12 – Giornalino di Marzo 2013

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Giornalino di Marzo 2013

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AGAPE

GIORNALINO A CURA DEI GIOVANI DELL’ORATORIO

ASSOCIAZIONE “DON BOSCO”

ANNO 2 N°12 MARZO 2013

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aa volte, i gio-vani come voi, stando al di fuori e vedendovi impegnati in oratorio e in Parrocchia a fare i catechisti, gli anima-tori, i ministranti e altri servizi come il dopo-scuola, l’apostolato verso i bisognosi, ecc. pensano che non vivete nel mondo.

Sapete benissimo che non è così!Voi giovani vivete nel mondo, ma testi-moniate un metodo di vita sociale ammirabi-le.Siete ragazzi e ra-gazze come tanti ma che nella vostra vita avete fatto una scelta: quella di seguire Gesù.

Cari amici,un giorno mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cer-cavano di parlargli.

Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». EdEd egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». PoiPoi stendendo la mano verso i suoi di-scepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è neinei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». (Mt 12,46-50)

Gesù disse chiara-mente a chi lo stava ascoltando (oggi anche a noi), che non è il vincolo della carne e/o di sangue che li legava a Lui ma quello della fede.della fede.

Voi avete scelto di seguire Gesù. Lo avete scelto come vostro compagno di viaggio, come fratello

maggiore e soprattut-to, come ha detto Tommaso: <<Mio Si-gnore e mio Dio>>. Avete scelto di ser-virLo nel prossimo, proprio come ha fatto Lui: “che non è venuto per essere servito ma per servire”.

Amici miei,l'invito è che continu-iate a impegnarvi nella vita di tutti i giorni, (in oratorio, in parrocchia, a scuola, in famiglia, sul lavoro, ecc…) senza stancar-vi perché è vostro compito trasmettere ai giovani come voi lo spirito del vangelo.

Il vostro ruolo di cri-stiani impegnati, oggi è diventato ancora più urgente di fronte ad un mondo giovanile che va perdendo i valori cristiani e umani fondamentali.fondamentali.

GRAZIE.

Antonio Di Napoli

Cari ragazzi e ragazze,

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’è un tempo per tacere e un tempo per parlare, ammoniva Qohelet. Così per me questo è il tempo didi raccontare, in breve, come ho vis-suto la mia vita di adolescente. Come il Signore mi ha cam-biato la vita e con quale spirito opero all’ interno dell’ ora-torio dell’ Associa-zione “Don Bosco”.Avevo all’ incirca tredici anni quando ho debuttato nel mondo della droga, facendo uso di quelle droghe cosid-dette leggere.

Forse il disagio, la voglia di evasione, il desiderio di fare nuove esperienze, mi hanno spinto a fumare hashish e Marijuana per parec-chi anni.chi anni.

Fumare hashish e Marijuana ( SPINEL-LI e / o CANNE ) mi faceva sentiregrande e integrato nel gruppo. Infatti, tutti i ragazzi del gruppo ne face-vano uso e per pro-curarci uno sballo maggiore, alle “canne” spesso as-sociavamo l’alcol.

QuandoQuando fumavo le “canne”, mi sentivo molto euforico, appa-rentemente molto al-legro, ma subito dopo il mio umore cambiava, avevo scatti d’ira, mal di testa; assumevo comportamenti irre-sponsabili, liti, scar- so interesse per la scuola, ecc…. La cosa peggiore era che cercavo soprat-

tutto il distacco dalla famiglia e dagli amici buoni.

IlIl gruppo cui appar-tenevo era composto di ragazzi più grandi di me e per non sen-tirmi escluso facevo tutto ciò che loro fa-cevano. Col tempo diventammo “un branco”, sempre pronti a scontrarci con altri gruppi di

CGrazie Signore!

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L’11 febbraio 2013, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebra in forma so-lenne la XXI Giornata Mondiale del Malato.

“Tale giornata è per i malati, per gli opera-tori sanitari, per i fedeli cristiani e per tutte le persone di buona volontà «mo-mento forte di preghiera, di condivisio-ne, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di ri-chiamo per tutti a ri-conoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo che, soffrendo, mo-rendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità» ( Gio-vanni Paolo II, Lettera istitutiva della Giornata Mondiale del Malato, 13 maggio 1992, 3). In questa circostan-za, mi sento partico-

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no insieme in un clima di armonia e di amicizia adornato di sano divertimento.

ColCol tempo, in orato-rio e con l’aiuto di altre persone, trovai il coraggio di aprirmi interiormente al gusto di emozioni e senti-menti molto più belli e intensi di quelli prova-ti con la droga e l’alcol. In oratorio im-parai a realizzarmi come persona, ad au-tostimarmi di più.

Oggi ho circa venti anni e ho capito che questo lavoro di cre-scita e cambiamento non lo potevo realiz-zare da solo. Non potevo trovare contemporaneamente la forza di aprirmi alle emozioni e di chiuder-mi al desiderio della droga e dell’alcol. C’è stato bisogno di avere vicino altre persone che mi hanno aiutato a sostenere questa mia nuova scelta.

Oggi il mio impegno

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larmente vicino a cia-scuno di voi, cari am-malati che, nei luoghi di assistenza e di cura o anche a casa, vivete un difficile momento di prova a causa dell’ infermità e della sofferen-za. A tutti giungano le parole rassicuranti dei Padri del Concilio Ecu-menico Vaticano II: «Non siete né abban-donati, né inutili: voi siete chiamati da Cristo, voi siete la sua trasparente immagine» (Messaggio ai poveri, ai malati e ai sofferen-ti)….”

Questo messaggio appena citato è stato ciò che il Papa in occa-sione della festa del malato ha voluto espri-mere.

Noi ragazzi dell’ Asso-ciazione Don Bosco ci siamo uniti all’intera cit-tadinanza che, in Cat-tedrale, ha venerato la Beata Vergine di Lou-rdes.

E’ stata una giornata particolare perché nelle televisioni, nelle radio, nei giornali ed in inter-net, in tutto il mondo è girata una voce che ha scosso tutta l’umanità: ilil papa ha annunciato le sue dimissioni.Il nostro Arcivescovo Mons. Michele Castoro

ha ricordato ai cittadini presenti alla divina li-turgia che in questa ce-lebrazione del malato “anche il Papa si è sen-tito un malato”. Infatti Mons. Castoro ha voluto, tramite l’esempio del Papa, al-leviare i cuori di tutti i partecipanti, ma so-prattutto dei “malati” presenti, di quelle persone che vivono la loro vita con un disagio.

“Malati siamo un po’ tutti” - commenta il ve-

scovo – “ecco il si-gnificato di quel gesto che tanti non hanno capito. Ab-biamo bisogno di Cristo chi nel corpo, ma tutti indubbiamente nello spirito”.

Il nostro impegno per questa giornata è stato quello di aiu-tare l’associazione U.A.L.. Essa da anni si impegna per queste persone che vivonovivono un disagio nel corpo, cercando di trasmettere la propria energia, che in loro può trasfor-marsi in speranza per il Paradiso.

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Lectio Divina Mons. Castoro: “invito alla conversone”

Ogni lunedì nella nostra parrocchia “Santa Maria del Carmi-ne” il parroco don Anto-nio Di Candia tiene l’usuale Lectio Divina per la comunità. Il giorno 25 febbraio 2013 abbiamo avuto una visita del nostro Arcive-scovo, Mons. Michele Castoro, per una Lectio

Divina sul Vangelo della III domenica di Quaresima (3 Marzo 2013).

NelNel periodo quaresi-male, il parroco ha or-ganizzato degli incontri di catechesi con vari sacerdoti: Lunedi 18 Febbraio con don Ciro (Basilica di San Leo

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Lectio Divina Mons. Castoro: “invito alla conversone”

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MERCOLEDI DELLE CENERI

I vangelo ad ogni creatura>>. Massima opera di “Carità” è dunque, l’ evangeliz-zazione. Rendere par-tecipe il fratello della “Buona Notizia del Vangelo” e la solida-rietà nonché l’aiuto ai fratelli sarà il frutto per aver ascoltato la Parola di Dio e di averla messa in prati-ca.

Con il “Mercoledì delle Ceneri” è iniziata la Quaresima che è un invito alla conversione. Un tempo da vivere in-sieme a tutta la comu-nità che si prepara alla Pasqua del Signore.

Siamo tutti invitati a vivere questo tempo della Quaresima prati-cando con più fervore le tre opere di pietà: preghiera, digiuno ed elemosina.

Noi ragazzi dell’ As-sociazione Don Bosco come ogni anno, il mercoledì delle ceneri, offriamo a Dio il nostro

sacrificio di digiuno e di preghiera.

Questo per noi è stato il programma della giornata:- Ore 10,00, ritrovo in oratorio; -- Ore 12,00, cate-chesi sulla quaresi-ma e sul significato delle ceneri;- Ore 13,30, digiu-no;- Ore 14,00. visione del film Jesus;- Ore 18,30. In par-rocchia per la Cele-brazione della Santa Messa con l’ imposi-zione delle ceneri.

Il digiuno è molto importante per un cri-stiano perché il pri-varsi di qualcosa deve avere come fine quello di donarlo ai poveri.Questa è carità, «Prestiamo attenzio-ne gli uni agli altri». Cioè vedere nell’altro un nostro fratello che ha bisogno di aiuto.

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...IO SONO LA DROGA

Quella che è venuta per distruggere la vita di molti giovani.QuellaQuella che si è intro-dotta nelle feste e nelle discoteche.Quella che al princi-pio ti fa vivere fuori dal mondo pieno di problemi, però col passare del tempo, ti fa sentire la sua man-canza.SONO LA DROGAQuella che è venuta per distruggere il mondo intero.Non mi importa se sei bianco o nero, povero o ricco:TITI PERSEGUITE-RO’!Se Mi proverai, sarai mio per il resto della tua vita.RICORDI QUANDO HAI COMINCIATO?Forse eri triste, ti sentivi solo.Io ti ho offerto la FE-LICITA’ ed ora ti tengo in pugno.SEI MIO!Faccio di te quello che voglio: ti alzi la mattina e ti faccio pensare a me anche quando non vuoi. Ti ho adescato e ti tengo schiavo, ti manovro comecome un pupazzo. La tua volontà è mia. Di-struggo la tua vita: fisica, morale e spiri-tuale. Sono quella che ha distrutto la tua famiglia. Quella che

Piacere....ha rubato l’amore di tua moglie e dei tuoi figli. Sono quella che ti ha portato in prigio-ne e ha fatto di te un verme.

Ti ho incastrato, ORA SEI INNAMO-RATO DI ME! Non c’è niente al mondo che possa rompere questo amore. Hai cercato di lasciarmi eded è stato inutile. Né la scienza, né gli psi-chiatri sono riusciti a rompere questo amore.

Il mio unico nemico è Gesù; sono gelosa di Lui.HoHo visto come mi ha tolto molti dei miei se-guaci, ed ora vivono felici con Lui. Lo odio perché mi ha vinto.

Quello che io di-struggo, Lui lo restau-ra e non riesco ad im-pedirGlielo.

Adesso Lui è qui e vorrebbe portarmi via molti di voi.

VENITEVENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE TRAVAGLIATI E STANCHI ED IO VI DARO’ RIPOSO.SESE NON HAI NES-SUNO CON CUI PARLARE, E/O CON-FIDARTI, SE VUOI, NOI DELL’ ASSOCIA-ZIONE DON BOSCO SIAMO DISPONIBILI AD AIUTARTI.

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Il Carnevale è un periodo e un evento dell'anno caratteriz-zato da animato di-vertimento e festeg-giamenti burleschi; tradizionalmente coincide con i giorni precedenti la Quare-sima. Consiste in un rovesciamento buffo-nesco della realtà, spesso celebrato con balli, sfilate e cortei di carri allegorici, situa-zioni d’incontro e festa collettiva, carat-terizzate tutte dalla presenza di masche-re. Per molti il Carneva-le è l’occasione per manifestare la frene-tica ricerca di appa-gamento sensuale, sovvertendo quei ruoli e quei valori, nei quali si sentono come imprigionati, senza essere condannati da alcuno. Una volta all’anno, diventa legittimo il cu-rioso bisogno di abo-lire la propria perso-nalità per assumerne

una fittizia per com-mettere, sotto una maschera grottesca, le più stravaganti biz-zarrie. Provando anche a dire in forma scherzo-sa, e non solo, tutto ciò che non è consen-tito dire seriamente, per ridere impune-mente di tutto e di tutti. Il Carnevale è prin-cipalmente quello che anima le persone all'allegrezza spropo-sitata, alla trasgres-sione, a quel convin-cimento che puoi fare qualcosa che non ti è consentito nella vita di ogni giorno e nelle normali relazioni; è uno spirito diabolico vero e proprio che ca-muffandosi di costumi, colori e caricature innocue trascina le persone nella loro na-turale inclinazione. Uomini e donne, ra-gazzi e ragazze, fre-netici non sanno ri-nunciare al turpe di-vertimento del ballo.

Passioni roventi si sviluppanosviluppano e ardono, mode turpi, nudismo; abbracciamenti diso-nesti che si fanno; peccati che si consu-mano nel bollore della danza cittadina e negli agiati ritrovi notturni; intrighi amo-rosi che si svolgono; onore che spesso si perde; malizie che si imparano. Il Carnevale favori-sce e incita all'alcoli-smo, all'adulterio, alle battute oscene, alle buffonerie, alle volga-rità e alle altre cose contrarie, non solo ai sani comportamenti cristiani, ma anche alla normale moralità vigente negli altri pe-riodi dell'anno. In nome del Carne-vale viene loro con-cesso di fare delle cose che sono deplo-revoli e degni di con-danna negli altri pe-riodi dell'anno. Ma ciò che più pre-occupa è che nono-stante sia iniziata la Quaresima si conti-nua a celebrare il car-nevale svuotando (la Quaresima) del suo contenuto simbolico e spirituale. La Quaresima per il cristiano è un perio-do di preghiera, di di-giuno, di astinenza anche dal divertimen-to. E’ un tempo favo-revole per la conver

IL Carnevale contrasta con l'Etica Cristiana?

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Un monaco si era seduto a meditare sulla riva di un ruscel-lo. Quando aprì gli occhi, vide uno scor-pione che era caduto nell'acqua e lottava disperatamente per stare a galla e soprav-vivere.Pieno di compassio-ne, il monaco immerse la mano nell'acqua, af-ferrò lo scorpione e lo posò in salvo sulla riva.L'insetto per ricom-pensa si rivoltò di scatto e lo punse pro-vocandogli un forte dolore.Il monaco tornò a meditare, ma quando riaprì gli occhi, vide che lo scorpione era di nuovo caduto in acqua e si dibatteva con tutte le sue forze. Per la se-condaconda volta lo salvò e anche questa volta lo scorpione punse il suo salvatore fino a farlo urlare per il dolore.

STORIELLA LO SCORPIONE

sione, caratterizzato da un più attento e prolun-gato ascolto della Parola di Dio, dovrebbe essere finalizzato ad un profon-do rinnovamento spiri-tuale in preparazione della celebrazione della morte e resurrezione di Gesù.

Invece, sono soprattut-to quelli che si dicono cristiani, che nonostante sia iniziata la Quaresi-ma, continuano a festeg-giare il carnevale con iniziative varie, (Basta riflettere su quello che è successo nella nostra città con “la lunga notte colorata di Manfredonia” e/o “notte bianca” che ha attirato in Piazza Gio-vanni XXIII migliaia di persone, creando situa-zioni d’incontro e di festa collettiva caratterizzate tutte dalla presenza di maschere. E’ proprio vero, non vi è più differenza tra i "cri-stiani" e quelli che ap-partengono al mondo (per usare un linguaggio biblico), tra quelli di "fuori" e i "chiamati da fuori", che sono "la chiesa".

La maggior parte delle persone comuni, che si definiscono "cristiani", non seguono neanche quelle elementari regole di vita e usi che sono proprie caratteristiche cristiane. cristiane.

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