SOVRACCARICO BIOMECCANICO - sunhope.it. Lamberti. Sovraccarico Biomeccanico 12.13.pdf · sindrome...
Transcript of SOVRACCARICO BIOMECCANICO - sunhope.it. Lamberti. Sovraccarico Biomeccanico 12.13.pdf · sindrome...
10/12/2012
1
Seconda Università degli Studi di NapoliDipartimento di Medicina SperimentaleSezione di Igiene, Medicina del Lavoro e Medicina L egale
Le patologie muscoloscheletriche lavoro-correlate
daSOVRACCARICO BIOMECCANICO
Prof.ssa Monica Lamberti
1
Patologie muscolo scheletriche correlate al lavoro
Sono patologie a carico di
STRUTTURE OSTEOMUSCOLO-NEURO-TENDINEE E DELLE BORSE
le quali risultano sottoposte ad un
COSTANTE IMPEGNO FUNZIONALE
SOVRACCARICO BIOMECCANICO
2
10/12/2012
2
�Malattie e disturbi muscoloscheletrici dasovraccarico biomeccanico sono assai diffusi tralavoratrici e lavoratori e costituiscono una delleprincipali cause di assenza per malattia in molteattività.
�Le conseguenze sono pesantissime, da un puntodi vista sociale ed economico, per i lavoratori, aiquali procurano sofferenza personale e possibileriduzione di reddito; per i datori di lavoro, perchériducono l’efficienza aziendale; per il Paese, perchéincidono sulla spesa sanitaria e previdenziale
3
�L’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezzasul Lavoro ha dedicato la Settimana Europea perla sicurezza nel 2000 e nel 2007 alle malattiemuscolo scheletriche.
�Nel 2005, secondo dati Eurostat relativi ad 12Stati membri, oltre la metà (57%) delle malattieprofessionali riconosciute a livello europeocomprendeva patologie dell’apparato muscoloscheletrico, ovvero tendinopatie, epicondiliti esindrome del tunnel carpale
4
10/12/2012
3
Epidemiologia
La quarta indagine sulle condizioni lavorative nell’UnioneEuropea condotta nel 2005 dalla Fondazione di Dublinomette in evidenza che i disturbi muscolo-scheletrici, ed inparticolare il mal di schiena, sono il sintomo maggiormenteaccusato dai lavoratori
- 25% dei lavoratori dell’UE soffre di mal di schiena- 23% lamenta dolori muscolari- 62% dei lavoratori svolge operazioni ripetitive con le mani
o le braccia per un quarto dell’orario di lavoro- 46% lavora in posizioni dolorose o stancanti- 35% trasporta o movimenta carichi pesanti.
5
Rapporto INAIL 2011
MALATTIE OSTEO-ARTICOLARI E MUSCOLO-TENDINEE
Dovute prevalentemente a sovraccarico bio-meccanico emovimenti ripetuti- Affezioni dei dischi intervertebrali �11mila denunce nel 2011
- Tendiniti �10mila denunce nel 2011
2007-2011 più che triplicate le prime e più che raddoppiate le secondenei cinque anni di osservazione.
6
10/12/2012
4
Rapporto INAIL 2011
MALATTIE OSTEO-ARTICOLARI E MUSCOLO-TENDINEE
�L’aumento di queste malattie è osservato già da molti anni, ma airecord raggiunti negli ultimi ha senz’altro contribuito, come già detto,l’effetto dell’entrata a regime del dm 9 aprile 2008 che, inserendole intabella, ha attribuito loro “la presunzione legale di origine”, agevolandoe incentivando il ricorso alla tutela assicurativa.
�Tra le malattie professionali tabellate sono state inserite quelle“causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio”, “da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore e delginocchio ” e le “ernie discali lombari ”.
7
8
10/12/2012
5
9
10
10/12/2012
6
11
MALATTIE MUSCOLOSCHELETRICHE CORRELATE AL LAVORO
COLONNA VERTEBRALE- DEGENERAZIONE DEL DISCO INTERVERTEBRALE
(ERNIA DISCALE)- DEGENERAZIONI ARTROSICHE
ARTI SUPERIORI- TENDINITI- PATOLOGIE DA INTRAPPOLAMENTO DEI NERVI- DEGENERAZIONI ARTROSICHE
ARTI INFERIORI-PATOLOGIE DEGENERATIVE DEL GINOCCHIO
12
10/12/2012
7
Rachide
Il sovraccarico biomeccanico a cui sono sottoposti
i dischi intervertebrali, anche in relazione alla
movimentazione manuale dei carichi pesanti, può
determinare con il tempo la comparsa di
microfratture nelle cartilagini limitanti così come
microfissurazioni prima concentriche poi radiali
dell’anello fibroso del disco intervertebrale stesso.
13
Rachide
La degenerazione dei dischi
intervetebrali conseguente
(perdita di liquidi e riduzione di
spessore) determina la
detensione dei legamenti
longitudinali con formazione di
becchi artrosici nei soggetti più
maturi e instabilità vertebrale
nei soggetti più giovani.
14
10/12/2012
8
Ernia discaleLe microfissurazioni radiali del disco intervetebralecreano «la strada» per la formazione dell’ernia deldisco.
15
Carico articolareÈ stata stimata la pressione critica sui dischiintervetebrali lombari al di sotto della quale non sonostate rilevate lesioni delle limitanti vertebrali e nell’anellofibroso (circa 250 kg di forza di compressione sullasuperficie del disco).
16
10/12/2012
9
TENDINITI E BORSITI DELLA SPALLA
Nel sovraccarico biomeccanicodella spalla la diagnosi di piùfrequente riscontro è la «sindromeda conflitto» (o «periartritescapolo-omerale») che puòevolvere in tendinite calcifica omorbo di Duplay e in pericapsuliteadesiva o «sindrome della spallagelata».
Genericamente si può definire«tendinite della cuffia deirotatori», un processo flogisticoche interessi uno o più deiseguenti tendini: sovraspinoso,piccolo rotondo, sottoscapolare esottospinoso.
EPICONDILITE
18
10/12/2012
10
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
19
20
10/12/2012
11
TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
10/12/2012
12
ART. 17. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO NON DELEGAB ILI
1. Il datore di lavoro non puo' delegare le seguenti attivita':a) la valutazione di tutti i rischi con la
conseguente elaborazione del documento previstodall'articolo 28 ;
b) la designazione del responsabile del servizio diprevenzione e protezione dai rischi.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Art. 167 Campo di applicazione
1. Le norme del presente titolo si applicano alle
attivita' lavorative di movimentazione manuale dei carichi
che comportano per i lavoratori rischi di patologie da
sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari.
10/12/2012
13
Art. 167 Campo di applicazione
…
2. Ai fini del presente titolo, s'intendono:
a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o
di sostegno di un carico ad opera di uno o piu' lavoratori, comprese
le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un
carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle
condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie
da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari;
b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle
strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative
necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in
particolare attrezzature meccaniche, per evitare
la necessita' di una movimentazione manuale dei
carichi da parte dei lavoratori.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
10/12/2012
14
Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione
manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di
lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai
mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi
adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la
movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto
dell'allegato XXXIII, ed in particolare:
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
a) organizza i posti di lavoro in modo che detta
movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute;
b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le
condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro in
questione tenendo conto dell'allegato XXXIII;
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
10/12/2012
15
Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie
dorso-lombari, adottando le misure adeguate, tenendo
conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle
caratteristiche dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che
tale attivita' comporta, in base all'allegato XXXIII;
d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di
cui all'articolo 41, sulla base della valutazione del rischio
e dei fattori individuali di rischio di cui all'allegato XXXIII.
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Art. 168. Obblighi del datore di lavoro
3. Le norme tecniche costituiscono criteri diriferimento per le finalita' del presentearticolo e dell'allegato XXXIII, oveapplicabili. Negli altri casi si puo' fareriferimento alle buone prassi e alle lineeguida .
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
10/12/2012
16
Art. 169. Informazione, formazione e addestramento
1. Tenendo conto dell'allegato XXXIII, il datore di lavoro:
a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente
al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato;
b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi
lavorativi ed alle modalita' di corretta esecuzione delle attivita'.
2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l'addestramento
adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da
adottare nella movimentazione manuale dei carichi
TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
La prevenzione del rischio di patologie da sovraccaricobiomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attivitàlavorative di movimentazione manuale dei carichi dovràconsiderare, in modo integrato, il complesso degli elementi diriferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nelpresente allegato.
10/12/2012
17
ALLEGATO XXXIIIMOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
ELEMENTI DI RIFERIMENTO1. CARATTERISTICHE DEL CARICO2. SFORZO FISICO RICHIESTO3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO4. ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITA’
ALLEGATO XXXIIIMOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIOFatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela esostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, illavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì contodelle differenze di genere e di età;- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dallavoratore;- insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione odell’addestramento
10/12/2012
18
RIFERIMENTI A NORME TECNICHE
Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3)relative alle attività di movimentazione manuale(sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione dicarichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi traquelle previste all’articolo 168, comma 3.
ALLEGATO XXXIIIMOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
NORME TECNICHENORME ISOISO 11228-1 Ergonomics-Manual handling-Lifting and carryingISO 11228-2 Ergonomics -Manual handling -Pushing and pullingISO 11228-3 Ergonomics-Manual handling- Handling of low loads at high frequency
NORME UNI EN (direttiva “macchine”)UNI EN 1005-2 Sicurezza del macchinario; prestazione fisica umana, movimentazione manuale di macchinario e di parti componenti il macchinario
36
10/12/2012
19
BUONE PRASSI
37
“Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è avarizia.” (L.Milani)
“Buona prassi”: una buona azione individuale che produce la riorganizzazione di un percorso istituzionale che tiene conto di tutti, quindi con una valenza politica che non si può nascondere o dimenticare.
LINEE GUIDA SIMLIILinee guida per la prevenzione e i disturbi delle
patologie muscoloscheletriche del rachide da
movimentazione manuale dei carichi
Linee guida per la prevenzione delle patologie
correlate alla movimentazione manuale dei pazienti
10/12/2012
20
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
�SOLLEVAMENTO � - NIOSH
� MOVIMENTAZIONE PAZIENTI � - MAPO
�TRAINO E SPINTA � - SNOOK E CIRIELLO
�MOVIMENTI RIPETUTI ARTI SUPERIORI � - METODO OCRA
39
Metodo NIOSH
Nel 1981 il NIOSH ha proposto una metodologia per la
valutazione del rischio biomeccanico associato
all’effettuazione ripetuta di azioni di sollevamento. Tale
equazione è stata poi modificata successivamente nel
1991 al fine di ampliarne l’applicabilità a compiti di
sollevamento più complessi (non solo a quelli effettuati sul
piano sagittale).
40
10/12/2012
21
Metodo NIOSH
Lo strumento permette di determinare un «peso limite
raccomandato» attraverso un’equazione che a partire da
una costante di peso iniziale, sollevabile in condizioni
ottimali, considera l’eventuale esistenza di elementi
sfavorevoli e tratta questi ultimi con appositi fattori di
demoltiplicazione. I fattori di demoltiplicazione possono
assumere valori compresi tra 0 e 1.
41
Metodo NIOSH
Quando l’elemento di rischio potenziale corrisponde ad una
condizione ottimale, il relativo fattore assume il valore 1 e
pertanto non porta ad alcun decremento del peso iniziale.
Quando l’elemento di rischio è presente, discostandosi
dalla condizione ottimale, il relativo fattore assume un
valore inferiore a 1 : esso risulta tanto più piccolo quanto
maggiore è allontanamento dalla relativa condizione
ottimale
42
10/12/2012
22
Metodo NIOSH
43
Metodo NIOSH
44
10/12/2012
23
Metodo NIOSH
45
Metodo NIOSH
46
10/12/2012
24
Metodo NIOSH
47
Metodo NIOSH
48
10/12/2012
25
Metodo NIOSH
49
Metodo NIOSH
Al termine della procedura di valutazione è possibilecalcolare un Indice di sollevamento (LI) dividendo il pesorealmente sollevato per quello limite raccomandato.
Per valori dell’indice inferiori a 1 il compito di sollevamentopuò essere considerato sicuro
All’aumentare dei valori dell’indice è minore la quota dilavoratori in grado di svolgere il compito senza rischio disviluppare lombalgia
50
10/12/2012
26
Metodo NIOSH• Indice di sollevamento finale ovvero:
PESO LIMITE RACCOMANDATOPESO OGGETTO DELLA VALUTAZIONE
> 1 Tra 0,86 e 1 < 0,85
METODO SNOOK E CIRIELLOQuesto metodo è stato proposto dagli autori per valutare il rischio correlato al trasporto in piano, ovvero al traino e alla spinta dei carichi.
52
10/12/2012
27
METODO SNOOK E CIRIELLOSono tabelle in cui viene indicato il valore massimo della FI (forza di inizio spinta/traino) e FM (forza di mantenimento), in base a:
• Tipo di trasporto (traino o spinta)• Frequenza dell’azione di traino/spinta• Sesso del lavoratore• Distanza da percorrere• Altezza delle mani da terra
53
METODO MAPO(Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
54
• In questa realtà lavorativa la MMC assume però caratterizza zionipeculiari essendo prevalentemente correlata alle attivit à di curae assistenza a pazienti parzialmente o del tutto nonautosufficienti.
• La letteratura nazionale ed internazionale evidenzia che g liinfortuni e le patologie legate alla movimentazione manual e deipazienti non autosufficienti costituiscono l’espression e di unodei più importanti rischi in ambito ospedaliero per il perso naleinfermieristico, tecnico ed ausiliario.
10/12/2012
28
55
• Indicatore sintetico, sulla base della valutazione di una seriedi fattori di rischio specifici nella movimentazione deipazienti .
• Tale approccio è per molti versi analogo alla metodologiaNIOSH.
• Fattori: FS, fattore Sollevatori; FA, fattore Ausili Minori; FC,fattore Carrozzine; Famb , fattore Ambiente; FF, fattoreFormazione; NC/Op, rapporto fra pazienti Non Collaboranti(NC) e gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro;PC/Op, rapporto fra pazienti Parzialmente Collaboranti (PC)e gli Operatori (Op) presenti nei tre turni di lavoro, il calcolodell'indice MAPO è dato dalla formula:
•Indice MAPO = (NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF
METODO MAPO(Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
56
Indice MAPO = (NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x Famb x FF
• I rapporti tra il numero dei pazienti Non Autosufficienti egli Operatori (NC/Op e PC/Op) forniscono una misura delnumero di operazioni di spostamento o sollevamento chedevono essere effettuate dagli Operatori.
• Questi rapporti sono successivamente pesati dal Fattore"sollevatori" e dal Fattore "ausili minori". In questo modo, inrelazione all'uso ed adeguatezza degli ausili, si fornisce unamisura del potenziale sovraccarico biomeccanico indottodalle operazioni di movimentazione dei pazienti non
autosufficienti.
METODO MAPO(Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
10/12/2012
29
0 – 1.5Livello di rischio trascurabile; Formazione ed informazione
1.51 – 5Interventi di bonifica: ausiliazioneFormazione – Sorveglianza Sanitaria
> 5.01 Rischio!!Prevenzione primaria – ausiliazionePriorità a situazioni con indice più elevatoSorveglianza Sanitaria Formazione
57
METODO MAPO(Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
- standardizza un metodo di valutazione del rischio, essendo validato
ed ampiamente utilizzato
-consente di individuare, realtà per realtà, i fattori maggiormente
in causa nella composizione del punteggio finale
- consente di stimare l’entità della riduzione dell’indice di rischio a
seguito degli interventi stabiliti
-consente di pianificare le misure preventive intervenendo in
modo mirato, sia a livello del singolo reparto, sia rispetto a tutte
le realtà considerate
-necessario ai fini medico-legali
58
METODO MAPO(Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
10/12/2012
30
- non può essere utilizzato per valutare il rischio nei servizi,
poliambulatori, sale operatorie, …
- non è applicabile nell’ambiente extraospedaliero
-non è in grado di indagare il rischio legato ai movimenti e alle
posture che il personale assume
-è scarsamente correlabile ai risultati della sorveglianza sanitaria
Necessario analizzare pertanto in modo molto più dettagliato i compiti effettivamente svolti dagli operatori (infermieri e personale ausiliario) nelle loro uu.oo.
59
METODO MAPO(Movimentazione e Assistenza dei pazienti Ospedalizzati)
METODOLOGIA OCRA
60
Il metodo OCRA (OCcupational Ripetitive Actions )(Colombini e Occhipinti, 1996) è stato sviluppato peranalizzare il rischio WMSD per gli arti superiori di lavoratoriaddetti a compiti in cui sono presenti i vari fattori di rischio(ripetitività, forza, posture/movimenti incongrui, assenzadi periodi di recupero, ... ). L'indice di rischio è diviso infasce (verde, gialla, rossa) corrispondente rispettivamente adun rischio assente, lieve e presente.A differenza di altri metodi, il metodo OCRA consente divalutare un indice complessivo nel caso di più compiti svoltidurante il turno di lavoro
10/12/2012
31
Metodo OCRAEsiste in una forma sintetica e preliminare di valutazione (CHECK-LIST) e in una più dettagliata (INDICE) che contribuiscono a stratificare il rischio prevedendo la possibilità di ammalare nei successivi 5 – 10 anni permettendo di pianificare opportuni interventi :
CHECK LIST INDICE VALUTAZIONE RISCHIO
< 7,5 2,2 ACCETTABILE
7,6 – 11 2,3 – 3,5 MOLTO LIEVE
11,1 – 14,0 3,6 – 4,5 LIEVE
14,1 – 22,5 4,6 – 9 MEDIO
> 22,5 > 9,1 ELEVATO
Altri metodi per la valutazione dei movimenti ripetitivi ad alta frequenza
62
10/12/2012
32
SORVEGLIANZA SANITARIA
�TUTTI GLI ESPOSTI A RISCHIO RESIDUO DIMMC SONO SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZASANITARIA AI SENSI DELL’ARTICOLO 41.
�LA SORVEGLIANZA SANITARIA TIENE CONTODELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DEIFATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
63
SORVEGLIANZA SANITARIA
64
Accertamenti preventivi
prima dell’inserimento lavorativo per constatare l’assenza di controindicazioni alla mansione cui i lavoratori sono destinati
Accertamenti periodici
per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica
10/12/2012
33
SORVEGLIANZA SANITARIAANAMNESI PERSONALE E FISIOLOGICA
65
- Vengono raccolte dapprima notizie di carattere generale: dati anagrafici, azienda, reparto, mansione attuale anzianità di mansione. Inoltre si focalizza l’attenzione sull’esistenza o meno, nei lavori precedenti, di uno o più fattori di rischio posturali definiti secondo alcune varianti fondamentali: seduto fisso, guida di automezzi, in piedi fisso, trasferimento manuale di carichi e, per spalla, movimenti ripetitivi con posture incongrue della spalla (es. braccio all’altezza della spalla).
- Vanno indagate inoltre le attività sportive e hobbistiche.
SORVEGLIANZA SANITARIAANAMNESI PATOLOGICA DI INTERESSE
66
� PATOLOGIE CHE POSSONO FAVORIRE IL CARICO E LA
DEGENERAZIONE ARTICOLARE (OBESITà,
DISLIPIDEMIE)
� PREGRESSI TRAUMI DELL’APPARATO MUSCOLO
SCHELETRICO
� LOMBALGIE ACUTE E CRONICHE
� SINDROMI DOLOROSE
10/12/2012
34
SORVEGLIANZA SANITARIA
ESAME OBIETTIVO DEL RACHIDE
- Osservazione degli atteggiamenti posturali
- Palpazione della muscolatura paravertebrale, pressione
sulle apofisi spinose e sugli spazi intervetebrali
- Valutazione della motilità analitica del rachide
- Manovre di Lasègue e Wassermann
67
Manovra di Lasegue: sollevamento della gamba estesa a paziente supino concomparsa di dolore tra i 30° ed i 60° da interessamento di L5-S 1.Manovra di Wasserman: Evocazione ed accentuazione del dolore radicolare(lombare od irradiato), quando al paziente sdraiato sul letto in posizione rpona, siflette lentamente la gamba sulla coscia. E' chiamato "segno della L3" perchè èquasi sempre positivo in caso di irritazione di L3 ed L4.
68
10/12/2012
35
ESAME OBIETTIVO ARTO SUPERIORE
- ISPEZIONE, - PALPAZIONE
- MOTILITà (ATTIVA E PASSIVA)
69
SORVEGLIANZA SANITARIAINDAGINI COMPLEMENTARI
-ECOGRAFIA MUSCOLOSCHELETRICA-RX, TC, RMN-ELETTRONEUROMIOGRAFIA
- Altre indagini (ECG)
70
10/12/2012
36
SORVEGLIANZA SANITARIA
71
Il giudizio di idoneità alla mansione si esprime in
Idoneità Idoneità parziale,temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioniInidoneità temporaneaInidoneità permanente
GRAVIDANZA E MMC72
D.Lgs.151/2001
«Le donne in gravidanza non devono essere adibite al trasporto ed al sollevamento dei carichi…»
10/12/2012
37
CARDIOPATIE E MMC
73
74
Patologie muscolo-scheletriche:RISCHI LAVORATIVI
• MMC
Da INAIL «Quando il movimento non è salute» 2011
10/12/2012
38
75
Patologie muscolo-scheletriche:RISCHI LAVORATIVI
• Movimenti ripetitivi
Da INAIL «Quando il movimento non è salute» 2011