1100 MOSTRA DELLA CERAMICA - giornalelavoce.it

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1 10 0 MOSTRA DELLA CERAMICA G Ga a b b r r i i e e l l e e G Ga a r r b b o o l l i i n n o o R R ù ù L'immagine dell'uomo (C Ca as s t t e el l l lo o d di i C Ca as s t t e el l l la am mo on nt t e e ) Gabriele Garbolino Rù è un’artista che modella la materia con grande forza e impatto visivo spaziando dalla ceramica al bronzo all’alluminio, al piombo e alla ghisa e sondando le potenzialità e- spressive di metalli meno utilizzati per le oggettive difficoltà di fu- sione. Tra le numerose opere esposte troviamo alcune monumentali scul- ture in ceramica, una serie di volti raffigurati con la terracotta im- mobili come in una scacchiera, fermi nel tempo. La solitudine si ri- trova anche nelle altre sculture scolpite in marmo rosa dove le figu- re sono imprigionate, volti nascosti dietro mani forti e vigorose che diventano scudi dietro i quali trovare riparo, ma che in realtà sug- geriscono insicurezza e forte bisogno di conforto. Grande e sicuro modellatore, colto e fascinoso compositore di im- magini, il giovane scultore ha radicato la sua ineccepibile contem- poraneità con la conoscenza della scultura antica e con la sua profonda comprensione, dimostrando nei fatti che in questi ultimi anni, dopo lunghi decenni di installazioni ed assemblaggi aniconi- ci, per i quali persino la definizione di “scultura” era negata o pre- clusa, il ritorno alla figura permette di avviare fondamentali rifles- sioni su quelli che per tradizione sono i “generi” espressivi di que- st’arte nobile; dal monumento celebrativo a quello funerario, dall’o- pera di soggetto religioso sino al ritratto. Generi che Garbolino Rù ha già affrontato e praticato con esiti inattesi e dirompenti, squa- dernando capacità manuali – da tempo desuete – impiegate sulla via che porta alla contemporaneità anche per tramite di tagli com- positivi insoliti, materiali non tradizionali e suggestioni neo-concet- tuali. A Al l f f r r e e d d o o G G i i o o v v e e n n t t ù ù Uomo e Natura (C Ca as s t te el l l lo o D Du uc ca al l e e d di i A Ag gl l i iè è) L'installazione nella Reggia alladiese sarà composta da opere ine- dite appositamente realizzate per l'evento. Questa rappresenta- zione, attraverso un linguaggio artistico sensibile alle ricerche del- l'Art in Nature e della Land Art e attento alle qualità ed alle poten- zialità espressive della materia, si prefigge l'obiettivo di contribuire all'attuale dibattito culturale sul rapporto tra l'Uomo e la Natura. La sua presentazione presso il Castello Ducale di Agliè, diventa par- te integrante dei contenuti in quanto l'elemento centrale, cioè la fi- gura di Daphne, viene rappresentata nelle forme di “dea madre. Questa citazione non viene proposta in veste di riferimento formale ma concettuale, concentrando l'attenzione nell'alludere, attraverso la simbologia della sembianza femminile, all'eterno dramma del rapporto tra vita e morte che una natura, in parte madre ed in par- te matrigna, da sempre propone all'uomo. Diversamente dall'ico- nografia canonica che vede Daphne nel momento in cui si trasfor- ma tra le mani di Apollo, nell'istallazione verrà rappresentato il per- corso mentale che ha portato la ninfa ad una scelta così radicale e lo stesso percorso in una sua eterna riflessione sulle conseguenze e sul valore del suo gesto. Il sogno si manifesta con un susseguirsi di immagini (strutture) naturali che rimangono impressionate su una stele di terra cotta come se fosse una primordiale pellicola fotogra- fica Quello che appare è una vera e propria metamorfosi all'interno della quale la natura è percepita come infinitamente molteplice e allo stesso tempo coerente e unitaria. Questa installazione si è, da subito, proposta come laboratorio di una esperienza in divenire e tale vuole continuare ad essere. Alfredo Gioventù, classe 1952 è laureato in lettere moderne e ha maturato un percorso artistico nell’ambito della scultura e della ce- ramica. Dal 1980 è docente in diverse scuole di ceramica e ha così iniziata un' attività artistica indagando le possibilità espressive dei materiali ceramici cotti ad alta temperatura. Volgendo il suo inte- resse al rapporto tra natura, cultura e territorio, fonda l’Opificio Ce- ramico e realizza opere con un inedito tipo di grès che imita i ciot- toli delle spiagge liguri. Attualmente il Comune di Sestri Levante gli ha affidato la cinquecentesca Torre dei Doganieri per la realizzazio- ne del progetto “ArTura _ Territori tra Arte e Natura”. Approfondimenti

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1100 MMOOSSTTRRAA DDEELLLLAA CCEERRAAMMIICCAA

GGaabbrriieellee GGaarrbboolliinnoo RRùùL'immagine dell'uomo (CCaasstteelllloo ddii CCaasstteellllaammoonnttee)

Gabriele Garbolino Rù è un’artista che modella la materia congrande forza e impatto visivo spaziando dalla ceramica al bronzoall’alluminio, al piombo e alla ghisa e sondando le potenzialità e-spressive di metalli meno utilizzati per le oggettive difficoltà di fu-sione. Tra le numerose opere esposte troviamo alcune monumentali scul-ture in ceramica, una serie di volti raffigurati con la terracotta im-mobili come in una scacchiera, fermi nel tempo. La solitudine si ri-trova anche nelle altre sculture scolpite in marmo rosa dove le figu-re sono imprigionate, volti nascosti dietro mani forti e vigorose chediventano scudi dietro i quali trovare riparo, ma che in realtà sug-geriscono insicurezza e forte bisogno di conforto. Grande e sicuro modellatore, colto e fascinoso compositore di im-magini, il giovane scultore ha radicato la sua ineccepibile contem-poraneità con la conoscenza della scultura antica e con la suaprofonda comprensione, dimostrando nei fatti che in questi ultimianni, dopo lunghi decenni di installazioni ed assemblaggi aniconi-ci, per i quali persino la definizione di “scultura” era negata o pre-

clusa, il ritorno alla figura permette di avviare fondamentali rifles-sioni su quelli che per tradizione sono i “generi” espressivi di que-st’arte nobile; dal monumento celebrativo a quello funerario, dall’o-pera di soggetto religioso sino al ritratto. Generi che Garbolino Rùha già affrontato e praticato con esiti inattesi e dirompenti, squa-dernando capacità manuali – da tempo desuete – impiegate sullavia che porta alla contemporaneità anche per tramite di tagli com-positivi insoliti, materiali non tradizionali e suggestioni neo-concet-tuali.

AAllffrreeddoo GGiioovveennttùùUomo e Natura (CCaasstteelllloo DDuuccaallee ddii AAgglliièè)

L'installazione nella Reggia alladiese sarà composta da opere ine-dite appositamente realizzate per l'evento. Questa rappresenta-zione, attraverso un linguaggio artistico sensibile alle ricerche del-l'Art in Nature e della Land Art e attento alle qualità ed alle poten-zialità espressive della materia, si prefigge l'obiettivo di contribuireall'attuale dibattito culturale sul rapporto tra l'Uomo e la Natura. La sua presentazione presso il Castello Ducale di Agliè, diventa par-te integrante dei contenuti in quanto l'elemento centrale, cioè la fi-gura di Daphne, viene rappresentata nelle forme di “dea madre.Questa citazione non viene proposta in veste di riferimento formalema concettuale, concentrando l'attenzione nell'alludere, attraversola simbologia della sembianza femminile, all'eterno dramma delrapporto tra vita e morte che una natura, in parte madre ed in par-te matrigna, da sempre propone all'uomo. Diversamente dall'ico-nografia canonica che vede Daphne nel momento in cui si trasfor-ma tra le mani di Apollo, nell'istallazione verrà rappresentato il per-corso mentale che ha portato la ninfa ad una scelta così radicale elo stesso percorso in una sua eterna riflessione sulle conseguenze esul valore del suo gesto. Il sogno si manifesta con un susseguirsi diimmagini (strutture) naturali che rimangono impressionate su unastele di terra cotta come se fosse una primordiale pellicola fotogra-fica Quello che appare è una vera e propria metamorfosi all'internodella quale la natura è percepita come infinitamente molteplice eallo stesso tempo coerente e unitaria. Questa installazione si è, dasubito, proposta come laboratorio di una esperienza in divenire etale vuole continuare ad essere. Alfredo Gioventù, classe 1952 è laureato in lettere moderne e hamaturato un percorso artistico nell’ambito della scultura e della ce-ramica. Dal 1980 è docente in diverse scuole di ceramica e ha cosìiniziata un' attività artistica indagando le possibilità espressive deimateriali ceramici cotti ad alta temperatura. Volgendo il suo inte-resse al rapporto tra natura, cultura e territorio, fonda l’Opificio Ce-ramico e realizza opere con un inedito tipo di grès che imita i ciot-toli delle spiagge liguri. Attualmente il Comune di Sestri Levante gliha affidato la cinquecentesca Torre dei Doganieri per la realizzazio-ne del progetto “ArTura _ Territori tra Arte e Natura”.

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CCrriissttiiaannoo PPiicccciinneellllii S-cultura (Museo della Ceramica - Palazzo dei Conti Botton - Castellamonte)

La sua ricerca artistica lo ha condotto verso un lavoro seriale: partequindi dalla creazione di piccole teste come unità compositiva dibase, per sviluppare composizioni inusuali. Le teste di argilla, preseuna per una, hanno un loro impatto, che si amplifica nel momentoin cui vengono messe in relazione tra loro a descrivere semplici for-me oppure visioni della realtà. Le testine, tagliate o no, e i volti cherichiamano, diventano oggetti per rappresentazioni che hanno ilsapore del gioco e dell’ironia, riacquistando, nella magia dell’artista,vita e significato. Esse, messe in relazione le une con le altre, incomposizioni inaspettate e sorprendenti, si ri-animano acquistan-do un nuovo corpo e nuovo movimento. Resta la sorpresa di tanteteste e di tanti volti uguali, senza corpo, congelati a prima vista inun immaginario meccanico e ripetitivo, che vengono sottratte allamono-tonìa e all’alienazione per essere restituite ad una rinnovatavita di relazione, con se stesse e con l’osservatore. Piccinelli è s-cultore (cultura: dal latino cultus, che tiene a coltivare;civiltà), perciò si sente agricolo nell’animo. Coltiva percorsi e rela-zioni, attraverso l’arte. Forse non è un caso che la sua materia pre-diletta sia la creta, l’argilla. Infatti l’argilla è terra. Lavorabile e mo-dellabile. Può essere qualsiasi cosa, e non è mai uguale a se stessa.

PPaaoolloo PPoolllloonniiaattoo Nuovo Realismo (Museo della Ceramica - Palazzo dei Conti Botton - Castellamonte)

Il giovane artista, originario di Nove, vive e lavora a Bruxelles ed èattivo nel panorama internazionale della ceramica contemporanea,unico italiano presente alla 22esima Biennale Internazionale dellaCeramica contemporanea di Vallauris, recentemente allestita. Le sue sculture sono diventate famose grazie alla sua formula, sem-plice quanto complessa, di trasformare la tradizione di gloriosemanifatture ceramiche “vampirizzandone” le forme, grazie al repe-rimento degli stampi originali dai quali ricavare parti e dettagli alfine di generare le proprie metamorfosi plastiche. Le sculture di Paolo Polloniato sono una sorta di paradisi di formeperdute. L'artista proviene da una famiglia legata da due secoli allaproduzione della ceramica di Nove (uno dei centri più importantiin Italia) ed eredita quindi una varietà di stampi e forme apparte-nenti ad un'altra epoca che diventano il punto di partenza del suolavoro. Quello di Polloniato è una sorta di editing delle narrative storiche eideologiche del passato che gli permette di ri-programmare operegià esistite conferendogli una forma contemporanea. Dunque, at-traverso l'indagine e la manipolazione di stampi delle varie mani-fatture storiche del suo luogo di origine, Polloniato crea sculture einstallazioni concettuali in cui la tradizione, rapportandosi con ilpresente, genera nuovi scenari. È così che l'artista inaugura un modo inedito di abitare stili e forme stori-cizzate. Così, dopo aver lavorato con le forme della Manifattura Barettoni(già Antonibon) sita nella propria città, è iniziata una reazione a ca-tena che lo ha portato ad applicare il suo metodo artistico da unarealtà all'altra, ottenendo il consenso di pubblico, gallerie ed istitu-

zioni. Per realizzare le sue installazioni che saranno in mostra a Castella-monte, Polloniato ha utilizzato una incredibile sensibilità e l’atten-zione verso la realtà che lo circonda, traendone ispirazione, model-lando la terra su miti, illusioni e osservando i comportamenti uma-ni quotidiani.

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