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Università di Roma Tor Vergata- Scienze della Nutrizione Umana
Corso di Biochimica della Nutrizione -
A.A. 2013-2014
1- NUTRIENTI 2- CARBOIDRATI u Struttura u Funzioni u Fonti alimentari u Digestione e assorbimento u Metabolismo del glucosio u Metabolismo del fruttosio e del galattosio u Intolleranze
NUTRIENTI sono sostanze chimiche contenute negli alimenti necessarie per la vita, e la crescita, mantenimento e riparo dei tessuti dell’organismo
CARBOIDRATI MACRONUTRIENTI richiesti in grande quantità PROTEINE LIPIDI
VITAMINE MICRONUTRIENTI richiesti in piccole quantità (mg o ug) MINERALI
ACQUA ALTRI COMPONENTI NON ESSENZIALI ma associati a diminuito rischio di malattia incluse malattie cardiovascolari.
Carotenoidi Fitosteroli Fibra alimentare Polifenoli Altri fitochimici
MACRONUTRIENTI: carboidrati, lipidi, amminoacidi o proteine formati per la maggior parte da sei elementi Carbonio C la capacità del carbonio di formare legami C-C covalenti, che originano catene estese e composti ciclici permette la formazione di miriadi di composti (non esistono catene di N o di O). Ogni legame costituisce una piccola riserva di energia, permettendo pertanto alle molecole organiche di servire da fonta di energia per il nostro organismo Idrogeno H Ossigeno O Azoto N Fosforo P Zolfo S
C, H, O, N costituiscono il circa l’88% del nostro peso secco cioè acqua esclusa. Questi elementi sono presenti nel nostro corpo (uomo di 65 kg) in circa 11 kg di proteine, 10 kg di lipidi e 0,6 kg di carboidrati
(da rapporto C:H:O = 1:2:1 Cn(H2O)n
o
Glucidi (poiché alcuni sono dolci)
o
Saccaridi
I carboidrati hanno diverse funzioni
Metabolica (glucosio, fruttosio, amido)
Strutturale cellulosa (piante) chitina (esoscheletro insetti e crostacei) glicosamminoglicani (tessuti connettivi)
Informazione e riconoscimento
glicoproteine di membrana (gruppi sanguigni) Anticoagulante (eparina) Eliminazione epatica di composti lipofili
(acido glucuronico)
Un glucide, da un punto di vista chimico, è il derivato aldeidico o chetonico di un alcol polivalente
In base a questa definizione la molecola deve essere formata da
almeno tre atomi di carbonio.
gliceraldeide diossiacetone
CLASSIFICAZIONE dei MONOSACCARIDI NUMERO di ATOMI di CARBONIO (in genere 3-7) 3 atomi di C – triosi
gliceraldeide e diossiacetone: intermedi metabolici 5 atomi di C: pentosi ribosio: nei nucletidi, nel DNA 6 atomi di C: esosi glucosio, fruttosio, galattosio - importanza alimentare ALDOSI e CHETOSI glucosio-fruttosio Desinenza –osio oppure –ulosio Es. ribosio e ribulosio
CH2OH H H
H H
H
OH
OH OH HO
O1
2 3 4
5 6
C O
H C OH CH2OH
CH2OH
HO C H H C OH
1 2 3 4 5 6
HOCH2
H 1
6
5 H
OH 4
H
HO 3
2 CH2OH
O OH
Fruttosio (Fru) ANOMERI α – β legame emiacetalico del C
carbonilico anomerico
forme interconvertibili (forma aperta di transizione in
soluzione: 0,02%)
H C OH
H C OH CH2OH
C O H
HO C H H C OH
1 2 3 4 5 6
CH2OH H H
H
H
H
OH
O OH HO
O
23
4
5
6
C 1H
forma alfa
forma beta
H H H
H
H
OH OH OH HO
O 1
2 3 4
5 CH2OH 6
β-‐ D(+)-‐glucosio
D(+)-‐glucosio (abbreviazione Glc)
ANOMERI e struttura ciclica
β-‐ D(+)-‐glucosio
Il gruppo -‐OH del C in posizione 1 deriva dal gruppo aldeidico ed ha pertanto reaEvità diversa dagli -‐OH alcolici legaG agli altri atomi di C (gruppo riducente). È coinvolto nel legame emiacetalico intramolecolare (legame fra -‐CHO in posizione 1 ed -‐OH in posizione 5). Legame alfa o beta. E’ anche coinvolto nell’ulteriore legame acetalico intermolecolare fra il C1 del primo monosaccaride ed il C (in genere C4 oppure C6) del monosaccaride successivo.
ANOMERI α – β forme interconvertibili nei monosaccaridi liberi ma NON nei loro derivati polimerici
EPIMERI differiscono per la configurazione dei gruppi –OH e –H
glucosio - mannosio C3 glucosio – galattosio (abbreviazione Gal) C4,
H C OH
H C OH CH2OH
C O H
HO C H H C OH
1 2 3 4 5 6
H C OH
H C OH CH2OH
C O H
HO C H HO - C - H
1 2 3 4 5 6
CLASSIFICAZIONE dei CARBOIDRATI
MONOSACCARIDE o unità monomerica può polimerizzare a dare:
DISACCARIDI in alimentazione col termine ZUCCHERI (SUGARS) si fa comunemente riferimento a disaccaridi e monosaccaridi -‐ Glc, Fru, Gal e alcoli derivaG, in accordo a FAO (Food & Agricolture OrganizaGon) e WHO (World Health OrganizaGon) LaLosio -‐ zucchero del laSe Saccarosio -‐ zucchero di canna Maltosio -‐ scissione dell’amido Cellobiosio -‐ scissione della cellulosa
OLIGOSACCARIDI (3-‐9 unità) in vegetali; legaP a glicoproteine a differenza di proteine ed acidi nucleici, sempre lineari, i polimeri di glucidi possono essere lineari o ramificaG
POLISACCARIDI Amido (amilopecGna ramificata + amilosio lineare) alimentare Glicogeno (ramificato) riserva di glucosio nell’uomo Cellulosa (lineare) struSurale nelle piante Acido ialuronico (lineare) struSurale nell’uomo
HOCH2 H
O 6
1
2 H
OH 3
H
HO 4
5 CH2OH
O CH2OH
H H
H
H
OH
OH
O 1
2 3
4 5 6
HO H
CH2OH H H
H
H H
OH
OH O
O 1
2 3
4 5 6 CH2OH
H H H
OH
OH
OH H
O 1
2 3
4 5 6
H
O
HO
CH2OH
H H H
H
H
OH OH OH
O 1
2 3
4
5 6 CH2OH
H H H
H
H
OH OH
OH HO
O 1
2 3
4
5 6
O H H
H
H
H
OH
OH HO
O 1
2 3
4
5 6
H H H
H
OH
OH OH
O 1
2 3
4
5
6
H
+ H2O +
CH2OH CH2OH
legame β(1g4)
legame α(1g4)
Legame acetalico o legame glicosidico
SACCAROSIO Glc (α1à 2β) Fru
MALTOSIO
CELLOBIOSIO
Legame fra i due carboni anomerici
Il legame alfa-glicosidico comporta un ripiegamento nella struttura e si trova nei polisaccaridi di riserva ( amido, glicogeno).
Il legame beta-glicosidico porta ad una forma lineare e si trova nei polimeri con funzione strutturale quali cellulosa (piante), chitina (esoscheletro di insetti e crostacei), acido ialuronico (connettivo)
CELLULOSA polimero lineare del glucosio unito da legami beta 1->4
le unità di glucosio sono alternativamente ruotate di 180°
struttura lineare stabilizzata da legami H
POLISACCARIDI
Fibra più diffusa nel mondo vegetale e si trova nelle pareti cellulari con funzione di sostegno
cellulosa amilosio polimeri lineari
Amilopectina
polimero ramificato
AMIDO (starch) riserva di glucosio nei vegetali = amilosio + amilopectina AMILOSIO: polimero lineare del glucosio unito da legami alfa 1->4 1.500 – 6.000 unità AMILOPECTINA: polimero ramificato del glucosio unito da legami α 1->4 e α 1->6 (milioni di unità)
O
CH2OH
H H H
H
H
OH
OH O
O
1
2 3
4
5 6 CH2
H H H
H
OH
OH O
O
1
2 3
4
5 6
H
CH2OH
H H H
H
OH
OH O
O
1
2 3
4
5
6
H CH2OH
H H H
H
H
OH
OH O
O
1
2 3
4
5 6
O
CH2OH
H H H
H
H
OH
OH O
O
1
2 3
4
5 6 CH2OH
H H H
H
H
OH
OH O
O
1
2 3
4
5 6
legame α(1g6)
legame α(1g4)
POLISACCARIDI RAMIFICATI
AMILOPECTINA: ramificazioni lunghe 20-25 unità di glucosio
GLICOGENO: riserva di glucosio nell’uomo (fegato e muscolo scheletrico) più ramificato dell’amilopectina – 8- 14 residui per ramificazione
DERIVATI DI MONOSACCARIDI PER RIDUZIONE Alcoli poliossidrilici o Alditoli (gusto dolce) sorbitolo (dal glucosio; l’accumulo provoca danni quali la cataraSa) xilitolo (dolcificante gomme da masGcare, menGne) ribitolo (componente della riboflavina o vitamina B2) PER OSSIDAZIONE
Acidi aldonici: per ossidazione del C1 acido gluconico (per ciclizzazione interna formano laSoni -‐ vedi via dei pentosi fosfa4)
Acidi uronici per ossidazione del C6 acido glucuronico -‐ nella struSura proteoglicani conneEvali; -‐ legato a composG lipofili per la loro eliminazione tramite la bile
(bilirubina, farmaci)
DEOSSI ZUCCHERI 2-‐deossi-‐ribosio (nel DNA)
ESTERI FOSFORICI (intermedi metabolici)
AMMINOZUCCHERI glucosammina (GlcN), galaSosammina (GalN), NaceGl-‐glucosammina (GlcNAc)
CH2OH
H H
H
H H
OH
OH
OH HO 1
23
4
5
6 O
CH2OH
H H
H H
H
NH2
OH
OH HO 1
23
4
5
6 O
glucosammina Il gruppo amminico -‐NH2 sosGtuisce -‐OH in posizione 2.
N-acetilglucosammina Il gruppo -‐NH2 può ulteriormente legare un gruppo aceGle (-‐CO-‐CH3) con legame carboammidico:-‐NH-‐CO-‐CH3
glucosio COO-
H H
H H
H
OH
OH
OH HO 1
23
4
5
6 O acido glucuronico
GlcAc
CH2OH
H H
H
H H
HN-C-CH3
OH
OH HO 1
23
4
5
6 O
II O
CHITINA esoscheletro di inse8, crostacei polimero di GlcNAc legato da legami β1→ 4
FONTI ALIMENTARI
Comprende sia i carboidraG naturalmente presenP negli alimenG che quelli aggiunP durante la preparazione di alimenG e bevande. La maggior parte di zuccheri aggiunP si trova nei succhi di fruSa, bibite, dolci, caramelle.
glucosio e fruttosio naturalmente presenti in piccole quantità in miele e frutta
Dal 1970, in USA l’industria alimentare ha sostituito zuccheri raffinati (saccarosio, da canna o da barbabietola) con monosaccaridi a più basso costo, prodotti da amido di mais. In USA (2005) costituisce il 50% dei dolcificanti; in Europa meno diffuso
Corn syrup 100% glucosio
High-fructose corn syrup - sciroppo di glucosio-fruttosio (HFCS, in genere circa 50% glucosio e 50 % fruttosio, come nel saccarosio. Vari tipi con contenuto in fruttosio del 40-90%). HFCS-55 (55% fruttosio) – nelle bevande (soft drinks) HFCS-42 (42% fruttosio) – dolci, gelati, yoghurt, succhi Amido idrolizzato a glucosio , che viene poi parzialmente conver4to in
fru=osio a=raverso una isomerizzazione enzima4ca. Basso costo, alto potere dolcificante, buona lavorabilità
FONTI ALIMENTARI di MONOSACCARIDI
FruLa: fruSosio 0,1-‐7,4 g/100g saccarosio: 0,1 – 5,2 g/100g
Miele fruSosio 41,8g/100g glucosio 34,6g/100g
lattosio = galattosio + glucosio - legame β 1à4 sintetizzato dalla ghiandola mammaria dei mammiferi; per cui latte e derivati sono la sola fonte di lattosio nel latte umano ≅ 6,5 g/100 ml - nel latte vaccino ≅ 4,5 g lattosio/100 ml
saccarosio = glucosio + fruttosio - legame Glc alfa1 à β 2 Fru
(usato come dolcificante e conservante) Nelle etichette, per zucchero si intende saccarosio
In piccole quantità maltosio = glucosio + glucosio – legame α 1à 4
(piccole quantità in grano ed orzo ed in alimenti lavorati in seguito ad idrolisi dell’amido)
trealosio = glucosio + glucosio - legame α 1à α 1)
(presente in lieviti, funghi, crostacei di mare)
in accordo a FAO (Food & Agricolture OrganizaGon) e WHO (World Health OrganizaGon), col termine ZUCCHERI (SUGARS) si fa comunemente riferimento a disaccaridi e monosaccaridi -‐ Glc, Fru, Gal e alcoli derivaG,
FONTI ALIMENTARI di DISACCARIDI
AMIDO: sintetizzato dalle piante, con funzione di riserva di energia; accumulato in semi, tuberi, radici e alcuni frutti
Assunto dall’uomo con alimenti quali cereali (mais, frumento, riso, orzo), legumi, patate, carote, alcuni frutti (banana verde) Formato da due famiglie di polimeri in proporzione variabile a seconda delle fonti 20-30% di amilosio 70-80% di amilopectina
FONTI ALIMENTARI di POLISACCARIDI
I vegetali (frutta, verdura, alimenti integrali) contengono oligosaccaridi e polisaccaridi non importanti quali nutrienti in quanto resistenti alla digestione, a causa della mancanza nell’organismo di enzimi in grado di idrolizzare il legame glicosidico fra i monomeri. Alcuni sono usati dall’industria alimentare come additivi o emulsionanti. Potrebbero comunque avere effetti benefici sulla salute: entrano a far parte della cosidetta FIBRA ALIMENTARE,, in parte fermentabile dai batteri nel colon.
ALTRI OLIGOSACCARIDI e POLISACCARIDI ALIMENTARI
Oligosaccaridi. Stachiosio, raffinosio nei legumi (formati da saccarosio legato ad unità di alfa galattosio)
Polisaccaridi Cellulosa (nei cereali integrali, legumi, verdure, frutta) Emicellulosa formata da pentosi ed esosi
(parete cellulare) (nei cereali integrali, legumi, verdure, frutta) Inulina: polimero di fruttosio con legame β 2à1 (legumi, carciofo, cicoria, cipolla) Pectine: alte quantità di acido galatturonico e glucuronico; formano gel in soluzione (buccia di molti frutti) Gomme. Formate da mannosio e galattosio (legumi, crusca d’avena)
ALTRI OLIGOSACCARIDI e POLISACCARIDI ALIMENTARI
DERIVATI ALCOLICI non possono essere definiti zuccheri ma considerati carboidrati
dalla legislazione europea
ProdoE da sintesi anche se in piccole quanGtà naturalmente presenG in fruSa e vegetali
DerivaP da monosaccaridi xilitolo, sorbitolo, mannitolo DerivaP da disaccaridi laEtolo, malGtolo DerivaP da polisaccaridi Idrolisato d’amido idrogenato
UsaP come dolcificanP dall’industria alimentare. I prodoE (caramelle, gomme da masGcare, bibite, ) che contengono alcoli al posto di zucchero o sciroppo d’amido possono essere eGcheSaG come “privi di zucchero”. Sono prodoE a basso tenore calorico in quanto sono meno assorbiG degli zuccheri; e pertanto hanno ridoSo apporto calorico e bassa risposta glicemica; inoltre sono meno cariogeni.
Diventano substrato della microflora presente nel colon.
Il loro scarso assorbimento può portare a diarrea osmoGca; sulla eGcheSa “un eccessivo consumo può avere effeLo lassaPvo”
VALORE ENERGETICO DEI CARBOIDRATI
CarboidraG: può variare tra 3,7– 4,2 kcal/g (negli amidi più digeribili) Ma viene assegnato un valore energePco di 4 kcal/g (17 kJ/g) per decreto legislaGvo 16 feb 1993 n. 77 che regola l’eGcheSatura nutrizionale dei prodoE alimentari Il valore energeGco della fibra può variare tra 0-‐2,3 kcal/g ( dalla fermentazione si formano acidi aceGco, propionico, buGrrico metabolizzaG dall’organismo) FAO/WHO hanno stabilito 2 kcal/g di fibra alimentare Il valore calorico di derivaP alcolici può variare tra 0-‐2,3 kcal/g ; per l’eGcheSatura la CE ha assegnato un valore standard di 2,3 kcal/g ( in USA assegnato sulla base del composto usato)
DIGESTIONE e
ASSORBIMENTO
generalità
Il nutriente per essere utilizzato deve prima subire i processi di - DIGESTIONE polimero g monomero - per scissione idrolitica - ASSORBIMENTO
lume intestinale g enterocita g circolo (sangue, linfa)
MALASSORBIMENTO
Difetti digestione /assorbimento
DIGESTIONE BOCCA saliva: digestione amido (α-amilasi) STOMACO digestione proteine (e trigliceridi) - HCl - zimogeni ed enzimi (pepsinogeno, lipasi gastrica) - fattore intrinseco (assorbimento vitamina B12)
INTESTINO TENUE digestione proteine, carboidrati, lipidi Ø bile - funzione digestiva, HCO3
-, sali biliari - funzione escretoria (sostanze lipofile, quali pigmenti biliari, farmaci)
Ø secrezione pancreatica: HCO3-, zimogeni ed enzimi
COLON fermentazione batterica
DIGESTIONE BOCCA saliva: digestione amido (α-amilasi) STOMACO digestione proteine (e trigliceridi) assorbimento di alcune sostanze (alcol)
Succo gastrico contiene
- HCl (tramite pompa H+/K+ ATPasi, nelle cellule parietali) • denaturare proteine allimentari • attivare pepsinogeno in pepsina e per l’attvità della pepsina • protezione da microganismi introdotti dal cavo orale e distrutti dal basso pH • assorbimento del ferro (facilità Fe+3 -> Fe+2 forma solubile)
- fattore intrinseco (glicoproteina necessaria per assorbimento intestinale vit. B12) dalle cellule parietali
- zimogeni ed enzimi : pepsinogeno e lipasi gastrica (dalle cellule principali)
INTESTINO TENUE digestione proteine, carboidrati, lipidi Ø bile - funzione digestiva, HCO3
-, sali biliari
- funzione escretoria (sostanze lipofile, quali pigmenti biliari, farmaci)
Ø secrezione pancreatica: HCO3-, zimogeni ed enzimi
Ø enterociti: ectoenzimi alfa-glicosidasi, beta glicosidasi, peptidasi hanno il sito attivo all’esterno nel lume intestinale e sono ancorati alla membrana dell’enterocita da una porzione idrofobica
COLON fermentazione batterica di sostanze non digerite ed assorbite con produzione di acidi organici ( ac acetico, propionico, butirric) e gas ( idrogeno, metano, anidride carbonica) Riassorbimento acqua ed elettroliti
ASSORBIMENTO (tramite Enterocita)
Diffusione ( ac grassi a corta catena; acetico, propionico, butirrico, alcol)
Diffusione facilitata (secondo gradiente)
Trasporto attivo (contro gradiente)
Endocitosi (proteine) – esocitosi (chilomicroni)
Trasporto paracellulare (tight junction: pori di 8 Å nel duodeno, di 4 Å nell’ileo)
Enterociti: rapido ricambio con vita media di 72 h Hanno attivo metabolismo: ² captazione di nutrienti dall’intestino e dal circolo per il proprio sostentamento ² metabolismo dei nutrienti importati prima dell’esporto in circolo: es. assemblaggio dei chilomicroni
Ü secrezione conseguenze
—————————————————————————
HCl Ü assorbimento ferro (anemia)
fattore intrinseco Ü assorbimento vit B12
sali biliari Ü assorbimento lipidi e vit liposolubili
enzimi pancreatici Ü digestione di tutti gli alimenti
ALTERAZIONI
DIGESTIONE e
ASSORBIMENTO dei
CARBOIDRATI
α-amilasi salivare α-amilasi pancreatica sono endoglicosidasi: idrolizzano il legame α1¦4
amilopectina legame α1¦4 e α1¦6
amiloso legame α1¦4
AMIDO
maltosio G–G maltotrioso G–G–G
POLISACCARIDI
Cellulosa: l’uomo non sintetizza enzimi in gradi di idrolizzare il legame Glc (β1¦4) Glc
α destrina G–G
G–G–G
idrolizzati da enzimi sintetizzati dall’enterocita e siti sulla membrana plasmatica dell’enterocita, con il sito attivo esposto
all’esterno verso il lume intestinale α -‐glicosidasi maltasi scinde legame Glc (α1¦4) Glc saccarasi scinde legame Glc (α1¦2) Fru isomaltasi scinde legame Glc (α1¦6) Glc
β-‐galaLosidasi
la0asi scinde legame Gal (β1¦4) Glc
DISACCARIDI OLIGOSACCARIDI prodoE dalla digesGone dell’amido
l’amido nella sua forma naGva si trova in granuli, in una struSura altamente organizzata e stabile alla idratazione e alla digesGone.
L’amilopectina si trova prevalentemente nella parte esterna del granulo. Le catene laterali dell’amilopectina si impacchettano in eliche parallele sinistrorse unite da legami H
La struttura, composizione e grandezza varia nelle fonti: più grandi in tuberi e radici rispetto ai cereali
L’amido della patate è particolare perché contiene gruppi fosfato legati covalentemente agli atomi di carbonio C3 e C6
Durante la cottura, con il calore (> 55°C) e in eccesso di acqua, va incontro ad un processo di transizione ad una struttura disorganizzata durante il quale si rompe il granulo e si forma una miscela di polimeri in soluzione: tale processo di idratazione prende il nome di gelatinizzazione. Questo processo rende l’amido digeribile La digeribilità dipende dalla grandezza del granulo, dalla sua organizzazione e pertanto dalla fonte alimentare.
Amido Resistente (alla digestione) amido inaccessibile agli enzimi digestivi; fermentato nel colon dalla flora batterica
la matrice dell’alimento influenza la disponibilità dell’amido, come in legumi e cereali parzialmente macinaG
banana verde (conGene poca acqua < 20-‐30%); diventa digeribile con la coSura -‐ alimenG ricchi in amiloso, coE e raffreddaG (patate – invece rapidamente digeribili nello stato di gel) -‐ elevata temperatura (corn flakes) -‐ pane raffermo
1. fisicamente inaccessibile 2. naPvo, non gelaPnizzato 3. retrogradazione Col tempo le catene di amilosio ed in minor misura quelle di amilopecGna tendono a riallinearsi e riaggregarsi via legami H, in conformazione resistente agli enzimi Tale processo è deSo retrogradazione
Biosintesi del lattosio concentrazione del lattosio nel latte: 5% nel latte vaccino, 7% nel latte materno (fornisce al lattante 40% calorie)
UDP-Gal + glucosio UDP + lattosio
UDP galattosil transferasi
α-lattalbumina
UDP-Gal + zucchero UDP + zucchero-Gal
UDP galattosil transferasi
la transferasi trasferisce il Gal su catene glucidiche nella biosintesi di glicosamminoglicani e glicoproteine
nell’allattamento, nella ghiandola mammaria viene sintetizzata, per azione dell’ormone prolattina, la α-lattalbumina che rende specifica la transferasi per il glucosio, trasformandola nella lattosio sintetasi
Intolleranza alimentare è dovuta ad una carenza enzimatica Intolleranza al lattosio: l’espressione della lattasi cala dopo i due anni; sintomi di carenza in genere da 4 – 6 anni. Polimorfismo genetico porta ad ampia variabilità etnica e individuale
Fenotipo “non persistente”: nell’ adulto diminisce all’1-5%. Stato ancestrale, è la norma nei mammiferi e nell’uomo (per cui improprio parlare di carenza). Si calcola 70% della popolazione mondiale Quasi 100% Asiatici e Indiani d’America, 80% neri d’America, 50-80% Ispanici Non presentano necessariamente sintomi di intolleranza se l’assunzione di lattosio è bassa; es. latte nel tè)
Fenotipo “persistente”: alti livelli nell’adulto. Carattere dominante (nell’eterozigote metà attività di lattasi è sufficiente per la digestione del lattosio) popolazioni nord Europa (Scandinavia, Irlanda, Inghilterra, Paesi Bassi, Germania, - Danesi 97% di persistenza) popolazioni nomadi Africa e Arabia settentrionale e centrale - per favorire assorbimento di calcio nei popoli nordici; - nelle zone aride il latte è fonte di acqua
Contenuto in lattosio - g/100 gr di alimento
Latte di mucca 4,5 - 4,7 Latte pretrattato “delattosato” 0,5 Latte in polvere 35 (scremato 50) Yoghurt 3,1 - 3,3 Ricotta di pecora 3,2 (vaccina 4) Mozzarella, Crescenza, 1,5 – 2 Burro 0,5 - 1 Gorgonzola, Parmigiano, Pecorino (formaggi stagionati) assente
distensione parete intestinale e aumento della peristalsi
lattosio: fermentato dalla flora intestinale
malassorbimento di altri nutrienti
richiamo di liquidi per effetto osmotico diarrea
produzione di acidi organici e gas tra cui H2
Breath Test
Sintomi dell’intolleranza
TRASPORTO ATTIVO contro gradiente cotrasportatore Na+/glucosio SGLT intestino, rene (per il riassorbimento)
TRASPORTO MEDIATO secondo gradiente trasportatori del glucosio GLUT tutti i tessuti
ASSORBIMENTO dei MONOSACCARIDI
GLUT2
GLUT5
SGL T
Na+/K+-ATPasi
mem
bran
a ba
so-la
tera
le
mem
bran
a ap
ical
e
Glc
Gal
Na+
Fru assorbiti max 50
g in una dose singola
enterocita
glicemia dopo digiuno notturno ~ 5 mM (80 mg/dL) 3,5 mM (digiuno prolungato) 7,2 mM (ricco pasto glucidico) glicosuria 9-10 mM Metabolismo glucidico regolato da ormoni insulina: ipoglicemizzante glucagone, cortisolo, adrenalina: iperglicemizzanti
GLUT proteine di trasporto di glucosio aSraverso la membrana Trasporto bidirezionale, indipendente da ATP
DESTINO METABOLICO DEL GLUCOSIO
finora idenPficate >12 isoforme (da geni diversi)
GLUT1 eritrocita, ubiquitario insulina indipendente GLUT2 intesGno, fegato, cellule β pancreas insulina indipendente GLUT3 cervello, placenta insulina indipendente GLUT4 muscolo, tessuto adiposo regolato dall’insulina GLUT5 specifico per il fruSosio
Isoforme diverse per specificità di substrato e parametri cinePci
GLUT1 Km 3 mM trasporto basale di Glc nella maggior parte dei tessuG GLUT2 Km 17 mM bassa affinità mai saturo, flusso lineare con
concentrazione di Glc nel pancreas: sensore livelli di glucosio ema4co e secrezione insulina
GLUT3 Km 1,7 mM alta affinità, saturo anche a basse concentraz Glc GLUT4 Km 5 mM
SCOPO : REGOLARE LA CAPTAZIONE DI GLUCOSIO DA PARTE DEI DIVERSI TESSUTI IN FUNZIONE DE LIVELLI EMATICI
Muscolo GLUT 4 immagazzinato dentro vescicole intracellulari In seguito allo sGmolo dell’insulina e/o dell’esercizio fisico, GLUT4 va incontro a rapida traslocazione sulla membrana, con aumento dei trasportatori sulla superficie ed aumento dell’aEvità di trasporto. L’insulina s4mola anche la sintesi ex novo
GLUT 4 -‐Nel muscolo e nel tessuto adiposo: rimuove l’ecceso di glucosio dopo pasto abbondante
alterata risposta all’insulina: ridoSa assunzione del glucosio da parte dei tessuG periferici ed iperglicemia
ESOCHINASI alta affinità (Km = 0,1 mM) cervello, muscolo, ubiquitaria -‐ funziona in presenza di bassa disponibilità di glucosio -‐ non specifica per il glucosio -‐ inibita dal prodoSo G6P
GLUCOCHINASI epaPca bassa affinità (Km = 5 mM) -‐ funziona in presenza di alta disponibilità di glucosio -‐ specifica per il glucosio -‐ non inibita dal prodoSo G6P -‐ inducibile (ormoni, dieta)
h insulina h glucosio i digiuno i diabete (conseguente alta glicemia)
Una volta nella cellula si ha la reazione G + Mg-‐ATP g G6P,
la forma fosforilata non è riconosciuta da GLUT ed il glucosio rimane intrappolato nella cellula
CONTROLLO GLICEMIA
Per uscire dalla cellula il glucosio deve essere defosforilato: soltanto il fegato sintePzza la G6P fosfatasi deputata alla reazione G6P + H2O g G + Pi
FONTI DI GLUCOSIO DIETA RISERVE GLICOGENO EPATICO BIOSINTESI GLUCONEOGENESI EPATICA A PARTIRE DA PRECURSORI NON GLUCIDICI DESTINO METABOLICO DEL GLUCOSIO
• GLICOLISI
• SINTESI DEL GLICOGENO
• VIA DEI PENTOSI FOSFATO
• ACIDO GLUCURONICO
fegato
unica fonte energetica utilizzabile in assenza di O2 fonte obbligata per eritrocita che manca di mitocondri fonte di energia per il sistema nervoso strettamente aerobica fonte energetica di riserva scarsa rispetto ai trigliceridi ma prontamente utilizzabile - glicogeno epatico (50-100 g sufficienti per 8-12 h, a riposo) - glicogeno muscolare (400 g totali) facilita il metabolismo lipidico con scarso glucosio (es digiuno) si formano i corpi chetonici risparmia le proteine in assenza di glucosio si ha biosintesi di glucosio - gluconeogenesi -da glicerolo ed amminoacidi
glucosio vs acido grasso
DANNO DA ECCESSO DI GLUCOSIO
il gruppo aldeidico è un gruppo reafvo che porta a
Ø glicazione non enzimaPca di proteine e conseguente alterata funzionalità il gruppo aldeidico reagisce con il gruppo amminico di proteine (base di Schiff), a cui
segue una serie di reazioni chimiche (reazioni di Amadori) che genera compos4 eterogenei (so=o la sigla AGE = Advanced Glyca;on End products)
il livello di Hb glicata è un indice del controllo glicemico (normale ~ 5%)
Ø auto ossidazione e formazione di ROS (specie reaEve dell’ossigeno)
N.B. Glicazione ≠ glicosilazione GLICOSILAZIONE: processo biologico soLo il controllo di specifici enzimi
GLICAZIONE: reazione chimica non controllata e dannosa
AGE accumulaP età diabete
Danni in parPcolare su proteine a lunga vita Proteine matrice extracellulare, collagene Lente del cristallino Proteine del sistema nevoso
NefropaGa, Danni alla reGna NeuropaGa Danni sistema vascolare
à à
auto ossidazione del glucosio per reazione con ROS
formazione di AGE (derivaG glicaG) Advanced GlycaGon End-‐products
formazione di polialcoli sorbitolo (anche da fruLosio) (galaftolo)
iperglicemia
stress ossidaPvo
malafa vascolare opacità del cristallino rePnopaPa
neuropaPa nefropaPa
ReduSasi + NADH
AGE: derivano da reazioni chimiche non enzimaPche, senza controllo. AGE responsabili del colore scuro che assumono i cibi con la co0ura quando sono presen; carboidra; e proteine (crosta del pane, la0e, caffè tostato,. ..); importan; per l’aroma.
INTOLLERANZA AL GLUCOSIO
Complicanze a lungo termine
reazione fra gruppo aldeidico e gruppo amminico
AGE glicazione non enzimaPca (accumulaP, con l’età, fumo, iperglicemia ) emoglobina glicata HbA1c (-‐NH2 terminale delle catene beta): indice massimo livello di glicemia nei tre mesi precedenG
danno a proteine a lunga vita Ø proteine della matrice extracellulare (es collageno) g aumentano i legami crociaG, alterata crescia cellulare (i) danni alla pelle e invecchiamento, (ii) danni ai componenG dei vasi; (iii) aEvazione cellulare ed effeE infiammatori Ø cristallino Ø proteine del tessuto nervoso g neuropaGe Ø modificazione lipoproteine g danno vascolare, aterosclerosi
Si formano compos4 eterogenei, insolubili, irreversibili, fonte di radicali che portano a frammentazione proteica
INDICE GLICEMICO
L' indice glicemico (IG oppure GI Glycemic Index) di un alimento indica la velocità con la quale aumenta la glicemia (quanGtà di glucosio nel sangue) in seguito all'assunzione di una quanGtà di alimento contenente 50 grammi di carboidraG, rispeSo alla stessa quanGtà di carboidraG di un alimento di riferimento assunto dallo stesso soggeS, in genere 50 g di glucosio (FAO/WHO, 1998) Per convenzione il Gi del glucosio è posto pari a 100.
IG = area glicemica della glicemia dell’alimento test / area glucosio x 100
Indice glicemico influenzato da numerosi faSori: Tipo di zucchero ( saccarosio, laSosio, glucosio, altri) Natura e forma dell’amido Metodi di coSura dell’alimento Altri nutrienG presenG nell’alimento Contenuto in fibre vegetali Sono pubblica4 i valori di GI per oltre 2000 alimen4 (Atkinson et al, 2008)
CEREALI VEGETALI FRUTTA ZUCCHERI BEVANDE
pane bianco riso cereali da colazione patata banana glucosio maltosio saccarosio destrine miele succhi di fruSa
Indice glicemico ALTO MEDIO BASSO
pasta biscoE uva arancia
legumi mela, ciliegia, pesca, pompelmo fruSosio LaSe, yoghurt, succo di pomodoro
CARICO GLICEMICO o Glycaemic load (GL)
La risposta glicemica ad un pasto è influenzata dall’IG ma anche dalla quanGtà di carboidraG assunta. GL = “indice glicemico di un alimento” x “quanGtà in grammi di carboidraG contenuG nella quanGtà consumata dell'alimento” / 100
Metabolismo del fruttosio Metabolismo del galattosio
Metabolismo del glucosio: in tutti gli organi Metabolismo del fruttosio: soltanto epatico
GLUCOSIO
G-6P
F-6P
GAD-3P
PIRUVATO
GALATTOSIO
FRUTTOSIO fegato
Oggi alti consumi di zucchero Antenati caccia e raccolta bacche, tuberi, frutta (molte proteine, pochi zuccheri, poco amido); il dolce era scarso. DOLCIFICANTI Miele usato, in quantità limitata, fino al 18° secolo.
Saccarosio (da canna da zucchero e poi da barbabietola). Grande diffusione in Europa e Nord America nel 18° e 19° secolo; dapprima usato per il caffé e il té, poi per i dolci. In inghilterra fra il 18° e 19° secolo il consumo di zucchero aumentato del 1500%
HFCS fruttosio libero (high fructose corn syrup -55% Fru e 45% Glu). USA: dal 1960 prodotto dal mais. Amido idrolizzato a glucosio, che viene poi parzialmente convertito in fruttosio attraverso una isomerizzazione enzimatica. Basso costo, alto potere dolcificante, buona lavorabilità
USA consumo fruSosio: 1977-‐78 37 g/die; 1999-‐2004 49 g/die
Aumentato negli ulGmi 40 anni, sopraSuSo fra i giovani le fonG principali sono le bevande e sopraSuSo soSo forma di fruSosio libero.
aldolasi B
METABOLISMO del FRUTTOSIO
Metabolismo extraepatico trascurabile
esochinasi (F 20 volte meno affine di G)
FEGATO fruttochinasi (e glucochinasi, entrambi specifici)
F + ATP à F-1-P (FK: alta affinità e rapido turnover)
diidrossiacetone-P gliceraldeide + ATP à GAD-3-P
(N.B. F-1-P NON è substrato della fosfofruttochinasi)
1. Carenza fruttochinasi: FRUTTOSURIA EREDITARIA
forma rara, benigna con perdita di fruttosio nelle urine
2. Carenza aldolasi B: INTOLLERANZA AL FRUTTOSIO
rara, ereditaria, caratterizzata da ipoglicemia, steatosi epatica e cirrosi, iperuricemia
eliminare fruttosio e saccarosio dalla dieta
ATP
ADP ê
AMP Acido urico
Glucochinasi
ATP citrato
GLUT5 GLUT2
I
Differenze metaboliche fra Glu e Fru
Ø Manca regolazione ormonale dell’insulina (che agisce sulla glucochinasi)
Ø Manca regolazione allosterica della fosfofruttochinasi che sente lo stato energetico (inibizione da ATP e citrato)
Ø Rapido consumo di ATP
con conseguente formazione di - LATTATO - ACETIL-CoA - SINTESI ACIDI GRASSI e TRIGLICERIDI - LIPOPROTEINE VLDL e LDL - IPERURICEMIA (rischio gotta e calcoli renali)
Implicazioni metaboliche e cardiovascolari?
ASSUNZIONE DI FRUTTOSIO
non dovrebbe superare 7-10 g/die (dalla frutta)
GALATTOSIO
Gal + ATP (galattochinasi) à Gal1P + ADP
UDP-Glc + Gal1P (Gal-1P uridil transferasi) à UDP-Gal + Glc1P
UDP-Gal (UDP-Gal 4’-epimerasi) à UDP-Glc
3 difetti metabolici rari, recessivi, a carico dei tre enzimi Sintomi precoci perché alto consumo di Gal nell’infanzia
Galattosemia classica (tipo 1): carenza della transferasi con accumulo di Gal1P (probabilmente molecola tossica anche se cause non note) Ritardo crescita, vomito, diarrea, epatomegalia, galattosuria Cataratta (accumulo nel cristallino di galattitolo) sintomi neurologi e renali
Potenzialmente letale, già in età neonatale nelle forme gravi Eliminazione di lattosio e galattosio dalla dieta dai primi giorni di
vita