1 Da Roma capitale Unità...

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La storia Gli autori e le opere Il-romanzo-italiano-- tra Ottocento e Novecento PREREQUISITI -- Conoscere e saper usare i principali strumenti di analisi di un testo in prosa Saper individuare i principali termini di un testo in prosa OBIETTIVI Conoscenze I caratteri del romanzo italiano tra Ottocento e Novecento Gli autori e le opere più rappresentative 1880 1890 1889 Viene fondata la Seconda internazionale 1881 Esce Malombra di Antonio Fogazzaro 1886 Matilde Serao pubblica Telegrafi dello Stato 1889 Gabriele D’Annunzio pubblica Il piacere Giovanni Verga pubblica Mastro-don Gesualdo 1892 Nasce il Partito socialista italiano Primo governo Giolitti 1898 Strage di Bava Beccaris a Milano 1890 Matilde Serao pubblica Il paese di cuccagna Emilio De Marchi pubblica Demetrio Pianelli 1895 Antonio Fogazzaro pubblica Piccolo mondo antico - 1 1900 1900 Umberto I viene assassinato; gli succede Vittorio Emanuele III 1903 Grazia Deledda pubblica Elias Portolu 1904 Luigi Pirandello pubblica Il fu Mattia Pascal 1906 Sibilla Aleramo scrive Una donna Unità

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sezione­1 Da Roma capitale al primo dopoguerra

© 2011 RCS Libri S.p.A., Milano/La Nuova Italia – M. Sambugar, G. Salà - Letteratura+

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Il­romanzo­italiano­­tra Ottocento e Novecento

PREREQUISITI

­­Conoscere e saper usare i principali strumenti di analisi di un testo in prosa Saper individuare i principali termini di un testo in prosa

OBIETTIVI

Conoscenze I caratteri del romanzo italiano tra Ottocento e Novecento Gli autori e le opere più rappresentative

1880 1890

1889Viene fondata la Seconda internazionale

1881Esce Malombra di Antonio Fogazzaro1886Matilde Serao pubblica TelegrafidelloStato 1889Gabriele D’Annunzio pubblica IlpiacereGiovanni Verga pubblica Mastro-donGesualdo

1892Nasce il Partito socialista italianoPrimo governo Giolitti1898Strage di Bava Beccaris a Milano

1890Matilde Serao pubblica Ilpaesedicuccagna Emilio De Marchi pubblica DemetrioPianelli 1895Antonio Fogazzaro pubblica Piccolomondoantico

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1900

1900Umberto I viene assassinato; gli succede Vittorio Emanuele III

1903Grazia Deledda pubblica EliasPortolu 1904Luigi Pirandello pubblica IlfuMattiaPascal1906Sibilla Aleramo scriveUnadonna

Unità

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Il­romanzo­italianotra Ottocento e Novecento

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Competenze­ Comprendere e analizzare un testo in prosa Riconoscere le caratteristiche e le tematiche del romanzo italiano tra Ottocento e Novecento Riconoscere le scelte e stilistiche di ogni autore e ricondurle ai caratteri di genere Cogliere differenze e analogie tra autori e opere

1910 1920

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1912L’Italia conquista la Libia1914A Sarajevo l’arciduca Ferdinando viene assassinato: inizia la prima guerra mondiale1918Termina la prima guerra mondiale

1913Esce Cannealvento di Grazia Deledda1919Federigo Tozzi pubblica Congliocchichiusi

1923Esce LacoscienzadiZenodi Italo Svevo1926Grazia Deledda vince il premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello pubblica Uno,nessunoecentomila

1920Hitler fonda il Partito nazista1921Nascono il Partito comunista italiano e il Partito fascista1925Inizia la dittatura fascista in Italia1929Crollo della Borsa di Wall Street in Usa

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Verso il romanzo moderno

Tra­Verismo­e­Decadentismo­Compresenza­di­diverse­tendenze

Lo scenario della narrativa italiana della fine dell’Ottocento è caratterizzato da espe-rienze eterogenee. Negli stessi anni in cui Verga (vedi U.2) pubblicava I Malavoglia (1881) e Mastro-don Gesualdo (1889), la poetica del Verismo influenzò molti autori, seppur con esiti diversi. Molti narratori, tuttavia, proprio in opposizione alla pretesa di rappresentare la complessità del reale secondo i modelli del Naturalismo e del Verismo, sentirono il bisogno di aprirsi a suggestioni di altre tendenze dominanti all’epoca, in particolar modo quella decadente, rappresentata in Italia dal romanzo estetizzante di D’Annunzio (vedi U.6) Il piacere (1889).

Questo momento di transizione preluderà al graduale superamento dei canoni natura-listi che avevano orientato il romanzo della seconda metà dell’Ottocento e porterà, agli inizi del Novecento, alle decisive innovazioni che caratterizzeranno il romanzo moder-no, con autori come Italo Svevo (vedi U.10) e Luigi Pirandello (vedi U.11).

Grazia­Deledda Un esempio emblematico di questa fase di passaggio è rappresentato dall’opera di Grazia Deledda (1871-1936; vedi Aula digitale), nella cui produzione sono ugualmente presenti le influenze del Verismo e del Decadentismo. Le prime raccolte di novelle e il primo romanzo, La via del male (1896), sembrano legati alla poetica verista e rendono testimonianza di una civiltà e di una cultura pressoché ignorate, descrivendo il mondo rurale e pastorale della Sardegna. Tuttavia nei suoi romanzi più importanti, Elias Portolu (1903) e Canne al vento (1913), incentrati sul tema del peccato e dell’espiazione, notevole è l’affinità con la narrativa decadente, soprattutto per i contenuti legati a vicen-de d’amore, di dolore e di morte, e per la percezione di una fatalità incombente sulle vicende umane. La Sardegna, ritratta dapprima secondo canoni naturalistici, viene ora quasi mitizzata nelle sue tradizioni e nelle passioni dei personaggi.

Matilde­Serao­e­l’ambiente­sociale

Matilde Serao (1856-1927; vedi Aula digitale), giornalista e autrice di novelle e roman-zi, aderì al Verismo nel periodo tra il 1880 e il 1909. In questa fase compose due raccon-ti lunghi (pubblicati entrambi nel 1886) che si ricollegano a esperienze autobiografiche e si possono definire studi di ambiente: Scuola normale femminile e Telegrafi di Stato (vedi Aula digitale). Quest’ultimo narra la vita di un gruppo di giovani impiegate ai Telegrafi di Stato a Napoli: a differenza della narrativa verista che ritraeva personaggi della società contadina del Meridione, la Serao scelse di descrivere dettagliatamente le condizioni del lavoro impiegatizio, esempio che seguirà anche Emilio De Marchi (1851-1901) in Demetrio Pianelli (1890), la storia di un modesto impiegato che sacrifica la propria vita per aiutare la famiglia del fratello.

Un aspetto rilevante nell’analisi della realtà condotta dalla Serao è comunque la sua angolazione regionalistica, benché priva delle frequenti incursioni nel linguaggio dialet-tale, tipiche di altri narratori del tempo. Questi tratti sono evidenti nel romanzo Il paese di cuccagna (1890; vedi Aula digitale), che illustra la “passione smodata” dei napoletani per il gioco del lotto e che trae origine da un’importante inchiesta giornalistica condotta dall’autrice a Napoli.

Antonio­Fogazzaro­­e­il­misticismo

Tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento nel panorama narrativo italiano si impongono la produzione narrativa di gusto estetizzante di D’Annunzio, e i romanzi pervasi di spiritualismo mescolato a una inquieta sensualità in cui si esprime l’arte di Antonio Fogazzaro (1841-1911). I protagonisti dei suoi romanzi erano cari al grande pubblico borghese, che vi si identificava nelle aspirazioni e negli ideali, nelle situazioni di dubbio, di passione, di tormento spirituale vissuti da personaggi ambigui, malati di

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volontà, profondamente macerati in un conflitto tra misticismo ed erotismo, tra senti-mento religioso e le istanze del pensiero “moderno”. Il suo capolavoro è considerato Piccolo mondo antico (1895; vedi Aula digitale), ma forse la sua opera più originale è Malombra (1881), romanzo la cui protagonista, Marina, è una creatura stravagante e psichicamente instabile, mentre il suo amante, Corrado Silla, è un uomo senza equilibrio che, oscillando continuamente tra idealità e sensualità, non sa vivere. Nella loro tragica vicenda, proiettata verso il mistero e il sogno, si avvertono i primi segni di una sensibi-lità decadente.

Nel dibattito letterario emergevano anche le istanze del Futurismo (vedi U.9), un movi-mento d’avanguardia dei primi anni del Novecento che, pur rivestendo un ruolo impor-tante nel rinnovamento artistico e poetico, non ebbe una grossa incidenza sul romanzo (il manifesto futurista sul “romanzo sintentico” fece la sua apparizione solo nel 1939). Di scarso rilievo è il romanzo Mafarka il futurista (1910) di Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944; vedi U.9), il teorico del gruppo. Ben più stravagante e originale appare l’im-pianto narrativo del Codice di Perelà (1911) di Aldo Palazzeschi (1885-1974; vedi U.7), un romanzo allegorico e farsesco ma anche malinconico, sull’impossibile missione redentrice dell’umanità da parte dell’«omino di fumo» (un personaggio dalle valenze cristologiche).

Sibilla­Aleramo:­una­scrittrice­controcorrente

Un caso a parte è costituito dal romanzo Una donna (1906) di Sibilla Aleramo (1876-1960; vedi Aula digitale), che trae ispirazione dall’esperienza autobiografica dell’autri-ce. La vicenda sentimentale, su cui è incentrata la storia, diventa un espediente per affrontare tematiche dolorose e profonde. È infatti la storia dell’infelice matrimonio della scrittrice con l’uomo che l’aveva violentata e testimonia il tentativo compiuto da parte delle donne, in questo periodo storico, di intraprendere il faticoso processo di emancipazione dall’uomo tutore, protettore e, in molti casi, marito-padrone.

­Il­romanzo­della­crisi­in­ItaliaIl­romanzo­moderno

L’apertura decisiva verso la modernità novecentesca avvenne in Italia per iniziativa di alcuni intellettuali che vivevano i fermenti della crisi, rilevanti soprattutto tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, in modo talora poco appariscente e isolato, non dissimile dagli altri grandi autori del romanzo europeo.

Tre sono i nomi significativi: Italo Svevo (1861-1928; vedi U.10), Luigi Pirandello (1867-1963; vedi U.11) e Federigo Tozzi (1883-1920; vedi sotto), tutti e tre accomunati dal proposito di scrutare con occhio indagatore la crisi dell’individuo nella società, utilizzando una scrittura semplice e un linguaggio piano e improntato alla quotidianità, lontano dai toni aulici e retorici che avevano segnato la produzione dannunziana.

Svevo­­e­Pirandello

I romanzi di Italo Svevo si concentrano sul tema del disagio psicologico dell’uomo del primo Novecento. I protagonisti delle sue opere, tutte ambientate a Trieste, sono figure di inetti e diventano proiezione delle incertezze dell’autore, del suo senso di inadegua-tezza, della sua incapacità di agire secondo le convenzioni sociali, e la logica comune. L’opera in cui l’indagine interiore viene condotta con maggiore approfondimento è La coscienza di Zeno (1923; vedi il Manuale, p. 452), una sorta di autobiografia del pro-tagonista, la quale procede non secondo un disegno organico, ma attraverso il racconto di occasioni e situazioni della sua vita.

Nel processo di evoluzione del romanzo, Luigi Pirandello rappresenta una figura di transizione. Dall’apprendistato naturalistico egli prese spunto per approdare a una razionalità analitica: con gli strumenti della ragione e della psicologia si propose di indagare la crisi della società e dell’uomo contemporanei. Pirandello scrisse romanzi (Il

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fu Mattia Pascal, 1904; Quaderni di Serafino Gubbio operatore, 1915; Uno, nessuno e cen-tomila, 1926) dalle strutture solo apparentemente tradizionali, giungendo a disgregare l’immagine unitaria della realtà, tipicamente ottocentesca, attraverso una molteplicità di apparenze, in mezzo alle quali l’uomo vive solo e dissociato, sconosciuto anche a se stesso.

Tozzi,­indagatore­dell’interiorità

L’opera del senese Federigo Tozzi (vedi Aula digitale), all’apparenza ancora legata al Verismo, si rivela in realtà, sul piano tematico, estremamente vicina alla narrativa europea contemporanea. Formatosi da autodidatta sui classici italiani e sulla letteratu-ra realista dell’Ottocento, soprattutto russa, Tozzi ambientò i suoi romanzi nello scena-rio a lui ben noto della campagna toscana, adottando un linguaggio ricco di forme popolari e dialettali. L’ambientazione regionalistica, tuttavia, non dà luogo a un’in-dagine sociale di stampo verista: al centro dei romanzi più significativi del narratore senese – Con gli occhi chiusi (1919), Tre croci (1920, postumo) – vi sono i temi dell’inet-titudine e del conflitto tra l’individuo e la famiglia. La narrazione, che in apparenza osserva il canone ottocentesco dell’impersonalità, si concentra sull’interiorità dei per-sonaggi, sui loro turbamenti e sulle loro ossessioni. Ne esce una realtà riprodotta attra-verso il filtro deformato della coscienza che fa affiorare la regione oscura dell’irrazio-nalità e dell’inconscio.

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Principali centri di diffusione del romanzo italiano tra Ottocento e Novecento

GEOGRAFIA DELLA LETTERATURA

Tenendo conto di quanto spiegato nelle pagine precedenti, osserva la carta e rispondi alle seguenti domande.

1. Quali tra le opere citate ritraggono il mondo rurale e pastorale della Sardegna? A chi appartengono?

2. Chi è e a quale area geografica appartiene l’autore di romanzi pervasi di misticismo?

3. In quale genere di romanzo è al centro la figura dell’inetto?

Firenze

Roma

Milano Vicenza Trieste

Pescara

Napoli

Nuoro

Agrigento

­ ­AREA­SETTENTRIONALE

Tra Verismo e Decadentismo• E. De Marchi (Demetrio Pianelli, 1890)• A. Fogazzaro (Malombra, 1881; Piccolo

mondo antico, 1895)Romanzo futurista• F.T. Marinetti (Mafarka il futurista,

1910)Romanzo della crisi• I. Svevo (La coscienza di Zeno, 1923)

­ ­AREA­MERIDIONALE

Tra Verismo e Decadentismo• G. Deledda (La via del male, 1896; Elias Portolu, 1903; Canne

al vento, 1913)• M. Serao (Scuola normale femminile, 1886; Telegrafi di stato,

1886; Il paese della Cuccagna, 1890)Romanzo della crisi• L. Pirandello (Il fu Mattia Pascal, 1904; Quaderni di Serafino

Gubbio operatore, 1915; Uno, nessuno e centomila, 1926)

­ ­AREA­CENTRALE

Romanzo futurista• A. Palazzeschi (Il codice di Perelà, 1911)Romanzo autobiografico• S. Aleramo (Una donna, 1906)Romanzo estetizzante• G. D’Annunzio (Il piacere, 1889)Romanzo della crisi• F. Tozzi (Con gli occhi chiusi, 1919; Tre

croci, 1920)