3. LETTURA GEOPEDOLOGICA, FITOSOCIOLOGICA ED … · localizzata e non in tutti gli orizzonti....

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58 3. LETTURA GEOPEDOLOGICA, FITOSOCIOLOGICA ED ECOLOGICA DI DUE STAZIONI SUL PASSO VALLES 3.1 INTRODUZIONE Nell’ottica della complessa visione trans-disciplinare, nell’analisi eseguita dei vari comparti ambientali, sia biotici che abiotici, rientra appieno un caso di lettura geopedologica, fitosociologica ed ecologica strettamente correlate tra loro. Per questo tipo di analisi sono state scelte due stazioni esemplificative sul Passo Valles, per evidenziare le possibili e profonde differenze che sono riscontrabili nell’ambiente su campo, anche se due stazioni sono situate a poche centinaia di metri l’una dall’altra, a medesime condizioni climatiche, altitudinali, di esposizione, di utilizzo antropico, etc. (Fig. 3.1) Fig. 3.1 – Veduta dal satellite del Passo Valles, localizzazione delle stazioni di campionamento. Fotografia di Google Earth. Le stazioni di lettura geopedologica e di lettura fitosociologica non coincidono perfettamente, ovvero non è stato aperto il profilo esattamente al di sotto dell’individuo d’associazione preso in considerazione. Si è fatta questa scelta per evitare di avere un effetto più distruttivo che educativo dell’esperienza, visti già i radi nuclei di arbusteti presenti nelle aree circostanti le stazioni, adibite come utilizzo al pascolo alpino.

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3. LETTURA GEOPEDOLOGICA, FITOSOCIOLOGICA ED ECOLOGICA DI DUE STAZIONI SUL PASSO VALLES

3.1 INTRODUZIONE Nell’ottica della complessa visione trans-disciplinare, nell’analisi eseguita dei vari comparti ambientali, sia biotici che abiotici, rientra appieno un caso di lettura geopedologica, fitosociologica ed ecologica strettamente correlate tra loro. Per questo tipo di analisi sono state scelte due stazioni esemplificative sul Passo Valles, per evidenziare le possibili e profonde differenze che sono riscontrabili nell’ambiente su campo, anche se due stazioni sono situate a poche centinaia di metri l’una dall’altra, a medesime condizioni climatiche, altitudinali, di esposizione, di utilizzo antropico, etc. (Fig. 3.1)

Fig. 3.1 – Veduta dal satellite del Passo Valles, localizzazione delle stazioni di campionamento. Fotografia di Google Earth. Le stazioni di lettura geopedologica e di lettura fitosociologica non coincidono perfettamente, ovvero non è stato aperto il profilo esattamente al di sotto dell’individuo d’associazione preso in considerazione. Si è fatta questa scelta per evitare di avere un effetto più distruttivo che educativo dell’esperienza, visti già i radi nuclei di arbusteti presenti nelle aree circostanti le stazioni, adibite come utilizzo al pascolo alpino.

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I profili comunque sono stati aperti nelle prossime vicinanze in zone di minor rilevanza ecologica, ovvero sono stati aperti in prossimità dei nuclei di arbusteti, ma su copertura a predominanza erbacea, dominanti nelle aree. Punto di partenza per la diramazione in due ordini di suoli nettamente differenti, caratterizzati da diversi processi pedogenetici, e di conseguenza in due individui d’associazione, costituiti anche da due specie a vicarianza ecologiche, è il diverso substrato litologico. Nella prima stazione la roccia madre è caratterizzata dai porfidi quarziferi del Permiano, e con qualche probabilità anche dalle arenarie di Val Gardena, queste rocce negli affioramenti risultano molto alterate e quindi di forte e rapida influenza nell’evoluzione pedogenetica del suolo. Nella seconda stazione la roccia madre è caratterizzata da gessi evaporitici della Formazione a Bellerophon, rocce in questo caso facilmente alterabili e ricche di figure erosive calanchive. 3.2 IL METODO DELL’ANALISI GEOPEDOLOGICA SU CAMPO L’analisi geopedologica effettuata prevede:

- breve descrizione e inquadramento della stazione scelta; - apertura del profilo e descrizione delle caratteristiche leggibili degli orizzonti

riconosciuti; - definizione tassonomica del suolo secondo Soil Taxonomy.

Sono stati aperti 2 profili con la pala, uno per stazione, facendo molta attenzione comunque a conservare, arrotolando, il cotico erboso, per poi richiudere il profilo evitando di lasciare esposte pericolose buche e di creare un punto di facile aggressione per localizzati fenomeni erosivi nel tempo. Si è tentato per entrambi di raggiungere l’orizzonte R in modo da avere una visione completa del profilo, nel secondo caso non si è riusciti, ma comunque si è arrivati ad un profondo orizzonte BC, soddisfacente come completezza di scavo, perché solo quest’ultimo limite inferiore è rimasto sconosciuto. Nella descrizione delle caratteristiche degli orizzonti sono state utilizzate scale dei parametri riconducibili a schede o manuali ufficiali (in bibliografia). Si è scelto di non adoperare come unica fonte un unico testo di descrizione del suolo, perché si è preferito prendere da vari manuali le scale più consone alla descrizione e alle annotazioni prese su campo. La strumentazione da campo in dotazione era il Kit-soil, contenente:

- martello (non da geologo), paletta, spatola e coltello serramanico; - metro pieghevole e sacchetti in PE per il campionamento; - Soil Color Charts (Munsell, 1990); - tavola con diagramma delle Classi Tessiturali e bottiglia con acqua; - vaschetta in porcellana, indicatore universale Carlo Erba e tavola per la lettura del pH; - soluzione di HCl 10%.

3.3 IL METODO DELL’ANALISI FITOSOCIOLOGICA SU CAMPO Nell’analisi fitosociologica si è adottato il metodo di rilevamento semplificato di Braun-Blanquet. Nel quale, scelta un’area con omogeneità di vegetazione e di parametri di stazionali, raccolti in una breve descrizione, si passa dapprima alla stesura della flora della stazione e poi si dà specie per specie una stima a occhio della sua copertura. La scala secondo la quale si dà un’indicazione della copertura è la scala convenzionale di Braun-Blanquet (Tab. 3.1).

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Tab. 3.1 – Scala convenzionale di Braun-Blanquet, per l’abbondanza-dominanza di specie vegetali e conversione in Pesi.

Copertura della specie Valori indicatori di abbondanza-dominanza della Scala Braun-Blanquet

Valori indicatori convertiti in Peso

< 1% + 1 1 ÷ 5% 1 2 5 ÷ 25% 2 3

25 ÷ 50% 3 4 50 ÷ 75% 4 5 75 ÷ 100% 5 6

Si dà inoltre un’indicazione sulla struttura verticale dell’individuo d’associazione secondo 3 strati: A arboreo (assenti nei nostri casi), B arbustivo e C erbaceo. Lo strato muscinale D non viene infatti preso in considerazione, vengono solo prese in considerazione piante superiori. Raccolti tutti questi dati in una tabella, si passa ad una descrizione sommaria della copertura di ogni strato (le quali somme possono superare il 100% appunto per la stratificazione), della copertura totale e soprattutto si fa una quantificazione della superficie campionata. L’efficacia della rapidità di questo metodo “ad occhio” si basa sulla variabilità della composizione della vegetazione per fattori accidentali, per la quale ha più senso esser meno precisi in un rilievo, ma eseguirne in compenso un numero maggiore, in modo da avere dati confrontabili e un quadro generale derivato dalla medie di questi. Nel nostro caso avendo effettuato un solo rilievo, non è valutabile la variabilità in confronto ad altri individui d’associazione comparabili. Si può quindi supporre una possibile associazione vegetale, ma lasciando comunque possibili plausibili incertezze. 3.4 IL METODO DELL’ANALISI ECOLOGICA CON APPLICAZIONE DEGLI INDICI ECOLOGICI DI LANDOLT È stata eseguita successivamente un’analisi ecologica allo studio della vegetazione delle due stazioni, con l’applicazione degli indici ecologici di Landolt (Tab. 3.2). I valori estrapolati dalla scala convenzionale di Braun-Blanquet per effettuare il calcolo degli indici ecologici di Landolt devono essere convertiti in Pesi numerici, come indicato in Tab. 3.1 precedente. Fatto ciò si va a moltiplicare il peso per il valore degli indici considerati, singolarmente per ogni indice, che nel nostro caso sono esclusivamente: F umidità del suolo, R reazione del suolo, H sostanza organica e D granulometria. Escluse a priori le specie che per quel parametro sono eurivalenti, negli indici hanno valore 9, si va a fare la divisione della somma dei prodotti con il peso della stazione, per ogni indice, e si ricava appunto un valore medio di ogni indice. Avendo un valore medio per ogni indice e quindi per ognuno dei parametri ecologici, o fattori ambientali, siamo in grado di descrivere le preferenze ecologiche del popolamento vegetale valutato. Le specie euriecie, ad ampia valenza ecologica, non sono per l’appunto valutate nel calcolo, perché non danno utili indicazioni di ristrette e definite preferenze dell’associazione. La corrispondenza di questi valori medi deve essere appunto l’analisi pedologica effettuata come riscontro e come confronto.

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Tab. 3.2 – Indici di Landolt e valenza ecologica.

Parametri Considerati Valori indicatori

degli Indici di Landolt

Descrizione della Valenza Ecologica

F (umidità del suolo) 1 elevata aridità 2 media aridità 3 media umidità 4 alta umidità 5 altissima umidità

R (reazione del suolo - pH) 1 pH 3 ÷ 4,5 2 pH 3,5 ÷ 5,5 3 pH 4,5 ÷ 7,5 4 pH 5,5 ÷ 8 5 pH > 6,5

N (nutrienti - composti azotati assimilabili) 1 suoli molto oligotrofici 2 oligotrofici 3 mesotrofici 4 eutrofici 5 molto eutrofici

H (humus - sostanza organica) 1 suoli primitivi 2 suoli minerali 3 suoli mediamente umiferi 4 suoli umiferi 5 suoli molto umiferi

D (granulometria) 1 roccia compatta 2 > 2mm 3 2 ÷ 0,05 mm 4 0,05 ÷ 0,002 mm 5 < 0,002 mm

L (grado di eliofilia) 1 specie molto sciafila 2 specie mediamente sciafila 3 specie subeliofila 4 specie mediamente eliofila 5 specie molto eliofila

T (grado di termofilia - fasce altimetriche) 1 alpina 2 subalpina 3 collinare - montana 4 collinare 5 planiziale - collinare

K (grado di continentalità) 1 clima oceanico 2 clima suboceanico

3 clima medio‐ continentale

4 clima subcontinentale 5 clima continentale

F, R, N, H, D, L, T, K 9 eurivalente

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3.5 IL RILEVAMENTO GEOPEDOLOGICO E LA DEFINIZIONE TASSONOMICA Tab. 3.3 – Descrizione della stazione 1. Data 24/07/2009 Località Passo Valles Altitudine 2050 m

Tipo fisionomico di vegetazione Nucleo di arbusteto nano subalpino all’interno di un’area sfruttata a pascolo, con predominanza di Rhododendron ferrugineum L., Juniperus nana Willd. e Vaccinium gaultherioides Bigelow.

Esposizione N Pendenza 35° - ripido Substrato Porfidi quarziferi

Morfologia Parte sommitale di un piccolo versante molto irregolare, con depressioni e distacchi di cotico erboso. Il profilo è stato aperto in una zona coperta da cotico erboso proprio.

Erosione Modesta erosione idrica dovuta a ruscellamento. Localizzati spostamenti di moderata massa di suolo verso il basso per geliflusso.

Drenaggio Libero, senza ristagni idrici Pietrosità e Rocciosità dell'intorno Comune, 5 ÷ 15% Regime di temperatura Al limite tra Cryico e Frigido Regime di umidità Perudico

Umidità di tutto il profilo Il profilo presenta umidità in tutti i suoi orizzonti, i primi due orizzonti sono però poco umidi, ma non presenta orizzonti secchi o asciutti.

Fessure e pori Il profilo non presenta fessure, ma presenta scarsi macropori grossolani e una abbondante macroporosità di dimensioni minori localizzata e non in tutti gli orizzonti.

Attività biologica e radici Radici presenti abbondantemente fino al limite inferiore dell'orizzonte Eb. Rilevata presenza di artropodi.

Fig. 3.2 – Profilo della stazione 1.

Fig. 3.3 – Dettaglio degli orizzonti di profilo 1.

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Tab. 3.4 – Descrizione degli orizzonti del profilo 1. ORIZZONTE Spessore Limite inferiore Colore pH Carbonati Struttura Consistenza

OiOe 0 - 3 cm abrupto ondulato - - - - molto debole

A 3 - 8 cm abrupto discontinuo

5 YR 3/3 4,5 nessuna

efferv.

tipo: poliedrica subangolare media (15 ÷ 20 mm) /

stabilità: moderata molto debole

Bh 8 - 11 cm abrupto lineare 5 YR 3/2,5 5 nessuna

efferv.

tipo: poliedrica subangolare molto grossolana (60 mm) /

stabilità: evidente

moderatamente debole

Bs 11 - 17 cm chiaro ondulato 7,5 YR 3,5/3 4 nessuna

efferv. tipo: prismatica fine (5 mm)

/ stabilità: debole

moderatamente resistente (per

l'abbondanza di scheletro)

C 17 - 47 cm chiaro ondulato 5 YR 3,5/3 5 nessuna

efferv. tipo: - / stabilità: sciolta

moderatamente resistente (per

l'abbondanza di scheletro)

Eb 47 - 52 cm abrupto lineare 5 YR 3/3,5 5 nessuna

efferv.

tipo: poliedrica angolare fine (5 mm)/ stabilità:

sciolta

moderatamente debole

Bhb 52 - 55 cm abrupto lineare 5 YR 2,5/1,5 4,5 nessuna

efferv.

tipo: poliedrica subangolare molto grossolana (60 mm) /

stabilità: evidente

moderatamente debole

Bsb 55 - 57 cm abrupto ondulato

5 YR 3/3 4,5 nessuna

efferv.

tipo: poliedrica subangolare fine (5 mm) / stabilità:

moderata

moderatamente debole

R 57 e + cm - - - - - - *il parametro Consistenza è stato valutato attraverso la penetrazione con coltello.

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Tessitura Scheletro Porosità Radici Altro

- - - - poco umido

franco sabbioso

quantità: scarso / dimensione: ghiaioso molto fine / forma: subangolare isodiametrico /

tipologia: silicatico

comune

tipo: erbacee e legnose medie / quantità: abbondanti /

andamento: subverticali e suborizzontali

orizzonte discontinuo, poco definito / poco

umido

franco quantità: assente / dimensione: - / forma: - / tipologia: -

molto scarsa

tipo: erbacee in minor quantità e legnose medie /

quantità: abbondanti / andamento: suborizzontali

manca l'orizzonte E sopra quest'orizzonte,

probabilmente assente per erosione / da questo orizzonte verso R umidità

maggiore pressochè costante

sabbioso

quantità: abbondante / dimensione: ghiaioso

grossolano / forma: angolare / tipologia: silicatico molto alterato

scarsa tipo: legnose medie e fini /

quantità: abbondanti / andamento: subverticali

lo scheletro a spigoli vivi, se maneggiato con

pressione si frantuma

sabbioso

quantità: molto abbondante / dimensione: da ghiaioso fine a

pietroso / forma: angolare / tipologia: silicatico molto alterato

abbondantetipo: legnose medie e fini /

quantità: comuni / andamento: suborizzontali

brusco calo di presenza di apparati radicali / lo

scheletro a spigoli vivi, se maneggiato con

pressione si frantuma

sabbioso franco

quantità: frequente / dimensione: ghiaioso medio-fine / forma: subangolare / tipologia:

silicatico alterato

abbondantetipo: legnose medie e fini /

quantità: scarse / andamento: suborizzontali

termina con questo orizzonte la presenza di

apparati radicali / scheletro meno alterato

rispetto a C

franco limoso

quantità: assente / dimensione: - / forma: - / tipologia: -

molto scarsa

tipo: - / quantità: assenti / andamento: - -

sabbioso quantità: assente / dimensione: - / forma: - / tipologia: - scarsa tipo: - / quantità: assenti /

andamento: - -

- - - - -

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Consultando i dati rilevati, esposti nelle Tab. 3.3 e 3.4, e applicando le chiavi della Soil Taxonomy (1999), si è arrivati alla definizione di due possibili scelte di tassonomiche. Queste dipendono dalla condizione limite in cui si trova la stazione dal punto di vista del regime di temperatura: tra il criico e il frigido, essendo situata proprio sul limite dei 2000 m che definisce il passaggio tra i due regimi. Indubbia è l’appartenenza di questo suolo all’ordine degli Spodosuoli, grazie alla presenza e alle caratteristiche dell’orizzonte diagnostico spodico (Bs). L’incertezza che porta alla diramazione tassonomica è a livello di sottordine, per il quale questo suolo potrebbe appartenere o ai Cryods o agli Orthods. Si è deciso così di continuare su due differenti strade, lasciando a eventuali definizioni future la scelta più consona tra le due proposte. Il suolo del profilo 1 potrebbe quindi essere definito come: Typic Haplocryod (nel caso di regime cryico) oppure come Typic Haplorthod (nel caso di regime frigido)

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Tab. 3.5 – Descrizione della stazione 2. Data 24/07/2009 Località Passo Valles Altitudine 2070 m

Tipo fisionomico di vegetazione

Nucleo di arbusteto nano subalpino, a predominanza di Rhododendron hirsutum L., Erica carnea L., Salix waldsteiniana Willd., all’interno di un’area sfruttata a pascolo con presenza di esemplari sparsi di Larix decidua, Mill.

Esposizione N-NE Pendenza 65° - molto ripido Substrato Gessi

Morfologia Parte mediana di un versante molto carsificato, con depressioni e distacchi di cotico erboso. Il profilo è stato aperto in una zona coperta da cotico erboso proprio.

Erosione Notevole erosione regressiva (o calanchiforme), con scivolamento di detrito verso valle.

Drenaggio Libero, senza ristagni idrici

Pietrosità e Rocciosità dell'intorno La stazione non presenta né pietrosità, né rocciosità. Nella zona limitrofa entrambe scarse.

Regime di temperatura Al limite tra Criico e Frigido Regime di umidità Perudico

Umidità di tutto il profilo Il profilo presenta umidità in tutti i suoi orizzonti. Dopo i primi orizzonti, i più profondi sono molto umidi.

Fessure e pori Il profilo non presenta fessure, ma presenta abbondante macroporosità di dimensioni a tutta la scala e in tutti gli orizzonti, con una diminuzione di presenza verso gli orizzonti più profondi.

Attività biologica e radici Radici presenti abbondantemente fino al limite inferiore dell'orizzonte Bw. Rilevata presenza di anellidi (lombrichi).

Fig. 3.4 – Profilo della stazione 2.

Fig. 3.5 – Dettaglio degli orizzonti di profilo 2.

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Tab. 3.6 – Descrizione degli orizzonti del profilo 2. ORIZZONTE Spessore Limite inferiore Colore pH Carbonati Struttura Consistenza* Tessitura

Oi 0 - 4 cm abrupto ondulato - - - - molto debole -

Oe 4 - 7 cm abrupto ondulato - - - - molto debole -

A1 7 - 22 cm chiaro ondulato 10 YR 2/2 8

efferv. molto debole

tipo: grumosa composita grossolana

feltrosa tendente a poliedrica grossolana /

stabilità: evidente

moderatamente resistente

argilloso limoso

A2 22 - 44 cm chiaro ondulato 10 YR 2/2 8

efferv. molto debole

tipo: composita grossolana tendente a poliedrica

grossolana / stabilità: evidente

moderatamente resistente

argilloso limoso

Bw 44 - 70 cm graduale diffuso 10 YR 4/3,5 9 efferv.

violenta

tipo: composita grossolana tendente a poliedrica

grossolana / stabilità:

moderata

moderatamente resistente argilloso

Bg1 70 - 80 cm graduale diffuso 10 YR 4/2,5 8 efferv.

violenta

tipo: poliedrica subangolare

grossolana (40 mm) / stabilità:

evidente

molto resistente argilloso

Bg2 80 - 90 cm graduale diffuso 10 YR 4/2,5 8 efferv.

violenta

tipo: poliedrica subangolare

grossolana (40 mm) / stabilità:

evidente

molto resistente argilloso

BC 90 - 100 cm sconosciuto 10 YR

4/3 8 efferv. violenta

tipo: poliedrica subangolare

grossolana (40 mm) / stabilità:

evidente

molto resistente (per

l'abbondanza di scheletro)

argilloso

*il parametro Consistenza è stato valutato attraverso la penetrazione con coltello.

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Scheletro Porosità Radici Altro

- - - umido

- - - umido

quantità: scarso / dimensione: ghiaioso fine

e medio / forma: angolare / tipologia: gessoso

abbondante

tipo: erbacee e legnose fini e medie / quantità:

abbondanti / andamento: suborizzontali e subverticali

umido / molto scarsamente calcareo / il colore così scuro può essere indice di presenza di molta sostanza organica /

fenomeno di decarbonatazione (la presenza di carbonati aumenta

notevolmente con la profondità del profilo)

quantità: scarso / dimensione: ghiaioso fine / forma: angolare / tipologia:

carbonatico

abbondante tipo: legnose grosse, medie e fini / quantità: abbondanti / andamento: suborizzontali

umido / molto scarsamente calcareo, ma con presenza localizzata di carbonati liberi / il colore così scuro può essere indice di

presenza di molta sostanza organica / presenza di lombrichi e probabilmente

coproliti / abbondante presenza di muffe e ife funginee

quantità: scarso / dimensione: ghiaioso medio e grossolano /

forma: angolare / tipologia: marnoso molto alterato

comune tipo: legnose medie e fini /

quantità: scarse / andamento: suborizzontali

molto umido / molto calcareo, con presenza localizzata di carbonati liberi /

comuni facce di pressione, indice di presenza di argille 2:1 espandibili / il

colore così chiaro può essere indice di orizzonte molto mineralizzato, ma si

trovano macchie di colore nero, indice di presenza di sostanza organica localizzata

proveniente da orizzonti superiori

quantità: frequente / dimensione: ghiaioso fine /

forma: subarrotondato / tipologia: carbonatico e marnoso molto alterato

comune tipo: - / quantità: assenti / andamento: -

molto umido / molto calcareo / comuni facce di pressione, indice di presenza di

argille 2:1 espandibili / abbondanti screziature di colore 2,5 Y 5/4 e 2,5 Y 4/3,

quindi indicatrici di falda oscillante e condizioni alternativamente ossidanti e riducenti / rilevata presenza di diplopodi

quantità: frequente / dimensione: ghiaioso fine /

forma: subarrotondato / tipologia: carbonatico e marnoso molto alterato

comune tipo: - / quantità: assenti / andamento: -

molto umido / molto calcareo / comuni facce di pressione, indice di presenza di

argille 2:1 espandibili / abbondanti screziature molto grossolane di colore 2,5 Y 4/3 e 2,5 Y 3/2, quindi indicatrici di falda

permanente e condizioni di idromorfia riducenti

quantità: abbondante / dimensione: ghiaioso grossolano / forma:

subarrotondato / tipologia: carbonatico e marnoso

molto alterato

comune tipo: - / quantità: assenti / andamento: -

molto umido / lo scheletro se maneggiato con pressione si frantuma / abbondanti

screziature molto grossolane di colore 2,5 Y 4/3 e 2,5 Y 3/2, quindi indicatrici di falda

permanente e condizioni di idromorfia riducenti

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Consultando i dati rilevati, esposti nelle Tab. 3.5 e 3.6, e applicando le chiavi della Soil Taxonomy (1999), si è arrivati alla definizione di tre possibili scelte tassonomiche. Queste dipendono:

- dalla condizione limite in cui si trova la stazione 2 dal punto di vista del regime di temperatura, come per il profilo della stazione 1;

- dall’evoluzione dei suoli dolomitici secondo una sequenza definita, a seconda del substrato litologico, per la quale questo suolo potrebbe trovarsi sul limite di passaggio tra due ordini differenti.

Come per l’approccio adottato in precedenza, si è deciso così di continuare su strade differenti, lasciando a eventuali definizioni future la scelta più consona tra le proposte. Per i litotipi di natura sedimentaria carbonatica e calcareo-marnosa mista (come nel nostro caso in presenza di gessi della Formazione a Bellerophon) si può riassumere una evoluzione in ambito dolomitico che rispecchia una sequenza a tre ordini: Entisuoli > Mollisuoli > Inceptisuoli. Possiamo quindi avere una prima diramazione tassonomica a livello già degli ordini. Il suolo esaminato infatti presenta caratteristiche limite per due di questi tre ordini, infatti può essere definito al limite tra un Mollisuolo e un Inceptisuolo. È evidente un epipedon mollico (A1 e A2) che, anche senza analisi in laboratorio del carbonio organico, grazie al suo colore scuro ci può indicare un’abbondante presenza di sostanza organica. Non conformità di questo epipedon è però l’elevata decarbonatazione, e probabilmente di conseguenza la desaturazione in basi, mentre è richiesta un’elevata saturazione in basi per avere un epipedon mollico rigoroso. Proprio a causa di questa decarbonatazione e desaturazione, nell’evoluzione dei suoli dolomitici si passa all’ordine degli Inceptisuoli, avendo conformemente questo profilo un orizzonte cambico. Non avendo però misura di laboratorio precisa per rientrare nei limiti rigorosi richiesti dalla Soil Taxonomy, prendiamo come suddetto entrambe le strade. Nel caso si procedesse secondo l’ordine degli Inceptisuoli ci sarebbe nuovamente lo stesso problema di definizione avuto a livello di sottordine con il profilo precedente, che porterebbe quindi, a causa del regime di temperatura, ai due sottordini degli Cryepts e degli Udepts. Nel caso si procedesse secondo l’ordine dei Mollisuoli, il medesimo problema si ripresenta a livello di grande gruppo tre Cryrendolls e Haprendolls. Infine quindi il suolo del profilo 2 potrebbe essere definito: se considerato Mollisuolo, se a regime cryico – Typic Cryrendoll se a regime frigido – Inceptic Haprendoll se considerato Inceptisuolo, se a regime cryico – Typic Eutrocryept se a regime frigido – Typic Eutrudept

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3.6 IL RILEVAMENTO FITOSOCIOLOGICO Tab. 3.7 – Descrizione della stazione 1. Data 24/07/2009 Località Passo Valles Substrato Porfidi quarziferi Altitudine 2043 m

Tipo fisionomico di vegetazione Arbusteto nano subalpino (nucleo di arbusteto subalpino all’interno di un’area sfruttata a pascolo)

Esposizione N-NE Pendenza 40°

Fig. 3.6 – Individuo d’associazione rilevato alla stazione 1 Tab. 3.8 – Dati di copertura vegetazionale della stazione 1, di fine rilievo. Superficie di suolo campionata 10 m2 Copertura totale del suolo 100% Copertura strato arbustivo 95% Altezza media strato arbustivo 25 cm Copertura strato erbaceo 15% Altezza media strato erbaceo 5 cm

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Tab. 3.9 – Elenco floristico delle specie rilevate in stazione 1 e descrizione.

Specie rilevate Viabb Famiglia Indici di Landolt Forma biologica STRATO A STRATO B Calluna vulgaris (L.) Hull + Ericaceae 31154333 Camefita fruticosa Juniperus nana Willd. 3 Cupressaceae 22233424 Nano-Fanerofita Loiseleuria procumbens (L.) Desv. + Ericaceae 22143514 Camefita reptante Rhododendron ferrugineum L. 3 Ericaceae 32254322 Nano-Fanerofita Vaccinium gaultherioides Bigelow 3 Ericaceae 31244323 Camefita fruticosa Vaccinium myrtillus L. 1 Ericaceae 31254233 Camefita fruticosa Vaccinuim vitis-idaea L. 1 Ericaceae 32244323 Camefita fruticosa STRATO C Anthoxanhtum alpinum Löve et Löve + Graminaceae 33334423 Emicriptofita cespitosa

Avenella flexuosa (L.) Parl. + Graminaceae 22244232 Emicriptofita cespitosa Festuca nigrescens Lam. + Graminaceae 33334423 Emicriptofita cespitosa Festuca varia Haenke + Graminaceae 22223524 Emicriptofita cespitosa Homogyne alpina (L.) Cass. 2 Compositae 33244322 Emicriptofita rosulata Leontodon helveticus Mérat + Compositae 32244423 Emicriptofita rosulata Leucorchis albida (L.) E. Meyer + Orchidaceae 32144423 Geofita bulbosa Luzula albida ssp erythranthema Wallr. + Juncaceae 22243422 Emicriptofita cespitosa Luzula luzulina (Vill.) D. Torre et S. + Juncaceae 32144122 Emicriptofita cespitosa Lycopodium annotinum L. 2 Lycopodiaceae 31255123 Camefita reptante Melampyrum pratense L. + Scrophulariaceae 31244333 Terofita scaposa Potentilla erecta (L.) Räuschel 1 Rosaceae 39245433 Emicriptofita scaposa Solidago virgaurea ssp alpestris (W. et K.) Rchb. + Compositae 32343323 Emicriptofita scaposa Veratrum album L. + Liliaceae 43345423 Geofita rizomatosa

Fig. 3.7 – Spettro delle forme biologiche dell’individuo d’associazione 1.

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Corotipo Limiti altitudinali Biotipo

boreale 0 ÷ 2000 m brughiere, pascoli e boschi di conifere, su suoli fortemente acidificati boreale 1500 ÷ 2500 m brughiere subalpine ed alpine boreale 1600 ÷ 2400 m creste ventose in corrispondenza di passi e gioghi, su substrati silicei

orofita sudeuropea 1600 ÷ 2300 m brughiere subalpine su suoli acidi boreale 1300 ÷ 2500 m boschi, cespuglieti e brughiere subalpine su suoli acidificati boreale 1200 ÷ 2000 m boschi, brughiere, cespuglieti e pascoli su suoli umificati acidi boreale 1000 ÷ 2200 m boschi di conifere e brughiere subalpine

boreale 1200 ÷ 2800 m pascoli alpini e subalpini su suoli acidificati

cosmopolita 400 ÷ 2200 m boschi di conifere e su suoli acidificati boreale 1200 ÷ 2400 m su suoli a granulometria fine, più o meno acidificati, di prati alpini e subalpini

eurasiatica 1600 ÷ 2600 m su substrati silicei di pendii consolidati della fascia alpina orofita sudeuropea 800 ÷ 2200 m boschi, cespuglieti e brughiere subalpine a Rododendri e Nardeti orofita sudeuropea 1800 ÷ 2600 m pascoli e brughiere alpine e subalpine su substrati silicei

boreale 800 ÷ 2400 m pascoli, brughiere e boschi di conifere alpini e subalpini, su substrati acidificati eurasiatica 1500 ÷ 2200 m brughiere subalpine a rododendri e mugheti, su suoli acidi

orofita sudeuropea 700 ÷ 1900 m suoli boschivi acidificati (podzol) soprattutto nelle peccete subalpine boreale 500 ÷ 2500 m brughiere e boschi subalpini, soprattutto peccete boreale 100 ÷ 1800 m boschi (queceti, castagneti, faggeti, pecceti) su suoli umificati acidi

eurasiatica 0 ÷ 2400 m prati, brughiere e boschi su suoli anche acidificati boreale 1800 ÷ 2500 m pascoli e arbusteti nani, su suoli acidificati, della fascia alpina e subalpina

eurasiatica 800 ÷ 2100 m prati, pascoli e radure, nitrofila

Fig. 3.8 – Spettro corologico dell’individuo d’associazione 1.

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Con i dati a disposizione, in Tab. 3.7 – 3.8 – 3.9, si può innanzitutto cercare di attribuire un nome tassonomicamente più approfondito al tipo di vegetazione, nel nostro caso di associazione vegetale di riferimento. Valutando quindi la composizione specifica caratteristica e le specie guida, o caratteristiche, possiamo credere che questo individuo d’associazione possa appartenere all’associazione: Rhododendretum ferruginei Rübel 1911. Non avendone la certezza, riteniamo altrettanto opportune alcune osservazioni che porterebbero ad un discostamento da questo risultato. Innanzitutto il valore di copertura del Rhododendron ferrugineum L. è equiparabile a quello del Juniperus nana Willd. e del Vaccinium gaultherioides Bigelow, seguito in diminuzione da altri Vaccinium quali Vaccinium myrtillus L. e Vaccinuim vitis-idaea L. Pur essendo situato l’individuo d’associazione in un piccolo versante esposto a Nord di una zona sub pianeggiante, con piccole depressioni e ben soleggiata, soggetta probabilmente a durevole copertura nevosa (tutte caratteristiche favorevoli alla presenza massiccia del Rhododendron ferrugineum L.), l’ipotesi è che si possa individuare nella forte presenza dei Vaccinium, soprattutto del Vaccinium gaultherioides Bigelow, un’associazione vegetale del tipo: Rhododendro ferruginei Vaccinietum. Ulteriore ipotesi è basata sulla presenza altrettanto marcata del Juniperus nana Willd. Su indicazione del testo a cura di Ziliotto, G. et al. (2004), si posso individuare molto diffusamente, senza corrispondenza specifica in manuali precedenti, in tutta la fascia subalpina delle Dolomiti (sia in distretto esalpico che endalpico), un’associazione chiamata: Junipero Rodoreto. Caratterizzata questa da una copertura di Ginepro nano, sia in aspetto basifilo che acidofilo, superiore al 50%. Nel nostro caso il valore indicato secondo la Scala convenzionale di Braun-Blanquet è di 3, tra il 25% e il 50%. Prendiamo quindi questa considerazione valida nel caso di ulteriore verifica del rilievo e possibile sottostima della copertura di questa specie.

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Tab. 3.10 – Descrizione della stazione 2. Data 24/07/2009 Località Passo Valles Substrato Gessi Altitudine 2100 m

Tipo fisionomico di vegetazione Arbusteto nano subalpino (nucleo di arbusteto subalpino all’interno di un’area sfruttata a pascolo)

Esposizione N-NE Pendenza 40°

Fig. 3.9 – Individuo d’associazione rilevato alla stazione 2 Tab. 3.11 – Dati di copertura vegetazionale della stazione 2, di fine rilievo. Superficie di suolo campionata 8 m2 Copertura totale del suolo 95% Copertura strato arbustivo 90% Altezza media strato arbustivo 20 cm Copertura strato erbaceo 50% Altezza media strato erbaceo 10 cm

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Tab. 3.12 – Elenco floristico delle specie rilevate in stazione 1 e descrizione.

Specie rilevate Viabb Famiglia Indici di Landolt Forma biologica STRATO A STRATO B Arctostaphylos alpinus (L.) Sprengel + Ericaceae 33253322 Camefite suffruticose Dryas octopetala L. + Rosaceae 24232523 Camefite reptanti Erica carnea L. 2 Ericaceae 24243334 Camefite fruticose

Rhododendron hirsutum L. 2 Ericaceae 34254322 Nano-Fanerofite

Salix reticulata L. 1 Salicaceae 34233422 Camefite fruticose Salix waldsteiniana Willd. 5 Salicaceae 44232422 Nano-Fanerofite STRATO C Anemone baldensins L. 2 Ranunculaceae 24223413 Emicriptofite scapose Anthyllis vulneraria ssp alpestris (Kit.) Asch. et Gr. + Leguminosae 24233514 Emicriptofite scapose Aster bellidiastrum (L.) Scop. 2 Compositae 34235323 Emicriptofite rosulate Athamanta cretensis L. + Umbelliferae 15222524 Emicriptofite scapose Bartsia alpina L. + Scrophulariaceae 43344423 Emicriptofite scapose

Campanula scheuchzeri Vill. + Campanulaceae 33393423 Emicriptofite scapose

Carlina acaulis L. + Compositae 22234433 Emicriptofite rosulate Galium anisophyllum Vill. + Rubiaceae 23233423 Emicriptofite scapose

Hieracium bifidum Kit. ex Hornem 1 Compositae 24233423 Emicriptofite rosulate

Hieracium morisanum Rchb. + Compositae 34233423 Emicriptofite scapose Homogyne alpina (L.) Cass. + Compositae 33244322 Emicriptofite rosulate Leontodon hispidus L. 1 Compositae 33334433 Emicriptofite rosulate Lotus alpinus (DC.) Schleicher + Leguminosae 33333413 Emicriptofite scapose Pedicularis verticillata L. + Scrophulariaceae 44243423 Emicriptofite scapose Poa alpina L. + Graminaceae 33434424 Emicriptofite cespitosePolygala alpestris Rchb. + Polygalaceae 24233423 Emicriptofite scapose

Polygonum viviparum L. + Polygalaceae 33244423 Geofite rizomatose

Ranunculus hybridus Biria + Ranunculaceae 24233424 Geofite rizomatose Selaginella selaginoides (L.) Link + Selaginellaceae 33244323 Camefite reptanti Sesleria varia (Jacq.) Wettst. 1 Graminaceae 25232423 Emicriptofite cespitoseSoldanella alpina L. + Primulaceae 43344422 Emicriptofite rosulate Tofieldia calyculata (L.) Wahlenb. + Liliaceae 44235433 Emicriptofite scapose Trifolium alpinum L. + Leguminosae 22234423 Emicriptofite rosulate Valeriana montana L. 2 Valerianaceae 34232323 Emicriptofite scapose

Fig. 3.10 – Spettro corologico dell’individuo d’associazione

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Corotipo Limiti altitudinali Biotipo

boreale 1600 ÷ 2650 m creste ventose, pascoli e cespuglieti subalpini boreale 1500 ÷ 2500 m ghiaia fine e detrito calcareo consolidato

orofite sudeuropee 0 ÷ 2400 m prati, pascoli, brughiere e boschi di conifere (Pinus), su substrati calcarei

endemiche alpiche 800 ÷ 2200 m arbusteti nani, boscaglie di mugo e pino silvestre, su substrati calcarei; si comporta come specie pioniera su ghiaioni o macereti appena consolidati

boreale 1800 ÷ 2700 m vallette nivali e pendii morenici calcarei orofite sudeuropee 1400 ÷ 2200 m cespuglieti subalpini calcarei

orofite sudeuropee 1800 ÷ 3500 m pascoli alpini soprattutto in stazioni lungamente innevate orofite sudeuropee 2000 ÷ 3000 m prati aridi sulle Dolomiti, pascoli alpini orofite sudeuropee 1100 ÷ 2500 m sorgenti, rupi stillicidiose, pascoli alpini calcarei orofite sudeuropee 1000 ÷ 2400 m pascoli subalpini sassosi calcarei

boreale 1000 ÷ 2900 m pascoli subalpini e alpini

orofite sudeuropee 1400 ÷ 2600 m pascoli, brughiere e cespuglieti alpini, silicei e calcarei se con humus in superficie

eurasiatiche 0 ÷ 2100 m prati e pascoli orofite sudeuropee 1500 ÷ 2600 m pascoli alpini e subalpini su substrati di preferenza calcarei

orofite sudeuropee 1600 ÷ 2200 m pascoli subalpini, pendii sassosi e rupestri, su substrati preferentemente calcarei

orofite sudeuropee 1600 ÷ 2500 m prati alpini e subalpini, generalmente su substrati subacidi orofite sudeuropee 800 ÷ 2200 m boschi di aghifoglie, cespuglieti, brughiere subalpine a rododendri e nardeti

eurasiatiche 0 ÷ 2700 m vari tipi di ambienti, preferibilmente in prati orofite sudeuropee 1800 ÷ 2700 m pascoli alpini, nardeti e seslerieti

boreale 1500 ÷ 2400 m prati e pascoli subalpini e alpini, sia su substrati calcarei e acidificati boreale 1500 ÷ 2700 m pascoli alpini e subalpini

orofite sudeuropee 1600 ÷ 2400 m pascoli alpini e subalpini su substrati calcarei

boreale 1600 ÷ 2800 m pascoli alpini indifferentemente al tipo di substrato, ma preferibilmente in nicchie umide o lungamente innevate

endemiche alpiche 1800 ÷ 2600 m pascoli alpini su substrati calcarei boreale 900 ÷ 2700 m pascoli e praterie alpine umide

orofite sudeuropee 1500 ÷ 2600 m pascoli soleggiati alpini e subalpini orofite sudeuropee 1000 ÷ 2500 m prati, pascoli, boschi di conifere alpini

eurasiatiche 0 ÷ 2500 m paludi e torbiere basse, prati umidi e sorgenti orofite sudeuropee 1500 ÷ 2500 m pascoli alpini silicei orofite sudeuropee 600 ÷ 2300 m substrati calcarei umidi, rocce alterate, ghiaie pietrose, sorgenti e massi

Fig. 3.11 – Spettro corologico dell’individuo d’associazione 2.

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Con i dati a disposizione, in Tab. 3.10 – 3.11 – 3.12, si cerca di attribuire un nome di associazione vegetale di riferimento, come per il rilievo precedente. Valutando quindi la composizione specifica caratteristica e le specie guida, possiamo supporre che questo individuo d’associazione possa appartenere all’associazione: Rhododendretum hirsuti Lüdi 1921. Anche qui, un dato rilevato potrebbe però lasciarci supporre un’altra ipotesi. La preponderante presenza del Salix waldsteiniana Willd. non può non essere considerata, visto che supera di gran lunga quella dello stesso Rhododendron hirsutum L. (il primo ha valore di abbondanza 5 e il secondo 2) e del comunque presente Salix reticulata L. Questo potrebbe lasciarci supporre di essere di fronte a un arbusteto a salici, del tipo: Salicetum waldsteinianae. Cenosi pioniera, che col tempo lascia spazio a specie più esigenti quali proprio quella del Rhododendron hirsutum L., ma la composizione specifica caratteristica è notevolmente differente da questa associazione, quindi si potrebbe pensare più probabilmente a questo individuo d’associazione come una fase di passaggio tra i due tipi di associazioni. Se fosse effettivamente un Saliceto integro come sopra citato, sarebbe degno di nota secondo la Direttiva 92/43/CEE con codice di riferimento di Natura 2000: 4080: Boscaglie subartiche di Salix spp. Cito questo riferimento solo a titolo informativo.

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Volendo fare una riflessione di confronto a livello di spettro biologico, fra i due individui d’associazione rilevati, riporto come riferimento in Fig. 3.12 il dato medio delle forme biologiche, correlato all’altitudine di nostro interesse, delle flore di alcune stazioni di riferimento delle Dolomiti, tratto da Pignatti, S. (1994).

Fig. 3.12 - Spettro delle forme biologiche della flora dolomitica tra i 1900 e 2200 m, da Pignatti, S. (1994) Tendenzialmente i tre spettri si assomigliano e quindi i due rilievi rispecchiano abbastanza bene lo spettro medio dolomitico proposto. Solo la quantità di Camefite nel primo rilievo in maggior modo, e in minor modo nel secondo, è notevolmente elevata, a spese delle Emicriptofite. La presenza di Camefite molto più abbondanti nel primo rilievo non è interpretabile, un aumento generale delle Camefite si annuncia comunque con l’aumentare dell’altitudine in montagna, ma è solo ad altitudini molto maggiori cominciano a prendere un maggior sopravvento. Essendo tutte le stazioni considerate mediamente alla medesima altitudine però, non è in questo caso il fattore termico quello determinante, probabilmente un fattore dovuto a esposizione, a durata della copertura nevosa o ad un altro fattore locale. L’andamento di basso tenore di Terofite, con aumento inversamente delle Emicriptofite, è un andamento tipico dell’alta montagna, nelle quali queste ultime risultano più predisposte per il fattore termico. Le Geofite hanno basso valore in tutti e 3 i casi, sono di norma più abbondanti nella zona di montagna – bassa montagna – collina, legate a boschi misti caducifogli, quindi sono già a questa altitudine ad andamento circa decrescente. Volendo fare invece una riflessione di confronto a livello di spettro corologico, fra i due individui d’associazione rilevati, non riporto alcun dato medio di nostro interesse non essendo riuscito a trovarne un corrispettivo così localizzato, e quindi utilizzabile per un confronto, come per le forme biologiche. I valori corologici regionali sono troppo generici per questo tipo di riflessione. I due rilievi presentano due spettri corologici nettamente differenti, le differenze degne di nota sono la preponderanza nel primo rilievo di specie Boreali o Settentrionali, mentre nel secondo di specie Orofite sud europee, l’una possiamo dire a discapito dell’altra. Questi due tipi di corotipi tendenzialmente hanno una percentuale medesima nei nostri sistemi montuosi, portato il ragionamento all’estremo effettivamente la preponderanza dell’uno e dell’altro nei due casi porta ad una media circa paritaria.

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3.7 L’APPLICAZIONE DEGLI INDICI DI LANDOLT Tab. 3.13 – Applicazione degli Indici di Landolt all’elenco floristico delle specie rilevate in stazione 1.

Specie rilevate Viabb P ViF P*ViF ViR P*ViR ViH P*ViH ViD P*ViDSTRATO A STRATO B Calluna vulgaris (L.) Hull + 1 3 3 1 1 5 5 4 4 Juniperus nana Willd. 3 4 2 8 2 8 3 12 3 12 Loiseleuria procumbens (L.) Desv. + 1 2 2 2 2 4 4 3 3 Rhododendron ferrugineum L. 3 4 3 12 2 8 5 20 4 16 Vaccinium gaultherioides Bigelow 3 4 3 12 1 4 4 16 4 16 Vaccinium myrtillus L. 1 2 3 6 1 2 5 10 4 8 Vaccinuim vitis-idaea L. 1 2 3 6 2 4 4 8 4 8 STRATO C Anthoxanhtum alpinum Löve et Löve + 1 3 3 3 3 3 3 4 4

Avenella flexuosa (L.) Parl. + 1 2 2 2 2 4 4 4 4 Festuca nigrescens Lam. + 1 3 3 3 3 3 3 4 4 Festuca varia Haenke + 1 2 2 2 2 2 2 3 3 Homogyne alpina (L.) Cass. 2 3 3 9 3 9 4 12 4 12 Leontodon helveticus Mérat + 1 3 3 2 2 4 4 4 4 Leucorchis albida (L.) E. Meyer + 1 3 3 2 2 4 4 4 4 Luzula albida ssp erythranthema Wallr. + 1 2 2 2 2 4 4 3 3

Luzula luzulina (Vill.) D. Torre et S. + 1 3 3 2 2 4 4 4 4 Lycopodium annotinum L. 2 3 3 9 1 3 5 15 5 15 Melampyrum pratense L. + 1 3 3 1 1 4 4 4 4 Potentilla erecta (L.) Räuschel 1 2 3 6 9 X 4 8 5 10 Solidago virgaurea ssp alpestris (W. et K.) Rchb. + 1 3 3 2 2 4 4 3 3

Veratrum album L. + 1 4 4 3 3 4 4 5 5 ∑ P 37 ∑ P*Vx 104 65 150 146

∑ P*Vx / ∑ P 3 2 4 4

Riassumendo, i risultati ottenuti dall’applicazione degli Indici di Landolt all’individuo d’associazione 1, come in Tab 3.13, sono: F (umidità del suolo): 3 - media umidità; R (reazione del suolo - pH): 2 - pH 3,5 ÷ 5,5; H (sostanza organica - humus): 4 - suoli umiferi; D (granulometria): 4 - 0,05 ÷ 0,002 mm.

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In un confronto con i dati geopedologici notiamo innanzitutto che, per il valore R della reazione del suono, e quindi il pH, il dato dell’Indice ecologico rispecchia pienamente la situazione del profilo: pH 3,5 ÷ 5,5, ovvero un pH adatto per specie acidofile. L’humus è sicuramente di tipo moder (secondo ARPAV (2005), sulle Dolomiti è difficile trovare humus di tipo mor), è stata constata anche la presenza di artropodi. Si tratta di un humus poco o scarsamente attivo, ma che dà origine ad acidi organici aggressivi moderatamente solubili, proprio perché non prontamente mineralizzato e degradato. Il substrato silicatico poi, quindi ad assenza di carbonati, non si contrappone all’aumentare dell’acidità del suolo per la presenza proprio di questi acidi organici, che anzi provocano alterazione chimica dell’argilla, propria del processo pedogenetico della podzolizzazione. Il valore F riguardante l’umidità del suolo, di media umidità, è un valore largamente interpretativo, che possiamo approvare nel riscontro pedologico anche se i primi orizzonti OiOe ed A in realtà sono molto meno umidi dei sottostanti, di certo però non si possono inserire nel valore di media aridità. La granulometria con l’Indice D, individuata per valori 0,05 ÷ 0,002 mm (ovvero limo per le classi diametriche Usda, e limo e sabbia fine per le classi diametriche del Sistema Internazionale) non è concordata dall’analisi geopedologica, per la quale sarebbe più appropriato un valore dell’Indice D di 3 - 2 ÷ 0,05 mm. L’indice H di humus e sostanza organica attribuisce la caratteristica al rilievo di suolo umifero, la presenza di sostanza organica nell’orizzonte A è di certo soddisfacente, non oserei forse elevata, anche perché la parte solubile aggressiva tende ad illuviare e ad accumularsi nell’orizzonte Bh e in minor modo poi nell’orizzonte Bs. Tuttavia considerando che in questo profilo l’orizzonte E è stato perso probabilmente per erosione, siamo di fronte probabilmente ad un orizzonte A di postformazione in diretto contatto con il Bs. Orizzonte Bs dal quale forse proprio per erosione, rimescolamento e traslocazione ha ottenuto degli apporti, quindi un A molto ricco in tutto il suo spessore di sostanza organica, che lentamente comunque tende ad illuviare nel sottostante. C’è da riferire inoltre che essendoci in questo profilo un secondo spodosuolo sepolto, questi non viene raggiunto e sfruttato dalle radici, che trovano impedimento nell’orizzonte C, e per quelle poche che riescono a superarlo incontrano, arrestandosi, un orizzonte Eb povero.

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Tab. 3.14 – Applicazione degli Indici di Landolt all’elenco floristico delle specie rilevate in stazione 2.

Specie rilevate Viabb P ViF P*ViF ViR P*ViR ViH P*ViH ViD P*ViDSTRATO A STRATO B Arctostaphylos alpinus (L.) Sprengel + 1 3 3 3 3 5 5 3 3 Dryas octopetala L. + 1 2 2 4 4 3 3 2 2 Erica carnea L. 2 3 2 6 4 12 4 12 3 9 Rhododendron hirsutum L. 2 3 3 9 4 12 5 15 4 12 Salix reticulata L. 1 2 3 6 4 8 3 6 3 6 Salix waldsteiniana Willd. 5 6 4 24 4 24 3 18 2 12 STRATO C Anemone baldensins L. 2 3 2 6 4 12 2 6 3 9

Anthyllis vulneraria ssp alpestris (Kit.) Asch. et Gr.

+ 1 2 2 4 4 3 3 3 3

Aster bellidiastrum (L.) Scop. 2 3 3 9 4 12 3 9 5 15 Athamanta cretensis L. + 1 1 1 5 5 2 2 2 2 Bartsia alpina L. + 1 4 4 3 3 4 4 4 4 Campanula scheuchzeri Vill. + 1 3 3 3 3 9 X 3 3 Carlina acaulis L. + 1 2 2 2 2 3 3 4 4 Galium anisophyllum Vill. + 1 2 2 3 3 3 3 3 3 Hieracium bifidum Kit. ex Hornem 1 2 2 4 4 8 3 6 3 6 Hieracium morisanum Rchb. + 1 3 3 4 4 3 3 3 3 Homogyne alpina (L.) Cass. + 1 3 3 3 3 4 4 4 4 Leontodon hispidus L. 1 2 3 6 3 6 3 6 4 8 Lotus alpinus (DC.) Schleicher + 1 3 3 3 3 3 3 3 3 Pedicularis verticillata L. + 1 4 4 4 4 4 4 3 3 Poa alpina L. + 1 3 3 3 3 3 3 4 4 Polygala alpestris Rchb. + 1 2 2 4 4 3 3 3 3 Polygonum viviparum L. + 1 3 3 3 3 4 4 4 4 Ranunculus hybridus Biria + 1 2 2 4 4 3 3 3 3 Selaginella selaginoides (L.) Link + 1 3 3 3 3 4 4 4 4 Sesleria varia (Jacq.) Wettst. 1 2 2 4 5 10 3 6 2 4 Soldanella alpina L. + 1 4 4 3 3 4 4 4 4 Tofieldia calyculata (L.) Wahlenb. + 1 4 4 4 4 3 3 5 5 Trifolium alpinum L. + 1 2 2 2 2 3 3 4 4 Valeriana montana L. 2 3 3 9 4 12 3 9 2 6 ∑ P 49 ∑ P*Vx 138 183 157 155

∑ P*Vx / ∑ P 3 4 3 3

Applicando gli Indici di Landolt all’individuo d’associazione 2, come in Tab 3.14, otteniamo: F (umidità del suolo): 3 - media umidità; R (reazione del suolo - pH): 4 - pH 5,5 ÷ 8; H (sostanza organica - humus): 3 - suoli mediamente umiferi; D (granulometria): 3 - 2 ÷ 0,05 mm.

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Confrontando i dati geopedologici notiamo che, per il valore R della reazione del suono, il dato dell’Indice ecologico non concorda pienamente con quello rilevato nel profilo: pH 5,5 ÷ 8, ovvero un pH adatto circa per specie neutrofile, con discreta valenza sia verso un orientamento acidofilo che basifilo. Il pH del profilo risulta invece nettamente sopra il valore 5,5, tanto che come valore minimo ha proprio il valore 8. Sarebbe quindi più riscontrabile, per questo tipo di fattore trofoedafico, un valore di Indice R di 5: pH > 6,5, adatto a specie neutrofile e nettamente basifile. L’humus è sicuramente di tipo mull, è stata constata anche la presenza di numerosi anellidi. Si tratta di un humus attivo o moderatamente attivo, a rapida mineralizzazione (e rilascio di nutrienti) grazie proprio alla presenza di anellidi ed al loro lavoro di degradazione. È un humus quindi che non lascia molta sostanza organica solubile dissociata, che porterebbe ad acidità nel profilo. Ma piuttosto la sostanza organica rimanente è ben incorporata con la corrispettiva frazione minerale presente, creando degli aggregati stabili e grumosi, migliorando le performance del suolo per i vegetali sia per funzionalità fisiche che chimiche. L’ulteriore presenza di carbonati lungo il profilo, è in grado di controllare e rallentare l’acidificazione del suolo. Il valore F riguardante l’umidità del suolo, di media umidità, è un valore largamente interpretativo come detto in precedenza, che possiamo approvare nel riscontro pedologico. Anche se dopo i primi orizzonti Oi Oe, ed A1 e A2, in realtà gli orizzonti sottostanti sarebbero rientranti nel valore dell’Indice F di 4: alta umidità. Ma ad interesse della vegetazione possiamo considerare solo il primo degli orizzonti molto umidi, il Bw, perché non viene superato da radici. La granulometria con l’Indice D, individuata per valori 2 ÷ 0,05 mm (ovvero sabbia sia per le classi diametriche Usda, che per il Sistema Internazionale) nemmeno questa volta concorda con l’analisi geopedologica. Sarebbe più consono almeno un valore di Indice D di 4, se non 5. L’Indice H di humus e sostanza organica attribuisce la caratteristica al rilievo di suolo mediamente umifero, la presenza però di sostanza organica nell’orizzonte A è di certo elevata, visto che si può supporre, data la colorazione scura e lo spessore, di essere di fronte ad un epipedon Mollico. Anche qui il valore dell’Indice H poteva esser valutato come 4, se non 5. Sono presenti perfino degli accumuli di sostanza organica a macchie nell’orizzonte Bw, probabilmente illuviata. Nel complesso i valori degli Indici misurati, non hanno dato, a posteriori, un buon riscontro con l’analisi geopedologica effettuata. Alcuni Indici si sono avvicinati al valore riscontrato, ma altri avrebbero supposto dei valori edafici nettamente differenti. È da interpretare che comunque gli Indici danno un valore di preferenza dell’associazione vegetale, e non sono da riferimento per un’analisi geopedologica. Sono quindi indicazioni che se rapportate ad un’analisi geopedologica, per questi fattori trofoedafici analizzati (ma anche ad un’analisi climatica per esempio, negli altri indici non calcolati), ci danno indicazioni su quanto l’individuo d’associazione rilevato sia più o meno sottoposto a fattori di stress data la lontananza dalle sue preferenze ideali.