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1 Parte seconda I servizi di finanziamento Corso di Tecnica Bancaria. Anno 2007-2008 Prof. Roberto Malavasi

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Parte seconda

I servizi di

finanziamento

Corso di Tecnica Bancaria. Anno 2007-2008

Prof. Roberto Malavasi

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In questa parte …. I servizi di finanziamento

I prestiti bancari e l’efficienza allocativa

Il rischio di credito: gli strumenti di analisi

Le fasi del processo di affidamento

La gestione del rischio a livello di portafoglio

Il rapporto banca-impresa

I prestiti per cassa

I crediti di firma e gli impegni

I servizi di finanziamento mobiliare

I servizi di corporate finance

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I servizi di I servizi di finanziamentofinanziamento

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Classificazione dei fabbisogni finanziari e dei servizi bancari

La banca è una impresa di servizi, multiprodottomultiprodotto, con un’elevata

integrazione verticale che opera contestualmente su numerosi mercati.

Identificheremo normalmente il prodottoprodotto con il totale dell’attivo di bilanciototale dell’attivo di bilancio,

che esprime il volume complessivo dei rapporti finanziari intrattenuti dalla

banca con la clientela e con altri intermediari.

La natura del servizio bancario fa preferire una classificazione legata alla tipologia di bisogno

finanziario espresso dalla clientela. In questa accezione, il risultato della produzione bancaria

può essere individuato nella creazione di pacchetti–prodotto composti da un insieme di

attività finanziarie e di servizi, fortemente modulabili in relazione alle esigenze del cliente.

Possiamo distinguere tre grandi aree di servizitre grandi aree di servizi (modificato)

Servizi di finanziamento

Servizi di investimento

Servizi di pagamento

Nell’ambito delle tre aree di servizi è poi individuabile una pluralità di prodotti, in relazione ai processi di innovazione finanziaria e di diversificazione dell’attività bancaria, e come risposta all’allargamento dei bisogni della clientela e alla sua maggiore sofisticazione finanziaria

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I servizi di finanziamento si propongono di soddisfare il fabbisogno

finanziario delle imprese e delle famiglie.

In particolare, il ricorso al finanziamento bancario da parte delle

imprese va considerato come il risultato di duedue fattori gestionali:

I servizi di finanziamento

Il primo deriva dalle caratteristiche del caratteristiche del

processo produttivoprocesso produttivo e dalla necessità di un dato

investimento in fattori produttivi

Il secondo riguarda il fabbisogno derivante dalle decisioni di decisioni di

finanziamentofinanziamento e, più in generale, le decisioni inerenti il grado di grado di

indebitamentoindebitamento e la composizione composizione delle differenti fonti finanziariedelle differenti fonti finanziarie

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La banca soddisfa i bisogni di finanziamento attraverso differenti modalità. Una prima distinzione importante dell’intervento bancario riguarda …

… l’offerta di servizi di finanziamento,

che comportano l’erogazione di fondi o

l’impegno futuro a erogare fondi da un

lato …..

…. e l’offerta di servizi finanziari orientati al supporto dell’emissione, della sottoscrizione e del collocamento dei titoli dell’impresa, nonché di servizi di consulenza alle decisioni finanziarie, dall’altro.

Questa categoria di servizi comprende

molteplici operazioni di finanziamento,

legate alla concessione di prestiti per prestiti per

cassacassa, all’offerta di garanzieall’offerta di garanzie e

all’acquisizione di valori mobiliariall’acquisizione di valori mobiliari

emessi dai prenditori di fondi.

Questa categoria di servizi riguarda tutte le

attività di assistenza alle decisioni finanziarie

dell’impresa in ordine al ricorso al mercato

mobiliare e, più in generale, alle decisioni

relative alla struttura finanziaria oppure

all’intervento in qualità di elementi di

collegamento – integrazione fra soggetti che

hanno bisogni finanziari opposti.

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I prestiti bancari e I prestiti bancari e

l’efficienza allocatival’efficienza allocativa

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I prestiti bancari e l’efficienza allocativa

Le ragioni della centralità dei prestiti nell’attività bancaria vanno ricercate nelle seguenti circostanze.

I prestiti bancari costituiscono la principale e più importante fonte di copertura del fabbisogno finanziario esterno delle imprese; questa fonte, per sua natura, è di rapido accesso e, soprattutto, è flessibile

I prestiti sono il tramite più efficace per l’avvio delle “relazioni di clientela” dalla cui intensificazione dipendono, fra l’altro, anche le opportunità di sviluppo delle dimensioni di una banca (moltiplicatore dei depositi) e della sua attività di intermediazione

I prestiti rappresentano l’elemento fondamentale che giustifica, in generale, l’esistenza degli intermediari. Una parte del finanziamento esterno delle imprese non può che essere assicurata da quegli intermediari che garantiscono una informazione di tipo riservato

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• L’azione di supplenza del mercato mobiliare non può mai

essere completa e assoluta, sia perché tale mercato non

è strutturalmente in grado di soddisfare tutti i tipi di

fabbisogno finanziario delle aziende, sia perché nella

pratica i canali distributivi dei prodotti finanziari, compresi

quelli tipici del mercato mobiliare, sono accentrati nelle

mani delle banche; per cui l’efficienza dello stesso

mercato e le possibilità di svolgere al meglio le funzioni

richieste dipendono in larga parte dall’efficienza del

sistema bancario.

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Su questo mercato (prestiti) perdono peso i gruppi bancari di grandi

dimensione, ma crescono le banche che hanno un forte radicamento nel

territorio

Il collegamento di questa parte rilevante del sistema bancario (grandi

gruppi) con il finanziamento delle imprese, anche di piccola e media

dimensione, avverrà quindi – molto più di quanto avvenuto in passato ,

anche se è molto difficile fare previsioni quantitative in materia – mediante

la sottoscrizione dei titoli emessi dalle banche che rimarranno invece

fortemente impegnate nel credito e che faranno un ricorso sempre più

ampio alla cartolarizzazione del credito medesimo, mediante la

sottoscrizione di altri titoli – in primis quelli di tipo obbligazionario,

generalmente denominati bond – che le imprese emetteranno

singolarmente o in pool e mediante la sottoscrizione dei titoli emessi dalla

banca o dagli intermediari finanziari non bancari Impegnati a vario titolo nel

mondo imprenditoriale

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Il problema fondamentale dell’attività di prestito è duplice: da un lato,

valutare la capacità di rimborso del singolo debitorevalutare la capacità di rimborso del singolo debitore (dunque il rischio associato

alla singola operazione che può trasformarsi in perdita per la banca); dall’altro

realizzare la migliore combinazione possibile di operazionimigliore combinazione possibile di operazioni, tenendo conto della

relazione rischio – rendimento di ciascuna di esse.

Questi due elementi definiscono i due aspetti fondamentalidue aspetti fondamentali dell’attività di

prestito di una banca:

La valutazione del rischio

della singola operazione

(selezione dei prestiti)

La costruzione del portafoglio prestiti nel suo complesso (politica dei prestiti), composta a

sua volta dalla decisione sulla dimensione del portafoglio e dalla distribuzione al suo interno

fra le singole operazioni (aspetti della diversificazione, della ripartizione e del

frazionamento dei fidi).

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La valutazione del rischio è sostanzialmente un problema di trattamento delle informazioni disponibili e va a costituire il nucleo centrale del criterio di valutazione dei fidi adottato da ciascuna banca, il quale si esplica nelle due seguenti fasi:

Il rischio del singolo prestito, una volta valutato ed assunto, può essere gestito; si può cioè decidere se mantenerlo, perché si integra efficacemente col portafoglio prestiti posseduto, o trasferirlo (con la securitisation o col ricorso ai credit derivatives) qualora le sue caratteristiche non coincidano con le combinazioni rischio-rendimento desiderate.

Screening Prima della concessione del prestito viene

effettuata la selezione della domande di

credito da soddisfare

MonitoringDurante la vita del prestito, consiste

nell’azione di sorveglianza che accompagna il prestito stesso

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La quantità e la qualità delle informazioni disponibili dipendono ovviamente:

1) da molti fattori di natura istituzionale (l’attendibilità dell’informazione contabile disponibile; la disponibilità dell’impresa a fornire informazioni di tipo riservato ecc.),

2) dalle modalità specifiche che assume il rapporto banca-impresa e dall’intensità del rapporto di clientela che lega la seconda alla prima.

Le relazioni di clientela (customer relationship) indicano l’esistenza di un rapporto d’affari

tra banca e cliente dal quale prende avvio uno scambio intenso e completo che si

estendende ad una molteplicità di servizi bancari.

Si possono così realizzare numerosi benefici per i contraenti, fra i quali i più importanti sono

la stabilizzazione del costo dei finanziamenti per l’impresa e l’accesso alle informazioni

riservate per la banca; questi benefici, infine, possono trasformarsi in altrettanti incentivi

affinché il rapporto permanga nel tempo e si estenda a tutti i servizi possibili. (concetto di

relationship banking)

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• La composizione del portafoglio prestiti secondo la categoria di aziende beneficiarie, la forma tecnica, la scadenza e la denominazione dell’unità di conto, dipende dalle scelte aziendali in relazione, da un lato, alle dimensione e alla struttura organizzativa della banca, dall’altro lato, alle caratteristiche della domanda di credito espressa dai mercati in cui la banca opera

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Il rischio di credito: Il rischio di credito: gli strumenti di gli strumenti di

analisianalisi

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Il rischio di credito: gli strumenti di analisi

L’attività di prestito espone la banca a rischi di perdita – parziale o totale – del capitale prestato in caso

di insolvenza definitiva del debitore (rischio economico) o costi finanziari dovuti a tensioni impreviste

nella gestione della liquidità, a seguito di ritardi nei pagamenti di capitale o interessi alle scadenze

convenute (rischio finanziario). La congiunzione tra rischio economico e rischio finanziario concorre a

determinare la qualità dei prestiti, secondo una scala che in ordine decrescente comprende prestiti vivi,

partite incagliate, sofferenze e dubbi esiti. Rispetto alla valutazione, assunzione e gestione del rischio

cinquecinque sono le fasi nelle quali avviene l’elaborazione, da parte della banca, delle opportune

informazioni:Selezione delle iniziative da finanziare (definizione del rating interno)

Definizione del tasso. Il tasso praticato viene definito in base al rischio sopportato (rating assegnato), della redditività attesa sul capitale di rischio assorbito dal prestito, nonché dei costi finanziari e operativi connessi all’operazione;

Gestione e monitoraggio (ovvero controllo e revisione periodica dei rapporti);

Gestione di portafoglio

Decisione di affidamento e scelta della struttura tecnica

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La prima fase della valutazione del rischio coincide in larga misura con la tradizionale istruttoria di fido. L’assegnazione di un rating sintetizza il rischio percepito dalla banca

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Risk costingUn approccio possibile potrebbe essere quello di approssimare il costo del rischio al tasso di perdita atteso sulla specifica operazione

= Prodotto tra …

Probabilità di insolvenza media del debitore data la sua classe di rating

X

Tasso di perdita in caso di insovenza

Il tasso praticato deve non solo assicurare la copertura delle perdite possibili, ma

anche tenere in considerazione il costo della provvista necessaria per

l’erogazione del prestito, i costi operativi sostenuti e, naturalmente, le condizioni

praticate dalla concorrenza.

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Risk monitoring Il monitoraggio riguarda almeno duedue diversi profili

La modalità di utilizzo dei crediti concessi

Il verificarsi di ritardi nei pagamenti degli interessi

e/o del capitale.

La fase di risk monitoring ha l’obiettivo di verificare il permanere delle

condizioni di affidabilità del debitore cha hanno in precedenza portato alla

concessione dell’affidamento.

Il rischio di credito viene infine gestito a livello di portafoglio attraverso la

diversificazione settoriale e geografica delle operazioni e le tecniche di

ripartizione e frazionamento dei rischi.

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Le fasi del processo Le fasi del processo di affidamentodi affidamento

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L’istruttoria di fidoCon il termine fido ci si riferisce sia all’impegno, assunto dalla banca, di mettere una somma di denaro a disposizione del cliente o di assumere o garantire per suo conto un’obbligazione, sia all’importo massimo di credito (risultato della decisione di affidamento assunta dagli organi competenti) che la banca è disponibile a concedere in qualsiasi forma tecnica.

Il fido

L’istruttoria di fido presenta due dimensioni fondamentali

La valutazione della capacità di credito del richiedente

La verifica della compatibilità della richiesta di affidamento presentata con gli obiettivi della banca in termini di dimensione e di composizione del portafoglio prestiti.

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La valutazione della capacità di credito del richiedente, ovvero la

valutazione dei fidi, altro non è che l’analisi del rischio economico e

finanziario effettuata con criteri statici o dinamici, a seconda della

natura delle informazioni di base considerate.

Le procedure di valutazione e il loro grado di dettaglio dipendono

dalle caratteristiche della clientela richiedente.

Nel caso di prestiti di piccole dimensioni, e specialmente nel credito

al consumo, è crescente il ricorso a modelli di credit scoring.

La presenza di garanzie accessorie, reali o personali, non modifica

le condizioni di rischio dell’operazione, ma può contribuire a rendere

più facile il recupero del capitale e a superare i limiti connessi alla

situazione di imperfetta informazione gravante sulla banca

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Il processo di rating delle imprese Rispetto al passato, il rischio di credito è affrontato con modelli più

sofisticati in grado di garantire oggettività del metodo di misurazione e gestione, a cui si affianca il patrimonio di esperienza valutativa già presente nelle strutture di gestione del rischio. È proprio la componente umana soggettiva che spesso consente ai modelli formali di gestione di raggiungere l’obiettivo di una più efficace valutazione del rischio di credito.

La prima conseguenza di una migliore misurazione del rischio si riflette in un più adeguato pricing dei prestiti ed una migliore allocazione del capitale, entrambi elementi cruciali per la redditività delle banca. Oltre ai vantaggi in termini gestionali e di redditività interna, la migliore misurazione dei rischi ne consente anche una migliore allocazione su mercati domestici ed esteri.

La miglior misurazione si traduce altresì in una migliore diversificazione contribuendo ulteriormente alla riduzione della rischiosità complessiva e quindi, in ultima istanza, garantendo una maggiore stabilità dell’intero sistema finanziario.

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Un sistema di rating richiede la definizione di un processo documentabile per la collocazione della clientela o dei prestiti in classi di differente rischiosità. A ciascuna di questi classi viene attribuita una differente probabilità di insolvenza che esprime e misura il rischio di credito associato. Il default è legato ad un evento che rende la posizione del creditore esposta a rischi di probabili perdite.

L’insolvenza

Il nuovo approccio basato sui rating interni scompone la definizione di default in duedue componenti

EDF o PD = expected default frequency o probabilità di insolvenza = è la probabilità

che si verifichi l’evento in questione

LGD = loss given default = è la perdita in caso di default

Il tasso di perdita atteso viene allora definito come …

ELR (expected loss rate) =

EDF X LGD

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Il sistema di rating interno nasce con lo scopo di

classificare in differenti livelli di rischio la clientela o le

singole operazioni di prestito aggiungendo all’approccio

tradizionale una migliore scomposizione del rischio nelle

sue componenti fondamentali.

L’attribuzione di un valore di rischiosità (rating) può

essere effettuata con vari “strumenti” tra cui:

Sistemi di scoring Sistemi esperti

Valutazioni soggettive Modelli di previsione del rischio di insolvenza e di perdita

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Gli elementi oggetto di rating possono essere

sia i debitori (borrower ratingborrower rating) sia le singole

operazioni (facility ratingfacility rating).

Pur riconoscendo un’elevata importanza al

borrower rating, almeno in una prima fase si

preferisce generalmente concentrarsi sul facility

rating.

Metodologie di classificazione

Le valutazioni effettuate per attribuire un rating ad una data posizione, ad un dato

prenditore, si modificano al trascorrere del tempo. Questo significa che posizioni che oggi

presentano un dato rating possono registrare negli anni successivi variazioni che necessità

di essere vigilate.

Matrici di migrazione

Le matrici di migrazione, o di transazione, descrivono come le posizioni con un dato rating evolvono da un anno all’altro.Le matrici di migrazione basate sull’utilizzo di rating interni consentono inoltre di focalizzare assai rapidamente l’evoluzione del portafoglio crediti lungo i diversi anni e di conseguenza adottare le politiche più appropriate.

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Il rischio richiede un pricing specifico in funzione del

rendimento atteso dagli azionisti sul capitale

investito, che a sua volta dipende dalla rischiosità

complessiva.

Considerando che il prezzo deve coprire il costo

della provvista (funding), della perdita attesa e del

capitale economico assorbito per la perdita

inattesa, la presenza del rating interno permette

almeno di definire livelli di tassi di riferimento sotto i

quali può essere inopportuno concedere credito.

Il ruolo dei rating interni nella gestione

E’ il binomio tasso – rating a determinare le operazioni meritevoli di affidamento

Le eventuali garanzie, e altri elementi di strutturazione del prestito, possono ridurre la rischiosità del prestito, ma non svolgono più un ruolo di componente per modificare il tasso in quanto il loro effetto è già stato precedentemente computato nella variabile rischio espressa dal rating.

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La decisione di affidamento e la scelta della forma tecnica

Completata l’istruttoria e assegnato il rating al debitore, si procede alla decisione di affidamento.

Chi decide l’affidamento ?

Le competenze decisionali relative alla concessione dei prestiti sono fissate dallo statuto e dagli ordinamenti interni di ciascuna banca e la loro articolazione varia, da istituto e istituto, in funzione delle caratteristiche, strutturali e funzionali (obiettivi, dimensione aziendale, ampiezza della rete di sportelli, struttura organizzativa, qualità e grado di preparazione dei quadri aziendali), proprie di ciascuna banca.

Quali forme tecniche ?

Per quanto riguarda le forme tecniche del prestito, la decisione di affidamento deve tenere in considerazione sia le esigenze di gestione dell’impresa richiedente, sia i riflessi che tale scelta determina sulla gestione della banca (implicazioni economiche e finanziarie derivanti da: possibilità di controllo della capacità di credito, scadenza, grado di trasferibilità, procedure di recupero coattivo, variabilità o meno dei tassi di interesse e delle altre condizioni di prezzo).

La presenza di garanzie, soprattutto se di natura reale, può facilitare la decisione di affidamento in quanto il rating dell’operazione (facility rating) risulta generalmente migliore di quello del debitore (borrower

rating).

In relazione ai rischi economici, assumono rilievo gli effetti che le strutture tecniche esercitano sulla capacità della banca di adeguare alle mutevoli situazioni di mercato il divario fra i tassi attivi e passivi negoziati. Sotto questo profilo, le valutazioni sono riferite ai diversi margini di elasticità insiti nella scadenza e nelle modalità di determinazione dei tassi di interesse attivi. Per quanto concerne il rischio finanziario, si fa riferimento al contributo che le strutture tecniche offrono per il mantenimento dell’equilibrio fra entrate e uscite monetarie. Tale contributo differisce secondo la scadenza, le modalità di utilizzo e di rimborso e le condizioni di trasferibilità

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Il monitoraggio e l’azione di recupero

Come abbiamo detto in precedenza il monitoraggio dei fidi in essere riguarda almeno due diversi profili: la modalità di utilizzo dei crediti concessi e il verificarsi di ritardi nei rimborsi.

Il primo profilo è particolarmente rilevante per forme tecniche di prestito “a utilizzo non integralea utilizzo non integrale” come le aperture di credito in conto corrente a scadenza indeterminata.

Il secondo risulta invece di particolare importanza per le forme tecniche “a utilizzo integrale” come le operazioni di mutuo o le anticipazioni a scadenza fissa.

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La gestione del La gestione del

rischio a livello di rischio a livello di

portafoglioportafoglio

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La gestione del rischio a livello di portafoglio

Il rischio di ciascun credito deve essere valutato assieme a quello degli altri crediti erogati ed è individuabile nel contributo marginale del

nuovo credito al rischio complessivo del portafoglio.

Rischio complessivo di

portafoglio

Non dipende soltanto dal rischio di insolvenza di ciascun debitore considerato isolatamente, ma anche dalla misura in cui la capacità di rimborso di ognuno di essi è influenzata dall’andamento economico generale, ovvero dalla misura in cui la solvibilità di ogni debitore è correlata con quella degli altri.

Anzi, al crescere del frazionamento dei rischi, si dimostra che la componente importante è solo la correlazione tra le capacità di rimborso dei

debitori

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Pertanto un portafoglio di prestiti tende ad avere

rendimenti più stabili (meno variabili) di quelli di ciascun

prestito considerato singolarmente.

La ragione di questo risultato sta nel fatto che le capacità

di rimborso dei differenti prenditori sono influenzate in

maniera differente dai medesimi “eventi”.

Pertanto la valutazione delle nuove operazioni dovrebbe

concentrarsi sul rischio marginale della singola

operazione, cioè sul rischio addizionale che il

finanziamento genera per il portafoglio prestiti della

banca.

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Sfortunatamente la misurazione dei coefficienti di correlazione tra i singoli

prestiti pone problemi metodologici e pratici non ancora del tutto risolti. Pur

non essendo possibile l’esatta quantificazione del rischio sistematico di

ciascuna operazione, la banca dispone ugualmente di regole di

comportamento utili a ridurre il rischio del proprio portafoglio prestiti.

A tale processo si fa riferimento nella dottrina aziendale con il termine di

frazionamento del rischio. Il frazionamento del rischio a livello di portafoglio

avviene con riferimento alle seguenti quattroquattro direttrici:

Diversificazione

Per classi di importo dei fidi

Per settori industriali di appartenenza degli affidati

Geografica delle operazioni

Per forme tecniche delle operazioni

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Il rapporto banca Il rapporto banca impresaimpresa

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Il rapporto banca impresaI principi sui quali si fonda l’operazione creditizia (e dai quali derivano i criteri per giudicare l’equilibrio del rapporto fra la banca e l’impresa) possono essere riassunti nella:

Capacità di rimborso …

.. e nell’individuazione

della natura dei fabbisogni finanziari.

è ormai consolidato il principio che la stessa deve provenire dal cash-flow della gestione corrente; questo principio consente di collegare la capacità di credito con quella di reddito e sottolinea la rilevanza dell’unitarietà della gestione; inoltre, consente di eliminare quelle condizioni che, pur consentendo il rimborso (sostituzione di debiti, smobilizzo di attività), non soddisfano appieno alla necessità dell’equilibrio nel rapporto.

La chiara individuazione della natura del fabbisogno finanziario assume rilievo perché consente di “ritagliare” l’intervento sulle esigenze reali dell’impresa. Anche se non si possono istituire relazioni dirette fra singole operazioni di investimento e di finanziamento (si finanziano imprese e non singole operazioni), si deve comunque valutare l’impatto delle operazioni nella globalità dei flussi finanziari propri dell’impresa e “disegnare” l’intervento creditizio avendo cura di far corrispondere in modo appropriato fabbisogni e copertura.

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L’accento sulla natura propria del fabbisogno va oltre la distinzione fra credito alla produzione e credito agli investimenti, divenuta una discriminante troppo generica, che evoca una specializzazione per scadenze degli intermediari ormai da tempo superata anche nei fatti.

Il che significa in sostanza che, sotto un profilo statico, è possibile valutare il rispetto di questo principio semplicemente confrontando la struttura dell’attivo e del passivo patrimoniali dell’impresa; una buona approssimazione dell’equilibrio è rappresentata dall’esistenza e dalla dinamica del capitale circolante netto e di altri indicatori, quali il margine di struttura e la tesoreria.

Alla valutazione della natura dei fabbisogni deve poter corrispondere l’opportunità di modulare l’intervento secondo le necessità individuate (dal finanziamento del circolante fino agli opportuni interventi sul capitale netto), procurando di mantenere sempre un certo grado di “flessibilità” alla struttura finanziaria, necessario per poter far fronte agli eventi imprevisti, o poter profittare di congiunture favorevoli per modificare o ridurre il mix di finanziamenti.

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Distinzione dei ruoli tra finanziato e finanziatore

Deve porsi in posizione critica nei confronti dei progetti di investimento ed evidenziarne

tutti i possibili punti di debolezza

Ciò contribuisce a selezionare le iniziative migliori sotto i profili economici e finanziari

(redditi attesi e flussi previsti) ed assicura così l’efficiente allocazione delle risorse.

L’attitudine ad effettuare un’analisi completa ed approfondita della capacità di credito, è un fattore in grado di migliorare la “qualità” del rapporto con l’impresa

(percezione della professionalità e maggiore consapevolezza nelle scelte), e rappresenta la base più solida per avviare quelle relazioni di clientela di lungo periodo

che consentono di superare al meglio le inefficienze informative.

Nel nostro Paese, il rapporto banca-impresa è ancora caratterizzato da una sostanziale debolezza e, dunque, è suscettibile di una necessaria riqualificazione. Alla radice della debolezza di tale rapporto vi sono sia i modelli di finanziamento prevalenti delle imprese, sbilanciati verso l’indebitamento, sia quelli proprietari,

improntati ad una sostanziale chiusura verso il mercato.

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I prestiti per cassaI prestiti per cassa

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I prestiti per cassaI prestiti per cassa

Definizioneoperazioni di finanziamento contraddistinte dall’esistenza di due contrapposte prestazioni aventi per oggetto somme di denaro, finalizzate alla copertura del fabbisogno finanziario della clientela

I prestiti per cassa comprendono un insieme composito di operazioni contraddistinte da caratteristiche tecniche diverse riguardanti soprattutto…

Le modalità di utilizzo del credito da parte del beneficiario

Le conseguenti prestazioni a carico della banca

I termini di rimborso nominali ed effettivi

Le garanzie che presidiano l’operazione

I criteri seguiti nella determinazione del prezzo del prestito

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Intimamente connessa al processo di creazione del prestito è la

fase produttiva di valutazione dei progetti da finanziare e della

capacità dell’impresa di rimborsare i finanziamenti ottenuti.

Pertanto, prioritaria rispetto alla definizione delle specifiche

caratteristiche contrattuali assunte dal finanziamento bancario è la

determinazione, da parte della banca, dell’ammontare dei fondi

monetari da metter a disposizione del prenditore.

E’ questa la fase produttiva dei servizi di finanziamento,

rappresentata dalla valutazione della capacità finanziaria del cliente

di far fronte ai propri impegni di rimborso del capitale e degli

interessi, da cui consegue l’ individuazione della massima quantità massima quantità

di creditodi credito - il fido – da mettere a disposizione delle esigenze di

finanziamento del cliente.

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Il fido, a sua volta … .. può sostanziarsi in un’ articolazione più o

meno ampia di forme tecniche di utilizzo della

somma messa a disposizione del cliente e ciò

in relazione alle sue particolari esigenze e alle

preferenze di erogazione manifestate dalla

banca.

Profili tecnici ed economici con cui classificareclassificare i prestiti per cassa

Presenza o meno di una precisa finalizzazione del prestito

Per prestiti finalizzati si intendono quelle forme tecniche di finanziamento che coprono il fabbisogno finanziario dell’impresa che origina da particolari e individuabili forme di investimento in capitale circolante. Ne sono un esempio le diverse forme tecniche di smobilizzo dei crediti commerciali dell’impresa (ad esempio anticipi su effetti, anticipi su fatture, su ricevute bancarie ecc.) a cui la prassi bancaria attribuisce la caratteristica di autoliquidabilità, e cioè la possibilità di poter essere estinte in relazione all’adempimento dell’obbligazione sottostante l’operazione commerciale. L’esistenza di un operatore terzo legato da un rapporto commerciale con l’impresa affidata, può ridurre ma non eliminare il rischio dell’operazione di finanziamento;

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I prestiti per cassaI prestiti per cassa

Profili tecnici ed economici con cui classificareclassificare i prestiti per cassa

Maggiore o minore grado di rischio

Un secondo criterio di classificazione aggrega le diverse forme tecniche di prestito in categorie omogenee di rischio, collegando il rischio di credito sopportato dalla banca alla maggiore o minore discrezionalità nell’utilizzo del credito da parte dell’affidato. Da questo punto di vista, è possibile individuare tre tipologie di operazioni:

Crediti in bianco o non garantiti

Operazioni a base controllata

Operazioni a base garantita

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I prestiti per cassaI prestiti per cassa

Crediti in bianco o non garantiti

Operazioni a base controllata

Operazioni a base garantita

Si tratta di forme tecniche di credito rotativo e a utilizzo discrezionale del fido accordato, soggette a revisioni unilaterali delle condizioni di tasso e a revoca (con rientro in pochi giorni) da parte della banca. Sono riconducibili allo scoperto di conto corrente e alle strutture tecniche ad esso assimilabili (finanziamenti all’importazione, in euro o in valuta, finanziamenti in divisa senza vincolo di destinazione, operazioni di <<denaro caldo>>).

Si riferiscono a operazioni nelle quali l’utilizzo del credito è subordinato alla presentazione di effetti o documenti rappresentativi di crediti non ancora scaduti (sconto di cambiali e accettazioni, anticipi salvo buon fine su effetti e fatture, smobilizzo di portafoglio, anticipi all’esportazione in euro, e finanziamenti all’esportazione in valuta). Sebbene anche le operazioni a base controllata possano assumere il carattere del credito rotativo, la discrezionalità nell’utilizzo risulta inferiore, in quanto condizionata dalla disponibilità di crediti da smobilizzare.

Si tratta di operazioni a utilizzo integrale del credito concesso. Coincidono con le forme cosiddette “strutturate”, cioè con le operazioni di prestito a medio-lungo termine e con quelle assistite da garanzie reali: includono pertanto i mutui, le anticipazioni su pegno di titoli, crediti o merci, e più in generale, le operazioni che comportano erogazioni in un’unica soluzione e modalità di utilizzo che, nella maggior parte dei casi, non hanno carattere rotativo; fa eccezione l’anticipazione in conto corrente.

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Profili tecnici ed economici con cui classificareclassificare i prestiti per cassa

A secondo della loro scadenza = a breve o

a medio-lungo termine

E’ questa una distinzione che si collega alla durata dei fabbisogni finanziari

delle imprese, anche se, dal punto di vista strettamente concettuale, l’insieme

dei finanziamenti, a breve o a medio-lungo termine, concorre unitariamente a

soddisfare le diverse esigenze di finanziamento delle imprese.

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Secondo un approccio di tecnica bancaria che si propone di far

corrispondere le forme tecniche di finanziamento con la natura temporale

del fabbisogno finanziario del debitore, i prestiti a breve termine vanno

generalmente indirizzati a coprire fabbisogni finanziari delle imprese che

originano da investimenti in capitale d’esercizio, nella forma di scorte e di

crediti commerciali concessi.

Vi figurano pertanto finanziamenti caratterizzati da una stretta congiunzione

con i servizi di incasso e pagamento offerti dalle banche.

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Si pensi soprattutto alla forma tecnica dell’apertura di credito in

conto corrente, che consente al beneficiario di effettuare

prelevamenti e rimborsi a valere sulla disponibilità originaria del

credito ottenuto, con una flessibilità dettata dalle specifiche

esigenze di pagamento, così come degli incassi verificatisi nel corso

di un determinato periodo.

In questo caso, al servizio di copertura del fabbisogno finanziario si

sovrappongono i servizi di pagamento offerti al cliente per agevolare

la sua gestione di cassa.

Per la banca ciò comporta la possibilità di ricavi nella forma di interessi attivi, di commissioni sulle operazioni di pagamento e di ricavi impliciti derivanti

dall’intervallo temporale che differenzia la disponibilità dei fondi per la banca e per il cliente (gioco delle valutegioco delle valute).

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I prestiti bancari concorrono in via complementare con le

altre forme di prestito e con i capitali propri alla copertura

del complessivo fabbisogno finanziario delle imprese.

Essi erano tipicamente concessi con scadenza a breve

ovvero a tempo indeterminato fino a revoca, ed erano

pertanto diretti a finanziare per tempi brevi gli squilibri nei

flussi di cassa delle imprese.

La durata breve delle operazioni esame e implicitamente

la capacità dell’impresa di assicurare il rimborso a

scadenza convenuta si lega principalmente alle seguenti

circostanze:

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1) Formazione di un flusso netto positivo di cassa derivante dalla successione delle entrate e delle uscite monetarie prodotte dalla gestione caratteristica

2) Dismissione di attività finanziarie o reali che, negoziate sui relativi mercati, consentono di acquisire mezzi monetari in modo autonomo dall’andamento dei flussi di cassa della gestione caratteristica, senza comprometterne tuttavia il corretto andamento

3) Possibilità di ottenere da altre banche o intermediari finanziari prestiti sostitutivi di quelli giunti a scadenza, ovvero di effettuare emissioni di titoli di debito o di capitale il cui netto ricavo sia destinato al rimborso dei prestiti in precedenza contratti

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Con le forme tecniche a medio-lungo terminemedio-lungo termine la banca soddisfa

invece le esigenze delle imprese connesse soprattutto a politiche

investimento in capitale fisso (immobili, impianti, macchinari) o a

politiche di crescita esterna effettuate attraverso l’acquisizione di

altre unità economiche.

Si tratta pertanto di interventi finanziari che comportano

generalmente per la banca una approfondita analisi della gestione

dell’impresa e che, conseguentemente, richiedono una valutazione

puntuale della validità, sotto il profilo reddituale e finanziario, dei

progetti di investimento attuati dalle imprese.

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• Data la durata tipica delle operazioni negoziate e dato quindi il loro più alto rischio rispetto ai prestiti a breve (le previsioni sulla capacità di rimborso del cliente diventano in effetti, a parità di altre condizioni, tanto più incerte quanto più lunga è la scadenza del prestito), oltre al normale rapporto fiduciario è indispensabile che il cliente si in grado di offrire garanzie collaterali, come l’ipoteca su beni mobili o immobili per destinazione, del tipo impianti e macchinari, per cercare in qualche modo di ridurre il rischio

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I crediti di firma e gli impegni

Nell’ambito delle operazioni di finanziamento rientrano anche gli impegni patrimoniali

che la banca si assume, garantendo, con la propria firma, un’obbligazione di un

proprio cliente.

E’ questa la categoria dei crediti di firmacrediti di firma che, pur non comportando normalmente

una prestazione di tipo monetario immediato, implicano tuttavia una esposizione del

patrimonio della banca al rischio di adempiere l’obbligazione del cliente, nell’ipotesi

che questo si riveli insolvente alla scadenza.

Per la banca, tale forma di finanziamento rappresenta un modo di assistere il cliente,

anche nella propria copertura finanziaria senza che essa debba ricercare

direttamente i fondi sul mercato dei depositi.

Tra le motivazioni alla base del rilascio di crediti di firma da parte della banca vi

possono essere la garanzia di obbligazioni connesse alla partecipazione dell’impresa

a gare e appalti, la garanzia per il buon fine di transazioni commerciali, soprattutto nel

commercio internazionale, la sostituzione di depositi cauzionali con lettere di impegno

della banca di adempiere all’obbligazione.

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Le operazioni fuori bilancio

Le operazioni fuori bilancio (off-balance nella terminologia anglosassone) pur impegnando patrimonialmente, in forme diverse, la banca che le svolge, non alimentano alcuna voce dell’attivo o del passivo dello stato patrimoniale.

Esse sono riconducibili a quattro tipologie fondamentali:

I crediti di firma

I contratti derivati

Alcune forme di raccolta indiretta

Gli impegni a erogare crediti

L’espressione “fuori bilancio”, per identificare tali operazioni, deriva peraltro da una sorta di tradizione, non essendo in senso stretto corretta. Infatti, in realtà le operazioni in esame sono senz’altro presenti in bilancio: nel conto economico attraverso componenti di reddito ad esse collegate, nella nota integrativa nelle diverse sezioni informative per loro espressamente previste, sotto la linea dello stato patrimoniale ove le norme lo dispongano.

Il lettore del bilancio è pertanto senz’altro in grado di valutare il tipo di impegno della banca nei comparti di attività sopra citati

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Le garanzie prestate dalla banca sotto forma di crediti di firma (nelle forme

tecniche tipiche della fideiussione, dell’avallo, e dell’accettazione) in primo

luogo alimentano il conto economico alla voce commissioni attive, essendo

questa la veste che assume la remunerazione stabilita tra cliente e banca

per la garanzia prestata da quest’ultima

Se il debitore garantito non onora gli impegni assunti, come noto la banca

interviene con risorse proprie e le voci di stato patrimoniale riflettono tale

intervento.

Se invece il credito di firma va a buon fine, l’operazione trova in bilancio una

rappresentazione particolare. In primo luogo, alla chiusura dell’esercizio i

crediti della specie sono espressi sotto la linea nello stato patrimoniale (in

particolare dopo il totale dell’attivo) alla voce “garanzie rilasciate”.

In nota integrativa è inoltre richiesto un dettaglio particolare: la banca deve

infatti segnalare il valore dei crediti di firma di tipo commerciale, di tipo

finanziario e il valore delle attività eventualmente costituite in garanzia,

come avviene in presenza di ipoteche o di pegni.

In lingua inglese, operazioni come quella citata sono definite “contingent

liabilities”

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Gli strumenti derivati

Gli strumenti derivati fanno parte delle operazioni a termine (forward contracts). Sono obblighi contrattuali che possono o meno tradursi in prestazioni effettive, in relazione al verificarsi di determinati eventi: per questo motivo sono anche definiti contingent claims.

Questi strumenti sono chiamati derivati in quanto la valorizzazione dei diritti contrattuali in essi incorporati trae origine dalla dinamica di altre variabili sottostanti, generalmente contratti finanziari diversi a struttura più semplice, di solito oggetto di scambio sul mercato a pronti: titoli, valute, indici azionari

Gli strumenti derivati possono essere trattati su mercati organizzati, ovvero Over the counter (OTC). Nel primo caso i contratti sono standardizzati e la negoziazione avviene secondo regole precise, volte a tutelare i partecipanti al mercato e a garantirne la liquidità. Nel caso delle negoziazioni OTC, invece, non esiste una struttura di mercato regolamentata e i contratti non sono standardizzati

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La funzione dei mercati a termine, su cui sono trattati i derivati, non è quella dell’investimento o disinvestimento in un determinato bene, come nel caso dei mercati a pronti, bensì la gestione del rischio finanziario, ovvero la speculazione.

L’utilizzo degli strumenti derivati è infatti in primo luogo funzionale alla copertura dai rischi derivanti da oscillazioni nel prezzo delle attività finanziarie sottostanti (hedging). La copertura riguarda il rischio di cambio, il rischio di interesse e il rischio di variazione dei prezzi azionari.

I derivati possono essere utilizzati anche con finalità puramente speculative, quando non hanno l’obiettivo di coprire posizioni preesistenti nelle attività finanziarie sottostanti; in tal caso vengono aperte posizioni in derivati, sulla base delle previsioni effettuate sull’andamento dei tassi di cambio, di quelli di interesse, oppure dei corsi azionari.

Infine sono utilizzati per arbitraggi, per trarre vantaggio da condizioni di prezzo sui mercati a pronti di uno strumento finanziario, differenti rispetto a quelle sui mercati a termine

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Gli strumenti finanziari derivati si suddividono in:

Financial futures

Opzioni

Swaps

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I contratti derivati (opzioni, futures,e swap) alimentano il conto

economico attraverso il risultato delle relative operazioni

In particolare, ove queste ultime siano di tipo speculativo (chiamate

dalla normativa di negoziazione) nel caso cioè in cui la banca

assuma una posizione aperta, al rialzo o al ribasso rispetto al

prezzo della attività sottostante, la voce di conto economico

interessata è quella già citata dei profitti/perdite da operazioni

finanziarie.

Se invece la banca pone in essere operazioni su contratti derivati

con finalità di copertura dai rischi, il risultato di queste ultime

alimenta la corrispondente voce positiva o negativa.

Per esempio, nel caso di un asset swap che modifichi il profilo dei

flussi di interessi attivi (da fissi a variabili o viceversa), il risultato

dell’operazione, qualunque sia il suo seno, corregge la voce

“interessi attivi” del conto economico.

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Le principali forme tecniche di raccolta indiretta a cui la banca può fare

ricorso, tipicamente le gestioni individuali di patrimonio e i titoli della

clientela posti nei dossier a custodia e amministrazione, sono operazioni

fuori bilancio, rappresentate contabilmente in modo analogo alle operazioni

sui contratti derivati

Infatti, da un lato, le commissioni attive incassate dalla banca per il servizio

prestato alimentano il conto economico. Dall’altro lato, alla chiusura

dell’esercizio il valore della attività di terzi, separatamente per quelle in

gestione o in custodia/amministrazione, deve essere indicato in nota

integrativa, consentendo al lettore del bilancio di valutare in prima

approssimazione il grado di impegno della banca nei servizi in esame

Infine, una quarta categoria di operazioni che, sulla base di quanto detto,

possono essere chiamate fuori bilancio, sono quelle relative agli impegni

irrevocabili da parte della banca a erogare un finanziamento su richiesta del

cliente (cosiddetti “lending commitment”): in questo caso la banca rende

noto che non ha ancora effettivamente erogato il credito ma che è pronta a

farlo immediatamente se il cliente lo richiede e solo in questo caso ci sarà

un’effettiva erogazione per cassa

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I servizi di finanziamento mobiliare

Il finanziamento bancario può avvenire, in alternativa ai prestiti, nella forma di acquisizione di valori mobiliari emessi dal debitore.

Sottoscrivendo i titoli, la banca non dà luogo, a differenze

dell’erogazione di prestiti, alla creazione di un’attività finanziaria

“modellata” sulle esigenze finanziarie del debitore, ma acquisisce

invece un contratto con caratteristiche tecnico-economiche

standard, che è suscettibile di negoziazione sul mercato

secondario dei titoli (azioni, obbligazioni, cambiali finanziarie ecc.).

L’impersonalità del titolo riduce il contributo che la banca può offrire nel soddisfare le specifiche esigenze finanziarie del prenditore, con ciò limitando anche le possibilità di guadagno connesse all’attività di finanziamento.

Aumenta tuttavia la flessibilità con cui la banca può gestire i propri impieghi e, in particolare, si accresce il grado di liquidità dell’attivo in relazione alla possibilità di smobilizzare i titoli sul mercato, contenendo i costi di transazione.

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Dipende dalla tipologia contrattuale alla base del finanziamento mobiliare

Assunzione di rischio creditizio

Nel caso il finanziamento dia luogo alla stipulazione

di un contratto di debitocontratto di debito, il buon fine dell’operazione

dipende naturalmente dalla situazione economica e

finanziaria del prenditore di fondi, ma la remunerazione

del finanziatore è definita contrattualmente in modo

indipendente dai risultati di gestione realizzati dal

debitore.

Così, l’acquisizione di titoli obbligazionari di emittenti

pubblici e privati da parte della banca implicano una

sostanziale separazione tra l’andamento della

situazione economica del debitore e la remunerazione

del capitale prestato, che è tipica dei contratti di debito

Un rapporto molto più stretto, e con evidenti

diversità per l’assunzione di rischio della

banca, è quello determinato dall’acquisizione

di partecipazione al capitalepartecipazione al capitale azionario di

un’impresa.

Il contratto di partecipazione determina

infatti un coinvolgimento dell’investitore nella

gestione economica e amministrativa

dell’impresa che, nel caso sia la banca ad

acquisire lo status di azionista, non può non

riflettersi sul suo sistema di valutazione e di

finanziamento dell’emittente.

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I servizi di corporate finance

attività finalizzate a soddisfare un bisogno di assistenza richiesta dall’impresa in

relazione alle proprie decisioni di struttura e di gestione finanziariadecisioni di struttura e di gestione finanziaria.

Corporate financeIn termini generali = l’area di decisioni di impresa

relative al ricorso ai mercati per la copertura del

proprio fabbisogno finanziario

A tale riguardo, con il servizio di consulenza e promozione (originating), la banca offre

consulenza all’impresa emittente relativamente all’individuazione dei bisogni finanziari e

dei benefici che quest’ultima è in grado di ottenere attraverso il ricorso al mercato. Tale servizio può includere l’individuazione della quota di fabbisogno finanziario da

coprire attraverso l’emissione di titoli, la scelta degli strumenti finanziari oggetto

dell’emissione, la definizione dei tempi e delle modalità tecniche della quotazione

(prezzi, tipo di offerta al pubblico ecc.).

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Quando il fabbisogno finanziario dell’impresa origina da decisioni di

fusione o acquisizioni di altre imprese (M&AM&A = mergers and

acquisitions), la banca può intervenire offrendo assistenza nella

ricerca delle soluzioni finanziarie più idonee a sostenere la crescita

esterna dell’impresa.

E’ questa l’area di servizi finanziari generalmente identificata con la

finanza straordinaria.

In un’accezione più allargata di corporate finance è poi possibile

ricomprendere anche quei servizi di consulenza non strettamente

associati ad operazioni straordinarie, o all’emissione di valori

mobiliari, e che possono riguardare invece la gestione della

tesoreria, la scelta del mix di finanziamenti , la consulenza al ricorso

a fonti di finanziamento agevolate, ecc.