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www.unaproa.com UNAPROA Via XX Settembre n. 4 00187 ROMA Tel. (+39) 06 424521 www.unaproa.com SOMMARIO n. 0 20 luglio 2012 Editoriale Il Ministro Catania: il settore del biologico è in salute e continua a crescere Logo bio dell’Unione Europea: dal 1° luglio termina il periodo transitorio Qual’è la rete commerciale del bio? Cos’è il commercio equo solidale? Intervista a Rosario Provino Focus: evoluzione del biologico in Francia Il bio a Dubai Mangiare bio nella tua città: Roma Agriturismo bio: Biofarm Spineto Editoriale Con questo numero diamo inizio ad un quindicinale di informazione dedicato all’agricoltura biologica, specializzato nella filiera ortofrutticola. Il comparto ortofrutticolo organizzato raggruppa all’interno delle AOP (Associazioni di Organizzazioni di Produttori) e delle OP (Organizzazioni di Produttori) una larga parte della produzione biologica nazionale, ed il suo crescente sviluppo denota la volontà del sistema produttivo organizzato di qualificare sempre più le proprie produzioni, di coltivare secondo criteri rispettosi dell’ambiente e degli equilibri naturali, offrendo garanzie sempre più forti sulla salubrità delle coltivazioni. Il nostro obiettivo è dare voce a questa realtà produttiva. UNAPROA desidera contribuire ad estendere, sia agli operatori che ai consumatori, un’informazione semplice, ma al tempo stesso, ci auguriamo, efficace per migliorare la conoscenza e la fruibilità delle diverse attività poste in essere dalla filiera dell’agricoltura biologica, con particolare riferimento al settore della produzione ortofrutticola nazionale. Un particolare ringraziamento lo rivolgiamo al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che, con il co- finanziamento di un nostro progetto, ha permesso alla nostra Unione di dare vita a questa prima importante esperienza di raccolta e diffusione delle informazioni sul settore biologico organizzato, di cui la redazione della newsletter ne rappresenta un aspetto. Il nostro programma, infatti, prevede anche la realizzazione di azioni di monitoraggio e raccolta dati sulla produzione biologica per via telematica e la creazione di uno sportello “BIO” nazionale quale punto di incontro per gli operatori di filiera.

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SOMMARIO – n. 0 – 20 luglio 2012

Editoriale

Il Ministro Catania: il settore del biologico è in salute e continua a crescere

Logo bio dell’Unione Europea: dal 1° luglio termina il periodo transitorio

Qual’è la rete commerciale del bio?

Cos’è il commercio equo solidale?

Intervista a Rosario Provino

Focus: evoluzione del biologico in Francia

Il bio a Dubai

Mangiare bio nella tua città: Roma

Agriturismo bio: Biofarm Spineto

Editoriale

Con questo

numero diamo

inizio ad un

quindicinale

di

informazione

dedicato

all’agricoltura

biologica,

specializzato

nella filiera

ortofrutticola.

Il comparto ortofrutticolo organizzato

raggruppa all’interno delle AOP

(Associazioni di Organizzazioni di Produttori)

e delle OP (Organizzazioni di Produttori) una

larga parte della produzione biologica

nazionale, ed il suo crescente sviluppo denota

la volontà del sistema produttivo organizzato

di qualificare sempre più le proprie

produzioni, di coltivare secondo criteri

rispettosi dell’ambiente e degli equilibri

naturali, offrendo garanzie sempre più forti

sulla salubrità delle coltivazioni.

Il nostro obiettivo è dare voce a questa realtà

produttiva. UNAPROA desidera contribuire

ad estendere, sia agli operatori che ai

consumatori, un’informazione semplice, ma

al tempo stesso, ci auguriamo, efficace per

migliorare la conoscenza e la fruibilità delle

diverse attività poste in essere dalla filiera

dell’agricoltura biologica, con particolare

riferimento al settore della produzione

ortofrutticola nazionale.

Un particolare ringraziamento lo rivolgiamo

al Ministero delle Politiche Agricole

Alimentari e Forestali che, con il co-

finanziamento di un nostro progetto, ha

permesso alla nostra Unione di dare vita a

questa prima importante esperienza di

raccolta e diffusione delle informazioni sul

settore biologico organizzato, di cui la

redazione della newsletter ne rappresenta un

aspetto. Il nostro programma, infatti, prevede

anche la realizzazione di azioni di

monitoraggio e raccolta dati sulla produzione

biologica per via telematica e la creazione di

uno sportello “BIO” nazionale quale punto di

incontro per gli operatori di filiera.

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Ci auguriamo che i nostri lettori gradiscano i

nostri articoli che spazieranno dal campo alla

tavola, passando per itinerari agrituristici e

punti di vendita.

Siamo a disposizione dei lettori per accogliere

ogni suggerimento utile a migliorare la qualità

del nostro servizio.

Ambrogio De Ponti – Presidente UNAPROA

Il Ministro Catania: il settore del biologico è in salute e continua a crescere. E’

un’opportunità da sfruttare.

"Il mercato del

biologico in

Italia continua

a crescere ed è

uno tra i settori

del nostro

agroalimentare

che gode di

migliore salute;

la fiducia dei

consumatori

verso il

biologico infatti continua a premiare la qualità

ambientale e le garanzie di questo metodo di

produzione. Anche i dati di produzione del

biologico italiano danno una fotografia tutto

sommato positiva del settore: l'Italia per

superfici biologiche e per numero di operatori

resta ai primi posti in Europa e nel mondo.

Dobbiamo comunque ancora impegnarci

molto per strutturare meglio le filiere

produttive, in modo da far intercettare al

nostro sistema di imprese italiane le

opportunità che il mercato offre".

Così il Ministro delle politiche agricole

alimentari e forestali, Mario Catania, ha

commentato le prime anticipazioni dei dati

sulle produzioni biologiche italiane relative al

31/12/2011, fornite dagli Uffici del Mipaaf.

Dalla prima analisi dei dati forniti al

Ministero dagli Organismi di Controllo (OdC)

operanti in Italia al 31 dicembre 2011, sulla

base delle elaborazioni del SINAB - Sistema

d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura

Biologica, risulta che gli operatori del settore

sono 48.269 di cui: 37.905 produttori

esclusivi; 6.165 preparatori (comprese le

aziende che effettuano attività di vendita al

dettaglio); 3.906 che effettuano sia attività di

produzione che di trasformazione; 63

importatori esclusivi; 230 importatori che

effettuano anche attività di produzione o

trasformazione.

Rispetto ai dati riferiti al 2010 si rileva un

aumento complessivo del numero di operatori

dell'1,3%.

La distribuzione degli operatori sul territorio

nazionale vede, come per gli anni passati, la

Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con

maggiore presenza di aziende agricole

biologiche; mentre per il numero di aziende di

trasformazione impegnate nel settore la

leadership spetta all'Emilia Romagna seguita

da Lombardia e Veneto.

La superficie coltivata secondo il metodo

biologico, risulta pari a 1.096.889 ettari, di cui

circa 800.000 hanno già terminato il periodo

di conversione, con una riduzione

complessiva, rispetto all'anno precedente, pari

a circa l'1,5%.

I principali orientamenti produttivi sono i

cereali, il foraggio e i pascoli. Segue, in

ordine di importanza, la superficie investita ad

olivicoltura.

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Per le produzioni animali, distinte sulla base

delle principali specie allevate, i dati

evidenziano rispetto allo scorso anno un

consistente aumento del numero di capi per

suini, ovini, caprini e avicoli.

I dati completi del biologico italiano e tutti i

dettagli produttivi elaborati dal SINAB,

saranno resi noti in occasione della fiera

SANA - Salone Internazionale del biologico e

del naturale, in programma a Bologna dall'8

settembre. (FONTE: UFFICIO STAMPA MIPAAF)

Logo bio dell’Unione Europea: dal 1° luglio termina il periodo transitorio

Dal luglio del 2010,

tutti i prodotti

alimentari biologici

preconfezionati

nell'UE devono

obbligatoriamente

recare il logo

biologico dell'UE,

affianco illustrato. È inoltre possibile usare il

logo su base volontaria per i prodotti biologici

non preconfezionati prodotti nell'UE o su

qualunque altro prodotto biologico importato

da Paesi terzi.

Il logo è un marchio collettivo registrato, un

marchio di fiducia, il cui manuale può essere

scaricato dal sito comunitario

(http://ec.europa.eu/agriculture/organic/files/e

u-policy/logo/user_manual_logo_it.pdf). Il

nuovo logo biologico, terminato il periodo

d’uso transitorio di due anni, manderà a

riposo il primo simbolo che dalla fine degli

anni ’90 al 30 giugno scorso

ha certificato i prodotti

biologici all'interno dell'UE.

Rimarrà ancora in

circolazione sulle confezioni

di alcuni prodotti fino a che

questi non usciranno di

produzione.

Con l'idea di stimolare il settore

dell'agricoltura biologica con l'introduzione di

un logo biologico obbligatorio e con

l’obiettivo di individuare una soluzione

grafica da applicare ai prodotti biologici

preconfezionati che potesse incontrare i gusti

di tutti i consumatori europei, nel 2008 la

Commissione europea ha deciso di

organizzare un concorso per la realizzazione

del logo. Il concorso era aperto a studenti

d'arte e di design di tutti gli stati dell'UE.

Tra le 3.422 proposte pervenute, una giuria ha

selezionato i 10 loghi migliori, e a seguito di

verifiche sul copyright, ha prescelto tre

candidati per un'ulteriore sessione di votazioni

online, per selezionare il vincitore. Dal 6

dicembre 2009 al 31 gennaio 2010 sono stati

raccolti quasi 130.000 voti per il nuovo logo

biologico dell'UE. Lo studente tedesco Dušan

Milenković ha vinto con il suo logo "Euro-

leaf", ricevendo il 63% dei voti totali da parte

del pubblico europeo.

Il logo indica che i produttori di alimenti – e

gli agricoltori da cui acquistano gli ingredienti

– rispettano le rigorose norme applicabili

nell'UE per gli alimenti e le bevande

biologici. Le norme – e il logo – mirano a

valorizzare il settore dell'agricoltura biologica

dell'UE, la cura della terra, la biodiversità e

gli standard elevati di protezione degli

animali. Quando utilizzano il logo biologico

dell'UE, i produttori devono inoltre indicare

sull'etichetta il numero di riferimento

dell'autorità di certificazione e il nome

dell'ultimo operatore – produttore,

trasformatore o distributore – che ha

maneggiato il prodotto. I marchi nazionali di

certificazione biologica possono essere usati

insieme al logo dell'UE.

Vecchio logo

Nuovo logo

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Qual è la rete commerciale del bio?

I supermercati biologici in Italia sono ancora

pochi piccoli e situati in luoghi non troppo

visibili, spesso legati più ad erboristerie o

negozi salutistici piuttosto che a catene bio

vere e proprie. Di conseguenza i costi di

distribuzione sono sempre piuttosto elevati e

nonostante il settore biologico sia in crescita,

non possiamo parlare ancora di prosperità. La

distribuzione a livello nazionale è assicurata

da alcune insegne private mentre la GDO ha

sviluppato i propri marchi bio, di recente

inoltre si stanno sviluppando le vendite via

net.

Cuorebio

Catena nazionale di oltre 250 negozi sparsi in tutta Italia, che offre un’ampia

gamma di prodotti alimentari e non (cosmesi, igiene, erboristeria). I negozi sono

situati principalmente nei centri delle città, offrono fidelity card, newsletter e

volantino delle promozioni. Propongono inoltre notevoli informazioni sul

biologico, sui prodotti e sui punti vendita Cuorebio. La catena ogni mese presenta

nei propri locali un'azienda, e propone per l’occasione uno sconto del 10% su tutti i prodotti

dell'azienda stessa. Nel sito, chiaro ed esaustivo, vi è anche il percorso per chi volesse aprire in

franchising un punto vendita.

NaturaSì

Marchio storico della distribuzione di prodotti biologici ha oltre 80 punti

vendita in tutta Italia. NaturaSì nasce nel 1992 a Verona dove apre nel

1993, il primo supermercato biologico con il nome Naturalia, per poi dare

seguito al progetto tramite lo sviluppo di una rete di punti vendita in franchising NaturaSì. Anche

NaturaSì comunica con i clienti, non direttamente con un volantino, ma con un magazine, che si

trova nei punti vendita. Offre una carta fedeltà, ha un catalogo per la raccolta punti e sponsorizza

azioni solidali con paesi in via di sviluppo. Infine, anche NaturaSì, dedica una parte del sito alle

informazioni per chi volesse aprire il proprio supermercato ed offre ai consumatori informazioni

varie sul biologico in generale.

Ecor

E’ un distributore di prodotti biologici e biodinamici, con un catalogo di oltre

3.800 prodotti. Serve circa 1000 punti vendita biologici, fra cui i negozi Cuorebio

ed i supermercati Naturasì. Anche il sito internet di Ecor offre dettagliate

informazioni sul biologico, sui controlli effettuati per garantire la qualità, sui

produttori biologici che forniscono Ecor, sui progetti sociali in cui l’azienda è coinvolta ed infine su

come aprire un punto vendita di prodotti bio.

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Cos’é il commercio equo solidale

Il commercio equo e solidale o commercio

equo (fair trade) rappresenta un’alternativa al

commercio convenzionale con lo scopo di

ridurre la povertà e lo sfruttamento economico

dei paesi sottosviluppati da parte di quelli

industrializzati.

Il fenomeno nasce negli anni sessanta, quando

un gruppo di organizzazioni senza fine di

lucro dà origine ad iniziative per favorire

l’esportazione di merci, in particolare prodotti

agricoli o artigianali, da parte di alcuni piccoli

produttori di Paesi più poveri del mondo per

venderle attraverso una rete distributiva di

esercizi commerciali specializzati “le

botteghe del mondo”, ad un target di

consumatori con elevata sensibilità sociale. E’

a quell’epoca che, con lo slogan “trade not

aid” queste organizzazioni tentano di usare il

commercio come mezzo di sviluppo per i

paesi più arretrati e questa caratteristica resta

ancora la matrice comune attorno alla quale le

varie organizzazioni del commercio equo si

riconoscono.

Il fair trade è dunque una forma di commercio

internazionale che ha l’obiettivo di far

evolvere aziende economicamente sane nei

paesi più sviluppati e di garantire ai produttori

ed ai lavoratori dei paesi più poveri un equo

guadagno, delle condizioni di lavoro dignitose

e sviluppo sostenibile per l’ambiente

attraverso l’educazione e l’informazione ai

consumatori e l’azione politica.

In Italia il commercio equo e solidale è

definito dalla Carta Italiana del Commercio

Equo e Solidale.

Fra i principali obiettivi vi sono:

1. Migliorare le condizioni di vita dei

produttori aumentandone l'accesso al mercato,

rafforzando le organizzazioni di produttori,

pagando un prezzo migliore ed assicurando

continuità nelle relazioni commerciali. Al

produttore deve essere garantito un prezzo

minimo che gli garantisca una vita decorosa,

che permetta di coprire i costi di produzione,

che sostenga una produzione eco sostenibile.

2. Promuovere opportunità di sviluppo

per produttori svantaggiati, specialmente

gruppi di donne e popolazioni indigene e

proteggere i bambini dallo sfruttamento nel

processo produttivo.

3. Divulgare informazioni sui

meccanismi economici di sfruttamento,

tramite la vendita di prodotti, favorendo e

stimolando nei consumatori la crescita di un

atteggiamento alternativo al modello

economico dominante e la ricerca di nuovi

modelli di sviluppo.

4. Proteggere i diritti umani

promuovendo giustizia sociale, sostenibilità

ambientale, sicurezza economica; infatti i

principali vincoli da osservare sono il divieto

del lavoro minorile, l’impiego di materie

prime rinnovabili, investire in spese per la

scuola e la formazione, la cooperazione tra i

produttori e la creazione, qualora fosse

possibile, di un mercato interno dei beni

prodotti.

5. Stimolare le istituzioni nazionali ed

internazionali a compiere scelte economiche e

commerciali a difesa dei piccoli produttori,

della stabilità economica e della tutela

ambientale, effettuando campagne di

informazione e pressione affinché cambino le

regole e la pratica del commercio

internazionale convenzionale.

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6. Promuovere un uso equo e sostenibile

delle risorse ambientali

In sintesi, possiamo definire che il commercio

equo e solidale rappresenta un sistema per

migliorare le condizioni di vita dei paesi del

sud del mondo attraverso lo sviluppo della

capacità produttiva ed imprenditoriale degli

abitanti e favorendo la crescita economica

grazie alla commercializzazione dei prodotti

nei mercati dei paesi ricchi.

Un’ ampia ricerca è stata fatta nel 2003 dalle

Università Cattolica e Bicocca di Milano i cui

risultati sono stati presentati nel maggio 2006,

al fine di analizzare le dimensioni del

commercio equo e solidale sul mercato

italiano e sui paesi in via di sviluppo.

Durante il 2005 nella sola Unione Europea il

commercio equo e solidale ha raggiunto un

fatturato record di 660 milioni di euro, due

volte e mezzo maggiore rispetto allo stesso

nel 2001. Sempre nell'UE, sono più di 79.000

i punti vendita che trattano merci solidali

(57.000 di questi sono supermercati comuni

che vendono anche prodotti equi) mentre sono

circa 2.800 le botteghe del mondo presso cui

offrono il loro servizio circa 100.000

volontari.

La spesa italiana pro-capite per prodotti del

commercio equo è la più bassa d’Europa:

trentacinque centesimi di euro a testa. Le

botteghe solidali sono circa seicento in Italia e

sono concentrate prevalentemente nel nord-

ovest e nel nord-est, rispettivamente il 38% e

il 22,6% del totale e l’88% delle botteghe

equo solidali sono situate nelle città.

In generale le botteghe sono specializzate in

prodotti artigianali di fascia medio-alta

provenienti da più di cinquanta paesi del sud

del mondo, mentre i prodotti del commercio

equo, specialmente quelli alimentari,

provengono spesso dall’agricoltura biologica

e si trovano in molte catene della grande

distribuzione come Coop Italia, Crai, Auchan,

Lidl, Esselunga, Conad. I punti vendita (di

vario genere) che trattano prodotti equo

solidali in Italia sono più di cinquemila.

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Intervista a Rosario Provino

Rosario Provino, Consigliere di Unaproa, è

Vice presidente della OP ECOFRUIT, l’

Organizzazione di Produttori Ortofrutticoli

più rappresentativa della Regione Sicilia,

specializzata nella produzione di frutta ed

ortaggi biologici.

La produzione biologica di arance

rappresenta uno dei mercati attualmente

più interessanti, non soltanto per il mercato

interno ma anche per l’esportazione in

paesi come la Germania e l’Austria. Quali

sono a suo avviso le prospettive di sviluppo

per il settore biologico?

I produttori nostri associati sono in gran parte

specializzati in produzioni biologiche di

arance, che vengono commercializzate in

paesi come la Germania e la Francia, a cui si è

aggiunta di recente anche la Gran Bretagna.

Quello inglese è il mercato che sta crescendo

di più in tutta Europa, un mercato che è molto

attento alla qualità e che ha fissato una serie

di parametri restrittivi per la

commercializzazione di arance biologiche. In

questi tre paesi il nostro prodotto viene

venduto molto bene, in particolare presso le

catene specializzate che commercializzano

solo linee biologiche.

Le prospettive di sviluppo del comparto

biologico si mantengono buone, anche se la

crescita non è paragonabile a quella

esponenziale degli anni scorsi.

La domanda proveniente da Germania e

Francia si mantiene ora a livelli stabili,

mentre il mercato inglese avanza con un + 15-

20% l’anno.

Considerato che la domanda interna di

arance si mantiene da anni sugli stessi

livelli, quali strade si possono

intraprendere per ampliare la domanda di

arance (e in generale di agrumi) riuscendo

a trovare nuove destinazioni per le nostre

produzioni anche in paesi extra europei?

Le diverse modalità di trasformazione degli

agrumi (succhi, confetture, ecc.) quanto

possono incidere su questa domanda?

Gli italiani certamente non possono mangiare

più arance di quella che consumano: rispetto

all’arancia, la clementina è più veloce e più

facile da sbucciare e da mangiare, soprattutto

per i bambini, e quindi ha consumi

costantemente in crescita. In presenza di una

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domanda interna di arance che rimane

pressoché costante, il nostro intento è quindi

di puntare sulla produzione biologica, non

solo perché presenta ancora margini di

crescita, ma soprattutto perché nel biologico

abbiamo conquistato maggiori fette di

mercato. La Spagna infatti, che era già molto

competitiva sulla produzione convenzionale,

non ha dovuto cercare, come invece abbiamo

fatto noi italiani, nuovi sbocchi competitivi e

quindi oggi nella produzione biologica è un

po’ in ritardo. Per quanto riguarda i nuovi

sbocchi commerciali, stiamo puntando molto

sui nuovi paesi dell’Est Europa: si tratta di un

mercato complesso ma che ha buone

potenzialità perché adesso il potere d’acquisto

di questi paesi è in forte aumento e di

conseguenza è in crescita la domanda di

prodotti ortofrutticoli freschi.

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Focus: evoluzione del biologico in Francia

In dieci anni il Bio francese ha trovato il suo

mercato che, nonostante la crisi, mantiene

vivo l’interesse dei consumatori. Né è prova

la crescita del mercato di dieci punti

percentuali nel 2011 per raggiungere un giro

d’affari di circa 4 miliardi di euro, mentre il

consumo delle famiglie francesi è in flessione

dello 0,5% in media per il 2011 parzialmente

dovuta alla diminuzione delle spese

alimentari. (dati INSEE).

Il numero delle aziende bio è raddoppiato:

erano 10.364 nel 2001 e sono 23.100 nel

2011, mentre la percentuale delle aziende bio

francesi sul totale delle aziende agricole è

quasi triplicata, passando da 1,6% a 4,6% nel

2011. Anche le superfici agricole destinate

alla produzione biologica sono notevolmente

aumentate: nel 2001 le aree bio

corrispondevano a 419.750 ha e nel 2011

sono 950.000 ha.

L’evoluzione della produzione biologica è

stata positiva in tutti i settori, tuttavia un

maggiore sviluppo si è avuto nella

frutticoltura e viticoltura.

Di pari passo anche le aziende di

trasformazione e di distribuzione certificate

bio si sono sviluppate, sono infatti passate da

5.390 nel 2001 a circa 12.000 nel 2011.

Il mercato alimentare biologico, che a stento

raggiungeva 1 miliardo di euro nel 2001 è

passato a circa 4 miliardi di euro nel 2011.

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Caratteristiche del mercato :

L’ampliamento della gamma di

prodotti bio offerta ai consumatori

abituali ha favorito la crescita del

mercato.

Più dell’80% delle vendite sono

effettuate nella GDO e nei negozi

specializzati.

La vendita diretta (mercati rionali,

presso le aziende del produttore, ecc)

si sta sviluppando.

Il settore della ristorazione collettiva è

in aumento del 34% rispetto al 2010.

Anche se resta un settore piuttosto

marginale, nel 2011 40.180 operatori

hanno dichiarato di fornire la

ristorazione collettiva con i loro

prodotti biologici.

Caratteristiche del consumatore:

83% dei Francesi concordano con

l’idea che i prodotti bio contribuiscono

a preservare l’ambiente;

77% sono convinti che sono migliori

per la salute;

82% ritiene che sono più naturali

perché coltivati senza prodotti chimici.

71% asserisce che le loro qualità

nutrizionali sono meglio preservate;

68% reputa che la loro produzione o

fabbricazione richiede più

manodopera dei prodotti

convenzionali;

61% pensa che abbiano un sapore

migliore;

Il marchio AB (agricolture biologique)

è conosciuto dall’89% dei francesi,

mentre il logo europeo un po’ meno.

56% dei consumatori biologici trova

che sia normale che i prodotti bio

siano più cari di quelli convenzionali.

Inoltre sette consumatori su dieci

riconoscono ai prodotti bio un buon

rapporto qualità prezzo.

Il ruolo dell’informazione nello sviluppo del

mercato

Un francese su due è ben informato sul bio ed

i suoi prodotti, l’Agence Bio ed i suoi partner

vogliono rafforzare il loro programma di

sensibilizzazione verso i consumatori

potenziali che si ritengono non

sufficientemente informati.

Il 2012 sarà l’anno del web 2.0(1) per il Bio

con il lancio di un blog di informazione

(leblogdelabio.com), di una pagina Facebook,

di un account Twitter e di un’applicazione

GPS Bio per smartphone, che permette in

tempo reale di localizzare i punti vendita bio.

(1) Con il termine web 2.0 si intende l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione

tra il sito web e l'utente (blog, forum, chat, wiki, flickr, youtube, facebook, myspace, twitter, google+, linkedin, ecc.).

Page 11: Editoriale · 2012. 7. 23. · Cuorebio Catena nazionale di oltre 250 negozi sparsi in tutta Italia, che offre un’ampia gamma di prodotti alimentari e non (cosmesi, igiene, erboristeria).

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www.unaproa.com

n. 0 – 20 luglio 2012

UNAPROA – Via XX Settembre n. 4 – 00187 ROMA – Tel. (+39) 06 424521 – www.unaproa.com

Il bio a Dubai

Il mercato bio si sta sviluppando anche negli

Emirati Arabi, infatti il Ministro dell’Acqua e

dell’ambiente e la municipalità di Dubai,

hanno annunciato che lanceranno il primo

mercato ortofrutticolo bio nel paese e che

aprirà prima del mese di ramadan, che

quest’anno inizierà in luglio. Obaid Al-

Marzouqi, capo del Dipartimento Mercati

presso il Comune di Dubai, ha reso noto che i

lavori per completare il progetto, sono in

piena attività ed il mercato comprende otto

stand ed un costo di Dh1.5 milioni (circa 320.

000 euro). Inoltre ha comunicato che per

assegnare gli stands del mercato ai produttori

biologici si organizzerà una lotteria e si

estrarrà a sorte.

Il mercato aprirà al pubblico il venerdì ed il

sabato, dalle sette del mattino all’una e dalle

tre del pomeriggio fino alle sette di sera. Il

mercato è situato esattamente di fronte al

mercato del pesce e Al Marzouqi ha negato la

possibilità di contaminazione fra il vicino

mercato ittico ed i prodotti ortofrutticoli

biologici, piuttosto vi sarà un impatto positivo

in quanto i visitatori del mercato del pesce

beneficeranno delle attività dei nuovi prodotti

del mercato e viceversa."

Jabir Al Saffar, Capo del Mercato del Pesce e

degli Animali al Comune di Dubai, ha detto

che i produttori dei prodotti bio hanno chiesto

delle modifiche al disegno del mercato,

specificando che vorrebbero un negozio

realizzato in vetro.

Il Dott. Mariam Al- Chanasi, Sottosegretario

al Ministero dell’Ambiente e dell’Acqua, ha

fatto sapere che le aziende biologiche negli

Emirati Arabi sono aumentate del 30% e

ricoprono un’area totale di 1,394 acri.

Gli Emirati Arabi incentivano questa

espansione, data l’importanza dell’agricoltura

biologica per la produzione di alimenti sani,

liberi da pesticidi.

Fonte: “Organic vegetables mart to open next month”

By Mohammed Al Sadafy

Published Sunday, June 10, 2012

www.emirates247.com

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Mangiare Bio nella tua città: Roma

Il Bistrot Biologico è situato all’interno della

Casa del Parco nella riserva naturale regionale

della Valle dei casali (via del Casaletto, 400).

Il ristorante si serve di prodotti biologici

certificati, che provengono dalle aziende del

territorio, privilegiando la filiera corta ed il

Km zero. Il sito web del ristorante permette di

collegarsi con i siti di alcuni dei fornitori. Per

quanto riguarda i piatti a base di pesce

utilizzano un pescato fresco locale e che

naturalmente non è biologico. Infatti, come

affermano “Esistono pochi allevamenti, e solo

allevamenti, con certificazione biologica, ma

riteniamo comunque che la pratica

dell'allevamento non aiuti un consumo critico

e consapevole. per questo scegliamo il pesce

fresco, che acquistiamo presso pescherie di

fiducia o meglio dal gruppo d'acquisto fish

box con cui stiamo avviando una

collaborazione più continuativa (fishbox.it),

nel rispetto delle specie in estinzione, della

pesca sostenibile e dei fermi biologici.”

Il menu si ispira ad una cucina regionale, con

dolci e pane di produzione propria, si tratta di

una selezione di piatti piuttosto varia, soggetta

a variazioni in base alla disponibilità dei

prodotti.

Fra i piatti segnaliamo:

Parmigiana di zucca, gratinata con scamorza e bufala

Selezione di cinque pecorini dell\'Agro Romano,

accompagnati da miele millefiori e confettura di

pomodoro estivo

Mozzarella di bufala in carrozza con panure al nero di

seppia, su insalatina di finocchi croccanti

Strudel di verdure stagionali in pasta phillo su salsa

allo zafferano

Polpettine fritte di broccolo romanesco e patate, in

panure aromatica, su ristretto al pomodoro Selezione di

salumi di maiale nero con bruschette di lardo

Matriciana con guanciale croccante di maiale nero

Gricia con verde di carciofi

Fettuccine al profumo di rosmarino con ceci, baccalà e

pecorino

Tonnarelli aglio e olio con alicette fresche, pane nero e

cavolfiore bianco

Brasato cotto al coccio al Rosso dei Castelli Romani,

servito con sfoglie di pane croccante

Pollo alla cacciatora

Polpette in salsa di vino bianco e finocchiella

Spezzato agli agrumi con miele, pistacchi e patate

nocciola

Crocchette di magro fritte in granella di cous cous, su

coulis di rape rosse e mostarda di cipolla rossa di

Tropea alla vaniglia di Bourbon

Tagliata scottata alle erbe, su insalatina aromatica e

salsa ai frutti di bosco

Tortino caldo al cioccolato servito su crema inglese

Caprese servita tiepida con crema gelata alla vaniglia

Mousse di cioccolato bianco allo stillato di malvasia

con croccante alle mandorle

Tiramisù espresso al bicchiere

Biscotti sposa e passito

Quattro piccoli dolci assaggi dello chef

Il team di chef è giovane, il luogo è immerso nel verde

con una sala esterna, ottimo anche per passare un

pomeriggio all’aperto.

http://www.valledeicasali.com

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Agriturismi Bio: BIO FARM SPINETO

“Il contadino deve rimanere fedele alla terra,

dev’essere orgoglioso di essere contadino,

fiero di lavorare il suo campo, né cercare

altrove una vita più facile, perché una vita più

facile altrove non esiste” (B.M.).

Con questa frase si apre il sito internet di Bio

Farm Spineto (www.biofarmspineto.com),

azienda agricola ed agriturismo a Martinengo

(BG) di Massimiliano e Leonardo Colombo,

che, animati dalla passione per la terra, hanno

voluto investire in una vera e propria attività,

basandosi su tecniche di produzione

biologiche e bandendo i concimi chimici ed i

fertilizzanti

sintetici.

L’azienda

produce

principalmente

zucchine,

cavolo, verze,

porri, pomodori,

ortaggi a foglia,

meloni e

frumento. In

azienda vi sono

anche alberi da frutto che

producono susine, ciliegie,

pesche, albicocche, mele e

pere cotogne.

Sono pure presenti varie

tipologie di animali, galline,

tacchini, faraone, conigli,

anatre, pecore, capre ed asini.

Gli animali vengono macellati

su ordinazione mensili da

parte dei clienti e con

altrettanta scadenza vengono consegnati ai

clienti dei punti vendita.

L’azienda produce anche frumento da cui si

ricava la farina per fare i ravioli con ripieno

vegetale, tagliatelle e pasta corta, inoltre ha

recentemente introdotto anche pizze precotte

e congelate.

Convinti dell’importanza dell’educazione sia

dei giovani sia degli adulti Bio Farm Spineto

ha una fattoria didattica con aule, una lavagna

interattiva per la spiegazione dei vari

argomenti agli studenti, offre visite guidate,

organizza conversazioni a tema e campi estivi

per bambini e ragazzi.