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INTRODUZIONE GENERALE Compilare una Storia della mariologia permane una sfida a causa di molteplici aspetti sia che la si consideri nell’ambito più vasto e complesso della «storia della Chiesa» sia in quello più circoscritto di una «storia della teologia». La sfida non concerne soltanto le pro- blematiche soggiacenti al fare storia nel senso di capire quale “la sto- ria da fare” quando la storiografia è, nella contemporaneità, impe- gnata a confrontarsi con nuovi problemi che rimettono in discussio- ne la storia stessa, i suoi fondamenti epistemologici, che modificano o danno rinnovato impulso a settori tra i più tradizionali della ricer- ca; che sollecitano la considerazione di nuove tematiche da affronta- re 1 . La sfida concerne anche l’ambito mariologico, sul come inten- derlo, sul come ricostruire dinamicamente una vastità di durata con esperienze, pratiche, conoscenze che hanno influito o sono state sol- lecitatrici di “un dire di” o di “un dire su e attorno” o di “un vivere di una presenza” della Madre del Signore, Maria di Nazaret, la santa Theotokos, con caratterizzazioni sincroniche. Oppure come separare il mariologico e la sua specificità da una contestualità teologica che risulta essere ben vasta, si pensi all’ecclesiologia o alla cristologia, senza essere obbligati per questo a ridurre impropriamente il mario- logico ad un’appendice di storie più specifiche del pensiero e delle pratiche cristiane 2 . Clodovis Boff, nella sua articolata e complessa 1 A titolo esemplificativo, cf. A. BURGUIÉRE (ed.), Dizionario di scienze storiche, Paoline, Milano 1992; Dizionario di storiografia, Bruno Mondadori, Milano 1996, M. SALVADORI (ed.), Enciclopedia Storica, Zanichelli, Bologna 2000. Inoltre, P. BURKE (ed.), La storiografia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 1993; ID., Una rivoluzione storiografica. La scuola delle «Annales» 1929-1989, Laterza, Roma-Bari 1999; P. COR- RAO - P. VIOLA, Introduzione agli studi di storia, Donzelli, Roma 2002; J. LE GOFF (ed.), La nuova storia, Mondadori, Milano 1979; J. LE GOFF - P. NORA (edd.), Fare sto- ria, Einaudi, Torino 1981. 2 Sussiste il problema nelle varie storie della teologia. Cf. in ordine di edizioni: E. VILANOVA, Storia della teologia cristiana, 3 voll., Borla, Roma 1991-1995 (ed. origi- nale spagnola 1987; 1992); Storia della teologia, 1. E. DAL COVOLO (ed.), Dalle origi- 5 1 testi mariani 1-250 14-09-2009 11:35 Pagina 5

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INTRODUZIONE GENERALE

Compilare una Storia della mariologia permane una sfida acausa di molteplici aspetti sia che la si consideri nell’ambito più vastoe complesso della «storia della Chiesa» sia in quello più circoscrittodi una «storia della teologia». La sfida non concerne soltanto le pro-blematiche soggiacenti al fare storia nel senso di capire quale “la sto-ria da fare” quando la storiografia è, nella contemporaneità, impe-gnata a confrontarsi con nuovi problemi che rimettono in discussio-ne la storia stessa, i suoi fondamenti epistemologici, che modificanoo danno rinnovato impulso a settori tra i più tradizionali della ricer-ca; che sollecitano la considerazione di nuove tematiche da affronta-re 1. La sfida concerne anche l’ambito mariologico, sul come inten-derlo, sul come ricostruire dinamicamente una vastità di durata conesperienze, pratiche, conoscenze che hanno influito o sono state sol-lecitatrici di “un dire di” o di “un dire su e attorno” o di “un viveredi una presenza” della Madre del Signore, Maria di Nazaret, la santaTheotokos, con caratterizzazioni sincroniche. Oppure come separareil mariologico e la sua specificità da una contestualità teologica cherisulta essere ben vasta, si pensi all’ecclesiologia o alla cristologia,senza essere obbligati per questo a ridurre impropriamente il mario-logico ad un’appendice di storie più specifiche del pensiero e dellepratiche cristiane 2. Clodovis Boff, nella sua articolata e complessa

1 A titolo esemplificativo, cf. A. BURGUIÉRE (ed.), Dizionario di scienze storiche,Paoline, Milano 1992; Dizionario di storiografia, Bruno Mondadori, Milano 1996, M.SALVADORI (ed.), Enciclopedia Storica, Zanichelli, Bologna 2000. Inoltre, P. BURKE

(ed.), La storiografia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 1993; ID., Una rivoluzionestoriografica. La scuola delle «Annales» 1929-1989, Laterza, Roma-Bari 1999; P. COR-RAO - P. VIOLA, Introduzione agli studi di storia, Donzelli, Roma 2002; J. LE GOFF

(ed.), La nuova storia, Mondadori, Milano 1979; J. LE GOFF - P. NORA (edd.), Fare sto-ria, Einaudi, Torino 1981.

2 Sussiste il problema nelle varie storie della teologia. Cf. in ordine di edizioni:E. VILANOVA, Storia della teologia cristiana, 3 voll., Borla, Roma 1991-1995 (ed. origi-nale spagnola 1987; 1992); Storia della teologia, 1. E. DAL COVOLO (ed.), Dalle origi-

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opera Mariologia sociale, rileva l’importanza storica della figura diMaria indicandola come “centrale” pur sottolineando che il centro èCristo, nella storia e nel vissuto della Chiesa 3. E oltre i limiti chel’autore si è imposto nelle sue analisi circoscritte all’Occidente, sipuò dire a ragione la stessa cosa per l’Oriente cristiano, compresa lastoria di numerosi secoli delle popolazioni asiatiche che hanno incon-trato il cristianesimo e, più recentemente, per gran parte del conti-nente africano e dell’Oceania.

Dei vari autori che hanno rilevato la particolare incidenza stori-ca di Maria, Boff riporta anche il pensiero del sociologo statunitenseAndrew M. Greeley; un dato assertivo orientativo anche ai fini dellanostra riflessione: «Maria è, in Occidente, il simbolo culturale piùpotente e popolare degli ultimi duemila anni» 4.

Questo essere “simbolo”, sottolinea efficacemente il “mettereinsieme”, su Maria, di una molteplicità di dati che spaziano dallaParola di Dio attestata dalle Scritture o da testi sacri di grandi reli-gioni storiche come l’islam 5, ai documenti delle prime comunità cri-stiane o dai dati sviluppati e illustrati dalle generazioni successive;dalla riflessione variegata dei Padri della Chiesa agli scritti degliautori cristiani, uomini spirituali, teologi e teologhe; dai Concili ecu-menici e locali o dai Sinodi al magistero ampiamente inteso, inclu-dente le attestazioni dogmatiche; dalla comprensione delle varie con-fessioni cristiane; dal culto liturgico alle forme di pietà; dall’icono-grafia alla letteratura e all’arte nelle sue molteplici manifestazioni,compresa quella cinematografica. Il volto della Vergine che ha ali-

Storia della mariologia

ni a Bernardo di Chiaravalle, Dehoniane, Bologna 1995; 2. G. OCCHIPINTI (ed.), DaPietro Abelardo a Roberto Bellarmino, Dehoniane, Bologna 1996; 3. R. FISICHELLA

(ed.), Da Vitus Pichler a Henri De Lubac, Bologna 1996; R. OSCULATI, La teologia cri-stiana nel suo sviluppo storico, I. Primo millennio; II. Secondo millennio, San Paolo,Cinisello Balsamo 1996-1997; G. LAFONT, Storia teologica della Chiesa. Itinerario eforme della teologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1997.

3 Cf. C. BOFF, Mariologia sociale. Il significato della Vergine per la società, Que-riniana, Brescia 2007, p. 13.

4 I grandi misteri della fede. Un catechismo essenziale, Queriniana, Brescia 1978,p. 1; cit. nel vol. di Boff a p. 13.

5 Mentre sta emergendo un interesse sulla figura di Maria nell’ebraismo (cf. L.DIEZ MERINO, La Madre de Jesús en los escritos cristólogicos y neotestamentarios de algu-nos studíos modernos, in «Estudíos Marianos» 47 (1982), pp. 125-265; M. MASINI,Maria di Nazareth nel conflitto delle interpretazioni, Messaggero, Padova 2005, pp.207-257), continua l’attenzione alla Vergine Maryam Madre del profeta e messia Gesù(Issa) nel mondo musulmano. Come attesta Nostra Aetate, 3, i musulmani la onoranoe la invocano devotamente (cf. B. STOWASSER, Mary, in J. DAMMEN MCAULIFFE [ed.],Encyclopaedia of the Aur’an, Brill, Leiden-Boston 2003, pp. 288-296).

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mentato e alimenta esperienza e immaginario, mente e cuore, federagione, e trova nel visibile parlare di poeti e di iconografi una qua-litativa e quantitativa espressione simbolica, è “simbolo” dove siintreccia teologia, storia della Chiesa, storia di popoli, evoluzioni disensibilità e di mentalità, di testi e di contesti, di oralità e di scrittu-ra 6. La lettura e l’interpretazione di questo “simbolo” nella storianon solo conferma il dettato conciliare quando afferma che «Maria(…) riunisce per così dire e riverbera i massimi dati della fede»(Lumen gentium, 65), ma dà ragione di un ethos che avvolge diret-tamente o indirettamente e la coscienza credente e la non credente ocredente in contenuti non cristiani o di altre fedi religiose.

Per questa incidenza profonda di Maria di Nazaret negli atteg-giamenti e nei valori, nei vissuti di fede e culturali di generazioni,non sorprende la dovizia di scritti sulla sua persona e l’abbondanzadi documentazione e letteratura mariologica e mariana di varia natu-ra e di diverso valore, come testimonia, da oltre mezzo secolo, traaltre possibili riferenze che illustrano la sua presenza nella vita dellaChiesa e in quella di numerosi popoli, la Bibliografia mariana 7. Sor-prende, invece, l’assenza di una Storia della mariologia, organica estrutturata, pur esistendo approcci di lettura parziale di determinatiperiodi storici o affreschi sintetici di valore. Stefano De Fiores nel-l’Introduzione alla preziosa ed egregia Storia culturale della mario-logia che ha caratterizzato la pubblicistica mariologica dell’inizio del

Introduzione generale

6 L’arte è fonte privilegiata per dar ragione del “volto di Maria” specchio di inte-re generazioni. L’iconografia e l’iconologia sono sempre più sensibili a dar ragionedella sua presenza singolare, cf. ad es. la scelta iconografica e le schede scientifiche diL. SEBREGONDI, Volti della Vergine, con saggio introduttivo di A. Paolucci, Vallecchi,Firenze 2007.

7 Cf. Bibliografia mariana, 8 voll., a cura di Giuseppe M. Besutti, O.S.M.: 1.1948-1950, Marianum, Roma 1959, 96 pp. (n. 982 schede bibliografiche = s.b.).; 2.1950-1951, Marianum, Roma 1952, 180 pp. (n. 1.227 s.b.); 3. 1952-1957, Marianum,Roma 1959, xiv, 356 pp. (n. 5.758 s.b.); 4. 1958-1966, Marianum, Roma 1968, xv,505 pp. (n. 8.922 s.b.); 5. 1967-1972, Marianum, Roma 1974, xvi, 358 pp. (n. 5.241s.b.); 6. 1973-1977, Marianum, Roma 1980, xxxii, 428 pp. (n. 6.135 s.b.); 7. 1978-1984, Marianum, Roma 1988, xxxii, 713 pp. (n. 10.592 s.b.); 8. 1985-1989, Maria-num, Roma 1993, xx, 828 pp. (n. 11.860 s.b.). Bibliografia mariana, vol. 9, 1990-1993, a cura di Ermanno M. Toniolo, O.S.M.. Marianum, Roma 1998, xvi, 640 pp.(n. 7.315 s.b.). Bibliografia mariana, voll. 10-12, a cura di Silvano M. Danieli,O.S.M., con la collaborazione di Antonio M. Hueso, O.S.M. e Claudio Mazzei: 10.1994-1998, Marianum, Roma 2005, xxxvii, 584 pp. (n. 4.389 s.b.); 11. 1999-2002,Marianum, Roma 2006, xxix, 630 pp. (n. 4.856 s.b.); 12. 2003-2005, Marianum,Roma 2008, 630 pp. (n. 4.620 s.b.).

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nuovo millennio e ha trovato impulso nelle fasi di elaborazione dal-l’impostazione del presente progetto di storia, constata con pertinen-za: «Esistono studi monografici riguardanti i vari periodi dellamariologia, ma non è reperibile una visione d’insieme concernente lariflessione dei cristiani sulla Madre di Gesù. Né a questo vuoto sup-pliscono le storie della teologia, anche recentissime, che non riserva-no spazio adeguato a Maria, anzi spesso la ignorano del tutto. Letrattazioni mariologiche generali finora esistenti sono incomplete oprive di impostazione scientifica aggiornata» 8. De Fiorese cita «alcu-ni testi di riconosciuto valore» a cui si rinvia, che, pur referenziali,confermano la mancanza di strumenti organici e completi. Tra que-sti, stimiamo doveroso citare l’ampia collezione dei Testi mariani delprimo millennio 9 e dei Testi mariani del secondo millennio 10, conle relative puntuali introduzioni circa la presenza di Santa Marianelle varie epoche storiche e la documentazione concernente il cultodei Congressi mariologici-mariani della Pontificia accademia maria-na internationalis 11.

Storia della mariologia

8 Maria sintesi di valori. Storia culturale della mariologia, San Paolo, CiniselloBalsamo 2005, p. 15.

9 Cf. G. GHARIB - E.M. TONIOLO - L. GAMBERO - G. DI NOLA (edd.), Testi marianidel primo millennio, 4 voll., Città Nuova, Roma 1988-1991: 1. Padri e altri autori greci,direzione e coordinamento di G. Gharib, 1988, 988 pp.; 2. Padri e altri autori bizantini(VI-XI secc.), direzione e coordinamento di G. Gharib, 1989, 1094 pp.; 3. Padri e altriautori latini, direzione e coordinamento di L. Gambero, 1990, 1018 pp.; 4. Padri e altriautori orientali, direzione e coordinamento di G. Gharib, 1991, 1044 pp.

10 Cf. Testi mariani del secondo millennio, 8 voll., Città Nuova, Roma 1996-2008:1. Autori orientali: secoli XI-XX, a cura di G. Gharib, E.M. Toniolo, 2008, 1004 pp.;2. Autori dell’area russa: secoli XI-XX, a cura di T. Spidlik, G. Guaita, M. Campatel-li, 2000, 644 pp.; 3. Autori medievali: secoli XI-XII, a cura di L. Gambero, 1996, 555pp.; 4. Autori medievali dell’occidente: secoli XIII-XV, a cura di L. Gambero, 1996,707 pp.; 5. Autori moderni dell’occidente: secoli XVI-XVII, a cura di S. De Fiores, L.Gambero, 2003, 988 pp.; 6. Autori moderni dell’occidente: secoli XVIII-XIX, a curadi S. De Fiores, L. Gambero, 2005, 848 pp.; 8. Poesia e prosa letteraria, a cura di F.Castelli, 2002, 1182 pp.

11 PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS, De primordiis cultus mariani,Acta congressus mariologici-mariani internationalis in Lusitania anno 1967 celebrati,6 voll. PAMI, Romae 1970; De cultu mariano saeculis VI-XI, Acta Congressus mario-logici-mariani internationalis in Croatia anno 1971 celebrati, 5 voll., PAMI, Romae1972; De cultu mariano saeculis XII-XV, Acta congressus mariologici-mariani interna-tionali Romae anno 1975 celebrati, 6 voll., PAMI, Romae 1979-1981; De cultu maria-no saeculo XVI, Acta congressus mariologici-mariani internationalis Caesaraugustaeanno 1979 celebrati, 7 voll., PAMI, Romae 1985-1986; De cultu mariano saeculisXVII-XVIII, Acta congressus mariologici-mariani internationalis in republica meli-tensi anno 1983 celebrati, 7 voll., PAMI, Romae 1987; De cultu mariano saeculis XIX-XX, Acta congressus mariologici-mariani internationalis in sanctuario mariano Keve-laer anno 1987 celebrati, 7 voll., PAMI, Romae 1988-1989; De cultu mariano saeculo

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Anche questa assenza di modelli di opere di storia mariologicaha caratterizzato e motivato la sfida per programmarla e attuarla:non la facilita sebbene conforti la fiducia che un’opera prima, purcon tutti i suoi pregi e i suoi limiti, ha il merito di essere stata realiz-zata in vista di un sempre possibile e progressivo perfezionamento earricchimento.

TRADITIO E PROGRESSIO

In molti studiosi e cultori della mariologia, era avvertita la neces-sità di avere una Storia della mariologia. L’idea di redigerla è sorta dal-l’esperienza e dalla riflessione propria dei docenti della Pontificiafacoltà teologica “Marianum” ed è stata accolta con vivo interesse dallacasa editrice Città Nuova. Il progetto è stato sostanzialmente messo apunto dal 6 aprile 2000 al 10 maggio 2001 con la collaborazione di ungruppo di esperti internazionali e con una rete di consultazioni estesaa storici e teologi.

La “sfida” è stata portata avanti fino al febbraio 2005, in quali-tà di direttore generale, dall’illustre mariologo e liturgista, il prof.Ignacio M. Calabuig Adán osm, preside della facoltà. La prematuramorte del prof. Calabuig e alterne vicende tipiche delle opere in col-laborazione hanno causato temporanei arresti e rallentamenti deilavori suoi tempi previsti, che tuttavia hanno permesso di puntualiz-zare aspetti del progetto nell’intento di non parcellizzare troppo icontributi. La programmazione, sostanzialmente prevista, è stataportata avanti dal prof. Silvano M. Maggiani osm, successore a presi-de del prof. Calabuig, e dai direttori dei tre volumi, già scelti e nomi-nati dall’inizio dei lavori:

I volume: Enrico Dal Covolo sdb; Aristide M. Serra osm;II volume: Emanuele Boaga O. carm; Luigi Gambero sm;III volume: Stefano De Fiores smm; Fabrizio M. Bosin osm.

Introduzione generale

XX a Concilio Vaticano II usque ad nostros dies, Acta congressus mariologici-marianiinternationalis in civitate Onubensi (Huelva-Hispania) anno 1992 celebrati, 6 voll.,PAMI, Città del Vaticano 1998-1999: De cultu mariano saeculo XX. Maria, MaterDomini, in mysterio salutis quod ab Orientis et Occidentis Ecclesiis in Spiritu Sanctohodie celebratur, Acta congressus mariologici-mariani internationalis in sanctuariomariano Czestochoviensi anno 1996 celebrati, 5 voll., PAMI, Città del Vaticano 2000.

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Nella fase progettuale e nella sua attuazione sono stati semprepresenti alcuni aspetti e intendimenti previ ai criteri e alle caratteri-stiche che fondano i tre volumi. Innanzitutto che cosa si intende per“mariologia”. La precisazione non è di poco conto. Infatti l’uso deltermine è compreso in senso non strettamente tecnico e originario,bensì semanticamente esteso.

Propriamente parlando, il termine «mariologia» è stato coniatodal siciliano Placido Nigido, nato a Mineo (CT) nel 1570(?) e mortoa Palermo verso il 1640 12. Nigido, sotto il nome del fratello Nicola,pubblica, a Palermo, la sua opera principale Summae sacrae mario-logiae pars prima, apud I.A. De Franciscis, Panhormi 1602 (pp. 259corredata di indice), con il dichiarato intento di trattare come nuovamateria, pur riferita alla teologia, tutto ciò che riguarda la beata Ver-gine; nuova materia, distinta e separata, per raccogliere tutto ciò cheè stato detto, assai ampiamente, su di lei.

La Summa di mariologia di Nigido si caratterizza anche rispettoai commenti sulla terza parte della Summa Theologica di san Tom-maso del 1584-1585 del teologo gesuita F. Suárez (1548-1617), con-fluiti nel 1592 nell’opera Commentariorum ac disputationum in ter-tiam partem divi Thomae, tomus secundus, Mysteria vitae Christi,ideata e curata per trattare più copiosamente di Maria rispetto all’usodella scolastica 13. Nigido viene considerato il fondatore del modernotrattato mariologico, non solo per la novità del titolo dato alla nuovadisciplina, ma anche per le caratteristiche nuove, dal punto di vistaepistemologico, proprie di un trattato “autonomo” nello scibile dellateologia. Nei tre volumi della Storia, dell’ideazione nigidiana, perma-ne la preoccupazione di radunare per l’utilità comune una documen-tazione mariologica più ampia possibile che, tuttavia, della “mariolo-gia” non si rivolge soltanto alle documentazioni della trattatisticasistematica o scolasticamente illustrativa. Non è quindi storia di unpensiero mariologico che dagli albori del XVII secolo è stato sistema-tizzato, sviluppato e ampliato fino ai nostri giorni, bensì storia dellapresenza della persona e della missione di Maria di Nazaret, la Madredel Signore, non solo nella riflessione teologica ma nella vita e nellacultura delle chiese nelle varie epoche e civiltà.

Storia della mariologia

12 Cf. S. DE FIORES, Placido Nigido, primo mariologo, nelle fonti inedite dell’Ar-chivium romanum Societatis Jesu, in «Marianum» 68 (2006), pp. 207-237.

13 Cf. ID., L’inedito De Deipara et Christo ut eius Filius, primo trattato sulla BeataVergine Maria di Francisco Suárez, in «Gregorianum» 86 (2005), pp. 463-495.

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Un secondo intendimento si fonda sulla consapevolezza che laMadre del Signore proprio perché non è un dato, una presenza perife-rica del mistero cristiano, un dato marginale della fede e del cammi-no di fede e della teologia, permette di seguire il lungo processo dellatraditio cristiana con i suoi arricchimenti, sviluppi, arresti, luci eombre. È un fare memoria che mette in atto una reinterpretazione diatteggiamenti, valori, dati per rispondere alle nostre variabili esigen-ze di conoscenza. Nuove sono le domande che la vita e il dibattito disenso della fede fanno nascere nei popoli oltre l’occidente europeo;nuove le prospettive maturate da competenze al femminile e dallapresenza di donne teologhe nella riflessione sulla fede; nuove le istan-ze che maturano nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso tali daesigere nuovi atteggiamenti. La memoria storica consolida la traditio,ma, pur con risultati molteplici, apre alla progressio, in vista anche diuna conoscenza che incida sul senso della comprensione dei valori, sulrinnovo delle pratiche, sulle scelte operative intra ed extra ecclesiali.

In questa ottica, proprio perché l’idea di scrivere una storia ènata in un ambito di ricerca accademica e di studio, è stato costante-mente presente l’insegnamento della mariologia come disciplina teo-logica in vista del beneficio che la didattica e l’apprendimento mario-logico ne avrebbero ricevuto ai fini di una maturazione dinamica eaumento di conoscenza della Vergine nel contesto del mistero di Cri-sto e della Chiesa e nelle culture.

CRITERI E CARATTERISTICHE

Se è vero che una Storia della mariologia deve contribuire ancheallo studio mariologico e mariano, il progresso e gli approfondimen-ti epistemologici e metodologici che questo studio ha registrato primae soprattutto dopo l’evento del Concilio Vaticano II 14, hanno indub-biamente qualificato l’orizzonte dei criteri guida per fare una storiadella mariologia, per orientare e delineare le sue caratteristiche, perporre quelle domande di fondo che pur soggettivizzando il fare sto-ria, siano tali da non relativizzare una “oggettività” del passato. Con-

Introduzione generale

14 Tra i numerosi contributi, cf. una selezione di relazioni tenute nei Simposiinternazionali mariologici organizzati ogni due anni dalla Pontificia facoltà teologica“Marianum” dal 1976 al 2007. B. DE BOISSIEU - Ph. BORDEYNE - S. MAGGIANI (edd.),Marie, l’église et la théologie, Desclée, Paris 2007, bibl. scelta pp. 357-366.

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tinuo è stato il confronto con quelle testimonianze, quelle fonti innostro possesso che significano e costituiscono il tramite basilaredella nostra conoscenza di una realtà in sé non più percepibile, maper molti aspetti comunicabile e interpretabile.

Un primo orientamento è suggerito dal riconosciuto intrinsecolegame che la Madre di Gesù ha con la Storia della salvezza, tantoche alcuni teologi ritengono la figura della Vergine «chiave del miste-ro cristiano», «icona del Mistero», «microstoria della salvezza»,«modello rivelatore».

Il riferimento costitutivo a Cristo di Maria di Nazaret, rinvia ilraccontare e l’interpretare di come di lei si è raccontato e vissuto, allefonti della rivelazione attestata nelle Scritture e alla crescente com-prensione della relativa Tradizione, «tanto delle cose quanto delleparole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i qualile meditano in cuor loro (cf. Lc 2, 19 e 51), sia con l’esperienza datada una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la pre-dicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno rice-vuto un carisma sicuro di verità» (Dei Verbum, 8).

Un secondo orientamento, consequenziale al primo, si fondasulla consapevolezza di dover considerare il “detto” su Maria e il vis-suto che a lei si riferisce, nella contestualità del mistero di Cristo edella Chiesa, cosicché il fare storia mariologica non sia un ripiega-mento a-temporale e disincarnato sulla figura di Maria, ma una let-tura interpretativa calata nelle varie epoche e nei singoli momentistorici in cui maturano e si esplicitano, ad opera degli autori, i con-tenuti mariologici e più ampiamente le forme e le pratiche della pietàmariana. Senza tralasciare sia le concezioni antropologiche soggia-centi, sia gli schemi rappresentativi, sia il sistema dei valori e deisignificati, a cui si fa riferimento.

L’approccio culturale è approccio necessario e disincantato.Necessario perché facilita la comprensione di quanto Maria e la suaimmagine sia riconducibile alla invariabilità dei contenuti di fede equanto sia frutto di una elaborazione teologica influenzata da tempie contesti di variabili culturali. Disincantato, perché non teme, oltrela fede e le pratiche della fede in atto, di componenti o aspetti com-positi di arcaicità culturale, di influenza espressiva non pertinente,non esclusi aspetti fantasiosi.

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La stessa Esortazione apostolica Marialis cultus (2 febbraio1994) di papa Paolo VI indirizza efficacemente all’approccio cultura-le per comprendere la figura e la missione di Maria anche per supe-rare quelle difficoltà di comprensione dovute a trasmissioni lettera-rie o popolari segnate da categorie e raffigurazioni troppo condizio-nate dalla cultura in cui sono emerse. In essa si afferma che «LaChiesa, quando considera la lunga storia della pietà mariana, si ral-legra constatando la continuità del fatto culturale, ma non si lega aglischemi rappresentativi delle varie epoche culturali né alle particolariconcezioni antropologiche che stanno alla loro base, e comprendecome talune espressioni di culto, perfettamente valide in se stesse,siano meno adatte a uomini che appartengono ad epoche e civiltàdiverse» (n. 36).

Alla luce di questi orientamenti si comprendono i consequenzia-li criteri che emergono dall’organicità dei contributi dei volumi. SeMaria è comprensibile come luogo in cui il «nexus mysteriorum» sievidenzia peculiarmente e se a questo concorrono molteplici e varifattori culturali, soltanto col dare ampi orizzonti, anche geografica-mente intesi, alla raccolta e descrizione e interpretazione del “teolo-gare” su Maria, è possibile offrire una visione di comprensione plau-sibile. Così si transita dall’Oriente all’Occidente, con particolareattenzione all’occidente europeo; dai luoghi segnati dalla presenzadella Chiesa cattolica a quelli della Chiesa ortodossa, della Comunio-ne anglicana e della Riforma; ai vari continenti dove è possibile met-tere insieme fonti e documentazione pertinenti.

Il transitare geografico, edotti dall’approfondimento dello studiosulle mentalità che si sviluppano in quei luoghi, ha impegnato a rap-portarsi in modo appropriato alla storia della chiesa, alla storia dellapolitica e degli stati, anche se, non sempre i risultati acquisiti sono dispessore o esaurienti.

La lettura spazio-temporale impegna o coinvolge anche quellediscipline che concorrono a configurare una riflessione teologica,non soltanto basata sulla reperibilità delle fonti classiche del teolo-gare. Da qui risulta necessario ricorrere alla teologia liturgica e allastoria della liturgia e della pietà, ma anche alla spiritualità propriadei movimenti spirituali che qualificano più luoghi e più epoche,alla letteratura, all’iconografia a all’arte nelle sue manifestazionipiù diverse.

Introduzione generale 13

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La Storia della mariologia è opera interdisciplinare che ha volu-to correre il rischio della frammentazione e della parcellizzazione deisaperi. D’altra parte la compresenza di diversi livelli nella realtà spa-zio-temporale obbliga a tenere dialetticamente la lettura dinamica equella sincronica, una storia quantitativa e quella qualitativa, unamacro-storia e una micro-storia pur intese in senso lato.

PERIODIZZAZIONE E PARADIGMA CULTURALE

Per pensare il passato e interpretarlo ci siamo dati degli strumen-ti concettuali, oltre la realtà empirica, allo scopo di sostituire, allerelazioni puramente cronologiche, delle relazioni più complesse esignificative per attribuire un senso e una coerenza alla successionedi fatti ed eventi che caratterizzano il dire mariologico; senso e coe-renza alle relazioni cronologiche e causali dell’emergere regolare diprospettive interpretative su Maria nella varietà di autori specificiproposti dalle testimonianze e dalle pratiche documentate nella lorodiacronia. L’orientamento culturale, sopra segnalato, ha fatto privile-giare il concetto di modello o paradigma, valorizzato da T.S. Kuhnnella sua lettura della realtà scientifica, e ritenuto operativo per inostri scopi. Egli descrive il paradigma come «una costellazionegenerale di convinzioni, valori, modi di procedere, che vengono con-divisi dai membri di una determinata comunità» 15. Il modello cultu-rale o paradigma aiuta a semplificare la realtà, a meglio rilevare ilgenerale, il ricorrente, ciò che è tipico, anche se corre il pericolo diprestare attenzioni alle specificità che non sono generalizzabili equindi cadere nell’appiattimento dei dati mariologici-mariani che sipresentano variegati e complessi. Colto il pericolo di una lettura chesottolinei le omogeneità in modo eccessivo, il modello favorisce ladeclinazione delle forme assunte dalla mariologia tramite l’eserciziodel dato epistemologico e la sua capacità di fare emergere contenutiin relazione alla fede e la pietas, nonché al culto ufficiale.

L’attenzione ai modelli, e quindi al culturale, ha indirizzato ladefinizione di caratteristiche essenziali in una lunga durata identifi-

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15 La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1978. La prima ed.originale in inglese è del 1969. L’autore ha precisato alcuni concetti in un Postscript– 1969, apparso nella seconda ed. del 1974, incluso nell’ed. italiana.

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candone un “inizio” e una “fine”. La periodizzazione che emerge vaoltre i grandi quadri interpretativi quali l’“antichità”, il “medioevo”,l’“età moderna” e la “contemporanea”. Li considera, ovviamente,nella loro operazionabilità esemplificativa che favorisce la conoscen-za tramite coordinate di base.

Tuttavia è arduo avallare una periodizzazione basata unica-mente sulle svolte politiche o su eventi ecclesiali e/o ecclesiasticiper i fenomeni appartenenti alla sfera delle mentalità e delle pra-tiche che costitutivamente attraversano epoche e culture. Ed èopportuno ricordare che singoli eventi possono essere degli indica-tori di un mutamento globale in senso “simbolico”, che comportafratture o discontinuità complesse, non facili da essere ben defini-te. Per la Storia della mariologia la periodizzazione scelta ha unevento inaugurale obbligato che coincide con le comunità cristia-ne degli inizi e prosegue con il riferirsi a periodi in cui l’emergeredi determinati modelli assume una sua forza simbolica stimatarilevante nel produrre nuovi processi di pensiero o di praticheoppure rappresenta un primo manifestarsi di fenomeni che nellalunga durata fanno sentire i loro effetti, è produrranno a loro voltaparadigmi particolari.

Il modello culturale “iniziatore” e il “solidificarsi” del successivohanno suggerito, in uno sforzo di comprensione didattica e quindi afavore di una conoscenza storica, di racchiudere sotto tre costellazio-ni generali dinamiche culturali da alcuni chiamate anche “macropa-radigma” a loro volta composte da culture specifiche individuatecome sottoculture o “mesoparadigma” e infine “microparadigmi” cheper la loro varia indiziarietà contribuiscono a incidere e a qualificarele culture globalmente intese. Il materiale raccolto, come si può evin-cere di varia natura e di più autori, è stato strutturato e composto intre contenitori, i tre volumi di cui di compone l’opera completa dellaStoria della mariologia.

1. Dal modello biblico al modello letterario.È il molteplice materiale documentaristico e interpretativo del

primo volume, che spazia geograficamente dal Medioriente ai paesidi antichissima cristianità orientale e occidentale europea e con unaperiodizzazione che copre dalle origini cristiane fino al XV secolo ecoinvolge modelli biblici e i loro sviluppi; modelli di riferenzialitàpatristica e dei contenuti dei grandi Concili ecumenici fino alla plu-

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ralità dei modelli medievali e di quelli costitutivi dello sviluppo cul-turale riferibile alle arti.

2. Dal modello letterario europeo al modello manualistico.È la narrazione ermeneutica del secondo volume, geografica-

mente circoscritta all’occidente europeo con una periodizzazione ches’innerva dal tardo medioevo al rinascimento, all’epoca barocca,all’illuminismo, al romanticismo, fino alla metà del XX secolo e illu-stra i contenuti emergenti dalla ricca letteratura volgare e latina allaletteratura teologica dei riformatori; dai contenuti teologici post-tri-dentini alla nascita dei trattati mariologici; dai movimenti spiritualialle nuove forme di devozione e pietà mariana.

3. Dal modello neo-ortodosso al modello africano.Il terzo volume spazia geograficamente dall’occidente europeo e

nordamericano alla Grecia e all’oriente slavo per aprirsi alle terrelatino-americane, all’Asia e all’Africa. È un volume che copre ilperiodo conciliare del Vaticano II per giungere alle soglie del XXIsecolo, e offre una lettura della ricchezza mariologica del cosiddettosecolo breve qualificato dalla dottrina del capitolo VIII della Lumengentium e dai successivi sviluppi, dalla riforma liturgica che ha rin-novato il fare memoria della Madre di Dio, del pregare in comunio-ne con Lei, del sentirla madre e sorella nel cammino di fede e nel-l’intercessione presso il Figlio.

L’affresco storico-culturale che emerge nella sua poliedricitàappare un caleidoscopio che nei diversi paradigmi e nei numerosimodelli attesta l’indissolubile legame della Madre con il Figlio, maanche la singolare “indissolubilità” con epoche e culture diverselasciando nella storia della religione e delle stesse culture tracce inde-lebili di diversa natura, diverso valore e spessore che nel processo diglobalizzazione della post-modernità diventeranno sempre più evi-denti poiché non lasciano indifferenti le generazioni multietniche emulticulturali che ne ricercheranno il “perché” venendone a contat-to.

SILVANO M. MAGGIANI, osmDirettore generale

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INTRODUZIONE AL PRIMO VOLUME

Lo status nascendi della mariologia si inserisce nel paradigmacircoscrivibile alla Parola di Dio attestata dalle Scritture e al mondoda esse coinvolto in un crescente sviluppo, composto da testi e docu-menti che ampliano il senso e la comprensione delle stesse Scritturee animano molteplici esperienze di vita spirituale.

Il processo culturale è tale che matura in modelli letterari speci-fici e singolari in cui prevale, pur non esclusiva, la funzione poeticadella parola.

La referenzialità primaria, preminente e identitaria è la centra-lità del Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, il Cristo Signore sia nelmodello storico-salvifico proprio del quadriforme evangelo e degliscritti neotestamentari con la loro caratterizzazione di “annuncio”,sia nella narratività popolare, agiografica e apologetica della lette-ratura protocristiana pseudoepigrafica, detta comunemente “apocri-fa”, che accompagna la diffusione del messaggio cristiano fino alVII secolo. Testi apocrifi che ispireranno e impregneranno con illoro raccontare e le loro immagini i testi liturgici soprattutto del-l’Oriente crestiano e, nella lunga durata, ispireranno pittori artistie poeti.

Il modello storico-salvifico incentrato su Gesù Cristo, proprioperché narrazione storico-salvifica racconta progressivamente della«donna» da cui egli è nato (Gal 4, 4), donna vergine (Lc 1, 27b);piena di grazia (Lc 1, 28); promessa sposa di Giueseppe (Mt 1, 18);Lc 1, 27); la Madre del Signore (Lc 1, 43), di Gesù (Gv 2, 1; At 1,14); donna e madre (Gv 19, 25-27; Ap 12, 1-6). Racconta di una per-sona singolare che ha trovato grazia presso Dio (Lc 1, 30.48); che peropera dello Spirito Santo, da lei accolto, nasce il Figlio dell’Altissi-mo, il Figlio di Dio (Lc 1, 32. 35); persona che accompagna dagliinizi il cammino dei discepoli (At 1, 14) a lei affidati dal Figlio nella

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sua glorificazione in Croce e a loro affidata come Madre, e così com-presa (Gv 19, 26-27) in una loro progressiva consapevolezza.

Questo primo volume della Storia della mariologia insiste volu-tamente sul modello biblico-narrativo nella sua intertestamentarie-tà legata all’area culturale mediorientale del bacino mediterraneo.Esso segna cronologicamente tutte le trasformazioni verso il secondosecolo dell’era cristiana con l’impronta della cultura antico-testamen-taria di cui riflette contenuti e immagini anche per quanto riguardaMaria di Nazaret.

Una simile attenzione è data al modello apocrifo narrativo perl’incidenza che ha avuto, suo tramite, la teologizzazione di Maria eper le tracce da essa lasciate anche nei Padri. Gli apocrifi attestanouna prima condensazione teologica nel proclamare la santità diMaria e difendere la sua verginità. Da alcuni testi, tra i più antichi,come il Protovangelo di Giacomo ricaviamo delle “spie indiziarie”circa lo sviluppo del culto alla Madre di Gesù.

Lo sviluppo dell’annuncio cristiano in vaste aree culturali delMediterraneo segnate da un ethos proprio della classicità antica infase trasformativa e di indebolimento dà vita ad un nuovo paradig-ma da noi chiamato gnostico-sapienziale.

Dall’area culturale ellenistica a quella latina, dall’area siriacaalla copta il paradigma storico salvifico di cui i Padri delle rispettivearee sono i fedeli e costanti sostenitori e divulgatori nei loro scritti,si confronta con gli atteggiamenti e i valori di varia natura persegui-ti da scuole filosofiche (stoiche, pitagoriche, neoplatoniche) e dageneri letterari assai diversificati tra loro.

L’annuncio della salvezza donata a tutti da Cristo e accolta comesalvezza e redenzione, in processi di acculturazione, transculturazio-ne e di inculturazione, si confronta con una sapienza ideale frutto diun cammino ascetico che introduce ad una conoscenza (gnosi) ditutto ciò che di segreto contiene la salvezza, conoscenza per pochi checonduce solo pochi eletti alla visione di Dio. In questo confronto iPadri ribadiscono l’incarnazione del Verbo, discesa salvifica cheporta ad una ascesa in cui la storia e la “carne” sono assunte in tuttoil loro spessore. In questa contestualità Maria è compresa come col-laboratrice attiva nell’opera salvifica del Figlio, nuova Eva. Alla lucedel Cristo ricapitolatore Maria, la Vergine obbediente, «divennecausa di salvezza per sé e per il genere umano».

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Il parallelo Eva-Maria, “in-ventato” da Giustino († 165ca) eapprofondito in luce soteriologica da Ireneo († 202), feconda a piùriprese il pensiero patristico d’Oriente e d’Occidente. Maria nella suaverginità e nella sua maternità, e soprattutto per la sua fede, è donnaprotagonista e nello stesso tempo “garanzia” della discesa di Dionella carne per salvare l’uomo tramite la carne e lo Spirito.

Il modello gnostico-sapienziale racchiuso globalmente in unadiacronia che dal II secolo si estende fino al VII secolo compreso,si interseca con eventi conciliari: chiari i frutti di un intenso proces-so di inculturazione del pensiero cristiano, che nella loro relativasincronicità caratterizzano e qualificano il paradigma più vasto.

I grandi concili di Nicea (325), di Efeso (431), di Calcedonia(451), il concilio Lateranense (649) non propriamente ecumenico eil Niceno II (787), l’ultimo dei grandi concili dell’ecumene motivatodalla crisi iconoclasta, pur incentrati nell’attestare la fede cristologi-ca e soteriologica e difenderla, significano la ricezione degli essenzia-li riferimenti dei simboli di fede, preannunciano, stabiliscono e con-fermano in riferimento a Cristo, Verbo di Dio incarnato, unitàintrinseca di natura umana e divina, la legittimità dello scambiodegli attributi (communicatio idiomatum) in riferimento a Maria,cosicché giustamente e veramente la Vergine è chiamata Theotokos,Madre di Dio. Le tensioni conciliari, soprattutto nel concilio efesino,nascevano dalla volontà di non annullare nell’atto di fede nell’unicapersona del Verbo né la natura umana di Cristo (monofisismo) néquella divina (nestorianesimo).

E ciò che è singolare trascendendo radicalmente il pensiero grecosia quello del sistema platonico che di quello stoico.

Il titolo Theotokos, presente nella formulazione del Sub tuumpraesidium del III secolo di area egiziana, segno del supplice rivolger-si orante a Maria, feconderà lo sviluppo cultuale tramite traduzioni divari sentimenti e atteggiamenti che dalla venerazione vanno all’am-mirazione che si scioglie in preghiera fiduciosa e nell’imitazione.

In questo sviluppo, che intride la poesia e l’iconografia, si mani-festano dal II secolo eccessi stigmatizzati dai Padri. Si può ricordarein chiave minimalista l’antidicomarianismo, corrente avversaria edisprezzatrice della Vergine, e il collidirianismo, in chiave massima-lista, corrente fautrice di una quasi divinizzazione di Maria alla stre-gua di una dea. Sia l’una che l’altra corrente, con minore o maggiore

Introduzione al primo volume 19

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intensità, con altri accenti latenti o espliciti ritorneranno nelle epo-che successive della storia della mariologia. Tuttavia, dalla testimo-nianza dei contributi del volume, il costante ritorno al paradigmastorico-salvifico e la sua operatività nella patristica è chiave di voltaper comprendere la ricchezza per la fede e per le sue manifestazionidi un equilibrato dire Maria e partecipare della sua presenza nellavita della Chiesa delle culture mediterranee.

Nel prosieguo dell’interpretazione, un ampio spazio è necessarioche sia dedicato alle culture che diedero vita, oltre l’ellenismo, alparadigma medievale, frutto di una civiltà compiuta in se stessa, ani-mata da un profondo senso del soprannaturale coinvolgente non solol’uomo ma il mondo universo. Civiltà che conosce trasformazioniepocali come la fine dell’impero romano occidentale; la diffusionedell’impero romano-germanico che favorisce la diffusione del cristia-nesimo e si adopera perché sia accettato anche forzatamente; l’istitu-zionalizzarsi del feudalesimo; la nascita, in ambito italiano, deiComuni.

Come si può evincere da questa veloce descrizione la periodizza-zione della costellazione medievale copre idealmente una durata dicirca mille anni dall’alto medioevo (secc. V-X) al basso medioevo(secc. XI-XV). Per la mariologia la documentazione da vagliare èamplissima; a giusta ragione si può affermare che Santa Maria, la suafigura, la sua presenza intride la vita del singolo e della società, delcostume e delle istituzioni, le pratiche civili e quelle religiose, lescienze e le arti. Il medioevo è caratterizzato da un ethos mariologi-co-mariano di cui è ben difficile darne ragione esaurientemente,anche perché l’inculturazione mariologica è stata, nella sua diacro-nia, particolarmente dinamica.

Di fronte ad una pluralità di modelli culturali contenuti nelmacroparadigma, la scelta da compiere si è indirizzata a considerarequei tipi epistemologici (microparadigmi) stimati emergenti, sogget-tivamente ritenuti caratterizzanti, che permettono di tessere un ordi-to narrativo capace di far emergere l’essenziale dello sviluppo dellamariologia.

Schematicamente, in ordine successivo, si illustra il modellomonastico; quindi il modello poetico-mistico al femminile; la tran-sizionalità della pietà mariana nei vari modelli con attenzione amicroparadigmi come la predicazione; il modello teologico tardo-

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medievale, con attenzione a microparadigmi come quello misticorenano-fiammingo al maschile o al movimento della devotiomoderna. Infine è considerato il modello della teologia e della pietàorientale dei secoli XIV-XV.

Attraverso la lettura di questi modelli, la figura di Santa Mariaè considerata nell’ethos ammirativo e sapienziale laudativo deglispazi monastici: per mezzo di Maria a Cristo, mediante la Madre alFiglio, mediante la Misericordiosa al Misericorde. Maria, nella suaesperienzialità, è considerata “filosofia dei cristiani”, in lei si trova lasapienza che porta a Cristo. Sapienza del cuore che si scioglie in fidu-cia orante e affettuosa alla Madre di Gesù. Ella è la Domina, termi-ne e semantica analogica mutuati dal sistema medievale, chiamata«mediatrice». La consapevolezza dei Padri di riferirsi a Maria con laChiesa e nella Chiesa, trova tramite la cultura medievale una trasfor-mazione di comprensione: Maria è collocata tra Cristo e la Chiesa;tramite lei, andiamo a Cristo, senza per questo assimilare in lei, comeaccadrà in epoche successive, le funzioni dello stesso Cristo. Nellamaternità spirituale Maria non perde nulla della sua creaturalità néCristo della sua centralità.

Sia nell’alto medioevo, nelle cosiddette scuole carolinge, sia inambito monastico e nelle scuole delle nuove università, sia nellariflessione più razionale della scolastica, Maria, che oltre nella diffu-sa pietà personale, sarà venerata con nuove forme liturgiche, nelgiorno del sabato, ad esempio, e nel dedicare a lei chiese in numerosempre crescente, è vista nella luce del Cristo e a lei relazionata. Larelazionalità al Salvatore e al Redentore è sottolineata anche quandola Vergine Maria è compresa nel suo immacolato concepimento enella sua assunzione. Solo più tardi sorgerà un’iconografia che la iso-lerà per celebrare questi misteri.

E, finalmente, nel genere letterario del Mariale e dei Miraculamariani, l’ethos medievale di un’umanità debole ed esposta ad ogniesercizio della forza umana, è vincolato assieme alla fiducia verso laRegina del Cielo “potente” ma in relazione al Figlio Gesù.

Nel trascorrere e nel susseguirsi dei modelli, si sono conosciutifenomeni legati a concezioni ereticali come il nuovo adozionismodell’VIII secolo, le discussioni sulla verginità nel parto del IX seco-lo, e nel progredire verso il tardo medioevo sono emerse opinioni esa-gerate, amplificazioni della presenza di Maria frutto di ignoranza,stigmatizzate e criticate. È singolare che mentre si consuma nell’irri-

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gidimento il dramma della rottura dell’unità tra la Chiesa d’Orientee la Chiesa d’Occidente, l’Occidente si arricchisce dell’apporto allamariologia nell’esperienza delle mistiche e dei mistici e l’Oriente,dopo il periodo considerato aureo, dell’VIII secolo, conosce unanuova intensa riflessione teologica su Maria ad opera di eminentiteologi. Gli uni e le altre sono attuale riferenza di approfondimentonel rinnovato cammino ecumenico delle Chiese e delle comunità cri-stiane.

SILVANO M. MAGGIANI, OSMDirettore generale

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INDICE

INTRODUZIONE GENERALE (Silumu M . Muggzitni) pag . 5 STORIA DELLA MARIOLOGIA: CLIO DI TEOLOGJA. STOW

ECULm RE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . TR, ~ ~ 1 ~ 1 0 P PROG~RECSIO >> 9

CRJT!~RI E C. ARrZ'iTERISTICE . . . . . . . . . . . . . . . . >> 1 1 PEI~ODIZZAZ~ONE E PAKADIGMA C1JI.T U W E . . . . . . . . >> 14

INTRODUZIONE ,4L VOLUME (Silurino hl . M~ggrai~r) 17 . . . . . . . SIGLE E ARBREWAZIONX . . . . . . . . . . . >> 23

1 . MODELLO BIBLICO NAFWiTIVO

1.1. TESTI MANANI DI PACILO. W C O . MAT- T E 0 E LUCA 1. 36-55 (Albrrto Valenfi~i) . . . .

PAOLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 . ~ N d t c r l da donnn), (Gal4. 4-7) . . . . . . . . . . .

m c o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 . La rnnd~e e ifPRfe/li di Geszi (Mc 3. 31-35 e par.) . . 2 Murcu 6. I-6a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . MATTE~ 1-2 . . . . .

l . Il capitolo primo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.1. La genealogia (1. 1-17) . . . . . . . . . . . . . 1.2. L'annuncio a Gii~seppe ( 1 . 18-25 1 . . . . . .

2 . Il c u o e c d o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IL MAGNIFCAT (Lc 1 .4 6-55 1

1 . Celehrrzzione dz' Dto e della ruu salvezza . . . . . . . 2 I l Dio dei P d r i . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3 . Il Dio di Geszi Cristo . . . . . . . . . . . . . . . . 4 . II Dio dez povcri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 . 11 "fiu e non f l ~ ~ 0 r f l ~ della sah~ezza . . . . . . . . .

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Page 29: 1 testi mariani 1-250 - Marianum Pontificia Facoltà Teologicamarianum.it/Storia Mariologia - Presentazione e Indice.pdf · 2009. 9. 14. · 3 Cf. C. BOFF, Mariologia sociale. Il
Page 30: 1 testi mariani 1-250 - Marianum Pontificia Facoltà Teologicamarianum.it/Storia Mariologia - Presentazione e Indice.pdf · 2009. 9. 14. · 3 Cf. C. BOFF, Mariologia sociale. Il
Page 31: 1 testi mariani 1-250 - Marianum Pontificia Facoltà Teologicamarianum.it/Storia Mariologia - Presentazione e Indice.pdf · 2009. 9. 14. · 3 Cf. C. BOFF, Mariologia sociale. Il