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23° Corso di Aggiornamento – S.I.M.F.E.R. Emilia Romagna24 Maggio 2012
DISFAGIAValutazione e trattamento logopedico nel paziente con ictus in fase acuta
Renata AzzaliRenata Azzali
23° Corso di Aggiornamento – S.I.M.F.E.R. Emilia Romagna - 24 Maggio 2012
NELL’ULTIMO DECENNIO SONO STATE SVILUPPATE E CONDIVISE NELL’ULTIMO DECENNIO SONO STATE SVILUPPATE E CONDIVISE LINEE GUIDA INTERNAZIONALI LINEE GUIDA INTERNAZIONALI
SULLA GESTIONE DEL PAZIENTE DISFAGICO. SULLA GESTIONE DEL PAZIENTE DISFAGICO. ANCHE IN MFR A REGGIO E. ABBIAMO PRODOTTO UNA PROCEDURA ANCHE IN MFR A REGGIO E. ABBIAMO PRODOTTO UNA PROCEDURA
PER LA PER LA GESTIONE INTERPROFESSIONALE DELLA DISFAGIA, GESTIONE INTERPROFESSIONALE DELLA DISFAGIA, CHE DEFINISCE RESPONSABILITA’ E AZIONI CHE DEFINISCE RESPONSABILITA’ E AZIONI
CON L’OBIETTIVO DI RIDURRE IL RISCHIO CLINICOCON L’OBIETTIVO DI RIDURRE IL RISCHIO CLINICO
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GESTIONE DEL PAZIENTE GESTIONE DEL PAZIENTE DISFAGICODISFAGICOLA GESTIONE DELLA DISFAGIA È COMPLESSA E COSTOSA
E' UN ATTO MULTIDISCIPLINARE E MULTIPROFESSIONALE CHE RICHIEDE LA COLLABORAZIONE DI NUMEROSI ESPERTI:
SIA IN FASE DIAGNOSTICA CHE IN FASE TERAPEUTICA
Infermiere professionale Fisiatra
Fisioterapista Radiologo
logopedista Otorino
Foniatra Gastroenteroloogo
Dietista Neurologo
OSS Internista
Caregivers Pneumologo
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SCREENING DISFAGIAMEDICO - INFERMIERE
SCREENING DISFAGIAMEDICO - INFERMIERE
VALUTAZIONE CLINICA LOGOPEDISTA
VFG
FEESSTFEES
VALUTAZIONE STRUMENTALEFONIATRA – OTORINO - RADIOLOGO
VALUTAZIONE STRUMENTALEFONIATRA – OTORINO - RADIOLOGO
VALUTAZIONE NON STRUMENTALEVALUTAZIONE NON STRUMENTALE
Valutazione della disfagiaValutazione della disfagia
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LOGOPEDISTALOGOPEDISTA
Valutazione Clinica non strumentale
Terapia deglutitoria orientata funzionalemente– metodi ripristinativi, – compensatori, – adattativi
Counselling al paziente, ai suoi familiari, al personale sanitario
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VALUTAZIONE: OBIETTIVIVALUTAZIONE: OBIETTIVIQuadro completo della situazione del paziente
Accertare la presenza di eventuali segni disfagici e di presunta aspirazione
Analizzare la sequenza deglutitoria e la coordinazione dei movimenti necessari per un atto adeguato
Individuare le alterazioni nelle varie fasi della deglutizione
Stabilire la gravità della disfagia (scale)
Valutare il tipo di deglutizione possibile
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VALUTAZIONE: OBIETTIVIVALUTAZIONE: OBIETTIVI
Stabilire con il medico il tipo di alimentazione possibile (enterale, mista, per os) e il tipo di nutrizione somministrabile al paziente
Prevenire episodi di soffocamento, infezioni polmonari e danni secondari
Stabilire il tipo di trattamento adeguato (ripristinare la deglutizione, utilizzare compensi e tecniche specifiche)
Gestire i problemi correlati (cannula tracheale, sondino naso-gastrico,PEG)
Ipotizzare previsioni prognostiche per scegliere strategie riabilitative adeguate
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VALUTAZIONE CLINICAVALUTAZIONE CLINICA
1- ANAMNESI– diagnosi clinica, insorgenza ed evoluzione della
disfagia, terapie farmacologiche in atto, stato nutrizionale, funzione respiratoria, funzioni cognitive
2- OSSERVAZIONE DEL PAZIENTE– pre-requisiti (attenzione, collaborazione,
orientamento), sensibilità, motricità e prassie orali, riflessi
3- ESAME CLINICO DELLA DEGLUTIZIONE– prove di deglutizione (saliva, liquidi, semi-liquidi,
semi-solidi, solidi)
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Anamnesi: situazione globale delle altre funzioni correlate (fonazione, articolazione)PosturaAspetto Mucosa Orale e SecrezioniSensibilitàTonicità e MotricitàRiflessi Gestione SalivaVoceTosse Volontaria OSSERVAZIONE DEGLUTIZIONE– A Vuoto– Semi-solido– Liquido– SolidoSTRUMENTI – pulsossimetro– fonendoscopio
Fattori di rischio:SCARSA MOTILITÀ
RITARDO/ASSENZA RIFLESSO FARINGEO
RIDOTTA ELEVAZIONE LARINGEA
TOSSE
VOCE GORGOGLIANTE
ESPIRAZIONE RUMOROSA
DESATURAZIONE
RUMORI UMIDI
PROTOCOLLO PROTOCOLLO
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• Alimentazione esclusivamente per via orale
• Alimentazione per via orale. Dieta e /o autonomia modificata
• Necessità di alimentazione artificiale
7 Normalità6 Nei limiti
funzionali
5 Disfagia lieve4 Disfagia
lieve/moderata3 Disfagia moderata
2 Disfagia moderata/severa
1 Disfagia severa O’Neil KH, Purdy M, Falk J, Gallo L. The dysphagia outcome and severity scale. Dysphagia 14:139-145, 1999
SCALA DOSSSCALA DOSSDisphagia Outcome and Severity ScaleDisphagia Outcome and Severity Scale
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Alimentazione per os:•Semisolido •Tronco eretto e capo • leggermente flesso in avanti•Tossire ogni 2-3 deglutizioni•Osservazione 1 o 2 pasti•Monitoraggio quantità
TESTTEST NEGATIVONEGATIVO
NO DIFFICOLTA’
DIFFICOLTA’ o DUBBI
DIETALIBERA
SegnalazioneLogopedista
COME PROCEDERECOME PROCEDERE
TEST TEST POSITIVOPOSITIVO
Nutrizione alternativa (enterale o parenterale)
SegnalazioneLogopedista
Procedure Terapeutiche
Provvedimenti adattativi
VALUTAZIONECLINICA
Valutazione strumentale
Counselling
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PER I DEFICIT DI:– LABBRA– GUANCE– LINGUA– PALATOMATERIALE:– DITA– ABBASSALINGUA– SPECCHIETTI LARINGEI– SPAZZOLINI MANUALI O ELETTRICI– GARZE– GHIACCIO– LIQUIDI CALDI O FREDDI
ESEGUIRE STIMOLAZIONI MEDIANTE SFIORAMENTO-PRESSIONE – MASSAGGIO - TAMBURELLAMENTO DELLE AREE INTERESSATE
ESERCIZI ATTIVI E PASSIVI DELLA ESERCIZI ATTIVI E PASSIVI DELLA MUSCOLATURA E TECNICHE DI MUSCOLATURA E TECNICHE DI STIMOLAZIONESTIMOLAZIONE TATTILE, VIBRATORIA, TERMICA TATTILE, VIBRATORIA, TERMICA
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BILANCIO LOGOPEDICOBILANCIO LOGOPEDICOTUTTE LE INFORMAZIONI RACCOLTE PERMETTONO DI DEFINIRE IN PRESENZA DI DISFAGIA– GLI OBIETTIVI RIABILITATIVI – PIANO DI TRATTAMENTO
OBIETTIVO RIABILITATIVO PRIMARIO– RECUPERO DELLA DEGLUTIZIONE NORMALE O IL PIÙ POSSIBILE
FISIOLOGICA
SE CIÒ NON È POSSIBILE L’ OBIETTIVO E’ – OTTENERE UNA DEGLUTIZIONE FUNZIONALE – (COMPROMESSI: MAGGIOR DURATA DELL’ATTO DEGLUTITORIO,
LIMITAZIONI DIETETICHE, ESCLUSIONE DI PARTICOLARI CONSISTENZE, ADOZIONE DI POSTURE FACILITANTI)
IL FALLIMENTO PIÙ O MENO COMPLETO DI TALI OBIETTIVI: ALIMENTAZIONE ALTERNATIVE (SNG-PEG)
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POSTURE FACILITANTIPOSTURE FACILITANTILa postura più idonea va ricercata durante la valutazione ed eventualmente durante la valutazione strumentale
Le posture riducono o eliminano il rischio di aspirazione nel 75-80% dei soggetti disfagici
Non sempre possono essere applicate (problemi motori, collo e cingolo scapolare, livello cognitivo, ecc..) tali tecniche producono una modifica alla velocità e alla direzione del bolo in quanto producono una modifica delle dimensioni della faringe
Tavola posture (vedi Logemann 1995)
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Metacognizione dell’atto deglutitorio reso volontario
Inspirare e trattenere il fiato (apnea);Introdurre il cibo,Far forza con la lingua sul palato o in alternativa (nei pazienti più gravi), stringere i denti; deglutire e infine Espirare
Scomposizione Della Deglutizione
Ridotta peristalsi faringea e limitata escursione laringea
Prolungando l’elevazione laringea si prolunga l’apertura dello sfintere cricofaringeo e dello sfintere esofageo superiore
Deglutire mantenendo manualmente l’elevazione laringea per pochi secondi, fino al termine della deglutizione successiva
Manovra di Mendelsohn
Ridotto movimento posteriore della base lingua
Lo sforzo aumenta il movimento della base lingua e la pressione faringea
Deglutire forzandoe prolungando la pressione della lingua contro il palato
Deglutizione Forzata
Incompleta chiusura delle vie aeree
La chiusura sfinterica della glottide, provoca un’inclinazione anteriore delle cartilagini aritenoidee e un accolllamento delle false corde
Stessa esecuzione della Deglutizione Sopraglottica Ma durante l’apnea piena, eseguire una chiusura sfinterica della glottide, con contrazione dei muscoli addominali.
Deglutizione Super Sopraglottica
Ridotta o ritardata chiusura delle corde vocali Ritardo d’innesco del riflesso faringeo della deglutizione
Mantenendo un’apnea volontaria, si chiudono le corde vocali prima e durante la deglutizione
Trattenere il fiato prima di iniziare la deglutizione, mantenere l’apnea ,eseguire un colpo di tosse alla fine della deglutizione
Deglutizione sovraglottica
indicazionerazionaleconsiste in tipo
Ridotta peristalsi faringea Utilizza la gravità per spostare il bolo
Paziente generalmente a lettoCapo e tronco in estensione
Ridotta elevazione laringea.Compromissione faringee bilaterali.
Annulla l’effetto gravità sul bolo depositato sul tratto oro-faringeo
Paziente generalmente a lettoDecubito laterale
disfunzione dello sfintere esofageo inferiore
Si chiede al paziente di Ruotare il capo verso il lato Destro o Sinistro
Si chiede al paziente di Ruotare il capo verso il lato Destro o Sinistro
Capo ruotato
ipomobilità della lingua e paralisi faringea unilaterale
Dirige il bolo sul lato omolaterale alla flessione sia a livello orale che faringeo
Si chiede al paziente di Flettere il capo verso il lato sano
Flessione laterale del capo verso il lato Sano
paralisi faringea unilateraleparalisi laringea unilaterale
Chiude il seno piriforme omolaterale alla rotazione Dirige il bolo in quello controlaterale
Capo Ruotato verso il lato Leso
Insufficiente chiusura labiale e limitata velocità propulsiva Ma procura un elevato rischio di inalazione in particolare per i liquidi È da abbinarsi alla deglutizione sopraglottica.
Utilizza la gravità per spostare il bolo nella cavità orale
Si chiede al paziente di estendere il capo
Capo Esteso
Trasporto orale inefficace, Ridotto movimento posteriore della base lingua
Sfrutta la gravità per la progressione del bolo nel cavo orale
Si chiede al paziente di Flettere il capo e progressivamente estenderlo.
Capo flesso e lentamente esteso
Ritardo del riflesso di deglutizioneRidotta elevazione laringeaRidotto movimento posteriore della base lingua
Spinge la base lingua all’indietro,verso la parete faringea posteriore Provoca l’orizzontalizzazione dell’epiglottide Protegge maggiormente le vie aereeEleva la laringeRallenta la progressione e la discesa del bolo in ipofaringe, aprendo lo spazio vallecolareFacilita l’innesco della Deglutizione FaringeaFacilita l’apertura dello sfintere cricofaringeo
Si chiede al paziente di Flettere il capo.
Capo Flesso in avanti
indicazionirazionaleconsiste in
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SemisolidiLiquidi densi Disfunzione dello sfintere esofageo superiore
Semisolidi Liquidi densiDeficit di elevazione laringea
Semisolidi con tendenza al solido e
Liquidi densi con tendenza al liquido
Semisolidi e liquidi densiParalisi laringea unilaterale
Liquidi densiLiquidi densi con tendenza al liquidoRidotta peristalsi faringea
SemisolidiLiquidi densiParalisi faringea unilaterale
Liquidi, solidi morbidi Liquidi densi e semisolidiRitardo d’innesco della deglutizione
faringea
Liquidi densi con tendenza al semisolidoLiquidi densi con tendenza al liquido Ipomobilità lingua
Sostanze fredde o gassateDeficit sensibilità orale
Semisolidi con tendenza al solidoLiquidi, liquidi densi e semisolidi Deficit di masticazione
Liquidi densi o solidificazione di liquidiLiquidi densi Insufficiente chiusura delle labbra
Caratteristiche del cibo per il Trattamento
Caratteristiche del Cibo per l’Alimentazione
Alterazioni
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Gruppi di studioGruppi di studioEGDG– European study Group for Dysphagia and Globus – Gruppo europeo nato ad Amsterdam nel 1992 che si
occupa della fisiologia e patologia della deglutizione
GISD– Gruppo Italiano di Studio sulla Disfagia (sezione
italiana del EGDG) nato a Roma nel 2005
CONSENSUS CONFERENCE DELLA FLI– Esperti e rappresentanti autorevoli della Professione,
Società Scientifiche e Organizzazioni Rappresentative Nazionali (FLI, SIFEL, GIRD, SSLI) il 29 gennaio 2007 si sono riuniti a Torino per discutere dell'appropriatezza e delle LG per la gestione del paziente disfagico adulto e hanno redatto un documento “La Gestione del paziente disfagico adulto in Foniatria e Logopedia” che è accessibile sul sito dell'ALP
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1. ‘Procedura per la gestione integrata della disfagia nei pazienti con esiti di stroke’ Gruppo DISFAGIA MFR-Reggio E. 2010
2. SIGN ‘Management of patients with stroke: identification and management of dysphagia. A national clinical guideline’, June 2010
3. Carnaby G et al. Behavioural intervention for dysphagia in acute stroke: a randomised controlled trial. Lancet Neurol 2006; 5: 31-37.
4. ‘Linee guida sulla gestione del paziente disfagico adulto in foniatria e logopedia’ Consensus Conference Torino, 29 Gennaio 2007, Raccomandazioni del Comitato Promotore Federazione Logopedisti Italiani
5. L. Perry et al. ‘Screening for dysphagia and aspiration in acute stroke: a systematic review’ Dysphagia 2001, 16:7-18
6. Stroke Prevention and Educational Awareness Diffusion (SPREAD) ‘Ictus cerebrale: Linee guida italiane di prevenzione e trattamento’ - Sesta Edizione - Stesura di gennaio 2010
7. Martino R et al. Dysphagia after stroke: incidence, diagnosis, and pulmonary complications. Stroke 2005; 36: 2756-2763.
8. Katzan IL et al. The effect of pneumonia on mortality among patients hospitalized for acute stroke. Neurology 2003; 60: 620-625.
9. Centro studi EBN AOU S.Orsola-Malpighi di Bologna ‘Percorso assistenziale per il paziente con disfagia oro-faringea, revisione 2009
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BibliografBibliografiaia