10 - Società del Quartetto di Vicenza · 2019. 3. 22. · Et resurrexit tertia die, secundum...

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J OHANN S EBASTIAN BACH MESSA IN S I MINORE C ORO E ORCHESTRA B AROCCA A NDREA P ALLADIO ENRICO ZANOVELLO assistente musicale e maestro del coro ANDREA MARCON direttore LUNEDì 10 APRILE , ore 20:45

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Johann SebaStian baChMeSSa in Si Minore

Coro e orCheStra baroCCa andrea Palladio

enriCo Zanovello assistente musicale e maestro del coro

andrea MarCon direttore

lunedì 10 aPrile, ore 20:45

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IL PROGRAMMA

JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)Messa in si minore BWV 232

KYRIE COROKyrie, eleisonDUETTO (Soprano I e II)Christe, eleisonCOROKyrie, eleison

GLORIACOROGloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis.ARIA (Soprano II)Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te.COROGratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam.DUETTO (Soprano I e Tenore)Domine Deus, Rex coelestis, Deus Pater omnipotens.Domine Fili unigenite, Jesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris.COROQui tollis peccata mundi, miserere nobis; qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram.ARIA (Contralto)Qui sedes ad dextram Patris, miserere nobis.ARIA (Basso)Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Jesu Christe.COROCum Sancto Spiritu: in gloria Dei Patris. Amen.

SYMBOLUM NICENUM COROCredo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem coeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium.DUETTO (Soprano I e Contralto)Et in unum Dominum, Jesum Christum, Filium Dei unigenitum, et ex Patre natum ante omnia saecula. Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero, genitum,

non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt. Qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis.COROEt incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est.COROCrucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato; passus et sepultus est.COROEt resurrexit tertia die, secundum Scripturas, et ascendit in coelum, sedet ad dextram Patris. Et iterum venturus est cum gloria, judicare vivos et mortuos, cujus regni non erit finis.ARIA (Basso)Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit. Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur: qui locutus est per prophetas. Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam.COROConfiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et expecto resurrectionem mortuorum et vitam venturi saeculi. Amen.

SANCTUSCOROSanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth.Pleni sunt coeli et terra gloria eius.COROHosanna in excelsis.

BENEDICTUSARIA (Tenore)Benedictus qui venit in nomine Domini.COROHosanna in excelsis.

AGNUS DEIARIA (Contralto)Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis.CORODona nobis pacem.

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NOTE AL PROGRAMMA

Nei primi giorni di febbraio del 1733 si spegneva a Varsavia Augusto II re di Polonia, nonché duca ed Elettore di Sassonia. L’unico figlio legittimo, Fede-rico Augusto II, gli succedette dapprima come Elettore di Sassonia e – dopo una cruenta guerra di successione che coinvolse varie potenze europee – anche come re di Polonia, con il nome di Augusto III.La realtà della Germania dell’epoca, che si tramandava da quasi due secoli, era del tutto particolare. In seguito alla Pace di Augusta del 1555, dal punto di vista religioso il territorio si presentava frazionato in base alla fede dei regnanti secondo il principio “cuius regio, eius religio”, che potremmo tra-durre con la regola “si segua la religione di chi comanda sul territorio”. La situazione di Dresda, capitale del Principato di Sassonia, era paradigmatica in questo senso: a dispetto della prevalente fede luterana dei suoi abitanti, il sovrano Federico Augusto I, in quanto anche re di Polonia, era stato “politi-camente” costretto ad abbracciare il credo romano. E così fece – non senza polemiche – anche suo figlio, che altrimenti non avrebbe potuto succedergli come regnante della confederazione polacco-lituana.Invece che essere fonte di contrasti e aspri dissidi, tale “confusione” reli-giosa coincise con un momento particolarmente florido per il Principato di Sassonia: sia sul fronte prettamente religioso, con la nascita di nuove isti-tuzioni cattoliche accanto a quelle della tradizione protestante, sia su quello musicale, con la proliferazione di un gran numero di lavori su entrambi i fronti del culto. In pratica, era del tutto normale che compositori “protestan-ti” scrivessero musica per committenti cattolici. A creare un clima così fa-vorevole contribuì non poco anche la figura illuminata di Federico Augusto I (detto “il Forte”) che fece della Sassonia uno dei poli culturali più importanti dell’epoca.

Alla sua morte furono decretati cinque mesi di lutto durante i quali vennero interrotte tutte le attività musicali pubbliche. Johann Sebastian Bach, che già da un decennio operava a Lipsia (altro importante centro del Principato) nei vari ruoli di Cantor, Director Musices e di direttore del Collegium Musicum, approfittò di questo tempus lugendi per lavorare ad una serie di opere fra le quali anche una Missa (propriamente detta, vale a dire comprendente i soli Kyrie e Gloria) che dedicò al nuovo Elettore Federico Augusto II sperando di ottenere, in cambio, il titolo onorario di “compositore di corte”. Nell’estate del 1733 Bach invia dunque la partitura al neo insediato Federico Augusto II accompagnandola con la breve dedica: “voglia accettare questo mio lavoro quale modesto esempio delle conoscenze che ho acquisito in campo musi-cale”. È il nucleo originale di quella che oggi chiamiamo Messa in Si minore, altrimenti detta la “Grande Messa”.

Una quindicina d’anni più tardi – siamo tra il 1747 ed il 1749 – Johann Seba-stian Bach riprende proprio questa Missa e vi aggiunge il Credo, il Sanctus e l’Agnus Dei (ovvero l’intero ordinarium), trasformandola in una Missa tota: un progetto titanico per lui senza precedenti e che rimarrà un unicum, vista anche la veneranda età. Dal momento che non ci sono tracce di commit-tenze, né di occasioni particolari per le quali sarebbe stata scritta, ci si è

chiesti cosa spinse l’ultra sessantenne compositore di area protestante a realizzare una Messa completa in latino e per di più di tali proporzioni. C’è da notare, ad abundantiam, che la Messa in Si minore rappresenta un caso isolato nell’intera produzione di Bach, essendo la sola composizione sacra a non essere mai stata rappresentata mentre l’autore era in vita. In assenza di documentazione e di testimonianze certe, sono fiorite negli anni varie ipotesi, ma nessuna di queste ha svelato completamente il “mistero” che circonda la genesi di questo capolavoro.Allora potremmo semplicemente dire che Bach lo fece per se stesso, per tramandare ai posteri un saggio, un compendio del suo pensiero musicale che volle donare a Dio, come sta a testimoniare il marchio in epigrafe “Soli Deo Gloria”.

La “Grande Messa” è un’opera originale solo in minima parte e anche que-sto la rende straordinaria. La quasi totalità della partitura è infatti frutto di diversi “auto-imprestiti” risalenti a varie epoche, modellati secondo la tec-nica della parodia: in soldoni, un minuzioso lavoro di assemblaggio e di adattamento di materiali musicali che lo stesso Bach aveva composto in precedenza per altre occasioni. L’inserimento in un lavoro di grandi pro-porzioni di opere d’occasione destinate altrimenti a rimanere nell’oblio (o comunque poco eseguite) può essere visto come un tentativo da parte di Bach di dare nuova vita a pagine che egli evidentemente riteneva degne di passare ai posteri.

Infine un po’ di numeri. La Messa in Si minore, con le sue 2492 battute, è forse la più estesa che sia mai stata scritta. Comprende 24 brani suddivisi in 15 brani corali, 6 arie e 3 duetti; questo ci dice che il Coro ha un ruolo pre-ponderante in tutta l’opera, anche sotto il profilo della durata complessiva dei suoi interventi. Dei 15 brani corali, 6 sono a 4 voci, 7 a 5 voci, mentre il Sanctus è a 6 voci e l’Osanna a 8 voci (ovvero un doppio coro a 4 voci).Il Dona nobis pacem che chiude la Messa è l’esatta ripetizione musicale del precedente Gratias agimus tibi, con un testo completamente diverso.Come detto, Bach non ebbe modo di assistere all’esecuzione completa di questo suo monumentale lavoro. Anche se è quasi certo che alcune parti siano state eseguite singolarmente fra la seconda metà del Setecento e la prima metà dell’Ottocento (Carl Phi-lipp Emanuel Bach, ad esempio, diresse sicuramente il Credo nel 1786), la Messa in Si minore venne eseguita per la prima volta non prima del 1859. Il termine “Grande Messa” venne dato dall’editore Simrock di Bonn in occa-sione della prima edizione a stampa datata 1845.

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I PROTAGONISTI

ALICE BORCIANI soprano INata a Reggio Emilia, si è diplomata – prima in tromba e poi in canto lirico – presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Achille Peri” della sua città. In seguito si è perfezionata in canto barocco con Monica Piccinini e nel 2012 ha conseguito, con lode, il Master in canto barocco alla Schola Cantorum Basilien-sis sotto la guida di Gerd Türk. Ha seguito, inoltre, master class con Andreas Scholl, Lina Akerlund, Carlos Mena, Margreet Honig e Roswitha Müller.Vincitrice di prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali (fra i quali il “Göt-tinger Reihe” organizzato dall’Händelfestspiele di Göttingen), si è esibita con rinomati ensemble, fra i quali La Cetra, Balthasar-Neumann Chor, Venice Ba-roque Orchestra, Accademia Bizantina, Capella Reial de Catalunya e La Divina Armonia, diretti da personaggi come Andrea Marcon, Jordi Savall, Thomas Hengelbrock, Diego Fasolis, Ottavio Dantone e Tom Koopman.Alice Borciani è membro del Choeur de Chambre de Namur, de La Cetra Vo-kalensemble, del Balthasar-Neumann Chor e del coro della RSI di Lugano con i quali svolge un’intensa attività concertistica in tutta Europa.Ha inciso per ARION, Aliamusica, Deutsche Grammophone, Tactus, Pan Clas-sics, Ambronay Editions.

FRANCESCA LOMBARDI MAZZULLI soprano IIDiplomata al Conservatorio di Milano, ha quindi conseguito con il massimo dei voti e la lode il diploma accademico di secondo livello presso il Conservatorio di Ferrara sotto la guida di Mirella Freni. Ha quindi proseguito gli studi di in-terpretazione e tecnica vocale con Luciano Pavarotti e Sonia Prina e si è perfe-zionata sotto la guida di Fernando Opa e Vivica Genaux. Vincitrice di numerosi premi internazionali, ha intrapreso una carriera concertistica e operistica ac-canto a orchestre ed ensemble specializzati nel repertorio del Sei-Settecento quali l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone, l’Ensemble barocco di Limoges diretto da Christophe Coin e la Venexiana diretta da Claudio Cavina.Dal 2012 al 2014 ha interpretato con successo, allo Stadttheater di Giessen sotto la direzione di Hofstetter, i ruoli di Leonora (Verdi), Agrippina (Händel), Mirandolina (Martinu), Formosa (Telemann) e Vitellia (Mozart).Nel 2013 ha partecipato al progetto Opera Buthan che ha portato per la pri-ma volta un allestimento operistico nel piccolo regno himalaiano. Nello stesso anno ha debuttato al Musikverein di Vienna.Con il Pera Ensemble di Mehmet Yesilcay si è recentemente esibita in presti-giose sale concertistiche europee, come pure recente è il debutto al Teatro Real di Madrid con l’Alcina di Händel.In ambito discografico Francesca Lombardi Mazzulli collabora frequentemen-te con l’etichetta “Fra Bernardo”.

FRANCESCA ASCIOTI contraltoDiplomatasi al Conservatorio di Brescia, studia da sempre con il contralto Ber-nadette Manca di Nissa e si è perfezionata con Teresa Berganza. Nel 2010, gra-zie ad una borsa di studio per l’Ateneo Internazionale della Lirica di Sulmona, debutta nel suo primo ruolo operistico: il Cherubino mozartiano.Nel Novembre 2013 è Quickly (Verdi) al Teatro Verdi di Busseto con Renato Bruson e la regia di Marina Bianchi; nel 2014 canta la Nona di Beethoven al

Bellini di Catania, debutta nel ruolo di Zita (Puccini) al Lirico di Piacenza ed è la Baronessa di Champigny ne “Il Cappello di Paglia di Firenze” di Nino Rota al Petruzzelli di Bari con la regia di Elena Barbalich; nel giugno 2015 ha cantato al Teatro la Fenice di Venezia nel ruolo di Ozias nella “Juditha Triumphans”di Vivaldi diretta da Alessandro de Marchi e successivamente ha fatto parte della “Riccardo Muti Academy” interpretando il ruolo di Quickly (Verdi). Diretta da Andrea Marcon, sempre nel 2015, è stata Giunone (Vivaldi) a Basilea e al Fest-spielhaus di Baden Baden. Ancora un ruolo vivaldiano, ad inizio 2016, presso il prestigioso Concertgebouw di Amsterdam dove è tornata a fine anno nelle vesti di Euterpe (Händel) e ancora Ozias nella Juditha Triumphans a Bruxelles, Londra, Atene e New York, sempre sotto la direzione di Andrea Marcon.

BALTAZAR ZUÑIGA tenoreNato a Città del Messico, dopo il diploma debutta nei teatri messicani nei ruoli di Tamino (Mozart) ed del Conte Almaviva (Rossini) in una coproduzione dei teatri del Sud del Messico. Successivamente si trasferisce in Italia per specia-lizzarsi nel “belcanto” sotto la guida di William Matteuzzi, Gioacchino Zarrelli e Michael Aspinal debuttando in seguito al Rossini Opera Festival nella produ-zione del Viaggio a Reims diretta da Antonino Fogliani.Dal 2001 inizia un’importante carriera come concertista collaborando con al-cune fra le più note orchestre italiane. Negli anni successivi si specializza nel repertorio barocco con Gloria Banditelli, Nicholas McGeegan e Simon Shau-ten. Attualmente collabora come solista con gli ensemble italiani di spicco nel repertorio barocco come Accademia Bizantina, Arte Musica, L’Arte dell’Arco, La Stagione Armonica, La Capella di Cremona, La Capella di San Petronio di Bologna, Orchestra da Camera di Mantova, La Venexiana. All’estero canta re-golarmente con Collegium Vocale Gent e L’Ensemble Pulcinella.Applaudito nei più importanti festival d’Europa, Baltazar Zuñiga si è già esibito con autorevolezza anche al Lincoln Center di New York, all’Auditorium Kitara in Giappone, al Teatro de Bellas Artes di Città del Messico.

ALBERTO SPADAROTTO bassoVicentino, ha abbinato gli studi musicali in pianoforte, canto e vocalità classica agli studi liceali classici. Diplomatosi in canto lirico a Verona con Paola Forna-sari Patti, dal 2007 al 2010 si è perfezionato all’Accademia Kairòs di Verona. Nel novembre 2013 si classifica primo nell’audizione, indetta dal Teatro La Fenice di Venezia, per Aggiunti del Coro con il quale, nel dicembre dello stesso anno, debutta nella Nona Sinfonia di Beethoven diretta da Lorin Maazel. Attualmente si sta perfezionando con il mezzosoprano Nadiya Petrenko.Come solista ha debuttato in diverse opere sacre (Magnificat, Oratorio di Natale e Passione secondo Matteo di Bach, Messiah di Händel, Requiem di Mozart, Stabat Mater e Petite Messe Solennelle di Rossini) e capolavori profani (Dido and Aeneas di Purcell, La Serva Padrona di Pergolesi, Le nozze di Figaro e Don Giovanni di Mozart, Il Barbiere di Siviglia di Rossini, L’Elisir d’amore e Don Pasquale di Donizetti, Rigoletto di Verdi...). Come corista e solista collabora con varie formazioni italiane.Docente di Canto lirico, Canto moderno, Pianoforte complementare, Teoria musicale e pratica improvvisativa, è spesso impegnato in conferenze e lezioni-concerto sull’Opera.

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ANDREA MARCONNato a Treviso nel 1963, ha iniziato gli studi musicali a sette anni e a undici era voce bianca solista al Duomo di Treviso divenendone poi, a sedici, l’organista principale fino al 1983.Conclusi brillantemente gli studi al Conservatorio di Castelfranco Veneto, si trasferisce a Basilea dove, nel 1987, si diploma in organo, clavicembalo e musica antica presso la Schola Cantorum Basiliensis.Dieci anni più tardi fonda l’Orchestra Barocca di Venezia con la quale ha iniziato l’attività di direttore d’orchestra approfondendo soprattutto il repertorio operistico del Sei e Settecento che ha portato al Teatro La Fenice di Venezia, all’Opera di Francoforte, al BAM di Brooklyn, al Teatro dell’Opera di Amsterdam, al Teatro Campoamor di Oviedo, al Teatro Espanol e de la Zarzuela di Madrid (Alcina, Ariodante e Siroe di Händel, Tito Manlio, Fida Ninfa, Catone in Utica, Atenaide e Orlando Furioso di Vivaldi, La Clementina di Boccherini, Olimpiade di Cimarosa e di Galuppi, Orione, Giasone e Calisto di Cavalli, Orfeo di Monteverdi, Medèe di Charpentier, Idomeneo di Mozart).Parallelamente ha iniziato un’importante attività discografica (ad oggi ha inciso una cinquantina di CD per etichette come Sony e Deutsche Grammophon) che si è meritata importanti riconoscimenti della critica come il “Premio Internazionale del Disco Vivaldi per la Musica Antica Italiana” promosso dalla Fondazione Cini di Venezia, il Diapason d’Or francese, l’ECHO Preis tedesco, il premio olandese Edison e per cinque volte il Premio della Critica Discografica Tedesca. Nel 2015 è arrivata anche una nomination ai Grammy Awards per il CD dedicato a Nicola Porpora, con solista Philippe Jaroussky.Andrea Marcon è ospite delle più prestigiose sale concertistiche europee, statunitensi e del continente asiatico, come la Royal Albert Hall di Londra (sede dei BBC Proms), la Konzerthaus di Berlino, il Palau de la Musica di Barcellona, il Théatre des Champs-Élysées di Parigi, il Musikverein di Vienna, la Tonhalle di Zurigo, la Kyoi Hall di Tokyo, l’Alice Tully Hall al Lincoln Center di New York.Marcon collabora regolarmente con prestigiose orchestre (su tutte, i Berliner Philharmoniker e la Bayrisches Rundfunk Sinfonieorchester) e con artisti del calibro di Magdalena Kozena, Philippe Jaroussky, Patricia Petibon, Cecilia Bartoli, Anne Sophie von Otter, Anna Netrebko, Nicola Benedetti, Giuliano Carmignola, Gautier Capucon, le sorelle Labeque e Francesco Piemontesi. Nel 2012 è stato nominato direttore artistico dell’Orquesta Ciudad de Granada. Fra i successi più recenti ricordiamo il debutto con la Bayrisches Rundfunk Sinfonieorchester e la serata inaugurale del Festival Lirico Internazionale di Aix-en-Provence con l’Alcina di Händel.È titolare della cattedra di organo, clavicembalo e musica d’insieme presso Schola Cantorum Basiliensis/Accademia di Musica di Basilea.

I PROTAGONISTI

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I PROTAGONISTI

CORO E ORCHESTRA BAROCCA ANDREA PALLADIOFondata nel 1989 da Enrico Zanovello, è formata da artisti che vantano una lunga esperienza concertistica e si è subito imposta per l’originalità delle scelte musicali, riscuotendo successo di pubblico e critica.In quasi 30 anni di attività l’Orchestra ha collaborato con numerosi artisti, cantanti e musicisti, nazionali ed internazionali, come Les Musiciens du Louvre, I Sonatori de la Gioiosa Marca, L’Arte dell’Arco, Concerto Köln e formazioni corali come la Schola San Rocco e i Cantori di Santomio.Con il suo direttore conduce una ricerca spesso volta alla scoperta di pagine musicali poco note e di autori veneti, proponendo prime esecuzioni in tempi moderni.Dal 2009 alla formazione orchestrale si è affiancato l’omonimo Coro. La formazione completa ha partecipato a concorsi, festival e rassegne musicali nazionali ed internazionali raggiungendo prestigiosi risultati di critica e di pubblico.Fra i CD che ha inciso, alcuni in prima esecuzione assoluta, si ricordano i Concerti Op. 9 per organo e orchestra di Giuseppe Sammartini, La Scuola delle Nazioni di Tartini, i Concerti per violino di Giovanni Meneghetti (solista Giovanni Guglielmo), “Mottetti e Salmi” di Alessandro Grandi. Nel 2014 è uscito in prima assoluta italiana, per l’etichetta Discantica, il CD “The Lord is my light”, con tre anthems di Händel, per soli, coro ed orchestra, consigliato dalla critica come “imperdibile”.

ENRICO ZANOVELLOForte di un bagaglio musicale e culturale non comune (accanto ai diplomi in organo e clavicembalo con Stefano Innocenti e Andrea Marcon, ha studiato Lettere e Filosofia all’Università di Padova), Enrico Zanovello ha iniziato la carriera di organista esibendosi nei più noti festival europei e americani.Parallelamente si è impegnato nel campo della ricerca musicale valorizzando – anche con registrazioni discografiche in prima assoluta – lavori di compositori semi sconosciuti come Giovanni Battista Grazioli, Giovanni e Gaetano Meneghetti e Gellio Coronaro.Nel 1989 ha fondato l’Orchestra Barocca Andrea Palladio (che da allora dirige) e nel 2009 l’omonimo coro.Fra i tanti eventi che lo hanno visto protagonista, merita una menzione il “Pantalone e Colombina” di Mozart andato in scena all’Opera House de Il Cairo sotto la sua direzione a seguito della rivisitazione ed edizione in tempi moderni della partitura.In campo discografico ha registrato 20 CD in veste di direttore e di solista, alcuni dei quali sono stati premiati e segnalati dalla critica specializzata.Enrico Zanovello è membro di giuria di concorsi organistici, nonché ideatore e direttore artistico del Festival Concertistico Internazionale “Organi storici del vicentino un patrimonio da ascoltare”. Membro della commissione diocesana di Vicenza per l’arte organaria, dal 2008 è docente titolare al Conservatorio di Vicenza.

CORO E ORCHESTRA BAROCCA ANDREA PALLADIOOrchestra Andrea Palladio:

Violini primi: Gianpiero Zanocco, Massimiliano Tieppo, Alessia Turri, Giacomo Catana, Isobel Howard Cordone

Violini secondi: Matteo Zanatto, Monica Cordaz, Mauro Spinazzè, Francesca BonomoViole: Davide Zaltron, Alessandro Lanaro, Filippo Bergo

Flauti: Alberto Crivelletto, Massimo Criveletto Oboi (e oboi d’amore): Michele Antonello, Nicolò Dotti Fagotti: Steno Boesso (e oboe III), Stefano Sopranzi

Corno: Dileno Baldin Trombe: Martin Patscheider, Andreas Lackner, Thomas Steinbrucker

Timpani: Didier Bellon Violoncelli: Massimo Raccanelli, Stefania Cavedon

Contrabbassi: Mattia Corso, Fabio ConteOrgano: Enrico Zanovello

Coro Andrea Palladio:Soprani I:

Vittoria Giacobazzi, Giulia Pattaro , Monica Schmidt Chiara Selmo, Anna Giulia Simioni, Teodora Tommasi

Soprani II:Giovanna Cattelan, Caterina Chiarcos, Federica Gasparella, Bei Bei Jiang,

Naoka Ohbayashi, Martina Zaccarin

Contralti:Chiara Balasso, Elisa Bombasin, Alice Coppo, Elisabetta Cuman, Silvia Alice GianollaAntonella Grando, Claudia Graziadei, Deborah Lotto, Alberta Savi, Rossana Verlato

Tenori:Matteo Benetton, Michele Concato, Davide Cristanelli, Mattia Culmone, Enrico Imbalzano,

Gianclaudio Martin, Emiliano Martinelli, Alberto Mazzocco, Claudio Zinutti, Massimo Zulpo

Bassi:Fabio Antoniazzi, Enrico Basello, Giovanni Cattelan, Fabio Dalla Vecchia, Francesco De Poli,

Ervino Gonzo, Roberto Greppi, Cristiano Lancerotto, Claudio Pistolato, Enrico Zamboni

Direttore: Andrea Marcon

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Chiunque volesse fare una donazione all’Associazione si può rivolgere alla Segreteria (tel. 0444 543729 / [email protected]).

Ringraziamo per aver accolto il nostro appello:Rosanna e Giuseppe Azzarello, Angela Barbaglio, Maria Rosa Bettini,

famiglia Cazzola, Elena e Claudio Cibic, Paola Cremonese, Lino Dainese, Elisabetta Dolcetta, Donata e Antonio Cattaneo, Luciano Giacomelli,

Marcella Gulisano e Stefano Rigoni, Maria Grazia e Marco Scabardi,Franco Scanagatta, Luca Trivellato