14 febbraio 2015

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Roma, 14 febbraio 2015. Carissime sorelle, Spero di incontrarvi entusiaste e creative nell’annunciare Gesù e la sua Parola. Nel mese precedente, vi ho comunicato d’aver fatto la scelta di presentarvi durante l’Anno Bicentenario alcuni aspetti del cuore missionario di Don Bosco. Don Bosco, sebbene non abbia realizzato la sua vocazione missionaria ad gentes, ha animato e guidato i suoi figli e le sue figlie a realizzarla, quasi come quei genitori che per raggiungere la felicità cercano di vedere realizzata la loro vocazione nei propri figli. Certamente conoscete casi simili, vero? Questa volta, vorrei condividere con voi una riflessione sul cuore missionario e “ sognatore” di Don Bosco. Sì, proprio così: Don Bosco sogna le missioni, vede terre lontane, paesaggi stupendi, persone sconosciute, avvenimenti straordinari; sente qualcuno che parla, che offre delle indicazioni, che orienta verso nazioni e continenti. Don Bosco, nei suoi 5 grandi sogni missionari, viaggia, si sposta, fa calcoli, pianificazioni, collega informazioni e dati, riconosce i suoi Salesiani, vede i suoi giovani, incontra e fa incontrare. I sogni missionari di Don Bosco gli riconfermano il senso del suo essere e del suo fare: da mihi animas, cetera tolle”. Vi invito a rileggere con lo “sguardo allargato”, come chi contempla, il primo sogno missionario di Don Bosco (MB X, p. 54 - 55 ) quello che ha fatto proprio quando stava nascendo il nostro Istituto 1 . Un sogno missionario che ci ha aperto le porte della Patagonia, e non solo! Riprendere il sogno del 1872 in questo momento della storia ci fa subito pensare a Papa Francesco, venuto proprio dalla fine del mondo”, dall’Argentina, e che porta dentro di sé un grande amore e interesse per la Patagonia. Secondo Papa Francesco, la Patagonia appartiene al carisma fondazionale di Don Bosco. Ecco perché ha insistito e insiste che le FMA non possono lasciare la Patagonia: «Anch’io mi permetto di essere insistente pensando alla Patagonia… Non dico di più! » (8 novembre 2014). Nel sogno della Patagonia, che oltre a tutto è un sogno molto colorato, Don Bosco avverte una presenza molto significativa. Dopo le stragi di un gruppo di missionari riconosciuti come appartenenti ad altri Ordini, si vedono all’orizzonte i Salesiani, anch’essi riconosciuti da Don Bosco. Impaurito, temendo per la loro vita, desidera avvisarli del pericolo, ma a un certo punto comprende che con l’avvicinarsi dei missionari salesiani gli autoctoni si tranquillizzano, gli vanno incontro e li ascoltano volentieri. Anzi, si uniscono ai missionari per pregare. E Don Bosco si accorge che i missionari recitano il Rosario Ecco la presenza! Carissime sorelle, in questo nostro tempo, così segnato da guerre, da violenze religiose, politiche ed etniche, in cui sembra che i segni di morte (morte fisica, spirituale, morale…) abbiano più forza dei segni di vita…, uniamoci fervidamente nella preghiera del Rosario, invocando la Regina della pace, l’Aiuto dei Cristiani, implorando il dono della pace per il mondo, per i sofferenti, i perseguitati, i «non- cittadini: persone invisibili, povere di mezzi e di calore umano, che abitano “non -luoghi”, che vivono delle “non-relazioni”», come ha detto in questi giorni Papa Francesco (7 febbraio 2015). Preghiamo la Madonna, strappiamo dal suo cuore il dono della pace per il mondo. Don Bosco ripeteva con forza: «Abbiate fede in Maria Ausiliatrice e vedrete cosa sono i miracoli». (cf. MB XI 395) In compagnia di Maria, preghiamo anche per le Neo-missionarie che, nei prossimi giorni, dopo il discernimento accompagnato dalla Madre e dalla Consigliera per le Missioni, riceveranno la loro destinazione. Dovunque vadano, siano con i giovani, donne di pace, missionarie di speranza e di gioia! 1 Lo trovate in allegato.

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Roma, 14 febbraio 2015. Carissime sorelle,

Spero di incontrarvi entusiaste e creative nell’annunciare Gesù e la sua Parola.

Nel mese precedente, vi ho comunicato d’aver fatto la scelta di presentarvi durante l’Anno

Bicentenario alcuni aspetti del cuore missionario di Don Bosco. Don Bosco, sebbene non abbia

realizzato la sua vocazione missionaria ad gentes, ha animato e guidato i suoi figli e le sue figlie a

realizzarla, quasi come quei genitori che per raggiungere la felicità cercano di vedere realizzata la loro

vocazione nei propri figli. Certamente conoscete casi simili, vero?

Questa volta, vorrei condividere con voi una riflessione sul cuore missionario e “sognatore” di Don

Bosco. Sì, proprio così: Don Bosco sogna le missioni, vede terre lontane, paesaggi stupendi, persone

sconosciute, avvenimenti straordinari; sente qualcuno che parla, che offre delle indicazioni, che

orienta verso nazioni e continenti. Don Bosco, nei suoi 5 grandi sogni missionari, viaggia, si sposta, fa

calcoli, pianificazioni, collega informazioni e dati, riconosce i suoi Salesiani, vede i suoi giovani,

incontra e fa incontrare. I sogni missionari di Don Bosco gli riconfermano il senso del suo essere e del

suo fare: “da mihi animas, cetera tolle”.

Vi invito a rileggere con lo “sguardo allargato”, come chi contempla, il primo sogno missionario di

Don Bosco (MB X, p. 54 - 55 ) quello che ha fatto proprio quando stava nascendo il nostro Istituto1. Un

sogno missionario che ci ha aperto le porte della Patagonia, e non solo!

Riprendere il sogno del 1872 in questo momento della storia ci fa subito pensare a Papa Francesco,

venuto proprio “dalla fine del mondo”, dall’Argentina, e che porta dentro di sé un grande amore e

interesse per la Patagonia. Secondo Papa Francesco, la Patagonia appartiene al carisma fondazionale di

Don Bosco. Ecco perché ha insistito e insiste che le FMA non possono lasciare la Patagonia: «Anch’io mi

permetto di essere insistente pensando alla Patagonia… Non dico di più!» (8 novembre 2014).

Nel sogno della Patagonia, che oltre a tutto è un sogno molto colorato, Don Bosco avverte una

presenza molto significativa. Dopo le stragi di un gruppo di missionari riconosciuti come appartenenti

ad altri Ordini, si vedono all’orizzonte i Salesiani, anch’essi riconosciuti da Don Bosco. Impaurito,

temendo per la loro vita, desidera avvisarli del pericolo, ma a un certo punto comprende che con

l’avvicinarsi dei missionari salesiani gli autoctoni si tranquillizzano, gli vanno incontro e li ascoltano

volentieri. Anzi, si uniscono ai missionari per pregare. E Don Bosco si accorge che i missionari recitano

il Rosario … Ecco la presenza!

Carissime sorelle, in questo nostro tempo, così segnato da guerre, da violenze religiose, politiche ed

etniche, in cui sembra che i segni di morte (morte fisica, spirituale, morale…) abbiano più forza dei

segni di vita…, uniamoci fervidamente nella preghiera del Rosario, invocando la Regina della pace,

l’Aiuto dei Cristiani, implorando il dono della pace per il mondo, per i sofferenti, i perseguitati, i «non-

cittadini: persone invisibili, povere di mezzi e di calore umano, che abitano “non-luoghi”, che vivono

delle “non-relazioni”», come ha detto in questi giorni Papa Francesco (7 febbraio 2015). Preghiamo la

Madonna, strappiamo dal suo cuore il dono della pace per il mondo. Don Bosco ripeteva con forza:

«Abbiate fede in Maria Ausiliatrice e vedrete cosa sono i miracoli». (cf. MB XI 395)

In compagnia di Maria, preghiamo anche per le Neo-missionarie che, nei prossimi giorni, dopo il

discernimento accompagnato dalla Madre e dalla Consigliera per le Missioni, riceveranno la loro

destinazione. Dovunque vadano, siano con i giovani, donne di pace, missionarie di speranza e di gioia!

1 Lo trovate in allegato.

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Mi permetto di farvi un altro invito, anch’esso molto pratico: mentre contempliamo il sogno

missionario di Don Bosco, che ancora oggi si realizza nel quotidiano delle nostre comunità e desidera

diventare realtà nelle periferie del mondo, interroghiamoci personalmente e comunitariamente:

. Quali sono le ricadute del sogno missionario del 1872 nella mia vita personale, nel mio Sì quotidiano

alla missione che mi è stata affidata?

. Quale posto occupa il da mihi animas cetera tolle nell’ordinario della mia vita?

. Oggi, chi sono i più lontani ai quali dobbiamo andare incontro come missionarie di speranza e di gioia?

Alla conclusione del primo sogno missionario, Don Bosco dichiara: «Questo sogno fece molta

impressione sul mio animo, ritenendo che fosse un avviso celeste».

Carissime sorelle, mi auguro che ognuna di noi rimanga non soltanto impressionata da questo sogno

missionario, ma che veramente sia toccata dalla passione del da mihi animas cetera tolle, al punto di

essere capace di allargare lo sguardo per offrire spazio ai giovani nel proprio cuore, uno spazio

pieno di speranza e di gioia, dove la norma sia «Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe

stato per i miei poveri giovani».

Con affetto di sorella, un forte abbraccio e un ricordo nella preghiera del Rosario, chiedendo a Dio per

intercessione di Maria il dono della pace.

Sr. Alaide Deretti

Consigliera per l’Ambito Missioni

“Questo sogno fece molta impressione sul mio animo,

ritenendo che fosse un avviso celeste.”

Fortín Mercedes - Argentina

Archivio CGFMA