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Ass. Culturale Mu –2° livello New 2012 www.craniosacral-training.it 1 “Un guaritore non è veramente un guaritore, perché non c’è niente che lui faccia. La guarigione accade attraverso di lui, lui deve solo annullarsi. Essere un guaritore significa proprio non essere. Meno ci sei tu, meglio la guarigione può accadere. Più ci sei tu, più il passaggio è bloccato. E’ Dio, o il Tutto, o comunque tu preferisci chiamarlo, il guaritore. Ed è la totalità a guarire. Una persona malata è semplicemente qualcuno che ha creato dei blocchi tra sé e il Tutto, c’è una sconnessione. La funzione del guaritore è di riconnettere. Ma quando dico che la funzione del guaritore è di riconnettere, non intendo che il guaritore debba fare qualche cosa. Il guaritore è solo una funzione, chi fa è Dio, il Tutto. Allora guarire diventa quasi un’esperienza di preghiera, un’esperienza di Dio, dell’Amore, del Tutto.” OSHO

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“Un guaritore non è veramente un guaritore, perché non c’è niente che lui faccia. La guarigione accade attraverso di lui, lui deve solo annullarsi. Essere un guaritore significa proprio non essere. Meno ci sei tu, meglio la guarigione può accadere. Più ci sei tu, più il passaggio è bloccato. E’ Dio, o il Tutto, o comunque tu preferisci chiamarlo, il guaritore. Ed è la totalità a guarire. Una persona malata è semplicemente qualcuno che ha creato dei blocchi tra sé e il Tutto, c’è una sconnessione. La funzione del guaritore è di riconnettere. Ma quando dico che la funzione del guaritore è di riconnettere, non intendo che il guaritore debba fare qualche cosa. Il guaritore è solo una funzione, chi fa è Dio, il Tutto. Allora guarire diventa quasi un’esperienza di preghiera, un’esperienza di Dio, dell’Amore, del Tutto.”

OSHO

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PREMESSE Ricordiamo le componenti del Meccanismo Respiratorio Primario (MRP):

FLUTTUAZIONE DEL LIQUOR MOTILITA' DEL SNC MOBILITA' e MOTILITA’ DELLE MEMBRANE A TENSIONE RECIPROCA MOVIMENTO DELLE OSSA CRANICHE MOVIMENTO INVOLONTARIO DEL SACRO FRA LE ILIACHE

Il focus di questo livello è prevalentemente a livello delle strutture centrali del corpo e del MRP: dal sacro, lungo la colonna vertebrale con attenzione al tubo durale e alle vertebre, fino all’occipite. Il MRP è fondamentalmente guidato da una forza vitale – il Respiro della Vita di cui parlava Sutherland – che lo anima fin dalle origini. Quando esploriamo l’anatomia delle parti che compongono il MRP, ricordiamoci di guardarla a partire da questa consapevolezza. In questo livello inizieremo lo studio dello sviluppo embrionale che ci permette di comprendere una serie di fenomeni con i quali interagiamo nella nostra disciplina. Quando esploriamo le dinamiche del MRP, ricordiamo di tener ben presenti alcune premesse:

• Tutto ciò che troviamo come inerzie tessutali, inerzie articolari, inerzie nelle dinamiche strutturali, sono solo l’effetto di forze profonde al lavoro, sono compensazioni che il sistema mette in atto per mantenere il miglior equilibrio possibile.

• La nostra attenzione non è tanto a questi fenomeni compensatori quanto alle forze profonde che sono al lavoro, alla Salute che è sempre presente al centro di ogni disfunzione, di ogni inerzia.

• Acquisiamo conoscenze e sviluppiamo abilità specifiche di conversazione con il sistema corpo-mente-spirito a partire dagli aspetti del MRP, ma non siamo noi che “facciamo il riequilibrio”: il riequilibrio è guidato dalla Respirazione Primaria e dalle sue forze biodinamiche, noi ci limitiamo a sostenere questo processo.

EMBRIOLOGIA

L’origine “Ritornare” è il movimento del Tao.

“Cedere” è la qualità del Tao. Le innumerevoli creature

Hanno la loro origine nell’essere. L’essere ha la sua origine nel non essere.

Lao Tzu L’embriologia descrive l’inizio della nostra storia come individui. Questo inizio è racchiuso nella memoria del nostro corpo, in ogni singola cellula, così come vi è racchiusa la memoria di tutta la vita esistente prima ancora della formazione del singolo individuo. Nel nostro lavoro come operatori CS ci troviamo spesso in contatto con esperienze a volte difficili da descrivere, in cui emergono vissuti misteriosi o che sembrano fantasiosi. Spesso entriamo proprio in contatto con queste dinamiche originarie. Nella nostra esperienza, l'embriologia è diventata una mappa che ci aiuta a orientarci in alcune di queste esperienze straordinarie.

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Queste esperienze appartengono a un tempo in cui le nostre funzioni cognitive (pensare, riflettere, dare un nome agli eventi, ecc.) non erano ancora sviluppate: si tratta di esperienze pre-verbali. Per questo non è facile descriverle, nominarle, riconoscerle. Conoscere l’embriologia ci permette di iniziare a orientarci in una parte di queste esperienze.

L’embriologia è inoltre importante in quanto i fenomeni con i quali lavoriamo nella disciplina CS originano proprio a partire dall’inizio del nostro viaggio come esseri umani, a partire dal concepimento. Conoscere l’embriologia contribuisce a comprendere l’essenza di questi fenomeni. Riprenderemo gli aspetti dell’embriologia a più riprese nel corso del training. All’inizio della vita individuale 2 cellule, l’ovulo (gamete materno) e lo spermatozoo (gamete paterno), portando ognuna un bagaglio di informazioni, creano una nuova cellula unica e irripetibile, lo ZIGOTE, che darà avvio a un essere umano, appunto unico e irripetibile. L’incontro fra queste 2 cellule non è scontato. Non sempre avviene e anche quando avviene sembra che solo il 20-30% degli zigoti riuscirà ad annidarsi nella parete uterina materna, così come solo una parte di quanti arrivano ad annidarsi riuscirà a portare avanti e realizzare le potenzialità del progetto insito in ogni zigote (gli aborti spontanei nel primo trimestre di gravidanza sono un fenomeno che rientra nella natura del processo, non sono necessariamente eventi patologici). Ognuno di noi fa parte di un privilegiato ristretto numero di zigoti che “ce l’hanno fatta”. Essere qui oggi è un privilegio. Nella disciplina CS facciamo riferimento al lavoro di alcuni scienziati che hanno una visione particolarmente in sintonia con i principi CS. Uno di questi è l'embriologo Erich Blechschmidt, che fece le sue scoperte più o meno negli stessi anni in cui Sutherland sviluppava le sue teorie, e pur non conoscendosi, hanno parlato di dinamiche molto simili riguardo al periodo pre-embrionale. E' in buona parte al suo lavoro che guarda l'embriologia insegnata nella disciplina CS e al suo sviluppo ad opera del contemporaneo Jaap Van Der Wal (www.embryo.nl). Blechschmidt ha osservato che al concepimento sono in atto delle forze, che ha definito biodinamiche, le quali si esprimono attraverso dei movimenti ritmici e guidano lo sviluppo embrionale, prima ancora che le informazioni genetiche si attivino per contribuire allo sviluppo. Al momento del concepimento, queste forze ritmiche entrano in uno stato di quiete per un certo periodo. Da questa immobilità iniziale qualcosa di molto profondo si innesca (processo di accensione) e prende avvio uno straordinario e complesso processo.

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La FECONDAZIONE di per sé è un processo che dura circa 24 ore. Successivamente avviene la SINGAMIA, un processo di unione e allineamento dei cromosomi dello spermatozoo e dell’ovocita, che porta alla formazione di un nuovo e unico GENOMA nello zigote, che a questo stadio è ancora una cellula singola. A questo punto parte la SEGMENTAZIONE, cioè un processo di suddivisione delle cellule in cellule sempre più piccole, dette BALSTOMERI. Fino allo stadio di suddivisione in 8 blastomeri, ognuna di queste cellule è totipotente, cioè è in grado di sviluppare da solo un individuo; oltre questo stadio, questa capacità viene persa. Se la massa cellulare si divide nello stadio dei blastomeri, si hanno i GEMELLI OMOZIGOTI, cioè derivanti dalla fecondazione di un unico ovulo. La suddivisione cellulare continua e dopo 4-5 giorni dalla fecondazione lo zigote ha raggiunto il numero di 32 cellule. A questo punto nella massa cellulare si forma una CAVITA’ CENTRALE piena di liquido. Il pre-embrione prende il nome di BLASTOCISTI. Tutto questo avviene mentre la cellula è in viaggio nell’utero, non è ancora avvenuto l’annidamento sulla parete uterina. Inizia però la DIFFERENZIAZIONE cellulare: seguendo un progetto molto preciso e ben definito le cellule cominciano a specializzarsi per poi formare parti diverse. Ad es., con la creazione di uno spazio interno, inizia una differenziazione fra le cellule che si trovano all’interno e quelle che si trovano sulla superficie: stare all’interno o stare in contatto con l’ambiente esterno permette lo sviluppo di qualità diverse. “Prima dell’annidamento definitivo ci possono essere molte avventure. Questo viaggio verso l’annidamento può costituire un modello di riferimento per moduli successivi. Come annidamento può lasciare traccia sulla nascita. L’annidamento può essere stato spaventevole e meraviglioso come la nascita; riverberatesi nelle nostre vite e fatto riecheggiare da esperienze quali l’essere risucchiato, aspirato, tirato dentro, spinto giù; o quali l’essere soccorso, rianimato, tratto in salvo, accolto; quali il cercare di entrare, ma venendo tenuti fuori; quali il perire per sfibramento, spossatezza; o impotenti, inermi, frenetici, ecc. (…) Lo stampo originale per tutti gli accoglimenti,

l’ingresso: lo spingersi dentro o il venir tirati dentro; il farsi strada lottando per entrare o un reciproco abbraccio d’amore. Si prova gioia a tuffarsi impavidamente nelle cose, mettendo fuori antenne (villi, dita); a esplorare con amore o odio, un mondo amoroso o avverso? Per dare brevità alla mia asserzione: la nascita è l’annidamento all’inverso e l’accoglienza che si riceve dal mondo postatale genera in noi una compartecipe risonanza della nostra prima adozione da parte del nostro mondo prenatale.” (Laing, 1978)

Verso il 6°-9° giorno il blastocisti si impianta nella parete uterina per essere, verso il 10° giorno circa, completamente incluso nel rivestimento uterino: la gravidanza si considera iniziata. Al momento dell’annidamento è possibile che ci sia perdita di sangue, a volte anche abbastanza consistente da essere scambiata per una mestruazione. Comunque, come abbiamo detto, anche l’annidamento non è una garanzia di successo, infatti gli aborti spontanei all’inizio della gravidanza sono molto comuni, e spesso sono guidati dalla capacità dell’organismo di riconoscere un embrione difettoso.

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Dopo l’annidamento la massa cellulare appare come un disco piatto che inizia a differenziarsi in 3 strati, i FOGLIETTI EMBRIONALI:

• ECTODERMA: darà origine al sistema nervoso (SN) e alla pelle. In particolare, la parte dell’ectoderma che darà origine al SN è la PLACCA NEURALE.

• ENDODERMA: darà origine al rivestimento di molti organi. • MESODERMA: darà origine ai tessuti connettivi (sangue, ossa, muscoli, legamenti,

tendini, fasce e cartilagine).

E’ interessante notare che la pelle prende origine dallo stesso strato da cui prende origine tutto il SN, a sottolineare lo stretto legame che c’è fra questi 2 sistemi. Con il lavoro Cranio-Sacrale, tramite il contatto fisico sulla pelle entriamo in connessione con il SN. Prendiamo atto di come TUTTO si sviluppa differenziandosi a partire da ‘UNO’, da un’UNITA’. Verso il 14° giorno, sulla massa cellulare compare una LINEA PIU’ SCURA, la STRIA PRIMITIVA, che diventa l’ASSE DI RIFERIMENTO per lo sviluppo: fino ad ora la cellula non aveva né un sopra né un sotto, né un davanti né un dietro. La stria primitiva forma adesso l’asse centrale di riferimento (LINEA MEDIANA LM) attorno al quale tutto il sistema si svilupperà. La LM è un concetto fondamentale nel lavoro CS, come approfondiremo andando avanti. Il pre-embrione é adesso lungo circa 2 millimetri. L’asse della stria primitiva si forma grazie a una concentrazione di cellule, da cui prenderà origine la NOTOCORDA. Attorno alla notocorda si organizzano i 3 strati germinali, ectoderma, endoderma e mesoderma, che daranno origine a tutte la varie parti del corpo. Secondo il Dr. Upledger, è possibile che interferenze durante la fase di formazione della notocorda possano essere alla base di futuri problemi di scoliosi.

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Dopo che la notocorda si è formata, l’ectoderma inizia il processo per formare quello che diventerà il tubo neurale, dove a un’estremità si formeranno, nella 4° settimana, delle vescicole (rigonfiamenti), precursori dei ventricoli cerebrali, attorno ai quali poi si svilupperà il cervello: - PROENCEFALO - MESENCEFALO - ROMBOENCEFALO (che darà origine al midollo spinale) Il processo di formazione del tubo neurale inizia con la formazione nella placca neurale di un canale, il SOLCO o DOCCIA NEURALE, le cui pareti sono dette PIEGHE NEURALI. Questa è la fase di NEURULAZIONE. Successivamente queste pieghe si muovono per fondersi

dorsalmente e formare il TUBO NEURALE (che diventerà il tubo durale), che darà forma prima al midollo spinale e poi al cervello. Il tubo neurale si chiude progressivamente, finendo il processo verso il 26°-27° giorno. Il fallimento della chiusura finale provoca la cosiddetta spina bifida. Tale fallimento è imputabile alla carenza di certe sostanze da parte della madre, fra cui l’acido folico. Successivamente delle cellule mesodermiche si organizzano formando delle protuberanze su entrambi i lati del tubo neurale, detti SOMITI. I somiti sono i precursori delle vertebre.

Alla fine della 5° settimana la formazione dei somiti è completata, dando origine a:

• 4 paia di somiti occipitali • 8 paia di somiti cervicali

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• 12 paia di somiti dorsali • 5 paia di somiti lombari • 5 paia di somiti sacrali • 8-10 paia di somiti coccigei

Successivamente, la prima coppia di somiti occipitali andrà a formare l’occipite e le ultime 3-4 paia di somiti coccigei scompaiono. Dai somiti rimanenti si svilupperanno le vertebre ed i relativi muscoli scheletrici. Dalla 3° alla fine dell’8° settimana si ha il PERIODO EMBRIONALE. Nella 3° settimana inizia anche la segmentazione del midollo spinale. Tali segmenti si chiamano metameri. Il midollo innerva ogni somito attraverso nervi spinali specifici. Questa segmentazione si rifletterà anche sull’innervazione verso organi specifici. Il cordone spinale inizia a sviluppare delle fibre nervose incrociate, che permetteranno ai somiti di destra, per es., di avere una relazione diretta con i somiti corrispondenti di sinistra. Questa viene definita “innervazione reciproca”, che permetterà nel futuro essere umano di rilassare un muscolo della destra contraendo lo stesso muscolo a sinistra. In questo modo l’eccesso di impulso nervoso verso il muscolo contratto viene “dirottato” verso l’altro muscolo. Nella 3° settimana si ha anche la formazione del cuore. Alla fine della 3° settimana l’embrione comincia a flettersi, permettendo l’inizio della formazione del cervello. Nella 4° settimana inizia lo sviluppo del tessuto del midollo spinale. Alcune cellule derivanti dai somiti migrano e vanno a circondare il midollo spinale in formazione e la notocorda. Una volta che si saranno formati i corpi vertebrali, la notocorda sparisce, rimanendo come memoria nel nucleo polposo nei dischi intervertebrali. Tali nuclei saranno formati prevalentemente da acqua. Alla fine della 4° settimana le fondamenta dello sviluppo della colonna vertebrale, dei tessuti, del sistema vascolare e nervoso sono gettate. Il raffinamento di tale progetto continuerà a svilupparsi per tutta la gravidanza. Allo stadio di quattro settimane, l'embrione è lungo circa 5 millimetri e in esso è possibile distinguere l'estremità cefalica, contenente le tre vescicole da cui avrà origine l'encefalo, il cristallino degli occhi, il cuore e il primo accenno degli arti. Dalla 9° settimana l’embrione si trasforma in FETO. La colonna vertebrale cresce più velocemente rispetto al midollo spinale. Al 6° mese il midollo arriva fino alla cima del sacro; alla nascita invece arriva solo fino alla 3° V lombare; nell’età adulta arriva fino alla 1°-2° V lombare. Le radici del midollo compensano arrivando dalla zona lombare fino al sacro, e questa parte viene chiamata cauda equina. In tutte le specie la funzione compare a sviluppo non ancora ultimato. L’esperienza diventa fondamentale per il corretto sviluppo della funzione. Ad es., il sistema visivo alla nascita non è ancora maturo, ma tutti i neuroni sono già predisposti per la funzione del vedere. Sarà l’esperienza del vedere che comincerà alla nascita a guidare il completamento dello sviluppo della parte del SN preposto alla visione. Questo sviluppo successivo avverrà gradualmente nel tempo, fino a un periodo critico (che cambia a seconda della funzione) entro il quale lo sviluppo si completa. Se l’esperienza non avviene entro tali termini, il periodo critico si prolunga: l’intelligenza del sistema fornisce un’ulteriore possibilità. Se però l’esperienza non avviene, a un certo punto non sarà più possibile completare tale sviluppo.

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In ogni caso, la plasticità del SN permetterà nel corso di tutta la vita di continuare a imparare attraverso l’esperienza e a trovare adattamenti. “Il Respiro della Vita organizza lo spazio e la forma segue”, Franklin Sills

Principi dello sviluppo embrionale:

• L’embrione è intero, completo, fin dall’inizio. Si sviluppa a partire da un’unità, da una cellula.

• La linea mediana è la prima funzione embrionale: - fornisce un modello per l’orientamento: l’orientamento è necessario per la

sopravvivenza - la crescita e lo sviluppo embrionale avvengono in relazione alla linea mediana - mentre entriamo in relazione con la consapevolezza della nostra LM c’è un cambio di

coscienza che è palpabile. • L’embrione si sviluppa in risposta a ritmi naturali che accadono attraverso l’ambiente. • Le forze che formano l’embrione sono le stesse forze che sostengono la Salute e l’interezza,

il senso di unità. • Lo sviluppo avviene lungo 2 direzioni principali:

- dal basso verso l’alto - dal centro verso la periferia

• Ciò che si forma per primo governa ciò che si forma successivamente. Questi principi sono alla base del nostro orientamento nella disciplina CS. Nell’organizzare la struttura di un trattamento, possiamo utilizzare uno schema che ci arriva dall’embriologia, e dunque ci muoveremo preferibilmente dal basso verso l’alto e dal centro verso la periferia. Questa è una linea guida generale, utile nel processo di apprendimento, e man mano che affineremo le nostre capacità percettive, daremo sempre più spazio alle priorità del sistema che ci arrivano dall’ascolto dello specifico individuo.

LA LINEA MEDIANA

“Il respiro della Vita organizza lo spazio e la forma segue” Franklin Sills, 2001

“La linea mediana è sia una struttura sia una funzione nel corpo umano attorno a cui l'unità si orienta, dal fisico allo spirituale e dall'embrione all'adulto.” Michael Shea Per Linea Mediana (LM) si intende un asse di riferimento che si trova centralmente rispetto a una determinata struttura. La LM funge da fulcro organizzatore per tale struttura.

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Premettiamo che il concetto di LM in ambito CS si è evoluto nel tempo e le sue definizioni sono via via diventate più precise. Qui ci rifacciamo prevalentemente alle definizioni utilizzate da Franklin Sills (2011). Per approfondire il concetto di LM in ambito CS ri-partiamo dall'embriologia. Sutherland ha definito Respiro della Vita (RdV) la forza vitale alla base della vita nell’universo. Questa forza si esprime attraverso un ritmo molto lento, definito sempre da Sutherland Marea Lunga. Al momento del concepimento la Marea Lunga guida l'emergere di una matrice ordinatrice, cioè un campo quantico organizzato dal RdV che contiene le informazioni che guideranno le fasi dello sviluppo embrionale. In questa matrice ordinatrice emerge prima un fulcro (questo centro in seguito guiderà la localizzazione del 3° ventricolo – Sills, 2011) e poi da questo una LM, la quale orienterà la manifestazione della stria primitiva sul pre-embrione (3 settimana circa). Questa LM è come una vibrazione luminosa al centro di questo campo ed è chiamata Linea Mediana Quantica (LMQ). E' un asse energetico, una forza espressa dal campo bioelettrico in cui il pre-embrione si sta formando. La presenza di questo asse e la sua luminosità non sono fenomeni esoterici come potrebbero apparire, ma sono stati rilevati in studi di laboratorio dalla biologa di origine malese Mae Wan-Ho, come riportato nel suo libro “The rainbow and the worm”.

Albero della vita, Klimt

Circa verso il 14° giorno dopo la fecondazione (il pre-embrione si è già attaccato alla parete uterina materna da circa 4 giorni ed è lungo circa 2 mm) sulla massa cellulare compare una linea più scura, la stria primitiva. Fino ad allora il pre-embrione non ha un sopra o un sotto, un davanti o un dietro. Questa stria diventa l'asse centrale di riferimento per il successivo sviluppo. La formazione di questa stria è guidata dalla LMQ. La LMQ imprime nella stria primitiva una forza ascendente, attorno alla quale si sviluppa successivamente la notocorda. Questa forza ascendente viene definita Linea Mediana Primaria (LMP) (o ventrale). Questo asse energetico di riferimento resta presente per tutta la vita, e guida dal profondo la continua riorganizzazione del sistema. Non è un qualcosa di fisico (come le ossa, i tessuti ecc) ma è una funzione percepibile, con una qualità ariosa e luminosa. Essendo guidata dalla LMQ che origina direttamente da uno stato di vuoto cosmico (lo stato che precede la creazione della forma, quindi uno stato non vuoto nel senso letterale del termine, ma un vuoto dinamico che è pieno delle potenzialità del divenire), all'essenza di questa LMP si ha una profonda qualità di quiete, espressione della Quiete Dinamica che è al nucleo di questo vuoto. Come dice Mae-Wan Ho “tutti gli organismi viventi sono essenzialmente dei campi quantici di luce organizzati attorno a una linea mediana primaria”. Possiamo dire che questo asse è la Presenza che si manifesta.

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Per Sills (2011) questa LM viene mantenuta per tutta la vita come l'asse primario che organizza sia il livello cellulare sia quello strutturale del corpo umano. “Questa forza ascendente è un'espressione dell'azione della ML nel corpo.” (Sills, 2011). Contattare la LMP ci permette di essere in relazione diretta con i principi fondamentali dello sviluppo embriologico che sono alla base della forma umana e dunque ci apre alla connessione con la ML, in quanto è il principio embriologico ordinatore (Sills, 2011). Durante lo sviluppo embrionale le cellule della notocorda si disintegrano, ma l'essenza della LMP resta nei dischi intervertebrali, con una direzione che va dal basso verso l'alto. E' una direzione continua, come uno zampillo continuo. Il Dr. Stone ne parla come di sorgente o fontana della Vita. Può essere percepita come una forza ascendente che sale dal coccige, attraversa i corpi vertebrali, arriva alla base cranica ed emerge dall'etmoide, “dove sembra scomparire nello spazio” (Sills, 2011). Ha una qualità ariosa e leggera, spaziosa, come uno spiffero di aria, e può essere percepita anche come aria calda. A volte la percezione è frammentata, la percepiamo arrivare solo fino a un certo punto e sembra non andare oltre. La LMP è una manifestazione del Respiro della Vita che si incarna. Il tubo neurale è invece definito linea mediana secondaria o dorsale, perché si forma successivamente alla notocorda. Già a livello embrionale lo spazio interno al tubo è pieno di liquido (non è ancora liquor). Il RdV, interagendo con l’embrione, infonde la sua potenza (ML) facendo muovere i fluidi di cui l’embrione è prevalentemente composto. La ML si trasmuta nella sua interazione con i fluidi dell’embrione, in particolare a partire da quelli contenuti nella LM secondaria, i quali iniziano a muoversi con fasi ritmiche di inspirazione ed espirazione che riflettono quelli della ML ma che a questo livello vengono definiti Marea Media o Fluida. Questo movimento ritmico dei fluidi dentro la LM secondaria viene definito Linea Mediana Fluida. Nell'adulto la LMF si esprime all'interno del tubo durale, che scorre nei forami vertebrali, e si esprime attraverso i fluidi del midollo spinale e dei ventricoli cerebrali. E' la LM che organizza l'espressione della potenza nel liquor e nei fluidi del corpo in generale. La LMF funge da fulcro naturale che organizza l'espressione della MM. Il contatto con questa linea, sia su di sé come operatori sia sul ricevente, è la chiave per potersi orientare con la MM. Viene percepita come fluida e fluttuante, ed esprime l'inspirazione e l'espirazione della MM a livello centrale. E’ percepita come una fluttuazione longitudinale che sorge dal basso e si amplia salendo verso la base cranica nella fase di inspirazione e che retrocede dalla base cranica verso il basso nella fase di espirazione. Non sempre è percepita al centro del tubo durale. La LMF e la LMP sono strettamente interdipendenti. Man mano che lo sviluppo continua e che emerge la forma, i tessuti cominciano ad acquistare una qualità più densa e compatta, formando organi e ossa, e si ha una successiva trasmutazione del RdV, che si esprime attraverso il ritmo CS o impulso ritmico craniale. Il tubo durale, nella sua struttura fisiologica prevalentemente tessutale, esprime il movimento del RCS, attraverso fasi di allargamento e accorciamento (flessione) e di restringimento e allungamento (estensione). Lo stesso movimento è espresso dalla colonna vertebrale, la quale si pone come la LM fisica o strutturale del corpo umano. La funzione delle varie LM è essenzialmente unificata, nonostante ognuna abbia dei riferimenti specifici: la LMP ci connette con il campo delle potenze e della ML, la LMF ci connette con il campo dei fluidi e della MM, il tubo durale e la LM fisica espressa dalla colonna vertebrale ci connettono con il corpo fisico (soma) e con il ritmo CS. In sintonia con uno dei principi dello sviluppo embrionale – ciò che si forma per primo governa ciò che si forma successivamente – la LMP resta un orientamento valido per tutti i livelli successivi (ed è per questo che la prenderemo in considerazione quando lavoreremo sulla colonna vertebrale),

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mentre la LM fisica non è di per se un orientamento sufficiente quando vogliamo lavorare con i livelli più sottili. Riassumiamo le LM che ci interessano in questo momento:

• LMP (primaria) sottile vibrazione con movimento continuo dal basso verso l’alto, percepibile come localizzato nei corpi vertebrali

• LM SECONDARIA tubo durale • LM STRUTTURALE colonna vertebrale

Ecco come Jim Jealous ci parla della funzione della Linea Mediana: (Articolo tratto dal sito A.CS.I Associazione Craniosacrale Italia) “Torniamo indietro a quello che generalmente viene considerato l’inizio della nostra esistenza, quando siamo concepiti, prendiamo forma e poi iniziamo il nostro viaggio per diventare un embrione completo. Quando iniziamo a creare questa perfetta risposta alla vita, la prima funzione identificabile è la linea mediana. La linea mediana è la nostra prima funzione. E’ molto interessante notare come poi questa linea mediana sia nascosta dentro le ossa della colonna vertebrale e dentro le altre aree segmentate del sistema scheletrico. La linea mediana è la quintessenza della funzione. E’ la funzione più essenziale della nostra vita e del nostro essere, della nostra capacità di generare e della nostra guarigione. Senza di essa non potremmo nemmeno esistere, ancor meno quindi fare qualsiasi progresso verso una normale relazione con la nostra salute. C’è un piatto embrionale. Se prendete un foglio di carta e una matita e disegnate qualcosa che assomigli a un uovo, avrete il disegno di una linea ovale. Questo disegno rappresenta il piatto embrionale. Il piatto embrionale non è un piatto: non è fatto di legno, né di porcellana. Non è un vero piatto. E’ un protoplasma che ha una forma, è un fluido elastico. Non è un liquido, è la sostanza fondamentale della vita. Noi tutti siamo fatti di protoplasma. Questo campo protoplasmatico di forma ovale, che è una stupefacente sostanza vitale, ci servirà durante tutta la nostra vita per la guarigione e per creare internamente nuove cose per noi stessi. In questa matrice di protoplasma, dentro questo fluido elastico, qualcosa incomincia a vibrare nel centro. Questa vibrazione nel centro del piatto embrionale diventa la stria primitiva. Piuttosto delle parole “stria primitiva” o qualsiasi altra parola usata, è importante vedere che questo liquido – questa sostanza fondamentale indifferenziata che può diventare qualsiasi cosa - è il nostro inizio. E’ semplicemente fantastico pensare che questa forma senza forma può diventare qualsiasi forma. All’interno di questo campo fluidico incapsulato, qualcosa inizia a vibrare. E’ un fluido dentro al fluido. Immaginiamo che il piatto embrionale abbia una profondità. Qualcosa inizia a vibrare nel centro – una linea, un campo bioelettrico forse, un fluido nel fluido, o una potenza. Qualcosa comincia a vibrare. Questo avvenimento è così rilevante (notevole, eccezionale, sorprendente) che risulta facile vederlo semplicemente come un fatto: “Oh, si, è la linea mediana.” Non è questo che mi interessa. Non vorrei che perdeste l’evento. Non vorrei che perdeste il fatto che la linea mediana sta ora funzionando in tutti noi. Senza di essa non avremmo forma, né funzioni, né struttura e nessun punto di orientamento per la nostra consapevolezza. Persino la nostra percezione ha una relazione con questa linea mediana. Vorrei essere molto attento a definire fin d’ora che la linea mediana non è un campo elettromagnetico.

La linea mediana è una quiete dinamica attraverso cui e in cui avviene un’accensione, e da quell’accensione deriva il campo bioelettrico che si trova intorno alla quiete della linea mediana. L’aspetto più elevato e profondo della linea mediana è la sua quiete dinamica nel centro. L’intera linea mediana funziona come un singolo fulcro.

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Vorrei essere certo di non portarvi a pensare che questo fluido nel fluido, questa potenza o questo campo bioelettrico che vediamo sia la linea mediana. Questo è un effetto della linea mediana. Questo è l’“energia”, se volete usare questo termine, che si trova intorno alla quiete della linea mediana. La linea mediana è una forma di quiete. Abbiamo il piatto embrionale, questo protoplasma, e dal nulla, letteralmente dal nulla, qualcosa comincia a vibrare, inizia a muoversi. Qualcosa appare e questo qualcosa è un campo bioelettrico. E’ come se ci fosse una voce che dice: “Costruiscilo intorno a questa linea”. E’ come un’iscrizione scolpita nella terra di nessuno del protoplasma indifferenziato. Si è formata una linea, è stato creato il centro. La linea non si è formata per effetto del campo genetico; nessuno sa da dove viene. La voce che parla non è la voce del concepimento, ma la voce dell’eternità. Viene da un’altra mente, da un altro luogo, da un luogo che probabilmente non ha né causa né effetto. E’ un luogo in cui probabilmente non riusciremo ad entrare intellettualmente. Tutti gli organismi in natura hanno questa linea di orientamento, tutte le cose viventi ce l’hanno. Questa linea di orientamento è apparsa in tutte le strutture e le funzioni viventi fin dall’inizio dei tempi. Questa linea mediana è parte del miracolo della vita, è antica, non appartiene a noi, non è parte della nostra individualità. Ci permette di avere una individualità. Non è la “mia” linea mediana. Era già presente prima che la mia vita iniziasse. Fa parte del continuum e della saggezza del mondo naturale di milioni e milioni di anni. La causa non è una forza genetica, ma l’intenzione misteriosa, onnipresente di una mente più vasta, senza causalità. Voi, io e tutto il resto è stato formato, abbiamo ricevuto una forma. Ci è stata data una forma ed una consapevolezza perché tutto è intessuto intorno al centro di quiete della linea mediana. Quando siamo nel nostro centro possiamo capire l’origine della linea mediana.”

MEDITAZIONE del FILO D’ARGENTO

“Poni tutta la tua attenzione sul nervo, delicato come il filamento del loto, nel centro della tua spina dorsale. In esso sii trasformata.” (Vigyana Bhairava Tanta) “Per questo sutra, per questa tecnica di meditazione, si devono chiudere gli occhi e si deve visualizzare la propria spina dorsale. Sarebbe bene consultare qualche libro di fisiologia sulla struttura del corpo, oppure andare in una facoltà di medicina o in un ospedale per osservare la struttura del corpo. Fatto questo, chiudigli occhi e visualizza la tua spina dorsale: che sia diritta, eretta. Visualizzala, vedila, e proprio nel mezzo visualizza un nervo, delicato come il filamento di un loto, che attraversa il centro della tua spina dorsale. “In esso sii trasformata”. Se ci riesci, concentrati sulla spina dorsale, e quindi su un filamento nel mezzo, su un nervo estremamente delicato, come un filamento di loto che l’attraversa. Concentrati, e questa stessa concentrazione ti ributterà nel tuo centro. Come mai? La colonna vertebrale è il fondamento della struttura di tutto il corpo. Ogni parte vi è collegata; in realtà il tuo cervello non è altro che un polo della tua colonna vertebrale. I fisiologi sostengono che è solo uno sviluppo della colonna vertebrale: in realtà il cervello è una crescita della spina dorsale. La colonna vertebrale è collegata a tutto il corpo: ogni cosa vi è connessa, per questo è chiamata “colonna vertebrale”. Lungo questa spina dorsale esiste realmente qualcosa di filamentoso, ma la fisiologia non ci dice nulla al riguardo, perché non è materiale. In essa, proprio nel mezzo, c’è un filo d’argento, un nervo molto delicato. Non è un vero nervo nel senso fisiologico del termine. Non ti puoi operare, per trovarlo; lì non lo si troverà. Ma lo si vede in meditazione profonda. Esiste, è non-materiale: è energia, non materia. In realtà, questo filo d’argento lungo la spina dorsale è la tua vita. Per suo tramite sei in rapporto con l’esistenza invisibile, e grazie a esso puoi entrare in relazione anche con il visibile. Questo è il ponte tra l’invisibile e il visibile. Attraverso questo filamento sei in rapporto con il corpo, e anche con l’anima. Inizia visualizzando la spina dorsale; in principio ti sentirai molto strano, ma ci riuscirai, solo come immaginazione. Poi, se perseveri, non sarà più solo un’immaginazione: la vedrai veramente.

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Stavo lavorando a questa tecnica con un ricercatore. Gli diedi un’illustrazione della struttura del corpo su cui concentrarsi così che cominciasse a sentire come la spina dorsale potesse essere visualizzata internamente. Quindi cominciò. Dopo una settimana ritornò e mi disse: “E’ molto strano… Cercavo di vedere l’illustrazione che mi hai dato, ma molte volte l’illustrazione spariva e io vedevo una spina dorsale diversa. Non è proprio esattamente come l’illustrazione che mi hai dato”. Perciò gli dissi: “Ora sei sulla strada giusta. Dimenticati completamente di quell’illustrazione e continua a vedere la spina dorsale che ti è comparsa.” (…) In realtà esiste un altro modo di guardare il tuo corpo: dall’interno. Se riesci a concentrarti all’interno, improvvisamente comincerai a vedere il tuo corpo, le pareti interne del tuo corpo. (…) Questo sutra usa la spina dorsale perché al suo interno si trova il filamento della vita. Ecco perché si insiste nel tenere diritta la spina dorsale: solo così è possibile percepire quel filamento. E’ molto delicato, molto sottile, è minuscolo. E’ un flusso di energia. Perciò se la spina dorsale è diritta, assolutamente diritta, puoi intravederlo (…) “In esso sii trasformata.” Una volta che riesci a sentire, a concentrarti e a renderti conto di questo filamento, verrai colmato da una luce nuova: giungerà dalla spina dorsale stessa e si diffonderà in tutto il tuo corpo, potrà anche andare oltre. Quando oltrepassa il corpo si vede l’aura. (…) Quando ci si rende conto di questo filamento nella spina dorsale, la tua aura diventa illuminata. (…) Ti illumini all’interno, il tuo corpo intero diventa un corpo di luce, poi inizia a uscire all’esterno. (…) Quando il filamento della spina dorsale viene toccato, visto, quando ne prendi coscienza, intorno a te comincia a crescere un’aura: “In esso sii trasformata”. Sii ricolmo di quella luce e sii trasformato. Anche questa è una centratura, una centratura nella spina dorsale. (…) Quindi visualizza la tua spina dorsale, e poi nel centro un filo d’argento che l’attraversa. All’inizio potrà apparire come un’immaginazione, ma a poco a poco sentirai che l’immaginazione è scomparsa e che la tua mente si è focalizzata sulla spina dorsale. Allora vedrai la tua stessa spina dorsale e, non appena vedrai il tuo centro interior, all’improvviso sentirai dentro di te un’esplosione di luce. A volte può accadere spontaneamente. A volte accade. (…) Chiudi gli occhi e senti il corpo. Rilassati. Concentrati sulla spina dorsale. E questo sutra dice molto semplicemente: “In esso sii trasformata”. E attraverso ciò sarai trasformato.” Osho

IL SISTEMA NERVOSO Il SN governa l’attività di tutto il corpo. Ha il compito di RICEVERE le INFORMAZIONI SENSORIALI attraverso i 5 organi di senso e di CONSERVARE le INFORMAZIONI ricavate da esperienze passate. COMUNICA costantemente con il corpo, CONTROLLANDO e COORDINANDO TUTTI gli altri sistemi: endocrino, dei muscoli e dello scheletro, immunitario, digestivo, cardiovascolare, riproduttivo, respiratorio e urinario. La parte più piccola del SN è data dalla cellula nervosa, il NEURONE, che genera e trasmette gli impulsi nervosi, una forma di energia elettrochimica. I neuroni sono specializzati nel ricevere gli stimoli e nel condurre gli impulsi provenienti dai nervi. Sono quindi il tramite per trasmettere informazioni da una parte all'altra del corpo. La concentrazione maggiore di neuroni si ha nel cervello, dove se ne trovano circa 10 miliardi. Il SN si suddivide in 2 parti principali:

• Il SN CENTRALE (SNC) costituito dalle cellule nervose del cervello e del midollo spinale. • Il SN PERIFERICO (SNP) è formato dalle parti del SN che non sono comprese nel

cervello e nel midollo spinale, cioè dai fasci di nervi motori e sensori che si irradiano dal

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cervello (nervi cranici) e dal midollo (nervi spinali) e che raggiungono tutte le parti del corpo.

Il SNP si suddivide ulteriormente in: • SN somatico: è deputato alla nostra interazione con il mondo esterno, riceve, interpreta e

risponde alle informazioni che arrivano sia dall’interno del corpo che dall’ambiente esterno. Comprende tutti i nervi spinali che innervano la cute, le giunture ed i muscoli posti sotto il controllo volontario.

• SN autonomo (o viscerale): è responsabile del funzionamento interno del corpo. E’ formato dai nervi periferici e centrali che innervano gli organi interni, il sistema cardiovascolare e le ghiandole. E' responsabile delle FUNZIONI INVOLONTARIE e dell'OMEOSTASI, che presiede al funzionamento equilibrato dei processi fisiologici e al mantenimento di un ambiente costante all'interno dell'organismo. In altre parole, è responsabile dei processi di AUTOCORREZIONE del corpo, dovuti all'innata INTELLIGENZA del corpo. Regola inoltre la temperatura del corpo, il livello degli zuccheri nel sangue, il battito cardiaco, e tutti gli aspetti della nostra salute che siamo abituati a dare per scontati.

Il SNA è ulteriormente suddiviso in:

• SN simpatico: prepara il corpo ad affrontare le situazioni di emergenza, accelerando tutti i sistemi (aumento del battito cardiaco, della respirazione, etc.) e rilasciando adrenalina per una risposta immediata. Contemporaneamente l'energia viene distolta dal tratto digerente. E' anche detto sistema "combatti o fuggi".

• SN parasimpatico: al contrario, conserva e ripristina l'energia del corpo, rallentando tutti i sistemi, aumentando l'energia nel tratto digerente, allontanando il flusso sanguigno dai muscoli periferici e rilassando il corpo.

LE PELVI Le pelvi sono le fondamenta della Linea Mediana strutturale o fisica (la colonna vertebrale) e le sue dinamiche hanno un effetto diretto sul sistema delle MTR, grazie all’inserzione del tubo durale a livello della 2° vertebra sacrale. Inerzie nelle dinamiche delle pelvi si ripercuoteranno inoltre sul sistema fluido e sul sistema nervoso. Il cinto, o cingolo, che collega gli arti inferiori alla colonna vertebrale prende il nome di cinto pelvico, o cintura pelvica, o pelvi, o bacino.

La CINTURA PELVICA è formata da 2 metà accoppiate e combacianti articolate posteriormente sull’osso sacro e sul coccige e anteriormente attraverso la sinfisi pubica. Ciascun osso dell’anca (ciascuna metà) è un osso piatto, costituito da 3 ossa: ileo, ischio e pube. Alla nascita queste 3 ossa sono separate, per permettere il passaggio attraverso il canale uterino. Durante lo sviluppo corporeo si fondono insieme; per consentire stabilità agli acetaboli si fondono già nelle prime fasi dello sviluppo del bambino. I due ilei si protendono a ventaglio dal sacro descrivendo un’ampia curva e formando la parte posteriore di una coppa. Le tuberosità ischiatiche rappresentano le basi del bacino e trasferiscono il peso del corpo al pavimento in

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posizione eretta e alla sedia in posizione seduta. I pubi si incontrano per conferire una spinta in avanti. Ad essi si attaccano i muscoli addominali e i tessuti connettivi (la fascia). Ogni osso dell’anca si articola con il femore (osso della coscia). Tutte queste ossa hanno un andamento curvilineo che trasferisce il peso della parte superiore del corpo alle altre ossa della parte inferiore, attraverso l’articolazione con il femore. Inoltre, assorbono lo stress che arriva dagli arti inferiori, come per esempio nella camminata o nei salti. Grazie a questa struttura il bacino è un complesso osseo relativamente rigido, massiccio, ben ancorato alla colonna vertebrale. La forma concava lo mette in grado di sostenere gli organi addominali inferiori (preposti alla digestione, alla riproduzione e all’eliminazione dei prodotti di scarto) oltre che offrire una salda articolazione agli arti inferiori. Crea inoltre i passaggi attraverso i quali i nervi e i vasi sanguigni si estendono in direzione degli arti inferiori e serve da punto di attacco per numerosi muscoli.

Il bacino è la parte anatomica che mostra maggiori differenze, sia individuali che di genere. Nelle femmine si sviluppa prevalentemente in larghezza, con le ali iliache più svasate e inclinate in fuori; gli acetaboli e le tuberosità ischiatiche più distanziate; le pareti della piccola pelvi più verticali; lo stretto superiore è ovale. Nei maschi il bacino si sviluppa in altezza, con i diametri della grande pelvi e della piccola pelvi inferiori; l’angolo pubico è più acuto e lo stretto superiore a forma di

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cuore. Queste differenze si manifestano durante la pubertà e sono strettamente legate alla riproduzione. Il bacino femminile deve infatti poter sopportare il peso del feto durante la gravidanza, e permetterne l’espulsione al momento del parto. Riassumendo, il bacino comprende 5 articolazioni mobili:

• 2 articolazioni sacro-iliache, tra il sacro e i 2 ilei; • 2 articolazioni dell’anca, tra i 2 acetaboli e i rispettivi femori; • la sinfisi pubica, tra i due pubi e i loro dischi cartilaginei.

Grazie a queste forti articolazioni dell’anca, collega la parte libera degli arti al corpo consentendo la camminata bipede, la posizione seduta ed eretta. Queste articolazioni, tutte insieme, assorbono gli impatti che si producono durante la deambulazione, in modo da proteggere gli organi vitali contenuti nella coppa del bacino. Ogni acetabolo è come un tubo concavo diviso in 3 pezzi, composto per un terzo dall’ileo, per un terzo dall’ischio e per un terzo dal pube. Questo permette di sviluppare una spinta di pari intensità nelle 3 direzioni del bacino, trasferendo la spinta nella parte concava dell’articolazione dell’anca.

Il SACRO è il collegamento centrale fra la parte superiore e inferiore dello scheletro. Ha una forma curva e mobile, come una piramide curva a testa in giù. Si articola superiormente con l’ultima vertebra lombare (L5-S1), ai due lati con gli ilei, e inferiormente con il coccige. Alla nascita il sacro è diviso in 5 parti, che sono 5 vertebre modificate. I suoi componenti principali si ossificano verso i 7-8 anni, e l’ossificazione definitiva avviene nell’età adulta. Lesioni intraossee del sacro avvengono facilmente durante la nascita o nella prima infanzia.

I legamenti fra sacro e ileo permettono al sacro di scivolare limitatamente tra le ossa iliache. I legamenti limitano l’eccessiva rotazione del sacro, non essendoci muscoli tra sacro e ileo, che potrebbero controllare il movimento tra i due. Vi sono 2 tipi di movimento tra sacro e ilei: uno è dovuto alla mobilità posturale e uno è il movimento CS, che appartiene alla motilità dell’asse neuro-spinale. Il movimento CS avviene attorno a un fulcro posto a livello di S2. In fase di flessione CS la base del sacro sale cranialmente e si sposta posteriormente, mentre l’apice (coccige) si muove anteriormente. Questo movimento riduce la convessità anteriore dell’articolazione lombo-sacrale e non ha relazione con il movimento che si ha quando il tronco si piega in avanti. Nella fase di estensione CS la base del sacro scende caudalmente, l’apice si muove posteriormente e la convessità lombosacrale aumenta, il sacro si inarca posteriormente. Il movimento del sacro è accompagnato dai movimenti dei tessuti circostanti (le altre ossa e le fasce). La mobilità e la motilità del sacro, come di ogni parte del corpo, viene “isolata” per motivi didattici, ma non dobbiamo dimenticare che l’espressione della RP è un movimento che coinvolge contemporaneamente l’intero sistema. Tutte le parti idealmente si orientano alla LMP, la quale è il fulcro naturale del campo bioelettrico che è alla base del nostro corpo fisico. Il COCCIGE è un piccolo osso triangolare formato dalla fusione di 3-5 vertebre non più riconoscibili. E’ articolato con il sacro attraverso una superficie di forma ovale ed è sorretto da una capsula e dai legamenti.

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Questa articolazione è spesso saldata. Come già detto, l’osso dell’anca è articolato posteriormente con il sacro, connesso con il coccige e congiunto con l’osso dell’anca controlaterale. Il SNC è connesso al coccige attraverso il filum terminalis, che è una continuazione della pia madre (strato delle MTR). Partecipa al movimento di flesso-estensione della RP espresso dal sacro. L’ILIACO è un osso piatto formato da ileo, ischio e pube:

• Ileo → formato dall’ala e dal corpo, e si unisce ai corpi dell’ischio e del pube a livello dell’acetabolo.

• Ischio → formato dal corpo, a livello dell’acetabolo, e dalle due branche superiore e inferiore, che si uniscono al livello della grande tuberosità ischiatica.

• Pube → formato dal corpo, al livello dell’acetabolo, e dalle 2 branche superiore e inferiore, che si uniscono al livello della sinfisi pubica. Tra le due superfici che si uniscono in questa articolazione, c’è un disco fibro-cartilagineo, che aderisce alle due faccette articolari, che ha funzione di assorbimento dello shock, analogo ai dischi fra le vertebre. E’ un’articolazione dotata di poca mobilità, che permette solamente piccoli movimenti di scivolamento. Si distende durante il parto permettendo un aumento del diametro pelvico.

Ogni osso dell’anca ha 2 facce: esterna o fossa iliaca esterna e interna o fossa iliaca interna. Nella fossa iliaca esterna vi sono 3 rilievi in rapporto all’inserzione dei 3 m. glutei:

- il rilievo inferiore contorna l’acetabolo - il rilievo anteriore, che va dalla cresta iliaca all’incisura - il rilievo posteriore, che è parallelo al margine posteriore dell’osso dell’anca

L’acetabolo è laterale, ed è formato dalla fossa acetabolare, con una porzione priva di cartilagine sul fondo, che da inserzioni al legamento rotondo, ed una parte periferica detta faccia lunata, coperta da cartilagine, che si articola con la testa del femore. La fossa acetabolare è limitata da un ciglio, che presenta verso il basso l’incisura acetabolare. Anteriormente all’acetabolo vi è il foro otturatorio, che viene per la maggior parte chiuso dalla membrana otturatoria. La fossa iliaca interna viene suddivisa in 2 zone dalla linea arcuata:

• la zona superiore, che corrisponde all’ala iliaca, e si suddivide anteriormente nella fossa iliaca interna, e posteriormente nella superficie auricolare dell’articolazione sacroiliaca;

• la zona posteriore, o tuberosità iliaca, che da inserzione al robusto legamento sacroiliaco. La cresta iliaca é spessa e va dalla spina iliaca antero-posteriore alla spina iliaca supero-posteriore. Il suo margine anteriore va dalla spina iliaca antero-superiore alla spina iliaca antero-inferiore. Sul ramo superiore del pube si trova l’eminenza ileopettinea, che termina con il tubercolo pubico. Il margine inferiore comprende la sinfisi del pube, la branca ischio-pubica, la tuberosità ischiatica. Movimento CS espresso dalle iliache: essendo ossa pari esprimono la rotazione eterna-interna. Quando il sacro va in flessione le creste iliache si aprono in rotazione esterna, quando il sacro va in estensione le iliache seguono in rotazione interna, creando spazio posteriormente nell’articolazione sacro-iliaca.

I MUSCOLI DEL CINGOLO PELVICO

I muscoli più importanti che hanno rapporto con il cingolo pelvico sono l’ileo-psoas, il grande gluteo, il medio-gluteo, il piccolo gluteo e il piriforme. Il M. ILEO PSOAS (vedi anche dispensa 1° livello) è il più importante per l’integrazione del corpo. Collega la coscia al bacino e alla colonna vertebrale e si congiunge alla porzione lombare della colonna vertebrale ed è condizionato dalla respirazione. E’ formato da: m. iliaco → nasce ed è accolto nella fossa interna dell’ileo, si estende in avanti al di sopra del pube e si inserisce sul piccolo trocantere del femore. In tal modo integra il bacino con la coscia, assicurando forza e resistenza nei movimenti di flessione all’altezza dell’anca (es. movimento di calciare un pallone o nella corsa su lunghe distanze). E’ innervato dal n. femorale (L2-L4).

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m. grande psoas → nasce dalle facce laterali dei corpi di D12, L1, L2, L3, L4 e dai dischi intervertebrali interposti e dalle basi dei processi trasversi delle vertebre lombari, prosegue anteriormente al di sopra del bordo del pube e scende nella coscia, dove si inserisce sul piccolo trocantere (parte interna della coscia). Copre quindi una lunga distanza e integra la colonna vertebrale con l’arto inferiore. Quando la colonna vertebrale viene tenuta ferma partecipa alla flessione dell’anca (es. movimento di sollevare il ginocchio in posizione eretta). Quando la gamba viene tenuta ferma partecipa alla flessione della colonna vertebrale (es. movimento di passaggio dalla posizione seduta alla posizione in piedi). E’ innervato dalle radici L1-L4. m. piccolo psoas → ha origine in corrispondenza di D12 e si congiunge al bordo del pube, integrando la colonna con il bacino. Partecipa al mantenimento dell’ allineamento orizzontale del bacino in posizione eretta, impedendo agli organi contenuti nel bacino di cadere in avanti contro la parete addominale. Nel suo insieme il m. ileo-psoas flette la coscia, abducendola lievemente e facendola ruotare lateralmente. A femore fisso flette il tronco ed il bacino. Quando contraiamo gli ileo-psoas, il ventre si incava, poichè gli ileo-psoas esercitano una trazione in direzione della colonna vertebrale. Prova a muoverti dalla posizione seduta a eretta, e osserva se usi gli ileo-psoas (incavando l’addome), oppure se erroneamente usi altri muscoli dell’addome, inducendo tensione e rigidità alla schiena, specialmente nella zona lombare.

Il M. GRANDE GLUTEO ha origine nel tratto più posteriore della fossa iliaca esterna, dal labbro esterno della creta iliaca, dalle parti laterali del sacro e del coccige e si inserisce nel tratto ilio-tibiale ed alla tuberosità glutea del femore. E’ innervato dalle radici L4-S2. Il m. grande gluteo estende, ruota lateralmente ed abduce la coscia. Il M. MEDIO GLUTEO è più anteriore rispetto al m. grande gluteo e parzialmente ricoperto da esso. Nasce nella porzione della fossa iliaca esterna interposta tra linee anterioree posteriore. I suoi fasci convergono anteriormente e si inseriscono sul grande trocantere. E’ innervato dalle radici L4-S1. Il m. medio gluteo abduce e ruota medialmente il femore. Il M. PICCOLO GLUTEO è ancora più profondo rispetto ai due precedenti, è circoscritto dalle linee glutee anterire ed inferiore e si inserisce al gran trocantere. E’ innervato da L4-S1. Il m. piccolo gluteo abduce e ruota lateralmente il femore. Il M. PIRIFORME è in parte intra ed in parte extra-pelvico. Ha origine dalla parte laterale della faccia anteriore dell’osso sacro in corrispondenza di S3, S4 ed S5 e dal 2° e 3° foro sacrale

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anteriore. I fasci convergono anteriormente e lateralmente, passando per il foro ischiatico, e si raccolgono in un tendine che va ad inserirsi al margine superiore del grande trocantere. E’ innervato da S1-S2. Il m. piriforme ruota lateralmente e abduce la coscia.

LA COLONNA VERTEBRALE

“Simbolicamente la colonna vertebrale è il cammino del nostro incontro con noi stessi, nella nostra potenzialità deificante. Colonna di mezzo è il luogo dell’incontro e del connubio della destra e

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della sinistra, del maschile e del femminile in noi, del “compiuto” e del “non ancora realizzato”. (…) La colonna vertebrale è dunque il luogo privilegiato dove si inscrivono tutte le nostre liberazioni, i successivi compimenti, ma anche i nostri blocchi, le paure, il nostro rifiuto, rifiuto di evolvere, rifiuto di sposare, rifiuto di amare…e tutte le tensioni, tutte le sofferenze che essi generano. La colonna vertebrale inscrive anche le sofferenze necessarie, quelle dei nostri parti. Discernere le sofferenze patologiche dalle sofferenze iniziatiche dovrebbe essere il ruolo del vero medico.” Annick De Souzenelle La colonna vertebrale è la nostra LM strutturale o fisica ed è la sede fisiologica che ospita la LMP (corpi vertebrali) e la LM Fluida (canale durale). E’ una struttura centrale e incarna le funzioni di orientamento di base per tutta la struttura fisica. La colonna vertebrale, o rachide, è uno stelo osseo mobile che compone parte dello scheletro del tronco. Insieme al cranio, alla gabbia toracica, allo ioide, al sacro e al coccige forma lo scheletro assile, che è il nostro antico scheletro di pesci, di cui non facevano ancora parte gli arti. La “stazione eretta” tipica dell’essere umano è una conquista fondamentale che ci permette di stare in piedi e di camminare ed è un tratto distintivo della nostra specie. La struttura centrale che permette questo è la colonna vertebrale. Abbiamo visto che è la prima struttura che inizia a formarsi durante lo sviluppo embrionale (il primo sistema che inizia a formarsi è quello circolatorio) e questo testimonia il suo ruolo centrale. Possiamo riassumere le funzioni della colonna vertebrale:

• permette la stabilità del corpo • è il fulcro naturale attorno al quale tutte le altre strutture si muovono, permettendo

l’allineamento posturale • sostiene la testa, le spalle e gli arti superiori • contiene e protegge il midollo spinale • favorisce la mobilità e gli spostamenti del tronco • funge da ammortizzatore, in quanto è capace di assorbire carichi e forze grazie alla sua

flessibilità ed elasticità • garantisce l’equilibrio durante la deambulazione

La colonna vertebrale è formata da:

• 7 vertebre cervicali • 12 vertebre toraciche • 5 vertebre lombari • 5 vertebre sacrali fuse insieme • 3-4 o 5 vertebre coccigee fuse insieme

Ogni vertebra è composta da un corpo, un processo spinoso e due processi trasversi, che delimitano un forame nel quale passa il midollo spinale. L’atlante non ha il processo spinoso, che impedirebbe il movimento all’indietro della testa. Il corpo è cilindrico ed ha una faccia superiore ed una faccia inferiore a contatto con un disco cartilagineo per parte, attraverso il quale entrano in rapporto con la vertebra vicina. I dischi cartilaginei (che si trovano solo fra le vertebre libere) contengono del liquido e fungono da ammortizzatori per la colonna vertebrale. Questi dischi permettono di ammortizzare le vertebre durante i movimenti come il salto o la corsa. Il processo spinoso si trova posteriormente alla colonna ed è il punto di attacco di numerosi muscoli. I processi trasversi si protendono lateralmente e creano passaggi per i nervi spinali e per i vasi sanguigni. Sono anche il punto di attacco dei muscoli posteriori (m. erettori) della colonna vertebrale.

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Il forame si trova dietro il corpo della vertebra. La sovrapposizione dei forami vertebrali forma un canale osseo, il canale spinale, che contiene il midollo spinale. Fra una vertebra e l’altra si trova il disco intervertebrale, una sorta di ammortizzatore fibro-idraulico. Le dimensioni delle vertebre aumentano a mano a mano che si procede dall’alto verso il basso, così che le vertebre lombari e sacrali sono le più grosse, formando una solida base attraverso la quale il peso viene distribuito sul bacino. Le vertebre si contano dall’alto verso il basso e sono indicate con la loro iniziale (C1, C2, ecc). L’atlante è la sola vertebra che può muoversi indipendentemente dal resto della colonna vertebrale. Si chiama così perché sostiene la testa. Il suo corpo è costituito dall’arco anteriore, congiunto con l’arco posteriore dalle due masse laterali. L’arco anteriore si articola posteriormente con il dente dell’epistrofeo (2° vertebra cervicale). Sulle masse laterali della faccia superiore ci sono i processi articolari per i condili occipitali, anteriormente ai quali ci sono i solchi per l’arteria vertebrale. Sulla superficie inferiore dell’atlante, che è piana e circolare, ci sono le superfici articolari per l’epistrofeo. L’atlante permette al cranio un movimento di oscillazione avanti e indietro, come nel gesto di assenso. Il cranio inoltre può oscillare sui condili nelle due cavità dell’atlante. Cranio e atlante insieme possono effettuare un movimento di rotazione attorno all’epistrofeo, permettendo di effettuare il movimento di diniego. Il movimento dell’epistrofeo, come di una qualsiasi altra vertebra, si trasferisce al resto della colonna per mezzo dei processi trasversi, garantendo la protezione del midollo spinale. Il movimento della colonna vertebrale si diffonde in modo ritmico attraverso tutta la struttura, come in un serpente. L’epistrofeo, o asse, ha un corpo che si prolunga verso l’alto in un processo allungato detto dente, che si articola anteriormente con l’arco anteriore dell’atlante. Il processo articolare superiore è pianeggiante, e quello inferiore è fortemente inclinato in basso e posteriormente. La III, IV e V vertebre cervicale sono le vertebre tipiche, con il corpo poco alto; largo, e la superficie superiore incurvata posteriormente verso l’alto. Le lamine sono sottili e molto spioventi. Il foro vertebrale è ampio e il processo spinoso è breve e bifido. I processi trasversi sono forati, lasciando passare l’arteria vertebrale. Le faccette articolari superiori ed inferiori sono incurvate dall’alto al basso e dall’avanti all’indietro su un piano frontale. La VI vertebra cervicale è caratterizzata da una sporgenza della superficie anteriore del processo trasverso, detta tubercolo carotico. La VII vertebra cervicale è detta vertebra prominente, grazie al suo processo spinoso particolarmente accentuato. Le vertebre toraciche aumentano in altezza e volume dall’alto verso il basso e i corpi sono più cilindrici. Subito prima dei peduncoli si trovano le faccette costali, a cui si articolano le costole. Le lamine sono robuste e fortemente inclinate in basso e indietro. I processi trasversi sono robusti e presentano anteriormente le faccette articolari per le costole. I processi articolari sono quasi verticali frontalmente, leggermente inclinati in basso e verso l’esterno. Le vertebre lombari sono grosse e massicce, aumentando di dimensione dall’alto verso il basso. Le lamine sono brevi ed inclinate in basso e indietro. I processi articolari superiori sono orientati all’indietro e medialmente, e quelli inferiori di lato e in avanti. La colonna vertebrale è formata da una sequenza di curvature alterne. In corrispondenza delle vertebre cervicali la curvatura è anteriore (collo), in corrispondenza delle vertebre toraciche la curvatura è posteriore (dorso della gabbia toracica), in corrispondenza delle vertebre lombari la curvatura è di nuovo anteriore (zona reni) , la curvatura è di nuovo posteriore sul sacro e anteriore sul coccige.

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Un problema su una curvatura anteriore (o posteriore) si riflette sull’altra curvatura anteriore (o posteriore): un problema al collo si riflette e può dare dolore alla zona lombare. Si definiscono lordosi le curve con concavità anteriore (cervicale e lombare) e cifosi le curve concavità posteriore (dorsali). Le curvature svolgono una funzione di ammortizzamento degli urti, permettendo l’assorbimento di un colpo inferto su una parte da parte di tutta la struttura. Ogni vertebra si unisce alla successiva attraverso 3 articolazioni: anteriormente, tra i corpi vertebrali, si trova il disco intervertebrale; posteriormente, ci sono 2 articolazioni inter-apofisarie, formate dalle superfici articolari situate sulle apofisi articolari: le superfici inferiori delle vertebre superiori corrispondono alle superfici superiori delle vertebre inferiori. Queste superfici articolari sono piccole e servono soprattutto come guida al movimento. Visto da sopra il disco è formato da 2 parti:

• una parte periferica, detta anulus o anello, formato da lamelle concentriche di cartilagine fibrosa, come strati di cipolla;

• una parte centrale: il nucleo o nocciolo, una specie di sfera ripiena di liquido gelatinoso. L’insieme forma una sorta di ammortizzatore in grado di sopportare il massimo della pressione trasmessa dalle vertebre. La colonna diventa così una successione di segmenti fissi, le vertebre, e di segmenti mobili, i dischi e le articolazioni interapofisarie. Questo permette una mobilità nei tre piani dello spazio, con un movimento simile a quello del serpente. Durante la flessione del corpo in avanti, le apofisi articolari superiori scivolano sulle inferiori in alto

e in avanti, il nucleo si sposta un pò indietro e il disco viene schiacciato anteriormente, con stiramento posteriore. Le lamine e i processi spinosi si allontanano e i legamenti posteriori vanno in tensione. Durante l’estensione del corpo (piegando la colonna e la testa all’indietro) accade l’inverso: le apofisi articolari vanno a contatto in compressione, il disco si comprime anteriormente, e il nucleo si sposta in avanti. I processi spinosi e le lamine si avvicinano, così che i legamenti posteriori si distendono, e il legamento longitudinale anteriore entra in tensione. (Attenzione, nell'immagine precedente, i termini flessione ed estensione si riferiscono al movimento del corpo e non alla Respirazione Primaria).

Nell’inclinazione laterale la vertebra superiore si inclina lateralmente su quella inferiore, schiacciando il disco sul lato della concavità, e stirandolo sul lato della convessità, facendo spostare il nucleo verso la

convessità. Le apofisi articolari si avvicinano sul lato della concavità e si allontanano sul lato della convessità, inducendo rispettivamente una contrazione e una distensione dei legamenti.

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Nella rotazione, le fibre del disco vanno in torsione. Le direzioni delle fibre si incrociano da una lamina all’altra, così che una lamina su due è in tensione mentre l’altra è detesa. Aumentando la tensione delle fibre si ha una diminuzione dello spessore del disco con una leggera compressione del nucleo. Tutti i legamenti entrano in tensione. Il disco è fragile e tende a invecchiare precocemente, quando subentrano cause di cattive condizioni meccaniche. La colonna vertebrale è sostenuta da 4 legamenti longitudinali che, partendo dal lato anteriore della colonna e proseguendo verso il lato posteriore, sono:

• legamento longitudinale anteriore: lungo la parte frontale dei corpi delle vertebre • legamento longitudinale posteriore: sulla superficie posteriore dei corpi delle vertebre

all’interno del canale vertebrale • legamento giallo: sulla superficie posteriore del canale vertebrale • legamento sovra spinale: collega la superficie posteriore della colonna vertebrale lungo i

processi spinosi. Collegata alla colonna vertebrale c’è la cassa toracica, un struttura estremamente mobile composta da 12 costole per lato. Le costole sono collegate posteriormente alla colonna, e anteriormente allo sterno, mediante articolazioni mobili. Ogni costola forma un’articolazione a cerniera con la colonna vertebrale, collegandosi con il corpo e il processo trasverso di una vertebra e con il corpo della vertebra superiore. In tal modo le costole possono fare leva sulla colonna vertebrale per compiere un movimento di rotazione, oltre ai movimenti di sollevamento e abbassamento durante la respirazione. Alla base della cassa toracica c’è il diaframma, un muscolo che si attacca attorno alla base delle ultime 6 costole e alla 12 vertebra toracica. Il trasferimento del peso dal cranio alla colonna vertebrale è fondamentale per l’allineamento posturale. Il peso della testa di un adulto varia da 7 a 10 kg, e tale peso viene trasferito alla colonna vertebrale attraverso la prima vertebra, l’atlante. Due protuberanze ossee dell’occipite, i condili, formano come due piedistalli che collegano il cranio alle corrispondenti cavità di appoggio dell’atlante. Il peso si trasferisce verso il basso lungo i corpi delle vertebre, si distribuisce sulle ossa del bacino attraverso il sacro, e viene scaricato a terra tramite le gambe e i piedi. Il trasferimento del peso dal cranio alla colonna è inoltre fondamentale per l’efficienza del sistema nervoso. Il giusto equilibrio in corrispondenza di occipite e atlante permette che il midollo spinale passi dal cervello alla colonna vertebrale senza compressioni. Il midollo spinale passa dal cervello lungo la colonna vertebrale attraverso il forame magnum, un foro formato dall’osso occipitale alla base del cranio. Il midollo spinale scorre all’interno del canale vertebrale, un canale formato dalla successione dei forami vertebrali, e finisce tra la prima e la seconda vertebra lombare, dove si divide nei nervi periferici del plesso sacrale e in fini terminazioni, dette cauda equina. “Se osiamo avventurarci lungo il ponte che dalla testa porta al corpo, potremo trovare la nostra anima nell’oscurità e potremo trovare le domande che la sollecitano, aprendo ogni cellula mentre la portiamo alla coscienza.” Marion Woodman

SCHEMA PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE VERTEBRE:

• Atlante (C1) non ha il processo spinoso dorsale; è articolata con l’occipite • Epistrofeo (C2) è la prima vertebra con processo spinoso dorsale, sotto al forame magno • C7-T1 sono vertebre particolarmente prominente, di solito è più prominente C7, ma non

sempre. Per distinguerle, poggiare un dito sulla vertebra prominente e far piegare la testa avanti: se la vertebra “sparisce” è D1, se non sparisce è C7.

• T7 quando la persona è prona, è all’altezza della punta inferiore della scapola • T12 seguire l’ultima costola fluttuante fino alla colonna • L3 generalmente a livello della vita

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Ricordiamo inoltre che 2 vertebre in particolare sono i fulcri naturali rispetto a determinate articolazioni. Fulcro naturale vuol dire che il movimento di quelle articolazioni è organizzato fisiologicamente attorno a quelle vertebre, a partire dalla sviluppo embrionale:

• C7 la settima vertebra cervicale è il fulcro naturale delle articolazioni delle braccia • L5 la quinta vertebra lombare è il fulcro naturale delle articolazioni delle gambe

Dal punto di vista del lavoro significa che ogni qualvolta un’articolazione è interessata in uno schema non equilibrato, può essere importante portare attenzione anche al suo fulcro naturale. Nelle pagine seguenti trovi una serie di mappe per orientarti nel mondo delle connessioni delle vertebre.

MUSCOLI DEL DORSO (vedi immagine dispensa 1° livello, pag. 32) I m. del dorso si dividono in:

• m. superficiali, o spino-appendicolari → sono il trapezio e il grande dorsale. Più profondamente ci sono il romboide e l’elevatore della scapola.

• m. medi, o spino-costali → sono i m. che vanno dalla spina dorsale alle coste.

• m. profondi, o m. spino-dorsali → sono i m. disposti longitudinalmente nelle docce spino costali. E’ un sistema muscolare complesso, di cui fanno parte l’insieme dei m. profondi posteriori del collo: lo splenio del collo e della testa, il piccolo retto, il grande retto, il piccolo obliquo e il grande obliquo.

Lavoriamo su questi muscoli – direttamente o indirettamente – ogni volta che lavoriamo i diaframmi.

Secondo gli yogin ogni lacrima non versata va a finire nella schiena.