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VICENZA IN MISSIONE hiesa Viva Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB Vicenza APRILE 04 2017 QUARESIMA PASQUA Cammino di risurrezione LE GUERRE DELL’ACQUA Dare voce al grido della terra MICRO PROGETTI 2017 La cooperazione sia formazione

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MICRO PROGETTI 2017La cooperazione sia formazione

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EDITORIALE

2 | Chiesa Viva | aprile 2017

EDITORIALE

«P ietro corse al sepolcro», raccontano i Vangeli di Pasqua. Quali pensieri potevano agitare la sua mente e il

suo cuore durante quella corsa? Pietro, insieme con gli Undici, non aveva creduto alla testimo-nianza delle donne, che gli era sembrata puro «vaneggiamento»; il suo cuore era appesantito dal dubbio, la mente da pensieri negativi e tri-stezza. Tuttavia, dopo aver ascoltato le donne, «si alzò», dice il Vangelo. Non rimase seduto a pensare, non restò chiuso in casa come gli altri. Non si lasciò intrappolare dall’atmosfera cupa di quei giorni, né travolgere dai dubbi; non si fece assorbire dai rimorsi, dalla paura e dalle chiac-chiere continue che non portano a nulla. Cercò Gesù, non sé stesso. Preferì la via della fiducia che porta all’incontro e, così com’era, si alzò e corse al sepolcro, da dove poi ritornò «pieno di stupore». Questo è stato l’inizio della “risurre-zione” di Pietro, la risurrezione del cuore. Non ha permesso che tristezza e oscurità soffocasse-ro la voce della speranza, e ha lasciato che la luce di Dio gli entrasse nel cuore. Anche le donne avevano vissuto la stessa esperienza: erano «im-

paurite e con il volto chinato a terra», ma erano uscite comunque, di mattina presto.Anche noi, come Pietro e le donne, non trovere-mo la vita restando imprigionati in noi stessi per la tristezza e la mancanza di speranza. Questa è la prima pietra che la Pasqua deve far rotola-re via: la mancanza di speranza che paralizza e rinchiude. Vediamo e vedremo continuamente problemi vicino a noi, dentro di noi e nel tem-po travagliato che ci è dato di attraversare. Ci saranno sempre, ma la fede nel Risorto ci aiuta ad illuminarli, in certo senso a “evangelizzarli”. Evangelizzare i problemi, così che le oscurità e le paure non accechino lo sguardo dell’anima e prendano possesso del cuore.Non si tratta di semplice ottimismo, o di un atteggiamento psicologico per farsi coraggio: è speranza cristiana! La speranza cristiana è il dono che Dio ci fa se usciamo da noi stessi e ci fi-diamo di Lui. Il Consolatore che il Signore dona a coloro che lo invocano non fa apparire tutto bello, non elimina il male con la bacchetta ma-gica, ma infonde la vera forza della vita, che è la certezza di essere amati e salvati da Cristo, che per noi ha vinto il peccato, la paura, la morte: niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore di Cristo. C’è tanto bisogno, oggi, dell’annuncio di Pasqua. Ed è tutto affidato alla nostra piccola fede, quotidiana e tenace.

Risorgere

L’intenzione del mese:Per i giovani, perché sappiano rispondere con genero-sità alla propria vocazione, considerando seriamente anche la possibilità di consacrarsi al Signore nel sacer-dozio o nella vita consacrata.

Redazione: Piazza Duomo, 2 - 36100 VicenzaTel. 0444 226546/7 - Fax 0444 226545

Portale Internet: www.missioni.vicenza.chiesacattolica.it

E-mail: [email protected]

c.c.p. 001006251514 intestato a: “Diocesi di Vicenza - gestione missioni”

Direttore responsabile: Lucio Mozzo

In Redazione:Direttore: Arrigo GrendeleSeminario: Massimo FrigoPagina dei ragazzi: Massimiliano BernardiMigrantes: Michele De Salvia

Anno LI I

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Aut. Trib. di Vicenza n. 181 del 4/12/1964 Iscr. reg. naz. della stampa n. 12146 del 9/10/1987

In copertina: Lavanda dei piedidi Sieger Koder

Progetto grafico/Impaginazione: Dilda Design - Vicenza

Stampa: Gestioni Grafiche Stocchiero - Vicenza

Rivista di informazione e animazione missionaria e diocesana, destinata soprattutto alle famiglie, che possono dare una offerta per le Opere Missionarie ed il Seminario (si propongono circa 10,00 euro)

don Arrigo GrendeleDirettore

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LE GUERRE DELL’ACQUADare voce al grido della terra”

MICRO PROGETTI 2017La cooperazione sia formazione

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3aprile 2017 | Chiesa Viva |

“C he la Quaresima sia un cammino di speranza è subito evidente se pensia-

mo che essa è stata istituita come tempo di pre-parazione alla Pasqua. Dunque, tutto il senso di questo periodo di quaranta giorni prende luce dal mistero pasquale verso il quale è orien-tato. Possiamo immaginare il Signore Risorto che ci chiama ad uscire dalle nostre tenebre, e noi ci mettiamo in cammino verso di Lui, che è la Luce. E la Quaresima è un cammino verso Gesù Risorto; è sì un periodo di penitenza, an-che di mortificazione, ma non fine a sé stesso, bensì finalizzato a farci risorgere con Cristo, a rinnovare la nostra identità battesimale, a ri-nascere nuovamente “dall’alto”, dall’amore di Dio. Ecco perché la Quaresima è, per sua na-

tura, tempo di speranza. […] Ogni passo, ogni fatica, ogni prova, ogni caduta e ogni ripresa, tutto ha senso solo all’interno del disegno di salvezza di Dio, che per il suo popolo vuole non la morte ma la vita, non il dolore ma la gioia. […] Liberarci dalla schiavitù del pecca-to, aprirci la strada alla vita eterna è costato a Gesù tutto il suo sangue. È grazie a Lui che noi siamo salvati. Ma questo non vuol dire che Lui ha fatto tutto e noi non dobbiamo fare nulla, Lui è passato attraverso la croce e noi “andiamo in paradiso in carrozza”. Non è così. La nostra salvezza è certamente dono suo, ma, poiché è una storia d’amore, richiede il nostro “sì” e la nostra partecipazione. La Quaresima, dunque, è certamente un cammino impegnativo, come è giusto che sia, ma è un cammino pieno di speranza”. (papa Francesco, catechesi del Mercoledì delle Ceneri)

“La parola è un dono. L’altro è un dono”

Quaresima, cammino di speranza

Nel cuore del mondo

raccogliersi per la lode.

Nella notte

circondandosi di silenzio.

Essere nella città

sentinelle che aprono il libro

per essere discepoli

in agguato

di una parola, di un segno.

Seguire Cristo

e abitare tra gli uomini.

Tutto lasciare

per accogliere il povero.

Tenere la porta aperta

a colui che ti cerca.

Poter intendere

tutti i peccati

e vivere da fratelli.

Nello straniero

sentire i tuoi passi

che si avvicinano.

Condividere il sapere

e il pane.

Nella differenza

tendere la mano verso l’altro.

Insegnare ai bambini

che in cielo

Dio solamente è giudice.

Vivere senza paura

nella città

attraversata da violenza.

Abitare una casa di pace.

Tradurre in pazienza

il desiderio del Regno.

Così nella dolcezza

dello Spirito

il tuo giorno si leva.

“S ul monte Tabor la voce dalla nube in-dica in Gesù il Figlio amato del Padre,

splendente nella sua gloria e tuttavia incam-minato verso la Passione che lo pone dalla parte dell’umanità sofferente e oppressa, a fianco di tutti gli abbandonati e i crocifissi della storia. Con decisione la voce del Pa-dre invita all’ascolto. Non è facile nel nostro mondo porgere orecchio, rendersi disponi-bili, attenti, recettivi. Semmai siamo conti-nuamente spinti a prendere la parola, ad at-tirare l’attenzione, impedire che l’altro venga ascoltato. Il comando che risuona sul monte è molto attuale, anche se controcorrente.Il Figlio amato è Parola del Padre: in lui di-

viene possibile una nuova lettura della storia, che non registri unicamente l’intervento dei più forti, che non si limiti a constatare chi fa più rumore, ma vada alla ricerca delle delle voci più umili e flebili, quelle di cui nessu-no si cura. Allora l’ascolto è forma della vera conversione: uscire da sé stessi, per andare in-contro a chi fa fatica anche solo a farsi sentire. Perciò, se riscopriamo il primo Altro, che è proprio Gesù, potremo riscoprire gli altri come fratelli, e anche il più povero, il più fra-gile e malato può essere riscoperto come un fratello, come un dono. Vivere la Quaresima, vivere la gioia della Pasqua, seguire Gesù nel suo percorso di morte e di risurrezione, non può non portarci ad incrociare la via degli af-famati, assetati, carcerati, malati, in cui – nel-lo stesso tempo - egli si nasconde e si rivela”. (mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI)

QUARESIMA 2017“Ciò che è perfetto non può in alcun modo essere detto cristiano … Assumere con gioia le nostre debiolezze è condizione essenziale per iscriversi alla caccia di quel tesoro di cui parla Gesù nel Vangelo: la fede”.

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4 | Chiesa Viva | aprile 2017

È una denuncia forte e chiara quella di papa Francesco sul “diritto umano all’acqua”, avver-tendo che sull’utilizzo di questo bene irrinun-ciabile l’umanità rischia di andare incontro

ad un nuovo conflitto mondiale. Dio non ci ab-bandona nel compito di annunciare e difende-re questo diritto umano essenziale; poi però il lavoro e la responsabilità sono tutte nostre.

M ille bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie collegate all’acqua e quasi due miliardi di persone sono costrette a consumare acqua inquinata: sono cifre ufficiali fornite dall’ONU e descrivono una realtà sconvolgente che

non dovrebbe lasciare indifferente nessuno. Il diritto all’acqua potabile non è sempli-cemente un diritto tra gli altri, perché da esso dipende la vita. Per questo – ha recen-temente invocato con forza papa Francesco – è necessario unire tutte le nostre voci in questa causa, in modo che non siano più voci individuali o isolate, ma insieme si facciano grido del fratello che reclama per mezzo di noi, grido della terra che chiede il rispetto e la condivisione di un bene che è di tutti.Tutti perciò si assumano le proprie responsabilità – ognuno al proprio livello - perché questo si traduca in realtà , cultura comune dell’incontro e non sorgente di conflitti a causa del prevalere degli egoismi.

1,8miliardi di persone che non hanno accesso a fon-ti idriche pulite e sicure

1.000bambini che ogni giorno muoiono per malattie le-gate al consumo di acqua contaminata

40%la quota di popolazione mondiale che soffre per la carenza di risorse idriche

“Bisogna unire le voci perché risuoni il grido della terra”

LE GUERRE DELL’ACQUA DA SPEGNERE SUBITO

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5aprile 2017 | Chiesa Viva |

Preziosa, contesa, scarsa rispetto alle necessità di 7 miliardi di esseri umani, strategica, l’acqua è alla radice dei mag-giori conflitti internazionali assai più

del petrolio. E lo sarà sempre di più, sulla scia di grandi ed evidenti cam-biamenti climatici.

Dopo 2 anni di terribile siccità, che ha ridotto il 10% della po-

polazione etiope allo stremo delle forze, non sorprende che per l’Etio-pia il controllo delle acque del Nilo Azzurro e l’opzione militare a dife-sa del completamento della Gran-de Diga diventino sempre più una questione di sopravvivenza. Se fino a pochi anni fa un accordo di tipo coloniale fra Egitto e Sudan aveva sancito una ripartizione squilibrata dell’uso delle acque del Nilo a fa-vore del Cairo, l’indebolimento del Paese ha lasciato spazio ad un’intesa tra Sudan ed Etiopia. Ma neppure Uganda, R.D. del Congo, Tanzania,

Kenya, Ruanda e Burundi possono stare a guardare. Ne deriva un quadro di profonde tensioni e di equilibri molto fragili.In Medio Oriente, la costru-zione in territorio turco di di-ghe e chiuse ha drasticamente ridotto la portata del Tigri in Siria ed Iraq. La “sete” che ne è conseguita e che è all’origine del grande gelo fra le tre na-zioni, è tutt’altro che estranea allo scoppio della tragedia si-riana, in un Paese già messo in ginocchio da gravi siccità.Più a Ovest, le acque del fiume Giordano e dei pochi laghi regionali non bastano alle necessità delle due popolazioni, e non c’è dubbio che la gravissima scarsità di acqua dolce peggiori di giorno in giorno la cornice del con-flitto israelo-palestinese che si tra-scina ormai da oltre mezzo secolo. I due popoli guardano ormai alle acque del Mediterraneo come unica possibilità di sopravvivenza, ma è

“Su questi temi la comunità interna-zionale non si sofferma abbastanza”

I l fiume Mekong è una risorsa con-divisa dall’intero Sud-Est asiatico

continentale: sei Paesi lungo i 4.350 chilometri del suo itinerario dall’alto-piano tibetano al delta vietnamita, più di 30 milioni di persone che traggono direttamente dalle sue acque una pos-sibilità di vita. Tuttavia il suo corso è sottoposto alla crescente pressione di interessi economici che coincidono prevalentemente con quelli della Cina e dei governi ad essa legati da rappor-ti commerciali, strategici o ideologici (Laos e Cambogia). O di altri, come quelli di Thailandia e Myanmar, che non vogliono restare soffocati dalle pretese di Pechino. Le organizzazioni internazionali impegnate nella difesa

dei diritti umani e dell’ambiente non sono riusci-te a fermare la realizzazione dei numerosi sbarra-menti idroelettrici sull’alto corso del fiume, ed ora cercano di impedire che gli esplosivi aprano una via di naviga-zione dalla Cina meridionale al corso centrale del fiume: ben 800 chilometri interessati da un progetto congiunto dei governi cinese, birmano, laotiano e thailandese, che renderebbero pos-sibile la navigazione a imbarcazioni imponenti, a prezzo però della deva-stazione di attività economiche e sti-

li di vita di milioni di persone, oltre che dell’ambiente. I cinesi hanno già aperto la strada, distruggendo con la dinamite undici isole e banchi rocciosi e avviato il drenaggio del fondale nel tratto di loro competenza. Lo stesso potrebbe succedere presto nei tratti più a valle del fiume, dove le imprese concessionarie hanno già identificato 51 “ostacoli” da eliminare.

fin troppo evidente che non hanno tutti e due le stesse disponibilità di mezzi economici, tecnologici e mi-litari. Su tutti questi nodi geopolitici la comunità internazionale non si sofferma adeguatamente, e rischia di rimandare ogni decisione a mo-menti irrimediabilmente ancor più complicati.

Africa e Medio OrienteLe acque contese dei fiumi

Sud-Est asiaticoNel fiume Mekong la resistenza degli ultimi

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N ampula, con oltre 500mila abitanti, è la terza città del Mozambico. Vi operano da tempo le

Suore Comboniane, tra le quali la nostra sr Giu-lia Costa, di Montebello Vicentino. A casa per un po’ di riposo e cura, ci racconta della Casa di ac-coglienza che gestiscono, il “LAR ELDA”, della sua importanza e delle sue difficoltà.La Casa è situata in una zona periferica e molto povera, dove la scarsità di lavoro, la mancanza di infrastrutture, di strade e la diffusione delle ma-lattie concorrono a creare una situazione difficile sotto ogni punto di vista. A fare le spese di questa situazione sono soprattutto i bambini e ragazzi, e tra loro ancor di più le ragazze. Molti non hanno più genitori, morti di AIDS e le ragazze rischiano facilmente di finire nel giro della prostituzione. È nata da qui, nel 2003, l’idea di aprire il “Lar” (“fo-colare”) per ragazze e bambine orfane di entrambi o di un solo genitore. «Alcune di loro hanno sto-rie di abusi, di violenze e schiavitù», ci racconta

S ono molti i motivi che legano la Chiesa di Vi-cenza alla più giovane nazione africana: è la

terra di Giuseppina Bakhita ed è la terra bagnata dal sangue di d. Giacomo Bravo e d. Antonio Dop-pio. Per questo a Bakhita e ai nostri due sacerdoti la Diocesi, in collaborazione con il CUAMM, ha dedicato il pronto soccorso dell’ospedale di Yrol. E proprio dal Sud Sudan giungono notizie sempre più allarmanti. Ci scrive d. Dante Carraro, dina-mico direttore del CUAMM: “Nei giorni scorsi ero in Sud Sudan, e proprio mentre ero lì il Governo del Paese ha ufficialmente dichiarato una nuova e terribile emergenza: la fame! Si calcola che circa 100.000 persone stiano rischiando di morire di fame e, se non si interviene rapidamente, si teme che circa la metà della popolazione sud sudane-se (5 milioni e mezzo) arrivi, entro luglio, a non avere accesso al cibo. A morire di più, ancora una volta, sono le mamme e i bambini. Da Cuibet Vincenzo Riboni, medico CUAMM, scrive: “Ab-biamo notato in ospedale un aumento dei casi di malnutrizione, soprattutto nei piccoli sotto i 5 anni. Ci sono donne che arrivano all’ospedale con piccoli di 1 anno che pesano 5-6 kg!”. Flavio, di-

rettore sanita-rio dell’ospe-dale di Yrol, aggiunge: “La fame fa pau-ra anche a Yrol. I Dinka sono alleva-tori e pastori, ma il prezzo della farina e del riso, alla base della loro alimentazione, è ormai proibitivo per tutti”. In questa situazione, conclude d. Dante, sentiamo ancora più for-te la necessità di esserci. Stiamo già lavorando a due importanti progetti per sostenere il trattamento della malnutrizione severa in 78 centri sanitari periferici. L’o-biettivo è di mettere in trattamento 9.600 bambini al di sotto dei 5 anni. Siamo sul campo con 1.023 operatori locali e 53 internazionali, di cui una ventina italiani. Aiutateci: con poco è davvero possibile fare molto!”Papa Francesco ha recentemente annunciato il suo pro-posito di visitare presto il giovane e martoriato Paese insieme con il Primate anglicano Welby, con la speran-za di attirare l’attenzione del mondo su questo popolo della terra.

Sud SudanGiovane paese martoriato

“La Chiesa ‘in uscita’ è la comunità di discepoli missionari che prendono l’ini-ziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano” (angelo della gioia, n. 24).In questo spirito dedichiamo queste pagine alla conoscenza di alcune delle situazioni sulle quali dai nostri missionari e volontari siamo sollecitati ad intervenire in questa Quaresima di fraternità 2017

MozambicoUn “focolare” per ragazzesenza casa

sr Giulia, «e arrivano a noi molto provate. La situazio-ne di povertà vissuta in famiglia spinge queste ragazze a cercare facili vie di guadagno. A volte sono gli stessi membri della famiglia a perpetuare violenze e soprusi». Le giovani – una cinquantina - sono seguite nello studio e accompagnate nel loro cammino di crescita umana e di fede.

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7aprile 2017 | Chiesa Viva |

S uor Teresa Marcazzan, di Castello di San Giovanni

Ilarione, paolina, impegnata in Kenya in un ambizioso proget-to di inculturazione che va dal tradurre la Bibbia in molti dei “dialetti/lingue“ dell’Africa al favorire la crescita culturale di ragazzi e giovani delle periferie in Kenya, in Uganda, in Sud Sudan, in Malawi ed in Nige-ria, si è vista recapitare un plico “strano“ da parte dell’Am-basciatore Mauro Massoni a nome del Presidente della Re-pubblica Italiana. Le veniva no-tificata l’onorificenza di “Cava-liere dell’Ordine della Stella d’Italia“: un riconoscimento che lo Stato italiano riserva a “quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi“. In Afri-ca dal 1972, oggi dirige “Pauli-nes Publications Africa“, una vera e propria “cittadella” della comunicazione multimediale, a servizio della crescita cultura-le delle giovani chiese africane.L’ultima collaborazione che ci ha chiesto è in favore dei seminaristi del Malawi, as-setati di sapere, ma spesso totalmente privi di libri di filosofia o di teologia, come pure di Bibbie e breviari, sui quali studiare e pregare.

Boa VistaAmazzonia brasilianaLa messe è molta…

KenyaOnorificenza per suor Teresa Marcazzan

della Parola e dell’Eucaristia - alla cui formazione preti e suore si dedicano con priorità. Senza, naturalmente, trascurare l’atten-zione alle famiglie più povere, il sostegno scolare dei bambini, l’alfabetizzazione, le attività ricre-ative del doposcuola. Ci sono poi le Cappelle da ristrutturare, spazi per la catechesi da costruire, una cappella da costruire in un nuovo quartiere sorto di recente in città. “Insomma il lavoro non manca, ma ci sentiamo sostenuti dalla vi-cinanza, dalla preghiera e anche dall’aiuto concreto della nostra Chiesa di Vicenza.”

I preti fidei donum di Vicenza sono presenti dal 2009 nell’A-

mazzonia brasiliana, e più preci-samente in Roraima, lo Stato più a nord del Brasile, ai confini con il Venezuela. La collaborazione con la Chiesa di Roraima è nata dall’appello dei Vescovi brasilia-ni che chiedevano sostegno per le diocesi dell’Amazzonia, vastis-sime e assai povere di personale apostolico. L’appello è stato ac-colto anche dalle suore Orsoline di Breganze, che fin dall’inizio sono presenti con una comunità nella medesima Area Missionaria “Santa Rosa di Lima”, composta da dieci comunità. In questo mo-mento i preti sono due: d. Attilio Santuliana e d. Enrico Lovato, ben inseriti nella pastorale dioce-

sana. Con le Suore, d. Attilio lavora nel-la pastorale carcera-ria, sociale, familiare e vocazionale; d. Enrico, oltre al servizio delle diverse comunità, continua un servizio già iniziato da d. Gigi Fontana alla parrocchia “Santo Isidoro”, nel Municipio di Alto Alegre, a cento chilometri dal capoluogo, con ventidue co-munità. Le distanze sono note-voli, e le strade pessime, soprat-tutto nella stagione delle piogge, quando si trasformano in un immenso pantano. Naturalmente tutte queste comunità, che spes-so possono vedere il prete assai di rado, possono andare avanti solo grazie al servizio dei laici – coordinatori, catechisti, ministri

El SalvadorIl sogno di Mabel e Raquel

P resenti a Nuevo Cuscatlan da più di 30 anni, le Piccole Sorelle del Vangelo

prestano il loro servizio in un’area colloca-ta ad una ventina di chilometri dalla capi-tale El Salvador.Il Paese sta vivendo una grave ondata di violenza tra bande criminali. La piccola, ma densamente popolata nazione centro-americana, ha registrato un numero im-pressionante di omicidi, e la popolazione giovanile è quella più vulnerabile. Decine di migliaia di persone, tra le quali un gran numero di minori non accompagnati, sen-tono di non avere altra scelta che lasciare il Paese. Nuevo Cuscatlan conta circa 10.000 abi-tanti, molti dei quali vivono sotto la soglia di povertà. Solo una minima parte dispone di un piccolo appezzamento di terra da cui

ricavare lo stretto necessario (mais e fagioli) per sopravvivere. Le possibilità di provve-dere all’istruzione dei figli sono pressoché nulle. La situazione è ancor più critica per le ragazze, alle quali facilmente è preclusa dalle stesse famiglie la possibilità di conti-nuare gli studi. Emblematica, al riguardo, la situazione di Mabel e Raquel, due ragazze di cui ci parla suor Annalisa Marangoni, di Torri di Quartesolo: hanno terminato la scuola dell’obbligo e vorrebbero proseguire gli studi. Ma abitano in una zona rurale e non potrebbero raggiungere la scuola con i mezzi pubblici se qualcuno non le aiutasse a coprire le spese del trasporto.

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8 | Chiesa Viva | aprile 2017

una piccola minoranza è costituita da ortodossi. Nel fine settimana le suore si dedicano alle attivi-tà dell’Oratorio, dove sono accolti 150 ragazzi tra bambini, adolescenti e giovani. Le necessità sono molteplici, ma sono particolarmente gravose le spese per il riscaldamento. “Qui da noi”, scrivono, “l’inverno è lungo e la temperatura si abbassa fino ai 25-30 gradi sotto lo zero: sono costi che non possiamo chiedere alla popolazione perché co-stituita da famiglie poverissime che non possono dare alcun contributo economico”.

P resenti a Oteleni (nella Diocesi di Iasi) dall’ottobre del 2006, le Suore Dorotee si

dedicano alla pastorale parrocchiale, all’aiu-to delle famiglie povere e ad altre iniziative educative, rivolte soprattutto alla promozio-ne della donna. La Casa della missione, in-titolata a S. Bertilla, supplisce alla carenza di strutture comunali ospitando i bambini di tre sezioni della scuola materna. “La co-struzione”, scrivono le Suore dalla missione, “sorge ad Oteleni, un paese collinoso a nord della Romania che dista 70 km da Iasi e 27 da Roman. I circa seimila abitanti di questo silenzioso paese – più di 400 sono bambi-ni e ragazzi - sono quasi tutti cattolici; solo

P er arrivarci basta dire al tassista che si vuo-le andare dai “Tuliani”, gli italiani. È qui,

nel quartiere di Mazraa, che dal 1913, sotto la direzione delle suore salesiane, opera l’Ospe-dale Italiano di Damasco. Un centro chirurgi-co dove sono stati curati profughi palestinesi, iracheni e semplici cittadini siriani, e che da anni soccorre gratuitamente i feriti dei bom-bardamenti e delle autobombe che colpisco-no la capitale. A raccontarci la storia dell’o-spedale, ospitato con i suoi 55 posti letto e 70 medici in un edificio vecchio ma ordinato, è suor Teresina Lorenzi, salesiana di Val-dagno, tornata in Medio Oriente dopo aver dovuto lasciare Betlemme. Qui ha lavorato a lungo anche suor Lina Fior, che dal Presi-dente Carlo Azelio Ciampi ha ricevuto l’Alta Onorificenza di commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. L’Ospe-dale, fondato dall’egittologo Ernesto Schiap-parelli, è oggi, nella tempesta che scuote la capitale, un punto di riferimento per la po-polazione. Così come il vicino oratorio e cen-

tro catechistico dei Salesiani, f r e q u e n t a t o da centinaia di bambini e giovani, che cura anche la distribuzione di cibo per famiglie in difficoltà, attività di aiuto psicologico e corsi di formazione e sostegno scola-stico. “Qui in Damasco – racconta suor Teresina - i terroristi avevano sequestrato e avvelenato la sor-gente, e nessuno poteva più bere di quell’acqua. Ora ce l’abbiamo di nuovo, ma per riconquistarla molti giovani soldati hanno perso la vita … I vi-veri sono molto cari e tanta gente soffre la fame; anche le medicine sono carissime e spesso intro-vabili. Noi cerchiamo di aiutare con le offerte che ci arrivano … In questa situazione c’è chi dice: ‘Se esiste Dio, come può permettere questo?’. Ma altri dicono: ‘Adesso ho capito, non c’è altro che Dio’. Tra i nostri giovani c’è una nuova fioritura di fede, c’è un ritorno di vita evangelica”.

Damasco/SiriaL’ospedale italiano che resiste in guerra

“Non esiste una precisa delimitazione fra animazione, cooperazione e formazione: ogni momento e ogni segno di animazione devono essere formativi; così ogni atto di cooperazione deve avere valenza educativa; e gli atti di cooperazione che diseducano vanno eliminati, anche se porta-no vantaggi economici” (Vademecum dell’animazione missionaria, n. 56)

RomaniaUn oratorio per bambini e ragazzi

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9aprile 2017 | Chiesa Viva |

Buone Pratiche di interrelazione con gli immigrati (55)Buona Pratica è: riconoscere Cittadinanza italiana ai giovani studenti nati qui, e che si sentono italiani. Rispettare e sostenere i percorsi d’amore delle Coppie Miste.

I POPOLI TRA NOI

P er qualche oscuro meccanismo inconscio, siamo at-tratti dal negativo. E la realtà storica di questa nostra

epoca ci scodella ogni sera situazioni di violenza o di obiettiva difficoltà, che talora vengono anche ingiganti-te e strumentalizzate da avvoltoi politici. Presi dal quo-tidiano, guardiamo poi all’immediato. Il positivo non fa notizia. Le buone pratiche non stuzzicano l’attenzione né incidono nella memoria. A meno che non ci sforziamo di modificare il meccanismo inconscio. E decidiamo di non essere passivi recettori di informazioni riguardanti tra-gedie lontane o note riguardanti isolati episodi successi oggi e su cui non possiamo agire, bensì essere operatori di percorsi concreti che guardano al futuro.Tutto è importante, ma non si può fare tutto. Bisogna scegliere da che parte stare: passare la vita a commenta-

Chi invece sicuramente rimarrà per sempre tra noi, è la gioventù residente da decenni: la “ Seconda Generazione”, i figli di immigrati, alcuni dei quali sono già laureati e professionisti, altri frequentano gli istituti superiori, moltissimi altri co-lorano in forma indelebile le scuole medie, elementari e d’infanzia. L’Ita-lia del futuro avrà sicuramente anche il loro volto, la loro ( magari) duplice appartenenza culturale-linguistica-religiosa. Sono nati qui da genitori che lavorano regolarmente e che pa-gano le tasse; sono amici coetanei dei nostri figli con cui parlano la glorio-sa lingua veneta, usano i congiuntivi meglio di qualche senatore, hanno completato i previsti cicli scolasti-ci, si sentono “italiani” con tutto il bagaglio di diritti/doveri del caso, e cosa succede?Nonostante mille campagne e pro-messe, il percorso politico perché sia loro riconosciuta cittadinan-za è colpevolmente stagnante in qualche cassetto del Senato. In Ita-lia siamo purtroppo triturati all’in-terno di una ininterrotta campagna elettorale che mira a conquistare voti in base a promesse di benefici imme-diati.Come cittadini e come educatori che guardano al futuro, sappiamo invece che non è possibile lasciare ai margini della vita e della parte-cipazione nelle nostre città questi nostri giovani, che condividono il nostro stesso cammino sociale-culturale, pena l’aumento della dif-fidenza e del rancore.

re con rassegnata amarezza i titoli del momento nei talk show televisivi o dare effettivamente una mano in vista del futuro, per quanto è alla nostra portata come cittadini e come educatori impegnati nelle scuole, negli oratori, nelle parrocchie, nei centri di culto, nelle amministrazio-ni comunali, nelle Ulss, nelle associazioni sportive e in quelle della società civile?

Chi opta per lavorare nel quadro di percorsi concre-ti e in vista del futuro,parte dalla constatazione che moltissime delle persone che sbarcano sulle nostre co-ste mirano a nazioni diverse dall’Italia e prima o poi le raggiungeranno. Possiamo e dobbiamo contribuire, ma ci sono evidenti limiti nell’emergenzialità e transitorietà delle azioni.

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10 | Chiesa Viva | aprile 2017

I POPOLI TRA NOI

Aspettare ancora ad approvare la ri-forma della legge della cittadinan-za significa cedere a paure e chiu-sure che non fanno che ritardare un processo di rinnovamento del nostro Paese

Fin dai banchi di scuola i giovani studenti, si sa, vivono una privile-giata stagione d’amore che sempre più spesso ha i connotati dell’inter-culturalità. Più avanti, si corteggia-no, si sposano, hanno i loro com-plessi e travagliati percorsi d’amo-re, come per tutti da che mondo è mondo. In effetti, le Coppie Miste, cioè con partner provenienti da culture-religioni diverse, sono in straordinario aumento. Come genitori e come educatori, dobbiamo approfondire la com-prensione di questo che non è un qualcosa di sporadico, ma una re-altà italiana e vicentina in cresci-ta. Quali meccanismi di inclusione e di esclusione si muovono nelle rispettive reti familiari e sociali di una coppia mista, in particolare quando uno dei coniugi è musul-mano ( o è cresciuto in un contesto culturale a maggioranza musulma-no) e l’altro coniuge è cristiano ( o è cresciuto in un ambiente occi-dentale di cristianesimo secolariz-zato)? E, in parallelo, nella dimen-sione del quotidiano, i due coniugi quale varietà di prassi avviano e “ vivono” nella sfera pubblica e in quella intima per cercare di gesti-re la complessità delle differenze; quale locomotiva ispira i loro per-corsi quando esplorano “ i confini” dei retroterra culturali-religiosi, nel quadro di una continua negozia-zione dei ruoli di genere, dei rap-porti di potere nella sfera di coppia e soprattutto nella genitorialità, cioè nell’educazione dei figli? Due interrogativi, che sono le rotaie su cui il dott. Francesco Cerchiaro, assegnista vicentino presso il di-partimento FISPPA dell’Università di Padova, fa scorrere il treno della sua interessante ricerca con la pre-fazione del prof. Stefano Allievi.Tema questo delicato perché, se “fare famiglia” nell’era della globa-

lizzazione è di per sé complicato, è stimolante cercare di compren-dere se e a che prezzo ci riescono i coniugi che, oltre alle sempre im-prevedibili dinamiche di coppia, sono chiamati a confrontarsi con le aspettative religiose delle fami-glie di riferimento, a raccogliere sfide inedite di coscienza e tendere al raggiungimento di una propria elaborazione, nel privato. Tema di grande attualità perché, in ge-nerale, i matrimoni misti sono in aumento( nel 2014, sono stati il 9,2%, celebrati quasi tutti con rito civile, con una durata media infe-riore rispetto ad un matrimonio tra italiani). In secondo luogo perché, quando si tratta di un matrimonio cristiano-musulmano, scattano le trappole dell’immaginario collet-tivo e delle rappresentazioni me-diatiche sul fondamentalismo isla-mico e su alcuni codici patriarcali misogeni, indipendentemente dal paese di provenienza a tradizione musulmana( soprattutto, Marocco, Albania, Tunisia, Senegal, Egitto, Bangladesh, Pakistan, Algeria, Bo-snia, Iran,Nigeria, Turchia, Soma-lia). In effetti, nel suo costruirsi ed evol-versi, una coppia mista cristiano-musulmano si deve confrontare con il macro e con il microcosmo, con le percezioni dall’esterno e con i vissuti nell’intimità. In que-sta complessità, Cerchiaro dà am-pio spazio ad illuminanti autonar-razioni dei protagonisti, 60 coppie miste residenti soprattutto nel Nord

Italia. Ci raccontano le distinte stra-tegie adottate nella rinegoziazione della propria mixitè, a partire dal bi-culturalismo in cucina, alla gestio-ne del tempo, del denaro e dell’o-spitalità per addentrarsi nelle tap-pe simboliche della genitorialità ( la lingua e il bilinguismo, la scelta del nome, la socializzazione reli-giosa dei figli. “ Attraverso la lin-gua, il nome e la religione, i partner segnano i propri percorsi di cop-pia, tracciano confini che riscrivono nelle pratiche quotidiane; a volte lungo i recinti dell’appartenenza e non appartenenza, altre volte an-dando oltre gli stessi”. La locomotiva, cioè il fattore diri-mente del grado di successo ( o di insuccesso) della propria avventura come coppia, è l’amore che, nelle sue varie dimensioni, viene di volta in volta usato per “ mediare” e per “ rimediare” ai nodi incontrati. In effetti, come ci ricorda il prof.Allie-vi, “le rappresentazioni .- come le istituzioni, le norme, i ruoli – sono importanti anche per po-terle trasgredire pur continuan-do, magari, a ribadirle”. E alla fine, nella pratica del quotidiano, è l’Amore che compone i tasselli mobili di un puzzle complesso se-condo un metodo del tutto singo-lare e innovativo, quello del “ saper guardare oltre” gli antichi confini del fare coppia, in Italia e a Vicenza. Luciano Carpo, Migrantes Vicenza

Cel.: 334 75 63 705 Mail: [email protected]

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11aprile 2017 | Chiesa Viva |

Aprile 2017

AGENDA E APPUNTI

Fiori di BontàMISSIONARI VICENTINIBREGANZE: GRUPPO MISSIONARIO 600,00 - CARTIGLIANO: AMICI FAM. BRAVO 500,00 - CHIAMPO: RIDOLFI LINA 400,00 - MAROSTI-CA: JOLE 50,00 - MONTORSO: DAL GRANDE MARGHERITA 15,00 - POIANA MAGGIORE: LABORATORIO MISSIONARIO 1.000,00 - PONTE dei NORI 190,00 –SCHIO: MOLINARI DAVID PIETRO 430,00 - SOVIZZO BASSO: GRUPPO MISSIONARIO 1.000,00 - VICENZA: BERGAMIN AURELIANA 100,00: NN 50,00; SEMINARIO VESCOVILE 1.000,00 - VIVARO: GRUPPO MISSIONARIO 200,00

LEBBROSIBASSANO del GRAPPA: PIOTTO don GIUSEPPE 30,00 - NOGAROLE 30,00 - PIEVEBELVICINO: STANZA della SOLIDARIETA’ 200,00 - S. ANTONIO in MAROSTICA: GRUPPO MISSIONARIO 300,00.

BORSE di STUDIO al CLERO INDIGENOANCONETTA: ZELATRICI MISSIONARIE 350,00 - BREGANZE: GRUP-PO MISSIONARIO 800,00 - CAMAZZOLE: GRUPPO MISSIONARIO 520,00 - MONTEBELLO: VALENTE MARIA ROSA 100,00 - PIOVENE ROCCHETTE: DALLA CAMINA’ ANTONELLA 70,00 - S. ANTONIO in MAROSTICA: NN in mem. DEFUNTI 100,00 - SAREGO: GRUPPO MIS-SIONARIO 520,00 - SOVIZZO: NN 500,00

OFFERTE A TUTTO FEBBRAIO 2017

RICORDIAMOP. Silvano Garello, saveriano

Nel numero di febbraio avevamo pubblicato qualche passag-gio della sua bella lettera di Natale. E poi ci è giunta improv-visa la notizia della sua morte in Bangladesh, dove era arri-vato nel lontano 1970, ai tempi della sanguinosa guerra d’in-dipendenza del paese. Autore e traduttore di innumerevoli pubblicazioni per la formazione della popolazione locale, diceva: “Le parole possono sfuggire ma i libri no, restano; per questo ho fondato la mia missione sui libri. Credo che per il Bangladesh sia uno dei metodi più fruttuosi di apostolato,

anche molti musulmani ne hanno trovato gio-vamento”. Tornato alla missione nel mese di ot-tobre dopo un periodo di vacanza e di cure, il Signore gli ha concesso di morire nel Paese che amava, pieno di soffe-renze e di speranze, con un grande bisogno di ri-surrezione.

Adorazione eucaristicaVilla S. Carlo, Costabissara, ore 15.00 - 18.00

PASQUA DI RISURREZIONE – si conclude l’iniziativa quaresimale di solidarietà

Incontro formativo per Animatori missionaric/o Missionari Saveriani, ore 8.30 - 11.30

Adorazione eucaristicaVilla S. Carlo, Costabissara, ore 15.00 - 18.00

08 aprile

16 aprile

23 aprile

13 maggio

Da ricordare per il mese di Maggio 2017

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Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

12 | Chiesa Viva | aprile 2017

Stage vocazionale a Roma per il Mandorlo La bellezza di una esperienza interdiocesana

A nche quest’anno, come ormai è tradizione da diversi anni, noi della comunità “Il Mandor-

lo” di Vicenza, assieme ai giovani delle comunità propedeutiche di Padova e Rovigo, abbiamo parte-cipato a Roma dal 19 al 25 febbraio allo stage vo-cazionale tenuto da don Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale Vocaziona-le alla Conferenza Episcopale Italiana, coadiuvato dai suoi collaboratori Teresa e don Antonio. As-sieme a noi erano presenti gli educatori dei rispet-tivi propedeutici: don Andrea Dani del Mandor-lo, don Silvano Trincanato di Casa Sant’Andrea (Padova) e don Daniele Spadon del Seminario di Rovigo. Durante lo stage abbiamo affrontato diverse te-matiche che possono aiutare il cristiano nel pro-prio cammino di fede, parlando di vocazione non solo intesa come via alla consacrazione, ma anche come un incontro con l’Amore. Altri argo-menti trattati sono stati il discernimento spirituale e l’amore “ammalato” di narcisismo e di paura, che si nasconde dietro le nostre maschere. Il tema dell’amore è stato affrontato anche con don Pao-lo Gentili, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale familiare, che ci ha fatto riflettere, alla luce dell’esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco, sulle tematiche legate dell’annun-cio del Vangelo all’interno della vita matrimoniale e familiare. Gli incontri sono stati tutti molto intensi perché ognuno di noi, attraverso gli strumenti dati e l’a-

zione immancabile dello Spirito Santo, ha po-tuto porre lo sguardo sulla propria interiorità per avviare una serena lettura di sé. Gli incontri si sono svolti al mattino in CEI, dopo la celebra-zione delle Lodi e della Santa Messa, mentre il pomeriggio, carichi di entusiasmo, lo trascorre-vamo camminando per Roma fra palazzi, piaz-ze celebri e meravigliose chiese e basiliche.

Fra le visite compiute ricordo anzitutto quella alle catacombe di San Sebastiano, luogo scelto dalle prime comunità cristiane per la sepoltura dei suoi fedeli: è stato come fare un salto nel passato, ritornando alle nostre origini. Altra suggestiva visita è stata alla cappella Redempto-ris Mater, all’interno del Palazzo Pontificio in Vaticano. L’interno è interamente rivestito dai mosaici realizzati nel 1999 dal Centro Aletti di padre Marco Ivan Rupnik; la guida ci ha per-messo di capire il complesso percorso teologi-co che l’artista, con migliaia di tessere colorate, ha voluto rappresentare. Infine non potevano mancare a Roma gli assaggi nelle buonissime pasticcerie e gelaterie per ritemprare il corpo dalle lunghe camminate. La settimana si è conclusa, dopo la Santa Messa, con la cena in un tipico ristorante nella zona di Trastevere che offriva ottime specialità romane. Sono stati giorni molto intensi, preziosi anche per la fraternità e l’amicizia vissuta, e a nome di tutti, ringraziamo gli organizzatori e le per-sone incontrate che ci hanno fatto vivere una settimana che rimarrà impressa sicuramente nei nostri cuori.

Emanuele Marino

A destra:Il Mandorlo a Roma con gli amici di Pado-va e Rovigo

Sotto:Daniele, Emanuele, Andrè, don Andrea

Pagina successiva:Il Biennio con don Massimo a Siviglia

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13aprile 2017 | Chiesa Viva |

Non stancatevi di ripetere a voi stessi: “Io sono una missione” e non sem-plicemente “Io ho una missione”. Essere missione permanente richiede coraggio, audacia, fantasia e voglia di andare oltre, di andare più in là.

(papa Francesco)

In viaggio verso... Siviglia!Uscita di fraternità del Biennio

Cari lettori di Chiesa Viva, vi chiede-rete il perché di un articolo su una

meta turistica... È presto detto: dal 19 gennaio al 21 gennaio scorsi, dopo un primo semestre scolastico molto in-tenso e prima di imbarcarsi nella ses-sione di esami universitari, il Biennio della comunità di Teologia ha pensato bene di prendersi qualche giorno di distensione e di fraternità. E cosa c’è di meglio di una visita a una città me-ravigliosa?! Ed è così che giovedì 19 gennaio, terminate le lezioni in facol-tà, abbiamo preso il nostro bagaglio a mano e siamo spensieratamente parti-ti alla volta di Siviglia!Partiamo da alcune considerazioni sul luogo: Siviglia è sempre stata un fiorente centro commerciale, tanto da guadagnarsi nel XIV secolo l’appella-tivo di “puerto y puerta de Indias”. La mitologia vuole che sia stata fondata da Ercole, ma in realtà le sue origini

sono dovute ai Tartesi e ai Romani, che la chiamarono Hispalis. Nel 712 la città fu conquistata dagli arabi e in questo periodo ha conosciuto il suo massimo splendore, raggiungendo l’a-pice nella metà del secolo XII quando furono costruiti la Moschea Maggiore e il suo minareto, la famosa Giralda, oggi simbolo della città. Dal 1248, da quando cioè il cattolico Ferdinando III di Castiglia riconquistò Siviglia, la città subì rapide trasformazioni: la Moschea Maggiore venne sostituita con la Cattedrale e nel XVI secolo il porto ottenne il monopolio del com-mercio spagnolo con il continente americano, trasformando di fatto Sivi-glia in una delle città più ricche e co-smopolite del mondo. Siviglia ospitò l’Esposizione Universale del 1929 e nel 1992, in occasione del quinto cen-tenario della “scoperta dell’America”, accolse milioni di visitatori per l’Expo.

Quelli che abbiamo passato in questa città, sono stati giorni nei quali ab-biamo toccato con mano la vita degli spagnoli e la loro religiosità popolare, rappresentata tra le altre cose dalla fa-mosa statua della Madonna della Ma-carena, situata nell’omonima basilica che è la stazione più importante delle grandiose processioni della Settimana Santa sivigliana. Inoltre abbiamo avu-to la possibilità di passare qualche ora con i seminaristi di Siviglia e abbiamo conosciuto la loro realtà ecclesiale e la loro quotidianità, sentendoci uniti nel comune cammino di sequela di Cristo.Logicamente non abbiamo solamen-te camminato e visitato, ma abbiamo anche goduto delle ottime specialità spagnole come le tapas... Chi non sa cosa siano esattamente le tapas imma-ginerà qualche particolare piatto loca-le, ma in realtà le tapas sono piccole porzioni – che poi così piccole non sono! – dei piatti tipici iberici che ven-gono accompagnati dall’ottima birra locale. Vi lasciamo qui alcune foto della splendida realtà di Siviglia e… arrivederci alla prossima!

Alessio Giuriato

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14 | Chiesa Viva | aprile 2017

Visto dal Seminario Vescovile di Vicenza

Questa è perfetta letiziaSan Francesco e gli esercizi spirituali del Cammino Vocazionale Davide

L’ aria di festa del carnevale ha rallegrato an-che i chiostri del nostro Seminario: da saba-

to 25 febbraio a lunedì 27 febbraio, infatti, con gli amici del Cammino Davide abbiamo vissuto gli Esercizi Spirituali! Abbiamo atteso con trepi-dazione questo momento, ma anche con un po’ di paura: vivere il clima di silenzio non è sempre facile. I più grandi delle medie lo sanno bene e sono stati di esempio per i più piccoli che per la prima volta hanno vissuto questa esperienza utile a guardarsi dentro e a interrogarsi sui loro sogni!A guidare i tre giorni è stato san Francesco che con la sua vita e le sue scelte ci ha aiutati a interrogarci sui nostri sogni... e a conti fatti ci siamo accorti di assomigliargli molto! Francesco, infatti, sognava di diventare un grande cavaliere e il papà Pietro di Bernardone sognava che lui continuasse il la-voro nella facoltosa bottega di stoffe di famiglia, ma c’era anche un Altro che per Francesco aveva sogni davvero grandi: Dio! In questo groviglio di

sogni propri e altrui, simile a quello nel quale anche noi viviamo, Francesco, proprio grazie a un sogno, scelse di abbandonare l’armatura che indossava e di rientrare ad Assisi, chieden-dosi: «Signore, cosa vuoi che io faccia?». Noi ci siamo lasciati guidare, attraverso varie attività, dalla stessa domanda per cercare di fare ordine nei molti sogni della nostra vita. Durante gli esercizi abbiamo incontrato, come successe a san Francesco, un crocifisso tutto particolare – il crocifisso “di San Damia-no” – e abbiamo scoperto che quel crocifisso, come parlò allora a Francesco, parla ancora anche a noi oggi. Abbiamo riletto in quel di-pinto le nostre amicizie e il nostro rapporto con Gesù; abbiamo dato un nome a tutte le persone che ci guidano nel nostro cammino e che ci aiutano a crescere e infine, sempre grazie a quell’immagine, ci siamo confronta-ti con i nostri tradimenti e la nostra fatica a seguire Gesù nelle scelte quotidiane! Davvero

bella, poi, la testimo-nianza di fra’ Giorgio del Convento di Santa Lucia, proprio di fronte al Seminario, che ci ha raccontato la sua scelta di diventare frate e ci ha fatto visitare il conven-to. Sono stati davvero tre giorni di grazia dove abbiamo toccato con mano quella che ci pia-ce definire “la perfetta letizia”!Buon cammino, ragaz-zi... e che il Signore vi guidi, come ha guidato san Francesco, a scopri-re il grande sogno che ha per voi! Coraggio, non abbiate paura: affi-datevi a lui e saprete tro-vare la stessa felicità di san Francesco, gustando appieno le piccole cose che ogni giorno ci sono donate!

don Luca Luisotto

Sotto:I ragazzi del Cammino Vocazionale Davide durante gli esercizi

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15 aprile 2017 | Chiesa Viva |

Il Signore invita i chiamati ad uscire da sé per essere dono per gli altri. È bello sapere che il Signore si fa carico delle nostre fragilità, ci rimette in piedi per ritrovare, giorno dopo giorno, l’infinita pazienza di ricominciare. (papa Francesco)«Prendersi curaGli esercizi spirituali della Comunità Giovanile

“Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con pol-vere del suolo e soffiò nelle sue narici un

alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gen 2,7): così inizia la vita dell’essere umano, l’animale più forte e più intelligente, tanto da esse-re il guardiano del giardino di Eden. E come tale, l’uomo deve continuare a prendersi cura non solo dell’ambiente, delle piante e degli animali che gli stanno attorno, ma anche di se stesso e degli al-tri. È stato questo il tema degli esercizi spirituali di noi, ragazzi della Comunità Giovanile del Se-minario di Vicenza, vissuto a Centrale di Zuglia-no sotto la guida del giovane don Luca Lorenzi. Egli ci ha trasmesso in modo molto sentito quello che significa “aver cura”: un argomento per nul-la semplice, che passa dal sorvegliare il creato all’accogliere il fratello seduto davanti alla propria porta che chiede aiuto. E quale segno migliore, a conclusione del tempo riflessivo spirituale, che prendersi cura di una piccola pianta che porterà,

se innaffiata e curata, a un’esplosione di colore e di profumo, simbolo di un grazie silenzioso e fruttuoso?

Francesco Bruni

Per informazioni: Seminario Vescovile – Borgo S. Lucia, 43 - 36100 VICENZA - 0444.501177 - www.seminariovicenza.org

Gruppo SENTINELLE (in Seminario)

Ritiro spirituale per i genitori dei seminaristi (a Villa S. Carlo)

Settimana di condivisione VENITE E VEDRETE (presso la Comunità del Mandorlo)

Preghiera SENTINELLE (presso la chiesa di S. Gaetano - Valdagno)

Preghiera mensile per le vocazioni (al Carmelo)

Preghiera VENITE E VEDRETE (presso la Comunità del Mandorlo)

Week-end CAMMINO VOC. DAVIDE e CHIAMATI PER NOME (in Seminario)

Week-end del gruppo BETANIA (luogo da definire)

S. Messa e conferimento del ministero del Lettorato (a San Pietro in Vicenza)

Preghiera mensile per le vocazioni (al Carmelo)

Veglia vocazionale e ammissione dei candidati all’ordine (in Cattedrale)

Preghiera VENITE E VEDRETE (presso la Comunità del Mandorlo)

CAMMINO VOCAZIONALE DAVIDE (in Seminario)

Ordinazione diaconale (in Cattedrale)

Gruppo SENTINELLE (in Seminario)

APRILEDom. 2 dalle 9.30 alle 14.00

Dom. 2 dalle 9.30 alle 17.00

Dom. 2 - Sab. 8

Lun. 3 dalle 20.30 alle 22.00

Mer. 5 dalle 20.45 alle 22.00

Ven. 7 dalle 20.45 alle 22.00

Sab. 22 - Dom. 23

Sab. 22 - Dom. 23

Gio. 27 alle 19.00

MAGGIOMer. 3 dalle 20.45 alle 22.00

Sab. 6 alle 20.30

Ven. 12 dalle 20.45 alle 22.00

Sab. 13 - Dom. 14

Dom. 14 alle 16.00

Dom. 21 dalle 9.30 alle 14.00

AGENDA VOCAZIONALE

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