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Anniversari A 65 anni dalla fine della guerra mondiale, Stalin incute meno timore P. 05 Danza P. 08 Immigrazione Presto i lavoratori stranieri potranno ottenere i visti per la Russia più facilmente P. 04 LUNEDÌ 26 APRILE 2010 Inserto distribuito con The NYT International Weekly L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e ITAR-TASS KOMMERSANT La morte del presidente Lech Kaczynski e di altri rappresen- tanti dell’elite politica polac- ca nell’incidente aereo vicino a Smolensk è stata un’ulteriore du- ra prova per il popolo polacco e per quello russo. I rapporti tra la Polonia e la Rus- sia, due popoli slavi confinanti, non sono mai stati sereni, anzi. Nel corso dei secoli passati si so- no accumulate critiche e nume- rose offese reciproche. Sembrava che una delle ferite più doloro- se, ossia il massacro di Katyn do- ve 70 anni fa su ordine di Stalin furono fucilati oltre 20mila uf- ficiali polacchi tenuti prigionie- ri, cominciasse pian piano a ri- marginarsi. Da ambedue le parti erano stati compiuti importanti passi avanti verso la riconcilia- zione. Ed ecco che si verifica una nuova, orribile tragedia... questa volta non per volontà umana ma per un accidente del destino. Co- sa cambia? La situazione odierna è mol- to complicata. Per uscirne esiste una sola soluzione, semplice ma difficile da realizzare. Per supe- rare il macabro simbolismo del passato ci vuole pazienza, mag- giore attenzione e rispetto reci- proco. Il cordoglio può riavvici- nare le persone ma può anche separarle per sempre. SEGUE A PAGINA 7 SEGUE A PAGINA 3 SEGUE A PAGINA 2 Viktor Vekselberg (a sinistra) e Zhores Alferov (a destra), i re- sponsabili del futuro centro scientifico e tecnologico di Skolkovo La leggendaria isola di Atlantide? SUL PROSSIMO NUMERO I piani per la costruzione di un nuovo centro scientifico e tec- nologico a Skolkovo, alla peri- feria di Mosca, procedono spe- diti dopo che il presidente russo Dmitri Medvedev ha nomina- to il magnate Viktor Vekselberg manager del progetto di ricer- ca e produzione hi-tech. Vek- selberg sarà chiamato a porta- re le sue capacità manageriali nel centro di ricerca che si fo- calizzerà su energia, informa- tica, telecomunicazioni, ricerca Tecnologia Il Cremlino ha affidato al miliardario Vekselberg il compito di guidare il nuovo centro hi-tech Una “Silicon Valley” russa alle porte di Mosca Sarà il magnate della multinazionale Renova a guidare il polo di ricerca che verrà costruito a Skolkovo, nei pressi della capitale. SERGEI BORISOV RUSSIA OGGI medica e tecnologia nucleare. Il centro è stato soprannomi- nato la “Silicon Valley russa” e rappresenterà la prima piatta- forma nel Paese dedicata all’in- novazione delle tecnologie in- formatiche, come ha spiegato il primo vicepresidente dell’am- ministrazione presidenzialeVla- dimir Surkov che sta sovrinten- dendo alla realizzazione del progetto. La nomina di Vekselberg evi- denzia anche la volontà di Med- vedev di affidare lo sviluppo del centro a imprese private. Il Pre- sidente ha annunciato il pro- getto lo scorso febbraio come parte del suo programma di mo- dernizzazione del Paese. È spe- ranza condivisa che Skolkovo possa attrarre scienziati e im- prenditori di punta non solo russi, ma anche stranieri. Vekselberg, 52 anni, di origine ucraina, presidente del consi- glio di amministrazione della multinazionale Renova, è con- siderato il ventitreesimo uomo più ricco della Russia ed è con- vinto che quest’ ambizioso pro- getto avrà successo se vedrà la partecipazione di aziende stra- niere. La creazione di un cen- tro autosufficiente di ricerca e produzione hi-tech, secondo lui, richiederà dai 5 ai 7 anni. In- tanto Vekselberg dovrà sceglie- re un condirettore straniero. Renova, la società d’investimen- ti nel settore petrolifero, metal- lurgico, energetico e delle na- notecnologie guidata da Vekselberg sin dalla sua fonda- zione nel 1990, ha progettato la costruzione di diversi centri di ricerca in Russia, compreso uno sull’energia solare, scrive il quo- tidiano “Vedomosti” . Ed è pos- sibile che alcuni di questi pro- getti verranno trasferiti a Skolkovo. Sebbene sia difficile immaginare che fino a dieci anni fa non si tenessero sfilate regolari in Russia, la Settimana moscovita della moda ha festeggiato il suo 10° anniversario questo mese. OKSANA NARALENKOVA RUSSIA OGGI Gli stilisti russi sono poco co- nosciuti al di fuori dei confini nazionali. Ciononostante nel Paese la professione di stilista è molto ambita. Ogni anno al prestigioso concorso per giova- ni stilisti di moda “Russkij si- luet” (Silhouette russa) arriva- no circa 3mila candidature da tutto il Paese. Alcuni nomi, però, sono riusciti a sfondare e a ol- trepassare il vuoto mediatico. Si tratta, innanzitutto, dei ma- estriVjacheslav Zaitsev eValen- tin Judaškin, nonché di vari esponenti della nuova genera- zione, come Igor Chapurin, Alena Akhmadullina e Denis Simachev, che hanno già pre- sentato più volte le loro colle- zioni a Milano e Parigi. È stato proprio Denis Simachev ad“in- trodurre”in Russia e in Europa la moda dei colbacchi, mentre Igor Chapurin ha dedicato una delle sue prime sfilate parigine al balletto russo. Durante la recente decima edi- zione della Settimana della moda Russa (stagione autunno-inver- no 2010/2011), numerosi giova- ni stilisti russi hanno giocato sugli elementi dello stile nazio- nale. La coppia di artisti Anna e Aleksej Borodulin (Borodu- lin’s), ad esempio, si è ispirata al film “Solaris” di Andrej Tar- kovskij, allestendo una specie di spettacolo teatrale sul moti- vo del film. Dai film al folclore: le nuove tendenze in passerella KONSTANTIN ZAVRAZHIN_RG YULIA MAYOROVA_RG È probabile che si trovasse al largo del Nord della Russia La croce russo-polacca di Katyn Dalla tragedia la riconciliazione 31 MAGGIO FATEVI UNA VOSTRA OPINIONE SULLA RUSSIA Ogni ultimo lunedì del mese it.rbth.ru politica, affari, economia e cultura 28 GIUGNO, 26 LUGLIO, 30 AGOSTO.... Finalmente in Italia “Il Lago dei cigni” e “Giselle” con Svetlana Zakharova PHOTOXPRESS MAXIM MALINOVSKY_AFP PHOTOXPRESS

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L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e LUNEDÌ 26 APRILE 2010 A 65 anni dalla fine della guerra mondiale, Stalin incute meno timore Inserto distribuito con The NYT International Weekly Finalmente in Italia “Il Lago dei cigni” e “Giselle” con Svetlana Zakharova Sarà il magnate della multinazionale Renova a guidare il polo di ricerca che verrà costruito a Skolkovo, nei pressi della capitale.

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Anniversari

A 65 anni dalla fine della guerra mondiale, Stalin incute meno timore

P. 05

Danza

P. 08

Immigrazione

Presto i lavoratori stranieri potranno ottenere i visti per la Russia più facilmente

P. 04

LUNEDÌ 26 APRILE 2010 Inserto distribuito con The NYT International Weekly

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e

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La morte del presidente Lech Kaczynski e di altri rappresen-tanti dell’elite politica polac-ca nell’incidente aereo vicino a Smolensk è stata un’ulteriore du-ra prova per il popolo polacco e per quello russo.I rapporti tra la Polonia e la Rus-sia, due popoli slavi confinanti, non sono mai stati sereni, anzi. Nel corso dei secoli passati si so-no accumulate critiche e nume-rose offese reciproche. Sembrava che una delle ferite più doloro-se, ossia il massacro di Katyn do-ve 70 anni fa su ordine di Stalin furono fucilati oltre 20mila uf-ficiali polacchi tenuti prigionie-ri, cominciasse pian piano a ri-marginarsi. Da ambedue le parti erano stati compiuti importanti passi avanti verso la riconcilia-zione. Ed ecco che si verifica una nuova, orribile tragedia... questa volta non per volontà umana ma per un accidente del destino. Co-sa cambia?La situazione odierna è mol-to complicata. Per uscirne esiste una sola soluzione, semplice ma difficile da realizzare. Per supe-rare il macabro simbolismo del passato ci vuole pazienza, mag-giore attenzione e rispetto reci-proco. Il cordoglio può riavvici-nare le persone ma può anche separarle per sempre.

SEGUE A PAGINA 7

SEGUE A PAGINA 3

SEGUE A PAGINA 2

Viktor Vekselberg (a sinistra) e Zhores Alferov (a destra), i re-

sponsabili del futuro centro scientifico e tecnologico di Skolkovo

La leggendaria

isola di Atlantide?

SUL PROSSIMO NUMERO

I piani per la costruzione di un nuovo centro scientifi co e tec-nologico a Skolkovo, alla peri-feria di Mosca, procedono spe-diti dopo che il presidente russo Dmitri Medvedev ha nomina-to il magnate Viktor Vekselberg manager del progetto di ricer-ca e produzione hi-tech. Vek-selberg sarà chiamato a porta-re le sue capacità manageriali nel centro di ricerca che si fo-calizzerà su energia, informa-tica, telecomunicazioni, ricerca

Tecnologia Il Cremlino ha affidato al miliardario Vekselberg il compito di guidare il nuovo centro hi-tech

Una “Silicon Valley” russa alle porte di MoscaSarà il magnate della

multinazionale Renova a

guidare il polo di ricerca che

verrà costruito a Skolkovo, nei

pressi della capitale.

SERGEI BORISOV RUSSIA OGGI

medica e tecnologia nucleare.Il centro è stato soprannomi-nato la “Silicon Valley russa” e rappresenterà la prima piatta-

forma nel Paese dedicata all’in-novazione delle tecnologie in-formatiche, come ha spiegato il primo vicepresidente dell’am-

ministrazione presidenziale Vla-dimir Surkov che sta sovrinten-dendo alla realizzazione del progetto.La nomina di Vekselberg evi-denzia anche la volontà di Med-vedev di affidare lo sviluppo del centro a imprese private. Il Pre-sidente ha annunciato il pro-getto lo scorso febbraio come parte del suo programma di mo-dernizzazione del Paese. È spe-ranza condivisa che Skolkovo possa attrarre scienziati e im-prenditori di punta non solo russi, ma anche stranieri.Vekselberg, 52 anni, di origine ucraina, presidente del consi-glio di amministrazione della multinazionale Renova, è con-siderato il ventitreesimo uomo più ricco della Russia ed è con-vinto che quest’ ambizioso pro-

getto avrà successo se vedrà la partecipazione di aziende stra-niere. La creazione di un cen-tro autosufficiente di ricerca e produzione hi-tech, secondo lui, richiederà dai 5 ai 7 anni. In-tanto Vekselberg dovrà sceglie-re un condirettore straniero.Renova, la società d’investimen-ti nel settore petrolifero, metal-lurgico, energetico e delle na-notecnologie guidata da Vekselberg sin dalla sua fonda-zione nel 1990, ha progettato la costruzione di diversi centri di ricerca in Russia, compreso uno sull’energia solare, scrive il quo-tidiano “Vedomosti”. Ed è pos-sibile che alcuni di questi pro-getti verranno trasferiti a Skolkovo.

Sebbene sia difficile

immaginare che fino a dieci

anni fa non si tenessero sfilate

regolari in Russia, la Settimana

moscovita della moda ha

festeggiato il suo 10°

anniversario questo mese.

OKSANA NARALENKOVA RUSSIA OGGI

Gli stilisti russi sono poco co-nosciuti al di fuori dei confi ni nazionali. Ciononostante nel Paese la professione di stilista è molto ambita. Ogni anno al prestigioso concorso per giova-ni stilisti di moda “Russkij si-luet” (Silhouette russa) arriva-no circa 3mila candidature da tutto il Paese. Alcuni nomi, però, sono riusciti a sfondare e a ol-trepassare il vuoto mediatico. Si tratta, innanzitutto, dei ma-estri Vjacheslav Zaitsev e Valen-tin Judaškin, nonché di vari esponenti della nuova genera-zione, come Igor Chapurin, Alena Akhmadullina e Denis Simachev, che hanno già pre-sentato più volte le loro colle-zioni a Milano e Parigi. È stato proprio Denis Simachev ad “in-trodurre” in Russia e in Europa la moda dei colbacchi, mentre Igor Chapurin ha dedicato una delle sue prime sfi late parigine al balletto russo.Durante la recente decima edi-zione della Settimana della moda Russa (stagione autunno-inver-no 2010/2011), numerosi giova-ni stilisti russi hanno giocato sugli elementi dello stile nazio-nale. La coppia di artisti Anna e Aleksej Borodulin (Borodu-lin’s), ad esempio, si è ispirata al fi lm “Solaris” di Andrej Tar-kovskij, allestendo una specie di spettacolo teatrale sul moti-vo del fi lm.

Dai film al folclore:le nuove tendenze in passerella

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È probabile che si trovasse al

largo del Nord della Russia

La croce russo-polacca di Katyn

Dalla tragedia

la riconciliazione

31 MAGGIO

FATEVI UNA VOSTRA OPINIONE SULLA RUSSIAOgni ultimo lunedì del meseit.rbth.ru

politica, affari, economia e cultura 28 GIUGNO, 26 LUGLIO, 30 AGOSTO....

Finalmente in Italia “Il Lago dei cigni” e “Giselle” con Svetlana Zakharova

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02 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYAttualità

IN BREVE

ISTRUZIONETORNA L’ORA DI RELIGIONEMA IL 40% SCEGLIE ETICA LAICA

Da questo mese nei program-mi degli scolari russi di 19 re-gioni esiste una nuova materia: “Fondamenti di cultura religiosa ed etica laica”. Per il momento questa materia viene insegnata esclusivamente ai ragazzi tra i 9 e i 10 anni che frequentano la quar-ta elementare. La scelta della religione da ap-profondire spetta a ogni scolaro

e ai suoi genitori. Secondo i ri-sultati di un’indagine demosco-pica preliminare, circa il 40% de-gli alunni interpellati ha scelto di studiare etica laica, un terzo ha dato la preferenza ai fondamen-ti di cultura ortodossa, mentre il 25% alla storia delle religioni del mondo. Il resto invece esamine-rà i fondamenti dell’ebraismo, del buddismo e dell’Islam.

ANNIVERSARILA NATO SULLA PIAZZA ROSSAPER LA PARATA DEL 9 MAGGIO

Per la prima volta nella storia, in occasione del 65° anniversario della vittoria nella seconda Guer-ra mondiale, sulla Piazza Rossa sfileranno reparti militari di Usa, Gran Bretagna, Francia e Polo-nia, accanto a quelli dei Paesi della Confederazione degli Sta-ti indipendenti (Csi). Il primo vi-ce ministro della Difesa russo, il generale Aleksandr Kolmakov, ha riferito che sono stati invitati a

partecipare alla parata i reparti militari dei Paesi che apportaro-no il maggior contributo alla vit-toria sulla Germania di Hitler. Per la Francia sfileranno perciò i piloti della squadriglia Normandie–Nie-men che combatté sul fronte rus-so, per gli Usa i militari della 69a divisione di fanteria che incontrò le forze russe a Torgau sul fiume Elba e per la Gran Bretagna i sol-dati del reggimento del Galles.

AUTOMOBILI NASCERÀ A TOGLIATTIGRADLA PRIMA VETTURA IBRIDA RUSSA

A Togliattigrad, la capitale nazio-nale dell’automobile, presto verrà avviata la produzione delle prime automobili ibride russe. A finan-ziare il progetto sarà il miliardario russo Mikhail Prokhorov, dispo-sto a investire oltre 100 milioni di euro. La parte tecnica spette-rà a Yarovit, azienda produttrice di camion di San Pietroburgo. Le nuove vetture ecologiche saranno

dotate di motore elettrico da 70 kilowatt alimentato da batterie agli ioni di litio. Secondo i test, l’automobile avrà un’autonomia di 400 chilometri, potrà arriva-re a una velocità massima di 120 chilometri orari e consumerà in media tre litri e mezzo di carbu-rante ogni 100 chilometri. Potreb-bero essere prodotte circa 10mila vetture l’anno.

ALEXANDRA PROKOPENKOITAR-TASS SPECIALE PER RUSSIA OGGI

Da Avatar fino a Toy Story,

sono tante le novità

cinematografiche in 3D

dell’anno. Ora anche la tv russa

aggiunge profondità alla sua

offerta catodica.

Rivoluzione in salottoarriva la televisione in 3D

Tecnologia Il cinema ha aperto la strada alla terza dimensione. La pay tv va all’incasso

Sulla scia degli incassi al bot-teghino, anche la televisione russa diventa tridimensionale. La compagnia russa General Satellite e la coreana Samsung Electronics hanno infatti sigla-to un accordo per lanciare l’of-

Il cartone in 3D Stardogs usci-

rà nelle sale in occasione del

50° anniversario del volo spa-

ziale dei cani Belka e Strelka

In passerella folclore e seduzioneModa A Mosca sfilano le nuove tendenze dell’autunno-inverno: asimmetrie e colori vivaci

Una modella è avvolta da un capo di maglieria con inserti in jersey e pelle, pizzi e ricami di raso e seta, mentre la linea del collo, completamente scoperto, è decorata da accessori che sem-brano provenire dallo spazio. I colori principali sono sfumatu-re monocromatiche di grigio, bianco e nero, ma sono presen-ti anche il viola intenso e il rosso scarlatto.Lo stilista Narciss si è ispirato invece al folclore lettone. Le im-prese epiche di Lacplesis, l’eroe dalle orecchie d’orso, sono di-ventate il leitmotiv delle sue nuove creazioni, in cui domina-no colbacchi, pompon e mani-che foderate di pelliccia, cap-potti lunghi fatti a maglia con chiusure lampo decorative, guanti con ricami d’ambra, sti-vali di feltro con fi occhi di neve e stampe dell’aurora boreale.La nuova collezione di Dasha Gauser racconta una storia di seduzione in cui gli amanti, al mattino, si scambiano i vestiti per errore. In tal modo, i mini abiti tanto amati da Dasha si trasformano in camicie a drap-peggi: le maniche reggono il cor-

addobbi complicati e pieghe a non fi nire.Sensazionale è stato l’effetto su-scitato dalla sfilata di Yegor Zaitsev (YeZ), fi glio di Vjache-slav Zaitsev, rinomato maestro di moda russo. La sala era gre-mita di amici di Yegor del club motociclistico “Lupi notturni” e la sfi lata era accompagnata

dalle canzoni del noto musici-sta rock russo Garik Sukachev. Lo stesso stilista ha defi nito la sua collezione “New Glook” (dove “glook”, nel gergo giova-nile russo, signifi ca “allucina-zione”, NdT), una sorta di “stra-na antimoda”. I presenti sono rimasti stupiti e letteralmente senza parole.

ferta di contenuti in 3D su Pla-tforma Hd, la piattaforma televisiva russa ad alta defi ni-zione a pagamento. «Assieme alla americana DirecTv e all’in-glese SkyUk - spiega Nikolai Gyubbenet, direttore generale di Platforma Hd - il progetto russo si fa pioniere nello svi-luppo della televisione in 3D».Secondo la CableTv Association di Mosca il cittadino russo medio guarda molta più televi-sione rispetto agli europei oc-cidentali o agli americani. L’au-mento delle entrate assieme allo scetticismo sui canali control-

lati dallo Stato ha reso la pay tv sempre più popolare. «Varie statistiche - sottolinea ancora Gyubbenet - indicano che il vo-lume del mercato della pay tv nel 2009 ha superato il miliar-do di dollari». E secondo la Iks-Consulting, solo un anno fa il numero degli utenti aveva rag-giunto i 19 milioni (14% della popolazione russa). A Mosca, quasi una famiglia su tre pos-siede un televisore hd e il loro costo scende di anno in anno. Oggi la maggior parte degli ap-parecchi tv venduti in Russia hanno il formato hd. E sembra

che l’interesse non sia stato in-taccato neppure dalla recente crisi economica mondiale.La produzione dell’attrezzatu-ra per la televisione 3D è già iniziata nella regione di Kali-ningrad. Secondo il vice primo ministro Sergei Ivanov, che di recente ha visitato l’impianto, i costi per un televisore 3D, un ricevitore e gli occhiali, sono però ancora piuttosto alti. «Ma quando l’economia si sviluppe-rà e l’interesse della gente verso la qualità aumenterà, il merca-to si espanderà di certo», ha ag-giunto lo stesso Ivanov.

La nuova collezione di Yegor Zaitsev, figlio del rinomato Vjacheslav

petto o diventano cinture, men-tre il colletto della camicia si stacca parzialmente dal corset-to dando un tocco piccante alla creazione.Gli elementi maschili non con-traddicono affatto, anzi si spo-sano perfettamente con l’idea di femminilità estrema: tagli asimmetrici, schiene décolletté,

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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ALEXANDR VIKULOV_RIA NOVOSTI

MIKHAIL KLIMENTIEV_RIA NOVOSTI

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RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

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03

Economia

Una Silicon Valley russaalle porte della capitale Il centro scientifi co e tecnolo-gico occuperà 370 ettari vicino alla scuola di management di Skolkovo alle porte di Mosca.Una volta emessi i fi nanziamen-ti statali, le aziende private do-vrebbero farsi avanti, e non solo quelle russe, scrive il sito web di notizie “Gazeta.ru”. Secondo Dmitri Abzalov, ana-lista presso il Centro della con-giuntura politica russa, Veksel-berg avrà l ’ incar ico di individuare tali aziende e di mettere in piedi un meccanismo effettivo di selezione ed elabo-razione dei progetti di innova-zione collegando in questo modo ricerca e produzione. «Se Vek-selberg riuscirà a risolvere tali problematiche in modo effica-ce, Skolkovo inizierà presto a operare come ente autonomo senza la partecipazione dello Stato», ha affermato Abzalov. «Vedremo i primi risultati del suo lavoro entro l’estate o l’au-tunno».Il progetto venne presentato dal vicecapo dell’amministrazione presidenziale, Vladislav Surkov, in un’intervista rilasciata a feb-braio a “Vedomosti” e fa parte del piano di modernizzazione previsto dal presidente Medve-dev. «La comparsa di grandi idee è ancora considerata un mira-colo, come la vita stessa», ha di-chiarato. «Nessuno, ovviamen-te, tra burocrati e imprenditori è in grado di fare miracoli, ma insieme dobbiamo creare un am-biente dove i miracoli sono pos-sibili».Lo scopo della Silicon Valley

russa non sarà «distruggere l’industria delle materie prime, ma di promuovere idee nuove e innovative che altri Paesi non hanno», spiega Konstantin Si-monov, direttore del Fondo na-zionale per la sicurezza ener-getica. «Non importa quale settore sarà interessato da que-ste innovazioni».

“Vogliamo promuovere idee nuove e innovative e un ambiente dove i miracoli sono possibili”

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

La Silicon Valley russa spera

di competere presto con

i migliori centri scientifici

e tecnologici del mondo

Fino a 10 anni di esenzioni fi scali

Le aziende che opereranno all’in-terno del Centro di ricerca e in-novazione di Skolkovo godranno di agevolazioni fiscali mai vi-ste prima nella Russia moderna. Tra queste, la possibilità di go-dere di un’esenzione dalle tas-se per un periodo fino a 10 anni e di partecipare alle gare d’ap-palto pubbliche a condizioni pri-vilegiate. Si tratta, appunto, di un regime fiscale speciale che il governo metterà a punto entro maggio. Si parla anche dell’even-tualità di abolire le imposte sugli utili, sul patrimonio e sull’impo-

sta fondiaria. Il bilancio pubblico di quest’anno dovrebbe prevede-re lo stanziamento di 4,6 miliardi di rubli (oltre 100 milioni di eu-ro) per la costituzione del Centro di ricerca e innovazione. Secondo il coordinatore del centro Viktor Vekselberg, questi investimenti produrranno un ritorno tangibile nell’arco di 5-7 anni.Zhores Alferov, Premio Nobel per la fisica nel 2000 e da vent’anni rettore dell’Istituto di fisica e tec-nologia di San Pietroburgo, è sta-to nominato direttore scientifico del Centro.

BEN ARIS RUSSIA OGGI

I funzionari delle Finanze russe

stanno pianificando una visita

in Asia, Europa e America per

promuovere la vendita della

prima eurobbligazione russa

dalla crisi di dodici anni fa

Il mondo è stato rovesciato dalla crisi. Mentre la Grecia soccom-be sotto il peso di un ingente debito pubblico, secondo le pre-visioni di Capital Economics la Russia avrà un debito pari al 9,5% del pil entro la fi ne dell’an-no e dispone persino di oltre 400 miliardi di dollari di riserve in valuta forte, cinque volte di più rispetto agli Usa e al Regno Unito. Questo fa della Russia il terzo Paese più ricco al mondo in termini di disponibilità liqui-de.Nonostante tutto, le finanze pubbliche russe si trovano in una situazione difficile. Bisogna infatti colmare un defi cit di bi-lancio che oscilla tra il 3% e l’8% (a seconda del prezzo del petrolio) e trovare fondi per su-perare questo periodo di magra.I funzionari russi delle Finanze stanno programmando una vi-sita in Asia, Europa e America per promuovere la vendita della prima Eurobbligazione russa dal 1998, quando il governo ri-sultò insolvente sul debito in-terno. Questa volta sono certi di riuscire a raccogliere fondi a basso costo sul mercato.«Le condizioni di prestito sa-ranno probabilmente molto van-taggiose», ha dichiarato il mi-nistro delle Finanze Alexei

Kudrin alla stampa all’inizio del mese, aggiungendo che il mer-cato è consapevole del fatto che la Russia potrebbe ricorrere al prestito nazionale se le condi-zioni esterne non fossero «par-ticolarmente favorevoli».Il prezzo dell’obbligazione ri-fl etterà l’atteggiamento di mas-sima cautela nei confronti della Russia tenuto dalla maggior parte delle agenzie di rating. L’obbligazione Sovereign della Russia ha attualmente un ra-ting Bbb, di appena due linee superiore ai cosiddetti “titoli spazzatura”. Allo stesso tempo Usa e Regno Unito, almeno si-nora, hanno mantenuto il ra-ting Aaa, nonostante il peggio-ramento della situazione economica. Secondo le previsio-ni di numerosi economisti, il de-bito estero dell’Europa salirà dal 100% del pil al 130% nei prossimi cinque anni, mentre in Russia si prevede una costante riduzione.«In base al modello vigente, non è possibile spiegare perché agli Usa e al Regno Unito venga as-segnato il miglior rating possi-bile (Aaa) e che questi due Paesi, abbiano un rating di due o tre tacche superiore a Paesi che ri-portano gli stessi dati di base», ha scritto Ingo Jungwirth, ana-lista di Raiffeisen International in uno studio condotto a marzo. Tuttavia, se le agenzie di rating declassassero questi Paesi, il costo dei prestiti subirebbe un’impennata e causerebbe una crisi fi nanziaria a livello inter-nazionale che danneggerebbe l’assetto economico globale per decenni.

Il ritorno di Mosca agli eurobond

Finanza Erano stati abbandonati nel ’98

ANASTASIA DMITRIEVARUSSIA OGGI

Ruben Vardanian - “un

ottimista che si lamenta”, così

si definisce - è l’ad della più

vecchia banca d’investimenti

russa e uno dei più noti esperti

finanziari del Paese

Signor Vardanian, Lei è sempre

stato molto ottimista sull’econo-

mia russa. Lo è tuttora?

«Sono molto ottimista nel breve termine. A un anno da oggi pos-siamo aspettarci un calo dell’in-fl azione e della disoccupazione,

Qual è la sua opinione sulla mo-

dernizzazione dell’economia

russa annunciata dal presidente

Medvedev?

«Si tratta di una delle attività più importanti per il Paese. Dob-biamo capire che essa non di-pende solo dal governo, ma anche dalla comunità imprenditoriale. Dobbiamo inevitabilmente di-ventare una nazione più moder-na, tecnologica, innovativa ed ef-ficiente dato che l’eterna dipendenza dalle risorse natu-rali non può funzionare. Per com-petere su scala globale dobbia-mo essere pronti per le nuove sfi de. La mia preoccupazione più gran-de a proposito della Russia è che stiamo perdendo tempo utile per cambiare, per diventare più am-biziosi, più aperti, più creativi e desiderosi di assumersi rischi ed essere competitivi su scala mon-diale. Negli anni a venire il mag-giore vantaggio concorrenziale

“Per competeredobbiamo prepararcialle sfide del futuro”

Ruben Vardanian, presidente e

amministratore delegato di

Troika Dialog

Leggete l’intervista integrale sul nostro sito

www.it.rbth.ru

non sarà costituito dalle risorse naturali, ma dalle persone. Il Paese che sarà in grado di for-nire le migliori condizioni di vita, il miglior sistema scolastico e i maggiori benefi ci vincerà».

Crede che la tendenza alla nazio-

nalizzazione di un numero cre-

scente di aziende in Russia stia

danneggiando l’economia?

«Credo che si tratti di un pro-cesso di evoluzione naturale già verifi catosi in altri Paesi nel pas-sato. Come riportato nella relazione mensile di Troika Dialog, a par-tire dal 2004 la diversifi cazione dell’economia è stata principal-mente guidata dallo Stato, che ha sostenuto un numero di “cam-pioni nazionali” che non stava-no dando i risultati sperati. Non ho dubbi sul fatto che nei prossimi tre anni assisteremo alla privatizzazione di parte delle aziende pubbliche».

Lei è uno dei fondatori di un’au-

torevole scuola internaziona-

le di management, la Skolko-

vo Moscow business school.

In passato si è assistito a un

grande scetticismo sulle capa-

cità della Russia di promuove-

re un programma di formazio-

ne manageriale di alta qualità.

Quali progressi ci sono stati fi-

nora?

«Cinque anni fa nessuno cre-deva che la Russia sarebbe stata in grado di creare una scuola manageriale di massi-mo livello in grado di ricevere riconoscimenti internazionali. Oggi invece siamo partner dei più importanti istituti mondia-li, incluso il Mit, e quest’estate inaugureremo il nuovo cam-pus».

una moneta stabile e una cre-scita prevista del Pil del 5%. Entro cinque anni, comunque, la Russia dovrà affrontare sfi de d’importanza crescente. Si ve-rifi cherà una penuria di forza lavoro. Con sempre più indivi-dui vicini alla fi ne della loro carriera lavorativa, il sistema pensionistico sarà messo a dura prova, i prezzi della benzina sa-ranno destinati a scendere se la Shell continuerà a sviluppa-re i suoi impianti di estrazione correnti e le risorse naturali di-venteranno meno importan-ti».

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04 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYSocietà

Porte aperte ai cervelli e agli esperti della formazione

Immigrazione Il ministero dello Sviluppo facilita gli ingressi

Per migliorare il clima degli

investimenti e modernizzare il

Paese, servono specialisti

stranieri qualificati e investitori.

Per favorire la loro mobilità nel

paese, il governo ha deciso di

semplificare in maniera radicale

le procedure burocratiche

EVGENIA PISMENNAJADMITRI KAZMINVEDOMOSTI

Dopo la morte in cella

dell’avvocato Sergei Magnitsky,

il presidente Dmitri Medvedev

ha annunciato una riforma del

sistema carcerario.

Le nuove misure viste dall’Ik-3,

la colonia penale femminile

numero 3 di Kineshma

ANNA NEMTSOVARUSSIA OGGI

Tra le proposte varate dal mi-nistero dello Sviluppo Econo-mico russo per migliorare il clima degli investimenti, colpi-sce che al primo punto appaia la semplifi cazione delle proce-

dure d’immigrazione. «L’obiet-tivo principale è quello di atti-rare nel paese i migliori cervelli», ha spiegato un fun-zionario del ministero. Si trat-ta non solo di quadri destinati a costituire la futura “Città delle innovazioni”, ma anche di per-sonale destinato al settore della formazione, perché «non è pos-sibile attuare alcuna moderniz-zazione senza poter contare su menti brillanti».Le proposte sono state elabo-rate dal Servizio federale dell’immigrazione (Fms), affer-ma il consigliere del direttore dell’Fms Oleg Artamonov. «Ab-

biamo già collaudato questo meccanismo con la Francia, con la quale la Russia ha firmato l’accordo sulle preferenze nei confronti di specialisti altamen-te qualifi cati, dirigenti, relativi familiari e collaboratori», ag-giunge. L’abolizione delle limi-tazioni sul mercato del lavoro e il miglioramento del regime dei visti sono necessari - sostie-ne Artamov - per far confl uire in Russia innovatori, investito-ri e persone in grado di impor-tare tecnologie.Per queste categorie, i funzio-nari propongono di eliminare del tutto le quote per il rilascio dei permessi di lavoro e degli inviti per entrare nel Paese, abo-lendo completamente la richie-sta d’autorizzazione per l’im-piego di lavoratori stranieri, nonché la necessità di ratifi ca-re la loro assunzione presso l’en-te preposto all’occupazione. Se oggi la prassi per formalizzare i documenti di un dipendente

straniero richiede dai 12 ai 23 mesi, dopo i cambiamenti ba-sterà non più di un mese, di-chiara il rapporto presentato dal ministero dello Sviluppo eco-nomico.Adesso uno straniero può otte-nere il permesso di lavoro per un anno, e per di più specifi ca-tamente in una regione (se la-vora a San Pietroburgo, il per-messo non gli consente di lavorare anche a Mosca). Il mi-nistero propone di emettere un’autorizzazione unica e di prolungarne la validità fi no a tre anni o fi no alla scadenza del contratto, introducendo gli stes-si limiti temporali anche per i visti di lavoro. «I permessi di lavoro rilasciati agli stranieri su base annuale fanno ridere», di-chiara un funzionario del go-verno. «Come del resto i passa-porti, che hanno una validità quinquennale e sembrano ad-dirittura una barzelletta. Ai no-stri studiosi, in possesso di pas-

saporti che scadono ogni cinque anni, gli Stati stranieri conce-dono visti della durata di 10 anni».«Che gli investimenti stranieri siano rallentati in una certa mi-sura dalle barriere d’immigra-zione e che questa situazione in-fluenzi le decisioni sugli investimenti, è un dato di fatto e lo confermano i giudizi dei nostri clienti», afferma Evgenij Rejzman, partner di Baker & McKenzie. I funzionari del ministero dello Sviluppo economico e del Ser-vizio federale d’immigrazione sperano di promuovere le mo-difi che in modo abbastanza ve-loce, per farle entrare in vigore a partire dal 1º gennaio del 2011.E, aggiunge Rejzman, «è neces-sario ampliare quanto più pos-sibile la lista delle categorie di lavoratori non contingentate a favore dei manager e tecnici qualifi cati».

Delitto e mitigato castigo la fine dei campi Gulag

Carceri I relitti dell’era staliniana sono finalmente destinati a scomparire

La prigione di Kineshma: la

maggior parte delle detenute

sta scontando una pena per

traffico della droga

L’autobus procede su una stra-da piena di buche e passa ac-canto a infi niti campi ghiaccia-ti, foreste silenziose e, di tanto in tanto, case diroccate. Infi ne si ferma davanti a un enorme muro bianco orlato da fi lo spi-nato. L’edifi cio sembra un mo-nastero, ma fi n dal 1924 ospita la colonia penale femminile nu-

mero 3 di Kineshma, una pri-gione a circa 280 chilometri a nordest di Mosca. Qui per i pri-gionieri la vita è sempre la stes-sa, al di là dei decenni. Così come in centinaia di altre pri-gioni russe negli angoli più re-moti del paese, assassini vivono fi anco a fi anco con ladruncoli o carcerati condannati per la prima volta, tutti in condizioni che suonerebbero familiari a Alexander Solgenitsin così come le descrisse nel suo “Arcipelago Gulag”.Nessun sistema, neanche il fa-moso gulag, resterà uguale. I re-litti dell’era staliniana, 755 co-lonie penali per i condannati ai lavori forzati, sono in procinto di scomparire, ha dichiarato Alexander Reimer, capo del Ser-

vizio carcerario federale russo, in una recente intervista con la radio “Echo of Moscow”. Il governo ridurrà la popolazio-ne della seconda più grande prigione al mondo. I recidivi ver-ranno separati da chi è stato condannato per la prima volta, ossia il 40 per cento su 900mila detenuti. I crimini minori ver-ranno punti con gli arresti do-miciliari o con la libertà vigila-ta. Le squadre di carcerati che assistono lo staff dei peniten-ziari, note per abusare del loro potere, saranno abolite. A dare il via defi nitivo alla ri-forma è stata la morte di Ser-gei Magnitsky, un avvocato di 37 anni che, entrato in perfetta salute nel penitenziario di Mosca per detenuti in attesa di proces-

so, dopo 11 mesi, il 16 novem-bre 2009, dopo vari giorni di sof-ferenze, è morto senza aver ricevuto assistenza medica. Ma-gnitsky è una delle 386 persone morte in attesa di processo solo nel 2009. Sono molte centinaia di più quelle morte nelle colo-nie penali a causa di maltrat-tamenti violenti, torture e man-canza d’assistenza medica. Il Presidente Dmitri Medvedev ha annunciato una riforma del sistema carcerario proprio in ri-posta alla morte di Magnitsky. Per prima cosa ha ordinato una purga dei 20 funzionari al ver-tice del Servizio carcerario fe-derale. Poi ha chiesto un nuovo approccio ai metodi correttivi. I criminali peggiori sono già stati separati dal resto della po-

polazione delle colonie penali in tutta la Russia. Alexander Vo-robyev, direttore del carcere fem-minile di Kineshma, ha trasfe-rito 62 donne recidive in “contesti più severi” lo scorso novembre. L’inasprimento delle pene, ha detto, farà da deter-rente. Per le altre donne, il gior-no nella colonia chiamata Ik-3 comincia alle 7 con la ginnasti-ca mattutina nel cortile inne-vato. Lavorano tutte 8 ore al giorno: confezionano le unifor-mi delle guardie carcerarie. Nei momenti liberi possono guar-dare la televisione, giocare a scacchi e anche suonare o met-tere in scena rappresentazioni teatrali.

Yevgenia Lemekhova, 25 anni, è stata condannata per aver ru-bato 7mila rubli, (250 dollari) a una conoscente e spera che le riforme la portino al più presto fuori di prigione. Confeziona giacche mimetiche nella sezio-ne abbigliamento, ma potrebbe scontare gli ultimi due anni e mezzo dei cinque a cui è stata condannata in un carcere a con-dizioni più leggere. Lì potrebbe indossare abiti civili, lavorare e spendere i suoi soldi fuori dai confi ni carcerari. Potrebbe anche richiedere di fare ritorno al suo appartamento a Murmansk, dato che in Russia gli arresti do-miciliari sono stati legalizzati lo scorso 1 gennaio.Nell’annunciare le riforme, Med-vedev ha dichiarato di aver ap-preso con tristezza la notizia di una persona condannata a due anni per aver rubato un cap-pello. «Perché? Di certo non uscirà di lì migliore», ha aggiun-to ordinando il rilascio di due donne detenute a Krasnoyarsk, in Siberia, per il furto di una gallina.«Il sistema si sta rinnovando. Lo stato investe in prigioni nuove e moderne», ha detto Maria Kan-nabikh, membro della Camera Pubblica, gruppo di consulenti

nominati dal governo e autrice della riforma, aggiungendo che tagliare di almeno un terzo gli attuali 360mila dipendenti per-metterà di migliorare i salari di chi continuerà a lavorare in car-cere rendendo la professione più rispettabile.Alcuni carcerati vedono però con preoccupazione l’imminen-te riforma. Come Marina Vysot-skaya. Negli ultimi otto anni la sua casa è stata l’Ik-3. Ha 27 anni. Quando ne aveva 19 è stata condannata a 10 di carcere per omicidio. Il suo letto, in un an-golo sotto a una fi nestra, è co-perto da una piccola tendina per garantire un minimo di priva-cy. Come tutti i letti è identifi -cato con un’etichetta col suo nome e il crimine commesso: “Omicidio.” «In prigione - dice - il mio carattere è cambiato. Ora guardo alla vita con un at-teggiamento differente, più adulto. Mi piace l’ordine di que-sta prigione». Vysotskaya teme che la riforma per lei signifi chi essere trasferita in una prigio-ne più isolata e separarsi dalle compagne con cui ha convissu-to per molti anni.La riforma è solo il primo passo della lotta alla criminalità in Russia, secondo il direttore dell’Ik-3, Tatyana Vakhromeye-va. «C’è un aumento signifi ca-tivo dei crimini di droga e anche di rapine e furti. Succede per-ché il sistema non assiste i de-tenuti una volta fuori della pri-gione». Secondo Vakhromeyeva, detenute come Vysotskaya non dovrebbero essere trasferite per-ché ciò potrebbe pregiudicare la loro capacità di reinserirsi nella società una volta fuori.All’inizio di questo mese c’è stato un ballo all’Ik-3. Per l’occasio-ne la sala pranzo si è trasfor-mata in un teatro e ha assunto un aspetto ordinato e festoso. Due detenute si sono occupate della musica. Le altre hanno ballato il cha-cha a coppie. Donne vestite da donne hanno danzato con donne vestite da uomini. E almeno in quest’oc-casione chi ha commesso cri-mini minori ha ballato con cri-minali incallite, le borseggiatri-ci con le omicide: tutte però lo hanno fatto con grazia, con le proprie minigonne rosso fuoco.

“I permessi di lavoro rilasciati su base annuale fanno ridere”. Se oggi la prassi per assumere un dipendente straniero richiede dai 12 ai 23 mesi, presto ne basterà uno

Le giornate delle detenute iniziano alle 7 del mattino. Poi confezionano uniformi per otto ore al giorno

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RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

05

Storia

Memoria / 1 Il 65° anniversario della vittoria sul nazifascismo

I tradimenti delle democrazie

Comunque si giudichi il patto Molotov-Ribbentrop, si trattò di una scelta che rientrava nella lo-gica di comportamento dei Paesi europei nei confronti della Ger-mania nazista. I politici di tutta Europa, dalla Gran Bretagna alla Polonia, dalla Norvegia alla Gre-cia, assomigliavano a una banda di truffatori dove ognuno cerca-va di nascosto dall’altro di met-tersi d’accordo con Hitler alle spese dei propri vicini. Per prima cosa, i socialisti e i liberali fran-cesi, insieme ai conservatori e ai laburisti britannici e a tutti i loro colleghi europei tradirono la Re-pubblica spagnola, a capo della quale stavano i loro compagni socialisti e liberali, lasciandola in pasto ai fascisti tedeschi e ita-liani. L’Unione sovietica fu l’uni-ca a prestare aiuto alla Spagna e fu proprio l’aiuto russo a con-sentire alla Spagna di resistere tre anni. In seguito, sempre In-ghilterra e Francia, insieme a Po-

lonia e Ungheria, tradirono anche la Cecoslovacchia. In mezzo a questi due tradimenti, chiusero gli occhi pure sull’An-schluss dell’Austria. Cosa pote-vano aspettarsi dunque i diri-genti dell’Unione Sovietica da simili “giocatori” se non l’enne-simo tradimento?Già nel 1938 Jawaharlal Nehru scriveva: «Il fattore chiave della situazione nascente (in Europa a quei tempi, ndr) fu il ruolo degli stati cosiddetti democratici, so-prattutto dell’Inghilterra. Il go-verno britannico incoraggiava il fascismo e il nazismo ovunque e in ogni modo. Per quanto sor-prendente, agì così anche quan-do ciò minacciava la sicurezza

dell’Impero britannico, tanto questo governo temeva il raffor-zamento della vera democrazia e tanta era grande la sua simpa-tia di classe per i leader fascisti. Se il fascismo è riuscito a dif-fondersi e a diventare la forza dominante il mondo, lo deve in gran parte al governo britanni-co». Se questa situazione era evi-dente a Nehru nella lontana India, cosa dovevano pensare i leader sovietici? Pensavano che, proprio in virtù di queste sim-patie di classe, le democrazie oc-cidentali si sarebbero potute unire alla Germania contro l’Unione Sovietica in qualsiasi momento. Probabilmente si trattava di

Il 9 maggio si celebra la fine

della seconda guerra mondiale.

Uno dei punti più controversi

del conflitto 1939-45 riguarda il

patto Molotov-Ribbentrop:

perché Stalin ritenne possibile

stipulare un’alleanza con Hitler

e la Germania nazista?

ALEKSANDR MEKHANIKSETTIMANALE “EXPERT”

Memoria / 2 Il 65° anniversario della vittoria sul nazifascismo

La Russia si divide sul ruolo di Stalin: despota o capo militare?Fu un eroe della guerra

patriottica o un demone delle

persecuzioni? Comincia da qui,

da una domanda tragica

segnata nella storia e nella

memoria, la contraddizione

della Russia di oggi che si

interroga sul passato. E su una

data: il 9 maggio 1945

MASSIMILIANO LENZIRUSSIA OGGI

Il nostro viaggio – fatto di pas-sioni, divisioni, senso di identi-tà, differenze - nel dibattito che anima la Russia del XXI seco-lo parte da quel nove di maggio sul calendario e lo sposta in avanti di 65 anni, all’oggi quan-do - tra poche settimane - in Russia cadrà l’anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica (per noi italiani il II Confl itto Mondiale) contro la Germania di Adolf Hitler. Men-tre il Paese si sta preparando alle celebrazioni di un evento che ha comunque contrassegna-to gli esiti della storia moder-na, a Mosca e dintorni si discu-te da tempo sulla figura di Stalin, il capo di allora. Volen-do sintetizzare la domanda che ricorre è: il suo ruolo fu deter-minante nella vittoria contro il nazismo oppure i suoi orrendi delitti sono l’unico segno della sua parabola terrena? Ed allo-ra, è giusto celebrarlo come un eroe della II guerra mondiale? I russi, nelle memorie del loro sottosuolo e sulla pelle di molte persone che hanno avuto babbi, mamme, zie, parenti, amici, mogli, fi gli, portati nei gulag, ar-

rivano a questo anniversario profondamente divisi. Il presi-dente Dmitri Medvedev, in più di un’occasione, ha sottolinea-to che nulla può giustifi care le milioni di vittime delle “purghe” di Stalin, aggiungendo che il ri-cordo degli immani crimini del dittatore sovietico non si può tacere. “La memoria – queste le parole del presidente russo - delle tragedie nazionali è sacra tanto ed è molto importante che i giovani siano capaci di prova-re compassione per una delle più grandi tragedie della storia russa”. Una posizione, quella del presidente, condivisa anche dal suo partito, Russia Unita, lo stesso del premier Vladimir

Putin. Per i comunisti di Zju-ganov (il cui partito è all’oppo-sizione), invece, “tutti i coman-danti del fronte del 1945 riconobbero il talento militare di Stalin e non avrebbero mai immaginato una vittoria mili-tare senza di lui”. Su una cosa almeno i russi sem-brano essere d’accordo: la resi-stenza e la vittoria contro gli eserciti di Hitler si devono all’eroismo quotidiano dei sol-dati e del popolo. Un punto di condivisione, questo, che non ri-sparmia però il confronto sulla fi gura del dittatore sovietico, te-nuto vivo anche dalla decisio-ne, del comune di Mosca, poi ritirata, di far installare in vista

del 65mo anniversario della vit-toria del 9 maggio (dove, quest’anno, per la prima volta alla parata militare sfi leranno anche simbolici contingenti americani, inglesi e francesi) nella capitale foto e pannelli che ricordino lo Stalin della guer-ra. Nonostante il dietrofront sulla cartellonistica la Russia che dibatte e si divide su Stalin incarna il segno di una nazione che fa i conti con la propria identità e con un passato fatto di imperi, quello zarista prima e quello sovietico poi, sfociato nella decadenza brezneviana e nella fi ne dell’Urss. Questa iden-tità, nei primi anni Novanta, si era trovata stravolta dall’avven-to di un capitalismo selvaggio e dal trionfo di un modello oc-cidentale verso il quale non c’era stato neppure un minuto di adattamento. Anche per questo, oggi, nel 2010, capire il senso del dibattito su Stalin signifi ca cercare di cogliere l’identità verso cui si muove la Russia con-temporanea. La destalinizzazio-ne non c’entra, i conti con quel-la – seppur lentamente ed a singhiozzo – la Russia ha co-minciato a farli dai tempi di Ni-kita Krusciov ed oggi la critica dello stalinismo pare un senti-re comune. La discussione sul dittatore sovietico e invece sul suo ruolo nella II guerra mon-diale – eroe o soltanto crimina-le? – ed è un’altra cosa, più pro-fonda perché ha a che fare con l’identità di un passato. Volendo spingersi in un para-gone con l’Italia, il dibattito russo di questi mesi rammenta,

Un corteo di veterani russi per le vie di Mosca

per certi versi, il rapporto - dopo la II guerra mondiale - tra gli italiani e la figura di Benito Mussolini. Con due differenze enormi: primo, Mussolini era fa-scista ed alleato di Hitler e, se-condo, la guerra l’aveva persa insieme alla vita. Detto questo, in Italia quando Renzo De Fe-lice, uno storico laico e antifa-scista cominciò a scrivere la sua monumentale biografi a di Mus-solini, mettendoci dentro le luci

e non solo le ombre, apriti cielo! Gli antifascisti più intransigen-ti lo criticarono, nelle Univer-sità lo fi schiavano e via discor-rendo. Eppure De Felice, storiografi camente, aveva colto un dato: nella sua lunga para-bola politica Mussolini non fu soltanto l’alleato di Hitler ma molte altre cose, alcune della quali positive. Fu ed è – volenti o nolenti – un pezzo di storia italiana. In Russia in questi mesi sta succedendo il contrario: Sta-lin, che la II guerra mondiale l’aveva vinta, comincia ad esse-re rivisto anche per quel che ri-guarda il suo contributo alla vit-toria sul nazismo, dopo che in passato – ai tempi dell’Urss an-te-Krusciov – era stato mitiz-zato e non soltanto dai comu-nisti sovietici. Che lo stalinismo sia stato un regime violento e criminale, è un dato. Il punto è che Stalin non fu soltanto quel-lo ma incarna qualcosa di più complesso, fermi restando i suoi delitti. Su questo, laicamente, in Russia, stanno ragionando – opi-nione pubblica compresa. Per conto nostro riteniamo sia im-possibile, 65 anni dopo la sua fi ne, dire se la Guerra patriot-tica russa contro il nazismo sa-rebbe stata vinta anche senza Stalin alla guida dello Stato. Sì, no, forse? Di sicuro non sareb-be stata vinta senza l’eroismo del popolo russo, i cui sacrifi ci non possono esser certo sminu-iti dai delitti staliniani. Quanto al resto, come recita un antico proverbio italiano, “con i se e con i ma non si fa la storia”. Tutt’al più si fa un dibattito.

paure esagerate, ma non certo campate in aria. Del resto, quan-do la Francia e l’Inghilterra di-chiararono guerra alla Germa-nia dopo l’invasione tedesca della Polonia lo fecero per scher-zo. Non a caso questa guerra venne defi nita “drôle de guerre”, “guerra buffa”. Era proprio que-sto quel che temeva Stalin sti-pulando il patto con Hitler: sul fronte occidentale la guerra si sarebbe fatta “per scherzo”, men-tre su quello orientale ci sareb-be stata per davvero. Inoltre, quando dopo un anno di “guer-ra buffa” scoppiò la guerra verra, si venne a sapere che non c’era nessuno in Occidente ad avere previsto che si sarebbe combat-tuto per davvero. A quanto pare, lo stesso Stalin non poteva con-cepire questa situazione. Con-

tava su una guerra lunga in Oc-c i d e n t e e n o n v o l e v a assolutamente ritrovarsi faccia a faccia da solo con Hitler. Non a caso, nonostante il patto sti-pulato, quando la Yugoslavia fu invasa dalla Germania, l’Unio-ne Sovietica cercò di prestarle soccorso. Voleva fermare Hitler almeno su qualche fronte. Ma non fece in tempo.Oggi molti storici e politici dei nuovi Paesi sorti sulle macerie dell’Unione Sovietica giustifi ca-no il fatto che gruppi armati lo-cali, come gli insurrezionisti ucraini o i “fratelli della foresta” estoni, abbiano combattuto su due fronti - contro i nazisti e con-tro i comunisti - sostenendo che in quanto rappresentanti di po-poli minori non potessero che opporsi alla tirannia e che le due

parti di quel “confl itto di tiran-ni” fossero equivalenti. Non è che un’astuzia perché, nella maggio-ranza dei casi, questo tipo di gruppi si schierarono dalla parte dei nazisti e, solo giunti sull’or-lo della capitolazione, cercarono di costituire una parvenza di re-sistenza. Abbiamo sotto gli occhi l’esempio di un vero movimento di liberazione nazionale che, tro-vandosi in una situazione in qualche modo analoga, fece in-vece una scelta dignitosa:il Con-gresso nazionale indiano che, malgrado le deportazioni di massa e le esecuzioni sanguina-rie perpetrate dalla Gran Bre-tagna, dichiarò sempre in ma-niera inequivocabile di considerare i nazisti la personi-fi cazione dell’imperialismo e del razzismo.

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Giugno 1945: soldati russi de-

pongono bandiere naziste sulla

Piazza Rossa come segno della

vittoria su Hitler

Nell’arco di dieci anni, l’atteg-giamento della società russa nei confronti di Stalin è cambiato ra-dicalmente: sono sempre più nu-merose le persone che guardano a lui con indifferenza.

Come guarda

a Stalin?È LA DOMANDA POSTA

ALLA POPOLAZIONE RUSSA

IN VISTA DEI FESTEGGIAMENTI

PER LA GIORNATA DELLA VITTORIA

IL SONDAGGIO

Ex SS in marcia a Riga: “vergognoso”

Il 16 marzo a Riga, in Lettonia, si è svolta l’ennesima marcia dei ve-terani della legione lituana “Waf-fen SS”, come accade ormai dal 1994. Al corteo dei legionari si sono aggiunte organizzazioni na-zionaliste e celebri politici lituani affini al movimento per posizio-ne e spirito. Ogni anno cortei di questo tipo hanno un’eco enorme in Lettonia e in altri Paesi. Il Mi-nistero degli Esteri russo ha rila-sciato una dichiarazione ufficiale

definendo il corteo «un vergo-gnoso raduno». Il presidente del comitato per gli Affari interna-zionali del Senato russo, Mikhail Margelov, ha inoltre affermato che «la marcia delle SS a Riga è uno schiaffo all’intera umanità». Ha poi ricordato che durante il processo di Norimberga tutte le sottodivisioni delle Waffen-SS, senza eccezione, furono condan-nate in quanto organizzazioni cri-minali.

FONTE: LEVADA CENTER

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06 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYOpinioni

DISARMO, L’ACCORDO RUSSIA-USAFedor

Lukjanov ANALISTA POLITICO

È molto probabile che l’ac-cordo russo-americano per la riduzione delle armi strategiche offen-

sive fi rmato l’8 aprile passi alla storia come l’ultimo patto con-cluso secondo il modello della guerra fredda.L’esito fi nale della maratona di trattative costituisce, appunto, un esempio di compromesso ac-cettabile sia dal punto di vista militare che da quello politico. Infatti, ognuna delle parti può considerare l’accordo un suc-cesso senza per questo contrad-dire le asserzioni analoghe della controparte.La Russia ha tutte le ragioni per affermare che il suo approccio concettuale ha avuto il soprav-vento. Erano infatti diversi anni che Mosca esortava Washington a impegnarsi a stendere un ac-cordo che sostituisse il trattato Start-1, ormai prossimo alla sca-denza, al fi ne di preservare il sistema di controllo sugli arma-menti nucleari le cui basi furo-no gettate negli Anni ’70. Tut-tavia, l’amministrazione Bush aveva sempre ignorato le pro-poste del Cremlino cercando di evitare impegni che potessero limitare in alcun modo la liber-tà di azione degli Stati Uniti. Barack Obama, invece, oltre ad

L’intesa dell’8 aprile passerà alla storia come l’ultimo patto concluso sul modello della Guerra Fredda

accogliere la proposta russa, ha dato la massima priorità al rag-giungimento di un accordo con la Russia.La sua entrata in vigore segne-rà il rispetto di un livello mini-

mo di trasparenza reciproca, as-solutamente indispensabile per garantire un rapporto di fi du-cia minima. Per la Russia que-sto costituirà inoltre una prova dell’importanza di Mosca sull’arena internazionale. Per quanto si ironizzi sui “resti dell’impero sovietico”, gli Usa non fi rmano con nessun altro stato accordi internazionali bi-laterali basati sul principio di piena uguaglianza.Anche se i risultati immediati dell’accordo stipulato sono ab-bastanza chiari, le prospettive a

lungo termine del disarmo nu-cleare e delle relazioni russo-americane restano avvolte nell’incertezza. Le aspettative della Casa Bianca, secondo cui il comportamento di Mosca e di Washington potrebbe servire da esempio per gli altri Stati nu-cleari, sono destinate a non av-verarsi. Infatti, i motivi per i quali altri Stati aspiravano e aspira-no tuttora ad acquisire un arse-nale nucleare non hanno di fatto nulla a che fare con le relazioni tra la Russia e gli Usa. Si tratta di Paesi che devono risolvere pro-

blemi a livello regionale (India, Pakistan, Israele, Iran, Cina) op-pure necessitano di un mezzo per contenere l’espansione di un av-versario ben più forte (Corea del Nord, Iran).Non solo, ma questa situazione potrebbe avere un effetto inver-so. Se da un lato il disarmo delle superpotenze non è in grado di costringere gli altri Paesi a se-guire il loro esempio, la presen-za di arsenali relativamente pic-coli in una serie di Paesi potrebbe bloccare il processo di disarmo russo-americano. Né gli Usa né la Russia possono per-mettersi di abbassarsi al livello di Paesi quali la Cina per volu-me dell’arsenale militare. Il disarmo nucleare, qualora si voglia raggiungere seriamente questo obiettivo, è possibile solo attraverso la costituzione di un assetto internazionale qualita-tivamente diverso nel quale il contenimento, a livello globale e regionale, venga garantito da altri strumenti. A oggi questo assetto non esiste nemmeno in forma di progetto e i diversi Paesi continueranno a tutelare i loro interessi con gli strumen-ti tradizionali. I tempi in cui il Cremlino e la Casa Bianca ave-vano una tale autorità da co-stringere gli altri Paesi a fare quello che volevano sono cadu-ti nell’oblio insieme alla “guer-ra fredda”.L’essenza delle relazioni russo-americane sta nella necessità di reagire, individualmente o con-

giuntamente, al crescente squi-librio di forze nel mondo, situa-zione in cui non solo la Russia ma anche gli Stati Uniti perdo-no il controllo sui processi in atto, a livello regionale prima che globale. In quest’ottica, l’ap-proccio di Obama al disarmo russo-americano, visto non come fenomeno a sé stante, ma come strumento, è giusto. Il processo di disarmo a cui era-vamo abituati dalla fi ne dagli anni ’60 sta per terminare. Il for-mat bilaterale non ha più senso. L’idea di includere nelle tratta-tive gli armamenti nucleari tat-tici, tema su cui oggi si fa un gran parlare, potrebbe provo-care una nuova e assurda “mi-litarizzazione” della discussio-ne politica in Europa, senza contribuire alla creazione di un sistema di sicurezza stabile. Se tra alcuni anni la Russia e gli Usa si ricorderanno del tratta-to Start, signifi cherà soltanto che gli acerrimi nemici di un tempo non sono riusciti a tro-vare un linguaggio comune su problematiche realmente scot-tanti e saranno costretti a “re-settare” ancora una volta le re-lazioni. Il mio unico timore è che a quel punto tutte queste peripezie non susciteranno più l’interesse internazionale e ri-guarderanno soltanto i parte-cipanti alle trattative.

LA COMUNE MINACCIA DEL TERRORISMO

UNIAMOCI PER BATTERLA

Leonid

RadzikhowskiGIORNALISTA

Le prime reazioni a un at-tentato terroristico sono prevedibili: confusione, paura e rabbia. Questa

rabbia è spesso diretta non solo contro gli attentatori, ma verso il governo. Un attentato, quin-di, è sempre un’arma potente con profonde ripercussioni per la società: è questo il principa-le obiettivo degli attacchi psi-cologici. È impossibile nascondere l’im-magine di una strage impunita semplicemente con delle stati-stiche. Gli attentati terroristici dimostrano chiaramente la de-bolezza delle forze in campo e la vulnerabilità della gente. L’obiettivo di un attentato è sem-plice: mostrare la forza dei ter-roristi e rendere l’intera società una vittima. Anche la logica dei terroristi è semplice: tutto è lecito in guer-ra. Siamo più deboli in un com-battimento diretto, per questo, quindi, portiamo l’intero paese in una zona di guerra. È così che funziona il terrorismo in tutto il mondo. Sì, il terrorismo è dav-vero un fenomeno globale. È ugualmente chiaro che molti degli attentati sono opera di mu-sulmani. Negare questo dato è tanto stupido quanto incolpare degli attentati i milioni di mu-sulmani che invece vivono pa-

cifi camente in Paesi a predomi-nanza cristiana. Ma è proprio questo che i terroristi vogliono: che tutti i musulmani siano eti-chettati come “potenziali estre-misti.” C’è chiaramente una mancan-za di solidarietà nella lotta con-tro il terrorismo. I terroristi, al contrario, godono di questa so-lidarietà. Esiste infatti una “rete mondiale” del terrore ben or-ganizzata. Questo sistema, entro il quale ci si riconosce per “odore ideologico” anche da lontano, gli permette di lavo-rare assieme e coordinarsi in maniera molto efficace. Esi-ste un’ “internazionale del ter-rorismo” di matrice estremista islamica. Che ci piaccia o no, allora, siamo tutti alleati degli Stati Uniti. In Afghanistan stanno combattendo anche in difesa dei nostri interessi. Pro-prio come nel Caucaso del Nord, noi difendiamo i loro.Dall’altra parte, purtroppo, non esiste una “coalizione anti-ter-rorismo”. Cosa la impedisce? Profondi disaccordi politici e ideologici. Sebbene i dissidi tra Usa e Urss nel 1941 fossero più sostanziali degli attuali, la dif-ferenza è che all’epoca si ca-piva che una minaccia comu-ne un i sce . Ogg i que l la consapevolezza manca a tutti. Allo stesso tempo sembra che le nostre ambiziose differenze ideologiche siano ormai defi -nite. Non potrei enumerare le volte in cui ho ascoltato con-

versazioni idiote sulle “forze occidentali” dietro gli attenta-ti terroristici. A essere onesti, tali voci sembrano aver perso di popolarità di recente. Ma non basta. Non vedere una mi-naccia comune e confondere i nemici potenziali con gli alle-ati è il modo migliore per per-dere la guerra. In Russia abbiamo un’unica vi-sione del terrorismo. Siamo one-sti, siamo convinti che terrori-smo è ciò che accade “in Russia”. E concepiamo la “Rus-sia” non come i territori all’in-terno dei nostri confi ni, piutto-sto tutti i territori eccetto il Caucaso del Nord. Nella mente di molti russi c’è una linea di demarcazione tra il Caucaso del Nord e il resto della Russia. Solo attentati su scala impressionan-te – come Beslan – sono in grado di aprire un varco in questa per-cezione che caratterizza il no-stro modo di pensare. Gli attentati “normali” che ac-cadono quasi ogni giorno rara-mente vengono rilevati come qualcosa al di fuori dell’ordi-nario nel nostro immaginario collettivo. Sì, c’abbiamo fatto l’abitudine e credo che gli abi-tanti di quella regione abbiano un atteggiamento simmetrico verso il resto della Russia. Ed è probabile che questi pensieri si ritorcano contro di noi come un boomerang.

PERICOLO INSTABILITÀ

Duccio

TrombadoriGIORNALISTA E SINDACALISTA

Il tragico attentato alla me-tropolitana di Mosca esegui-to da due donne kamikaze il 29 Marzo scorso non può es-

sere considerato un episodio iso-lato ma il segnale d’allarme di un più complesso gioco interno ed esterno alla Russia, diretto a indebolirne la immagine di “paese normale” raggiunta fi -nora dal tandem di governo Pu-tin-Medvedev. Il fatto che, a di-stanza di quasi sette anni da analoghi episodi criminali, l’at-tacco terrorista sia accaduto a ciel sereno e che sia stato riven-dicato da un tipo losco come quel Doku Umarov, il cosiddet-to “Emiro del Caucaso” deciso ad esportare la guerriglia nel territorio russo “in nome di Allah”, non dice ancora tutto sul progetto di destabilizzazione in cui probabilmente s’inserisce la violenza separatista-islamica. L’infame massacro di civili ef-fettuato nelle due principali sta-zioni del metrò di Mosca (Piaz-za Lubianka e Gorky Park) sembra intenzionato piuttosto a mostrare ai russi la impoten-za dello Stato di fronte alla “ge-ometrica potenza” degli atten-tatori. La scioccante sensazione di vulnerabilità che si è diffusa nella opinione pubblica tende a infi ciare da una parte l’effica-

ce “politica della forza” seguita fi nora da Mosca nei confronti delle violenze indipendentiste del Caucaso, mentre dall’altra impone ai governanti una più incisiva repressione con l’esi-genza di irrigidire gli apparati di sicurezza e il controllo anti-terrorista. Il rischio conseguen-te di una eventuale riduzione dei già fragili spazi di demo-crazia nella Federazione russa potrebbe così concorrere di fatto a mettere in crisi la produttiva intesa politica, tuttora in piedi, tra i tecnocrati-modernizzatori alla Medvedev e la nomencla-tura statale degli uomini di Putin (i cosiddetti “siloviki”). Alla rottura di questo equilibrio di potere - con l’avvicinarsi delle prossime elezioni presidenziali, previste per il 2012 - guardano con evidente interesse tutte le forze di opposizione, a partire dall’ex campione di scacchi, Garry Kasparov, il quale dopo l’attentato ha subito insinuato il possibile ruolo svolto dai ser-vizi segreti in una sorta di “stra-tegia della tensione” fi nalizzata a reprimere e far tacere il cre-scente malcontento popolare. Ma certe accuse sono paragonabili solo alle inconsistenti dicerie di chi dopo l’11 Settembre 2001 giunse ad adombrare il coinvol-gimento dei servizi Usa nell’at-tacco alle Due Torri di New York. Ben altro è invece lo scenario in cui si inserisce la mano occulta del terrorismo a impronta isla-mica nel momento in cui la Fe-

derazione Russa, dopo avere ri-schiato l’anarchia e il collasso economico sotto il dominio di Boris Eltsin, è tornata con Putin a dare più forza allo Stato e ad assumere un ruolo di primo piano nella politica internazio-nale. Non è d’altra parte un se-greto per nessuno che la tormen-tata area del Caucaso (Georgia, Cecenia, Daghestan, Azerbaijan) è al centro di un big game in-tensifi cato dalle diverse rotte di politica energetica che mettono alla prova interessi vitali del mondo occidentale in una com-petizione strategica tra Europa, Russia e Usa. In un simile contesto, che va dalle frontiere mediterranee dell’Europa fino ai confini dell’Afghanistan, si inseriscono le tendenze dell’islamismo più aggressivo che nelle crepe della politica russa individuano il “ventre molle” di cui approfi t-tare soffiando sul fuoco di ogni possibile contrasto esistente tra Mosca e i suoi interlocutori oc-cidentali. Anche per questo l’at-tentato del 29 Marzo lascia pre-vedere una situazione di pericolosa instabilità non limi-tata ai confi ni della Federazio-ne Russa. Un grande vecchio del terrorismo come Bin Laden sembra per ora dormire sonni tranquilli, ma non è improba-bile che pensi di nuovo a far parlare di sé.

L’autore è il direttore della rivi-sta Rossija v globalnoi politike - La Russia nella politica globale

Radzikhovsky è editorialista della Rossiyskaya Gazeta

Duccio Trombadori è un gior-nalista e sindacalista italiano

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RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

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Opinioni

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DELLA DIREZIONE DELLA “ROSSIYSKAYA GAZETA” E DI “RUSSIA OGGI”

La recente catastrofe con lo schianto dell’aereo del presidente polacco Lech Kaczynski, avvenuto non

lontano dall’aeroporto di Smo-lensk nei pressi di Katyn dove sono sepolti i resti di più di 4mila ufficiali polacci fucilati dagli sta-linisti nel 1940, ha provocato, inaspettatamente, un “disgelo” nelle relazioni tra Russia e Po-lonia. Il riavvicinamento ha colto un po’ tutti di sorpresa, i sem-plici cittadini come gli esperti. Sino a oggi, infatti, gravi trage-die come la guerra in Cecenia non avevano suscitato partico-lari solidarietà. Stavolta invece assistiamo a un reale disgelo...Nelle prime ore dopo l’inciden-te sembrava che tutto andasse come al solito, e cioè male. Il membro della Dieta polacca Artur Gorski aveva definito l’incidente come una “nuova Katyn” e i maggiori osservato-ri russi, di conseguenza, ave-vano visto nella tragedia avve-nuta nella foresta di Smolensk l’inizio di una nuova ondata di odio tra i due popoli. Sorprendentemente però sul

L’autore è editorialista dell’agenzia di stampa russa Ria Novosti

RUSSIA E POLONIA PIÙ VICINEDOPO LA SECONDA TRAGEDIA DI KATYN

Dmitri

Babich ANALISTA POLITICO

luogo della tragedia si è reca-to immediatamente Vladimir Putin, spesso defi nito dai mass media polacchi, ma anche dallo stesso Presidente polacco de-ceduto, un “ex agente del Kgb”. Successivamente, prima centi-naia e poi migliaia di cittadini russi hanno cominciato a por-tare fi ori all’ambasciata polac-ca a Mosca. Non solo: il presi-dente russo Dmitri Medvedev, che Kaczynski aveva sempre rifi utato di incontrare prima della sua visita ufficiale a Var-savia, ha dichiarato una gior-nata di lutto in Russia in me-moria delle persone decedute nello schianto dell’aereo presi-denziale polacco. Ai polacchi è sembrato norma-le, quindi, ricambiare l’atten-zione e l’hanno fatto a modo loro, in maniera emozionale, e con gesti signifi cativi. Molti di quelli noti per avere spesso espresso sui giornali nazionali posizioni critiche nei confron-ti della Russia hanno cambia-to tono, esprimendo, oltre alla riconoscenza, la più sincera aspirazione non solo all’amici-zia, ma addirittura alla “comu-nione” con i russi. «Fa piacere scoprire un volto umano in persone che non pen-savi potessero averne uno», ha

scritto nel blog del giornale “Gazeta Wyborcza” un lettore polacco. Questa frase commovente rifl et-te un problema importante. Per molti anni i media polacchi hanno demonizzato la Russia, forse più di quanto lo abbiano fatto i media di qualsiasi altro

stato europeo, ad eccezione dell’Estonia e della Lettonia. La tv e i giornali polacchi hanno presentato la Russia come un Paese dove le uniche persone oneste sembravano essere quel-le dell’organizzazione “Memo-rial”, la maggior parte della po-polazione era spaventata da parte dei servizi segreti, mentre gli unici politici non corrotti fa-cevano parte della radicale op-posizione “fuori il sistema”. Ana-logamente, negli ultimi anni, i media russi hanno preferito scri-vere della Polonia solo in rela-

zione al mancato collocamento sul suo territorio dello scudo an-timissile americanoo altre cose di questo genere. Si è creatocosì un effetto distorto tra la realtà e le aspirazioni delle persone all’amicizia da una parte e il mondo della politica, dei mass media e della diplomazia dall’al-tra. Proprio per questo il compor-tamento di Putin, assolutamen-te normale dopo il disastro aereo, ha suscitato in Polonia vero stupore. La stampa polac-ca, infatti, l’aveva sempre de-scritto come un calcolatore po-litico pericoloso, furbo e disumano. Con una certa me-raviglia i polacchi si sono resi conto che la questione della fu-cilazione degli ufficiali polac-chi a Katyn non è più un tabù, in Russia, fi n dal 1990 e che i russi compatiscono le vittime polacche delle repressioni sta-liniane, in quanto loro stessi sono stati vittime delle stesse repressioni. Quelli che negano in Russia l’eccidio di Katyn sono una mi-noranza, come pure in mino-ranza sono le persone che ne-gano, in Germania, l’Olocausto e, magari, esprimono le loro di-cerie soprattutto su internet. Essenzialmente la maggioran-

IN FILA PER IL MIO SOGNO ITALIAN0

Vivrò e studierò in Ita-lia! Quando mi sono decisa a pronunciare ad alta voce questa

frase, ho provato tutto un in-sieme di emozioni possibili e immaginabili: dall’entusiasmo al panico, dalla commozione allo sbalordimento e in qual-che misura anche l’indignazio-ne. Benché io non abbia mai avuto dubbi sulla decisione di trasferirmi in Italia, che era di-rettamente legata a piacevoli circostanze della mia vita, ugualmente, nella mia testa moscovita, continuavano a gi-rare domande alle quali in quel momento non riuscivo a tro-vare una risposta. Ciononostan-te vivo in Italia già, o soltanto, da sei mesi, dipende da come si vuole misurare…Malgrado precedentemente fossi stata molte volte in Italia, e in generale mi fossi già formata una certa impressione sul modo di vivere, il mondo e la cultura di questo popolo ospitale e ve-ramente “caldo”, prima non avevo mai avuto a che fare con la “famosa” macchina burocra-

tica italiana, la quale funziona in base a regole e leggi note so-lamente ad essa stessa e a una velocità decisamente rilassata. Tutto è cominciato con la con-segna dei documenti per avere il permesso di soggiorno. Qual-siasi straniero, che non sia cit-tadino di uno Stato comunita-rio, deve entro otto giorni depositare all’esame delle au-torità italiane un pacchetto di documenti abbastanza massic-cio. Per presentare questi do-cumenti bisogna prima di tutto andare all’ufficio postale per prendere i moduli speciali. Non basta però semplicemente an-darci: devi prima capire in quale ufficio delle poste italia-ne e a quale sportello specifi -co di questo ufficio reperire questi documenti. Per rispon-dere a tutte queste domande, potrebbe non bastare una mezza giornata. Grazie, forse, alla mia buona sorte, sono fi nalmente riuscita a trovare lo sportello postale specifi co. A quel punto, ho cer-cato di spiegare in una misce-la inimmaginabile di italiano, inglese e linguaggio gestuale che cosa mi servisse in sostan-za e soprattutto perché. Nel mio caso l’inizio non è stato per niente semplice.

L’autrice frequenta un master presso la Luiss Guido Carli

Niva

MirakyanSTUDENTESSA

L’Italia è un Paese del Sud. Qui devi prima di tutto “finire nell’anima”, in qualche modo “toccarla”

za dei russi sono persone one-ste e buone. Tuttavia la stampa polacca non aveva mai parlato di questa maggioranza, prefe-rendo dedicarsi alle lungaggi-ni burocratiche relative all’in-dagine della causa di Katyn presso la Procura generale mi-litare. Come hanno dimostrato i re-centi eventi, in realtà, la mag-gioranza dei polacchi e dei russi desiderano avere buoni rapporti. Contro la riconcilia-zione lavora attivamente sol-tanto una minoranza aggres-siva.Purtroppo la maggioranza è inerte e si mobilita solo in mo-menti drammatici come, ad esempio, il disastro aereo. Al contrario, la minoranza aggres-siva è sempre in azione, grazie anche a un facile accesso ai media e alla Duma russa o alla Dieta polacca. Nelle bibliote-che di queste minoranze ven-gono custoditi migliaia di vo-lumi di opere antirusse e antipolacche scritte da perso-ne come lo “storico” america-no Richard Pipes o il “poeta” russo Stanislav Kuniaev. Come ci insegna l’esperienza del 2001, quando gli atti terro-ristici negli Usa provocarono una viva compassione dalla

parte dei russi, i fi ori lasciati alla porta dell’ambasciata po-lacca non possono garantire un miglioramento dei rapporti a lungo termine. Passeranno al-cuni giorni e la maggioranza benevola si immergerà di nuovo nella vita quotidiana fatta di lavoro, educazione dei fi gli e di altre cose normali del menage domestico. Ma la minoranza aggressiva non si placherà. Anzi sta già lavorando sulle “teorie del complotto” e cerca errori nel comportamento di Putin e Medvedev. Si è anche indigna-ta quando inizialmente il pre-sidente russo aveva detto che il 18 aprile avrebbe partecipa-to ai funerali del suo omologo che l’aveva spesso criticato. Sarà difficile combattere la mi-noranza, ma il primo passo, gra-zie a Dio, è stato fatto. La mag-g i o r a n z a b e n e v o l a h a dimostrato la forza, almeno per alcuni giorni. Il deputato Gor-ski ad esempio si è scusato, al-cuni giorni dopo, per le parole che aveva indirizzato alle au-torità russe spiegando che par-lava sotto l’effetto di “forte di-sperazione e angoscia”.

La signora dello sportello, molto probabilmente non trop-po “amante” di “potenziali” im-migrati e anzi infastidita, mi ha buttato in faccia la busta brontolando qualcosa a denti stretti. Mi sono sentita riempi-ta di un sentimento vicino alla disperazione, ma mi sono con-vinta che la signora fosse sem-plicemente di cattivo umore e che il problema non fossi io. Ritornata a casa per compila-re tutti i moduli, che per ragio-ni incomprensibili sono dispo-nibili solo in lingua italiana, dopo un’ora o due sono ritor-nata alle Poste. Stavo già per avvicinarmi allo sportello, ma proprio quando toccava a me è iniziata la pausa pranzo che in Italia, per ragioni puramen-te nazionali e tradizionali, dura più di un’ora. La pausa pran-zo, come qualsiasi pasto in ge-nere in Italia, è un rito impor-tante che nessuno mai salta o rimanda. Sotto questo aspetto gli italiani sono quanto mai di-sciplinati. Dopo il lungo intervallo ritor-no di nuovo alle Poste (per la terza volta nell’arco di una giornata) in uno stato legger-mente depresso e, tra me e me, preparata a un nuovo round di scontro con la signora dello

sportello. Con mia grande sor-presa, invece di un nuovo atto di resistenza e ostilità, la si-gnora stavolta sfoggia un af-fabile quanto inaspettato sor-riso. Forse ha apprezzato la mia insistenza e il desiderio incrol-labile di arrivare alla parola “fi ne”. La signora, quindi, ac-cetta i documenti senza alcun problema o eccessivi cavilli. Il nostro scontro iniziale si è tra-sformato in un incontro tra buoni amici, anche se di velo-ce conoscenza. Il ghiaccio si è sciolto senza lasciare traccia… Uscita dall’ufficio postale ho provato una sensazione strana ma deliziosa. Che ha cambia-to radicalmente il mio stato d’animo. E mi sono sentita un soldato che ha fi nalmente vinto la sua battaglia!Questa storia non ha fatto altro che convincermi che in Italia il contatto emotivo tra le per-sone ha probabilmente un’im-portanza nodale nella risolu-z ione de i prob lemi , in particolare quelli burocratici. L’Italia è una nazione del Sud, e l’interazione asettica, affari-stica, non è molto ben vista. Gli italiani non ci trovano gusto, perché non li anima e non li commuove. Qui, diver-samente dai paesi del Nord eu-

ropeo, devi prima di tutto “fi -nire nell’anima”, “toccare” in qualche modo. Gli italiani de-vono prima “assaggiarti” per poi decidere come trattarti: “giustiziarti” o “graziarti”.

Per anni i media di Varsavia hanno demonizzato Mosca e viceversa. Ma qualcosa è cambiato

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08 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYCultura

ELENA FEDORENKORUSSIA OGGI

Il celebre corpo di ballo sarà in

tournée dal 14 al 26 maggio.

Intanto il Grande Teatro

moscovita si trova al bivio tra

avanguardia e tradizione.

A giudicare dalla scelta stessa del repertorio, la tournée italia-na del Bolshoi è senza dubbio destinata al successo: allo spet-tatore viene offerto il repertorio d’oro dei brani classici collau-dato nel tempo. Il cartellone si apre con “Il lago dei cigni”, che sin dalla sua prima nel 1895 con-tinua a essere simbolo inconfon-dibile del balletto russo. Il se-condo spettacolo che verrà presentato al pubblico italiano, “Giselle”, ha esordito ancora prima ma è ancora nei cuori degli spettatori. In entrambi gli spet-tacoli, la parte principale sarà interpretata dalla prima balle-rina del Bolshoi Svetlana Zakha-rova, la prima tra le danzatrici russe ad aver ricevuto il titolo di “diva” al teatro La Scala.Il fatto che il Bolshoi porti in Italia due capolavori storici è in perfetta sintonia con l’attua-le programma della stagione del balletto che punta sui clas-sici. Il coreografo Aleksei Rat-manski, che ha fi rmato un con-tratto con l’American Ballet Theatre, è stato sostituito da Yuri Burlaka, conoscitore delle più antiche coreografi e. Yuri, re-stauratore più che composito-re, ha di recente messo in scena l’antica piece “Esmeralda”. Tor-nato al teatro, ha presentato la sua versione dell’allegro bal-letto classico “Precauzione inu-tile”. A breve torneranno in car-tellone il “Romeo e Giulietta” di Grigorovich e il “Petrushka”, tributo ai 100 anni delle “sta-gioni russe” di Sergei Diaghi-lev. La stagione terminerà con la miniatura “Il giovane uomo e la morte” di Roland Petit. Gli zelanti assertori delle tradizio-ni possono tirare un sospiro di sollievo.La serenità però non durerà a lungo, visto che la stagione 2010-2011 si preannuncia all’in-segna della sperimentazione e in contrasto con quella attuale. Sono previste le prime russe di Forsythe, Kylián, McGregor, le prime mondiali dell’ “Apocalis-se” dell’avanguardista Angelin Preljocaj e il balletto “Illusioni perdute” di Leonid Desjatnikov nella coreografi a di Aleksei Rat-manski.È stato il compositore Leonid Desyatnikov a ricevere, sei mesi fa, la carica di direttore musi-cale del Bolshoi. Ma la sorpre-

tere di prendere decisioni sulla politica del teatro in merito a personale e repertorio. Fino a oggi ha avuto la meglio Teodor Currentzis, che ha messo in scena l’opera “Wozzeck” di Alban Berg, prima assoluta a Mosca. L’opera è ambientata in una metropoli moderna, in cui chiunque è a rischio di diven-tare folle. Le parti principali, però, sono state interpretate an-cora una volta da solisti stra-

nieri. La compagnia d’opera è uno dei punti dolenti del tea-tro e deve essere letteralmente ricostituita. L’esperienza inter-nazionale dei teatri senza or-ganico fi sso non ha alcuna ap-plicazione pratica nel caso del Bolshoi. Il futuro di questo isti-tuto culturale è legato al “tea-tro di repertorio” con stelle e personalità di rilievo. Oggi, fi -nalmente, lo hanno riconosciu-to e hanno aperto l’iscrizione al Programma lirico giovanile, che diventerà una specie di fu-cina per futuri ballerini del te-atro. In marzo è stato messo in scena un altro spettacolo ati-pico per il Bolshoi: per la prima volta è stato presentato “Il pi-pistrello”, operetta di Strauss. Il programma dei prossimi mesi, invece, comprende il “Don Gio-vanni” di Mozart e “Il gallo d’oro” di Rimskij-Korsakov.

Il Bolshoi torna in Italia con due storici capolavori

Danza La prima ballerina Zakharova sarà la protagonista di “Giselle” e “Il lago dei cigni”

sa più importante è stata un’al-tra mossa inaspettata della direzione del teatro: sono stati invitati a collaborare contem-poraneamente cinque direttori d’orchestra, i più famosi in Rus-sia. Aleksandr Lazarev, Teodor Currentzis, Vladimir Jurovski, Kirill Petrenko e Vasili Sinaj-ski hanno fi rmato contratti nei quali sono indicate le loro prime, gli spettacoli e i concer-ti, ma in cui si nega loro il po-

“Il lago dei cigni”: Bari, 14-19 maggio; Parma, 21-23. “Giselle”: Modena, 25-26 maggio.

LA TOURNÉE

Vladimir Vasilev compie settant’anni

Gli spettatori italiani vedran-no il balletto “Giselle” messo in scena dal leggendario balleri-no e coreografo Vladimir Vasilev che questo mese ha festeggia-to il suo settantesimo complean-no. Per cinquant’anni la sua vita è stata legata alla grande balle-rina Ekaterina Maximova, venuta a mancare l’anno scorso. Il famo-so balletto “Anjuta”, frutto di una loro collaborazione e messo in

Conoscere una persona di ec-cezionale carisma è sempre una grande avventura dell’anima, se poi si è scrittori è inevitabile il desiderio di trasformare l’espe-rienza in un libro per condivi-derla con i lettori. È quello che è accaduto a Ludmila Ulitska-ya quando ha incontrato padre Osvald Daniel Rufeisen.La scrittrice russa, notissima a livello internazionale e molto ap-prezzata anche in Italia, tanto che nel 2008 il suo romanzo “Sin-ceramente vostro, Surik” vinse il premio Grinzane Cavour, con-duce una personale battaglia contro l’intolleranza e l’ignoran-za: ha iniziato a scrivere roman-zi dopo i quarant’anni, dopo aver dovuto interrompere la sua car-riera di ricercatrice di genetica presso l’Università Lomonosov di Mosca perché accusata di dif-fondere libri proibiti. Istintivamente affine a quanti si battono per valori superiori e universali, rimase profondamen-te colpita da Rufeisen quando lo incontrò in Russia nel 1992 in occasione del cinquantenario dell’attacco nazista al ghetto di Emsk. In 300 si salvarono pro-prio grazie a Rufeisen, allora gio-vane orfano assoldato come in-terprete dai tedeschi che ignoravano fosse ebreo. Li av-vertì dell’attacco, ma fu scoper-to e arrestato. Riuscì a evadere fortunosamente e trovò rifugio in un convento di suore dove si convertì al cattolicesimo. Persua-sosi di essere stato salvato per dedicare agli altri la sua nuova vita, si fece frate carmelitano e dopo la guerra si trasferì in Isra-ele per divulgare l’ecumenismo profetico della chiesa giudaico-cristiana delle origini.La storia di padre Daniel, morto nel 1995, era già tanto roman-zesca da fornire materiale stre-pitoso per delineare non solo un’indimenticabile fi gura di pro-tagonista, ma inedite prospetti-ve sui difficili intrecci della que-stione mediorientale. Tuttavia la Ulitskaya aveva in mente – e in cuore – qualcosa di più: raccon-tare la forza di una spiritualità onnicomprensiva, antica come

È una relazione pericolosa,

quella tra biografia e romanzo,

perché di solito seguono strade

diverse: una la ricerca di prove

testimoniali, l’altra la libertà del

pensiero creativo.

Ma nel nuovo libro di Ludmila

Ulitskaya “Daniel Stein,

traduttore” (ed. Bompiani, 558

pagine, € 22,00), biografia e

romanzo sono due compagni

dello stesso viaggio.

DANIELA PIZZAGALLIRUSSIA OGGI

Storia vera di Daniel,l’orfano ebreoche diventò frate

Il libro L’ultimo romanzo della Ulitskaya

Ludmila Ulitskaya,

premio Grinzane Cavour 2008

la creazione, genuina come una fonte. «Era un uomo che viveva alla presenza di Dio», scrive l’au-trice ricordando l’ingresso di padre Daniel in casa sua, quan-do riempì all’improvviso tutto lo spazio intorno a sé nonostan-te l’aspetto mingherlino e dimes-so. Da allora ha cercato di rac-cogliere più informazioni che potesse su di lui, inanellando cor-rispondenze e viaggi per inter-pellare chi lo aveva conosciuto e da esse ha tratto ispirazione per un romanzo epistolare a più voci, in cui tanti personaggi di-versissimi tra loro - alcuni real-mente esistenti come il fratello di Daniel, altri di fantasia, come un’impareggiabile assistente - raccontano la propria vita tra-sformata dall’incontro con Da-niel Stein (nel libro il nome è stato modifi cato per rispettare la libertà narrativa) in una presa di coscienza a volte scomoda e confl ittuale, ma sempre illumi-nante.In Italia, dove al momento pre-vale la cultura della polemica, il romanzo potrà suscitare dia-tribe per la parte “vaticana” della storia: nel 1984 Rufeisen fu con-vocato a Roma dal prefetto della Sacra congregazione per la dot-trina della fede in seguito a de-nunce di suoi atteggiamenti “ere-tici”, come l’omissione del Credo nelle sue messe perché secondo lui di matrice ellenistica e quin-di estraneo alle originali conce-zioni giudaico-cristiane. Il pre-fetto, descritto come «asciutto, senza emozioni e assai erudito», era l’allora cardinale Joseph Rat-zinger. Se allora la protezione di Giovanni Paolo II, amico di Ru-feisen da quando erano entram-bi giovani sacerdoti in una par-rocchia di Cracovia, lasciò indenne il carmelitano, nel 1995, al rinnovarsi delle accuse, gli fu interdetta la Messa. Ma padre Daniel non lesse mai la comu-nicazione, perché nel frattempo era morto.

La prima ballerina

Svetlana Zakharova

durante uno spettacolo

di danza

scena da Vasilev nel 1986 fu pre-miato in Italia come miglior spet-tacolo di danza.L’Italia costituisce di per sé un paese e un’atmosfera di partico-lare rilevanza per Vasilev. In Ita-lia il maestro ha lavorato per lun-go tempo e attualmente intende mettere in scena un balletto ispi-rato a eventi reali che ebbero luogo a Napoli alla fine del XVI secolo.

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