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  • 1. Thomas Hobbes A cura di Stefano Ulliana

2. Panoramica

  • 1. Vita e opere.

3. 2. Ragione e calcolo. 4. 3. Il materialismo. 5. 4. La politica. Thomas Hobbes 6. 1. Vita e opere.

  • Thomas Hobbes(1588 1679 d.C.) . All'iniziale formazione oxfordiana integr le influenze derivate dai suoi numerosi viaggi e contatti con gli ambienti culturali europei al tempo pi avanzati e progrediti: in Italia frequent Galilei, in Francia Gassendi, Mersenne ed i libertini francesi. Fra le sue opere pi importanti possono essere ricordate: ilLeviatano(1651) , importante testodi filosofia politica; la trilogiaDe cive(1642),De corpore(1655),De homine(1658). In polemica con l'impostazione e le soluzioni metafisiche ed intellettualistiche proposte da Cartesio scrisse leObiezionialle sueMeditazioni .

7. Animato da un profondo interesse per la filosofia politica, egli cerc di stabilire i principi razionali necessari per l'ordinamento di una societ civile pacifica e laboriosa. Per questo sottomise i cittadini al potere assoluto dello Stato. 8. 2. Ragione e calcolo.

  • Il punto di partenza ed il presupposto hobbesiano la potenza assegnata alla Natura.solo in essa e grazie ad essa che l'uomo riconosce la presenza di una razionalit immanente, capace di rendere inutili e superflue le determinazioni sovrannaturali, con tutto il loro corredo di tradizioni spirituali e testuali. Se la ragione un orizzonte di anticipazione comune a tutti gli esseri animali, formato dalla selezione ed organizzazione soggettiva delle esperienze sensibili, allora il suo dispiegamento per la comune conservazione dell'esistenza e per la futura od attuale soddisfazione delle necessit e bisogni materiali non pu non essere una caratteristica universale (neostoicismo). Essa per graduata nelle diverse specie animali secondo opportuni ed adeguati livelli e modi di potenza: nell'uomo l'ideale mentale ed i mezzi razionali e materiali adottati hanno maggiore estensione e migliore validit.

9.

  • Tutto ci permesso e garantito da una potenza espressiva che viene codificata, attraverso segni arbitrari e convenzionali, ed organizzata attraverso logiche di individuazione e relazione, capaci di costruire strumenti via via pi raffinati di comprensione e d'azione sul mondo: il linguaggio. Individuare e mettere in relazione infatti l'opera del pensiero umano, che esprime poi la rappresentazione immaginativa e mentale delle entit sensibili fuori di noi attraverso le parole ed i segni scritti. Parole e segni opportunamente ed adeguatamente combinati ed organizzati fra loro stabiliscono una rete di comune e generalizzata comprensione ed azione sul mondo. Il concetto espresso nasce infatti per generalizzazione di esperienze simili, che vengono come trasferite in esso. Integrazione ed esclusione somma o sottrazione costituiscono allora i due principali criteri operativi per la formazione delle identit.

10.

  • Compare dunque qui gi sul piano linguistico quella struttura il trasferimento per integrazione progressiva, o all'opposto l'esclusione che vedr la propria applicazione sul piano politico con il trasferimento della sovranit collettiva allo Stato assoluto. Allora lo sviluppo della determinazione in campo logico dovr essere affidato al meccanismo combinatorio del calcolo prioritario fra le proposizioni, mentre in ambito naturale e fisico gli elementi materiali ed atomistici pervengono alla combinazione dei corpi, dove infine in ambito etico e politico la selezione delle caratteristiche privilegiate riesce a fondare dall'alto la costituzione del corpo artificiale dello Stato.

11. Gli elementi del reale naturale vengono allora prima considerati come divisi ed inconosciuti, per essere poi sottoposti ad un processo di individuazione e determinazione, costituita sulla base di una relazione privilegiata, prioritaria. Essa inizia con la nominazione e prosegue con le definizioni e con il risultato delle operazioni di integrazione e scomposizione delle immagini concettuali. 12.

  • La relazione privilegiata e prioritaria che istituisce la conoscenza vera e certa quella che sa utilizzare la triangolazione fra effetto e causa necessaria, poi reciprocamente fra questa ed altri possibili effetti futuri. Questo spazio di operativit viene dunque innalzato e disposto dal primato e dalla priorit di una ragione che scompone in basso per ricompone in alto quelle determinazioni che, inizialmente inconoscibili perch legate alla sensazione ed alla sensibilit, possono e debbono essere rese come determinate e conosciute da uno speciale procedimento deduttivo. Riprendendo quindi la distinzione galileiana fra qualit primarie e secondarie organolettiche o matematizzabili e geometrizzabili Hobbes costituisce un'ontologia della priorit e del privilegio, attraverso l'applicazione di una selezione progressiva di definizioni: alla prima e lontana apparenza la cosa oscura come corpo; poi corpo in movimento, dunque come essere animato; infine quale termine umanamente espressivo, uomo completo nella propria presenza e determinazione) che porta la conoscenza verso l'identit finale e conclusiva (sillogismo ipotetico).

13.

  • Lo scetticismo di fondo di stile galileiano, motivato dalla stessa distinzione fra qualit primarie sensibili e qualit secondarie matematizzabili, affligge la stessa speculazione hobbesiana, che considera come necessariamente vera ed autentica solamente la conoscenza nata dall'operativit umana (quindi le scienze matematiche e quelle morali). Sullo sfondo resta invece l'enorme apertura delle entit naturali, prodotte da Dio e non dall'uomo e perfettamente conosciute solo da Dio stesso. In relazione a queste entit l'uomo pu produrre solamente delle conoscenze di tipo induttivo e probabilistico (cfr.verum ipsum factum , GB. Vico).

14. 3. Il materialismo.

  • La conoscenza necessaria o possibile si riferisce dunque alle cause dei fenomeni apparenti, intesi comunque come oggetti che sono il risultato di un'azione produttiva ed operatrice o creativa. Gli oggetti ingenerabili eterni Dio, gli angeli, le entit incorporee negative per indeterminazione - restano invece fuori dalla presa della ragione umana, che pertanto pu dedicarsi unicamente alla comprensione dei corpi dotati di estensione. Secondo questo postulato razionale ogni corpo pu essere considerato come l'integrazione e la composizione o la disintegrazione e scomposizione - di elementi potenziali e fattoriali diversi e molteplici, posti al di sotto della possibilit esperienziale umana e cause insieme al movimento ed ai loro scontri di tutte le apparenze fenomeniche del soggetto.

15.

  • Il soggetto umano ed animale a propria volta risente dell'azione dei corpi esterni attraverso la passione del proprio corpo e procede verso la prima fase della sensazione attraverso l'impressione dei propri organi di senso e la relativa formazione delle immagini sensibili. Dalla prima dinamicit (movimento) dei fattori sensibili esterni si passa quindi all'effetto dei fattori interni di sensazione e immaginazione. Tutto dunque produttivo ed interconnesso: il mondo all'uomo e l'uomo al mondo (relazione globale). La mente umana pu infatti individuare e determinare attraverso il linguaggio e le scienze esatte sia l'organizzazione teorica del mondo, che il piano delle finalit reali e razionali delle proprie azioni in esso. Sistematicit e pianificazione costituiscono allora i due criteri operativi fondamentali per la comprensione e lo scambio con il mondo.

16.

  • Contrario alla separazione astratta dellares cogitanscartesiana, resa poi concreta tramite il concetto di sostanza ed incorporeit, Hobbes riporta ogni tensione naturale e/o artificiale allacorporeited almovimentoche pare esserle connesso. In questo modo la stessafilosofiapotr esserenaturaleod artificiale ( civile ), nel momento in cui considerer corpi naturali o prodotti dell'umano agire. In quest'ultimo caso poi la filosofia civile si suddivider ulteriormente ineticaepolitica , a seconda che analizzi e spieghi i principi di necessit e di volont degli esseri umani (bisogni, emozioni, costumi), oppure valuti i doveri collettivamente esigibili nella formazione sociale dello Stato assoluto. Unafilosofia primapreparer all'inizio il cammino di comprensione del mondo e dell'uomo, analizzando, individuando e relazionando fra loro i principali concetti filosofici (causa, effetto; potenza, atto; identit, diversit; spazio, tempo ...).

17.

  • Insieme alla natura, alle sue generazioni ed alle sue cause ed effetti, Hobbes prende in considerazione ed analizza, ricercandone i principi e le principali definizioni e spiegazioni, l'altro aspetto fattoriale e razionale esistente: la volont e il desiderio umano. Plurale e molteplice quanti sono gli individui esistenti, esso indica primariamente l'impossibilit di diritto di una determinazione assoluta del bene e del male, questi essendo genericamente ci che viene perseguito secondo il desiderio individuale, o ci che viene allontanato secondo l'odio e la ripulsa soggettivi. Il piacere o dispiacere ad essi connaturato dinamizza il movimento vitale, qualificando ulteriormente il termine ideale dell'azione umana con le virt dell'utile e del bello.

18.

  • La consapevolezza della pluralit e della possibile diversificazione dei desideri e degli odi, la valutazione della pluralit e della possibile diversificazione degli esiti positivi o negativi delle proprie azioni costituiscono insieme lo spazio aperto e dinamico dellasceltae delladeliberazione . Lavolontinterviene per recidere momentaneamente questa apertura di possibilit e dare atto all'azione singolarmente orientata. Lavitaper ripresenta se stessa in continuazione, con la sensibilit ed il desiderio. Per la pluralit individuale sopra indicata e per la permanenza continua e costante di quest'apertura non pu sussistere alcun termine ideale necessario e cogente in modo universale, che valga come finalit ultima e definitiva.

19.

  • La presenza esterna ed esteriore, di fatto e di diritto, di una molteplicit teoricamente illimitata di soggetti sensibili, desideranti ed agenti, con la posizione, la funzione ed il valore dell'ostacolo impediente alla propria sensibilit, al proprio desiderio ed alla propria volont, costituisce sempre di fatto e di diritto la negazione dell'estrinsecazione della propria libert. Se la libert dunque assenza di impedimento, lavolont umanaresta comunque dipendente da ci che sente e desidera, esteriormente. Per questo causata esteriormente e nello stesso modonecessitata . L'azione che ne consegue ulteriormente dipendente da questa prima necessit. Tutti gli atti dunque dello spirito umano (comprese la deliberazione e la volont) sono movimenti connessi con i movimenti degli oggetti esterni. Per questa ragione la posizione etica hobbesiana pu essere qualificata e definita comematerialismo e meccanicismo etico .

20. 4. La politica.

  • Il fondamento e l'orizzonte naturale e razionale della speculazione hobbesiana si manifesta soprattutto nell'analisi, nella determinazione e definizione della scienza politica. Se il primo postulato della natura umana dichiara che ogni soggetto ha il diritto naturale di godere di ogni cosa ( jus omnium in omniaobramosia naturale ), allora la prima conseguenza di questo fatto che ciascun uomo avr timore di ciascun altro, come competitore esclusivo verso gli stessi beni e propriet ( bellum omnium contra omnes ). L'interesse e la potenza di s si scontrano allora con l'interesse e la potenza di s di ciascun altro essere umano, ingenerando il sorgere del secondo postulato della natura umana, definito e determinato dalla volont di conservazione e di sopravvivenza: laragione naturale , per la quale ognuno rifugge dalla possibile morte violenta come dal peggiore dei mali naturali.

21.

  • La volont di accordo reciproco si attua perci come fuga dal reciproco, possibile o necessario, annientamento: nessun patto invece sorge da una comune volont amorosa e benevolente ( homo homini lupus ). Se quindi nello stato di natura tutto pu svolgersi nella sopraffazione reciproca e nell'ingiustizia totale e generalizzata, anche nel caso della pura e semplice difesa personale, l'uomo deve abbandonare e sollevarsi dallo stato di natura, per creare la possibilit di un accordo e di un patto, che garantisca la difesa e la reciproca sicurezza, togliendo le offese reciproche ai diritti personali (vita, propriet, felicit). Rimanendo infatti nello stato di natura la semplice minaccia potenziale dello stato di guerra generalizzato impedirebbe ogni attivit commerciale o industriale, l'agricoltura, la navigazione, la costruzione di case e in generale l'arte e la scienza, ponendo l'uomo al livello di un animale solitario, abbrutito dal timore e incapace di disporre del suo tempo. Verrebbe a mancare quindi ogni possibile condizione per lo sviluppo della civilt e della pur necessaria vita collettiva.

22.

  • Per eliminare questa condizione generalmente e globalmente negativa, infissa nello stato di natura, la ragione umana ci prevedendo ed a ci provvedendo impone all'uomo il principio e la legge generale ( legge di natura ) della conservazione della vita propria ed altrui, del mantenimento e dello sviluppo di tutti quei beni ed attivit che ne garantiscono l'uso e la fruibilit positiva e felice. Secondo questo termine reale di riferimento l'uomo deve cercare e conseguire la pace, in quanto si ha la speranza di ottenerla; e, quando non si pu ottenerla, cercare e usare tutti gli ausili e i vantaggi della guerra ( Leviatano , I, 14;De cive , II, 2). Per fare tutto questo dunque l'uomo abbandona l'istintualit dello stato di natura, per elevarsi ad una condizione superiore, dove l'uomo stesso spontaneamente, quando anche gli altri lo facciano e per quanto lo giudicher necessario alla pace e alla sua difesa, deve rinunciare al suo diritto su tutto e accontentarsi di avere tanta libert rispetto agli altri, quanta egli stesso ne riconosce agli altri rispetto a s. ( Leviatano , I, 14;De cive , II, 3)

23.

  • Secondo la legge naturale dunque l'uomo deve abbandonare e trasferire il diritto illimitato su tutto ad istituzioni e persone ad esse collegate, perch queste possano esercitare un potere riconosciuto e comune, a vantaggio della collettivit e dei loro interessi, dal quale possano promanare quelle leggi particolari che rappresentano la trasformazione in atto della possibile utilit comune. Per garantire l'esercizio di questo potere comune infine necessaria una forza di controllo e di prevenzione, di polizia, che faccia rispettare il patto comune. Il passaggio dallo stato di natura allo stato o persona civile avviene dunque grazie ad un accordo, ad un contratto, in base al quale ogni singola volont trasferisce la propria potenza e ragione naturale in capo ad un'assemblea o ad un unico capo, perdendo definitivamente ogni negazione rispetto ad essa o esso (abbandono del diritto di resistenza).

24.

  • L'abbandono del diritto di resistenza all'autorit cos costituita segnala la suaassolutezza : l'assemblea o l'unica persona in capo alla quale sono stati trasferiti tutti i poteri individuali della collettivit ilsovranooLeviatano ha poteri assoluti. Di fronte a questi i singoli cittadini divengono a tutti gli effetti giuridici dei puri e semplici sudditi: Questa l'origine di quel grandeLeviatano , o per usar maggior rispetto, di queldio mortaleal quale, dopo ilDio immortale , dobbiamo pace e difesa: giacch, per l'autorit conferitagli da ogni singolo uomo della comunit, ha tanta forza e potere che pu disciplinare, col terrore, la volont di tutti in vista della pace interna e dell'aiuto scambievole contro i nemici esterni. ( Leviatano , II, 17)

25.

  • Se il senso di giustizia od ingiustizia (diritto sovrano) pu essere dato unicamente dall'imposizione di una legge che sopraggiunga dal di fuori, e non dalla presenza immanente della stessa nelle coscienze individuali, allora il potere dello Stato che la istituisce non pu in alcun modo essere revocato, a pena della sua stessa decadenza (irrevocabilit del potere assoluto dello Stato). Lo stesso potere rimane poi assoluto nel momento in cui chi lo detiene ed esprime mantiene per se stesso una libert piena e totale (assolutezza del potere dello Stato). Se, infine, questo stesso potere venisse diviso fra entit rappresentative diverse, esso rovinerebbe infallibilmente nella disgregazione dell'unit politica e sociale della nazione (inscindibilit del potere dello Stato). Legislazione, giurisdizione ed esecutivit delle norme e disposizioni stanno quindi in capo ad un'unica persona od assemblea, senza possibilit di obiezione, resistenza od opposizione, a pena del tradimento del patto istitutivo dello Stato stesso.

26.

  • La stessa distinzione fra potere ecclesiastico e civile porta alla disgregazione dello Stato: la divisione e separazione fra potere spirituale e potere civile pu infatti portare ad una contrapposizione fatale fra fedeli e cittadini, in persone diverse o nelle medesime persone, con contraddizioni apparentemente insuperabili.

Frontespizio delLeviathan 27.

  • Da Project Gutenberg l'e-book delLeviathandi Thomas Hobbes.