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PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE CO.RO.FAR.; CO.SA.FA.CA.; FARMACENTRO; SAFAR. ANNO VI - N° 1 • Aprile 2009

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Tutti on line!

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ome in passato, all'uscitadel primo numero di unnuovo anno di pubblica-zione di Lemon, ci piace

dare un segnale di novità quantomeno nell'impostazione grafica delgiornale. Così, ci è sembrato doveroso e diventerà una regola, evidenziarecon delle fotine come potete vederequi sotto, tutti i Colleghi che di

Anno VI - Numero 1TOTO CANALINI

Farmacentro - Jesi - [email protected]

CCvolta in volta partecipano alla realizzazione di un nuovo numero.Senza questo gioco di squadra il risultato sarebbe sicuramente menopiacevole e più monotono.L'invito a tutti coloro che lo vorrannoè quello di partecipare sempre di piùal nostro team.Poi, importante è ribadire il ringra-ziamento alle nostre Cooperative eagli amici Sponsor che ci permettono

PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE CO.RO.FAR.; CO.SA.FA.CA.; FARMACENTRO; SAFAR; UFL GENOVA.

IL COMITATO DI REDAZIONE DI LEMON È COSTITUITO DAL CONSIGLIO INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVOPRESIDENTE: • TOTO CANALINICONSIGLIERI: • ROBERTO BARTOLI

• ALBERTO COSTA • ANDREA MAGLIONI • ANDREA PAOLETTI • FRANCESCO SIMONCELLI • MARIO DUBBINI - “PAPÀ“

TIRATURA 2350 COPIE, COSÌ DISTRIBUITE: 300 CO.RO.FAR.; 510 SAFAR, 610 FARMACENTRO; 550 CO.SA.FA.CA.; 250 UFL GENOVA; 130 REDAZIONE

Per informazioni, suggerimenti, commenti o un semplice confronto, potete rivolgervi a:

Toto Canalini (Direttore strategico) Tel. 0721 [email protected]

Michele Bresciani (Art director) Tel. 0721 392338 [email protected]

Giuliana Gioacchini (Segreteria organizzativa)Tel. 0731 219729 [email protected]

ANNO VI - N°1 • Aprile 2009

Grafica Daniela Marchini / www.scritturescriteriate.it - Stampa Grapho5

Tutti on line!Grossa novità! Per vedere le foto dei nostri incontri non sarà più necessario confidare nella sollecitudinedei “fotografi” a rispondere alle mail e aspettare ipesanti file allegati.Da oggi sono on line tutti gli scatti delle nostre vacanze. Non bisogna far altro che aprire la paginaweb http://picasaweb.google.it/totocanalini,scegliere lʼalbum che ci interessa e poi… scaricare le foto con il nostro profilo migliore!

di mantenere la realizzazione di questi nostri impegni.Inoltre, importantissimo, è la soddi-sfazione di considerare dei nostrianche Wanda Lauro della UFL diGenova, presente alla recente setti-mana bianca a Madonna di Campigliodel marzo scorso, prima Collega diquesta Cooperativa e speriamo apripista per la conoscenza di nuoviamici.

‡A tutti un graziedi cuore!

Bianca Bettini Michele Bresciani Ada Campanella Toto Canalini Alberto Costa

Michele Costa Giampiero Deidda Massimo Fagioli Agostino Fenu Claudio Lucarelli

Sesa Spanedda Alessandro Vampa

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L'isola ha inoltre una ricca popolazione di uccelli di moltespecie diverse, una varietà notevole per chi ama praticare il birdwatching.Passiamo a qualcosa di più appe-titoso… diverse sono le specialitàculinarie, tra le più conosciutericordiamo la “Paella”, la“Butifarra”, (salsiccia piccante catalana da servire con i fagioli...ovviamente per i più coraggiosi!) e la “Zarzuela” (caciucco conpesce e fette di pane tostato), iltutto accompagnato da un belbicchiere di Sangria, la bevandanazionale.Ricordiamo a tutti i colleghi chele prenotazioni sono già in

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a prossima vacanza estiva si svolgerà dal 4 al 11 luglio 2009 a Formentera.

Situata vicino a Ibiza, con la quale è collegata da frequenti traghetti,l’isola è ormai diventata un luogoturistico di grande popolarità, scel-ta da tantissimi vacanzieri di tuttoil mondo (tra cui molti italiani) pervia della bellezza della sua naturaselvaggia e delle sue spiagge. Dopo le conquiste romane, arabe ecatalane, quello che ha modificatopiù profondamente la vita dell’isolain passato è stato il movimento hippie, che negli anni ’70 fece diFormentera l’isola sempre sognata,quella dove era possibile una vitalontana dal consumismo dilagante e a stretto contatto con la natura.Di quella esperienza oggi è rimastopoco; solo qualche hippie nostalgicoe qualche mercatino. Il lascito piùimportante, che per fortuna ancoraresiste, è l’idea che si possa essereturisti e viaggiatori in modo diver-so, vivendo la natura in modo pieno e rilassante. Grazie, infatti, a queste caratteristi-che, l’isola è stata rapidamente eletta ad una delle mete preferitedel Mar Mediterraneo, ed ognianno, grazie alle sue acque cristalli-

LLne, una folla di vip si accalca sullesue spiagge.Ad ospitarci durante la nostra setti-mana sarà l’Insotel Club Maryland.Il villaggio si affaccia direttamentesulla spiaggia di “Playa Mitjorn”,una delle più grandi dell'isola eabbiamo pensato per il soggiornoalla formula all-inclusive già collau-data e molto gradita a tanti di noi. Formentera è decisamente diversadalla vicina e trasgressiva Ibizaanche se negli ultimi anni stacomunque crescendo la componenteriguardante l’intrattenimento e losvago, come dimostra la moda del-l’aperitivo in riva al mare accompa-gnato da musica e danze fino atarda notte. Questo avviene in par-ticolare nei numerosi “chiringuitos”(chioschi sulla spiaggia aperti gene-ralmente dalla mattina e al tramon-to si trasformano in discoteche) che rappresentano il miglior nucleodi aggregazione e divertimento dell’isola. Non è assolutamente da perdere quindi l’aperitivo nel tardopomeriggio, dopo aver passato lagiornata sulla spiaggia, per ballare,incontrare gente e guardare il soletramontare sulla riva del mare.Formentera, piccola e tranquilla, è una delle località ideali per chidesidera riposarsi dalla intensa

vita quotidiana e lavorativa.Tra le spiagge più belle citiamo Es Cavall D’en Borras E Les Illetas,Cala Saona, l’isoletta Espalmador al cui centro si trova una piccolalaguna fangosa in cui è possibilebagnarsi e i cui fanghi, si dice, facciano molto bene alla pelle.Mentre per un panorama molto suggestivo vi è Calasaona, spiaggiabianca circondata da scogliererosse. Il piccolo villaggio di caseimbiancate di San Francesc Xavierinoltre è un luogo ideale per passa-re un pomeriggio di relax e prende-re il caffè nei bar affacciati sulle

La Isla: Formentera

piazzette soleggiate. Ma Formenteranasconde ancora altri angoli specia-li, come il faro di La Mola, il puntopiù elevato. Molti lo considerano un luogo magico e così lo descriveGiulio Verne nella sua novella Le avventure di Ettore Servadac.

Ogni notte serve da guida per i navigatori mediterranei. L'intera isola è percorsa da unastrada principale che inizia dal

porto e dalla quale si snodano unaserie di stradine secondarie, per lopiù bianche, dalle quali si può acce-dere a spiaggette e paesini. Curiosoè il fatto che queste stradine nonhanno nomi, ma vengono indicate in base al chilometro relativo alladistanza dal porto, da cui parte il punto zero. In definitiva,Formentera risulta di ridottedimensioni e proprio ciò permettedi girarla facilmente e di poteresplorare i vari angoli di quest'isolache spesso viene definita caraibicaper le sue spiagge bianche e il suomare cristallino.Gli amanti della natura ne apprez-zeranno probabilmente la flora e lafauna. L'albero caratteristico delposto è la savina, che in nessunaltro luogo raggiunge l'età e ledimensioni che raggiunge qui.

corso e il termine delle adesioni è fissato al 20 di Aprile. Non esitate a contattarci per qualsiasi informazione... ci teniamoad essere numerosi per goderetutti insieme dell’affascinanteatmosfera di quest’isola…Inoltre …guardando un po’ piùavanti nel tempo stiamo racco-gliendo dei suggerimenti e delleidee per il ponte dell’Immacolata e molti dei colleghi hanno espresso il desiderio di passare alcuni giorni a New York. Stiamo quindipensando di organizzare un viag-gio nella Grande Mela inaugurandolo shopping natalizio. Vi terremo aggiornati nei prossimimesi…

E voi? Non avete aneddoti da mandarci?Condividete con noi le vostre comiche quotidiane.Vi aspettiamo!

UMORISMO IN PILLOLEDalla raccolta del Dottore Enrico Sirri

Dottore, soffro di demenza senile, quando vedo un seno... divento scemo!!!

Dottore, ho preso una botta alla spina del sale! ...(spina dorsale)

Quella marca di calze elastiche non la sopporto, mi danno una grande Energia (allergia)!!!

Quando arriva la primavera mi dà un gran dolore la Soffriggite... (esofagite)

Vorrei il Ramipril... quello da 5 millimetri (milligrammi)

Dottore, lo sa anche Lei, mio marito sodomizza tutto (somatizza)...

Le ho provate tutte... ma i dolori non mi passano; sono piena di stuprosi!!! (osteoporosi)

Sono andato dall' oculista e mi ha detto che mi devo operare di cataracchia (cataratta)

Se non mi passa con queste medicine... mi devo ricoverare in "orologia" (urologia)

Mi può dare una scatola di ... per ana per??? (xanax)

Buongiorno Dottore... io sono il contrario dei Verdi!!! (cacciatore)

Vorrei i pannoloni come quelli delle "amministrazioni" (mestruazioni)

No Dottore, le mie medicine per la pressione sono quelle da 5000 grammi!!!

E voi? Non avete aneddoti da mandarci?Condividete con noi le vostre comiche quotidiane.Vi aspettiamo!

IL NOSTRO PROSSIMO VIAGGIO

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APPUNTI SPARSI

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ra le tante ascensioni fatte, ricordo con piacere quella al Gran Paradiso.Siamo in tre, io e altri due amici. Accampati a Pont, in Val Savarance, guardiamo con timore riverenziale le vette innevate che fanno corona al Gran Paradiso, invisibile da quel punto della vallata. Abituati alle vettepiù domestiche degli Appennini, aspettiamo un gruppo di alpinisti più esperti con cuiaffrontare l’impresa, ma, passano due giorni e il gruppo non si vede. Breve conciliabolo e decidiamo di andare da soli.La mattina trascorre con qualche passeggiata per l’acclimatazione e per allenare legambe in quota. Dopo pranzo, zaini in spalla, si prende un sentiero che fra scenarimozzafiato, con avvistamenti di marmotte e camosci, ci porta al rifugio VittorioEmanuele dove pernottiamo. Dopo una cena a base di polenta e capriolo, andiamo adormire, ma, a causa dell’alta quota, la tachicardia non ci permette di riposare. Alle tre del mattino siamo in piedi. È ancora notte fonda, ma con l’aiuto di torce elettriche ci incamminiamo verso la vetta. Subito attraversiamo una grandemorena, superata la quale, mettiamo ai piedi i ramponi e attacchiamo il ghiacciaio.Saliamo lentamente, il fiato è corto per la fatica e l’altitudine. Percorriamo tutto il ghiacciaio detto “Schiena d’Asino” e dopo diverse ore raggiungiamo il piccolo crepaccio che ci sbarra la strada verso la vetta.Lo superiamo in un punto dove la larghezza è minore e con un ultimo sforzo ciarrampichiamo sulle rocce della vetta che emergono dal ghiacciaio. Siamo a 4061 mt. e lo sguardo spazia su tutta la Valle d’Aosta e buona parte delPiemonte. A picco sotto di noi la valle di Cogne, con prati verdi e cascate cristalline. Il tempo di scattare qualche foto ricordo e si prende a malincuore la via del ritorno.

Claudio Lucarelli - Farmacentro - Jesi [email protected]

TTGran Paradiso

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APPUNTI SPARSI

SABORES ANTIGOS(ANTICHI SAPORI)

ella Sardegna centrale ci sono tanti paesi, arroccati alle pendici delGennargentu, che conservano tradizioni e usanze particolari.Belvì è uno di questi, piccolo borgo immerso nel verde dei boschi di castagni e noccioli, un paesaggio suggestivo sovrastato da alti tacchi calcarei, che

conserva ancora intatto il vecchio centro storico.Per chi, come me, vi ha vissuto il periodo dell'infanzia, tornare in visita al vecchio paesello, vuol dire riportare alla memoria vari momenti di vita, degli amici e compagnidi scuola, e il ricordo di feste e di un periodo allegro e spensierato.Negli anni cinquanta, si lavorava duramente e le feste non erano tantissime, ma ogniricorrenza era un'occasione per socializzare e incontrarsi e così nelle case fervevano ipreparativi.Particolare riguardo si aveva per i dolci, ogni festa aveva il suo particolare: torroni eamaretti per la sagra campestre; "pardule" (dolci di ricotta) per il periodo pasquale; pan di sapa per Natale; "bucconettes" (bocconcini alla pasta di mandorle e di nocciole

per battesimi, mentre per i matrimoni la facevano da padrone i "caschettes" o dolci della sposa.

Infatti venivano presentati in grandi cesti come omaggiodello sposo alla sposa e alla famiglia in segno di buon auspicio.La ricetta di questo dolce particolare è stata tramandata dagenerazioni fin dal 1600 e custodita gelosamente da pochepersone. Si tratta proprio di un'opera d'arte, fatta da mani abilissime,costituita da una sottilissima sfoglia di un bianco candore finemente lavorata, con frastagliature e arricciamenti partico-lari, contenente un ripieno fatto di nocciole tritate amalgamatoda miele aromatizzato con limone e sapa. Chi lo vede per laprima volta domanda se si può mangiare, perchè quasi non si ha il coraggio di intaccarlo. La sfoglia si scioglie in bocca e si gusta quasi religiosamente

senza sciuparne neanche una briciola.Oggi, per assaggiare questi dolci così coreografici, non bisogna aspettare le varie ricorrenze, li potete trovare nei negozi specializzati e persino negli aereoporti dellaSardegna, ...ma avranno lo stesso sapore?

Agostino Fenu - CO.SA.FA.CA. - [email protected]

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LA PASSIONE PER IL VOLO...

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LA PASSIONE PER IL VOLO...olare è sempre stato il mio sogno sin da quando ero bambino. Ogni volta che prendevo l’aereo con i miei genitori, per andare in vacanza, ero molto entusiasta per la particolare esperienza che vivevo; infatti questomi dava un senso unico di libertà e di felicità totalmente fuori dal comune. Il volo ha sempre suscitato in meun fortissimo sentimento di piacere che non provo in nessun altro modo e ciò mi ha spinto ad appassionarmi

sempre di più fino a quando, grazie al mio carissimo nonno (che tra l’altro ha il mio stesso nome) ho conosciuto gliaerei ultraleggeri, chiamati così per il loro esiguo peso. Vi parlo di circa un paio d’anni fa quando per la prima volta miha portato al campo di volo di Siliqua, “La Tana del Volo”, a circa mezz’ora da casa mia. Era infatti il mio compleanno ecome regalo desiderava offrirmi un volo turistico nel territorio sud-occidentale della Sardegna. Io ero emozionatissimoe non mi sembrava vero! Per giorni e giorni ero rimasto a pensare e a ripensare a come sarebbe stato quel fatidico voloe avevo letteralmente la “testa fra le nuvole” da quanto ero felice. Ebbene, quando arrivò il tanto desiderato giorno, miononno venne a prendermi a casa e mi accompagnò personalmente. Allora non sapevo che avrei volato per la primavolta, su questo tipo di aeroplani, con la persona che ora è il mio istruttore di volo, Giuseppe Piano. Facemmo conoscenza e poi decollammo alla volta del cielo. Come le ruote si staccarono da terra pensai: “Questo sarà il mio futuro; niente mi piace di più! La mia vita sarà questa,la mia vita sarà il volo!” Piano piano vidi il suolo allontanarsi e le macchine per la strada rimpicciolirsi sempre di più.Ogni pensiero in quel momento svanì dalla mia mente; mi sembrava di essere fuori dal mondo, ero come incantato.Tuttavia ritornai in me quando Giuseppe mi disse: “È tuo ora”. Io non ci credevo. Era la prima volta che mi veniva proposto di prendere i comandi di un aereo… Di solito non capita tutti i giorni, no? A quel punto, allora, misi la manosulla cloche e iniziai a pilotare. È inutile dire quanto sia stato bello per me, perché non saprei proprio spiegarmi… È indefinibile, ma forse con una frase detta da “Leonardo da Vinci” posso rendere almeno un po’ l’idea: “Una volta chehai gustato il volo, camminerai sulla terra con gli occhi rivolti sempre in alto, perché là sei stato e là agogni a tornare”. Alla fine del volo mi sentivo soddisfatto e ricco di allegria. Cometornai a casa raccontai a tutti della mia fantastica esperienza.Successivamente ritornai al campo altre tre o quattro volte e miinformai bene su cosa avrei dovuto fare per diventare pilota diultraleggeri. Appena scoprii che era necessario avere solamente16 anni, il mio entusiasmo salì alle stelle e iniziai a fantasticaresu come sarebbe stato bello: avrei potuto pilotare un aereo primaancora di guidare una macchina! Così ne parlai a casa e i mieigenitori acconsentirono, anche se, tuttavia, mia madre inizial-mente si mostrò un po’ recalcitrante. Ora ho compiuto da poco 16anni e ho iniziato il corso di pilotaggio volto al conseguimentodella licenza VDS, ovvero Volo da Diporto e Sportivo, che mi per-metterà, appunto, di pilotare questa tipologia di aerei. Il corsoconsiste in 33 ore di teoria e 16 ore di pratica ed infine si dannoun esame pratico ed uno teorico (io li darò a fine Aprile).L’addestramento è molto interessante e ricco di curiose nozioniriguardanti i più svariati campi: dai principi del volo alla meteoro-logia, dalla navigazione aerea, alla radiofonia ed alle emergenze involo. Ora decollo e atterro autonomamente e ormai ho quasi finitol’addestramento. I miei compagni di corso ed il mio istruttoresono tutti simpaticissimi e appassionati di volo come me; diciamoche io mi sento un po’ la loro mascotte, anche perché, pur essendoragazzi di circa trent’anni, e quindi giovani, sono tutti più grandidi me! Io sono addirittura il più piccolo iscritto di tutto il campo divolo e di questo ne sono piuttosto fiero! Il volo è sempre stato il mio sogno più grande ed ora sista realizzando nel giro di pochissimotempo. Ciò che più mi piace del volo è ilsenso di libertà che mi trasmette. Quandosono in cielo mi sento semplicemente liberoed orgoglioso del fatto che ho raggiunto il mioobiettivo che da tanto tempo desideravo.Questo mi ha fatto capire delle cose veramen-te importanti; sento di essere maturato moltoe di aver appreso un maggiore senso di respon-sabilità, ma soprattutto ho capito, sin da ora,che, se nella vita desideri veramente ottenereuna cosa devi sempre perseverare e non mollaremai fino a quando non hai raggiunto la tua meta.

Michele Costa - CO.SA.FA.CA. - [email protected]

VVISTRUZIONI PER I PADRI

DEI FIGLI PILOTI

i sono alcune cosette che è necessario conoscere quando si ricopreun ruolo così impegnativo:

1) Convincere la mamma che i pericoli sono minimi soprattutto se non capitano incidenti2) L'atterraggio o l'ammaraggio sono sempre garantiti3) Se avete la fortuna di conoscere Federico, il padre dell'istruttore di mio figlio nonchè

provetto pilota e costruttore di ultraleggeri, potete trascorrere ore ed ore al campo di volo senza annoiarvi mai

4) Se il merlo indiano che vive nell'hangar vi prende in simpatia vi dedicherà fischi meravigliosi

5) Se avete un amico barbiere e gli fate i complimenti quando si esibisce in un volo radente lo farete felice

6) Se avete i capelli bagnati e vi mettete dietro un ultraleggero con il motore acceso ve li asciugate per benino ma vi spariscono i ricci

7) Sansone, il cane del campo di volo, non vola ma si accoppia con estrema facilità8) Toto deve spiegare al mitico Lorenzo che il suo padrino putativo gli consiglia di prendersi

il brevetto di volo sportivo e di non dimenticarsi mai la regola del temperalapis9) Facciamo tutti in modo che la nostra vita non sia una goccia in mezzo al mare ma che

diventi il mare in una goccia10) Un caro saluto a tutti i lettori della nostra splendida rivista che presto avrà una rubrica

dedicata ai giovani più "focosi" che si intitolerà "LE MONto"

Alberto Costa - CO.SA.FA.CA. - [email protected]

ISTRUZIONI PER I PADRI

DEI FIGLI PILOTI

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Nuove confezioni.*

Non solo un nuovo packaging, ma ricerca e sviluppo per la salute dei pazienti.

* La sostituzione delle vecchie confezioni con le nuove non avverrà

simultaneamente per tutte le tipologie di prodotto. Teva si impegna

a sostituire tutte le proprie confezioni gradualmente nel più breve

tempo possibile e in relazione alle proprie scorte.

Grazie ad un’attenta combinazione di colori e all’innovativa veste grafica, le nuove confezioni Teva agevolano la corretta dispensazione

del farmaco aumentando così la sicurezza dei vostri clienti.

Il colore del principio attivo varia in modo

che non vi siano mai due colori uguali in

ordine alfabetico nè tra prodotti che vengono

facilmente prescritti insieme.

Colore del dosaggio in netto

contrasto con quello della molecola.

Caratteri più leggibili.

Chiara indicazione di contenuto

e forma farmaceutica.

Le informazioni principali

sui tre lati della confezione.

Caratteristiche delle

nuove confezioni:

Vecchie confezioni Nuove confezioni

Forza parisari amici, sono una collega della Provincia di Carbonia-Iglesias e sono tra voi... una mosca "bianca" giacchè sono il Direttore diuna farmacia Comunale.Tutti gli anni in occasione del Natale tra i dipendenti del

Comune, organizziamo un pranzo o una cena per salutarci e farci gliauguri e io, in quella occasione regalo un biglietto d'auguri con una parabola.Mi piacerebbe coinvolgervi nella conoscenza di queste piccole storie e comincerei con quella a me più cara "La parabola del ranocchio".Buona lettura e un saluto dalla Sardegna.

Bianca Bettini - CO.SA.FA.CA. - [email protected]

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LA PARABOLA DEL RANOCCHIO

era una volta una gara di ranocchi … L’obbiettivo era quello di arrivare in cimaad una gran torre, si radunò molta gente per guardare e fare il tifo per loro.Cominciò la gara… In realtà, probabilmente la gente non credeva possibile che iranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si sentiva erano frasi come:

“Che pena”, “Non ce la faranno mai…”I ranocchi incominciarono a desistere, tranne uno che continuava a raggiungere la cima…La gente continuava: “Che pena”, “Non ce la faranno mai…”E i ranocchi si stavano dando per vinti, tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.Alla fine tutti desistettero, tranne il ranocchio che solo e con grandissimo sforzo, raggiunsealla fine la cima.Gli altri volevano sapere, uno dei ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova.E scoprirono che … Era sordo!!!

…Non ascoltare le persone con la brutta abitudine di essere negativeDerubano le migliori speranze del tuo cuore!Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o che leggiper cui ricordati di essere sempre Positivo!!!

“SII SEMPRE SORDO QUANDO QUALCUNO TI DICE CHE NON PUOI REALIZZARE I TUOI SOGNI”.

C’C’

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Cento ore in grottaa speranza di trovare il mitico passaggio del bandito erapalpabile, come quella dei bambini intrepidante attesa dei doni di Natale;la si poteva leggere nei nostri volti,

passo dopo passo, capocciata dopo capocciata.Per la prima volta nella mia vita, mi sentii feliced'essere basso...La grotta celava una varietà inimmaginabile dipaesaggi fantastici, ma pareva svilupparsi su ununico cunicolo, un percorso obbligato.Improvvisamente Augusto gridò "Fermi, fermi! c'èun precipizio!" A pochi passi, davanti a noi il vuotodi piombo. Fissammo un'estremità di una corda aduna grossa stalagmite e lanciammo l'altra nel buioai nostri piedi: una decina di metri di salto.Giampaolo, senza un attimo di esitazione, si assicu-rò con un "nodo bombardiere" e disse "Tenete bentesa la corda e mandatemi giù lentamente". In pochiinterminabili secondi giunse sul fondo e, violando letenebre col fascio della torcia, constatò che la grottanon era finita. Con poche semplici operazioni di sicu-rezza, Augusto ed io raggiungemmo Giampaolo; Sandro, sempre più stralunato, rimase in alto adaspettare.Percorsi agevolmente poco più di trecento metri, ci imbattemmo in un laghetto, nero di china, piccolo ma profondissimo: quanto? non fu possibile stabilirlo. "Dovremmo prelevare dei campionid'acqua per farli analizzare e vedere se contengono qualche forma di vita". Fu in quel precisoistante che ci ricordammo di Sandro, che era rimasto sopra il precipizio e chissà quanto era inansia per noi. Decidemmo di tornare indietro, raggiungere Sandro, rientrare a CASA e riprenderel'esplorazione il giorno seguente.Trovammo Sandro che dormiva beatamente, in posizione fetale, sotto una coltre di funi. Quanto tempo era trascorso? Cosa avevamo scoperto? Nemmeno una piccola domanda, soltantoun "Andiamo a mangiare?!" Erano le 18.50, non avevamo pranzato, il tempo era volato e la stanchezza affiorava sui nostri volti spiritati.Giunti a CASA, diedi vita al solito spettacolino del "Secondo te, che ora è?". Le risposte furono pazzesche: Giampaolo ed Augusto, ormai, viaggiavano in uno spazio temporale da "Oggi le comi-che", mentre Sandro si teneva saldamente ancorato al tempo reale: un errore di appena 5 minuti!Pasto luculliano, a base di ravioli e carne (rigorosamente in scatola), frutta e persino delle fette ditorta alle mele, che gli amici della squadra esterna avevano posato sullo zaino di Augusto, durantela nostra assenza esplorativa.Una breve telefonata per ringraziare, rassicurare ed aggiornare gli amici, gentili e premurosi. Una riunione per fare il punto della situazione, definire il piano delle prossime attività, scambiareimpressioni / sensazioni, poi, di comune accordo, ci infilammo nei nostri sacchi a pelo.Stanchi e cullati dal dolcissimo CANTO DELLA GROTTA, nostra tenera madre adottiva, non tardammo ad addormentarci.Terzo giorno, come stabilito, interamente dedicato all'esplorazione pura, dal precipizio verso illaghetto ed oltre, se possibile... e fu possibile!Una sorta di passerella naturale, nella parete sinistra, ci permise di guardare il laghetto dall'alto e di introdurci in un'ampia bocca; tempestata di ricami calcarei: una vera meraviglia che, forse,mai nessun altro essere umano aveva potuto ammirare. Parecchie decine di metri, di passi lungoquesto gioiello della natura ed ecco un nuovo laghetto, reso brillantissimo come una luna pienadai fasci delle nostre quattro torce elettriche (si, stavolta Sandro era con noi). Da stupore a stupore; un vero e proprio bagno di emozioni forti, immagini indelebili: quante cose da raccontare,descrivere...Superammo anche il secondo laghetto ma, poco oltre, la nostra esplorazione terminò davanti adun desolante ed inquietante muro di argilla e massi: una frana, senza ombra di dubbio! Una frana,avvenuta chissà quando, pose fine al nostro sogno speleologico.In silenzio, tristi e delusi, tornammo sui nostri passi sino a quando, poco oltre il precipizio,

Giampaolo scivolò e cadde per terra. La testa e parte del torace scomparvero tra la parete ed il"pavimento" e, subito, la sua voce, quasi provenisse da un megafono, "Ragazzi, qui c'è un bel cuni-colooo". Lo battezzammo subito "Cunicolo della speranza" e decidemmo di affrontarlo il giornoseguente.Ancora una notte nel ventre della terra, dove ormai tutto ci era familiare, tutto aveva un nome:Autostrada del sole, Malebolge, CASA, Calara (precipizio), Canto della grotta... Cunicolo della spe-ranza (sono a disposizione per eventuali chiarimenti).Affrontammo il passaggio, scoperto accidentalmente, con l'adrenalina alle stelle. Si rivelò impe-gnativo ed insidioso: uno strato possente di argilla bagnata e scivolosa accolse i nostri scarponi,passo dopo passo; un precipizio ed un lunghissimo cunicolo angusto, nel quale procedemmo stri-sciando, come dei serpenti, una dietro l'altro. Ma la fatica e la tensione non furono ripagati dalsuccesso sperato.Per la seconda volta, una frana chiuse lo scrigno dei nostri sogni, DEFINITIVAMENTE!Rientrati a CASA, trovammo gli amici della squadra esterna e, con loro, alcune bottiglie di ottimovino: per la nostra ultima cena in grotta, la nostra ultima notte in grotta. DormimmodiVINamente.Ormai l'avventura volgeva al termine ed una vena di tristezza cominciava a pulsare in noi, nelprofondo... esiste il "Mal d'Africa" e, forse, il Mal di grotta"?! Alle 12.00 esatte dissi con un filo divoce "Cento ore, ragazzi".Tante precauzioni prima di uscire: i nostri occhi vedevano nel buio (assurdo, ma vero!), quindi funecessario proteggerli con occhiali da sole e la marcia d'avvicinamento fu, volutamente, lentissi-ma. Un'ora per passare dal buio totale alla penombra, allaluce riflessa e, infine, alla luce. I colori, nonostante il cielofosse coperto e piovesse, esplosero con una bellezza ed unavarietà di gradazioni sconosciuti. Una sensazione indescrivi-bilmente bella, commovente.Ci abbracciammo, con le lacrime agli occhi, e rivolgemmoun saluto carico d'affetto profondo alla nostra grotta

Giampiero Deidda - CO.SA.FA.CA. - [email protected]

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Aprile 2009

li Amici VERI sono sempre AMICI sia che si appartenga ad una casta, ad un

Ordine professionale, ad una importante Società, all'Artigianato... sia che si

sia comunissima entità.

Siete d'accordo con Ada? Buona Pasqua a tutti.

Ada Campanella - [email protected]

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Secondaparte

1/6 LEMON ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 26/04/09 10:48 Pagina 14

oto mi ha chiesto più volte di scrivere un articolo per Lemon ma io mi sono

sempre fatta pregare perch per me scrivere non è mai stato facile.

Ma questa volta ho deciso di farlo di mia volontà.

Mettersi a nudo non è facile, confessare le tue paure, le tue incertezze spesso

sconvolgono te stesso e le persone che ti stanno intorno.

Alcuni mesi fa ho avuto per la prima volta un attacco di panico e questo mi ha portato a

vivere con ansia e paura di affrontare il mondo esterno.

Io, che sono una persona iperattiva, mi sono trovata di colpo incapace di affrontare

anche le situazioni più semplici e posso assicurarvi che questo fà stare veramente male.

Tutto questo però, mi ha portato a fermarmi e a riflettere sulla mia vita e sui suoi valori.

Infatti l'ansia l'ho definita "la malattia dell'anima".

Vi starete domandando perché ora scrivo queste cose.

Perchè con la vacanza a Madonna di Campiglio ho capito che sono guarita.

Le paure che per alcuni giorni mi hanno tenuto compagnia sono scomparse, facendomi

uscire più forte e dando ancora più senso alla mia vita.

Vorrei con questa lettera ringraziare le persone che mi sono state vicine e scusarmi con

qualcuno se a volte sono stata un pò assente.

Una farmacista ERRANTE

La malattia dell’animaTT

Mansueto vendeva palloncini; di giorno si attardava in un angolo della piazzetta attenden-do che qualche bimbo, accompagnato dal babbo o dalla mamma, venisse a comperare unodi quei palloncini multicolori, congiunti per mezzo di tanti fili al suo braccio. Mansueto ed i palloncini erano stati sempre insieme; nessuno aveva mai visto Mansuetoda solo. Anche quando era in trattoria a mangiare aveva con sè i suoi palloncini, non piùcongiunti al suo braccio, ma alla spalliera della seggiola. E forse i palloncini lo vegliavanodi notte, attaccati alla rete del letto, quasi a proteggerlo nel sonno.Ma nessuno l'aveva mai visto dormire; nessuno era entrato in quella sua buia e decrepitacapanna, posta in vicinanza delle prime case del paese.I bambini volevano bene a Mansueto, perchè era sempre sull'angolo della piazzetta, pronto a vendere loro i palloncini, e lo chiamavano "Babbo Palloncino".Angelo era un bimbo povero senza babbo e mamma; viveva di carità.Spesso lo si vedeva attraversare la piazzetta ed entrare nel negozio del droghiere; altrevolte andava dal panettiere oppure dal macellaio, e sempre ne usciva con un involto piùgrosso di lui. Così anche Angelo stava sempre sulla piazzetta, ad attendere che mamma Giacinta, omamma Concetta, o mamma Assunta lo chiamassero per fare delle compere. Non si rifiutava mai Angelo, e sempre andava di corsa; così si guadagnava un po' di pane equalche cipolla che mangiava con molta avidità, mentre se ne stava seduto sui gradini delmunicipio. I gradini rappresentavano anche il suo giaciglio.

Quando era ancora estate gli ultimi passanti lo scor-gevano addormentato col capo appoggiato sulle duemanine, e qualche volta un raggio di luna lo veglia-va, illuminandogli i riccioli ed il viso sereno.D'inverno qualcuno aveva pietà di lui, ed allora tro-vava riposo in un fienile con una coperta tuttarammendata.Durante il giorno, nei momenti in cui nessuno lochiamava, seduto sui gradini e col viso tra lemani, guardava quel mucchio di palloncini multi-colori che si innalzavano verso il cielo;Mansueto posto dall'altra parte della piazzetta,era allora il centro della sua attenzione. Angelo sognava di possedere un palloncino, unpalloncino tutto suo, color del mare ed anchedel cielo; avrebbe stretta forte forte la cordi-cella nella manina ed avrebbe attraversato dicorsa la piazzetta e, sempre di corsa fino alleultime case del paese, avrebbe poi vagato perla campagna. Qualche volta sognava di possederne anchepiù di uno, tanti tanti, cento, mille.Allora avrebbe chiuso gli occhi e si sarebbelasciato sollevare per farsi trasportare lassù

Quasi un racconto vero

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ANCHE i POSSO

NOTE DI SAPORE vive della memoria del territorio, dando impulso alle aziende marchigiane che producono gusto nel rispetto della tradizione e della natura. La nostra nuova iniziativa è l’attenzione alle esigenze delle persone celiache. Dalla ricerca e dall’amore per la qualità nascono nuove confetture e gelatine prodotte nel pieno rispetto delle normative vigenti e certificate dal marchio Spiga sbarrata. Confetture di morici (more di gelso), albicocche, mele al cacao, fichi bianchi, agrumi e gelatina di mele: naturali, sicure. E buone.

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1/6 LEMON ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 26/04/09 10:48 Pagina 16

nel cielo, dove era andata la mamma. Una volta si avvicinò a Mansueto e dopo averlo osservato a lungo, guardando in alto e con le mani dietro la schiena gli chiese: "Babbo palloncino, dammene uno rosso". "Costa cinquanta lire" gli rispose Mansueto.Angelo guardò la punta dei suoi piedi, poi piano ritornò a sedersi sui gradini del municipio. Mansueto si stava avviando verso la trattoria poichè era l'ora del pranzo.Ad un tratto incespicò, perse l'equilibrio e cadde malamente. Cercò di sollevarsi, ma perquanti tentativi facesse, non ci riuscì. Angelo aveva assistito all'accaduto; esitò un attimo, poi di corsa raggiunse Mansueto. Il bimbo ed il vecchio si diressero lentamente verso le ultime case del paese; poi entraro-no in quella buia e decrepita capanna, ove Mansueto era solito abitare. Babbo palloncino si adagiò sul giaciglio, emettendo di tanto in tanto un lamento prolunga-to, mentre si toccava la gamba destra. Da quel giorno e per molti altri giorni, si vide sull'angolo della piazzetta un bimbo trattene-re a stento un mucchio di palloncini multicolori, in attesa di qualcuno che venisse da lui percomperarne uno rosso, o verde, o giallo. All'ora di pranzo Angelo si avviava verso la trattoria, e ne usciva subito fuori con un grandeinvolto, si dirigeva poi verso le ultime case del paese ed entrava nella capanna, ove Mansuetol'attendeva per mangiare. "Un giorno quando sarò guarito, ti regalerò molti palloncini" diceva Mansueto.

Angelo non rispondeva, sorrideva soltanto, e ritornava di corsa all'angolo della piazzetta avendere palloncini.La sera andava da Mansueto per portargli ancora da mangiare, e per lasciargli i palloncini chesarebbe tornato a riprendere il mattino successivo. Ma una mattina Mansueto attese invano Angelo, e così per molte altre mattine, tanto che finìper rassegnarsi, pensando che forse Angelo non aveva venduto palloncini per lui, nè gli avevaportato il vitto.

Si aiutò da allora come meglio gli fu possibile, confidando nellabontà del prossimo che gli procurava di tanto in tanto il necessa-rio per non morire di fame.Così sopraggiunse l'inverno più lungo e freddo del solito; ma laprimavera che ne seguì esplose in tutta la sua potenza di luce e di calore. Ormai Mansueto si era rimesso, ed anche zoppicando sarebbe certamente riuscito a raggiungere il suo abituale angolo nellapiazzetta. Così un giorno si fece coraggio e si avviò con un enorme numerodi palloncini verso l'abitato.I bimbi lo salutarono e gli si accalcarono attorno con grida digioia.Raggiunse insieme a quel corteo la piazzetta, contento anche luiche tutto fosse ritornato come prima.Ma presto si accorse che qualcosa mancava; Angelo non era piùsui gradini del municipio a fissarlo con il viso tra le mani.Chiese di Angelo, ma nessuno di quei fanciulli sembrava avereudito la domanda, tanta era la loro gioia ed il loro frastuono.Attese che quella furia festosa si fosse placata, distribuendo moltipalloncini in cambio di tante lirette.Rimasto solo, attese ancora un poco, nella speranza di vedereriapparire Angelo attraversare di corsa la piazzetta con un invol-to più grosso di lui. Infine chiese ad un passante dove fosseAngelo.

"È morto di polmonite prima dell'inverno", rispose quell'uomo senza fermarsi. Mansueto allora,con tutti i suoi palloncini, si avviò mestamente per la strada del cimitero. Attraversò il piccolo cancello di ferro e cercò fra quelle tante tombe la più piccola, la più mesta.Scorse una croce con sopra un nome, quello di Angelo.

Staccò dal suo braccio il fascio di fili che reggevano i palloncini, e lo legò al bracciodestro della croce.Poi, quasi piangendo, uscì dal cimitero e si perse aduna curva della strada piena di sassi,zoppicando ad ogni passo.I palloncini, trattenuti dalle cordicelle,stavano sospesi nell’aria. Si urtarono un poco l'uno con l'altro, poi,quasi liberati da una mano invisibile, silibrarono indecisi senza vincoli, quasi adattendere un corpo che dovevano traspor-tare su in alto, nel cielo.Infine, con un balzo improvviso, superaronoi lunghi cipressi, e si persero dove qualcunoli attendeva, forse, da tempo.

...ritrovai il racconto nel fondo di un cassetto.Ed allora mi sovvenne alla mente che nellatradizionale fiera di Pugliano, c’era sempre un venditore di palloncini per la gioia e la festadei bambini.Mi ci recavo normalmente con la Pinguina detta Chiara, che sempre mi chiedeva con moltadolcezza: “Nonno mi comperi un palloncino?”Figuratevi come io glielo avessi potuto negare!

Anche Angelo avrebbe voluto avere un nonno cuirivolgersi, ma il destino gli era stato avverso, direiquasi crudele. Questa volta, senza apparire un “redentore” come a suo tempo il buon Ambrek mi qualificò a causadella barba austera che ancora mostro, mi sonocalato in una forma non più scherzosa e semiseria,ma ho cercato di assumere un aspetto di bontà serena, ammesso che qualche volta sia riuscito adessere buono.Perché ho meditato sulla violenza ed ingiustizia riversata su quelli più deboli, soprattutto sull’infanzia.Per fortuna c’è sempre un angelo che vola verso i cieli con tutte le nostre speranze. Definiamo il tutto “abbioccamento pasquale”, data la Pasqua ormai prossima.

Auguro perciò a tutti una Buona Pasqua, non dal pulpito di un altare, ma umilmente da una sperdutazona del Montefeltro, che rimane pur sempre il Principato di Montecopiolo.

Alessandro I° Vampa - Farmacentro - [email protected]

Il Principe

1918

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1/6 LEMON ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 26/04/09 11:08 Pagina 18

l promontorio della Sella del Diavolo è il monumento naturale più conosciuto e piùamato dai cagliaritani e si deve raccontare la leggenda che lo riguarda.Molti anni fa un diavolo si era insediato a cavalcioni sul promontorio, che domina il litorale del Poetto e vi stava ormai da tanto tempo che il dorso del colle si era

infossato ed aveva assunto la forma di una sella.Da lassù il diavolo dominava tutto il golfo cagliaritano,e con la coda agitava tanto le acque da provocare ondate terribili che squassavano le fiancate delle navi,soffiando sulle vele che si laceravano.Le imbarcazioni non riuscivano più a governare e nonpotendo resistere all’impeto diabolico di quell’esseregigantesco, finivano per naufragare miseramente emolti naviganti perivano miseramente tra i flutti.Il diavolo gongolava e le donne della costa, rimastespesso sole, piangevano e si disperavano.Finchè un giorno una giovane sposa propose alle altredonne della città di recarsi in pellegrinaggio alla chiesetta sul monte di San Michele e qui invocarono ilSanto Arcangelo perché ponesse finalmente rimedio a tante sciagure.Ed ecco, il giorno successivo, presentarsi sulle specchio acqueo del golfo una nave bianchissima. Il diavolo cominciò la solita sarabanda, ma la nave procedeva tranquilla,ed il vento si placava immediatamente davanti a quelle vele immacolate, mentre la naveprocedeva diritta e sicura fin sotto il promontorio.Qui il demonio si accorse che quella imbarcazione era condotta da angeli, guidati dall’arcangelo Michele che, con la spada, tracciò nell’aria una croce di fuoco.A quella vista il diavolo lanciò un urlo e contorcendosi precipitò in fondo oltre gli abissimarini.Da allora il promontorio ha assunto il nome di “Sella del Diavolo” e l’ampio golfo diCagliari è denominato “Golfo degli Angeli”.

Approfitto di queste pagine per ringraziare tutti, ed in particolare Maurizio, per l’assi-stenza ed il conforto prestatimi nel volo per Dubai, quando un brutto malessere mi hafatto perdere conoscenza. Per fortuna, superato quel breve momento, ho goduto di unabellissima vacanza, interessante e spettacolare.Grazie ancora dalla affezionatissima Sesa

Sesa Spanedda - CO.SA.FA.CA. - [email protected]

La leggenda della “Sella del Diavolo”

II

2120

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1/6 LEMON ok x grapho:LEMON 5 X AD 5.0 26/04/09 11:08 Pagina 20

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uelle che sembrano divertirsi di più sono proprio loro, le "signore".

Più che mogli di stimati professionisti e a loro volta "stimate professioniste",

(qualsiasi allusione a "lavori" più o meno antichi sono lesive e perseguibili

penalmente) si trasformano in leggiadre volteggiatrici senza ritegno e senza

vergogna.Aggraziate nei movimenti, sinuose negli spostamenti, sensuali negli atteggiamenti ma quel

che più conta "coordinate" in tutte le varie fasi della lavorazione.

Certo per loro è più facile seguire Pino.

Muovere in sincronia busto e bacino, i piedi avanti e indietro, girare le chiappe all'unisono,

piegare l'anca contemporaneamente al movimento interno del ginocchio, assumendo

posizioni degne del miglior... "Vladimir Luxuria".

Certo che se pensiamo che questo personaggiO ,o questa personaggiA? Chissà? Le tette

sembra averle, ma dovrebbe avere ancora "penzolante" qualcosa di maschile, per cui

l'appartenenza ad un sesso ben definito risulta di difficile interpretazione.

È più o meno come la storia della "PARENTESI". Mi spiego meglio.

Domanda: "La Parentesi" è una parola maschile o femminile???

In genere si risponde femminile. Ma è "sbagliato", perché è maschile.

Infatti si dice: "FRA PARENTESI" e se così non fosse si direbbe "SUOR PARENTESI"!!!

Ma quel che più è triste o divertente (se non l'avete capita, quella della parentesi, non

preoccupatevi, d'altronde anche il marinaio spiegò le vele al vento, ma... il vento non capì),

dicevo quel che più è triste o divertente è pensare che fino a poco tempo fa "egli o ella" cioè

il nostro "Vlady" sedeva con tutto il suo "incerto" armamentario sulle regali poltroncine del

"nostro" parlamento e legiferava. Ad onor del vero ce ne sarebbero anche altri, magari più

rispettabili solo nell'aspetto, che si siedono più o meno in zona, ma questa è un altra storia.

Dicevo... ma sarà meglio che riparta dall'inizio.

Durante il trasferimento da Cesena a Montecopiolo, dove c'era ad attenderci il Principe

Reggente "Alessandro I° Vampa", in occasione della Ia festa "Campagnola-Lemoniana",

io e la mia signora, Lorella Cappelli in Fagioli, ospiti e di conseguenza compagni di viaggio

di: Malossi dott. Alessandro e della sua signora, Giovannini dott.ssa Francesca in Malossi,

con tutte le figure geometriche annesse e connesse, fra intoppi iniziali e strade sconosciute,

si sa i navigatori, anche quelli più "fighi", non tengono conto delle situazioni reali, il viaggio

durò più del previsto e si parlò del più e del meno.

E tra il più e il meno, la signora Giovannini

in Malossi, che Dio labenedica, disse:Mercoledi, insiemead altri amici, abbiamo la primalezione di balliromagnoli e non, perchè non venite anche voi???

Io, lucido e mental-

mente stabile stavoper dire: Ma non so...

ma non feci in tempo

ad aggiungere altroperché, la signoraCappelli in Fagioli in

pieno delirio ormonale

disse: Sono anni che

glielo chiedo, ma non

QQ

1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 S H A L L W E D A N C E ? ? ?

sono mai riuscita a portarcelo, cosa dici AMORE (amore sono io) ci andiamo???Un altro "uomo", uno di quelli di una volta avrebbe detto, unendo pollice e indice della manodestra e alzandola a mezz'aria, un categorico, indiscutibile ed inequivocabile NO!!!Mo zò, non è il caso, siamo vecchi, i figli, il lavoro, e invece io che non sono un "uomo" di unavolta ho detto: Perchè no..., proviamoci!!!Arriva il mercoledì fatidico ed oltre a noi e ai nostri squisiti compagni di viaggio c'erano:ometto i nomi perché non ho il consenso della privacy:1) Noto commercialista cesenate, in sgargiante cravatta pluricolorata, con la stessa che partiva parallela dalla trachea e finiva con ampia curva sull'addome e compagna. Scopertodopo che non era la moglie, con relativa figura di merda, e ripetuta figura di merda perchéscoperto dopo che trattavasi solo di amica e anche un pò incazzereccia.2) Noto ingegnere cesenate, completamente negato per il ballo, tinco come un manico di scopacon "frizzante" signora, notissimo notaio in Cesena.3) Lui e lei noti commercianti e stilisti in Faenza, lei piuttosto fluida, lui... lasciamo perdere.Quindi noi dieci, donne in una stanza e uomini in un’altra, al comando del maestro Pino e delsotto-maestro Luigi, iniziamo le danze.Un, dùe, trè, qùattro, cìnque, sèi, cadenzati. Importantissimo è contare, muovere i piedi atempo e contare. Il problema è far combaciare i movimenti dei piedi col cervello, assumereposizione a busto eretto, la schiena leggermente incurvata all'indietro in modo che il "TUO"...insomma... combaci più o meno con la "SUA" ...insomma... !!!E pensare che io non avendo mai ballato prima, a parte il lento, ma mi serviva per altri scopi,ho sempre incoraggiato mia moglie a ballare con altri, ma non lo farò mai più!!!Beh, io sono decisamente negato, ma guardando i miei compagni di sventura direi che siamotutti sulla stessa barca. Certo che se ballare ai tempi della Santa Inquisizione era un modo perdiscolparsi, il dott. Malossi sarebbe finito sul rogo per essere purificato dal fuoco, bruciatovivo perchè sicuramente colpevole.O se fosse vissuto ai tempi del Vecchio West, sarebbe stato sicuramente "l'uomo della medici-na" della tribù dei "Cheynne-Dakota", il "Popolo degli Uomini" e il suo nome indiano sarebbestato: "Chingachoon-Tantunka-Yotanka-Iam" che tradotto nella nostra lingua significa:"Da grande fai quello che vuoi ma non ballare Mai"!!!Ma la cosa può essere tranquillamente trasferita a me o al panciuto commercialista, all'impalato ingegnere o all'incerto stilista.E come si dice "mal comune mezzo gaudio". Per fortuna ci sono i proverbi che ci vengono inaiuto per definire le situazioni. Come ad esempio: Chi va con lo zoppo... "arriva tardi", o Chi va piano... "per arrivare arriva ma non trova più nessuno" o ancora, Donna baffuta..."brutta gnocca" etc, etc, etc.Per cui fra camicie con alone ascellare, fronti bagnate dalsudore, crampi improvvisi per uso di muscoli addormen-tati, riacutizzazioni di calli mal curati e calpestamento dipiedi propri ed altrui, fra tango, walzer, mazurche, e cha-cha-cha, continuiamo questa avventura, certi che lebalere romagnole e le relative arzdore avranno prestonuovi e inconsueti protagonisti. Ciao a tutti, che Dio mi e vi benedica.

Vi auguro di poter vivere una vita... "AGIATA" o... dove preferite!!!

Massimo "Astaire" Fagioli - CO.RO.FAR - [email protected]

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“Appunti sparsi” aspetta semprenuovi amici... Invia il tuo articolo e la tua foto a: [email protected] aspettiamo!!!

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uesta è stata la mia secondavacanza con il gruppo deifarmacisti Inter Co. Fa.gruppo Sportivo e quest’an-

no con mio zio Dino e Fabio abbiamocombinato di tutto! Spero che il prossi-mo anno non sia da meno!

QQ

Riccardo SannaCO.SA.FA.CA - [email protected]

Madonna di Campiglio - 8/15 Marzo 2009

ari amici è stato un piacereconoscervi. Non mi aspettavoun'accoglienza così calorosae un entusiasmo così sincero.

Siete veramente un bel gruppo più chedi seriosi farmacisti di goliardi vacan-zieri. Spero che questa mia bella espe-rienza serva da grimaldello per altrimiei colleghi genovesi e che in futuro larappresentanza ligure sia sempre piùcongrua. In attesa di rivedervi tutti e dipassare ancora tanti bei momenti insie-me vi mando un saluto da Genova, uninvito per visitarla e un vecchio prover-bio... sui soldi ovviamente e sul nostronoto rapporto con essi.“I dinai d’un avarone van in bocca a unstraggion...” - “I soldi di un avaronevanno in bocca a uno sprecone”.Un abbraccio forte e grazie ancora di tutto.

Paola [email protected]

Wanda Lauro - UFL [email protected]

DIARIO DI BORDO er i miei 12 anni ho già fattotre esperienze con Inter Co.Fa. Gruppo Sportivo e sperodi continuare a divertirmi

facendo ancora nuove amicizie e vin-cendo un altro po’ di pasta alla tombola!

PP

n nuovo sport spopola tra icomponenti dell’Intercofagruppo sportivo: attenzioneattenzione arrivano i

farmacisti tavolari!! La sindrome daSnowboard dopo avere contagiato i duepiù matti del gruppo si è diffusa anchetra i più giovani! e magari il prossimoanno vedremo pure una certa dottores-sa di Pesaro surfare nella neve!

UU

na splendida settimanacon… di tutto di più e dimeglio!Grazie

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UU

Andrea e Alberto SerafiniCO.SA.FA.CA - [email protected]

CC

OLE NEVE CIELO… Azzurroed aria buona hanno fatto dacornice ad una settimanavolata via tra belle sciate,

buona compagnia, buon cibo, e balli…sfrenati.Che dire… mi sento come una bambinafelice e serena, che ha appena finito dileggere un bel racconto, perché si èmolto divertita con il gatto e la volpe ela dolce fatina bionda dagli occhiazzurri. Grazie a tutti.

SS

Alessandro Pochini Farmacentro - [email protected]

Camilla Pochini - Farmacentro - [email protected]

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COROFAR SALUTE, le farmacie di fiducia

Il Network CorofarSalute è una rete di oltre 110 farmacie indipendenti situate nelleprovince di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Bologna e Arezzo, nata con lʼobiettivodi valorizzare il ruolo del farmacista e di prepararlo alle sfide del futuro.

CorofarSalute realizza iniziative di prevenzione ed informazione sanitaria a favore della clientela per ricordare lʼimportanza di farmacie vicine alla gente e alle necessità di chi deve affrontare problematiche di salute. Vengonoproposte anche attività commerciali sui prodotti di automedicazione e su altri articoli appartenenti al mondo delbenessere, della cura di sè e della famiglia, rispondendo alle legittime richieste di convenienza del mercato: sottolo stesso marchio le iniziative trovano voce su vari mezzi di comunicazione (la rivista CorofarSalute, la cronaca e leradio locali, ecc.).

La farmacie hanno inoltre lʼopportunità di migliorare la propria performance commerciale applicando evoluti sistemidi gestione - category management, merchandising, selezione assortimentale e analisi della redditività.

Lo staff di CorofarSalute si propone quindi come consulente globale della farmacia per orientarla nelle dinamichecommerciali e come partner di valore per lʼindustria di marca interessata al canale.

Per lo sviluppo della rete è fondamentale la collaborazione di tutte le farmacie, per prepararsi insieme alle sfide dellaglobalizzazione senza mettere a rischio il ruolo naturale di vicinanza al territorio che i farmacisti hanno sempreespresso nellʼesercizio della loro professione.

Il Network CorofarSalute dal 2009 aderisce alla rete Nazionale di Federfarmaco, così come le cooperativeFarmacentro Logistica (Jesi – Perugia) e Safar (Pescara) partner storici di Corofar, insieme ad altre importanticooperative dʼItalia.

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NASCE IL CLUB MAMMEUn nuovo servizio da COSAFACA per la FARMACIA

Prenderà avvio nel mese di maggio il nuovo servizio della cooperativa creato per il target DONNA IN ATTESA/NEOMAMMA/MAMMA.Lʼiniziativa coniuga lʼobiettivo primario di qualificazione della farmacia come centro polifunzionale di servizi e presi-dio territoriale attivo e diffuso sul territorio a quello commerciale e strategico di conquista e fidelizzazione di un tar-get altospendente e spesso sottovalutato in termini di potenzialità.Entrando nel CLUB la futura mamma potrà infatti compilare una lista nascita scegliendo tra articoli che vanno dallapuericultura pesante al babycare fino ai BUONI SPESA che consentono un risparmio sullʼacquisto di prodotti cheincidono pesantemente sul bilancio familiare quali PANNI e OMOGENEIZZATI .Potrà inoltre accedere a una serie di servizi ad alto valore aggiunto che solo la farmacia potrà garantire quali:

INCONTRI TRA FUTURE MAMME E TRA NEOMAMME per confrontarsi con esperti su temi quali: nutrizione, utilizzo di prodotti specifici per la gravidanza e lʼallattamento, ritornare in forma dopo il parto, il massaggio del bam-bino, rimedi alternativi al farmaco

CONSULENZA OSTETRICA A DOMICILIO per ricevere assistenza, sostegno, utili consigli dellʼostetrica al rientroa casa dopo il parto

CONSULENZA TELEFONICA E VIA E-MAIL per consigli su farmaci/rimedi fitoterapici/prodotti omeopatici,sulla cor-retta alimentazione in gravidanza e durante lʼallattamento,sui trattamenti di bellezza da adottare in gravidanza e pertornare in forma dopo il parto

LINEA DIRETTA CON UN ESPERTO per ricevere informazioni su prodotti specifici per le esigenze della mamme edel bambino e le ultime novità in tema di prodotti per la gravidanza.

PORTALE DEDICATO WWW.CLUBMAMME.COM per tenersi aggiornate sui servizi e le attività del club e incon-trarsi con le altre mamme della Sardegna.

Lʼiniziativa, realizzata in collaborazione con il collegio Interprovinciale delle Ostetriche di Cagliari/Oristano/Nuoro,sarà pubblicizzata attraverso i quotidiani locali ed attività di direct marketing rivolte al target di riferimento.

Ilaria FaddaResponsabile UfficioMarketing e Vendite

Per informazioni: [email protected]

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Nel mese appena passato, abbiamo (virtualmente…) celebrato il primo complean-no della Rete FARMINSIEME, il progetto innovativo ed ambizioso, che di fatto hacostituito il primo autentico punto di contatto, sfociato poi nella fusione fra SAF Jesie UMBRAFARM Perugia, ormai da diversi anni in fase di accurata e faticosa pre-parazione.

La fase di cantiereAllʼinizio sono stati 22 i Soci che hanno sposato lʼidea, adeguandosi (anzi “sacrificandosi”) al ruolo di “cavie” depu-tate ad aprire il cosiddetto “cantiere” della Rete. Partendo da una filosofia di lavoro e di gestione delle proprie far-macie diverse dallʼusuale, 12 farmacie sparse in tutte le Marche e 10 concentrate invece per lo più a Perugia,hanno così iniziato a fare i primi test sul campo, accorgendosi che le iniziative commerciali legate a Farminsiemefunzionavano. Eccome se funzionavano! Grazie ad un accurato sistema di analisi dei dati, infatti, si è potuto osser-vare che durante i periodi delle promozioni si registravano dei picchi di vendita assoluti sui prodotti scontati e pub-blicizzati su volantini a disposizione del pubblico. Una risposta significativa, certamente non difensiva e rassegnatama reattiva q.b. alla nuova situazione di mercato, che ha visto lʼapertura di parafarmacie e di corner della salutenei centri commerciali, conseguente alla ben conosciuta Legge Bersani.

L’apertura delle adesioniLogico quindi che, dopo circa sei mesi di prova, si aprissero le porte allʼadesione di altre farmacie, le quali già datempo avevano manifestato la volontà di fare parte del network. Attraverso un programma di ingressi scaglionati,nellʼautunno dellʼanno scorso ben 60 farmacie hanno aderito a Farminsieme, firmando il contratto di reciproca col-laborazione che prevede, da una parte unʼalta fedeltà di acquisto nei confronti della Cooperativa nonché la delegasui settori SOP e OTC e, dallʼaltra, lʼerogazione di una serie di servizi di marketing, ma non solo, utili a rendere lafarmacia un centro sanitario a disposizione dei cittadini. Importanti città ubicate nelle regioni dʼinfluenza diFarmacentro Servizi e Logistica, come Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona, Ascoli Piceno, Perugia, Terni, Spoleto,Arezzo e Pistoia, si sono perciò identificate con la nuova idea di “catena” e nel mese di aprile del 2009 circa altri 20Soci hanno deciso di entrare spontaneamente nel Gruppo, portando così a più di 100 le farmacie presentiFarminsieme.

L’offerta commercialeNonostante la prevista e prevedibile complessità organizzativa legata anche agli innumerevoli processi operativi chehanno portato nel giro di pochi mesi alla fusione di SAF e UMBRAFARM, il Gruppo Farminsieme ha potuto in que-sti mesi proporre ai clienti delle sue farmacie interessantissime offerte commerciali al punto che, pur non essendostata data alcuna enfasi mediatica al progetto, visto il suo sviluppo ancora nella fase iniziale, diversi quotidiani loca-li si sono accorti dellʼiniziativa a tal punto da sollecitare approfondimenti in merito.

La sezione “servizi”Come è già stato detto in altre occasioni, è sin dagli anni ʼ90 che si parla della “Farmacia dei Servizi” come model-lo di farmacia del futuro. Ora, quel futuro di cui tanto si è parlato e si continua giustamente a parlare, è in diritturadʼarrivo. A questo proposito, sono sempre di più gli scenari, anche legislativi, che aprono nuovi fronti in questa dire-zione. Oltretutto, la maggior parte degli analisti considera il settore dei “servizi” come quello con il maggior poten-ziale di sviluppo in farmacia, vista lʼormai prossima “saturazione” del mercato farmaceutico. Ovviamente, uno deicavalli di battaglia con cui il Gruppo Farminsieme intende proporsi al grande pubblico, si identifica con i servizi edè proprio a tale scopo che è iniziato, sin dallʼavvio del progetto, il lungo lavoro di preparazione che in questo 2009dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti.

Rete Farminsieme:un lungo percorso diinnovazione

Dall’autoanalisi alla telemedicina: la tecnologia al servizio della gentePremesso che sono diverse le strade che la categoria sta percorrendo per rafforzare le sue sinergie con il settore pub-blico della Sanità, il Gruppo Farminsieme ha un obiettivo ambizioso:quello di mettere a disposizione dei Soci aderen-ti al progetto, una serie di servizi innovativi destinati alla cittadinanza. Mentre lʼauto - analisi dei parametri di primaistanza è una pratica conosciuta da tempo (posta peraltro al primo posto come gradimento da parte degli stessi clien-ti), e a tal proposito molto presto Farminsieme presenterà una interessante convenzione realizzata con la più impor-tante azienda produttrice di apparecchi, la telemedicina è invece davvero un grande servizio proiettato al futuro.Grazie alle strumentazioni preposte e allʼutilizzo del web, è oggi possibile effettuare prestazioni ad alto valore sanita-rio di concerto con la classe medica. In questʼottica, Farminsieme ha sperimentato in questi mesi lʼholter pressorio incollaborazione con una società di Milano specializzata nel settore, riscontrando un notevole successo sia da parte deifarmacisti che degli utenti. “Siamo davvero orgogliosi di aver proposto questo servizio in una zona rurale come lanostra, dove per effettuare esami del genere si possono perdere intere giornate”, ci ha detto Eduardo Salsano, dellaFarmacia di San Marcello (AN), mentre una delle persone ad averne usufruito è niente meno che GiulianaGioacchini, la Segretaria Direzionale di Farmacentro da tutti conosciuta anche per il suo ruolo nellʼINTERCOFA, cheha manifestato grande soddisfazione per “aver potuto fare senza alcuno sforzo, in modo così semplice, comodo eprofessionalmente allʼaltezza, il monitoraggio della pressione in modo di prevenire possibili complicazioni”. E un altrofarmacista che sta testando il servizio, Sandro Cesaroni di Marina di Montemarciano (AN), rinforza il concetto: “Eʼtramite questo tipo di offerta che la farmacia può davvero innalzare la sua già affermata valenza sanitaria, collabo-rando in primo luogo con i medici che nella mia realtà, si sono dimostrati entusiasti dellʼiniziativa”.

Farmacentro e Farminsieme, un binomio sinonimo di garanziaSia la Cooperativa che la Rete iniziano con il suffisso “Farm”, capace di identificare in maniera così chiara ed istinti-va il settore di riferimento. Il cammino iniziato dodici mesi fa, ci ha portato non solo alla fusione ma anche alla com-pleta affermazione di due nuovi marchi, figli stessa madre. FARMACENTRO SERVIZI e LOGISTICA e FARMINSIE-ME, sono la chiave di svolta per affrontare in modo vincente il domani, con la garanzia che la Farmacia non sarà mailasciata sola nel cambiamento e nella trasformazione che la società con insistenza le chiede.

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Farmacentro - Jesi - [email protected]

er noi di Lemon è scorso bene.Il lavoro fatto, consolidato, frutto di tante piccole e grandi iniziative rende oggi indispensabile mantene-re intatta la memoria e guardare avanti, al nuovo.Foto e scritti, visti su Lemon, sono i tesori che garantiscono nuovi successi.

Partecipando abbiamo la possibilità di fruirne nel migliore dei modi.C'è bisogno della presenza di tutti per dare al futuro la storia di tanti di noi a testimonianza di un rinnovato e concreto amore e desiderio di rivedersi.Ai fedelissimi ...buona vacanza, agli altri dico..."unitevi a loro".

Il tempo passa

PP

MARIO DUBBINI

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