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RICERCA TITOLO Home Finanza con Bloomberg Calcolatori Finanza Personale AREA UTENTI REGISTRATI Listino Portafoglio Lo leggo dopo indoona 56 Tweet 107 (18 novembre 2013) © RIPRODUZIONE RISERVATA Campi incolti, stop allo spreco. Decolla la Banca della terra La Regione Toscana fa da apripista in Italia e vara il censimento dei terreni abbandonati da prendere in gestione e affittare ad agricoltori senza terra da coltivare. E a Milano nasce il portale per mettere in contatto i contadini urbani (e non) con i proprietari di campi improduttivi di ETTORE LIVINI MILANO - L'Italia prova a far fruttare la miniera d'oro dei terreni incolti per combattere dissesto idrogeologico e disoccupazione. A fare da apripista con un progetto pilota destinato - si spera - a fare proseliti, è la Regione Toscana che in questi giorni ha messo a punto gli ultimi tasselli per il lancio operativo della Banca della Terra. Il progetto è semplice: censire le migliaia di ettari di campi lasciati a gerbido o in pasto ai rovi (pubblici e privati) per metterli poi a disposizione a canoni concordati e con sussidi ai tanti agricoltori senza terreni da coltivare. Un modo non solo per creare posti di lavoro, ma anche di "incrementare i livelli di sicurezza idraulica e idrogeologica del territorio", come ha spiegato l'assessore Gianni Salvadori uno dei promotori della "Borsa" dei terreni incolti. La materia prima, come è evidente a tutti, non manca. Stime vere e proprie sull'estensione delle terre abbandonate nel Belpaese non esistono. Ma per dare un'idea delle proporzioni, un'area attenta al territorio come l'Alto Adige ha calcolato che sul territorio regionale ci sono 30mila ettari dedicati alla cultura intensiva e 100mila lasciati a se stessi che non vedono da anni un aratro o un trattore in azione. Firenze si è mossa unendo le forze di tutte le istituzioni locali: è stato messo a punto con l'Ente delle terre regionali il regolamento tecnico per il censimento e l'inserimento dell'incolto nella Banca della Terra. Una volta scattata la fotografia del patrimonio a disposizione, la banca provvederà all'assegnazione. Avranno priorità i coltivatori diretti più giovani e il canone d'affitto equo sarà stabilito dall'Ente terre. In caso di campi di privati, il prezzo potrà pure essere negoziato tra le parti. Il risultato sarà doppio: da una parte si rimetteranno in attività aree rimaste improduttive a volte per decenni. Dall'altra si creeranno posti di lavoro e si curerà di più senza troppa spesa pubblica (si sa in che condizioni sono i conti degli enti locali) la stabilità dei terreni. Fatto che in un paese con i guai idrogeologici dell'Italia non è certo un male. L'iniziativa della Toscana potrebbe a breve trovare nuovi emuli. La Liguria (altra regione di terre abbandonate e di dissesti geologici) ha già approvato il varo della sua Banca della terra anche se allo stato non sono ancora stati attivati i decreti attuativi per renderla operativa. E la LegaCoop ha preso a cuore la vicenda, iniziando a promuovere la proposta in giro per l'Italia attraverso la rete dei suoi associati. Il mercato, del resto, esiste se è vero che a Milano, non proprio un'area agricola d'elezione è nato di recente il sito www.terraXchange.it. Una piazza virtuale privata e non a fine di lucro dove si mettono in contatto i proprietari dei terreni abbandonati attorno alla città (molti più di quanto si pensi) e le migliaia di agricoltori e di contadini urbani a caccia disperata di un fazzoletto di terra da coltivare. L'affitto, in questo caso, si salda con i prodotti dei campi. Pubblicare un libro Come fare un ebook Pubblicare la tesi Scrivere ebook MARKET OVERVIEW Lista completa » Mercati Materie prime Titoli di stato FTSE MIB 19.132,27 +0,19% FTSE 100 6.589,41 +0,34% DAX 30 9.309,00 +0,18% CAC 40 4.201,53 +0,28% SWISS MARKET 8.831,92 +0,17% DOW JONES 17.573,93 +0,11% NASDAQ -- -- HANG SENG 23.744,70 +0,83% CALCOLATORE VALUTE Euro 1 Dollaro USA 1 EUR = 1,25 USD TOP EBOOK Emarginati, matti e bizzarri nel Medioevo di Massimo Laviani, Felice Zadra LIBRI E EBOOK Tutte le strade portano a Roma di Annamaria Arcangeli 19 Accedi TAG Banca della Terra, regione toscana, terreni incolti STRUMENTI ilmiolibro

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Lo leggo dopo

indoona56 Tweet 107

(18 novembre 2013) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Campi incolti, stop allo spreco.Decolla la Banca della terraLa Regione Toscana fa da apripista in Italia e vara il censimento dei terreni abbandonati da prendere ingestione e affittare ad agricoltori senza terra da coltivare. E a Milano nasce il portale per mettere incontatto i contadini urbani (e non) con i proprietari di campi improduttivi

di ETTORE LIVINI

MILANO - L'Italia prova a far fruttare laminiera d'oro dei terreni incolti percombattere dissesto idrogeologico edisoccupazione. A fare da apripista con unprogetto pilota destinato - si spera - a fareproseliti, è la Regione Toscana che in questigiorni ha messo a punto gli ultimi tasselli per illancio operativo della Banca della Terra. Ilprogetto è semplice: censire le migliaia diettari di campi lasciati a gerbido o in pasto airovi (pubblici e privati) per metterli poi adisposizione a canoni concordati e con sussidiai tanti agricoltori senza terreni da coltivare.Un modo non solo per creare posti di lavoro,ma anche di "incrementare i livelli di sicurezzaidraulica e idrogeologica del territorio", comeha spiegato l'assessore Gianni Salvadori unodei promotori della "Borsa" dei terreni incolti.

La materia prima, come è evidente a tutti, non manca. Stime vere e propriesull'estensione delle terre abbandonate nel Belpaese non esistono. Ma per dare un'ideadelle proporzioni, un'area attenta al territorio come l'Alto Adige ha calcolato che sulterritorio regionale ci sono 30mila ettari dedicati alla cultura intensiva e 100mila lasciatia se stessi che non vedono da anni un aratro o un trattore in azione. Firenze si è mossaunendo le forze di tutte le istituzioni locali: è stato messo a punto con l'Ente delle terreregionali il regolamento tecnico per il censimento e l'inserimento dell'incolto nella Bancadella Terra. Una volta scattata

la fotografia del patrimonio a disposizione, la banca provvederà all'assegnazione.Avranno priorità i coltivatori diretti più giovani e il canone d'affitto equo sarà stabilitodall'Ente terre. In caso di campi di privati, il prezzo potrà pure essere negoziato tra leparti. Il risultato sarà doppio: da una parte si rimetteranno in attività aree rimasteimproduttive a volte per decenni. Dall'altra si creeranno posti di lavoro e si curerà di piùsenza troppa spesa pubblica (si sa in che condizioni sono i conti degli enti locali) lastabilità dei terreni. Fatto che in un paese con i guai idrogeologici dell'Italia non è certoun male.

L'iniziativa della Toscana potrebbe a breve trovare nuovi emuli. La Liguria (altra regionedi terre abbandonate e di dissesti geologici) ha già approvato il varo della sua Bancadella terra anche se allo stato non sono ancora stati attivati i decreti attuativi perrenderla operativa. E la LegaCoop ha preso a cuore la vicenda, iniziando a promuoverela proposta in giro per l'Italia attraverso la rete dei suoi associati. Il mercato, del resto,esiste se è vero che a Milano, non proprio un'area agricola d'elezione è nato di recenteil sito www.terraXchange.it. Una piazza virtuale privata e non a fine di lucro dove simettono in contatto i proprietari dei terreni abbandonati attorno alla città (molti più diquanto si pensi) e le migliaia di agricoltori e di contadini urbani a caccia disperata di unfazzoletto di terra da coltivare. L'affitto, in questo caso, si salda con i prodotti dei campi.

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Corriere Della Sera > Milano > Cronaca > Vuoi Tornare Alla Terra? Accendi Il Computer

L’IDEA DI UN 25ENNE NEOLAUREATO IN AGRARIA

Vuoi tornare alla terra? Accendi il computerLa startup TerraXChange mette in contatto chi sogna unorticello da coltivare e chi ha terreni incolti che non usa

Un social network per giovani chetornano alla terra. E per meno giovaniche di terra (incolta) ne hanno daoffrire. Falce e tastiera: «Una specie dimezzadria in versione 2.0». MarcoTacconi, 25enne neolaureato in Agrariaalla Statale di Milano, spiega cosìTerraXChange, la startup da lui fondataassieme a un paio di amici «per metterein contatto online domanda e offerta nelmondo della nuova orticultura»: in altre

parole, chi sogna un orticello da coltivare (e non schifa lacondivisione) e chi il terreno per l’orticello ce l’avrebbe, ma nonsa che farsene. Un po’ come in un sito di incontri, dove anzichécompimenti e numeri di telefono ci si scambia terreni inusufrutto.

«I proprietari pubblicano online i dettagli dei loro terreniincolti e gli appassionati orticoltori si offrono per coltivarli. Allafine una parte del raccolto andrà al coltivatore, una parte alproprietario», spiega Marco. E piace: sarà che è stata ritwittatadai Modena City Ramblers, ma gli iscritti alla versione demo diTerraXChange (quella finale sarà online a giorni) sono già oltre400 sparsi in tutta Italia. «In una città come Milano abbiamosoprattutto aspiranti coltivatori, mentre i terreni si trovano inperiferia o in provincia – spiega Marco - starà poi a loroorganizzarsi sulle spartizioni e gli spostamenti».

Il guadagno? Al sito arriva dalla vendita di prodotti perl’orto tramite l’e-commerce. Agli utenti invece dalla spartizionedegli ortaggi. Ma Marco non ha dubbi: «Prima di tutto viene ilpiacere di riscoprire un’attività appaganti, e magari dei legamisociali». Che è poi quello che lo ha spinto tra le braccia di MadreNatura all’alba del 2013. «Non è un caso se sempre più giovani si

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Marco Tacconi

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iscrivono ad Agraria, come ho fatto io. Abbiamo scoperto che inquesto settore si può soddisfare una domanda crescente diqualità, in Italia e non solo. C’è la crisi, è vero: ma soprattutto c’èla soddisfazione di lavorare a un prodotto dall’inizio alla fine, dalseme alla tavola». Alla faccia di chi diceva che la generazione diFacebook è rubata all’agricoltura.

09 ottobre 2013© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marina Sogliani

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TerraXChange, la mezzadriaonline che trasforma in orti i

terreni in disusodi Alberto Magnani (http://food24.ilsole24ore.com/author/alberto-magnani/)

6 febbraio 2014

Fogne a cielo aperto, orti “riciclati” in discariche, cementificazione selvaggia…Che fine fanno, gli ettari di terra senza valore commerciale? Ma soprattutto: ese qualcuno volesse salvarli? Se lo è chiesto Marco Tacconi, giovanissimoideatore, fondatore e Ceo di TerraXChange: una “mezzadria online” chepubblicizza domande e offerte di prestito tra proprietari e coltivatori. Il sito,attivo da novembre 2013, ha incassato più i 1.700 like su Facebook e siede altavolo tematico dell’agroalimentare dell’Expo 2015.

Prestiti a “tasso ortaggio”: i prodotti freschi come rimborso

Tacconi, laurea in agraria alla Statale di Milano, ha costruito “in garage” unapiattaforma che conta oltre 450 iscritti e una trentina di terreni in bacheca.L’intuizione è semplice: ridare vita a terreni in stato di abbandono o semi-abbandono, con prestiti a tasso zero o veri e propri contratti di collaborazione.TerraXchange si limita a far da ponte tra le due sponde, con la sua strategia achilometro zero: il rimborso ideale, spiega Tacconi «è in ortaggi: l’agricoltore,o chi per lui, avvia la sua attività. Il proprietario può sia affidare a qualcunoun terreno che altrimenti resterebbe in disuso, sia riceverne un rimborso inprodotti ortofrutticoli».

La piattaforma

Il requisito dell’appezzamento è un’estensione inferiore all’ettaro, il confinetra l’appeal per investimenti e il rischio abbandono. «Sotto quella misura –precisa Tacconi – gli agricoltori professionali non si interesserebbero. E

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l’industria non ne avrebbe motivo: troppo poco!». La piattaforma, realizzatacon l’assistenza della sorella di Marco e un team di tecnici che lavorano “pervolontariato”, è in piena fase d’espansione. Con meno di quattro mesi di vita, iprimi prestiti e il primo traffico sui social network è già un risultato. Ma infuturo ci sono perfezionamenti in grafica, interattività e bersagli: il portale stapartecipando ad alcune gare d’appalto, ed è in fase di stesura un businessplan: «Il principio è quello di un motore cerco-offro: questa è una versioneBeta, abbiamo in mente una versione molto più smart e interattiva – spiegaTacconi -. Una cosa da migliorare: i feedback, per sapere anche cosa si coltiva,come si sviluppano gli orti, che risposte danno ai coltivatori…».

TerraXChange all’Expo

La collaborazione con Expo, spiega Tacconi, era uno «sbocco naturale» per unsito con la vocazione di TerraXChange. Anche in vista dei dialoghi, giàintrapresi, con i partner dell’esposizione universale che rielaborano in chiavegreen l’obiettivo di «Nutrire il pianeta»: «Siamo registrati al portale tavoliExpo. L’argomento principale di Expo è proprio quello che trattiamo noi.Dato che lo spot è Nutrire il pianeta, noi vogliamo fare la nostra parte eriunire tutte le persone che vogliono mangiare sano, mangiare bio, e trovareun quadro per ciascuno».

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sotto il metro(http://food24.ilsole24ore.com/2014/02/londra-

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Joselito, il re dei prosciutti, scegliecome testimonial uno chef

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Expo 2015, a BolognaFiere ilPadiglione del biologico e il Parco

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Cosa ho imparato facendo una garadi cucina

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“Metto in rete terreni da coltivare. Scoprite quello più vicino a casa” Idea di un novarese sul web: il proprietario si paga con prodotti dell’orto Cinzia Bovio – 28 Settembre 2013 – “La Stampa” Piemonte

Costruisce un portale internet per raggiungere tutto il mondo e condividere la crescente passione di molti: la terra. Quattro milioni di persone in Italia sarebbero interessate a coltivarsi un piccolo appezzamento.

E’ questo il target quantificato da Marco Tacconi, 25 anni di Castelletto Ticino, una laurea in Agraria: il «pezzo di carta» in mano, ma nessun pezzo di terreno di cui occuparsi. Da tempo, anche lui, desidera un’area incolta di cui prendersi cura: «Ce ne sono tante abbandonate a se stesse nel Novarese come in qualsiasi altra provincia, basta guardarsi attorno». Da qui è nata l’idea: realizzare «terraXchange», il primo portale internet al mondo attraverso cui la domanda e l’offerta possano incontrarsi a costo zero. «In Italia – spiega - ci sono circa 150 associazioni a tema, ma sono dispersive e confinate a se stesse. E’ necessario ormai un punto di riferimento che permetta il contatto tra proprietari di terreni e gestori, favorendo la comunicazione anche tra le realtà già esistenti».

La presentazione del portale «terraXchange»« è già on line con ideazione grafica di Chiara Tacconi e supporto dei social network: il progetto partirà a giorni. Il venticinquenne ha raccolto dati, informazioni, collaborazioni e consulenze scoprendo un ampio e crescente interesse sull’argomento.

Dopo il diploma all’istituto agrario «Cavallini» di Lesa e l’Università di Milano, la difficile ricerca di un terreno da coltivare: «Ce ne sono tanti incolti anche nel mio paese: ma di chi sono? Come fare? Il portale andrà a coprire una fetta di mercato a cui famosi portali come Casa.it e Immobiliari.it non sono assolutamente interessati: si tratta di aree non edificabili, che non rendono e che hanno una superficie inferiore all’ettaro, ovvero ai 10 mila metri quadrati».

Da dove nasce l’offerta di terreni? «Mi riferisco,ad esempio, a quei proprietari che hanno ereditato un piccolo appezzamento, sono obbligati a tenerlo in ordine, ma non vogliono o non possono occuparsene, magari perché troppo distante». Le aziende agricole non ambiscono ad estensioni del genere: troppo piccole. E così si crea l’offerta a costo zero, praticamente un baratto: il proprietario mette a disposizione la terra in cambio della manutenzione e di parte della coltivazione che se ne ricava o del suo valore.

E la domanda? «I disoccupati, i pensionati, le associazioni che possono usare l’area anche per altre attività, gli studenti di agraria, i padri di famiglia. A differenza degli orti urbani comunali, il portale non prevede delle graduatorie che, di fatto, escludono alcune categorie avvantaggiando quelle meno agiate».

Il giovane ha fatto una vera e propria indagine di mercato: «Il target che ho identificato è quantificabile in 4 milioni di italiani. Gli iscritti nei gruppi di Facebook a tema erano 700 mila a giugno con una crescita da gennaio del 23%. Le statistiche dicono che 21 milioni di Italiani coltivano qualcosa. L’interesse è evidente: basti guardare le liste di attesa per gli orti urbani o progetti cittadini come “Zappata romana”».

Il portale presenterà una visione totale di quello che c’è in Italia, e non solo. Sta già incontrando curiosità e sostegno («i Modena City Ramblers ci hanno retwittato»). Con la mappa satellitare e la geolocalizzazione, sarà possibile visualizzare in tempo reale i terreni in ogni parte del globo.

Intanto Tacconi, appena laureato e in cerca di occupazione, con il portale si è inventato quello che spera diventerà a tutti gli effetti il suo lavoro futuro: «L’iscrizione sarà gratuita, il mio guadagno deriverà dai negozi online di attrezzi e oggettistica da giardino con cui ho già siglato accordi su numero di accessi o provvigioni sulle vendite».

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Il portale che mette in contatto coltivatori e proprietari di terreni incolti Terraxchange nasce dall'idea di Marco Tacconi, un 25enne con la passione per l'agricoltura sostenibile

Scritto da Cristina Maccarrone | Yahoo! Finanza – 18/09/2013

Non fate altro che sentire che è possibile avere un orto in casa, sul balcone o addirittura negli spazi condominiali e, sebbene avete tentato di piantare nella vostra abitazione aromi e frutti vari, quello che sognate è un appezzamento di terreno tutto per voi. Ma nonostante i tanti terreni incolti e abbandonati di cui sentite spesso parlare, non riuscite a realizzare il vostro desiderio perché non sapete da che parte cominciare. Potreste, ad esempio, provare a partire dal web e cercare Terraxchange (terraxchange.it), un sito che è anche un social network e mette in contatto chi ha voglia di coltivare e chi di un terreno non sa che farsene. L’idea è di un ragazzo di 25 anni che, con una laurea in Agricoltura in tasca, una passione per le coltivazioni sostenibili e un’esperienza lavorativa in varie aziende agricole, una mattina di qualche settimana fa ha deciso di dare vita a questo particolare scambio. Lui si chiama Marco Tacconi e vive sul Lago Maggiore, ambiente che, come ci dice, ha avuto il suo peso nel dare vita a questa iniziativa: “La zona in cui vivo ormai predilige il settore turistico pertanto ci sono tanti terreni incolti. Così un giorno mentre ero a casa ho pensato che si poteva creare un portale che venisse incontro a chi non ha un terreno, ma ha una voglia matta di prodursi le cose da mettere nel piatto. Che è poi anche il mio sogno: coltivare non a km0 ma a cm0”. Una sorta di portale immobiliare? “No, i terreni vengono prestati ai gestori in cambio di raccolto o, nel caso questo raccolto non ci fosse, attraverso il corrispettivo commerciale. In pratica, ci richiamiamo a un rapporto contrattuale molto antico: la mezzadria. Sul portale sarà possibile scaricare dei contratti prestampati validi. Questi contratti prevedono che, se appunto il proprietario terriero è distante dal luogo in cui si coltiva la terra, anziché dargli degli ortaggi deperibili, il 'mezzadro' darà, in cambio del terreno, il loro corrispettivo in denaro. Sul sito, poi, si troveranno anche modelli di ricevute e un regolamento dettagliato per evitare ogni incomprensione”.

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E ogni contratto quanto dura? “La durata è facoltativa, la decideranno le parti. Idem per il prezzo. Comunque, il documento una volta firmato ha validità contrattuale”. E come si fa a trovare i terreni? “Saranno tutti geolocalizzati tramite una mappa che permetterà al sistema di individuare terreni incolti non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La mappa indicherà i tempi disponibili per avere in concessione il terreno e darà delle informazioni in merito. Oltre a un motore di ricerca, ci sarà un forum dedicato in cui anche le associazioni orticole già esistenti, gli orticoltori e tutti gli appassionati potranno conoscersi, organizzare eventi, e scambiarsi idee. L'idea di Terraxchange è quella di creare una rete tra tutti i possibili attori in modo che insieme si possa recuperare zone degradate e trasformarle in orti produttivi. L’inserimento degli annunci è gratuito” Il sito è già attivo? “E' online, ma non ancora al 100%. Se l’interesse continua ad esserci, come adesso, fra un mese o al massimo un mese e mezzo, contiamo di mettere online il portale funzionante e perfezionato. Da quel momento il sistema sarà automatico e tutti gli utenti potranno interagire liberamente”. Finora che riscontri hai avuto? “Tanti contatti, 450. Mentre il rapporto tra proprietari e coltivatori è di 1 a 10. Abbiamo pochi terreni rispetto alla voglia di coltivare che c'è e che percepiamo”. Sei da solo in questa avventura? “Al momento mi ci sto dedicando a tutto spiano, sono l’ideatore e il fondatore, ma ci lavorano anche altre persone. Le pagine social hanno vari amministratori, mentre la grafica è affidata a mia sorella che è designer. Il sito è stato creato da me, ma per la collaborazione cerco di avvalermi dell’aiuto degli amici”. E come pensi di mantenerlo in futuro se gli inserimenti sono gratuiti? “Al forum collegherò un’attività di e-commerce per vendere prodotti legati al giardinaggio e alla coltivazione dell’orto”. Interessati? Basta che andiate sul sito, descrivete il vostro terreno che non coltivate da tempo o non avete coltivato mai o se invece siete degli aspirati agricoltori, fate sapere di più sulla vostra passione. Terraxchange è anche su Facebook e Twitter.

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Buonenotiziedi Corriere - @Corriereit

Braccia rubate all’agricoltura? Chiedetelo aicontadini 2.012 NOVEMBRE 2013 | di Pensiero Solidale (+7)AGRARIA

di Marina Sogliani

Il contadino di nuova generazione, si sa, ha una laurea in economia (almeno), la zappa in unamano nell’altra il mouse, parla le lingue e da oggi – lacuna colmata – ha pure un socialnetwork. Non per chattare o postare foto di ortaggi, ma per procacciarsi terra (gratis) dacoltivare. Ce n’è tanta tra Bolzano e Siracusa: il problema è trovare braccia disposte acoltivarla.

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COSA DICE IL PAESE 10% si sente

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““Il nostro paese è pieno di terreni agricoli incolti che nessunoIl nostro paese è pieno di terreni agricoli incolti che nessunoutilizza più ma anche di giovani che, come me, tornano allautilizza più ma anche di giovani che, come me, tornano allaterra”terra” spiega Marco Tacconi, 25enne neolaureato in Agraria alla spiega Marco Tacconi, 25enne neolaureato in Agraria allaStatale di Milano. Statale di Milano. “Per questo mi sono detto: e se bastasse“Per questo mi sono detto: e se bastassemettere in contatto la domanda con l’offerta?”mettere in contatto la domanda con l’offerta?”

““I proprietari pubblicano online i dettagli dei loro terreni incolti eI proprietari pubblicano online i dettagli dei loro terreni incolti egli appassionati orticoltori si offrono per coltivarli. Alla fine unagli appassionati orticoltori si offrono per coltivarli. Alla fine unaparte del raccolto andrà al coltivatore, una parte alparte del raccolto andrà al coltivatore, una parte alproprietario”proprietario” spiega Marco, che la settimana scorsa ha lanciato il spiega Marco, che la settimana scorsa ha lanciato ilsito assieme a un paio di amici.sito assieme a un paio di amici.

“Prima di tutto viene il piacere di riscoprire un’attività appaganti,“Prima di tutto viene il piacere di riscoprire un’attività appaganti,e magari dei legami sociali”e magari dei legami sociali”..

“Non è un caso se sempre più giovani si iscrivono ad Agraria,“Non è un caso se sempre più giovani si iscrivono ad Agraria,come ho fatto io. Abbiamo scoperto che in questo settore si puòcome ho fatto io. Abbiamo scoperto che in questo settore si può

E’ nato così TerraXChange, il sito per chi sogna un orticello da coltivare (e non schifa la

condivisione) e chi il terreno per l’orticello ce l’avrebbe, ma non sa che farsene. Un vero eproprio social network con tanto di profili, foto e mappa interattiva dell’Italia degli ortiincolti.

Il guadagno? Al sito arriva dalla vendita di prodotti per l’orto tramite l’e-commerce. Agliutenti invece dalla spartizione degli ortaggi. Ma Marco non ha dubbi:

Che è poi quello che ha spinto Marco tra le braccia di

Madre Natura all’alba del 2013.

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soddisfare una domanda crescente di qualità, in Italia e non solo.soddisfare una domanda crescente di qualità, in Italia e non solo.C’è la crisi, è vero: ma soprattutto c’è la soddisfazione di lavorareC’è la crisi, è vero: ma soprattutto c’è la soddisfazione di lavorarea un prodotto dall’inizio alla fine, dal seme alla tavolaa un prodotto dall’inizio alla fine, dal seme alla tavola”.”.

E poi dicono che la generazione 2.0 è rubata all’agricoltura.

Tag: agraria, coltivazione, contadini, e-commerce, marco tacconi, orticello, social network, terraxchange.it

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FARO48 12 novembre 2013 | 15:41

Idea realizzata bellissima, bisogna sapere comunque che tipo di

contratti agrari possono essere stipulati fra proprieta’ e conduttore:CIOE’ andrebbe studiato

un contratto agrario ad hoc

per incentivare i giovani a coltivare.

fabio

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LINK ALLA PUNTATA

http://www.deejay.it/audio/terraxchange/359497/

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Esclusiva

How to tutorial

D · ATTUALITÀ · IL SOCIAL NETWORK PER CONTADINI IN ERBA

DI ILARIA LONIGRO

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LAVORO

Il social network per contadiniin erbaUn giovane italiano ha inventato terraXchange, il social network che mette incontatto proprietari di terre abbandonate e incolte con privati interessanti acrearsi un orto, un sistema tutto made in Italy di ''mezzadria'' in salsa 2.0. Gliiscritti sono già oltre 200, soprattutto donne. Ecco come funziona

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FacebookAccedi Per usare i plug-in social di Facebook, devi

passare dall'uso di Facebook come Fabriqall'uso di Facebook come Franci Nik.

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La ricetta di oggi

Vivete in città ma sognate un orto dove far crescere la lattuga e un cortile per allevare galline?Date un'occhiata a terraXchange, il nuovo social network inventato da un giovane agronomoitaliano che mette in contatto chi ha terra ma non la usa con chi vorrebbe utilizzarla percoltivazioni private. L'affitto? Si paga in prodotti. TerraXchange è il nuovo sistema made in Italydi ''mezzadria'' in salsa 2.0. Lanciato a novembre, ha raccolto già una ventina di offerte di terre, daMarsala a Trieste, e conta 220 iscritti. Oltre la metà sono donne. Iscriversi è gratuito: il social èfinanziato dal commercio online di prodotti per l'orto e oggettistica per esterni.

L'inventore di terraXchange è Marco Tacconi, classe 1988, della provincia di Novara, laureatoin “Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano” con tesi sull’allevamentocaprino, alla facoltà di Agraria di Milano. A lui abbiamo chiesto di raccontare qualcosa in più suterraXchange.

Come è nata l'idea?All'università avevamo creato un orto didattico di erbe aromatiche in un terreno incolto. Hopensato di estendere questo modello a ogni terra abbandonata e un anno fa ho iniziato a svilupparel'idea di un social network che potesse far incontrare domanda e offerta. Per 6 mesi ho fattoricerche di mercato per verificare i numeri su cui stavo appoggiando il mio progetto. Da giugno anovembre abbiamo sviluppato il portale. Il 1°novembre lo abbiamo lanciato.

Chi sono gli iscritti a terraXchange? I miei utenti sono molto attenti, attivi e informati. Più dellametà sono donne: 132 su 220. Non sappiamo l'età, ma stimiamo attorno ai 40 anni.

Cosa li spinge a coltivare?Avere un passatempo che faccia bene a se stessi, ai cari e all’ambiente. Coltivare e mangiare ifrutti del proprio orto dà molta soddisfazione. E ci riavvicina al ritmo naturale delle cose.

TerraXchange è un modello replicabile? Certo, è nato per poter essere utilizzato in tutto ilmondo perché si basa su coordinate satellitari. Ogni terreno messo a disposizione ha coordinategeografiche, quindi a livello pratico anche se si trova dall’altra parte del mondo non ci sarà alcunproblema ad inserirlo nel database.

Quanto impegno richiede un orto? Non è difficile coltivare, ma bisogna avere molta costanza epazienza. In inverno l'orto ha bisogno di meno attenzioni.

Quanto si risparmia, coltivando in proprio?Da un lotto di 20 metri quadrati una famiglia può trarre grosse soddisfazioni. Un metro quadro diorto produce da 0,5 kg a 3kg di ortaggi. Calcolando un prezzo medio di 2 euro al chilo, econsiderando che l’orto può avere più cicli produttivi in un anno, il risparmio è evidente.

Che vantaggi ha il proprietario? Il terreno è mantenuto gratuitamente da altri e non perde valorenel tempo. Resta nelle mani del proprietario: niente occupazione abusiva o usucapione. Ilproprietario può sempre vendere il proprio terreno o dividerlo in più lotti da far gestire a più

COME SI FA: LAMANICURE PIUMARossella Lionetti, aka Roslion90, ti spiegacome realizzare le manicure più di tendenzadel momento. Oggi è la volta della piumaTiffany

TINDER: GRAFFI, LIVIDI,LE FOTO CONTRO LATRATTA SESSUALELa foto profilo è quella di una donna inposa per attirare l'attenzione di un uomo.Questa volta però l'immagine è diversa, inmostra ci sono lividi, graffi, ferite. I segnievidenti delle violenze subite dalle donnevittime dello sfruttamento sessuale

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persone, raccogliendo ortaggi da ognuno.

Come funziona il contratto?Il ruolo di terraXchange finisce quando noi scambiamo i contatti mail tra proprietario e gestoreinteressato. Non ci occupiamo del rapporto contrattuale. Forniamo a chi lo desidera un contrattod’affitto standard modificato: il canone è rappresentato da ortaggi.

Come sapere se il terreno è inquinato? Non possiamo garantire la salubrità del suolo, questo è ilcompito di enti pubblici preposti. L’unico modo per sapere se è inquinato è un’analisi del terrenoma i costi sono elevati e non possiamo obbligare il proprietario a sostenerli.

Un orto vicino a una strada trafficata, è da evitare?Più importante verificare se ci sono venti dominanti. Gli inquinanti viaggiano per molti chilometrise sospinti dal vento. Paradossalmente, un terreno vicino alla strada può essere meno inquinatorispetto a uno lontano. Ciò che possiamo suggerire è di avviare una coltivazione sana, senza usodi prodotti chimici.

(05 FEBBRAIO 2014)

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