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strumenti per il colloquio pnl Sistemico

Seconda parte:comunicazionee dinamiche sistemiche2018

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2© Modelli di Comunicazione

Ruolo sistemico della comunicazione

“Un processo circolare e ricorsivo di comportamenti tramite cui i sistemi viventi determinano nei vari contesti le modalità dei loro reciproci accoppiamenti strutturali”

Si dice di solito che “comunicare” è sinonimo di influenzare, ma questa definizione è una semplificazione in quanto non spiega cosa i viventi cercano di fare influenzando. Inoltre tende a inquadrare la comunicazione come un fenomeno unidirezionale o al massimo bilaterale.Sul piano sistemico la definizione è alquanto differente.

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La teoria degli atti linguistici

Nella teoria degli atti linguistici, ogni enunciato presenta tre dimensioni:

Ø Locutoria: ciò che viene dettoØ Illocutoria: ciò che si vuole

venga intesoØ Perlocutoria: ciò che si vuole

venga fatto

La teoria degli atti linguistici (Austin, Searle, 1962) si basa sul presupposto che con un enunciato non si possa solo descrivere il contenuto o sostenerne la veridicità, ma che la maggior parte degli enunciati servano a compiere delle vere e proprie azioni in ambito comunicativo, per esercitare un particolare influsso sul mondo circostante.

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Tipi di atti linguistici

Tipologie Intenzione Spiegazione Comportamento

Rappresentativi/Assertivi

sostenere, comunicare, annunciare

Il locutore formula un enunciato in base alle conoscenze e alle sue credenze.

Cenni di ricezione

Direttivi pregare, ordinare, consigliare

Il locutore vuole che l'interlocutore compia (o non compia) una certa azione.

Obiettivo specifico

Commissivipromettere, accordare, offrire, minacciare

Il locutore si impegna ad un'azione futura.

Concessione di credibilità

Espressivi

ringraziare, salutare, augurare, denunciare

Il locutore esprime il suo orientamento psichico per stabilire e mantenere contatti sociali.

Comportamenti relazionali

Dichiarativinominare, rilasciare, battezzare

Il locutore esercita un certo suo potere all'interno di un determinato ambito istituzionale.

Riconoscimento, soggezione

Da notare che per una corretta attribuzione di senso occorre specificare l’episodioIn cui viene contestualizzato l’atto linguistico.

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Come l’interazione reciproca “costruisce” la realtà

Sche

mi d

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tera

zion

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INDIVIDUO 1:Ruoli nel sistema

IdentitàCultura

AbitudiniAspettative….............

“Realtà”

INDIVIDUO N:Ruoli nel sistema

IdentitàCultura

AbitudiniAspettative….............

INDIVIDUO 2:Ruoli nel sistema

IdentitàCultura

AbitudiniAspettative….............

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Una scoperta piena di conseguenze

Alle origini di queste intuizioni c’è l’opera di Gregory Bateson. Negli anni ‘30 del secolo scorso, lavorando come antropologo presso gli Iatmul in Nuova Guinea, osserva un loro rituale chiamato Naven, durante il quale per alcunigiorni gli uomini si travestonoda donne e viceversa. Comprende come gli elementi di questo rituale hanno la funzione di tenere coesa la loro comunità evitando una eccessiva polarizzazione dei rispettivi ruoli.

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La comunicazione patogena

Da qui inizia un percorso anche epistemologico che lo porterà a definire i concetti di complementarietà relazionale, schismogenesi,metacomunicazione e più tardi, dagli anni ’50, a lavorare sull’ipotesi che certe malattie psichiatriche, in particolare la schizofrenia,nascano da processi reiterati di comunicazione patogena

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Dalla simmetria alla schismogenesi

Simmetria=Ruoli interscambiabili

Complementarietà= Ruoli differenziati e opposti

Schismogenesi= insieme di interazioni tra individui o gruppi che dà origine a divisioni tra i gruppi o gli individui stessi. Se è di tipo simmetrico può dare luogo a escalation, se è di tipo complementare può portare a situazioni di implosione della relazione.

Negli esiti di stabilizzazione esistono feedback negativi che limitano il fenomeno (Naven)

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Ogni interazione comunicativa nasce da un intreccio di messaggi verbali, paraverbali, non-verbali che specificano il senso generale di ciò che sta accadendo.

•Relazione: definisce –soprattutto in modo analogico- i rispettivi ruoli (chi siamo uno per l’altro)

•Contenuto: definisce- soprattutto in codice – gli scambi comportamentali (cosa facciamo uno con l’altro).

•E’ la relazione che da senso al contenuto, perciò è un metamessaggio

Secondo Bateson, quando le due dimensioni vengono confuse si apre lo spazio alla comunicazione paradossale

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Il binomio contenuto/relazione secondo bateson

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Punto di partenza teorico: adattamento della Teoria dei Tipi Logiciall’ambito della comunicazione à Problema dei PARADOSSI

La comunicazione paradossale (tipica anche della schizofrenia) è ricondotta all’incapacità di distinguere messaggio e metamessaggio

Esempi di comunicazione paradossale:

•Ingiungere a qualcuno di divertirsi

•Insultare sorridendo

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Dai tipi logici al paradosso

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Comunicazione paradossale e vita quotidiana

Da bambini e poi da adulti ognuno di noi è origine e bersaglio di comunicazioni paradossali, ovvero comandi che si autocontraddicono(“Cerca di essere più spontaneo”; “Non stare sempre ad aspettare che io ti dica ciò che devi fare “).

Da adulti c’è sempre la possibilità di metacommentare o uscire dal gioco, ma il fatto è che spesso molti di questi schemi restano interiorizzati, lavorando contro di noi. Sono di solito ancoraggi di situazioni tipiche vissute nelle fasi dello sviluppo, che vengono vissuti come una “voce interiore” ed entrano in azione quando si vivono situazioni simili a quelle dell’infanzia.

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Dalla comunicazione paradossale al doppio legame

1. Relazione intensa e necessaria per la “sopravvivenza”fisica e/o psicologica di almeno una delle persone coinvolte(es. genitore-figlio; capo-collaboratore)

2, Il “bersaglio” del doppio legame riceve una comunicazione paradossale, che implica due messaggi di livello diverso incongruentitra loro

3. Tale comunicazione è strutturata in modo tale che:a)asserisce qualcosa (comando o etichettatura)

b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione (altro comando o etichettatura)c)le due asserzioni si escludono a vicenda

4. E infine….

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Senza via d’uscita

4. Il “bersaglio” della comunicazione incongruente è posto nella condizione di:

a. non potere discriminare quale dei due livelli qualifichi l’altro

b. non potere “meta-comunicare”

c. non potere abbandonare il campo

“Se tu mi lasciassi la libertà di cui ho bisogno, allora capiresti veramente quanto amore ho per te…”

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Conseguenze teorico-pratiche

Il disagio psicopatologico (sintomo) NON è una caratteristica meramente individuale, ma una risposta “coerente” a un contesto comunicativo distorto e paradossale(= basato su ripetuti doppi legami)

Spostamento della patologia dall’individuo al sistema relazionale di cui è parte

Principio metodologico: allargare il contesto!

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Limiti del concetto di doppio legame

•E’ descritto come un processounidirezionale e sostanzialmentediadico.

•È assente la dimensione storica

•È stato usato per spiegare fenomenidiversi senza che siano state chiaritele differenze.

•È aspecifico: non spiega perché ilparadosso diventa patogeno per unsolo membro del gruppo e non pertutti.

•È difficile definire quali sequenzecomunicative possono essere definiteparadossali.

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I presupposti della sistemica di palo alto

Da “La Pragmatica della Comunicazione Umana “ (1966)

•Possibilità di osservare il sistema in modo oggettivo

•Rideclinazione in senso behaviorista delle idee di Bateson

•Interesse per gli effetti comportamentali osservabili delle interazioni comunicative

•Osservazione dei fenomeni nel “qui ed ora”

•Mente come “scatola nera”, non indagabile

•Causalità circolare

•Non ci si occupa del problema dell’intenzionalità e del significato

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I 5 assiomi di palo alto

1. Impossibilità di non comunicare à comportamento = comunicazione

2. Le dimensioni della comunicazione: contenuto e relazione

3. Punteggiatura delle interazioni à Il problema dell’interpretazione

4. Comunicazione numerica(verbale) e analogica(non verbale)

5. Interazioni simmetrichee complementari

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L’esito fallimentare dei tentativi impossibili

La circolarità tra problema esoluzione porta al “tentativoimpossibile “, in cui ipresupposti del soggettorafforzano il problema invecedi risolverlo. Da qui nascel’approccio strategico di PaloAlto e poi Nardone: il focus èsul sintomo, non sulle cause.

Strategie tipiche sono ilparadosso, la prescrizione delsintomo, la rottura dischema.

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Funziona? A volte sì!

L’approccio strategico ha dimostrato la sua utilità nei casi in cui il“sintomo” :

• L’ abolizione del “sintomo” non interferisce –o lo fa solomarginalmente- con l’omeostasi del sistema in cui il cliente vive e sirelaziona.

• Il “sintomo” non nasconde vantaggi secondari per il cliente.

• Il “sintomo” E’ il problema, e non solo un suo fattore costituivo.

In questi casi sono altrettanto utili anche le strategie PNL: dal cambio distoria al modello per parti, dalla timeline agli ancoraggi e via dicendo

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Oltre la scatola nera

Il terzo assioma (punteggiatura) reintroduce dalla finestra ciò che i presupposti behavioristi della “Pragmatica” avevano eliminato:la dimensione del significato, della soggettività e dell’interpretazione.

Necessità di andare “oltre la scatola nera”:

Dal gruppo come unità alla con-posizionedegli individui nel gruppo

Il problema del significato e della soggettività

Avvento della fase “semantica” e del paradigma costruttivista

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Il ritorno della mente

Nel 1972 esce il libro “Verso un’ecologia della Mente”, di Gregory Bateson,che porta nella sistemica nuovi concetti portanti:

•Distinzione tra mappa e territorio

•Mente come sistema e sistema come mente

•Impossibilità di un’osservazione “oggettiva”

•Livelli di apprendimento

•Approccio semantico (importanza del significato)

Lo studio di questi concetti porta alla nascita della Scuola di Milano(Mara Selvini Palazzoli, Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin, Paolo Bertrando…)

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Dall’approccio sistemico-relazionale al costruttivismo

IO CONTESTUALE:

la mente, la soggettività, l’identità sono fenomeni relazionali

Si originano, si sviluppano e si mantengono (anche qui ed ora) nell ‘interazione sociale

L’individuo è comprensibile solo alla luce del sistema relazionale di cui è parte, in primis (cronologicamente) la famiglia.

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Il modello costruzionista di cronen, johnson, lannamann1982

“La comunicazione non deve essere concepita come lo strumento per raffigurare la realtà esterna e per trasmettere immagini non distorte da una persona all'altra, bensì come il processo attraverso il qualegli individui creano le realtà sociali" (Cronen, Johnson e Lannamann, 1982, p. 93)

Alla concezione realista di Bateson, negli anni ‘80 Cronen, Johnson e Lannamann oppongono la tesi costruzionista secondo la quale

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Il modello a 6 livelli

1•Modelli culturali: ampi modelli di ordine sociale e di relazioni umane relative a quell’ordine.

2•Sé o biografia interna: repertorio di azioni che compongono l’immagine di sèdi un individuo

3•La relazione fra i comunicanti

4•Episodio

5•Atto linguistico

6•Contenuto

Invece del modello contenuto e relazione, proposto da Bateson (1956), Cronen, Johnson e Lannamann introducono 6 livelli di contesto.

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Riflessività: Ogni livello può diventare contesto

“Tutti i livelli sono costruiti all'interno degli scambi comunicativi e formano un sistema gerarchico di senso e significato.

Ciò significa che ciascun livello è il contesto (chunk) entro il quale i livelli inferiori acquistano senso.”

Tuttavia è l’interazione concreta che conduce a “incasellare” i diversi elementi sensoriali nei diversi livelli: un gesto, una parola, un’emozione possono azionare un ancoraggio ed essere classificati –a seconda delle circostanze – in differenti livelli.

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forza implicativa

Un frase o un gesto, a seconda del modo e del momento in cui vengono percepiti, possono passare ad esempio da atto linguistico a definizione della relazione o addirittura cambiare la biografia interna del destinatario, e da tale posizione potranno inquadrare il senso di tutto quello che avverrà in seguito.

E’ quello che Cronen, Johnson e Lannamann

chiamano forza implicativa:una dichiarazione d’amore o

una rivelazione di tradimento possono avere

una forza implicativa tale da rovesciare il senso

complessivo della vita di un soggetto.

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Riflessività

Questi rovesciamenti di senso fanno sì che il soggetto sperimenti un disorientamento/disagio transitorio derivato dal fatto che livelli diversi vengono mescolati con possibili effetti di paradosso (Chi è che contiene? Chi è il contenuto? ): questo processo viene denominato riflessività.

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Transitività e intransitività

Alla fine, se tutto funziona, viene stabilizzata una nuova gerarchia, dove ciò che prima era contenuto (ad esempio un atto linguistico)diventa contenitore (ad esempio l’atto linguistico, per la sua forza implicativa, ridefinisce una relazione, invertendo la gerarchia precedente). Questo processo di “salti di livello “ viene definito transitività.

Viceversa può anche accadere che dopo la fase di riflessività la gerarchia preesistente riprende il sopravvento rendendo impossibile Il rovesciamento (intransitività)

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"La riflessività (paradosso) in quanto tale non è una fallacia delprocesso comunicativo ma una sua componente normale eindispensabile. “

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Sorpresa: Il paradosso e’ buono e fa bene

Ad esempio, all'inizio di ciascun episodio comunicativo un certo grado di "confusione” tra i partecipanti è ineliminabile perché la qualità del contesto non è già data ma deve essere costruita all'interno dell'interazione. Lo stesso capita nei cambiamenti contestuali o relazionali.

"Contesti che non possono modificarsi in risposta a cambiamenti che avvengono ad un livello inferiore potrebbero essere un sintomo di un sistema patologico incapace di contrattazione o di crescita" (Cronen, Johnson e Lannamann, 1982, pp. 96-97).

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Il paradosso linguistico non è nel linguaggio

La transitività o intransitività fra i livelli di contesto èdefinita da alcune premesse di significato, definite metaregole,le quali sono il risultato di specifici modelli culturali e familiari, dalle esperienze individuali di ogni persona nonché dalla posizione cheil soggetto assume all’interno del suo sistema di relazioni.

Il paradosso non è dunqueun fatto “ oggettivo ”esterno, ma è vissutocome tale dal soggetto inrapporto alla sua specificaposizione nell ’ intrecciorelazionale.

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Il modello CJL nel counseling, nel coaching, nella consulenza.

Il modello a sei livelli di CJL ècomplementare a quello deilivelli logici.Infatti, mentre i LL sono mappedi significati nel modellolinguistico del mondo di unsoggetto (sia esso gruppo opersona), il modello CJL consentedescrizioni dinamiche sistemichedei percorsi di senso complessiviin un soggetto (individuale).

Inoltre, contenendo descrizioni narrative biografiche dell’identità e deimodelli culturali, apre le porte a una pratica di narrazione e story tellingche agevolano il processo costruzionista nei colloqui di aiuto ecambiamento.

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bibliografia

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L.Boscolo, P. Bertrando, Terapia sistemica individuale, Raffaello Cortina,1996G.Cecchin, T.Apolloni, Idee Perfette, Franco Angeli, 2003V.Ugazio, Storie permesse, storie proibite, Bollati Boringhieri 2012

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By camillo sperzagni, 2016