Perché la Storia? - Più formaggio, più vermi... Nell'antichità, era il cappello della...

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Perché la Storia? A.A. 2008/2009

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Perché la Storia?

A.A. 2008/2009

Ma la storia piace o no?

● A molti la storia piace poco o per niente...● Basta vedere i risultati dei test d'ingresso:

– La si percepisce come una disciplina complicata

– Bisogna imparare nomi e date a memoria...

Le cose stanno così?

Che cosa si può fare per rendere la storia più interessante?

Ma come “funziona” la storia?

E poi dobbiamo proprio studiarla?

La storia è incontro con gli altri

“Storico è colui che... sa uscire da se stesso per incontrarsi con gli altri”.

Henri-Irenée Marrou

La storia è incontro con gli altri

● È un'esperienza che facciamo nella vita di tutti i giorni:– Se voglio davvero conoscere qualcuno, mi

informo su di lei/lui: cerco di conoscerne la storia

– Il passato di una persona è importante per ca(r)pirne il carattere, la personalità...

La storia è incontro con gli uomini

“L’oggetto della storia è, per natura, l’uomo.

O, più esattamente, gli uomini.

Meglio del singolare, modo grammaticale dell’astrazione, ad una scienza conviene il plurale, che è modo della diversità”.

Marc Bloch

La storia è incontro con gli uomini

“Dietro i tratti concreti del paesaggio, dietro gli scritti che sembrano più freddi, dietro le istituzioni in apparenza più distaccate da coloro che le hanno create e le fanno vivere, sono gli uomini che la storia vuole afferrare”.

Marc Bloch

La storia è incontro con gli uomini

“Colui che non si spinge fin qui non sarà mai altro, nel migliore dei casi, che un manovale dell’erudizione.

Il bravo storico, invece somiglia all’orco della fiaba.

Egli sa che là dove fiuta carne umana, là è la sua preda”.

Marc Bloch

La storia riguarda il futuro

● Si sente il bisogno di indagare il passato soprattutto quando si sente l'esigenza di un futuro diverso (che si spera migliore)

● Chi auspica un cambiamento del mondo nella propria epoca si interessa alla storia– La Rivoluzione Francese aveva il mito di Roma

repubblicana

– Il Romanticismo guardava al Medioevo

– Obama guarda a Lincoln, a Kennedy e a M.L. King

Un simbolo: il berretto frigio

● Nell'antichità, era il cappello della popolazione dei Frigi

● Nell'antica Grecia, identificava gli orientali, per esempio i Troiani

● Nel mondo ellenistico, era il copricapo di divinità orientali, quali Attis e Mitra

● Nel mondo romano, era il copricapo degli schiavi liberati

Un simbolo: il berretto frigio

● È indossato dai Magi, orientali, nei mosaici di S. Apollinare Nuovo (Ravenna)

Ravenna, Sant'Apollinare Nuovo, mosaici (VI sec.)

Un simbolo: il berretto frigio

● Rifacendosi a Roma antica, diventa un simbolo di libertà durante la Rivoluzione Francese

La festa della Ragione, 1793

Calendario repubblicano, 1794

Un simbolo: il berretto frigio

● È indossato dalla Marianna, l'emblema nazionale della Francia

Un simbolo: il berretto frigio

● È indossato dalla Libertà ne La Libertà guida il popolo di Delacroix

Eugène Delacroix, La Libertà guida il popolo, 1830 (Parigi, Louvre)

Un simbolo: il berretto frigio

● Compare nello stemma del senato e dell'esercito degli Stati Uniti

● Compare nello stemma di molti paesi sudamericani (Argentina, Bolivia, Colombia, Cuba, El Salvador, Haiti, Nicaragua, Paraguay)

Un simbolo: il berretto frigio

● Lo indossano i Puffi!

La storia riguarda il presente

“Accompagnavo, a Stoccolma, Henri Pirenne.

Appena giunti, mi disse: «che cosa andiamo a visitare come prima cosa? Sembra che vi sia un municipio nuovissimo. Cominciamo di lì»”.

Marc Bloch

La storia riguarda il presente

“Poi, come se volesse prevenire un mio moto di meraviglia, aggiunse:

«Se io fossi un antiquario, non avrei occhi che per le cose vecchie. Ma io sono uno storico.

È per questo che amo la vita»”.

Marc Bloch

Historia magistra vitae?

● Non nel senso di dare lezioni immediate o di permettere profezie

● Però è indispensabile per capire perché le diverse realtà (nazioni, identità, istituzioni...) permangono anche se cambiano aspetto esteriore

● È necessaria per orientarci nel nostro mondo

La storia è incontro di presente e di passato

“L’incomprensione del presente nasce inevitabilmente dall’ignoranza del passato.

Ma non è forse meno vano affaticarsi nel comprendere il passato, se non si sa niente del presente”.

Marc Bloch

La storia è incontro di presente e di passato

La storia è sempre storia contemporanea

“perché, per remoti e remotissimi che sembrino i fatti che vi entrano, essa è, in realtà, storia sempre riferita al bisogno e alla situazione presente, nella quale quei fatti propagano le loro vibrazioni”.

Benedetto Croce

La storia è incontro di presente e di passato

● Le domande storiche si rivolgono al passato per comprendere il presente, a partire da interessi del presente– Si cercano nel passato le radici del presente

La storia è interrogazione

● La ricerca storica parte sempre da una domanda

● Ma poi le domande si moltiplicano– Come quando si dialoga con una persona

● Le domande sorgono quando ci si trova davanti a fenomeni di difficile interpretazione

La storia è interrogazione

● Quando ha termine l'Età antica?– Tradizionalmente, con la caduta dell'Impero

Romano d'Occidente (476)● Secondo Henri Pirenne (1937), il punto di

svolta fu rappresentato dall'espansione araba del VII secolo– Che ruppe l'unità economica e culturale del

Mediterraneo

La storia è interrogazione

● Questa interpretazione, però, non ha convinto fino in fondo gli storici– Secondo Jacques Le Goff, la peste ha giocato un

ruolo importante nella rottura dell'unità mediterranea

– Secondo Maurice Lombard, è proprio grazie all'espansione araba che l'Europa ha riallacciato i rapporti con le civiltà orientali

– La rottura si ha nel secolo XI, con l'arrivo in Oriente dei Turchi

La storia implica il dialogo tra gli storici

● Il dialogo tra gli storici prende il nome di dibattito storiografico

● Bisogna esserne consapevoli– Non è detto che siamo i primi a porci certe

domande

– È utile, opportuno ed economico (cioè, meno faticoso) partire dalle ricerche già fatte

La storia implica l'impiego di un metodo

● Anche il dibattito storiografico, però, deve essere riportato all'analisi delle fonti

● Deve fare ricorso a metodologie attendibili– È vero, come abbiamo visto, che il punto di

partenza è il presente

– Alcuni storici, però, partendo da domande attuali, mettono in dubbio il passato con metodi non attendibili

– Questo atteggiamento prende il nome di revisionismo storico

La storia implica l'impiego di un metodo

● La revisione in campo storico è sempre positiva– La ricerca deve sempre essere messa in

discussione● Con “revisionismo”, però, si intende un

procedimento non rigoroso, funzionale a una lettura precostituita del passato– Dà una lettura del passato a tesi

La storia implica l'impiego di un metodo

● Sono esistite le camere a gas nei campi di concentramento nazisti?– Vi sono storici revisionisti che lo negano

– Questa posizione viene chiamata “negazionismo”

– Quale lettura della storia propongono i negazionisti?

Dachau, campo di concentramento, camera a gas

La storia implica l'impiego di un metodo

● Il metodo storico fa ricorso, innanzitutto, alle fonti storiche

● Il metodo storico fa ricorso all'interpretazione, per comprendere il passato

L'interpretazione

● Serve a integrare le informazioni provenienti dalle fonti– Occorre integrare i dati certi con ipotesi

● Serve a comprendere gli avvenimenti e i fenomeni del passato– Occorre distinguere fatti e interpretazioni

L'interpretazione

● Come distinguere fatti e interpretazioni?– Non sempre è facile: fatti e interpretazioni sono

intrecciati tra loro

– Occorre però evitare gli estremi opposti:● Il “mito del dato”: carta canta

– Il compito dello storico si esaurirebbe nel riportare ciò che le fonti dicono

● “Non esistono fatti, ma solo interpretazioni” (Friedrich W. Nietzsche)

L'interpretazione

● Furono gli storici del XIX sec., in primis Leopold von Ranke, a concepire la storiografia come basata sulle fonti

● Ranke, però, auspicava:– “Lo sparire dell'individualità nel lavoro storico”

– Lo studio di “come le cose sono effettivamente andate”

L'interpretazione

“Proprio in tema di interpretazione storica è ingenuo ritenere di avere esaurito il compito dello storiografo col riferire puramente quanto è attestato dalle fonti, nella credenza che vera storia sia quella sola che in esse si ritrova”

Emilio Betti

L'interpretazione

“All'interprete si richiede di rimanere costantemente consapevole del contributo che la sua mentalità apporta, e deve apportare, al processo interpretativo”

“Assurda sembra, ad esempio, l'aspirazione prospettata da qualche storiografo, a spogliarsi della propria soggettività: giacché, privato di questa, l'interprete perderebbe gli occhi per vedere”.

Emilio Betti

L'interpretazione

“La soggettività [...], lungi dal costituire un ostacolo all'interpretazione, è la indispensabile condizione della sua possibilità”.

Emilio Betti

L'interpretazione

● Lo storico non può limitarsi a riportare il contenuto delle fonti

● Dà invece un contributo attivo nell'interpretazione

L'interpretazione

● “Prima di studiare i fatti, bisogna studiare lo storico che li espone” (Edward H. Carr)

● Che significa? In che consiste il contributo attivo dello storico?

L'interpretazione

● Il contributo dello storico consiste, in primo luogo, nell'attribuire importanza o meno ai fatti

● O meglio: nel riconoscere a un determinato avvenimento la dignità di fatto storicamente rilevante

L'interpretazione

● Max Weber e la battaglia di Maratona. Perché questa battaglia è importante?

● Perché fu la decisione di due possibilità:– Il prevalere di una cultura religioso-teocratica

– Il prevalere del mondo greco, di cui siamo eredi● A Maratona prevalse la seconda possibilità● Il nostro interesse di storici è dovuto alla sua

funzione decisiva rispetto alle due possibilità che si dividevano il campo

L'interpretazione

“Senza la valutazione di tali possibilità e degli insostituibili valori culturali che sono legati a quella decisione, sarebbe impossibile determinarne il significato;

e sarebbe poi di fatto impossibile comprendere perché non la consideriamo equivalente ad una scaramuccia fra due tribù di Kaffiri o di Indiani”.

Max Weber

L'interpretazione

“Senza le idee di valore del ricercatore non vi sarebbe alcun principio per la scelta della materia e alcuna conoscenza significativa del reale nella sua individualità”.

Max Weber

L'interpretazione

● Le fonti, dunque, non sono mai evidenti di per sé, ma hanno sempre bisogno di un'interpretazione

● L'iniziativa della ricerca non appartiene al documento

● Appartiene all'interrogazione dello storico

Le fonti

● Le fonti sono gli strumenti fondamentali dello storico– Gli forniscono i dati necessari per ricostruire e

comprendere gli avvenimenti● La ricerca delle fonti è chiamata “euristica”

Le fonti

● Le fonti sono soggette a selezione– Da parte del tempo

● Perdite, incendi, distruzioni ecc. hanno operato una selezione delle fonti

– Da parte dello storico● vedi Weber e la battaglia di Maratona

Selezione delle fonti

“Lo storico non è affatto un uomo libero.

Del passato sa solamente quel che esso vuol confidargli”.

Marc Bloch

Selezione delle fonti

“La storia può dirsi conoscenza solo in virtù della relazione che si istituisce tra il passato vissuto da uomini di tempi diversi e lo storico d'oggi”.

Giuseppe Zaccaria

Selezione delle fonti

“Non potendo mai configurarsi come percezione diretta, ma sempre piuttosto come una ricostruzione selettiva, che ordina e attribuisce legami causali, significati e valori ad un passato che quando era presente, non poteva che essere, proprio come il nostro presente, multiforme, ambiguo, non totalmente intellegibile, questa relazione si presenta nelle forme di una mediazione essenzialmente ermeneutica”.

Giuseppe Zaccaria

Classificazione delle fonti

● Quanto alla forma, le fonti si dividono in:– Scritte

– Non scritte● (tutti i materiali, per lo più frutto delle ricerche degli

archeologi, che ci forniscono informazioni sul passato)

Classificazione delle fonti

● Le fonti scritte possono essere:– Archivistiche

● (documenti, atti giuridici, legislativi, notarili, ecc., trattati, convenzioni...)

– Letterarie● (opere letterarie, storiche, filosofiche, scientifiche...)

– Epigrafiche● (iscrizioni, su pietra, metallo...)

Esempio di fonte archivistica: il Trattato di Utrecht (1713)

Esempio di fonte letteraria: il Dialogo di Galilei (1632)

Esempio di fonte epigrafica: la lapide Camarassa a Cagliari (1668)

Classificazione delle fonti

● Le fonti non scritte possono essere:– Iconografiche

● (immagini di tutti i tipi)

– Monumentali● (edifici o siti, resti di edifici o siti)

– Reperti di vario tipo● (utensili, monete...)

– Orali● (testimonianze di chi ha vissuto gli avvenimenti)

Esempio di fonte iconografica: la carta della Sardegna di Sigismondo Arquer (1550)

Esempio di fonte monumentale: il Castello di Monreale, in comune di Sardara (XIII sec.)

Esempio di reperto: ceramica di età nuragica

Esempio di fonte orale: un'intervista

Classificazione delle fonti

● Quanto allo scopo, le fonti possono essere:– Volontarie o intenzionali

● (se sono finalizzate a trasmettere informazioni)

– Involontarie o, meglio, preterintenzionali● (dalla capacità informativa implicita e indipendente

dalla funzione della fonte stessa)

Classificazione delle fonti

● Qualsiasi fonte volontaria trasmette anche sempre informazioni involontarie

● Ogni fonte intenzionale trasmette anche informazioni implicite, che l'autore non intendeva o non sapeva di trasmettere– Un documento scritto trasmette informazioni sul

suo autore e su se stesso, sulla sua forma materiale e sulle condizioni di trasmissione

Esempio di fonte intenzionale: un testo di storia

Esempio di fonte preterintenzionale: un'immagine

Classificazione delle fonti

● Quanto all'origine, le fonti possono essere:– Dirette

● (riportate da un testimone degli avvenimenti)

– Indirette● (riportate o elaborate da altri)

Testimonianze dirette

● La testimonianza volontaria di chi è vissuto al tempo dei fatti che lui stesso narra è di grande interesse

● Talvolta, però, la vicinanza non favorisce il distacco critico– Non si riesce a essere obiettivi

● Talvolta, poi, diversi elementi si scoprono solo successivamente

Testimonianze dirette

“Ora, scrittori di fama hanno ricordato la storia, nel bene e nel male, del popolo romano dei tempi lontani e non sono mancati chiari ingegni a narrare i tempi di Augusto, sino a che, crescendo l'adulazione, non ne furono distolti.

Quanto a Tiberio, a Gaio, a Claudio e a Nerone, il racconto risulta falsato: dalla paura, quand'erano al potere, e, dopo la loro morte, dall'odio, ancora vivo”.

Tacito

Testimonianze dirette

“Di qui il mio proposito di riferire pochi dati su Augusto, quelli degli ultimi anni, per poi passare al principato di Tiberio e alle vicende successive, senza rancori e senza favore [sine ira et studio], non avendone motivo alcuno”.

Tacito

Testimonianze dirette

“Non so quale sia la verità, se c’è verità. Forse qualcuno dei narratori ha mentito sapendo di mentire. O invece tutti hanno detto ciò che credono vero. Oppure magari hanno inventato particolari, qui e là, per un gusto nativo di abbellire le storie”.

Sergio Atzeni

Testimonianze dirette

“O, ipotesi più probabile, sui fatti si deposita il velo della memoria, che lentamente distorce, trasforma, infavola, il narrare dei protagonisti non meno che i resoconti degli storici” [Il figlio di Bakunin, p. 119].

Sergio Atzeni

Testimonianze dirette

“Non siamo noi, i superstiti [del Lager] i testimoni veri.

È questa una nozione scomoda, di cui ho preso conoscenza a poco a poco, leggendo le memorie altrui, e rileggendo le mie a distanza di anni”.

Primo Levi

Testimonianze dirette

“Noi sopravvissuti siamo una minoranza anomala oltre che esigua: siamo quelli che, per loro prevaricazione o abilità o fortuna, non hanno toccato il fondo.

Chi lo ha fatto, chi ha visto la Gorgone, non è tornato per raccontare, o è tornato muto”.

Primo Levi

Testimonianze dirette

“Lo storico si sente, nei confronti di un testimone presente ad un fatto, in una posizione un po’ umiliante.

È come la coda di una colonna in cui gli avvisi si trasmettano, partendo dalla testa, da una fila all’altra.

Non è una posizione molto favorevole di venir informato con certezza”.

Marc Bloch

Testimonianze dirette

“Non molto tempo fa, ho visto, durante un cambio notturno, tentar di trasmettere così, lungo la fila, il grido:

«Attenzione! Buca a sinistra!».

L’ultimo lo ricevette sotto la forma: «Andate a sinistra», fece un passo in questa direzione e sprofondò”.

Marc Bloch

Classificazione delle fonti

● Quanto al tempo, le fonti possono essere:– Primarie

● (tutti i materiali coevi all'epoca studiata)

– Secondarie● (materiali elaborati successivamente)

Fonti primarie e secondarie

● Qualsiasi fonte secondaria è anche sempre, per certi versi, una fonte primaria– Esempi: opere letterarie, artistiche,

cinematografiche...● Sono fonti primarie per quanto riguarda l'epoca in cui

sono sorte● Sono fonti secondarie per quanto riguarda l'epoca che

descrivono, se è diversa da quella in cui è vissuto l'autore

Un film storico: fonte secondaria, ma anche primaria

Classificazione delle fonti

● Quanto al contenuto, le fonti possono essere:– Vere

– False

Classificazione delle fonti

● Occorre distinguere tra:– Autenticità

● Il documento è vero o falso?

– Attendibilità● Il documento dice il vero o il falso?

● Bisogna sempre verificare l'autenticità e l'attendibilità delle fonti

Classificazione delle fonti

● Un documento falso è una fonte attendibile su se stesso– Ci testimonia che in una determinata circostanza

si è voluto produrre un falso● Esempi: la Donazione di Costantino, le Carte

d'Arborea...

Classificazione delle fonti

● L'attendibilità delle fonti viene verificata attraverso la comparazione delle testimonianze

● Si mettono a confronto le diverse fonti e testimonianze e si vede fino a che punto convergono o divergono

Classificazione delle fonti

“Più un documento presenterà punti in comune con un tutto omogeneo di documenti analoghi e già conosciuti, tanto più agevolmente e con maggior sicurezza lo si potrà interpretare”.

Henri-Irenée Marrou

Classificazione delle fonti

“Appunto in questo consiste il valore e l’utilità pratica di quelle discipline specializzate che vengono indicate come scienze ausiliarie della storia [...] e si fondano sulla comparazione sistematica di una certa categoria di documenti, ne osservano le costanti analogie per formulare infine regole – o meglio – leggi che si basino sugli elementi comuni di tutti i casi esaminati”.

Henri-Irenée Marrou

Scienze ausiliarie della storia

● Demografia● Economia storica● Storia della civiltà materiale● Etnologia, antropologia culturale● Antropologia storica

Scienze ausiliarie della storia

● Archeologia● Numismatica● Epigrafia● Paleografia● Diplomatica● Sigillografia

Analisi delle fonti

● Classificare le fonti è già frutto di analisi● Ogni analisi deve tenere conto della

classificazione– L'analisi delle fonti scritte deve tener conto se si

tratta di fonti archivistiche, letterarie o epigrafiche

Analisi delle fonti

● Le fonti scritte vanno sottoposte a:– Esame estrinseco

● Esame della materia e della forma della fonte (materiale, scrittura, grafia, stile...)

– Esame intrinseco● Esame del contesto, della funzione, dello scopo, della

destinazione e del contenuto

Classificazioni storiche

● Sia nell'analisi delle fonti che nell'interpretazione storiografica, può essere utile fare ricorso alle WH questions:– What (che cosa)

– When (quando)

– Where (dove)

– Who (chi)

– How (come)

– Why (perché)

Classificazioni storiche

● Oppure dovremmo ricordarci dell'esametro di Cicerone:– Quis

– Quid

– Ubi

– Quibus auxiliis

– Cur

– Quomodo

– Quando?

Che cosa

● Interpretazione– Riguarda il fatto, l'avvenimento, il fenomeno

oggetto dell'interpretazione● Analisi delle fonti

– Anche qui, riguarda la fonte da analizzare

Quando

● Interpretazione– Riguarda la cronologia e la periodizzazione

● Le periodizzazioni sono sempre arbitrarie● Però aiutano a orientare la ricerca● E a caricare di significato gli avvenimenti e le epoche

– Es.: Hobsbawm e il Secolo breve

Quando

● Analisi delle fonti– Riguarda il momento in cui una fonte è stata

prodotta● Es.: non è senza significato sapere che Cartesio non

pubblicò il Trattato del mondo nel 1633● Cartesio rinunciò alla pubblicazione dopo avere

appreso della condanna di Galileo

Dove

● Interpretazione– Riguarda la localizzazione

● Es.: è importante avere ben presente che il Medioevo, il Rinascimento ecc. sono periodi della storia soltanto europea

● Non ha senso parlare di Medioevo o di Rinascimento per la storia cinese o africana o dell'Oceania!

Queste due opere potrebbero essere contemporanee!

Dove

● Analisi delle fonti– Riguarda il luogo in cui una fonte è stata

prodotta● Es.: è importante sapere che la Gioconda fu portata in

Francia dallo stesso Leonardo nel 1516 e che il re Francesco I la acquistò direttamente da lui

● Non hanno quindi senso le rivendicazioni per una restituzione all'Italia

Dopo la finale dei Mondiali di calcio 2006: tifosi simpatici ma ignoranti

Come

● Interpretazione– Per comprendere le modalità con cui si sono

svolti gli avvenimenti, è utile considerare 4 ambiti principali:

● Economia● Politica● Società● Cultura

Come

● Economia– Tutti gli aspetti che riguardano la produzione, la

circolazione e il consumo di merci● Es.: agricoltura, commercio...

● Politica– Riguarda il potere, l'organizzazione dello stato, i

rapporti tra gli stati● Es.: partito, democrazia, monarchia, tirannide...

Come

● Società– Tutti gli aspetti che riguardano le relazioni tra

persone e tra gruppi di persone● Es.: famiglia, classe sociale...

● Cultura– Riguarda i prodotti dell'uomo, le sue credenze,

convinzioni...● Es.: arte, religione, immaginario...

Come

● Analisi delle fonti– Riguarda il contesto in cui una fonte è stata

prodotta● Vi rientra, per es., il problema della committenza

Chi

● Interpretazione– Riguarda i soggetti della storia:

● Individui● Gruppi

Chi

● Soggetti della storia: Gruppi sociali– Classi sociali

● Accomunati dalla condizione economica (borghesia, proletariato...)

– Ceti sociali● Accomunati dal potere e dal prestigio, in genere

ereditari (nobiltà)

– Categorie professionali● Accomunati dall'attività lavorativa (insegnanti,

studenti, ferrovieri...)

Chi

● Soggetti della storia: Gruppi sociali– Popoli e nazioni

● Accomunati dal luogo, dall'etnia, dalle tradizioni, dalla lingua (gli italiani, i sangavinesi, gli abitanti dell'Isola di Pasqua...)

– Stati● Le organizzazioni politiche (imperi, monarchie,

comuni...)

Chi

● Analisi delle fonti– Riguarda l'autore delle fonti

– Vi rientra il problema delle attribuzioni● Es.: false attribuzioni (lo Pseudo-Dionigi)● Es.: attribuzioni convenzionali (il Maestro di

Castelsardo)● Es.: documenti anonimi● Es.: autori collettivi

Manoscritto del XIII sec. degli scritti dello Pseudo Dionigi (Cambridge, University Library)

Maestro di Castelsardo, Retablo di Castelsardo, scomparto centrale, fine XV sec. (Castelsardo, Duomo)

Perché

● Interpretazione– Riguarda le cause di un avvenimento

● Insieme dei fenomeni che hanno reso possibile un avvenimento, lo hanno preceduto e condizionato

– Una causa di un avvenimento può essere, a sua volta, effetto e conseguenza di un altro avvenimento

Storia e cause

● Il mondo naturale è dominato dal rapporto causa-effetto.

● I processi storici no:– Sono caratterizzati dalla “connessione

dinamica” (Wirkungszusammenhang)– Che “produce valori e realizza scopi”

Wilhelm Dilthey

Perché

● Ciò significa che:– Non vi è mai un'unica causa di un avvenimento

● Le cause sono sempre molteplici e intrecciate

– La causa di un fenomeno può essere contemporaneamente conseguenza di quel fenomeno

– Da una stessa causa non dipende sempre, necessariamente e univocamente uno stesso effetto

«In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento.

In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia,

e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù».

(dal film Il terzo uomo, 1949, di Carol Reed, con Orson Welles)

Perché

● Occorre poi distinguere l'importanza delle cause:– Cause immediate

● Sono “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”● Sono più vicine nel tempo, ma meno decisive

– Cause profonde● Agiscono in profondità● Sono di medio-lungo periodo

Perché

● Quali sono le cause dello scoppio della I Guerra Mondiale?– Causa immediata

● L'assassinio di Francesco Ferdinando, arciduca d'Austria, e della moglie, la contessa Sofia, il 28/6/1914 a Sarajevo, per mano di Gavrilo Princip, membro del gruppo rivoluzionario “Giovane Bosnia”

– E le cause profonde?

Achille Beltrame, copertina della “Domenica del Corriere” del 5/7/1914

Perché

● Infine, occorre distinguere le cause in base agli indicatori già noti:– Cause di tipo economico

– Cause di tipo sociale

– Cause di tipo politico

– Cause di tipo culturale

Perché

● Cause di tipo economico– Sviluppo produttivo, crisi economica,

inflazione...● Cause di tipo sociale

– Conflitti tra popoli, lotte fra classi sociali o ceti...

Perché

● Cause di tipo politico– Guerre, trattati, rivoluzioni...

● Cause di tipo culturale– Scoperte e innovazioni, diffusione di nuove

credenze...

Perché

● Analisi delle fonti– Ogni fonte è stata scritta con uno scopo ben

preciso● Talvolta lo scopo non è subito chiaro● A seconda della fonte, gli scopi possono essere

molteplici

Bene, il nostro percorso è alla fine

Che idea ci siamo fatti della storia?

Che idea ci siamo fatti su come “funziona”?

Principali riferimenti bibliografici

● M. Bartoli, Introduzione alla storia (URL=http://www.lumsa.it/lumsa/site/1120/default.aspx).

● A. De Bernardi – S. Guarracino – R. Balzani, Tempi dell'Europa tempi del mondo, ed. verde, vol. I, Dalla società feudale alla crisi del Seicento, Guida allo studio, Bruno Mondadori, Milano 2004, pp. 7-24.