellaCongregazione per la Dottrinadella fede, nel suo intervento alSinodo per le Chiese orientaliha detto di voler interpellare ipatriarchi dOriente per racco-gliere pareri per una possibileriforma del ministero petrino...

    Una cosa analoga stata fattagi al tempo di Giovanni Paolo II.Io ero membro della Commissioneche doveva raccogliere le rispostedei patriarchi e riferire al Santo Pa-dre. In quella sede avevamo raccol-to i contributi di vari patriarchi e ve-scovi orientali, ma poi questo lavo-ro rimasto incompiuto.

    Tra le varie proposte giuntealla Commissione ce neraqualcuna che aveva attirato pidi altre la sua attenzione?

    Tra le altre, vi era la propostache i patriarcati orientali potesseroestendere la loro giurisdizione suifedeli della diaspora, quindi fuoridal territorio tradizionalmente chia-mato territorio patriarcale. Questaproposta, purtroppo, non stataaccolta. Ricordo che se ne parl nel2000, in occasione di un convegnoper il decennale della promulgazio-ne del Codice di diritto canonicodelle Chiese orientali, e, in quellasede, il segretario di Stato vaticano,parlando a nome del Papa,

    3530GIORNI N.4/5- 2011

    Intervista con il patriarca di Antiochia dei Maroniti

    A destra, Benedetto XVIriceve in udienza sua beatitudine

    Bchara Ra, il 14 aprile 2011

  • spieg come non fosse possibileestendere la giurisdizione dei pa-triarcati, per due ordini di motivi. Ilprimo riguarda il principio di terri-torialit: per tradizione il territoriopatriarcale ha un limite geograficolimitato allambito orientale, n ilprincipio di territorialit pu diven-tare principio di soggettivit. Il se-condo motivo, ci fu riferito, che ilpatriarcato unistituzione eccle-siastica e, come tale, pu anchesparire, mentre lepiscopato e il pa-pato sono, allopposto, istituzionidivine e non caduche. Poich il pa-pa vescovo di tutti i cattolici e poi-ch ci sono vescovi locali che han-no il potere pastorale giurisdiziona-le anche sui fedeli della diasporaorientale, non c bisogno di esten-dere la giurisdizione del patriarca.Questa in estrema sintesi la rispo-sta che fu data.

    Quanto importante il rap-porto tra il Patriarcato di An-tiochia dei Maroniti e i fedelidel la diaspora sparsi nelmondo?

    Per il patriarca di Antiochia deiMaroniti importante avere curaanche di questi fedeli. un compitosvolto gi dalle diverse diocesi ma-ronite sparse nel mondo; altrove,invece, a tale cura provvedono co-munit organizzate, cio parrocchiemaronite, che dipendono dallordi-nario locale, che poi quello latino;infine ci sono comunit senza sacer-doti. Quindi nostro compito prov-vedere a livello pastorale: inviare sa-cerdoti, religiosi e religiose e, doveci sono comunit organizzate, prov-vedere alle diocesi. Ma il legame tragli emigrati e la madrepatria man-tenuto anche a livello ecclesiale e disociet civile, attraverso le tante or-

    ganizzazioni che conservano vitalitali rapporti. Un aspetto rilevante diquesto legame il mantenimentodella cittadinanza libanese da partedei discendenti di famiglie maronite. importante perch, in un sistemapolitico come quello libanese, fon-dato sulla demografia, consente aicristiani di mantenere immutato illoro numero e, conseguentemente,il loro peso politico. Si tenga contoche il nostro sistema politico vedeuna partecipazione paritetica allagestione della cosa pubblica di cri-stiani e musulmani, in quanto la po-polazione composta per met dacristiani e per met da musulmani:se i numeri dovessero mutare mol-to, cambierebbe anche tale equili-brio. Ma il legame con i nostri emi-grati importante anche perch ilLibano rappresenta per i maroniti laloro patria spirituale, le loro tradizio-ni, la loro storia. Inoltre tale legamepermette agli emigrati di sostenereeconomicamente le famiglie rima-ste in patria e anche la causa liba-nese. Infine la diaspora pu faremolto a livello di progetti di sviluppoe di progetti sociali.

    Dopo la sua elezione, lei havoluto incontrare i quattro piimportanti leader dei partitipolitici cristiani presenti in Li-bano...

    In Libano adesso c una grandedivisione tra quello che si chiama ilBlocco del 14 marzo, che vededei partiti cristiani alleati con i mu-sulmani sunniti (che hanno rapporticon Arabia Saudita, Egitto e StatiUniti), e il Blocco dell8 marzo,che vede altri cristiani alleati con glisciiti ed Hezbollah, i quali, a lorovolta, hanno rapporti con Iran e Si-

    30GIORNI N.4/5 - 2011

    Medio Oriente

    36

    I vari leader cristiani hanno parlato delle lorodiverse opzioni politiche e, pur ribadendo le proprie posizioni, sono arrivati allaconclusione che le loro visioni politiche sono complementari e non in conflitto. La molteplicit di opzioni politiche, piuttostoche causa di scontri, pu invece essere una ricchezza e garanzia di democrazia

    Il patriarca Bchara Ra, al centro dellafoto, e, da sinistra: Amin Gemayel, leader delle Falangi libanesi; Samir Geagea,leader del partito Forze libanesi; Michel Aoun, ex generale ed ex primoministro libanese, leader del Liberomovimento patriottico libanese, la formazione politica maronita alleata di Hezbollah; Suleiman Franjieh, figlio del premier assassinato nel 1978,oggi parlamentare e leader del movimento Marada, in occasione di un incontro, presso il Patriarcato, tra i capi storici dei principali partitipolitici cristiani, il 19 aprile 2011

  • ria. Ci crea tensione, anche per-ch tra sciiti e sunniti c grandeconflittualit. Questa situazione hacreato distanze anche tra cristiani,tanto che i leader politici cristianinon riuscivano a incontrarsi. Cosho organizzato questo incontro alPatriarcato nella speranza di favori-re una distensione nei rapporti tracristiani e, di conseguenza, anchenella nazione. Ed quello che suc-cesso. I vari leader cristiani hannoparlato delle loro diverse opzionipolitiche e, pur ribadendo le pro-prie posizioni, sono arrivati allaconclusione che le loro visioni poli-tiche sono complementari e non inconflitto. La molteplicit di opzionipolitiche, piuttosto che causa discontri, pu invece essere una ric-chezza e garanzia di democrazia.Nellincontro si registrata una bel-la intesa, che ha creato distensionea livello pubblico. Ora, dopo che si rotto il ghiaccio, gli incontri tra poli-tici cristiani proseguiranno, ma piallargati, per ampliare le basi deldialogo. Oltre a questo incontro, alPatriarcato si tenuto un vertice tradiversi capi religiosi, musulmani ecristiani. Ad esso ha fatto seguitouna dichiarazione comune sui prin-cipi e i fondamenti della nazione neiquali tutti i libanesi, al di l della lororeligione, si riconoscono, e sul fatto

    che la politica, in quanto tale, deveessere lasciata ai politici. Credo chetutto questo possa dare nuovo im-pulso allunit del Paese. Spero, in-fine, che presto si possano realizza-re incontri tra politici musulmani ecristiani, nellambito dei quali con-frontarsi sui temi pi caldi della vitasociale e politica del Paese.

    Quindi il problema non tanto creare un unico partitopolitico dei cristiani, quantocercare unintesa tra i varipartiti.

    Il Libano un Paese democrati-co e pluralista, quindi ben venganodiversit di opinioni e di vedute.Per ci sono due cose che ci unisco-no: i fondamenti della nazione e icomuni obiettivi. Il Libano si fondasu alcuni principi politici che, fin dal-la nascita dello Stato, ne costituisco-no una costante mai venuta meno:cio che il Libano un Paese demo-cratico, parlamentare, basato sullaconvivenza tra musulmani e cristia-ni, sui diritti delluomo, sulla libert,sul patto nazionale che vede cristia-ni e musulmani partecipare in ma-niera egualitaria alla gestione dellacosa pubblica. Questi sono i fonda-menti del nostro Paese, indispensa-bili proprio per la natura della nostranazione: perch in Libano, data lapresenza storica di cristiani e islami-

    ci, esistono due tradizioni diverse,due culture diverse e via dicendo.Per quanto riguarda gli obiettivi co-muni, invece, sintende: come con-servare il Libano come entit stata-le, come conservare la sua identit ecome agire per il bene comune e,per quanto riguarda in particolare icristiani, come conservare la loropresenza nel nostro Paese. Per pre-servare i principi fondamentali delnostro Stato e per raggiungere taliobiettivi non si tratta di unificare levarie opzioni politiche, anzi. Si diceche tutte le strade portano a Ro-ma: ben vengano le diversit di opi-nioni, di scelte politiche, di alleanzeperch non c una fazione politicache possa pretendere di essere quel-la vera, tutte hanno un aspetto diverit. Il nostro compito quello difavorire questo approccio costrutti-vo e non conflittuale.

    Come si rapporter il pa-triarca con Hezbollah?

    In passato esisteva una Commis-sione in cui il Patriarcato ed Hezbol-lah dialogavano sui problemi delPaese, ma questo confronto profi-cuo si fermato. Quando, dopo lamia elezione, una delegazione diHezbollah venuta a rendereomaggio al nuovo patriarca, ho det-to loro che si doveva riprendere ildialogo, in particolare attraverso il

    3730GIORNI N.4/5 - 2011

    Intervista con il patriarca di Antiochia dei Maroniti

    Da sinistra, il muft sunnita Mohammed Rashid Qabbani, il patriarca Bchara Ra, il muft sciita Abdel Amir Kabalan e il muft druso Naim Hassan in occasione del vertice tra capi religiosi cristiani e musulmani organizzato dal Patriarcato a Bkerk, il 12 maggio 2011

  • ripristino di questa Commissione,perch non possiamo lasciarlo ca-dere nel vuoto. I conflitti tra uomini,tra gruppi nascono da incompren-sioni o pregiudizi. Non che dob-biamo dialogare su tutte le scelte po-litiche, per ci si pu provare a chia-rire su molti punti. In passato, ri-guardo a Hezbollah, c stato il pro-blema della natura di questo partitoperch, in particolare, cera chi nonaccettava che possedesse delle ar-mi. Oggi, per, tale discussione si esaurita, perch sterile. Adesso siparla di strategia comune di difesa,cio di come il Libano debba orga-nizzare il possesso e luso delle armi.Non accettabile il fatto che Hez-bollah possa usare le armi quandovuole, possa dichiarare guerra otrattare la pace con Israele senzanessun rapporto con il governo delPaese. Si parla allora di una strate-gia di difesa che riguarda insieme loStato, Hezbollah, lesercito regola-re, le milizie di Hezbollah e cos via.Non siamo ancora arrivati a un chia-rimento sul punto, per il concetto stato accettato un po da tutti. Alcontrario, invece, stata rifiutata alcento per cento la tesi secondo laquale Hezbollah dovrebbe conse-gnare le armi. una richiesta chenon pu essere accettata e, tra lal-tro, rende critico il rapporto conHezbollah. Dobbiamo confrontarci,

    anche per ottenere garanzie sul fat-to che Hezbollah non usi le armi sulpiano interno, per rivalersi sui pro-pri avversari politici, n dichiariguerra a Israele a prescindere daogni riferimento al legittimo poterelibanese. Non accettabile uno Sta-to dentro lo Stato. Sono temi chesintetizziamo con lespressionestrategia comune di difesa.

    Pi volte ha parlato del-limportanza della convivenzatra cristiani e musulmani inLibano...

    La convivenza nel nostro Paese stata sancita con il Patto naziona-le del 43, quando musulmani e cri-stiani hanno espresso due negazio-ni: no allOriente e no allOcciden-te. Vuol dire che i musulmani liba-nesi non possono lavorare a unprocesso di integrazione con la Si-ria o con qualsiasi altro Paese ara-bo a regime islamico, n i cristianicon lOccidente e, nello specifico,con la Francia. Allo stesso tempo imusulmani hanno rinunciato aogni pretesa riguardo alla possibi-lit di instaurare una teocrazia isla-mica mentre i cristiani, a loro vol-ta, hanno rinunciato al laicismo distampo occidentale. Cos in Liba-no si costruito uno Stato che una via di mezzo tra la teocraziaorientale e i regimi secolarizzati oc-cidentali. un Paese civile, che ri-

    spetta la dimensione religiosa ditutti i cittadini; non pu essere im-posto un sistema teocratico, nuna religione di Stato. La convi-venza tra cristiani e musulmani stabilita dalla Costituzione, la qualeafferma, allarticolo 9, che il Liba-no un grande omaggio a Dio, ri-spetta tutte le religioni, riconosce iloro statuti, garantisce la libert re-ligiosa e la pratica religiosa di tutti.Lo Stato libanese non legifera inmaterie che riguardano la religio-ne, in materia di matrimonio o al-tro, come invece accade in Occi-dente dove si fanno leggi in contra-sto con la legge naturale: ad esem-pio, quella sui matrimoni tra perso-ne dello stesso sesso. In queste ma-terie le diverse comunit religiosehanno una loro autonomia legisla-tiva.

    Reputa che il Libano sia unesempio virtuoso di conviven-za anche a livello internazio-nale?

    Certo. Vediamo che in Occiden-te la religione messa da parte equesto lislam non pu accettarlo.Daltro canto vediamo come nelmondo orientale si siano instauratisistemi politici in cui la religione haunimportanza fondamentale, machiusi. E ci riguarda sia i Paesi isla-mici che Israele. In Libano, invece,c uno Stato democratico, plurali-

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    M

    A sinistra, un ragazzo sotto la statua della Vergine Maria nel santuario di Harissa; a destra, fedeli durante la santa messa domenicale nella chiesa di San Giorgio, nel villaggio di Qoleia

    edio Oriente

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    sta, che rispetta la dimensione reli-giosa di tutti i cittadini e i diritti del-luomo. la bellezza del nostro Pae-se, che ha fatto affermare a Giovan-ni Paolo II che il Libano pi che unanazione un messaggio e un esem-pio, un esempio virtuoso per lO-riente rispetto ai regimi fondati sullareligione, e per lOccidente rispettoa sistemi politici informati alla seco-larizzazione.

    Qual la sua opinione suimovimenti di rivolta che sistanno propagando nei Paesiarabi e che, tra laltro, toccanoun Paese, come la Siria, moltoimportante per il Libano?

    Il problema complesso. In Siriagoverna una minoranza alawita,mentre la grande maggioranza dei

    musulmani siriani sunnita. I sunni-ti, che non sono affatto fondamen-talisti, governavano il Paese primache arrivassero gli Assad e ora chie-dono riforme... In Egitto invece cisono i Fratelli musulmani che pos-sono dare unimpronta fondamen-talista al nuovo corso politico. Biso-gna considerare che lislam dila-niato da diversi conflitti: tra sciiti esunniti in Iraq e altrove, tra alawiti esunniti in Siria in altri Paesi. Non sodove porter tutto questo, ma preoccupante: c il pericolo che inqualcuno di questi Stati sinstauri unregime islamico fondamentalista oun regime dittatoriale peggiore deiprecedenti; oppure che si giunga al-la partizione di questa regione inpiccoli Stati confessionali, secondo

    quello che alcuni osservatori inter-nazionali chiamano progetto perun nuovo Medio Oriente. Il futuro incerto. Noi auspichiamo chequesti Paesi trovino la pace nel ri-spetto dei diritti umani dei popoli,perch sappiamo che quelli che so-no stati messi in discussione sonoregimi di impronta dittatoriale, neiquali vigono un sistema politico-reli-gioso chiuso e il partito unico. SonoPaesi con grandi risorse, ma le cuiricchezze non sono distribuite e incui la gente molto povera. Tuttequeste rivolte, queste manifestazio-ni di massa sono state condotte, ge-neralmente, senza armi, con Face-book: gente che reclama i propridiritti e libert. Alcuni Paesi hannofatto le riforme, altri non le han-

    Intervista con il patriarca di Antiochia dei Maroniti

    In passato, riguardo a Hezbollah, c stato il problema della natura di questo partito perch, in particolare, cera chi non accettava che possedesse delle armi. Oggi, per, tale discussione si esaurita,perch sterile. Adesso si parla di strategia comune di difesa, cio di come il Libano debba organizzare il possesso e luso delle armi

    I sostenitori di Hezbollah manifestano a Beirut il 19 marzo 2011 in favore delle sollevazioni popolari contro i regimi di Egitto, Tunisia, Yemen, Libia e Bahrein

  • no fatte. Dove non si trovata unarisposta positiva alle attese dellagente, la situazione va peggiorandoe questo ci preoccupa sempre dipi, anche perch questa crisi si ri-percuote molto negativamente sullecomunit cristiane, com avvenutoin Iraq, perch purtroppo a subire leconseguenze di certe situazioni so-no i cristiani. Siamo molto preoccu-pati anche per il Libano, che si tro-va in questo ambito e risente di tuttequeste crisi. Noi ci rivolgiamo allacomunit internazionale perchaiuti questi popoli.

    Lultima domanda riguardala pace tra Israele e Palestina

    Allorigine di tutte le crisi e ditutti i problemi del Medio Orientec il conflitto israelo-palestinese.

    il peccato originale, la matri-ce che nutre tutte le crisi della no-stra regione. Purtroppo la comu-nit internazionale non sta agen-do come dovrebbe: bisogna appli-care le risoluzioni del Consiglio disicurezza, a cominciare da quellache prevede il ritorno dei profu-ghi nella propria terra. LOnu stata creata per favorire la pacenel mondo e invece non fa nulla,perch, purtroppo, ostaggiodelle grandi potenze. I palestinesidevono avere il loro Stato e i pro-fughi devono poter far ritorno allapropria terra. Il Libano ospitamezzo milione di profughi su untotale di quattro milioni di abitan-ti, un numero esorbitante... Unapresenza che costituisce un pro-

    blema per la sicurezza, dal mo-mento che hanno armi e le usanoal di fuori di ogni controllo, maanche un dramma politico e so-ciale. I conflitti che hanno tor-mentato il Libano, dal 75 fino adoggi, sono stati causati dalla pre-senza di questi profughi, che pre-mono per tornare nelle loro terre.Se si risolvesse questo conflittoanche Hezbollah perderebbe lasua ragion dessere... che legrandi potenze giocano sulla sor-te dei popoli. Basta vedere quelche successo in Iraq, dove si intervenuti, si detto, per instau-rare la democrazia e, in un decen-nio, sono state uccise pi personedi quante ne abbia mai ucciseSaddam Hussein... q

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    Medio Oriente

    Allorigine di tutte le crisi e di tutti i problemi del Medio Oriente c il conflitto israelo-palestinese. il peccato originale, la matrice che nutre tutte le crisi della nostra regione. Purtroppo la comunitinternazionale non sta agendo come dovrebbe: bisogna applicare le risoluz