2004-03-27 Il diritto alla verità

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Il modo in cui l’America la setti-mana scorsa ha accolto il risul-tato delle elezioni spagnole

svela qualcosa su ciò che è an-dato male nella guerra ameri-cana al terrorismo: che cosa laSpagna ha fatto di giusto eche cosa di sbagliato c’è nel-l’America di Bush. Lo scon-volgente attentato terrori-stico di Madrid in un primotempo è stato visto qui congrande partecipazione. Latragedia ha trasformato glispagnoli in fratelli e sorelledell’11 settembre. «Ora ca-pite che cosa abbiamo pas-sato noi!», è il succo delmessaggio. «Noi ora sappia-mo bene quello che voi statevivendo!». Ma il significatodelle elezioni tenutesi quattrogiorni dopo, da cui è dipesa lavittoria di Zapatero e del suo par-tito socialista, in America è statomal interpreta-to e manipola-to, non soltantodal l ’ammini-strazione Bush,ma altresì damolti commen-tatori. Se da unlato la Spagna siera espressacontro l’ipocri-sia, l’ammini-strazione ame-ricana ha dun-que continuatoa indulgere inessa.

In Spagna, epiù in generalein Europa, è sta-to subito chiaroche il presiden-te Aznar è statosconfitto nontanto perché siera alleato con ilpresidente Bushnella guerra inIraq, quantoperché avevamanipolato i fat-ti legati alla re-sponsabilità degli attentati. Hacontinuato infatti ad addossarnela responsabilità diretta ai terrori-sti dell’Eta, ben dopo che la mag-gior parte degli indizi stava met-tendo a fuoco la mano di al Qaeda.

In effetti, gli alleati europei delpresidente Bush, da Blair a Berlu-sconi ad Aznar, paiono essere sta-ti contagiati dalla propensione diBush a persuadere mistificando ea dire menzogne per governare.Come denuncia Against All Ene-mies - il libro appena pubblicatoda Richard A. Clarke, ex capo del-l’antiterrorismo del presidenteBush - il giorno dopo lo sconvol-gente disastro delle Torri Gemel-le di New York, il presidente Bushe i suoi colleghi (proprio come Az-nar una settimana fa!) cercaronodi distogliere l’attenzione da alQaeda e, in quella circostanza, dipuntarla sull’Iraq. Queste le paro-le esatte di Clarke: «Non riuscivo acapacitarmi… mi resi conto, qua-si con una fitta di sofferenza, cheRumsfeld e Wolfowitz stavanocercando di profittare della trage-dia che aveva colpito la nazioneper promuovere la loro agendairachena». Questa propensione amentire per conseguire ciò che ilpopolo americano non avrebbealtrimenti appoggiato, è conti-nuata in seguito con la falsifica-zione delle prove dell’esistenza diarmi di distruzione di massa ira-chene, fino al cinico rifiuto di al-locare i fondi effettivamente pro-messi all’Afghanistan perché sipotesse procedere alla sua rico-struzione postbellica.

L’amministrazione Bush, per-tanto, non soltanto ha ingannato,manipolato e mentito sulla que-stione delle armi di distruzione di

LA REPUBBLICA 35SABATO 27 MARZO 2004

DIARIOdi

NON si calunni la menzo-gna. Furono le stesseMuse, figlie del grande

Zeus, a insegnarne l’arte al loro poeta, Esiodo. Pseudomaiin greco, così come mentior in latino, indicano essenzial-mente la capacità di immaginare, inventare, fingere nelsenso di dar forma, di foggiare. Con intelligenza! Mentire emente hanno uguale radice. E come sarebbe allora con-cepibile una politica capace di risvegliarci a grandi proget-ti, di suscitare nobili speranze, che fosse digiuna di que-st’arte? I semplici bugiardi, gli spudorati ballisti ne sono ipeggiori nemici. Nulla è più opposto alla menzogna dellebugie oggi al potere. Esse non sono che un puro parlare avanvera, in beata inconsapevolezza, oppure inganno, fon-dato sulla fiducia nella perfetta stupidità o manipolabilitàdel pubblico. E dove la marea delle frottole sommerge lafantasia del mentire e l’inganno distrugge la forza beneficadell’illusione, lì l’intelligenza cadrà in letargo. Il ballistacalcola, strumentalizza, arraffa. Nulla immagina, nullasogna. E le veglie della sua ragione generano mostri.

MASSIMO CACCIARI

MENZOGNA.

di lavoro, l’amministrazione hatrattato la mancanza di posti di la-voro come un’aberrazione pas-seggera, più che come l’esito di

una strategiaprecisa, volta arisollevare gliutili eliminandoo appaltando al-l’estero i posti dilavoro, o spo-standoli offsho-re. L’ammini-strazione smor-

za l’impatto reale della disoccu-pazione non annoverando nelcalcolo coloro che sono senza unposto da più di un anno, e ricor-

rendo a cifre complesse che oc-cultano la dura realtà della disoc-cupazione fra i lavoratori dell’in-dustria o fra gli afroamericani, trai quali la disoccupazione è moltopiù grave.

I sottoposti del presidente Bu-sh scimmiottano il loro leader. In-collerito per la loro opposizioneall’ ambiguo programma educa-tivo di Bush «Leave no childbehind», il segretario all’Educa-zione Paige – usando il terrorismoper condannare gli insegnanti – direcente ha definito il loro sinda-cato un’«organizzazione terrori-stica», così che gli insegnanti del-la scuola materna presumibil-

mente vanno annoverati tra i piùrecenti adepti dell’Asse del Male.

Solo una settimana fa AlanGreespan, presidente della Fede-ral Bank, ha annunciato con toni

drammatici chela Social Secu-rity – il fondopubblico pen-sionistico ame-ricano – sta perfare fallimento.La verità, però, èche il Social Se-curity Fund è inattivo e lo saràper i prossimiquaranta-cin-quanta anni. Ilvero problema èche il presiden-

te Bush ha continuato a prenderein prestito dal Fondo la somma di87 miliardi di dollari occorrente alsuo budget per l’Iraq e per gli as-segni di rimborso dei crediti fisca-li. Meglio angosciare i pensionatiche dire la verità, ovvero che l’au-mento della pressione fiscale suilavoratori per la social securityserve a finanziare gli sgravi fiscalidei ricchi.

La settimana scorsa gli elettorispagnoli hanno sancito per i lea-der politici un nuovo modello, as-sai semplice da seguire: o si dice laverità, oppure si va incontro allasconfitta elettorale. Ci sono ele-menti che fanno ritenere che gliamericani potrebbero dirigersinella stessa direzione. Una vastaparte degli americani continua aritenere che la destituzione diSaddam sia stata una buona cosa(chi non lo penserebbe?), maun’altra vasta percentuale stig-matizza le bugie con le quali l’am-ministrazione ha indotto l’Ame-rica ad entrare in guerra, al ritmodi centinaia di miliardi di dollari edi migliaia di caduti.

Differiamo in molte cose noiamericani ed europei, ma siamoassai simili quando si tratta diguerra al terrorismo e di guerra al-la menzogna. Entrambi ora ab-biamo subito dei sconvolgenti at-tacchi terroristici. Entrambi vo-gliamo perseguire contro il terro-rismo e le sue cause una strategiache abbia successo, ma non a co-sto della verità. Come hanno di-mostrato il Watergate, l’ Irangate,il Lewinskygate e adesso dimo-stra anche l’Iraqgate, si possonotollerare gli errori – persino le ma-lefatte. Le menzogne no. La diffe-renza tra la democrazia e la ditta-tura è la sincerità. Il vero nemicodel terrorismo è l’ irreprensibilità,non la paura. Questo è quantohanno cercato di ottenere gli elet-tori spagnoli la settimana scorsa.Questo è quanto cercheranno diottenere gli elettori americani anovembre.

Traduzione di Anna Bissanti

Quando il potere manipola i fattiBENJAMIN BARBER

IL NASO

Il naso diPinocchio è il simbolouniversale delbugiardo. Peraccusare i leaderpolitici dimenzogna in tuttoil mondo li si raffigura col naso lungo

DOPO LA SPAGNA, IL DIRITTO ALLA VERITÀ

MENZOGNAMENZOGNAMENZOGNAmassa irachene e sul processo dination-building dell’Afghani-stan, ma ha altresì fatto dell’ipo-crisia il carattere distintivo dellasua campagna elettorale contro ilSenatore Kerry, accusandoloapertamente di sproloquiare nelmomento stesso in cui insabbia-va le proprie menzogne sull’Iraq.L’amministrazione ha cocciuta-mente strumentalizzato il terro-rismo, prendendolo a pretesto siaper perseguire altri suoi program-mi, sia per affossare il biasimo in-terno. Poco tempo dopo l’11 set-tembre l’addetto stampa Ari Flei-scher ha dichiarato agli america-ni che dovevano «badare bene a

quello che dicono, badare bene aquello che fanno». Il Patriot Act haassociato al patriottismo l’o-mertà e la soggezione, invece cheil pensiero criti-co e la libertàd’espressione.

L’ipocrisia haaltresì contrad-distinto l’agen-da economica diBush. A fronte diuna cosiddetta“ripresa senzaposti di lavoro”, che ha prodottoun rialzo economico e un miglio-ramento del mercato azionariosenza tuttavia creare nuovi posti

NON È POSSIBILEASSOCIARE

IL PATRIOTTISMOALL’OMERTA’

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36 LA REPUBBLICA SABATO 27 MARZO 2004

LE TAPPE

PRINCIPALI

L’INGANNO DI ULISSE

E’ Ulisse l’ideatore del cavallo di legno chepermette ai greci di penetrare dentro lemura di Troia. Offerto in dono ai troianil’enorme cavallo nasconde al suo interno imigliori guerrieri achei

L’IMBROGLIO DI NERONE/64 A.C.

Nel 64 a.C. un grande incendio devastaRoma. E’ Nerone ad essere ritenuto ilresponsab ile. L’imperatore, per sviare isospetti, accusa i cristiani, e in seguito,ordina la loro persecuzione

IL DONO DI COSTANTINO/IV SEC.

Nel XV sec. Lorenzo Valla dimostra che ladonazione dell’imperatore Costantino apapa Silvestro I (315) è falsa. L’apocrifodava al Papa sovranità su Roma e leprovince, ma risalirebbe all’VIII sec.

I LIBRI

ANDREA

TAGLIAPIETRA

Filosofia dellabugia. Figuredellamenzognanella storia delpensierooccidentale,BrunoMondadori2001

VLADIMIR

JANKELEVITCH

La menzognae il malinteso,RaffaelloCortina 2000

AGOSTINO

Sulla bugia,Bompiani2001

OSCAR

WILDE

La decadenzadellamenzogna,Mondadori2002

JONATHAN

SWIFT

L’arte dellamenzogna inpolitica, Ibis1995

MARIA

BETTETINI

Breve storiadella bugia.Da Ulisse aPinocchio,RaffaelloCortina 2001

BENJAMIN

CONSTANT

IMMANUEL

KANT

La verità e lamenzogna,Mondadori1996 ( a curadi AndreaTagliapietra)

FRIEDRICH

NIETZSCHE

Verità emenzogna,NewtonCompton1981

VOLKER

SOMMER

Elogio dellamenzogna,BollatiBoringhieri1999

PETER

HABERLE

Diritto e verità,Einaudi 2000

individuale alla ricerca dellaverità attraverso le informa-zioni chiarisce bene quale siail significato della verità nel-le società democratiche, chesi presenta come il risultatodi un processo aperto di co-noscenza, che lo allontanaradicalmente da quella pro-duzione di verità ufficiali ti-pica dell’assolutismo politi-co, che vuole proprio esclu-dere la discussione, il con-fronto, l’espressione di opi-nioni divergenti, le posizioniminoritarie.

La pienezza della cono-scenza per tutti fonda la ve-rità “democratica”. «Cono-scere per deliberare» – dice-va Luigi Einaudi. Ed è certo

LA TRASPARENZASALE DELLA DEMOCRAZIA

LA NECESSITÀ PER I CITTADINI DI POTER CONTROLLARE I GOVERNANTI

(segue dalla prima pagina)

Qual è, allora, il tasso disegretezza, e di insin-cerità, che un sistema

democratico può sopportaresenza mutare la propria na-tura?

Segretezza e menzognanon sono la stessa cosa. Se-greto, dicono i dizionari, è il«fatto, realtà, notizia che nonsi vuole o non si deve rivelarea nessuno». Menzogna è «af-fermazione contraria a ciòche è o sicrede cor-r i s p o n -dente av e r i t à ,p r o n u n -ciata conl’intenzio-ne di ingan-nare». Cosìle cose sem-brerebberochiare: il se-greto è nondire, che è co-sa assai diver-sa dall’ingan-nare. Maquando gli ar-cana imperii, isegreti che av-volgono l’azio-ne del sovrano oanche dei go-vernanti demo-cratici, coprono troppe ma-terie o questioni essenzialiper la vita pubblica, la distin-zione tra il non sapere e l’es-sere ingannati può diventaresottilissima. Non sapendo, icittadini non sono in grado dicontrollare le scelte dei go-vernanti, brancolano nelbuio. La conoscenza diventaappannaggio di un grupporistretto, e la forma di gover-no può trasformarsi da de-mocratica in oligarchica.

Due situazioni, diverse eper certi versi estreme, aiuta-no ad individuare i limiti pos-sibili del segreto in una so-cietà democratica. Nella leg-ge del 1977 sul segreto di Sta-to, che lo ammette a difesadella libertà degli organi co-stituzionali e per ragioni didifesa e politica estera, tutta-via si dice che «in nessun ca-so possono essere oggetto disegreto di Stato i fatti eversividell’ordine costituzionale».Le norme sulla privacy con-sentono ad ogni cittadino dirivolgersi al Garante perchiedergli di accertare se iservizi segreti abbia raccoltoillegittimamente informa-zioni sul suo conto, e al Ga-rante non può essere oppo-sto il segreto di Stato. Vi èdunque un punto oltre ilquale l’ordine dello Stato equello intimo delle personeesigono garanzie che nessu-na pretesa di segretezza pub-blica può mettere in discus-sione.

L’obbligo di verità da partedelle istituzioni diviene dirit-to d’informazione sul ver-sante dei cittadini. Nell’arti-colo 19 della Dichiarazioneuniversale dei diritti dell’uo-mo dell’Onu si afferma che«ogni individuo ha diritto dicercare, ricevere e diffonde-re informazioni e idee conogni mezzo e senza riguardaa frontiere». Questo diritto

gere la realtà delle situazioni.Il sistema dell’informazionee della comunicazioneadempie ad una funzione es-senziale di fornire ai cittadiniconoscenze altrimenti inac-cessibili. Il diritto di cercare,ottenere e diffondere infor-mazioni è divenuto una pos-sibilità concreta per un nu-mero sempre crescente dipersone grazie ad Internet.La verità in democrazia,quindi, esige forza dei parla-

menti, libertà dei sistemiinformati-vi da con-diziona-m e n t ieconomi-ci e da cen-sure, as-senza dic o n t r o l l igeneraliz-zati agl iutenti di In-ternet.

La demo-crazia si pre-senta così co-me un regimedi verità “mol-teplici”, non diverità “rivela-te”. E di veritàrese accessibilia tutti. Non di-mentichiamoche, inquisendo

Galileo, il cardinal Bellarmi-no gli rimproverava non tan-to di aver scoperto veritàscientifiche, ma di averle co-municate a tutti scrivendo initaliano, e non in quel latinoche le avrebbe rese accessi-bili a pochi e quindi politica-mente e socialmente menoesplosive.

In democrazia, la verità èfiglia della trasparenza. Ungrande giudice della CorteSuprema degli Stati Uniti,Louis Brandeis, ha scrittoche «la luce del sole è il mi-glior disinfettante». Di con-seguenza, ogni impresa dilotta alla corruzione, ogni

azione volta a rendere possi-bile il controllo di legalitàdelle azioni individuali e col-lettive, esige come condizio-

ne prelimina-re la creazio-ne di un am-biente all’in-terno del qua-le nonesistano bar-riere protetti-ve al riparodelle quali la

possibilità della segretezzageneri la frode.

Ma fino a che punto l’irri-nunciabile trasparenza sulversante pubblico può tra-sformarsi per qualsiasi citta-dino in un obbligo assoluto

pessima per l’interesse ge-nerale una deliberazionefondata su informazioni in-gannevoli o false. Si deve ag-giungere che la conoscenza ènecessaria anche per proget-tare e controllare, dunqueper consentire la partecipa-zione dei cittadini all’interoprocesso democratico.

Questo diritto alla veritàattraverso le informazioninon può essere affidato sol-tanto all’iniziativa ed alle for-ze individuali. Esige “istitu-zioni della verità”. I parla-menti non sono stati conce-piti solo come strumenti perl’approvazione delle leggi,ma come luoghi di confrontoe di controllo, dove far emer-

STEFANO RODOTÀ

«In politica le bugie non pagano.La verità prima o poi viene fuori.Nei sistemi democratici questa è

una regola. Ma attenzione: La ricercadella verità non deve indurre a lanciareaccuse che poi si rivelano ingiustificate»,Alastair Campbell amico, consigliere edex portavoce di Tony Blair è ancora scos-so per gli attacchi subiti ad opera dei suoiavversari politici ma soprattutto dei«giornalisti d’assalto». Lo hanno accusa-to di avere manipolato il “dossier Iraq”,di aver fatto di tutto per rendere piùdrammatico il rapporto dei servizi se-greti britannici sulle capacità irachenedi colpire con armi di distruzione di mas-sa anche l’Occidente. L’inchiesta di LordHutton lo ha totalmente assolto ed ha as-solto Tony Blair, ma le cicatrici sono ri-

maste. «E’ pienamente legittimo – sostiene

Campbell – indagare e analizzare ognisospetto su comportamenti scorretti oirregolarità di cui qualsiasi governo pos-sa rendersi colpevole, anche su giustifi-cazioni poco chiare. Le responsabilitàvanno appurate. Ma non è legittimo lan-ciare accuse menzognere. Chi se ne ren-de responsabile minaccia a sua volta l’e-mergere della verità con bugie proprie».

L’ex portavoce di Blair insiste nel so-stenere che la verità non deve avere con-dizionamenti di colore politico o di ami-cizie o inimicizie personali. «Deve esse-re pura. Quando si mischia con inesat-tezze, interpretazioni forzate, piccolevendette, diventa particolarmente diffi-cile distinguerla dalla menzogna. Non

MA LA STAMPA DEVE ESSEREPIÙ RESPONSABILE

PARLA ALASTAIR CAMPBELL EX CONSIGLIERE DI BLAIR

Gli oratori corrotti dicono

solo quello che il popolo

desidera sentire. L’oratore

onesto ha la capacità e il

coraggio sufficiente per

opporsi al demos

Discorso e verità nella GreciaAntica 1985

MICHEL FOUCAULT

Le menzogne sono sempre

state considerate dei

necessari strumenti non

solo del mestiere politico

del demagogo, ma anche di

quello dello statista

Verità e politica1967

HANNAH ARENDT

PAOLO FILO DELLA TORRE

LE IMMAGINIPinocchio, nato nel 1883, dalla fantasiadi Collodi, trovò nel 1911 nel grande At-tilio Mussino l’illustratore che fissò persempre la sua fisionomia e quella deglialtri personaggi della storia. Le illustra-zioni di questo “Diario” sono appuntodi Mussino, tratte dall’edizione Bem-porad

Non possono esistere

barriere protettive

che insieme al segreto

tutelino la frode

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LA REPUBBLICA 37SABATO 27 MARZO 2004

I PROTOCOLLI DI SION/1905I Protocolli dei savi anziani di Sionappaiono nel 1905 e scatenano l’odioantisemita. Il documento, che descrivevaun complotto ebraico per il dominio delmondo, si è dimostrato un falso

I PROCESSI DI STALIN Nel febbraio1956 in un rapporto al XXcongresso del Pcus Krusciov denuncia icrimini di Stalin e i processi-farsa contro i“nemici del popolo” in cui la“confessione” era estorta con le torture

SCANDALO WATERGATE/’72-’74Nixon, accusato di spiare illegalmente idemocratici durante le presidenziali del’72, cerca di insabbiare lo scandalo.Denunciato dal Washington Post, ilpresidente deve dimettersi (9 agosto ’74)

di verità, nel dovere di denu-darsi in pubblico? Qui le ri-sposte sono diverse a secon-da dei ruoli sociali, e siamo difronte a nuovi intrecci, comequelli tra verità e fiducia. Lemenzogne sulla vita sessualedi John Profumo e Gary Hartsono state considerate segnodi inaffidabilità politica edhanno portato all’esclusionedall’attività politica. Un sot-tofondo puritano ha fattoconcludere che mentire sualcune abitudini private siaindice di propensione amentire anche nella sferapubblica. Ma la vicenda, purpesantissima, di Bill Clintoned il fastidio destato dai ten-tativi di attaccare John Kerry

per le sue relazioni privatefanno pensare che anche inquei paesi si sia alla ricerca dinuovi equilibri tra riserva-tezza e trasparenza.

Né “la salvezza della Re-pubblica” può produrrel’obbligo della verità ad ognicosto e con ogni mezzo.L’imputato ha diritto dimentire per difendersi, latortura e le schedature dimassa confliggono con la lo-gica della democrazia anchese usate per cercare la verità.Vi è una violenza della veritàche la democrazia ha semprecercato di addomesticare,per evitare che travolga lestesse libertà democratichefondamentali.

ha più una propria identità. Diventa in-servibile».

Campbell a sua volta lancia accusecontro i giornalisti. Per lo scarso senso diresponsabilità, la voglia di sensazionali-smo o la semplice vanità personale chepuò portare a inventare le bugie più fan-tasiose. «In questo modo si mettono incompetizione con i politici peggiori. An-zi, spesso li sorpassano nelle scorrettez-ze». Inoltre Campbell ritiene che troppo

spesso i media perdono di vista il loroobiettivo autentico. «Deve essere quellodi una indagine seria. Di scoprire la ve-rità su questioni di interesse nazionale oaddirittura di importanza mondiale. In-vece anche quando si affrontano argo-menti del genere, l’interesse viene de-viato sul pettegolezzo a proposito dellavita, magari privata, dei protagonisti. Civuole più serietà».

La tesi di Campbell, insomma, è che laverità deve trionfare ma con metodi le-gittimi. Le bugie debbono essere scoper-te adoperando metodi seri e convincen-ti. «Tutto questo fa parte delle regole del-la democrazia e delle capacità professio-nali. I trucchi e le inesattezze sono inam-missibili. La distinzione tra bugia e veritàdeve essere chiarita in maniera netta».

Il burattino bugiardonon ha un buonrapporto con ilpotere, impersonatodai Carabinieri. Vieneimprigionato anchese innocente

A un principe è necessario

essere gran simulatore

Bisogna che egli abbia un

animo disposto a volgersi

secondo ch’è venti della

fortuna li comandano

Il Principe1513

NICCOLÒ MACHIAVELLI

La menzogna danneggia

sempre un altro, ma non un

uomo determinato, bensì

l’umanità in generale,

poiché avvelena la fonte

stessa del diritto

Sul presunto diritto dimentire 1797

IMMANUEL KANT

Ha detto Ralf Dahrendorf:«Lo spazio pubblico demo-cratico viene sempre falsi-

ficato, sia mediante la rappresen-tanza, sia anche mediante la ma-nipolazione». A giudizio di molti,la normale falsificazione dei pro-cessi democratici pare però averraggiunto il livello di guardia. I fat-ti spagnoli, quanto sta uscendodalla commissione d’indagineamericana sull’11 settembre, ri-propongono la questione dellamanipolazione dei processi de-mocratici, l’alternativa tra verità emenzogna, il problema dei rap-porti tra politica e morale. La de-mocrazia esige uno spazio politi-co capace di mediare interessi eopinioni dei cittadini col processodecisionale delle istituzioni. Macosa avviene se interessi e opinio-ni degli uomini sono pesante-mente condizionati dalle volontàdel potere politico? Se la “verità”dei fatti è costantemente celata,l’informazione e la trasparenzanegate, la “moralità” della politicaridotta a semplice accessorio?

Barbara Ehrenreich è tra le piùcelebri saggiste americane. I suoiinteressi per la sociologia e l’an-tropologia l’hanno portata adanalizzare il rapporto tra guerra egenere maschile (Riti di sangue.All’origine della passione per laguerra), intrecciandoli a un meto-do d’analisi “sul campo”. Per scri-vere Una paga da fame. Come(non) si arriva alla fine del mese nelpaese più ricco del mondo, la Eh-renreich ha abbandonato la suacasa in Florida (e la sua carta dicredito) per un lungo viaggio al-l’interno degli Stati Uniti, accet-tando lavori spesso umili (came-riera, donna delle pulizie, cassie-ra), sperimentando le disastrosecondizioni professionali e di vitadei gruppi sociali più poveri. I suoiinteressi per la politica, i suoi pez-zi di critica sociale la rendonoun’interprete interessante delnesso tra verità, menzogna e de-mocrazia.

Barbara Ehrenreich, si ponesecondo lei oggi un problema ditrasparenza dei processi demo-cratici?

da parte del potere».Spostiamoci a un livello stori-

co più generale. La manipolazio-ne, l’uso politico della menzogna,è più diffuso oggi che nel passato?

«La storia americana è costella-ta di menzogne, come quella diogni altro paese. I governi mento-no. Per restare qui da noi, bastipensare alle bugie su Pearl Har-bor, quando venne nascosta l’en-tità delle perdite americane dopol’attacco giapponese. C’è il casoclamoroso del Vietnam: il governocelò la verità sull’andamento del-le operazioni militari. Quello che èdiverso oggi è la falsità flagrante,esibita senza vergogna, che ri-schia di svuotare pesantemente ilprocesso democratico».

Menzogna, verità. Qual è a suogiudizio lo sfondo storico e teori-co in cui le recenti “bugie del po-tere” si iscrivono?

«Isolerei due fenomeni. Da unlato c’è il progressivo venir menodella funzione di controllo tradi-zionalmente esercitata dai media.I grandi mezzi di informazione so-no molto più controllati di untempo. La loro credibilità è seria-mente danneggiata. Qui da noi,per esempio, è finita “la luna dimiele” con il presidente, ma è co-munque molto ridotta la capacitàdi tv e giornali di sfidare le “men-zogne” del potere. L’informazio-ne va al rimorchio della politica. Epoi — e questa è la menzogna piùgrande della nostra epoca — l’Oc-cidente è ormai perseguitato dal-l’idea paranoica della minacciaterroristica. “Essere deboli con ilterrorismo” è diventato l’insultopeggiore che possa colpire un po-litico. E attraverso la minaccia delterrore, senza più un ruolo forte,di controllo, dei media, diventapiù facile manipolare le opinionipubbliche, sfruttare politicamen-te menzogne costruite ad arte».

La sua analisi appare segnatada un forte pessimismo. Diventadavvero impossibile per i cittadi-ni controllare i processi decisio-nali nelle nostre democrazie?

«Non direi. La nostra epoca cipresenta un dato nuovo, inatteso:un notevole risveglio di interesseper la politica, la mobilitazione dimolti che sino a ora evitavano ogniforma di coinvolgimento pubbli-co. Penso, in America, alla passio-ne provocata dal movimento pa-cifista, alla rinnovata azione poli-tica nei college, al risveglio di mol-te comunità locali. E’ un fenome-no che non ha precedenti. Non ri-cordo nemmeno negli annisessanta un così forte coinvolgi-mento nella vita pubblica, che va-lica i confini degli stati e diventamovimento globale».

La “verità” viene reclamata daquesti nuovi movimenti?

«La verità può essere reclamatain tanti modi. Esercitando pres-sioni mirate sul proprio rappre-sentante in Parlamento. Attin-gendo a un’informazione che, purse controllata al livello dei grandimezzi di informazione, è anchepiù dispersa, sfuggente, capace diutilizzare i nuovi media e di arri-vare comunque alle opinioni pub-bliche mondiali. Sono però con-vinta che sia necessario trovarenuove forme di intervento politi-co. La protesta popolare, di piaz-za, è importante ma non sufficien-te, se non è accompagnata da unariformulazione dei rapporti tramovimenti e classi dirigenti, da unrinnovamento delle élite politichee dall’adozione di nuovi strumen-ti di controllo istituzionale».

«Non parlerei di trasparenza,che riguarda soprattutto il con-trollo che cittadini hanno sulle de-cisioni del potere. La trasparenzadipende dalla possibilità di acces-so alle informazioni. Ma non perforza il mancato accesso alleinformazioni in mano ai governiimplica la menzogna. Il caso re-cente di molti governi occidentaliè diverso: siamo seppelliti da unamontagna di bugie. Il governoconservatore spagnolo ha cercatodi sviare le indagini e la ricerca deicolpevoli per pure ragioni eletto-rali. Negli Stati Uniti l’ammini-strazione Bush ha deformato leprove in suo possesso per poterandare in guerra. Menzogne, puree semplici. Più che di trasparenza,quindi, si tratta di manipolazione

PUNIZIONEPinocchiopaga caroper le suebugie emalefatte.Vienetrasformatoin somaro, ecade vittimadel Gattoe la Volpe

LE VECCHIE BUGIESUL VIETNAM

INTERVISTA ALLA SAGGISTA AMERICANA BARBARA EHRENREICH

ROBERTO FESTA

GLI AUTORIBenjamin Barber, consulente di Bill Clin-ton, di recente ha pubblicato L’impero dellapaura (Einaudi). Alastair Campbell è statoportavoce di Tony Blair, fino alla fine del2003. Barbara Ehrenereich, sociologa e an-tropologa, ha scritto Una paga da fa me (Fel-trinelli). Stefano Rodotà, giurista, è presi-dente dell’Autorità di garanzia sulla Privacy.

F PERFALSOFilm sullamistificazionenel mondodell'arte.Unpaio diautocitazionicome ilfamososcherzo allanazione sugliUfo.Di OrsonWelles (1975)

SESSO &POTERECome farrieleggere,creando unarete dimenzogne einventandosiunafantomaticaguerra inAlbania, unPresidenteUsacoinvolto inunoscandalosessualeDi BarryLevinson (1997)

SBATTI ILMOSTRO IN PRIMAPAGINAGian MariaVolontè è ilredattorecapo di unquotidianochestrumentalizzaun caso distupro conomicidio,montando unacampagnadiffamatoriacontro unextraparlamentaredi sinistraDi MarcoBellocchio(1972)

SEGRETI E BUGIEUnmelodrammadelquotidianosull’insensa-tezzadell’ipocrisia,sull’assurditàdel doloreprocurato asé e agli altriattraverso lamenzognaDi Mike Leigh(1996)

I FILM

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40327

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Anno 29 - Numero 73 sabato 27 marzo 2004€ 1,20 in Italia (con CD - “LE STRADE DEL BLUES” € 8,10)

La menzogna

Quando i potenti

manipolano

la realtà

DISSIMULAZIONEonesta,ipocrisia, menzogna, fal-sificazione... Questi sono

panni che la politica ha semprevestito, e i realisti da sempre di-cono che non può dismetterli. Ela verità? Scriveva Hegel che «laverità non è moneta in corso cheè possibile riscuotere in quantotale». Ma si può ammettere chela regola democratica non con-templi l’obbligo di dire il vero?

La democrazia non è soltantogoverno “del popolo”, ma anchegoverno “in pubblico”. Per que-sto la democrazia deve essere ilregime della verità, nel sensodella piena possibilità della co-noscenza dei fatti da parte di tut-ti. Perché solo così i cittadini so-no messi in condizione di con-trollare e giudicare i loro rappre-sentanti, e di partecipare al go-verno della cosa pubblica. Per-ché qui si colloca una dellesostanziali differenze tra la de-mocrazia e gli altri regimi politi-ci, quelli totalitari in particolare,dove l’oscurità avvolge l’interavita politica e sono i governi adefinire quale sia la verità. Na-scono in questo modo le verità“ufficiali”, che sono lo strumen-to per distorcere o occultare lerappresentazioni reali di quelche accade. Per questo i regimitotalitari non amano le scienzesociali, non conoscono la stam-pa libera, arrivano persino a ri-tenere pericoloso uno strumen-to di conoscenza come l’elencotelefonico.

Ma può la democrazia essereidentificata con l’assoluta tra-sparenza, con l’obbligo di dire laverità in ogni caso e ad ogni co-sto? Kant poneva il divieto dimentire dei governanti come unimperativo. Ma anche i regimidemocratici conoscono casi incui il segreto è ammissibile, anzipuò essere considerato neces-sario e doveroso.

SEGUE A PAGINA 36BARBER, CACCIARI

FESTA e FILO DELLA TORREALLE PAGINE 35, 36 e 37

DIARIOLo sciopero contro la politica economica. Cgil, Cisl e Uil: oltre un milione nelle piazze. Berlusconi: sulle pensioni andiamo avanti

I sindacati: l’Italia si è fermataROMA – Italia in piazza contro la politi-ca economica del governo. Lo scioperogenerale di ieri ha ottenuto una forteadesione in tutto il paese. Un milione dimanifestanti ha riempito le strade in 60cortei. Sotto accusa la riforma delle pen-sioni, quella della scuola e l’inerzia delgoverno di fronte al declino dell’econo-mia. Per Epifani, Pezzotta e Angeletti so-no state tradite le promesse fatte e il lea-der della Cgil ha aperto al futuro presi-dente di Confindustria Montezemolo.Silvio Berlusconi ha detto che la riformadelle pensioni è già fatta e deve andare inporto al più presto. Ma ha annunciatoche Maroni convocherà i sindacati neiprossimi giorni. Il leader di Confcom-mercio Billè parla di rischio di deriva ar-gentina per l’Italia e il Censis pubblicaun’indagine sui sacrifici degli italiani.

DE GENNARO, DEL MERCATOe MANIA ALLE PAGINE 2 e 3Un momento delle manifestazioni di ieri

Il Censis: i pessimisti

sono il doppio degli ottimisti

I commercianti

“Rischiamo

la deriva

argentina”LUCA PAGNIA PAGINA 5

Al vertice Ue intesa sulla Costituzione entro giugno. Il presidente del Consiglio frena, ma Ciampi dice: vararla il prima possibile

Iraq, l’Europa è più unitaBerlusconi: basta compatire i soldati, inutile che io vada a Nassiriya

La base italiana attaccata a novembre

Malumori contro il nostro contingente

Con i militari

italiani

nella notte irachena

NASSIRIYA

L’ALBAarriva presto e i guerri-glieri e i malandrini vanno aletto tardi. Meglio quindi

mettersi sulle strade dirette a Sud,verso l’Iraq degli sciiti, alle prime lu-ci del giorno. Il cielo ti premia per lalevataccia. A quell’ora la valle del Ti-gri è inondata di colori: dal rossosangue al rosa pallido, a un azzurroche si sfilaccia e si perde nel grigio.Gli uomini ancora insonnoliti, inta-barrati, si muovono cupi e guardin-ghi, a testa bassa. Non meritano lospettacolo del cielo e la purezza del-l’aria. Di primo mattino il rischio difare brutti incontri quasi non esiste.Le rapine o gli attacchi della guerri-glia avvengono quando c’è pocotraffico e poca luce. Si arriva a Kut inmeno di tre ore. La città è a mezzastrada tra Bagdad e Nassiriya, ed èpresidiata dagli ucraini.

SEGUE A PAGINA 10

REPORTAGEBRUXELLES – Su Medio Oriente e Iraql’Europa trova l’unione. Al vertice diBruxelles i leader raggiungono l’intesa pervarare la Costituzione entro giugno. Nono-stante lo scetticismo del presidente delConsiglio Berlusconi il capo dello StatoCiampi afferma: deve essere approvata ilprima possibile. Per il dopoguerra irache-no la Ue chiede il pieno intervento dell’O-nu. Sulla visita alle truppe italiane in Iraq ilpremier sostiene: «Basta compatire i mili-tari, è inutile che io vada a Nassiriya».

BATTISTINI, DE MATTEIS, LUZI MAROZZI e PAPITTO ALLE PAGINE 7, 8 e 9

LE IDEE

Franco Carraro ALLE PAGINE 12 e 13

Inchiesta su Petrucci, Carraro e Matarrese. Il premier: non cederemo alla piazza

Per l’iscrizione dei club in crisi

indagato il governo del calcio

LA SOLITUDINE

DEL CAVALIEREdal nostro inviato

ANDREA BONANNI

BRUXELLES

LO SPAGNOLO Aznar saluta e se ne va,cacciato dagli elettori. Il polacco Millertorna precipitosamente a Varsavia per

fronteggiare una crisi politica innescata dal-la scissione dei filoeuropei nel suo partito.L’inglese Blair sorride, come sempre, e si pre-para a ospitare a Londra un minivertice con isuoi nuovi “amici” francotedeschi. Schroe-der, Chirac e Prodi gongolano nel constatarel’evanescenza della “nuova Europa” anti-europea, tenuta minacciosamente a battesi-mo dal Pentagono solo un anno fa.

SEGUE A PAGINA 17

Quelle brutte storie di bambiniADRIANO SOFRI

NON so quasi niente delle cose di cui scri-vo, e questa volta ancora meno. Scrivod’azzardo a proposito di un’affinità fra

le prove di guerra civile in Kosovo e il derby abo-lito allo stadio Olimpico. Domenica sera, all’O-limpico, sulla scorta di qualche episodio mino-re – un’auto della polizia che avanza controgruppi di ultrà, un giovane in curva intossicatodai fumogeni – si diffonde la voce che un ragaz-zo è morto, travolto da una camionetta dellaCelere. Un bambino, o un sedicenne... Pochigiorni prima, a Cabra, un villaggio vicino a Ko-sovska Mitrovica, tre bambini d’etnia albanese,di 13, 11 e 9 anni, erano morti annegati nell’Ibar,dove s’erano gettati per scampare a un gruppodi ragazzi serbi che l’inseguivano coi cani.

SEGUE A PAGINA 17

dal nostro inviato

BERNARDO VALLI

STEFANO RODOTÀ