Viaggi in Pakistan - altreculture.com · Giorno 4 – 13/05 – Chitral – Kalash Bumburet Valley...

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Tour di 16 giorni Giorno 1 – 10/05 – Italia – Dubai Partenza da Malpensa con volo Emirates. Transito a Dubai con cambio di aeromobile e ripartenza con volo per Islamabad. Pasti e pernottamento a bordo. Giorno 2 – 11/05 –Islamabad - Swat Valley Arrivo a Islamabad e, superate le pratiche di immigratione, incontriamo la guida pakistana che ci accompagnerà per tutto l’itinerario. Trasferimento da Islamabad per la Swat Valley via Lowari Pass (circa 7-8 h di auto, 360 km). Il distretto di Swat è una delle zone montane più fertili e facilmente accessibili nel nord del Pakistan, che forma l’omonima valle. Essa è infatti nota come la terra, dove la frutta risplende (tra frutteti carichi e fertili terrazzamenti stracolmi di ogni tipo di fioritura) lungo fiumi serpeggianti e torrenti gorgoglianti, circondata dalle imponenti catene dell'Hindū-Kūsh e del Karakorum. L'attrazione principale è la sua bellezza paesaggistica e il clima piacevole in estate. Inoltre, la zona è ricca di siti storici e archeologici risalenti al periodo Gandhara buddista e anche precedente ad esso. La valle si trova ad una media di circa 3250 piedi/991m sopra il livello del mare. Saidu Sharif e Mingora sono le principali località della Swat Valley. Sistemazione in hotel, pensione completa. Giorno 3 – 12/05 – Swat Valley - Chitral Dalla Swat Valley (6-7 ore) via Lowari Pass (3118m) si raggiunge Chitral, che si trova ad un’altezza di 1475m in una valle isolata tra le montagne di Hindū Kūsh. Alessandro Magno fece tappa qui nel 326 aC, lasciandosi alle spalle la tradizione greca che si riflette ancora oggi in queste valle nei costumi della popolazione indigena. Una recente iscrizione sanscrita ricorda che il paese era sotto il re Kaipal di Kabul, di fede buddista. Qui dopo vari brevi vissuti regimi, il Mehtras salì al potere e governò il piccolo regno per Viaggi in Pakistan GLI ULTIMI PAGANI DEL KAFIRISTAN E IL KALASH CHILAM JOSHI FESTIVAL

Transcript of Viaggi in Pakistan - altreculture.com · Giorno 4 – 13/05 – Chitral – Kalash Bumburet Valley...

Tour di 16 giorni

Giorno 1 – 10/05 – Italia – Dubai

Partenza da Malpensa con volo Emirates. Transito a Dubai con cambio di aeromobile e ripartenza con volo

per Islamabad. Pasti e pernottamento a bordo.

Giorno 2 – 11/05 –Islamabad - Swat Valley

Arrivo a Islamabad e, superate le pratiche di immigratione, incontriamo la guida pakistana che ci

accompagnerà per tutto l’itinerario. Trasferimento da Islamabad per la Swat Valley via Lowari Pass (circa

7-8 h di auto, 360 km). Il distretto di Swat è una delle zone montane più fertili e facilmente accessibili nel

nord del Pakistan, che forma l’omonima valle. Essa è infatti nota come la terra, dove la frutta risplende

(tra frutteti carichi e fertili terrazzamenti stracolmi di ogni tipo di fioritura) lungo fiumi serpeggianti e

torrenti gorgoglianti, circondata dalle imponenti catene dell'Hindū-Kūsh e del Karakorum. L'attrazione

principale è la sua bellezza paesaggistica e il clima piacevole in estate. Inoltre, la zona è ricca di siti storici

e archeologici risalenti al periodo Gandhara buddista e anche precedente ad esso. La valle si trova ad una

media di circa 3250 piedi/991m sopra il livello del mare. Saidu Sharif e Mingora sono le principali località

della Swat Valley. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 3 – 12/05 – Swat Valley - Chitral

Dalla Swat Valley (6-7 ore) via Lowari Pass (3118m) si raggiunge Chitral, che si trova ad un’altezza di

1475m in una valle isolata tra le montagne di Hindū Kūsh. Alessandro Magno fece tappa qui nel 326 aC,

lasciandosi alle spalle la tradizione greca che si riflette ancora oggi in queste valle nei costumi della

popolazione indigena. Una recente iscrizione sanscrita ricorda che il paese era sotto il re Kaipal di Kabul,

di fede buddista. Qui dopo vari brevi vissuti regimi, il Mehtras salì al potere e governò il piccolo regno per

Viaggi in Pakistan

GLI ULTIMI PAGANI DEL KAFIRISTAN E IL KALASH CHILAM JOSHI FESTIVAL

oltre trecento anni. Sistemati nell’albergo di Chitral, effettuiamo un giro della città, che è la più grande del

distretto omonimo. Essa, situata sulla sponda occidentale del fiume Kunar ai piedi del Tirich Mir (7708 mt)

- la cui cima situata nel punto di confine tra Pakistan e Afghanistan è la più alta dell'Hindū Kūsh - vanta un

vivace Bazar principale, molto colorato e atmosferico, dai cui numerosi view points è possibile avvistare

con facilità lo splendore della vetta, un mito sia per gli alpinisti che per le fate (dakini). La città infatti

funge da base per molti trekking e spedizioni e la sua aria pura di montagna attrae molti visitatori che

desiderano godere la natura del territorio circostante, mentre storicamente ha guadagnato la sua

importanza dal commercio che passava di qui sulla via dell’Afghanistan. Accanto al Bazaar c’è Shahi Qila il

forte Chitral (Palazzo-Fortezza dei Mehtar) e la grande Shahi Masjid costruita nel 1924 da Shujaul Mulk, il

Mehtar di Chitral (1895-1936), la cui sala principale presenta tre belle cupole rosse e due grandi minareti.

Pernottamento in albergo, pensione completa.

Giorno 4 – 13/05 – Chitral – Kalash Bumburet Valley

La Kalash Valley si trova tra 1670-2310m slm. Essa è un comprensorio composto da tre raggruppamenti di

piccole valli (Bumburet, Rambur e Birir Valley), situate all’interno del sistema montuoso dell’Hindū-Kūsh

(nel North-West Frontier Province) tra l'Afghanistan e il confine, ed è raggiungibile con Jeep su strada in

buone condizioni. La valle, riparata dalle montagne e chiusa a sud dal Lowari Pass (3.118m) appare molto

arida e secca, in quanto questa zona è al di fuori della portata dei monsoni e riceve pochissima pioggia. La

popolazione dei Kafir Kalash di circa 3000 abitanti costituisce il gruppo più esiguo tra le minoranze

religiose del Pakistan. Essi hanno una specifica religione e una cultura unica al mondo, venendo

considerati dai musulmani uomini infedeli, perché politeisti di antichi Dei e noti al mondo esterno per il

loro atteggiamento gioioso verso la vita. Infatti i Kalash non piangono nemmeno dinanzi ai propri morti (i

loro cadaveri vengono sepolti in cassette di legno sopra la terra, invece di essere sepolto nella terra). Ci

sono persistenti tracce del culto degli antenati, del fuoco e un pantheon di numerosi Dei e spiriti minori:

Khozai è il loro Dio Creatore e tutti gli altri poteri soprannaturali sono subordinati a lui. I Kafir Kalash

ritengono la dea Jestak protettrice dei loro figli e delle loro case, sacrificando le capre agli Dei in occasione

di alcuni eventi. Per questa conclamata adesione ad una fede pagana, Kafir - Cafiro - è un termine arabo

(il contrario esatto di Musulmano, credente), esteso quanto è esteso il mondo islamico, ed ha un preciso

significato spregiativo: vuol dire pagano, infedele, idolatra. Mentre gli uomini vestono sostanzialmente

alla stessa maniera dei Musulmani (salvo per un piccolo particolare distintivo: un ornamento – fiore,

nastrino – che gli uomini Kalash portano sul Pacol, il berretto di panno), le donne hanno un costume

uguale, quasi una uniforme, che è diversissimo da quello delle donne musulmane. Le donne infatti

indossano abiti neri, stretti in vita da una fascia colorata, portano al collo grandi file di collane,

soprattutto di corallo, e come copricapo portano uno zucchetto decorato con cipree e monete del mare

con un folklore diverso (che è stata paragonato a quella dell'antica Grecia) e, a differenza del mondo

islamico circostante, non sono segregate nè tenute nascoste, ma integrate in ogni angolo della vita

sociale del villaggio. In ogni villaggio si trova la 'Bashelini' - una sorta di gineceo - dove le donne

mestruate devono restare fino a quando riacquistano purezza e rituali devono essere eseguiti prima che

ognuna di esse possa tornare dal suo marito. La fuga d'amore è regolare nella società Kalash e -

stranamente - si verifica spesso tra le donne. Nella società Kalash è anche presente la poligamia con la

differenza rispetto al mondo musulmano che la donna è libera di muoversi e non si nasconde. Molti Kalash

hanno tratti somatici ariani con capelli biondi e occhi blu, costituendo una sorta di anomalia rispetto al

resto del Pakistan. A differenza delle altre minoranze che vivono esclusivamente in una particolare area

geografica, vivono in piccoli villaggi costruiti sulle colline vicino alle rive dei corsi d'acqua, mentre le loro

case sono costruite su fondamenta di pietra solide, accatastate le une alle altre, con tronchi di legno

grezzamente tagliati, e soppalcate a doppio piano per aderire ai pendii vertiginosi del territorio. Molte

case hanno alveari incorporati, dando agli abitanti del villaggio possibilità di accedere al miele nelle

vicinanze. L'origine dei Kalash è controversa. La leggenda dice che i soldati delle legioni del conquistatore

macedone Alessandro Magno si stabilirono a Chitral e da qui imparentandosi con la gente locale

diventarono progenitori degli attuali Kalash. Recenti analisi dei DNA sono state effettuate per ricercare la

loro parentela genetica con gli europei. Si prosegue su fuoristrada per la Kalash Bumburet Valley (2 h

circa) nel cosiddetto territorio Kalasha Desh, che si trova a circa 30 km da Chitral, visitando alcuni villaggi

tra cui Anish, Krakal e Brun (di etnia Kalash) e Shaidkondai (di etnia Nuristani). Camminando

piacevolmente a piedi da un villaggio limitrofo all’altro, entreremo anche nelle case tradizionali e

visiteremo un museo locale. Pernottamento in albergo a Bomburet, che è la valle più grande e più

pittoresca di Kafir Kalash (distante 30 Km da Chitral). Pensione completa.

Giorni 5, 6 e 7 – 14, 15, 16/05 – Kalash Bomburet Valley (Kalash Chilam Joshi Festival)

In queste giornate in cui avviene la massiccia partecipazione popolare al Festival, ci sposteremo da

villaggio in villaggio, a secondo degli eventi che spontaneamente vengono proposti localmente senza uno

schema predefinito. La mattina presto in ogni villaggio della valle viene distribuito o condiviso il latte, la

gente locale si invita reciprocamente nelle proprie abitazioni, cominciando poi a ballare nel proprio

paese. Dopo si raggiungerà con la jeep la Rumbur Valley (2 ore di auto - 16 km) per partecipare al locale

Festival (con grande adunanza per ballare), visitando i vari villaggi mentre la sera si ritorna a Bomburet

per il pernottamento in hotel. Pensione completa.

Ogni giorno partecipazione al Kalash Chilam Joshi Festival con riti tradizionali, musica e danze, il

pomeriggio del 16 magigo ci sarà il trasferimento in auto ad Ayun. Nel piccolo villaggio si trova un

delizioso e autentico bazaar con tipiche botteghe in legno e la Old Mosquee con decorazioni dipinte su

colonne, infissi in legno e incisioni di influenza Ghandara. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 8 – 17/05 - Ayun - Chitral – Mastuj

Transitando per Chitral si prosegue per Mastuj (5-6 ore - 110 km) su strada in fase di costante

miglioramento. L'ambiente è particolarmente bello con i villaggi sparsi lungo un grande canyon

alluvionale che congiunge l'altipiano di Panjikur alla valle di Kashgar e che oltre il Boroghil Pass scorre nel

Yarkhun Gol, solcato a valle dal fiume omonimo. Ruscelli e canali d’irrigazione scorrono attraverso i

campi di grano e orzo fiancheggiati da alberi di cedar (cedro), popolare albero locale, mentre è anche

molto curata la coltivazione delle albicocche. L'accoglienza nei villaggi, qui principalmente di fede

ismailita (tra le sette più moderate dell’Islam), è particolarmente calorosa con una partecipazione attiva

delle donne alla vita pubblica locale. A Mastuj visitando il bazaar, se possibile, visiteremo anche

l’Organizzazione per lo sviluppo delle donne nelle imprese locali. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Giorno 9 – 18/05 – Mastuj – Phander

Partenza per Phander (auto 6-7 ore) seguendo la pista che facendo rotta verso sud, attraversa lo Shandur

Pass (4260m slm) lungo la riva orientale del fiume Laspur, che passa per il villaggio di Harchin, per poi

ricongiungersi a Gilgit, innestandosi in una delle tante varianti della «Via della Seta» verso Ferghana e

Bukhara. A Shandur Pass, dove si trova il più alto campo di polo del mondo, ogni anno si svolge l’annuale

Torneo di Polo con una partita giocata sul Top del passo tra le squadre del Distretto di Chitral e del Ghizer

District, normalmente nella prima o seconda settimana di luglio. Phander (2800m) al centro dell’omonima

Valle, nota anche come “Piccolo Kashmir”, gode di un panorama mozzafiato sul profondo lago blu Plander

Lake e sul fiume Ghizer, i cui meandri scorrono attraverso la verde pianura alluvionale con coltivazioni

intensive che sostengono il suo insediamento. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 10 – 19/05 – Phander – Gilgit

Il percorso che prosegue per Gilgit (6-7 h), seguendo il fiume omonimo, da accesso alle affascinanti valli

laterali di Yasin e Ishkoman con bel panorama sulle valli di Gahkuch e Punial. Gilgit, che era una città

lungo uno dei tanti rami della Via della Seta che qui attraversa più a nord il Khunjerab Pass, ha visto

transitare da qui la maggior parte delle carovane dirette a Kashgar e Ferghana. Monaci cinesi buddisti, di

ritorno dai pellegrinaggi in India, nel 5° secolo hanno trovato il Buddismo ampiamente praticato su queste

terre. L’Induismo ha invece cominciato a infiltrarsi nel nord dell’India nell’8° secolo e probabilmente ha

raggiunto Gilgit nel 10° a seguito dei combattimenti con locali a filo di lama di sciabola delle forze invasive

Shin, provenienti dal basso Indo, le cui tracce permangono ancora nel linguaggio Shina, il dialetto ancora

oggi parlato dal popolo omonimo Shina, nella regione del Gilgit–Baltistan. Dopo la visita al Bazaar di Gilgit

si raggiunge nei suoi dintorni la gola di Shuko Gah, sulla cui parete rocciosa di Kargah Nala si trova

scolpito in stile tibetano il grande Kargah Buddha, risalente al VII secolo. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Giorno 11 – 20/05 – Gilgit – Karimabad (Karimabad – Hunza Valley)

Da Gilgit in direzione di Karimabad-Hunza (2-3 ore - 99 km) lungo la Karakorum Highway, che costeggia il

fiume Hunza e il suo affluente Khunjerab, la strada sale gradualmente di circa 100m di dislivello ogni 10

km. Lungo il percorso si effettuano diverse soste panoramiche per godere la vista spettacolare del monte

Rakaposhi 7788m, che ha molti villaggi abitati ai suoi piedi e la tipica corona di neve che cambia colore

con la diversa intensità della luce. Questo tratto dell’Hunza Valley è ricco di campi terrazzati,

particolarmente coltivati ad albicocche, mele, gelsi e noci, che danno un policromo spettacolo naturale

sia durante la fioritura primaverile e sia in autunno, quando le foglie degli alberi diventano gialle e rosse.

Nella KKH non può mancare di fermarsi vicino a Chalt, nel punto esatto in cui i continenti si sono scontrati

circa 60-70 milioni di anni fa, provocando la collisione dell’Indo-Pak continentale, sub-slittato sotto la

placca eurasiatica. Le rocce rosse, verdi e scure (Dunite, Wehrlite e Websterite) lungo il ciglio della strada

sono il risultato di materiali formati 30 chilometri sotto la superficie terrestre. A causa di questa collisione

continentale si è originata la catena del Karakorum e dell'Himalaya, ancora oggi in costante movimento e

costituita da montagne considerate pertanto giovani, che sono le più alte al mondo.

Karimabad, precedentemente chiamata Baltit, è il capoluogo dell’Hunza Valley nel distretto Gilgit-

Baltistan ed è posta a 2500 m. Il suo nome deriva dal Principe Karim Agha Khan, il capo spirituale della

setta Nazari degli sciiti ismailiti. L’Hunza Valley è anche conosciuta come il luogo dove si trova il mito di

Shangri-lá, la terra dove la gioventù è eterna. Lo scrittore statunitense James Hilton si è ispirato a questa

valle per il suo romanzo “Orizzonte perduto” (1933), che a sua volta è stata fonte della sceneggiatura di

ben 2 film omonimi. Capitale del Distretto di Hunza, Karimabad è l'unica città al mondo, dove è possibile

osservare cinque picchi sopra 7000 m in tutte e quattro le direzioni: il Monte Rakaposhi 7788 m, il Diran

7256 m, il Golden Peak 7027 m, l’Ultar- I 7388 m, e l’Ultar-II 7310 m con la sagoma della Principess

Bobulimuting che si distende all’orizzonte dell’Hunza. A Karimabad, si può esplorare l’Hunza Valley e i

suoi dintorni e vedere la vita quotidiana e genuina delle persone al lavoro. L’antico Forte di Baltit fino al

1945 ha ospitato il Mir dello stato di Hunza, garantendo per oltre 700 anni la sopravvivenza del regime

feudale dell'Hunza. Esso fu costruito sulla rupe di una roccia di marmo colore rubino, come un dono per il

matrimonio della regina del Baltistan e del principe di Hunza. Ristrutturato più volte, attraverso

l’intervento dell'Aga Khan Trust for Culture Projects, presenta oggi un'architettura tibetana. Camminando

e andando in giro per Karimabad si può visitare il Bazar, raggiungere a piedi il villaggio di Altit e il Forte di

Altit, vecchio di 900 anni e costruito dalla gente del Baltistan. I Burusho, abitanti di questa valle, dicono di

essere i naturali discendenti dei soldati greci che facevano parte dell'esercito di Alessandro il Grande. La

stessa ritenuta origine è anche comunemente accettata sui Pakhtuns di Pakistan e Afghanistan.

Considerando la loro origine mista, non c'è da meravigliarsi che somaticamente la gente del posto ha tali

caratteristiche sorprendenti con carnagione chiara e spesso gli occhi azzurri. Fino al 1974 Hunza era un

regno indipendente, molto isolato dal resto del paese fino al completamento della Karakuram Highway in

Cina nel 1978. Oggi Hunza Valley è considerata una vera “Shangri-La" del Pakistan anche per essere un

mondo libero e lontano da militanti estremistici islamici, da povertà e inquinamento e

sorprendentemente inserito in un sistema educativo brillante. I visitatori della bellissima valle, dominata

da cinque montagne innevate, a volte si sentono come se fossero in piedi sul bordo della Terra o, forse, al

centro di esso. Karimabad, nella valle di Hunza, è oggi una delle più suggestive località del Pakistan,

un'oasi di tolleranza, sicurezza e buone scuole educative. Questo tenore di vita possono essere ricondotti

a un'interpretazione moderata dei residenti dell'Islam, nonché un notevole sostegno da parte di uno dei

maggiori enti di beneficenza di tutto il mondo. I residenti dicono che non possono ricordare l'ultimo

omicidio della valle. Inoltre a differenza di altre parti del Pakistan, non esiste inquinamento con sacchetti

di plastica, rifiuti umani ed elettrodomestici in decomposizione. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Giorno 12 – 21/05 – Karimabad - Hopar - Nagar Valley – Duikar

Partenza da Karimabad per Hopar a un'ora e mezza d'auto per una piacevole passeggiata nella Nagar

Valley ai piedi del Monte Rakaposhi, dove immersi tra la rigogliosa natura e tra gente molto cordiale e

calorosa sembra di toccare il cielo con un dito. Rientrando a Karimabad si visita la miniera di rubini di

Doyndas, mentre la sera con auto si fa tappa a Duikar (3000m), il punto più alto della valle da cui si ha una

maestosa vista della montagna intorno e delle valli centrali di Nagar e Hunza, per attendere il tramonto,

se le condizioni meteorologiche lo consentono. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 13 – 22/05 - Duikar - Passu – Gulmit - Gilgit

Si parte in auto per visitare la miniera di rubini e gli interessanti graffiti rupestri di Passu Rockcarvings.

Passu (2400m) si trova molto vicino alla lingua del bianco ghiacciaio Passu e appena a sud della lingua del

nero Batura Glacier nell’omonima valle. Quest'ultimo è il settimo ghiacciaio non polare più lungo del

mondo (56 km). Se il clima lo consentirà potremo osservarli da un facile view point. Il villaggio, che

visiteremo insieme al ponte sospeso in stile tibetano sul fiume Hunza, è abitato da gente molto cordiale e

ospitamolti residenti della zona sono ismailiti, seguaci di un ramo moderato dell'Islam. Gulmit (2408 m) è

una secolare città storica del distretto Gilgit Baltistan. Ex capitale estiva, quando Hunza era uno stato,

oggi è la sede del Gojal Tehsil, nell’alto Hunza. Gulmit è una parola turca o iraniana che significa "la valle

dei fiori”, appellativo che le rimane per l’aspra bellezza del suo territorio, circondato da montagne, cime

innevate e ghiacciai. Qui visiteremo il museo locale, costituito all’interno di una casa tradizionale e la Casa

dei Tappeti. Ancora 2 ore di strada per raggiungere Gilgit dove trascorreremo la notte. Sistemazione in

hotel, pensione completa.

Giorno 14 – 23/05 - Gilgit – Islamabad (Var B: Gilgit – Besham)

Dopo colazione trasferimento in aeroporto per il volo su Islamabad. A seconda dell’orario di arrivo si

effettuerà un giro turistico della città di Islamabad che può comprendere la visita della Moschea Fasil, il

view point panoramico Pir Sohawa sulla città, a 17 km dal centro in cima a Margalla Hill, e il museo

etnologico Lok Virsa. Ma se il tempo non sarà tantissimo assolutamente non ci perderemo Rawalpindi,

dove tra officine, laboratori, bancarelle di street food, veri e propri artisti locali creano virtuosi disegni dai

colori sgargianti sulle carrozzerie dei famosi camion che percorrono ovunque le strade pakistane.

Sistemazione in hotel, pensione completa.

NB : Se il cattivo tempo non consentirà il volo ed esso sarà cancellato, sarà considerato il transfer

sostitutivo su strada, Var B

Var B: In auto da Karimabad fino a Besham (8-9 ore) lungo la Karakorum Highway, che segue il percorso

del fiume Hindo, non mancando di fermarci nel punto in cui si scontrano tre catene montuose imponenti,

il Karakorum, l’Himalaya e l’Hindū-Kūsh, e nei pressi della valle di Astore in un view point sul Nanga

Parbat (8125m), la 2° vetta più alta in Pakistan e la 9° nel mondo, che ha la triste fama di “Montagna

Assassina” per il suo alto indice di mortalità tra i suoi scalatori e ascensionisti (secondo un rapporto tra

vittime ed ascensioni tentate) e che è considerato il pilastro terminale dell'Himalaya occidentale.

Superata Chilas, si continua attraverso il Kohistan, probabilmente una delle strade più tormentate

seguendo i ripidi versanti verticali della stretta gola dell’Indo, dove è facile avvistare i numerosi e lunghi

incolonnamenti di convogli e di camion molto decorati nel classico stile pakistano. Questa è anche una

delle zone più selvagge del Pakistan, essendo poco controllabile dal governo il territorio che rimane

appena oltre la strada principale. Il Kohistan (in persiano significa "Terra di Montagne") è una delle aree

geologiche più affascinanti della terra. Seguendo la Karakorum Highway lungo il corso della profonda gola

dell’Indo, sembra di fare un viaggio al centro della terra per la vista stratificata della sua crosta esterna. Le

rocce rosse verdi e scure osservabili lungo il percorso viario sono il risultato di materiali formati 30

chilometri al di sotto della superficie terrestre. Nel corso dei secoli il modello di insediamento abitativo si

è dovuto adattare alla morfogenesi orografica con conseguente occupazione dei contadini di numerosi

piccole valli dove torrenti glaciali e fiumi sono più controllabili in contrasto con nuclei abitativi nella valle

dell'Indo stesso. Le catene montuose tra queste valli hanno inoltre costituito e dimostrato un ostacolo alla

comunicazione. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 15 – 24/05 – Islamabad – Taxila (Var B: Besham – Islamabad KKH)

Visita di Taxila per l’intera giornata. E’ composta da 18 siti archeologici di notevole valore culturale,

facenti parte del Patrimonio mondiale dell'UNESCO. Taxila, circa 35 km a nord-ovest di Rawalpindi, è uno

dei più importanti tesori archeologici del sub-continente indiano, con i resti di tre grandi città e decine di

monasteri buddisti risalenti tra il 600 aC e il 600 dC. Situata al punto d'incontro delle rotte commerciali

che collega la Cina, l'India, l'Asia centrale e l'Occidente, Taxila è stata incorporata in molti imperi ed è

diventata il crocevia della cultura del mondo antico. Alessandro Magno giunse qui nel 326 aC tenendovi

discussioni filosofiche con gli intellettuali residenti. Vi lasciò anche un presidio, ma il suo impero si

disintegrò rapidamente dopo la sua morte a Babilonia. Ashoka, prima di ereditare l'intero territorio

dell'Impero Maurya (che comprendeva anche la maggior parte del subcontinente con il Gange) intorno al

275 bC, fu viceré a Taxila. Egli introdusse il Buddismo a Gandhara, da dove la religione si diffuse in Asia

centrale, in Tibet e Cina. Ashoka morì nel 232 aC e poco dopo anche il suo impero decadde. In seguito i

Greci Battriani dal nord dell'Afghanistan governarono Gandhara, costruendo una nuova città a Taxila, ora

chiamata Sirkap, con un’innovativa pianificazione urbanistica a pianta squadrata regolare, con strade che

si incrociano ad angolo retto. Intorno al 60 dC i Kushan (il cui regno multiculturale si estendeva dal

Xinjiang cinese al mare di Aral, attraverso gli odierni Uzbekistan, Afghanistan e poi anche Pakistan, fino

all'India Settentrionale) arrivando dall'Afghanistan estromisero i Parti, portando al suo massimo

splendore nel II secolo dC l'impero Gandhara, esteso dall'Iran orientale alla valle del Gange. I Kushan

costruirono quindi una nuova città a Taxila, diventando capoluogo di regione. I Kushan furono anche

grandi mecenati del buddismo, che dal primo al quinto secolo dC era religione maggioritaria, e sotto il

loro grande regno furono costruiti migliaia di stupa seguendo gli stimoli dell'arte Gandhara buddista del

tempo. Intorno all'anno 455, un disastro si abbattè su Taxila con l’avvicinarsi degli Unni Bianchi, orde

dall'Asia centrale correlate ad Attila, che devastarono l'Europa sottosopra. Oggi Taxila è un paradiso

archeologo e vi sono ben tenuti un interessante Museo e otto siti sparsi a breve raggio. Tra i migliori oggi

visitabili sono quelli di Jualian, Dharmarajika, Jandial e Skirkap. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Var B: Continuando sulla KKH da Besham a Islamabad, attraversando Mansehra e Abbodabad, si recupera

sulla strada la visita di Taxila, come da programma. Islamabad, capitale del Pakistan, si trova ai piedi delle

Margalla Hills nella parte settentrionale del Potohar Plateau. Essa è in contrasto con la sua città gemella di

Rawalpindi, da cui dista appena 15 km, spaziosa con tanto verde, ampi viali e parchi lussureggianti. Si

visita la Moschea Shah Faisal (progettata dall’architetto turco Vedat Dalokay e finanziata in gran parte con

donazioni dell’Arabia Saudita, è la più grande dell’Asia con una capienza fino a 100.000 fedeli), Daman-e-

Kok (una bassa collina che offre una vista panoramica di Islamabad, come il vicino view point Pir Sohawa

sulla parte superiore delle Margalla Hills) e il Lok Virsa (Museo Nazionale di Etnologia che presenta le

tradizioni di storia e vita pakistane). Se il tempo a disposizione lo consentirà si potrà visitare a Rawalpindi

anche il vecchio Raja Bazaar. Pernottamento in hotel a Islamabad o Rawalpindi. Pensione completa.

Giorno 16 – 25/05 - Islamabad – Dubai - Italia

Trasferimento all’aeroporto internazionale di Islamabad, dove svolte le pratiche burocratiche di uscita, si

parte per rientrare in Italia con Emirates. Transito a Dubai con cambio di aeromobile. Arrivo in Italia

Quote a persona

Quota base 8 Euro 2550 (con accompagnatore dall’Italia)

Quota base 10 Euro 2250 (con accompagnatore dall’Italia)

Quota base 12 Euro 1980 (con accompagnatore dall’Italia)

Suppl. singola Euro 350

La quota comprende: il volo domestico – 20 kg di franchigia bagaglio – tutti i trasferimenti con veicolo

privato minibus tipo Saloon Coaster e 4x4 durante il percorso nella Kalash Valley – guida locale parlante

inglese per tutto l’itinerario – accompagnatore dall’Italia – sistemazione nelle strutture indicate –

pensione completa – visite, escursioni e ingressi come indicati nel programma – il trasferimento

supplementare via terra da Gilgit a Islamabad, nel caso in cui per motivi atmosferici/climatici la PIA

annulla i voli – gadget di viaggio.

La quota non comprende: i voli intercontinentali con Emirates e le relative tasse aeroportuali (vedere la

tabella sottostante) - il visto (€ 130) – l’assicurazione con annullamento (3% del costo totale del viaggio)

– bevande, mance, extra personali e tutto quello non incluso nella quota comprende.

Operativo voli

EK 206 MALPENSA DUBAI 14.05 22.10

EK 612 DUBAI ISLAMABAD 03.20 07.30

EK 613 ISLAMABAD DUBAI 09.00 11.10

EK 91DUBAI MALPENSA 15.45 20.30

Tariffa da Euro 250, tasse aeroportuali € 380. La tariffa va riconfermata al momento della prenotazione in

base alle disponibilità effettive. Partenze da altri aeroporti su richiesta

Le strutture di questo viaggio

Swat Valley: PTDC Hotel o Saidu Sharif Hotel

Chitral, Pamir Riverside Hotel o Tirchmir Hotel o PTDC Hotel

Bomburet-Kalash: PTDC Hotel o Jinnah International Hotel o Butto House

Ayun: Ayun Fort Inn

Mastuj: PTDC Hotel o Guest House

Phunder: PTDC Hotel

Gilgit: Riveria Hotel o PTDC Hotel o Hunza Embassy Hotel o Guest House

Karimabad: Darbar Hotel o Al-Barkhat Hotel o Hill Top Hotel

Durkar, Hotel locale

Islamabad: Hill View Hotel o Grand Regency

Besham: Hilton Hotel o Besham Continental Hotel o PTDC Hotel

N.B: A causa del numero insufficiente si strutture ricettive di questa area pakistana (dove il turismo non è

molto sviluppato) e/o del possibile sold out causato dalla presenza di turisti in occasione del Kalash

Chilam Joshi Festival, alcune di esse potrebbero essere sostituite da sistemazioni simili. La categoria delle

strutture, pur dignitose, non è paragonabile a quelle di tipo occidentale.

Tour di 16 giorni

Giorno 1 – 17/08 – Italia –Doha

Partenza dall’ Italia con volo Qatar Airways. Transito a Doha con cambio di aeromobile e ripartenza con

volo per Islamabad. Pasti e pernottamento a bordo.

Giorno 2 – 18/08 –Islamabad - Swat Valley

Arrivo a Islamabad e, superate le pratiche di immigratione, incontriamo la guida pakistana che ci

accompagnerà per tutto l’itinerario. Trasferimento da Islamabad per la Swat Valley via Lowari Pass (circa

7-8 h di auto, 360 km). Il distretto di Swat è una delle zone montane più fertili e facilmente accessibili nel

nord del Pakistan, che forma l’omonima valle. Essa è infatti nota come la terra, dove la frutta risplende

(tra frutteti carichi e fertili terrazzamenti stracolmi di ogni tipo di fioritura) lungo fiumi serpeggianti e

torrenti gorgoglianti, circondata dalle imponenti catene dell'Hindū-Kūsh e del Karakorum. L'attrazione

principale è la sua bellezza paesaggistica e il clima piacevole in estate. Inoltre, la zona è ricca di siti storici

e archeologici risalenti al periodo Gandhara buddista e anche precedente ad esso. La valle si trova ad una

media di circa 3250 piedi/991m sopra il livello del mare. Saidu Sharif e Mingora sono le principali località

della Swat Valley. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 3 – 19/08 – Swat Valley - Chitral

Dalla Swat Valley (6-7 ore) via Lowari Pass (3118m) si raggiunge Chitral, che si trova ad un’altezza di

1475m in una valle isolata tra le montagne di Hindū Kūsh. Alessandro Magno fece tappa qui nel 326 aC,

lasciandosi alle spalle la tradizione greca che si riflette ancora oggi in queste valle nei costumi della

popolazione indigena. Una recente iscrizione sanscrita ricorda che il paese era sotto il re Kaipal di Kabul,

Viaggi in Pakistan

GLI ULTIMI PAGANI DEL KAFIRISTAN E L’UCHAL FESTIVAL

di fede buddista. Qui dopo vari brevi vissuti regimi, il Mehtras salì al potere e governò il piccolo regno per

oltre trecento anni. Sistemati nell’albergo di Chitral, effettuiamo un giro della città, che è la più grande del

distretto omonimo. Essa, situata sulla sponda occidentale del fiume Kunar ai piedi del Tirich Mir (7708 mt)

- la cui cima situata nel punto di confine tra Pakistan e Afghanistan è la più alta dell'Hindū Kūsh - vanta un

vivace Bazar principale, molto colorato e atmosferico, dai cui numerosi view points è possibile avvistare

con facilità lo splendore della vetta, un mito sia per gli alpinisti che per le fate (dakini). La città infatti

funge da base per molti trekking e spedizioni e la sua aria pura di montagna attrae molti visitatori che

desiderano godere la natura del territorio circostante, mentre storicamente ha guadagnato la sua

importanza dal commercio che passava di qui sulla via dell’Afghanistan. Accanto al Bazaar c’è Shahi Qila il

forte Chitral (Palazzo-Fortezza dei Mehtar) e la grande Shahi Masjid costruita nel 1924 da Shujaul Mulk, il

Mehtar di Chitral (1895-1936), la cui sala principale presenta tre belle cupole rosse e due grandi minareti.

Pernottamento in albergo, pensione completa.

Giorno 4 – 20/08 – Chitral – Kalash Bumburet Valley

La Kalash Valley si trova tra 1670-2310m slm. Essa è un comprensorio composto da tre raggruppamenti di

piccole valli (Bumburet, Rambur e Birir Valley), situate all’interno del sistema montuoso dell’Hindū-Kūsh

(nel North-West Frontier Province) tra l'Afghanistan e il confine, ed è raggiungibile con Jeep su strada in

buone condizioni. La valle, riparata dalle montagne e chiusa a sud dal Lowari Pass (3.118m) appare molto

arida e secca, in quanto questa zona è al di fuori della portata dei monsoni e riceve pochissima pioggia. La

popolazione dei Kafir Kalash di circa 3000 abitanti costituisce il gruppo più esiguo tra le minoranze

religiose del Pakistan. Essi hanno una specifica religione e una cultura unica al mondo, venendo

considerati dai musulmani uomini infedeli, perché politeisti di antichi Dei e noti al mondo esterno per il

loro atteggiamento gioioso verso la vita. Infatti i Kalash non piangono nemmeno dinanzi ai propri morti (i

loro cadaveri vengono sepolti in cassette di legno sopra la terra, invece di essere sepolto nella terra). Ci

sono persistenti tracce del culto degli antenati, del fuoco e un pantheon di numerosi Dei e spiriti minori:

Khozai è il loro Dio Creatore e tutti gli altri poteri soprannaturali sono subordinati a lui. I Kafir Kalash

ritengono la dea Jestak protettrice dei loro figli e delle loro case, sacrificando le capre agli Dei in occasione

di alcuni eventi. Per questa conclamata adesione ad una fede pagana, Kafir - Cafiro - è un termine arabo

(il contrario esatto di Musulmano, credente), esteso quanto è esteso il mondo islamico, ed ha un preciso

significato spregiativo: vuol dire pagano, infedele, idolatra. Mentre gli uomini vestono sostanzialmente

alla stessa maniera dei Musulmani (salvo per un piccolo particolare distintivo: un ornamento – fiore,

nastrino – che gli uomini Kalash portano sul Pacol, il berretto di panno), le donne hanno un costume

uguale, quasi una uniforme, che è diversissimo da quello delle donne musulmane. Le donne infatti

indossano abiti neri, stretti in vita da una fascia colorata, portano al collo grandi file di collane,

soprattutto di corallo, e come copricapo portano uno zucchetto decorato con cipree e monete del mare

con un folklore diverso (che è stata paragonato a quella dell'antica Grecia) e, a differenza del mondo

islamico circostante, non sono segregate nè tenute nascoste, ma integrate in ogni angolo della vita

sociale del villaggio. In ogni villaggio si trova la 'Bashelini' - una sorta di gineceo - dove le donne

mestruate devono restare fino a quando riacquistano purezza e rituali devono essere eseguiti prima che

ognuna di esse possa tornare dal suo marito. La fuga d'amore è regolare nella società Kalash e -

stranamente - si verifica spesso tra le donne. Nella società Kalash è anche presente la poligamia con la

differenza rispetto al mondo musulmano che la donna è libera di muoversi e non si nasconde. Molti Kalash

hanno tratti somatici ariani con capelli biondi e occhi blu, costituendo una sorta di anomalia rispetto al

resto del Pakistan. A differenza delle altre minoranze che vivono esclusivamente in una particolare area

geografica, vivono in piccoli villaggi costruiti sulle colline vicino alle rive dei corsi d'acqua, mentre le loro

case sono costruite su fondamenta di pietra solide, accatastate le une alle altre, con tronchi di legno

grezzamente tagliati, e soppalcate a doppio piano per aderire ai pendii vertiginosi del territorio. Molte

case hanno alveari incorporati, dando agli abitanti del villaggio possibilità di accedere al miele nelle

vicinanze. L'origine dei Kalash è controversa. La leggenda dice che i soldati delle legioni del conquistatore

macedone Alessandro Magno si stabilirono a Chitral e da qui imparentandosi con la gente locale

diventarono progenitori degli attuali Kalash. Recenti analisi dei DNA sono state effettuate per ricercare la

loro parentela genetica con gli europei. Si prosegue su fuoristrada per la Kalash Bumburet Valley (2 h

circa) nel cosiddetto territorio Kalasha Desh, che si trova a circa 30 km da Chitral, visitando alcuni villaggi

tra cui Anish, Krakal e Brun (di etnia Kalash) e Shaidkondai (di etnia Nuristani). Camminando

piacevolmente a piedi da un villaggio limitrofo all’altro, entreremo anche nelle case tradizionali e

visiteremo un museo locale. Pernottamento in albergo a Bomburet, che è la valle più grande e più

pittoresca di Kafir Kalash (distante 30 Km da Chitral). Pensione completa.

Giorni 5, 6 – 21, 22/08 – Kalash Bomburet Valley (Kalash Uchal Festival) - Ayun

In queste giornate in cui avviene la massiccia partecipazione popolare al Festival, ci sposteremo da

villaggio in villaggio, a secondo degli eventi che spontaneamente vengono proposti localmente senza uno

schema predefinito, in attesa del suo “clou”. Uchal rappresenta la festa che coincide in piena estate con la

raccolta di grano e orzo, per ringraziare la madre terra per la loro prosperità. Inoltre portando giù dagli alti

pascoli estivi i prodotti lattiero-caseari, vengono preparati dei piatti tradizionali particolari a base di

formaggi, burro e pane di mais. Questi vengono condivisi la mattina presto in ogni villaggio della valle,

dove la gente locale si invita reciprocamente nelle proprie abitazioni, cominciando poi a ballare nel

proprio paese. Si visitano quindi i villaggi partecipando ai festeggiamenti locali, che termineranno con la

grande adunanza di Kalashi e visitatori venuti per festeggiare e per ballare, con partecipazione molto

gradita in segno di amicizia. La sera infine si ritorna per il pernottamento in hotel spartano/guest house/ a

Bomburet. Il pomeriggio del 22 agosto ci sarà il trasferimento in auto ad Ayun. Nel piccolo villaggio si

trova un delizioso e autentico bazaar con tipiche botteghe in legno e la Old Mosquee con decorazioni

dipinte su colonne, infissi in legno e incisioni di influenza Ghandara. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Giorno 7 – 23/08 - Ayun - Chitral – Mastuj

Transitando per Chitral si prosegue per Mastuj (5-6 ore - 110 km) su strada in fase di costante

miglioramento. L'ambiente è particolarmente bello con i villaggi sparsi lungo un grande canyon

alluvionale che congiunge l'altipiano di Panjikur alla valle di Kashgar e che oltre il Boroghil Pass scorre nel

Yarkhun Gol, solcato a valle dal fiume omonimo. Ruscelli e canali d’irrigazione scorrono attraverso i

campi di grano e orzo fiancheggiati da alberi di cedar (cedro), popolare albero locale, mentre è anche

molto curata la coltivazione delle albicocche. L'accoglienza nei villaggi, qui principalmente di fede

ismailita (tra le sette più moderate dell’Islam), è particolarmente calorosa con una partecipazione attiva

delle donne alla vita pubblica locale. A Mastuj visitando il bazaar, se possibile, visiteremo anche

l’Organizzazione per lo sviluppo delle donne nelle imprese locali. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Giorno 8 – 24/08 – Mastuj – Phander

Partenza per Phander (auto 6-7 ore) seguendo la pista che facendo rotta verso sud, attraversa lo Shandur

Pass (4260m slm) lungo la riva orientale del fiume Laspur, che passa per il villaggio di Harchin, per poi

ricongiungersi a Gilgit, innestandosi in una delle tante varianti della «Via della Seta» verso Ferghana e

Bukhara. A Shandur Pass, dove si trova il più alto campo di polo del mondo, ogni anno si svolge l’annuale

Torneo di Polo con una partita giocata sul Top del passo tra le squadre del Distretto di Chitral e del Ghizer

District, normalmente nella prima o seconda settimana di luglio. Phander (2800m) al centro dell’omonima

Valle, nota anche come “Piccolo Kashmir”, gode di un panorama mozzafiato sul profondo lago blu Plander

Lake e sul fiume Ghizer, i cui meandri scorrono attraverso la verde pianura alluvionale con coltivazioni

intensive che sostengono il suo insediamento. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 9 – 25/08 – Phander – Gilgit

Il percorso che prosegue per Gilgit (6-7 h), seguendo il fiume omonimo, da accesso alle affascinanti valli

laterali di Yasin e Ishkoman con bel panorama sulle valli di Gahkuch e Punial. Gilgit, che era una città

lungo uno dei tanti rami della Via della Seta che qui attraversa più a nord il Khunjerab Pass, ha visto

transitare da qui la maggior parte delle carovane dirette a Kashgar e Ferghana. Monaci cinesi buddisti, di

ritorno dai pellegrinaggi in India, nel 5° secolo hanno trovato il Buddismo ampiamente praticato su queste

terre. L’Induismo ha invece cominciato a infiltrarsi nel nord dell’India nell’8° secolo e probabilmente ha

raggiunto Gilgit nel 10° a seguito dei combattimenti con locali a filo di lama di sciabola delle forze invasive

Shin, provenienti dal basso Indo, le cui tracce permangono ancora nel linguaggio Shina, il dialetto ancora

oggi parlato dal popolo omonimo Shina, nella regione del Gilgit–Baltistan. Dopo la visita al Bazaar di Gilgit

si raggiunge nei suoi dintorni la gola di Shuko Gah, sulla cui parete rocciosa di Kargah Nala si trova

scolpito in stile tibetano il grande Kargah Buddha, risalente al VII secolo. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Giorno 10 – 26/08 – Gilgit – Karimabad (Karimabad – Hunza Valley)

Da Gilgit in direzione di Karimabad-Hunza (2-3 ore - 99 km) lungo la Karakorum Highway, che costeggia il

fiume Hunza e il suo affluente Khunjerab, la strada sale gradualmente di circa 100m di dislivello ogni 10

km. Lungo il percorso si effettuano diverse soste panoramiche per godere la vista spettacolare del monte

Rakaposhi 7788m, che ha molti villaggi abitati ai suoi piedi e la tipica corona di neve che cambia colore

con la diversa intensità della luce. Questo tratto dell’Hunza Valley è ricco di campi terrazzati,

particolarmente coltivati ad albicocche, mele, gelsi e noci, che danno un policromo spettacolo naturale

sia durante la fioritura primaverile e sia in autunno, quando le foglie degli alberi diventano gialle e rosse.

Nella KKH non può mancare di fermarsi vicino a Chalt, nel punto esatto in cui i continenti si sono scontrati

circa 60-70 milioni di anni fa, provocando la collisione dell’Indo-Pak continentale, sub-slittato sotto la

placca eurasiatica. Le rocce rosse, verdi e scure (Dunite, Wehrlite e Websterite) lungo il ciglio della strada

sono il risultato di materiali formati 30 chilometri sotto la superficie terrestre. A causa di questa collisione

continentale si è originata la catena del Karakorum e dell'Himalaya, ancora oggi in costante movimento e

costituita da montagne considerate pertanto giovani, che sono le più alte al mondo.

Karimabad, precedentemente chiamata Baltit, è il capoluogo dell’Hunza Valley nel distretto Gilgit-

Baltistan ed è posta a 2500 m. Il suo nome deriva dal Principe Karim Agha Khan, il capo spirituale della

setta Nazari degli sciiti ismailiti. L’Hunza Valley è anche conosciuta come il luogo dove si trova il mito di

Shangri-lá, la terra dove la gioventù è eterna. Lo scrittore statunitense James Hilton si è ispirato a questa

valle per il suo romanzo “Orizzonte perduto” (1933), che a sua volta è stata fonte della sceneggiatura di

ben 2 film omonimi. Capitale del Distretto di Hunza, Karimabad è l'unica città al mondo, dove è possibile

osservare cinque picchi sopra 7000 m in tutte e quattro le direzioni: il Monte Rakaposhi 7788 m, il Diran

7256 m, il Golden Peak 7027 m, l’Ultar- I 7388 m, e l’Ultar-II 7310 m con la sagoma della Principess

Bobulimuting che si distende all’orizzonte dell’Hunza. A Karimabad, si può esplorare l’Hunza Valley e i

suoi dintorni e vedere la vita quotidiana e genuina delle persone al lavoro. L’antico Forte di Baltit fino al

1945 ha ospitato il Mir dello stato di Hunza, garantendo per oltre 700 anni la sopravvivenza del regime

feudale dell'Hunza. Esso fu costruito sulla rupe di una roccia di marmo colore rubino, come un dono per il

matrimonio della regina del Baltistan e del principe di Hunza. Ristrutturato più volte, attraverso

l’intervento dell'Aga Khan Trust for Culture Projects, presenta oggi un'architettura tibetana. Camminando

e andando in giro per Karimabad si può visitare il Bazar, raggiungere a piedi il villaggio di Altit e il Forte di

Altit, vecchio di 900 anni e costruito dalla gente del Baltistan. I Burusho, abitanti di questa valle, dicono di

essere i naturali discendenti dei soldati greci che facevano parte dell'esercito di Alessandro il Grande. La

stessa ritenuta origine è anche comunemente accettata sui Pakhtuns di Pakistan e Afghanistan.

Considerando la loro origine mista, non c'è da meravigliarsi che somaticamente la gente del posto ha tali

caratteristiche sorprendenti con carnagione chiara e spesso gli occhi azzurri. Fino al 1974 Hunza era un

regno indipendente, molto isolato dal resto del paese fino al completamento della Karakuram Highway in

Cina nel 1978. Oggi Hunza Valley è considerata una vera “Shangri-La" del Pakistan anche per essere un

mondo libero e lontano da militanti estremistici islamici, da povertà e inquinamento e

sorprendentemente inserito in un sistema educativo brillante. I visitatori della bellissima valle, dominata

da cinque montagne innevate, a volte si sentono come se fossero in piedi sul bordo della Terra o, forse, al

centro di esso. Karimabad, nella valle di Hunza, è oggi una delle più suggestive località del Pakistan,

un'oasi di tolleranza, sicurezza e buone scuole educative. Questo tenore di vita possono essere ricondotti

a un'interpretazione moderata dei residenti dell'Islam, nonché un notevole sostegno da parte di uno dei

maggiori enti di beneficenza di tutto il mondo. I residenti dicono che non possono ricordare l'ultimo

omicidio della valle. Inoltre a differenza di altre parti del Pakistan, non esiste inquinamento con sacchetti

di plastica, rifiuti umani ed elettrodomestici in decomposizione. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Giorno 11 – 27/08 – Karimabad - Hopar - Nagar Valley – Duikar

Partenza da Karimabad per Hopar a un'ora e mezza d'auto per una piacevole passeggiata nella Nagar

Valley ai piedi del Monte Rakaposhi, dove immersi tra la rigogliosa natura e tra gente molto cordiale e

calorosa sembra di toccare il cielo con un dito. Rientrando a Karimabad si visita la miniera di rubini di

Doyndas, mentre la sera con auto si fa tappa a Duikar (3000m), il punto più alto della valle da cui si ha una

maestosa vista della montagna intorno e delle valli centrali di Nagar e Hunza, per attendere il tramonto,

se le condizioni meteorologiche lo consentono. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 12 – 28/08 - Duikar - Karimabad – Gilgit - Skardu

Da Duikar in direzione di Skardu (9-10 ore circa – 300 km), discendendo la KKH e transitando per

Karimabad-Hunza e poi Gilgit, porta d’ingresso della regione del Gilgit-Baltistan, si raggiunge il ponte e

una lingua di roccia nella gola del fiume Indo nei pressi di Jaglot, dove la N35 e la S-1 si incrociano per

deviare a est in direzione del distretto di Skardu. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 13 – 29/08 - Skardu - Shigar Valley – Satpara Lake - Skardu

Skardu, capitale del Baltistan posta a 2.286 metri sopra il livello del mare sullo sfondo di imponenti vette

della catena montuosa del Karakorum, si trova 241 km a est di Gilgit e a 783 km da Islamabad. E’nel cuore

di una terra di frontiera, centro di commercio e trasporti e porta d’accesso di uno dei più spettacolari

paesaggi del mondo. Il viaggio a Skardu su strada lungo la stretta gola del fiume Indo è indimenticabile. La

Skardu Valley è lunga 40 km e larga 10 km. a nord si trova la provincia cinese dello Xinjiang, a sud il

Kashmir, ad ovest Gilgit e ad est il Ladakh indiano. Skardu è la porta di accesso al trekking nel Baltistan,

punto di partenza delle varie escursioni organizzate. Skardu si trova in mezzo ad un paesaggio

impressionante, dove si è immediatamente colpiti dalla vicina e contemporanea presenza sia di dune che

di cime innevate, costituenti un comprensorio noto come il “Deserto freddo più alto del mondo”. Tra una

tempesta di sabbia e l’altra, la terra sembra purificata e congelata, e la luce appare intensa regalando

suggestivi landscapes. Qui il fiume Indo è formato dai fiumi Shiger e Shyok, che scendono dal Baltoro-

Muztagh, un segmento della colonna vertebrale del Karakorum comprendente la massa più densa di

ghiacciaio e di Alta Montagna della terra, tra cui il K2 (8611m, la seconda vetta più alta nel mondo) e altre

3 montagne che superano gli 8000m. Dalla roccia del Khardrong o Mindoq-Khar "Castello della regina

Mindoq" (15 m sopra la città), lo storico Skardu Fort o Kharphocho Fort domina Skardu, nelle cui vicinanze

sono i due bellissimi laghi di Kachura e Satpara. Sulla strada in direzione del lago si trova il Buddha seduto

di Satpara, scolpito in una grande roccia color ruggine (forse del VII sec) nello stesso stile di quello di

Kargah vicino a Gilgit e costituente una tomba del Grande Impero, quando i buddisti migranti da

Gondhara attraversarono quest’area. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 14 – 30/08 - Skardu – Islamabad (Var B: Skardu – Chilas KKH)

Partenza da Skardu, da dove con volo interno della PIA Pakistan Airlines PK-452 KDU ISL 10.15 - 11.15

si raggiunge Islamabad. Islamabad, capitale del Pakistan, si trova ai piedi delle Margalla Hills nella parte

settentrionale del Potohar Plateau. Essa è in contrasto con la sua città gemella di Rawalpindi, da cui dista

appena 15 km, spaziosa con tanto verde, ampi viali e parchi lussureggianti. Si visita la Moschea Shah

Faisal (progettata dall’architetto turco Vedat Dalokay e finanziata in gran parte con donazioni dell’Arabia

Saudita, è la più grande dell’Asia con una capienza fino a 100.000 fedeli), Daman-e-Kok (una bassa collina

che offre una vista panoramica di Islamabad, come il vicino view point Pir Sohawa sulla parte superiore

delle Margalla Hills) e il Lok Virsa (Museo Nazionale di Etnologia che presenta le tradizioni di storia e vita

pakistane). Se il tempo a disposizione lo consentirà si potrà visitare a Rawalpindi anche il vecchio Raja

Bazaar e la colorata officina di riparazione dei camion (noti per i colori sgargianti e policromi).

Pernottamento in hotel a Islamabad. Pensione completa.

NB : Se il cattivo tempo non consentirà il volo ed esso sarà cancellato, sarà considerato il transfer

sostitutivo su strada (Variante: Skardu – Chilas KKH)

Variante: In auto da Skardu fino a Chilas (8-9 ore) lungo la Karakorum Highway, che segue il percorso del

fiume Hindo, non mancando di fermarci nel punto in cui si scontrano tre catene montuose imponenti, il

Karakorum, l’Himalaya e l’Hindū-Kūsh, e nei pressi della valle di Astore in un view point sul Nanga Parbat

(8125m), la 2° vetta più alta in Pakistan e la 9° nel mondo, che ha la triste fama di “Montagna Assassina”

per il suo alto indice di mortalità tra i suoi scalatori e ascensionisti (secondo un rapporto tra vittime ed

ascensioni tentate) e che è considerato il pilastro terminale dell'Himalaya occidentale. Sistemazione in

hotel a Chilas, pensione completa.

Giorno 15 – 31/08 – Islamabad – Taxila (Var B: Chilas – Taxila – Islamabad KKH)

Visita di Taxila per l’intera giornata. E’ composta da 18 siti archeologici di notevole valore culturale,

facenti parte del Patrimonio mondiale dell'UNESCO. Taxila, circa 35 km a nord-ovest di Rawalpindi, è uno

dei più importanti tesori archeologici del sub-continente indiano, con i resti di tre grandi città e decine di

monasteri buddisti risalenti tra il 600 aC e il 600 dC. Situata al punto d'incontro delle rotte commerciali

che collega la Cina, l'India, l'Asia centrale e l'Occidente, Taxila è stata incorporata in molti imperi ed è

diventata il crocevia della cultura del mondo antico. Alessandro Magno giunse qui nel 326 aC tenendovi

discussioni filosofiche con gli intellettuali residenti. Vi lasciò anche un presidio, ma il suo impero si

disintegrò rapidamente dopo la sua morte a Babilonia. Ashoka, prima di ereditare l'intero territorio

dell'Impero Maurya (che comprendeva anche la maggior parte del subcontinente con il Gange) intorno al

275 bC, fu viceré a Taxila. Egli introdusse il Buddismo a Gandhara, da dove la religione si diffuse in Asia

centrale, in Tibet e Cina. Ashoka morì nel 232 aC e poco dopo anche il suo impero decadde. In seguito i

Greci Battriani dal nord dell'Afghanistan governarono Gandhara, costruendo una nuova città a Taxila, ora

chiamata Sirkap, con un’innovativa pianificazione urbanistica a pianta squadrata regolare, con strade che

si incrociano ad angolo retto. Intorno al 60 dC i Kushan (il cui regno multiculturale si estendeva dal

Xinjiang cinese al mare di Aral, attraverso gli odierni Uzbekistan, Afghanistan e poi anche Pakistan, fino

all'India Settentrionale) arrivando dall'Afghanistan estromisero i Parti, portando al suo massimo

splendore nel II secolo dC l'impero Gandhara, esteso dall'Iran orientale alla valle del Gange. I Kushan

costruirono quindi una nuova città a Taxila, diventando capoluogo di regione. I Kushan furono anche

grandi mecenati del buddismo, che dal primo al quinto secolo dC era religione maggioritaria, e sotto il

loro grande regno furono costruiti migliaia di stupa seguendo gli stimoli dell'arte Gandhara buddista del

tempo. Intorno all'anno 455, un disastro si abbattè su Taxila con l’avvicinarsi degli Unni Bianchi, orde

dall'Asia centrale correlate ad Attila, che devastarono l'Europa sottosopra. Oggi Taxila è un paradiso

archeologo e vi sono ben tenuti un interessante Museo e otto siti sparsi a breve raggio. Tra i migliori oggi

visitabili sono quelli di Jualian, Dharmarajika, Jandial e Skirkap. Sistemazione in hotel, pensione

completa.

Var B: Da Chilas si prosegue via terra alla volta di Islamabad attraverso il Kohistan, probabilmente una

delle strade più tormentate seguendo i ripidi versanti verticali della stretta gola dell’Indo, dove è facile

avvistare i numerosi e lunghi incolonnamenti di convogli e di camion molto decorati nel classico stile

pakistano. Questa è anche una delle zone più selvagge del Pakistan, essendo poco controllabile dal

governo il territorio che rimane appena oltre la strada principale. Il Kohistan (in persiano significa "Terra

di Montagne") è una delle aree geologiche più affascinanti della terra. Seguendo la Karakorum Highway

lungo il corso della profonda gola dell’Indo, sembra di fare un viaggio al centro della terra per la vista

stratificata della sua crosta esterna. Le rocce rosse verdi e scure osservabili lungo il percorso viario sono il

risultato di materiali formati 30 chilometri al di sotto della superficie terrestre. Nel corso dei secoli il

modello di insediamento abitativo si è dovuto adattare alla morfogenesi orografica con conseguente

occupazione dei contadini di numerosi piccole valli dove torrenti glaciali e fiumi sono più controllabili in

contrasto con nuclei abitativi nella valle dell'Indo stesso. Le catene montuose tra queste valli hanno

inoltre costituito e dimostrato un ostacolo alla comunicazione. Attraversando il Babusar Pass 4100n e le

verdi valli di Naran e Khaghan, si visita Taxila (sull’itinerario di avvicinamento a Islamabad) e il suo

conclusivo city tour. Sistemazione in hotel, pensione completa.

Giorno 16 – 01/09 - Islamabad – Doha - Italia

Trasferimento all’aeroporto internazionale di Islamabad, dove svolte le pratiche burocratiche di uscita, si

parte per rientrare in Italia con Qatar Airways. Transito a Doha con cambio di aeromobile. Arrivo in Italia.

Quote a persona

Quota base 8 Euro 2730 (con accompagnatore dall’Italia)

Quota base 10 Euro 2390 (con accompagnatore dall’Italia)

Quota base 12 Euro 2120 (con accompagnatore dall’Italia)

Suppl. singola Euro 360

La quota comprende: il volo domestico – 20 kg di franchigia bagaglio – tutti i trasferimenti con veicolo

privato minibus tipo Saloon Coaster e 4x4 durante il percorso nella Kalash Valley – guida locale parlante

inglese per tutto l’itinerario – accompagnatore dall’Italia – sistemazione nelle strutture indicate –

pensione completa – visite, escursioni e ingressi come indicati nel programma – il trasferimento

supplementare via terra da Skardu a Islamabad, nel caso in cui per motivi atmosferici/climatici la PIA

annulla i voli – gadget di viaggio.

La quota non comprende: i voli intercontinentali con Qatar e le relative tasse aeroportuali (vedere la

tabella sottostante) - il visto (€ 130) – l’assicurazione con annullamento (3% del costo totale del viaggio)

– bevande, mance, extra personali e tutto quello non incluso nella quota comprende.

Operativo voli

17/08 QR 128 MALPENSA DOHA 16.25 23.30

18/08 QR 614 DOHA ISLAMABAD 02.35 08.00

01/09 QR 615 ISLAMABAD DOHA 09.20 11.00

01/09 QR 117 DOHA MALPENSA 15.20 20.55

Tariffa da Euro 350, tasse aeroportuali € 365. La tariffa va riconfermata al momento della prenotazione in

base alle disponibilità effettive. Partenze da altri aeroporti su richiesta.

Le strutture di questo viaggio

Swat Valley: PTDC Hotel o Saidu Sharif Hotel

Chitral, Pamir Riverside Hotel o Tirchmir Hotel o PTDC Hotel

Bomburet-Kalash: PTDC Hotel o Jinnah International Hotel o Butto House

Ayun: Ayun Fort Inn

Mastuj: PTDC Hotel o Guest House

Phunder: PTDC Hotel

Gilgit: Riveria Hotel o PTDC Hotel o Hunza Embassy Hotel o Guest House

Karimabad: Darbar Hotel o Al-Barkhat Hotel o Hill Top Hotel

Durkar, Hotel locale

Skardu, Concordia Hotel o Mashbrum Hotel

Islamabad: Hill View Hotel o Grand Regency

Besham: Hilton Hotel o Besham Continental Hotel o PTDC Hotel

N.B: A causa del numero insufficiente si strutture ricettive di questa area pakistana (dove il turismo non è

molto sviluppato) e/o del possibile sold out causato dalla presenza di turisti in occasione del Uchal

Festival alcune di esse potrebbero essere sostituite da sistemazioni simili. La categoria delle strutture, pur

dignitose, non è paragonabile a quelle di tipo occidentale.