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Noinoncifermiamomai ;vièsemprecosache incalzacosa .. .Dalmomentochenoicifermas- simo,lanostraOperacomincerebbeadeperire DONBOSCO SALES,IAINO 15 OTTOBRE1963 EDIZIONEPERIDIRIGENTIDEI COOPERATORI SALESIANI ANNOLXXXVU - N .20 DIREZIONE GENERALE : TORINO 712 - VIA MARIAAUSILIATRICE,32 - TELEF.48-41-17 11ConvégnoNazionale deiDelegatiIspettoriali QuestonumeroèdedicatoingranpartealConvegnoannualedeiDelegati IspettorialideiCooperatoriSalesiani,chesiètenutodal30settembreal 4ottobrenellagrande,bella,ospitalissimasededelCentrodiStudiedi SpiritualitàSalesiana«Emmaus»diZafferanaEtnea(Catania) .Viinter- venneroirev.misignoriIspettoridell'Italiacentraleemeridionalecon tuttiiDelegatiIspetforialieRegionalid'Italiaealcunidell'Esteo .Ilbreve messaggiodel r ev.mo RettorMaggiore,PadredelConcilio,servìadam- bientaresubitoilconvegnoinclimaconciliare : «DalVaticano,29-IX-1963, inviolaBenedizionedelSantoPadrePaoloVIinape,turadelCon- clioVaticano,2aSessione,augurando ai DelegatiCooperatori d'Italiariunitiaconvegnochepossanoanticiparenellelorotratta- zionil'adesioneel'attuazionedel " Decuraanimarum ", chesarà oggettodistudioinquestaSessione . SAC .RENATOZIGGIOTTI » . niziòilavoriilDirettoreGeneraledella PiaUnione, rev .mo donLuigiRicceri, lamattinadel 10 ottobre .S'introdusse conunpensierodigratitudineperiDelegati uscentiedisalutoainuoviDirigenti,assicu- randolichesisarebberosubitotrovatialoro agio,inunambientedifamigliaediconcreta dedizionesalesianaadunlavorochesidimostra ognigiornopiùattuale . «Siamoqui -continuò- a"fareilpunto" inunmomentostoricoperlaChiesa(Concilio Ecumenico)eimportanteperlaCongregazione (prossimoCapitoloGenerale) . Guardiamoin- dietrosenzacompiacercivanamentedellavoro fattoesenzascoraggiamentiperledifficoltàin- contrate .IlsemprevivoPapaGiovannicifa scuolacolsuosanoottimismo .Guardiamoavanti conlaserenitàdiPaoloVI,checonaltrostile maconlastessafiducianeseguelalinea :nel nostropiccoloimitiamolievitandoil pericolo diquellastanchezzapsicologicacheèpiùpe- ricolosadellastanchezzafisicaecheciimpe- direbbedilavorareconrealismomaanchecon ottimismocostruttivo . Siamoquiarinnovarcinelleidee,nellecon- vinzioni,neimetodidilavoroperrispondere adatteseedesigenzechesonoimmense,vorrei direspaziali .Pensiamoall'importanzadelno- strolavorooggiperlaChiesa,perlaCongrega- zione .Èl'oradellamobilitazione deilaici :il Papa,ilConciliolovogliono . Nonpossiamo prenderciillusso di ... perderel'autobusin un'oradecisivacomequesta .Lottaquindial- l'involuzione,alborghesismo, altran-trandi chisiadagiainunavitacomodaesordaagli impulsidellozelo ;lottaallevedutecorte di chinonsavederelafunzione odiernadel laicatonellaChiesa,nellaCongregazione ; di chinonsa,nonvuolefarsiaiutare . LaChiesa,laCongregazionehannobisogno del nostro esercitodiapostolilaici,chelavori perilregnodiDio oggi ; enoidobbiamosaper farlavorareatuttiilivelli .Èun'artecheDonBo- scocihainsegnatoprecorrendoancheinquesto 73

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Noi non ci fermiamo mai ; vi è sempre cosa cheincalza cosa . .. Dal momento che noi ci fermas-simo, la nostra Opera comincerebbe a deperire

DON BOSCO

SALES,IAINO15 OTTOBRE 1963

EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEICOOPERATORI

SALESIANIANNO LXXXVU - N. 20DIREZIONE GENERALE: TORINO 712 - VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 - TELEF. 48-41-17

11 Convégno Nazionaledei Delegati IspettorialiQuesto numero è dedicato in gran parte al Convegno annuale dei DelegatiIspettoriali dei Cooperatori Salesiani, che si è tenuto dal 30 settembre al4 ottobre nella grande, bella, ospitalissima sede del Centro di Studi e diSpiritualità Salesiana « Emmaus » di Zafferana Etnea (Catania) . Vi inter-vennero i rev.mi signori Ispettori dell'Italia centrale e meridionale contutti i Delegati Ispetforiali e Regionali d'Italia e alcuni dell'Este o . Il brevemessaggio del r ev.mo Rettor Maggiore, Padre del Concilio, servì ad am-bientare subito il convegno in clima conciliare : « Dal Vaticano, 29-IX-1963,invio la Benedizione del Santo Padre Paolo VI in ape,tura del Con-c lio Vaticano, 2a Sessione, augurando ai Delegati Cooperatorid'Italia riuniti a convegno che possano anticipare nelle loro tratta-zioni l'adesione e l'attuazione del " De cura animarum ", che saràoggetto di studio in questa Sessione . SAC. RENATO ZIGGIOTTI » .

niziò i lavori il Direttore Generale dellaPia Unione, rev.mo don Luigi Ricceri,la mattina del 10 ottobre . S'introdusse

con un pensiero di gratitudine per i Delegatiuscenti e di saluto ai nuovi Dirigenti, assicu-randoli che si sarebbero subito trovati a loroagio, in un ambiente di famiglia e di concretadedizione salesiana ad un lavoro che si dimostraogni giorno più attuale .

« Siamo qui - continuò - a "fare il punto"in un momento storico per la Chiesa (ConcilioEcumenico) e importante per la Congregazione(prossimo Capitolo Generale) . Guardiamo in-dietro senza compiacerci vanamente del lavorofatto e senza scoraggiamenti per le difficoltà in-contrate . Il sempre vivo Papa Giovanni ci fascuola col suo sano ottimismo . Guardiamo avanticon la serenità di Paolo VI, che con altro stilema con la stessa fiducia ne segue la linea : nelnostro piccolo imitiamoli evitando il pericolodi quella stanchezza psicologica che è più pe-ricolosa della stanchezza fisica e che ci impe-

direbbe di lavorare con realismo ma anche conottimismo costruttivo .

Siamo qui a rinnovarci nelle idee, nelle con-vinzioni, nei metodi di lavoro per risponderead attese ed esigenze che sono immense, vorreidire spaziali . Pensiamo all'importanza del no-stro lavoro oggi per la Chiesa, per la Congrega-zione. È l'ora della mobilitazione dei laici : ilPapa, il Concilio lo vogliono . Non possiamoprenderci il lusso di . . . perdere l'autobus inun'ora decisiva come questa . Lotta quindi al-l'involuzione, al borghesismo, al tran-tran dichi si adagia in una vita comoda e sorda agliimpulsi dello zelo ; lotta alle vedute corte dichi non sa vedere la funzione odierna dellaicato nella Chiesa, nella Congregazione ; dichi non sa, non vuole farsi aiutare .

La Chiesa, la Congregazione hanno bisognodel nostro esercito di apostoli laici, che lavoriper il regno di Dio oggi ; e noi dobbiamo saperfar lavorare a tutti i livelli . È un'arte che Don Bo-sco ci ha insegnato precorrendo anche in questo

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i tempi e che altri, sensibili alle esigenze dell'ora,hanno bene appreso .

Il lavoro sarà fecondo se promanerà da ideeconvinte, chiare, sicure, per noi e per gli altri .Comunichiamole anche ai Salesiani in forma-zione: noviziati, studentati filosofici e teologici,quinquennio e pastorale . La Chiesa ha febbredi rinnovamento pastorale e di adeguamentoai tempi. La Congregazione lavora nella Chiesae pei= la Chiesa . Quindi il nostro lavoro pastoraledeve adeguarsi ai bisogni, ai metodi, allo stiledi oggi, rimanendo salesiano . Le nostre forzesalesiane sono valide oggi più che mai ; al piùpotrebbero essere superati i metodi e gli stru-menti che devono farle funzionare ; al più po-tremmo essere superati noi! . . . Il nostro impegnodi oggi e di domani è qui : dare un impulso mo-derno alle antiche e perenni energie nostre . Fa-cendo così, si dimostrerà che è senza alcunabase la corsa verso forze e forme non salesiane,con stile e metodi non nostri . Noi possiamousare forme modernissime senza perder nulladella nostra salesianità » .

Fermandosi poi più specificatamente sul postoche la P. U. deve tenere nelle forze della Chiesa,il sig . don Ricceri rileva come l'esercito nonsia formato solo di paracadutisti, ma da tantisettori e specialità: dagli astronauti che vannonei missili a quelli che preparano le pagnotte .C'è quindi tanto posto per le possibilità di tutti .Ma è necessario fare dei nostri Cooperatori degliapostoli moderni, dando loro una formazioneadeguata ai tempi e ai compiti che ad essi haassegnato Don Bosco . Soprattutto occorre for-marli sostanziosamente . L'infantilismo religioso,l'analfabetismo religioso, la religione di verniceoggi ricevono colpi tali da sfaldarsi e spappo-larsi : per combatterli è necessario preparareapostoli dalle idee solide e chiare . Strumentiefficaci a questo fine sono, come diremo, lacultura religiosa e i Ritiri minimi per cate-gorie (ispettoriali, zonali, locali : per Consiglieri,Zelatori, _Cooperatori) .

Attenti poi alle deviazioni nel lavorare perla P. U. Vi possono incorrere : a) quelli chefanno del loro Centro una pia «confraternita»e non un manipolo di apostoli attivi nei varisettori assegnati da Don Bosco (gioventù, ca-techismi, stampa, vocazioni, moralità ecc .) ;b) i fautori del minimismo, che si sentono sod-disfatti quando possono dire : li abbiamo tes-serati numerosi, abbiamo fatto le conferenze,abbiamo un Laboratorio . . . ; c) chi riduce l'at-tività dei Cooperatori a dei pellegrinaggi, chepoi sono escursioni turistiche, mentre debbonoessere essenzialmente formativi .

Il Superiore conclude le sue parole introdut-tive rallegrandosi del lavoro compiuto nel 1963 :« Del cammino - disse - se n'è fatto e se nef'a: con la pazienza attiva, fatta di idee chiare,animata da viva fede e senso di responsabilitàsacerdotale e salesiana, con visione sicura dimète e di metodi di lavoro, continueremo aguadagnare terreno nella calma e nella costanza :

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noi non vogliamo essere acquazzoni che travol-gono, ma pioggia che scende calma a beneficare .E questo Convegno, ne sono certo, darà nuovaefficace spinta al nostro lavoro » .

Una base sicura

I lavori del Convegno ebbero ogni giorno labase indispensabile per ogni attività che vogliaessere soprannaturalmente feconda : la « medi-tazione », alimento della vita interiore . Servìdi traccia la parola e l'esempio di don PietroBerruti, prefetto generale dei Salesiani dal 1932al 1950, autentico uomo di Dio che ha saputoassimilare in pieno lo spirito di pietà, la fedee l'ottimismo di Don Bosco . Tenne le medita-zioni don Zérbino, il quale offrì ai convegnistiqualche primizia della vita di don Berruti chela S.E.I. sta per pubblicare .

Il primo giorno meditarono sullo spirito dipreghiera . « Se i sacerdoti - ha detto Ro-smini - fossero tutti uomini di orazione, ilmondo intero sarebbe convertito : omnipotensoratio ». Il sacerdote ha tra le mani armi diuna potenza divina : la Santa Messa, il Breviario,la Meditazione, la Confessione, il Rosario . Mala loro efficacia dipende dal modo di usarle .Un visitatore della Basilica di Maria Ausilia-trice, che dichiarò di «non essere uomo dichiesa », si decise a confessari assistendo allaMessa di don Berruti . « Celebrava - affermaun testimonio - con tanto slancio mistico, contanto distacco dalle cose terrene, con tantisublime penetrazione del Mistero, che nell'assi-stere alla sua Messa il mio spirito è rimasto pertutto il tempo così in alto, così staccato datutto, che fu quasi un dolore il dover ripiombarenel tempo e nella limitata realtà di quaggiù :avevo compreso, come non mai prima, l'altis-simo valore della Messa » .

Gli veniva quindi dal cuore questo lamento :« Quanta pena fa il vedere certi sacerdoti a ce-lebrare! Genuflessioni a metà e a sghimbescio,segni di croce mutilati; con l'Ostia santa fannodei movimenti senza nessuna delicatezza, rapidi,irriverenti . Gli Angeli certamente guardano conpena immensa, se pure non con sdegno; e sareb-bero tentati di mandar via quegli incoscientiprofanatori, e terminare essi il santo Sacrificiose lo potessero . . . Ma essi non sono sacerdoti,non hanno la facoltà di toccare il Corpo e ilSangue di Gesù. E noi che l'abbiamo . . . ».

E a proposito del Breviario lo amareggiava ilpensiero che non tutti i sacerdoti apprezzanole bellezze divine racchiuse in esso : « Comelo recitano male alcuni! - esclamava. - Pareche sia stato imposto loro un vero pondus diei,che scaricano dove possono, cercando il tempoe le circostanze che lo rendano loro meno mo-lesto . Lo dicono affrettatamente, tra mille di-strazioni, nell'ufficio, nel cortile, vicino a per-

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sone che conversano . . . Poveri sacerdoti! Comecompiono male il loro ufficio di distributoridella grazia e di avvocati dei loro fratellipresso Dio! » .

Circa la Meditazione don Berruti giunse afare questa affermazione : « La meditazione peril sacerdote è più necessaria del Breviario, perchèla negligenza e la tiepidezza nel servizio di Diopossono stare col Breviario, mentre non possonoaccordarsi con la meditazione ben fatta » .

La fedeltà alla confessione settimanale dev'es-sere frutto di convinzione: « Siamo tutti spiri-tualmente malati, - diceva - ebbene, la con-fessione è la medicina inventata da Nostro Si-gnore per guarire le malattie morali, dominarele passioni, sanare le ferite e fortificare l'orga-nismo delle nostre anime ; ed opera tutti questieffetti con una potenza divina ».

Di tutte le cose belle che si possono dire sulRosario le più convincenti sono due : 1. I Papi,maestri infallibili, posti da Dio per dirci ivalori soprannaturali tali quali sono, hannotessuto del Rosario elogi quali non si hannoper nessun altro atto del culto, se si eccettuala santa Messa. 2. La Vergine, incomparabileMaestra, e abilissima nel guarire le malattiedello spirito, ha detto il suo pensiero con leparole (apparizioni) e con i fatti (vittorie) . Ècosa che fa pensare : nei secoli XII, XV, XIX,XX la Vergine non propone altri rimedi per igrandi mali che minacciano o già affliggonol'umanità . . .

Il secondo giorno i congressisti meditaronosull'ottimismo che deve caratterizzare il lavorosalesiano. L'ottimismo soprannaturale fu unadelle più spiccate caratteristiche di Don Bosco,che « contro ogni speranza credette nella spe-ranza di diventare padre di molte generazioni » .

L'ottimista lavora con fiducia, anche se nonpuò fare tutto, anche se non è corrisposto, anchese i mezzi di cui può disporre sono insufficienti• inadatti. L'ottimista non è impaziente di rac-cogliere i frutti del proprio zelo : egli sa chetra la semina e la raccolta passa molto tempo• che non sempre chi semina è colui che rac-coglie. L'ottimista sa che nelle opere di Diovale più un'oncia di ottimismo soprannaturale• intraprendente che cento libbre di pessimismopiagnucolo e sterile .

L'ottimismo salesiano non è che un prodottodella fede, della speranza e della carità in ar-monica fusione : la carità - dice San Paolo -tutto crede, tutto spera . Deve quindi essereil frutto di una fede viva che vede Gesù intutti e dovunque, di una carità rinfocata ognigiorno nella santa Messa, di un'allegria e se-renità continua, frutto di sforzi pure continuiper non pensare a ciò che fa pena, per sorri-dere anche quando non se ne ha voglia, pertollerare pazientemente chi o ciò che urta .

Il terzo giorno la meditazione trattò lo spi-rito soprannaturale che deve dominare ogniattività di apostolato . La Teologia afferma che

per mezzo dei doni dello Spirito Santo l'animaè disposta ad agire direttamente ed unicamentesotto l'impulso divino. Essa acquista come unistinto divino delle cose soprannaturali, per cuiil soprannaturale diviene per lei naturale . Chiè dominato da questo spirito di fede vive ilsoprannaturale in pieno,, in modo naturale, abi-tualmente, senza sforzo. Per lui suprema normadi vita sono gli interessi di Dio nella propriaanima e in quelle che il Signore gli affida .

Le stesse indisposizioni e malattie, per chi èdominato da questo spirito di fede, sono mezziinsuperabili per accrescere efficacia al lavoroper le anime. Perchè Dio non ha bisogno diquerce robuste, ma di anime duttili e filialmentesoggette alla sua volontà santificatrice . « Lafecondità della mia azione di apostolo - dicevadon Berruti - dipende dalla mia unione epartecipazione all'unico grande mezzo con cuiGesù redense e santificò l'umanità : la sua pas-sione e morte. Quindi la fecondità della miaazione è in stretta dipendenza dei miei sacri-fici dal Sacrificio del Calvario ».

Tutti i Santi hanno sofferto; i più santi hannosofferto di più e furono più mortificati . Coloroche hanno fatto maggior bene alle anime sonoquelli che hanno praticato in maggior gradol'abnegazione e la temperanza . L così costante• senza eccezioni questo fatto che non si puònon dedurne una legge : per fare del bene bi-sogna soffrire. È la legge del Vangelo : leggeche si compie da venti secoli e si compirà no-nostante le nostre riluttanze : Se il grano difrumento non muore . . .

Il bilancio annuale

La prima seduta fu dedicata al bilancio an-nuale. Il segretario generale don Favini lesse• commentò una sintesi delle relazioni dei sin-goli Delegati Ispettoriali e Regionali, nelle qualisi è potuto rilevare ricchezza di cose, concre-tezza di iniziative, chiarezza di idee. Anchequest'anno si sono fatti notevoli progressi sianella organizzazione come nella formazione deiCooperatori: è un panorama confortevole, ricco• vario, che ad ogni pagina di tali relazioni sipresenta sostanziato di fatti e di realizzazionidi ogni genere .

Nelle iscrizioni alla P. U. c'è stato un incre-mento quantitativo e qualitativo che ha por-tato un totale di 5651 nuovi iscritti nella solaItalia . In testa è la Lombardia con 1115 nuoviiscritti. L'Ispettoria Veneta San Zeno ha avutoil maggior numero di iscritti insegnanti .

Anche la diffusione del Bollettino è in au-mento in molte Ispettorie .

I Consigli Ispettoriali sono ormai efficientiin quasi tutte le Ispettorie con grande van-taggio della vita della P . U. Dal quadro stati-stico risulta che nella maggior parte delle Ispet-torie funzionano già anche i Consigli locali, aproposito dei quali si è sottolineato ripetuta-

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mente che la vitalità della P . U . nei singoliCentri è in stretta relazione con il loro fun-zionamento .

Si tenne almeno un convegno di Decurioni eSacerdoti Cooperatori nelle Ispettorie Centrale,Subalpina, Campana, Lombardo-Emiliana, Ve-neta San Marco; se ne tennero 2 nella Nova-rese, 4 nella Romana .

Convegni di Consiglieri se ne ebbero 4 nellaCentrale e Subalpina, 2 nella Campana, 5 nellaLombarda, 2 nell'Emilia, 3 nella Novarese,2 nella Romana, 2 nella Sicula, 4 nella VenetaSan Zeno, 1 nella Toscana, nella Pugliese enella Veneta San Marco. Tutti ben riusciti,specialmente quelli per categoria .

Ma il maggior successo dell'annata è datodagli Esercizi Spirituali. Se ne tennero 57 corsi .In parecchi di essi non si poterono accoglieretutte le domande per insufficienza di posti . Ifrutti furono consolantissimi .

Si ebbero pure 32 Ritiri minimi : nelle Ispet-torie Centrale, Subalpina, Ligure-Toscana, Lom-barda, Novarese, Romana, Sicula, Malta. Taliritiri incontrano moltissimo e danno risultatieccellenti .

Bellissime furono le impressioni suscitate dalPellegrinaggio in Terra Santa ; riusciti i Pelle-grinaggi Ispettoriali ; numerosi e ricchi di fruttii Pellegrinaggi locali organizzati dai singoli Centri .La Ispettoria Lombarda ne organizzò 38, laSicula 35, la Subalpina 12 ecc .

La Campagna Vocazioni continua con risul-tati consolanti . Tra le iniziative rileviamo la« Giornata per Insegnanti » tenuta in varieIspettorie. Nelle Ispettorie Centrale e Subalpinacontinua ogni primo giovedì del mese una fun-zione a cui sono invitati specialmente i genitoridi sacerdoti e religiosi . Molti Centri promuo-vono la « Giornata di preghiera per le Voca-zioni», partecipano alle Giornate per Vocazioniindette dalle Diocesi o dalle Ispettorie e sosten-gono le Vocazioni in corso mediante le offertedei generosi e il lavoro dei Laboratori .

La Campagna « Vivere la Chiesa » è in attoin quasi tutti i Centri con partecipazione alleiniziative salesiane e diocesane per il Concilioe con varie iniziative locali presso i singoliCentri .

Iscrizione alla P. U .di elementi giovani e di insegnanti

Alla relazione seguirono lunghi e vivaci com-menti che furono utilissimi per chiarire idee,scambiarsi esperienze e concertare insieme nuovipiani di lavoro . Qui sottolineiamo solo alcunipunti. Si parlò anzitutto della necessità di in-crementare la P. U. con l'iscrizione di elementigiovani e di Insegnanti. Dove si sono fatteesperienze del genere si è rimasti soddisfatti .Si è anche citato l'esempio del Parroco di Gra-gnano (Napoli), il quale ha iscritto alla P . U .i giovani più attivi nell'apostolato, formandone

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un vivaio di apostoli e affidandone la cura alSalesiano Delegato Cooperatori .

Si parlò pure della opportunità di sceglierequesti elementi giovani nei nostri Circoli gio-vanili . « Il gruppo apostolico di un Circolo- domanda un Delegato - non potrebbe for-mare un gruppo di Cooperatori giovani che,imbevendosi dello spirito della P . U., si assicurila perseveranza nell'apostolato anche quandonon apparterrà più al Circolo? E dove non sicreda opportuno questo, si potrebbe almenopreparare i soci al passaggio tra le fila dellaP. U., in modo che anche dopo il servizio mili-tare e formandosi una famiglia, abbiano possibi-lità e stimolo a continuare il loro apostolato inambiente salesiano? Questo naturalmente nonimpedisce che si iscrivano tra gli Ex allievi del-l'Oratorio » .

Il Superiore sente tutti e poi raccoglie le file .« Il nostro - dice - è un discorso vitale perla P. U. Noi vorremmo subito risultati evidentinel nostro lavoro. Ma siamo all'inizio . Anni f'anessuno avrebbe pensato alla struttura di oggi.A poco a poco le idee vanno chiarendosi. Peri Circoli è cosa complessa e da studiarsi ancora,ma è ovvio che da questi serbatoi salesianidebbano uscire i nuovi elementi per l'apostolatoCooperatori. Il Circolo ha una sua finalità di-stinta da quella dei Cooperatori, perchè ab-braccia una varietà di gente per la quale svolgeuna funzione anche preservativa ; quindi ac-coglie pure elementi non adatti per essere Coo-peratori. C'è però tra i suoi membri più di unelemento atto per la P. U. Quindi una formulabuona potrebbe essere questa : dall'elemento deiCircoli scegliere Cooperatori giovani .

Intanto non trascuriamo di reclutare elementigiovani - 20, 25, 30 anni - tra la gioventùnon salesiana : questo però non a blocchi, maa singoli individui. Ciò vale per l'elemento ma-schile come per quello femminile. I Delegatiche hanno formato gruppi di Cooperatori odi Cooperatrici giovani e li curano a parte, sidichiarano assai soddisfatti di questa loro espe-rienza » .

L'altro punto - l'iscrizione di elementi sceltitra gli Insegnanti - non suscita meno interesse .Quanto ai Maestri tutti sanno che sono orga-nizzati nell'AIMC e nel MMC, ma si è notatoche in tali associazioni si trovano molti elementidesiderosi di esercitare l'apostolato proprio deiCooperatori Salesiani, curando le vocazioni ancheattraverso il Movimento « Amici di DomenicoSavio ». È per questo che il Direttore Generaledella P. U. ha disposto che in tutti i Centri P . U.si facesse l'anagrafe dei Cooperatori Insegnanti .La festa del loro Patrono Don Bosco può essereuna occasione perchè intervenga il salesiano eparli loro anche della P. U. In alcuni Centril'Assistente è un salesiano, che può lavoraremoltissimo immettendo in tali organizzazioni ilnostro spirito.

C'è chi fa notare che l'iscrizione all'UCIM(Unione Cattolica Insegnanti Medi) è meno im-pegnativa e quindi si può lavorare di più tra gli

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Insegnanti che ne fanno parte ; come normagenerale è bene servirsi dell'amicizia e di rela-zioni personali per avvicinare vari elementi eprepararli ad un lavoro proficuo, specie per levocazioni . Ma di questo si sarebbe ancora par-lato in altra seduta del Convegno .

Consigli Ispettoriali

Aprì lo scambio di idee sui Consigli Ispetto-riali il sig. don Ricceri con una domanda :« Siamo convinti che il Consiglio Ispettorialenon è una parata, ma elemento essenziale peril buon funzionamento della P. U.? » .

Diede quindi la parola ai Delegati, che miseroi colleghi a parte delle loro esperienze .

Il Delegato di Napoli disse che i suoi Consi-glieri sono tutti elementi attivi, ma che permantenerli tali cura molto la loro formazione,sia quella personale soprattutto attraverso lameditazione, sia quella collettiva riunendoli unavolta al mese e intrattenendoli sul tema delleresponsabilità dei laici nel mondo attuale . Inoltreli impegna all'apostolato affidando loro dei la-vori di responsabilità ed anche dei compiti oc-casionali . Così, per fare un esempio, ad ogniConsigliere affidò uno o due Centri perchè vilavorasse per promuovere la partecipazione agliEsercizi Spirituali . Essi scrissero una letterapersonale ai Cooperatori che vi avevano giàpartecipato e ad altri elementi che si presu-meva li avrebbero fatti . Si ottenne così l'au-mento dell'80% sull'anno scorso delle presenzeai corsi di Esercizi Spirituali .

Il Delegato di Verona parla del suo Consiglio .I numerosi Consiglieri sono tutti attivi e ormaispecializzati nel loro lavoro . Si pensi, ad esempio,che per opera della Consigliera dei Laboratorise ne sono fondati i nuovi! Mon manca il Con-sigliere per gli Insegnanti .

Il Delegato di Roma presenta qualche carat-teristica del suo Consiglio . Premette che gliIspettori hanno dato loro prestigio . Così, peresempio, all'inizio dell'anno l'Ispettore mandauna circolare ai Consiglieri locali distinti percategoria, firmata anche dal Consigliere Ispet-toriale che presiede a quella speciale attività .Sono quindi attivi tutti, ciascuno nella suabranca particolare: esercizi spirituali, stampa,vocazioni ecc . Per esempio i Ritiri minimi sonopreparati e curati da loro, soprattutto per laparte logistica ed economica . Non mancanoneppure i Consiglieri rappresentativi presso laConsulta per l'Apostolato dei Laici, l'AIART ecc .A questo punto il sig. don Ricceri, premessoche non possiamo fermarci alle posizioni rag-giunte e che le difficoltà vanno esaminate e su-perate, propone queste conclusioni pratiche :

L Il Consiglio Ispettoriale è necessario in as-soluto : non occorre che siano tanti i Consiglieri,ma che aiutino realmente il Delegato Ispetto-riale ; altrimenti è inutile eleggerli .

2. Riunirli periodicamente : proporsi come mi-nimo riunioni bimestrali, puntando. sulle men-sili. Quindi è evidente che i Consiglieri nondebbono abitare troppo lontano .

3. Avere un programma ben definito per loro .Esso è sempre doppio : a) formativo : non è pen-sabile riunire i Consiglieri senza dare loro delbuon pane, del cibo sostanzioso per una forma-zione cristiana, ascetica ; ma anche apostolicae tecnica ; b) organizzativo : non sono « dirigenti »,ma sono « collaboratori » : dobbiamo prepararli,istruirli, e quindi lasciarli fare, guidandoli perònello svolgimento progressivo del programmastabilito. Occorre impegnarli in attività conge-niali per cui abbiano doti e inclinazioni . Econveniente anche interessarli ai problemi del-l'Ispettoria, metterli in relazione col signor Ispet-tore e considerarli come membri attivi dellanostra famiglia .

Convegni di Consiglieri,Esercizi Spirituali, Ritiri minimi

Si trattarono poi altri argomenti . Ci limitiamoa riportare le conclusioni .

Convegni di Consiglieri . Quest'anno c'è statomolto progresso. Il sig . don Ricceri consigliadi farli per categoria o per argomento . Es . :convegno Consiglieri Vocazioni, convegno Consi-glieri Stampa ecc . Una giornata completa incide,lascia un'orma. Si obietta la difficoltà dei viaggidove prima si tenevano per zona . Il Superiorelascia la decisione alla prudenza di ognuno,ma dice che in ogni caso si deve evitare la fretta,la superficialità, la genericità . Lasciare che par-lino anch'essi; ma guidarli, moderarli, soprat-tutto saper raccogliere le file e portarli a con-clusioni pratiche . Una cosa importante per taliconvegni è la scelta della data . Bisogna farlipresto, all'inizio dell'anno sociale, altrimenti siperde gran parte del frutto . Tenerli entro no-vembre e puntare ad una data fissa . Per es . :la Ispettoria Romana da anni lo tiene il 4 no-vembre .

Anche i Ritiri minimi sono utilissimi, soprat-tutto se fatti anch'essi per categoria . Il Dele-gato della Subalpina parla di quello tenutoper i Consiglieri Stampa con oltre cento par-tecipanti e con questo orario di massima: ore 9 :meditazione, intervallo in silenzio ; ore 10 :istruzione; ore 12: santa Messa ; ore 12,45 :pranzo; ore 14,30 : relazione sulla tecnica aposto-lato stampa . Il sig. don Ricceri dà come normagenerale : mattino : temi formativi ; pomeriggio :temi organizzativi . Non trascurare la venditadi libri, sempre opportuna . Utilissimi anche iRitiri minimi per Cooperatori in genere, mache non manchi il silenzio . Nella Romana, trai frutti di questi Ritiri, ci furono parecchieprenotazioni per gli Esercizi Spirituali chiusi .

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Negli Esercizi Spirituali quest'anno si è fattoun bel passo avanti in molte Ispettorie . Don Mag-gio dà relazione degli « Esercizi Spirituali diorientamento » per signorine a Villa Grazia diMosso Santa Maria, e afferma che hanno avutoun esito lusinghiero . Si è seguito il nostro orariocol silenzio, tranne nella ricreazione del dopo-pranzo. Sono durati 4 giorni interi e si è usatoil bellissimo Manuale del Cenacolo di Brescia .Ottimo servizio a mensa fecero i dischi sulVangelo e dischi vari religiosi . Il Superiore fanotare che l'uso dei dischi va dosato e regolatocon una scelta sapiente. Si pensa di tenernetre corsi l'anno venturo. Ad essi si potrannoavviare le giovani Cooperatrici.L'Ispettore di Napoli parla degli Esercizi

Spirituali per genitori di Salesiani . Anche que-sti sono riusciti con piena soddisfazione . Sonopure occasioni ottime per far loro conoscereil nostro spirito e tante cose nostre che essiignorano. A tal fine servono anche i documentari .

Esercizi Spirituali per coniugi . L'idea vennedagli Esercizi per i genitori dei Salesiani : si ènotato che molti coniugi non possono starelontano l'uno dall'altro anche solo per pochigiorni : l'unica via per deciderli è organizzarecorsi per coniugi con predicazione adatta . Ilsig. don Ricceri approva, ma dice che si pro-ceda con prudenza, sempre d'intesa con gliIspettori, tenendo presenti gli ambienti in cuisi lavora . Tali corsi siano per soli coniugi eintervengano tutti e due i coniugi .

Sugli Esercizi Spirituali in genere si è rile-vato la necessità di organizzare una saggia pro-paganda, che sia di preferenza personale e ca-pillare. Si è pure notato che i Parroci Salesianipossono far molto presso i loro fedeli. Anchei Direttori -dei nostri Oratori che vogliono ag-ganciare qualche giovane per farne un apostolo,li mandano agli Esercizi . I Delegati della Ligure-Toscana hanno citato l'esempio del Direttoredell'Oratorio della Spezia, che ne ha portati 17,li ha assistiti personalmente e, con l'aiuto del-l'Ispettore, ha pagato lui per tutti . Questa par-tecipazione, oltre agli ottimi frutti spiritualiper i singoli, può aprire la porta della P . U. aben preparati nuclei di Cooperatori giovani .

Gli Insegnanti, nostri collaboratorinella cura delle Vocazioni

Su questo argomento i Delegati poteronoascoltare una esauriente trattazione di don Cle-mentel, Delegato Ispettoriale di Verona . Pre-messo che alla nostra Terza Famiglia Don Boscoha indicato l'attività Vocazioni tra le più im-portanti, presentato un quadro impressionantedella situazione in Italia in tema di Vocazioni,fatta un'acuta disamina delle cause determinantitale situazione e studiati i mezzi per fronteggiarlacon successo, venne sul vivo dell'argomento :

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come gli Insegnanti possono diventare nostri col-laboratori nella cura delle Vocazioni .

1. Gli Insegnanti, per la loro formazione eposizione, sono particolarmente adatti a colla-borare per le Vocazioni. Nella quasi totalità(l'80% in Italia, almeno fino ad oggi) sonoaderenti alla pedagogia che si ispira alla re-ligione. Moltissimi sono educatori con una men-talità e sensibilità pedagogica che attinge lar-gamente a Don Bosco . In modo particolarelo sono i Cooperatori; frequenti tra loro anchegli Ex allievi desiderosi di collaborare .

La loro presenza educativa è costante tragli alunni; conoscono i fanciulli, che tengonoper un intero ciclo ; e possono - se illuminatie guidati - facilmente riscontrare in essiquelle doti oggettive di natura e di grazia, eanche quelle propensioni soggettive, che con-corrono a formare gli elementi della vocabilità .Possono dire una parola accetta al fanciullo,apprezzata dalla famiglia, tenuta in considera-zione dal Parroco, che in fatto di vocazionedovrà dire l'ultima parola al direttore dell'aspi-rantato o al rettore del seminario .

Essi conoscono anche l'ambiente familiaredell'alunno, con i pregi e le eventuali tare ;conoscono l'ambiente educativo della scuoladove insegnano ; hanno davanti dei fanciullifacili a legami affettivi con l'insegnante, prontia riceverne la benefica azione, quando in essiegli scopre i germi di vocazione e si adopera perfarli sbocciare; sono disposti a trapiantarli - ein questo la loro parola potrebbe essere vera-mente importante presso la famiglia - nellaserra adatta, che è la casa di formazione o ilseminario .

2. È necessario quindi : a) valorizzarli, inte-ressandoli direttamente all'attività vocazioni ;b) orientarli con una, preparazione specifica aquesta attività, a sentire il problema Vocazioni,a saper individuare gli elementi di vocabilitànei fanciulli, a seguire un costante lavoro diguida e di preservazione ; c) attrezzarli, fornen-doli di quanto è necessario per l'azione specificache essi debbono svolgere .

3 . A questi fini bisogna : a) individuarli, fa-cendo lo spoglio dei Cooperatori insegnanti,aggiungendo nominativi di altri insegnantipossibili futuri Cooperatori e Cooperatrici, sud-dividendo gli elenchi nominativi per zone, se-condo la distribuzione geografica dei Centri,in modo che i Delegati locali abbiano ancheper questo un'area d'azione ben definita ; b) man-tenere i contatti con qualche rapida visita, conlettere, con circolari e stampati, specialmentein occasione delle feste salesiane, quando è fa-cile lasciar cadere una parola che incoraggiaall'apostolato salesiano . . . ; c) fare riunioni, co-minciando con alcuni tra i più vicini e interes-sati, per sentire le reazioni e studiare un primopiano di lavoro ; d) tenere un ritiro almeno dimezza giornata, per qualche nucleo più nume-roso, con meditazione sulla missione del maestro

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e una lezione sul compito specifico del promotoredelle Vocazioni ; e arrivare a conclusioni pra-tiche ; e) una giornata ispettoriale di studio e dipreghiera per quelli un po' lontani che nonpossono intervenire alle mezze giornate di ritiro ;•

questa con un programma più ampio.

4. Per facilitare poi la loro azione occorre :a) fornirli di libri che servano di guida, conscelta di testi e di argomenti - poesie e prose -per ispirare qualche componimento (vedere inproposito gli incontri di insegnanti su Scuola• Vocazione a Roma), riviste, filmine, albi,libri . . . di contenuto salesiano ; b) indicare loroqualche circostanza adatta per parlare delleVocazioni, come la crociata di preghiere delgiovedì per i sacerdoti ; l'Il febbraio, giornatadelle Vocazioni religiose ; la seconda domenicadi Pasqua, gionata delle Vocazioni sacerdotali . . . ;c) incoraggiarli a organizzare qualche incontroextra-scolastico di alunni a cui condurre i mi-gliori, eventualmente raccolti come « Amici diDomenico Savio », con programma adatto alloscopo; questo si può fare anche per una gior-nata, specie in primavera, in cui si potrebberoraccogliere preziosi elementi; buono anche unperiodo di prova in qualche colonia in luglio,prima di avviare agli aspirantati, o per mante-nere i contatti anche con le famiglie . . .

Per tutto questo lavoro bisogna studiare unpiano di collaborazione tra il Delegato Ispetto-riale, i Delegati locali e, dove c'è, col Promotoredelle Vocazioni . Fin qui la relazione di donClementel .

Segue uno scambio di idee sulle attuazionipratiche dal magnifico panorama presentato dalRelatore. Il sig. don Ricceri ne trae questeconclusioni :

1 . Convincersi di questa- realtà : l'anagrafe deiCooperatori insegnanti fatta quest'anno, mettea nostra disposizione delle autentiche forze dautilizzare per le Vocazioni . Con minor dispendiodi danaro, utilizzando le nostre forze, noi pos-siamo avere un maggior rendimento ; avremospecialmente il vantaggio che non saranno vo-cazioni « pompate », ma spontanee e quindigenuine .

2. Promuovere Ritiri per insegnanti : nonsolo elementari, ma anche medi . Si possonoimpostare sulla falsariga di quello realizzato adAndria : santa Messa, lezione sul compito edu-cativo del maestro, lezione teorico-praticasulle loro possibilità di lavoro per le Vocazioni,offrire materiale vario : riviste, libretti sul me-todo di Don Bosco, sui Cooperatori, pieghevolisalesiani, distintivi e regolamento degli « Amicidi Domenico Savio ».

3. Mantenere questi contatti mediante il Pro-motore delle Vocazioni, quando ci sia, chepuò essere il Delegato locale dei Cooperatori,• mediante il Consigliere per le Vocazioni egli Zelatori che lo coadiuvano.

Il Superiore conclude rilevando che la nostraP. U. trova le simpatie più naturali tra gliinsegnanti: tocca a noi farla loro conoscere eutilizzarne le energie e ricche possibilità .

AIART e Segretariato della Moralità

I mezzi audiovisivi hanno scopo informativo,culturale e anche di divertimento . Quest'ultimoè un bisogno per l'uomo, ma specialmente peril giovane. Per Don Bosco, anzi, esso è stru-mento di educazione e perfino di conquistadella santità. Però talvolta il divertimento di-venta occasione e strumento di pervertimento .Fermando l'attenzione alla Radio e alla TV, èfacile notare come in questo caso nasca un acutoconflitto tra l'indirizzo educativo dato dai ge-nitori e ciò che entra nelle famiglie attraversola Radio e la TV . Siamo così entrati in unanuova critica situazione familiare, mentre unaprofonda trasformazione della vita interna dellafamiglia è avvenuta ad opera della TV, che hamutato l'orario e il tenore di vita tradizionaledella serata familiare, ha isolato i membri dellafamiglia e li ha ridotti al silenzio proprio nelleore un tempo più care e desiderate dai genitoricome dai figli .

Queste le idee svolte dal Relatore don But-tarelli, il quale continuava domandandosi checosa si sarebbe potuto fare per porre un. frenoal male che attraverso il « video » giunge adissacrare le nostre famiglie . In che modo iCooperatori possono « cooperare » a ciò?

Occorre convincersi e convincere - rispon-deva - che il lamento e il pianto non sonogeneratori di riforme morali . In regime demo-cratico le voci della base, se isolate, cadononel vuoto; unite ed assommate, possono inci-dere notevolmente sull'andamento delle cose . Ilvertice allora è sensibile alla voce della periferia .

Ecco il perchè dell'AIART (Associazione Ita-liana Radiofonici e Telespettatori) con sede inRoma ed articolata in Comitati provinciali eSezioni locali . Essa ha lo scopo di raccogliere erappresentare le istanze dei radioascoltatori e deitelespettatori associati e delle loro famiglie neiriguardi delle diffusioni radiofoniche e televisive,considerate sotto l'aspetto artistico e informativoe sotto l'aspetto educativo e sociale, nonchè dipromuovere ed attuare le conseguenti inizia-tive. L'Associazione si ispira ai princìpi cristiani .

I Cooperatori salesiani (che presso l'AIARThanno un rappresentante) sempre, ma partico-larmente in occasione della « Campagna dellaFamiglia educatrice », che si svolgerà que-st'anno, debbono aderire ed essere presenti inmaniera efficace . Ciò, più che utile, è necessario .

In concreto :

L Sensibilizzare al problema i Cooperatori conconferenze ad hoc .

2 . Procurare una massiccia iscrizione dei singoliCooperatori con l'invio dell'apposita scheda e

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versamento di L. 200 (quota annua) . L'iscrizionesia però consapevole.

3. Procurare iscrizioni anche fuori dell'ambitoCooperatori .

4. Partecipare ai « Gruppi di ascolto », alleinchieste, ai convegni .

Per informazioni e richieste : AIART, via Fe-derico Cesi, 4.Il Relatore parla quindi del Segretariato

della Moralità e legge l'elogio fatto da dettoSegretariato al Delegato Ispettoriale di Ge-nova, che ottenne per due volte che fosseroritirati manifesti indecenti, ricorrendo al Pretore• al Questore in nome dei Cooperatori genovesi,tra cui citò nomi illustri . C'è chi fa notare checonviene ricorrere direttamente al Procuratoredella Repubblica, citando la legge Migliori .

Il Superiore rileva che la difesa della moralitàrientra pienamente nell'attività indicata dalRegolamento della P . U. e propone che unConsigliere ispettoriale o locale prenda partealle riunioni del Segretariato Diocesano per lamoralità e informi sui mezzi a nostra disposi-zione per la collaborazione dei Cooperatori . Èbene tener presente che il Segretariato per lamoralità tiene a disposizione dei moduli per ledenunce e che in ogni Centro non mancano iCooperatori indicati per questi ricorsi (avvocati• professionisti in genere), che hanno però bi-sogno di essere interessati e stimolati all'azione .

" Bollettino Salesiano "e manuale " Da mihi animas "

Il direttore del Bollettino Salesiano riferì sulmedesimo. Della relazione riportiamo qualcheidea concreta:

1 . Che cos'è - È l'organo ufficiale della P. U .,non il periodico delle Case salesiane . Esuladal programma del Bollettino il servizio-cronacadelle case e delle feste ordinarie di famiglia .Don Bosco stesso lo ha espressamente escluso,consigliando fin d'allora che per questo le casesi servissero di fogli locali e dei giornali .

2 . Bollettino e Periodici locali - Don Boscoistituì la cooperazione salesiana come uno deifattori essenziali della sua Opera, ma in modotale da restare lui il centro di tutta la coopera-zione, come lo era di tutte le attività salesiane .Permise, anzi desiderò la creazione di tanti centrisecondari di cooperazione, ma volle che vi fosseun solo centro principale al quale convergesseroi Cooperatori di tutto il mondo e dal quale siricevessero le direttive sue e dei suoi succes-sori . Perciò i foglietti e i periodici locali che sisostituiscono al Bollettino e ne ricopiano le fi-nalità, sono contrari al desiderio di Don Bosco• alle direttive dei suoi Successori : le Memoriebiografiche e gli Atti del Capitolo sono esplicitia questo riguardo . I periodici locali debbono

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limitarsi a trattare argomenti d'interesse locale,mentre al Bollettino sono riservati quelli d'inte-resse generale .

3 . Corrispondenti - Il Bollettino dev'essere undocumentario ricco e mondiale : ciò che impres-siona i Cooperatori e rallegra il cuore di tuttiquelli che vogliono bene a Don Bosco è il ve-dere lo sviluppo meraviglioso della sua Operanel mondo. Ma per essere tale, deve venireinformato di tutto il movimento salesiano . Il« Corrispondente », che deve esserci in ogniIspettoria, mandi quindi al Centro notizie deiprogressi e sviluppi delle opere, come pure diquelle novità e iniziative che hanno carattereeccezionale e rivelano una vita pulsante nel-l'organismo salesiano . È pure evidente che ele-mento essenziale d'interesse è un buon serviziofotografico . Compito delicato del Corrispondenteè quello di comunicare sollecitamente notiziadei decessi coi dati necessari e i rilievi di be-nemerenze particolari .

Diffusione e aggiornamento indirizzi - È vo-lontà di Don Bosco, ripetutamente espressa,che noi diventiamo propagandisti del Bollet-tino . Si deplora quindi che ci siano delle casesalesiane che si disinteressano di farlo cono-scere e di diffonderlo. Si teme forse di convo-gliare le offerte al Centro ; mentre invece se i be-nefattori locali avessero una idea della gran-dezza della Congregazione, sarebbero invogliatiad aiutare di più l'opera locale per renderladegna di appartenere ad un complesso mondialecosì grandioso. Non meno dannoso del disinte-resse nel farlo conoscere è il mancato aggiorna-mento degli indirizzi. Si è sempre detto che ilprimo lavoro da farsi dai Delegati locali è l'ag-giornamento degli indirizzi del Bollettino e loschedario dei Cooperatori . In realtà in moltezone continua una dannosa dispersione di Bol-lettini, che vengono inviati anche a persone morteo emigrate da anni .

Bollettino Dirigenti - Lo si vorrebbe più ricco,più vario, più funzionale ; ma ciò non sarà fa-cile finchè non potrà disporre di una collabo-razione maturata nella esperienza dei DelegatiIspettoriali . Si propose lo studio di un pianoredazionale per renderlo uno strumento piùtecnico, più utile per l'apostolato dei Coope-ratori . Per l'attuazione di tale piano il Segre-tario Generale della P. U., il Capo Ufficio Cen-trale, i Delegati Ispettoriali don Buttarelli edon Clementel hanno accettato di collaborarenei diversi settori di loro competenza .

Manuale « Da mihi animas » - Il Segretariogenerale don Favini riferì sul manuale dei Coo-peratori Da mihi animas, del quale si preparala seconda edizione . Presentato il manuale nellesue singole parti, si discusse sulla opportunitàdi conservare od omettere alcune pie pratichee formule e si concluse con l'approvare lastampa della seconda edizione nella nuova re-dazione, che offrirà ai nostri Cooperatori unmanuale più agile e gradito .

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CAMPAGNA PER IL 1964

1a famiglia cristiana educatriceUrgenza della 1 campagna "

Il prof. don Pietro Gianola del PontificioAteneo Salesiano presenta e illustra la cam-pagna per il 1964 . Una campagna della mas-sima attualità, anzi estremamente urgente .come risulta all'evidenza dal quadro impressio-nante presentato dal relatore .

La famiglia cristiana, impegnata nel gravedovere di educare i propri figli, vede aumentareogni giorno le difficoltà, le insidie, i pericoli .

Profonde trasformazioni sono in corso nellasocietà di oggi, con ampiezza e complessitàcrescente, trasformazioni che investono la fa-miglia, la gioventù e soprattutto i reciprocirapporti educativi tra genitori e figli . I genitorimancano spesso di tempo, di calma e di mezziper far fronte alle loro responsabilità : ciò vale peril padre, come per la madre ; i figli abbrevianosempre più il tempo che passano in casa, espo-nendosi in modo crescente agli influssi esterni .

Con o senza colpa, i genitori denunziano unagenerale impreparazione e inadeguatezza difronte ai compiti molteplici e complessi dellaeducazione dei figli, sia per preservarli dal malecome per avviarli al bene e prepararli conve-nientemente a vivere da buoni cristiani .La famiglia denuncia la mancanza - alle

volte relativa, altre volte assoluta - di aiutoe integrazione da parte delle istituzioni edu-cative, che invece dovrebbero assolvere con leiil grave compito :

a) scuole che continuino e completino l'istru-zione e l'educazione familiare ;

b) oratori, circoli, istituti e collegi, movimentie opere giovanili, che sostituiscano la famigliaquando e dove essa non basta ;

c) sacerdoti che svolgano una più diretta eprofonda formazione morale e religiosa deifigli nella catechesi, nella predicazione, nell'in-segnamento religioso, nella confessione, nelladirezione spirituale, nelle celebrazioni liturgiche ;

d) centri pedagogici, consultòri, organizza-zioni di aiuto familiare . . .

È necessario poi prendere coscienza e sma-scherare davanti alla opinione pubblica la pau-rosa campagna di diseducazione cristiana eumana, che forze diverse organizzano ognigiorno più contro la famiglia cristiana e lasua azione educatrice, e contro la Chiesa . Neelenchiamo le principali :

I . L'insidia e la lotta laicista contro lafamiglia cristiana educatrice : una massa ere-

stente di uomini di pseudocultura laicista staconducendo una vera battaglia intenzionale eorganizzata, accentrata e capillare, con questiscopi :

a) diffondere un concetto di educazione in-tesa come liberazione dai vincoli delle normemorali assolute e dai dommi e verità assolute ;

b) sottrarre i figli dall'influsso della famiglia,giudicata gruppo di cultura per sua naturaristretta e conservatrice, affinchè la scuola ridìaai figli la libertà del pensiero e delle scelte dicoscienza ;

e) eliminare l'insegnamento della religionedai programmi di insegnamento della scuolapubblica media; persuadere i maestri a rifiutarsidi insegnare la religione nelle scuole elementari ;

d) introdurre nella scuola l'educazione ses-suale scientifica collettiva: diffondere la scuolamista; istruire i giovani sull'uso dei mezzi anti-fecondativi per il controllo delle nascite ;

e) promuovere la lotta contro la scuola liberacattolica e il diritto educativo dei genitoricattolici .La campagna, per conseguire questi scopi,

è condotta con i mezzi più svariati ed efficaci :editrici, riviste, libri di testo, insegnanti, con-vegni, gruppi organizzati, centri culturali, dif-fusione di questionari nelle scuole, propagandaspicciola . . .

2 . L'insidia e la lotta marxista contro lafamiglia cristiana educatrice è condotta con lestesse armi del laicismo, spesso in organismicomuni, pur avendo i propri organi e alcuneiniziative speciali, che mirano a questi scopi :

a) diffondere un concetto di educazione cheha come suo fine la edificazione della nuova emigliore società socialista ;b) sottrarre il primato educativo alla fa-

miglia, per affidarlo allo Stato (orientato in sensosocialista), alla scuola (anch'essa ispirata alleidee marxiste) o ai gruppi giovanili già influen-zati o controllati da dirigenti marxisti: la fa-miglia deve preparare e appoggiare tale for-mazione ;

c) dare nella scuola il primato alle materiescientifiche e positive per creare nei giovaniuna mentalità di demolizione dei « miti e delleleggende » (leggi Religione), e di spiegazione scien-tifica dell'origine delle idee morali e religiose ;

d) diffusione familiare e popolare delle ideematerialistiche mediante almanacchi, pagine gio-vanili de L'unità e stampa marxista in genere .

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3 . L'insidia psieologico-pedagodiea diuna falsa « modernità » dei metodi di educazionefamiliare mediante libri, convegni e conferenze,rotocalchi e giornali, consultòri e conversazioniche circolano tra le famiglie, diffondono con-cezioni errate o almeno pericolose in tema dieducazione dei figli . Questa insidia porta aqueste conseguenze :

a) esagerate interpretazioni « psicanalitiche »dell'infanzia e dell'adolescenza ;

b) capitolazione dell'autorità ed eccesso dilibertà ai figli ;

c) rassegnazione troppo rapida ai difetti, alledeviazioni, ai vizi dei figli;

d) naturalismo nelle preoccupazioni e nellecure dei medesimi ;

e) minimizzazione della gravità dell'immo-ralità giovanile ;f) falsi o incompleti concetti di moralità,

religiosità e vita cristiana ;g) mancato allenamento della volontà ; igno-

ranza della grazia di Dio . . .

4 . L'insidia ambientale, che colpisce comeatmosfera penetrante sia i genitori che i figli .Questa insidia si nasconde in molteplici modidi vivere di oggi :

-a) stampa, cinema, TV, radio banali o aperta-

mente immorali e irreligiose ;b) promiscuità di amicizie, balli, gite, sur-

prise party ;e) seduzione e prostituzione femminile e

maschile, stupefacenti ;d) spiagge e alberghi per la gioventù ;e) mode di adulti e giovani ;f) ignoranza, negligenza pedagogica dei ge-

nitori, mancanza di stima e rispetto, di esem-pio e guida, irriflessione nella scelta dei col-laboratori esterni ;

g) libera circolazione di cattive idee e dicattivi esempi . . .

Aiutiamo l'azione educativadella famiglia

Di fronte a questo quadro i genitori chevalutano la loro responsabilità, provano unagrande sofferenza : essi sentono la situazionesuperiore alle loro forze . L'ingresso di molte fa-miglie nelle grandi città, l'entrata del televisorein casa, la mancanza di tempo libero dei geni-tori, la scuola media che si propone di educarei figli e di prepararli alla vita e quindi li staccadai genitori, costituiscono un insieme di fattorinegativi e creano una situazione di fronte allaquale i genitori coscienti provano un penososenso di impreparazione. Perciò la campagnache vogliamo condurre può essere un regalograditissimo ai Cooperatori-genitori e agli altrigenitori a cui i Cooperatori possono arrivare .

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Ecco quindi un quadro di « aiuti » che i Coo-peratori potranno offrire alle famiglie con lacampagna di quest'anno :

1 . Un metodo per migliorare la loro azione :princìpi e pratica del sistema preventivo diSan Giovanni Bosco, che rimane profondamentevalido, anche se occorre qualche aggiornamentoformale nell'applicazione :

a) sanità dell'ambiente familiare; ricerca eofferta ai figli di altri ambienti sani ;

b) tempestiva formazione nei figli di unarobusta e bene integrata «personalità cristianadi base », religiosa e morale, secondo il prin-cipio dell'intervento preventivo con la sua ve-rità e potenza, prima e meglio del male ;

c) revisione e interpretazione religiosa e cri-stiana delle situazioni e degli eventi familiaried esterni, per operarvi le giuste scelte respon-sabili ;

d) creazione tempestiva di uno stretto e forterapporto fra figli e genitori, basato su legamiumani e cristiani di affetto, fiducia, ubbidienza,prudenza, in modo che i figli vi trovino laforza per rimanere fedeli all'educazione cri-stiana domestica, anche fuori di famiglia, anchedopo che sarà terminata la sua azione direttadi educazione,

e) cura di fornire ai figli scelte e occupazionivalide e interessanti del tempo libero, soddisfa-zioni giuste dei loro bisogni, soluzione ai loroproblemi di affetto e di azione, affinchè sianomeno tentati di cercare altrove evasioni e com-pensi ;f) cura di inserire i figli nelle altre opere di

educazione con criteri cristiani di scelta e di sor-veglianza : scuole, istituti, oratori, movimentigiovanili, scoutismo, guidismo ecc .

2 . Opere di educazione maschili e femmi-nili, che hanno proprio lo scopo primario del-l'aiuto educativo alla famiglia per l'educazionecristiana dei figli :

a) l'Oratorio, il Circolo giovanile, Associazionivarie ;

b) il Collegio-internato;c) la Scuola-esternato ;d) Convitti e Pensionati ;e) Parrocchie;f) stampa scolastica, formativa, ricreativa,

di sicura lettura ;g) studi, -ricerche, pubblicazioni, consulenze

di pedagogia presso l'Istituto Superiore di Pe-dagogia del Pontificio Ateneo Salesiano e inaltri Istituti della Congregazione ;

h) i Cooperatori, gli Ex allievi, i vari movimentieducativi che fanno capo alla famiglia salesiana,che educano direttamente i propri figli secondoil sistema educativo di Don Bosco, o che pro-muovono l'educazione dei figli di altri secondoil medesimo spirito .

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Temi per le Conferenze annuali

I temi delle Conferenze annuali e delle Con-ferenze mensili sono stati scelti appunto conquesto fine : dare ai genitori un aiuto valido,concreto e, per quanto possibile, anche orga-nico per fare della propria famiglia una scuoladi sapienza cristiana nello spirito salesiano .

PRIMA CONFERENZAIl sistema preventivo di Don Bosco nel-l'educazione dei_ figli

1. L'origine familiare della pedagogia di DonBosco: Mamma Margherita . Oggi Don Boscorestituisce alla famiglia cristiana educatrice ilmetodo d'educazione che egli sviluppò sullaradice dei principi dell'educazione che ricevettenella propria famiglia .

2. Le caratteristiche della pedagogia di DonBosco : a) pedagogia di fede ; b) pedagogia dicarità e amore; c) pedagogia di preservazione:d) pedagogia del bene, applicate alla educa-zione familiare .

3. Attuazione familiare dei princìpi di metododel sistema preventivo : a) ragione ; b) religione ;c) amorevolezza ;_ d) assistenza; e) impegno neldovere .

SECONDA CONFERENZAEducazione preventiva e diseducazionemoderna

1 . Panorama preoccupante della situazionegiovanile d'oggi . Uguaglianza e diversità fra itempi di Don Bosco e i nostri . Ricerche diprincìpi nuovi d'educazione . Pensiero di Pio XInella D .I.M .

2. Parallelo per antitesi fra i princìpi delsistema preventivo di Don Bosco e alcuni falsiprincìpi ed errori pedagogici moderni. Maestriveri e maestri falsi di educazione familiare .

3 . I frutti dei due alberi : profili di gioventùsalesiana di ieri e di oggi, e profilo di giovaniche oggi preoccupano le famiglie e la società .

4. Invito al ritorno alla pedagogia preventivadi Don Bosco .

Temi per le Conferenze mensili

I . L'educazione cristiana dei figli, doveree diritto della famiglia

a) Fondamenti del diritto educativo familiarenell'ordine naturale .'b) Fondamenti del diritto educativo familiare

nell'ordine soprannaturale .c) Il diritto educativo familiare nella Costi-

tuzione italiana .d) Azione privata e pubblica di sensibilizzazione

delle famiglie al dovere di promozione e difesadei diritti propri e della Chiesa .

II . L'auibiente domestico e l'educazionecristiana dei figlia) La fondamentale importanza dell'ambiente

nel sistema preventivo di Don Bosco .b) Ambiente di armonia affettiva e pedagogica

fra i genitori .c) Ruolo educativo del padre e della madre

in famiglia .d) Principio di esemplarità .e) Principio di autorità .f) Principio di amorevolezza .

III . l'unzione centrale della famiglia eri-stiana rispetto alle altre istituzioni edu-cative

a) Unità e continuità dell'educazione cristianasecondo Don Bosco .

b) Rapporti educativi tra famiglia e scuola .Necessità, dovere e diritto di unità e continuitàeducativa cristiana .

c) Ciò che la famiglia deve offrire alla scuola-d) Ciò che la scuola deve rispettare, promuo-

vere, offrire alla famiglia .e) La famiglia cristiana e le opere e i movi-

menti giovanili .

IV . La famiglia educatrice e le fasi disviluppo dei figli

a) Don Bosco « adolescenti um pater et magister » .b) Profilo fisico-psicologico e rapporto edu-

cativo nella infanzia .c) La fase di emancipazione della pre-adole-

scenza .d) L'adolescente e le sue revisioni personali

verso l'autonomia.e) La direzione delle scelte e degli inseri-

menti del figlio, giovane adulto .

V . La famiglia guida della scoperta edell'esperienza quotidiana dei figli

a) Don Bosco osservatore, guida e consiglierenegli eventi della vita quotidiana (lei suoi giovani .

b) Libertà assistita ma larga di esperienzedi cose e azioni in casa . Giocattoli e regali .Uscite con i genitori .

c) La conversazione dei genitori con i figliragazzi .

d) Il dialogo aperto negli anni dell'adole-scenza, e gli eventi .

e) Il dialogo aperto con i figli giovani adulti .

V I . I genitori guide e consiglieri nellavocazione dei figlia) Don Bosco e la scelta della vocazione; edu-

cazione professionale.b) Istruzione e coscienza dei genitori stilla

vita come « vocazione », e sull'importanza del-l'orientamento giusto dei figli .

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e) Criteri di scelta professionale : capacità,aspirazione, possibilità .

d) Vocazione sacerdotale o religiosa dei figli :non forzare e non impedire, desiderare epreparare i figli dall'infanzia, coltivare lebuone disposizioni . indirizzare e sostenere spi-ritualmente .

VII . Preparazione dei figli al matrimonioe alla vita

a) Don Bosco educatore dei giovani puri .b) La famiglia e la preservazione dell'in-

fanzia e della fanciullezza .c) Guida al superamento della fase critica

della prepubertà e della pubertà .d) Conservazione o riconquista della purezza

nell'adolescenza .Accesso, nella purezza, alle nuove conoscenze

e sensibilità .e) Assistenza e guida dei figli verso la propria

famiglia: prefidanzamento e fidanzamento .

f) Assistenza dei figli, giovani sposi o ge-nitori .

VIII . Educazione religiosa dei figlia) Importanza e principi dell'educazione reli-

giosa in Don Bosco .b) Dalla prima catechesi infantile all'ingresso

del ragazzo nella fede e nella 'vita della Chiesa .e) Sostegno e guida della revisione personale

dell'adolescenza .d) Verso la personalità cristiana matura dei

figli .e) Appoggio e collaborazione delle altre for-

me d'educazione religiosa .

IX . Educazione correttiva dai difetti evizi alla virtù

a) Orientamenti e principi d'educazionerettiva in Don Bosco .

b) I figli disubbidienti .c) I figli pigri .d) I figli ribelli .e) I figli in crisi morale e religiosa .f) I figli troppo « moderni » .

84

cor-

X. Educare i figli al divertimento e conil divertimento

a) I principi di Don Bosco sui divertimentidei giovani .

b) Educazione e diseducazione nei diverti-menti .

e) I giuochi educativi dell'infanzia.

d) Letture, televisione, radio e cinema nel-l'educazione del ragazzo e dell'adolescente .

e) I divertimenti « creativi » .

XI . La fainiglia e l'educazione sociale(lei figli

a) Don Bosco e l'educazione dei giovani perla società e la Chiesa .

b) Esperienze, rapporti, virtù sociali nellavita di famiglia .

c) La « buona educazione » dei figli in famigliae fuori .d) Aperture di mentalità, di relazioni, di

virtù sociali dai genitori ai figli .e) L'orientamento e l'inserimento dei figli

nella società civile, professionale, politica .f) La socialità caritativa, ecclesiale, liturgica,

apostolica dai genitori ai figli .

Iniziative praticheper la " campagna ff

Ci limitiamo a elencarle, riservandoci di par-larne più ampiamente in altri numeri .

1. Organizzare la Giornata della famigliaeducatrice, che potrebbe svolgersi col seguenteprogramma: apertura liturgica; mostra di stampasull'argomento; incontro a conferenza o « tavolarotonda » o convegno di tre o di cinque ; omag-gio dei figli, cineforum familiare-educativo .

2. Promuovere proprie e vere Scuole deigenitori nei centri dove è possibile per ilnumero e la sensibilità della popolazione, perla disponibilità dei docenti . Potrebbe avere unao più ore settimanali, per un certo periodo ditempo, ma occorre trovare docenti tecnicamentee moralmente sicuri, presentarla con titoli pro-mettenti e cominciarla con idee nuove e inte-ressanti . Tener presente anche la possibilitàdi ridurre tale scuola a programmi di sette-ottosere o a tre sere, purchè vi sia una certa com-piutezza negli argomenti .

3. Interessare i Cooperatori ai problemi diDifesa della famiglia, di Assistenza farrri-liare, a livello locale e nazionale .

4. Promuovere la conoscenza e l'inserimentonei movimenti e nelle associazioni per i rap-porti Scuola e famiglia: l'ANSI (AssociazioneNazionale Scuola Italiana : è cattolica e miraa difendere la scuola libera e privata) ; ilCentro didattico nazionale presso il Mini-stero della Pubblica Istruzione (bene ispirato) ;il Comitato genitori alunni della Scuolamedia, che sorge in seno alla « Assemblea deigenitori » e può esercitare un'opera decisivasull'andamento morale della Scuola .

5. Organizzare e sostenere eventuali Corsiper fidanzati per la preparazione familiare .

6. Organizzare Cineforum su temi familiarieducativi .

CONTINUA'

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Santo sviluppo della Chiesa

IntroduzioneIn questa che chiude il ciclo di conferenze

della campagna annuale sul tema Vivere laChiesa, considereremo con quali altri atti Cristo,dopo averci uniti a sè in seno alla Chiesa me-diante i Sacramenti della iniziazione cristiana(Battesimo e Cresima), dopo avere consacratoil nostro servizio per il bene e il progresso dellacomunità ecclesiale (Ordine e Matrimonio), pre-sieda e procuri il nostro pieno sviluppo in senoalla Chiesa, suo mistico corpo, di modo che pra-ticando . . . la verità nella carità cresciamo sottoogni aspetto fino a Lui che è il Capo, Cristo ; pervirtù del quale tutto il Corpo, costruito e compagi-nato per ogni giuntura che serve a somministrareil necessario secondo la funzione di ciascunaparte, opera il proprio accrescimento edificandosinella carità (Ef., 4, 15-16) .Si tratta dei tre Sacramenti mediante i

quali Cristo ci nutri col pane di vita alimentandoin noi la vita filiale (Eucaristia), risana le nostremalattie morali (Penitenza), lenisce e consacrale nostre infermità fisiche (Estrema Unzione) .

7. Osservare e denunciare alle famiglie e alleautorità le insidie alla famiglia e ai figli .

8. Promuovere Riunioni e Incontri fami-liari fra gruppi ristretti di genitori cristiani suproblemi educativi, organizzati da Cooperatori,invitando altri, con l'aiuto di sacerdoti o esperti .

9. Organizzare in loco una Biblioteca fami-liare-educativa, anche minima, a disposi-zione dei Cooperatori .

10. Dove è possibile, promuovere una Tresere per Insegnanti .

11 . Il Convegno per Decurioni e SacerdotiCooperatori si svolga su argomenti d'interessepastorale in rapporto alla famiglia, con esposi-zione di libri di pedagogia, psicologia e socio-logia familiare, in modo che il sacerdote di-venti maestro ai genitori . In pratica si potràprendere come base la prima Conferenza annualee portarla sul piano della pastorale giovanile .Don Bosco, se conosciuto, offre un materialeimmenso. Ecco una traccia : Il sacerdote con-sigliere e formatore della famiglia secondo ilsistema di San Giovanni Bosco .

12 . Far conoscere il Centro di Consulenzagiovanile presso il P.A.S. di Roma, via Mar-sala, 42 e il Consultorio medico-pedagogicodi Roma, che lavora molto anche per i Semi-nari e gli Aspirantati .

PENSIERIPER LA CONFERENZA MENSILEDI NOVEMBRE

0 Sacramento del pentimento e del perdonoL'ostacolo fondamentale alla nostra vita di

figli nella casa del Padre, conferitaci nel Bat-tesimo e perfezionata nella Cresima, è il pec-cato, qualsiasi peccato .

Il peccato grave è il totale rifiuto della vita difiglio, e rigetto dell'amore del Padre, è allonta-namento dalla sua casa . Tuttavia il peccatore,anche se figlio ribelle, non cessa di appartenerealla famiglia dei figli di Dio : sintanto però chepermane nel suo stato di ribellione, non puòpartecipare alla mensa dei figli, il cui cibo èl'amore del Padre ad essi misteriosamente co-municato nel Figlio prediletto nel banchettoeucaristico, anticipo e pregustazione del ban-chetto celeste . Se poi tale ostinazione nel male .sventuratamente, durasse fino alla morte, se-gnerebbe l'esclusione definitiva dalla mensa edalla casa del Padre, e condannerebbe il figlioribelle, fatto per cibarsi dell'Amore, a nutrirsi pe-rennemente d'un odio torturante e implacabile .

Il peccato non grave, il peccato veniale, anchese non esclude dalla casa del Padre e dalla

Chiuso il convegnoai piedi della Vergine

Chiuse il convegno il signor don Ricceri conuna sintesi pratica del lavoro compiuto neitre giorni e dando ancora alcune direttive suipellegrinaggi, per cui raccomandò la discre-zione ed insieme la cura perchè i pellegrinitornino sempre più buoni, più cooperatori, piùsalesiani ; sulle gite-visite alle case di forma-zione, che non debbono mancare specialmenteper invogliare gli Zelatori e gli Insegnanti alavorare per le Vocazioni ed anche per destarenei giovani salesiani in formazione interesseper la terza nostra famiglia e disporli ad ascol-tare il Delegato quando li intratterrà sull'argo-mento; infine disse ancora una parola sull'apo-stolato stampa, sempre in atto, sempre piùattuale e caro a chi zela nello spirito di Don Bo-sco e dei tempi la salvezza delle anime, ognigiorno più insidiate dal veleno diffuso in va-langhe di carta stampata .

I convegnisti, prima di separarsi, vollero pel-legrinare al Santuario della Madonna delle la-crime di Siracusa per affidare alla sua bontàmaterna i frutti del convegno, pregare per iCooperatori e le Cooperatrici loro affidati eassicurarsene l'aiuto potente nella realizzazionedel programma annuale e in particolare della cam-pagna sulla « Famiglia cristiana educatrice » .

115

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mensa dei figli, ostacola non poco la nostra con-vivenza di figli. Difatti il peccato veniale, se nonè il totale rifiuto della vita di figlio, è però il ri-fiuto cosciente e responsabile di vivere total-mente da figli e da fratelli nella casa del Padre .

Tale peccato, se non è combattuto generosa-mente, rischia di allentare i vincoli d'amoreche ci uniscono al Padre ed ai fratelli e fatal-mente predispone alla rottura definitiva .

Dio misericordioso ha previsto che l'uomo,per la sua estrema debolezza, non sarebbestato totalmente affrancato dalla schiavitù delpeccato, una volta rigenerato alla grazia : natoribelle per la prevaricazione del primo uomo,avrebbe portato nel suo sangue il fornitedella ribellione che avrebbe di continuo mi-nacciato la ridonata vita di figlio .

Bontà infinita, al male contrappone il rimedio :ogni volta che l'uomo, interiormente stimolatodalla grazia, avrebbe sentito sincero rimorsodella colpa commessa e nostalgia della casa delPadre, avrebbe trovato nel sangue redentore diCristo una via aperta per ritornare nella casapaterna all'amplesso del Padre, avendo Cristo,per la sua sanguinosa passione, ottenuto dal'Padre di trasformare . di consacrare il pentimentodell'uomo in perdono di Dio .

L'uomo però peccando, non ha solo offesoDio, di cui in Cristo è diventato figlio : ha pureoffeso i suoi fratelli . È un aspetto del peccatoa cui, d'ordinario, si fa poco caso . Ogni pec-cato, grande o leggero, pubblico o privato,commesso esteriormente, oppure anche soloconsumato nell'intimo della nostra coscienza,non riguarda solo noi e Dio .

Se per Cristo e in Cristo siamo diventatiun'unica realtà, la famiglia dei figli di Dio,ogni colpa commessa contro il Padre o i fra-telli, ogni rallentamento dei vincoli del comuneamore, è ,offesa e danno di tutti. Ed è per ciòche il perdono di Dio ci vien visibilmente con-ferito attraverso il suo ministro, che rappresentaad un tempo Cristo e la sua Chiesa. Ed è ancheper questo motivo che, pure se il perdono diDio vien accordato all'uomo nell'istante stesso incui profondamente si pente del suo fallo, rimaneperò l'obbligo di sottoporre esteriormente lapropria colpa al sacerdote che in nome e perautorità di Cristo e della Chiesa lo assolve e loriammette, anche esteriormente, nella casa ealla mensa del Padre . La gravità di tale ob-bligo è misurata dal fatto che Dio negherebbeil suo perdono a chi coscientemente e caparbia-mente non volesse sottostare a tale condizione .

Nei primi tempi della Chiesa, i peccatori,per un tempo proporzionato alla gravità delleloro mancanze, dovevano fare pubblica peni-tenza dei loro falli, prima di essere riammessinella comunità dei fedeli per partecipare alsacrificio e al banchetto eucaristico ; d'altra partela comunità si impegnava in frequenti e fervidesuppliche a Dio, per il perfetto ravvedimentoe la perseveranza dei penitenti .

Ora, la Chiesa, buona madre, ha raddolcitola sua prassi disciplinare, ma pedagogicamente

86

ha conservato nella liturgia della Messa alcunigesti che ricordano questo aspetto sociale dellacolpa anche individuale : la confessione delleproprie colpe e la supplica di preghiere fattareciprocamente dal sacerdote e dai fedeli aipiedi dell'altare ; l'abbraccio e il bacio di paceche nella Messa solenne sacerdote, ministri efedeli si scambiano prima di accostarsi al ban-chetto eucaristico .

® Sacramento degli infermiÈ il termine approvato dal Concilio, invece

dell'altro di « Estrema Unzione » .Siccome per una prassi comune (non so se

lodevole), d'ordinario, questo sacramento vienconferito ai moribondi, se non già, come ca-pita spesse volte, ai morti, nella speranza che,nel caso di qualche probabilità di vita ancoralatente, il sacramento sia fruttuoso, si è finito difare di questo sacramento della salute e dellavita, il sacramento della morte . Sono facil-mente intuibili le ripugnanze che può provocarenell'animo dei fedeli tale errata impostazione .Ora, a scorrere attentamente le preghiere

liturgiche del sacramento degli infermi, nonc'è nulla che parli di morte, ma tutto parla divita, di sanità da ricuperare e conservare .

Sappiamo che Gesù, per mezzo della sua re-denzione, non solo ha distrutto il peccato,ma pure le conseguenze del peccato : l'igno-ranza, le malattie, la morte .

Anche se, fino a tanto che non sarà distruttoil peccato in ciascuno dei suoi membri, tali fu-neste sequele del peccato continueranno adaffliggere l'umanità, tuttavia tali sofferenzehanno assunto in Cristo, un nuovo significato :da punizione dovuta al peccato, per la loroassociazione alle sue sofferenze son divenutestrumenti di redenzione e di salvezza talmentenecessari che, chi ricusa di prendere la suacroce, di perdere la sua vita per Cristo, non puòsalvarsi. D'altra parte Gesù, buon samaritano,conoscendo a fondo l'umana debolezza, pur ad-ditando a tutti nella croce l'unica via di sal-vezza, e durante il suo terreno pellegrinaggio,e dopo la sua risurrezione attraverso ai suoiministri, ha cercato in ogni modo di lenire l'u-mano dolore: è perciò che lo vediamo guarireogni sorta di infermi, e, nell'inviare i suoi di-scepoli in una missione limitata ai confini dellaPalestina, lo udiamo raccomandare loro inqualsiasi città entrerete . . . guarite gli infermi chevi si trovano (Luc., 10, 8-9), missione che,in procinto di lasciarli per sempre, estenderàa tutti gli uomini (MARC ., 16, 18) .

f

Che gli Apostoli, fedeli al mandato di Gesù,abbiano trasmesso ai loro successori tale mis-sione ce ne fa fede un passo della lettera diSan Giacomo : È ammalato qualcuno tra voi?Mandi a chiamare i presbiteri della Chiesa eacciano orazione su di lui, ungendolo con olionel nome del Signore . E la supplica della fedesalverà il malato e gli darà sollievo il Signore,

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e se avesse commesso peccati, gli saranno per-donati (5, 14-15) .

Alla luce d.i queste considerazioni, siamo ingrado di comprendere meglio il significato diquesto così misconosciuto sacramento : per taleatto Cristo consacra la sofferenza umana, purifi-candola dalla colpa, lenendone il dolore, asso-ciandola alla sua sofferenza redentrice . Non c'ènulla in tutto ciò che non sia luce, aiuto econforto al cristiano quando è preso dallestrette del dolore .

© Sacramento del pane di vita

È il sacramento centrale, il sacramento pereccellenza .

Tutti gli altri sacramenti sono atti con cuiCristo inizia e perfeziona nei fedeli la vita fi-liale (Battesimo e Cresima), con cui consacra illoro umano amore (Matrimonio), il loro penti-mento (Penitenza), la loro sofferenza (EstremaUnzione), o li abilita a rappresentarlo tra gliuomini come sacerdote, maestro e guida (Or-dine) : il sacramento del pane di vita è Cristostesso in tutta la pienezza del suo mistero chesi comunica a ogni singolo fedele .

Ogni altro sacramento o è orientato a taleintima comunione, o da tale comunione at-tinge la linfa per poter far fruttificare tutte levirtualità racchiuse nella grazia sua propria .

Gesù parlando velatamente di tale sacramentoaveva detto : Io sono il pane vivente discesodal cielo: se uno mangia di questo pane vivràin eterno. . . in verità vi dico: se non mangiate lacarne del Figlio dell'uomo e non bevete il suosangue, non avrete in voi la vita. Chi mangiala mia carne e beve il mio sangue ha la vitaeterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Chimangia la mia carne e beve il mio sangue dimorain me, e io in lui. Siccome il Padre, il Vivente,ha mandato me, e io vivo per il Padre, così anchechi mangia me, vivrà per me (Giov., 6, 50 e seg.) .

Quali profondi misteri sono racchiusi nelle sem-plici immagini del cibo e della bevanda, del man-giare e del bere il corpo e il sangue di Cristo!

Cibo e bevanda sono gli elementi che cidanno la possibilità di sussistere su questaterra: senza nutrimento c'è il deperimento or-ganico e la morte .Anche lo spirito dell'uomo, come il corpo,

ha il suo cibo: come il Figlio perennemente

SCHEMA DELLA CONFERENZA MENSILEIntroduzione Come Cristo presieda e procuri il nostro pieno sviluppo in seno alla Chiesa .

I .

Sacramento

Sy

Idel perdono .

II . Il Sacramentodegli infermi

III . Sacramentodel panedi vita

generato dal -Padre, vive per il Padre il cuivolere è suo cibo e sua bevanda, così ogni fedele,rigenerato dall'acqua e dallo Spirito, vive peril Cristo fatto suo cibo e sua bevanda .

La vita filiale, infusa nel Battesimo, ha bi-sogno di un alimento, e questo è Cristo stesso,che comunicandosi alle anime le associa al suomistero .

Le associa alla sua incarnazione, unendosisempre più intimamente a loro ; alla sua Pas-sione e morte, distruggendo sempre più radical-mente in esse le tracce del peccato ; alla sua ri-surrezione donando sempre più abbondante-mente la sua vita divina, ch'è vita eterna,che è vita di risorto e pegno di futura risurre-zione. Così Cristo associando il fedele al suo mi-stero lo assimila sempre più a sè : alla sua na-scita, alla sua vita, ai suoi sentimenti, ai suoipensieri, ai suoi affetti, alle sue sofferenze,alla sua morte per assimilarlo il più perfettamentepossibile alla sua vita beata di Figlio nel senodel Padre .

Però il Cristo fisico, che si dona in cibo alleanime, non è tutto il Cristo: Egli è il Capo delCorpo che è la Chiesa. Il Cristo, che si comunicaad ogni fedele, è il principio vitale di unità,di coesione della comunità ecclesiale, ch'Eglialimenta della sua vita, vita divina, vita di più,fusi nell'amore ; è Lui che regola l'armoniososviluppo dei singoli e delle collettività . Permezzo suo ogni singolo fedele realmente, anchese misteriosamente, viene in intima comunionecol Padre e con i fratelli . Per mezzo suo, vienecostruito qui sulla terra, per prolungarsi incielo, il suo mistico Corpo. Per Lui, in Lui, conLui tutti e ognuno dei figli di Dio godrannoun giorno la vita eterna, che sarà beatificante,eterna comunione in Cristo, col Padre e con loSpirito e con tutti coloro che lo Spirito delFiglio ha vivificato .Queste considerazioni, anche se sommaria-

mente, ci danno alla luce della fede, la misuradell'immenso dono che Dio ci offre quotidiana-mente nel Figlio suo, sotto i veli eucaristici ;dono di cui la maggior parte degli uomini ignoral'esistenza; dono di cui gli stessi cristiani, permiopia e per grettezza spirituale, fanno tropposcarso uso. Non per nulla, per mancanza ditale nutrimento la vita di Cristo in molti cuoriè spenta, in tanti altri è languida e incapacedi irradiare il Cristo nelle tenebre di questomondo .

1 . Il peccato: ostacolo fondamentale alla nostra vita di figli nella casa del Padre.z . Il peccatore trova nel sangue redentore di Cristo la via aperta per ritornare nella casa paterna .3 . Aspetto sociale del peccato, che si rivela anche nel modo con cui viene perdonato .i . Sacramento della salute e della vita, non della morte .2 . Le sofferenze divenute strumento di redenzione in Cristo .3 . Istituzione del Sacramento e prassi apostolica,i . È il ' pane' dell'anima.2 . Assimila il fedele a Cristo3 . L'Eucaristia è anche il principio vitale della unità e coesione della comunità ecclesiale .4 . L'Eucaristia è il dono immenso di Dio agli uomini, che in gran parte lo ignorano . . .

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI TORINO IN DATA I6 FEBBRAIO 1949, NUMERO 403 . - CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICADIRETTORE RESPONSABILE: SAC. DOTT . PIETRO ZERBINO, VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 - TORINO (712) - OFFICINE GRAFICHE S .E.I.

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