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avere adeguate informazioni prima di agire
• ovvero non si può definire in modo preciso gli
obiettivi se non si è pienamente informati
• contemporaneamente il mondo cambia in
modo rapido e continuativo e le presenze
generiche valgono sempre meno
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• ci vogliono scarpe, automobili,
elettrodomestici, diagnosi, cure e
assistenze per ogni tipo di bisogno
• la gente chiede un servizio personalizzato,
non un prodotto standard e il servizio lo si
crea dopo aver analizzato attentamente i
bisogni tramite le:
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siamo sinceri
• davvero le nostre azioni quotidiane si fondano
sempre su un contesto chiaramente analizzato?
• sono la giusta risposta ai bisogni dell’utenza
interna ed esterna?
• fanno i conti con il budget?
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ogni contatto con la persona ci permette di raccogliere
informazioni sui suoi bisogni
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si troverà sempre una qualsiasi cosa nell’ultimo posto in cui la si cerca
Legge di Boob
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prodotto• standardizzato
• non coincidono la produzione e l’erogazione
• concreto: il cliente prende conoscenza del prodotto esprimendo un suo giudizio di valore ed è libero di scegliere tra i prodotti in base ai bisogni
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servizio
• personalizzato
• coincidono spesso
produzione ed
erogazione
• immateriale per il cliente, il quale anche se è parte
attiva per la realizzazione del servizio, ha un ruolo
passivo non riuscendo a fare una scelta ed un
controllo
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la “risorsa umana” è la risorsa
principale di qualsiasi azienda di
servizi
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il flusso continuo di
informazioni è prerogativa dei
gruppi uniti in cui si scopre il
valore del collante relazionale
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l’informazioneè la prima arma del
management, del
problem solving e
del potere
funzionale
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abbiamo bisogno
di sapere tutto!
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connecting people
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è certo senza intenzione
di intendersi non c’è né servizio
né relazione
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“Se lo sogni, allora lo puoi fare”
Walt Disney
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12. siate preparati
• per assicurare la massima efficacia e la
piena realizzazione dei vostri piani dovete
impegnarvi nella necessaria preparazione
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l’esercito vittorioso
• prima si assicura la vittoria e poi dàbattaglia, mentre l’esercito destinato alla sconfitta prima dà battaglia e poi cerca la vittoria
Sun Tzu: L’Arte della Guerra
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nei miei trentadue anni di professione
• mai mi sono sentito troppo preparato
• spesso, invece, mi sono sentito seriamente impreparato e i risultati hanno confermato questa sensazione
• una preparazione inadeguata produce risultati inadeguati
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nella nostra professione• arrivano molti giovani intraprendenti e nella nostra
professione leggere e scrivere è il fondamento di ogni cosa
• un assioma della nostra professione è: se prima, il progetto, non riesci a buttarlo giù su carta, rischierai di non realizzarlo
• eppure alcuni non padroneggiano nemmeno le nozioni fondamentali della grammatica, le basi della lingua italiana e hanno preso i libri in mano solo per superare indenne l’ultimo esame o il concorso
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sia che stiate gettando le fondamenta della vostra carriera
• sia che stiate lanciando un prodotto, un nuovo servizio o una presentazione,sia che stiate costruendo competenze nei vostri uomininiente può sostituire la preparazione, tanto meno la fortuna
• dedicate alla preparazione il tempo e l’attenzione necessari
chiunque può tenere il timone quando il mare è calmo
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perchperchéé nessuno può conservare il nessuno può conservare il sapere senza imparare sapere senza imparare
continuamentecontinuamente
i bambini fanno i bambini fanno ooohoooh??
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sono molti a credere chese un artigiano sa fare solo alcune cose e le ripete nel tempo, anno dopo anno, arriva
alla perfezione• si dice: “perché rifà gli stessi gesti, usa gli
stessi oggetti con lo stesso ritmo”• “la sua mano è sicura, afferra con destrezza,
non ha bisogno di molte attenzioni”• e chi lo osserva ha l’impressione di una
straordinaria maestria ammirandolo
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eppure l’idea è sbagliata• l’osservatore sbaglia, in quanto si è lasciato
incantare dalla destrezza e dall’apparenza
• se andasse ad analizzare l’oggetto iniziale, quello che l’artigiano faceva anni prima, quando non era così disinvolto e così sicuro, noterebbe che era diverso
• che l’oggetto più recente ha perso qualcosa
• è diventato più anonimo, più impersonale
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l’artigiano• è diventato più banale
• in certi casi è addirittura peggiorato tecnicamente
• non è più funzionale, ha perso le proporzioni, l’armonia, lo stile
• gli è mancata la cura, l’attenzione, la vigilanza e la continua creazione
• tutto ciò quando non ha fatto ricerca, invenzione, approfondimento, …
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tutto ciò è valido anche per medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari,
dopo aver esercitato per anni nella medesima Unità Operativa senza
ricrearsi: vedasi le difficoltà di questi riscontrate nell’affrontare concorsi
pubblici e avvisi interni per passaggi orizzontali e verticali
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c’è una legge fondamentale della materia vivente
• per cui, ad ogni riproduzione, va persa un
po’ di informazione, anche nella clonazione
• ad ogni replicazione gli errori si cumulano
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dall’interno non si può cogliere l’errore
• l’errore si coglie solo dall’esterno
• lo vede solo un’altra persona realmente
specializzata, oppure l’interessato se riesce
ad allontanarsi da se stesso in modo critico,
cioè ad “estraniarsi”
• allora, forse, si può giudicare e correggere
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per riprodurre servizi o cose
di alta qualità bisogna inventarli
nuovamenteperciò chi non apprende, chi non inventa,
disimpara!
e peggiora i risultati della propria professione
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bisogna mantenere sempre viva la passione, lo stupore e la
curiosità:i bambini fanno hooo
mentrei cretini rispondono booh?!
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scettici, creduloni e “arrivati”sono i nemici della scienza
e dell’uomo
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chi vuole risparmiare energie intellettuali ed emotive
e chi si limita a ripetere ciò che già sa,
alla fine sa molto poco
• il sintomo frequente di questa perdita è la noia
• chi agisce in questo modo fa meno fatica,
• ma non si entusiasma, perché perde la passione
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la noia è il segnale della perdita della conoscenza
• l’insegnante che continua ad adottare lo stesso testo per
vent’anni, lo ripete senza voglia e si annoia
• e con lui si annoiano anche gli allievi, che smettono di
imparare, perché non si imita mai una persona che non
è appassionata
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chi non studia, non inventa
e non ricerca,
non riesce a ripetere e,
tanto meno, a migliorarsi
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il grande chef
• riesce a fare un piatto di pastasciutta semplice, ma delizioso, perché sa fare e fa innumerevoli altri piatti
• ha la conoscenza dell’arte della cucina in una ricerca appassionata e continua
• sa che, per ottenere esattamente quel gusto, occorrono particolari materiali, certe dosi, un certo fuoco, un certo tempo
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il grande chef sache se il pomodoro è troppo maturo non avràbisogno di correggere l’acidità
se il basilico non è fresco, saprà aggiungere un pizzico di un’altra erba o del sale o magari dello
zucchero
• ogni volta il suo piatto sembra identico in quanto èstato fatto in modo diverso
• è una continua variazione sul tema
• è in realtà è un prodotto unico e personalizzato
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la persona
che, invece, ha copiato la ricetta e fa la stessa
torta a casa sua, ripetendo esattamente le dosi
della ricetta ogni volta, non conosce tutte le
variabili e spesso dice:
“non mi riesce mai uguale”
da quanti anni avete la patente di guida?
chissà che esperti piloti siete?con la vostra esperienza potreste aprire
sicuramente un’autoscuola?
• pregate che non vi tolgano la patente: dovendo rifare gli esami, vi accorgerete di quanto vi siete allontanati da come si deve
guidare
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quanto dico
sembra in contrasto con il concetto di
specializzazione, in quanto alcuni pensano e
sostengono che specializzazione significa
restringere il proprio interesse ad un campo,
cioè imparare a fare solo alcune cose
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specializzazione
in realtà significa:
approfondimento approfondimento
e e
continuo aggiornamentocontinuo aggiornamento
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oggi tutto è in fermento: “volatilità è il suo nome!”
• lo slogan potrebbe essere:
“reinventarsi … o deperire”
“evolvere o involvere”
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lo specialista non è mai un arrivato, ma …
• è colui che conosce le diverse teorie e i diversi
metodi di concorrenza, e sa valutarli
• è colui che studia tutto ciò che di nuovo si produce in
quel campo e le relazioni con gli altri campi
• per lui, quindi, non c’è nulla di fisso e di ripetitivo,
indi per cui è in continua ricerca
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anche la sintesi è un approfondimento
• ci sono degli studenti che, nel preparare gli esami, compiono un errore gravissimo:
• leggendo il testo o peggio solo gli appunti del professore, fin dalla prima lettura, scelgono le cose che a loro paiono importanti, le sottolineano, o peggio comprano un “bignami”
• nella lettura successiva hanno l’impressione che le cose essenziali siano ancora meno
• quanto basta per superare l’esame!
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nella preparazione finale dell’esame
• si soffermano solo su quelle parti sottolineate, sui
loro schemi e non guardano più il resto
• il risultato in genere è squallido
• anche se superano l’esame!
• e dopo pochi giorni non ricordano quasi più niente
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dove hanno sbagliato?
• per capire che cosa è veramente essenziale avrebbero dovuto studiare e ristudiare tutto il libro molte volte
• anzi avrebbero dovuto leggere anche altri libri per arrivare ad una padronanza completa dell’argomento
• ogni sintesi è una scelta fondata sulla conoscenza di molte e non di poche informazioni
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nessuno può restare se stesso senza cambiare
•• nessuno può conservare il sapere senza nessuno può conservare il sapere senza
continuamente impararecontinuamente imparare
•• nessuno può ripetere senza inventarenessuno può ripetere senza inventare
•• nessuno ha imparato una cosa una volta nessuno ha imparato una cosa una volta
per tutte: neanche la lingua madreper tutte: neanche la lingua madre
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dopo dieci anni all’estero
un mio caro amico ha dimenticato molti
vocaboli, molti verbi, dice delle parole che
non sono più in uso e con il resto è peggio
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così come molti operatori
dopo dieci anni trascorsi nella stessa
unità operativa
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e studiare
come si cambia per non morirecome si cambia per amore
come si cambia per non soffrirecome si cambia per ricominciare
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17. valutate il personale
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Gesù valutò continuamente i suoi discepoli:
• voleva capire se davvero coglievano tutto ciò che Lui stava tentando di insegnare loro.
• lo fece ponendo loro delle domande, e continuò a farlo per tutto il tempo che passò sulla terra con i suoi
• spesso restò deluso delle loro risposte e capìdi dover insegnare ancora molto
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non date per scontata la comunicazione
• accertatevi del fatto che chi lavora per voi capisca sia gli obiettivi aziendali che i metodi da utilizzare per raggiungere questi obiettivi
• fatelo ponendo ai vostri collaboratori delle domande
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i manager troppo spesso
• presumono che tutti stiano dalla stessa parte e siano tutti d’accordo sia sugli obiettivi che sui metodi per raggiungerli, ma in realtà non è sempre così
• ponendo ai vostri collaboratori delle domande e ascoltando le loro risposte sarete in grado di sapere fino a che punto arrivi la loro comprensione e su cosa invece sia più utile insistere ancora
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questa valutazione
• non dovrebbe essere un qualcosa di occasionale, ma uno sforzo continuativo e sempre più approfondito, e le domande dovrebbero essere uno degli strumenti di cui vi servite maggiormente come manager
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se fate le domande giuste,
• se controllate e valutate quello che conta, i risultati miglioreranno sempre
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provate a giocare più partite a
briscola senza contare i punti
e smetterete di giocare
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la valutazione
1. che cosa si valuta?
2. metodologia
3. modalità di comunicare il giudizio
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la valutazione
l’attività di valutazione ha per oggetto le capacità dell’individuo di raggiungere i
risultati non l’individuo
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per la valutazione stabilire dei criteri oggettivi ed espliciti
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la valutazione: l’oggetto
• la professionalità: il sapere, il saper fare e il
saper concretamente rispondere ai bisogni
del cliente, ovverola competenza
• il rispetto dei ruoli nell’equilibrio aziendale
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la valutazione: i criteri
• responsabilità della valutazione
• massima coerenza tra valutazione e comunicazione
• aderenza al proprio ruolo
• fatti e non opinioni
• comportamenti organizzativi e non personali
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la valutazione
No!
• non formalizzata
• casuale
• disomogenea
• viziata da pregiudizi
Si!
• con percorso scritto
• sistematica
• omogenea
• oggettiva
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ieri oggi
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la valutazione: gli errori
• indulgenza
• severità
• appiattimento
• alone
• memoria
• pregiudizio o stereotipo
• proiezione
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18. insegnate, insegnate e insegnate
• il testo di una pubblicità progresso afferma: “diventate insegnanti, diventerete eroi”
• potremmo benissimo dire ai manager: “diventate insegnanti, avrete successo”
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la maggior parte dei leggendari giganti del mondo degli affari
• Henry Ford, Tom Watson, Ross Perot,
ma anche Matteo, Marco, Luca e Giovanni
hanno insegnato con tenacia e motivazione
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i grandi capitani d’industria
• non si nascondono, esclusivamente, in uffici dirigenziali a tramare strategie
• trovano sempre il modo di insegnare, di infondere in coloro che li circondano le loro idee e i loro ideali
• insegnate e avrete successo
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uno dei maggiori travagli per l’uomo è l’accettazione di un
nuovo concetto
Walter Bagehot
ma …“ l’unica cosa certa è il cambiamento”
Eraclito
di solito non ci troviamo a gestire dei geni efficienti,
per cui la nostra abilità, come dirigenti, è di “ottenere
risultati fuori dal comune da uomini comuni
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prova della validità di un dirigente è il far sì che persone
del tutto normali svolgano il loro lavoro meglio di quanto ne
sarebbero abitualmente capaci e in modo efficiente
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non c’è ragione per cui, chiunque sia normalmente dotato, non debba diventare competente
in un’attività qualsiasi
e la competenza si insegna e si impara
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• la nostra formazione permanente è un diritto del cliente interno ed esterno
• le professioni sono costituite da discipline che ci impegnano ad essere studenti per tutta la vita
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pianificazione degli interventi formativi
• analisi dei bisogni formativi in rapporto agli
obiettivi
• progettazione dell’intervento formativo
• realizzazione dell’intervento formativo
• valutazione dei risultati
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caratteristiche dell’insegnante
• la cordialità
• la validità cognitiva
• l’imitabilità=
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caratteristiche delle persone in formazione
• le proprie potenzialità
• l’attitudine e la motivazione alla professione
• la capacità di comprendere
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lo sviluppo del personale in azienda
• orizzontale: specializzazione su una o più
mansioni appartenenti allo stesso livello
retributivo
• verticale: specializzazione con cambio di
qualifica e di livello retributivo
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la formazione continua in azienda
lo studio del caso
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la formazione continua in azienda
lo studio degli incidents o case series
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la formazione continua in azienda
lo studio e la sperimentazione dei progettiOBIETTIVI + PROCESSI =
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la formazione continua in azienda deve generare:1. reazioni
2. apprendimento
3. nuovi comportamenti
4. cambiamenti organizzativi
altrimenti è solo spreco di energie
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non dobbiamo generare i nuovi schiavi-operai
• dobbiamo ricreare l’istruzione completamente, perché non possiamo sopprimere il genio creativo che c’è negli esseri umani
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avere la consapevolezza di ciò che si sa
conoscere d’ignorare quello che non si sa
ecco il vero sapereConfucio
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potremmo dire oggi:
• il problema non è come mettersi in testa idee innovative, ma come togliersi dalla testa quelle vecchie obsolete
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L’audacia conta!
mia madre
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19. fate valere l’autoritàintrinseca al vostro ruolo
• in questi tempi di forte elogio, pressochéunanime, del principio di “leadership condivisa”, cioè “non autoritaria”, èimportante notare che, di fatto, nessuna organizzazione di successo è mai stata costruita o mantenuta senza che esistesse una forte autorità aziendale cui fare riferimento in ultima istanza
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favorire
• una maggiore partecipazione nelle decisioni aziendali, a qualsiasi livello, è sicuramente una buona cosa solo quando esiste un capo dotato dell’autorità necessaria per le scelte effettive e definitive
• assicuratevi che non si vengano mai a creare ambiguità su chi è il vero responsabile del progetto, del reparto, del settore o dell’azienda
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chiedete a qualsiasi grande
manager sull’importanza del fatto
che dopo tutti i confronti
possibili tra i collaboratori
uno deve decidere
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spesso i problemi originati dal
capo non sono determinati per il
fatto che è un decisionista, ma dal
fatto che non decide
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imparate a riconoscere l’estensione e
i limiti del vostro ruolo e della vostra
autorità e poi usatela, consolidatela e
mantenetela
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20. vivi le emozioni positive
• negli affari e nella leadership le crisi sono inevitabili
• se ti impegni nella vita e nel lavoro, ti capiterà regolarmente di entrare ed uscire da crisi
• la tua abilità di reagire in modo efficace a un fallimento o a una crisi è il vero indicatore della tua leadership
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non è possibile • creare un gruppo travolgente senza vivere
anche qualche crisi:
• un valido collaboratore se ne va
• un collaboratore ci delude
• un fallimento con un cliente
• un furto in azienda
• il supercapo ti volta le spalle
• ….
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le crisi esigono un certo dazio emotivo
• ricevere una cattiva notizia o un rifiuto non fa piacere a nessuno, soprattutto quando mette in pericolo la nostra azienda o, ancor peggio, la situazione economica o la nostra autostima
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ma se a furia
• di pagare dazi emotivi perdi completamente l’allegria, non riesci più a risolvere le crisi diventando un creatore di crisi
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se vuoi accrescere la tua carriera
• devi imparare a difendere uno dei tuoi assetprincipali: il tuo buonumore e la tua carica positiva
• quando arrivi in azienda e sei sempre arrabbiato o risentito significa che hai perso la capacità di trovare soluzioni creative e la capacità di rallegrare e motivare l’ambiente correndo il rischio di far diventare la tua azienda grigia e cupa
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si vede subito
• quando si entra in un’unità operativa dove c’è un capo che ha perso la carica positiva e l’allegria
• le persone corrono in giro come piccoli robot, sono introverse e comunicano poco
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un’ampia tolleranza dell’insuccesso èuna caratteristica fondamentale
dell’ambiente positivo e innovatore e orientato al successo: una tolleranza del fiasco è un elemento peculiare
della cultura delle aziende di successo
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21. insistete sugli assoluti
• qualcuno sostiene che tutto, dalla verità alla giustizia, è relativo e che l’unica cosa che conta è ciò che si sente o si crede al momento
• queste persone sostengono:la verità assoluta non esiste
• io vi scongiuro: non cercate di gestire prestando orecchio a queste sciocchezze
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dei valori
• forse, non si è mai parlato e discusso quanto
ai giorni nostri
• si lamenta spesso o quanto meno si constata
che la grande confusione che regna
attualmente tra la gente, soprattutto tra i
giovani, è dovuta all’incertezza che si
incontra nel mondo dei valori
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una tavola• di valori fondamentali che serve da guida
comune, oggi non c’è più
• molti di quelli che le precedenti generazioni consideravano valori assoluti (come la verità, la moralità, la generosità, l’onestà, l’amore, la fedeltà, l’amicizia, …) hanno perso il loro prestigio e sono diventate pure scelte personali,
più o meno giustificate
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fondamentalmente
la gravissima crisi culturale (molti studiosi la
considerano una crisi storica, epocale) che sta
attraversando la nostra società, mentre si
accinge a varcare il terzo millennio,
è una crisi di valori!
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“l’ordine regna a Babele”di Sergio Venturone
• dimostra che la società attuale è una Babele di codici, di valori, di atteggiamenti opposti, ma interscambiabili: la sua cultura ècaratterizzata da un relativismo assiologicointegrale, che consente ad ognuno di stimare valido, degno, nobile, grande ciò che gli conviene
• un relativismo che nelle menti più lucide e coerenti si tramuta in completo nichilismo
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la mancanza di assoluti
• può portare a qualsiasi tipo di problema aziendale:– furti gravi o insignificanti– reati gravi– malcostume, assenteismo– devianza degli obiettivi– conflitti interpersonali– ………….
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la mancanza di assoluti può
condurre a uno standard
qualitativo scadente dei prodotti,
dei servizi e
a meschine pratiche di mercato
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“non pensavo di far niente di male”oppure
“e allora cosa dire degli altri”sono due giustificazioni almanaccate
comunemente davanti ad una contestazione
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tutti noi abbiamo insiti
• in noi stessi dei valori e alcuni principi che sono centrali, che sono un dono unico di noi esseri umani e quando agiamo in sintonia a tali valori il nostro livello di autostima cresce e, con esso, la nostra motivazione a fare.
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tra i valori fondamentali per la vita del gruppo troviamo:
• non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te
• rispetta gli accordi
• percorri la strada dell’abilità
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rispettando i valori avremo
• maggiore fierezza dei propri meriti
• maggiore energia vitale
• maggiore autostima
• maggiore motivazione
• maggiore produttività
• maggiore successo
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come azienda, come manager, come politici e come padri
• insegnate la giusta via, sostenetela
fermamente, siate voi stessi un esempio del
modo corretto di comportarsi in azienda e di
come si fanno gli affari
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22. nessun indugio in caso di corruzione
• in molti ambienti, pubblici e privati, i dirigenti hanno aspettato troppo, tentennando e strascicando i piedi per terra, le mani in tasca, facendo finta di non vedere o di non sapere, pur trovandosi di fronte a prove chiare e irrefutabili di “scorrettezze perpetrate da gente corrotta” all’interno dell’azienda: ponendosi alla stregua degli stessi corrotti
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i dirigenti avrebbero potuto e dovuto agire con maggiore tempestività
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 119
qualora si verificasse
un chiaro e innegabile caso di corruzione, agite con prontezza e occupatevene in prima
persona• non cercate mai di coprire il corrotto,
perché la cosa non funziona• coloro che sono coinvolti in tentativi di
insabbiamento vengono solitamente trattati con maggiore severità rispetto ai corrotti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 120
la prima reazione
• è quasi sempre quella di cercare di capire se
il problema possa essere affrontato senza
risoluzioni drastiche e improvvise, ma
questo modo di agire è, quasi sempre, di
scarsa utilità per l’azienda
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 121
tuttavia, agire con decisione e rapidità non significa far fuoco
prima del tempo
• ma raccogliere, prima di tutto, le informazioni e
poi agite:non agite sui sintomi, bensì sui problemi
• non esitate ad affrontare un problema: risolvetelo
e andate avanti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 122
23. servitevi di un sano rimprovero
• “strigliata” è una parola arcaica
• non succede spesso oggigiorno di sentirla o usarla
• tuttavia ci sono occasioni in cui una sana ripresa o “correzione” è ancora la scelta migliore
• è necessario ovviamente utilizzarla con moderazione e buonsenso, cioè senza offendere la persona, ma a volte è proprio quello che ci vuole
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 123
i nostri collaboratori
• hanno bisogno di sapere la giusta rotta e hanno piacere di essere controllati (non in termini ossessivi) per avere conferma della loro bravura o per capire le lacune da colmare per raggiungere in ogni caso il massimo delle competenze
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 124
dobbiamo essere convinti
• che ogni uomo è unico e irripetibile oltre ad essere un valore
• quindi dobbiamo essere certi di aver investito abbastanza nei rapporti con chi lavora al nostro fianco al punto tale da sapere che un rimprovero oggettivo e mai soggettivo, ovvero costruttivo e mai demolitivo della persona, per quanto doloroso sia per tutti, sarà poi utile per tutti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 125
la persona
• che riceve la “strigliata” deve avvertire che, al di là del rimprovero, la benevolenza, il rispetto e la stima nei suoi confronti rimangono intatte
• ecco perché il rimprovero si effettua a quattro occhi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 126
è ovvio quindi
• che dovrete riservare i vostri rimproveri per coloro:
• che tenete
• che stimate
• che ipotizzate vostri possibili successori nella vita professionale così come in quella familiare
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 127
24. concedetevi degli stacchi
• nonostante tutto quello che doveva realizzare nella sua breve permanenza su questa terra, Gesù si ritagliò ampiamente dei momenti per sé
• fece in modo di avere del tempo da dedicare per conto proprio alla preghiera e alla riflessione o al sonno
• a volte tutti erano svegli e Gesù dormiva
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 128
può sembrare
• un atteggiamento dettato semplicemente dal buonsenso, mentre è da veri duri essere considerati dei tipi sempre in movimento, che non si riposano e che non conoscono le distrazioni
• ma alla resa dei conti, un dirigente riposato rende sempre di più rispetto ad uno stanco e stressato
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 129
il nemico non è il tempo, ma l’uso che ne facciamo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 130
prendetevi delle vacanze o concedetevi un vero stacco dall’ufficio
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 131
se è importante per noi concedersi degli stacchi
• lo è anche per i vostri collaboratori
• un bravo dirigente deve accertarsi che i propri collaboratori, tutti presi dal desiderio di essere apprezzati, di far carriera o di concludere l’ennesimo lavoro, non si spingano al punto di crollare
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 132
“L’unico vero rischio è quello di pensare troppo in piccolo”
S. Moore Lappe
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 133
25. mettete alla prova i vostri collaboratori
perché se volete che i vostri collaboratori facciano del loro meglio per voi e per
l’azienda, e se desiderate fare del vostro meglio per loro, è necessario ogni tanto che li mettiate alla prova sul campo, lontani da
voi e dalla vostra supervisione,
ma vicini ovvero pronti a sostenerli
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 134
date loro dei compiti specifici
• e poi lasciate che li eseguano da soli
• se li avrete istruiti bene e avrete dato loro direttive chiare e precise, saranno per loro momenti di apprendimento, crescita e di autorealizzazione nonché occasioni di miglioramento per la vostra azienda
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 135
questa è una regola molto importante
• cercate di essere il più precisi possibile preparando i collaboratori al meglio
• non siate vaghi o generici nell’affidare un incarico
• e poi sguinzagliateli, lasciateli fare da soli, senza però mai abbandonarli
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 136
27. imparate l’umiltà
perché l’immagine dell’uomo professionista arrogante al punto di diventare insopportabile e magari odiato
la conosciamo tutti molto bene
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 137
nella mia carriera
• ho visto casi davvero incredibili di arroganza da parte di dirigenti di alto livello
• sono stato poi testimone di come questa arroganza si sia rivoltata contro coloro che erano arrivati a credere nella loro invulnerabilità
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 138
immagino che anche voi
pensiate che in settori instabili, come ad esempio top manager, politici, direttori, amministratori, dovrebbero
sapere quanto è precaria la loro posizione
• ebbene, nella mia lunga esperienza, ho visto dozzine di dirigenti arrivare al vertice, lasciarsi affascinare dal loro potere, infettarsi dal “virus del divismo”, diventare insopportabilmente arroganti, e poi cadere travolti da inevitabili cambiamenti di rotta
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 139
non cadete nella trappola dell’arroganza
perché prima di tutto è indegna, ma poi non conviene, inoltre potreste trovare nella vita
anche chi, più arrogante di voi, non vi perdona e ve la fa pagare
“non è mai sera per nessuno”
mia nonna
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 140
28. condividete il successo
e ricordatevi e riconoscete i meriti di quelli che lavorano per voi pubblicamente
• primo è un’azione di giustizia poi come nella semina vi darà i frutti nel tempo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 141
nel riconoscere i meriti non tradite mai il principio della equità
• il conflitto più acuto si evidenzia sia nelle relazioni affettive che professionali, orizzontali di uguaglianza, quando i criteri di divisione di un bene, adottati da un padre o da un capo, non sono equi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 142
29. dimostrate la vostra gratitudine nel mondo professionale
come del resto in generale nella vita,
perché non si ringrazia mai abbastanza
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 143
spesso grandi imprese nascono da piccole opportunità
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33. mettete gli altri al primo posto
• nel costruire la sua organizzazione, la Chiesa, Gesù diede particolare risalto, in piùoccasioni, al concetto di servizio, all’idea cioè che per avere successo è necessario mettere gli altri al primo posto
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 146
molti manager
• con grosse responsabilità, reputano questo approccio di tipo sentimentale e troppo distaccato dalle cose terrene ovvero un atteggiamento per tempi diversi e non certo possibile nel mondo degli affari
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 147
il buon senso comune• vuole che, per essere il numero uno, ci si debba
occupare del numero uno
• i medici hanno ribadito sulla stampa che per superare la loro crisi di relazione con la gente dovranno riaffermare che sono loro al centro del S.S.N. e non altri professionisti
• in realtà per conquistare la gente i medici devono mettere i cittadini al centro della sanità
•prospettive mediche, n°4, 2003
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 148
in realtà
• il modo più sicuro per avere successo come dirigenti d’azienda è mettere al primo posto i propri clienti e i propri collaboratori: diventare, in pratica, il loro “servo”andando incontro alle loro esigenze
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 149
gli annali
del mondo degli affari sono ricchi di casi in cui il modello degli“altri in primo piano”si
è rivelato un’infallibile formula per il successo
• il mistero è che pochissimi lo capiscono
• pochissimi sono disposti a cogliere il valore degli altri
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 150
è importante
• mettere in evidenza che essere “servo” dei propri collaboratori e clienti non significa buttar via ogni cosa o diventare stupidi e svenevoli
• nient’affatto
• questo non è il modo per mettersi al servizio dei propri collaboratori o clienti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 151
l’essere servo
• richiede un atteggiamento del tipo:• “come posso occuparmi al meglio delle esigenze
dei miei collaboratori o dei miei clienti, facendo crescere e prosperare gli affari?
• tutto ciò non significa di certo vendere i vostri prodotti sottocosto o riversare tutti i possibili profitti in salari o premi o far lavorare il meno possibile: sarebbe ridicolo, autodistruttivo e minaccerebbe l’organizzazione
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 152
nel mondo degli affari
• l’opposto del modello dell’essere “servi” è quello che, formulato chiaramente, suonerebbe come: “cerchiamo di pagare i collaboratori il meno possibile e chiediamo ai clienti il più possibile per quei prodotti che fabbrichiamo spendendo il meno possibile in modo da guadagnarci il massimo”
• questo non è il modo di raggiungere il successo!
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 153
non occorre essere dei guru del marketing per riconoscere che la
centralità del cliente è oggi la leva prioritaria per assicurare il successo dell’azienda, inteso come capacità di innescare e alimentare una dinamica
positiva di crescita
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 154
sono due le cose importanti:
1. il cliente2. il servizio o il prodotto• se vi prendete cura del cliente, e di
conseguenza create il servizio o il prodotto per il cliente, il cliente ritorna
• se curate solo il servizio, il cliente non ritornaè semplicissimo, ma anche tanto difficile da far capire agli stolti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 155
34. puntate sempre sulla sicurezza
• preoccuparsi della sicurezza dei vostri clienti e dei vostri collaboratori è sinonimo di attribuzione di grande valore verso gli altri
• chi si è preoccupato della mia salute ha ottenuto da me un grande riconoscimento, stima, fiducia e piena collaborazione.
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 156
d.lvo 626, del 1994
MIGLIORAMENTO SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI SUL LUOGO DI LAVOROAttuazione direttive CEE
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 157
il d.lvo 626/94
• presenta un nuovo modo di affrontare la sicurezza nei luoghi di lavoro rispetto al passato
• la norma si propone di superare il dualismo “comando-controllo” per sostituirlo con l’obiettivo della responsabilità diffusa
la filosofia della norma era ispirata a la filosofia della norma era ispirata a ““ fai ciò che dico iofai ciò che dico io””ora ora èè ispirata a ispirata a ““ fate tutto ciò che fate tutto ciò che èè possibilepossibile””
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 158
prima del d.lvo 626/94
• la tecnica era considerata l’unico fattore di sicurezza
• il fattore umano era considerato come un immaturo da guidare con la norma ovvero un elemento da tenere sotto controllo
• l’imprenditore desiderava superare indenne i controlli
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 159
oggi con il d.lvo 626/94
• la sicurezza diventa progetto dei lavoratori dell’azienda ed elemento della qualitàglobale
• il fattore umano è visto come attore,
come parte attiva, in quanto lo si
riscopre come risorsa per migliorare
la sicurezza e la qualità globale
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 160
il legislatore del d.lvo 626/94 recita:
• affinché il lavoratore possa essere una“risorsa attiva”è necessario da un lato valorizzare il suosaperedall’altro lato bisogna potenziare il suocontrollo sui processi aziendali attraverso l’ informazionecostante e laformazionecontinua
• il lavoratore quindi deve maturare un:
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 161
accrescere il potere funzionale negli operatori significa fornirgli la
capacità di cambiare una situazione a valenza negativa in una situazione a valenza positiva accrescendo la loro
responsabilità sui processi per raggiungere i risultati ed eliminando
così le attività per compiti
nulla di grande è stato realizzato nel mondo senza la passione
sii solo, e non sarai mai nessuno
GeorgGeorgWihelmWihelm HegelHegel
William William ShakespeareShakespeare
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 163
35. create il gruppo
• utilizzate la forza che deriva dal gruppo di appartenenza
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 164
il concetto di azienda
• un insieme di uomini
• con l’utilizzo di strutture, risorse economiche, tecnologiche, conoscenze, processi e valori
• persegue degli scopi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 165
la logica dominanteconsidera il lavoratore troppo spesso come oggetto di cui l’organizzazione può beneficiare e non come risorsa, soggetto, attore rilevante di erogazione del servizio, azzerando così le persone che hanno bisogni di autorealizzazione
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 166
lentamente “muore”• chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi• chi non cambia la marcia, chi non rischia e non
cambia colore dei vestiti• chi non parla a chi non conosce• chi evita una passione, chi preferisce i puntini sulle
i piuttosto che un insieme di emozioni, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore ed ai sentimenti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 167
lentamente “muore”
• chi non capovolge il tavolo
• chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno
• chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati
• chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta la musica, chi non trova grazia in sé stesso
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 168
lentamente “muore”
• chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare
• chi passa il giorno a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante
• chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
• chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 169
evitiamo la “morte” a piccole dosi
• ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare
• soltanto l’ardente pazienza e perseveranza porterà al raggiungimento di una splendida felicità
PabloPabloNerudaNeruda
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 170
lo sappiamo tutti
quando insorgono e perdurano le difficoltàla nostra visione sembra restringersi, ma …
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 171
l’uomo
• quando sceglie di viverenell’unità e nella condivisionediventa capace di grandi cose
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 172
io continuo a sostenere• che il capitale umano,le persone, siano il fattore
vincente per lo sviluppo delle Aziende della gente;• se voi condividete questo pensiero, la formazione
e la rete fra di noi permetteranno di dare alle nostre organizzazioni la capacità di ottenere grande valore strategico ed economico proprio dalla più critica, complicata e costosa delle risorse:il capitale umano ovvero tutti noi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 173
“puoi sognare, creare, progettare e costruire il più bel luogo del mondo …, ma per far sì che il
sogno diventi realtà, ti servono le persone”
Walt Disney
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 174
nell’organizzazione verticale di ieri:
• alcuni individui detti capi prendevano le decisioni e le trasmettevano ad altri in posizione subordinata, i quali si limitavano ad eseguire
• il capo aveva l’esclusiva di un sapere
• il capo decideva che cosa fare, come farlo e giudicava l’operato dei collaboratori
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 175
nell’organizzazione verticale di ieri:
• il lavoratore si aspettava di ricevere istruzioni e non si sognava di mettere in discussione il rapporto gerarchico consolidato o di dare il proprio contributo personale
• il lavoratore si specializzava nei compiti assegnati
• questa logica verticale ha dominato per anni
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 176
l’azienda oggi ha nuove esigenze:
• in quanto sono molto più complesse e dipendenti da informazioni aggiornate ed attendibili oltre a competenze disparate e tecnologie all’avanguardia in continuo divenire
• oggi il sapere non è più un’esclusiva di un singolo professionista
• gestire una azienda non significa più limitarsi ad impartire ordini
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 177
i leader aziendali
• oggi si trovano a dover gestire sempre piùlavoratori d’intelletto, piuttosto che prestatori d’opera, quindi devono saper mobilitare soprattutto le loro energie intellettuali, e non muscolari, per un servizio o un prodotto a misura d’uomo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 178
oggi nell’azienda:
• il capo assume una veste di coach: l’allenatore, colui che allena l’atleta o meglio la squadra di atleti per far loro raggiungere insieme risultati migliori, istruendoli, sostenendoli, ma soprattutto unendoli
• “accompagnare” le persone al fine di permettere loro di realizzare i migliori risultati sfruttando al massimo le potenzialità derivanti dalla sinergia del gruppo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 179
l’impegno del coach è
• sviluppare negli uomini una migliore capacità di esprimersi nel proprio ruolo
• sostenere un programma di sviluppo professionale• far realizzare una migliore comprensione di sé,
come singoli e come gruppo nel contesto in cui si opera
• far acquisire una maggiore consapevolezza dei punti di forza e di debolezza dei singoli e del gruppo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 180
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 181
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 182
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 183
se il gruppo non si costituisce
• e non si darà obiettivi comuni, dalla aspirazione di divenire un cosmo rischierà di trasformarsi in un caos bisognoso, allora, di una struttura gerarchica per assicurarsi un minimo di ordine e di successo
• e l’attività sarà più semplice, più veloce, psicologicamente poco coinvolgente, tipicamente per compiti
• in sanità tale attività è tipicamente “bio-medica”
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 184
nasce il team building
• per affrontare i rapidi mutamenti, per battere la concorrenza non basta la mente di un uomo, il capo, ma si richiede la mente sinergica di un gruppo con un capo
• oggi sono le équipe di collaboratori a prendere le decisioni col capo
• la dirigenza ha preso coscienza di quanto i collaboratori sapevano da tempo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 185
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 186
ci sono care le mani e le altre membra
• per il fatto che sono parti del nostro corpo
• come mai non ci sono care le altre creature, che sono parti della nostra società?
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 187
l’unico vero viaggio di conoscenza non è andare verso
nuovi territori, ma vedere l’universo con gli occhi di un
altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che
ciascuno èMarcelMarcelProustProust
l’altro vale quanto noi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 189
la dirigenza ha compreso che
• ogni uomo è un individuo unico e irripetibile• ogni uomo è diverso da tutti gli altri uomini• la società non deve mai tentare di uniformare gli
uomini, ma di valorizzarne le differenze• l’unione delle differenze rende il gruppo
decisamente maggiore della somma dei suoi componenti
• nel gruppo ogni uomo è e deve rimanere diverso e originale
nel servirci l’un l’altro diverremo liberi
e chi chiede o accetta di assumere il ruolo di capo si impegna per tutto il suo mandato a mettersi a servizio della comunità che lo
ha eletto o assunto e non il contrario:così come un padre mantiene cento figli,
cento figli non mantengono un padre
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 191
verso unauto mutuo aiuto:dal bisogno allo scambio
unoscambio per lo sviluppodelle risorse interne ad ognuno di noi, al gruppo ed esterne ad ognuno di noi
ed al gruppotramitesane relazionicon noi stessi,
nel gruppo e fuori dal gruppo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 192
ascoltare è l’aspetto più importante del comunicare
• sostanzialmente, le migliori orchestre del mondo suonano bene perché i loro musicisti si ascoltano l’un l’altro e i direttori ascoltano, a loro volta, tutti i loro musicisti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 193
perché se la gente si ascoltasse di più,
sparlerebbe di meno
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 194
è importante rendersi conto
• di quanto la propria felicità sia connessa a quella egli altri
• non c’è felicità individuale che sia completamente indipendente dagli altri
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 195
l’incentivo più ambito oggi è
l’armonia con i colleghi,
ovvero sentirsi rispettati, capiti e
valorizzati
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 196
non prendere alla leggera le piccole buone azioni:
le gocce d’acqua, cadendo una ad una, riempiono col tempo un
vaso enorme
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 197
gli operatori
• organizzati in équipe, spesso, non solo riescono a
risolvere i problemi, snellire le procedure,
sviluppare un servizio, ma imparano anche a non
aver bisogno di un capo “padrone”, ma bensì di
un leader che appartiene allo stesso gruppo
• il capo che era un costo aggiuntivo oggi può
divenire per tutti un valore aggiunto
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 198
il lavoro d’équipe è essenziale: condividere per non dividere
purtroppo però per qualcuno è una volgare opportunità per dare la colpa a qualcun altro
Credo di Credo di FinagleFinagle
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 199
gruppo
rete sociale
empowerment
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 200
il team building: aspetti
• il rispetto delle persone nelle loro diversità e dei diversi ruoli è la condizione di base per entrare a far parte di un gruppo
• risate e riflessioni sono tratti comuni dei momenti di creatività e di problem solving
• le divergenze si possono in qualche modo incanalare e sfruttare per produrre risultati di qualità
vedi: cvedi: c’’ era una volta un ragazzoera una volta un ragazzo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 201
il rispetto ci induce a prenderci cura dell’altro:
• conferisce la qualità dell’impeccabilità a ciò che facciamo
• il rispetto e la fede si alimentano a vicenda e danno origine a molte azioni intelligenti
• quando promoviamo la qualità del rispetto nella nostra vita, cominciamo a vedere il mondo sotto una luce diversa
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 202
ognuno di noi, professionalmente
• nella ricerca della felicità, deve prendere parte a uno sforzo di gruppo, cioè deve perseguire un obiettivo assieme ad altre persone
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 203
l’individuo
• che si limita a lavorare senza fare proprio lo scopo dell’unità operativa o dell’azienda, senza sognare assieme alle persone che gli stanno vicino una meta importante e di valore, avrà sempre un grande vuoto:
• sentirà che gli manca qualcosa nella vita lavorativa
• è quasi impossibile essere veramente felici senza prendere parte a uno sforzo di gruppo per realizzare un obiettivo importante
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 204
attenti: le parole aggressive offendono e feriscono gli altri
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 205
fattori di non rispetto che innescano reazioni aggressive
• interruzione della attività
• invasione di campo o di territorio
• danni alla proprietà
• minaccia agli affetti
• vittima di ingiustizia
• violazione di norme sociali
• violazione dei valori
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 206
l’operatore assunto a tempo determinato:
• potrebbe anche non far parte della squadra, ma essere comunque influenzato dalle decisioni prese dal gruppo
• la competenza tecnica è la chiave del successo personale, ma se è unita alle competenze individuali, denominata “saggezza emozionale”, èla chiave del successo del gruppo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 207
il componente del gruppo: • porta a termine con successo una maggiore mole
di lavoro con una minore perdita di tempo
riducendo drasticamente gli infortuni e la malattia
• produce risultati migliori
• è più soddisfatto del
proprio lavoro
• ottiene che i clienti siano
più soddisfatti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 208
stare con gli altri:
il gruppo come possibile ricerca di
autoconsapevolezza
la consapevolezza come processo di
autoguarigione in un gruppo che può
“curare”
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 209
nel processo di auto mutuo aiuto
si consolidal’autostima e il
benessereattraverso la
valorizzazione di sé e degli altri
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 210
gruppo: le caratteristiche 1• valori, visione e almeno un obiettivo comuneo la
condivisione di uno scopo. • diverse personecon diversi talenti, esperienze e
competenze uniscono le forze per raggiungere uno scopo di vita: vendere per soddisfare il cliente, il bene comune, condividere un credo, aiutarsi insieme reciprocamente,ricercare per ridurre la sofferenza,e via dicendo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 211
gruppo: le caratteristiche 2
• i singoli collaborano tra loro
• e se l’obiettivo è comune,
ognuno ha bisogno del contributo altrui
• le persone nel gruppo devonoavere lo stesso
valorericonosciuto dalle stesse persone
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 212
gruppo: le caratteristiche 3
• ricompensa o beneficio per tutticoloro che
hanno contribuito
• il coronamento degli sforzio il raggiungimento
dell’obiettivo, deve avere ricadute benefiche su
tutti coloro che, indirettamente o
direttamente, vi hanno
partecipato
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 213
elementi del team building
• il conflitto oggettivo, sia pure sotto forme diverse, da piccoli scontri fino a feroci battaglie, fa parte della vita quotidiana ed èpositivo
• il conflitto soggettivo, caratterizzato da attacchi alla persona e farcito di giudizi di valore offensivi, è negativo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 214
spesso si parla delle illusioni di
quelli che amano, ma sarebbe
meglio parlare della cecità di
quelli che non amano
TristanTristanBernardBernard
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 215
il gruppo come “laboratorio”,
la comunicazione come scambio
e l’ascolto come arte:
trasformano i disagi in risorsa
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 216
colleghicolleghiamoci
collaboricollaboriamoamo
contesticontestiamoamo
coopericooperiamoamo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 217
collega
• è colui che ti comprende professionalmente e come persona
• con cui puoi confidarti, di cui puoi avere fiducia, che sta dalla tua parte se hai ragione, che ti rende giustizia
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 218
se il collega tradisce la fiducia scompare ilcollegamento
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 219
il collegamento è presente
• tanto nei maschi che nelle femmine
• tanto negli adulti che nei bambini
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 220
“L’importante è stare nella relazione con gli altri
ovvero con l’organizzazione, perché
solo così avviene lo scambio”
P. P. ClarksonClarkson
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 221
alcune persone preferiscono
decisamente la permanenza di
un problema che non possono
spiegare, ad ogni spiegazione
che non possono capire Lord Balfour
èè come se una cosa, sbagliata abbastanza a lungo, diventasse giuscome se una cosa, sbagliata abbastanza a lungo, diventasse giusta, ta, per cui spesso ti senti rispondere:per cui spesso ti senti rispondere:“abbiamo sempre fatto così” legge di legge di LeahyLeahy
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 222
quando ci si fissa su una esperienza si crea un blocco all’evoluzione, l’organismo perde contatto con sé ed i suoi bisogni: e così nel
tempo vive come una bestia ferita e si ammala
attenzione
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 223
la staticità è una trappola e una delusione
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 224
nella vita bisogna avere il coraggio di osare:
proattività e non reattività,ma fermamente ancorati ai valori
fondamentali
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 225
caratteristiche di un gruppo efficiente 1
1. ha la condivisione dei valori e di un sogno
2. ha la consapevolezza dello scopo
3. ha una chiara definizione della gerarchia, dei ruoli e delle procedure e delle mansioni: chi fa e che cosa
4. crea occasioni di in-contro, di scambio e di integrazione tra soggetti diversi portatori non solo di problemi, ma soprattutto di risorse, tutti partecipano e si parlano, fanno domande, si formano: il silenzio comunica disinteresse
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 226
caratteristiche di un gruppo efficiente 2
4. ha capacità di ascolto: bisogna comprendere che dall’incontro con l’altro ci sono delle opportunità
• se vuoi dire 100 cose, in un messaggio ad una via, ne dici 70, vengono ascoltate 40, capite 20 e ricordate 10, per cui fare in modo, durante una riunione, di chiedere a chi ha ascoltato voi o un discorso altrui che cosa ne pensa, anche perché si tende, rispetto a quanto capito, di aggiungere pezzi provenienti dalla propria esperienza
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 227
caratteristiche di un gruppo efficiente 3
5. rispetta la diversità di stile6. entra in disaccordo civile: non si giudica la
persona si giudica l’oggettività7. prende decisioni per consenso, perché il gruppo
siamo noi8. adotta un comunicazione aperta9. il singolo rischia che se si distingue troppo si
emargina dal gruppo10. il componente di un gruppo si prende i giudizi
sul gruppo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 228
caratteristiche di un gruppo efficiente 4
11. ha una leadership condivisa: influenzamento reciproco per raggiungere l’obiettivo
12. ha relazioni con l’esterno: in modo che il gruppo non si innamori delle proprie idee
13. adotta una auto-valutazione oggettiva: mai soggettiva su persone come capri espiatori
14. adotta l’informalità: ciò non significa “diamoci del tu”, ma “sentirsi a proprio agio nel parlare”
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 229
la saggezza emozionale1. capacità di accettare gli altri come sono e non
come si vorrebbe che fossero
2. capacità di affrontare relazioni e problemi in termini del presente e non del passato: senza rancore come Nelson Mandela
3. capacità di mantenere e riservare a quanti ci sono vicini attenzione
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 230
la saggezza emozionale
4. capacità di stare insieme e di riporre fiducia negli altri per una “comunità positiva”
5. promuovere il Pensiero Positivo
6. capacità di agire in autonomia in coerenza con quanto il gruppo a deciso a priori
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 231
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 232
41. siate corretti con tutti e generosi con chi lo merita
• a volte, nelle aziende, non hanno ricompensato giustamente una persona per paura di quello che gli altri avrebbero potuto pensare
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 233
il solito ragionamento è di questo tipo:
• “se diamo ad Antonio il premio che merita, Luigi lo verrà a sapere e ci rimarrà male per non averlo ottenuto anche lui”
• Luigi, però, è pagato per quanto pattuito, mentre Antonio, con lo stesso contratto, è molto piùproduttivo e creativo
• dal momento che siamo corretti con Luigi non dobbiamo preoccuparci di che cosa lui penserà del premio di Antonio
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 234
non premiare1. significa defraudare Antonio della sua
giusta ricompensa
2. consolidare l’idea che non vale la pena impegnarsi
• premiare significa anche creare il modello ideale aziendale:
anche per Luigi e tutti gli altri
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 235
ricordate
• tra i conflitti più gravi , sia nelle relazioni affettive così come nelle professionali, si individua il conflitto tra fratelli o tra colleghi quando questi sospettano o hanno ragione che il padre o il loro capo è stato sperequativo con loro
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 236
43. prendetevi cura dei bambini
• il saggio manager di successo farà tutto il
possibile per prendersi cura dei bambini, dei
suoi bambini, di quelli dei propri dipendenti
e dei suoi clienti bambini, qualora i suoi
prodotti o servizi siano destinati all’infanzia
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 237
fra le cose più fruttifere
• che un manager può fare per i bambini dei propri dipendenti è:
1. accertarsi che madri e padri passino del tempo con i loro figli
2. convenzionarsi o creare il nido e l’asilo aziendale
3. tutelare, oltre i diritti di legge, le lavoratrici madri
4. agevolare il part-time
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 238
fra le cose più fruttifere in sanità
5. acquistare giocattoli e creare locali adeguati per i bambini ricoverati
6. creare un parco giochi7. sottoscrivere la carta dei diritti del
bambino8. credere che la medicina migliore per i
bambini è avere vicino chi gli vuole bene9. …
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 239
i manager
• dovrebbero creare un clima di rispetto e promozione verso un giusto equilibrio delle esigenze aziendali e familiari
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 240
ci sono più modi• per far capire ai dipendenti che i loro ragazzi
sono importanti per l’azienda:1. istituire borse di studio per gli studi
universitari dei figli dei dipendenti2. centri estivi ludico-ricreativi per i figli dei
dipendenti3. aiutate i figli, con problemi, dei dipendenti4. creare fondi per finanziare gli studi dei
bambini orfani di padre ex dipendente
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 241
non c’è niente che irriti di più
l’opinione pubblica della
negligenza nelle proprie
responsabilità verso i bambini
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 242
46. stimolate la creatività della comunità
• sono le domande intelligenti che producono
risposte intelligenti
uno dei problemi macroscopici del mondo del lavoro
• è che l’ambiente circostante cambia, ma moltissime aziende no
• se le imprese non si adeguano a un mondo economico in continua trasformazione, prima o poi finiranno con l’essere eclissate da una concorrenza sempre più spietata
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 243
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 244
nessuna ipotesi dovrebbe essere scartata
• nessuna strana idea dovrebbe essere rifiutata o ignorata (e lo sconosciuto che la propone dovrebbe essere il benvenuto piuttosto che disprezzato).
• spesso le nostre scuole generano conformismo (uniformano gli studenti).
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 245
nella storia ci sono periodi fortunati dei popoli
in cui la creatività è così grande che riesce a dare un contributo decisivo al progresso
dell’umanità;
è successo nelle città-stato greche e italiane, in particolare ad Atene e a Firenze;
entrambe allora erano piccolissime in confronto a quelle di oggi, ma mille volte più ricche di
intelligenza e di genio
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 246
si pensa a qualcosa di biologico, genetico o etnico
in realtà era l’ambiente sociale, la cultura, il
tipo di relazione tra le persone a stimolarle a
dare il meglio, ad affrontare imprese
straordinarie e sfide impossibili
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 247
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 248
i mercati esploravano nuove rotte
le città fondavano nuove colonie, si
cercavano nuove tecniche, si accettava la
competizione in tutti i campi:
•sportivo
•scientifico
•musicale
•navale
•intellettuale
•artistico
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 249
tutti i cittadini avevano uno spiccato gusto per il belloi mecenati, in competizione tra loro,
spingevano gli artisti a superarsi
• sono le domande fondate sui valori che producono risposte valoriali
• sono le domande intelligenti che producono risposte intelligenti
• sono le richieste geniali che producono i geni
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 250
anche oggi è così
• la maggior parte delle scoperte scientifiche di tutto il mondo vengono da poche grandi università o addirittura da pochi grandi centri di ricerca o da poche aziende
• perché lì si sono formate delle comunitàscientifiche in cui tutti discutono, si domandano, si confrontano, si stimolano, collaborano, competono
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 251
sono comunità forti ed esclusive
• in cui nessuno può permettersi di essere
mediocre, e così si impara a non esserlo
• poiché tutto il mondo guarda e pone loro le
domande più importanti, esse imparano a
darvi delle risposte adeguate
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 252
anche Hoolliwooddei tempi dorati
• era una comunità di indaffarati, di grandi impegnati che tentavano strade deliranti e chiedevano cose impossibili, in cui l’idea piùinnovativa ne stimolava un’altra ancora piùaudace
• una comunità caotica, polimorfa, ma che percepiva, come un grande organismo collettivo, tutti i bisogni inespressi del mondo e rispondeva con i suoi sogni
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 253
nessuno produce nulla da solo
• non ci sono creazioni individuali, ma solo
collettive
• solo la collettività ha i mille occhi e le mille
orecchie capaci di percepire i segnali del
futuro
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 254
anche il creatore individuale
• è stato alimentato dalla comunità
• si è collocato nel crocevia giusto, si ètuffato nel flusso delle informazioni
• ha imparato dagli amici e dai nemici
• il suo più solitario monologo è stato, in realtà, un dialogo
• per quanto isolato nel rifugio non ha mai abbandonato l’agorà
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 255
anche il creatore individuale
non è poi molto diverso dall’imprenditore e
dal politico, che riescono a combinare e a
sfruttare gli sforzi e i risultati di migliaia di
altre persone
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 256
la creatività cessa
• quando rallenta la tensione collettiva e la spinta verso l’eccellenza
• quando la gente non guarda più lontano, ma vicino e quando diventa esitante
• quando non esplora più il futuro, ma si accontenta del presente
• quando non imita più gli altri per fare meglio e quando smette di sognare
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 257
allora si impigrisce e non si sente piùnulla
• è come un organismo che smette di essere
vigile, attento, scattante e non reagisce
• succede alle nazioni, ai partiti politici, alle
città, alle imprese, agli ospedali, alle
categorie professionali, ai gruppi
di lavoro, alle famiglie
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 258
può succedere che dopo una fase di espansione
• subentra il ristagno e la decadenza
• vengono lasciate cadere le sfide
• la visione strategica è sostituita dalla tattica
• al posto degli innovatori subentrano i burocrati, gli
sciacalli ed i terroristi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 259
allora anche la creatività degli individui si spegne
• perché trova troppi ostacoli, non viene
capita e viene inghiottita dalla mediocrità
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 260
trattate un uomo per quello che è, e rimarrà quello che è;
trattatelo per quello che può e deve essere,
e diventerà quello che può e deve essere
GÖTHE
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 261
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 262
chi ha un perchépuò sopportare qualsiasi come
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 263
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 264
47. motivate il vostro personale
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 265
personalmente vado matto per le fragole, ma non so per quale strana
ragione, i pesci preferiscono i vermi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 266
prova a mettere sull’amo le fragole
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 267
il dirigente o il quadro
quando pensa che gli operatori debbano
impegnarsi per soddisfare i bisogni
aziendali, piuttosto che i propri, è un pazzo:
perché tutto ciò è impossibile!
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 268
tutti e sempre
infatti assumiamo un specifico
comportamento ispirato ad un nostro
bisogno
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 269
“se vuoi costruire una nave, non
radunare uomini per raccogliere il
legname e distribuire compiti, ma
insegna loro la nostalgia del mare
grande ed infinito”Antoine de Saint Escupery
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 271
il primo obiettivo del capo
• obiettivi aziendali
• obiettivi del personale
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 272
conseguenze
• gravi perdite
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 273
in questo periodo storicoogni individuo
deve poter esprimere tutta la sua creatività, la sua professionalità ed il suo autocontrollo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 274
quando un operatore
• autocontrollandosi su un obiettivo condeciso a priori, scopre di aver raggiunto la meta, consuma grosse soddisfazioni autorealizzative
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 275
l’acme autorealizzativo
si raggiunge quando si verifica una complementarietà tra le esigenze degli individui e le esigenze aziendali in cui ogni individuo opera nel seno del proprio gruppo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 276
solo così potremo ottenere il massimo dalle persone
• non dobbiamo mai considerare gli altri
come degli inetti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 277
le risorse umane
• ovvero le persone, sono un valore imprescindibile di qualunque azienda, tanto quanto i clienti
• perciò servono strumenti di gestione in grado di valorizzare e promuovere i talenti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 278
la strategia di A. Manzoni, dopo la conversione
devi pensare un po’ meno a star bene per pensare un po’ di più a far del bene
e vedrai che finirai a stare meglio
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 279
strategie che influenzano le motivazioni del personale
1. dare una chiara immagine del ruolo e del contributo di ognuno
2. rendere e/o permettere che il lavoro sia vario, impegnativo, capace di dare soddisfazioni
3. stimolare la capacità del personale a fornire prestazioni di alto livello
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 280
strategie che influenzano le motivazioni del personale
4. fare in modo che tutti si sentano facenti parte dell’équipe
5. promuovere l’accrescimento culturale
6. saper riconoscere una prestazione ben fatta
7. avere frequenti colloqui con e tra il personale
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 281
fattori che influenzano la soddisfazione “igienici”
• essere trattato come un individuo
• essere informato dei propri diritti e doveri
• avere tempestive informazioni sul rapporto
di lavoro
• vivere in armonia con i colleghi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 282
fattori che influenzano la soddisfazione “motivazionali”
• riconoscere i meriti
• aumentare la responsabilità
• aumentare la professionalità
• consegnare periodicamente dei premi
• chiarezza delle regole del gioco e coerenza
dei comportamenti davanti a tutti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 283
una recente ricerca ha dimostrato che il personale considera più importante:
1. pieno apprezzamento per il lavoro svolto2. sentirsi coinvolti nei problemi del lavoro3. comprensione e interesse verso i problemi
personali (per lui come persona)4. buon livello salariale5. sicurezza nel posto di lavoro
P. Ruggeri: I nuovi condottieri
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 284
una recente ricerca ha dimostrato che il personale considera più importante:
6. lavoro interessante7. promozioni e crescita insieme all’azienda8. lealtà della direzione verso i collaboratori9. buone condizioni di lavoro10.disciplina non opprimente
P. Ruggeri: I nuovi condottieri
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 285
ogni individuo per sentirsi vivo
ha bisogno di avere
un luogo o un’attività
in cui eccellere, in cui dimostrare
la propria competenza e unicità
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 286
nella vita
puoi avere quello che vuoi,
solo se aiuti abbastanza
altre persone
ad avere quello di cui hanno bisogno
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 287
manager il tempo a disposizione per cambiare è breve
• perché i concorrenti si stanno già muovendo
in questo senso e non ci sarà spazio per chi
non si accorge che servizio e qualità sono
concetti che vivono solo se realizzati dalle
persone
• e le aziende migliori sono quelle che hanno
i migliori collaboratori
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 288
58. ènella sconfitta che si scopre
la forza dell’individuo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 289
lo scoramento è una tentazione
la tentazione di lasciarsi andare, di cedere al
sonno, di arrendersi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 290
vivere significa
• saper superare le sconfitte come nelle competizioni sportive
• anche la squadra migliore qualche volta perde, ma guai se si abbandona
alla depressione
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 291
chi perdedeve utilizzare la sconfitta per capire come
reagire, per mutare, per creare, per trovare altre strade, per inventare strategie nuove
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 292
la concorrenza
è tutta fondata su questo principio
• i grandi Generali, i grandi leader reagiscono alla sconfitta con l’innovazione
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 293
se ci arrendiamo perdiamo la libertà
la resa può essere dolce, ma le sue
conseguenze sono terribili
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 294
la libertà
• è il valore più alto
• la libertà non ci viene mai regalata
• la libertà è una conquista
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 295
la libertà
• non la comperi col denaro
• l’acquisti solo con l’entusiasmo, con la testardaggine con la passione, con la volontà e la perseveranza
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 296
la libertà
basta un attimo di debolezza per perderla, a
volte, definitivamente
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 297
perdere la libertà
• dovrebbero ben saperlo gli italiani che alla fine del quattrocento erano il paese piùpotente e prospero del mondo e in pochi anni sono stati asserviti
• come abbiamo pagato cari la sfiducia in noi stessi, l’idea che tanto tutto si sarebbe aggiustato da solo, la meschinità e l’egoismo del momento
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 298
ci sono voluti secoli per liberarsi
mentre allora sarebbe bastato pochissimo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 299
perdere la libertà
• è avvenuto lo stesso con il comunismo
sovietico e con il nazismo
• quali terribili conseguenze per la debolezza
degli inizi
• che prezzo è stato pagato
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 300
noi non possiamo
e non vogliamo perdere la libertà
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 301
la libertà si perde
• anche nelle piccole cose
• c’è lo studente che all’università prende
qualche brutto voto, si deprime e lascia gli
studi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 302
chi perde invece deve reagire
• cercare di capire dove sono le difficoltà
• e cosa voleva il professore
• così la prossima volta prenderà trenta
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 303
chi perde può diventare
in ogni caso un professionista rispettato e una persona libera
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 304
chi non sa sopportare una sconfitta
o un rimprovero è destinato a
chinare il capo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 305
non sono gli altri che ti fanno schiavo
sei tu che ti rendi schiavo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 306
• a volte cede, si arrende, chi non è abituato
a perdere o proprio chi è abituato a
vincere, colui che si siede sugli allori
• sto pensando al suicidio in carcere di
Sindona e ai suicidi di Gardini e di Agnelli
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 307
e mi viene in mente Cassius Clay
che dopo innumerevoli vittorie è stato
messo al tappeto da Frazier con una
mascella fratturata, ma si è rialzato, è
andato a curarsi la mascella e ha ripreso il
campionato del mondo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 308
è nei momenti in cui si perde
in cui tutto va male, in cui siamo stati ingannati, in cui sbagliamo che viene fuori
la statura morale dell’individuo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 309
ho perso
ebbene, adesso mi rialzo, metterò insieme i miei pezzi e la prossima volta sarò io a
vincere
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 310
si ha sempre la possibilità di ricominciare un’altra volta
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 311
perché allora viene la
tentazione di abbandonarsi,
di cedere o
di arrendersi?
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 312
perché rialzarsi, resistere richiede
sforzo, coraggio, invenzione,
motivazione e richiede un animo
generoso
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 313
ciò che conta non è l’enormità del compito da svolgere,
ma la grandezza del coraggio
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 314
chi si piega, chi fugge
si giustifica davanti a se stesso dicendo:
non serve che combatta, che mi dia da fare,
perché tanto il mondo è ingiusto, tanto
vincono sempre gli imbroglioni e i furbi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 315
invece non è vero
anche gli altri sono presi dal dubbio e dallo
sconforto
• solo che gli altri resistono ed è per questo
che vincono
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 316
quindi sono solo giustificazioni
• sono l’espressione di un animo avaro che non
vuole spendersi, di una intelligenza pigra, che non
vuole rimettere tutto in discussione, pensare il
nuovo
• e per paura, per avarizia e pessimismo si arrende
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 317
la resa è un servizio che il vinto
rende al vincitore
su un piatto d’argento
Paul Keskhemeti
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 318
invece nella vita non bisogna
arrendersi mai
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 319
profumiamo la nostra vita con l’essenza di ottimismo e assumiamoci
le responsabilità della nostra vita
perché si può fare sempre qualcosa per cambiare
le sorti del tempo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 320
66. suggerimenti conclusivi “in pillole”per continuare ad avere successo
1. individuate le aree nelle quali il vostro comportamento etico dovrebbe essere migliorato
2. adottate una disciplina e volontà di allineamento e a sua volta instillatela nei collaboratori
3. determinatevi e determinate la direzione4. stimolate le corde interiori della gente: sono
sempre pronte ad essere risvegliate5. siate ottimisti e onesti con voi stessi e davanti al
vostro gruppo
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 321
6. abbiate fiducia del gruppo e costruite la
fiducia nel team responsabilizzandone i
componenti, nonché concentrando
l’emozione e l’energia dell’intero gruppo
verso obiettivi chiari, ma ambiziosi
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 322
7. prendetevi cura della vostra evoluzione
come leader e date un’occhiata alla vostra
personalità: potreste trovare qualcosa di
cui andare fieri oppure qualcosa da
risistemare periodicamente!
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 323
8. credete in voi stessi, nei vostri valori, nella
vostra missione e nella vostra competenza, senza
diventare arroganti: in altre parole, condividete
la vostra passione e permettete al vostro gruppo
di condividere la vostra esperienza
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 324
9. capite il gruppo e valutatene l’umore
10.mantenete un atteggiamento aperto,
perchè è la base per nuove intuizioni e per
il rinnovamento
11.studiate a fondo i vari processi di
leadership
“se non potete lavorare con amore,ma esso vi ripugna, lasciatelo …
se fate il pane, indifferenti, questo pane sarà amaro e non potrà sfamare l’uomo …
lavorare con amore è invece tessere un abito con i fili del cuore, come dovesse indossarlo la persona che più amate”
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 325
K. Gibran, il profeta
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 326
se vuoi che le cose cambino, come prima cosa devi cambiare tu,
altrimenti tutto il resto non serve a nulla:
abbi il coraggio dicredereche qualcosa dentro di te
è più forte di qualsiasi circostanza
16/01/2009 Dott. Roberto Biancat 327
Quando un argomento non è piùoggetto di controversie,
non è più un argomento interessante
W.Hazlitt 1830
grazie per la vostra attenzionegrazie per la vostra attenzione