Coelum 178 bis pa - WordPress.com...Marsiglia, a 16 anni entrò all’Osservatorio di Nizza come...

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ISSN 1594-1299 Mensile - Anno 18 - Sped. Abb. Pt - DL 352/2003 (conv. In L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 NE/VE Tutti i fenomeni celesti di FEBBRAIO Telescope Doctor novità dal mondo dell'astronomia Un ritratto di JOHN DOB- SON, il guru delle stelle, morto lo scorso gennaio 178 Euro 6,00 Come seguire 4 eclissi totali di sole senza muoversi da casa! 2014 www.coelum.com La nuova serie di POSTER ASTRONOMICI CFHT! Halton ARP La scomparsa dell’astronomo che sfidò il BIG BANG GLOBALTEST un NUOVO FORMAT per i TEST STRUMENTALI da questo numero! p. 23

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  • ISSN 1594-1299

    Mensile - Anno 18 - Sped. Abb. Pt - DL 352/2003(conv. In L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 NE/VE Tutti i fenomeni celesti

    di FEBBRAIOTelescope Doctornovità dal mondo dell'astronomia

    Un ritratto di JOHN DOB-SON, il guru delle stelle,morto lo scorso gennaio

    178Euro 6,00

    Come seguire 4 eclissi totali disole senza muoversi da casa! 2014

    www.coelum.com

    La nuova serie di POSTER ASTRONOMICI CFHT!

    Halton ARPLa scomparsadell’astronomo che sfidò il BIG BANG

    GLOBALTESTun NUOVO FORMAT

    per i TESTSTRUMENTALI

    da questonumero!

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    Auguste Charlois (1864-1910) è ancora noto ai giorni nostriper essere stato uno dei pionieri delle ricerche sui corpiminori del Sistema Solare, e uno dei più prolifici“cacciatori” di asteroidi, con un centinaio di nuovi oggettiosservati direttamente al telescopio o rintracciati nelle prime sur-vey fotografiche. L'indubbio valore scientifico del suo lavoro,unito all'entusiasmo positivista tipico dell'epoca, garantì aCharlois una certa notorietà nell'ambito della comunitàastronomica, ben presto sovrastata, però, dal clamore provocatodalla sua drammatica ed improvvisa scomparsa la notte del 26marzo 1910. Una vicenda che si tinse dei colori tipici deifeuilleton francesi di fine secolo, con tanto di omicidi, testimonicorrotti, ergastolani in partenza per le colonie penali e addirittu-ra tentativi d'evasione… ma che oggi è trattata molto sommaria-mente anche nelle riviste specializzate. Ha voluto saperne di piùJean-François Consigli, l'autore di questa ricostruzione,concittadino di Charlois ed esperto di storia dell'astronomia fran-cese, che è andato alla ricerca di documenti capaci di raccontareuna storia pressoché dimenticata.

    Auguste Honoré Pierre Charlois era natoil 26 novembre 1864 a La Cadière-d’A-zur; dopo gli studi liceali presso la Congre-gazione dei Frati per la Dottrina Cristiana diMarsiglia, a 16 anni entrò all’Osservatorio diNizza come assistente di Henri Perrotin(1845-1904), primo direttore dell’Osservato-rio. Si occupò dapprima di studi sulla deter-minazione della longitudine di alcune loca-lità europee, quindi nel 1882 accompagnò lospettroscopista Louis Thollon (1829-1887)ad Avila, in Spagna, nello sfortunato tentati-vo di seguire il transito di Venere sul discosolare, vanificato da condizioni climaticheparticolarmente avverse.

    Lo zelo, unito all’entusiasmo e all’innataabilità di calcolo dimostrati dal giovaneCharlois, convinsero Perrotin ad assegnargliin seguito il programma di ricerca per lo stu-dio dei “pianetini”, come allora venivano in-dicati gli asteroidi, praticamente il più inno-

    L'affaire Charlois

    LA VERA STORIA DELL'ASTRONOMO ASSASSINATONELLA FRANCIA DELLA BELLE EPOQUE

    di Jean-François Consigli

  • vativo settore della ricerca astronomicadell’epoca.

    Charlois si rivelò un osservatore delcielo instancabile: alla guida dell’e-quatoriale da 38 cm in dotazione del-l’Osservatorio nizzardo, Auguste sipose di fatto al livello dei miglioriastronomi osservativi, fino a rivaleg-giare con il grande Max Wolf di Hei-delbergh, ideatore della tecnica di os-servazione fotografica di grandi cam-pi stellari, per la palma di miglior“cacciatore” di asteroidi. Fu capace discoprirne 99 tra il 1887 e il 1904 (27dei quali in visuale), un numero ecce-zionale per l’epoca – inferiore soltan-to ai 248 di Wolf ed ai 122 di JohannPalisa, che però ebbero a disposizione

    una quarantina d’anni di osservazioni– e di tutto rispetto anche per ilranking dell’attuale, contemporaneaera delle osservazioni digitali, condot-te da review automatiche (Charlois fi-gura infatti ancora tra i primi cento).

    Al di là del suo valore come astro-nomo, Charlois era considerato da tut-ti un’ottima persona, dai modi gentilie riservati, così che la tragedia perso-nale di cui fu vittima e che stiamo perdescrivere suscitò un enorme scalporesui giornali, con un pubblico che seguìfin dalle battute iniziali una vicendache tra processo e condanna campeg-giò sulle prime pagine per più di dueanni.

    Ma andiamo con ordine. Siamo nel1910 e Charlois, 46enne, ormaida qualche anno si dedica più ai calco-li che alla ricerca osservativa. Risiedecon la moglie Blanche Preve, sposatanel 1908 in seconde nozze, sulla colli-na del Mont Gros ai piedi dell’Osser-vatorio; residenza però un po’ troppotranquilla, tanto che i due preferisconopassare i week-end e le giornate festivein un appartamentino affittato a Nizza,

    Pagina a fronte. Dall'alto della cupola principale dell'Osservatorio di Nizza ci sipuò godere fino al mare la vista della città distesa ai piedi del Mont Gros.L'Osservatorio venne costruito nel 1882 tramite i buoni auspici del banchiere e poli-tico olandese (poi naturalizzato francese) Raphaël Bischoffsheim, appassionato diastronomia, che incaricò l'architetto Charles Garner per il progetto generale eaddirittura Gustave Eiffel per la cupola. Dal 1988, l'Osservatorio ha assunto il nomeufficiale di Observatoire de la Côte d'Azur. Nel riquadro in basso a destra: l'Osser-vatorio visto dalla città; si notano, poco al di sotto della cupola, le palazzineriservate agli alloggi degli astronomi.

    In alto. Due rarissimi ritratti dei protagonisti di questo triste episodio storico, trattidirettamente dalla cronaca nera del Petit Parisien: a sinistra, Auguste Charlois, adestra Gabriel Brenguès.

    A destra. Un ritaglio dell'articolo con cui il Petit Parisien dava notizia il 28 marzodell'assassinio avvenuto in Rue Gubernatis.

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  • al terzo piano del numero 2 di Rue Gu-bernatìs.

    E proprio qui, la notte di sabato 26marzo 1910, poche ore prima della par-tenza per le imminenti vacanze pasqua-li [su questo particolare vedi anche larubrica di Talib Kadori in Coelum156], si verifica l’imponderabile. Lacoppia è a letto da una ventina di mi-nuti quando verso la mezzanotte si sen-tono dei forti colpi alla porta che dàsulla strada. Charlois si affaccia alla fi-nestra e intravede giù in basso un indi-viduo che con forte accento provenza-le sta gridando di avere un telegrammada consegnare personalmente “al si-gnor Charlois”. Seppur trattenuto dalcomprensibile sconcerto della moglie edell’affittuaria M.elle Derquiè, sveglia-tasi anch’essa, Charlois afferra una

    lampada, scende al piano terra e apre ilportone. Purtroppo è il suo ultimo ge-sto: si trova davanti un uomo armato dipistola, che subito esplode un colpo uc-cidendolo quasi all’istante.

    Secondo alcune testimonianze sem-bra che Charlois abbia avuto il tempodi gridare “Assassino, assassino!” pri-ma di spirare al cospetto del suo ag-gressore, dopo averlo probabilmente ri-conosciuto. Come si saprà poi dall’au-topsia, il proiettile da 6 mm di calibroha attraversato il cuore dell’astronomoconcedendogli solo pochi secondi divita.

    La moglie Blanche, che attendeva sulpianerottolo, al sentire i colpi di pisto-la si precipita giù, trovando il marito ri-verso sul pavimento dell’androne. Nonle resta che chiamare una carrozza e

    In alto. Un documento fotograficodavvero unico. A sinistra, le scalescese la notte del 26 marzo daCharloise per andare ad aprire la portaallo sconosciuto che l'avrebbe poiassassinato. A destra, il portone dellapalazzina come appare dalla viaGubernatis.

    Pagina a fronte. La palazzina di RueGubernatis, 2 vista nel suo insieme,con il portone fatale a cui bussò Bren-guès e le finestre del terzo piano, dacui si affacciò l'astronomo.

    In basso. L'atto ufficiale di morte diAuguste Charlois, stilato a Nizza il 28marzo.

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  • con l’aiuto di qualche passante portar-lo di corsa al vicino ospedale di SanRocco. La via Gubernatis è stretta, cir-condata da alti palazzi e assai buia, e ipochi testimoni dell’accaduto non rie-scono a descrivere l’aspetto dell’indivi-duo responsabile del folle gesto.

    La vicenda finisce immediatamentesui giornali, e i maggiori quotidiani na-zionali della terza repubblica, tra cui LeFigaro e il Petit Parisien, seguono pri-ma le indagini e poi le udienze con am-pio risalto. È del resto l’epoca in tuttaEuropa dei “grandi processi” e dei “ca-si” giudiziari… seguiti con curiositàmorbosa da larghi strati della popola-zione.

    Comunque, la polizia si mette subi-to al lavoro e i sospetti degli inquiren-ti si indirizzano quasi immediatamen-te su Gabriel Brenguès, medico di 46anni che esercita la professione a Nî-mes ed è anche ex-cognato di Char-lois; i due, infatti, hanno sposato duesorelle: Marie Michel, prima mogliedi Charlois poi morta nel 1906, eThérèse Michel. A quanto si sarebbesaputo in seguito, Brenguès aveva pre-so in odio Charlois soprattutto dopo la

    morte della cognata, avvenuta in se-guito a una meningite sopravvenuta aun’infezione da herpes.

    La donna, che possedeva alcuni beni,aveva redatto nel 1902 un testamentolegale che indicava nella sorella Thérè-se la mandataria dei suoi possedimentima, nel 1906, aveva aggiunto a matitauna postilla in carta libera che assegna-va a Charlois una modesta rendita an-nuale di 1000 franchi… ciò avevaprofondamente irritato Brenguès, cheinvece pretendeva per la moglie l’inte-ro ammontare dell’eredità.

    Ecco che il medico aveva cominciatouno stillicidio di lettere e comunicazio-ni lamentose e polemiche indirizzate alcognato in cui, sia pur con toni nonesplicitamente minacciosi, ma di fattofortemente ostili, l’astronomo venivaindicato come «…un parassita che siera infiltrato nella famiglia per soli mo-tivi di interesse personale, non esitandopure a risposarsi dopo qualche anno,disonorando la memoria di Marie. Mastava per arrivare una fatale giustiziaincombente».

    La frase, citata in tribunale, in segui-to non venne riconosciuta da Brenguès

    come una vera minaccia, ma come un“appello alla coscienza” di Charlois.

    Numerosi testimoni, anche tra il per-sonale impiegato all’Osservatorio diNizza con in prima fila il direttore Bas-sot, confermarono l’astio esistente tra icognati e la petulante insistenza diBrenguès nei confronti di Charlois; leperquisizioni tra le carte dell’astrono-mo rivelarono infatti numerose lettereminatorie speditegli dall’ex cognato.

    Il 31 marzo 1910 si svolsero i fune-rali, davanti a una folla numerosa, e lasera dello stesso giorno Brenguès fu ar-restato e condotto in carcere in attesa diprocesso, nonostante protestasse conveemenza la propria innocenza comevittima di un gravissimo errore giudi-ziario.

    Le testimonianze a carico di Bren-guès, sia pur nessuna di per sé capacedi inchiodarlo definitivamente comel’assassino, si rivelarono congruenti colquadro montato dall’accusa, mentre ipochi testimoni citati dalla difesa cad-dero in una serie di contraddizioni,inefficaci ad alleggerire la posizionedel medico.

    Comparve anche la traccia della rice-vuta di un pacchetto arrivato all’Osser-

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    vatorio, contenente cioccolatini di mar-ca anonima, accantonati da Charlois eda lui mandati ad analizzare perché so-spettati di contenere veleno; segno, an-che in assenza di responsi certi, del-l’inquietudine e della paura che evi-dentemente da qualche tempo accom-pagnavano l’astronomo.

    La vicenda dei cioccolatini, forse av-velenati, spinse per giunta alcuni pub-blici ministeri ad approfondire le inda-gini anche sulla “febbre” che aveva por-tato alla morte della povera Marie, so-spettando anche in questo caso un qual-che ruolo attivo da parte di Brenguès.

    La prova definitiva a carico, però,venne dalla perizia balistica sul proiet-tile da 6 mm che aveva trapassato ilcuore di Charlois: risultò sparato dauna Browning appartenuta a un ex-pa-ziente di Brenguès, e sottrattagli dalmedico dopo la sua morte a titolo di in-dennizzo per le cure fornite, con tantodi minacce ai parenti del defunto se neavessero fatto parola.

    La storia, già di per sé degna dei piùbiechi feuilleton, si tinse di tonalità an-cora più forti a causa dei tentativi mal-destri che Brenguès aveva fatto persbarazzarsi dell’arma affidandola a unfarmacista suo conoscente, e della sco-perta di un’altra pistola in suo posses-so, gettata in un pozzo poco distante daun Cafè di sua frequentazione, viste an-che le sue successive dichiarazioni aigiudici di non aver mai posseduto unrevolver!

    Al processo Brenguès si rivelò comepersonalità sconcertante, alternandomomenti di accessi d’ira contro chiun-que, a momenti di fredda razionalità,un atteggiamento che potrebbe indica-

    re una qualche forma di schizofrenialatente.

    Il processo si protrasse dal 1910 finoal 1911, tra ripetuti tentativi di ricusa-zione dei giudici, presentazione di ec-cezioni e tentativi di corrompere i testi-moni perpetrati da Thérèse Brenguès…ad esempio, gravissima fu la deposizio-ne di Henriette, domestica di casa Bren-guès, che affermò l’assenza da casa delpadrone la notte del delitto, mentre inun primo tempo era stata convinta daiBrenguès a sostenere il contrario.

    A questo punto nulla poteva più fer-mare la condanna, pronunciata dal Tri-bunale des Alpes-Maritimes il 21 feb-braio 1911, tra i clamori di una folla ru-moreggiante in attesa del verdetto: la-vori forzati a vita, in una colonia pena-le della Guyana francese. A Brenguèserano infatti state concesse le circostan-ze attenuanti generiche – forse in virtùdella sua instabilità caratteriale – appe-na sufficienti ad evitargli il patibolo.

    Ma la storia non era ancora finita:dopo altri, inutili, tentativi di ri-correre in appello, sfociati in continuirinvii della partenza per la Guyana,Brenguès fece ancora parlare di sé per-ché il 17 giugno 1911 tentò di evadereinsieme ad altri forzati durante la tra-dotta verso Bordeaux. Subito ripreso,fu trattenuto in Francia per più di unanno e poi imbarcato sul battello a va-pore “Loire” il 2 agosto 1912 e tra-sportato nella Guyana insieme ad altri454 forzati.

    Nel bagno penale di Saint-Laurentdu Maroni Brenguès mantenne una“condotta irreprensibile”, tanto che lapena dell’ergastolo fu commutata invent’anni di prigionia, ma morì primadi poter riassaporare la libertà, il 21

    febbraio del 1926; dichiarandosi inno-cente fino all’ultimo.

    Il 22 febbraio 1939 l’astronomo niz-zardo André Patry (1902-1960) reseomaggio alla memoria del collega as-sassinato, battezzando con il nome di(1510) Charlois l’asteroide appenascoperto; ed è questo l’unico ricordoche resta di lui, quando forse il modopiù degno per onorare l’uomo e l’a-stronomo sarebbe stato e sarebbe an-cora quello di affiggere una targacommemorativa in Rue Gubernatìs 2,nel punto in cui perse la vita ormai104 anni fa. Cosa che vogliamo asso-lutamente perorare presso la pubblicaamministrazione di Nizza. �

    Traduzione e adattamento a cura diFrancesco Berengo. L’articolo integrale, in lingua francese,è disponibile nel sito dell’Autore:http://jfconsigli.wordpress.com

    Jean-FrançoisConsigli, ap-passionato diastronomia daoltre vent’anni,ha avuto comementore l’a-stronomo Ber-nard Milet del-l’Osservatoriodi Nizza. L’Eclisse Totale di Sole del1999 poi lo ha spinto a ottenere un ma-ster in astrofisica.Interessato anche alla storia dell’Astro-nomia, da diversi anni si occupa dellevisite pubbliche guidate all’Osservato-rio di Nizza ([email protected]).

    LUIGI BROGLIODocumenti e testimonianze sul “Von Braun italiano” a cura di Gianpietro Marchiori e Adriano Favaro

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