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1 IL SENSO DELL’APPRENDERE OGGI ALLA LUCE DELLE RIFORME Brescia, 1 giugno 2010 Appunti a cura di Arduino Salatin Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Progetto “Governare le innovazioni” Seminari di formazione per i dirigenti scolastici sui temi della Riforma

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IL SENSO DELL’APPRENDERE OGGI ALLA LUCE DELLE RIFORME

Brescia, 1 giugno 2010

Appunti a cura di Arduino Salatin

Ufficio Scolastico Regionale per la LombardiaProgetto “Governare le innovazioni”

Seminari di formazione per i dirigenti scolastici sui temi della Riforma

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Sommario

Il quadro ordinamentale, politico e culturale del riordino del secondo ciclo in Italia

Le sfide pedagogiche tra curricolo esplicito e implicito

Apprendimento e competenze

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1. Il quadro ordinamentale, politico e culturale del

riordino del secondo ciclo

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Riforma del sistema formativo

e dei curricoli del secondo ciclo

Il confronto con i risultati delle indaginiInternazionali (OCSE, IEA, …)

Le indicazioni dell’UE in materia di capitale umano e di competitività

Il documentoITALIA 2020

I dispositivi UE di mutuo

riconoscimentodei titoli e delle

qualificazioni

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I dispositivi di riconoscimento dei titoli e delle qualificazioni previsti a livello europeo

(I. Le Mouillour, Cedefop, 2009)

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L’evoluzione del dispositivo EQF (European Qualification Framework)

2004 - elaborazione del primo schema da parte di un gruppo di esperti

2008 - approvazione dell’EQF da parte del Consiglio UE

2010 - completamento dei quadri nazionali di riferimento (NQF)

2012 - introduzione in tutti i paesi UE dei riferimenti EQF nei certificati e nei diplomi

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L’adozione del Quadro europeo delle qualificazioni per l’apprendimento permanente (EQF) e l’assunzione delle 8 competenze chiave di cittadinanza come riferimento per i percorsi formativi formali:

- richiede una profonda trasformazione dei curricoli e della cultura della scuola in materia di programmazione didattica e di valutazione, oltre il tradizionale modello basato sulla trasmissione di conoscenze e sull’insegnamento disciplinare;

- facilita l’apertura alle pratiche di riconoscimento delle acquisizioni di tipo non formale, nella prospettiva del Life long learning.

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Cedefop, 2009

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Una categoria chiave proposta con l’ EQF:

Learning Outcomes

(risultati di apprendimento)

Con questo termine si intende:

l’insieme delle conoscenze, abilità e/o competenze che un individuo ha acquisito e/o è in grado di dimostrare dopo il completamento di un processo di apprendimento.

Il concetto si propone anche di facilitare il riconoscimento e l’integrazione tra saperi acquisiti in modo formale e non formale.

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Conoscenza pratica e teorica in ampi contesti in un ambito di lavoro o di studio

Una gamma di abilità cognitive e pratiche necessarie a risolvere problemi specifici in un campo di lavoro o di studio

Sapersi gestire autonomamente, nel quadro di istruzioni in un contesto di lavoro o di studio, di solito prevedibili, ma soggetti a cambiamenti;Sorvegliare il lavoro di routine di altri, assumendo una certa responsabilità per la valutazione e il miglioramento di attività lavorative o di studio

LivelloEQF

(Previsto in uscita ai percorsi del secondo ciclo)

Conoscenze Abilità Competenze

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“New skills for new jobs”: le competenze distintive per il prossimo decennio

Socio-culturali

Interculturali

Lavoro in team

Self-management

Imprenditività

innovazione

Tecniche

Tecnologie ICT

Tecnologie dei materiali

Tecnologie di processo

Tecnologie ambientali e per la salute

Manageriali

Gestione internazionale catena del valore

Gestione risorse umane

Gestione finanziaria anche a livello internazionale

Green economy

Fonte: UE, DG Occupazione, 2009

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…Le proiezioni al 2020 vedono l’Italia in una posizione di grave difficoltà nel contesto internazionale e comparato, rispetto alle prospettive demografiche, occupazionali e di crescita.

Si prevede, in particolare:

- un disallineamento complessivo della offerta formativa rispetto alle richieste del mercato del lavoro,

- una forte carenza di competenze elevate e intermedie legate ai nuovi lavori (in particolare di diplomati e di laureati nei percorsi tecnico-scientifici)

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Le priorità di azione di “Italia 2020”

Facilitare la transizione dalla scuola al lavoro

Rilanciare l’istruzione tecnico-professionale

Rilanciare il contratto di apprendistato

Ripensare l’utilizzo dei tirocini formativi, promuovere le esperienze di lavoro nel corso degli studi, educare alla sicurezza sul lavoro, costruire sin dalla scuola e dalla università la tutela pensionistica

Ripensare il ruolo della formazione universitaria

Aprire i dottorati di ricerca al sistema produttivo e al mercato del lavoro

La risposta dell’Italia

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Il ritardo di preparazione degli studenti italiani: l’esempio dell’indagine PISA 2006

Se si guarda al risultato italiano complessivo le performance degli studenti restituiscono una situazione piuttosto sconfortante: il punteggio medio degli studenti italiani in scienze, infatti, è 475, rispetto alla media OCSE pari a 500; in matematica è 462, rispetto a 498 della media OCSE; in lettura il punteggio è 468, a fronte di una media OCSE pari a 492.

I risultati italiani inoltre sono il risultato della media di valori molto distanti fra loro sia a livello regionale, sia tra scuole.

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2. Le sfide pedagogiche tra curricolo esplicito e implicito

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2.1 Lo scenario delle riforme dei curricoli in Europa: qualche spunto

Molti dei recenti progetti di riforma dei curricoli scolastici in Europa sono partiti dalla convinzione che, per garantire una formazione di qualità, fosse necessario porre l’accento

non solo su ciò che gli studenti sono in grado di conoscere, ma su che cosa sanno fare con quello che sanno,

cioè sulla loro capacità di utilizzare ed integrare quello che si impara a scuola (e fuori della scuola) per affrontare le situazioni e i problemi complessi che la vita e il mondo del lavoro metteranno loro davanti.

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Curricolo e competenze

Questi orientamenti e la formazione di saperi più complessi e “autentici” si possono osservare nell’approccio alle competenze che diventano così anche un principio d’ organizzazione del curricolo, mediante il quale si intende:

favorire negli studenti la consapevolezza sul senso da dare agli apprendimenti e ai saperi scolastici,

fare entrare la “vita reale” nelle aule scolastiche, avvicinando i “saperi della scuola” a quelli degli studenti stessi.

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Scolarità obbligatoria e core curriculum

In molti paesi dell’Unione Europea è stato individuato un nucleo di saperi essenziali (Key competencies) finalizzato da un lato ad assicurare le condizioni di cittadinanza, dall’altro a facilitare i passaggi tra sistemi formativi.

Tale nucleo di saperi essenziali comuni si esprime: - a partire dalla identificazione di “competenze generali

comuni” del secondo ciclo, da perseguire al di là della possibile distinzione tra percorsi di tipo generalista, professionale o pre-professionale (vocational o pre-vocational),

- sotto forma di un vero e proprio curricolo verticale (ad esempio in Scozia, tra i 3 e i 18 anni, in Francia, tra i 6 e i 16 anni) tra primo e secondo ciclo.

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A tale proposito, sono state elaborate a livello internazionale molte liste di competenze ritenute essenziali per i curricoli, come ad esempio:

Competenze culturali di base collegate alla alfabetizzazione primaria e secondaria (es. le literacy in lettura, matematica, scienze)

Competenze tecniche e professionali,

Competenze chiave di cittadinanza, concernenti l’attività umana nella vita personale, professionale, sociale (life skills).

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Le due principali direzioni del cambiamento dei curricoli scolastici a livello internazionale

“funzionale”

Dare competenze specifiche per il mercato del lavoro

Assicurare abilità di saper fare

Fornire le basi per comprendere e sviluppare le abilità cognitive necessarie

Fornire delle mappe della complessità del mondo

“umanistica”

Sviluppare globalmente la persona nei suoi aspetti affettivi, morali ed estetici

Aiutare ad “imparare ad essere” e ad essere attenti ai valori sociali

Sviluppare uno spirito critico

Facilitare l’imparare ad imparare

Sviluppare il potenziale umano e i talenti

(cfr. Unesco, Management of Curriculum Change, Workshop report, 2007)

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Struttura e contenuti dei curricoli scolastici nella scuola secondaria in Europa

-Alcuni propongono poche discipline obbligatorie (come per l’A-level inglese) con una larga scelta lasciata agli studenti in funzione di un loro percorso post-secondario,

-Altri prevedono una serie di discipline obbligatorie che garantiscano una ampia cultura generale

-Altri infine propongono una scelta tra indirizzi predefiniti, ma con flessibilità di orari e di contenuti opzionali, funzionali da un lato ai gusti e ai talenti degli studenti, dall’altro al superamento di un esame terminale o di ammissione alla formazione terziaria.

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2.2 L’esperienza di riforma dei curricoli in Italia A partire dagli indirizzi e dai vincoli normativi presenti, i

vari gruppi di lavoro del MIUR che hanno contribuito all’elaborazione dei Regolamenti, delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida, hanno dovuto affrontare opzioni e/o problematiche in parte analoghe, anche se non sono state fatte finora scelte di forte discontinuità rispetto alla tradizione culturale e didattica del paese.

Si tratta di un processo aperto finalizzato alla centralità dello studente e che richiede un forte coinvolgimento delle scuole, dei dirigenti, dei docenti,a partire dalla capitalizzazione delle esperienze maturate.

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Primociclo

2 + 2 + 1

6 licei

11 Istituti tecnici

6 Istituti professionali

21 IFP

apprendistato

università

Mondo del lavoro

IFTSITS

annualità

Obbligo di istruzione Diritto-dovere

Offerta sussidiaria

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Alcuni aspetti critici emersi:

- Criteri per l’equivalenza formativa tra licei, istituti tecnici, professionali e IFP

- Valenza orientativa del primo biennio e gestione dei passaggi e delle transizioni

- Possibilità di un Syllabus dei saperi essenziali di ciascun indirizzo

- Assumere gli assi culturali dell’obbligo di istruzione come riferimento di massima anche per i traguardi di competenza al termine del quinquennio

- Garantire uno zoccolo curriculare comune almeno per le discipline di base o caratterizzanti (es. italiano, matematica, …)

Che fare?

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L’obbligo di istruzione come “base comune” del primo e secondo ciclo

Nel quadro della complessiva riforma del sistema educativo di istruzione e formazione, l’obbligo di istruzione costituisce “una base comune”, alla quale si riferiscono gli ordinamenti del primo e del secondo ciclo, necessaria a tutti gli studenti per:

- proseguire con successo gli studi, - costruire il proprio progetto personale e

professionale, - svolgere un ruolo attivo nella società.

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Assi culturali O.I.

Linguaggi

Matematico

Scientifico e tecnologico

Storico-sociale

Discipline

Lingua italiana

Lingua inglese

Matematica

Scienze naturali o integrate

Storia

Geografia o Diritto ed economia

Competenze chiave

Raccordi assi culturali, discipline e competenze chiave

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Competenze chiave UE

comunicazione nella madre lingua;

comunicazione nelle lingue straniere;

competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;

competenza digitale; imparare ad imparare; competenze sociali e civiche; spirito d’iniziativa e

imprenditorialità; consapevolezza ed

espressione culturale.

Competenze chiave di cittadinanza DM 139

Imparare ad imparare Progettare Comunicare Collaborare e partecipare Agire in modo autonomo e

responsabile Risolvere problemi Individuare collegamenti e

relazioni Acquisire e interpretare

l’informazione

Quali competenze chiave?

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Secondo ciclo e “zoccolo comune” di conoscenze

Nel quadro del PECUP generale del secondo ciclo e dei PECUP specifici previsti dai nuovi Regolamenti degli istituti tecnici e dei Licei, si intende individuare e promuovere un nucleo di saperi e competenze comuni ai due percorsi relativi all’area generale, per la padronanza, a partire dal primo biennio,

della lingua italiana, della lingua inglese, della matematica, della storia.

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Le discipline comuni dell’area generale

LICEI

Lingua e letteratura italiana

Lingua e cultura straniera

Storia e geografia

Matematica

Scienze naturali Storia dell’arte

Scienze motorie e sportive

Religione cattolica o attività alternative

ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI

Lingua e letteratura italiana

Lingua inglese Storia Matematica

Scienze integrate Diritto ed economia

Scienze motorie e sportive

Religione cattolica o attività alternative

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Lingua e letteratura italiana

Linguainglese

matematica

storia

Primo biennio secondo biennio + quinto anno

???

L’ipotesi di ”zoccolo comune”

di conoscenze

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3. Educazione, apprendimento e

competenze

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“L’apprendimento si qualifica come una pratica consapevole guidata dalle proprie intenzioni e da una continua riflessione basata sulla percezione dei vincoli e delle risorse interne ed esterne” …

“Un ambiente di apprendimento dovrebbe offrire rappresentazioni multiple della realtà, non semplificandola ma rispettando la sua naturale complessità; dovrebbe sostenere la costruzione attiva e collaborativa della conoscenza, attraverso la negoziazione sociale, più che la sua semplice riproduzione; dovrebbe poi alimentare pratiche riflessive, proponendo compiti autentici e contestualizzando gli apprendimenti”

(David. H. Jonassen)

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La ratio dei nuovi Regolamenti

La recente normativa ha segnato anche in Italia, come in molti altri paesi europei ed extraeuropei, il passaggio da una scuola centrata su programmi e contenuti, ad una scuola centrata sui “risultati di apprendimento”.

Questo passaggio significa in sostanza che la scuola non si limita al trasferimento di conoscenze ed all’assunzione da parte degli studenti delle abilità connesse al loro esercizio in situazioni didattiche, ma assume come proprio compito la formazione di persone autonome e responsabili, capaci di porsi nella realtà in modo attivo, consapevole e critico.

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L’impostazione del secondo ciclo: alcuni aspetti comuni L’impianto comune ai vari ambiti è diretto alla

promozione di un insieme di competenze descritte nel profilo educativo, culturale e professionale sia generale, sia relativo ai singoli indirizzi.

Per quanto riguarda il biennio iniziale, vengono assunte per la parte comune le competenze incluse nell’impianto normativo riferibile all’obbligo di istruzione.

Tale quadro di riferimento sollecita la progettazione e l’attuazione progressiva di una coerente pratica didattica, nonché di una coerente valutazione.

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Il Regolamento dei Licei prevede di fornire allo studente

gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro.

Il Regolamento degli istituti tecnici

prevede di fornire una solida base culturale a carattere scientifico e tecnologico,... Tale base ha l’obiettivo di far acquisire agli studenti sia conoscenze teoriche e applicative spendibili in vari contesti di vita, di studio e di lavoro sia abilità cognitive idonee per risolvere problemi, sapersi gestire autonomamente in ambiti caratterizzati da innovazioni continue, assumere progressivamente anche responsabilità per la valutazione e il miglioramento dei risultati ottenuti.

Le finalità generali dei percorsi liceali e tecnici tra formazione culturale e tecnico-professionale

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Acquisire competenze Una competenza sia generale, sia di studio, sia di lavoro

si sviluppa sempre in un contesto nel quale lo studente è coinvolto, personalmente o collettivamente, nell’affrontare situazioni, nel portare a termine compiti, nel realizzare prodotti, nel risolvere problemi, che implicano l’attivazione e il coordinamento operativo di quanto sa, sa fare, sa essere o sa collaborare con gli altri.

Ciò vale sia nel caso delle “competenze di base” legate allo sviluppo della padronanza della lingua italiana, della lingua straniera, della matematica e delle scienze, sia alla progressiva padronanza dei saperi specifici caratterizzanti il proprio indirizzo, sia per quanto riguarda quelle che nel documento sull’obbligo di istruzione sono chiamate competenze di cittadinanza.

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La progettazione di un’attività formativa diretta allo sviluppo di competenze deve tener conto della necessità che:

le conoscenze fondamentali da questa implicate siano acquisite in maniera significativa,

le abilità richieste siano disponibili a un livello confacente di correttezza e di consapevolezza di quando e come utilizzarle,

si sostenga il desiderio di sviluppare conoscenze e abilità nell’affrontare compiti e situazioni che ne esigono l’attivazione e l’integrazione.

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Ciò implica:

l’uso di metodi che coinvolgono l’attività degli studenti nell’affrontare questioni e problemi di natura applicativa (alla propria vita, alle altre discipline, alla vita sociale e lavorativa), sia nell’introdurre i nuclei fondamentali delle conoscenze e abilità, sia nel progressivo padroneggiarli;

un ambiente di lavoro adeguato nel quale si realizzano individualmente o collettivamente prodotti che richiedono un utilizzo intelligente di quanto studiato o sollecitano un suo approfondimento,

l’individuazione chiara delle conoscenze e abilità fondamentali che le varie competenze implicano e del livello di padronanza da raggiungere e, dall’altra, l’effettuazione di un bilancio delle conoscenze e delle abilità già acquisite da parte dello studente.

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Come promuovere l’acquisizione delle competenze chiave? Programmazione interdisciplinare a partire dalla

identificazione dell’apporto delle singole discipline alla cittadinanza

valorizzazione della componente sociale dell’apprendere (la classe come comunità educativa di apprendimento, di scambio e di ricerca)

riconoscimento e valorizzazione di comportamenti e atteggiamenti coerenti con le competenze sociali di cittadinanza (anche ai fini della valutazione della condotta)

potenziamento di didattiche centrate sull’azione: non solo trasmissione, ma laboratorialità, coinvolgimento, sviluppo di compiti, di progetti,…

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Interdisciplinarietà

Questo approccio implica una particolare cura nella progettazione didattica dei vari insegnamenti e nella loro realizzazione, cercando:

in primo luogo una sistematica collaborazione tra i docenti delle varie discipline coinvolte e,

in secondo luogo, favorendo una costante verifica della capacità di collegamento da parte degli studenti tra quanto appreso nell’area comune e quanto affrontato nell’area di indirizzo e viceversa.

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Il ruolo dei Dipartimenti

Quanto espresso nei precedenti principi di natura metodologica suggerisce che i dipartimenti assumano compiti collaborativi in ordine alla progettazione, realizzazione e valutazione dei vari percorsi formativi, anche selezionando e/o producendo materiali a supporto delle didattica e predisponendo opportuni strumenti di valutazione dei progressi dei singoli studenti.

In particolare per il primo biennio si dovrebbero attivare dipartimenti in ordine alla progettazione e valutazione di attività di consolidamento delle competenze di padronanza della lingua italiana, della matematica e della lingua straniera, e dell’integrazione tra gli insegnamenti che concorrono alla promozione delle competenze proprie dell’area di indirizzo.

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Laboratorialità

L’ambiente nel quale si svolgono le lezioni dovrebbe assumere sempre più le caratteristiche di un laboratorio nel quale si opera individualmente o in gruppo al fine di acquisire e controllare la qualità delle conoscenze e delle abilità progressivamente affrontate, mentre se ne verifica - sotto la guida dei docenti - la spendibilità nell’affrontare esercizi e problemi via via più impegnativi.

In particolare una didattica per progetti risulterà del tutto proficua. Essa infatti consente di cogliere meglio lo scopo di molti apprendimenti, anche di tipo ripetitivo, come quelli connessi con lo sviluppo di alcune abilità strumentali.