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17-12-2018 Media Monitoring per Rassegna stampa del 17-12-2018

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17-12-2018

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 17-12-2018

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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ Scandalo assenteismo al Ruggi, dipendenti licenziati in sciopero della fame. 1 ............... Rischia la vita: 20enne salvato in extremis 2 ..........................................................................

Sanità Salerno e provincia 4 .............................................................................................................. «Ho scelto Sapri per partorire mio figlio» 4 ............................................................................. «Protocollo violato, ha rischiato la morte» 5 ........................................................................... Malata di Sla non soccorsa a Battipaglia 6 ............................................................................... Obesità e alcol allarme Salerno ma giù i fumatori 7 ............................................................... Progetto sull' autismo: pioggia di milioni Ue Asl e Fondazione Ebris, comanda

Corrivetti 9 .............................................................................................................................. Sanità Campania 11 .............................................................................................................................

«Il futuro delle cure è l'ospedalità domiciliarizzata» 11 ......................................................... «Nel 2019 visite gratis per i bambini» 13 ................................................................................. Clinici e accademici insieme per migliorare la ricerca 15 ...................................................... Emofilia in a day Un filmi n dieci minuti per non sentirsi diversi 16 .................................... Malattie degenerative in aumento Ora servono strutture intermedie 18 ........................... Nasce lo spazio per bimbi autistici Al Policlinico c' è l' Isola del Sorriso 20 ....................... Premiata la ricerca campana 22 ................................................................................................. Prostata , convivere con il tumore 24 ....................................................................................... Servizio sanitario? Una conquista che riguarda tutti 26 ........................................................ Solidarietà in corsia 28 ................................................................................................................

Sanità nazionale 31 ............................................................................................................................. "Programmazione sbagliata per un eccesso di prudenza" 31 ............................................... Addio superticket, si parte dall' Emilia 33 ................................................................................ Bimbi e over 65 i più a rischio Dopo un anno l' effetto finisce 34 ........................................ Corsa alla vaccinazione dopo anni di scetticismo Così sono finite le scorte 36 ................. ECCO LA SALUTE CONNESSA 38 .................................................................................................. GLAUCOMA VERSO UNA CURA SOSTENIBILE 40 ....................................................................... Vaccini antinfluenzali esauriti in mezza Italia 42 ....................................................................

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16/12/2018 cronachesalerno.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 378Lettori: 900

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Scandalo assenteismo al Ruggi, dipendenti licenziati insciopero della fame.

Gli ormai ex dipendenti dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona,coinvolti nell’inchiesta sugli assenteisti riprendono lo sciopero della fame e dellasete per protestare contro le misure adottate dai vertici ospedalieri dopo lo scandaloche li ha travolti. Protagonisti di questa vicenda sono Carmine De Chiaro, CiroCucciniello, Elena D’Ambrosio, Carmela Di Paolo, Palo Maria Luisa e VincenzoCalifano che ormai da tempo chiedono un incontro con il direttore generale delRuggi Giuseppe Longo per chiarire quanto accaduto e la disparità di trattamento tragli stessi dipendenti, alcuni dei quali sono rimasti in servizio nonostante il processoin corso mentre altri sono stati licenziati. A causa dei parziali riscontro ottenuti dalloscorso 26 novembre «sono state evase le questioni oggetto della precedenteprotesta, sospesa per i noti motivi ufficiali di conoscenza delle Vostre Signorie –dichiara l’ex dipendente De Chiaro – Considerato che dalla data del 26 novembresono subentrate palese ritorsioni sui richiedenti a causa di illegittimi e arbitrarieassunzioni penalmente rilevante, prive di provvedimenti da parte della direzionegenerale nei confronti della dirigenza della funzione Giuridica del personale,reiterate e continuate nel tempo». Secondo De Chiaro, infatti, il Direttore Generale aconoscenza dell’argomento anche in qualità di pubblico ufficiale ha omesso laspecifica denuncia all’ A.G. nei confronti della dirigente, che consapevole del fattodenunciato dal sottoscritto, ritorceva la questione a danno di uno dei manifestantiche aveva chiesto insieme agli altri la revisione del procedimento e il ripristino dellaimparzialità compromesso e concretamente discriminata. Ad oggi, infatti, non sonostate evase le richieste di legittimo interesse giudiziario per il quale lo stesso DeChiaro è parte offesa. «Pertanto mio malgrado e per colpa della dirigenzaospedaliera incapace di eliminare il conflitto e ripristinare la regolare attivitàall’insegno dell’imparzialità ,con decorrenza 19.12.2018 sarà ripresa la protesta», haannunciato l’ex dipendente dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona.Gli ex dipendenti ormai da tempo chiedono un incontro con i vertici aziendali manonostante le tante promesse ad oggi nessun incontro è stato fissato. (e.n)

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17/12/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 5 EAV: € 1.143Lettori: 29.750

Rischia la vita: 20enne salvato in extremisErika Noschese

Quando la solidarietà parte dai medici.Lo sa bene il dottor Alfonso Salvati, delreparto di nefrologia dell'aziendaospedaliera universitaria Ruggid'Aragona. Con i colleghi Paola MarottaGianfranco Bianco ha salvato la vita aD.O., giovane 20enne nigeriano, rifugiatopolitico, giunto a Salerno a bordo di unbarcone: in città aveva trovato lavorocome cameriere. Le sue condizioni disalute non erano delle migliori: lo scorsoanno è stato necessario un ricoveropresso il reparto di nefrologia delnosocomio locale, a causa diun'ipertensione maligna.Successivamente, la sua salute si èaggravata ulteriormente, a causa diun'insufficienza renale cronica disecondo grado. Dopo le dimissioni, imedici non hanno avuto più notizie delgiovane nigeriano che nel frattempo siera trasferito in Germania in cerca di unfuturo migliore perchè a Salerno non riusciva più a trovare lavoro. Il lungo viaggio haaggravato ulteriormente le sue condizioni: è stato ricoverato e dializzato. Ma questonon è bastato per impedire alle autorità tedesche di rispedirlo in Italia: nonostante lanecessità di sottoporsi a dialisi quotidianamente, infatti, è stato messo a bordo di untreno e rispedito in Italia, con tutti i rischi del caso. D.O., infatti, ha più volterischiato di morire ma in Germania non ha trovato la stessa accoglienza che gliaveva invece riservato la città di Salerno e i medici del reparto di nefrologia delRuggi. Giunto in Italia, Salvati è stato contattato per chiedere la possibilità diaccogliere il giovane. Il dottore non sapeva che avrebbe rivisto il giovane a cui solol'anno prima aveva salvato la vita. Così, per il giovane nigeriano altre 14 ore diviaggio, a bordo del treno, prima di arrivare a Salerno in fin di vita, come ha tenuto aprecisare il dottor Salvati. Per D.O. è stato necessario procedere subito con la dialisicostante per 3 giorni, senza contare le infezioni a causa del catetere che non gli erastato rimosso dai medici tedeschi che, a conti fatti, non hanno atteso la suaguariglione per cacciarlo dal Paese. L'equipe del reparto di nefrologia ha compiuto ilprimo miracolo: salvare la vita a quest'uomo che aveva solo voglia di lavorare. Dopo

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le dimissioni, è stato trasferito presso una clinica privata di Pontecagnano Faianoche ha deciso di curarlo a titolo gratuito, mettendogli a disposizione anche iltrasporto. Da qui la gara di solidarietà per acquistare beni di prima necessità per ilragazzo, grazie ad una rete di volontariato e agli stessi medici che hannoorganizzato una colletta per permettere alla mamma di raggiugere suo figlio. D.O.,in Nigeria non può curarsi: lì tutto è a pagamento e non ha la somma necessaria. Lasua vita dipende dal grande cuore dei salernitani e dei medici del Ruggi che hannofatto di tutto per salvargli la vita: il miracolo è compiuto. D.O., presto potrebberiabbracciare la sua mamma è ricomunciare una vita dignitosa.

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17/12/2018 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 13

«Ho scelto Sapri per partorire mio figlio»Vito Sansone

SAPRI Lo sciopero di sabato scorso èstato un mezzo flop, ma il comitato dilotta non demorde e prosegue labattaglia in difesa del punto nascitedell'ospedale di Sapri. Nella giornata dioggi è attesa la decisione dellacommissione ministeriale sull'eventualederoga, richiesta anche dalla RegioneCampania. Quindi, nelle intenzioni dellostesso comitato, si aprirà la vertenza perchiedere la revoca del decreto delcommissario ad acta De Luca, cheprevede dal prossimo 1 gennaio la chiusura del servizio nel presidio dell'Immacolataed al Curto di Polla. Resta sempre aperta la partita del ricorso al Tar da parte dei 17comuni del distretto 71. Intanto una decina di future mamme , che hannoprogrammato il parto per l'inizio del 2019, sono già in corsia, fiduciose in notiziepositive da Roma. E c'è chi ha deciso, lo scorso gennaio, di far nascere a Sapri unodei primi bimbi del 2018 nell'ospedale a pochi passi da mare. Diventare madre a 45anni dopo aver rischiato di non poter mettere al mondo un figlio è una gioia doppia.Ed ha un sapore speciale se si decide di farlo col cuore. Michela Cerroni è di Potenzae, anziché farsi assistere in un ospedale ben più attrezzato come quello della suacittà, ha preferito dare alla luce Jacopo Maria proprio a Sapri, la città del suocompagno Mauro. «Sono stata contentissima di aver seguito il mio cuore racconta laCerroni - Poi il presidio di Sapri è davvero a misura d'uomo. Con piacere io e Mauroci siamo trovati a condividere questa esperienza fondamentale della nostra vita inuna struttura in cui ho ricevuto la giusta assistenza, sia pre che post parto, da partedi un personale medico ed infermieristico che ha saputo dosar bene il carico diumanità con la grande professionalità. Non mi pento affatto di questa scelta». Laneo mamma non ha partecipato alla protesta di sabato. C'era, però, al corteo delloscorso 22 novembre. «Questo reparto dice - non va chiuso ed il nosocomio sapresedeve essere messo nelle condizioni di funzionare al meglio».

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17/12/2018 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 13

«Protocollo violato, ha rischiato la morte»Francesco Faenza

EBOLI È ricoverata in Rianimazione, inprognosi riservata. Una donna di 51 anni,residente a Montesano sulla Marcellana,ieri mattina è giunta all'ospedale di Eboliin condizioni molto gravi. La signora èstata operata d'urgenza e ricoverata interapia intensiva. La donna presentavaun trauma cranico e un trauma facciale,un rene in pessime condizioni,un'emorragia addominale e un'altra allatesta, un polmone perforato, una fratturaal naso e a diverse costole. La pazienteaveva riportato i traumi molteplici in un incidente stradale avvenuto sulla ex stradaregionale 103. Il primo a prestare i soccorsi é stato il sindaco del comune termaledel Vallo di Diano, Giuseppe Rinaldi , che si é trovato a transitare con la sua auto nelpunto in cui era avvenuto l'incidente. Il primo cittadino ha subito allertato il 118 enel frattempo ha effettuato le manovre di primo soccorso sulla donna. A indignaremedici e sindacalisti, però, è stato il percorso seguito dall'ambulanza del 118: «Lasignora era in fin di vita, si trovava a dieci minuti dall'ospedale di Polla ed è stata,inspiegabilmente, trasportata a quello di Eboli. L'ambulanza ha fatto 50 chilometri inpiù violando il protocollo dell'emergenza territoriale. Secondo le regole in vigore, ilmezzo di soccorso doveva fermarsi al pronto soccorso più vicino». Tra l'altro, ungo lastrada, poi, c'è anche l'ospedale di Oliveto Citra, altro pronto soccorso saltato. Ladenuncia, per ora verbale, arriva da Rolando Scotillo : «Stamattina chiederemospiegazioni ai vertici dell'Asl e ai responsabili del 118. Quello che è accadutodomenica mattina è un fatto molto grave che non si deve più ripetere». Ilsindacalista della Fials ha raccolto lo sfogo di chirurghi e urologi dell'ospedale SantaMaria Addolorata. «Mancava l'ortopedico di turno a Polla, per questo motivol'ambulanza è venuta a Eboli. La giustificazione espressa non è in nessun modocondivisibile». I medici del nosocomio ebolitani ( Baccari, Gliemo, Maurano e Pierri )non hanno perso tempo. Effettuata la tac, la donna è stata trasferita subito in salaoperatoria. «A 15 anni dall'istituzione del 118 non si possono commettere questierrori». La signora ha rischiato grosso. I medici ebolitani hanno chiesto chiarimenti aicolleghi del servizio di emergenza. «Ci hanno detto di venire a Eboli e siamo venutiqui». si sono difesi i sanitari in ambulanza. Non è la prima volta che succede. I rischiper i medici sono enormi: «Con un'emorragia interna così grave bisogna interveniresubito. La tempistica è fondamentale per salvare la vita della paziente».

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17/12/2018 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 13

Malata di Sla non soccorsa a Battipaglia

Un episodio simile è accaduto un mesefa. Una paziente da Battipaglia vennetrasferita all'ospedale di Eboli. Con lastessa incongrua dinamica. La donna,affetta da Sla, respirava male. Dal prontosoccorso di Battipaglia la donna vennetrasferita all'ospedale di Eboli. «Senzaricevere nessun trattamento sanitarionel primo ospedale», raccontarono ifamiliari della 54enne. Lungo la strada,la donna andò in arresto cardiaco.L'arrivo al pronto soccorso ebolitano fudrammatico. Due medici, De Martino (rianimatore) e Del Giorno (cardiologo)riuscirono a rianimare la paziente. La signora riprese a respirare lentamente. Labravura dei medici ebolitani non placò le polemiche. La famiglia battipagliese hapresentato una denuncia alla procura della Repubblica di Salerno. L'avvocatoCarmen Rosalia ha chiesto l'acquisizione delle immagini della videosorveglianza alpronto soccorso di Battipaglia. A quanto pare, però, non ci sono telecamereall'ingresso e nemmeno all'interno dell'ospedale. La Procura della Repubblica diSalerno ha nominato una commissione di medici legali che indagano sul caso. Lasignora 54enne è ricoverata in rianimazione a Eboli da un mese. I medici diBattipaglia si sono appellati a un caso di H1N1 per giustificare il trasferimento dellapaziente a Eboli. La radiologia era in fase di bonifica e la tac era inutilizzabile (f. f.)

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17/12/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 16 EAV: € 9.971Lettori: 133.364

Obesità e alcol allarme Salerno ma giù i fumatoriSabino Russo

`Il rapporto dell' Istituto di sanità sulleabitudini dei salernitani: uno su due èsovrappeso. Troppi cocktail, a rischio gliunder 35 Un salernitano su due èsovrappeso o obeso. Uno su 4 èfumatore abituale. Quasi il 45 per centodella popolazione consuma alcool, di cuiil 10 per cento è un bevitore a rischio.Tra i più giovani, poi, circa 16 per centoha guidato sotto effetto di alcool.Aumentano gli ipertesi e chi soffre dicolesterolo, mentre sono troppo bassi ilivelli di screening. È la fotografia delleabitudini dei salernitani che viene fuoridal rapporto Passi dell' Istituto superioredi sanità, dal quale emerge uno scenarioda tenere sotto osservazione. Nell' AslSalerno il 3 per cento delle personerisulta sottopeso, il 48 per centonormopeso, il 34 sovrappeso e il 15obeso. Complessivamente si stima che il49 per cento della popolazione presentiun eccesso ponderale. Dall' analisi deltrend, sia nell' Asl Salerno che inCampania, si osserva un sostanziale aumento negli anni di persone in sovrappesorispetto al pool di Asl italiane. A Salerno il 54 per cento delle persone mangia fruttae verdura almeno una volta al giorno: il 38 3-4 porzioni al giorno e solo il 6 per centole 5 porzioni raccomandate. Va anche detto che circa il 60 per cento delle persone ineccesso ponderale ha ricevuto il consiglio di perdere peso da parte di un medico o diun altro operatore sanitario. Di queste Il 25 per cento segue una dieta per perdere omantenere il proprio peso (21 per cento nei sovrappeso e 33 per cento negli obesi).IL FUMO Per quanto riguarda i fumatori, tra gli adulti di 18-69 anni, più della metàdei salernitani è non fumatore, il 12 per cento è classificabile come ex fumatore e il26 è fumatore. Nell' intera popolazione, coloro che dichiarano di fumare tutti i giornisono il 25 per cento e gli occasionali meno dell' 1. L' abitudine al fumo risulta piùalta tra i 25 e i 34 anni, mentre nelle classi di età più mature la prevalenzadiminuisce. Ancora persiste una forte differenza tra gli uomini (fuma uno su tre),rispetto alle donne (meno di una su cinque). I fumatori abituali dichiarano di fumare

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in media 14 sigarette al giorno. Tra questi, l' 8 per cento ne fuma più di 20 (fortefumatore). Dall' analisi del trend, però, sia nell' Asl Salerno che nel pool di Aslitaliane, si osserva una lieve e costante diminuzione nel tempo di fumatori, cosa chenon è riscontrabile per quanto riguarda la Campania. Nell' Asl Salerno, tra le personeche hanno tentato di smettere di fumare, indipendentemente dall' esito deltentativo, il 98 per cento l' ha fatto da solo, l' 1 per cento ha fatto uso di farmaci e l'1 per cento dei casi ha partecipato a incontri o corsi organizzati dall' Asl. L' ALCOLPer quanto riguarda i consumatori di alcol la percentuale risulta pari al 45 per cento,il consumo fuori pasto è del 4 per cento e il consumo abituale elevato del 3. Nell' AslSalerno, l' 11 per cento è classificabile come consumatore di alcol a maggior rischio,perché consumatore fuori pasto e/o consumatore abituale elevato. Il consumo amaggior rischio è più frequente tra i giovani di età 18-34 (in modo particolare tra i18-24enni), gli uomini, con basso livello di istruzione e quelle che non hannodifficoltà economiche, mentre non c' è differenza per la cittadinanza. Restandosempre tra i consumatori di alcool, c' è un 9 per cento che dichiara di aver guidatoun' auto o una moto, entro un' ora dall' aver bevuto 2 o più unità di bevandealcoliche, il 7 per cento di essere stato trasportato da un conducente sotto l' effettodell' alcol. La popolazione di giovani di 25-34 anni merita di essere monitorata conattenzione, poiché è esposta ad un rischio maggiore di incidenti. Tra i giovani di25-34 anni, il 16 per cento dichiara di aver guidato sotto l' effetto dell' alcol. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/12/2018

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 3 EAV: € 1.173Lettori: 29.750

Progetto sull' autismo: pioggia di milioni Ue Asl eFondazione Ebris, comanda Corrivetti

Si chiama «Gemma» ed è un progettosull' autismo coordinato, tra gli altri,dalla Fondazione "Ebris", grazie a fondiche arrivano direttamente da Bruxelles:14 milioni e 225mila euro circa. Per lostesso progetto all' Asl di Salerno sonoandati 1 milione e 100mila euro. Agestire questi fondi per conto dell'azienda sanitaria locale sarà GiulioCorrivetti, direttore del dipartimento diSalute mentale. Ma Cor rivetti ha ancheun piede della Fondazione Ebris, anzi neè il vicepresidente. In pratica, se le carteparlano chiaro, il pluridecorato medicodell' azienda sanitaria locale gestirà perconto dell' Asl e per conto di Ebris l'importante finanziamento europeodestinato alla ricerca sull' autismo. Ladelibera è dell' 11 dicembre ed è a firmadel commissario straordinario MarioIervolino e dei sub Gennaro Perito eVincenzo D' Amato. Il direttoreproponente è lo stesso Corrivetti che si autonomina Lear (legale rappresen tante),delegandosi per «tutti gli adempimenti successivi e necessari per la realizzazionedelle attività finanziate». Nulla di illegale, forse mormorano in via Nizza -inopportuno. Non fosse altro che a capo della cabina di regia dell' azienda sanitariache destina i fondi alla fondazione di via De Renzi c' è ancora Giulio Corrivetti. Quisiede anche Rosa Zampetti, ex first lady di Vincenzo De Luca. Mentre allaFondazione "Ebris" Corrivetti siede nel consiglio d' amministrazione con il consulentealla sanità del presidente Vincenzo De Luca, ossia con Enrico Coscioni, nei giorniscorsi uscito indenne da una vicenda giudiziaria napoletana. In pratica, seguendo ilpercorso di "Gemma", Corrivetti segue il progetto per conto di Ebris ma anche perconto dell' Asl, attraverso un atto con il quale si autonomina legale rappresentante.Ancora per conto della stessa azienda sanitaria locale decide, attraverso la suacabina di regia, quanti soldi pubblici destinare alla sua fondazione. La Fondazione,così come più volte descritto su queste colonne, è ospitata in uno stabile pubblico.

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Anche in questo caso, considerato lo scopo scientifico, nulla di male se non fosseche al suo interno ospita a sua volta un altro organismo: l' Accademia Italiana diprogettazione. Fino a qualche mese fa nel comitato scientifico figuravano pezzi(politici) da 90: da Piero De Luca a Nicola Caputo (eurodeputato casertano Pd vicinoa De Luca) passando naturalmente per lo stesso Giulio Corrivetti. Nomi e cognomipubblicati in precedenza su Cronache ma ora scomparsi dal sito web ufficiale dell'accademia italiana la cui sede, però, è ancora all' interno della Fondazione Ebris.

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 10 EAV: € 1.414Lettori: 29.750

«Il futuro delle cure è l'ospedalità domiciliarizzata»Al. Ca.

Tra le conseguenze dell' invecchiamentodella popolazione c' è l' aumento delnumero dei pazienti affetticontemporaneamente da più patologiecroniche e degenerative. Il problema perla medicina è, allora, quello di ripensarele terapie in una chiave che siamultidisciplinare e colmare la distanzache oggi ancora esiste, soprattutto nelleregioni del Centro Sud d' Italia, traospedale e territorio. Per Giovanni diSanto, direttore dell' unità operativacomplessa dell' azienda ospedaliera SanPio di Benevento, e tra gli organizzatoridel convegno Il disease management delpaziente fragile e critico , questaesigenza nasce dalla considerazione che«prima della patologia esiste il pazienteaffetto da quella patologia». Dottor diSanto, quali sono le principali criticitàche i medici devono affrontare neltrattamento dei malati pluripatologici?«Uno dei problemi, è che mancano inrealtà delle vere e proprie linee guida per trattare il paziente fragile e critico. Ci sonodelle indicazioni per le singole malattie, ma non ce n' è una finora che spieghi comecurare il malato che soffre di più patologie nello stesso momento». In questi casicome andrebbero strutturati i percorsi terapeutici? «In prima istanza, c' è bisogno diuna giusta diagnosi e poi di una terapia specifica e adeguata, a cui devonopartecipare più specialisti. Tuttavia, le somministrazioni di farmaci per questipazienti sono spesso complesse, perché sono molto articolate. L' esperienza ci diceche più complicata è la cura, più si riduce l' aderenza terapeutica. A volte il pazienterischia di far male le terapie, se non è adeguatamente seguito e istruito. In questicasi può addirittura insorgere il problema della riacutizzazione. Ciò comporta che ilsoggetto, non riuscendo a curarsi a casa, ritorni in ospedale, ma così si crea unaffollamento e un aumento dei costi di degenza. Di conseguenza, si abbassanoanche gli indicatori della qualità della sanità. Per ciò, oltre ad un approccionecessariamente multidisciplinare, c' è bisogno di un' ospedalità domiciliarizzata».Cosa si intende con ospedalità domiciliarizzata? «Vuol dire che in ospedale devono

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trovare posto i pazienti che hanno necessità di un intervento chirurgico o di un'assistenza specialistica. Troppo spesso, infatti, vediamo i locali del pronto soccorsoaffollati da persone che invece dovrebbero essere curate sul territorio. Mentre, chiviene dimesso e deve seguire una riabilitazione a seguito della fase acuta di unamalattia avrebbe bisogno di essere monitorato fuori dall' ospedale, ad esempiovedere medici specialisti a casa, oppure trascorrere la convalescenza in altrestrutture ritenute più adatte perché dedicate a coloro che hanno questo genere diproblemi. Così facendo, la medicina sarebbe più vicina al suo territorio di riferimentoe si eviterebbe il ritorno al ricovero dei malati cronici». Qual è la situazione di questerealtà nell' Italia meridionale? «Le unità complesse di cure primarie, quelle in cui imedici di medicina generale rientrano in una gestione condivisa dei pazienti del loroterritorio e si integrano con le altre specializzazioni, sono state strutturate aBenevento, ma di fatto non sono ancora partite. Più in generale, in molte regioni delcentro-sud Italia questa integrazione tra ospedale e territorio non si è ancoraespressa in modo adeguato. Il tema, però, non va sottovalutato, perché rivestemolta importanza in una società come la nostra che è costituita per la quasi totalitàda anziani e in futuro continuerà ad esserlo sempre di più».

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

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«Nel 2019 visite gratis per i bambini»Raf. Nes.

Dal 2009 alla guida dell' ospedalepediatrico Santobono-Pausilipon,Annamaria Minicucci è il cuore e lamente dei tanti successi ottenuti. «Unospedale - dice - al quale ho dato tanto,ma dal quale ho anche ricevutotantissimo in termini di soddisfazioniprofessionali e personali». Cos' è la"solidarietà" in un ospedale come ilSantobono? «Significa offrire supportoalle famiglie, intercettare esigenze chevanno anche al di là di quellestrettamente sanitarie e dare risposteconcrete. Anche per questo, nel marzo2010, abbiamo dato vita alla Fondazione,che consente di mettere in campoiniziative che non siano solo a supportodell' assistenza, della ricerca e dellaformazione ma anche "socio-assistenziali"». Qualche esempio? «Inquesti anni abbiamo assegnato più di 40borse di studio a giovani laureati.Abbiamo attivato case di accoglienzanelle vicinanze del polo oncologico Pausilipon, dedicate ai familiari dei pazienti chenon risiedono a Napoli. È un piccolissimo spaccato del nostro impegno». Quanteassociazioni lavorano al Santobono? «Difficile nominarle tutte. Ma ciascuna fa partedella consulta del volontariato, un tavolo con il quale facciamo rete per lavorare suiprogetti più impegnativi». Quanto incide il fenomeno della povertà sanitaria nellecure pediatriche? «Meno di quanto non accada per gli adulti, visto che le prestazioniambulatoriali e in pronto soccorso per i codici bianchi, fino ad una certa età sono acosto zero. Ma è comunque un problema serio. Purtroppo sono molti i bambini chearrivano da noi per la deprivazione sociale delle famiglie di appartenenza. Il nodocentrale è intercettare i bisogni e sostenere la prevenzione». C' è qualche progettoper aprire maggiormente l' ospedale al territorio? «In sinergia con l' Ordine deiFarmacisti, che ci ha messo a disposizione un camper, stiamo avviando un percorsosul territorio per i nostri medici. Dal prossimo anno vogliamo portare ai bambini chene hanno bisogno visite specialistiche gratuite andando nelle piazze e nelleparrocchie delle periferie più disagiate. Magari cercheremo di coinvolgere anche i

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primari in pensione». Altro tema centrale è l' umanizzazione delle cure. «È la nostrasfida quotidiana e devo dire che tutto il nostro personale è splendido. Conservo conaffetto, ad esempio, un biglietto di una famiglia di New York venuta in Campana peruna gita. E' una lettera molto commuovente con cui questi genitori hanno volutoringraziarci per "l' affetto e la generosità". E anche se hanno vissuto un' esperienzasanitaria difficile, ci dicono "vi ricorderemo sempre"». Un sogno per il Santobono?«Due. In primis una casa famiglia collegata all' ospedale dove accogliere i bambinidisagiati. Poi, ottenere il riconoscimento di Istituto a carattere scientifico, se lomeriterebbero i nostri professionisti e più in generale la sanità campana. Intanto, giàdal 2019 speriamo di portare al Santobono i trapianti pediatrici di rene».

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 8 EAV: € 483Lettori: 29.750

Clinici e accademici insieme per migliorare la ricerca

Appello della Federazione AssociazioniDirigenti Ospedalieri Internisti L' Italianon investe nella ricerca clinica. Larivista scientifica Nature l' ha definito il"paradosso italiano" a fronte delleeccellenze e dei risultati in campomedico che il nostro Paese esporta intutto il mondo. La proposta Fadoi,Federazione delle Associazioni deiDirigenti Ospedalieri Internisti, pone l'attenzione sul ruolo della persona, siacome paziente che come operatoresanitario. L' intenzione è promuoverericerche no-profit finalizzate almiglioramento della pratica clinicaattraverso un finanziamento costante esuperiore a quanto stabilito finora dalfondo annuale del Sistema sanitarionazionale. Il mondo della ricerca e quelloaccademico devono elaborare dellemetodologie comuni in ambito nazionaleper migliorare la ricerca clinica.Potenziare la ricerca significa migliorarele cure esistenti.

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

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Emofilia in a day Un filmi n dieci minuti per non sentirsidiversi

«Non mi sento diverso dai miei amici,anche io gioco, faccio sport e vado ascuola come loro. Sono malato ma nonsono diverso». Sono bastate questepoche parole a commuovere la platea inoccasione della presentazione del socialmovie «Emofilia in a day» tenutasi aNapoli. A parlare è stato proprio uno deipiccoli protagonisti del film, ideato perveicolare attraverso il web e i socialinformazioni corrette sull' emofilia,malattia rara che in Campania colpiscepiù di 500 pazienti. A Napoli, perpresentare il film, si sono ritrovati clinici,pazienti, associazioni e gli attori delcollettivo Casa Surace. Il progetto è unvero e proprio "diario", costruitomettendo assieme contributi da ogniparte d' Italia negli ultimi sei mesi, apartire dalla Giornata mondiale sull'Emofilia dell' aprile 2018. Nove leassociazioni di pazienti che hannosostenuto l' iniziativa (Ace di Milanoonlus, Associazione degli amici dell' emofilia di Palermo, Aves onlus Parma, AelAssociazione emofilici del Lazio onlus, Aesa Associazione emofilici Salerno, Arcedella Campania, Associazione emofilici e talassemici Vincenzo Russo Serdoz diRavenna, FedEmo e Acept Associazione coagulopatici emofilici piemontesi MassimoChesta onlus). Dieci minuti di immagini, con bambini e adulti impegnati a nuotare,andare in bici. Vivere. Perché il trattamento della patologia, con gli ultimi contributidella ricerca, non incide come in passato sulla qualità della vita. «È un bel segnaleper gli ammalati - spiega Michele Schiavulli, specialista del centro di riferimentoregionale per le emoglobinopatie dell' ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli - lenuove terapie ci consentono di cambiare la storia della malattia, i bambini cheseguiamo vivono una vita normale. E questo anche grazie alla prevenzione. Con lenuove terapie sono state ridotte in modo significativo le infusioni endovenose, primatre volte alla settimana, ora invece per l' emofilia A due alla settimane, per quella di

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tipo B anche una ogni 15 giorni. E soprattutto, riducendo la frequenza delle infusioni,il costo globale della terapia, a carica del servizio sanitario regionale, è diminuito,per l' emofilia B anche del 50%». Il progetto, come detto, ha visto la collaborazionedi Casa Surace, factory da due milioni e mezzo di utenti sul web. «Abbiamo volutoprodurre questo video per trattare temi come questo con ironia - spiega DanielePugliese, uno dei perni di Casa Surace -, abbiamo giocato sul concetto di emofilia,trattandola con il sorriso». In Campania sono oltre 500 i pazienti, con il 40-50% incondizioni gravi, che necessitano di un' assistenza continua. In Italia (Emofilia A, uncaso ogni 10 mila maschi, il tipo B un caso ogni 30 mila) ci sono 50 centri, quattro inCampania, tra Pausilipon, l' ospedale Loreto Mare, il Policlinico Federiciano e ilpresidio ospedaliero di Vallo della Lucania. È più di una speranza che presto vengamessa a punto una terapia genica capace di rivoluzionare il trattamento dellapatologia. Intanto, fare informazione è cruciale. Chiara Loprieno, di Sobi Italiaspiega: «Abbiamo sostenuto questo progetto sin dalla nascita per il suo grandevalore sociale e siamo molto felici del risultato raggiunto. Sobi è un' aziendaimpegnata in un ambito molto particolare e delicato come quello delle malattie rare,in cui la rarità rende tutto più difficile e proprio per questo fa ancora più paura allepersone. Paura che possiamo sconfiggere sviluppando terapie sempre migliori, maanche facendo conoscere questa malattia a quante più persone possibili».

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 10 EAV: € 1.562Lettori: 29.750

Malattie degenerative in aumento Ora servono struttureintermedie

In un convegno a Sant' Agata dei Gotiprotagonisti i pazienti «fragili» e «critici»La gestione di una malattia non finiscecon le dimissioni. Spesso, infatti, usciredall' ospedale significa dover affrontarelunghi percorsi terapeutici e più si èavanti con l' età e più possonoaumentare le difficoltà e le possibilitàche il problema ritorni ad acutizzarsi. Inparte, questo deriva dal fatto che neglianziani è molto frequente il manifestarsidi più patologie croniche degenerative,come ad esempio cardiopatia ischemica,scompenso cardiaco e insufficienzarenale, contemporaneamente e con lerelative complicazioni. Complici i miglioritrattamenti delle fasi acute dellemalattie e la conseguente riduzione dellamortalità precoce, la medicina si troveràa dover curare pazienti sempre piùanziani. Oggi questi casi sono lamaggioranza e non smetteranno diaumentare, perché la popolazione,soprattutto nei paesi occidentali, continua a invecchiare. Secondo l' Istat un italianosu 4 ha più di 65 anni e le stime ci dicono che nel 2050 il rapporto crescerà fino adarrivare ad 1 su 3. In termini pratici, ciò vuol dire che ci sarà bisogno di consultarepiù medici specializzati insieme e che il sistema in cui si ritorna alle terapiedomiciliari dopo il ricovero, potrebbe non essere più sufficiente per venire incontroalle nuove esigenze che derivano dall' invecchiamento dei cittadini. I malati in etàavanzata che vanno incontro a questi problemi sono definiti "fragili" e "critici". Ilprimo caso, riguarda coloro che necessitano di dover seguire diverse terapie nellostesso tempo, perché presentano più patologie contemporaneamente, che, però,non possono essere gestite da un singolo medico. La seconda ipotesi, invece, èquella che comprende chi ha bisogno di un sistema in cui ci si possa curare sulproprio territorio, evitando così lunghi e continui ricoveri, ma non ancora nellapropria dimora in autonomia. Del loro trattamento e di come venire incontro a

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queste necessità, si è discusso nel convegno Disease management del pazientefragile e critico , l' 1 e 14 dicembre, all' ospedale Sant' Alfonso Maria dei Liguori" diSant' Agata de Goti, in provincia di Benevento. Filo conduttore delle giornate lavolontà di mettere al centro del nuovo approccio proposto l' essere umano e la suavulnerabilità. Una condizione di fragilità che deriva dal vivere il momento dellamalattia in età avanzata e dell' avvicinarsi della fine della vita.Gli incontri sono statiun momento per ripensare la gestione delle patologie che colpiscono gli ultrasessantacinquenni e il ruolo che gli ospedali dovrebbero avere nel sistema di cura.Per questo genere di pazienti il nosocomio dovrebbe rappresentare solo un tassellodi quello che dovrebbe essere un complesso più ampio e articolato di trattamentisanitari. Per realizzare tutto questo e farsi carico della salute della popolazione, ènecessaria un' integrazione tra ospedale, territorio e domicilio. Questa sinergia, unpotenziale, secondo gli organizzatori del dibattito, ancora inespresso in molte regionidel Centrosud Italia, permetterebbe, ad esempio, a coloro, che devono riprendersidopo la fase acuta di una malattia di rivolgersi a strutture intermedie dove fareriabilitazione. In questo modo, si riuscirebbe a trovare una collocazione anche apazienti che potrebbero lasciare a casi più urgenti il loro posto in ospedale. Altroargomento, collegato all' aumento delle malattie degenerative, è quello della finedella vita e di come stare accanto al paziente e ai suoi familiari in un momento cosìdelicato, oltre al problema dell' accanimento terapeutico. Un tema che spesso haaperto conflitti molto forti, perché coinvolge le personali volontà e convinzioni delmalato e, in alcuni casi, la sfera religiosa. Su questo punto, gli esperti si sonoconfrontati soprattutto sulla contrapposizione tra l' aspetto sacro, la bioetica, lascienza, la morale e diritto.

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 13 EAV: € 1.648Lettori: 29.750

Nasce lo spazio per bimbi autistici Al Policlinico c' è l' Isoladel Sorriso

L' aula può trasformarsi da cinema insala musica e persino palestra attrezzataPuò esistere un'«Isola del Sorriso» anchein ospedale: uno spazio per giocare,guardare cartoni animati e film, fareesercizi di psicomotricità e suonare.Detta così sembra un sogno e, forse, permolti genitori che sono costretti a fare iconti con i disturbi dello spettro autisticoe con le carenze che spesso si registranosul territorio, lo è. O meglio, l' Isola delSorriso è un sogno realizzato. È l' aulamultimediale e polivalente messa inpiedi per i piccoli pazienti della pediatriadel Policlinico Federico II, inauguratalunedì 10 dicembre con la benedizionedel cardinale Crescenzio Sepe. È propriograzie alla raccolta fondi tenutasidurante la tradizionale asta dibeneficenza di Natale che questo spazioè nato. Il centro è destinato ai pazientiautistici e ai bambini che hanno difficoltànella gestione della sfera affettivo-relazionale ma potrà accogliere anche tutti i giovani ospiti della pediatria. L' aulapuò "trasformarsi" da cinema in sala musica, per suonare gli strumenti di cui saràdotata (sono già in arrivo tastiere e percussioni) fino alla versione palestra, peresercizi fisici e di psicomotricità. L' inaugurazione dello spazio multimediale, checonsente ai piccoli pazienti di recuperare alcune delle attività che svolgono nel loroquotidiano e di cui sarebbero privati durante il periodo di degenza, completa l'offerta dell' unità di neuropsichiatria infantile del Policlinico Federico II (guidata dallaprofessoressa Carmela Bravaccio) e inaugurata lo scorso marzo. «L' obiettivo eraquello di garantire ai bimbi ricoverati nel reparto di neuropsichiatria infantile lapossibilità di rendere meno traumatica l' ospedalizzazione», spiega Bravaccio. «Èscientificamente provato che la causa di diverse patologie neuropsichiatriche dell'età evolutiva ha un connotato multifattoriale, per il quale l' ambiente ha un'influenza anche sull' evoluzione. Per il neuropsichiatra infantile è fondamentale e

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imprescindibile garantire al bambino un' ambiente favorevole ad un sano sviluppopsichico, riducendo i rischi di eventi traumatici. I bambini e i ragazzi degenti pressoil nostro reparto possono godere di uno spazio dove tutta la mia equipe ha anche lapossibilità di osservarli in attività che appartengono alla loro quotidianità. La salamultimediale ha anche la finalità di costituire un' occasione di socializzazione econfronto tra famiglie. Nell' ottica della mission della nostra azienda, della scuola dimedicina e dei futuri neuropsichiatri infantili in formazione diamo una connotazionediversa alla nostra branca, nel segno dell' umanizzazione, favorendo in questo modouna presa in carico globale della vita del piccolo paziente». Va detto che laneuropsichiatria infantile federiciana è una vera eccellenza, ha a disposizione 4 postiletto in ricovero ordinario finalizzati alle emergenze psichiatriche, alle complicanzedei disturbi dello spettro autistico e ai disturbi della condotta alimentare. I ricoverivengono effettuati in quattro stanze di degenza esclusivamente dedicate. Non acaso l' unità operativa è, in ambito psichiatrico, centro di riferimento per i disturbi dadeficit d' attenzione e per l' iperattività. Ma anche per i disturbi dello spettroautistico, i disturbi specifici dell' apprendimento per l' attuazione della legge 170, ecentro prescrittore per metilfenidato e psicofarmaci. Sono 9 i posti in day hospital. L'unità si occupa anche di disturbi della condotta alimentare. Inoltre, è centroriconosciuto a livello internazionale per le sperimentazioni di trattamentifarmacologici per la cura di depressioni infantili e adolescenziali, alto rischiosuicidario, disturbi del sonno e core-sintoms dei disturbi dello spettro autistico.Infine, eccellenza anche per la neurologia, l' unità è centro di III livello per l'epilessia, le sindromi neurodegenerative in collaborazione con l' unità di geneticamedica pediatrica e per le paralisi cerebrali in collaborazione con l' unità dineurogastroenterologia pediatrica.

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 7 EAV: € 1.035Lettori: 29.750

Premiata la ricerca campana

Si chiama Immacolata Andolfo, ed è lagiovane ricercatrice del Ceinge premiatain occasione della due giorni intitolata#noncosirara, manifestazione dedicataalla ricerca sulle malattie organizzata daEurordis (European organization for rarediseases). Andolfo è la prima autrice diun lavoro del gruppo di genetica medicadiretto da Achille Iolascon (pubblicatosulla rivista Blood nel 2013) sull'identificazione del gene Piezo1, causa distomatocitosi ereditaria, una forma raradi anemia emolitica ereditaria. Ma qual èl' obiettivo della ricerca? Si punta amigliorare in termini di qualità, costi etempi la diagnosi dei pazienti affetti daStomatocitosi ereditaria, tramite l'utilizzo di tecniche di sequenziamento dinuova generazione (Nge) del Dna. Laricerca prevede, inoltre, una fase distudio del ruolo dal gene Piezo1identificato dallo stesso team comeelemento scatenante della malattia.Così, Andolfo e il suo gruppo andranno ad approfondire le basi patogenetiche diquesta condizione, per migliorarne la diagnosi molecolare e aggiornarne laprevalenza, che oggi è molto sottostimata. Questo studio porterà la comunitàscientifica ad acquisire informazioni essenziali per la valutazione della prognosi dellamalattia, per la prevenzione del danno d' organo causato dal sovraccarico di ferro e,infine, per lo sviluppo di una cura. Infatti, ad oggi sono disponibili solo terapiepalliative, quali supplemento con acido folico e vitamina B12, trasfusioni nei casi dicrisi emolitica e terapia chelante per il sovraccarico di ferro. La speranza deiricercatori coinvolti è che i risultati di questa ricerca aprano nuovi scenari non solonella diagnosi, ma anche nel trattamento dell' anemia, nonché del sovraccaricocronico di ferro a livello del fegato che rappresenta la maggiore complicanza neipazienti, con conseguente sviluppo in età adulta di epatosiderosi e cirrosi epatica.Per la Campania e il Sud è una grande soddisfazione che Immacolata Andolfo siaarrivata prima per la ricerca clinica (ex aequo con un ricercatore Tigem) delconcorso Campania' s Got Rare Talents (in memoria di Paolo Limongelli). Lei, dottore

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di ricerca del dipartimento di Medicina molecolare e biotecnologie mediche dellaFederico II e Ceinge-Biotecnologie avanzate non ama troppo i riflettori. Abituata alrigore della ricerca, ha di recente vinto anche il progetto di ricerca "Junior researchgrant 2018", finanziato dalla Società europea di ematologia. Per i prossimi due annilavorerà allo studio genetico e molecolare della Stomatocitosi ereditaria. Progettoche verrà realizzato al Ceinge nel team di ricerca, leader internazionale nel settoredelle patologie del globulo rosso, diretto dal professor Iolascon e dalla ricercatriceRoberta Russo.

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 15 EAV: € 1.510Lettori: 29.750

Prostata , convivere con il tumore

Sono 22mila gli uomini che in Campaniahanno ricevuto una diagnosi dicarcinoma Dati e nuovi trattamenti in unincontro di esperti tenuto all' Istituto«Pascale» di Napoli In Campania sono inaumento le diagnosi dei tumori ditesticolo e prostata: un dato legato aduna maggiore capacità di fare diagnosiprecoce, ma anche al puro e sempliceaumento dell' incidenza. I dati, emersinel corso di un incontro di esperti all'Istituto per i tumori di Napoli «Pascale»,parlando di 22mila uomini che in regioneconvivono con un carcinoma dellaprostata, circa 3.000 nuovi casi l' anno.Interessanti, come spiega Paolo Muto(direttore Uoc di Radioterapia), sono lenuove prospettive di cura. Se presoprecocemente, infatti, il tumore dellaprostata si può trattare con laradioterapia con le stesse probabilità disuccesso terapeutico della chirurgia. «Lapossibilità di usare apparecchiatureperformanti - dice Muto - ci consente di ridurre al minimo gli effetti collaterali, inprimis la tossicità. Integrando le immagini ottenute con la Tc di centraggio e larisonanza magnetica, possiamo mappare l' area della prostata da irradiare inmaniera mirata, risparmiando due organi nobili come retto e vescica. Naturalmenteè cruciale lavorare in squadra, in particolare per il tumore della prostata è essenzialecondividere le scelte terapeutiche con l' oncologo medico». Nella cura di questeneoplasie, così come già è per moltissimi altri tumori, il Pascale è oggi un punto diriferimento grazie a due percorsi di presa in carico rapidi, efficaci ed efficienti. Lagaranzia per chi riceve una diagnosi è quella di poter contare sulle miglioriopportunità diagnostiche, terapeutiche e assistenziali. Questi percorsi sono definiti"diagnostico-terapeutici assistenziali" (Pdta) e il Pascale può vantare la certificazioneUni En Iso 9001:2015 dall' Ente internazionale Bureau Veritas. Il progetto è statoreso possibile dal sostegno incondizionato di Astellas e dal supporto organizzativodel provider deputato a preparare i centri alla certificazione. Attilio Bianchi, direttoregenerale dell' Istituto, parla di «un' opzione strategica fondamentale che, se fino a

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ieri era una meta, oggi è già una tappa acquisita di un percorso che non finisce qui».Con questo programma di certificazione l' Istituto dei Tumori IRCCS di Napoli sipropone ancora una volta come punto di riferimento per la gestione e il più efficacetrattamento del paziente oncologico e, nel caso specifico, del paziente affetto daneoplasie della prostata e del testicolo. «La certificazione dei due Pdta basata sullamisurazione dell' efficienza attraverso indicatori di performance, attraverso processiperiodici di audit interni, consente di poter trasferire queste modalità gestionalidirettamente sul territorio regionale tramite la Rete oncologica (ROC) che ci vedecoordinatori - continua Gerardo Botti, direttore scientifico dell' Istituto - la presa dicoscienza da parte degli operatori delle strutture territoriali delle azioni dimiglioramento sul processo gestionale del paziente si traduce automaticamente nelmiglioramento delle prestazioni clinico-assistenziali ad esso dovute e nella riduzionedella migrazione sanitaria». Questa certificazione è di grande aiuto anche per glispecialisti, perché adesso possono seguire procedure consolidate e di rigorescientifico. In questo senso il Pascale si presenta già con ben 13 Pdta approvati edeliberati dalla Regione. «Per tutti noi - sottolinea Gaetano Facchini, responsabiledell' oncologia clinica sperimentale uro-andrologica - la certificazione è un obiettivoimportante, anche nell' ottica dell' attuazione della rete oncologica campana. Averepercorsi certificati è una garanzia di qualità del servizio che offriamo ai cittadini». Edè Sisto Perdonà, direttore dell' rologia oncologica, a mettere in evidenza come questidue percorsi, non solo miglioreranno l' approccio globale al paziente ma favorirannoil lavoro di squadra multidisciplinare che è fondamentale sia per il cancro dellaprostata che per quello del testicolo.

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17/12/2018

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Servizio sanitario? Una conquista che riguarda tutti

Da pochi giorni abbiamo festeggiato i 40anni del Servizio sanitario nazionale, unafesta che ci ha ricordato quanto siaimportante difendere la gratuità dellecure. Oggi, quella che nel 1978sembrava una conquista, ci appare comeuna banalità. Qualcosa di scontato. Nonè così. La legge 833 del 23 dicembre1978 ha dato sostanza all' articolo 32della nostra Costituzione, ha fatto sì chele cure mediche pubbliche fosserogarantite veramente a tutti. Appaionosignificative in questo senso le paroledella ministra Giulia Grillo, che hapromesso: «Non cederemo allaprivatizzazione dei diritti fondamentalidei cittadini: universalismo, gratuità edequità continueranno ad essere la basedel nostro sistema di cure». Il rischio c'è. Ma è una battaglia di civiltà fare inmodo che la politica non ceda allelusinghe della privatizzazione dellasalute. In questo è importante che l'Italia recuperi un pizzico di nazionalismo, perché sulla gestione della salute pubblicaabbiamo tanto da insegnare. Questo non significa che il Sistema sanitario nazionalenon sia perfettibile, che non si debba lavorare per rendere omogeneo il livello dicura nelle diverse aree del Paese. Esiste, purtroppo, una Questione meridionaleanche nella malattia. Che fare? Ciascuno, anche il cittadino, deve sostenere unapiccola parte dell' enorme peso che una sanità pubblica ed efficiente richiede. Non ètollerabile che i manager chiamati a governare il sistema rifuggano le responsabilità,ma non lo è neanche che i medici debbano aver paura per la propria incolumità.Così, se compie un gravissimo crimine chi lucra approfittando della propria posizione(la magistratura ha portato alla luce scenari inimmaginabili), non è meno colpevolechi deruba il sistema approfittando di qualche piccola falla. O chi pesta un medico oun infermiere, magari per saltare un' attesa. Ricordiamo a noi stessi che il Sistemasanitario nazionale italiano è un bene comune, e derubarlo o danneggiarlo significarubare un diritto a noi stessi, ai nostri figli. E ricordiamoci pure che la priorità non èspendere meno ma spendere meglio. Iniziamo ad affrontare il tema della salute dei

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cittadini nell' ottica non di un costo da sostenere, bensì di un investimento per ilfuturo.

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17/12/2018

Argomento: Sanità Campania

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Solidarietà in corsia

L' ultimo rapporto Svimez ha ricordato atutti quanto sia pesante e quanto stiacrescendo (soprattutto al Sud) ilfenomeno della povertà sanitaria: vale adire la difficoltà crescente di moltiitaliani, anche giovani e giovanissimi, dipotersi curare.Purtroppo non suonacome una novità che le regioni dallequali si muovono più pazienti, perandarsi a curare fuori, sono Calabria,Campania e Sicilia. Al contrario quellemaggiormente attrattive sono laLombardia e l' Emilia Romagna. Spesso,alla base della crescita della spesasostenuta dalle famiglie con ilconseguente impatto sui redditi ci sonolunghi tempi di attesa per le prestazionispecialistiche e ambulatoriali e l'esaurimento dei fondi regionali destinatia sostenere gli esami svolti in centriprivati accreditati. Tutto questo incidesul fenomeno dilagante della "povertàsanitaria". Oggigiorno, purtroppo, ladiagnosi di una grave malattia è tra le cause principali di un impoverimento dellefamiglie, il peso nelle regioni meridionali di questo fattore è del 3,8% in Campania,del 2,8% in Calabria, del 2,7% in Sicilia. All' estremo opposto la Lombardia con lo0,2% e la Toscana con lo 0,3%. Se da un lato aumenta la povertà sanitaria, nelMezzogiorno d' Italia la famiglia e le reti sociali sono molto solide e in diversiospedali c' è grande attenzione all' umanizzazione delle cure. In vista delle festivitàsono moltissime le iniziative di solidarietà in favore dei pazienti, soprattutto (ma nonsolo) dei più piccoli.In questo senso, il Santobono di Napoli (con il sostegno dellaFondazione e delle tante associazioni) è certamente un faro. Almeno 2 le iniziativeinterne all' ospedale che si terranno di qui a Natale: il 19 dicembre divertentissimatombolata con cabarettisti e, addirittura, Babbo Natale in persona. Tanta musica,dolci e premi in giocattoli per tutti. Il 22 dicembre il coro gospel napoletano (St.Peter' s Gospel choir) canterà musiche natalizie a cappella. Tantissime le iniziativeall' esterno dell' ospedale. Per citarne alcune: il 14 dicembre si terrà una personaledi Raffaele Zenga dal titolo «nei tuoi occhi». Il ricavato della vendita dei quadri sarà

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interamente devoluto in beneficenza alla Fondazione Santobono Pausilipon. Un altroevento sarà quello di Eccellenze Campane, che per il secondo anno rinnova il suosostegno alla Fondazione, scegliendo di devolvere una parte del ricavato dellevendita dei panettoni e promuovendo una raccolta fondi diretta in occasione delGala dinner che si terrà il 19 dicembre presso il Museo Mann. Il 22 dicembretradizionale Concerto di Natale al Teatro San Carlo. Per il sesto anno il Massimocittadino destinerà al Santobono il ricavato della vendita dei biglietti del concerto.Degno di nota è anche il progetto «Edenlandia for children». Il parco divertimento diNapoli ha già un rapporto con l' ospedale dei piccoli pazienti, facendo beneficenzagià dal giorno della sua apertura. E così anche per il periodo di Natale i piccolidegenti potranno visitare la grande casa di Babbo Natale ed essere passeggeri delfamoso trenino. Per l' anno nuovo, i personaggi dell' Edenlandia ricambieranno lavisita andando a trovare i bambini ricoverati. Spazio alla solidarietà e allavalorizzazione dei rapporti umani anche al Cardarelli, dove il pranzo di Natale e ilcenone di Capodanno avranno un sapore speciale. «Essere costretti a trascorrere ilNatale o il Capodanno in ospedale - dice il direttore generale Ciro Verdoliva - è di persé molto duro. Per questo faremo in modo che i nostri pazienti, quelli per i quali nonci sono indicazioni mediche contrarie, possano avere un pranzo o una cena almenosimili a quelli che avrebbero scelto se fossero stati a casa». Lo stesso trattamentosarà riservato anche ai familiari, che potranno richiedere in reparto un ticketgratuito con il quale pranzare il giorno di Natale e di capodanno alla mensaospedaliera. «È solo un piccolo gesto che l' azienda vuole dedicare ai propri utenti -aggiunge il direttore sanitario Franco Paradiso - un modo per cercare di trasmettereun po' di conforto a chi non potrà trascorrere il Natale o la fine dell' anno acasa».Una bella iniziativa, che torna di anno in anno, è il Natale solidale di For Life, l'associazione senza scopo di lucro che in diversi Paesi dell' Africa (ma anche in Italia)da tempo realizza progetti umanitari rivolti soprattutto ai bambini che vivono incondizioni di estrema povertà. La vendita dei gadget natalizi servirà quest' anno afinanziare un progetto tutto leccese: l' apertura di un Centro medico sociale (in viaAdriatica) nei locali di proprietà del Centro italiano femminile (Cif). Il poliambulatorioè destinato ai poveri della città. A quelli che avranno bisogno di visite specialistichee che magari non hanno nemmeno la possibilità di sostenere il costo del ticket opeggio ancora non ne hanno diritto per motivi strettamente burocratici e nonpossono permettersi una visita medica privata. La solidarietà sfrutta i canali del weball' ospedale Garibaldi di Catania. Palloncini, mongolfiere colorate, giocolieri alleprese con capriole, buffi animali in equilibrio tra creatività e immaginazione e unasimpatica combriccola di clown. Una fiaba circense immaginata e raccontata ognigiorno dai medici e dai volontari dell' associazione catanese Children' s Agorà aibambini del reparto di chirurgia pediatrica del nosocomio «Sorrisi & Allegria, il circoin corsia» è la nuova campagna lanciata sulla piattaforma crowdfunding sicilianaLaboriusa.it che permette, attraverso il finanziamento dal basso, di decorare erivestire di fantasia le pareti del reparto catanese. Un' avventura digitale cherichiede un budget totale di 2.300 euro; fondi che saranno destinati all' acquisto deimateriali e all' allestimento dell' istallazione artistica. Con le donazioni effettuatesulla piattaforma sarà possibile trasformare i lunghi corridoi del reparto in una

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giostra in compagnia di leoni acrobati e orsi in bicicletta: le pareti diventeranno uncirco divertente e la porta d' ingresso dei dottori verrà aperta da simpatici clown congiacche a doppio petto. Visto che il legame con il proprio territorio non puòprescindere dall' aiutare i più deboli: con il consueto spirito solidale torna infine l'iniziativa di Despar Centro-Sud, con la quarta edizione de «Il tuo sorriso, il dono piùprezioso». Un percorso che terminerà con una grande cena natalizia che coinvolgeràpoveri, senza tetto e richiedenti asilo, di 11 comuni in Abruzzo, Campania, Basilicata,Puglia e Calabria. Regalare un sorriso e trasmettere, attraverso l' atmosfera tipicadel Natale, un momento di gioia e di serenità a chi è meno fortunato.

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17/12/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 2 EAV: € 34.076Lettori: 533.243

"Programmazione sbagliata per un eccesso di prudenza"PAO. RUS.

Carlo Signorelli Il docente universitario diIgiene prova a spiegare la mancanzadelle dosi: un problema già da finenovembre, ma anche la mutazione deivirus rappresenta un ostacolo Uneccesso di prudenza nel programmare lafornitura di antinfluenzali da parte diindustrie e Asl. Spiega così l'esaurimento scorte dei vaccini CarloSignorelli, ordinario di Igiene nelleUniversità di Parma e Vita-Salute SanRaffaele di Milano ed ex presidente dellaSocietà italiana di igiene, medicinapreventiva e sanità pubblica (Siti). Dàanche consigli su come e quandovaccinarsi. Diciamo sempre che gliitaliani devono vaccinarsi e poi lasciamoi centri vaccinali e gli studi medici senzascorte di antinfluenzale. Come mai? «Ledosi hanno iniziato a scarseggiare già afine novembre. È vero che sonoaumentate le richieste delle categorieinteressate, soprattutto anziani eoperatori sanitari. Ma pesa anche una programmazione troppo prudente di alcuneRegioni e Asl, nonché delle aziende produttrici. In alcune regioni come EmiliaRomagna e Sardegna il fenomeno è stato più segnalato». Ma l' Europa non invita astare in guardia con le scorte? «Certo, la raccomandazione del Consiglio d' Europadel 7 dicembre scorso sottolinea l' importanza di garantire forniture adeguate divaccini come elemento per il successo delle campagne vaccinali. Per il futurobisognerà stare più attenti e vigilare affinchè alle raccomandazioni seguano i fatti».Lo scorso anno mancavano i vaccini che coprissero tutti i ceppi virali. Quest' annocom' è la situazione? «Lo sapremo a fine stagione, quando sarà chiaro in che misuragli antigeni circolanti siano stati gli stessi di quelli contenuti nei vaccini prodotti.Questo è un problema di tutte le campagne antinfluenzali ed è dovuto alla rapidamutazione dei virus e alla loro altrettanto rapida circolazione». A chi è consigliato ilquadrivalente? Gli anziani che tipo di vaccino dovrebbero fare? «Il quadrivalente,che copre tutti e quattro ceppi del virus circolante, è consigliato soprattutto per i piùgiovani, gli operatori sanitari e i malati cronici. Negli anziani è preferibile il vaccino

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trivalente adiuvato, ossia rinforzato, che risulta avere una maggiore efficacia». Avolte i pazienti lamentano di aver preso l' influenza nonostante il vaccino. Comemai? «Gli antigeni circolanti potevano non essere sempre quelli contenuti neivaccini, oppure si trattava di infezioni virali con sintomi simili ma non causate dalvirus influenzale, una cosiddetta sindrome simil-influenzale, peraltro molto frequentein questa stagione». Quando arriverà il picco influenzale? «Normalmente tra la metàdi gennaio e la metà di febbraio. La curva iniziale di quest' anno fa ritenere che l'andamento epidemiologico dell' inverno sia simile rispetto agli anni precedenti».Facciamo ancora in tempo a vaccinarci? «Più si ritarda, maggiore è la probabilità dicontrarre il virus che sta iniziando a circolare. Comunque noi riteniamo che fino afine dicembre sia ancora utile e raccomandato farlo, soprattutto se si appartiene allecategorie a rischio». pao. rus. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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17/12/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 22 EAV: € 5.348Lettori: 129.749

Addio superticket, si parte dall' EmiliaChiara Daina

Sanità Ko - Non si paga in SardegnaSuperticket sì o no? Un dilemma per certiversi solo apparente. Perché vero è cheil Servizio sanitario nazionale è pubblico,solidaristico e per tutti, ma è altrettantoindiscutibile che per farlo funzionare habisogno di un nostro contributo,soprattutto quando le casse delleRegioni sono in crisi. Mentre il ministrodella Salute Giulia Grillo ha promesso diabolirlo entro i primi sei mesi del 2019, l'Emilia Romagna, grazie a unvirtuosissimo investimento interamentecoperto da risorse regionali, ha giocatod' anticipo e lo ha cancellato a partire dagennaio. Oltre un milione e 200milacittadini (con un reddito lordo fino a100mila euro) non pagheranno più laquota aggiuntiva sui farmaci e sulleprestazioni specialistiche. Con unrisparmio di 34 milioni di euro. Esclusidal ticket da 23 euro sulle prime visitespecialistiche le famiglie numerose, conalmeno due figli a carico. Il superticket, introdotto con la finanziaria del 2011, inpiena spending review, non si paga neanche in Sardegna, Valle d' Aosta, nellaprovincia di Trento e Bolzano e in Basilicata. Modulato in base al reddito invece inVeneto, Umbria e Toscana.

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17/12/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 3 EAV: € 29.403Lettori: 533.243

Bimbi e over 65 i più a rischio Dopo un anno l' effetto finisceF. D. T.

1Perché è importante vaccinarsi contro l'influenza? Il vaccino è il metodo piùefficace per prevenire e combattere l'influenza: aumenta le probabilità di noncontrarla, attenua i sintomi e riduce ilrischio di complicazioni, nel caso di«contatto» con il virus. La profilassiassicura un' elevata protezione a partireda due settimane dopo lasomministrazione, per un anno. Questiaspetti temporali permettono di spiegareperché anche vaccinandosi oggi c' è ilrischio di ammalarsi durante le vacanze -il picco della protezione si registra unmese dopo - e perché nel 2019 occorreràsottoporsi ancora alla vaccinazione. 2Chidovrebbe vaccinarsi? Le persone con etàpari o maggiore ai 65 anni, coloro chesono in stretto contatto con anziani, chirischia complicazioni secondarie a causadell' età o di particolari malattie. Lavaccinazione è offerta a chi soffre dimalattie croniche (respiratorie,cardiovascolari, epatiche e metaboliche), ai malati di cancro e a chi soffre diinsufficienza renale cronica, emoglobinopatie, altre malattie del midollo osseo,malattie infiammatorie intestinali. L' offerta riguarda anche gli over 65, i bambini conmalattie croniche, i rispettivi familiari, i medici e gli altri professionisti sanitari, chilavora a contatto con animali che potrebbero veicolare virus influenzali non umani,le donne in gravidanza (nel secondo e terzo trimestre di gestazione) e i donatori disangue (per far fronte al calo degli utenti dei centri trasfusionali che si registra ognianno tra gennaio e febbraio). 3Quali sono gli effetti indesiderati dopo la vaccinazioneantinfluenzale? I vaccini inattivati, somministrati per mezzo di iniezioneintramuscolare, possono causare reazioni locali come dolore e arrossamento nelpunto di iniezione (meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa).Questi sintomi non richiedono cure mediche, risolvendosi con trattamenti sintomatici(antipiretici, analgesici) nel giro di un paio di giorni. Raramente i vacciniantinfluenzali a base di virus inattivati possono causare reazioni allergiche comeorticaria, rapida tumefazione nel punto di inoculazione, asma o gravi manifestazioni

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allergiche (generalizzate) dovute a ipersensibilità nei confronti di determinaticomponenti del vaccino. 4Quali sono le complicanze dell' influenza? Vanno dallepolmoniti batteriche a disidratazione, peggioramento di malattie preesistenti,sinusiti e otiti. Sono più frequenti negli over 65 anni e con condizioni di salute arischio. f. d. t. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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17/12/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 3 EAV: € 44.700Lettori: 533.243

Corsa alla vaccinazione dopo anni di scetticismo Così sonofinite le scorte

PAOLO RUSSO

Ma gli standard esteri restano lontani. Isanitari riluttanti a immunizzarsi Dietrole scorte esaurite nelle Asl c' è il boom diquest' anno delle vaccinazioniantinfluenzali. Sarà che dopo il dibattitorovente sui vaccini obbligatori gli italianihanno cominciato a capire l' importanzadi immunizzarsi anche rispetto a virussolo all' apparenza meno pericolosi.Saranno le notizie giunte degli Stati Unitisull' aggressività dei due ceppi virali incircolazione. Tant' è che quest' anno lapercentuale di anziani over 65 vaccinatipotrebbe passare dal 52,7% dello scorsoanno a una percentuale vicina al 60%.Mentre tra la popolazione generale lapercentuale di persone protette dai virusinfluenzati passerebbe dal 15,3 al 17%. Equesto nonostante la perdurantedisorganizzazione delle Asl, che secondoi dati dell' Istituto superiore di sanità(Iss) solo nel 32% dei casi possiedono unregistro dei pazienti a rischio, comeimmunodepressi, trapiantati, malati oncologici e cronici gravi, da immunizzare.Mentre la percentuale di anziani e persone fragili chiamate direttamente da ufficisanitari e medici di famiglia per fissare una data utile alla vaccinazione scende al20%. «Nonostante questo - dice Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattieinfettive dell' Iss - stiamo assistendo a un consistente aumento dei vaccinati contro l'influenza, perché le Regioni ogni anno acquistano con troppa prudenza e obiettivipoco ambiziosi scorte pari ai consumi degli anni precedenti. E il fatto che siano giàesaurite prima del picco influenzale previsto a gennaio è indice di un aumentosensibile degli immunizzati». Un picco che viene dopo anni di altalene. I dati delministero della Salute e dello stesso Iss dicono che se a inizio anni Duemila lapercentuale di immunizzati era al 10,5% tra la popolazione generale e al 40,7 tra gliover 65, grazie all' avvio delle campagne di informazione tra medici e assistiti si erafaticosamente risalita la china, fino a raggiungere nel 2009 percentuali

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rispettivamente del 19,6 e del 66,3%. Coperture comunque lontane dalla soglia disicurezza che per gli anziani e le persone fragili è indicata al 75%. La bufala FluadPoi nel 2014 il primo crollo di oltre otto punti percentuali per i pazienti più a rischiodovuto al falso allarme lanciato proprio da un' istituzione pubblica come l' Agenziaitaliana del farmaco, che aveva conteggiato qualcosa come 19 morti conseguenti auna partita giudicata fallata dell' antinfluenzale Fluad. I test sui lotti incriminatirisultarono poi assolutamente negativi ma la frittata era oramai fatta. Nel 2014 altrabufala su delle partite di vaccini «impuri» e nuovo calo degli immunizzati al 48,6%,con relativo aumento delle vittime del virus influenzale. «Che provoca almenoottomila morti indirette tra persone immunodepresse o affette da malattieimmunitarie, cardiocircolatorie e respiratorie, che aggravano la loro condizione pereffetto dell' influenza», ricorda Rezza. Il confronto con l' Europa Poi la lenta risalitafino al boom di quest' anno. Mentre un netto miglioramento della situazione siregistra anche tra i sanitari, fino a ieri recalcitranti a immunizzarsi dai virusinfluenzali. Dal 16% di vaccinati si è passati infatti al 26%. Percentuali comunquelontane da quelle del 50 e più per cento che si registrano in Gran Bretagna e neiPaesi scandinavi. «Cifre che dovremmo raggiungere anche noi, soprattutto neireparti con pazienti più a rischio come terapie intensive o ematologie, dove i sanitarinon vaccinati dovrebbero essere trasferiti altrove», dice a chiare lettere il dirigentedell' Iss. Ma molto resta da fare anche tra i medici di famiglia, che secondo i datidella società italiana di igiene Siti, prendono mediamente sette euro a vaccinazione,che per una media di almeno 200 vaccinazioni fanno 1.400 euro percepiti per un'attività svolta in orario di lavoro, retribuita 9 mila euro lordi al mese. «Ma pochi diloro - sottolinea Rezza - si danno da fare a contattare i pazienti a rischio daproteggere dall' influenza». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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17/12/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 37 EAV: € 72.616Lettori: 869.509

ECCO LA SALUTE CONNESSAdi Giulia Cimpanelli

SU MISURA E DI VALORE Secondo ilFuture Health Index di Philips, l' Italia èindietro: spendiamo meno dell' Europaper la digitalizzazione del sistema. E laconoscenza delle soluzioni hi tech èscarsa per il 40% dei professionisti e il66% dei pazienti L' Osservatorio Sanitàdigitale del Politecnico di Milano hastimato la spesa complessiva per ladigitalizzazione del sistema: nel 2017 èstata di 1,3 miliardi di euro, 21 euro perabitante, pari all' 1,1% della spesasanitaria pubblica, contro una mediaeuropea del 2,5%. «Di questi, l' 80%, èdestinato alla manutenzione dell'esistente e non alla creazione di nuovesoluzioni - commenta Andrea Celli, acapo del comparto Strategy, PublicAffairs and Business to Government diPhilips in Italia, Israele e Grecia -. Se aquesto dato aggiungiamo uno scenarioche vede il progressivo invecchiamentodella popolazione, l' aumento dell'aspettativa di vita e il costante incremento delle malattie croniche, è intuibile comela Connected Care (salute connessa) rappresenti la soluzione su cui puntare». Siparla di piattaforme per integrare database e dispositivi, software e servizi per l'accesso ai dati, per permettere agli attori del sistema sanitario di essere connessi econdividere le informazioni, migliorando così l' efficienza del sistema. La prospettivadi una tecnologia integrata appare però ancora lontana, nonostante siano statiavviati progetti in questa direzione. Per esempio, Philips ha lavorato con lafarmaceutica Pfizer e il Politecnico di Milano per realizzare il progetto «Vicini diSalute», che migliora i percorsi di presa in carico dei pazienti che soffrono dipatologie croniche: «Risultati preliminari - commenta Celli - raccontano di unincremento in termini di aderenza alla terapia, di soddisfazione e qualità della vita edi organizzazione all' interno della struttura. Inoltre, stiamo rivoluzionando ilconcetto di rapporto medico-paziente attraverso un sistema ecografico portatilecapace di offrire immagini di alta qualità in qualsiasi luogo e momento». Perutilizzarlo medici e personale sanitario devono solamente scaricare l' app e collegare

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il traduttore a ultrasuoni portatile al proprio smartphone o tablet, trasformandolocosì in un sistema ecografico connesso. O ancora soluzioni come lo «Screen toScreen», sperimentato per la prima volta all' Ospedale Fatebenefratelli di Roma. Sitratta di un sistema video protetto messo a punto da Philips, grazie al quale igenitori possono vedere il loro bambino ricoverato in qualsiasi momento. Su ogniincubatrice è applicata una videocamera wireless alla quale i familiari potrannocollegarsi dai loro dispositivi mobili. Secondo dati Istat, poi, due milioni di persone (il3,3% della popolazione italiana) rinunciano a curarsi per liste di attesa troppolunghe. E 4 milioni non si sottopongono a esami specialistici e visite perché nonhanno risorse economiche. «È evidente che ci siano delle criticità da risolvere intempi rapidi - nota il manager -. Oggi il settore sta compiendo un percorsoimportante verso la value-based healthcare, che si traduce nel passaggio da logichedi costo a logiche di valore, rimodulando i criteri da prestazione a percorsoterapeutico, da costo per singolo servizio a pacchetto, da sistema ospedale-centricoa sanità territoriale con strutture per la presa in carico del paziente. In questopassaggio, Philips si pone come abilitatore tecnologico in grado di creareinnovazione e sinergie tra gli attori del sistema, per traghettare il Paese verso unasanità digitale e connessa». Ma come accelerare il processo di collezione dei daticlinici in digitale? È fondamentale creare l' infrastruttura in grado di raccogliere,analizzare e condividere la mole di dati ricavati per fornire un input concreto per laprogrammazione sanitaria. «Lato Philips, negli ultimi anni è stato compiuto unosforzo considerevole per includere nella nostra offerta competenze di populationhealth management e informatica per la salute - dice Celli -. Investiamo in ricerca esviluppo il 10% del nostro fatturato, quasi 2 miliardi l' anno, il 70% dei quali persoluzione di health software & informatics». Nel nostro Paese il livello di sviluppo diqueste aree è però ancora limitato. Secondo i dati del Future Health index 2018,commissionato da Philips, il 40% dei professionisti sanitari e il 66% della popolazionedichiara conoscenza scarsa o nulla delle soluzioni di salute connessa ma si diceinteressato ad adottarle. «Le principali criticità - conclude il manager - sono nonesclusivamente legate a tematiche di privacy o carenza di investimenti, ma anche aun complesso sistema di governance regionalizzato e l' incapacità di convertire lerisorse esistenti in budget destinati all' innovazione digitale. È necessario dunqueintrodurre un cambio di prospettiva e uno sforzo comune dal punto di vistaculturale».

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17/12/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 36 EAV: € 70.320Lettori: 869.509

GLAUCOMA VERSO UNA CURA SOSTENIBILE

La patologia rappresenta una spesarilevante per il sistema socio -sanitario.La spinta alla prevenzione può ridurre icosti L' impatto sociale della cecità edell' ipovisione è molto rilevante,considerate le notevoli interferenze diquesta disabilità con aree dello sviluppo,dell' apprendimento e dell' autonomiadell' individuo. L' aumento del numero disoggetti ipovedenti ha determinato, inquesti ultimi anni, un rinnovato interessescientifico e istituzionale nei riguardidella prevenzione dell' ipovisione e dellacecità. Il pericolo più grande deriva dallemalattie degenerative, difficilmenteprevenibili e curabili, e che necessitanodi costante riabilitazione. Il glaucoma,però, a differenza della maggior partedelle malattie degenerative, può esserecombattuto con la prevenzione. Si stimache ne soffrano oltre 60 milioni dipersone nel mondo, almeno 9 in Europa,di cui circa il 50% non sono nédiagnosticati, né trattati. Negli ultimi anni, il costo crescente delle cure sanitarie peril glaucoma viene individuato come uno dei maggiori problemi socio-sanitari: l'aumento della richiesta di servizi sanitari e delle nuove tecnologie che la medicinaha messo a disposizione, infatti, si scontra con un impoverimento della popolazionee limitate risorse finanziarie disponibili. In Italia sono affette da glaucoma circa 550mila persone, con un' incidenza che sale all' aumento dell' età, colpendo in manieramaggiore dopo i 70 anni (circa il 10%). La prevenzione gioca un ruolo cruciale, dai40 anni, perché la malattia si sviluppa in maniera silente. L' attore Nino Castelnuovo,il Renzo Tramaglino dei Promessi sposi del 1967, il ragazzo che negli anni '80saltava la staccionata nella pubblicità di un famoso marchio di olio, soffre diglaucoma. La malattia gli è stata diagnosticata a 35 anni. Oggi, a 82 anni, èipovedente grave. Il glaucoma è una delle principali ragioni di cecità in Italia: sono4.500 all' anno i nuovi casi. La malattia ha un impatto importante anche sull'economia. Tra le pensioni dei ciechi assoluti, quelle dei ciechi parziali, le indennità egli assegni di accompagnamento, lo Stato spende ogni anno circa 1.120 milioni di

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euro: «A questi - commenta il dirigente Inps Silvio Vagnarelli, in occasione dellapresentazione del libro Glaucoma, apriamo gli occhi sulla malattia, edito da Edra acura di Allergan Italia - bisogna sommare i costi indiretti, quelli legati alla legge 104che accorda tre giorni al mese di congedo e fino a due anni di malattia pagata agliinvalidi civili e tutti i benefici fiscali, tra cui l' Iva agevolata per l' acquisto diautovetture destinate al trasporto di non vedenti». L' impatto socioeconomico delglaucoma, che rappresenta la seconda causa di cecità in Italia, insomma, è onerosoin termini di spesa sanitaria e previdenziale; si stima infatti che una partesignificativa di tutti i costi sopra delineati siano imputabili proprio a questapatologia. La sostenibilità dovrebbe andare verso un' appropriatezza delle cure e un'ottimizzazione dei costi. «Il sistema sanitario ritiene importante ciò che si misura, icosti attuali, invece di migliorare la prevenzione - commenta Donato Scolozzi,associate partner Kpmg Healthcare -. Si spaventa a spendere perché non vede unimmediato ritorno, senza rendersi conto che investire nell' incentivazione dellaprevenzione oggi, garantirà una diminuzione dei costi in futuro». Il Paese, insomma,si sta concentrando sulla cura dell' acuto e non sul paziente sano e il pazientefragile. «Ho voluto fortemente scrivere questo libro perché sono convinta che lacomunicazione, a fianco delle scienze mediche, abbia un ruolo fondamentale nellalotta alla malattia - spiega Monica Vallario, autrice e responsabile comunicazione erelazioni pubbliche per Allergan -. L' impegno a battermi in prima linea per lariduzione della cecità prevenibile nasce soprattutto dalle vicende personali. Miopadre è stato colpito da glaucoma da giovane e questo ha segnato la mia vita. Vicinoa lui, ho vissuto tutti gli aspetti di questa malattia e li ho voluti raccontare in unlibro. Con il sogno di un futuro, oggi, per fortuna, sempre più vicino, nel quale il donodella vista possa essere preservato». Negli ultimi 70 anni Allergan ha scoperto esviluppato alcuni dei prodotti più innovativi del settore. Ha lanciato oltre 125prodotti oftalmologici e investito miliardi di dollari in nuove terapie per le patologieoculari prevalenti, tra cui glaucoma, patologie della superficie oculare e malattiedella retina (retinopatie) come l' edema maculare diabetico e l' occlusione venosaretinica.

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17/12/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 2 EAV: € 46.860Lettori: 533.243

Vaccini antinfluenzali esauriti in mezza ItaliaFABIO DI TODARO

Boom di richieste rispetto allo scorsoanno. Le regioni finiscono nel mirino:hanno sottostimato la domanda Lescorte, negli studi dei medici di basecome negli ambulatori delle Asl, sonoagli sgoccioli. Lo stesso è quanto siregistra da giorni nelle farmacie didiverse città. Per i dati ufficiali occorreràattendere la fine di marzo, ma adeterminare la penuria di dosi di vaccinoantinfluenzale c' è sicuramente unamaggiore domanda da parte degliitaliani. A richiederlo sono stati coloro acui è offerto gratuitamente, ma pure gliadulti in salute che hanno scelto di«ricorrere all' arma più efficace perproteggersi dall' influenza», per dirla conClaudio Cricelli, presidente della Societàitaliana di medicina generale (Simg).«Non è tanto un problema che le dosiscarseggino adesso, quanto che sianomancate in alcune aree del Paese a metànovembre: nel pieno della campagnavaccinale, che ormai possiamo definire conclusa». Quanto questa diffusione «asinghiozzo» possa avere conseguenze sulla salute degli italiani, sarà più chiaro all'inizio del 2019: nei giorni in cui si toccherà il picco dell' epidemia. L' inversione ditendenza Oggi richiedere la profilassi è pressoché un miraggio (sicuramente) per lamaggior parte degli abitanti della Sardegna, della Campania e dell' Emilia Romagna.Negli ultimi giorni, queste regioni non hanno fatto mistero della penuria di vaccinisul proprio territorio. Leggermente migliore risulta la situazione in Piemonte, Liguria,Trentino Alto Adige e Lombardia: anche se pure nelle rispettive province non èsemplice correre ai ripari, adesso che il termometro inizia a far registrare un bruscocalo delle temperature. Sembrano reggere l' urto della richiesta, invece, le regionidel Centro e del Sud. La vaccinazione antinfluenzale è una misura di profilassiraccomandata da tempo, soprattutto per alcune fasce della popolazione. Negli annipassati, però, si è fatta molta fatica a far arrivare questo messaggio ai target diriferimento. Le conseguenze della malattia sono state a lungo «snobbate». Poi èstata la volta del «caso-Fluad» - scoppiato nel 2014 dopo il decesso di tre anziani in

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seguito alla profilassi e al ritiro da parte dell' Aifa di due lotti di vaccino, prima che leindagini «scagionassero» i vaccini - che ha alimentato lo scetticismo nei confrontidelle vaccinazioni e fatto calare in maniera decisa il tasso specifico di copertura.Evidentemente l' epidemia dello scorso anno, con otto milioni di persone costrette aletto dal virus, è servita a invertire la rotta e a «riavvicinare» gli italiani a unostrumento di salute che tutela innanzitutto gli anziani (i più esposti alle complicanzedell' influenza) e i bambini (numericamente, i più colpiti dal virus). Da qui ilproblema registrato nelle ultime settimane: è cresciuta la domanda, mentre lostesso trend non si è verificato per l' offerta. Le ragioni della carenza Se il vaccinoantinfluenzale oggi è quasi introvabile, lo si deve a una produzione tarata sullerichieste registrate nel 2017. Questo scenario ha fatto finire nel mirino le aziendeche producono l' antidoto: Sanofi-Pasteur, GlaxoSmithKline e Seqirus. Ma in realtàsono state le Regioni - che nella maggior parte dei casi programmano l' acquistodelle dosi a cadenza biennale, motivo per cui faticano ad adeguarsi a inattesi cambidi rotta - a sottostimare la domanda da parte degli italiani. Le multinazionali si sonosoltanto comportate di conseguenza: fornendo scorte adeguate alla richiesta, salvopoi essere pressate per rimediare in corsa. Un' operazione che, però, risulta sempredifficile, per due ragioni: servono almeno tre settimane per produrre nuove dosi divaccini e non è facile favorire una «compensazione» da parte di altri Paesi, dove ivaccini sono accompagnati da indicazioni in altra lingua. A ogni modo, le primeinformazioni che giungono da pediatri, ginecologi e dipartimenti di prevenzione delleAsl lasciano intendere che la maggior parte della popolazione da proteggere oggirisulta vaccinata. Ma a questo punto il problema è un altro: l' incapacità di far frontea una misura di prevenzione primaria prima caldeggiata e poi difficile da garantire inmaniera diffusa. «Il rischio di non fare una bella figura esiste - ragionava in seratauno dei massimi esperti italiani di sanità pubblica -. Se si intende incentivare laprofilassi antinfluenzale, occorre farsi trovare pronti di fronte a un aumento dellarichiesta». Un «post-it» da tenere bene a mente in vista del prossimo anno. BY NCND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.