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Supplemento al numero odierno, non può essere venduto separatamente

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  • 1Supplemento al numero odierno,non può essere venduto separatamente

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    CYBERBULLISMO e Web Reputation

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    Cyberbullismo e Web Reputation:istruzioni per l’usoIl manuale del Co.Re.Com. Abruzzo per aiutare studenti, genitori e insegnanti a tutelare la propria reputazioneon line e navigare in rete in modo consapevole

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    CYBERBULLISMO e Web Reputation

    Presentazione

    Questo nostro manuale vuole essere una sorta di “mini guida” di facile comprensione e di pronta consultazione non solo per i teenager in generale ma anche per tutti quei curiosi che ne vogliano sapere di più sul mondo digitale e sulle sue regole.

    Proprio per questo motivo ci siamo soffermati sull’importanza di una buona reputazione online e sugli eventuali rischi ed opportunità connessi all’uti-lizzo del web, osservando quanto sia difficile essere in grado di adottare le strategie adatte per proteggersi in maniera adeguata dalle insidie della rete. Stefano Rodotà, giurista, politico e accademico italiano riassumeva con queste parole il cambiamento in atto: “L’espansione del controllo tecnolo-gico rischia di capovolgere pericolosamente la società della conoscenza in società della sorveglianza, della classificazione, della selezione sociale”. Joseph Hall, vescovo, poeta e scrittore inglese del XVII secolo, sottoline-ava invece l’importanza di avere una buona fama: “Una reputazione, una volta infranta, è possibile che venga riparata, ma il mondo terrà sempre i propri occhi sul punto dove si è verificata la crepa”. Nonostante sia passato parecchio tempo dalle sagge parole del vescovo anglicano, il suo pensiero sembra essere ancora molto attuale in un mondo dove un profilo online risulta essere importante tanto quanto un biglietto da visita o una stretta di mano fisica, allo stesso modo la fotografia più recente del professor Rodotà ci deve far interrogare sulla potenze del mezzo, il Web, e il suo utilizzo. Proprio per questi motivi abbiamo deciso di fornire, attraverso queste pagi-ne, un piccolo grande aiuto, per evitare di cadere in situazioni pericolose o difficili da gestire, soprattutto se non si è consapevoli dei rischi legati all’u-tilizzo del web e si ha poca dimestichezza con i social network. Abbiamo vi-sto come possa essere facile diventare vittime inconsapevoli di adescamenti o violenze sessuali online, di sexiting o di cyber stupidity. Sempre più gio-

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    vani infatti devono essere tutelati, ma soprattutto aiutati, a conoscere quello che si può paragonare ad un Paese dei Balocchi in versione postmoderna. Oggi è diventato davvero fondamentale essere a conoscenza degli strumenti ma soprattutto dei rischi connessi in caso di utilizzo inconsapevole da parte del teenager; proprio per questo il Co.Re.Com Abruzzo cerca di fornire una maggiore conoscenza “tecnica” su questi argomenti. Nelle pagine con-clusive del nostro manuale ci siamo infatti focalizzati maggiormente su dei consigli pratici veri e propri per trovare soluzioni eque in grado di tutelare nel miglior modo possibile i principali diritti all’interno del mondo digitale. E per concludere? Keep calm, leggete la nostra mini guida e ricordatevi sempre che esistono delle alternative concrete all’isolamento o ad eventuali atti estremi, soprattutto cercate di non perdere mai la testa di fronte ad even-tuali “cyber critiche” e di chiedere aiuto se la situazione dovesse diventare insostenibile.

    Un ringraziamento doveroso va all’Autorità per le Garanzie nelle Comu-nicazioni, alla Polizia di Stato, al Ministero dell’Istruzione, all’Ufficio Scolastico Regionale e al personale del Co.re.com. Abruzzo. Un partico-lare sentito grazie lo rivolgiamo anche a Reputation Manager, per la pre-ziosa collaborazione del contenuto editoriale, e al quotidiano “Il Centro”.

    Dott. Filippo LucciPresidente Co.re.com. Abruzzo

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    CYBERBULLISMO e Web Reputation

    Prefazione

    A cura diAntonio MartuscielloCommissario AGCom

    Negli ultimi anni l’evoluzione tecnologica ha determinato un rinnovato dinamismo che ha coinvolto tutte le sfere dell’agire: non solo beni e servizi sono sempre più scambiati in Rete, con il conseguente affer-marsi di diversi modelli economici, ma an-che nuove modalità comunicative si sono imposte su quelle tradizionali, rendendo labile e priva di attualità la ricerca di un confine tra realtà online e offline.

    Ecco che allora, come sottolinea il filosofo Luciano Floridi, occorre pensare a “being human in a hyperconnected era”. Se da un lato lo sviluppo scientifico e applicativo delle ICT influenzerà in maniera sempre più radicale la condizione umana, dall’altro il miglioramento dell’uomo sembra essere affidato alla tecnologia. Per non annullare gli aspetti benefici del nuovo sistema so-ciale, è necessario non arrendersi a quel nichilismo comportamentale che in Rete è caratterizzato da regole soggettive, modifi-cabili e adattabili a proprio piacimento.

    Ciò si verifica soprattutto nelle fasce gio-vani della popolazione in cui lo scollamen-to tra percezione e realtà sembra più forte. Sebbene la maggioranza degli adolescenti manifesti una indiscussa sicurezza nelle

    proprie competenze digitali, l’aumento di condotte legate al cyberbullismo evidenzia invece un bug nel sistema. Non sorprendo-no dunque i dati relativi ai fenomeni di vio-lenza sul web. Secondo la Polizia Postale e delle Comunicazioni si è passati dalle 235 denunce del 2016, agli oltre 350 casi del 2017, senza considerare il fenomeno del sommerso, ovverosia di quanti non hanno denunciato.

    Certo, non è semplice operare nel mondo iperconnesso. Le digital skills spaziano dall’accesso alle informazioni, ai proces-si di comunicazione, fino alle competenze analitiche. Queste contemplano una valu-tazione critica in un ambiente in cui ven-gono meno i tradizionali indicatori di auto-rità, valore, fiducia e credibilità. È per questo che AGCom, in considerazio-ne delle competenze in materia di minori affidate dalla propria legge istitutiva, ha ritenuto opportuno operare una riflessione sugli interventi e sulle misure di garanzia più adatte a definire un approccio consono al nuovo contesto comunicativo digitale. Con questo intento, l’Autorità ha promosso l’aggiornamento del Libro Bianco “Media e minori”, pubblicato lo scorso gennaio, nel quale, adottando un approccio siste-mico, ha sollecitato l’implementazione di programmi di Media Education e di studio dei fenomeni diffusi in Rete.

    Un percorso arduo quello tracciato che necessità inevitabilmente di una sinergia rafforzata a più livelli. In questo senso, in ambito locale, l’apporto dei Co.Re.Com. si

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    è rivelato significativo. Le iniziative pro-mosse dai Comitati regionali, volte a dif-fondere la conoscenza sui potenziali rischi e benefici di un utilizzo virtuoso del web, rappresentano un completamento del si-stema di garanzie a sostegno delle nuove generazioni e integrano le competenze de-legate dall’Autorità.

    A riprova di questa positiva collaborazio-ne, AGCom ha inteso riconoscere espres-samente l’impegno dei Comitati e ha este-so, in sede di rinnovo del nuovo Accordo Quadro, le competenze dei Comitati alla tutela e garanzia dell’utenza, con particola-re riferimento ai minori. Un’azione in linea con il framework europeo e con la strategia Europe 2020 dell’Agenda Digitale Euro-pea, che tra i propri punti qualificanti inse-risce obiettivi di Media Education e Media Literacy.

    Inteso nella più stretta etimologia del ter-mine, educazione deriva da “ex-ducere” e intende un’attività di stimolo: vuole tirar fuori, far venire alla luce qualcosa che è nascosto. Non si tratta quindi di inculcare nell’individuo contenuti e nozioni come in una classica attività istruttiva, ma piuttosto di voler stimolare la capacità critica del soggetto, minore o meno che sia.La ricerca sull’utilizzo delle tecnologie di-gitali, curata da Ipsos per Save the Chil-dren alla vigilia del Safer Internet Day 2017, ha evidenziato che se l’87% dei giovani gestisce almeno un profilo social, negli adulti tale percentuale sale al 94%, con una media di oltre cinque profili a te-sta. L’elemento allarmante è che entrambi

    i target di riferimento sono quasi del tutto all’oscuro delle conseguenze delle attività in Rete. Nonostante, infatti, tra gli intervi-stati otto su dieci si preoccupino dei propri dati e due terzi siano consapevoli che questi vengano registrati durante la navigazione, la maggior parte di essi ignora quali siano le informazioni raccolte e il loro utilizzo.

    Ecco che, quindi, se è fondamentale un intervento educativo sull’uso consapevole del web, che fornisca gli strumenti cogni-tivi per comprenderne i rischi e le oppor-tunità, si coglie la rilevanza dell’iniziati-va editoriale realizzata dal Co.Re.Com. Abruzzo. Passando in rassegna questioni come l’identità digitale, il diritto alla pri-vacy e le responsabilità di carattere penale che i reati commessi in Rete possono pro-durre, il progetto intende fornire una “mini guida di facile comprensione e di pronta consultazione, non solo per i teenager in generale, ma anche per tutti quei curiosi che ne vogliono sapere di più sul mondo digitale e sulle sue regole”.

    L’esigenza di un intervento educativo sull’uso del web parte certamente dalle fa-sce più giovani della popolazione, ma non può limitarsi solo a essi. Non dimentichia-mo se “l’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mon-do” (Nelson Mandela), i percorsi educa-tivi sono sensibilmente condizionati dagli esempi quotidiani.

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    Introduzione

    a cura diIvana Nasti Direttore Servizio Ispettivo Registro e Corecom-Agcom

    Il nuovo Accordo Quadro tra l’Auto-rità e i Corecom italiani impegna le parti a vigilare sulla tutela dei minori non soltanto rispetto ai media main-stream, ma anche riguardo ai nuovi media, con la consapevolezza che le forme e i mezzi di tutela devono stare al passo coi tempi e con l’evo-luzione tecnologica per garantire una protezione dei minori effettiva ed efficace. La convergenza mediale, assicurata dai processi di digitaliz-zazione che hanno coinvolto nell’ul-timo decennio l’intero universo dei mezzi di comunicazione, consente di veicolare contenuti, servizi, informa-zioni attraverso molteplici piattafor-me, rispondendo ai gusti diversi dei consumatori ed dilatando le modalità di partecipazione dell’individuo alle relazioni sociali.

    Tuttavia, il pericolo è dietro l’angolo perché un uso non consapevole o non corretto dei nuovi mezzi di comuni-cazione può generare rischi di vario genere che incidono sui più comples-si aspetti dell’individuo. È per questo che diventa fondamen-tale radicare una cultura della educa-zione delle famiglie e dei più giovani all’uso corretto dei dispositivi elet-tronici, dei social media, della rete. È quanto si propone di fare il Manuale del Corecom Abruzzo che risponde ad alcuni elementi importanti: l’in-formazione, la divulgazione, l’educa-zione, il sostegno, la presenza fisica e virtuale sul territorio regionale e sul web.

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    Il progetto

    Si dice spesso che quello più difficile sia il mestiere del genitore. Di certo essere genitori oggi è senza dubbio molto più difficile di qualche de-cennio fa. La diffusione della Rete, prima, e dei social network, in que-sti ultimi anni, hanno infatti reso più problematico e complesso controllare o essere informati su quello che fan-no i giovani. Basta salire su un autobus o girare in strada e osservarli: i giovani di oggi vivono in maniera quasi simbioti-ca con i loro dispositivi tecnologi-ci (computer, smartphone, Tablet), strumenti che sfuggono spesso, quasi sempre, al controllo diretto di mam-ma e papà.

    Questi dispositivi rischiano di proiet-tarli in situazioni pericolose e difficili da gestire, soprattutto se non si è con-sapevoli dei rischi legati al loro uti-lizzo e alla poca dimestichezza con i social network in generale. I giovani vanno guidati e tutelati, ma vanno an-che aiutati a conoscere quello che si può paragonare ad un Paese dei Ba-locchi in versione postmoderna. Ma per far sì che ciò sia possibile, è fon-damentale che siano gli adulti i primi a conoscere ed essere informati sia sugli strumenti che sui rischi connes-

    si in caso di utilizzo inconsapevole da parte di un ragazzo. In questi ultimi anni di attività il Co.re.com. Abruzzo ha gestito una pluralità di casi che vedevano coin-volti giovani e genitori che avevano ignorato le insidie della Rete, traendo da essi una serie di suggerimenti che potrebbero tornare utili sia ai ragazzi che ai genitori, ma anche a tutte quel-le figure - insegnanti in primis – coin-volte quotidianamente nella filiera dell’educazione dei giovani.L’esperienza maturata negli anni dal CORECOM Abruzzo su queste tema-tiche insieme alle relazioni Istituzio-nali e i tanti progetti sviluppati con Polizia di Stato, Ufficio scolastico regionale e con il fondamentale sup-porto di Agcom, è oggi, in questa iniziativa editoriale, messa a dispo-sizione degli studenti della Regio-ne Abruzzo, per sensibilizzarli e far comprendere loro quali sono le mo-dalità, gli “strumenti” e le attenzioni che ognuno di loro deve poter adot-tare per poter essere in rete in modo responsabile e sicuro.

    Primo: bisogna essere consapevoli e far capire ai ragazzi che il web non di-mentica niente, i contenuti condivisi online - siano essi una frase, una foto o un pensiero personale - rimangono per sempre. Sono come dei messag-gi in bottiglia che, abbandonati alla

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    deriva, potrebbero essere ritrovati e nuovamente condivisi anche dopo moltissimo tempo.

    Secondo: gli adolescenti devono es-sere informati sulle possibili implica-zioni negative della condivisione di contenuti in Rete. Bisogna insegnare loro a domandarsi chi vedrà quel post e che valori si stanno comunicando.

    Terzo: è importante aver presente che i contenuti, che si condividono tra amici con leggera spensieratezza, potrebbero rappresentare un moti-vo di imbarazzo anni dopo, quando ad esempio si sarà alla ricerca di un lavoro. Perché tutte le informazio-ni presenti in Rete contribuiscono a formare l’identità digitale di una per-sona, che è un qualcosa di pubblico, condiviso e facilmente accessibile da tutti e per sempre.

    Quarto: se si vogliono proteggere e aiutare i ragazzi a utilizzare con con-sapevolezza web e social, devono es-sere per primi gli adulti ad avere con-sapevolezza dei possibili rischi legati al mondo virtuale ed essere informati il più possibile sulle regole del gioco. Bisogna sapere di cosa si parla quan-do si pronuncia la parola privacy e imparare tutti gli espedienti necessari per riuscire a tutelarla. Inoltre sono proprio gli adulti che devono svol-

    gere il ruolo educativo nei confronti dei giovani, spiegando ai minori sia il concetto di web reputation sia le conseguenze che ogni azione online potrebbe avere nella vita reale.

    È certamente un compito difficile quello che spetta agli educatori, so-prattutto perché devono confron-tarsi con strumenti con cui non si è cresciuti, non si ha dimestichezza o, peggio, di cui si ignorano le regole di base. Ma è uno sforzo necessario perché è proprio questo lavoro di in-formazione e auto-informazione che può trasformare gli adulti in un sup-porto e in una guida realmente utile per le nuove generazioni.È inoltre importante ricordare che anche se le azioni che si compiono online sono virtuali, le conseguen-ze sono reali. Infatti anche se fino al compimento della maggiore età non è prevista una responsabilità penale, se il minore viene ritenuto “socialmente pericoloso”, possono essere previste delle misure di sicurezza come la li-bertà vigilata o il ricovero in riforma-torio.

    I ragazzi spesso, infatti, non hanno consapevolezza che le conseguenze delle proprie azioni potrebbero inter-ferire gravemente nella vita dei pro-pri familiari, ad esempio la legge pre-vede che siano i genitori a rispondere

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    delle azioni del minore attraverso un risarcimento economico dei danni.Alcuni numeri ufficiali ci possono dare una dimensione reale della peri-colosità del fenomeno del cyberbulli-smo: nel 2017 secondo i dati diffusi dalla Polizia Postale sono stati se-gnalati 88 casi di minacce, ingiurie e molestie online; 70 furti di iden-tità digitale sui social network; 42 diffamazioni online; 27 diffusioni di materiale pedopornografico; 8 casi di stalking. Sono stati 31, inoltre, i minori de-nunciati all’autorità perché ritenuti responsabili di reati: 11 per diffama-zione online; 10 per diffusione di ma-teriale pedopornografico; 6 per mi-nacce, ingiurie e molestie; 3 per furto di identità digitale sui social network; 1 per stalking.

    Questi sono i numeri ufficiali ai qua-li andrebbero aggiunti quelli di chi è vittima e non denuncia, oppure non sa a chi rivolgersi per porre rimedio ai pericoli che si moltiplicano in Rete e di cui spesso minori e genitori non sono pienamente consapevoli: dal furto di identità al cyberbullismo, dalla diffusione di commenti e im-magini offensivi fino all’adesca-mento e alle violenze sessuali online o la proposta di contenuti porno e pedopornografici. Da questa esperienza e consapevo-

    lezza di inadeguatezza generalizzata nasce quindi l’idea di realizzare una guida pratica, semplice e concreta e di immediata fruibilità, che permet-ta a genitori, ragazzi e insegnanti di imparare a conoscere meglio i rischi della rete, a monitorare la propria re-putazione online e presenza in rete e sui Social; utilizzare correttamente le impostazioni sulla privacy di social network e dispositivi elettronici; se-gnalare a chi di competenza la pre-senza sul web di eventuali contenuti lesivi; costruire adeguatamente la propria immagine nel web, difender-si dai pericoli come la diffusione di commenti e immagini offensive nei confronti dei minori e il cyberbulli-smo, avere un approccio responsabile e acquisire una capacità critica nella scelta delle fonti informative.

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    Sommario

    1. Identità digitale e web reputation: cosa rappresentano, perché è fondamenta

    le difenderle e proteggerle

    2. La stretta di mano digitale: definizione e importanza

    3. Le regole del web: la netiquette

    4. La memoria del Web: come cambia il concetto di memoria sulla Rete. Il

    web non dimentica

    5. Le insidie della Rete

    6. Il diritto alla privacy, cos’è e come tutelarlo

    7. Osservatorio delle garanzie per i minori e dei diritti fondamentali della

    persona su Internet

    8. Responsabilità penale e conseguenze dei reati commessi in Rete

    9. Cyberbullismo: cos’è, come difendersi, a chi rivolgersi

    Conclusioni

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    CYBERBULLISMO e Web Reputation

    1. Identità digitale e web reputa-tion: cosa rappresentano, perché è fondamentale difenderle e proteg-gerle

    Azioni da compiere praticamente

    Il concetto di identità è alla base delle principali interazioni umane: serve innanzitutto a riconoscere una persona e a distinguerla dalle altre e fornisce informazioni importanti sul-le sue azioni passate, sul suo compor-tamento, sulla sua affidabilità ed eti-ca e infine anche sulla sua personale reputazione. Reputazione e identità sono concetti di grande importanza nella vita di tutti i giorni perché rap-presentano l’esito delle nostre future relazioni. L’era digitale ha portato a un’evolu-zione ulteriore del concetto di identi-tà. Oggi possiamo avere informazio-ni su qualsiasi soggetto senza averlo mai conosciuto né direttamente, né indirettamente. Il passaparola fisico lascia spazio al moderno concetto di

    identità digitale. Questa non ha con-fini né geografici né temporali, pos-siamo ricercare su Google qualsiasi nome e cognome e ottenere istanta-neamente delle informazioni più o meno dettagliate sul soggetto. L’iden-tità digitale riguarda ogni tipo di con-tenuto, da quelli testuali alle imma-gini, dai video fino alle clip audio. Avere un’identità digitale compro-messa significa, quindi, “macchiare” indelebilmente la propria reputazione personale e professionale. Possiamo dire quindi che l’identità digitale è il nostro biglietto da visita. Ogni no-

    stra relazione, professionale o priva-ta, è oggi preceduta da una verifica delle informazioni sui principali mo-tori di ricerca. Come facciamo però a sapere qual

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    è la nostra identità digitale? E soprattutto come facciamo a pro-teggerla da eventuali informazioni dannose per la nostra reputazione? Il primo passo da dover fare è sicura-mente quello di cercare in Rete il no-stro nome e cognome su un qualsiasi motore di ricerca, associandolo anche a specifiche keyword (parole chiave) relative alla città di provenienza, alla scuola, ai vari hobby etc. Dopodiché dobbiamo verificare che tutti i conte-nuti e le informazioni che ci riguar-dano siano pertinenti con la nostra vita privata. Inoltre per evitare che informazioni troppo personali circo-lino liberamente in Rete è necessario controllare sempre che le imposta-zioni sulla privacy siano corrette su tutti i dispositivi che utilizziamo e nelle chat private che adoperiamo quotidianamente (Facebook Messan-ger, Instagram Direct, Whatsapp, Te-legram, Skype).

    2. La stretta di mano digitale: defi-nizione e importanza

    La stretta di mano digitale è uno dei concetti più nuovi e importanti che siano stati introdotti con il diffondersi di Internet. Ma di cosa stiamo parlan-do in realtà? Proviamo a darne una definizione:stretta di mano digitale significa fare la conoscenza di qualcuno in manie-ra indiretta, attraverso le informa-zioni che si ricavano dalla ricerca sul web. Questa conoscenza anticipa e condiziona la stretta di mano fisica.

    La forma più usata di stretta di mano digitale è la ricerca su di un qualsiasi

    motore di ricerca del nome e cogno-me della persona. La stretta di mano digitale inoltre presenta anche delle caratteristiche distintive ben precise, infatti è: • Invisibile: non è percepibile dal soggetto osservato. Infatti tranne rari casi non abbiamo modo né di accor-gerci che qualcuno sta prendendo in-formazioni su di noi, né di sapere chi sia. • Inevitabile: non è possibile impe-dirla in alcun modo. • Condizionante: la relazione è spes-so fortemente condizionata dalle in-formazioni raccolte. • Incessante: non esiste un orario preciso, può avvenire in qualsiasi momento del giorno. • Accessibile: può avvenire da qual-siasi luogo (al cinema, in ufficio, al supermercato o su una pista da sci) grazie anche all’aiuto delle nuove tecnologie.Ma perché la stretta di mano digi-tale è così importante? Perché essa condiziona, e con il passare del tem-po lo farà sempre di più, ogni sfera

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    della nostra vita che implica una rela-zione con il prossimo. Si tratta di situazioni che si verificano ogni giorno, ed ognuno di noi è espo-sto a questo inevitabile “controllo online”, spesso senza esserne consa-pevoli. I motori di ricerca hanno dunque un potere elevatissimo: i risultati che presentano come associati a una determinata ricerca, possono diven-tare un fattore determinante in scelte quotidiane come assumere una per-sona, comprare un prodotto piutto-sto che un altro, scegliere dove an-dare in vacanza.

    3. Le regole del web: la netiquette

    Educazione alla comunicazione onlineIl web e l’avvento dei Social Network hanno ormai fatto irruzione nelle nostre vite private e nei nostri gesti quotidiani, facendoci il più del-le volte dimenticare anche le più ele-mentari norme della buona educazio-ne e gettando così nello sconforto le povere mamme, che si illudevano di aver allevato dei figli educati. Esiste però una sorta di galateo ben preciso, una netiquette su come comportarsi nel mondo online, dove l’utilizzo di un linguaggio convenzionale è utile per evitare incomprensioni o frain-tendimenti. Conoscere le regole di questi meccanismi spesso diventa di vitale importanza.

    Ma cosa intendiamo con la parola netiquette? La netiquette è l’insieme di regole che stabiliscono i parametri fondamentali per una corretta educa-zione e un buon comportamento nel mondo virtuale, sui social media e in chat. La conoscenza della netiquette è di fondamentale importanza, infatti seguire queste linee guida, rende la Rete un luogo più piacevole per tutti gli utenti.Consigli pratici e regole da seguire per comunicare correttamente at-traverso i social media e le chat:

    Quali sono le regole da rispettare quindi? Vediamoli insieme:

    • Evitare di scrivere con caratteri maiuscoli, sul web per convenzione equivale ad urlare • Usare le faccine o le emoji per ri-uscire a dare il giusto tono alla con-versazione che si sta affrontando o a quello che si sta scrivendo• Non pubblicare informazioni per-sonali e dati sensibili di altri utenti (ad esempio il nome e cognome, i nu-meri di telefono, gli indirizzi postali etc.)

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    • Quando si chiede l’amicizia a qual-cuno online, se non è un amico nel-la propria vita privata, è importante presentarsi, scrivere qualcosa su sé stessi per farsi conoscere. E bisogna aspettarsi che gli altri facciano lo stesso. Inoltre è una buona pratica Googlare il nome di chi richiede l’a-micizia per scoprire chi è, se non si riesce ad identificarlo è meglio diffi-dare.

    • Evitare di mantenere conversazio-ni private con altri utenti della Rete sulla bacheca di un Social Network, la conversazione diventerebbe pub-blica e visibile a tutti gli amici • Richiedere sempre il consenso pri-ma di taggare gli altri su foto e video

    • Taggare sempre amici e cono-scenti – che ci hanno già autorizzato – nelle foto dove appaiono (così ven-gono informati e possono richiedere di rimuoverle)

    • Non pubblicare foto che potrebbe-ro mettere in imbarazzo una persona • Non rendere pubblico un messag-gio che è stato inviato privatamente

    • Non si offendono gli altri e non si utilizzare termini denigratori nei loro confronti

    • Se si “entra” in una discussione, meglio farlo per portare un valore ag-

    giunto e evitare di accendere litigi, offendere o istigare a commettere azioni deplorevoli • Non fornire informazioni errate, incomplete o illegali. Nel dubbio meglio non darle o cercare di verifi-carle prima.

    Queste sono solo alcune delle regole più importanti che ci aiutano ad ave-re un perfetto comportamento online. Un buon esercizio da fare, inoltre, per imparare a gestire la comuni-cazione online è “immaginarsi” fuori dal contesto web e iniziare a porsi determinate domande. Ad esempio ti comporteresti allo stesso modo se sapessi che il tuo vici-no di casa o il tuo professore potreb-bero leggere quello che hai inserito online? Prima di caricare/postare la “foto ridicola” di un tuo amico/a ti sei chiesto se a te farebbe piacere trovarti in quella stessa situazione? Sei davvero sicuro che mostreresti quell’immagine anche al tuo nuovo ragazzo/a? Domande di questo ge-nere aiutano ad affrontare ma soprat-tutto a gestire le relazioni umane, sia quelle autentiche, fatte di strette di

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    mani, sorrisi e scambi di opinioni sia quelle virtuali fatte di conversazioni in chat e commenti digitali.

    4. La memoria del Web: come cam-bia il concetto di memoria sulla Rete. Il web non dimentica

    La memoria ha da sempre rappre-sentato una sfida fondamentale per l’uomo. Non potrebbe esserci alcun tipo di progresso se ogni generazio-ne ripartisse esattamente dallo stesso punto della precedente. La nostra me-moria però anche se è molto grande purtroppo è limitata.

    Proprio per questo motivo nel corso dei secoli l’uomo ha cercato di por-re rimedio ai suoi limitati ricordi con ulteriori strumenti. È partito dalle pri-me forme di scrittura primitive fino ad arrivare all’invenzione della stam-pa a caratteri mobili e ai primi libri. Ma il vero cambiamento è avvenuto con l’inizio dell’era digitale, dove la capacità di riuscire a memorizzare qualsiasi tipo di dato esterno (suoni, video o immagini) diviene una real-tà concreta. La vera rivoluzione del digitale però, non è solo nell’illimi-tata disponibilità di memoria, ma nel fatto che questa memoria sia presen-te all’interno di una Rete: il World Wide Web. Ogni individuo oggi può avere accesso a smisurati archivi in ogni parte del mondo. Il più grande di tutti è sicuramente Google. La memoria del web, oltre ad essere smisurata è anche infallibile.

    La Rete infatti non dimentica facil-mente: tutto ciò che riguarda la cono-scenza, il passato, la storia di ognuno di noi resta imprigionata all’interno del mondo online sfidando il tempo e la materialità delle cose che ci cir-condano. I contenuti scritti sul web possono essere paragonati a messag-gi inseriti all’interno di una bottiglia di vetro che abbandonata nelle più profonde acque marine viene ritrova-ta per caso su una spiaggia deserta. Tutto ciò che viene condiviso all’in-terno del web può infatti riaffiorare in qualsiasi momento, come delle mole-cole d’acqua che ribollono a contat-to con il calore del fuoco, sollecitati magari da una banale indagine per “parole chiave” sui motori di ricerca (Google, Chrome, Firefox etc.). Pro-prio per questa infallibilità della Rete, è necessario fare molta attenzione a tutto ciò che si condividiamo online.

    2016caro, ho trovato una foto

    di tua nonna

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    Quando postiamo un selfie su Face-book, una foto su Instagram o un video su Snapchat, siamo davvero consapevoli delle implicazioni che potrebbero causare? Cosa stiamo re-almente comunicando? Ci interro-ghiamo davvero su chi avrà accesso a quelle precise informazioni o chi vedrà le nostre foto?

    Ci domandiamo mai cosa accadrebbe se quel selfie venisse alla luce magari 40 anni dopo? O se il nostro futuro datore di lavoro vedesse quelle foto imbarazzanti che

    non ricordavamo affatto di aver po-stato su Facebook?Ai tempi della prima nonna, la massi-ma esposizione mediatica di sé stessi era una foto-ritratto, in posa e adegua-

    tamente vestiti. Ritrovarla dopo anni nell’album dei ricordi di famiglia, è un momento di commozione e tene-rezza, che ci riporta in un’epoca lon-tana. Gli album dei ricordi però non saranno più dei pesanti volumi polve-rosi custoditi in un cassetto, nell’in-timità delle nostre case, ma saranno sempre più pubblici e disponibili per tutti, online. Come facciamo quindi a tutelarci sul web? Semplice! Dob-biamo imparare ad usarlo in manie-ra consapevole, conoscendone rischi e pericoli e capire quali sono i modi migliori per proteggerci dai numerosi tranelli nascosti nella Rete. 5. Le insidie della Rete

    Come si è detto nei capitoli preceden-ti l’avvento del web ha totalmente ri-voluzionato la nostra vita quotidiana, aprendo a un nuovo mondo fatto di infinite prospettive e possibilità. L’al-tra faccia della medaglia è però rap-presentata dai rischi legati ad un uso improprio di questo strumento.

    Le insidie del web purtroppo sono dietro l’angolo e quelli più a rischio sono proprio i più giovani che stan-no crescendo a stretto contatto con i moderni media tecnologici, dove la distinzione tra la vita online e la vita offline è davvero minima e difficile da capire. Le attività che i ragazzi svolgono online hanno spesso con-seguenze anche nella vita reale. Allo stesso modo, le vite online influenza-no il modo di comportarsi nel mondo

    2090caro, ho trovato una foto

    di tua nonna

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    offline, e questo elemento ha diverse ricadute, il più delle volte negative, che devono essere prese in considera-zione e che affronteremo in maniera più approfondita nelle pagine succes-sive.La cyberstupidity (Marc Prensky) è purtroppo un comportamento assai diffuso nel panorama online. Questo termine fa riferimento a tutte quelle azioni che si sostanziano con un uso inappropriato della Rete, come nei casi messi in atto dai “cyberbulli” per minare la psicologia, la socialità e le relazioni del bersaglio. Così come si può essere “stupidi” nella vita reale se si fa inciampare un compagno di classe con uno sgambetto, allo stesso modo ci si può comportare in manie-ra analoga in Rete o su di un qualsiasi Social Network.La cyberstupidity si può manifestare in varie forme:

    • Cyberbullismo: un particolare tipo di attacco virtuale, realizzato grazie all’utilizzo di nuove tecnologie che

    vengono impiegate per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo o semplicemente far sentire a disagio altre persone. Pettegolezzi, immagini o video imbarazzanti, costruzione di falsi profili social, sono solo alcune delle modalità con cui possono essere realizzati questi attacchi online.

    • Cybermolestie: comportamenti in-desiderati e molestie attuate tramite Internet e i Social Network.• Cyberstalking: comportamenti persecutori commessi mediante l’u-tilizzo del web. Purtroppo sono sem-pre più frequenti i casi di cronaca giudiziaria relativi a tale fenomeno. L’utilizzo della Rete comporta in-fatti l’immissione online di numero-si dati personali che possono essere facilmente reperiti e utilizzati dallo stalker.

    • Happy splapping: il termine vuol dire letteralmente “schiaffeggio al-legro” e consiste nell’aggredire una persona e filmare quel momento at-

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    traverso vari dispositivi. Spesso ci si organizza in gruppo, una parte si oc-cupa dell’aggressione e l’altra si oc-cupa di filmare la scena e diffonderla online.

    • Body shaming: con questa espres-sione ci si riferisce a commenti, vi-deo offensivi, denigrazioni che hanno come argomento il corpo del sogget-to che si vuole colpire. Si mettono in evidenza in maniera denigratoria di-fetti fisici, abbigliamento e abitudini dell’alimentazione.

    • Adescamento, violenze sessuali online, sexting: i minori in questo caso sono sottoposti attraverso la Rete ad episodi di violenza a sfon-do sessuale, che si traducono spesso nell’uso di un linguaggio spinto fino ad arrivare all’adescamento dei mi-nori, da parte di soggetti adulti. Inol-tre in questo caso spesso vengono condivise immagini e video a sfondo pedopornografico.

    • Uso incontrollato dei dati perso-nali: in questo caso i dati dei minori possono essere usati per la creazione di un alter ego digitale (Impersona-tion), per una sostituzione di persona (Masquerade) oppure si può utiliz-zare un’identità fittizia per conquista-re la fiducia di un minore e poi aggi-rarlo (Trikery).

    • Risse virtuali: sono una delle mas-sime espressioni della violenza in Rete. Può avvenire tra coetanei per

    “bullizzare” un solo soggetto, oppure possono essere innescate da parte di adulti, magari sotto una falsa identità per minare la psicologia di un ragaz-zo e spingerlo, indifeso, tra le proprie mani.

    Troppo spesso poi questo tipo di comportamenti sbagliati all’interno del web causano tragici episodi nel-la vita reale, invadendo la psiche dei ragazzi più giovani e distruggendone l’autostima. Non sono pochi i dram-matici fatti di cronaca che riportano notizie di suicidi o tentati suicidi pro-prio a causa di quella frase molesta postata su Facebook o di quel video imbarazzante che gira da ormai trop-po tempo su Youtube.

    6. Il diritto alla privacy, cos’è e come tutelarlo

    Sempre più spesso sentiamo parlare di privacy o del diritto alla riserva-tezza e delle conseguenti regole, ma siamo davvero sicuri di sapere a cosa ci stiamo riferendo? Cerchiamo di far maggior chiarezza sul vero significa-to di questi termini e sulla loro evolu-zione. Per riuscirci dobbiamo partire dalle origini di questi concetti. Quando nasce il concetto di pri-vacy? La sua storia ha origini piutto-sto antiche, infatti nasce a Boston alla fine dell’800, con un saggio intitolato “The right to privacy” (“Le regole sulla privacy”) scritto da due avvo-cati americani. Furono proprio loro

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    CYBERBULLISMO e Web Reputation

    ad elaborare il concetto di “the right to be let alone” (“il diritto ad essere lasciato solo”), diritto fondamentale per godersi serenamente la vita. I due avvocati, infatti, sebbene non fossero nati nel periodo di “Novella 2000”, avevano già intuito l’importanza del-la protezione dei sentimenti, delle emozioni e dei pensieri privati delle singole persone. Nonostante sia passato parecchio tempo dal saggio scritto dai due av-vocati americani, il concetto di pri-vacy non sembra esser cambiato. Ov-viamente con l’avvento del mondo digitale esso si è evoluto e perfezio-nato, ma la sua funzione principale, cioè quella di tutela e di protezione degli individui è rimasta immutata. Infatti, che cos’è la privacy se non il diritto di poter controllare i pro-pri dati (nome, cognome, indirizzo etc.) ed essere consapevoli di poter-li condividere liberamente con per-

    sone, enti e associazioni affidabili, che diventano a loro volta titolari del trattamento delle informazioni rila-sciate, come espressamente stabilito dalla legge sul Diritto alla Privacy 2003/196. Ma cosa intendiamo con la parola “dati personali”? Essi sono tutte le informazioni che identificano una persona in maniera diretta, come ad esempio nome e cognome, o indiret-ta, come il numero di cellulare. Esi-stono poi ulteriori informazioni più specifiche che possono fornire dati idonei a rivelare aspetti delicati della vita privata di ogni singolo individuo, come ad esempio la razza, il credo religioso, l’orientamento politico, lo stato di salute e perfino la vita ses-suale i cosiddetti “Dati Sensibili”. Per i dati sensibili esistono doveri par-ticolari per i titolari del trattamento, specificatamente indicati dalla legge. Bisogna dunque prestare sempre at-tenzione ogni qualvolta effettuiamo un’iscrizione online (e offline) accon-sentendo alle condizioni e alle norma-tive sulla privacy. Se iscrivendoci a un Social Network concediamo ai gestori della piattaforma di usu-fruire dei nostri dati, utilizzando i meccanismi di protezione della pri-vacy, si riusciranno a proteggere gli stessi dati da persone estranee (gli altri utenti del Social Network).Vediamo ora nello specifico come funzionano le impostazioni della pri-vacy sui principali e più utilizzati So-cial Network.

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    • Privacy e segnalazioni suFacebook

    Uno dei Social che viene utilizza-to quotidianamente da adolescenti e adulti è sicuramente Facebook, ma siamo realmente sicuri di sapere come funzionano le impostazioni sulla privacy? Sappiamo davvero tutelarci in maniera adeguata quan-do ci troviamo nel mondo online? E soprattutto siamo a conoscenza di dove trovare le impostazioni giuste per tutelare i nostri dati personali? Per essere sicuri della protezione dei nostri dati è opportuno controllare che le opzioni sulla privacy siano corret-tamente impostate. In alto a destra della schermata blu si trova un’i-cona con un punto interrogativo (?), cliccandoci appare una finestra “centro assistenza” dove si trovano tutte le informazioni necessarie per tutelare i propri dati sensibili. Inoltre, sempre dalla piattaforma, è possibile fare delle segnalazioni a tutti i post o ai contenuti ritenuti non idonei a cir-colare online. Cosa si può segnalare? Dalle molestie al cyberbullismo, da frasi di incitamento all’odio ai con-tenuti offensivi, dal furto di identi-tà all’hackeraggio, dallo spam alla diffusione di informazioni private e infine e possibile segnalare anche eventuali account falsi.

    • Privacy e segnalazioni suInstagram

    Come funziona invece la privacy su Instagram? E dove si trovano le im-postazioni giuste? La tutela dei nostri dati personali è importante anche sul Social Network fotografico, proprio per questo motivo in alto sulla destra si trova la sezione “opzioni”, dove con pochi e semplici click, si posso-no compiere le azioni necessarie per tutelare foto, video o stories postati sulla piattaforma. Oltre a controllare la visibilità del proprio profilo e gli eventuali seguaci, anche in questo caso è possibile segnalare contenu-ti non idonei e bloccare eventuali utenti “fastidiosi”. Una voce della sezione “opzioni” inoltre ci segnala tutti gli utenti che abbiamo bloccato su Instagram nel corso del tempo.

    • Privacy e segnalazioni su Snapchat

    E su Snapchat? Anche qui si può de-cidere da chi si può essere contattati o chi può visualizzare le proprie stories, e modificare le opzioni direttamente dalla piattaforma. Infatti nella sezio-

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    CYBERBULLISMO e Web Reputation

    ne “settings”, in alto sulla destra, si trovano tutti i comandi necessari per impostare correttamente la privacy. I video postati dall’applicazione hanno la particolarità di durare un periodo di tempo limitato, una volta scaduto i contenuti non sono più visibili ai propri contatti e si cancellano in au-tomatico. L’autodistruzione dei nostri post, però, non ci rende al sicuro da eventuali violazioni dei nostri dati sensibili. Cerchiamo quindi di fare sempre attenzione anche quando uti-lizziamo la famosa app del fantasmi-no giallo.

    • Privacy e segnalazioni su ask.fm:

    Questo social è meno noto dei pre-cedenti citati, ma molto utilizzato soprattutto dagli adolescenti. Come funziona Ask.fm? Essa può essere definita una piattaforma digitale di domande e risposte; infatti permette ad ogni utente iscritto di fare una do-manda (anche in forma anonima) e ricevere una risposta in tempo reale. I quesiti poi, possono variare dall’a-micizia al sesso, dalla politica alla cultura, dal calcio al tennis. Il fatto che si possano inviare dei messaggi senza che le altre persone sappiano da parte di chi, rende Ask.fm unico e molto divertente. Questo signifi-ca che è possibile chiedere tutto ciò che si vuole senza provare disagio o imbarazzo. Le persone, infatti, ten-dono ad essere più audaci e oneste quando restano nell’anonimato o

    quando rispondono a una doman-da senza sapere l’identità di chi l’ha fatta. Purtroppo però, proprio a causa dell’anonimato si generano spesso fenomeni di cyberbullismo e il social viene utilizzato il più delle volte proprio come un mezzo digi-tale per scambiarsi insulti, minacce e addirittura istigazioni al suicidio. Proprio per questo motivo il servizio non è destinato ai minori di 13 anni e le impostazioni sulla privacy sono molto rigide e rigorose. Anche su ask.fm è infatti possibile (entrando nella sezione “account” della piattaforma) segnalare un profilo o bloccare una persona evitando così eventuali atti di cyberbullismo.

    • Privacy e segnalazioni suWhatsapp

    Anche la famosa chat di messaggi-stica, utilizzata per condividere foto, video, messaggi, contatti e molto al-tro può essere soggetta a situazioni pericolose o a furto di informazioni da parte di hacker esperti. Proprio per questo motivo difendersi è im-portante e non solo dalle truffe più “sofisticate” ma anche dallo sguardo indiscreto di presunti amici. Andan-do sulle impostazioni della privacy è possibile segnalare o bloccare qualcuno qualora si dimostrasse troppo molesto. Inoltre è possibile sia nascondere l’orario dell’ultimo accesso, per chi non vuole far sape-re quando è effettivamente online sia limitare la visibilità della foto pro-

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    filo per essere sicuri di non correre il rischio che la nostra immagine venga scaricata o utilizzata da chiunque a nostra insaputa sul web.

    • Privacy e segnalazioni suYoutube: il caso Lukas Gym

    Infine anche Youtube tutela la privacy e traccia le linee guida fondamentali per evitare episodi di cyberbullismo

    e violazione di dati personali. Non sono rari i casi di furto di identità, di video che vengono caricati senza il consenso del proprietario, di mi-nacce, molestie o semplicemente di visioni di contenuti inappropriati. Uno degli ultimi episodi di cyberbul-lismo avvenuti all’interno della piat-taforma video si è svolto proprio in Italia coinvolgendo un adolescente di Brescia, Lukas, e i suoi video di suc-cesso su Youtube. Chi è Lukas? Lukas è un ragazzo di

    13 anni, che ha deciso di aprire un canale Youtube dove poter postare i propri video. In poco tempo è riuscito a conquistarsi milioni di iscritti, rice-vendo ogni giorno moltissime visite. Purtroppo però, il successo spesso genera invidia e risentimento. Infat-ti, molti suoi coetanei hanno deciso di insultarlo e minacciarlo all’inter-no della piattaforma. Le minacce sono molto gravi e si rivolgono sia a lui che alla sua famiglia. Il padre

    di Lukas esasperato dalla situazione ha querelato gli aggressori virtuali. Essi non sono rintracciati facilmen-te grazie all’indirizzo IP e in seguito denunciati. Se esiste una sorta di mo-rale nel tragico episodio di Lukas è sicuramente quella di evitare minacce o comportamenti scorretti all’interno del panorama online. Siate intelli-genti! se un video non piace si può tranquillamente skippare e passare a quello successivo, senza inutili insul-ti o minacce virtuali.

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    • Privacy nei videogame

    Un ultimo approfondimento sui me-todi migliori per proteggere la nostra privacy e i nostri dati sensibili merita-no non solo i Social Network che ab-biamo fin qui descritto, ma anche tutti quei giochi di ruolo online con cui abbiamo interagito tutti almeno una volta nella vita. L’utente ha di solito sempre fretta di giocare, e proprio per questo motivo non perde tempo a leggere le lunghissime e noiosissime informazioni sui termini di privacy. Normalmente il giocatore accetta

    immediatamente tutte le condizioni che compaiono sulla schermata del Pc, senza sapere a cosa sta realmente acconsentendo e senza sapere come verranno utilizzati i suoi dati perso-nali. La legge proprio a causa della pericolosità del web, cerca di tutelare il più possibile i giovanissimi, infat-ti i minori di 13 anni non hanno la

    possibilità né di iscriversi né di in-teragire nei giochi di ruolo online.Fate sempre attenzione! Online purtroppo tutto sembra un gioco, ma quando si affrontano con troppa leggerezza questo mondo spesso si mette in pericolo la propria privacy, permettendo inconsapevolmente l’u-tilizzo dei dati personali.

    7. Osservatorio delle garanzie per i minori e dei diritti fondamentali della persona su Internet

    Proprio per proteggere i teenager dal-

    le varie ed eventuali insidie del web (molestie, minacce, istigazione all’o-dio, bullismo o diffusione di conte-nuti offensivi), l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) con la delibera 481/14 ha istituito l’Osservatorio permanente come ulteriore forma di tutela. L’Osserva-torio, infatti, si monitora tutti i dati

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    relativi al comportamento degli uten-ti, sia all’interno dei Social Network, sia su Internet. L’obiettivo princi-pale? Quello di creare un approccio che sia il più possibile coordinato alle diverse problematiche connesse all’utilizzo di Internet e dei Social in generale, verificando l’efficacia delle procedure e le misure adottate dagli operatori. Sempre più spesso, infatti, le attività svolte dall’AGCOM e dai Co.Re.Com (Comitati Regionali per le Comunicazioni) hanno l’obiettivo di attuare vari programmi per tutelare i ragazzi da un uso sbagliato del web. L’online può essere un mondo pe-ricoloso ma non abbiate paura! In questi anni, sono state davvero mol-te le iniziative, le collaborazioni, le campagne e i convegni, che hanno aiutato gli utenti e in particolar modo i minori ad un uso più consapevole di Internet.

    8. Responsabilità penale e conse-guenze dei reati commessi in Rete

    Spesso non si è pienamente consape-voli che anche attraverso il web pos-sono essere commessi dei reati veri e propri e che le conseguenze delle azioni online potrebbero coinvolgere a livello di responsabilità anche le fa-miglie e gli insegnanti. In un futuro nemmeno troppo lontano, il nostro comportamento nel mondo digitale potrebbe avere degli effetti negativi concreti sotto il profilo lavorativo, re-lazionale o affettivo.

    Cerchiamo quindi di fare maggior chiarezza su questo tema e vediamo più nello specifico quali possono es-sere i reati digitali più diffusi:

    • Furto d’identità nei Social Network: Che cos’è?

    È una pratica che consiste nell’en-trare in possesso dei dati personali di un’altra persona (nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, nume-ro di carta di credito, password per eventuali siti online, etc) senza avere alcun permesso e lasciando la vittima ignara dell’acquisizione e della vio-lazione dei propri dati sensibili. Le informazioni personali “rubate” sono poi utilizzate per compiere delle vere e proprie truffe digitali. All’interno dei Social Network è in voga tra i tee-nager, la creazione di identità false di persone famose, come calciatori, can-

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    tanti o politici. Senza particolari dif-ficoltà, infatti, si può aprire un profilo social che abbia un nome molto simi-le a quello della persona nota, pub-blicando le sue foto reperite sul web o messaggi che magari, contrastano i pensieri del derubato. Lo scopo di tale furto è di norma canzonatorio o denigratorio, oppure ha motivazioni sociali e politiche ben più importanti. L’utilizzo di una identità falsa in un Social Network non sempre è consi-derato un reato, ma nel caso che tale identità fosse utilizzata allo scopo di denigrare il personaggio “copiato” o per far credere che lo stesso abbia detto o fatto cose non vere, potrebbe configurarsi come delitto previsto in Italia dall’art.494 del Codice penale.

    • Diffamazione: Commette il reato di diffamazione chiunque offende la reputazione altrui. La falsa idea di nascondersi dietro uno schermo di un pc e quindi dietro un presunto anoni-mato, spinge molti utenti a lasciarsi andare nelle critiche più volgari e nella manifestazione di disappunti e malumori. Tuttavia, lo schermo non protegge chi commette il reato dal-la possibilità di essere rintracciato e denunciato per aver recato danno alla reputazione della vittima. Anche que-sto si configura come reato punibile ai sensi dell’articolo 595 del codice penale.

    • Cyberbullismo: È una forma di bullismo che si svolge online o in chat. Nella pratica, si sviluppa con la

    pubblicazione di commenti negativi, con il mettere in cattiva luce la re-putazione di un coetaneo inventando episodi immorali o, semplicemente evidenziando eventuali disvalo-ri (es. è brutto/a, puzza, veste male, vive in un brutto posto, è stupido, non ha successo con le ragazze/con i ra-gazzi, etc.). Possibili, se non frequen-ti, messaggi atti a terrorizzare (es. se ti incontro ti ammazzo, ti taglio le gomme del motorino, etc.) o per invi-tare a farsi da parte (es. non farti più vedere, sparisci, ammazzati, torna al tuo paese, etc.). Non è un reato ma la somma di tanti delitti. Per riuscire a contrastare il cyberbullismo bisogna sempre denunciare quanto sta acca-dendo ai genitori, o agli insegnanti se nel contesto scolastico e, successiva-mente, alla polizia. A seguito di una denuncia la polizia può intraprendere azioni di ricerca per risalire al respon-sabile/i, mettendo così termine alla violenza virtuale.

    • Istigazione a delinquere: Si veri-fica quando chiunque pubblicamente induce un’altra persona a commettere uno o più reati. Se ad esempio qual-cuno vi spinge a rubare potrà essere punito, sia che voi commettiate il furto o meno. La pena in questi casi aumenta fino a due terzi se il fatto è commesso attraverso strumenti infor-matici o telematici.

    • Responsabilità penale del minoreI minori di 14 anni non sono imputa-bili penalmente. Il minore tra i 14 e

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    i 18 anni è invece secondo la legge, imputabile penalmente. Infatti anche i più giovani, nel pieno delle loro fa-coltà mentali, che commettono atti di bullismo sono ritenuti i diretti re-sponsabili delle loro azioni e pertanto potrebbero essere costretti a subire le conseguenze delle loro azioni delit-tuose. Anche dal punto di vista civile sorgono delle responsabilità che sa-ranno assolte dalle famiglie, qualora si richiedesse il risarcimento del dan-no da parte di chi ha subito gli effetti delle azioni di bullismo o cyberbul-lismo.

    9. Cyberbullismo: cos’è, come di-fendersi, a chi rivolgersi

    Il 29 maggio 2017 finalmente è en-trata in vigore una legge davvero im-portante per contrastare e prevenire i fenomeni di cyberbullismo. Perché è così importante? Cosa cambierà concretamente? Quali sono i punti fondamentali?

    Possiamo dire che la nuova legge ol-

    tre a dare una definizione precisa di cosa sia il cyberbullismo definisce la possibilità di denuncia all’ente gestore. Infatti il minorenne ultra-quattordicenne vittima di episodi di cyberbullismo o in alternativa i suoi genitori, possono rivolgersi al gesto-re del sito Internet o del social media per ottenere provvedimenti di tutela (oscuramento, rimozione del conte-nuto lesivo, blocco di qualsiasi altro dato personale del minore diffuso su Internet). Il titolare del trattamento deve comunicare entro 24 ore di aver ricevuto la segnalazione e di provve-dere dando una risposta nelle succes-sive 48 ore. In caso contrario la vitti-ma del cyberbullismo può rivolgersi direttamente al Garante della Pri-vacy che dovrà agire nelle successive 48 ore. Il minore ultraquattordicenne può anche denunciare o querelare il cyberbullo nelle apposite sedi.

    Questa nuova normativa riconosce anche un ruolo attivo dell’inse-gnante, infatti con Nota Miur 964 del 24-02-2017 è stato individuato in

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    ogni istituzione scolastica di ordine e grado un docente referente per il cyberbullismo. Inoltre da aprile 2018 partirà anche una vera e propria azione di formazione sulle tematiche del bullismo e del cyberbullismo per i docenti referenti. Dove? direttamen-te all’interno della piattaforma digi-tale ELISA www.piattaformaelisa.it (E-learning degli Insegnanti sulle Strategie Antibullismo) progettata in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze.

    Quindi se siete in difficoltà non esitate a parlarne con il docente referente nella vostra scuola! L’in-segnante preposto potrà anche pro-porre l’azione di ammonimento nei confronti del cyberbullo che verrà convocato insieme ad un genitore o a un tutore in Questura dove si esami-nerà la sua colpevolezza analizzando le foto e i video incriminati.Inoltre la Legge n. 71 del 2017 pre-vede anche l’istituzione di un Tavo-lo tecnico coordinato dal MIUR con il compito di redigere un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo, e realizzare un sistema di raccolta di dati finalizzato al monitoraggio dell’evoluzione dei fenomeni e, an-che avvalendosi della collaborazione con la Polizia postale e delle comu-nicazioni e con altre Forze di poli-zia, al controllo dei contenuti per la tutela dei minori. Il piano è integrato con il codice di coregolamentazione per la prevenzione e il contrasto del

    cyberbullismo, a cui devono attenersi gli operatori che forniscono servizi di Social Networking e gli altri operato-ri della Rete Internet.

    A chi rivolgersi?

    Oltre a utilizzare le forme di se-gnalazione direttamente dai Social Network, ci si può sempre rivolgere alla Polizia Postale. Inoltre il Co.Re.Com. Abruzzo (Comitato regionale per le comunicazioni della regione Abruzzo) ha messo a disposizione il progetto “Sportello Web Reputa-tion per i cittadini” per combattere e difendere la reputazione digitale dai rischi della Rete. Nello specifico lo sportello interviene in fattispecie lesive della dignità, dell’immagine realizzate in assenza di consenso e in particolare se:sono stati diffusi nel web video, im-magini, foto, scritti personali o cor-rispondenza senza che il diretto inte-ressato ne fosse al corrente.Sono stati diffusi dati o informazioni personali (nome, cognome, indirizzo, elementi di vita privata) senza che l’interessato ne fosse a conoscenza, sono stati pubblicati sul web articoli, commenti, immagini, video offensi-vi della reputazione, della dignità o dell’immagine della persona interes-sata.Lo sportello è a disposizione di tut-ti i cittadini dell’Abruzzo tramite il portale istituzionale del Co.Re.Com. Abruzzo.

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    COMITATO REGIONALE PER LE COMUNICAZIONI

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    Presidente: Filippo Lucci Mail: [email protected]

    Componenti: Ottaviano Gentile Michela

    Servizio Amministrativo di Supporto alle Autorità IndipendentiDirigente: Michela Leacche

    Responsabile: Annalisa Ianni Tel. 0862/644886

    Personale di ruolo: Paola Apostolo Tel. 0862/644247 Andrea Di Muro Tel. 0862/644748 Sabrina Izzo Tel. 0862/644534 Anna Maria Montagnani Tel. 0862/644457 Roberto Riga Tel. 0862/644472

    Responsabile: Emiliana Di Sabato Tel. 085/69202635

    Personale di ruolo: Elisabetta Rosito Tel. 085/69202658 Daniele Di Girolamo Tel. 085/69202662 Luigia Di Matteo Tel. 085/69202634 Fax. 085/69202661

    800-307640

    Sito web: www.corecomabruzzo.it

    PEC : corec [email protected]

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    Le funzioni del Co.Re.Com. possono essere distinte in funzioni proprie e funzioni delegate.

    corecom abruzzocomitato regionale per le comunicazioni

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