2° DOMENICA DI AVVENTO Preparate la via del Signore ... · Settimanale per camminare insieme verso...

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Settimanale per camminare insieme verso il Natale Anno 1 numero 1 7 dicembre 2014 Copia diffusa in formato elettronico BUONE NOTI 2° DOMENICA DI AVVENTO Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.

Transcript of 2° DOMENICA DI AVVENTO Preparate la via del Signore ... · Settimanale per camminare insieme verso...

Settimanale per camminare insieme verso il Natale

Anno 1 numero 1 7 dicembre 2014

Copia diffusa in

formato elettronico

BUONE NOTIZIE

2° DOMENICA DI AVVENTO

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.

Riflessioni inviate da Plotegher Band

L'ATTESA FA BENE AL CUORE (25.11.2014)

Ridurre i tempi di attesa. A tutti i costi.

Tagliare le code, accorciare i

tempi di consegna, istantaneizzare la comunicazione. Velocizzare i tempi di lavorazione, diminuire la durata delle cotture, accelerare le maturazioni. Sveltire le pratiche, snellire i processi, abolire i tempi morti.

L’attesa è un nemico, una minaccia, un agguato.

Una perdita irreparabile. Quel che si perde attendendo non lo si può recuperare, perciò chi attende è perduto. Chi attende perde tempo, perde il ritmo, perde velocità, perde il filo. Il tempo soprattutto. Così prezioso, così sfuggente, così necessario. Così tante cose da fare, da provare, da vedere, da leggere, da ascoltare, da vivere. Così tante e così poco tempo!

Chi attende le perde. Chi attende si perde.

È vero: chi vive l’attesa si perde. Perde il controllo di sé, perde il governo per metterlo in mano a qualcosa d’altro. Quasi sempre qualcun altro. Perciò l’attesa costringe ad affinare il sentire, spinge a concentrare intelligenza, volontà e memoria, sollecita a prepararsi, obbliga a fare ordine, rende acuti i sensi, amplifica i desideri.

Afferra l’animo per un capo e lo distende verso l’atteso, proiettandoci oltre noi stessi, al di là del contingente, verso un di più. Così, se l’attesa ruba istanti di tempo, regala, però, larghezze al cuore, facendo “magnanimo” – uomo o donna dal grande animo – chi sa sostenerla. Chi, per fede, attende «Colui che viene» sceglie di far di tutta la vita un’attesa. E il cuore, attratto dall’Eterno Presente si distenda alle Sue misure. Quelle del «senza misura».

don Cristiano Mauri

HAI ANCORA PAURA DEL BUIO? BEATO TE!

Il fatto è che, a un certo punto, smetti di aver paura del buio. Bisogna diventar grandi. E i grandi, si sa, han mica paura.

Così un giorno ti svegli e ti accorgi che le creature oscure che abitavano l’ombra se ne sono andate e con loro la paura. Hai vinto tu. Ora sei più forte, sei cresciuto. Non devi più dipendere dalla luce.

Prima era una sicurezza, una certezza, di più: una salvezza. Appena cominciava a stringersi lo stomaco era sufficiente un clic. Via, tutto sparito, tanto il buio quanto la paura. Tutto grazie a lei: era un’amica, una sorella, quasi una mamma. Adesso però sei cresciuto, il buio non ti fa più paura e la luce… Già, la luce?

Ripensi con un sorriso bonario alla piccola abat-jour a forma di angioletto che tenevi accesa di notte e che era “la tua salvezza”.

Chissà se si può amare davvero la luce senza avere un po’ di timore del buio.

Cominci ad accorgerti, pian piano, che non solo il buio non ti spaventa più ma addirittura comincia a piacerti. E’ affascinante, misterioso, perfin romantico quando non è troppo cupo. E’ buono per nascondersi e per nascondere, perfetto per fuggire, adatto per incutere timore quando lo indossi sul volto.

E finisci, senza troppo rendertene conto, con l’amare di meno la luce. La usi, certo, quando serve e se serve, ma non è più una salvezza. Sei tu il padrone, della luce. Le volte in cui improvvisamente viene a mancare ti coglie un istante di panico. Ma è solo un attimo, il tempo di razionalizzare. il buio, ormai, te lo sei fatto amico e sei padrone anche di quello.

Se non fosse che il Buio ha tanti nomi e tanti volti oltre a quello di tenebra. Si chiama anche rabbia, disperazione, malattia, divisione, invidia, solitudine, emarginazione, povertà. E ha il volto del tradimento, della sconfitta, dell’assenza di futuro, del rancore, dell’indecisione, dell’ipocrisia e della menzogna. Il peccato. La morte.

Il Buio è il Male in tutte le sue forme e in tutte le sue accezioni. Quello fuori di te, quello dentro di te. Ma anche di questo Buio, forse, non hai più così tanta paura, anzi sei costretto ad ammettere di giocarci volentieri e di sentirti quasi a tuo agio, con lui.

Solo quando ti prende alla sprovvista colpendoti senza preavviso – che venga da altri o sorga dentro te – è ancora capace di turbarti. Almeno finché non ne riprendi il controllo.

E la Luce? Ha tanti volti e nomi quanto il Buio, ovviamente uguali e contrari. E la vedi, la senti, dentro di te e fuori di te, in tutte le forme e accezioni del Bene. Ma anche questa Luce non è più davvero una salvezza. La apprezzi usandola al bisogno, se serve e per quanto serve.

Sei tu il padrone, del Buio e della Luce. Non ami né l’uno né l’altro, senza odiare nessuno dei due.

E io vorrei tanto non aver mai smesso di aver paura del buio per avere ancora il cuore pronto, bruciante del desiderio della Luce. Perché chissà se si può amare davvero la Luce senza odiare il Buio.

Gesù viene come la Luce del mondo. Non si può attenderlo se non tornando bambini. Quelli che del Buio han sempre paura e della Luce un impellente bisogno.

don Cristiano Mauri

Ciao! ecco il nostro piccolo contributo. La preghiera dell'accoglienza, che

in questo viaggio in Paraguay ci ha accompagnati in ogni luogo e

incontro facendoci riflettere sulla bellezza dell'accoglienza più sincera, e

una foto del presepe della dogana di Mariscal Estigarribia, al confine tra

Paraguay e Bolivia (da notare il cactus!).

Un abbraccio a tutti ! Arianna e Stefano

Signore, aiutami ad essere per tutti un amico, che attende senza stancarsi, che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ringrazia con gioia. Un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura, a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera; ad offrire un'amicizia riposante, ad irradiare una pace gioiosa, la tua pace, o Signore. Fa' che sia disponibile e accogliente soprattutto verso i più deboli e indifesi. Così senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino, Signore della tenerezza.

Vivo nell‘attesa di

Colui che viene. Ma non faccio di questa vita una sala d’aspetto. Cerco Colui che è già il mio tempo. Non ho attimi di fredda assenza da fuggire. Ne ho da cui succhiare il gusto di una bruciante Presenza. Colui che attendo è. Colui che viene è. Al modo di chi viene sempre, è. Lo attendo, per questo vivo. Per questo sono vivo. In questo suo interminabile Avvento che fa del mio presente un Eterno.

Carissime famiglie. Anzitutto complimenti alla instancabile redazione di OBERZAN che ha

messo in piedi questo stupendo strumento di comunione e di informazione che mantiene in

relazione tra loro tante persone e tante famiglie. Godo nel constatare che l'aver vissuto

insieme delle esperienze significative che ci hanno segnato tutti in maniera positiva continua a

tener viva una comunione di affetto e di collaborazione che ha radici profonde ed è tutt'ora

fonte di gratificazione.

Mentre sto invecchiando, alle soglie dei 70, mi rendo conto sempre di più che l'affetto e il

legame profondo tra le persone (nelle famiglie e nelle comunità) è la cosa più preziosa che ci

rende tutti ricchi dell'essenziale; in fondo è la ricchezza più autentica che noi possiamo

trasmettere a chi viene dopo di noi, che voi potete trasmettere ai vostri figli e ai nipoti... Di

questo sento di dover ringraziare con commozione il Signore che ci ha accompagnati tutti in

questa splendida avventura della vita e della comunione fraterna che si fa storia in tante

nostre famiglie e che ci trova ancora oggi avvolti da tanti ricordi.

Con questa commozione auguro a tutti un Natale di gioia e di speranza e - soprattutto coloro

che conosco direttamente - vi abbraccio con grande affetto

Sergio

don Sergio scrive…

MATTONELLA DI UVETTA, NOCI E CIOCCOLATO

Ingredienti:

300 gr. di cioccolato fondente 50 ml. di panna fresca liquida 60 gr. di zucchero a velo 50 gr. di burro a pezzetti 50 gr. di noci tritate 50 gr. di uvetta 4 cucchiai di succo d’arancia 2 tuorli 1 cucchiaio di scorza d’arancia

grattugiata cacao in polvere amaro q.b.

Mettere i tuorli e lo zucchero in una terrina e montarli (devono diventare belli spumosi). Incorporare il succo e la scorza dell’arancio, il burro e la panna fresca continuando a mescolare. Appoggiare la terrina in una pentola d’acqua in leggera ebollizione e cuocere la crema mescolando continuamente finchè diventa liscia e cremosa. Unire il cioccolato fondente (grattugiato) e scioglierlo. Unire le noci tritate e l’uvetta. Versare il composto in uno stampo rettangolare (20x24) foderato di carta forno. Lisciare la superficie e lasciare in frigo per 4/5 ore. Tagliare a quadretti e passarli nel cacao. Conservare in frigo.

RICETTA TORTA ALL’ARANCIA E MANDORLE Ingredienti:

110 g di zucchero 3 uova (tuorli e albumi separati) 140 g di farina di mandorle (si può tritare le

mandorle nel robot anche con la pellicola marrone) scorza grattugiata e succo di due arance 3/4 cucchiai di farina una bustina di lievito zucchero a velo carta forno o burro per la teglia

In una terrina mettere i tuorli e lo zucchero.

Lavorarli con una frusta.

In un altro recipiente lavorare la farina di mandorle ed il succo d’arancia.

Unire all’impasto di tuorli e zucchero.

Aggiungere la scorza d’arancia, la farina ed il lievito.

Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale

Incorporare delicatamente all’impasto con mestolo forato

(ATTENZIONE: non sgonfiare l’impasto).

Rivestire con carta da forno una tortiera del diametro di 20 cm.

Versare il composto e cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 40 minuti.

Trasferire su un piatto da portata e cospargere di zucchero a velo (facoltativo).

TORTA CAPRESE Ingredienti

200gr di cioccolato fondente 200gr di mandorle 200gr di zucchero 150gr di burro 4 uova

Preparazione Tostare le mandorle in forno a 200° per circa 15 minuti, quindi tritatele nel mixer.

Dividere i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve con 50 grammi di

Dividere i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve con 50 grammi di zucchero e un pizzico di sale. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria. Montare il burro ammorbidito con lo zucchero rimanente fino ad ottenere un composto spumoso, e poi aggiungete un tuorlo alla volta. Aggiungere quindi il cioccolato sciolto e intiepidito, le mandorle e mescolate bene. Unite per ultimi gli albumi montati a neve, amalgamandoli delicatamente dal basso verso l’alto. Imburrare una teglia di 20cm di diametro e versateci il composto. Infornare a 180° per 45 minuti.

Materiale: panno o feltro; forbici; colla; nastro; cartone per fare i modelli dei tre cuori. Io preparo sempre i modelli dei lavoretti con il cartone, così, oltre che essere più resistenti, li posso conservare per la prossima volta. Ritagliare i tre cuori di colori diversi e incollarli dal più grande al più piccolo. Aggiungere un fiocchetto o perlina e il nastro per appendere.

Materiale: panno lenci; colla; forbici: ago e filo da ricamo; perline o pailettes per decorare; ovatta per imbottire. Ritagliare le diverse parti nel panno; per prima cosa bisogna ricamare (o disegnare) gli occhi, la bocca, i capelli della faccina e poi attaccarla con un po' di colla al corpo. Si può anche fermarla con dei piccoli punti tutto attorno. Se si vuole, arricchire con perline o piccole decorazioni il vestito. Cucire le due parti del corpo, inserendo le ali fra l'una e l'altra. Per i più esperti, usare il "punto festone": se non si conosce, farselo insegnare quanto prima dalle mamme o dalle nonne, perché è un punto bellissimo e anche facile. Comunque può bastare anche un piccolo "punto filza". Lasciare un po' aperta la parte sopra per poter aggiungere un po' di imbottitura e il nastrino per appendere il vostro angioletto. Potete anche aumentare o diminuire le misure degli angioletti. I più piccoli possono farli anche con il cartoncino colorato!

ANGIOLETTO

CUORICINI PER SEGNAPOSTO O DA APPENDERE ALL'ALBERO DI

NATALE

CUORICINI PER SEGNAPOSTO O DA APPENDERE

ALL'ALBERO DI NATALE

Materiale: panno o feltro; forbici; colla; nastro; cartone per fare i modelli dei tre cuori. Io preparo sempre i modelli dei lavoretti con il cartone, così, oltre che essere più resistenti, li posso conservare per la prossima volta. Ritagliare i tre cuori di colori diversi e incollarli dal più grande al più piccolo. Aggiungere un fiocchetto o perlina e il nastro per appendere.