1799 · 1799 1 gennaio 1799. Ieri sera, e questa sera fu fatta in Duomo la solita funzione...
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1799
1 gennaio 1799.
Ieri sera, e questa sera fu fatta in Duomo la solita funzione intervenendovi il Vescovo, ma
non i Deputati per le cose che ho scritte anche nel giorno 25 dicembre passato. Son proprio
questi i tempi da promuovere e coltivare siffatti assurdi puntigli. Noi facciamo di tutto per
dimenticarci l'orrida situazione in cui siamo stati e da cui per miracolo siamo usciti. È morta
la Co. Elisabetta Arnaldi Scroffa di 90 anni. Egregia e piissima dama.
6 gennaio 1799.
È giunta nuova come è morto oggi in Padova il Principe d'Orange giovine di 26 anni,
generalissimo di questa armata. Questo è vera perdita perché aveva fama di gran generale.
Abbiamo ancora le case piene di uffiziali, e talune di semplici soldati. Jeri un Giacobino
asserì, che ai 18 o 19 di questo mese i francesi ritorneranno in Vicenza. Grazie a Dio i
giacobini non sono profeti. Il Gen. Monnier francese quando nell'anno scorso in gennaio
partì da Vicenza, disse che vi sarebbe tornato tra due anni. Dio lo tenga lontano con tutti i
suoi; ma i nostri costumi, le nostre massime niente cangiante, mi fanno paura più dei
francesi.
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Canova.
Guglielmo Giorgio Federico di Orange-Nassau, in olandese Willem George Frederik van Oranje-Nassau (L'Aia, 15 febbraio 1774 – Padova, 6 gennaio 1799).
Diciannovenne, prese servizio nell'esercito agli ordini del fratello maggiore Guglielmo, che aveva avuto dal padre l'onore del comando militare, con il compito di sostenere l'esercito imperiale del Coburgo nel tentativo di bloccare l'invasione del Dumouriez. Messe insieme delle truppe disperse, Federico seppe condurle contro una colonna francese spintasi avanti: la ricacciò sino al fiume Lys (un affluente della Schelda), liberando le cittadine di Geertruidenberg e Klundert (nel Brabante Settentrionale). Le sue gesta belliche Federico erano state giudicate complessivamente brillanti, specie se confrontate con l'opacità del comandante dell'esercito imperiale, il feldmaresciallo di Coburgo[6]. Ciò gli consentì, nel 1796, di essere ammesso al servizio dell'esercito imperiale, con il grado di maggiore-generale. Accadde così che, nel novembre 1798, Federico, appena ventiquattrenne, venne promosso generale di artiglieria e Feldzeugmeister, con autorità sull'intero esercito austriaco in Italia. Non ebbe, però, nemmeno il tempo di cominciare la campagna: morì all'improvviso, a Padova, il 6 gennaio 1799, per una infezione.
Delft (Olanda) – Monumento funebre di Guglielmo Giorgio Federico
d'Orange-Nassau, opera del Canova
7 gennaio 1799.
Spaventosissimo incendio la scorsa notte nel palazzo pubblico dove abitava il Veneto
Rappresentante e Podestà. Si attaccò il fuoco due ore avanti mezzanotte nella prima sala, a
cui mettono le scalette, la quale sala chiamavasi salon dei Codoli, ossia sala dello scudo,
nella quale sala col mezzo di una scaletta si passava in un camerino perpendicolare alle
sud.e scalette e confinante con la torre, nel qual camerino il giudice sommario confinava i
rei, i quali ieri furono posti in libertà; dopo che essi avevano fatto fuoco per loro uso in
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mezzo a quel camerino sul pavimento, di che nessuno né allora, né poi prese avvertenza; e
fu questo l'origine dell'incendio. Dalla sala penetrò nella camera contigua che ha un solo
poggiuolo, che guarda in Piazza; di là, ma grazie a Dio, con pochissimo danno, nell'altra
camera grande e bellissima che fa cantone con la piazza della Biada; camera superbissima e
ridotta a questa magnificenza con grandissima spesa della Municipalità democratica, e nella
quale ora tenevano le loro sessioni i nostri Deputati, e nella quale radunavasi anche
presentemente il consiglio di CL [centocinquanta] Da questa passò il fuoco nel camerone
vicino respiciente sulla piazza della Biada; tutti questi luoghi furono danneggiati qual più
qual meno; ma i due primi affatto incendiati.
Ma v’ha di più. Temendosi che il fuoco non penetrasse nella fila delle altre camere contigue,
che guardano tutte sulla piazza della Biada, e nelle quali per grazia di Dio, non penetrò, si
gettarono dalle finestre le immense carte che ivi esistevano, nella suddetta piazza della
Biada, con gran dispersione e massacro delle sud.e. Si tremava per il Palazzo della Ragione,
pel Malefizio, per le prigioni dove cominciava una terribile sollevazione; ma grazie a Dio,
questi luoghi furono preservati. La truppa accorse subito tutta quanta come il suo costume.
Non si può negare che questi soldati non siano lesti e esperti nei tagli per separare gli
incendi, ma sono assai più valorosi non dirò nel rubare, ma nel saccheggiare in questi funesti
incontri. È impossibile che io possa accennare quanto hanno saccheggiato in quei luoghi
ancora dove non è giunto l'incendio; non vi hanno niente lasciato che non si era rotto ed
aperto. Cosicché il danno di questo incendio passa ogni calcolo. Non rubarono i soldati
soltanto, anche i nostri facevano lo stesso.
La confusione di questa notte in tutti i cittadini fu estrema, affaccendati e a portar via se non
altro le carte da tanti Uffizi e Tribunali che esiston ivi. Il fuoco era vivo questa mattina, e
verso mezzodì cadde la cappella dei signori Deputati, da cui per altro nella notte scorsa
furono rubati quasi tutti gli arredi. La bella camera di cantone soprad.o e la contigua non
sono danneggiate quanto credevasi. La gran rovina è nella sala dello scudo dove ebbe
origine l'incendio per due che ivi furon ieri messi in arresto e vi fecero fuoco. La torre di
Piazza comunque, in mezzo a due fiamme non fu tocca.
8 gennaio 1799.
Da più giorni il freddo è tornato a crescere; oggi è 6° sotto il gelo.
9 gennaio 1799.
Il freddo è 6 gradi e mezzo. La giornata di ieri e di oggi ha presentato un fenomeno che in
vita mia non ho più veduto almeno così magnifico, così grandioso, così costante. Per la
nebbia notturna gli alberi hanno conservata malgrado il sole folgorantissimo una barba
lunghissima e cristallina, che pareva come un nuovo superbo orizzonte come dipinto, o
veduto per una camera ottica.
10 gennaio 1799.
Si è attaccato gagliardo fuoco un'ora dopo mezzodì a un cammino del co. Niccolò Nievo. Si
diede campana a martello che costernarono tutto il paese, ma essendo di giorno, con la
demolizione del cammino [sic]fu presto estinto.
13 gennaio 1799.
Il freddo prosegue acuto. Ieri più di 6 gradi, oggi più di 5 sotto il gelo; ma le giornate sono
bellissime.
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14 gennaio 1799.
Il freddo a gradi 5 e 2/4. In questi giorni giungono a Vicenza innumerevoli carri di
munizioni, e di altri generi che vanno Verona.
15 gennaio 1799.
Il freddo al grado med.o di 5 e 2/4.
17 gennaio 1799.
Ieri e oggi il freddo cominciò a diminuire, ma i giorni sono belli e sani.
È partito da Vicenza per Verona il battaglione di circa 800 soldati a cavallo vestiti di verde.
19 gennaio 1799.
Giorno anniversario dell'ingresso delle Armi Imperiali in Vicenza, celebrato con allegrezza
minore dell'anno scorso per le nuove giunte della detronizzazione del re di Sardegna, e della
fuga del re di Napoli a Palermo, e per conseguenza dei francesi divenuti padroni di tutta
l'Italia.
Si cantò il Te Deum in Duomo questa mattina con l'assistenza del Vescovo, e del clero; e un
altro se ne cantò contemporaneamente a Santo Stefano per ordine dei signori Deputati a cui
intervennero essi col generale Mercin; e ciò per non voler eseguir l'antico cerimoniale col
vescovo come ho notato altrove. Puerile puntiglio? Non vi era tempo più improprio di
questo per una sì dolorosa stravaganza tanto dispiacevole a chi conosce le disposizioni delle
cose presenti; e i castighi che rischiano. Noi facciamo tutti gli sforzi perché i francesi tornino
a castigarci; ma la misericordia di Dio è infinitamente maggiore delle nostre colpe. Le nuove
di Firenze in data 13 cor. Portano che il papa Pio VI ivi esiliato si trovò in buona salute. Gran
provvidenza di Dio che lo conserva. Egli ha superato nella durata il regno di tutti i papi
tranne il solo S. Pietro.
20 gennaio 1799.
Anche in quest'anno sono proibite le maschere.
Questa mattina fu trovato ucciso di coltello un soldato austriaco sotto i portici del Duomo.
N.B. non morì; anzi la ferita non fu grave.
Questa sera è morto il co. Orazio Claudio Capra ultimo di sua famiglia, Angelo di costumi,
letterato di merito e religioso.
24 gennaio 1799.
È morto questa mattina a San Felice con gran dolore di tutta la città il padre Placido Cartolari,
monaco Benedettino, veronese ma abitante in Vicenza da più di trent'anni e mio strettissimo
amico. Uomo che si è distinto per la sua singolare pietà e carità, nonché per la sua molta
dottrina massimamente nella Lapidaria e Diplomatica e nella perizia della lingua ebraica,
degno veramente di un pubblico elogio nella sua patria, ed in questa.
Dopo quasi un mese di giorni costantemente sereni e freddissimi, questa mattina ha
cominciato la neve fino a mezzo giorno unendosi all'altra che per il gran freddo non mai
erasi sciolta interamente.
27 gennaio 1799
Fu questo l'ultimo giorno dei Consigli soliti a farsi in questo mese. Si fecero nella gran
camera dei signori Deputati che fa angolo con le due piazze e che poco o nulla fu
danneggiata dal fuoco. Quantunque ognuno sia andato ai medesimi in abito da campagna
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pure ogni giorno ci radunarono con grandissimo stento. Oggi si elessero i Deputati; ma non
il Console perché il consolato più non esiste. Eravamo seduti in sedie di paglia miserabili
perché tutti i mobili furono gittati e rubati la notte dell'incendio e niente fu preservato. Non
ho notato che il giorno di San Vincenzo si fece nel salone la solita funzione.
30 gennaio 1799.
La notte passata è morto il co. Girolamo Conti di 77 anni, che fu sempre lo specchio delle
cristiane virtù e potevasi chiamare Verus israelita in quo dolus non est.
La cavalleria verde partì da Vicenza, dove era giunta son pochi giorni, e ritornò dove venne.
Ogni dì per altro v’ha soldati che vanno e che vengono. Il
freddo è cessato, ma fu assai lungo, e molesto.
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2 febbraio 1799.
Sono frequentissime le notti, in cui vengono fatti tentativi per rubare in qualche casa o
bottega. Noi viviamo in mezzo a un bosco di ladri.
3 febbraio 1799.
Si va scoprendo che i tentativi dei sopraddetti furti vengono praticati in gran parte da nostri
bravi soldati tedeschi alcuni dei quali sono stati colti sul fatto.
6 febbraio 1799.
Primo di Quaresima. Brentana piccola per le molte pioggie. La notte scorsa tre ore e mezzo
dopo mezzanotte, da molta gente abitante in parrocchia di Santa Lucia, ma non da altri,
della città, fu sentita una scossa di tremuoto per cui cadde una porzione di mura della città
vicina alla porta. Molti credono che la caduta della mura sia stata accidentale e che la sua
caduta abbia prodotto lo scuotimento.
7 febbraio 1799.
La scorsa notte verso quattro ore dopo mezzanotte, fu sentita una scossa di tremuoto, che
Dio ne liberi. Questo fa conoscere, che lo fu anche quella notata ieri.
8 febbraio 1799.
Fu posta in berlina una donna e frustati due uomini contadini di Carmignano che rubarono
ieri in casa del signor Carlo Camozza, e furono colti pochi momenti dopo. Quasi tutte le
notti si sentono ladroni.
Ecco giunta la nuova che i francesi hanno detronizzato il re di Napoli. Il re da più giorni è
fuggito a Palermo; ed ecco omai codesti padroni di nuovo l'Italia castigata da Dio per i suoi
grandi peccati dei quali non si vede finora la minima emendazione. Così facevano gli
egiziani sotto i flagelli dell'Onnipotente. Principe e popoli tutti hanno la caligine sopra gli
occhi. Dio ci aiuti.
10 febbraio 1799.
Predica in Duomo in questa quaresima il signor Ab. …. Marchand giovine prete veneziano,
di molto merito e di molto zelo. Diamo al solito l'indulto delle carni. Ma che orrore, vedere
aperto il teatro pubblico di Quaresima. Non è questo una tromba sonora che chiama i
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francesi, e più che i francesi? Così si placa lo sdegno di Dio? Quanto dee piangerne il vero
fedele?
12 febbraio 1799.
La scorsa notte è caduta non poca neve.
È partito oggi per Verona un gran numero di granatieri, che erano fermi in Vicenza. La città
che avea fatto grandissime spese per fabbricar quartieri alle truppe nei soppressi conventi,
è stata nei giorni scorsi rimborsata dal Sovrano. Proseguiscono i ladronecci notturni.
14 febbraio 1799.
Altra neve cade la notte scorsa l'inverno è assai lungo.
16 febbraio 1799.
Questa mattina furono frustati due mariuoli. Dopo pranzo cadde altra neve.
18 febbraio 1799.
In questi giorni sono venuti da Treviso granatieri e soldati in un maggior numero di quelli
che sono partiti. Quasi tutte le case hanno uffiziali e molte ancora dei soldati. Le Ville altresì
ne son piene.
21 febbraio 1799
Le monache dell'Araceli che furono cacciate fuori dal loro convento dalla inumana
democrazia nel giugno 1797, furono raccolte dalle dimesse di Santa Maria Nova dove si
trovano ancora al dì di oggi. Con una spesa di circa 10.000 ducati ristaurarono il loro
convento dopo la partenza dei filibustieri e domani andranno nuovamente ad abitarlo,
facendo fremere quei filosofi mentitori che assicuravano che se si aprissero le porte dei
conventi le monache tutte esultando andrebbero alle case loro, rivolterebbero le spalle alla
clausura. Menzogneri impostori! Di quattro conventi di monache soppressi in Vicenza nel
regno della feroce democrazia quante ne avete veduto voi tornare alle case paterne che pur
furono loro esibite ed aperte? Neppur una; voi avete voluto debellare le monache; e le
monache debellan voi. Ora queste monache ottennero da monsignor Vescovo la facoltà di
andare questa mattina alla B. V. di Monte; e vi andarono di fatto tutte in carrozza fino al
principio dei Portici. Ivi smontarono quasi tutte precedute dal loro confessore e seguite da
M. Vicario Fadinelli processionalmente fecero la salita entrarono in chiesa udirono le due
messe sempre con la B.V. scoperta; passarono indi in foresteria, dopo in refettorio, e poi
discesero tutte a piedi fino alle carrozze a piedi dei portici.
Questo spettacolo affatto nuovo attrasse la curiosità di tutto il paese. La strada, i portici, la
Chiesa, tutto era affollato di gente di ogni condizione come il giorno 25 agosto. Avrebbero
queste povere religiose sparse tante lagrime alla loro sortita, fatto tante preghiere, profuso
tanto danaro, manifesterebbero oggi un'allegrezza così commovente se fosse vero quanto i
furbi filosofi bugiardamente asseriscono. Oh! Andate a credere alle loro proposizioni.
La giornata era cominciata con un'energia foltissima e con un vento tagliente, ma non sì tosto
comparvero ai pié del Monte che si cangiò in un bellissimo sereno, e calmato interamente il
vento, presentò tutto l'aspetto di un giorno di primavera..
22 febbraio 1799.
Questa mattina le suddette monache passarono dal Collegio delle Dimesse di Santa Maria
Nova al loro rifabbricato convento dell'Araceli disposte in 20 carrozze accompagnate dalle
loro più strette parenti, e dal Vescovo, e dal suo Vicario. Uscirono per Porta Nuova,
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entrarono per quella del Castello, e per il corso andarono giubilanti a smontare alla loro cella
ridendosi e burlandosi dei bugiardi filosofi; e sempre affollate per tutte le vie da molto
popolo accorso a vederle: furono accolte a suon di trombe ivi disposte dagli abitanti di Santa
Lucia, che più degli altri sospiravano il loro ritorno. Questi sono tutti i contrassegni della
misericordia di Dio. Ma, animalis homo non percipit, non vi si bada e si provoca intanto il suo
giustissimo sdegno.
25 febbraio 1799.
La processione votiva partì dal Duomo un'ora circa avanti in mezzodì. Non vi intervennero
che il Vescovo e i Deputati. Per grazia di Dio fu combinato a Venezia il cerimoniale e per
conseguenza tolto lo scandalo che si vide il 25 agosto. Il Vescovo nulla ha perduto di quanto
gli compete, come era ben di ragione. A Monte vi era più che mediocre concorso. Sulle
vicende sofferte dalle monache dell’Araceli eccovi una bella iscrizione composta da D.
Michele Pavanello
[segue una paginata di righe latine, - non necessarie alla nostra sopravvivenza, - commemoranti il ritorno
delle monache].
27 febbraio 1799.
La scorsa notte è morto il degnissimo co. Niccolò Gualdo. Perché si comprenda quanto i
nostri tedeschi ed ungheri abbiano gusto per le belle arti basti sapere che in molti case e
palazzi, dove hanno richiesto la stuffa, ha convenuto forar la muraglia per portare di fuori
la canna conduttrice del fumo, il quale anche viola e degrada la facciata, fosse pure dello
Scamozzi o del Palladio. Al che veramente le nostra Città con questa aggiunta fa una bella
comparsa.
*** 9
marzo 1799.
Piccola brentana per la molta pioggia di ieri.
10 marzo 1799.
E’ morto un tal Zoccheletto che faceva lo scarparo alle Beccariette. Costui l'altra sera venuto
a casa inveì (terribile cosa!) contro suo padre e con altri di sua famiglia, di che i…itato un
suo fratellino di poca età, dato di piglio a un coltello, lo ferì nel ventre, della qual ferita oggi
morì con un gran segni di gran pentimento.
12 marzo 1799.
Gran movimento in questi giorni nelle truppe stanziate in Vicenza e nel Territorio. Altre
partono per Verona, altre per Legnago, altre ne sopravvengono da Treviso. Tutto indica
apparato di rottura e di guerra. E quello che fa più da tremare sono le massime e il costume.
Insomma giacobini e non giacobini fanno tutti gli sforzi per richiamare il castigo. Ci aiuti la
Santa vergine nel gran pericolo in cui siamo. Il governo comincia a far arrestare delle
persone sospette di giacobinismo. Nei giorni scorsi furono arrestati sette in Lonigo e
condotti in prigione in Vicenza.
13 marzo 1799.
Giunse da Cittadella un battaglione di 750 fanti che seguì il suo viaggio verso Verona. Venne
anche in Vicenza il generale Hoenzoller.
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14 marzo 1799
Tre milla fanti che stazionarono sempre in Vicenza, oggi partirono verso Verona, e venne in
Vicenza il generale Teller che vi si fermerà. Ognuno trema per dubbio di guerra.
Altrettanti circa ne sopravvennero da Treviso dopo l'Ave Maria, i quali si fermeranno in
Vicenza. Tutto il Territorio n’è pieno. Omai si comincia a scarseggiare di legna. Tutti i boschi
del territorio o quasi tutti sono stati tagliati per somministrare legna alle truppe.
15 marzo 1799
Altrettanta fanteria di circa 3000 passò tra la notte e questa mattina, e avviossi verso Verona.
Omai si vede decisa la guerra; e questa cognizione sparge il terrore perché ognuno trema
che abbia da essere come fu sempre vantaggiosa ai francesi.
Abbiamo oggi avuta la consolazione di vedere rimessa la processione della B.V. Addolorata
dimessa fin da quando si fecero dai veneziani sloggiare i padri Serviti di Piazza; la qual
chiesa è ora servita dai padri Minori Conventuali, come ho notato altrove.
17 marzo 1799.
Passaggio continuo di truppe che inoltrano verso Verona; ma io non ho tempo né voglia di
enumerarle. Certo l'esercito Imperiale ha un aspetto formidabile. Vedremo i fatti. Guai a noi
se sono simili ai passati.
19 marzo 1799.
Con somma consolazione di tutti i cristiani è stata rimessa festa di precetto la festa di San
Giuseppe glorioso patriarca insieme con la terza festa di Pasqua, le quali insieme, con altre
13 furono per istanza dei poveri mal veggenti veneziani abolite, tredici o quattordici anni
fa. Vorrei vederle rimesse tutte.
Non tralascio di notare che questa mattina arrivò dalla porta di San Bartolomeo, ed uscì per
il Castello un bellissimo corpo di fanteria austriaca di circa 900 soldati.
Le case degli abitanti in città, come in villa sono più di prima affollate da soldati e angustiate.
Ma
I buoni veneti non
tornan più.
22 marzo 1799.
Venerdì Santo. Si è fatta la processione della Santa Croce col Vescovo che portavala e coi
Deputati. Nel modo stesso fu fatta quella del Santissimo Sacramento nel Mercordì Santo,
essendosi già accomodato, come ho detto, il ceremoniale.
24 marzo 1799.
Giorno di Pasqua. Pontificale in Duomo. Il Vescovo arrivò in Duomo avendo a sinistra il
generale Hoenzoller: Dietro venivano i Deputati ognuno dei quali aveva a destra un
Uffiziale.
Non era appena cominciato il pontificale, che eccoti un espresso che porta un dispaccio al
generale il quale tosto si leva, ed esce dal Duomo con tutti gli Uffiziali, e soldati. Uscito
intimò subito la marcia a tutta la truppa quanta è in Vicenza, e nel Territorio per Verona; e
in fatto e in pochissime ore la truppa tutta quanta partì, non restando neppure la Guardia
in Piazza, e le sentinelle alle porte. Tutto questo produsse in Paese grande costernazione.
Vuolsi che una colonna di 20.000 francesi uscita di Mantova marci verso Verona. E così
ancora, se Dio non ci ajuta, vicini a cadere tra gli artigli di questi nemici, che pur sono oggi
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anche desiderati in Vicenza da tanti loro simili. Certo una marcia così precipitosa e
universale fa sospettare di qualche cosa di grande. Sia fatta la volontà di Dio. La città fu
talmente abbandonata, che convenne mettere subito in piedi la Guardia Civica.
A un'ora e mezzo di notte vennero da Cittadella circa 600 soldati di cavalleria, che domani
seguiranno il loro viaggio.
25 marzo 1799.
Questa mattina partii per Verona la suddetta cavalleria: due ore dopo ne vennero altri 800
dalla parte stessa, che dopo breve riposo partirono essi pure per Verona.
È morto oggi il nob. sig. Andrea Guazzo. Fu ottimo giudice.
Federico Francesco Saverio di Hohenzollern-Hechingen (1757 –
1844)
Sin da piccolo venne preparato dal padre alla vita militare in quanto egli era già Feldmaresciallo dell'esercito imperiale. Nel 1796 venne promosso Maggiore Generale e venne destinato all'Italia settentrionale sotto il comando del generale austriaco Jean Pierre de Beaulieu. Il 12 novembre 1796 sconfisse Napoleone nella Battaglia di Caldiero. Dopo la pace del 1798 egli ottenne il comando delle truppe di stanza a Treviso e Belluno e dal 1799 ottenne anche il comando delle armate a Venezia, sotto il comando del Feldmaresciallo Paul Kray. Nelle guerre della seconda coalizione antinapoleonica egli coprì la ritirata alle truppe austriache dopo la Battaglia di Verona, pur rientrando poco dopo a Milano trionfante il 24 maggio 1799. Poco dopo combatté contro Jacques MacDonald e Jean Victor Moreau all'assedio di Mantova, riuscendo nell'intento. Partecipò fino in fondo alla lotta contro Napoleone. Ormai anziano, nel 1830 fu creato Feldmaresciallo e si dimise.
26 marzo 1799.
È morto il co. Antonio Valmarana di 72 anni. Avea militato sotto il re di Spagna.
27 marzo 1799.
Gli austriaci e i francesi hanno attaccata la battaglia al di là di Verona. Durò tutto ieri e la
notte antecedente a ieri nel luogo di Santa Lucia. La battaglia fu la più sanguinosa di quante
ne abbia date in Italia.
Quasi tutti gli uffiziali che erano stazionati in Vicenza sono stati feriti; ed oggi veggonsi a
ritornare alle nostre case, così malconci, che è una compassione. L'esito è ancora incerto, ma
la strage fu orribile da tutte e due le parti. Verso la sera furono condotti 260 circa prigionieri
francesi da Verona, tra cui 30 uffiziali, e furono depositati a San Felice. Confessano anche
essi di non aver mai più veduta una battaglia più sanguinosa di questa, e che hanno perduta
assaissima gente. Dio ci protegga per la intercessione di Maria Vergine nostra grande
Avvocata.
E’ giunta l'amarissima nuova della morte accaduta in Venezia di S. Ecc. Cav. Francesco
Pesaro, che pochi mesi fa era stato creato Commissario straordinario di tutti gli Stati Veneti
di Sua Maestà ed era divenuto l'amore di tutti i popoli, che da lui attendevano la loro felicità.
Questa perdita irreparabile è simile a quella del Principe di Orange.
28 marzo 1799.
Vennero da Padova diretti a Verona 26 gran cannoni con 76 carra di munizioni.
Da Verona vennero circa quattrocento invalidi rimandati indietro tutti austriaci.
Fra i prigionieri francesi che sono a San Felice alcuni fuggirono. Due furono presi fuor della
porta da una mano di Villani che li ricondusse con gran trionfo. Alcuni di questi prigionieri
http://it.wikipedia.org/wiki/1757http://it.wikipedia.org/wiki/1757http://it.wikipedia.org/wiki/1844http://it.wikipedia.org/wiki/1844http://www.wikiwand.com/it/1796http://www.wikiwand.com/it/1796http://www.wikiwand.com/it/1796http://www.wikiwand.com/it/1796http://www.wikiwand.com/it/1796http://www.wikiwand.com/it/Battaglia_di_Caldiero_(1796)http://www.wikiwand.com/it/Battaglia_di_Caldiero_(1796)http://www.wikiwand.com/it/Battaglia_di_Caldiero_(1796)http://www.wikiwand.com/it/1798http://www.wikiwand.com/it/1798http://www.wikiwand.com/it/Trevisohttp://www.wikiwand.com/it/Trevisohttp://www.wikiwand.com/it/Bellunohttp://www.wikiwand.com/it/Bellunohttp://www.wikiwand.com/it/1799http://www.wikiwand.com/it/1799http://www.wikiwand.com/it/Veneziahttp://www.wikiwand.com/it/Veneziahttp://www.wikiwand.com/it/Paul_Kray_von_Krajowahttp://www.wikiwand.com/it/Paul_Kray_von_Krajowahttp://www.wikiwand.com/it/Paul_Kray_von_Krajowahttp://www.wikiwand.com/it/Milanohttp://www.wikiwand.com/it/Milanohttp://www.wikiwand.com/it/Milanohttp://www.wikiwand.com/it/1799http://www.wikiwand.com/it/1799http://www.wikiwand.com/it/1799http://www.wikiwand.com/it/Jacques_MacDonaldhttp://www.wikiwand.com/it/Jacques_MacDonaldhttp://www.wikiwand.com/it/Jean_Victor_Marie_Moreauhttp://www.wikiwand.com/it/Jean_Victor_Marie_Moreauhttp://www.wikiwand.com/it/Jean_Victor_Marie_Moreauhttp://www.wikiwand.com/it/Jean_Victor_Marie_Moreau
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spacciano che tra otto giorni Vicenza sarà in mano dei francesi. Dio li tenga lontani, e li
illumini.
Questi due fuggitivi furono arrestati in Arcugnano. Tutti poi questi 260 prigionieri francesi
partirono condotti fuor della porta di Santa Lucia ammirati dal popolo curioso che stava a
vederli, senza insultarli ed essi conservavano in questo stato di umiliazione quell'aria
d'orgoglio e di temerità, che forma il loro carattere. Partiti essi appena entrarono da Santa
Lucia in più corpi 3000 fanti austriaci che domani andranno a rinforzare le truppe di Verona.
Tutta la giornata di oggi fu un passaggio continuo di artiglieria, carriaggi, attrezzi guerrieri,
ec. che faceva stordire. I nostri giacobini si tengono in pugno la vittoria, sperano tra pochi
giorni avere in Vicenza i francesi, e prendono ormai le loro misure per stabilire la futura
birbocrazia e ciò a fronte dei vantaggi dell'armi austriache che hanno avuto, e che prego Dio
che abbiano sempre.
29 marzo 1799.
Partì per Verona la suddetta fanteria, e venne una truppa di trecento ussari a cavallo; indi
circa 1000 austriaci con l'artiglieria, che seguiranno il loro viaggio verso Verona dopo il
riposo di questa notte; ma la cavalleria proseguì subito.
30 marzo 1799.
Partì per Verona la suddetta fanteria, e passò per Vicenza e andando verso Verona una
cavalleria di circa 600 ussari austriaci, susseguiti due ore dopo da altri trecento tutti emigrati
francesi che qui fermaronsi. Giunsero da Verona circa 20 carra di austriaci feriti nella
battaglia del giorno 26 a Verona, e andarono all'ospitale di San Silvestro, e giunsero pur da
Verona 50 circa prigionieri francesi, che si fermarono a San Felice.
Erano tanto sicuri i francesi di entrare per sorpresa il giorno 26 in Verona e in Legnago, cui
pur tentarono di sorprendere nel giorno stesso, e donde furono valorosamente respinti con
loro gravi perdite dal nostro generalissimo Kray; che i sanculotti giacobini di Vicenza
avevano scritto e annunziato ai loro alleati del Territorio, che per i 30 marzo (oggi) i francesi
sarebbero entrati in Vicenza. Vedete maligna Lega che ancor sussiste e si rinforza. Diversi
carri di feriti giunsero anche questa sera da Verona.
31 marzo 1799
Partirono per Cittadella ai suddetti prigionieri francesi; e per Verona e 300 emigrati francesi.
Venne nuova che a Pescantina il generale Kray diede un buon rovescio ieri ai francesi, molti
dei quali si annegarono nell'Adige, e che il giorno di Pasqua il principe Carlo diede loro una
grande sconfitta a Bilberach nella Svevia.
Più d'uno dei nostri democratici per ordine della polizia di Venezia hanno avuto
commissione di partire da Vicenza perché possano andare a godere della libertà e
dell'uguaglianza ed anche della virtù in terre lontane. È venuto da Verona il generale Liptai
austriaco ferito non mortalmente nella terribile battaglia di Santa Lucia.
Passarono a 23 ore venendo da Verona, e andando a Venezia in tre carrozze chiuse in modo
che li rendeva invisibili, accompagnati da birri, i soldati 13 circa democratici veronesi, tra
cui un co. Schioppa.
Il popolo non si tenne dall'accompagnarli, fischiarli, insultarli con villanie. Cosa
indegnissima, che assai mi spiacque perché non bisogna mai insultare i rei, ma pregar Dio
che li illumini.
-
Un episodio della battaglia di S.Lucia in
un’antica incisione (Wikipedia)
***
1° aprile 1799.
Passarono per andare a Verona dieci cannoni di gran calibro con grandi carri di munizioni.
Partirono per Cittadella i feriti austriaci venuti l’altro giorno. Vennero a Vicenza diretti per
Verona 340 ussari di cavalleria tutti emigrati francesi tutti al servigio dell’Imperatore, e
seguirono il loro viaggio.
Vennero anche da Verona cento cavalli feriti.
2 aprile 1799.
Passarono per Vicenza senza fermarsi diretti a Verona 300 circa soldati a cavallo emigrati
francesi, e 200 ca. fanti austriaci.
Passarono anche altri cavalli feriti con diversi ussari, che vennero da Verona oltre quelli
simili che venner ieri.
Vennero condotti da Verona circa 690 francesi prigionieri, tra cui 24 uffiziali, e furono messi
a S. Felice. Alla grandissima plebe che li mirava dissero, tra quindici giorni la nostra armata
sarà a visitarvi. Siccome per miracolo di Dio e di Maria, nostra gran Protettrice andò vano il
primo colpo, che era stato così ben preparato e misurato confidiamo in Dio e Maria che abbia
da scroccar anche questo che ci vien minacciato.
I carriaggi di artiglieria munizioni ed altro giunti oggi per passare a Verona sono
innumerabili. Il Campo Marzo n’è tutto mascherato e ridotto una palude.
Aggiungete a questo che la nostra città è incaricata da più anni in quà di mandare ogni
giorno cento cinquanta carra di provvigioni fino a Montebello: lo che per quanto sia di peso
si eseguisce dai poveri villici alacremente trattandosi di che si tratta.
3 aprile 1799.
Partirono da Vicenza i 690 prigionieri francesi venuti jeri. Gli uffiziali erano condotti in carro
e spiegavano un’aria di temerità lor propria sino talun d’essi a fingere con un cannocchiale
di guardar le persone affacciate ai balconi. Gran popolo li guardava senza insultarli. Molti
di essi erano torinesi e furono condotti a Padova.
Giunsero da Verona circa sessanta prigionieri francesi e tredici carra di feriti austriaci
depositati ai soliti luoghi.
4 aprile 1799.
-
Partirono per Padova i sessanta prigionieri francesi venuti jeri. Si è cominciato questa sera
un triduo nella cattedrale con un concorso terminato coll’intervento del Vescovo e due
Deputati per il buon esito di questa guerra tanto decisiva non solo per noi, che siamo i più
esposti, ma per tutta l’Europa. Vi intervenne anche il gen. Lichen venuto oggi.
Passarono per Vicenza dirette a Verona sedici barche grandissime da formar ponti ognuna
rovesciata sopra un gran carriaggio.
Furono condotti a S. Felice da Verona 370 circa prigionieri francesi quasi tutti piemontesi tra
cui 40 uffiziali. E’ giunta nuova come il Gran Duca di Toscana fuggendo da Firenze per
l’invasione dei Francesi è arrivato a Padova.
Ed eccovi il penultimo sovrano d’Italia detronizato dalle Loro Alte Canaglie. Dico il
penultimo non restando in trono che il Duca di Parma che Dio preservi. E così in tre anni è
stata democratizzata, spogliata, incadaverita e in gran parte demoralizata e guasta nelle
massime l’Italia, che era sul fiore di sua bellezza. E’ ben cieco chi non conosce in questo
strano avvenimento superiore all’intelligenza dell’uomo il castigo della mano di Dio tanto
meritato da noi, perché essendo i nostri peccati affatto straordinari dovevano esser puniti
con un castigo straordinario, di cui non presentano le storie verun esempio.
Preghiamo Dio che benedica l’armi imperiali, acciocché divengano, se così a Lui piace, la
ris…. della povera Italia.
5 aprile 1799.
Secondo giorno del Triduo in duomo con una folla immensa, col Vescovo, e coi Deputati.
Furono questa sera condotti da Verona circa 260 prigionieri francesi quasi tutti piemontesi
con circa 30 uffiziali prigionieri anch’essi, e depositati presso gli altri venuti jeri.
Tutto oggi si è udito un forte cannonamento non si sa se dalla parte di Legnago, o di là da
Verona. Dio ci assista.
Grande passaggio anche oggi di carriaggi, di cannoni ec. che passano e vanno a Verona.
6 aprile 1799.
La battaglia di jeri avvenne al Pozzo presso Valezo [Valeggio], dove i francesi furono costretti
a retrocedere e lasciarono in poter dei nostri 4000 prigionieri, cannoni, bandiere, e bagagli.
Ma anche i nostri perdettero non poca gente.
Sotto un cielo dirotto partirono per Cittadella circa 20 carra di feriti austriaci ed anche
francesi, che da più giorni erano venuti a Vicenza. Partirono anche per di là molti cavalli
feriti con molti ussari maltrattati. Si è chiuso il triduo in duomo come jeri con un grandissimo
concorso di popolo.
7 aprile 1799.
Partirono per Padova 500 prigionieri francesi venuti i giorni scorsi oltre molti uffiziali che
furono via condotti in carretti.
Partirono dal Campo Marzo dove soggiornavano da qualche giorno, e andarono verso
Verona 279 carriaggi di munizioni, cannoni, ec. che fu uno spettacolo e la sera ne
sopravvennero degli altri sicché pareva che niente fosse partito. Giunse la nuova del fine
della battaglia del giorno 5 cor. che è terminata con 5 mila prigionieri francesi e 345 uffiziali.
Dio benedice le prime mosse di questa impresa in un modo miracoloso.
Giunsero questa sera condotti in tanti carri da Verona e smontarono al borgo di S. Felice e
furono condotti al Quartiere di S. Maria centocinquanta uffiziali francesi prigionieri, ceffi
tali che non credo li avessero simili i gladiatori di Roma o i Ciclopi dell’Etna. Che rovescio
di cose! Pochi mesi fa li vedevamo orgogliosi correr la nostra città sdraiati in cocchi superbi
-
ed ora aver per grazia l’esser strascinati tra un mar di popolo che per altro non li insultava
sopra un carro guidato dai nostri villani, e tirato dai buoi. Con quanta facilità quel Dio, (a
cui gli empi non credono) sà cangiare l’aspetto delle cose e umiliarli in faccia a quelle genti
che furono umiliate da essi! Adoriamo i giudizi di Dio e ringraziamolo dell’inappreziabile
benefizio. Tutte queste vittorie furono riportate dal nostro Generalissimo Kray che
soggiornò quasi sempre in Vicenza, e che cura moltissimo i vicentini.
8 aprile 1799.
Passò la notte scorsa per Vicenza e andò a Verona il general Melas, eletto in luogo del morto
Principe d’Orange; diriggerà questa armata comandata finora vittoriosamente dal nostro
gen. Kray.
Mille e cento soldati comuni francesi prigionieri furono condotti questa sera da Verona e
deposti a S. Biasio nel Quartiere. Erano alquanto sconfortati e avviliti.
9 aprile 1799.
Questa mattina partirono per Padova i centocinquanta uffiziali francesi prigionieri; la
maggior parte condotti sui carri, e alcuni a piedi. Questa figura umiliante rappresentata in
una città dove era una volta il Teatro delle loro comparse li teneva abbattuti. Otto o dieci
rimasero in Vicenza per essere cambiati con altrettanti uffiziali austriaci rimasti prigionieri.
Taluno per altro dei sud.i prigionieri fu inteso dire che sarebbe l’Armata francese venuta a
Vicenza ad abbruciare tutte le sue case. Minaccia che comprende anche dei loro discepoli.
Un altro uffiziale francese dello Stato Maggiore, uno di quelli che furono cambiati, che era
aloggiato dalla co. Eleonora Schio, disse a questa Dama; sono stato ben alloggiato presso di
voi: ve ne ringrazio. Prendo in nota il numero della vostra casa perché tra quindici giorni
ritornando qui coll’armata conquistatrice sarà questo il mio alloggio. L’Armata francese non
è battuta come vi si fa credere. Marciano dalla Francia 60 mila uomini a suo soccorso. E’
bene tener nota di questa espressione.
10 aprile 1799.
Dopo il triduo della Cattedrale lo si fa a vicenda per tutte le parrocchie e chiese della Città.
Questa sera furono condotti da Verona 840 prigionieri francesi e 17 uffiziali tra cui era
l’ajutante del gen. Joubert con sua moglie. Questi furono condotti al convento di S. Maria
Nova, ora quartiere, e gli altri a S. Felice.
Furono arrestati dei Birri e condotti la sera in prigione due fratelli Fusinieri per ordine del
Tribunale della polizia.
11 aprile 1799
Moltissimi cannoni austriaci furono trasportati sui carri.
12 aprile 1799.
Partì per Treviso tutta la gran turba di prigionieri francesi venuti a Vicenza nei giorni scorsi.
Diversi carri di feriti austriaci furono condotti a Cittadella. Una pioggia dirotta li ha
accompagnati per tutto il giorno. Noto, che dagli ospitali di Verona vengono mandati a
Vicenza feriti austriaci, ed anche qualche ferito francese. Finora i prigionieri francesi passati
per Vicenza sono circa 3680.
13 aprile 1799.
-
Per la gran pioggia di ieri, ecco una brentana, che va crescendo: è circa un mese che il tempo
è piovoso; cosa che incomoda, ed arresta i progressi dell'armata del nostro Sovrano,
ritardano l'arrivo delle truppe moscovite che dovevano cominciare oggi a giungere in
Vicenza. Credo che ognun sappia, che il Czar Paolo I collegato con l'imperatore manda in
Italia contro i francesi centosessanta mila uomini, dichiarandosi di voler perseguire questi
filibustieri per tutto il mondo. Siamo giunti a questo passo di desiderar di vedere in Italia i
russi e gli ottomani, nomi che pochi anni fa ci avrebbero fatto raccapricciare.
14 aprile 1799.
Malgrado la gran pioggia della notte passata, che fa di nuovo ricrescere l'acqua, giunsero tre
ore dopo mezzanotte dalla porta di Santa Lucia circa 800 soldati a cavallo moscoviti
preceduti dal famoso generalis.o Souwarov che sarà il generalissimo delle due armate russa
ed austriaca. Egli andò ad alloggiare in casa del co. Orazio Porto. La truppa poi a San Biasio,
e in altri luoghi e anche nelle case. Hanno un berettone schiacciato in testa; una Spezie di
veste da camera la maggior parte di color turchino e molto grossa; un piccolo fucile dietro
le spalle una sciabla alla cintura, e una picca in mano lunga dieci piedi, armata di una lunga
punta di ferro; hanno cavalli piccoli sì, ed essi stessi sono figure brutte, seri e prive d'allegria,
ma che mettono coraggio ad affrontare qualunque pericolo. Io credo che l'Italia non ne abbia
mai più veduti. Hanno anche due pistole a fianco. Infatti questa mattina tutto il paese è
mascherato da questi nuovi stranieri visaggi, che attirano la curiosità dell'ozioso vicentino.
Vennero questa mattina da Bassano circa 2000 fanti russi vestiti di verde con fucile corto e
baionetta lunga: hanno molta somiglianza con dragoni francesi. I loro granatieri hanno un
lungo barettone fatto a cono cornuto e dorato davanti. Costoro in quelle tre o quattro ore,
che si fermarono, portarono la desolazione. Vollero alloggiare per le case per avere ben da
mangiare, e da bere. Vollero 150 carra per trasportare verso Verona i loro miserabili
equipaggi, e le loro persone.
I poveri villani ricevettero delle percosse; i poveri animali non ne potevano più, e cadevano
per la strada. Ho veduto qualche carro guidato dai russi, segno, che il boaro era fuggito, o
cacciato via, e tutto questo sotto la pioggia. Costoro vennero, e partirono poi per Verona
dopo mezzogiorno con sommo disordine, alla rinfusa, senza disciplina, senza uffiziali che
comandino; tutta gente affatto selvaggia e feroce, che non ha altro di buono, se non che
dimostra di dover far tremare i francesi, e che è capace umanamente parlando, di debellarli,
e fugarli. Il berettone a cono, che costoro hanno in testa par fatto di cartone con carta d'oro
davanti, e somiglia assai a quello di Pulcinella. I loro carriaggi e le loro vetture sono affatto
straordinarie. Molte ne passaron oggi. Tutto mostra un’aria povera e di cattivo gusto.
Vennero da Verona circa 40 prigionieri francesi, e alloggiarono a San Felice.
16 aprile 1799.
La notte passata fu peggiore del giorno di jeri. A mezzanotte e dopo giunsero più di 3000
fanti russi da Bassano simili a quelli di ieri. Per tutta questa notte non fecero altro che battere
da disperati per tutte le case. Quelle case che avevano ordine di alloggiarne sei, come la
nostra dovettero riceverne trenta e spesarli lautamente. Credo che pochi cittadini avranno
chiuso occhio nella notte terribile, che abbiamo passata: la confusione e il disordine fu
accresciuto dalla pioggia dirotta che allora cadeva. Costoro sono tutti vestiti di verde, che
paion tanti servitori vestiti di vecchie livree. Questa mattina poi partirono per Verona
quantunque l'acqua per la molta pioggia della scorsa notte sia cresciuta di molto; ed ecco di
nuovo in moto carri, e carrette per servirli. Questa mattina ne sopraggiunsero altri ca. 2000
tutti fanti, parte sui carri con buoi che non potevano più dare un passo, e ho veduto un
soldato percuotere i buoi colla manaia, con i poveri bovari estenuati, cascanti inzuppati
-
d'acqua venuti dal trevigiano, e dal bellunese. Chi non vede non può credere l'eccidio che
in questa mattina si vede sul Corso. Là un bue caduto per terra, là un soldato che batte il
villano ec. ec. Passò anche questa mattina due centinaia circa di soldati a cavallo; alcuni di
essi diversi dai cosacchi; e dopo mezzodì giunse una cavalleria di trecento cosacchi. Per
mandare a Verona la fanteria e non distruggere le boarie del territorio adesso è venuto
ordine di valersi di tutti i cavalli delle ville, e di quelli delle carrozze della città.
Partirono a mezzodì i 40 prigionieri francesi venuti da Bassano.
Molta fanteria russa che era oggi partita verso Verona non potendo passar l'acqua di
Pontalto ritornò indietro con un nostro grandissimo rincrescimento. Vennero questa sera
seguitando l'armata russa diverse boarie da Sacile coi poveri boari morti dalla fame che
domandavano carità per le strade. Per tutto oggetti di compassione, e di orrore. I pochi
ussari austriaci che abbiamo in città non valgono a far fronte a un eccidio di questa sorte.
Non v’ha più nessuno che comandi, tutto cede alla forza russa; e si può dire con tutta verità
che noi in questi giorni di lutto e di disordine siamo sudditi della Moscovia, che il Czar
Paolo I è il nostro sovrano senza che Egli lo sappia. L'impeto e la rabbia subita, e feroce
forma il carattere di questa selvaggia Nazione veramente fatta apposta per abbattere
l'orgoglio e l'empietà della Nazione francese. Era cosa commoventissima vedere oggi tra gli
altri un povero villano che piangeva la perdita di due suoi buoi e del suo compagno annegati
nel passaggio della Piave, e che dovette con gli altri due che gli rimasero venire sino a
Vicenza. 100 prigionieri francesi vennero da Verona condotti a San Felice.
17 aprile 1799.
Questa mattina parti tutta la cavalleria cosacca per Verona qui giunta ieri; ed anche la
fanteria russa che ieri non potè passare l'acqua di Pontalto. Il pensiero di attaccare i cavalli
del territorio e della città onde risparmiare le boarie non è riuscito. Si attaccano i cavalli sud.i
e si attaccano ancor le boarie. A mezzogiorno vennero dalla porta di Santa Lucia quattordici
o quindici carri di fanteria russa, che in tutto erano 160 fanti.
Ecco il terribile massacro delle boarie. Voler mandare la fanteria sui carri; cosa che non
praticarono mai i francesi.
Quantità di persone da Venezia e dal territorio sono in Vicenza per vedere il passaggio di
queste truppe. Curiosità puerile, in queste circostanze di tempi.
18 aprile 1799
La notte scorsa giunse qualche centinaio di fanti russi. Abbiamo nuova che dopo l'invasione
di Firenze fatta dai filibustieri il sommo pontefice Pio VI fu condotto a Parma ai primi del
cor. Veramente gli si adatta la profezia: Peregrinus Apostolicus.
Jeri morì nel palazzo Marchesini un valoroso tenente colonnello per le ferite rilevate
nell’orribile battaglia di là di Verona, dove restarono feriti ed anche morti tanti bravi uffiziali
che dimorarono qui in Vicenza, ed oggi fu sepolto in San Michele con onori militari
accompagnato anche da cinquanta dei nostri Nobili.
Il rimanente delle truppe russe che si attendeva non è giunto, perché non può passare la
Piave.
19 aprile 1799.
Partirono verso Cittadella e 100 prigionieri francesi venuti pochi giorni fa, tra cui molti erano
piemontesi.
Partirono per Verona i 300 fanti russi venuti né di passati con due cannoni.
-
Vennero dopo mezzodì da Santa Lucia circa 600 ussari austriaci di bellissima cavalleria, una
porzione di cui uscì subito fuori dalla porta del Castello.
Vennero verso sera dalla porta di Santa Lucia più di 400 cosacchi a cavallo astati simili agli
altri che ho descritti; buona e valorosa gente.
Venne anche dalla stessa parte qualche centinaio di fanti russi. Per
le grandi piogge di oggi questa sera è brentana.
20 aprile 1799.
La notte passata vennero a più riprese da Bassano 4000 e il più fanti russi, i quali partiron
poi questa mattina per Verona, per dove partirono ancora i 400 cosacchi; e i 600 ussari
austriaci venuti ieri. Ma le domande dei russi di carri, carrette, e boarie e cavalli sono arrivate
ad un grado che è importabile al nostro Territorio; flagello terribile, massacro inaudito.
Verso mezzodì sopravvennero da Santa Lucia diversi altri carri di fanteria russa che
proseguì il viaggio verso Verona aggiungete a questi i carri che bisogna somministrare per
il trasporto dei bagagli e calcolate a quel numero ascendono e le bastonate russe fioccano
sulle spalle del villano vicentino.
La notte passata non fu così terribile perché le truppe moscovite si accontentarono di andare
ad alloggiare nei quartieri, nei quali prima avean ricusato di albergare. Nei giorni scorsi i
due arrestati fratelli Fusinieri furono tradotti a Venezia.
Ogni dì più si vede il vantaggio della famosa battaglia di Verona, per cui in grazia del grande
scacco sofferto dai rigeneratori del genere umano vanno essi ritirandosi ogni giorno più in
là. Miracolo di Dio, e di Maria, perché era quello il giorno fissato e tenuto per sicurissimo,
in cui Verona Vicenza ec. dovevano cader di nuovo nelle tremende braccia della libertà; e i
sanculotti di Verona ed i nostri aveano tutto preparato per questa festa. Se Dio seguita a
benedire l'armi imperiali diranno gli storici che da quella giornata ha dipenduto il destino
d'Italia. Evidentemente si è veduto un rovescio di cose da quel momento, che mostra un
miracolo del braccio di Dio che ci volle salvi: benefizio inapprezzabile, ma che purtroppo
non si conosce, né a Dio si rendono le grazie, che se si prolungassero per tutta l'eternità
sarebbero sempre infinitamente minori del benefizio.
21 aprile 1799.
La scorsa notte vennero circa 2000 fanti russi con artiglieria, che li avvera preceduti ieri sera;
e partirono questa mattina per Verona, avendo la truppa alloggiato nelle case.
Sotto una pioggia dirotta partirono da Vicenza per Castelfranco diversi carri di austriaci
feriti tolti dai nostri ospitali; ed appunto gli è un mese che la stagione è straordinariamente
piovosa.
Altri carri di feriti austriaci sopraggiunsero da Verona.
Per ordine della polizia fu oggi carcerato in città, un tal … da Arzignano.
Non bastano i cavalli del Territorio, bisogna attaccare anche i nostri cavalli da carrozza in
servizio dell'armata.
Gran peso, gran danno; ma tutto è niente quando si giunga a tenere lontano lo sciaurato
francese, il quale grazie a Dio va sempre più ritirandosi lontano.
È consumato quasi tutto il fieno del Territorio e bisogna adesso che ogni boaria ne
somministri un mezzo carro. Passarono anche oggi alcune centinaia di russi a piccoli
corpetti.
22 aprile 1799.
È giunta la lieta nuova dell'ingresso dell'armi austriache in Brescia accaduto ieri.
-
23 aprile 1799.
E’ morto ieri in casa del signor Marco Antonio Marchesini dove alloggiava un maggiore
austriaco ferito nella terribil battaglia di Santa Lucia sopra Verona e fu oggi con gli onori
militari sepolto a Santo Stefano e accompagnato da molti nobili.
Vennero da Verona condotti a San Felice 270 prigionieri francesi, tra cui non pochi uffiziali.
24 aprile 1799.
Partirono per Cittadella i suddetti 270 prigionieri.
Venne la sera da Bassano un corpo di fanteria russa di circa 3500 fanti ben ordinato con
banda musicale, ma poco pregievole che lo precedeva.
25 aprile 1799.
Rimessa grazie a Dio la festa di S. Marco, che l'anno scorso non si fece.
Alcune centinaia di fanti russi vennero la scorsa notte. Più di 20 carra di feriti che erano nei
nostri ospitali furono condotti verso Bassano. Partì questa mattina per Verona la fanteria
russa venuta ieri.
Ecco questa mattina un'altra brentana per la pioggia di ieri.
Non si può dire a qual segno giunga la violenza e la ferocia dei russi nell’esigere carri,
carrette e cavalli.
Oggi hà convenuto assegnar loro 200 boarie; i poveri villani e i loro animali sono
sterminati e siamo alla semina. Peso grande, importabile, spaventoso. Ma tutto è niente
quando riesca di tener lontani i francesi. Quante città invidiano la nostra presente
situazione!
26 aprile 1799.
Oggi dopo mezzogiorno fu intimato dal tribunale di polizia ai tre fratelli il co. Bissari, Enrico,
Pietro e Luigi di portarsi immediatamente a Venezia; e per conseguenza due, o tre ore dopo
partirono, cioè a dire partirono in quella stessa ora in cui due anni fa, in questo stesso giorno
i due di essi primi nominati di sopra accompagnarono i francesi nel loro primo ingresso in
Vicenza. Terribile combinazione, che non sarà sfuggita alla loro riflessione. Tal altro
democratico fu relegato in qualche convento di questa città, tal altro in casa, tal altro fu
confinato in campagna.
27 aprile 1799.
Vennero da Santa Lucia, e seguirono il loro viaggio per Verona più di seicento soldati a
cavallo Cosacchi in bell'ordine, la di cui banda cantava armoniosamente una canzone che
somigliava a un canone. Erano tutti astati e armati come ho descritto in altro giorno. Tra essi
v’ha dei Calmuchi che han il viso olivastro e schiacciato. Nel progresso del giorno ne
giunsero altri non pochi in piccol corpo.
28 aprile 1799.
Più di 4000 fanti russi giunsero dalla porta di Santa Lucia nello scorso anno e al nascere di
questo giorno con molta artiglieria e con incomodo di tante famiglie che li devono alloggiare
e spesa. Per conseguenza tutta la notte fu un continuo fragore.
Un'ora prima di mezzogiorno, tutta la sud.a truppa ben ordinata e cantando al suo uso, partì
per Verona. Furono questa sera condotti da Verona sessanta uffiziali francesi prigionieri. Gli
austriaci che li scortavano dovettero condurli per la via di Montorso per salvarli dai cosacchi
si avvennero sulla strada di Verona, e da cui mancò poco che non fossero uccisi.
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29 aprile 1799.
Partirono per Cittadella i suddetti 60 ufficiali prigionieri francesi per dove partirono ancor
più carra di ammalati, e feriti austriaci e francesi tutti dai nostri ospitali.
Fu trovato annegato da più giorni al ponte del Gatto un carrozziero di casa Salvi, che
impazzito giorni fa si slanciò nel Retrone.
Furono questa mattina condotti da Verona posti a Santa Maria nuova 1040 prigionieri
francesi fatti nella presa di Brescia, il quali confessarono che era stata tenuta loro sempre
occulta dai loro generali la venuta dei moscoviti, sia che i loro generali non la sapessero, o
non la credessero.
Anche Bergamo, e Brescia dall'armi austriache sono state occupate, e per conseguenza
liberate dai veri tiranni con una esultazione indicibile di quelle desolate Città che soffersero
infinitamente più della nostra. Altro motivo della nostra gratitudine verso Dio e della nostra
eterna riconoscenza per cui un sì insigne benefizio non fatto a tante altre città né da noi
meritato.
Vennero anco diretti per Verona dieciotto cannoni di spaventoso calibro russi con 60 carra
di munizioni.
30 aprile 1799.
Di gran mattino partirono per Padova i millequaranta prigionieri francesi. Molti erano
cispadani, piemontesi, ec. Passarono per Vicenza venendo da Padova e andando a Verona
20 cannoni austriaci di una spaventosa grandezza tirati ognuno da otto cavalli, e due bombe
che in tutto formavano 30 pezzi con i corrispondenti carriaggi di munizioni.
Tutto il mondo era ridotto sul Corso a vedere il passaggio di queste macchine portentose.
Poco dopo giunsero dalla porta di Santa Lucia molti carriaggi di ammalati russi, che
seguitano la loro armata, perché i russi hanno sempre l'ospitale ambulante.
Al dopopranzo vennero dalla porta di Padova dire avere una pressoché altri 30 cannoni di
orrendo calibro con una quantità di … e di munizioni austriaci. Verso la sera vennero da
Cittadella per passare a Verona nuovi carri di ammalati russi in quantità; e perciò questo
giorno fu un passaggio continuo dalla mattina fino alla sera. Giudicate da quanti dei nostri
animali furono impiegati.
***
2 maggio 1799.
Giorno dell'Ascensione. Ecco l'acqua che cresce a motivo della gran pioggia della notte
passata.
Jeri passò per Vicenza venendo da Padova Mons. Nani Vescovo di Brescia, che ritorna
felicemente alla sua sede e in quel giorno appunto, in cui un anno fa ne fu cacciato dai veri
tiranni, i quali furono per la sesta volta sconfitti dall’armi austro russe nel giorno 27 aprile a
Cassano in una battaglia molto per essi funesta, dopo la quale gli austriaci entrarono in
Milano. Sopravvenne qualche centinaio di fanti russi da Bassano diretti all'armata di
Verona, la quale ha già occupato Milano con gran disordine dei francesi.
3 maggio 1799.
L'acqua è cresciuta a motivo della grandissima pioggia di ieri, e formò una mezza brentana.
Anche oggi partì qualche centinaio di russi che va a raggiunger l’armata; ed anche un gran
numero di carriaggi e di legni russi di …. invenzione, ma non inelegante.
-
4 maggio 1799.
Questa sera passò per Vicenza venendo da Padova il giovine principe Costantino figlio di
Paolo I Czar di Moscovia; era in una spezie di sterzo unitamente al principe Esterazi; non
fece che cambiare cavalli alla porta del Castello e seguitò il suo viaggio per Verona
accompagnato da quattro o cinque legni.
Ogni giorno vien da Bassano e parte per Verona qualche centinaio di russi; ma non è
possibile tenerne un esatto conto. Ad ogni modo i russi passati finora per Vicenza saranno
circa 25 o 26 mila.
5 maggio 1799.
Giorno di Santa Spina. Si è fatta la processione ma senza la rappresentazione di San Luigi re
di Francia a cavallo. Questo è un riguardo democratico, che non doveva aver luogo; tanto
più che i conquistatori figli della Repubblica una ed indivisibile sono e in Italia, e sul Reno,
e negli Svizzeri in pienissima rotta. Venne anche oggi gran quantità di carriaggi russi. Tanto
per le requisizioni dei russi quanto per quelle degli austriaci di carri e carriaggi ogni giorno
sta sotto la sferza una quantità di boarie; alcune già sono perdute; molti andarono sino a
Brescia; molti buoi sono morti; i poveri villani sono distrutti, e come andrà in quest'anno la
semina dei sorghi? La provvidenza di Dio non ci abbandonerà.
Abbiamo avuto purtroppo la vera notizia che il Papa quantunque sfinito di forze e
impotente a reggersi fu strascinato dai filibustieri da Parma a Torino.
Costoro hanno cominciata la loro rivoluzione in Francia con un delitto dei più orridi, che
disonorano l'umanità, e la vanno a finire con uno più grande. Così si avrà veduto unire in
quel cocchio con uno spettacolo sorprendente il colmo della virtù e il colmo dell'iniquità. A
proposito del Papa è da notare come ho saputo dalla voce di testimoni irrefragrabili ed
oculari, i quali si trovavano allora presso di Lui, che quando i francesi invasero Roma, il
generale Cerroni fu quello che si portò dal Papa ed ebbe con lui un colloquio, in cui mostrò
qualche sorte di rispetto e di creanza. Non così trattò col Papa il commissario Haller, di cui
darò il dettaglio in altro giorno.
6 maggio 1799
Partirono verso Bassano otto, o dieci prigionieri francesi venuti ieri. Oggi dopopranzo
vennero da Bassano da 150 carriaggi russi e circa 600 fanti russi.
7 maggio 1799.
Vennero da Bassano diretti a Verona ad ingrossare l'armata circa 1200 fanti austriaci.
Venne la nuova della resa di Peschiera fatta agli austriaci ieri per capitolazione. Quanti
passi tante vittorie. Così è il braccio di Dio in un momento sommerge gli egiziani superbi
nel mare. Vennero anche oggi diretti a Verona 200 soldati di cavalleria austriaci. L'armata
austro-russa è soccorsa da tutte le parti, e l'armata formidabile della Repubblica una e
indivisibile è intieramente abbattuta e dispersa; non restandole che Mantova, la quale è
circondata dall'armi austro-russe da tutte le parti; e tutta la prodezza francese si riduce a
trascinare il Papa ottuagenario ed infermo per le città d'Italia, e forse ancor della Francia.
8 maggio 1799.
Tanto i soldati fanti e di cavalleria austriaci quanto i 150 carriaggi russi partirono per Verona.
9 maggio 1799.
-
Ecco un'altra brentana che va crescendo, e minaccia di vestirsi da festa per i gran diluvi
della notte passata di questa mattina, e per il ripiglio di questa sera.
10 maggio 1799
Benché l'inondazione non sia stata smodata fu peraltro maggiore di quelle che sono venute
nei dì passati. Ho promesso di dare il colloquio che ebbe il Sommo Pontefice col commissario
francese Haller. Eccolo. Haller andò in camera del Papa, il quale seduto era alla sua
Fiorentina. Haller pieno di creanza gli si pose a sedere a fianco mise una gamba sopra l'altra,
piantò il gomito sulla Fiorentina (qualche volta l'ha fatto anche il mio boaro) e disse così:
Hal. Oh, buon vecchio dove sono i vostri danari? P. Non ne tengo.
Hal. Dove sono le vostre gioie?
P. Le hanno avute Lor Signori.
Hal. Cosa avete in quel paniere? P. Lo visitino.
Hal. Visitandolo. Vi sono dei biscottini. P.
Se ne servano, faranno piacere.
Così fecero e ne mangiarono quanti erano in compagnia del Commissario.
Questa in breve fu la visita di questo uomo d'onore. La camera del papa era guardata da
sentinelle che facevano della stanza del Papa il loro quartiere e qualche cosa di più indecente
perché si avverasse anche di questo ….. di Gesù Cristo [frase latina illeggibile].
Berthier era quello che dovea congedarlo da Roma. Non ebbe coraggio di farlo
immediatamente, glielo fece dire per mezzo del Segretario di Stato. Ora tutto lo Stato
Maggiore che allora era a Roma trovasi al presente confinato in Egitto e forse Berthier vi è
rimasto ucciso.
Louis Alexandre Berthier (Versailles, 20 novembre 1753 – Bamberga, 1º giugno 1815) E’ stato un generale francese, Maresciallo dell'Impero, I principe di Wagram di Neuchâtel e Valangin.
Seguì Napoleone durante la campagna d'Italia del 1796, e gli fu assegnata l'armata in seguito al trattato
di Campoformio. Il 9 dicembre 1797 occupò Roma, esautorò papa Pio VI ed il 15 febbraio dell'anno
dopo proclamò la Repubblica Romana. Nominato nel marzo 1798 capo di stato maggiore dell'armata
d'Inghilterra, passò subito dopo all'armata d'Oriente e si ricongiunse con Bonaparte in Egitto. Diede
assistenza durante il colpo di Stato del 18 brumaio (10 novembre 1799) e divenne ministro della guerra
dall'11 novembre 1799 al 4 aprile 1800. Nella campagna d'Italia del 1800, nel corso della battaglia di
Marengo fu messo a capo dell'Armata di riserva, ma agì comunque da capo di Stato Maggiore. Berthier
si dimostrò un perfetto organizzatore nell'attraversamento delle Alpi e fu ferito a un braccio durante la
battaglia di Marengo.Quando Napoleone divenne imperatore, Berthier fu nominato primo maresciallo
dell'impero. Prese parte alle battaglie di Austerlitz, Jena e Friedland e fu poi nominato prima duca di
Valengin nel 1806, poi principe di Neuchâtel nel 1807. Prese parte alla guerra in Spagna nel 1808, e in
Austria nel 1809, dopodiché divenne principe di Wagram. Servì, sempre come capo di Stato Maggiore,
anche in Russia (1812), in Germania (1813) e in Francia (1814), fino alla caduta dell'impero. Si si ritirò
nel suo castello di Bamberga, in Baviera, dove morì il 1º giugno 1815 cadendo da una finestra del terzo
piano.
Furono questa sera condotti da Verona sei uffiziali francesi prigionieri e giunsero nuove
felicissime dei progressi dell’Armi austro-russe e delle sconfitte francesi. Le lascio a chi
scrive la storia d’Italia.
11 maggio 1799.
Di gran mattino si è cominciato un triduo nella chiesa della B. V. di Monte, nel quale la cara
immagine di questa potentissima Regina nostra Liberatrice sarà esposta tutto il giorno con
la illuminazione. Sono state invitate le parrocchie ad andarvi processionalmente in diverse
ore del giorno. Questa funzione non mai più fatta, si fa per le circostanze presenti e sono
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-
P°. In ringraziamento di essere stati liberati dal giogo dei distruttori della religione e del
trono.
2°. In ringraziamento di essere stati miracolosamente preservati dal cadere di nuovo nelle
loro mani.
3°. In ringraziamento dei progressi così rapidi, e così estesi dell'armi austriache, non mai
interrotti.
4°. Per felice progresso dai medesimi in avvenire a umiliazione dei nemici della santa
Chiesa.
5°. Per il nostro Sommo Pontefice Pio VI che si trova prigioniero nelle mani degli empi, i
quali per quanto si sa da Torino l'hanno condotto a Brianzon.
6°. Per ottenere la serenità dell'aria, mentre la stagione è così straordinariamente piovosa,
che finora non si ha potuto cominciare la semina dei sorghi.
Il Vescovo ha aperto il Triduo andandovi questa mattina di gran mattino a dirvi la Santa
messa. Oggi dopopranzo vennero condotti da Verona 1500 ca. prigionieri francesi e furono
posti parte a Santa Maria Nova, parte a San Biagio.
12 maggio 1799.
Partirono per Treviso diversi carri di feriti austriaci ed anche francesi, che da molti giorni
erano nei nostri ospitali, dove di mano in mano ne sopravvengono degli altri da Verona.
Giorno di Pentecoste. Solito pontificale in Duomo del nostro monsignor vescovo.
13 maggio 1799.
Partirono verso Padova i prigionieri francesi venuti l'altro giorno, tra cui v’avea 58 Uffiziali.
Talun d'essi affermò che tra 15 giorni, talaltro in capo a sei mesi, verrebbero di nuovo a
impadronirsi di Vicenza. Mi pare di aver in addietro notato altre simili orgogliose predizioni
di questi miseri valutatori, le quali andarono tutte, grazie a Dio, a vuoto nel Mar Carpazio.
Questa mattina nel consiglio di 150 fu presa per acclamazione una parte di erigere un
monumento al nostro generale Kray, nuovo principe Eugenio liberator dell'Italia,
aggregandolo anche con tutta la sua discendenza alla nobiltà vicentina.
Quantunque ieri e l'altro giorno le giornate siano state piovose pure grande fu il concorso di
gente alla B. V. di Monte dove portaronsi, e oggi si portano particolarmente diverse
processioni di parrocchie, scuole ed altre compagnie.
Il triduo fu magnifico e di gran divozione. Mons. Vescovo zelantissimo andò a celebrarvi
questa mattina: vi ritornò questa sera in processione col Duomo, e chiuso il Triduo dando
pontificalmente la benedizione col SS. Sacramento. La folla massime di questo giorno che fu
sereno, non è esprimibile; e questa non più vista funzione, riuscì sommamente divota,
edificante, magnifica.
14 maggio 1799.
Questa sera furono condotti da Verona e posti in Santa Maria Nova più di 3000 prigionieri
figlioli della libertà. Ebbene, che ne dite? L'armata dell'una e indivisibile Repubblica francese
è ormai tutta dispersa e distrutta nel giro di 50 giorni tra una Pasqua e l'altra. Ve ne
maravigliate? E che? Non sapevate forse che chi fa guerra alla Chiesa ne paga anche in
questo mondo severamente la pena?
15 maggio 1799.
Si è cominciato in Duomo un triduo ad petendam serenitatem intervenendovi il Vescovo,
la città e moltissimo popolo.
-
16 maggio 1799
Partirono verso Cittadella i prigionieri francesi venuti l'altro giorno. Erano circa 3500 ma tra
questi eranvi 400 forzati piemontesi, ai quali ieri fu fatto prestare il giuramento di fedeltà al
re di Sardegna loro Sovrano, e rimandati in Piemonte per servire nell'armata contro i francesi
lo che fu loro di grandissima allegrezza.
17 maggio 1799.
Vennero da Bassano diretti a Verona circa 60 soldati austriaci a cavallo ed alcuni anche di
fanteria.
Neppure in quest'anno si è fatta in questi giorni la solita fiera.
Questa sera si è chiuso il triduo in Duomo a cui ogni giorno intervenne il Vescovo, la Città,
e molto popolo.
18 maggio 1799.
Furono mandati da Verona 120 prigionieri francesi e collocati a San Biagio. Finora i
prigionieri francesi passati per di Vicenza sono 9326.
19 maggio 1799.
Domenica della Santissima Trinità. Nuova e bellissima funzione fu fatta in Duomo a spese
della Città, diretta a render grazie a Dio di avere allontanati e dispersi i sacrileghi nemici
della Religione e del Trono. Due ore avanti terza nella capella maggiore del Duomo ben
addobbato e ben illuminato fu riposto il SS. Sacramento. Il Vescovo diede ordine a tutte le
parrocchie a tutte le Confraternite, a tutti i Regolari, agli Ospitali di portarsi all'adorazione
e in quelle determinate ore processionalmente cantando divoti salmi per le strade. Così fu
fatto e la cosa riuscì a maraviglia e di somma edificazione, mentre per tutto il giorno vi era
qualche divota processione che andava, o tornava. La sera poi si chiuse la funzione con
l'intervento della Città e di mons. Vescovo che pontificalmente assistette al Te Deum che fu
cantato in musica dopo di che diede la benedizione. Il Duomo era straordinariamente
affollato, e la funzione terminò magnificamente.
Furono condotti a Bassano i 120 prigionieri francesi venuti ieri.
20 maggio.
Mr. nostro Vescovo ha ordinato a tutte le chiese di Città e di Villa che di nuovo si faccian
Tridui massimamente col ricorso alla S. Vergine per gli oggetti particolarmente di quello che
fu fatto alla B.V. di Monte e principalmente per ottenere la liberazione del sommo pontefice
Pio VI dalle mani delle Loro Alte Canaglie.
Non ho notato, che il triduo alla B. V. di Monte fu fatto tutto di limosine raccolte.
Ritornarono indietro da Treviso più centinaia di prigionieri piemontesi, ai quali, come agli
altri fu data la libertà a patto di ritornare in Piemonte per unirsi all'armata austriaca per
combattere per il re di Sardegna loro sovrano, il che fecero allegrissimamente, perché erano
tutti state sforzate di servire nell'armata francese.
21 maggio 1799.
Per il gran diluvio di pioggia di questa mattina ecco una nuova brentana considerabile.
22 maggio 1799.
Vennero da Bassano circa 100 soldati austriaci a cavallo diretti a Verona.
-
23 maggio 1799.
Giorno del Corpus Domini. La processione partì dal Duomo un'ora e mezzo poco più avanti
mezzogiorno portando il SS. Sacramento il Vescovo, intervenendovi i sig. i Deputati, e
seguita da un picchetto di ussari a cavallo. La Rua fu levata poco prima del mezzogiorno
con affluenza di popolo che non ho più veduto il simile; tutto era entusiasmo contro i
francesi con emblemi e canzoni, che alludevano alle loro sconfitte. Fu portata lenta lenta, e
con fatica grandissima, e riposta un'ora e mezzo dopo mezzogiorno. Questo anno si fece
anche la corsa del Pallio dopo due anni di sospensione. Otto furono i cavalli arrolati, e fu
vincitore un cavallo Stornello di un padovano. Non vi fu corso di carrozze in Campo Marzo
perché è ridotto a una palude; né vi fu festa da ballo.
Vennero oggi condotti da Verona circa 800 prigionieri francesi fatti nella presa di
Pizzighettone tra cui molti uffiziali, e furono posti in Santa Maria Nova. Uno di essi si
espresse che tra poco ritornerà a Vicenza l'armata francese ad impadronirsene; linguaggio
solito, ma grazie a Dio, finora smentito. Tutta la loro speranza è fondata sull'armata del gen.
Magdonal che avendo dovuto abbandonare Napoli, vuolsi che pieghi alle parti del ferrarese.
Ferrara intanto è in mano degli austriaci, come oggi n’è giunta la nuova.
25 maggio 1799.
Questa mattina partirono per Cittadella gli 800 prigionieri francesi venuti l'altro giorno. Noi
riconosciamo per due ragioni fortissime dai francesi la sorgente delle nostre presenti felicità
e la rovina così rapida, e non interrotta dalle loro invincibili armate. P°. La rottura che essi
fecero della pace di Campo Formio a motivo che l'imperatore dava per i suoi stati il
passaggio ai russi; della quale rottura quanto essi ne piangono gli effetti, altrettanto noi ne
godiamo i frutti. 2°. La mossa che essi fecero del Sommo Pontefice dalla Certosa di Firenze,
dal quale momento tutte le maggiori rovine piombarono e piombano sopra di loro da tutte
le parti. Non sono essi geni luminosissimi, che hanno da lungi veduti i loro veri interessi?
Ci hanno salvati per quei mezzi con cui credevano di opprimerci. Non sono stati ragionatori
felici? Noi piangevamo la rottura della pace di Campo Formio, né vedevamo che questa era
la via che ci guidava alla felicità, ed alla sicurezza. Non resta senonché riconosciamo sì gran
beneficio da Dio con i sensi della più viva gratitudine. L’istrumento di cui Dio ci ha servito
per castigare i castigatori francesi, e debellarli e distruggerli è stato il braccio del gen. Kray,
che soggiornò sempre in Vicenza amato benvoluto da tutti dell'ottimo suo carattere
amantissimo della sua Vicenza che chiama sua Patria.
27 maggio 1799.
Vennero dalla porta di Santa Lucia circa 80 carra carichi la maggior parte di panni per
l'armata Russa diretti a Verona.
28 maggio 1799.
Partirono per Verona le sud.e 80 carra, ma i villani che per accidente si trovarono in città con
le loro boarie, dovettero nasconderle per le case per paura di esser cacciati a forza a questo
carico.
Vennero 50 ussari austriaci a cavallo da Santa Lucia diretti a Verona.
29 maggio 1799.
A 24 ore si sentì una scossa di tremuoto in alcune camere, molto sensibile, che Dio ne liberi.
***
-
1 giugno 1799.
Vennero nuove che il tremuoto della sera del 29 maggio fu terribile a Cremona, con caduta
di molte fabbriche e recò danni anche a Brescia. Quanto dobbiamo noi esser grati, e
riconoscenti al Signore che ci tratta con tanta misericordia.
Quantunque io non iscriva che un giornale degli avvenimenti di questa città di Vicenza, non
una storia della medesima e perciò non potria parlar mai di quei dissegni che dipendono
dalle passioni degli uomini e preparano i grandi avvenimenti, tralasciando io questa cura
allo storico, ad ogni modo piacemi qui indicare le principali cagioni, da cui ebbe origine in
Vicenza la famosa rivoluzione dell'anno 1797 e da cui ebbero origine tutte le altre che
desolarono l'Europa, avendo tutte avute una somiglianza perfettissima in tutti i rapporti.
P°. La irreligione. Lo spirito di in religione era diffuso per le nostre contrade, e vagheggiava
un sovrano, che lo lasciasse tranquillo.
2°. La immoralità, e il guasto universale di costumi che sotto un governo democratico
prevedeva di dilatarsi e di andar impunito.
3°. L'insubordinazione al proprio sovrano: era qualche tempo che le cariche dei veneti
rappresentanti erano poco rispettate e poco temute.
4°. La guerra che i veneziani hanno fatto alla Chiesa sopprimendo chiese, conventi ec. Per
uno spirito anti ecclesiastico, che pur troppo in tanti luoghi sussiste ancora.
5°. Il fasto, e l'orgoglio di alcuni nobili, che suscitava il dispetto, e l'invidia degli ordini
minori.
6°. La sfrenatezza del popolo che gli ispirava li in obbedienza e l'ardire.
7°. Il lusso passato all'eccesso, che impoveriva le famiglie, e le caricava di debiti, e rendevale
odiose al popolo.
8°. La passion dominante dei continui divertimenti, dei teatri immortali ec. che avvilivano e
snervavano gli animi.
9°. L’ozio della gioventù facoltosa che parea nata per non saper cosa fare della propria
esistenza.
10°. I libri irreligiosi, libertini, e sediziosi che volavano da ogni parte.
11°. Il filosofismo che faceva servir ai suoi disegni e le sud.e ….. disposizioni per fare
scoppiare la rivoluzione a suo tempo
12°. I liberi muratori che aveano loggia in Vicenza, e andavano perfettamente d'accordo coi
filosofi.
13°. L’uomo insensato del volgo che stolidamente credeva che i beni dei facoltosi dovessero
essere partiti tra gli indigenti.
Il facoltoso avrebbe perduto tutto; ma il povero niente avrebbe acquistato. Resterebbe ora
da sviluppare uno ad uno gli articoli sopraddetti, e far vedere l'influenza che hanno avuto
per produrre la rivoluzione, ma non è del mio assunto né del mio genio impegnarmi in
questo argomento, che sarà maestrevolmente trattato da altri.
2 giugno 1799.
Si trovò annegato nel pozzo di sua casa a San Silvestro un certo Antonio Meneghetti che
lasciò un biglietto nella serratura della sua stanza, che diceva se mi cercherete mi troverete
nel pozzo.
3 giugno 1799.
Vennero da Bassano Treviso circa quattrocento fanti austriaci diretti a Verona. Nel credo
tutti feriti guariti.
-
È morto in casa del co. Piero Caldogno un alfiere austriaco per le ferite nelle prime battaglie
di là da Verona. Questo luterano che è morto ieri ha ordinato di essere portato nella villa di
Caldogno e sepolto nell'orto del suddetto conte Piero: e così fu.
4 giugno 1799.
Giunsero dalla parte altri quattrocento fanti austriaci diretti a Verona. L'armata austriaca và
continuamente avanzando e respingendo i francesi senza mai aver perduta una sola
battaglia, che è cosa affatto miracolosa.
7 giugno 1799.
Vennero da Trevigi diretti a Verona circa 70 soldati austriaci a cavallo. Ora l'armata austriaca
è in possesso di Torino, e la Repubblica una ed indivisibile va ritirandosi.
Il tempo stranamente piovoso seguita tuttavia. Vennero questa mattina da Trevigi di ritorno
300 e più prigionieri francesi messi in libertà, per essere scambiati con prigionieri austriaci,
o per essere incorporati nell'esercito austriaco, lo che io non farei non fidandomi di loro.
V’avea tra essi non pochi uffiziali. All'incontro vennero da Verona 60 ufficiali francesi
prigionieri.
8 giugno 1799.
Venne da Trevigi un picchetto austriaco di 40 ca. ussari a cavallo diretti a Verona. Partirono
per Verona quei trecento prigionieri francesi cambiati che vennero ieri.
Giunsero da Verona 500 prigionieri francesi tra cui molti uffiziali tutti fatti nella gran
rotta da essi sofferta a Cassano. Furono albergati a Santa Maria Nova. Tra questi francesi
erano lì anche il General Chervant.
9 giugno 1799.
Partirono per Trevigi i sopr.i prigionieri francesi col loro generale.
Dalla Pasqua che fu ai 24 marzo, non vi fu che qualche giorno in cui non abbia piovuto. Al
più se ne contano otto o dieci in fila perciò in molti luoghi non vi è più caso