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1° Corso di Formazione per Maestro Nazionale 2011 MODIFICAZIONE ROVESCIO BIMANE VERSO ROVESCIO AD UNA MANO NELLA FASE DI SPECIALIZZAZIONE Autore: Elisa Belleri Roma, 24 agosto 2011 Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” anno accademico 2011

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1° Corso di Formazione per Maestro Nazionale

2011

MODIFICAZIONE ROVESCIO BIMANE VERSO ROVESCIO AD UNA MANO NELLA FASE DI SPECIALIZZAZIONE

Autore: Elisa Belleri Roma, 24 agosto 2011

Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”

anno accademico 2011

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INDICE

1. RINGRAZIAMENTI……………………………………………………….....2

2. INTRODUZIONE ED ANALISI GENERALE DELL’ARGOMENTO…...2

3. DIFFERENZE BIOMECCANICHE TRA ROVESCIO BIMANE E

ROVESCIO AD UNA MANO………………………………………………....5

4. ANALISI BIOMECCANICA DEL ROVESCIO DI BRIZZI : ROVESCIO

BIMANE E ROVESCIO AD UNA MANO…………………………………..9

4.1 IL GRIP………………………………………………………………………………9

4.2 ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO LA FASE DI PREPARAZIONE…….10

4.3 ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO IL MOVIMENTO A COLPIRE…….14

4.4 COMPONENTI DI SPINTA E IMPATTO………………………………………17

4.5 FINALE……………………………………………………………………………..20

5. STEP FONDAMENTALI E METODOLOGIE DIDATTICHE

AFFRONTATI DALL’ATLETA PER IL PASSAGGIO DAL ROVESCIO

BIMANE AL ROVESCIO AD UNA MANO………………………………..23

5.1 CAMBIO DELL’IMPUGNATURA……………………………………………….23

5.2 EQUILIBRIO (UTILIZZO DEL BRACCIO SINISTRO)………………………23

5.3 EQUILIBRIO ED AZIONE DELLE GAMBE………………………………….24

5.4 PRECISIONE TEMPORALE (INTESA COME FLUIDITA’ DEL COLPO)..24

6. CONCLUSIONI………………………………………………………………25

7. BIBLIOGRAFIA……………………………………………………………..26

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1. RINGRAZIAMENTI

Desidero innanzitutto ringraziare il Tecnico Gennaro Volturo che è stato sempre

disponibile a dirimere i miei dubbi durante la stesura di questo lavoro. Inoltre, ringrazio

sentitamente Maestro Alberto Paris che è per i preziosi insegnamenti che ha saputo

trasmettermi e per l’assistenza prestatami. Intendo poi ringraziare Alberto Brizzi per

avermi fornito filmati, immagini e dati indispensabili per la realizzazione della tesi.

Inoltre, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine ai miei compagni di corso, per i

numerosi consigli durante la ricerca. Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno

accompagnato in questo percorso di arricchimento tecnico ed umano.

2. INTRODUZIONE ED ANALISI GENERALE DELL’ARGOMENTO

È ormai da qualche decennio che il popolo tennistico, composto sia di valenti giocatori

che di estimatori ed opinionisti eccellenti si divide su uno dei colpi più controversi ed

affascinanti del tennis: sua maestà il Rovescio.

Nessun altro colpo ha subito negli ultimi tempi una così marcata metamorfosi ed un

cambiamento a livello tecnico e biomeccanico quanto il colpo in questione sia in campo

femminile che maschile.

Ed il tema della controversia è sempre lo stesso : Rovescio bimane o Rovescio ad una

mano ?

La grande famiglia del rovescio ad una mano porta a sostegno delle proprie convinzioni

che tale colpo sia a livello estetico il colpo più bello “ad visum”, come dicono i latini e

che l’elemento classico non tramonterà mai. Per non parlare dal punto di vista

cinestesico della sensazione di libertà dell’arto dominante nel colpire la palla in top ,in

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back, ed al volo. Ed inoltre sembra che l’utilizzo del braccio dominante aiuti a livello

didattico ad una lateralizzazione precoce.

La fazione opposta invece sostiene con dati statistici alla mano che in campo femminile

due sole giocatrici tra le top 20 (Schiavone e Vinci) utilizza l’elegante rovescio e ben

cinque giocatori tra i top 20 maschi (Federer, Almagro, Gasquet, Wawrinka, Youzhny).

Questo a significare quanto nel tennis moderno l’efficacia del rovescio bimane sia di

gran lunga più elevata soprattutto nella risposta al servizio e nell’ azione di anticipo in

opposizione ad un colpo molto carico di top-spin. Non è un caso che il più forte

giocatore di tutti i tempi Roger Federer trovi grandissime difficoltà dal punto di vista

tattico proprio sul rovescio contro il suo avversario degli ultimi cinque anni :il

fenomeno Nadal. Per contro lo stesso Nadal trova enormi difficoltà a scardinare il

rovescio bimane dell’attuale numero uno del mondo Novak Djiokovic.

A tutto questo si aggiunga che in fase propedeutica l’utilizzo del rovescio bimane e

conseguentemente delle due braccia sinergicamente mette almeno in parte al riparo da

pesanti controindicazioni e critiche sul fatto che il tennis sia uno sport asimmetrico e

che crei problemi al rachide e soprattutto a genitori apprensivi ed ortopedici da salotto.

Quindi su noi insegnanti incombe in fase di impostazione tecnica un enorme dilemma :

ai nostri futuri tennisti quale rovescio insegnare ?

La logica ci direbbe sicuramente rovescio bimane.

A questo punto sorgono spontanei alcuni dubbi che cercheremo di dissipare:

1. Perché passare dal rovescio bimane a quello ad una mano?

2. Questo passaggio a livello tecnico è attuabile ?

3. Se lo fosse con quali procedure ?

4. Ed il processo inverso?

5. L’acquisizione di vantaggi in seguito dell’utilizzo del rovescio ad una mano

possono compensare i vantaggi obbiettivamente riscontrabili nel rovescio

bimane ?

Lo scopo di questo project work è quello di dimostrare che il passaggio, in fase di

specializzazione, dal rovescio bimane al rovescio ad una mano è attuabile ed in alcuni

casi può sicuramente aiutare il giocatore nel completamento del suo bagaglio tecnico.

Sia che il suddetto passaggio sia stato dettato da cause di forza maggiore ( traumi fisici)

o da scelte di carattere tecnico, i risultati come dimostrano i fatti sono spesso stati di alto

livello.

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3. DIFFERENZE FONDAMENTALI TRA ROVESCIO BIMANE

E ROVESCIO AD UNA MANO

Se come già detto il passaggio del rovescio bimane a quello ad una mano è possibile è

anche doveroso comunque sottolineare il fatto che a livello biomeccanico i due rovesci

presentano significative differenze .

GRIP: prendendo come riferimento la mano inferiore nel rovescio bimane il grip va da

una eastern di rovescio, alla continental ad una eastern di diritto. Nel rovescio ad una

mano il grip più utilizzati vanno da una eastern ad una western di rovescio.

STANCE: nel rovescio bimane le stance utilizzate, con scelta strettamente legata alla

situazione tattica, sono neutral come stance dominante, semiclosed, open nei recuperi e

nei colpi d’opposizione (ad esempio la risposta al servizio). Nel rovescio ad una mano

le stance utilizzate sono semiclosed , closed e permettono di utilizzare in misura

maggiore il tronco come componente di spinta durante il movimento a colpire.

GRADO DI ARRETRAMENTO DELLA RACCHETTA: nel rovescio bimane è di

180° rispetto alla posizione di partenza fino al termine della fase di preparazione

mentre nel rovescio ad una mano si ha un arretramento che passa da 250 a 270 gradi.

GRADO DI ROTAZIONE DEL TRONCO: gli angoli di separazione nel rovescio

bimane sono di 10° (le spalle ruotano di 100° le anche ruotano di 90°). Nel rovescio ad

una mano, grazie alla stance più chiusa si ha un accumulo maggiore di energia elastica e

gli angoli di separazione sono di 30° (le spalle ruotano di 120° le anche ruotano di 90°).

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STRATEGIE DI PRODUZIONE DELLA VELOCITA’: nel rovescio a due mani

produco energia sfruttando la velocità di rotazione del tronco con un movimento più

breve riducendo il momento d’inerzia e sfruttando di più il momentum angolare. Infatti

durante il movimento a colpire il tronco genera energia agevolato dalla posizione

piuttosto raccolta dei gomiti. Nel rovescio ad una mano allontano il braccio dal corpo e

con un movimento più ampio sfrutto lo spazio di accelerazione della testa della

racchetta, in questo caso interviene in modo maggiore il momentum lineare.

IMPATTO: nel rovescio ad una mano l’impatto è più avanzato e più lontano dall’asse

longitudinale del corpo rispetto a quello bimane.

STRATEGIE CONTRO L’ANTICIPAZIONE: nel rovescio a due mani il movimento è

più breve , con una open stance non do informazioni sull’angolazione prescelta e con

l’azione dei polsi posso modificare l’angolazione. Nel rovescio ad una mano con la

closed stance non fornisco informazioni sulla direzione del colpo e l’angolazione della

testa della racchetta è nascosta dal corpo.

SEGMENTI CORPOREI IMPEGNATI NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA: nel

rovescio a due mani utilizzo un segmento in meno (rovescio ad azione unita), ma

produco stessa energia mentre nel rovescio ad una mano utilizzo anche il gomito come

componente di spinta quindi un segmento in più.

GESTIONE DEL PUNTO D’IMPATTO: nel rovescio bimane si è favoriti nel tentativo

di produrre più velocità all’altezza delle spalle o su piani più elevati; nel rovescio ad una

mano impatto sopra le spalle crea difficoltà quindi si utilizza lo slice.

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ESECUZIONE DELLO SLICE E DELLA VOLEE’ DI ROVESCIO: con il rovescio

bimane si ha maggior difficoltà nel staccare la mano mentre con il rovescio ad una

mano si utilizza già in modo corretto l’arto sinistro. Inoltre si ha l’azione del gomito che

interviene come componente di spinta e favorisce l’esecuzione delle voleè.

PRECISIONE TEMPORALE IN FASE DIDATTICA: partendo dal presupposto che

più il movimento è breve più sono preciso il rovescio bimane in fase didattica è la

soluzione migliore. Proponendo in fase didattica il rovescio ad una mano bisognerà

lavorare su un movimento breve.

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In questo documento analizzerò il passaggio dal rovescio a due mani a quello ad una

mano facendo riferimento ad un professionista bresciano : Alberto Brizzi.

Alberto Brizzi uno dei giocatori più forti del panorama italiano , inizia a giocare a

tennis all’età di sette anni, crescendo nel Team di Vavassori. Raggiunge la sua miglior

classifica nel 2010 portandosi alla 230 posizione del ranking mondiale , attualmente

ancora professionista è numero 12 in Italia e 271 del mondo.

Il cambiamento del suo rovescio, avviene all’età di 18 anni , quando a causa di un vero

e proprio trauma (la rottura della cartilagine del polso sinistro) subisce un intervento

chirurgico con la speranza di riprendere l’attività agonistica nel più breve tempo

possibile. Purtroppo l’operazione non è affatto risolutiva ed anzi continua a creare

numerosi problemi. Da ulteriori controlli si riscontra che la situazione clinica del polso

non migliora affatto, Alberto decide quindi di iniziare a giocare il rovescio ad una mano.

“Inizialmente è stata veramente dura anche se ero molto eccitato dal fatto di avere un

colpo nuovo e magari più efficace, ma dall'altra parte dovevo comunque ricominciare

da zero e ciò richiedeva molto tempo, ma soprattutto molto molto impegno”.

Tengo a sottolineare il fatto che la metamorfosi del rovescio di Brizzi sia stata dettata da

cause di forza maggiore e che rispetto allo stesso passaggio effettuato per ragioni

tecniche è da considerare molto più complicato sia dal punto di vista tecnico ma

soprattutto psicologico.

“…non è stato facile passare da un’impugnatura che mi permetteva di giocare un

rovescio piuttosto piatto ad una estern di rovescio. Mi ricordo come fosse ieri i primi

allenamenti al cesto con Mauro Pezzi, la difficoltà all’inizio di oltrepassare la rete e poi

quella d’indirizzare la palla nel campo. I primi mesi e addirittura i primi anni le

imprese più ardue si presentavano durante i matches. Tutti sapevano di questo mio

colpo ‘nuovo’ e di conseguenza ne approfittavano, martellandomi dalla parte sinistra

del campo.

Ovviamente ci sono pregi e difetti, come in tutto, con il rovescio a due mani rispondi

molto più facilmente e sei un po’ più solido negli scambi, soprattutto sulle superfici

rapide, mentre è molto più semplice giocare palle in allungo o in recupero facendo il

rovescio a una mano. Se devo essere sincero mi è dispiaciuto abbandonare il rovescio a

due mani perché lo giocavo bene ed era uno dei miei colpi migliori. Ora però sono

davvero contento perché mi sono costruito un buon rovescio ad una mano e alcuni tra i

miei avversari sottolineano il fatto che in molte situazioni lo gioco meglio del diritto.”

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4. ANALISI BIOMECCANICA DEL ROVESCIO DI BRIZZI :

ROVESCIO BIMANE E ROVESCIO AD UNA MANO

4.1 GRIP

Giocatori professionisti e junior agonisti adottano nel rovescio bimane diverse tipologie

di grip sia per quanto riguarda la mano inferiore sia per quanto riguarda la mano

superiore. Potremo trovare quindi nella mano inferiore un’impugnatura eastern di

rovescio, continental oppure eastern di diritto, mentre nella mano superiore potremo

trovare un’impugnatura eastern di diritto oppure semiwestern di diritto.

Nel caso di Brizzi (foto 4.1 a ) l’impugnatura utilizzata è:

mano inferiore CONTINENTAL

mano superiore SEMIWESTERN DI DIRITTO

Foto 4.1 a

Le impugnature da utilizzare nel rovescio ad una mano sono eastern di rovescio oppure

semiwestern di rovescio senza tralasciare la continental per alcune tipologie di back-

spin e nella voleè. Nella fotografia 4.1 b di Brizzi le nocche della mano destra sono

rivolte verso l’alto da ciò si evince che il grip utilizzato è una ESTERN DI ROVESCIO.

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Foto 4.1 b

Da aggiungere che nel rovescio ad una mano come in quello bimane bisogna effettuare

il cambio d’impugnatura. Questo cambio nel rovescio ad una mano avviene partendo da

un’impugnatura neutra, cioè intermedia tra diritto e rovescio e aiutandosi con la mano

sinistra che sostiene la racchetta si riduce la pressione delle dita della mano destra sul

manico ruotando così il palmo all’interno.

4.2 ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO LA FASE DI PREPARAZIONE

Innanzitutto tengo a sottolineare che per avere un tempo di preparazione perfetto è

necessario prima di effettuare un rovescio eseguire uno slip step ed una ricerca rapida

dei piedi verso la distanza ideale dalla palla sia per il rovescio bimane che quello ad una

mano.

Per quanto riguarda il rovescio bimane eseguito da Brizzi farò subito una precisazione,

cioè si tratta di un rovescio eseguito con AZIONE MULTIPLA e lo si può notare dal

fatto che al termine della preparazione i gomiti sono flessi (foto 4.2 a) e con tale

meccanica esecutiva l’energia è prodotta utilizzando i segmenti corporei braccio,

avambraccio e polso in maniera indipendente con l’intervento dei gomiti come

componente di spinta.

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Foto 4.2 a

Per quanto riguarda la determinazione della stance nel rovescio bimane il piede sinistro

ruota disponendosi in posizione parallela rispetto alla rete mentre il piede destro si porta

davanti al piede sinistro ed allineato ad esso , limitando così la rotazione del tronco ,si

parla quindi di una NEUTRAL STANCE (foto 4.2 b). Anche nel rovescio ad una mano

il piede sinistro ruota fino ad assumere una posizione parallela rispetto alla rete per

permettere così una completa rotazione del tronco ed avere un ottimo equilibrio. In

questo caso però si ha un cross-over step del piede destro determinando una SEMI-

CLOSED STANCE (foto 4.2 c).

Foto 4.2 b Foto 4.2 c

La tipologia di preparazione nel rovescio bimane è CIRCOLARE e la testa della

racchetta supera l’altezza delle spalle ; è un movimento ampio ma anche piuttosto

compatto i gomiti sono flessi e salgono tra fianchi e spalle. Nella foto 4.2 d si nota che

la testa della racchetta rimane più alta rispetto ai gomiti.

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Foto 4.2 d

Nel rovescio ad una mano, una volta determinata la stance, si termina la rotazione del

tronco e si completa l’arretramento dell’assetto braccio racchetta e gli angoli tra

braccio-avambraccio e tra avambraccio-polso rimangono costanti per garantire la

compattezza del movimento. L’arretramento dell’assetto braccio racchetta è facilitato

dall’azione dell’arto sinistro che mantiene la posizione molto elevata raggiungendo

l’altezza della spalla sinistra e garantendo la circolarità del movimento (foto 4.2 e).

Foto 4.2 e

Nel rovescio bimane gli angoli di separazione sono di 10° (il tronco ruota di 100° le

anche di 90°). Al termine della preparazione la produzione di angoli di separazione

anche se ridotti, rispetto al rovescio ad una mano, garantisce un maggior accumulo di

energia elastica e ne è la testimonianza la scapola destra rivolta verso avanti (foto 4.2 f –

f1).

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Foto 4.2 f Foto 4.2 f 1

Particolarmente importante nel rovescio ad una mano l’angolo di rotazione delle spalle

che è piuttosto marcato e supera di circa 30° la rotazione delle anche (foto 4.2 g – g1).

Ciò favorisce un accumulo di energia elastica che rappresenta una componente di spinta

e un principio importante a livello biomeccanico.

Foto 4.2 g Foto 4.2 g1

Al termine della fase di preparazione la testa della racchetta raggiunge, sia nel rovescio

bimane che in quello ad una mano, il punto più alto rispetto al terreno (H.R.P. Highest

Racket Point ), e creare così più spazio di accelerazione (foto 4.2 h – h1).

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Foto 4.2 h Foto 4.2 h 1

4.3 ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO IL MOVIMENTO A COLPIRE

Nel rovescio bimane la spinta del piede sinistro si attiva progressivamente sia da dietro

verso avanti (momentum lineare) sia in rotazione (momentum angolare). Una volta

attivata la spinta si ha la caduta verticale della testa della racchetta, cioè la racchetta

scende grazie alla flesso-estensione dei polsi che determina la differenza di piano tra

racchetta e palla in arrivo. Il tronco genera energia in seguito ad una rotazione in fase di

accelerazione di 60° rispetto ai 40° del rovescio ad una mano (foto 4.3 a-a1-a2-a3).

Foto 4.3 a Foto 4.3 a1 Foto 4.3 a2 Foto 4.3 a3

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Nel rovescio ad una mano la spinta si attiva dal piede posteriore per aumentare la

quantità di momentum lineare. Come nel rovescio bimane una volta attivata la spinta si

ha la caduta verticale della testa della racchetta, cioè la racchetta scende fino a

raggiungimento di un piano più basso rispetto alla palla. In questa fase la mano sinistra

è ancora a contatto con il cuore della racchetta (foto 4.3 b).

La testa della racchetta è parallela rispetto alla rete perché si passa da un arretramento di

250° ad uno di 270° determinando F.R.P.(Furthest Racket Point),cioè il punto più

distante che la racchetta raggiunge rispetto al punto d’impatto per avere maggior spazio

di accelerazione. Qui il braccio destro si trova vicino ai fianchi e il gomito è piegato per

ridurre il momento d’inerzia. Con il raggiungimento dell’F.R.P. si determina la

posizione di leva ,grande “L” tra braccio disteso, polso flesso all’indietro e racchetta

(foto 4.3 c). Determinata la posizione di leva il sequencing è già attivato perché prima il

gomito era piegato ora è disteso quindi produce spinta.

Foto 4.3 b Foto 4.3 c

In tutte e due le tipologie di rovescio le gambe si distendono ,ma il grado di distensione

della gamba sinistra non è completo e permette di ridurre l’attivazione della rotazione

pelvica e del tronco. Il tronco ruota fino ad annullare gli angoli di separazione e si porta

in posizione perpendicolare rispetto alla rete (foto 4.3 d-d1-d2). Come detto prima la

gamba sinistra ha una funzione di spinta mentre la gamba destra da equilibrio e

stabilizza l’anca, questo grazie anche alla posizione quasi parallela rispetto alla rete che

assume il piede destro per il rovescio ad una mano.

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Foto 4.3 d Foto 4.3 d1 Foto 4.3 d2

Nel rovescio bimane l’assetto braccio racchetta inizia ad andare avanti verso il punto

d’impatto e l’arto sinistro, dominante, spingerà maggiormente (foto 4.3 e-e1-e2)

Foto 4.3 e Foto 4.3 e1 Foto 4.3 e2

Nel rovescio ad una mano la racchetta si muove da dietro verso avanti innescando un

“HAMMER ACTION”, la spalla destra porta avanti prima la parte inferiore della

racchetta e poi scaglia sulla palla la parte superiore. Il braccio è disteso e il tappo della

racchetta si trova all’altezza della coscia destra (foto 4.3 f-f1). Nel momento in cui

avviene quest’ “azione a martello” la mano sinistra si stacca dal cuore della racchetta, la

mano destra si porta leggermente verso il basso per determinare la differenza di piani e

quindi produrre più spin.

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Foto 4.3 f Foto 4.3 f1

4.4 COMPONENTI DI SPINTA E IMPATTO

Nel rovescio bimane ad azione multipla l’arto dominante ,nel nostro caso il sinistro,

produce più energia con ABDUZIONE ed ESTENSIONE ORIZZONTALE, quindi il

braccio sinistro va verso l’esterno; l’arto non dominante, il destro, sviluppa un

movimento di ADDUZIONE e FLESSIONE ORIZZONTALE, quindi il braccio destro

va verso l’interno (foto 4.4 a-a1-a2). La flessione dei gomiti, con conseguente

cambiamento degli angoli prodotti tra braccio e avambraccio e la “COPPIA DI FORZE”

prodotta dai polsi, contribuiscono ad un’ulteriore accelerazione della racchetta al

momento dell’impatto. Da precisare che per “coppia di forze” si intende l’azione del

polso della mano destra che si flette esercitando un’azione di pressione verso il polso

sinistro il quale oppone resistenza pre-stirandosi e accumulando energia. In

corrispondenza dell’impatto il polso della mano destra torna in linea ripristinando la sua

posizione naturale e cede energia al polso della mano sinistra, le mani lavorano in

modo simmetrico. Questa “coppia di forze” può intervenire attraverso un’azione dal

basso verso l’alto (up-down action) o attraverso un’azione da dietro verso avanti (push

and pull action).

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Foto 4.4 a Foto 4.4 a1 Foto 4.4 a2

Nel rovescio ad una mano creo energia attraverso ESTENSIONE DEL GOMITO

l’ABDUZIONE DEL BRACCIO, cioè allontano il braccio dal tronco e sfrutto la

lunghezza della leva e lo spazio di accelerazione dell’attrezzo (foto 4.4 b-b1). Anche il

polso interviene come ultima componente di spinta e svolge un ruolo determinante per

modificare la traiettoria della testa della racchetta prima dell’impatto.

Foto 4.4 b Foto 4.4 b1

Nel rovescio ad una mano l’impatto avviene davanti alla gamba anteriore, infatti la

mano destra è sulla linea del piede anteriore; l’altezza varia in base al grip e per quanto

riguarda la distanza laterale il braccio è disteso e non teso (foto 4.4 c). Ricordiamo che il

punto d’impatto del rovescio a due mani è molto più arretrato di quello a una mano.

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Foto 4.4 c In entrambe i rovesci al momento dell’impatto la racchetta è perpendicolare rispetto al

terreno e permettere così l’estensione orizzontale della spalla. Da sottolineare il fatto

che nel rovescio ad una mano al momento dell’impatto gli estensori del polso sono in

fase concentrica e non in fase eccentrica.

Nel rovescio ad una mano il braccio sinistro si posiziona lungo il fianco per dare

maggiore equilibrio, il peso del corpo è distribuito sulla gamba anteriore.

In base al grip utilizzato, nel rovescio ad una mano, potrebbe essere presente la

rotazione esterna del braccio attorno alla spalla e conseguente supinazione

dell’avambraccio attorno al gomito. Nel caso di Brizzi (foto 4.4 d-d1) osservando il

cambiamento di piano del gomito possiamo dedurre che la rotazione esterna del braccio

è presente.

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Foto 4.4 d Foto 4.4 d1

Per quanto riguarda la posizione della testa , nelle due tipologie di rovescio, è ferma e lo

sguardo è rivolto in direzione del punto d’impatto e svolge un ruolo di stabilità e

controllo.

4.5 FINALE

Nel rovescio bimane la parte finale avviene con l’adduzione dell’arto destro e

l’abduzione dell’arto sinistro. L’arto dominante si porta avanti-alto con successiva

rotazione delle braccia attorno alle spalle. Nel finale del rovescio a due mani l’assetto

braccio-racchetta crea un angolo di abduzione tra tronco e braccio sinistro (foto 4.5 a-

a1-a2).

Foto 4.5 a Foto 4.5 a1 Foto 4.5 a2

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Da sottolineare fin da subito che nel rovescio ad una mano in presenza di rotazione

esterna del braccio la racchetta va verso l’alto e sarà perpendicolare al terreno (foto 4.5

b), in assenza di rotazione esterna la racchetta è obliqua verso sinistra rispetto al terreno.

Foto 4.5 b

Nel rovescio ad una mano tra tronco e braccio destro si forma un angolo e

successivamente il braccio ruota verso destra come componente di decelerazione (foto

4.5c). In questa fase la rotazione del tronco continua, ma con una funzione passiva di

decelerazione.

Foto 4.5 c

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Molto importante il passo di recupero (RECOVERY STEP) che il piede sinistro esegue

nel finale del movimento per consentire il ripristino ottimale della posizione atletica

(foto 4.5 d-d1-d2-d3 ; foto 4.5 e-e1-e2-e3).

Foto 4.5 d Foto 4.5 d1 Foto 4.5 d2 Foto 4.5 d3

Foto 4.5 e Foto 4.5 e1 Foto 4.5 e2 Foto 4.5 e3

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5 STEP FONDAMENTALI E METODOLOGIE DIDATTICHE

AFFRONTATI DALL’ATLETA PER IL PASSAGGIO DAL

ROVESCIO BIMANE AL ROVESCIO AD UNA MANO

5.1 CAMBIO DELL’IMPUGNATURA

Primo step affrontato da Brizzi è stato il cambio di grip della mano destra da una

continental ad una eastern di rovescio. In questa fase il giocatore abbisogna di

esercitazioni al cesto (prima con palla data con la mano, poi esercitazioni a blocchi) atte

a raggiungere un’alta dimestichezza con la nuova impugnatura. Queste esercitazioni

sono altresì importanti per la meccanizzazione del gesto tecnico (swing ed “hammer

action”). Vengono poi aggiunte esercitazioni tecnico tattiche funzionali al

raggiungimento dello stesso obbiettivo, cioè presa di coscienza della nuova impugnatura

e nuova tipologia di movimento.

5.2 EQUILIBRIO (UTILIZZO DEL BRACCIO SINISTRO)

Nel rovescio ad azione multipla l’arto sinistro ha un ruolo di dominanza quindi in

questa fase il braccio sinistro passa da un’azione effettiva di spinta e di controllo ad una

esclusivamente di equilibrio e stabilizzazione; mentre il ruolo del braccio destro passa

da un’azione di sostegno ad una effettiva e totale di spinta. Per quanto riguarda

l’equilibrio dobbiamo considerare che l’impatto nel rovescio bimane è più vicino

all’asse longitudinale del corpo ( braccio destro piegato adduzione), mentre nel rovescio

ad una mano l’impatto è più lontano e il braccio destro è disteso. Molto importante

nell’acquisizione della meccanica esecutiva del gesto tecnico che le due braccia

lavorino in completa sinergia. Vista l’importanza di questo step, la fase di palleggio in

corridoio è stata adottata come metodologia didattica, poiché con spazi più stretti è

fondamentale avere un buon equilibrio grazie a una ricerca di palla millimetrica. Per

evidenziare tale necessità Brizzi si è allenato soprattutto sulle sensazioni, quindi

costretto a giocare con l’avambraccio sinistro dietro la schiena e le spalle

perpendicolarmente alla rete. Tenere l’avambraccio dietro la schiena serve a evidenziare

il disagio dello squilibrio quando si colpisce fuori baricentro, disagio dovuto ad una

scarsa ricerca di palla. Solo nel momento in cui la ricerca della palla non è stata più un

problema e le condizioni di equilibrio diventarono soddisfacenti, Brizzi inizia ad

utilizzare anche il braccio sinistro per assecondare e bilanciare meglio il movimento del

braccio destro.

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5.3 EQUILIBRIO ED AZIONE DELLE GAMBE

Per quanto riguarda le stance dalla posizione bimane di open o neutral stance si passa ad

una semi-closed o closed stance. Mentre il primo passo nel rovescio bimane (vedi

risposta al servizio) può essere sia jab step o pivot step, nel rovescio ad una mano il

primo passo di assestamento è solo un pivot step. Consideriamo quindi che nelle due

tipologie di rovescio il piede sinistro fa da perno mentre il piede destro carica solo ed

esclusivamente nella open stance. Tutte le esercitazioni iniziali al cesto saranno

finalizzate al raggiungimento di una stance closed semi-closed o neutral (esercitazioni a

blocchi e successivamente randomizzate). Indipendentemente che la ricerca della palla

venga effettuata su corto medio o lungo raggio, non si può quindi prescindere da

esercitazioni di “footwork” nel campo da tennis o in palestra, simulando molti possibili

spostamenti del giocatore prima, durante e dopo l’esecuzione del colpo: corse in avanti,

in diagonale e indietro a piccoli passi. Anche gli scivolamenti sono una parte

fondamentale della giusta tecnica di spostamento nell’allenamento del rovescio,

soprattutto di quello ad una mano; Questa è una tecnica che permette il giusto

posizionamento ed un buon aggiustamento rispetto alla distanza dalla palla per offrire

maggiori possibilità di scelte tecnico-tattiche.

5.4 PRECISIONE TEMPORALE (INTESA COME FLUIDITA’ DEL COLPO)

Un altro elemento da prendere in considerazione è la maggior fluidità del gesto tecnico

che, conseguenza naturale della maggior libertà di escursione del singolo braccio, risulta

meno preciso rispetto al gesto tecnico bimane molto più ridotto. Si deduce quindi che

l’energia espressa da un ampio movimento (f.r.p.) è inversamente proporzionale alla

precisione dei colpi e direttamente proporzionale alla potenza del colpo stesso.

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6 CONCLUSIONI

Alla luce di quanto emerso possiamo sostenere che il passaggio dal rovescio bimane al

rovescio ad una mano è attuabile e può sicuramente apportare vantaggi dal punto di

vista di completezza del bagaglio tecnico di un giocatore. Infatti analizzando lo storico

il passaggio dal rovescio bimane al rovescio ad una mano è già stato riscontrato in molti

giocatori (Sampras, Edberg, il nostro Brizzi e moti altri), mentre il processo inverso ha

avuto flebili riscontri. Un processo sicuramente limitante in quanto preclude in partenza

l’utilizzo del rovescio bimane. La dimostrazione sopra citata sta nel fatto che a livello

statistico non ci siano riscontri su allievi agonisti o giocatori professionisti.

In fase didattica sarà opportuno e quindi consigliato per gli insegnanti, l’adozione di una

metodologia tecnica basata sul rovescio a due mani ( utilizzo di entrambe le braccia,

simmetria posturale, play-ability dell’attrezzo) che non ostacola assolutamente in fase

futura l’apprendimento del rovescio ad una mano e facilita la velocità d’apprendimento

del back-spin e della voleè di rovescio.

Una metodologia didattica invece basata sul rovescio ad una mano impedisce in modo

significativo l’apprendimento in prospettiva futura del rovescio bimane e quindi è da

considerarsi limitante in fase di apprendimento tecnico.

Da queste considerazioni si evince che il passaggio in fase di specializzazione dal

rovescio bimane a quello ad una mano è possibile e può aiutare nel migliorare alcuni

colpi (voleè e back-spin). Tant’è vero che a livello didattico si utilizza lo stesso tipo di

grip sia nell’impostazione delle voleè di rovescio che nel rovescio ad una mano. Inoltre

l’insegnamento ed il conseguente apprendimento del rovescio in slice risulta molto più

semplice se la condizione iniziale è quella del rovescio ad una mano rispetto a quello

bimane. Possiamo quindi considerare come colpi affini il back spin e la voleè di

rovescio parenti molto stretti del rovescio ad una mano.

Questo projet work ha permesso di giungere quindi ad una sintesi conclusiva:

1. il passaggio dal rovescio ad una mano a quello bimane non è consigliabile in

quanto di difficile attuazione e scarso riscontro storico statistico;

2. il passaggio dal rovescio bimane a quello ad una mano è attuabile ed ha avuto

riscontri dimostrati tra giocatori di medio-alto livello e professionisti.

I vantaggi del sopra citato cambiamento sono:

a) miglioramento bagaglio tecnico (facilità nell'esecuzione del back spin sia

in manovra sia in approccio alla rete ; permette maggior sensibilità

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nell'eseguire la smorzata; semplicità nell'esecuzione della volée di

rovescio);

b) miglioramento bagaglio tecnico-tattico (cambi di ritmo, maggior

regolarità e alternanza di back-spin e top-spin);

c) sviluppo di maggiore energia grazie all’ampiezza maggiore del

movimento (F.R.P.).

d) favorisce un maggior allungo nelle situazioni di recupero grazie al

braccio destro libero e non vincolato dal sinistro

D’altro canto le controindicazioni sono:

a) A livello tecnico risposta al servizio meno efficace

b) A livello tattico riduzione delle possibili angolazioni

c) A livello tecnico-tattico minor possibilità d’anticipo e conseguente

efficacia su servizi kick e top-spin esasperati e minor controllo su colpi

molto potenti

A livello di sensazione, ma soprattutto a livello statistico e percentuale per poter dotare

un giovane di un rovescio ad una mano competitivo, nel tennis attuale, occorre che

l’atleta disponga di eccezionali doti tecniche, fisiche, ma soprattutto di un talento fuori

dal comune; nonostante i formidabili risultati della nostra Schiavone e del più grande

giocatore di tutti i tempi Roger Federer. Ma giocatori con rovescio ad una mano dal

punto di vista mentale atletico e soprattutto tecnico del calibro di Francesca Schiavone

quanti ne vedremo nei prossimi venti anni ?

E del calibro di Roger Federer ?

8. BIBLIOGRAFIA

Testi:

Appunti della Scuola Nazionale Maestri 2011

Siti Internet consultati:

www.tennisicoach.com