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  • Altre riflessioni sulla ricostruzione del germanico e sul

    passaggio dal protogerminco alle lingue germaniche

    Il metodo ricostruttivo comparativo di tradizioneneogrammatica individua leggi fonetiche rigide e considera ilprotogermanico come una lingua compatta, priva di sfumaturedialettali.

    In questottica, i fenomeni che distinguono i vari dialettipossono essere considerati o come conservazione di alcunitratti linguistici da parte di un dialetto rispetto agli altri o comeinnovazione di un dialetto rispetto agli altri;

    pi in generale, in ambito germanico, come conservazioneo innovazione rispetto ad una fase linguistica comune atutte le lingue germaniche il passaggio da gm a lingue gmsolo come sviluppo cronologico (o genealogico) esmembramento dellantica unit.

  • Geografia linguistica e Teoria delle Onde

    I metodi della Geografia linguistica (applicati da GeorgWenker in area tedesca) permettono di dare unadimensione spaziale (e non solo genealogica) alladiffusione di alcuni fenomeni linguistici, che accomunanolingue gm che oggi, o nella storia, sono distantigeograficamente e cronologicamente (e, in apparenza,anche genealogicamente il gotico, lingua orientale, nondovrebbe mostrare tratti condivisi solo con lislandese a.,lingua settentr.):una isoglossa pu essere traccia di unantica vicinanzageografica una migrazione, ad esempio, interrompe lacontinuit/contiguit territoriale tra due gruppi linguisticie crea nuovi contatti linguistici con nuove corrispondenzelinguistiche, ma quella isoglossa conferma un anticocontatto.

  • I presupposti teorici della geografia linguistica sono da ricercarein Hugo Schuchardt (1842-1927) e Johannes Schmidt (1843-1901).

    Schuchardt ritiene che la nozione di lingua unitaria non trovaalcuna conferma nelle reali situazioni linguistiche, dove domina,

    invece, la mescolanza. Egli studia gli effetti del contatto

    linguistico, ovvero le influenze reciproche di una lingua sull'altra

    contigua, dimostrando che c una differenziazionepotenzialmente infinita di tipi linguistici.

    Johannes Schmidt formula la Wellentheorie "teoria delle onde"(1872): il mutamento linguistico si diffonde nello spazio come le

    onde prodotte da un sasso gettato nell'acqua, con onde

    concentriche irradiate da centri diversi. Le innovazioni, quindi, si

    diffondono dai centri verso le regioni vicine come cerchi

    concentrici, che progressivamente si allontanano da questi punti e

    che spesso si incrociano.

    Geografia linguistica e metodo comparativo

    la teoria delle onde

  • Definizione di Isoglosse e geografia linguistica

    Con Isoglossa (

  • Le isoglosse comuni a

    lingue che oggi sono

    distanti dal punto di vista

    geografico possono essere

    prova di una antica unit,

    che poi si frammentata

    con la separazione

    geografica.

    Non possibile stabilire la successione cronologica delle

    isoglosse, ma esse fotografano momenti di aggregazione e

    convergenza linguistica dipendenti da diverse premesse

    storiche.

    Questo vale anche per le isoglosse tra germanico e altre

    lingue e per le isoglosse tra le diverse lingue germaniche.

  • Isoglosse germanico - altre lingue ie.

    Il germanico (in quanto lingua indoeuropea) pienamentepartecipe dellarea linguistico-culturale dellEuropa centro-occidentale (lingue germ., celt., balt., slave) comedimostrano la elaborazione comune di lessico e concetti dirilievo (es. got. iuda, che si confronta con gall. teuta, lit.taut, osc. touto) e lidronimia

    Le relazioni con le lingue baltiche e slave appaiono inparticolare molto antiche (es. got. gul, a.sl. zlato oro)

    Successivi ma comunque antichi e importanti i rapporti con lingue italiche e, pi recenti, celtiche.

    Italico (prima dello spostamento su sedi attuali): comune vocabolario tecnico per caccia, pesca, agricoltura (es. got. fisks, lat. piscis)

    Celtico: comune terminologia politica, giuridica, sociale (es. ags. riht, aat. reht, ant.irl. recht; e lessico feudale)

  • Problemi di valutazione delle isoglosse

    Importanza delle isoglosse lessicali per valutare irapporti tra le lingue in fase preistorica > isoglosse

    fonetiche o morfologiche: difficile dimostrare che si

    tratta di elaborazione comune e non autonoma

    il lessico molto pi mobile e ricettivo e permette diindividuare pi facilmente tracce di antichi contatti

    tra popoli

    Esiste sempre, comunque, la possibilit specie inlingue affini, che la stessa innovazione possa

    avvenire per sviluppo indipendente di analoghe

    premesse storico-linguistiche.

  • In base alla teoria dellAlbero geneaolgocio di A. Schleicher e in

    base alla collocazione geografica storica delle popolazioni

    germaniche, si visto che queste possono essere divise in 3 gruppi:

    1. Il gruppo orientale, Goti, Burgundi, Rugi, Gepidi, Vandali.

    2. Il gruppo settentrionale delle popolazioni germaniche quello

    dei popoli scandinavi: Danesi, Svedesi, Norvegesi, Islandesi,

    Feroesi (isole Fr er, Froyar in feroese/feringio)

    3. Il gruppo occidentale delle popolazioni germaniche che, nei

    primi secoli d.C., risultano stanziate fra il Reno e lElba

    (probabilmente le popolazioni di cui parla Tacito e che Tacito

    stesso suddivide in altri tre gruppi: Ingaevones, Istaevones ed

    Erminones (i Germani che occupavano le coste del Mar del

    Nord [Tacito dice proximi oceano]; i Germani insediatisi fra il

    medio e il basso Reno e la Weser (tra cui i futuri Franchi); i

    Germani dellElba (Alamanni e Bavaresi, poi spostatisi a sud

    verso le Alpi).

  • Isoglosse interne ed esterne al germanico

    Se lisoglossa con lingue esterne al germanico limitataad una o alcune lingue e non estesa a tutto il germanico,

    legittimo supporre che almeno in un certo numero di casi

    la comunanza sia sempre stata solo con quel gruppo di

    lingue, piuttosto che ipotizzare una antica diffusione

    comune nel tempo, poi perduta nel resto del germ. (lat.

    ndus, a.nord. nt; lat. lex, a.nord. lg)

    Tratti specifici di alcune lingue germaniche si possonospiegare talvolta come esito di antichi contatti (es. got. e

    a.nord. conservano la IV cl. dei verbi deboli in na/n

    che si perde negli altri dial. germ.) pi che come

    differenziazione progressiva di una presupposta unit.

  • Integrando la teoria genealogica con quella delle

    onde e con la moderna geografia dialettale si

    riscontrano cinque aree linguistiche delimitate

    da alcune isoglosse che tracciano lestensione di

    caratteristiche diffuse sul territorio germanico in

    modo non omogeneo e che interessano i tre

    raggruppamenti delle lingue germaniche

    (germanico orientale, settentrionale, occidentale)

    in modo trasversale.

  • Rappresentazione grafica delle isoglosse parziali tra le

    lingue germaniche

  • 1. Isoglosse goto-nordiche

    a. Intensificazione del suono delle semivocali geminate palatali

    jj e velari ww mediante lo sviluppo di unocclusiva sonora:

    germ. *jj > got. ddj, nord.ant. ggj:

    germ. *ajjan > got. *addi, isl.a. egg ma: ata ei, ingl.a. g

    (ingl. mod. egg e un prestito dal nordico egg) uovo;

    germ. *twajjn > got. twaddj, isl.a. tveggja, ma ata. zweio

    di due; germ. *ww > got. ggw [gw], isl.a. ggv:

    germ. *trewwaz > got. triggws, nord.ant. tryggr, ma: ata

    gitriuwi, ingl.ant. treowe fedele;

    b. Conservazione della spirante dentale sonora finale germ. *z

    (got. -s, isl. -r, per rotacismo; cade in germ. occ.):

    germ. *dagaz > got dags, isl.a. dagr, ma: ata tag, ingl.a. dg

    [dj] giorno;

  • 1. Isoglosse goto-nordiche

    c. Formazione della seconda persona sing. del preterito dei

    verbi forti con il grado apofonico del singolare e la

    terminazione t. Nel germ.occ., invece, la seconda persona

    del pret. sing. dei verbi forti ha il grado apofonico del plurale

    e la terminazione i:

    got. bart, isl.a. bart; ingl.a. bre, ata bri tu portasti

    (beran ft. di IV).

    d. Conservazione e potenziamento della IV classe dei verbi

    deboli in *-na/n (classe scomparsa nelle altre lingue):

    got. fullnan, isl.a. fullna riempirsi (< agg. fulls pieno)

  • 2. Isoglosse comuni al gotico a allalto tedesco ant.

    a. Il pronome personale di 3 masch. sg. appare in got. come is,

    in ata er entrambi dal germ. *iz < ie. *eis (lat. is) in contrasto

    con le forme ingl.a., sass.a. he, isl.a. hann dalla forma ie. con

    k- iniziale;

    b. Il pronome riflessivo viene formato con se-:

    got. sik, ata. sihh > sih, ma una forma corrispondente si trova

    anche in isl.a. sik;

    c. Le forme del dativo e dellaccusativo dei pronomi personali

    di I e II pers. risultano distinte in got. e in ata., a differenza

    delle lingue ingevoni che hanno una forma unica: got.

    mis/mik, ata. mir/mih a me/me, ma ingl.a. m (in isl.a.

    per mer/mik).

  • 3. Isoglosse comuni al germanico settentrionale e al

    germanico occidentaleSono isoglosse rilevanti che escludono il gotico, forse anche per

    lantichit della documentazione gotica:

    a. Rotacizzazione in nordico e in gem occidentale della spirante

    sonora gm. *z (non finale), conservata, invece, in gotico: got.

    maiza, ma: ingl.a. mara, ata. mro pi;

    b. Passaggio di 1 del germanico (< ie. *) ad a nel germ. sett. e

    occ., rispetto al gotico che conserva 1: got. l1tan, ma sass.a.

    latan, ata lazan, isl.a. lta, ingl.a. ltan lasciare;

    c. La presenza di 2 nel preterito dei verbi forti della VII cl. nel

    germ. occ. e sett., mentre il gotico presenta forme a

    raddoppiamento: isl.a. l2t, ingl.a. l1t; ata liaz; ma got. lailot.

    d. Formazione di specifici pronomi dimostrativi rafforzati con il

    tema pronominale in *-se: isl.a. esse, ata. dese, ingl.a. es

    questo.

  • 4. Isoglosse del germanico occidentale

    Al V sec. d.C. approssimativamente (periodo in cui avvengono le

    grandi migrazioni delle trib germaniche dalla Cerchia nordica

    verso il sud) risalgono le isoglosse comuni a tutte le lingue del

    germ.occ. (sassone antico, ingl.a., firsone antico, ata.) che lo

    distinguono dalle lingue del germanico sett. e orientale.

    a. Geminazione di consonanti davanti alla semivocale palatale

    /-j-/ se nella sillaba radicale precedente cera vocale breve:

    ingl.a., sass.a. biddan, ata bittan, ma got. bidjan, isl.a. biia

    chiedere, pregare; ingl.a. settan; ata. sezzen [-ts-] ma got.

    satjan (senza metafonia); isl.a. setia.

  • 4. Isoglosse del germanico occidentale

    b. Caduta della spirante dentale -z della desinenza N. sing.

    (germ. z) che in got. passa ad -s e in nordico rotacizza in r

    (mentre la vocale tematica cade in tutte le lingue germaniche).

    Tale variazione nelle lingue occ. avr conseguenze di

    carattere morfologico, nel senso che nom e acc., una volta

    caratterizzati da forme flessionali distinte, vengono a

    coincidere:

    got. gasts (N) / gast (A), isl.a. gastr (N) / gast (A), ma:

    ingl.a. giest (N/A), ata gast (N/A) ospite;

    c. Passaggio costante della spirante interdentale sonora gm. a

    occl.son. d, gm. * > gm.occid. *d: germ. *moer > isl.a.

    moir, ma ingl.a. mdor, ata muoter (con ata. - t- < gm. -d-

    per seconda mutazione consonantica) madre;

  • 5. Isoglosse del Mar del Nord (ingevoni)

    Si tratta dei fenomeni comuni alle lingue che fanno parte di un

    sottogruppo del gruppo occidentale e cio delle lingue delle

    popolazioni che si affacciavano sul Mar del Nord (inglese antico,

    sassone antico, frisone antico):

    a. Caduta della nasale davanti alle spiranti sorde /f,s,/ con

    allungamento di compenso della vocale precedente

    (fenomeno che avviene gi davanti a *h in gm): fris.a.,

    sass.a., ingl.a. fif vs got. fimf, isl.a. fimm, ata fimf cinque;

    fris.a., sass.a. ingl.a. mu, vs got. muns, ata mund bocca;

    b. Monottongazione del dittongo germ. *ai, anche se in modo

    differente nelle diverse lingue ingevoni: germ. *ai > ingl.a. a,

    sass.a., fris.a. , ata. ei: germ. *stainaz > ingl.a. stan, fris.a.,

    sass.a., stn, ma got. stains, ata stein, isl.a. steinn pietra;

  • 5. Isoglosse del Mar del Nord (ingevoni)

    c. La vocale a assume una pronuncia nasale di tipo o davanti a

    nasale, come risulta evidente nellalternanza grafica

    : ingl.a., fris.a. hand/hond, sass.a. hand/hond, ma ata.

    hant mano;

    d. Forme pronominali caratteristiche: il pronome di III pers. sg.

    masch. ha le seguenti forme: ingl.a. he, sass.ant. fris.a. he/hi

    rispetto a got. is, ata er egli. Uscita unica (D e A) in vocale

    di alcune forme pronominali: ingl.a. m sass.a. fris.a. mi (D. e

    A.) rispetto ad ata mir (D.), mih (A.).

    e. Tendenza alla palatalizzazione delle consonanti velari: ingl.a.

    gieldan [j-], fris.a. ieldan, sass.a. ielda; ata. geltan pagare;

    f. Plurale dei verbi con forma unica

    g. Metatesi di -r-: ingl.a. hors, fris.a. hars, sass.a. hers/hros, ma

    ata. (h)ross cavallo.

  • CONCLUSIONI

    Innovazioni goto-nordiche: primi secoli dC

    Possibili contatti tra Goti e Germani dellElba (ted.merid.)possono spiegare isoglosse got.-aat.

    Comunanze nord-occidentali si spiegano alla luce dellapartenza dei Goti dalle sedi settentrionali II-I aC

    La comunit linguistica (lega) ingevone probabilmenteinizia a formarsi gi prima della partenza di Angli, Sassoni e

    Iuti dal continente

    In seguito allo spostamento di Bavari e Alemanni dal nordverso la Germania meridionale iniziano a diffondersi i

    mutamenti della II mutazione consonantica.

    Si vedano le slides 8 e 9.