2016 Per una cultura politecnica
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QUALITÀ DEGLI AMBIENTI INSEDIATIVI PROGETTAZIONE ECOLOGICA PER LA
QUALITÀ AMBIENTALE
Luca Marescotti
Per una cultura delle tecnologie ambientali
DOI: 10.13140/RG.2.1.1567.1449
2015-2016 2° semestre
Luca Marescotti 2 / 91
IL SENSO DELLE PAROLETHE MEANING OF WORDS
Le lezioni seguono il libro di testo:
Luca Marescotti, Città Tecnologie Ambiente. Le tecnologie per la sostenibilità e la protezione ambientale
Nelle diapositive sono riportati estratti del testo
Luca Marescotti 4 / 91
I confini disciplinari dell’urbanistica sono compresi tra l’architettura, l’ingegneria, l’ecologia, le scienze agrarie e quelle forestali.
Il territorio è l’oggetto di intervento dell’urbanistica, in quanto supporto fisico delle attività umane, che con il tempo è stato radicalmente trasformato. Si è mutato l’ambiente naturale originale in un ambiente antropizzato, cioè costruito e organizzato dagli esseri
umani attraverso opere di bonifica e costruzione di insediamenti e infrastrutture, selezione di colture agrarie e addomesticamento di animali.
Il territorio degli urbanisti è il luogo degli insediamenti, delle infrastrutture e delle culture, è il suolo lambito dalle acque, che insieme interagiscono direttamente e indirettamente,
coinvolgendo l’atmosfera nei processi vitali: biosfera, ambiente e territorio sono definizioni sviluppate secondo punti di vista diversi, ma identificano sempre i luoghi del vivere umano.
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 8 / 91
“La Psicologia è lo studio delle facultà del pensiero.
La più adulta e perfetta forma del nostro pensiero è la contemplazione scientifica, - la contemplazione dell'ordine universale, - dell'ordine nella
natura e nell'umanità.”
...
“Come dunque si spiega codesto splendido privilegio del pensiero scientifico? S'è un produtto spontaneo e immediato delle facultà umane, perchè non si offre egualmente in tutti i popoli? Quali sono le condizioni
necessarie affinchè le facultà che si affermano eguali in tutto il genere umano, si esaltino fino a questo ápice della loro potenza? Come nascono
in seno ai popoli le scienze? V'è una Psicologia delle scienze?”
[Carlo Cattaneo, Psicologia delle menti associate. Idea d'una Psicologia delle scienze. Appunti delle cinque lezioni di psicologia da lui tenute tra
il 1859 e il 1866 al Regio istituto lombardo di scienze, lettere e arti.]
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
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“Talete vide nell'acqua l'elemento per eccellenza. Noi vediamo nell'aqua una combinazione; noi ne siamo certi, perché possiamo disfarla e rifarla: il
vero è il fatto, dice Vico.
Avrebbe potuto Talete ne' tempi suoi pervenire a tanto? Da Talete a Lavoisier corsero ventiquattro secoli, seco portando tutto il lavoro della scienza degli antichi Greci, delli Arabi e dei moderni. La scoperta dei
componenti dell'aqua era un ultimo gradino in una lunga scala di pensieri, a edificar la quale avevano collaborato molte generazioni. Essa non era
l'opera delle facultà solitarie d'un uomo, bensì quella delle facultà associate di più individui e di più nazioni.”
[Carlo Cattaneo, Psicologia delle menti associate. Idea d'una Psicologia delle scienze. Appunti delle cinque lezioni di psicologia da lui tenute tra il
1859 e il 1866 al Regio istituto lombardo di scienze, lettere e arti.]
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 10 / 91
“È dunque una necessità della costruzione scientifica ch'essa surga nel seno d'una società, anzi di molte società, dimodoché al
mancar dell'una per qualche avversità l'opera possa venir continuata da un'altra.
All'elaborazione della scienza non basterebbero dunque tutte le facultà dell'intelletto, se l'uomo non fosse già per istinto di natura
un essere socievole, s'egli avesse, non l'istinto del castoro, ma quello dell'aragno il quale abita solitario nel centro della sua
tela. Ecco dunque l'istinto entrare nell'opera scientifica come un necessario coefficiente.”
[Carlo Cattaneo, Psicologia delle menti associate. Idea d'una Psicologia delle scienze. Appunti delle cinque lezioni di psicologia da lui tenute tra
il 1859 e il 1866 al Regio istituto lombardo di scienze, lettere e arti.]
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 11 / 91
URBANISTICA AL POLITECNICOcultura
scienza tra le scienzetecnica per la protezione dell'ambiente
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 12 / 91
L’ecologia applicata studia le relazioni nell’ambiente tra i sistemi viventi e l’urbanistica si occupa della pianificazione dell’organizzazione delle
attività umane sul territorio, a volte tramite pianificazione e programmazione, a volte tramite realizzazione diretta di opere pubbliche
o di insediamenti, a volte trasformando colture e usi del suolo.
I modi di intervento dell’urbanistica sono quindi molteplici.
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 13 / 91
Si è soliti affrontare lo studio dell’urbanistica come studio (o analisi) del territorio e come pianificazione delle trasformazioni, ma limitandosi a
tutto ciò che è edificato, all’edificare e all’edificabile, dunque agli insediamenti e in parte alle infrastrutture.
Nei piani territoriali e nelle applicazioni delle tecniche di valutazione ambientale troppo spesso domina l’interesse verso la “costruzione fisica” del territorio, trascurando la continuità dei fenomeni e la loro dimensione
ambientale.
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 14 / 91
Urban populationUrban population refers to people living in urban areas as defined by national statistical offices. It is calculated using World Bank population estimates and urban ratios from the United Nations World Urbanization Prospects. Aggregation of urban and rural population
may not add up to total population because of different country coverages.
World Bank Staff estimates based on United Nations, World Urbanization Prospects.
The World Bank Group, License Open
Catalog Sources World Development Indicators
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
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IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
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Vi sono due argomenti che mostrano la debolezza di una visione meramente locale:
1) l’estensione mondiale del processo di urbanizzazione
2) l’estensione planetaria dell’impatto urbano sull’ambiente
Per non dire di un terzo argomento:
L’esplosione dell’urbanesimo mondiale si manifesta nei paesi del sud del mondo, mostrando una dimensione totalmente nuova del processo di
antropizzazione dell’ambiente
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 20 / 91
Qual era la differenza nelle precedenti immagini?
Urban population [The World Bank Group]
Nella prima & nella seconda immagine: la quantità di popolazione urbana nel mondo per nazione (1981-1985 & 2011-2015)
Nella terza immagine: la percentuale di popolazione urbana per nazione
Nella quarta immagine: il tasso annuale di crescita della popolazione urbana per nazione
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 21 / 91
Il terzo mondo, con altre parole i paesi in via di sviluppo o PVS, è caratterizzato dalla crescita dall’urbanesimo accelerato e dall’aumento
del numero delle grandi città.
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
Luca Marescotti 22 / 91
Architetti e urbanisti alterano l’ambiente, modellano i luoghi della residenza, del lavoro e dei servizi, danno forma agli insediamenti e
indirizzano lo sfruttamento del territorio.
Per quanto con le loro opere portino effetti macroambientali e planetari, finora le loro attività di progettazione e di pianificazione sono state
alimentate da una visione vecchia di risorse quasi illimitate.
È necessaria una nuova coscienza collettiva, che si può formare a partire da un nuovo modello conoscitivo, capace di realizzare nuovi
strumenti di misura e di controllo, ma anche di modificare le responsabilità individuali e soprattutto sociali verso il patrimonio
collettivo.
IL POLITECNICO E LA CULTURA POLITECNICA
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ORGANIZZAZIONE DELLE CITTÀ
abitare le città come strumenti?le città come officine?
TECNOLOGIE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DI PROCESSO
Luca Marescotti 24 / 91
Il tema della tecnologia è al centro della cultura moderna, è nel cuore stesso dell’istituzione Politecnico; da questo nucleo di discipline tese a
trasferire le scoperte scientifiche nella produzione industriale può e deve scaturire l’attenzione alle responsabilità disciplinari, dall’urbanistica
all’architettura fino al disegno industriale.
TECNOLOGIE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DI PROCESSO
Luca Marescotti 25 / 91
“Ed è con la presa di possesso della teoria sulla pratica che si potrebbe caratterizzare la tecnica della seconda rivoluzione industriale, per
servirci dell’espressione di Friedmann, quella dell’industria neotecnica dell’età dell’elettricità e della scienza applicata.
Con la loro fusione si caratterizza l’epoca contemporanea, quella degli strumenti che hanno la dimensione di officine, e di officine che hanno
tutta la precisione di strumenti.”
[Georges Friedmann, Dove va il lavoro umano?, Edizioni di Comunita, 1950.]
TECNOLOGIE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DI PROCESSO
Luca Marescotti 26 / 91
Dallo studio delle tecnologia come modi e mezzi della produzione industriale è necessario passare a osservare e utilizzare la tecnologia
nell’organizzazione territoriale in senso lato, cioè nell’urbanistica, intesa nella duplice accezione di pianificazione urbana e di pianificazione
territoriale,
sia come tecnologie di processo (i mezzi con cui “produrre territorio”, e nello specifico delle tecnologie di processo quelle per produrre le opere
pubbliche che sono alla base dell’organizzazione territoriale),
sia come tecnologie di prodotto, cioè la città e il territorio come prodotti tecnologici.
TECNOLOGIE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DI PROCESSO
Luca Marescotti 27 / 91
Non è immediato trasferire analoghe valutazioni sull’organizzazione territoriale: la sostanza tecnologica contenuta non sempre traspare
oppure è talmente entrata nell’abitudine da non essere più percepibile, se non per confronti con altre situazioni urbane.
TECNOLOGIE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DI PROCESSO
Luca Marescotti 28 / 91
TECNOLOGIE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DI PROCESSO
Per chiudere il processo bisogna farsi carico di tutto il
ciclo di vita del prodotto.Life Cycle Assessment
Riduzione degli impatti ambientali, chiusura dei cicli
produttivi, valutazione complessiva della
“produzione di territorio” (per esempio, considerando
globalmente i recuperi delle aree dismesse e le riqualificazioni
urbane e infrastrutturali).
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“PRODUZIONE” DI TERRITORIO
attraverso “trasformazioni” delle coperture del suoloutilizza tecnologie di processo e di prodotto
spesso non facilmente individuabili e valutabili.
Per esempio, nelle attività agro silvo pastorali sono presenti da sempre le tecnologie di processo: la rivoluzione agricola ne è un esempio, ma è parziale, perché lo sviluppo in
questo settore è stato anche nella produzione di prodotti nuovi e di altre tecnologie:
la scelta delle specie addomesticabili, la selezione genetica, gli incroci, la green revolution, le biotecnologie.
Le tecnologie assumono una funzione enorme per la loro capacità di orientare il segno dell’impatto ambientale: dunque si richiede di vedere come efficacia di un intervento non solo il prodotto realizzato, ma complessivamente il prodotto assieme agli scarti e
all’impatto ambientale. La presa di coscienza concreta e completa del processo produttivo permetterà di sviluppare tecnologie appropriate e idonee per ridurre
complessivamente gli impatti negativi.
TECNOLOGIE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DI PROCESSO
Luca Marescotti 31 / 91
ORGANIZZAZIONE DELLE CITTÀ
L'urbanistica e le funzioni dello stato e dei pubblici poteri
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE, RISORSE, BENI PUBBLICI
Luca Marescotti 32 / 91
CONOSCENZE FONDAMENTALI
elementi propri dell’urbanistica, a cui legare le possibili azioni di intervento sul territorio,
elementi propri dell'ecologia, “conoscenze ambientali” geobiochimiche, cicli, equilibri, protezione e ripristino
PER POTER FORMULARE
correttamente e approfonditamente obiettivi e procedure operative
L'URBANISTICA E LE FUNZIONI DELLO STATO E DEI PUBBLICI POTERI
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE, RISORSE, BENI PUBBLICI
Luca Marescotti 33 / 91
bene pubblico
opera pubblica e lavori pubblici,
pubblica amministrazione
diritto amministrativo
governo di azioni di lunga durata
tecniche & normative
efficienza e efficacia.
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE, RISORSE, BENI PUBBLICI
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L’urbanistica come tecnica comporta una sottomissione disciplinare all’azione amministrativa; l’urbanistica come scienza formula teorie, che
permettono di indagare effetti e efficacia.
I piani e le loro attuazioni sono esperimenti che verificano le teorie e anche la correttezza del rapporto tra obiettivi e politiche.
L’URBANISTICA COME SCIENZA
CON PARI DIGNITÀ
TRA LE SCIENZE AMMINISTRATIVE
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE, RISORSE, BENI PUBBLICI
Luca Marescotti 35 / 91
L’introduzione degli standard urbanistici o l'istituzione dei parchi ha avuto
spesso finalità molto ristrette nella pianificazione (il benessere dei cittadini, il benessere di un solo gruppo di cittadini)
raramente visioni vaste del concetto di “risorse”
Le risorse naturali, quelle note e quelle ancora non note, devono essere considerate come beni pubblici
lo stesso territorio costituisce un bene pubblico e in quanto tale la proprietà privata del suolo dovrebbe essere concepita in riferimento alle
caratteristiche del bene pubblico
la formazione e la fruizione del territorio
oggetti di pianificazione e amministrazione secondo un diritto pubblico comprensivo dell'istituto di “bene pubblico”.
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE, RISORSE, BENI PUBBLICI
Luca Marescotti 36 / 91
INQUADRAMENTO SCIENTIFICO E TEORICO
SUPPORTI ALLE DECISIONI E AL CONTROLLO
LINEAMENTI TEORICI PER TECNOLOGIE APPROPRIATE
Luca Marescotti 37 / 91
PIANIFICAZIONE DELL'USO DEL SUOLO ALLE SCALE NAZIONALI, REGIONALI, PROVINCIALI E LOCALI
PIANI DI EMERGENZA PER LA PRODUZIONE DELL’ENERGIA, PER LA GESTIONE DI INCIDENTI INDUSTRIALI RILEVANTI, Di DISASTRI
NATURALI ECCEZIONALI
PIANI DI BONIFICA DI TERRENI INDUSTRIALI DISMESSI, DI CAVE, DI SITI INQUINATI
PIANI DI REGIMENTAZIONE E SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE
LINEAMENTI TEORICI PER TECNOLOGIE APPROPRIATE
Luca Marescotti 38 / 91
LINEAMENTI TEORICI PER TECNOLOGIE APPROPRIATE
La teoria deve andare oltre il piano e rielaborare tutta la questione ambientale
e territoriale.
In questo primo percorso sarà necessario dimostrare la centralità, e
dunque le responsabilità, dell’urbanistica nella sua complessità di scienza e di insieme di tecnologia nella protezione
dell’ambiente.
Luca Marescotti 39 / 91
I confini amministrativi e politici non circoscrivono l’ambiente, questa è la patria di tutti gli esseri viventi.
Le tecnologie forniscono non solo soluzioni concrete nella progettazione e realizzazione delle opere, ma sono anche strumenti di supporto al
processo decisionale e offrono possibilità di controllo delle trasformazioni un tempo impensabili, aspetti questi ultimi che sono intimamente legati
all’analisi e alla misurazione dei fenomeni territoriali, sociali ed economici nel processo decisionale attraverso definizione delle metodologie
operative e delle modalità con cui effettuare le misurazioni.
LINEAMENTI TEORICI PER TECNOLOGIE APPROPRIATE
Luca Marescotti 40 / 91
La questione ambientale è complessa perché combina le dinamiche naturali con gli impatti antropici, spinti dalla questione demografica e
l’urbanesimo, dalla questione tecnologica (tecnologie pesanti e tecnologie dolci), dalla questione dello sviluppo basato sui consumi e
sulle ineguaglianze.
LINEAMENTI TEORICI PER TECNOLOGIE APPROPRIATE
Luca Marescotti 41 / 91
L’urbanistica è l’insieme degli atti di pianificazione e di programmazione delle trasformazioni territoriali.
Ogni azione tendente a modificare l’organizzazione del territorio, sia mutando la distribuzione della popolazione e delle strutture produttive e
delle infrastrutture di servizio, sia alterando le relazioni tra esse, è un atto urbanistico.
La pianificazione di queste azioni e del loro attuarsi nel tempo è urbanistica. La storia dell’urbanistica è quindi la storia del modo con cui
queste azioni sono state decise e attuate.
LINEAMENTI TEORICI PER TECNOLOGIE APPROPRIATE
Luca Marescotti 42 / 91
Così la pianificazione di tutti quegli atti urbanistici diviene urbanistica, facendo attenzione che non tutti gli atti urbanistici rientrano o possono
rientrare nella sfera disciplinare dell’urbanistica e che l’urbanistica non si sostanzia, né può sostanziarsi solo attraverso piani.
L'urbanistica come scienza deve osservare il territorio e comprendere il modo umano di “produrlo” per organizzarlo secondo interessi sociali e
produttivi.
LINEAMENTI TEORICI PER TECNOLOGIE APPROPRIATE
Luca Marescotti 44 / 91
La parola ambiente rimanda con immediatezza all’ecologia, i cui primi elementi compaiono alla fine del XIX secolo a proposito delle ricerche biologiche sull’evoluzione, sulle relazioni
interne tra gli esseri viventi e sulle relazioni esterne tra esseri viventi e ambiente circostante.
1749 - le relazioni di tutti gli organismi viventi tra di loro e nel loro esseri adattati all’ambiente, nelle loro trasformazioni e nelle lotte
per la sopravvivenza furono studiate dal medico botanico Carlo Linneo (Carl Nilsson Linnaeus) (1707-1778)
Oeconomia naturae (economia della natura)
1866 - “ecologia” ovvero la “scienza dei rapporti dell’organismo con l’ambiente” un termine introdotto dal biologo Ernst Heinrich Haeckel
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 45 / 91
DEGRADOpunto di riferimento
misurazione della trasformazione rispetto a un “prima” “durante” e “dopo” (ex-ante, cantiere, ex-post)
la “quantità” e la “qualità” della trasformazione
misurata e misurabile
nuovi problemi, nuove tecnologie, nuovi contesti
ri-orientamento del piano
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 46 / 91
DEGRADO PROTEZIONE RIPRISTINOProtezione e ripristino in realtà possono assumere una valenza ambigua, rispetto sia alla dimensione delle dinamiche ambientali, non sempre note
o circoscritte, sia alle possibilità effettive di ripristinare condizioni preesistenti, a fronte di processi complessi e di azioni irreversibili.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 47 / 91
non basta parlare di
DEGRADO PROTEZIONE RIPRISTINO
occorrono altre priorità a partire dai concetti
RISCHIO PRECAUZIONE PREVENZIONE
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 48 / 91
INDICATORE AMBIENTALE
Gli indicatori ambientali possono essere definiti come variabili; i dati costituiscono le misure delle variabili (nel caso di indicatori quantitativi) oppure le osservazioni delle variabili
(nel caso di indicatori qualitativi) in tempi differenti, in differenti luoghi, per differenti popolazioni o come
combinazioni di questi.
Il confronto tra serie storiche mostra la dinamica del fenomeno in esame.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 49 / 91
EMISSIONI
Le emissioni sono le sostanze espulse da specifiche sorgenti
nell’atmosfera (per esempio da edifici, da impianti industriali, da autoveicoli).
Per la definizione delle soglie di attenzione e di pericolo esistono valori diversi specifici per singole sostanze; i paesi che hanno adottato la definizione di soglie, hanno operato
con autonomia definendo non omogeneamente sia le sostanze sottoposte a controllo, sia le concentrazioni
massime ammissibili di emissione.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 50 / 91
TRASMISSIONE
Le sostanze espulse nell’atmosfera o nel suolo o nell'acqua si diffondono e sono trasportate dalle dinamiche del mezzo in cui sono emesse in relazione alle loro caratteristiche di peso e dimensione; soprattutto nei luoghi di lavoro per questa fase
sono stati stabiliti valori massimi ammissibili di concentrazione.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 51 / 91
IMMISSIONI
La fase di ricaduta delle sostanze espulse comporta il loro inserimento in un altro “mezzo” con possibili reazioni chimiche. Similmente alle altre fasi di emissione e di
trasmissione possono essere definiti valori massimi di concentrazione.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 52 / 91
TOSSICITÀ
La tossicità di una sostanza implica la misura della quantità (massa) minima capace a causare effetti dannosi su un
sistema biologico. La quantità minima può essere espressa in concentrazione di quella sostanza in un mezzo. La
tossicità di una sostanza si misura in termini relativi e in funzione di quanta poca sostanza (massa o mole con
riferimento alle dimensioni molecolari) occorre per ottenere effetti dannosi. Tuttavia la tossicità dipende dalla probabilità che il sistema biologico sia esposto alla sostanza (curve di
risposta – concentrazione - durata oppure di risposta – dose - durata). Esistono soglie di tossicità, con misure di effetti non
osservati, minimi, non nocivi e nocivi, in base ai quali si forniscono fattori di incertezza, fattori di sicurezza.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 53 / 91
DANNO
I danni possono essere di diverso tipo: in relazione al soggetto colpito: danno al suolo, da calpestio, da
trasmissione, da immissione o da radiazione; danni ai sensi (all’udito, alla vista); danno alle basi azotate, alla flora, alla fauna; in relazione all’entità: danno primario o secondario;
danno temporaneo o permanente o periodico; danno somatico o biochimico o anatomico.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 54 / 91
PERICOLO
Il concetto di pericolo è legato a sostanze pericolose per la loro tossicità, perché infiammabili o esplosive; inoltre si
riferisce a luoghi in cui sono accumulate sostanze pericolose. Da questo deriva l’importanza del catasto dei
“carichi antichi” (discariche dismesse, aree industriali con produzione di sostanze pericolose) e la registrazione di quanto è in formazione, poiché le tecnologie attuali di
trattamento dei rifiuti pericolosi potrebbero dimostrarsi in un futuro inefficaci.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 55 / 91
PERICOLOSITÀ RELATIVA
La definizione di pericolosità relativa è impiegata per sottolineare anche l’importanza di classi per marcare il grado
di rischio legato a un sito.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 56 / 91
RISCHIO ZEROIn una data condizione non si accetta alcun rischio, ma si tratta di
condizioni rare, difficilmente riscontrabili nella pratica. RISCHIO ACCETTABILE
In genere, dove vi sono interventi antropici ma non solo l’obiettivo realistico e perseguibile con successo è la riduzione
del rischio entro soglie accettabili.
La stessa definizione probabilistica del rischio implicitamente presuppone l’impossibilità di ottenere situazioni a rischio zero, evidenziando così che la condizione di attività svolte in totale assenza di rischi di per sé non possa
essere accettata teoricamente, né posta come obiettivo di progetto. Dunque, è ragionevole effettuare interventi, il cui impatto può generare dei rischi, ma si
devono prevedere opere per garantire che le probabilità di rischio e che l’entità dei danni siano contenute entro soglie accettabili.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 57 / 91
RISCHIO, INDUSTRIE A RISCHIO, RISCHIO AMBIENTALE
Il concetto di rischio si configura diversamente da quello di pericolo e si definisce come probabilità di manifestazione di
un danno, più o meno grave (magnitudo), in relazione all’esecuzione di determinate attività.
L’impatto può essere primario, se con interferenze dirette, o secondario, se con eventi successivi nello spazio e nel tempo, oppure può essere
positivo o negativo, reversibile o irreversibile. Dalla definizione di impatto ambientale si deriva quella di rischio ambientale, esprimibile
possibilmente in termini probabilistici, come può essere nel caso di studiare gli effetti di eventi inquinanti probabili in seguito a determinati
interventi.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 59 / 91
H*P=PhExp
Physical exposure was obtained by modelling the area affected by each recorded event. [Pelling et al. 2004, p.100]
United Nations Development ProgrammeBureau for Crisis Prevention and Recovery www.undp.org/bcpr
COMBINAZIONI DI RISCHI, RISCHIO SISTEMICO
Luca Marescotti 60 / 91
L'urbanistica, oggi, e il nostro comune futuro.
Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.
La normalità sarà la crisi?
Luca Marescotti 61 / 91
Emergency, Indirect and Cumulative Impacts
European Commission/ L. J. Walker, J. Johnston, Guidelines for the Assessment of Indirect
and Cumulative Impacts as well as Impact Interactions. May
1999, Luxembourg, Office for Official Publications of the
European Communities, 2001
Luca Marescotti 63 / 91
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Il rischio è una funzione della probabilità che si verifichi un evento non voluto, da cui derivano danni alle persone e alle
cose assieme a perdite economiche.
Gli impatti si misurano attraverso l’entità probabile del danno, la quantità di popolazione esposta e la vulnerabilità
(dipende dall'evento: per esempio può dipendere dalla robustezza delle strutture edilizie o dalla durata dell’esposizione).
Luca Marescotti 64 / 91
SITI INQUINATI
L’aggettivo qualitativo inquinato o contaminato si usa per definire la condizione “non naturale” di un sito. Se tali condizioni
derivassero da azioni umane reversibili, il ripristino ambientale potrebbe significare il riportare il sito alla sua naturalità (la
condizione in cui era prima) o per lo meno a condizioni accettabili, tali cioè da non provocare nel tempo danni agli esseri viventi.
La contaminazione deve poter essere misurata come presenza di contaminanti in concentrazioni superiori a valori predeterminati. La natura dell’inquinante e il
livello della contaminazione, che definiscono le caratteristiche dell’inquinamento, devono essere associate al carattere del possibile uso del suolo
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 65 / 91
SITI PERICOLOSI PER L’IMMISSIONE DI SOSTANZE INQUINANTI
Un sito circoscritto, ove si registri la pericolosità indotta da interventi esterni è definibile come “sito pericoloso”.
L’individuazione e la delimitazione non implica la necessità dell’intervento di bonifica, ma la capacità di gestione del rischio.
SITI CON PERICOLOSITÀ INTRINSECA NATURALE
La pericolosità di un sito può talvolta dipendere da cause naturali, (gas radon, minerali di mercurio o arsenico). Nella maggior parte
dei casi, se non nella generalità, è improponibile la bonifica, mentre è necessaria la gestione del rischio per eventuali presenze umane o
di altre specie.
AMBIENTE: QUALE PROTEZIONE, QUALE RIPRISTINO
Luca Marescotti 66 / 91
SOCIETÀ UMANE, URBANISTICA, HABITAT E NICCHIA ECOLOGICA
RIPENSARE L'URBANISTICA
LEGGERE IL PAESAGGIO COME MOSAICI INTERPRETABILI A DIVERSE SCALE
UNITÀ DI PAESAGGIOTESSERE DI UN MOSAICO IL CUI SENSO STA
NELL'INTEREZZA E NELLE RECIPROCHE ARMONIE
LEGGERE LE TRASFORMAZIONI
Luca Marescotti 67 / 91
PAESAGGIO
In che modo oggi le società umane si relazionano all’ambiente?
Come si riconoscono le nicchie ecologiche umane?Quali finalità nelle leggi?
Realtà ecologica e mappe mentali
Luca Marescotti 68 / 91
Unità di paesaggio a diverse scale: micropaesaggi erbosi naturali e artificiali racchiusi in pochi metri
quadrati e macropaesaggi grandi chilometri quadrati composti da querceti, acquitrini e paludi.
[Fonte: Turner et al.]
Paesaggi urbani a Sun Lakes-Phoenix, Arizona affiancati a paesaggi agricoli alimentati da falde
freatiche. [Fonte: Google Maps 2015].
UN PAESAGGIO FATTO DI MOSAICI E TESSERECON DIVERSE SCALE DI LETTURA
Luca Marescotti 69 / 91
Realtà ecologica e mappe mentali
Ernst Haeckel (1834-1919)ecologia 1866
Il termine «ecologia» (gr. oikía casa, ambiente, e lógos discorso) venne per la prima volta introdotto in campo biologico da Ernst
Heinrich Haeckel (1834-1919), come «scienza dei rapporti dell’organismo con l’ambiente» (Morfologia generale degli
organismi, 1866). Dunque una sorta di «economia della natura».
[E. Haeckel, Storia della creazione, 1868.]
Luca Marescotti 70 / 91
Realtà ecologica e mappe mentali
Ecologia del paesaggio
Carl Trol, Landscape Ecology, 1939
geografo
Interpretazione delle fotografie aeree per studiare le interazioni tra AMBIENTE e FLORA.
[ Carl Trol, “Luftbildplan und ökologische Bodenforschung (Aerial photography and ecological studies of the earth)”, Zeitschrift der
Gesellschaft für Erdkunde, Berlino, 1939, pp.241-298.]
Luca Marescotti 71 / 91
Realtà ecologica e mappe mentali
Landscape Ecology 1939
Heterogeneity is the measure of how different parts of a landscape are from one another.
Landscape ecology looks at how this spatial structure affects organism abundance at the landscape level, as well as the behavior and functioning of the landscape as a whole. This includes studying the influence of pattern, or the internal order of a landscape, on process, or the continuous operation of functions of organisms.
Landscape ecology also includes geomorphology as applied to the design and architecture of landscapes. Geomorphology is the study of how geological formations
are responsible for the structure of a landscape.
[ Carl Trol, “Luftbildplan und ökologische Bodenforschung (Aerial photography and ecological studies of the earth)”.]
Luca Marescotti 72 / 91
Realtà ecologica e mappe mentali
Modelli di paesaggio (patterns)
Elementi strutturali geografici (patches)
Un insieme di modelli di paesaggio (patterns): tipo, entità, frequenza di eterogeneità
Il paesaggio è un mosaico ambientale.Una serie di elementi strutturali geograficamente distinti (patches),
omogenei per gli elementi paesaggistici che li compongono,
Tali elementi strutturali variano per forma, dimensione e disposizione nello spazio considerato in funzione
delle condizioni originali e di sviluppo.
Luca Marescotti 74 / 91
Realtà ecologica e mappe mentali
Fonte: Alessandro Peressotti, Università degli Studi di Udine
Luca Marescotti 77 / 91
UN PAESAGGIO FATTO DI MOSAICI E TESSERECON DIVERSE SCALE DI LETTURA
“Che cosa è allora un paesaggio? Suggeriamo una definizione generale che non richiede una scala assoluta: un paesaggio è una zona che è
territorialmente eterogenea in almeno un fattore di interesse. Sebbene alla scala umana possiamo osservare ‘un mosaico grande chilometri su cui
ricorrono ecosistemi locali’ [Forman, 1995] è importante riconoscere che l’ecologia del paesaggio può occuparsi di paesaggi che si estendono per decine di metri e non chilometri, e che un paesaggio può essere anche
interno a un sistema acquatico. Inoltre, possiamo osservare un paesaggio rappresentato da un gradiente attraverso cui gli ecosistemi non hanno
caratteri ripetitivi o ricorrenti. Questa nostra definizione è sufficientemente generale da permettere di considerare entrambi gli aspetti dell’ecologia del
paesaggio prima citati.”
[Fonte: Turner et al, 2001, p.7]
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UN PAESAGGIO FATTO DI MOSAICI E TESSERECON DIVERSE SCALE DI LETTURA
“Quando vediamo un paesaggio, osserviamo la sua composizione e configurazione territoriale: gli elementi presenti e le loro modalità di
composizione. In un paesaggio agricolo, possiamo osservare foreste che fiancheggiano torrenti e creste scoscese, mentre coltivi e pascoli
occupano i versanti più morbidi delle aree montane. Nel paesaggio di una foresta boreale dominata dal fuoco, possiamo osservare grandi aree
contigue di vecchie foreste, giovani foreste, assieme alla vegetazione iniziale di una fase di successione. In un bosco deciduo, possiamo
osservare piccoli intervalli in quella che sarebbe altrimenti una continuità tra le chiome degli alberi, e possiamo individuare la transizione tra
comunità forestali dominate da differenti specie di alberi.
[Fonte: Turner et al, 2001, p.71]
Luca Marescotti 81 / 91
UN PAESAGGIO FATTO DI MOSAICI E TESSERECON DIVERSE SCALE DI LETTURA
“In un paesaggio costiero, possiamo osservare lunghe e strette strisce di vegetazione simile a uno che si muove dal margine tra terra e acqua verso l'interno. Nei paesaggi di piccole estensioni (vale a dire di 100 m
per 100 m), possiamo osservare complesse strutture di zone vegetate e non vegetate. Come si sono sviluppate tutte queste diverse strutture?
Come cambiano nel tempo?”
[Fonte: Turner et al, 2001, p.71]
Luca Marescotti 82 / 91
Definition of commonly used terms in landscape ecology[Fonte: Turner et al, 2001]
Configuration: Specific arrangement of spatial elements; often used synonymously with spatial structure or patch structure.
Connectivity: Spatial continuity of a habitat or cover type across a landscape.
Corridor: Relatively narrow strip of a particular type that differs from the areas adjacent on both sides.
Cover type: Category within a classification scheme defined by the user that distinguishes among the different habitats, ecosystems, or vegetation types on a landscape.
Edge: Portion of an ecosystem or cover type near its perimeter and within which environmental conditions may differ from interior locations in the ecosystem; also used as a measure of the length of adjacency between cover types on a landscape.
[Fonte: Turner et al., 2001]
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Definition of commonly used terms in landscape ecology
Fragmentation: Breaking up of a habitat or cover type into smaller, disconnected parcels.
Heterogeneity: Quality or state of consisting of dissimilar elements, as with mixed habitats or cover types occurring on a landscape; opposite of homogeneity, in which elements are the same.
Landscape: Area that is spatially heterogeneous in at least one factor of interest.
Matrix: Background cover type in a landscape, characterized by extensive cover and high connectivity; not all landscapes have a definable matrix.
Patch: Surface area that differs from its surroundings in nature or appearance.
Scale: Spatial or temporal dimension of an object or process, characterized by both grain and extent.
[Fonte: Turner et al. 2001]
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SOCIETÀ UMANE, URBANISTICA, HABITAT E NICCHIA ECOLOGICA
Un possibile percorso per approfondire le proprie conoscenze: Richard T. T. Forman, Landscape Ecology, 1986- Land Mosaics: the Ecology of Landscapes and Regions, 2001 - Urban Ecology: Science of Cities, 2014
Turner, Monica G., Robert H. Gardner, e Robert V. O’Neill. Landscape Ecology in Theory and Practice: Pattern and Process. New York: Springer, 2001.
IMPARARE DALL'ECOLOGIA PER RIPROGRAMMARE IL NOSTRO MODO DI PENSARE
Luca Marescotti 85 / 91
Pattern: strutture, modelli, … [The Pattern language]
E ora un breve accenno a Christopher Alexander (… e a Helmut Leitner) e le quindici proprietà dell'interezza o della vita (vita come ordine; la natura dell'ordine)
WHOLENESS AND LIFE
Luca Marescotti 89 / 91
Pattern: strutture, modelli
QWAN quality without a name / Lebendigkeit
qualità senza un nome / vitalità
Luca Marescotti 90 / 91
Pattern: strutture, modelli
QWAN / Lebendigkeit quality without a name, qualità senza nome / vitalità
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WHOLENESS AND LIFE
Un altro possibile percorso per approfondire le proprie conoscenze:
Christopher Alexander, The Nature of Order, Berkeley, Center for Environmental Structure, 2002-2005
Peter Baumgartner, Richard Sickinger, PURPLSOC Pursuit of Pattern Languages for Societal Change. The Workshop 2014. Designing Lively Scenarios with the Pattern Approach of Christopher Alexander. Berlino, 2015.
ALTRI PERCORSI PER RIPROGRAMMARE IL NOSTRO MODO DI PENSARE