2 - IstruzioneDEF

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Progetto grafico, contenuti e produzione a cura di Fiori di Zucca & Luca Caratozzolo

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Oggi è il primogiorno di scuola!

Io sono Filo

Io sono Andrea

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Nel Nord del Mondo

Tu, che sei nato e vivi da sempre in un Paese del Nord del mondo, sai che in queste zone praticamente tutti i bambini frequentano la scuola; l’età di inizio dell’esperienza scolastica può variare da regione a regione, da Stato a Stato.

Imparare ed insegnare

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Ogni parte del mondo sembra infatti ave-re la sua proposta: l’Irlanda del Nord, ad esempio, iscrive i suoi bambini alle ele-mentari già a quattro anni, mentre la Fin-landia e la Svezia attorno ai sette anni. Il record di iscrizione “tardiva” infine, lo detengono i mongoli, per i quali la scuola comincia, con tutta calma, a 8 anni.

Osservando i dati diffusi dall’Istituto di Statistica dell’Unesco, si scopre poi che la regola dei sette anni vale in 47 paesi (compresi Russia, Cina, Brasile, Sudafrica e Malesia), contro i 29 dei cinque anni e i 126 dei sei anni. Uno solo, la Mongolia appunto, fa iniziare l’istruzione primaria a otto anni.

Per quanto riguarda poi il “termine minimo” dell’esperienza scolastica, le legislazioni occidentali si assestano attorno ai 16-18 anni.

In Italia ad esempio, già nel 1877 la scuola elementare era obbligatoria (da 6 a 9 anni), poi nel 1929 il termine si spo-stò a 12, e successivamente a 18; oggi è a 16 anni.

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Un ulteriore dato riguarda l’età presco-lare, quella da zero a sei anni: in tutti i Paesi sviluppati esiste, fosse anche solo per le necessità lavorative delle madri, una forma di scuola dell’infanzia. In Italia abbiamo l’Asilo Nido, e successivamen-te la Scuola Materna, il primo da 0 a 3 anni, la seconda da 3 a 6.

L’esigenza della Scuola Materna è sicura-mente più “educativa”, e quella del Nido più necessaria alle madri lavoratrici, ma ad ogni modo entrambe concorrono, con gli altri livelli di istruzione, a formare la persona da quando ha pochi mesi fino al termine della carriera universitaria e, se si considerano anche Corsi, Master e

Perfezionamenti vari, possiamo parlare, senza ombra di dubbio, di Istruzione per-manente.

Ma tornando all’Istruzione Primaria, perché è di questo che si parla quando si considerano gli Obiettivi del Millennio, possiamo tranquillamente affermare che essa, nel Nord del mondo, è ormai una certezza per tutti o quasi. Il 97% dei nostri bambini va a scuola, e quelli che ne restano esclusi fanno parte di realtà marginali e spesso non inserite nel tes-suto sociale. In questi casi ricordiamo poi che l’autorità interviene allo scopo di condurre anche i genitori più reticenti a mandare a scuola i figli.

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Potrebbe sembrare un quadro interamente positivo, ma così non è. Ci sono, nei Paesi Occidentali, almeno tre problemi con la scuola: la svalutazione del valore dell’istruzione, la conseguente mancanza di motivazione e l’abbandono scolastico.

Sono, chiaramente, mali tipici delle società nelle quali ai valori del-la competenza e dell’istruzione si sono sostituti, molto spesso, quel-li del denaro, dell’apparenza, della fama, e questo dovrebbe farci riflettere.

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Nel Sud del Mondo

Il Sud del mondo è in una situazione molto diversa dalla nostra, ed è anche molto variegata. A fianco infatti di zone, come l’est dell’Asia, l’Asia centrale e l’A-merica Latina, che raggiungono, sull’i-struzione primaria, punte tra l’80 ed il 90%, abbiamo regioni, come l’Africa Subsahariana, che raggiunge oggi solo il 76%. Potrebbe sembrarti un valore alto, ma prova a pensare che, nella tua scuola, ogni 4 classi se ne perderebbe una, che ¼ dei bambini di 6 anni non avrebbero accesso all’istruzione.

Un passo importante

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La situazione diventa sempre più grave man mano che si progredisce nei livelli dell’istruzione; la scuola secondaria di primo grado (la scuola media, in Italia): nonostante gli indiscutibili passi avanti compiuti in tutto il mondo nell’accesso all’istruzione, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria rimane piuttosto bas-so nei Paesi in via di sviluppo,

soprattutto in Africa e in Asia.

Numerosi, infatti, sono gli alunni nella fascia di età della scuola secondaria che, di fatto, frequentano le scuole elementari, perché magari hanno iniziato più tardi il percorso formativo o hanno dovuto ripe-tere alcuni anni.

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Globalmente, sono 71 milioni i bambini che anagraficamente dovrebbero frequen-tare la scuola media inferiore, ma che di fatto non lo fanno e 127 milioni i giovani tra i 15 e i 24 anni analfabeti.

Le zone con i peggiori indicatori nell’istruzione secondaria sono l’Asia me-ridionale e L’Africa Subsa-hariana.

I tassi colano poi a picco se si considera l’accesso all’istruzione

universitaria: se quasi 90 ragazzi su 100 frequentano l’università in Austra-lia, 76 in USA, 60 nel regno Unito e 55 in

Italia, sono solo 19 I Ci-nesi, e 21 gli Indonesiani.

Va molto peggio in Afri-ca, dove le punte di dia-mante sono il 17% delle Isole Mauritius, il 15 del Sudafrica, il 10 della Ni-geria, con abissi sotto il 3% per ben 24 Paesi, ed una media continentale del 5%!

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Quali sono le cause di questa tragedia educativa?

Sicuramente, in primis, la povertà, talmen-te grave in alcuni casi che non consente altra attività quotidiana (nè per i grandi, nè per i piccoli), che la ricerca di cibo e risorse economiche.

Altre cause sono: l’assenza di politiche scolastiche, non strana in Nazioni con una situazione sociale e politica praticamente disastrosa, I conflitti armati locali o nazio-nali, le malattie, spesso legate allo stato di denutrizione, le discriminazioni etniche, relative al luogo di residenza, e quelle di genere.

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Considerando le ultime due cause, ti proponiamo una seire di dati illuminanti: consoderando 55 Paesi in Via di Sviluppo, c’è sempre almeno un 5% di differenza, a parità di altre condizioni, tra maschi e femmine nell’accesso alla scuola secondaria.

Ad esempio, nelle famiglie povere, ri-mangono fuori dall’istruzione seconda-ria il 31% dei maschi, e ben il 36% delle femmine; nelle famiglie ricche, si parla di un 10% di maschi e di un 14% di femmine.

Inoltre, I ragazzi e le ragazze delle zone rurali, e quindi maggiormente distanti dalle scuole, sono ulteriormente penaliz-

zati: 23% dei maschi e 27%delle femmi-ne restano fuori dalla scuola.

Si può fare davvero molto per questi ragazzi; dobbiamo pensare, infatti, che ogni bambino o ragazzo che perde l’op-prtunità di frequentare la scuola diver-rà un adulto privo di opportunità lavo-rative, di coscienza di sè e dei propri diritti, in poche parole una persona destinata a recita-re, sulla scena so-ciale del suo Paese e del mondo intero, il ruolo di vittima.

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Se invece avrà accesso all’istruzione, cominciando dalla scuola primaria e giungendo poi a livelli più alti, sarà in grado di leggere e comprendere meglio la realtà, di trova-re un lavoro qualificato, di avere un reddito fisso che gli consentirà di mantanere sè e la propria famiglia, e a sua volta di comprendere il valore dell’istruzione e di trasmetterlo ai propri figli.

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Il confronto

Come hai visto, il legame tra povertà e mancanza di istruzione è molto forte; sai anche che andare a scuola costa. Forse però non hai un’idea chiara di quanto costi andare a scuola, alle fami-glie ed allo Stato.

Beh, forse ti sembrerà impossibile, ma uno studente italiano medio costa allo Stato 6.000 euro l’anno, cioè circa 17 euro al giorno! Ma ci sono anche costi più alti, sono infatti più di 10.000 euro in Lussemburgo, e più bassi, quasi 2.500 in Bulgaria.

Povera cultura...

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Al di là delle singole cifre, sono davvero molti soldi, quelli che vengono investiti dallo Stato nell’istruzione.

Per quanto riguarda le famiglie, vediamo qualche dato. Si parla, per il 2012/2013, di un costo medio per famiglia, per affrontare la scuola media, e solo per i libri, di 507 euro a famiglia.

A tutto questo dobbiamo aggiungere quello che ogni studente come te ritiene “indispensabile”, cioè tutto quell’insieme di astuccio, zaino, materiale di cancelleria, quaderni…

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Per farti capire qual è il rapporto econo-mico relativamente alla scuola tra te e, ad esempio, uno studente africano, partiamo solo dal costo medio di uno zaino, dicia-mo tra i 50 e i 70 euro. E ora vediamo, in parallelo, i costi di un PVS:

Con 25 euro puoi fornire di una dotazio-ne completa per la scuola a 5 studenti in Rwanda; il salario mensile di un maestro in Costa d’Avorio è di circa 40 euro; con 50 euro puoi acquistare 4 lavagne grandi per 4 classi di scuola elementare, che verranno frequentate da quasi 120

bambini, in Zimbabwe; con 80 euro puoi mantenere e far studia-re per un anno due bambini orfani del Malawi; 170 euro bastano per coprire i costi di 2 classi di 40 bambini ciascuna in Eritrea;

350 euro possono servire per un depu-ratore che fornisce acqua potabile alla scuola e a parte del villaggio a cui appar-tiene in Mozambico

un piatto di mais e fagioli in Africa Cen-trale costa 0,20€, e spesso è il solo pasto giornaliero di un bambino;

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mandare alla scuola secondaria un ra-gazzo per un intero anno scolastico in Costa d’Avorio costa dai 300 ai 400€.

Come puoi vedere, sono costi davvero bassi, se pensi che il nostro zaino firma-to consentirebbe a due bambini di anda-re a scuola per ben un anno.

E’ chiaro ora che un risparmio minimo nel tuo corredo scolastico, che non in-ciderebbe davvero molto sulla tua vita, come ad esempio passare da uno zaino da 80 euro ad uno da 30, permetterebbe di realizzare uno degli obiettivi che hai visto sopra.

Cosa succederebbe, allora, se ognuno di noi rinunciasse a un po’ della sua enorme fortuna?

A noi nulla, ma a qualcun altro invece succederebbe davvero

moltissimo, pensiamoci!

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Iscrizioniscuola primariaNord del Mondo

97%

Lo stato di avanzamento delle iscrizioni alla scuola primaria è andato rallentando dal 2004, anche se i paesi che dovevano affrontare le sfide più difficili hanno fatto grandi passi avanti!

Stiamo raggiungendo il secondo Obiettivo del Millennio?

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Comportamenti Virtuosi

Dopo aver gettato uno sguardo sulla condizione dell’istruzione, primaria e non, nel mondo, siamo pronti per riflettere un po’ su quanto abbiamo visto, con lo scopo di cercare soluzioni possibili e praticabili da un lato, e di vedere dove e come alcuni di questi comportamenti virtuosi siano già stati messi in atto.

Bolivia, Kenya, Camerun e Bangladesh

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Hai già visto, nel grafico precedente, lo Stato di Avanzamento dell’Obiettivo “Universal Primary Education”, che molte cose sono cambiate nei PVS in questi ultimi anni, ed in particolare dal 1999 ad oggi.

Hai visto che molti più bambini vanno a scuola, l’8% nell’Africa del Nord, il 16% nell’Asia del Sud, il 18% nell’Africa Subsahariana, la zona che presenta la situazione mondiale, ad oggi, più drammatica.

Globalmente, nei PVS, oggi va a scuola l’8% in più dei bambini che ci andava nel 1999.

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I motivi sono molti e vari, ecco i maggiori:

- L’arrivo di aiuti mirati da parte dei Paesi Occidentali;

- l’abbassamento o l’annullamento delle tasse scolastiche, prima impossibili da pagare per le famiglie;

- la sensibilizzazione sull’iscrizione a scuola anche delle bambine e delle ragazze;

- la sensibilizzazione, da parte dei governi, sul valore dell’educazione presso le famiglie stesse;

- il minor ricorso al lavoro minorile e infantile.

Bolivia, Kenya, Camerun e Bangladesh sono, oggi, i quattro Paesi più virtuosi in questo senso.

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Ci troviamo quindi di fronte ad un mon-do curiosamente diviso in due grandi blocchi: da un lato quello Occidentale, industrializzato, in cui l’accesso alla scuola è garantito a tutti, non solo, è addirittura obbligatorio, ma nel quale è molto forte la carenza di motivazione, ed è in continuo aumento l’abbandono scolastico, an-che in un periodo nel quale la disoccupazione giova-nile è a livelli drammatici. Dove vanno questi ragaz-zi, che non frequentano più la scuola e non lavorano ancora? Perché le nostre

Nazioni non riescono più a mandare un messaggio chiaro su quanto sia impor-tante l’istruzione? Dall’altro abbiamo il

Sud del Mondo, quello dei PVS, che hanno pochissime risor-se, e che quindi pochissime ne destinano all’istruzione, ma nei quali ogni ragazzo che riesce ad andare a scuola vive l’esperienza educativa come un grande traguardo, e dà a quell’opportunità così rara un valore enorme. Un valore che rappresenta, nel caso delle bambine e delle ragazze, addi-

rittura il primo passo verso una vera e propria rivoluzione.

Paesi in via di sviluppo

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È ora di far incontrare questi due mondi, è ora per noi di spendere meno e dare di più dal punto di vista economico, di imparare

a ricevere di più da quello morale ed educativo.

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La scuola è una grandeopportunità che dobbiamosaper apprezzare...

...ogni giorno!

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Progetto: Education au développement:stratégies territoriales por un défi global

Il contenuto di questo e-book è di esclusiva responsabilità dell’autoree non riflette in alcun modo il parere dell’Unione Europea

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Progetto grafico, contenuti e produzione a cura di

Fotografie di:Adelaide Di Nunzio, Valerio Acampora, Luca Caratozzolo e Michele Catalano