Sulle tracce dell’Islafran camminare nella storia La ...

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LYON AOSTA TORINO GENOVA MARSEILLE Chambéry Annecy Gap Digne Nice Avignon Valence Grenoble Bourg en Bresse Biella Vercelli Alessandria Asti Savona Toulon Liguria Piemonte Provence-Alpes-Côte d’Azur Rhône-Alpes Valle d’Aosta Cantone Ticino Cantone Vallese Imperia Cuneo I sentieri della libertà In Alta Langa La Memoria delle Alpi La Mémoire des Alpes Gedächtnis der Alpen Tra Dogliani, Somano, Bossolasco Bonvicino e Lovera, nella pri- mavera del 1944, si andò formando una banda partigiana che annoverava parecchi stranieri, slavi e francesi. La banda era capeggiata da Eugenio Stipcevic, ex comandante di partigiani sloveni. Nella stessa zona si erano organizzati: un gruppo che comprendeva soprattutto francesi intorno al sarto Simon Samuel, e la banda di Louis Chabas, tornitore meccanico origina- rio di Lione, che già aveva fatto parte del maquis del Vercors. La maggior parte di questi partigiani proveniva dalle zone di occu- pazione italiana in Jugoslavia ed in Francia, dove erano stati arre- stati dai militari italiani come ribelli. Processati e condannati, erano arrivati, per diverse vie e in tempi diversi, al carcere Santa Caterina di Fossano. Dopo l’8 settembre 1943 un buon numero di questi detenuti politici era evaso e qualcuno di loro si era fer- mato a combattere in Langa. A metà maggio del 1944 tutti i gruppi partigiani dell’Alta Langa vennero riuniti in un'unica formazione, la 16ª brigata d’assalto Garibaldi generale Perotti, che dalla frazione Lunetta di San Benedetto Belbo controllava tre distaccamenti lungo le direttrici Somano - Monforte - Barolo - La Morra, Monforte - Dogliani, Bossolasco - Serralunga - Roddi. La forte presenza di stranieri all’interno della Brigata portò alla costituzione di un distacca- mento plurinazionale, il cosiddetto «ISLAFRAN» (Italiani, SLAvi, FRANcesi), comandato da Eugenio Stipcevic e dal vicecoman- dante Daniel Fauquier. Il contingente straniero venne poi ingrossato da nuovi arrivi di francesi il 5 luglio, in seguito alla liberazione di altri detenuti del carcere di Fossano da parte dei garibaldini. Si trattò per lo più di combattenti della lotta antinazista nell’Alta Savoia, nel Vercors e nella Provenza. Molti di loro rimasero in Langa confluendo sia nelle formazioni autonome del comandante Mauri, sia nelle for- mazioni garibaldine. Tra la fine del 1944 e il gennaio 1945 i gari- baldini si riorganizzarono e l’Islafran divenne un distaccamento del GAD (Gruppo Arditi Divisionale) comandato dallo stesso Stipcevic: ne fecero parte, oltre che francesi e slavi, anche russi, austriaci e cechi. Si trattò dunque di una vera e propria formazio- ne internazionale che nella lotta comune contro la dittatura diede corpo al sogno di un’Europa libera e democratica. Furono 15 i partigiani stranieri caduti nell’Alta Langa. Alla fine del 1944 i comandanti Gl decisero di sfoltire le bande situa- te nelle valli: Gesso, Grana, Roia,Varaita e Vermenagna, trasferendo- ne reparti in pianura. Ritenevano infatti troppo rischioso affrontare un nuovo inverno di guerra in montagna anche per il forte concen- tramento di truppe nazifasciste sul “fronte delle Alpi”. Le formazio- ni partigiane da trasferire lasciarono le borgate sulle montagne e discesero nei fondovalle attraversando la pianura cuneese nel cuore dell’inverno e nella notte, per strade secondarie. Gli uomini, carichi di armi e munizioni, affrontarono l’enorme fatica di una lunga marcia nel rischio costante di essere scoperti; alcune bande affrontarono scontri a fuoco ed ebbero dei morti, altre furono decimate dal fred- do e dalla fatica. Il 21 dicembre i primi a muoversi furono reparti della Brigata valle Vermenagna Piero Bellino, che raggiunsero Santo Stefano di Benevagienna. La Brigata GL Valle Grana Paolo Braccini, al coman- do di Giannetto Asteggiano trasferì due bande, la Monte Bram e la Monterosso che, dopo alterne vicende, approdarono la prima a Somano e la seconda a Salmour. La Brigata valle Varaita Rolando Besana, guidata da Giorgio Bocca, lasciò la montagna il 1 gennaio e giunse indenne a Monforte. La brigata valle Gesso Ildo Vivanti si spostò con due bande: la banda Roaschia, comandata da Enrico Giorgis, che giunse con 30 uomini a Roddino e la banda Roccavione, comandata da Attilio Fontana, che ebbe un viaggio molto più difficoltoso e perse tre uomini in uno scontro, prima di approdare finalmente a Santo Stefano di Benevagienna. Gli uomini comandati da “Nino” Monaco, della Brigata valle Roia “Sandro Delmastro” partirono da Casterino il 7 gennaio, lasciando sul posto 15 uomini, abili sciatori, affinché si occupassero di mante- nere i collegamenti con la Francia. Il viaggio, particolarmente duro e costellato di scontri con le brigate nere, si concluse il 2 febbraio 1945 a Santo Stefano di Benevagienna. In totale con la pianurizzazione giunsero nelle Langhe 266 partigiani della I Divisione Giustizia e Libertà. I GL si inserivano in un territorio controllato fino a quel momento dalle formazioni autonome e da quelle garibaldine, con tutte le conseguenze che ciò comportò sul piano della definizione delle rispettive zone di influenza e del coor- dinamento delle azioni. Passato l’inverno, 196 partigiani GL rimasero nella zona a formare la III Divisione GL Langhe, comandata da Alberto Bianco, mentre gli altri tornarono alla montagna. La Memoria delle Alpi è una rete ecomuseale transfrontaliera dedi- cata al territorio alpino ed alla sua storia. Questa rete è il prodotto di un progetto Interreg Italia-Francia-Svizzera che arriverà a compi- mento a fine settembre 2006. In provincia di Cuneo si intrecciano 43 “sentieri della Libertà”, segnalati sul territorio, che ripercorrono i passi della persecuzione razziale, della seconda guerra mondiale e della Resistenza, per recu- perarne e valorizzarne la memoria storica. Dieci Centri-Rete: Cuneo – Bastia - Borgo San Dalmazzo - Boves – Dronero – Ormea - Roccabruna - Somano – Sambuco – Verzuolo, dispongono di spazi, attrezzature, iniziative, materiali, che offrono ai 43 percorsi i contenuti della storia e consentono di rivivere, con la mente e col cuore, pensieri, progetti, scelte, sentimenti ed emo- zioni dei protagonisti. Per saperne di più sulle realizzazioni consulta anche: www.memoriadellealpi.net www.memoiredesalpes.net www.gedachtnisderalpen.net www.isentieridellaliberta.it Medaglia d'oro al Valore Civile Sulle tracce dell’Islafran (CN 18 P1) La pianurizzazione (CN 15 P1) camminare nella storia Tipografia Subalpina snc - Cuneo Testi: Adriana Muncinelli e Paolo Giaccone Immagini: Andrea Galliano e Ist. Stor. della Resistenza e della Soc. Contemp. in Provincia di Cuneo Progetto Grafico: Phoenix Cartografia: Realizzazione Blu Edizioni srl - Torino

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LYON AOSTA

TORINO

GENOVA

MARSEILLE

Chambéry

Annecy

Gap

Digne

NiceAvignon

Valence

Grenoble

Bourgen Bresse

Biella

Vercelli

AlessandriaAsti

Savona

Toulon

Liguria

Piemonte

Provence-Alpes -Côte d’Azur

Rhône-Alpes

Valle d’Aosta

CantoneTicino

CantoneVallese

Imperia

Cuneo

I sentieri della libertà

In Alta Langa

La Memoria delle AlpiLa Mémoire des AlpesGedächtnis der Alpen

Tra Dogliani, Somano, Bossolasco Bonvicino e Lovera, nella pri-

mavera del 1944, si andò formando una banda partigiana che

annoverava parecchi stranieri, slavi e francesi. La banda era

capeggiata da Eugenio Stipcevic, ex comandante di partigiani

sloveni. Nella stessa zona si erano organizzati: un gruppo che

comprendeva soprattutto francesi intorno al sarto Simon

Samuel, e la banda di Louis Chabas, tornitore meccanico origina-

rio di Lione, che già aveva fatto parte del maquis del Vercors. La

maggior parte di questi partigiani proveniva dalle zone di occu-

pazione italiana in Jugoslavia ed in Francia, dove erano stati arre-

stati dai militari italiani come ribelli. Processati e condannati,

erano arrivati, per diverse vie e in tempi diversi, al carcere Santa

Caterina di Fossano. Dopo l’8 settembre 1943 un buon numero

di questi detenuti politici era evaso e qualcuno di loro si era fer-

mato a combattere in Langa.

A metà maggio del 1944 tutti i gruppi partigiani dell’Alta Langa

vennero riuniti in un'unica formazione, la 16ª brigata d’assalto

Garibaldi generale Perotti, che dalla frazione Lunetta di San

Benedetto Belbo controllava tre distaccamenti lungo le direttrici

Somano - Monforte - Barolo - La Morra, Monforte - Dogliani,

Bossolasco - Serralunga - Roddi. La forte presenza di stranieri

all’interno della Brigata portò alla costituzione di un distacca-

mento plurinazionale, il cosiddetto «ISLAFRAN» (Italiani, SLAvi,

FRANcesi), comandato da Eugenio Stipcevic e dal vicecoman-

dante Daniel Fauquier.

Il contingente straniero venne poi ingrossato da nuovi arrivi di

francesi il 5 luglio, in seguito alla liberazione di altri detenuti del

carcere di Fossano da parte dei garibaldini. Si trattò per lo più di

combattenti della lotta antinazista nell’Alta Savoia, nel Vercors e

nella Provenza. Molti di loro rimasero in Langa confluendo sia

nelle formazioni autonome del comandante Mauri, sia nelle for-

mazioni garibaldine. Tra la fine del 1944 e il gennaio 1945 i gari-

baldini si riorganizzarono e l’Islafran divenne un distaccamento

del GAD (Gruppo Arditi Divisionale) comandato dallo stesso

Stipcevic: ne fecero parte, oltre che francesi e slavi, anche russi,

austriaci e cechi. Si trattò dunque di una vera e propria formazio-

ne internazionale che nella lotta comune contro la dittatura

diede corpo al sogno di un’Europa libera e democratica.

Furono 15 i partigiani stranieri caduti nell’Alta Langa.

Alla fine del 1944 i comandanti Gl decisero di sfoltire le bande situa-

te nelle valli: Gesso, Grana, Roia,Varaita e Vermenagna, trasferendo-

ne reparti in pianura. Ritenevano infatti troppo rischioso affrontare

un nuovo inverno di guerra in montagna anche per il forte concen-

tramento di truppe nazifasciste sul “fronte delle Alpi”. Le formazio-

ni partigiane da trasferire lasciarono le borgate sulle montagne e

discesero nei fondovalle attraversando la pianura cuneese nel cuore

dell’inverno e nella notte, per strade secondarie. Gli uomini, carichi

di armi e munizioni, affrontarono l’enorme fatica di una lunga marcia

nel rischio costante di essere scoperti; alcune bande affrontarono

scontri a fuoco ed ebbero dei morti, altre furono decimate dal fred-

do e dalla fatica.

Il 21 dicembre i primi a muoversi furono reparti della Brigata valle

Vermenagna Piero Bellino, che raggiunsero Santo Stefano di

Benevagienna. La Brigata GL Valle Grana Paolo Braccini, al coman-

do di Giannetto Asteggiano trasferì due bande, la Monte Bram e la

Monterosso che, dopo alterne vicende, approdarono la prima a

Somano e la seconda a Salmour.

La Brigata valle Varaita Rolando Besana, guidata da Giorgio Bocca,

lasciò la montagna il 1 gennaio e giunse indenne a Monforte.

La brigata valle Gesso Ildo Vivanti si spostò con due bande: la banda

Roaschia, comandata da Enrico Giorgis, che giunse con 30 uomini a

Roddino e la banda Roccavione, comandata da Attilio Fontana, che

ebbe un viaggio molto più difficoltoso e perse tre uomini in uno

scontro, prima di approdare finalmente a Santo Stefano di

Benevagienna.

Gli uomini comandati da “Nino” Monaco, della Brigata valle Roia

“Sandro Delmastro” partirono da Casterino il 7 gennaio, lasciando

sul posto 15 uomini, abili sciatori, affinché si occupassero di mante-

nere i collegamenti con la Francia. Il viaggio, particolarmente duro e

costellato di scontri con le brigate nere, si concluse il 2 febbraio

1945 a Santo Stefano di Benevagienna.

In totale con la pianurizzazione giunsero nelle Langhe 266 partigiani

della I Divisione Giustizia e Libertà. I GL si inserivano in un territorio

controllato fino a quel momento dalle formazioni autonome e da

quelle garibaldine, con tutte le conseguenze che ciò comportò sul

piano della definizione delle rispettive zone di influenza e del coor-

dinamento delle azioni.

Passato l’inverno, 196 partigiani GL rimasero nella zona a formare la

III Divisione GL Langhe, comandata da Alberto Bianco, mentre gli

altri tornarono alla montagna.

La Memoria delle Alpi è una rete ecomuseale transfrontaliera dedi-cata al territorio alpino ed alla sua storia. Questa rete è il prodottodi un progetto Interreg Italia-Francia-Svizzera che arriverà a compi-mento a fine settembre 2006.In provincia di Cuneo si intrecciano 43 “sentieri della Libertà”,segnalati sul territorio, che ripercorrono i passi della persecuzionerazziale, della seconda guerra mondiale e della Resistenza, per recu-perarne e valorizzarne la memoria storica. Dieci Centri-Rete: Cuneo – Bastia - Borgo San Dalmazzo - Boves –Dronero – Ormea - Roccabruna - Somano – Sambuco – Verzuolo,dispongono di spazi, attrezzature, iniziative, materiali, che offronoai 43 percorsi i contenuti della storia e consentono di rivivere, conla mente e col cuore, pensieri, progetti, scelte, sentimenti ed emo-zioni dei protagonisti.

Per saperne di più sulle realizzazioni consulta anche: www.memoriadellealpi.netwww.memoiredesalpes.netwww.gedachtnisderalpen.netwww.isentieridellaliberta.it

Medaglia d'oro al Valore Civile

Sulle tracce dell’Islafran(CN 18 P1)

La pianurizzazione(CN 15 P1)

camminare nella storia

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Testi: Adriana Muncinelli e Paolo GiacconeImmagini: Andrea Galliano e Ist. Stor. della Resistenza

e della Soc. Contemp. in Provincia di CuneoProgetto Grafico: PhoenixCartografia: Realizzazione Blu Edizioni srl - Torino

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LA PIANURIZZAZIONE - CN 15 P1San Benigno - Murazzo - Ponte di CastellettoSant’Albano Stura - Trinità - Benevagienna Lequio Tanaro - Monchiero Dogliani - SomanoGarombo di Somano

Dislivello: m. 50 Modalità di percorrenza: auto - biciclettaTempi di percorrenza: h. 1 - h.6Difficoltà: prestare attenzione ad alcuni tratti

di intenso traffico

SULLE TRACCE DELL'ISLAFRANCN 18 P1Garombo di Somano - Bossolasco - Rossi - BonvicinoLovera - Somano - Garombo di Somano

Dislivello: m. 827 s.Tempi di percorrenza: in mtb : h. 3

a piedi: h.9 Difficoltà: a piedi: escursionisti allenati

Mtb: bikers esperti ed allenati.Il percorso può essere suddiviso utilizzando comepunto tappa il Centro Rete di Garombo di Somano.

Individuazione su mappa: carta turistica ed escursionistica I sentieri dell’AltaLanga, Comunità Montana Alta Langa, L’Arciere, Cuneo 1995 - Geocart, Torino.

CENTRO RETE DI RIFERIMENTO:Monumento-Rifugio alla Resistenza SomanoLoc. Garombo, Somano.Tel. 0173.730101

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA: Istituto Storico della Resistenza e della SocietàContemporanea in provincia di CuneoC.so Nizza, 21 - Cuneotel. 0171 603636 e-mail: [email protected]: www.cuneo.net/istituto-resistenza/Orario di apertura: lunedì - giovedì 8,30-12,30 / 14,30-18,00;

venerdì 8,30-12,30

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