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strade nuove

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strade nuov

e

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anno 2 - n. 16

mensile ottobre 2009

Redazione parrocchia San Giuseppe Artigianodiffusione internaMateriali e collaborazioni si intendono forniti

a titolo gratuito

sommario

editoriale

pag. 2

Messaggio del

parroco

pag. 3

Open weekend

apriti cuore

pag.

4-5

Affacciato alla

finestra

pag. 6

Bella e’ l’acr

pag. 7

Comunicare il v

an-

gelo tirando a c

alci

un pallone

pag. 8

Mamma mamma, h

o

perso il crocifiss

o

pag. 9

La gestualita’ ne

lla

preghiera

pag.

10-11

Cosa bolle in

pentola?

pag. 12

editoriale

In copertina il crocifisso: voglionostrappare la nostra identità di cri-stiani, siamo pronti a diventarecolla per ripararla?

stradenuove pag. 2

I parrocchiani ,e comunque tutti gli

abitanti del territorio, della parroc-

chia S.Giuseppe Artigiano hanno la

sensazione di essere stati sedotti e

abbandonati.

La primavera scorsa e nei mesi estivi

una ditta incaricata dal Comune si è

data da fare per realizzare un grande

parco situato alle spalle della nostra

parrocchia, erano stati iniziati anche

i lavori di ristrutturazione del campo

di calcetto e del campo di pallacane-

stro.

Cambia il maestro ma

non la musica.....

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messaggio del parroco

Carissimi,il mese appena trascorso ci ha introdotto con l’ultima domenicaall’avvento. Il mese di dicembre ci accompagnerà ad accogliereGesù che nasce nel mondo ma anche, nelle nostre famiglie e nellanostra comunità.Mettiamoci inattesa vivendo intensamente questo momento digrazia.

don Salvatore Camillo, parroco

stradenuove pag. 3

Detta situazione aveva alimentato l’entu-

siasmo di chi nella parrocchia si impegna

ad organizzare anche attività ludico ri-

creative a favore dei bambini, dei giovani

e degli adulti.

Al rientro dalle vacanze estive pensa-

vamo di trovare un posto dove i ragazzi

avrebbero potuto dare libero sfogo alle

loro aspettative sportive, invece è tutto

finito in un totale stato di abbandono.

Facciamo appello al Sindaco, ai consi-

glieri, agli assessori ed ai tecnici incari-

cati di attivarsi nel più breve tempo

possibile per evitare che l’abbandono e

l’incuria annullino ancora una volta gli inve-

stimenti già fatti.

Ciro del Buono

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Azione Cattolica

stradenuove pag. 4

Apriti cuore, è stato il tema dell’openweekend che il 14 e 15 novembre si ètenuto nella nostra parrocchia. Quale ti-tolo migliore per questa esperienza: ilCuore!! Il cuore è al centro delle relazioni cosìcome ne abbiamo trattato all’internodei laboratori, legando le nostre espe-rienze attraverso un filo di lana, che cipassavamo tra noi. Alla fine il filo di lanaè diventata una “rete di relazioni”.Il cuore è stato al centro del momentodi preghiera, forse il momento più im-portante di tutto l’open, dove noi gio-vani ci siamo raccolti per chiedere alSignore di aprire i nostri cuori.Interessante è stata anche la catechesidi don Roberto sul passo del Vangeloche ha accompagnato questo open:“l’incontro di Gesù con Zaccheo”. Ci haaiutato a riflettere sulla “felicità” che bi-sogna cercarla costantemente nella fedeattraverso la realtà e le relazioni con glialtri. L’equipe ha pensato proprio a tutto!Non potevano mancare i giochi chehanno reso più viva e divertente la no-stra serata.

A conclusione delle due giornate èstata celebrata la messa allietata dainostri canti.Come simbolo dell’open ci è stato con-segnato un cuore con le braccia, uncuore pronto ad accogliere.Scrivendo questo articolo ho riflettutosu ciò che è stato l’open per noi. Credoche ognuno di noi ha portato con sé unframmento di cuore, che al termine diquesta esperienza ha formato un unicogrande cuore.

Anna Sara del Buono

Apriti CuoreOpen Weekend 09

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stradenuove pag. 5

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stradenuove pag. 6

Affacciato alla finestr

a

A metà novembre la nostra parrocchia ha

accolto un folto gruppo di giovani prove-

nienti dai paesi di tutta la Diocesi.

Mi sono incuriosito nel vedere questi gio-

vani, sacco a pelo sulle spalle, bocche sor-

ridenti e occhi brillanti di gioia, che hanno

invaso per un giorno tutti i locali che don

Salvatore ha messo ha disposizione.

Chi sono questi giovani? E’ la domanda

che tanti si sono posti. Forse un nuovo

gruppo?

No, sono i giovani di sempre, quelli del-

l’Azione Cattolica, quelli che attraverso il

battesimo danno testimonianza della loro

fede con la preghiera e l’impegno al servi-

zio della parrocchia.

Sono giovani che vivono nel mondo e

hanno il coraggio di essere testimoni senza

il timore di essere tacciati come “bigotti”.

Mi sono “intrufolato” nei fatti loro ed ho

partecipato ad alcuni momenti del wee-

kend e mi sono accorto di quanto seme

buono ancora abbiamo.

Hanno organizzato un momento di pre-

ghiera –aperto a tutti- particolarmente in-

tenso ,familiare, l’eucarestia esposta

sembrava abbracciasse i presenti.

Ho la sensazione che nelle parrocchie,

l’Azione Cattolica sia stata messa un po’ ai

margini e si sia dato troppo spazio a movi-

menti oratoriali spiccatamente orientati

verso lo sport o altre attività ma che sep-

pure nelle intenzioni positive non promuo-

vono incontri di formazione e di riflessione

sul motivo principale per cui ci si incontra

in parrocchia, cioè Gesù.

Negli ultimi tempi alcune parrocchie sono

diventate dei veri e propri centri sportivi,

dove i ragazzi e i giovani che fanno sport

non hanno bisogno di catechesi, perché se

ci mettiamo a parlare di Gesù li perdiamo.

Bisogna rieducarsi, organizzare i tempi –

senza ricatti morali- dare la priorità alla eu-

carestia, alla preghiera, alla famiglia, al

servizio alla parrocchia, allo sport e al sano

divertimento.

Lo sport e il divertimento sono strumenti

per comunicare il nostro essere cristiani.

I giovani di Azione Cattolica che si sono dati

appuntamento nella nostra parrocchia te-

stimoniano il loro essere cristiani –restando

giovani che vivono il nostro tempo- non si

estraniano e non cercano miracoli per cre-

dere, ma attraverso la loro semplicità e te-

stimonianza vivono il vangelo.

Affacciato alla finestra…ho visto un campo

fiorito!

“Nella carità il povero è ricco, senza la carità il ricco è povero ”

(Sant’Agostino)

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stradenuove pag. 7

Ehi ragazzi! Che aspettate? Avete di-menticato che vi aspettiamo per tra-scorrere insieme momenti di gioia e dipreghiera ogni sabato pomeriggio? Noiabbiamo cominciato ad incontrarci conalcuni di voi già da domenica 11 otto-bre quando, vivendo insieme la “Festadell'Accoglienza” vi abbiamo incon-trato insieme ai vostri genitori per mo-strarvi in piccolo quello che facciamoogni sabato. Incontrarsi, giocare, pre-gare, confrontarsi, ascoltarsi, sono al-cune delle cose che viviamo insieme ainostri acierrini, per crescere noi e aiu-tare loro a crescere. Non è una barbacosì come sembrerebbe a dirsi.

Chiedete ai vostri amici quante risatee quanti giochi riusciamo a fare! Possi-bile che non vi è stato detto che bellaè l'ACR?!?! È bella da non crederci,anche perchè noi animatori ed educa-tori ci impegniamo a rendere piacevolianche attività “noiose”.Inutile continuare a dire cosa è e cosanon è, ma bisogna provare per cre-dere! E noi vi aspettiamo ogni sabatodalle ore 17.30 alle ore 18.30 presso ilocali dell'oratorio parrochiale e ricor-date...BELLA È L'ACR!!!

Antonella Cataneo Animatrice acr

Bella e’ l’ACR

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stradenuove pag. 8

Comunicare il Vangelo tirando a calci

un pallone, sarà pura follia?Sembra di

no, e l’idea oltre ad entusiasmare me

che di calcio non ne capisco nulla mi

accorgo che sta entusiasmando in no-

stri giovani, che in queste poche setti-

mane che sto radunando alcuni ragazzi

del nostro territorio nel cantiere dove

dovrebbe nascere un campo sportivo

stanno silenziosamente dandomi una

mano.Francamente la loro presenza mi

fortifica soprattutto perché da igno-

rante in materia di calcio mettersi a

fare l’allenatore è proprio da malato

mentale!Sarò pure un folle ma la mia

vista è lunga e sono certo che intorno

a me ci sono piante che possono dare

frutto.Il primo sabato di allenamento

stavo solo in mezzo al campo e ho fatto

questa riflessione:............e se cal-

ciando il pallone qualcuno intercet-

tasse il Vangelo!

Ciro del Buono

Comunicare il Vangelo

tirando a calci un pallone!

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stradenuove pag. 9

Lo scorso numero, a firma di GabrieleCamillo, è stato trattato i modo “ele-gante” la sentenza della Corte di Stra-sburgo che ordina di eliminare dalleaule delle scuole il simbolo del cristia-nesimo. L’analisi proposta da Gabrieleevidenziava come le toghe europeefossero ignoranti, nel senso che igno-rano del tutto che il simbolo stessodella bandiera europea si rifà alla figurapiù vicina a Gesù Crocifisso che èMaria.I nostri bambini sono abituati ad ve-

dere nelle aule questo simbolo, in pas-sato nelle aule prima di iniziare le le-zioni si pregava guardando il crocifissoin alto, alo centro, dietro la cattedra.Oggi non è più così, oggi c’è il momentodi accoglienza. Tanto rumore per un simbolo, che è lì,una suppellettile come tante altre allaquale non diamo nemmeno unasguardo. Il crocifisso in passato acco-glieva gli alunni, oggi l’accoglienza èperdere un po’ di tempo scambiandosifigurine o giocando.Perché tanto rumore se poi alla finequesto crocifisso non ci interessa.La glacialità della mamma che ha pro-vocato la tanto discussa sentenza forserispecchia il nostro modo di essere cri-stiani.Leghiamo il nostro disappunto alla de-cisione di eliminare il crocifisso dalleaule solo al fatto che è legato alla storiadella nostra cultura.Dimentichiamo che per difendere lanostra identità la dobbiamo testimo-niare tutti i giorni in ogni nostra azionecon i nostri gesti e le nostre parole.Mamma, mamma ho perso il croci-fisso…ho fatto il segno di croce!

mamma mamma, ho perso il crocifisso....

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stradenuove pag. 10

Prima di parlare della gestualità nellapreghiera, vogliamo ricordare la tappaprecedente, cioè la guarigione dellamano inaridita; di come questa manotoccata da Gesù ha riacquistato la suafunzionalità; anche il nostro corpodall’incontro con il Signore riceve linfanuova e torna alla sua funzione origi-naria, che è quella di vivere per il Si-gnore e per la sua gloria.

Parola: 1° Cor 6, 19-20

Paolo scrive questa lettera alla comu-nità dei corinzi perché, ha saputo chealcuni vivevano la sessualità in mododisordinato, cioè vivevano ancora daschiavi, perché davano sfogo alle loropassioni, ricorda loro che abusare delproprio corpo è un oltraggio al Cristo,perché la sessualità è un dono checoinvolge tutta la persona umana, laquale si esprime attraverso il corpo.Ricorda sempre Paolo che chi si uniscealla prostituta forma con essa un solocorpo, ma chi si unisce al Signoreforma con lui un solo Spirito. Per sotto-lineare la gravità del peccato di forni-cazione, Paolo dice che qualsiasipeccato l’uomo commetta, è fuori delsuo corpo; ma chi si dà alla fornica-zione, pecca contro il proprio corpo.Con il battesimo, Dio abita in noi, il no-stro corpo non ci appartiene più,siamo come un tempio dove abita loSpirito Santo, noi dobbiamo sapereche se quello che facciamo è in contra-sto oppure no con la vita nuova. Non

basta evitare l’immoralità, bisognaanche glorificare Dio con il propriocorpo, cioè irradiare Cristo.

Parola: 1° Pietro 21, 18-20

Pietro dice che siamo stati comprati acaro prezzo, il sangue di Cristo è statoil prezzo del riscatto, ora è avvenutouno scambio di padroni, adesso siamoproprietà assoluta di Dio sia che lo ri-conosciamo oppure no, siamo e rima-niamo sempre proprietà del Signore,che è Gesù; la nostra vita ora è salva,non siamo più nell’ignoranza, dob-biamo rinunciare per liberarci da quelfalso padrone che assoggettava la no-stra vita. Adesso siamo figli obbedienti,liberati da ogni forma di schiavitù. Lanostra vita non è più vana, ha un signi-ficato, per cui dobbiamo indirizzarlaverso Dio e i fratelli.Siamo nati una seconda volta, siamostati generati a vita nuova, perché laparola di Dio è viva.Tutto di noi è stato toccato dall’incon-tro con Gesù e tutto ciò che siamo, èchiamato a dare gloria a Dio.Il nostro corpo diventa strumento eluogo nel quale Dio viene glorificato.Noi siamo fatti di Spirito, anima e corpoabbiamo pensieri e sentimenti. L’uomoè anche il suo corpo, perché il corponon è un involucro, ma una parte es-senziale: il corpo è la materia cheesprime l’io spirituale.• Il corpo è memoria: in se portascritto la storia dell’universo e la storia

LA GESTUALITA NELLA PREGHIERA

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personale di ogni creatura; se io sono ilmio corpo, il corpo è la mia storia.• il corpo è compagnia: è esserecon gli altri e con Dio, per accogliere ibeni della creazione e condividerli, be-nedicendo il Creatore.• Il corpo può favorire la pre-

ghiera: può darci una possibilità in piùdi fare una vera esperienza di Dio.A volte il nostro corpo fa fatica a seguireil nostro spirito, magari per la stan-chezza, la malattia, la pigrizia. Maquanto lo Spirito del Signore rinvigori-sce il nostro corpo e quanto lo SpiritoSanto vive in noi e ci porta alla sua pre-senza insieme agli angeli e ai santi: noidanziamo, lodiamo, e cantiamo. Questae la vera ragione per la quale siamochiamati a scoprire l’importanza dellagestualità nella preghiera, cioè la parte-cipazione anche del nostro corpo me-diante gesti e atteggiamenti alrendimento di grazie alla lode. Quantopreghiamo, compiamo gesti con le

mani, con il capo, con il corpo, ci se-diamo, ci alziamo, diciamo senza paroleadorazione, affidamento, ascolto. La partecipazione alla santa messa oqualsiasi azione liturgica, non si realizzasolo attraverso la recita di formule epreghiere, anche il linguaggio del corpoha la sua importanza; eppure vediamo:assemblee assente e distratte che nonsanno mai quanto alzarsi o sedersi, op-pure rimangono in ginocchio anchequando devono alzarsi o che ripetonole parole della messa insieme al sacer-dote o chi recita il rosario durante lamessa. Questo accade perché il gestonon comunica più nulla, è stato svuo-tato nella sua essenza, a perso la sua sa-cralità. Eppure Gesù nella liturgiaattraverso i segni sacramentali ha con-segnato tutto di sé, infatti il centro dellacelebrazione eucaristica è proprio ungesto “prendete e mangiate”.FINE PRIMA PARTE

Luciana Franchelli

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COSA BOLLE IN PENTOLA?INGREDIENTI:

gr. 250 di farinagr. 100 di zuccheronr. 1 uovo interogr. 100 burro1/2 bustina di lievito pane degli angeliun pizzico di salebuccia grattuggiata di un limonegr. 200 marmellata di ciliege

TEMPO DI COTTURA:

Circa 20 minuti forno a 180°Il tempo potrebbe variare a secondadel forno utilizzato quindi... controllarela cottura!!!

PROCEDIMENTO:

Unire alla farina lo zucchero, l’uovo, il burro, il lievito ed un pizzico di sale, oltrealla buccia grattucciata di un limone. Impastare il tutto fino ad ottenere un im-pasto morbido ed omogeneo. Se occorre durante l’impasto aggiungere un pò dilatte.Dopo aver imburrata ed infarinata una teglia per crostata, stendere la pasta conun mattarello ed adagiarla sulla teglia, avendo cura di lasciare i bordi alti. Spal-mare la marmellata (alla quale avremo precedentemente aggiunto un pò disucco di limone) sulla pasta. Prima di stendere la pasta ricordarsi di conservarneun pò che servirà per ottenere le striscioline per decorare la nostra crostatacome nella figura.

Felicia PazienzaSi ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero.Le collaborazioni gratuite a questo giornalino sono sempre gradite. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare gli articoli e le rubriche proposte inbase agli spazi disponibili.Vuoi partecipare? Inviaci il tuo materiale all’indirizzo:

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