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2. IL CAMPO D’AVIAZIONE DI GONARS L’ingresso del campo d’aviazione di Gonars lungo la strada che da Gonars porta a Gris. Il cartello sulla destra indica la presenza della 44ª Squadriglia aeroplani che operò da questa struttura per due anni a partire dall’ottobre 1915. Sulla sinistra due delle cinque aviorimesse in legno, la torretta di osservazione e un automezzo per il trasporto del personale. Sulla destra si intravede una palazzina in muratura. (Foto Archivio USSMA)

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2. il campo d’aviazione di Gonars

l’ingresso del campo d’aviazione di Gonars lungo la strada che da Gonars porta a Gris. il cartello sulla destra indica la presenza della 44ª squadriglia aeroplani che operò da questa struttura per due anni a partire dall’ottobre 1915. sulla sinistra due delle cinque aviorimesse in legno, la torretta di osservazione e un automezzo per il trasporto del personale. sulla destra si intravede una palazzina in muratura. (Foto archivio Ussma)

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2.1 i vieris trasFormati in campo d’aviazione

Gonars fu sede, durante la Grande Guerra, di uno dei nume-

rosi campi d’aviazione realizzati dal Regio Esercito a ridosso

del Fronte per consentire l’attività di volo delle Squadriglie

che componevano la neonata Aviazione Militare. Il campo,

la cui denominazione era “di Gonars”, in quanto il comando

del reparto che lo occupava aveva sede in paese, sorgeva in

un’area nota con il toponimo Vieris, situata in buona parte

sul territorio del limitrofo comune di Bicinicco. Vieris (plura-

le della forma friulana vieri), che in italiano significa “tenuti

a maggese”, identificava una vasta area di terreni incolti a

nord-ovest del paese compresa fra le strade che portano da

Gonars a Gris (l’attuale strada provinciale n. 85) e da Gonars

a Chiasiellis (strada sterrata).

Le prime notizie certe di utilizzo dell’area dei Vieris da parte

dell’aviazione risalgono al giorno in cui vi si trasferì la 4a Squa-

driglia da Ricognizione per Artiglieria (5 ottobre 1915). Silvio

Scaroni, Sergente Pilota del sopraccitato reparto, ricorda così

l’avvenimento: “Il 5 ottobre 1915, finalmente, la Squadriglia,

colla rombante teoria di camions, vetture, vetturette giunge-

va nella sua sede di guerra, in Gonars, presso Palmanova,

accolta con entusiasmo e con curiosità dalla popolazione”1.

Il campo, sede della 4a Squadriglia (poi 44a) e per alcuni mesi

della 3a (poi 43a), rimase operativo per i successivi due anni

di guerra, fino al suo abbandono in seguito alla ritirata di Ca-

poretto (dagli archivi parrocchiali risulta che i primi austriaci

siano entrati a Gonars alle 15:00 del 30 ottobre 1917). A

differenza di quanto avvenne nel dopoguerra per altri campi

di aviazione situati in Friuli, non si hanno notizie, per quanto

concerne il campo di Gonars, di un impiego successivo all’ot-

tobre 1917 né da parte dell’aviazione austro-ungarica né da

parte italiana. L’unico utilizzo militare noto dei prati dei Vie-

ris, oggi trasformati in una cava di ghiaia, risale alla seconda

guerra mondiale con la costruzione di una sezione del cam-

po di concentramento per internati civili sloveni e croati.

La totale assenza di mappe e documenti riguardanti le instal-

lazioni non consente di stabilire con precisione quali appezza-

menti di terreno siano stati occupati ed in che periodo siano

iniziati i lavori di preparazione e costruzione delle infrastrutture.

Tuttavia, l’analisi delle fotografie disponibili, messe a confronto

il sergente pilota Filippo volontè ritratto insieme a contadini di Gonars. (Foto renzo Biagianti)

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con i mappali del catasto dell’epoca, ha permesso di ricostruire

con buona approssimazione una piantina del campo databile,

così come le foto, al 1917. L’area, di circa nove ettari, in cui sor-

geva l’aeroporto comprendeva una zona utilizzata come “pista”

per i decolli e gli atterraggi lunga circa 350 metri, larga 100 e con

un orientamento di 040°-220°. Sui prati adiacenti alla pista sor-

gevano cinque aviorimesse in legno, una palazzina in muratura,

una torretta di avvistamento ed altre costruzioni non identificate,

presumibilmente baracche di legno. Una lettera del Sergente

Scaroni alla madre, datata 6 dicembre 1915, ci fornisce un im-

portante spaccato della vita dei piloti al campo e informazioni

sull’ubicazione del comando, degli alloggi e della mensa:

Cara mamma, ricevetti ieri la tua lettera e fui contento nel sentirvi tutti in buona salute, te e i fratelli. Per quanto mi riguarda la salute va di bene in meglio,

mangio come un lupo, sono sempre allegro e tutto va ottimamente.

In risposta all’ultima mia lettera, mi dici nella tua del 29 dicembre scorso che vuoi sapere il perchè ho dovuto comperare le lenzuola e le coperte. Ecco: come

ti dissi, i primi giorni che ero qua dormivo in casa di una anziana signora in paese, ma essendo arrivato qui un reggimento di fanteria a riposo, ritirato dalle

trincee, dovetti cedere la mia camera al colonnello che comanda il reggimento.

Allora il mio capitano mi trovò un’altra stanza, però non ammobiliata, quindi mi diede lui una branda da ufficiale e la copertina che ciascuno di noi ha in con-

segna. Io comperai un po’ di tela e mi feci fare un materasso con la paglia; ma giunto il freddo pensai di comprarmi un’altra coperta, due paia di lenzuola e un

cuscino con tre fodere bianche. Una signorina profuga da Monfalcone, sorella di un sottotenente degli alpini scappato dall’Austria e volontario in Italia, mi fece

le iniziali ricamate, molto belle, e così mi sembra di avere un corredo da sposo. Questa signorina mi vuole un bene matto e quasi tutte le sere vado a trovarla e

se non ci vado mi fa avere un biglietto pregandomi di non mancare mai. La sua mamma lo seppe e mi disse che sarebbe contenta che io mi fidanzassi con la

Ingrid, che questo è il suo nome. Però io le ho detto che non posso impegnarmi in nessun modo perchè non so quando finirà la guerra e posso essere trasferito

da un momento all’altro. Allora la mamma mi disse di andare pure sempre a casa sua come amico, e così faccio e ti dico che ho trovato una seconda mamma

perchè sia lei che la figlia mi viziano e anche i miei vestiti sono sempre in ordine e puliti.

Per quanto riguarda la vita militare di noi sei piloti della squadriglia, ci alziamo sempre alle 6 di mattina, andiamo al comando che è qui in paese e poi un’au-

tomobile ci porta al campo che è fuori due chilometri circa. Qui a seconda degli ordini, facciamo i voli di ricognizione, altrimenti facciamo dei piccoli voli sul

campo per esercitazione. Alle 11 si va in paese a mangiare per ripartire alle 2 del pomeriggio e fare le medesime cose. Poi si ritorna alle 6 circa e si è liberi ma

in questi paesi alle 7 e mezzo tutti vanno a dormire, immaginati che allegria!

Un gruppo di aviatori della 4a squadriglia. il primo da sinistra in tenuta da volo è silvio scaroni, futuro asso dell’aviazione italiana e futuro Generale della regia aeronautica. (andrea scaroni, Il coraggio di volare, pag. 64)

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ripresa aerea dell’abitato di Go-nars scattata dai ricognitori della 44ª squadriglia. durante la Gran-de Guerra, in paese sorsero anche due ospedali da campo della cro-ce rossa: il n° 223 e il n° 224.

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Uno scorcio di Gonars durante la prima Guerra mondiale: davanti alla chiesa si nota la villa toppo Wassermann.(Foto archivio Ussma)

rara cartolina di Gonars degli anni dieci. la cartolina fu spedita da un militare del 2° reggimento Grana-tieri alla famiglia il 24 maggio 1915, giorno dello scoppio delle ostilità con l’austria-Ungheria. (renzo Biagianti)

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L’altro ieri andai a vedere un apparecchio austriaco che fu abbattuto dalle batterie contraeree; era un ricognitore Aviatik 120 HP ed ho fatto delle bellissime

fotografie che ti manderò per il mio album. Manderò le fotografie anche a qualche giornale, come “Lo Sport Illustrato”, la “Domenica del Corriere” e la rivista

mensile del “Touring Club Illustrato”, cioè quelli che già hanno pubblicato delle mie fotografie. Ti manderò anche 350 lire e le metterai dove ti sembra stiano

meglio, così da poterle avere quando si presentasse la necessità.

Cara mamma, stai tranquilla per me perchè tutto va bene e sono sicurissimo di portare a casa, come si dice, la pellaccia. Purtroppo ti devo dire che ben diffi-

cilmente potrò venire a casa in licenza per Natale; il Capitano dice che c’è la guerra e che qui di piloti ce n’è troppo pochi.

Chiudo questa lunga lettera. Salutami tutti i fratelli e sorelle e molti baci a te. Scrivimi, io ti scriverò ogni tre-quattro giorni, almeno delle cartoline.

Tuo figlio Silvio.

P.S. Ricevetti la tua immagine e sarà sempre compagna dei miei voli.2

Come traspare dalla lettera, la guerra vissuta dagli aviato-

ri assegnati alle squadriglie era decisamente più agevole di

quella dei commilitoni in prima linea, fra le trincee del fronte

isontino.

A onor del vero, Scaroni, che scriveva a casa soprattutto per

tranquillizzare la madre e i fratelli, evitava di riferire gli epi-

sodi più cruenti che con sempre più frequenza si verifica-

vano durante i voli di ricognizione sul Carso: gli scontri con

i caccia avversari (i biplani Caudron G3 in dotazione alla 4a

Squadriglia erano disarmati) e i danni causati dagli shrapnel3

della contraerea che spesso costringevano gli equipaggi ad

atterraggi di fortuna.

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Foto aerea del campo di Gonars. la strada è l’attuale strada provinciale 85 che da Gonars porta a Gris. sui prati sono visibili le aviorimesse in legno e cinque biplani caudron G3. (Foto archivio Ussma)

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ricostruzione planimetrica del campo di aviazione di Gonars (1915-1917).

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2.2 reparti dell’aviazione italiana

che operarono dal campo di Gonars

Come già accennato nel precedente paragrafo, due furono i

reparti da ricognizione per l’artiglieria che nel biennio 1915-

1917 utilizzarono le strutture del campo di Gonars: la 4a

Squadriglia (poi 44a) e, per alcuni mesi, la 3a (poi 43a). Ogni

squadriglia è contraddistinta da una doppia numerazione in

quanto, all’inizio dell’aprile 1916, l’Ufficio Servizi Aeronau-

tici del Comando Supremo cambiò radicalmente l’ordina-

mento dei reparti aeronautici.

Venne adottato un sistema unificato indipendente dal tipo

di impiego: all’inizio del conflitto infatti, la numerazione era

propria di ogni specialità (ad esempio 1a-2a-3a da bombar-

damento, 1a-2a-3a da caccia ecc.). I numeri da 1 a 24 furono

assegnati alle squadriglie da bombardamento (o da offesa),

da 25 a 40 alla ricognizione, da 41 a 69 alla ricognizione per

l’artiglieria e da 70 in poi per la caccia.

3a squadriglia (43a dal 15 aprile 1916)

[A Gonars nei periodi Dicembre 1915 e Febbraio - Giugno

1916]

1915

Il reparto venne costituito il 22 settembre a Taliedo (Milano)

come 3a Squadriglia Aeroplani per l’Artiglieria e fu mobilitato il

successivo 24 settembre a Medeuzza agli ordini del Capitano

Giulio Maurel. Dotata di velivoli Macchi Parasol, la squadriglia

operava nell’ambito del Gruppo Squadriglie di Aviazione per

l’Artiglieria ed era assegnata al Comando di Artiglieria del X

Corpo d’Armata della 3a Armata. I Macchi Parasol, di difficile

pilotaggio e dalla scarsa affidabilità vennero sostituiti, a parti-

re dalla metà di novembre, con i biplani Caudron G3. A fine

anno, assegnata anche al servizio del XIII Corpo d’Armata, la

squadriglia si trasferì temporaneamente sul campo di Gonars

in seguito ad un bombardamento del campo di Medeuzza da

parte dell’artiglieria austro-ungarica. Nel corso dei primi mesi

di guerra il reparto compì 56 voli operativi, eseguendo rico-

gnizioni a bassa quota e di controllo dei tiri. I velivoli vennero

Un caudron G3 con la semiala superiore destra danneggiata probabilmente da un colpo di artiglieria contraerea. (Foto archivio Ussma)

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Un caudron G3 con il motore rotativo le rhone avviato. il velivolo, privo di impianto frenante, è trattenuto dal personale tecnico della squadriglia. (Foto archivio Ussma)

più volte colpiti dalla contraerea nemica e talvolta furono co-

stretti ad atterraggi fuori campo.

Personale navigante

Osservatori:

Cap. Giulio Maurel (Comandante), Cap. Felice Porro, Ten.

Armando Del Sole, Ten. Mario Beltrami, Ten. Fabio Janno-

ni, S.Ten. Arturo Clerici Bagozzi, S.Ten. Amedeo Raffone.

Piloti:

Cap. Raul Lampugnani S.Ten. Giuseppe Grassa, Serg. Carlo Fri-

geri, Serg. Roberto Ghelfi, Serg. Bartolomeo Pognante, Serg. Giu-

seppe Screpanti, Sold. Goffredo Gorini, Sold. Dino Menegoni.

Vennero concesse le seguenti decorazioni:

Medaglia d’Argento al Valor Militare: Cap.le Mario Stoppani.

Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Cap. Mario Beltrami,

Cap. Felice Porro, Ten. Armando Del Sole, Ten. Fabio Janno-

ni, Serg. Bartolomeo Pognante, Serg. Giuseppe Screpanti.

1916

Nel mese di febbraio la squadriglia si spostò a Gonars: seb-

bene da alcuni documenti risulti a Gris, con tutta probabilità

si tratta dello stesso campo chiamato con due nomi diversi

in quanto i due paesi si trovano il primo a sud l’altro a nord

dell’aeroporto. All’inizio di aprile Maurel cedette il comando al

Capitano Porro ed il Tenente pilota Ferruccio Ranza fu decorato

di Medaglia di Bronzo per un’audace ricognizione sul Carso du-

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Una panoramica del campo dalla torretta di osservazione: in primo piano la grossa freccia bianca circoscritta usata per indicare agli aeroplani in volo la direzione più opportuna per l’atterraggio controvento. (Foto archivio Ussma)

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rante la quale il suo Caudron venne colpito per 11 volte.

Il 15 aprile il reparto assunse la nuova numerazione di-

ventando 43a Squadriglia e il 30 dello stesso mese, con lo

scioglimento del Gruppo Squadriglie di Aviazione per l’Arti-

glieria, entrò a far parte del V Gruppo. Il 12 giugno il reparto

si trasferì sul fronte trentino e contribuì con i propri voli

di ricognizione ad arginare l’offensiva austriaca nota come

Strafexpedition.

Personale navigante (aprile)

Osservatori:

Cap. Felice Porro, Ten. Amedeo Raffone, S.Ten. Pietro Bag-

gio, S.Ten. Edvino Dal Mas, S.Ten. Alfredo Galassi, S.Ten. Gio-

vanni Gori, S.Ten. Giovanni Tacconi, S.Ten. Mauro Trivellato.

Piloti:

Ten. Pietro Cavadini, S.Ten. Giuseppe Screpanti, Serg. An-

tonio Amantea, Serg. Lutalto Galetto, Serg. Carlo Magno

Grandinetti, Serg. Mario Sereni, Cap.le Silvio Ciappi, Cap.le

Vincenzo Contratti.

4a squadriglia (44a dal 15 aprile 1915)

[A Gonars dal 5 ottobre 1915 al 26 ottobre 1917]

1915

Costituita alla fine del mese di settembre al Centro di Forma-

zione di Ghedi, la squadriglia venne mobilitata il successivo 5

ottobre a Gonars. Il comandante, Capitano osservatore Giulio

Costanzi, già dai primi giorni poté contare su un organico di 6

piloti (fra i quali i futuri assi Ranza, Ruffo di Calabria e Scaro-

ni), 7 osservatori e 10 biplani Caudron G3 (8+2 di riserva). Il

9 ottobre, al servizio del VII Corpo d’Armata della 3a Armata, la

squadriglia compì il suo primo volo di guerra con il seguente

Una foto delle infrastrutture scat-tata dal prato a sud del campo. (Foto archivio Ussma)

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ordine: “Riconoscere se tratto strada Nabresina-Sistiana esi-

stono costruzioni per artiglieria”4. Nel restante mese di otto-

bre, nell’ambito della Terza Battaglia dell’Isonzo, effettuò 62

ore di volo compiendo 28 ricognizioni e 12 osservazioni di tiro

nella zona di fronte assegnatale, che andava dal Podgora alla

costa adriatica. Con le prime missioni iniziarono anche i primi

incidenti: il 7 novembre l’equipaggio Scaroni-Cattoi stava di-

rigendo il tiro di una batteria da 152mm su Doberdò quando

venne improvvisamente investito dalle shrapnel dei colpi della

contraerea che danneggiarono la struttura ed il motore provo-

candone l’arresto. Scaroni, investito da un getto d’olio bollente

fuoriuscito dal motore, riuscì a veleggiare oltre le linee ed ese-

guì un atterraggio d’emergenza senza ulteriori danni.

A causa delle avverse condizioni meteorologiche, nei mesi

di novembre e dicembre, si poterono compiere soltanto 18

ricognizioni e 19 osservazioni di tiro.

Personale navigante

Osservatori:

Cap. Giulio Costanzi, Ten. Francesco Broili, Ten. Mario Laval-

Un gruppo di ufficiali della 44ª squadriglia all’esterno della pa-lazzina in muratura posta all’in-gresso del campo. (Foto archivio Ussma)

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le, S.Ten. Costantino Cattoi, S.Ten. Vincenzo Russo, S.Ten.

Clemente Merli, S.Ten. Achille Dander, S.Ten. Ostelli.

Piloti:

Ten. Fulco Ruffo di Calabria, Ten. Ferruccio Ranza, S.Ten.

Franco Ambrosio, Serg. Pietro Botti, Serg. Silvio Scaroni,

Serg. Raffaele Castellano, Sold. Raffaele Ghislanzoni, Sold.

Silvio Vernizzi, Sold. Filippo Volontè.

Vennero concesse le seguenti decorazioni:

Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Ten. Fulco Ruffo di

Calabria, S.Ten. Franco Ambrosio, S.Ten. Costantino Cattoi,

Serg. Silvio Scaroni.

1916

Nel mese di gennaio vennero installati su alcuni Caudron della

squadriglia i primi apparati radiotelegrafici di bordo. Tali di-

spositivi, sebbene rudimentali e in grado solo di trasmettere,

migliorarono sensibilmente le comunicazioni fra i velivoli e i

comandi d’artiglieria soprattutto quando gli equipaggi furono

incaricati di osservare e dirigere il tiro delle batterie.

personale della 44ª squadriglia davanti ad un’aviorimessa. (Foto archivio Ussma)

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angelo eandi era un appassionato di modellismo: in questa foto è ri-tratto con una riproduzione di Ble-riot, sullo sfondo, dentro l’aviori-messa, un biplano caudron G3. si noti l’ombra del fotografo con una delle fotocamere dell’epoca. (Foto archivio Ussma)

il soldato angelo eandi, nato a to-rino il 22 dicembre 1896, era un tecnico addetto alla manutenzione degli aeroplani della 44ª squadri-glia. la maggior parte delle foto riprodotte in questo libro proven-gono da un suo album che oggi è conservato presso l’Ufficio storico dell’aeronautica militare a roma. (Foto archivio Ussma)

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primo piano del modellino di Bleriot. (Foto archivio Ussma)

eandi e un commilitone con un model-lino di Bleriot. (Foto archivio Ussma)

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il soldato angelo eandi in tenuta di volo davanti e a bordo di un caudron G3. (Foto archivio Ussma)

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Una foto di gruppo con militari appartenenti a diverse armi (eandi è il secondo in alto da sinistra). (Foto ar-chivio Ussma)

eandi con un gruppo di marinai presso la stazione idro-volanti di Grado. (Foto archivio Ussma)

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Durante il mese di aprile, nell’ambito dei provvedimenti rior-

dinativi che interessarono tutto il corpo aeronautico, le squa-

driglie dell’aviazione per l’Artiglieria ricevettero una nuova

numerazione progressiva da 41 a 48. La 4a divenne pertan-

to 44a Squadriglia ed entrò a far parte del neo-costituito V

Gruppo Aeroplani, la cui sede si trovava a Chiasottis, sotto il

comando del Maggiore Gamerra. Nello stesso periodo ci fu

anche l’avvicendamento al comando del reparto tra il Capi-

tano Costanzi (che, promosso Maggiore, comanderà il VII

gruppo) ed il Capitano Mario Beltrami.

Personale navigante (primavera)

Osservatori:

Cap. Mario Beltrami (Comandante), Ten. Ernesto Colombo,

Ten. Luigi Mainardi, Ten. Angelo Procaccino, S.Ten. Achil-

le Dander, S.Ten. Nicola Serafini, S.Ten. Vincenzo Russo,

S.Ten. Arnaldo Zocca.

Piloti:

S.Ten. Dante Binda, S.Ten. Giuseppe Rolando, S.Ten. Rena-

to Rossetti, S.Ten. Giorgio Zoli, Serg. Pietro Botti, Serg. Raf-

faele Castellano, Serg. Silvio Scaroni, Serg. Filippo Volontè.

La pausa invernale nei combattimenti e le avverse condizioni

meteorologiche costrinsero gli equipaggi ad una limitata atti-

vità operativa: da gennaio ad aprile si effettuarono solamente

37 ricognizioni e 39 osservazioni di tiro.

Anche durante il periodo dell’offensiva austriaca sul fronte

trentino (Strafexpedition), la 44a rimase ininterrottamente al

servizio del VII Corpo d’Armata della 3a Armata sul fronte

carsico, servendo i raggruppamenti 12°-33° e 11° su una

porzione di fronte che andava dal parallelo di Devetachi al

mare. danni provocati dalla contraerea nemica all’ala superiore di un caudron G3. (Foto archivio Ussma)

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inverno 1916-1917: due foto del campo di Gonars coperto dalla neve. il maltempo, insieme alla scarsa affidabilità degli aeroplani, impedi-va spesso il normale svolgimento dell’attività di volo. (Foto archivio Ussma)

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due sculture di neve raffiguranti l’imperatore Francesco Giuseppe. la qualità della vita alle squadri-glie d’aviazione era senza dubbio migliore di quella vissuta in prima linea, nelle trincee del carso. (Foto archivio Ussma)

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Un motore rotativo le rhone di un caudron smontato all’interno di una baracca del campo. (Foto archivio Ussma)

tecnici della 44ª squadriglia in tenuta da lavoro. (Foto archivio Ussma)

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Un motorista al lavoro sul propulso-re di un caudron G3 privo dell’elica. (Foto archivio Ussma)

momenti di svago per il personale della squadriglia. (Foto archivio Ussma)

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Dopo aver contribuito con un’intensa attività di ricognizioni

alla fase preparatoria (nel solo mese di giugno scattò 120

fotografie), in agosto la squadriglia partecipò attivamente alle

offensive estive durante le quali venne riconquistata la città

di Gorizia. A sottolineare l’ottimo lavoro svolto dagli uomini

del capitano Beltrami una proposta per un encomio solenne

da parte del Comandante il 12° Gruppo di Batterie d’Assedio

Tenente Colonnello Gatto datata 28 luglio 1916:

Per ben tre mesi disimpegnò servizio ammirevole presso

un raggruppamento di batterie d’assedio facendo conse-

guire, mercè l’ottima osservazione, risultati assai lusin-

ghieri anche contro obiettivi difficilissimi. I suoi ufficiali si

mostrarono sempre sprezzanti di ogni pericolo pur di assi-

curare, con l’osservazione, il buon andamento e l’efficacia

del fuoco5.

L’attività di volo non fu esente da incidenti, tutti fortunatamente

risoltisi con soli danni agli aeroplani e con gli equipaggi illesi:

- 28 giugno: il S.Ten. Rolando atterra presso Aiello del Friuli

a causa di un temporale, velivolo Caudron G3 danneggiato.

- 28 giugno: il Serg.Grandinetti e il Ten. Serafini atterrano

presso Medeuzza a causa di un temporale, velivolo Caudron

G3 danneggiato.

- 23 agosto: un equipaggio sconosciuto atterra a Soleschiano

a causa di un temporale, velivolo Caudron G3 danneggiato.

- 27 agosto: il Serg. Padovani e il Ten. Colombo vengono

colpiti dalla contraerea presso Brestovica, velivolo Caudron

G3 danneggiato.

Il 28 settembre 1916 l’organico della squadriglia, che aveva

in linea 9 Caudron G3 (dei quali 2 inefficienti), era di 105

persone così suddivise:

19 ufficiali di cui

11 osservatori: Cap. Mario Beltrami (Comandante), Ten.

Ernesto Colombo, Ten. Luigi Mainardi, Ten. Vincenzo Rus-

l’attività di volo non era esente da incidenti: un gruppo di tecnici davanti a un caudron capottato. (Foto archivio Ussma)

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so, S.Ten. Achille Dander, S.Ten. Pio Ladelci, S.Ten. Nicola

Serafini, S.Ten. Arnaldo Zocca, S.Ten. Carlo Baldasseroni,

S.Ten. Mario Trivellato, S.Ten. Attilio Zoppi.

4 piloti: Ten. Mauro Petigax, S.Ten. Dante Binda, S.Ten. Giu-

seppe Rolando, S.Ten. Giorgio Zoli.

86 fra graduati e soldati di cui

6 graduati piloti: Serg. Pietro Botti, Serg. Raffaele Castellano,

Serg. Silvio Scaroni, Serg. Carlomagno Grandinetti, Serg. Na-

tale Alberton, Serg. Attilio Padovani.

19 graduati.

61 soldati.

Durante tutto il 1916 la 44a eseguì 402 voli di guerra, di cui 106

osservazioni di tiro, e le vennero attribuite le seguenti decorazioni:

Medaglia d’Argento al Valor Militare: Ten.Vincenzo Russo,

S.Ten. Giuseppe Rolando, S.Ten. Giorgio Zoli.

Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Cap. Mario Beltrami,

S.Ten. Mario La Valle.

1917

Nei primi mesi dell’anno, schierata a Gonars nelle fila del V

Un caudron G3 incidentato. (Foto archivio Ussma)

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Gruppo, la squadriglia contribuì con i suoi voli alla fase pre-

paratoria della Decima Battaglia dell’Isonzo (12 maggio – 7

giugno) studiando le linee difensive nemiche ed eseguendo

osservazioni di tiro d’inquadramento su batterie, baracca-

menti, punti stradali importanti e paesi a grande distanza. Nel

periodo esecutivo della battaglia il reparto osservò i tiri delle

batterie su obiettivi speciali a medie e grandi distanze, fra cui

i tiri di un monitore inglese su Prosecco e di un cannone da

305 mm della Regia Marina su Nabresina. Il 10 maggio 1917

il Tenente Osservatore Baggio sperimentò un controllo di tiro

notturno. I Caudron G3, lenti e soprattutto privi di armamento

difensivo, si dimostrarono sempre più inadatti al servizio per-

tanto, nella primavera, venne avviata la loro sostituzione con i

bimotori G4 e si pianificò l’introduzione dei SIA-7B.

Il 30 agosto si verificò l’unica perdita del reparto: una scheg-

gia di granata investì l’aereo del Tenente Zoli e del Tenente

Ladelci, uccidendo l’osservatore, mentre il Caudron si sfa-

sciò nei pressi di Aiello. Nel corso dell’agosto 1917, la 44a

effettuò 47 voli sul nemico (di cui tre bombardamenti) e

scattò circa 160 fotografie. In autunno iniziarono le ope-

i resti di un caudron G3 vengono caricati su di un rimorchio per il trasporto velivoli. (Foto archivio Ussma)

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razioni di scioglimento, per eseguire le quali, a partire da

ottobre, il Tenente Simoncelli assunse il comando. La squa-

driglia fu definitivamente sciolta il 10 novembre 1917.

Personale navigante (1 gennaio)

Osservatori:

Cap. Mario Beltrami (Comandante), Ten. Achille Dander, Ten.

Vincenzo Russo, Ten. Vito Simoncelli, Ten. Arnaldo Zocca, S.Ten.

Carlo Baldasseroni, S.Ten. Pio Ladelci, S.Ten. Salvatore Leo.

Piloti:

S.Ten. Dante Binda, S.Ten. Giuseppe Rolando, S.Ten. Gior-

gio Zoli, M.llo Raffaele Castellano, Serg. Pietro Botti, Serg.

Carlomagno Grandinetti, Serg. Mario Leggiadri, Serg. Attilio

Padovani, Serg. Silvio Scaroni.

Nel corso del 1917 la squadriglia eseguì 125 voli di guerra e

le vennero concesse le seguenti decorazioni:

Medaglia d’Argento al Valor Militare: Cap. Mario Beltrami,

Ten. Pio Ladelci, Ten. Vincenzo Russo, Ten. Giorgio Zoli.

Medaglia di Bronzo al Valor Militare: Ten. Renato Rossetti

(due volte), Ten. Pietro Baggio, Ten. Achille Dander, Ten. Vito

Simoncelli, Ten. Armando Zocca, Ten. Giorgio Zoli.

Un primo piano del le rhone 80 hp montato sui caudron G3: si notano i danni subiti dal motore e dal cofano. (Foto archivio Ussma)

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nella primavera del 1917 anche la 44ª squadriglia ricevette in dotazione i bimotori caudron G4. (Foto archivio Ussma)

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in seguito alla ritirata di caporetto, tutti i campi d’aviazione in Friuli vennero abbandonati e distrutti. Questa foto, di provenienza austriaca, ritrae alcuni militari austro-ungarici fra i resti di uno degli hangar del campo di Gonars. sul retro della foto è presente un commento scritto a mano in lingua tedesca: verlassen ital. Flugplatz bei Gonars bei palmanova ossia campo d’aviazione italiano abbandonato nei pressi di Gonars, vicino a palmanova. (Foto Fabio Franz via tiliaventum)

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2.3 note BioGraFiche

silvio scaroni (pilota)

Nato a Brescia il 12 maggio 1893.

Morto a Milano il 16 febbraio 1977.

Ottenuto il brevetto da pilota, il Sergente Scaroni fu assegnato il 5 ottobre 1915

alla 4a Squadriglia Ricognizione di Artiglieria schierata a Gonars. In una delle sue

prime missioni, inviato su Doberdò per dirigere il tiro di una batteria, venne colpito

dalla contraerea che squarciò una semiala e asportò un cilindro del motore del suo

Caudron. Nonostante i danni subiti, Scaroni salvò se stesso ed il suo osservatore compiendo un atterraggio di fortuna oltre le

nostre linee. Il 18 febbraio 1916 Scaroni vide il Caproni del Capitano Salomone (ancora carico di bombe e crivellato dai colpi dei

Fokker) atterrare in velocità, oltrepassare il fosso di limitazione, sradicare due gelsi ed arrestare la sua corsa tra il grano. Scaroni

rimase al servizio delle Squadriglie di Aviazione per l’Artiglieria per venti mesi, meritandosi una Medaglia d’Argento e una di

Bronzo; ottenuta la promozione a ufficiale, fu assegnato alla 76a Squadriglia Caccia di stanza ad Arcade (TV). Con il Nieuport

110 abbatté in poche settimane cinque aerei ed ebbe quindi diritto alla qualifica ufficiale di Asso6.

Silvio Scaroni fu, con Baracca, uno dei pochi combattenti il cui nome venne citato dal bollettino del Comando Supremo: gli

furono riconosciuti 26 abbattimenti in otto mesi divenendo così il secondo asso italiano della prima guerra mondiale. Il 12 luglio

1918, durante il combattimento aereo che gli valse la Medaglia d’Oro, riuscì, nonostante fosse stato ferito da una pallottola di

mitragliatrice, a riportare l’aeroplano a terra planando sul letto di un torrente.

Le ferite riportate e la conseguente lunga degenza in ospedale non consentirono a Scaroni di riprendere i duelli tra le nuvole.

Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare:

Pilota da caccia, maestro di valore ai valorosi, per trenta volte vincitore in splendidi duelli aerei, alla impareggiabile perizia ac-

coppiò altrettanta audacia ponendo al proprio eroismo un solo limite: la vittoria.

Costante esempio, a chi più opera e più sacrifica, di ancor più operare e sacrificare, tutte le energie della balda propria giovi-

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nezza donò alla Patria e più fulgida rese l’ultima vittoria, carpita agli avversari, bagnandola del suo stesso sangue generoso per

grave ferita.

(Cielo del Piave e del Brenta, 5 dicembre 1917- 12 luglio 1918)

Decorazioni:

- Medaglia d’Oro al Valor Militare

- Due Medaglie d’Argento al Valor Militare

- Medaglia di Bronzo al Valor Militare

- Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia7

- Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia

Al termine del primo conflitto mondiale, Scaroni continuò a prestare servizio nella Regia Aeronautica ricoprendo incarichi di

prestigio: nel 1919 partecipò ad una missione aeronautica in Argentina, cui fece seguito l’incarico di addetto militare aeronau-

tico presso le Ambasciate d’Italia a Londra e a Washington. Nel 1932 fece parte della delegazione italiana alla Conferenza sul

disarmo a Ginevra e nell’ottobre 1933 venne nominato Aiutante di Campo Effettivo di Vittorio Emanuele III. Tra il 1935 e il 1938

fu a capo della missione italiana in Cina. Durante la seconda guerra mondiale,promosso al grado di Generale di Divisione Aerea,

comandò la Divisione da Caccia Borea e le forze aeree dislocate in Sicilia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Scaroni si

ritirò a vita privata a Carzago della Riviera.

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Fulco ruffo di calabria (pilota)

Nato a Napoli il 12 agosto 1884.

Morto a Ronchi di Apuania il 23 agosto 1946.

Fulco Ruffo di Calabria nacque a Napoli il 12 agosto 1884 da famiglia nobile. Il 22 no-

vembre 1904 si arruolò come volontario nell’11° Reggimento Cavalleria Leggera “Fog-

gia”, presso la scuola ufficiali di complemento; Caporale nel maggio 1905, Sergente a

novembre, nel febbraio del 1906 venne nominato Sottotenente. Partì quindi per l’Africa

per conto di una compagnia di spedizioni di Anversa, rientrando in Italia solo nel 1914.

Nel dicembre dello stesso anno venne assegnato al Battaglione Aviatori, conseguì il bre-

vetto di pilota nel settembre del 1915 passando in seguito alla 4a Squadriglia di artiglieria,

poi 44a. Nel gennaio del 1916, assegnato alla 2a Squadriglia, poi 42a, guadagnò una

Medaglia di Bronzo al Valor Militare. In questo periodo Fulco Ruffo di Calabria adottò

come insegne personali un teschio con due ossa incrociate. Nel maggio del 1916 venne

inviato a Cascina Costa per la conversione su Nieuport e nel giugno del 1916 venne

assegnato alla 70a Squadriglia di S. Caterina (Udine): nell’agosto dello stesso anno ottenne due vittorie che gli valsero una Medaglia

d’Argento ed una di Bronzo al Valor Militare. Nel marzo del 1917 divenne Tenente in servizio permanente e nel maggio successivo

entrò nella 91a Squadriglia, comandata da Francesco Baracca, guadagnando una Medaglia d’Argento ed una di Bronzo al Valor Mili-

tare. Nel maggio del 1918 Ruffo di Calabria venne decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare: assunto il comando di squadriglia

dopo la morte di Baracca, lo lasciò poco dopo per motivi di salute. Nell’ottobre del 1918 assunse il comando del 10° Gruppo, ma già

il 29 del mese stesso, durante una missione di mitragliamento della strada fra Conegliano e Vittorio Veneto, venne colpito e costretto

ad un atterraggio di emergenza. Fulco Ruffo di Calabria effettuò 53 combattimenti e gli furono riconosciute venti vittorie. Ritiratosi nel

1925 nella sua tenuta di Paliano (FR), morì a Ronchi di Apuania il 23 agosto 1946.

Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare:

Dotato di elette virtù militari, pilota da caccia d’insuperabile ardire, provato in ben cinquantatre scontri aerei, con spirito di sacri-

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ficio pari al suo valore, continuò a cercare la vittoria ovunque la poteva trovare. In due mesi fece precipitare quattro apparecchi

avversari sotto i suoi colpi sicuri. Il 20 luglio 1917, con incredibile audacia assaliva da solo una squadriglia compatta di cinque

velivoli, ne abbatteva due e fugava i superstiti. Mirabile esempio ai valorosi.

(Cielo di Castagnevizza, 14 luglio - Cielo di Tolmino, 17 luglio - Cielo di Nova Vas, 20 luglio 1917.)

Decorazioni:

- Medaglia d’Oro al Valor Militare

- Due Medaglie d’Argento al Valor Militare

- Quattro Medaglie di Bronzo al Valor Militare

- Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia

- Croce di Leopoldo I (onorificenza belga)

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Ferruccio ranza (pilota)

Nato a Fiorenzuola d’Arda il 9 settembre 1892.

Morto a Bologna il 25 aprile 1973.

Ferruccio Ranza nacque a Fiorenzuola d’Arda (PC) il 9 settembre 1892; l’8 novembre

del 1914 venne assegnato come Sottotenente al 1° Reggimento Genio ed il 14 ottobre

del 1915 venne trasferito alla 43a Squadriglia. Dal giugno del 1916 fu impegnato in

missioni di ricognizione, guadagnando una Medaglia di Bronzo al Valor Militare per aver

portato a compimento una sortita pur essendo stato fatto bersaglio dell’artiglieria con-

traerea nemica. Passato in servizio permanente, dopo la conversione su Nieuport, il 22

luglio del 1916 Ranza venne assegnato alla 77a Squadriglia: la sua prima vittoria risale al 14 settembre 1916, quando fu decorato

con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Incaricato temporaneamente delle funzioni di comandante di squadriglia, ottenne tre

vittorie in combattimento aereo, conseguendo anche una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Il 1° maggio del 1917 fu trasferito alla

91a Squadriglia, (pur continuando a volare con la 77a fino alla fine di giugno) ottenendo altre due Medaglie d’Argento al valor militare.

Ranza sostituì Ruffo di Calabria alla guida della 91a fino alla fine della guerra; il suo registro di guerra comprendeva 465 uscite di guer-

ra, venti richieste di vittorie, delle quali diciassette accolte. Nel dopoguerra comandò il 13° Gruppo dal febbraio 1924 ed il 2° Stormo

dall’aprile 1927. Comandò l’aviazione in Tripolitania e, dopo un periodo trascorso in Italia come Capo di Stato Maggiore della 1ª Z.A.T.

(Zona Aerea Territoriale), tornò in Africa come comandante dell’aviazione dell’Africa Orientale Italiana dal gennaio al settembre 1935.

Promosso Generale di Brigata Aerea nel 1935, fu anche comandante dell’aviazione in Albania nel 1939 e, dal dicembre dello stesso

anno, comandante della 4ª Squadra Aerea. Ranza lasciò il servizio attivo nel gennaio 1945 con il grado di Generale di Squadra Aerea.

Morì a Bologna il 25 aprile 1973.

Decorazioni:

- Quattro Medaglie d’Argento al Valor Militare

- Due Medaglie di Bronzo al Valor Militare

- Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia

- Commendatore dell’Ordine Militare di Savoia

- Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana

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mario Beltrami (osservatore – pilota)

Nato a Roma il 20 gennaio 1893

Morto a Lonate Pozzolo il 10 aprile 1936

Mario Beltrami apparteneva ad una famiglia piemontese dalle forti tradizioni militari:

il padre Carlo, Tenente Generale, partecipò alla guerra di Crimea nel 1856 mentre il

fratello maggiore Carlo, anch’esso ufficiale dell’Esercito, morì ad Adua nel 1936.

Ammesso alla Regia Accademia, Beltrami venne nominato Sottotenente dell’Arma di

Artiglieria nel marzo 1913 ed ottenne il suo primo incarico presso il 27° Reggimento

a Milano. Allo scoppio delle ostilità con l’Austria-Ungheria, il giovane ufficiale venne

dapprima assegnato al 2° Gruppo del 42° Artiglieria per poi passare, dopo aver seguito un corso di Osservatore alla Scuola Cen-

trale di Tiro di Nettuno (Roma), alla 3a Squadriglia d’Artiglieria a Medeuzza. Nell’aprile del 1916, promosso Capitano, Beltrami

assunse il comando della 44a Squadriglia di Gonars dove rimase, con lo stesso incarico, fino al mese di settembre del 1917

quando fu inviato a Verona per frequentare un corso. Durante il periodo di permanenza presso i reparti da ricognizione per

l’Artiglieria, l’ufficiale piemontese svolse brillantemente l’attività di osservatore tanto da meritare tre Medaglie al Valor Militare:

due di Bronzo ed una d’Argento con la seguente motivazione:

Esempio costante di attività aviatoria nonostante la molestia di idrovolanti nemici e la larga distesa di mare che lo separava dal

proprio campo, si manteneva in un’aeroplano in volo per ben tre ore e mezzo sul cielo di Prosecco per regolare un tiro nostro

sul campo di aviazione e sul paese riuscendo nell’intento in modo ammirevole.

Cielo di Prosecco 24 maggio 1917

Durante un’ispezione agli argini del Piave presso Ponte della Priula (Treviso), il 12 novembre 1917 Beltrami fu colpito da scheg-

ge di granata alla gamba destra e le ferite riportate lo costrinsero a 18 mesi di degenza in ospedale.

Terminata la convalescenza nel 1919, a guerra ormai finita, venne reintegrato nei ranghi del 27° Reggimento d’Artiglieria

dove proseguì la carriera abbandonando temporaneamente i reparti dell’aviazione. Dopo aver frequentato la Scuola di Guerra,

nel 1923 il Beltrami entrò a far parte della costituenda Regia Aeronautica con il grado di Maggiore (Arma Aeronautica Ruolo

Combattenti).

Il 10 aprile 1936 il Generale Mario Beltrami, ai comandi di un biplano Caproni Ca.100, perse la vita schiantandosi al suolo

durante un atterraggio notturno al campo di Lonate Pozzolo (Varese).

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pio ladelci (osservatore)

Il Tenente Osservatore Pio Ladelci, che fu, in due anni di guerra, l’unico caduto della

44a Squadriglia, nacque a Roma 13 febbraio 1889, da Giovanni e Anna Squaglia. Gli

unici dati biografici in nostro possesso sono quelli ricavati del suo stato di servizio.

Venne chiamato alle armi per la prima volta il 10 novembre 1909 e prestò servizio

nel 13° Reggimento Artiglieria da Campagna “Batterie” di Roma. Il 14 novembre

1910, con il grado di Sergente, venne mandato in congedo illimitato. Negli anni

successivi venne richiamato più volte in servizio ed infine il 28 febbraio 1915 fu pro-

mosso al grado di Sottotenente di complemento dell’Arma di Artiglieria. Assegnato

al Reggimento Artiglieria a Cavallo, prestò giuramento di fedeltà a Milano il 1° aprile

1915 e fu inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 5 giugno 1915. Dopo

circa un anno, il 28 agosto 1916 Ladelci fu assegnato, in qualità di ufficiale osserva-

tore, alla 44a Squadriglia di Gonars dove compì 40 voli di guerra. Il 20 agosto 1917

fu promosso al grado di tenente. L’ufficiale perse la vita il 30 Agosto 1917, durante un volo di ricognizione fotografica sul monte

Hermada, colpito alla gola dalla scheggia di una granata di contraerea che aveva investito in pieno il suo aeroplano. Il pilota, Te-

nente Giorgio Zoli, nonostante i gravi danni subiti dall’aereo (un bimotore Caudron G4) tentò un difficile atterraggio d’emergenza

nei pressi di Aiello che si concluse con la distruzione del velivolo stesso. Il Tenente Zoli riportò solo delle contusioni non gravi.

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copia del telegramma di notifica dell’incidente nel quale perse la vita il tenente pio ladelci. […] notificasi giorno 30 agosto apparecchio 44ª squadriglia in volo rico-gnizione stato colpito in pieno tiro artiglieria stop osservatore tenente ladelci pio Batterie cavallo colpito da scheggia alla gola morto; pilota tenente zoli Giorgio primo reggimento Genio riportò contusioni varie atterrando campo aiello stop Generale maggiorotti.

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copia della prima pagina dello stato di servizio del tenente pio ladelci.

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2.4 i velivoli

caudron G3

Il Caudron G3 era un piccolo biplano monomotore di produzione francese: nato come aereo scuola, venne poi impiegato

nella Grande Guerra per la ricognizione (anche fotografica) e per la correzione del tiro di artiglieria. Dal 1914, anno in cui

volò il primo prototipo, venne costruito in più di 2500 esemplari in numerose versioni, compresa quella idrovolante: fu il

primo aereo della storia oggetto di una produzione industriale in serie. Gli esemplari destinati all’aviazione italiana furono

prodotti su licenza dalla ditta A.E.R. di Orbassano (TO).

La corta fusoliera centrale alloggiava nella parte anteriore il motore e in quella posteriore i due membri dell’equipaggio, solitamente

un pilota ed un osservatore. I componenti principali del velivolo (ala, fusoliera e coda) erano uniti tra di loro con una struttura in

tubi metallici e tiranti d’acciaio, dalla quale derivò il soprannome che i francesi diedero a questo aeroplano: “la cage à poule”

(letteralmente “la gabbia per polli”). La struttura tubolare della coda fungeva anche da appoggio posteriore, essendo l’aereo sprov-

visto di carrello di poppa. In ambito bellico, il Caudron G3, benché fosse lento e completamente disarmato (l’equipaggio talvolta

si muniva di fucile o pistola), fu apprezzato soprattutto per la sua leggerezza e per le doti di salita. Con l’evolversi dei velivoli da

caccia e l’affinamento del tiro della contraerea, però, il G3 risultò ben presto inadatto al servizio in prima linea e venne sostituito

dal bimotore Caudron G4.

LUNGHEZZA 7.10 m

APERTURA ALARE (Piano superiore) 13.15 m

ALTEZZA DA TERRA 2.55 m

SUPERFICIE ALARE 30.0 m2

PESO A VUOTO 445 kg

CARICO UTILE 285 kg

VELOCITA’ MASSIMA 120 km/h

VELOCITA’ DI STALLO 60-70 km/h

AUTONOMIA MASSIMA (Motore Le Rhone 80 HP) 4:30 h

QUOTA DI TANGENZA 4000 m

TEMPO DI SALITA A 2000 m (a pieno carico) 18 min

CAPACITA’ DEL SERBATOIO DI BENZINA 130 l

CAPACITA’ DEL SERBATOIO DI OLIO MOTORE 26 l

MOTORE Le Rhone 80 HP

tab. 2.1: caratteristiche tecniche del caudron G3

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CONFIGURAZIONE Rotativo, raffreddato ad aria

CILINDRI 9 disposti a stella

ALESAGGIO/CORSA 105 mm / 140 mm

CILINDRATA 10900 cm3

POTENZA 80 HP (59 kW) a 1200 rpm

CONSUMO DI BENZINA 23.20 Kg/h

CONSUMO D’OLIO 4 Kg/h

ELICA tipo Grèmont Diametro 2.60 m, passo 1.55 m

tab. 2.2: caratteristiche tecniche del motore le rhone 80 hp

Al termine della Prima Guerra Mondiale, in Francia, i velivoli G3 superstiti vennero venduti agli aeroclub civili, in cui vennero

impiegati per compiere imprese quali l’atterraggio di Jules Vedrinne sul tetto delle Gallerie Lafayette (Parigi, 18 gennaio 1919),

l’attraversamento della cordigliera delle Ande da Mendoza a Santiago del Cile, in 3 ore e 15 minuti a più di 4000 metri d’altitudi-

ne, ad opera di Adrienne Bolland, ed ancora l’atterraggio dello svizzero François Durafour sul Col de Dome, nei pressi del Monte

Bianco, il 30 luglio 1921. Esemplari di G3 sono tuttora conservati presso il Musée Royal de l’Armée (Brussels), l’Hallinportti

Ilmailumuseo (Halli, Finlandia), il Musée de l’Air et de l’Espace (Le Bourget, Francia), il RAF Museum (Hendon, Regno Unito)

e l’Aeroflex Museum (New Jersey, USA).

sezione del motore rotativo le rhone da 80hp. nei motori rotativi l’albero motore era fisso ed era il gruppo dei cilindri, al quale era calettata l’elica, a ruotare. Questa tipologia di propulsore, largamente utilizzata durante il primo conflitto mondiale, venne presto abbandonata per la difficoltà di ottenere potenze elevate ma soprattutto per l’elevata inerzia della massa rotante. peculiarità dei rotativi era l’elevato consumo di olio motore (circa 4 kg per ora di volo) che veniva espulso in forma nebulizzata attraverso gli scarichi per effetto della forza centri-fuga. all’epoca, per lubrificare i motori, veniva impiegato l’olio di ricino che se inalato per lungo tempo poteva indurre negli equipaggi effetti indesiderati

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caudron G4

Il biplano bimotore di produzione francese Caudron G4 (di-

rettamente derivato dal G3) entrò in servizio nel settembre

del 1915 e venne prodotto in circa 1400 esemplari che equi-

paggiarono in diversa misura le forze armate di Francia, Italia,

Russia, Belgio, Inghilterra, Olanda, Portogallo e Stati Uniti. In

Italia venne costruito su licenza dalla A.E.R. di Orbassano

in 51 esemplari a partire dal 1916 ed entrò in servizio nelle

squadriglie da ricognizione per l’Artiglieria nei primi mesi del

1917. Nella fusoliera prendevano posto nella parte posteriore

il pilota ed in posizione avanzata, fra i due motori, l’osservato-

re che godeva di un’ottima visibilità.

A differenza che sul monomotore G3, l’osservatore aveva a disposizione, in base al tipo di missione, un fucile mitragliatore

per autodifesa oppure un apparecchio fotografico. La maggior potenza installata permetteva inoltre di caricare fino a 100 kg di

bombe consentendo l’impiego dell’aeroplano anche come bombardiere. Il G4 fu apprezzato soprattutto per la sua robustezza,

per il buon rateo di salita e perché era facile da pilotare ed è per questi motivi che venne largamente impiegato alla fine del

conflitto dagli aeroclub civili. Sono almeno due gli esemplari tuttora conservati: il primo al Museé de l’Air et de l’Espace presso

l’aeroporto Le Bourget di Parigi, il secondo allo Smithsonian National Air and Space Museum di Washinghton D.C.

Gonars 1917, un bimotore caudron G4 della 44ª squadriglia. rispetto al “fratello minore” G3, il G4 era fornito di una mitragliatrice per autodifesa e poteva carica-re armamento da offesa (113 kg di bombe). (Foto archivio Ussma)

MOTORI 2 Le Rhône rotativi, 9 cilindri, 80 HP

APERTURA ALARE 16.885 m

LUNGHEZZA 7.20 m

ALTEZZA 2.6 m

PESO A VUOTO 800 kg

PESO A PIENO CARICO 1320 kg

VELOCITà MASSIMA 130 km/h

QUOTA DI TANGENZA 4300 m

AUTONOMIA 4 h

EQUIPAGGIO 2

ARMAMENTO 1 mitragliatrice/113 kg di bombe

tab. 2.3: caratteristiche tecniche del caudron G4

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DATA PILOTI OSSERVATORI AEROPLANI CAUDRON G3 NOTE

UFF.LI TRUPPA UFF.LI EFF. INEFF. RISERVA

OTTOBRE 1915

5 Trasferimento a Gonars

7 3 6 6 6 3

9 2 4 7 9 2 Si sono esercitati piloti ed osservatori con ricognizioni topografiche

10 2 4 ? 8 2 Missioni ricevute: Riconoscere se tratto strada Nabresina-Sistiana esistono costruzioni per artiglieria. (Del giorno precedente 09/10/1915) PRIMO VOLO DI GUERRA

11 2 4 7 8 2 Missione: Riconoscere se tratto strada Nabresina-Sistiana esistono costruzioni per artiglieria.

12 2 4 7 9 1 1 aereo indisponibile perchè deformato

13 2 4 7 9 1 1 aereo indisponibile perchè deformato

14 2 6 7 9 1 1 aereo indisponibile perchè deformato- Richiesta di estintori per gli hangar

15 2 6 7 9 1 1 aereo indisponibile perchè deformato

16 2 6 7 9 1 1 aereo indisponibile perchè deformato

17 2 6 ? 9

18 2 6 7 9

19 3 6 7 9

19 3 6 7 9

20 3 6 7 6 1 2 Il 9° apparecchio è a terra causa rottura motore

21 3 6 7 5 1 3

22 3 6 7 8 1

23 3 6 7 6 3

24 3 6 7 6 3

26 3 6 7 ? ? ?

28 3 6 7(4 disponibili) 6 3

29 3 6 8 9

30 3 5 8 6 3

tab 2.4 4ª squadriglia – Gruppo squadriglie artiglieria situazioni al mattino periodo dal 7 ottobre 1915 al 5 dicembre 1915 (parte 1ª)

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DATA PILOTI OSSERVATORI AEROPLANI CAUDRON G3 NOTE

UFF.LI TRUPPA UFF.LI EFF. INEFF. RISERVA

1 3 6 6 5 1 3

2 3 6 6 6 3

3 ? ? ? 6 1 2

4 3 6 7 6 3

5 3 6 ? 6 3

8 3 6 6 6 3

9 3 6 7 6 2

10 3 6 6 6 1 1Apparecchio incidentato (cappottamento). Pilota SM Castellano

11 3 6 6 6 1

12 3 6 6 6 3

13 3 6 6 6 3

28 2 7 5 5 1 3

29 2 7 5 6 1 1Atterraggio fuori campo a Perteole causa panne al motore.Pilota Cap.le Volontè

30 2 7 5 6 2

DICEMBRE 1915

1 2 7 5 6 1 2 1

2 2 7 6 6 1 2

3 2 7 6 6 1 2

4 2 7 6 6 1 2

5 2 7 6 6 1 2

tab 2.4 4ª squadriglia – Gruppo squadriglie artiglieria situazioni al mattino periodo dal 7 ottobre 1915 al 5 dicembre 1915 (parte 2ª)

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DATAPERSONALE IN FORZA AEROPLANI CAUDRON G3

UFFICIALI TRUPPA TOTALE EFF. INEFF.

28 MAGGIO 1916 11 93 104 7 2

13 GIUGNO 1916 13 87 100 8 1

28 GIUGNO 1916 13 88 101 9 0

13 LUGLIO 1916 13 77 90 9 0

28 LUGLIO 1916 13 78 91 8 1

13 AGOSTO 1916 13 78 91 8 1

28 AGOSTO 1916 13 85 98 8 1

13 SETTEMBRE 1916 18 85 103 9 0

28 SETTEMBRE 1916 19 86 105 7 2

13 OTTOBRE 1916 14 85 99 9 0

28 OTTOBRE 1916 14 89 103 9 0

13 NOVEMBRE 1916 13 83 96 7 2

28 NOVEMBRE 1916 14 84 98 8 0

13 DICEMBRE 1916 12 82 94 8 0

28 DICEMBRE 1916 12 80 92 8 0

tab. 2.5 44ª squadriglia – v gruppo situazione quindicinale personale e materiali periodo dal 28 maggio 1916 al 28 dicembre 1916

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situazione al mattino del 9 ottobre 1915 giorno nel quale venne compiuta la prima missione operativa della 4ª squadriglia.

2.5 docUmenti

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situazione dei mezzi aviatori del 28 settembre 1916. parte prima.

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situazione dei mezzi aviatori del 28 settembre 1916. parte seconda.

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elenco del personale della 44ª squadriglia al giorno 1 novembre 1916.

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lettera del comando d’artiglieria della 3ª armata con l’assegnazione delle competenze territoriali di ciascuna squadriglia ed i rispettivi corpi d’armata e raggruppamenti di appartenenza.

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copia di un rapporto di direzione del tiro di un cannone di gosso calibro (340 mm). il volo fu compiuto dal tenente osservatore russo della 44a squadriglia su un velivolo sp.3 (matricola 4534) della 28a squadriglia pilotato dal tenenete valsecchi. l’obbiettivo era la stazione ferroviaria di opicina sulla quale vennero sparati (ed osservati) 9 colpi. si noti che la missione si conclude alle ore 20.34, oltre l’orario del tramonto.

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note1 Silvio Scaroni, Impressioni e ricordi di guerra aerea, Torino, Società Tipografico-Editrice Nazionale, 1922, pag.19.2 Andrea Scaroni, Il coraggio di volare, Roma, Bariletti Editori, 1997, pagg.79-81.3 Tipo di proietto d’artiglieria caricato con esplosivo e pallette di piombo che esplode lungo la traiettoria per mezzo di una spoletta a tempo.4 Archivio Storico Aeronautica, Fondo Prima Guerra Mondiale, Faldone 44ª Squadriglia, Fascicolo 1, Situazione al mattino del 10 ottobre 1915.5 Archivio Storico Aeronautica, Fondo Prima Guerra Mondiale, Faldone V Gruppo Aeroplani, Fascicolo “Varie”, Lettera del T.Col. Gatto, del 28 luglio 1916, indirizzata al Comando della 4ª Brigata Artiglieria d’Assedio VII Corpo d’Armata.6 Pilota militare che ha abbattuto cinque o più aerei nemici.7 L’Ordine Militare d’Italia raccoglie e custodisce tutte le documentazioni relative ai decreti dell’Ordine militare di Savoia. I decorati dell’Ordine Militare di Savoia, sono trasferiti nell’Ordine Militare d’Italia, si fregiano dei distintivi di questo e mantengono le loro decorazioni, assegnazioni e anzianità di classe e i diritti che ne derivano (L. 9 gennaio 1956, n. 25. Riordinamento dell’Ordine Militare d’Italia).