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1 _______________________________________________________________ DELIBERAZIONE N. 2 del 20/02/2015 Accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Chieti e Pescara ex articolo 1, comma 5 della Legge 29 dicembre 1993 n. 580 e successive modifiche ed integrazioni. Sono presenti i signori: BECCI DANIELE - PRESIDENTE ANGELUCCI MAURO - COMPONENTE ANTONIONI ELISA - COMPONENTE BERTINELLI ALBERTO - COMPONENTE BOSCO STEFANIA - COMPONENTE CAMELI PASQUALE - COMPONENTE CAVALAZZI SIMONA - COMPONENTE COLAZILLI RICCARDO - COMPONENTE CORRARO ALBERTO - COMPONENTE D'AGOSTINO MAURIZIA - COMPONENTE DE SANCTIS VICENZINA - COMPONENTE DI FELICE CINZIA - COMPONENTE DI GIACOMO URANIA - COMPONENTE DI GIOSAFFATTE LUIGI - COMPONENTE DI GIOVANNI MASSIMO - COMPONENTE DI GIROLAMO ADRIANA - COMPONENTE DI MICHELE DOMENICO - COMPONENTE FAVA RAFFAELE - COMPONENTE GALASSO PIERO - COMPONENTE GRANNONICO PAOLA - COMPONENTE OLIVIERI FRANCO - COMPONENTE PAGLIUCA SILVANO - COMPONENTE SALCE CARMINE - COMPONENTE TAUCCI GIOVANNI - COMPONENTE TOCCO ADRIANO - COMPONENTE VERNA TONINO - COMPONENTE MOSCARIELLO CESARE - PRESIDENTE COLLEGIO REVISORI IPPOLITI STEFANO - MEMBRO COLLEGIO REVISORI Sono assenti i Signori: CIAVOLICH CHIARA (giustificato) - COMPONENTE POLESELLO MARCO (giustificato) - MEMBRO COLLEGIO REVISORI

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DELIBERAZIONE N. 2 del 20/02/2015

Accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di Commercio Industria

Artigianato Agricoltura di Chieti e Pescara ex articolo 1, comma 5 della Legge 29

dicembre 1993 n. 580 e successive modifiche ed integrazioni.

Sono presenti i signori:

BECCI DANIELE − PRESIDENTE

ANGELUCCI MAURO − COMPONENTE ANTONIONI ELISA − COMPONENTE

BERTINELLI ALBERTO − COMPONENTE BOSCO STEFANIA − COMPONENTE

CAMELI PASQUALE − COMPONENTE CAVALAZZI SIMONA − COMPONENTE

COLAZILLI RICCARDO − COMPONENTE CORRARO ALBERTO − COMPONENTE

D'AGOSTINO MAURIZIA − COMPONENTE

DE SANCTIS VICENZINA − COMPONENTE DI FELICE CINZIA − COMPONENTE

DI GIACOMO URANIA − COMPONENTE DI GIOSAFFATTE LUIGI − COMPONENTE

DI GIOVANNI MASSIMO − COMPONENTE DI GIROLAMO ADRIANA − COMPONENTE

DI MICHELE DOMENICO − COMPONENTE FAVA RAFFAELE − COMPONENTE

GALASSO PIERO − COMPONENTE GRANNONICO PAOLA − COMPONENTE

OLIVIERI FRANCO − COMPONENTE PAGLIUCA SILVANO − COMPONENTE

SALCE CARMINE − COMPONENTE TAUCCI GIOVANNI − COMPONENTE

TOCCO ADRIANO − COMPONENTE

VERNA TONINO − COMPONENTE MOSCARIELLO CESARE − PRESIDENTE COLLEGIO REVISORI

IPPOLITI STEFANO − MEMBRO COLLEGIO REVISORI

Sono assenti i Signori:

CIAVOLICH CHIARA (giustificato) − COMPONENTE POLESELLO MARCO (giustificato) − MEMBRO COLLEGIO REVISORI

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Il Presidente, accertata la presenza di n. 26 Consiglieri e constatata, quindi, la sussistenza del numero dei componenti richiesto dall'art. 15, e dall’articolo 1, comma 5 della Legge 29 dicembre 1993, n. 580 e s.m.i. per la validità della riunione e per l’assunzione delle deliberazioni consiliari, dichiara aperta la seduta ed invita il Consiglio camerale a passare all’esame dell’argomento posto all’ordine del giorno, vale a dire l’accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Chieti e Pescara ex articolo 1, comma 5 della Legge 29 dicembre 1993 n. 580 e successive modifiche ed integrazioni.

Il Presidente, tenuto conto delle risultanze dell’istruttoria compiuta dal Segretario Generale, ai sensi dell’articolo 6 della legge 7 agosto 1990 n. 241, espone quanto segue:

Il Presidente Daniele BECCI ricorda come il sistema camerale sia a tutt'oggi oggetto di una profonda revisione normativa.

Come è noto il percorso era stato avviato autonomamente dal sistema stesso in occasione dell’Assemblea dei Presidenti dell’Unioncamere Nazionale del 28 e 29 ottobre 2012 tenutasi a Venezia, aveva poi subito un rallentamento per riprendere poi ulteriore spinta dai primi mesi del 2014.

In particolare, prosegue il Presidente, l’assemblea dell’Unioncamere Nazionale del 29 aprile 2014 ha delineato alcuni indirizzi cui sarebbe opportuno che l’intero sistema camerale aderisse al fine di dare avvio ad un processo di autoriforma che punti ad aumentare l’efficienza e l’efficacia dell’azione delle Camere di Commercio.

Discende da questa assemblea, ricorda il Presidente, la decisione di adottare i costi standard nel sistema camerale, come quella di non erogare più contributi sulla linea del Fondo Perequativo alle Camere di Commercio in rigidità di bilancio.

La citata Assemblea dell’Unioncamere ha altresì adottato ulteriore linea di indirizzo atta a stimolare l’attivazione di procedure di accorpamento tra le strutture camerali al fine di conseguire la razionalizzazione e riduzione dei costi di struttura e con l’obiettivo di erogare maggiori risorse promozionali per il territorio.

Detta linea è stata ribadita in una nota inviata a luglio 2014 alle Camere da Unioncamere nazionale, in cui si sottolinea la necessità di ricorrere agli accorpamenti, su base territoriale, di più Enti camerali contigui.

Fulcro del progetto di riforma elaborato dall’Unioncamere Nazionale, al termine di un lavoro svolto da una commissione di lavoro e dal comitato esecutivo, è la centralità delle Camere di Commercio sui territori come Enti pubblici esponenziali di rappresentanza delle imprese a servizio dello sviluppo delle stesse in diversi settori di attività, che vanno dal credito all’internazionalizzazione, dall’innovazione all’alternanza scuola lavoro, senza tralasciare le questioni connesse all’agenda digitale.

Quando l’Assemblea di Unioncamere ha varato questo progetto non era ancora entrato in vigore il D.L. n. 90 del 24/6/2014, che prevedeva all’articolo 28 dal 2015 la riduzione del diritto annuale del 50%.

Come è noto, prosegue il Presidente, Unioncamere Nazionale, ma anche numerosi parlamentari, hanno presentato emendamenti a tale norma per fare in modo che la riduzione del diritto annuale potesse avere applicazione graduale nel corso del triennio 2015-2017, con una decurtazione progressiva che varia dal 30% al 50%, anche allo scopo di favorire l’attivazione di iniziative di razionalizzazione della spesa all’interno del sistema camerale.

Con Legge n. 114 dell’11 agosto 2014, il suddetto decreto legge è stato convertito con modificazioni. In particolare l'articolo 28 e' sostituito dal seguente: “Art. 28. - (Riduzione del diritto annuale delle

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camere di commercio e determinazione del criterio di calcolo delle tariffe e dei diritti di segreteria)”.

Il testo è il seguente:

“ - 1. Nelle more del riordino del sistema delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, l'importo del diritto annuale di cui all'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e successive modificazioni, come determinato per l'anno 2014, e' ridotto, per l'anno 2015, del 35 per cento, per l'anno 2016, del 40 per cento e, a decorrere dall'anno 2017, del 50 per cento.

2. Le tariffe e i diritti di cui all'articolo 18, comma 1, lettere b), d) ed e), della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e successive modificazioni, sono fissati sulla base di costi standard definiti dal Ministero dello sviluppo economico, sentite la Societa' per gli studi di settore (SOSE) Spa e l'Unioncamere, secondo criteri di efficienza da conseguire anche attraverso l'accorpamento degli enti e degli organismi del sistema camerale e lo svolgimento delle funzioni in forma associata.

3. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»”.

Considerato il punto di partenza, la gradualità della riduzione del diritto annuale e i nuovi criteri per la rideterminazione dei diritti di segreteria e tariffe costituiscono un risultato molto importante e sicuramente per il sistema camerale positivo, reso possibile dal lavoro svolto dall’Unioncamere con il supporto di tutto il sistema camerale e anche grazie al tempestivo avvio del percorso di autoriforma, a partire dagli accorpamenti tra enti.

A tal proposito fondamentale è stata l’audizione dell’Unioncamere dell’8 luglio 2014 “Indagine conoscitiva nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione in legge del Decreto-legge 24 giugno 2014 n. 90 recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari (A.C. 2486)”.

Questo risultato è stato conseguito grazie anche al grande impegno di molti parlamentari, sia della maggioranza che dell’opposizione.

A tal riguardo sabato 3 maggio 2014 si è tenuto a Pescara un incontro con i quattro presidenti degli enti camerali abruzzesi a cui hanno partecipato i parlamentari abruzzesi, che sono scesi in campo per difendere il ruolo storico e attuale degli enti camerali. Per il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini (Pd) “le Camere di commercio sono sedimentazioni di vecchie e nuove funzioni importanti per le nostre imprese, non a caso rappresentano una delle istituzioni più antiche, risalenti al periodo successivo alla rivoluzione francese. E se l’istituzione resiste per così tanto tempo, una ragione c’è e cioè la sua utilità. Il Governo è impegnato a portare a compimento un’importante riforma che porti più efficienza, meno costi e innovazione relativa a tutta la Pubblica amministrazione, comprese le Camere di commercio, quindi vuole capire se le Cciaa italiane svolgono servizi utili alle imprese. Per me sì e, anzi, vanno sempre più rafforzate, eliminando una serie di vincoli burocratici inutili”. Sulla stessa linea la senatrice Federica Chiavaroli (Ncd) secondo la quale “in questo momento serve essere responsabili e fare un’analisi, ciascuno per la propria categoria, di ciò che va eliminato, perché non possiamo più permettercelo, e di ciò che invece va potenziato. Esattamente quello che ho ascoltato a Pescara, da parte di tutti i presidenti delle Camere abruzzesi, e cioè un’autoriforma che permetta di abolire tutto ciò che è inutile e rafforzare quanto occorra per rendere l’attività sempre più efficiente”. I deputati Vittoria D’Incecco (Pd) e Paolo Tancredi (Ncd) hanno sottolineato come il Governo sia aperto ad ascoltare proposte avanzate dal sistema camerale per un confronto costruttivo che può avvenire entro un mese, prima cioè che verrà messa a punto la legge di riforma. Monito e idee condivise dai quattro Presidenti delle Cciaa Abruzzesi Daniele Becci (Pescara), Giustino Di Carlantonio (Teramo), Silvio Di Lorenzo (Chieti) e Lorenzo Santilli (L’Aquila), che hanno sollecitato l’impegno a integrare la proposta di autoriforma, in coerenza con la bozza già evidenziata da Unioncamere nazionale.

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In data 12 maggio 2014 il Presidente BECCI ha convocato un incontro con tutte le Associazioni di categoria, i Sindacati, gli Ordini e Collegi Professionali della Provincia di Pescara per fare il punto delle situazione ed assumere le ulteriori iniziative utili. E’ stata focalizzata l’attenzione sull’importanza del ruolo fondamentale svolto dal Sistema camerale, a servizio delle imprese ed in particolare delle PMI. La promozione, l’internazionalizzazione, il turismo, il credito, la regolazione del mercato ed il registro delle imprese, sono, è stato detto nel corso dell’incontro, le principali attività, prerogative delle Camere di Commercio che, infatti, sono eseguite da personale specializzato che si è formato negli anni su questi settori specifici.

Il consiglio direttivo dell’Ordine degli Avvocati del Tribunale di Pescara, nella seduta del 15 maggio 2014 ha sottolineato che la Camera di commercio costituisce una istituzione di notevole e consolidato supporto allo sviluppo economico del territorio, per le molteplici funzioni svolte a tutela degli interessi dei protagonisti del mercato, dalla tenuta del registro delle imprese alla tutela del mercato, dalla tenuta dell’albo dei protesti cambiari alle funzioni di giustizia alternativa, dalle attività di sviluppo locale e promozione del territorio al commercio estero ed alla internazionalizzazione, dai contributi e dall’accesso al credito alle attività di statistica. Inoltre ha deliberato il proprio sostegno in ordine alla validità della proposta di autoriforma e riorganizzazione varata dal sistema camerale che prevede, tra l’altro, la riduzione dei costi attraverso accorpamenti di strutture ed economia di scala nazionali e regionali, la semplificazione della governance e la concentrazione delle risorse finanziarie su priorità strategiche per le economie dei territori, affinchè le Camere di commercio possano continuare ad adempiere alle proprie funzioni, con le attuali caratteristiche di enti pubblici autonomi, autogovernati ed autofinanziati dalle imprese.

E’ stato predisposto un documento a firma congiunta dei Presidenti delle Associazioni di categoria e degli Ordini e Collegi Professionali provinciali; lo stesso documento è stato inviato al Governo per il tramite dell’indirizzo e mail [email protected].

Malgrado l’esito migliorativo dell’iter parlamentare, l’art. 28 rimane ovviamente una norma che comporterà effetti negativi per il sistema e, soprattutto sulle imprese e sulle economie locali.

Tali criticità sono state oggetto il 6 agosto 2014 di una audizione dell’Unioncamere alla 10° Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla competitività delle imprese.

Sono cresciute negli anni le competenze che il legislatore ha attribuito al Sistema camerale, da quelle amministrative a quelle di garanzia della trasparenza e della pubblicità fino alle funzioni e compiti per la promozione degli interessi generali delle imprese e delle economie locali.

Lo svolgimento di queste funzioni è stato possibile grazie alle risorse, derivanti soprattutto dal diritto annuale, che le Camere hanno riversato in gran parte sui territori. Risorse che hanno permesso sinora alle Camere di commercio di esercitare appieno una funzione di tutela dell’interesse pubblico – tenuto conto di un tessuto produttivo fortemente caratterizzato dalla presenza di PMI – garantendo un habitat più favorevole per tutte le imprese attraverso l’infrastrutturazione materiale e immateriale del territorio.

Oggi però l’efficacia dell’azione delle Camere è messa a rischio dall’art. 28 del decreto-legge n. 90/14, che riduce il diritto annuale del 35% per l’anno 2015, del 40% per l’anno 2016 e del 50% a decorrere dall’anno 2017.

Il taglio del diritto annuale comporta un risparmio a regime per le imprese davvero esiguo (circa 5 euro al mese per impresa) mentre, a fronte di questo modesto risparmio, la norma produrrà rilevanti effetti negativi sulle economie dei territori, sull’occupazione, sui bilanci delle CCIAA e direttamente sul bilancio dello Stato.

Tenuto conto della riduzione degli interventi a sostegno delle economie locali conseguenti alle minori entrate delle Camere di commercio a seguito del taglio del diritto annuale, si stima per il

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2015 una perdita complessiva di 1,7 miliardi di euro in termini di risultati economici. Nel 2016 tale perdita raggiungerà 1,9 miliardi di euro e nel 2017 ben 2,5 miliardi di euro, che corrisponderebbero a una flessione a regime di circa due decimi di punto percentuale del valore aggiunto corrente complessivamente prodotto nel Paese.

La norma avrà impatti anche su alcuni servizi obbligatori che le Camere realizzano come ad esempio la destinazione di 70 milioni destinati ai Confidi prevista dalla Legge di stabilità per il 2014, che rischia di subire difetto di copertura finanziaria.

Inoltre, la decurtazione delle entrate da diritto annuale produrrà ricadute sulla tenuta occupazionale degli enti del Sistema camerale, che dà lavoro oggi a oltre 10.500 persone. L’effetto a regime complessivo del taglio del diritto annuale rischia di generare potenziali esuberi di personale, complessivamente stimati in 2.570 unità, traducendosi in un maggior onere a carico del bilancio dello Stato di 89 milioni di euro, trattandosi in larga misura di personale pubblico.

Si stima inoltre che con il taglio del diritto annuale nel triennio 2015 - 2017 sarebbero rispettivamente 24, 30 e 48 le Camere di commercio non in grado di sostenere i costi del personale e di funzionamento.

A tal proposito si riportano le seguenti tabelle e figure:

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Effetto Riduzione diritto annuale su CCIAA Italiane

Effetto Riduzione diritto annuale su CCIAA abruzzesi

€ 931.542.517

€ 888.549.956

€ 802.564.954

€ 229.387.922

€ 199.162.211€ 145.141.474

€ 0

€ 100.000.000

€ 200.000.000

€ 300.000.000

€ 400.000.000

€ 500.000.000

€ 600.000.000

€ 700.000.000

€ 800.000.000

€ 900.000.000

€ 1.000.000.000

Riduzione D.A. 35% Riduzione D.A. 40% Riduzione D.A. 50%

Entrate Correnti

Residuo per Interventi Economici

CCIAA di PESCARA: Diritto annuale 2011fondo svalutazione crediti)

CCIAA di Pescara: Interventi di promozione Economica 2010

Con riferimento al bilancio dello Stato si deve tenere conto che le Camere di commercio, ma anche le Unioni Regionali e l’Unioncamere Nazionale, sono sottoposte a tutti i vincoli di spesa e agli obblighi di risparmi previsti per le pubbliche amministrazion

Promozione Economica

€ 0,00

€ 500.000,00

€ 1.000.000,00

€ 1.500.000,00

€ 2.000.000,00

€ 2.500.000,00

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Diritto annuale 2011-2017 (valore al netto della rettifica del

CCIAA di Pescara: Interventi di promozione Economica 2010-2015

Con riferimento al bilancio dello Stato si deve tenere conto che le Camere di commercio, ma anche le Unioni Regionali e l’Unioncamere Nazionale, sono sottoposte a tutti i vincoli di spesa e agli obblighi di risparmi previsti per le pubbliche amministrazioni. Sulla base di tali obblighi il Sistema

2010 2011 2012 2013

Promozione Economica € 1.463.51 € 1.088.06 € 1.489.68 € 1.494.85

€ 1.463.519,00

€ 1.088.060,00

€ 1.489.687,00

€ 1.494.858,00

2017 (valore al netto della rettifica del

2015

Con riferimento al bilancio dello Stato si deve tenere conto che le Camere di commercio, ma anche le Unioni Regionali e l’Unioncamere Nazionale, sono sottoposte a tutti i vincoli di spesa e agli

i. Sulla base di tali obblighi il Sistema

2015

1.494.85 € 321.666,

1.494.858,00

€ 321.666,00

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camerale versa ogni anno al bilancio dello Stato circa 31 milioni, che si sommano agli ulteriori 50 milioni di Euro per il pagamento di imposte locali e nazionali.

Alla citata norma si aggiunge il disegno di legge del 10 luglio 2014 sulla riforma della Pubblica amministrazione, c.d. “Repubblica semplice”, che è stato presentato al Senato in data 23 luglio 2014 con il numero 1577. Lo stesso all’articolo 9 prevede i principi di delega al Governo per il riordino complessivo delle Camere di commercio. In particolare il testo è il seguente:

“Art. 9. (Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio)

1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per la riforma dell’organizzazione, delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

Il decreto legislativo è adottato nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:

a) eliminazione del diritto annuale a carico delle imprese;

b) ridefinizione delle circoscrizioni territoriali, con riduzione del numero mediante accorpamento sulla base di parametri basati sul territorio e sul numero delle imprese;

c) riduzione dei compiti e delle funzioni, limitando e individuando in modo tassativo gli ambiti di attività nei quali svolgere la funzione di promozione del territorio e dell’economia locale ed eliminando duplicazioni con altre amministrazioni pubbliche, limitando le partecipazioni societarie alle sole funzioni istituzionali e circoscrivendo nel tempo quelle non essenziali e gestibili secondo criteri di efficienza da soggetti privati;

d) trasferimento al Ministero dello sviluppo economico delle competenze relative al registro delle imprese, con individuazione delle relative modalità di gestione, garantendo la continuità operativa del sistema informativo nazionale vigente, e avvalimento delle amministrazioni competenti a livello territoriale con adeguate soluzioni di sostenibilità finanziaria del sistema complessivo;

e) riduzione del numero dei componenti dei consigli e delle giunte, nonché delle unioni regionali e delle aziende speciali, riordino ella disciplina dei compensi dei relativi organi, prevedendo la gratuità degli incarichi diversi da quelli nei collegi dei revisori dei conti, definizione di limiti al trattamento economico dei vertici amministrativi delle medesime camere e delle aziende speciali;

f) disciplina transitoria che assicuri la sostenibilità finanziaria e il mantenimento dei livelli occupazionali e contempli poteri sostitutivi per garantire la completa attuazione del processo di riforma, anche mediante la nomina di commissari in caso di inadempienza da parte delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

2. Il decreto legislativo di cui al comma 1 è adottato su proposta del Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e del parere del Consiglio di Stato, che sono resi nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione dello schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere. Lo schema di decreto legislativo è successivamente trasmesso alle Camere per l’espressione dei pareri delle Commissioni competenti, che si pronunciano nel termine di sessanta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo può essere comunque adottato. Se il termine previsto per il parere cade nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto al comma 1 o successivamente, la scadenza medesima è prorogata di novanta giorni.

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3. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, il Governo può adottare, nel rispetto della procedura e dei princìpi e criteri direttivi di cui al presente articolo, un decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive”.

Nella sopra richiamata audizione del 6 agosto 2014 è stata posta all’attenzione dei senatori la contrarietà dell’Unioncamere al disegno di legge di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche – su cui il 3 settembre è stata avviato l’esame da parte del Senato – per la parte relativa soprattutto a due punti.

Si tratta da un lato dell’eliminazione completa del diritto annuale a carico delle imprese e, dall’altro, del trasferimento al Ministero dello sviluppo economico delle competenze relative al registro delle imprese, secondo un modello che porterebbe al superamento delle Camere di commercio quali corpi intermedi tra Stato e imprese a garanzia delle stesse.

Ciò in quanto l’eliminazione del diritto annuale priverebbe le Camere delle risorse necessarie per svolgere quelle funzioni e competenze che la norma intende ridefinire in maniera più puntuale, non garantendo peraltro più l'indipendenza delle Camere quali enti di regolazione, né la rappresentatività universale degli interessi economici.

In secondo luogo, con l’intervento prospettato nel disegno di legge si correrebbe il rischio di una perdita di efficienza nella gestione del Registro delle imprese, con ripercussioni immediate sull’efficacia del regime pubblicistico e sulla salvaguardia della legalità nei mercati.

La sopra richiamata audizione del 6 agosto 2014 si è conclusa con la dichiarazione della volontà dl Presidente della Commissione e degli altri senatori intervenuti di assumere una specifica iniziativa legislativa sulla riforma delle Camere di commercio a partire dalla ripresa in settembre dei lavori parlamentari.

Sia in occasione delle audizioni che nel corso dell’iter parlamentare del decreto-legge n. 90, nelle commissioni e nelle assemblee, si è sviluppato, infatti, un ampio dibattito sul sistema camerale – con circa 30 interventi e 14 ordini del giorno presentati oltre agli emendamenti – dal quale emerge la grande attenzione e, in generale, l’apprezzamento per le Camere di commercio e per le attività da esse svolte sui territori a favore delle imprese.

In data 18 settembre 2014 l’Unioncamere ha svolto un’audizione “INDAGINE CONOSCITIVA PER L’ISTRUTTORIA LEGISLATIVA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1577 IN MATERIA DI RIORGANIZZAZIONE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE” presso la 1^ Commissione Affari Costituzionali del Senato dove è in discussione il disegno di legge che contiene la riforma delle Camere di commercio. I Senatori ed il Ministro della P.A., Marianna Madia, presente all'audizione, hanno mostrato grande interesse per le argomentazioni dell’Unioncamere. Anche le altre organizzazioni imprenditoriali che hanno partecipato all'audizione (Rete Imprese Italia e Confindustria), pur con sfumature diverse, si sono entrambe schierate contro l’abolizione del diritto annuale e contro il trasferimento del Registro delle imprese chiedendo che continui ad essere gestito dalle Camere di commercio.

Il 1 ottobre 2014 la Commissione X del Senato “Industria, Commercio, Turismo” sul DDL n. 1577 ha espresso il seguente parere:

“esaminato il provvedimento recante «Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», esprime, per quanto di competenza, parere favorevole ad eccezione dell'articolo 9 sul quale il parere è contrario in quanto la completa cancellazione del contributo obbligatorio in favore delle Camere di Commercio impedirebbe il mantenimento di alcune funzioni ad esse attualmente attribuite e avrebbe pesanti riflessi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, rendendo il nuovo sistema strutturalmente poco sostenibile. Inoltre, il trasferimento del registro delle imprese dalla competenza tradizionale delle Camere di commercio al Ministero dello sviluppo economico rischia di determinare inefficienze e comunque nuovi oneri aggiuntivi e appare ingiustificato alla

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luce delle performance positive in termini di qualità e tempestività dei servizi finora erogati e rappresentando uno dei punti di eccellenza nel rapporto tra imprese e pubblica amministrazione”.

La V commissione “Bilancio” del Senato ha approvato in data 13/11/2014 parere non ostativo in merito al ddl c.d. “Repubblica semplice”, a condizione che sia soppresso per intero l’articolo 9 dedicato al riordino delle Camere di commercio. In particolare non ci sarebbe copertura finanziaria relativamente alla ipotizzata eliminazione del diritto annuale e al trasferimento del registro imprese al Ministero dello Sviluppo Economico.

Per superare la cancellazione della delega per il riordino delle Camere di commercio, disposta dalla Commissione Bilancio del Senato ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, Governo e relatore hanno lavorato alla riformulazione della norma.

Si è tenuto nel pomeriggio del 20 novembre 2014 a Palazzo Chigi un incontro tra il Governo e una delegazione delle Camere di Commercio.

Alla riunione, convocata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, erano presenti il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, con il Sottosegretario Simona Vicari, il Ministro della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione, Maria Anna Madia, con il Sottosegretario Angelo Rughetti, e il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, con il Segretario generale, Claudio Gagliardi.

L’incontro è seguito alla presentazione, da parte del relatore del ddl delega di riforma della Pubblica Amministrazione, Sen. Giorgio Pagliari, dell’emendamento sulla riforma del sistema camerale alla 1° Commissione Affari costituzionali del Senato, appoggiato dal governo. Il confronto è servito per approfondire e accelerare, in parallelo al percorso parlamentare, il processo di “autoriforma” delle Camere di Commercio, in linea con gli orientamenti governativi.

Si riparte da qui, con un sostegno esplicito del Governo all’autoriforma del sistema camerale che va perseguita con grande determinazione, innanzitutto procedendo, entro il 28 febbraio p.v., nel piano degli accorpamenti già deciso.

(Cfr. Nota del Presidente dell’Unioncamere Ferruccio Dardanello n. 0026774 del 21.11.2014).

È stato il senatore Giorgio Pagliari, relatore in Commissione referente (Affari costituzionali), a riaprire la questione con un tweet di martedì (18/11/2014) pomeriggio che annunciava: “Presentato emendamento diritto camerale misura DL90, registro imprese, accorpamento e partecipate #cameredicommercio”. Il senatore Pd ha quindi depositato sul tema due distinti emendamenti, benché identici nella sostanza: uno riferito all’art. 9 (9.100), l’altro come articolo aggiuntivo all’art. 8 (8.0.100).

Pagliari, pur di far sopravvivere nel provvedimento la delega di riforma delle Cciaa, propone di smussare i rigidi paletti precedentemente posti dal governo. In particolare, il diritto annuale a carico delle imprese non verrebbe più eliminato, ma permarrebbe con “determinazione da individuarsi” ispirandosi ai recenti tagli previsti dall’art. 28 del decreto-legge 90.

Per quanto concerne l’altro punto cruciale in questione, ovvero la tenuta del registro delle imprese, il proponente ne prevede la permanenza presso le Camere e non più, come precedentemente paventato, il trasferimento al Ministero dello Sviluppo Economico, al quale rimarrebbe comunque un ruolo di coordinamento. Infine, la ridefinizione delle circoscrizioni territoriali viene specificata nell’entità della riduzione: dalle attuali 105 a non più di 60, mediante accorpamento sulla base di una soglia dimensionale minima di 80.000 imprese e unità locali iscritte o annotate nel registro delle imprese, salvaguardando la presenza di almeno una Camera di commercio in ogni regione e tenendo conto delle specificità geo-economiche dei territori, nonché definizione delle condizioni in presenza delle quali possono essere istituite le Unioni Regionali. E il decreto legislativo disporrà la disciplina transitoria per l’attuazione del riordino. La commissione Bilancio nei suoi rilievi ha

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chiesto che i decreti delegati siano corredati di una relazione tecnica e che gli eventuali decreti “onerosi” vengano emanati solo dopo i provvedimenti che ne assicurino la copertura.

Di seguito il testo dell’EMENDAMENTO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1577

Art. 8

8.0.100

Pagliari, relatore

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 8-bis.

(Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio)

1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per la riforma dell'organizzazione, delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, anche mediante la modifica del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23. Il decreto legislativo è adottato nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:

a) determinazione del diritto annuale a carico delle imprese tenuto conto delle disposizioni di cui all’articolo 28 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90;

b) ridefinizione delle circoscrizioni territoriali, con riduzione del numero dalle attuali 105 a non più di 60 mediante accorpamento sulla base di una soglia dimensionale minima di 80.000 imprese e unità locali iscritte o annotate nel registro delle imprese, salvaguardando la presenza di almeno una camera di commercio in ogni regione e tenendo conto delle specificità geo-economiche dei territori, nonché definizione delle condizioni in presenza delle quali possono essere istituite le Unioni Regionali;

c) ridefinizione dei compiti e delle funzioni, con particolare riguardo a quelle di pubblicità legale generale e di settore, di semplificazione amministrativa, di tutela del mercato, limitando e individuando gli ambiti di attività nei quali svolgere la funzione di promozione del territorio e dell'economia locale, nonché attribuendo al sistema camerale specifiche competenze, anche delegate dallo Stato e dalle Regioni, eliminando le duplicazioni con altre amministrazioni pubbliche, limitando le partecipazioni societarie a quelle necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali, limitando lo svolgimento di attività in regime di concorrenza, eliminando progressivamente le partecipazioni societarie non essenziali e gestibili secondo criteri di efficienza da soggetti privati;

d) riordino delle competenze relative alla tenuta e valorizzazione del registro delle imprese presso le Camere di commercio, con particolare riguardo alle funzioni di promozione della trasparenza del mercato e di pubblicità legale delle imprese, garantendo la continuità operativa del sistema informativo nazionale e l’unitarietà di indirizzo applicativo e interpretativo attraverso il ruolo di coordinamento del Ministero dello sviluppo economico;

e) riduzione del numero dei componenti dei consigli e delle giunte, nonché delle unioni regionali e delle aziende speciali, riordino della disciplina dei compensi dei relativi organi, prevedendo la gratuità degli incarichi diversi da quelli nei collegi dei revisori dei conti, definizione di limiti al trattamento economico dei vertici amministrativi delle medesime camere e delle aziende speciali;

f) disciplina transitoria che assicuri la sostenibilità finanziaria, anche con riguardo ai progetti in corso per la promozione dell'attività economica all’estero, il mantenimento dei livelli occupazionali e contempli poteri sostitutivi per garantire la completa attuazione del processo di riforma, anche mediante la nomina di commissari in caso di inadempienza da parte delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

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2. Il decreto legislativo di cui al comma 1 è adottato su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e del parere del Consiglio di Stato, che sono resi nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione dello schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere. Lo schema di decreto legislativo è successivamente trasmesso alle Camere per l'espressione dei pareri delle Commissioni competenti, per materia e per i profili finanziari, che si pronunciano nel termine di sessanta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo può essere comunque adottato. Se il termine previsto per il parere cade nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto al comma 1 o successivamente, la scadenza medesima è prorogata di novanta giorni.

3. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, il Governo può adottare, nel rispetto della procedura e dei princìpi e criteri direttivi di cui al presente articolo, un decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive».

Attualmente alla I Commissione Affari costituzionali del Senato sono depositati 83 sub emendamenti all’articolo 8 – bis.

In data 4 febbraio 2015 si è riunito a Roma il comitato Esecutivo dell’Unioncamere, allargato a tutti i Presidenti delle CCIAA d’Italia, con la presenza del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico con deleghe sul tema delle Camere di commercio, Simona Vicari, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il Presidente della X Commissione “Industria, commercio, turismo” del Senato, Massimo Mucchetti e il Senatore Giorgio Pagliari, relatore al disegno di legge sulla riforma della PA.

Un convinto sì alla riforma ma salvando le risorse, questo il messaggio chiaro del Presidente di UNIONCAMERE Ferruccio Dardanello.

Accorciare al massimo i tempi per approdare alle fusioni in modo da anticipare l’autoriforma interpretando al meglio il cambiamento. Questa è la sintesi dei rappresentanti del Governo all’incontro.

“Stupiteci anticipando il cambiamento”, cioè a dire gli accorpamenti, ha dichiarato il Ministro Madia. “Il sistema camerale proceda rapidamente all’autoriforma e non faccia la fine delle Province” è stato il messaggio forte lanciato da Delrio. Chiara e decisa la Guidi: “Indietro non si torna”. Il Presidente Dardanello, è apparso in sintonia con gli obiettivi della riforma, non senza rivendicare il sostegno di cui si avrà bisogno per compiere un percorso tanto rivoluzionario e difendendo il ruolo di presidio permanente sui territori a sostegno delle piccole e medie imprese.

“Chiediamo al Governo e al Parlamento una riforma in tempi rapidi che dia certezze sulla mission e sulle risorse del sistema camerale”, ha detto Dardanello in apertura dell’incontro. Bisogna comunque valorizzare appieno la “ricchezza dei territori attraverso Camere di commercio sane sotto il profilo finanziario, forti e efficienti dal punto di vista organizzativo, grazie alle persone e alle professionalità specialistiche che le caratterizzano e che vanno salvaguardate” ha aggiunto.

La recente revisione del testo (avanzata dal Senatore Pagliari) della riforma ha consentito di superare alcuni scogli. “Scongiurata l’abolizione del diritto camerale (principale fonte di finanziamento del sistema) e si è evitato il trasferimento del registro delle imprese. Pensiamo però che su altre criticità sia ancora utile intervenire per realizzare la riforma che serve al Paese” ha concluso il Presidente Dardanello, invocando certezza sulle fonti di finanziamento “per assolvere ai compiti assegnati alle Camere di commercio”.

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Il relatore del disegno di legge, senatore Giorgio Pagliari, ha annunciato di aver presentato un sub emendamento all’articolo 8-bis in cui introduce da una parte un limite ai mandati degli organi delle camere di commercio e, dall’altra, propone un’adeguata consultazione delle imprese associate alla nomina degli organi.

“L’emendamento che ho presentato – ha spiegato Pagliari – incide sul piano della governante ed è ulteriormente innovativo perché ampia la partecipazione alle nomine”. Quanto all’impianto del capitolo sulle Camere di commercio in generale, Pagliari ritiene ci sia “condivisione in linea di massima” ma sostiene che “il testo va perfezionato”.

Il Ministero dello Sviluppo Economico con nota circolare del 26 giugno 2014 ha invitato le Camere di Commercio ad adottare misure atte a ridurre l’impatto negativo del taglio del diritto annuale, laddove si richiama “la necessità, già a legislazione vigente, di utilizzare tutte le soluzioni previste dalla legge n. 580/1993, come modificata dal decreto legislativo n . 23 del 2010, per una riduzione dei costi strutturali che consenta di riaprire spazi per una adeguata attività promozionale. Si fa riferimento in particolare alle previsioni di ricorso allo svolgimento di funzioni associate fra Camere diverse ai sensi dell’art. 2, commi 2, oltre che ai sensi del comma 3, all’utilizzo congiunto di un medesimo Segretario Generale per più Camere, ai sensi dell’art. 20, comma 2, e anche ad eventuali progetti volontari di accorpamento ai sensi dell’art. 1, comma 5, della medesima legge 580”.

E’ in questo contesto che si è sviluppata l'ipotesi di accorpamento tra le Camere di Commercio di Chieti e Pescara: infatti, a regime, obiettivo dell’operazione è la razionalizzazione della nuova struttura, con relativo abbassamento dei costi per far fronte da un lato alla diminuzione del gettito del diritto annuale, dall’altro all’attivazione di nuovi servizi camerali da offrire alle imprese, nell’alveo di competenze dei nostri Enti.

A tal proposito il Presidente ricorda che Unioncamere nazionale ha inviato il 7 luglio 2014 una lettera ai Presidenti delle Unioni regionali e ai componenti del Comitato esecutivo con la quale sottolinea che ci si trova di fronte ad una fase di svolta particolarmente delicata ed importante per il futuro delle Camere.

Negli ultimi due anni le discussioni si sono succedute in maniera serrata per la necessità di ascoltare tutti i differenti punti di vista e per intraprendere unitariamente un percorso destinato a ridisegnare il sistema in tempi rapidi.

Uno degli argomenti cardine della discussione, al fine di rappresentare la volontà del cambiamento, è costituito dalla necessità di individuare il numero delle Camere di commercio per evitare il rischio di ridurre il sistema a sole 20 Camere regionali, quando la vicinanza alle imprese sui territori richiede una rete ben articolata.

Il Presidente Ferruccio Dardanello, nelle suddetta lettera del 7 luglio, sostiene che per essere credibili anche all’esterno le aggregazioni dovrebbero riguardare (salvo motivate eccezioni) Camere di commercio con un bacino di imprese inferiore alle 60 mila unità e, nella lettera sopra richiamata, è stato chiesto alle Camere delle singole regioni di proporre una nuova articolazione sul territorio di competenza per servire un numero di imprese pari ad almeno 80 mila unità. La ridefinizione delle circoscrizioni, così come convenuto nell’assemblea Unioncamere del 29 aprile 2014, deve tener conto delle caratteristiche geo-economiche dei territori stessi e deve garantire che ciascuna delle nuove realtà territoriali disponga di un equilibrio economico solido ed adeguato per il raggiungimento dei compiti istituzionali. Equilibrio economico che andrà calcolato tenendo conto della riduzione del diritto annuale.

Una simile impostazione è stata richiesta anche dalla principali associazioni imprenditoriali e dalle forze politiche del Paese.

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Nella lettera del 7 luglio 2014 è stato chiesto ai Presidenti delle Unioni regionali e agli altri componenti del Comitato esecutivo di attivarsi per arrivare alle proposte territoriali di aggregazione più rispondenti all’obiettivo indicato, con l’attenzione anche a trovare gli opportuni raccordi con i Presidenti delle Regioni di riferimento.

Per supportare le Unioni regionali e le Camere di commercio nel processo decisionale relativo all’accorpamento degli enti camerali, l’Unioncamere ha inviato a tutti i segretari generali un “vademecum” contenente una serie di suggerimenti finalizzati a garantire la necessaria omogeneità nazionale nel percorso decisionale di riorganizzazione delle Camere di commercio sul territorio.

In particolare, è stato osservato che trattandosi di decisioni di contenuto essenzialmente politico, esse devono contenere affermazioni che si concentrino in modo essenziale sulle ragioni e sulle finalità della scelta, più che sui passaggi tecnici ed amministrativi. Le decisioni, altresì, devono far riferimento ai sopra citati parametri indicati da Unioncamere.

Tali decisioni devono sottolineare che il sistema camerale condivide la necessità di una riforma dell’attuale normativa e che, per tale ragione, si intende mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della rete territoriale camerale, adottando logiche di accorpamento delle circoscrizioni territoriali provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori.

Tale processo, inoltre, risponderebbe all’esigenza di ridurre l’impatto negativo del taglio del diritto annuale, così come sottolineato dal Ministero dello Sviluppo Economico nella citata circolare del 26/06/2014, inviata all’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del D.L. n. 90/2014.

L’approccio, evidenziato dallo stesso Ministero dello sviluppo Economico, è quello di ridisegnare in maniera efficace il sistema camerale, per assicurare e rilanciare le funzioni strategiche per la crescita delle imprese e dei territori e per ammodernare, semplificare e razionalizzare in maniera incisiva l’attuale assetto organizzativo.

Considerata la rilevanza dell’argomento, è stato proposto che la decisione in sede regionale venisse assunta dall’organismo direttivo e contenesse la volontà comune di dar vita ad un disegno di accorpamento tra enti camerali, delineando l’ipotesi condivisa di riordino delle circoscrizioni territoriali di competenza e indicando al contempo il passaggio dal numero di Camere esistenti a quello ridotto dopo l’aggregazione.

Le decisioni così assunte consentirebbero poi di attivare in un momento successivo – entro l’autunno 2014 si dice nella sopra richiamata lettera – la procedura prevista dalla legge 580 (art. 1, c. 5) che permette “ai Consigli di due o più Camere” di “proporre, con delibera adottata a maggioranza dei due terzi dei componenti, l’accorpamento delle rispettive circoscrizioni territoriali”.

L’impegno, assunto in ciascuna regione, dovrebbe prevedere indicativamente un percorso così scadenziato, dopo la delibera di accorpamento di Consigli camerali, adottata ai sensi dell’articolo 1, comma 5, della Legge n. 580/1993, così come modificata dal D.Lgs. n. 23/2010:

• Entro dicembre 2014 la predisposizione del piano organizzativo-finanziario dell’aggregazione (Camere, Aziende speciali);

• Entro gennaio 2015 l’approvazione della proposta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e l’elaborazione del nuovo statuto;

• Entro marzo 2015 l’avvio del procedimento per la formazione dei nuovi organi; • Entro settembre 2015 l’insediamento dei nuovi organi.

L’Unioncamere ha proposto che il disegno di accorpamento da approvare, si fondi sui seguenti criteri:

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o La numerosità delle imprese presenti nei territori, come risultanti dall’ultimo decreto direttoriale per il rinnovo dei Consigli camerali del 5 giugno 2014, pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico;

o Il rispetto dei principi di sostenibilità economica, tenuto conto del taglio del diritto annuale, sulla base dei parametri indicati nella proposta approvata dall’Assemblea dei Presidenti camerali a livello nazionale del 29 aprile 2014;

o L’affinità/complementarietà geo-economica dei territori (se possibile assicurandone la coerenza con le logiche di area vasta frutto della riforma c.d. Delrio);

o Il rispetto della contiguità territoriale; o La presenza di almeno una Camera per regione.

Il richiamo alla dimensione identitaria, culturale e storico-gografica dei territori potrebbe ulteriormente rafforzare le motivazioni che hanno portato all’adozione dei criteri alla base degli accorpamenti.

L’Unioncamere ha anche predisposto, per coadiuvare tale formalizzazione, alcune tabelle esplicative per supportare le scelte adottate nel rispetto dei principi di equilibrio economico e di omogeneità delle caratteristiche geo-economiche dei territori e la coerenza – fin dove è possibile – con le soglie dimensionali indicate da Unioncamere, con particolare riferimento alla soglia minima di 80 mila unità per la costituzione delle nuove circoscrizioni territoriali.

La decisione dell’Unioncamere regionale avrebbe dovuto, infine, contenere l’impegno dei Consigli degli enti camerali associati ad impostare rapidamente i primi atti deliberativi, indicando scadenze temporali ragionevoli.

Il piano di riordino è stato varato da UnionCamere su indicazione del governo nell’ottica della razionalizzazione delle imprese e malgrado le proteste che l’hanno accompagnato vede l’Abruzzo in anticipo rispetto ad altre regioni.

Nei primi giorni di luglio si è tenuto un incontro dei Presidenti delle Camere di Commercio Abruzzesi per avviare il percorso di riordino del sistema camerale abruzzese. In quella sede sono emerse due linee d’indirizzo, entrambe di natura trasversale, che da una parte ritengono di dover applicare un meccanismo assoluto di efficientismo, prevedendo anche la riduzione degli organici e dall’altra fanno appello ad un senso di responsabilità sociale per salvaguardare i livelli occupazionali.

I quattro Presidenti hanno invitato tutti a riflettere su un percorso basato sulla presenza di due Camere nella regione, mediante l’aggregazione di L’Aquila con Teramo e di Pescara con Chieti, la riorganizzazione interna senza nessun esubero o licenziamento di personale e la fusione immediata delle aziende speciali. Una volta compiuto il processo di fusione, la nuova azienda procederà all’incorporazione del Centro Regionale per il Commercio Estero e del Centro Regionale per il Commercio Interno. L’Unione Regionale procederà invece all’incorporazione del Cresa che diventerà l’Osservatorio economico Regionale.

I Segretari Generali si sono riuniti a L’Aquila ed hanno predisposto, anche con la collaborazione del Cresa per la parte più strettamente economica, un documento unitario, nel quale, tra l’altro, sono stati ben rappresentati i punti di forza ed i punti di debolezza della proposta di riforma .

La proposta è stata portata da parte dei quattro Presidenti e Segretari Generali delle Camere di commercio abruzzesi all’attenzione del Presidente della Giunta Regionale, Dott. Luciano D’Alfonso, giovedì 17 luglio 2014.

Con nota acquisita al protocollo camerale al n. 9048 del 25 luglio 2014 il Presidente BECCI ha trasmesso il suddetto documento a tutte le Associazioni di categoria, alle Organizzazioni sindacali e alle Associazioni dei Consumatori della Provincia di Pescara.

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In sintesi il contenuto del documento.

Dopo aver illustrato i provvedimenti assunti dal Governo nel Consiglio dei Ministri del 13 Giugno 2014 ci si è soffermati sull’impatto sui bilanci delle Camere di Commercio della Regione Abruzzo dei suddetti provvedimenti.

Il taglio del diritto annuale colpisce i territori, sottraendo risorse per interventi e investimenti, senza alleviare la situazione finanziaria delle imprese: una riduzione media di 40-50 euro all’anno del diritto annuale non influisce sul livello di competitività della singola azienda. Le entrate da diritto annuale delle CCIAA dell’Abruzzo ammontano a oltre 16 milioni di euro; con il taglio (unito alla riduzione del fatturato delle imprese) nel 2017 si ridurranno a poco più di 8 milioni di euro. Vengono di conseguenza meno le risorse per gli interventi promozionali e si colpisce in primo luogo il sistema dei consorzi fidi.

Nel 2017 in Abruzzo si prefigura dunque l’azzeramento delle spese promozionali, con l’impossibilità di finanziare gli interventi economici che le Camere di commercio finalizzano alla competitività delle imprese e dei territori.

Fra le diverse tipologie di intervento:

o si abbattono gli interventi per agevolare l’accesso al credito alle imprese; o si depotenzia lo sforzo di semplificazione degli adempimenti amministrativi avviato dalle

Camere di commercio con l’utilizzo della firma digitale; o si indebolisce la capacità di vigilanza sulla sicurezza dei prodotti; o viene messo in discussione il contributo camerale per le Istituzioni; o verranno azzerate le iniziative di internazionalizzazione rivolte alle PMI.

Senza trascurare che le principali fiere, indispensabili per gli affari di interi settori produttivi, vivono grazie anche al contributo delle Camere. Inoltre non appare facile da parte di enti pubblici dismettere in tempi ridotti quote di partecipazioni per procurarsi entrate aggiuntive, senza incorrere in pesanti svalutazioni.

Il taglio determina inoltre contraccolpi sulle iniziative congiunte con la Regione, sulla base di accordi di collaborazione tra il Centro Estero con gli Assessorati. Si colpiscono gli interventi per accompagnare le imprese nei percorsi di internazionalizzazione, cofinanziati con l’Assessorato all’Agricoltura per la promozione dei prodotti agroalimentari e con l’Assessorato Attività Produttive per valorizzare le principali filiere produttive.

Una delle principali insidie del dimezzamento del diritto annuale consiste nel tentativo di isolare gli enti camerali nei territori, per ridurne il potere contrattuale in vista della riforma. Se le Camere di commercio si limiteranno a rispondere al dimezzamento del diritto annuale preoccupandosi solo di salvaguardare la copertura delle spese del personale e dei costi fissi di struttura, rischieranno di allontanarsi dalle esigenze delle imprese, in una fase ancora critica per l’economia. Le associazioni di rappresentanza delle imprese tenderanno inevitabilmente, nel medio termine, a criticare l’assenza di misure per contenere i costi e salvaguardare almeno in parte gli interventi di sostegno alle PMI.

Il sistema camerale abruzzese condivide, si legge nel documento, la necessità di una revisione (la terza dal 1993 ad oggi), della normativa che regola l’istituto camerale. In sede di confronto con il Governo, finora è mancata da parte del sistema una sintesi unitaria, con la proliferazione di proposte inviate a rappresentanti del Governo e parlamentari che hanno confermato le divisioni interne. E’ necessario superare questa situazione di sfilacciamento, ricucire l’unità del sistema, cambiare passo e giocare assieme con logiche di sistema: solo così si possono impostare azioni efficaci, a difesa della “mission” delle Camere di commercio. Si impongono iniziative immediate, soprattutto a livello regionale, per “giocare d’anticipo” e mettere in campo un autonomo disegno di

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razionalizzazione della rete territoriale camerale, adottando logiche di area vasta e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori provinciali.

Per rendere credibile la richiesta di modificare il disegno di legge delega va impostata, in altre parole, una manovra proattiva, che attesti l’effettiva volontà delle strutture camerali di ridurre i costi e liberare risorse per gli interventi promozionali. Per tale via il sistema camerale in primo luogo si incamminerebbe con atti concreti sulla strada della razionalizzazione della governance territoriale auspicata dal Governo. Inoltre tale intervento risponderebbe, in secondo luogo, alle indicazioni per ridurre l’impatto negativo del taglio del diritto annuale contenute nella circolare del Ministero dello Sviluppo Economico del 26/06/2014.

Appare possibile, nell’ottica di una razionalizzazione dell’intero sistema camerale regionale, ridurre il numero delle Camere di Commercio, da 4 a 2, accorpando Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo, perseguendo così lo scopo di individuare i nuovi ambiti territoriali di riferimento delle reti camerali abruzzesi tenendo conto delle dimensioni, delle caratteristiche geo-economiche e degli equilibri economici.

La proposta di raggruppamento delle Camere di Commercio abruzzesi su area vasta intorno ai due poli L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti si fonda su alcune valutazioni di carattere generale che attengono all’assetto demografico, geomorfologico, ed alle caratteristiche strutturali del sistema produttivo.

Sotto il profilo della dimensione demografica esiste una certa omogeneità fra i raggruppamenti territoriali proposti. L’insieme composto dalle province di L’Aquila e Teramo assomma, alla fine del 2013, a circa 610 mila abitanti mentre quello delle provincie di Pescara e Chieti a poco più di 700 mila. Ciò rende la densità imprenditoriale, ovvero il numero di imprese rapportato a quello degli abitanti, sostanzialmente simile (132 imprese per ogni mille residenti nel raggruppamento L’Aquila-Teramo e 135 in quello Pescara-Chieti).

Anche il numero di addetti medi per impresa è paragonabile: 2,9 addetti per L’Aquila-Teramo e 2,7 in quello Pescara-Chieti.

Entrambi i territori costituiscono destinazione di flussi turistici connessi alla fruizione di attività di tipo sia estivo che invernale nell’arco di tutto l’anno.

Dal punto di vista geomorfologico, oltre alla rilevante quota di superficie montana, le province di L’Aquila e Teramo sono accomunate dal fatto di possedere vaste porzioni del proprio territorio assoggettato a tutela ambientale. In questo contesto, i due principali centri amministrativi provinciali sono collegati da una importante arteria autostradale che, attraversando il Gran Sasso, consente da L’Aquila di raggiungere Teramo in circa 40 minuti. Sotto questo profilo, la montagna più elevata degli Appennini, piuttosto che rappresentare un ostacolo alle comunicazioni e agli scambi è da intendersi quale elemento unificante, senza considerare il fatto che lungo le sue pendici, sia sul versante aquilano che teramano, si snoda una catena di piccoli centri che trova nelle produzioni tipiche finalizzate al commercio alimentare e in secolari lavorazioni artigianali ulteriori ragioni di omogeneità e comunanza di interessi.

Le province di Pescara e Chieti assommano, insieme, a circa 700 mila residenti. I due principali centri amministrativi ed i comuni costieri frapposti linearmente fra l’uno e l’altro realizzano una grande unica conurbazione che raccoglie circa 300 mila abitanti e si presenta con caratteristiche tipiche della città metropolitana.

L’area Chieti-Pescara si caratterizza inoltre per la presenza di intensi legami funzionali non soltanto tra i principali due centri amministrativi ma anche, e soprattutto, tra questi ed i comuni di cintura ad essi limitrofi che nel corso degli anni hanno fortemente accresciuto il proprio ruolo sia in come destinazione di nuova residenzialità sia come sede di attività produttive autonome.

Il territorio dell’area Pescara-Chieti ospita i principali snodi di comunicazione presenti in regione ed una connessa, intensa presenza di attività di servizio che si diffonde su tutto il territorio.

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Altro fattore di comunanza tra le due province è rappresentato dalla vasta area collinare dell’immediato entroterra che vede una intensa presenza di attività economiche organizzate intorno alla coltivazione di diversi beni primari ed alla produzione vitivinicola di qualità che ha recentemente consolidato la propria posizione sui mercati sia nazionale che esteri.

La possibilità, nell’organizzazione territoriale proposta, di coniugare insieme caratteristiche ed istanze appartenenti insieme alla fascia costiera e alle aree più interne della regione consentirebbe, tra l’altro, di partecipare in maniera più equilibrata ed adatta al processo di costruzione della Macroregione Adriatica.

Camere di Commercio

(schema vigente)

Numero delle unità locali

(al 31.12.2013)

Decreto direttoriale Mise del 5/6/2014

Numero unità locali

(CCIAA aggregate)

L’Aquila 37.542 80.367

Teramo 42.825

Pescara 42.296 96.023

Chieti 53.727

Si indicano qui di seguito i punti di forza e le caratteristiche rilevanti dell’area Area Pescara-Chieti

a) Tradizione artigianale-industriale di eccellenza nelle produzioni dell’alta moda

b) Elevata diffusione nei servizi

c) crescita delle unità locali e degli addetti nei comuni medi dell’area metropolitana di Pescara

d) Buona dotazione di capitale umano in virtù della presenza dell’Università e di centri di ricerca

e) Propensione all’innovazione

f) Buona dotazione infrastrutturale in connessione con le grandi vie di comunicazione

g) Presenza di attrattori culturali di valenza nazionale

h) Ampie zone del territorio ricadono in aree protette

i) Presenza di mete di visita con buoni tratti di "autenticità ed unicità" (religiose, culturali e naturali)

j) Buona offerta di prodotti enogastronomici locali

k) Tradizioni storiche, culturali, artigianali e gastronomiche

l) Presenza di un alto numero di seconde case

m) Presenza del bacino turistico della Maielletta

n) Buona dotazione di ricettività alberghiera lungo la costa

o) Compresenza dei prodotti turistici Mare e Montagna

Di seguito le opportunità dell’area:

a) Creazione di un marchio di qualità identificativo del territorio

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b) Crescente domanda di prodotti artigianali e agroalimentari tipici, caratterizzati dall’essere prodotti in luoghi ad alta valenza simbolica

c) Valorizzazione e integrazione in rete delle produzioni artigianali

d) Domanda crescente dei Paesi dell’UE e dei Paesi emergenti

e) Incremento della domanda nazionale ed internazionale del turismo naturale e culturale e più in generale dei cosiddetti "turismi";

f) Tendenziale aumento della domanda di ricettività extra alberghiera;

g) Presenza di grandi bacini di prossimità e forte crescita del turismo di prossimità;

h) Secondo tutti gli scenari di settore, i tassi di crescita dei volumi di domanda di turismo risultano forti, stabili e costanti nel medio e nel lungo periodo;

i) Forte segmentazione e sempre più articolazione della domanda (per reddito, generazioni, livelli di istruzioni, luogo di residenza, abitudini di consumo, ecc.).

Di seguito i punti di forza e le caratteristiche rilevanti dell’area Area L’Aquila-Teramo:

a) Imprenditorialità diffusa anche se di piccole dimensioni

b) Presenza di alcune grandi imprese esterne

c) Produzioni agricole di buona qualità in corso di valorizzazione

d) Presenza Università e importanti Centri di Ricerca

e) Possibilità di una buona implementazione delle fonti rinnovabili di energia

f) Presenza di dorsali ICT a banda larga

g) Economia a forte potenzialità turistica

h) Settori produttivi in crescita (prodotti tipici alimentari)

i) Buona connessione di una parte del territorio (area alto Gran Sasso) con le direttrici di grande comunicazione

j) Territori montani e collinari con potenziale attrattivo

k) Presenza di aree protette e riserve naturali di alto pregio

l) Identità culturali diffuse Emergenze storico – artistiche, archeologiche ed architettoniche diffuse

Di seguito le opportunità dell’area:

a) Presenza di una visione per il rilancio delle aree interne (progetto borghi, progetto ippovia, ecc.)

b) Richiesta da parte del mercato di un turismo integrato mare/monti

c) Crescita del turismo mondiale specie nelle tipologie ambientale, culturale, rurale.

d) Crescita della domanda di prodotti agroalimentari tipici di nicchia

E’ stata anche proposta una riforma delle strutture del sistema camerale abruzzese.

Ancora più urgente è ridisegnare le strutture intercamerali abruzzesi, partecipate da tutte e quattro le Camere di commercio, in particolare:

- il Centro Interno, che ha sede a Chieti, il cui Presidente è il Presidente pro tempore della CCIAA di Chieti, si occupa di promuovere la partecipazione delle imprese abruzzesi a eventi

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fieristici nazionali oltre che di organizzare eventi di marketing territoriale presso il Centro fieristico di Chieti Scalo, per la valorizzazione dei prodotti di eccellenze abruzzesi;

- il Centro Estero, che ha sede a Pescara, il cui Presidente è il Presidente pro tempore della CCIAA di Pescara, si occupa di promuovere la partecipazione delle imprese abruzzesi a eventi fieristici internazionali;

- Il Centro Regionale Studi e Ricerche Economico-sociali (CRESA), che ha sede a L’Aquila, il cui Presidente è il Presidente pro tempore della CCIAA de L’Aquila, si occupa di monitoraggio e studi dell’economia regionale;

- L’Unione Regionale, che ha sede a Teramo, il cui Presidente è il Presidente pro tempore della CCIAA di Teramo, si occupa dei rapporti con gli Enti del territorio ed in particolare con la Regione Abruzzo;

- Azienda Speciale della CCIAA de L’Aquila, che si occupa di formazione, internazionalizzazione e certificazione dei prodotti attraverso il laboratorio chimico-merceologico;

- Azienda Speciale della CCIAA di Chieti, che si occupa di internazionalizzazione, innovazione tecnologica e orientamento scuola-lavoro.

In relazione a tali strutture si propone:

- fusione delle due aziende speciali per crearne una regionale;

- incorporazione dei centri nella costituenda azienda speciale unica regionale;

- incorporazione del Cresa nell’Unione Regionale delle CCIAA, come osservatorio economico regionale.

Strutture camerali ed intercamerali in Abruzzo

Schema vigente

CCIAA

L’Aquila

CCIAA

Teramo Unione

Regionale CCIAA

CCIAA

Pescara

CCIAA

Chieti

Centro estero

Centro Interno

CRESA

Azienda speciale

Azienza speciale

AQ

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Si evince dal grafico e dalla lettura dei dati una drastica riduzione degli enti e strutture camerali, che comporterebbe una serie di vantaggi e opportunità, che si potrebbero qui di seguito sintetizzare:

1) maggiore efficacia dei programmi da realizzare, in conseguenza dell’accorpamento di strutture omogenee dal punto di vista programmatico;

2) sviluppo in prospettiva di nuovi servizi per le PMI in considerazione dell’unificazione di strutture che possono unificare i data-base sulle imprese, finora gestiti separatamente, costruendo sinergie operative e razionalizzando l’organico, anche riconvertendo la professionalità delle figure amministrative in eccesso;

3) sviluppo congiunto di attività promozionali a carattere regionale e nazionale nelle strutture di proprietà delle Camere di Commercio;

4) coordinamento e sviluppo di tutte le manifestazione fieristiche che si svolgono in Abruzzo; 5) maggiore facilità di dialogo con le istituzioni per la presenza di un più incisivo coordinamento

tra le strutture camerali, con conseguente maggiore forza contrattuale in ambito regionale; 6) maggiore velocità, semplicità ed efficacia nello svolgimento delle attività di

internazionalizzazione e di valorizzazione dei prodotti commerciali, sotto il profilo amministrativo-contabile e organizzativo;

7) riduzione dei costi per le spese di funzionamento e degli organi istituzionali; un ulteriore risparmio potrebbe derivare dalla riduzione del numero dei dirigenti e delle consulenze;

8) sviluppo delle funzioni di osservatorio e monitoraggio dell’economia regionale e studio dei problemi e delle iniziative concernenti la programmazione economica regionale, con particolare riguardo ai piani regionali ed agli interventi delle Pubbliche Amministrazioni, diretti a migliorare le condizioni socio-economiche della regione Abruzzo.

Schema proposto

CCIAA

L’Aquila-Teramo

Unione Regionale

CCIAA

CCIAA

Pescara-Chieti

Azienda Unica Regionale

CRESA

Centro

commercio

estero

Centro

commercio

interno

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La Giunta regionale dell’Abruzzo (si tratta del primo atto deliberativo adottato in Italia da una Regione, relativamente alle ipotesi di accorpamento delle circoscrizioni territoriali di Camere di commercio provinciali), nella seduta del 25 luglio 2014 ha adottato la delibera n. 487, recante: “Iniziative di riforma correlate al “riordino” degli istituti camerali: condivisione della proposta di riorganizzazione del sistema camerale abruzzese formulata dalle Camere di commercio di L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo”, con la quale la stessa Regione Abruzzo condivide la proposta organizzativa avanzata dal sistema camerale abruzzese, avuto particolare riguardo alla esigenza di procedere, si legge nella sopra richiamata delibera, ad una progressiva razionalizzazione della rete territoriale camerale al fine di superare l’attuale situazione di frammentazione, nonché di impostare azioni efficaci a difesa delle mission delle Camere di commercio, adottando logiche di area vasta e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori provinciali.

In un’ottica di piena condivisione anche con le parti sociali i quattro Presidenti hanno incontrato, venerdì 25 luglio 2014, le Segreterie regionali delle maggiori Organizzazioni sindacali, per illustrare loro le ipotesi di autoriforma del sistema camerale abruzzese. I Presidenti hanno evidenziato che i dipendenti non devono avere preoccupazione; gli uffici resteranno, per il momento non ci sono prospettive diverse, è stato detto nel corso dell’incontro, cercando di smorzare le perplessità del personale. I sindacati, dal canto loro, hanno apprezzato lo sforzo del sistema camerale abruzzese di anticipare i tempi. I tagli previsti dalle norme nazionali preoccupano i lavoratori delle Camere di Commercio abruzzesi che sottolineano il loro quotidiano impegno a garanzia della continuità dei servizi richiesti dalle imprese del territorio e dagli utenti, nonostante il clima di totale incertezza sul futuro degli enti camerali. Bisogna aprire, hanno ribadito i Sindacati, una discussione vera sul rilancio delle Camere di Commercio. Auspicano che il Governo Renzi e Unioncamere garantiscano innanzitutto la tenuta occupazionale, visto il rischio ancora non scongiurato per i 10.000 lavoratori del sistema camerale tutto, aziende speciali comprese. Senza questa garanzia e senza una vera riorganizzazione, si starebbe semplicemente posticipando lo smantellamento di un sistema di sostegno e di servizi utile alle aziende italiane e al Paese. Il 23 luglio 2014 si è tenuta a Roma una manifestazione nazionale del personale camerale, di forte protesta contro i provvedimenti governativi.

Non si comprende, hanno concluso i Sindacati, dove stiano la “semplificazione” o il “miglioramento dell’efficienza” in provvedimenti che prevedono lo svuotamento di enti che rappresentano un esempio concreto di modernizzazione e hanno già avviato o stanno avviando autonomamente processi di riforma. Hanno chiesto infine una discussione per realizzare riforme che non penalizzino il territorio, il sistema di imprese e i posti di lavoro che il sistema camerale abruzzese garantisce. Hanno annunciato un’azione di sensibilizzazione nei confronti delle associazioni imprenditoriali.

Il comitato esecutivo di Unioncamere, nella seduta del 23 luglio 2014, ha varato l'operazione di riordino del Sistema camerale italiano che, attraverso piani di accorpamento definiti in ambito regionale, porterà a regime il numero totale delle Camere di commercio dalle attuali 105 a non più di 50-60.

Il comitato esecutivo ha deliberato:

o di prendere atto dei primi esiti delle indicazioni politiche, maturate dalle camere di commercio a livello regionale, sugli accorpamenti da realizzare tra camere di commercio, sulla base della legislazione ordinamentale vigente;

o di considerare parte integrante di tali esiti le indicazioni fornite alle realtà regionali ancora in fase interlocutoria, quale proposta di accorpamento in applicazione del parametro delle 80mila imprese e della relativa sostenibilità economico-patrimoniale;

o di assumere tale risultato, sia in termini di processo che di esiti conseguenti, come proposta ufficiale rappresentativa delle posizioni e delle esigenze delle Camere di commercio, da

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portare all’attenzione del Governo e del Parlamento, dando mandato in tal senso al Presidente Dardanello;

o di fissare all’autunno 2014 il termine per l’adozione delle delibere di accorpamento da parte delle camere coinvolte;

o di dare mandato al Presidente per l’individuazione dei nominativi chiamati a comporre il comitato dei garanti, composto da autorevoli personalità della società civile ed economica, che accompagni il sistema camerale nella fase di attuazione e ne garantisca il conseguimento del risultato.

Si legge nella sopra richiamata delibera del comitato esecutivo che a seguito della lettera del presidente Dardanello del 7 luglio 2014, molte risposte sono già arrivate da parte di diverse realtà:

- Calabria; - Campagna; - Emilia-Romagna; - Lazio; - Liguria; - Molise; - Piemonte; - Puglia; - Toscana; - Umbria.

Altre hanno espresso comunque un orientamento che dovranno formalizzare nei prossimi giorni in un apposito provvedimento:

- Abruzzo; - Basilicata; - Friuli Venezia Giulia; - Veneto.

Altre sono ancora in una fase interlocutoria: Marche e Sardegna.

Mentre per la Sicilia si renderà comunque necessario agire attraverso un confronto preventivo con la Regione, attese l’estensione delle competenze di quest’ultima sull’ordinamento delle Camere di commercio dell’isola. Analoga situazione è stata rappresentata dalla Lombardia, dove l’Ente Regione ha sottoscritto con l’Unione regionale una posizione ufficiale di difesa del sistema impegnandosi a sostenere una tale posizione in sede di Conferenza Stato-Regione all’atto della discussione dei provvedimenti legislativi che riguarderanno le Camere.

Il prospetto allegato alla sopra richiamata delibera del comitato esecutivo Unioncamere dà conto del quadro complessivo della situazione; già nelle realtà dove si è deliberato sono significative le conseguenze in termini di concentrazione della presenza camerale nell’ambito delle realtà regionali interessate.

Sulla base di tale riscontro, appare di tutta evidenza che il percorso proposto dagli organi di Unioncamere stia risultando oltremodo efficace, consentendo, quindi, di presentare alle istituzioni una proposta di cambiamento credibile e realizzabile, in grado di coniugare gli obiettivi di risanamento organizzativo con quelli di sviluppo della capacità di saper “fare bene” a fianco delle imprese. Sulla scorta di tali considerazioni, la proposta può essere rapidamente sottoposta all’attenzione di Governo e Parlamento ora che sono alle prese con la definizione dei contenuti della riforma delle Camere di commercio.

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Per risultare spendibile ed efficace, si legge nella delibera del comitato esecutivo del 23 luglio 2014, la proposta deve contenere in ogni caso il quadro complessivo delle Regioni. Per ottenere questo, lo stesso ordine di ragioni appena sopra esposto induce a ritenere che il criterio fin qui validato dagli organi di Unioncamere e seguito nelle decisioni suddette (vale a dire, il soddisfacimento della soglia minima di 80mila imprese quale bacino d’utenza della camera, con un adeguato livello di sostenibilità economico-patrimoniale di essa) è quello da utilizzare anche per formulare proposte di accorpamento per quelle realtà che ancora non hanno assunto una posizione al riguardo, come anche per le Camere di commercio siciliane e lombarde, quale utile base di confronto con la Regione.

Una volta stabilizzato il quadro delle realtà regionali, saranno assicurati da Unioncamere i supporti tecnici necessari per favorire l’iter delle decisioni che le singole Camere di commercio dovranno assumere.

La decisione adottata dal comitato esecutivo di Unioncamere ha integrato, quindi, le decisioni assunte dall’assemblea dei presidenti del 29 aprile 2014; giova ricordare, a tal proposito, che i punti fondamentali della proposta di riforma approvata dall’assemblea erano i seguenti:

- riattualizzare la mission del sistema camerale, per rispondere ai reali bisogni delle imprese, garantendo più efficienza attraverso il raggiungimento di economie di scala e di specializzazione a livello regionale e nazionale senza prescindere dall’indispensabile presidio del territorio;

- concentrare la promozione economica su grandi progetti strategici per il sistema Paese e condivisi con il Governo;

- disponibilità ad assumere nuove funzioni di interesse per le imprese nell’ambito della riorganizzazione istituzionale che riguarda le province e le città metropolitane (ddl Delrio);

- introdurre il vincolo dei costi standard per fornire servizi omogenei di qualità sui territori, legando al contempo la sussistenza di ciascuna Camera a criteri di efficienza e al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario con il contestuale superamento dell’attuale impostazione del fondo perequativo e la riorganizzazione delle aziende speciali, da concentrare tendenzialmente a livello esclusivamente regionale;

- elaborare entro la fine del 2014 un piano di dismissione delle partecipazioni societarie.

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Con provvedimento n. 107 del 14 luglio 2014 la CCIAA di L’Aquila ha approvato la proposta di riforma del sistema camerale abruzzese.

In data 17 settembre 2014 il Presidente della Camera di commercio di Chieti ha trasmesso al Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo e agli altri tre Presidenti delle Camere di commercio abruzzesi la nota n. 15030, acquisita al protocollo camerale al n. 10622 del 18/9/2014, con la quale si comunica che il Consiglio della Camera di commercio chietina assumerà le proprie determinazioni in ordine agli accorpamenti e fusioni a condizione che le decisioni relative vengano assunte in contemporanea dalla altre Consorelle abruzzesi. Con nota n. 10625 del 18/9/2014 il Presidente Daniele Becci riscontrava la sopra richiamata nota, accogliendo l’orientamento espresso dalla Consorella chietina, condividendo l’impostazione operativa che prevede l’adozione di decisioni contemporanee da parte dei rispettivi Consigli camerali, nonché il coinvolgimento diretto dei soggetti interessati (personale dipendente e operatori economici) e auspicando inoltre che i Consigli coinvolti possano adottare le relative deliberazioni non solo contemporaneamente ma anche in forma congiunta (Chieti-Pescara da una parte e Teramo-L’Aquila dall’altra) entro il prossimo mese di ottobre, così come più volte suggerito dall’Unioncamere nazionale.

In data 18 settembre 2014 il progetto di riorganizzazione è stato illustrato al personale dell’Ente.

In data 19 settembre 2014 è stata adottata da parte della Giunta della CCIAA di Pescara (in regime di prorogatio) la DELIBERAZIONE N. 156 del 19/09/2014, recante “ACCORPAMENTO DELLE CIRCOSCRIZIONI TERRITORIALI DELLE CAMERE DI COMMERCIO DI CHIETI E PESCARA AI SENSI DELL’ARTICOLO 1 COMMA 5 DELLA LEGGE N. 580/1993 E S.M.I.”, di cui si riporta il dispositivo:

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Con voti unanimi espressi in forma palese

D E L I B E R A

1) la parte narrativa dell'atto che costituisce presupposto per il presente dispositivo, con la precisazione che le motivazioni sopra espresse si intendono qui riprodotte per formare parte integrante e sostanziale del provvedimento stesso;

2) di condividere la necessità di una riforma incisiva del sistema camerale nel suo complesso e, per tale ragione, di mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della rete territoriale del sistema camerale abruzzese, adottando logiche di accorpamento delle circoscrizioni territoriali provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori delle Camere di commercio di Chieti e Pescara;

3) di esprimere al Consiglio l’intento di attivare il percorso per giungere all’accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio di Chieti e Pescara nei tempi più rapidi possibili e secondo la procedura prevista dall’articolo 1, comma 5 della Legge n. 580/1993 e s.m.i.;

4) di esprimere l’auspicio che anche la Camera di commercio di Chieti possa acconsentire a percorrere tale iter in tempi brevi;

di dare mandato al Presidente ed al Segretario Generale di produrre un piano organizzativo (nome che intende assumere la nuova Camera di commercio, ubicazione della sede principale e della/delle sede/sedi secondarie) e un piano economico-finanziario dell’operazione da concordare con la consorella di Chieti e da sottoporre al vaglio della Giunta e del Consiglio;

5) di trasmettere copia del presente provvedimento alla Camera di commercio di Chieti, chiedendo che venga valutata la possibilità di convocare una riunione del Consiglio della Camere di commercio di Pescara in seduta congiunta o in contemporanea con il Consiglio della Camera di commercio di Chieti per l’adozione della delibera di richiesta al Mise di accorpamento delle rispettive circoscrizioni territoriali, ai sensi dell’articolo 1, comma 5, della Legge n. 580/1993 e s.m.i.;

6) di esprimere l’auspicio che anche le Camere di commercio di Teramo e L’Aquila possano acconsentire ed attuare in tempi brevi il medesimo procedimento che preveda tra l’altro l’adozione di delibera di accorpamento congiunta o in contemporanea tra i consigli camerali degli enti coinvolti;

7) di attivare una comunicazione a tutto il personale dell’Ente, alle RSU e alle OO.SS., per la spiegazione dell’operazione, mediante trasmissione di copia del presente provvedimento;

8) di trasmettere copia del presente provvedimento al Ministero dello Sviluppo Economico, al Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, all’Unioncamere nazionale, all’Unione Regionale delle Camere di commercio abruzzesi e alle Camere di commercio di Teramo e L’Aquila;

9) di pubblicare integralmente il presente provvedimento nell'Albo informatico della CCIAA ai sensi dell'articolo 32 della legge 69/09.

In data 26 settembre 2014 la Giunta dell’Unione Regionale delle Camere di commercio d’Abruzzo ha deliberato con provvedimento n. 16 recante “Esame situazione organismi intercamerali regionali” di approvare la proposta di riforma del sistema camerale abruzzese, auspicando la sollecita adozione dei rispettivi provvedimenti da parte degli enti camerali abruzzesi.

La CCIAA di Teramo, con delibera di Giunta n. 148 del 30.09.2014 ha approvato il progetto di riforma del sistema camerale abruzzese.

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In data 14 ottobre 2014 il Presidente della CCIAA di L’AQUILA trasmetteva una nota al Presidente della CCIAA di Chieti e, per conoscenza, ai Presidenti delle CCIAA di Pescara e Teramo e al Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo per sollecitare i progetti di accorpamento.

Il Ministro dello Sviluppo Economico ha adottato in data 23 ottobre 2014 il Decreto concernente “l’istituzione della nuova camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Venezia, Rovigo Delta-Lagunare mediante l’accorpamento tra le camere di commercio di Venezia e Rovigo”.

Con nota n. 17835 del 06.11.2014, acclarata al protocollo camerale al n. 12319 del 6.11.2014, il Presidente della CCIAA di Chieti trasmetteva al Presidente della CCIAA di Pescara, per opportuna conoscenza e per quanto di competenza, la deliberazione n. 127, adottata dalla Giunta camerale teatina nella riunione del 4.11.2014, con la quale è stato attivato il percorso per giungere all’accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio di Chieti e Pescara nei tempi più rapidi possibili e secondo la procedura prevista dall’articolo 1, comma 5 della Legge n. 580/1993 e s.m.i..

La Giunta camerale teatina ha stabilito sia il nome della nuova struttura (“Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA) Chieti-Pescara”) sia l’ubicazione delle sedi (“sede legale in Chieti e sede secondaria in Pescara, fermo restanti le strutture esistenti”). Inoltre ha ritenuto, “coerentemente alla prassi già adottata nel processo di fusione delle Camere di commercio di Venezia e Rovigo, che il responsabile quale Commissario ad acta della nuova Camera di commercio sia il Segretario Generale della Camera di commercio che abbia maggiore dimensione con riferimento al numero delle imprese, al numero dei Comuni, all’estensione territoriale e in equilibrio economico-finanziario”.

In data 10 novembre 2014 è stata adottata da parte della Giunta della CCIAA di Pescara (organo rinnovato) la DELIBERAZIONE N. 170 del 10/11/2014, recante “DELIBERAZIONE DI GIUNTA N. 127 DEL 4.11.2014 DELLA C.C.I.A.A. DI CHIETI AVENTE AD OGGETTO L’ACCORPAMENTO TRA LE CAMERE DI COMMERCIO DI CHIETI E PESCARA: DETERMINAZIONI CONSEGUENTI”, di cui si riporta il dispositivo:

Con voti unanimi espressi in forma palese

D E L I B E R A

1) di ritenere le premesse sia del presente atto che della deliberazione della Giunta camerale n. 156 del 19.9.2014 e le motivazioni espresse nelle stesse premesse, presupposto del dispositivo, qui riprodotte per formare parte integrante e sostanziale del provvedimento stesso;

2) di condividere la necessità di una riforma incisiva del sistema camerale nel suo complesso e, per tale ragione, di mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della rete territoriale del sistema camerale abruzzese, adottando logiche di accorpamento delle circoscrizioni territoriali provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori delle Camere di commercio di Chieti e Pescara;

3) di confermare la volontà già espressa dalla Giunta camerale con la sopra richiamata deliberazione n. 156 del 19.9.2014 di proporre al Consiglio l’intento di attivare il percorso per giungere all’accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio di Chieti e Pescara nei tempi più rapidi possibili e secondo la procedura prevista dall’articolo 1, comma 5 della Legge n. 580/1993 e s.m.i.;

4) di esprimere l’auspicio che anche la Camera di commercio di Chieti possa acconsentire a percorrere tale iter in tempi brevi;

5) di delegare il Presidente per l’attivazione dei lavori con l’apposito Comitato nominato dalla Consorella di Chieti per produrre un piano organizzativo (nome che intende assumere la nuova Camera di commercio, ubicazione della sede principale e della/delle sede/sedi secondarie) e un

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piano economico-finanziario dell’operazione da concordare con la consorella di Chieti e da sottoporre al vaglio prima della Giunta e poi del Consiglio;

6) di trasmettere copia del presente provvedimento alla Camera di commercio di Chieti;

7) di pubblicare integralmente il presente provvedimento nell'Albo informatico della CCIAA di Pescara ai sensi dell'articolo 32 della legge 69/09;

8) di dichiarare la presente deliberazione immediatamente esecutiva.

Nella riunione dello scorso 30 ottobre 2014 il Comitato esecutivo di Unioncamere ha deliberato in merito ad alcune modifiche da apportare alla metodologia di erogazione dei contributi per rigidità di bilancio in virtù del particolare momento storico che sta vivendo il sistema camerale coinvolto in un processo di riordino voluto dal Governo del Paese, in prima battuta con la riduzione degli incassi da diritto annuale, rispetto al 2014, del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e del 50% a partire dal 2017 e che sta proseguendo con il dibattito parlamentare sul disegno di legge “Repubblica Semplice” che vedrà ancora coinvolte le Camere di commercio.

Il Comitato esecutivo ha determinato due obiettivi per ciascuna Camera beneficiaria per il riconoscimento del contributo:

• accorpamento con altre Camere di commercio, assumendo la delibera di accorpamento del Consiglio della Camera di commercio entro il 28 febbraio 2015 e trasmettendo la stessa al Ministero per lo Sviluppo Economico e all’Unioncamere che avranno il compito di valutare l’efficacia e la congruità della delibera stessa;

• invio delle informazioni per la definizione dei costi standard secondo la modulistica e la tempistica richieste dall’Unioncamere.

L’Unioncamere ha comunicato in data 2 dicembre 2014 che l’importo del contributo per rigidità di bilancio spettante alla CCIAA di Pescara è pari ad € 379.184,90. Per accedere al suddetto contributo, la Camera di commercio dovrà presentare una domanda (a firma congiunta del Segretario Generale e del Presidente) con la quale conferma di essere in condizioni di rigidità di bilancio e quindi chiede di poter accedere al contributo del Fondo di perequazione 2014, impegnandosi a tal proposito a deliberare in consiglio, ai sensi dell’articolo 1, comma 5, della Legge n. 580/1993 e s.m.i., l’accorpamento con una o più Camere di commercio per superare la soglia delle 80.000 imprese entro il 28 febbraio e inviare le informazioni utili alla determinazione dei costi standard (invio già avvenuto).

In data 22 gennaio 2015 il Presidente Daniele BECCI ha inviato una nota, acclarata al protocollo camerale al numero 726, ai Presidenti delle altre tre Consorelle, e, per conoscenza, al Presidente della Giunta regionale Dott. Luciano D’Alfonso e a tutte le Associazioni imprenditoriali, Organizzazioni sindacali, Associazioni dei consumatori e agli Ordini/Collegi delle professioni della Provincia di Pescara, con la quale si sollecita la realizzazione entro il timing suggerito da Unioncamere (28 febbraio 2015) del progetto di riorganizzazione del sistema camerale regionale.

La Giunta della CCIAA di Teramo, con provvedimento n. 13 dell’11.02.2015, recante <<Unioncamere Abruzzo – Giunta del 13.02.2015 – determinazioni in ordine al punto 2) all’o.d.g. avente ad oggetto: “Riorganizzazione dell’Unione regionale e dei Centri intercamerali regionali: determinazioni”>> ha deliberato di conferire mandato al Presidente della CCIAA di Teramo affinchè lo stesso esprima voto contrario in ordine all’argomento di cui al punto 2) dell’ordine del giorno della Giunta dell’Unioncamere avente ad oggetto: “Riorganizzazione dell’Unione regionale e dei Centri intercamerali regionali: determinazioni”, che si è tenuta a Teramo in data 13 febbraio 2015 e affinchè esprima parere favorevole alla costituzione di un unico soggetto giuridico che ricomprenda esclusivamente il Centro Interno, il Centro Estero e il CRESA e non anche l’Unione Regionale, con riserva di ulteriori valutazioni ai fini della partecipazione della CCIAA di Teramo, rimettendo quindi in discussione il progetto di riforma del sistema camerale abruzzese fatto proprio dalla Giunta regionale.

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Ad oggi sono dieci le Camere di commercio i cui consigli hanno già attivato - sulla base dell’autoriforma - il processo di fusione. Sono le Camere di Rovigo e Venezia, che ha già avuto, come precisato sopra, il decreto ministeriale, quelle di Isernia e Campobasso, nonché le Camere siciliane di Palermo ed Enna e quelle di Caltanissetta, Trapani e Agrigento e, infine, la Camera di commercio di Macerata.

Su invito del Presidente, il Segretario Generale, dott. Roberto PIERANTONI, ricorda che l’accorpamento è disciplinato dall’attuale normativa sulle Camere di Commercio all’articolo 1 comma 5 della legge n. 580/1993, così come novellato dal D.Lgs. n. 23/2010: “I consigli di due o piu' camere di commercio possono proporre, con delibera adottata a maggioranza dei due terzi dei componenti, l'accorpamento delle rispettive circoscrizioni territoriali. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è istituita la camera di commercio derivante dall'accorpamento delle circoscrizioni territoriali. Con lo stesso decreto sono disciplinati i criteri e le modalità per la successione nei rapporti giuridici esistenti”.

Egli prosegue ricordando che per il territorio in cui insistono le due Camere di commercio, i dati validati dal Mise con il sopra richiamato decreto direttoriale del 5 giugno 2014 evidenziano la situazione seguente:

CAMERA di COMMERCIO di CHIETI

Settori di attività economica

Numero delle imprese al 31/12/2013

Numero di addetti al

2011

Valore aggiunto (migliaia di euro)

al 2011

Diritto annuale Importo versato al

31/12/2013Agricoltura 14.630 14.809 180.558,48 1.222.849,13 Artigianato 8.878 16.351 708.773,75 728.931,96 Industria 5.601 37.131 2.065.814,66 879.576,54 Commercio 12.284 18.170 586.869,01 1.121.217,64 Cooperative 595 3.586 288.975,17 66.128,77 Turismo 3.611 7.019 297.180,72 307.264,26 Trasporti e spedizioni 1.303 6.522 470.392,54 150.864,47 Credito 635 1.697 232.449,69 89.950,09 Assicurazioni 595 752 26.707,49 50.658,56 Servizi alle imprese 4.128 13.685 874.023,72 448.134,20 Altri settori 1.467 4.821 187.453,99 128.584,22 TOTALE 53.727 124.543 5.919.199,22 5.194.159,84

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CAMERA di COMMERCIO di PESCARA

Si verrebbe dunque a creare una Camera di Commercio di circa 96.000 imprese con un gettito di diritto annuale a cifre 2013 di circa € 9.200.000,00 che con l’ipotesi del dimezzamento diverrebbe pari ad € 4.600.000,00.

CAMERA di COMMERCIO di CHIETI-PESCARA

Settori di attività economica

Numero delle imprese al 31/12/2013

Numero di addetti al 2011

Valore aggiunto (migliaia di euro)

al 2011

Diritto annuale Importo versato al

31/12/2013Agricoltura 4.843 4.510,00 120.868,96 388.128,05 Artigianato 6.968 13.186,98 549.439,04 557.707,29 Industria 4.826 14.909,69 851.270,71 612.907,40 Commercio 13.314 17.152,69 583.012,40 1.136.357,75 Cooperative 309 1.338,02 100.303,73 34.388,45 Turismo 3.236 6.859,33 283.070,85 274.280,05 Trasporti e spedizioni 1.334 5.810,76 418.508,38 144.607,10 Credito 575 2.082,18 337.593,27 69.488,66 Assicurazioni 491 803,46 34.480,27 47.704,35 Servizi alle imprese 4.873 14.635,31 958.951,96 529.678,80 Altri settori 1.527 5.544,93 185.433,17 129.872,27 TOTALE 42.296 86.833,35 4.422.932,74 3.925.120,16

Settori di attività economica

Numero delle

imprese al 31/12/2013

Numero di addetti al

2011

Valore aggiunto (migliaia di

euro) al 2011

Diritto annuale Importo versato al

31/12/2013

Agricoltura 19.473 19.319,00 301.427,44 1.610.977,18 Artigianato 15.846 29.537,98 1.258.212,79 1.286.639,25 Industria 10.427 52.040,69 2.917.085,37 1.492.483,94 Commercio 25.598 35.322,69 1.169.881,41 2.257.575,39 Cooperative 904 4.924,02 389.278,90 100.517,22 Turismo 6.847 13.878,33 580.251,57 581.544,31 Trasporti e spedizioni 2.637 12.332,76 888.900,92 295.471,57 Credito 1.210 3.779,18 570.042,96 159.438,75 Assicurazioni 1.086 1.555,46 61.187,76 98.362,91 Servizi alle imprese 9.001 28.320,31 1.832.975,68 977.813,00 Altri settori 2.994 10.365,93 372.887,16 258.456,49 TOTALE 96.023 211.376,35 10.342.131,96 9.119.280,00

34

Il numero totale dei dipendenti di ruolo si attesterebbe a 107 unità (comprensive di dirigenza e part time e di un Segretario Generale) sui quali si dovranno, salvaguardando i livelli occupazionali e le professionalità, fare attente valutazioni in ordine al personale sia a tempo indeterminato che a tempo determinato ed a quello che nei prossimi anni potrebbe maturare i requisiti per il pensionamento, valutando in ogni caso, fin da ora, le procedure di mobilità in entrata nelle strutture ed ulteriori forme di collaborazione, che dovranno essere valutate solo una volta effettuata una ricognizione delle professionalità presenti nelle due strutture.

Organico CCIAA Pescara CCIAA Chieti Totale CCIAA CH-PE

Segretario Generale 1 1 1

Dirigenti 3 3 6

Impiegati Cat. D 11 11 22

Impiegati Cat. C 28 35 63

Impiegati Cat. B 8 4 12

Impiegati Cat. A 2 1 3

53 55 107

Sono presenti anche tre contratti di somministrazione, cat. C.

31/12/2013 - Decreto direttoriale MISE giugno 2014 CH/PE AQ/TE TE/CH AQ/PE PE/TE AQ/CH

96.023 80.367 96.552 79.838 85.121 91.269

Localizzazioni

Registrate

CHIETI 53.727

L'AQUILA 37.542

PESCARA 42.296

TERAMO 42.825

176.390

30/09/2014 DATI STOCKVIEW INFOCAMERE

CH/PE AQ/TE TE/CH AQ/PE PE/TE AQ/CHLocalizzazioni

Registrate 96.575 79.845 96.195 80.225 85.208 91.212

CHIETI 53.781

L'AQUILA 37.431

PESCARA 42.794

TERAMO 42.414

176.420

31/12/2014 DATI STOCKVIEW INFOCAMERE

CH/PE AQ/TE TE/CH AQ/PE PE/TE AQ/CHLocalizzazioni

Registrate 96.387 79.678 95.892 80.173 85.189 90.876

CHIETI 53.545

L'AQUILA 37.331

PESCARA 42.842

TERAMO 42.347

176.065

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Ma al di là del numero delle imprese il Presidente, nel riprendere la parola, evidenzia come il progetto di accorpamento tra le due Camere di Commercio, oltre alle motivazioni su esposte, risponda anche e soprattutto ad un disegno strategico per lo sviluppo dei territori e ricorda che dovrà essere garantito un preciso e mirato sostegno dei territori provinciali con dei presidi ben articolati sull’area vasta in cui insisterà il nuovo Ente.

La domanda che deve muoverci, prosegue il Presidente, deve essere non tanto legata esclusivamente ad un parametro numerico, ma ad un disegno strategico che risponde a quale struttura camerale è più congrua per fornire adeguate risposte alle esigenze delle imprese insediate nei nostri territori.

Dovranno essere salvaguardate alcune specificità dei territori.

Ovviamente, prosegue il Presidente, il progetto di accorpamento tra le due strutture non vuole essere visto come autarchico rispetto ai rapporti con le consorelle abruzzesi o all’Unioncamere Nazionale, anzi è l’opposto.

Molti saranno i problemi tecnici che dovranno essere affrontati, ricorda il Presidente, ma si è fiduciosi e certi che il rapporto consolidato tra le due Camere di Commercio, quello con l’Unioncamere Regionale, Nazionale ed il MISE saranno portatori di soluzioni semplici e rigorose per rendere il progetto esecutivo, non solo come volontà politica, ma anche come cantierabilità, in tempi molto rapidi.

Un progetto dunque, prosegue il Presidente, tanto ambizioso che necessario, con l’obiettivo unico di migliorare il servizio dei nostri Enti, ma anche di dare una testimonianza concreta ed efficace di come il sistema camerale abbia la volontà di riformarsi, non solo a parole, ma nei fatti, senza alcuna autoreferenzialità ma guardando al bene dei territori e delle imprese.

Su invito del Presidente il Segretario Generale, Dott. Pierantoni, illustra brevemente l’iter amministrativo da seguire per addivenire all’accorpamento.

Egli ricorda che la norma di riferimento è il sopra richiamato articolo 1 comma 5 della legge 580/1993 s.m.i., che detta una scarna disciplina della procedura.

La Giunta ha deliberato di proporre al Consiglio l’accorpamento che dovrà poi essere deliberato da quest’ultimo con la maggioranza dei 2/3 dei componenti il Consiglio.

Una volta che il consiglio avrà deliberato l’accorpamento, la delibera dovrà essere trasmessa al Ministero dello Sviluppo Economico e all’Unioncamere per il relativo iter, che prevede anche l’acquisizione del parere della Conferenza Stato Regioni.

L'obiettivo è di inviare la delibera del Consiglio al Ministero dello Sviluppo Economico e all’Unioncamere entro il 28 febbraio 2015.

E’ opportuno, prosegue il Dott. Pierantoni, che, coerentemente alla prassi già adottata nel processo di fusione delle Camere di commercio di Venezia e Rovigo, la delibera consiliare indichi alcuni elementi come il nome che intende assumere la nuova struttura e l’ubicazione della sede (legale e secondaria) e sia comprensiva di un piano economico dell’operazione, con relativa relazione illustrativa.

A tal proposito il Presidente Daniele Becci fa presente che la Giunta camerale con provvedimento n. 30 del 18/2/2015 ha proposto che la nuova struttura assuma il nome di “Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA) Chieti Pescara” ed abbia sede legale in Via Ottorino Pomilio s.n.c. Località Madonna delle Piane 66013 CHIETI SCALO (CH) e sede secondaria a Pescara (PE) in Via Conte di Ruvo n. 2 - 65127.

Il Presidente ricorda che a seguito delle proposte di accorpamento deliberate dalle Giunte delle due Camere di Commercio si è proceduto a redigere un piano economico (piano industriale) relativo all’accorpamento accompagnato da una relazione illustrativa. Il suddetto piano e la relativa

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relazione accompagnatoria sono state portate alla valutazione della Giunta, che ha espresso esito positivo con il suddetto provvedimento n. 30 del 18/2/2015.

Su invito del Presidente Daniele Becci, il Dott. Pierantoni procede all’illustrazione del piano economico e della relativa relazione illustrativa, evidenziando la sostenibilità economica dell’accorpamento e il perseguimento di economie nella gestione corrente.

Oltre a quelli già ricordati precedentemente il dr. Roberto PIERANTONI illustra alcuni macronumeri dell’operazione:

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CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO al 31.12.2013 (Ultimi Bilanci di esercizio approvati)

Voci di Onere/Provento

Valori anno

2013 CCIAA

PE

Valori anno

2013 CCIAA

CH

Valori anno

2013 dati

consolidati

GESTIONE CORRENTE

A) Proventi Correnti 1) Diritto annuale 6.543.679 7.733.180 14.276.859 2) Diritti di segreteria 1.386.522 1.433.844 2.820.366 3) Contributi trasferimenti e altre entrate 459.679 270.876 730.555 4) Proventi da gestione di beni e servizi 583.525 74.552 658.077 5) Variazioni delle rimanenze -7.221 -15.571 -22.792Totale proventi correnti (A) 8.966.184 9.496.881 18.463.065

B) Oneri Correnti 6) Personale 2.332.298 2.519.948 4.852.246 a) competenze al personale 1.799.781 1.894.561 3.694.341 b) oneri sociali 383.824 467.099 850.922 c) accantonamenti al T.F.R. 117.939 132.428 250.367 d) altri costi 30.755 25.861 56.615 7) Funzionamento 2.923.160 2.074.886 4.998.046 a) Prestazioni servizi 1.217.919 912.336 2.130.255 b) Godimento di beni di terzi 21.544 51.926 73.471 c) Oneri diversi di gestione 619.735 450.285 1.070.021 d) Quote associative 879.225 498.510 1.377.735 e) Organi istituzionali 184.736 161.829 346.565 8) Interventi economici 923.727 2.481.670 3.405.397 9) Ammortamenti e accantonamenti 2.682.741 2.713.707 5.396.448 a) Immob. immateriali 18.749 5.717 24.466 b) Immob. materiali 410.662 419.936 830.598 c) svalutazione crediti 2.253.330 1.988.055 4.241.385 d) fondi rischi e oneri 0 300.000 300.000Totale Oneri Correnti (B) 8.861.927 9.790.211 18.652.138

Risultato della gestione corrente (A-B) 104.258 -293.331 -189.073

C) GESTIONE FINANZIARIA

10) Proventi finanziari 193.243 123.675 316.918 11) Oneri finanziari 0 21.480 21.480Risultato gestione finanziaria 193.243 102.195 295.439

D) GESTIONE STRAORDINARIA

12) Proventi straordinari 679.181 713.314 1.392.495 13) Oneri straordinari 192.440 334.934 527.374Risultato gestione straordinaria 486.741 378.379 865.121

E) Rettifiche di valore attività finanziaria

14) Rivalutazioni attivo patrimoniale 0 0 0 15) Svalutazioni attivo patrimoniale 647.330 -1.169 646.160Differenza rettifiche di valore attività

finanziarie -647.330 1.169 -646.160Disavanzo/Avanzo economico d'esercizio (A-

B +/-C +/-D +/-E) 136.913 188.414 325.326

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STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO al 31.12.2013 (Ultimi Bilanci di esercizio approvati)

Prosegue il Dott. Roberto PIERANTONI evidenziando come nell’ipotesi di accorpamento, sulla base delle consistenze numeriche e degli altri parametri stabiliti dalle vigenti disposizioni (DD.MM. nn. 155 e 156/2011) il nuovo Consiglio Camerale verrebbe così a determinarsi:

Voci di Attivo e Passivo

Valori al

31/12/2013 CCIAA PE

Valori al

31/12/2013 CCIAA CH

Valori al

31/12/2103

dati consolidati

Immobilizzazioni 14.398.534 13.323.282 27.721.816Attivo Circolante 14.445.354 15.368.734 29.814.088Ratei e Risconti Attivi 18.354 3.292 21.646Totale Attivo 28.862.242 28.695.308 57.557.549

Patrimonio Netto 23.987.163 21.614.848 45.602.012Debiti di Finanziamento 475.825 0 475.825Trattamento di Fine Rapporto 2.351.569 2.435.376 4.786.945Debiti di Funzionamento 2.039.984 4.033.873 6.073.858Fondi per Rischi ed Oneri 7.700 608.497 616.197Ratei e Risconti Passivi 0 2.713 2.713Totale Passivo e Patrimonio Netto 28.862.242 28.695.308 57.557.549

Conti d'Ordine 4.969 0 4.969

Settori di attività economica

Numero delle

imprese al 31/12/2013 %

Numero di addetti al

2011 %

Valore aggiunto (migliaia di

euro) al 2011 %

Diritto annuale Importo versato al

31/12/2013 % MEDIA SEGGI

Agricoltura 19.473 20,28% 19.319,00 9,14% 301.427,44 2,91% 1.610.977,18 17,67% 12,50% 3,75Artigianato 15.846 16,50% 29.537,98 13,97% 1.258.212,79 12,17% 1.286.639,25 14,11% 14,19% 4,26Industria 10.427 10,86% 52.040,69 24,62% 2.917.085,37 28,21% 1.492.483,94 16,37% 20,02% 6,01Commercio 25.598 26,66% 35.322,69 16,71% 1.169.881,41 11,31% 2.257.575,39 24,76% 19,86% 5,96Cooperative 904 0,94% 4.924,02 2,33% 389.278,90 3,76% 100.517,22 1,10% 2,03% 0,61Turismo 6.847 7,13% 13.878,33 6,57% 580.251,57 5,61% 581.544,31 6,38% 6,42% 1,93Trasporti e spedizioni 2.637 2,75% 12.332,76 5,83% 888.900,92 8,59% 295.471,57 3,24% 5,10% 1,53Credito 1.210 1,26% 3.779,18 1,79% 570.042,96 5,51% 159.438,75 1,75% 2,58% 0,77Assicurazioni 1.086 1,13% 1.555,46 0,74% 61.187,76 0,59% 98.362,91 1,08% 0,89% 0,27Servizi alle imprese 9.001 9,37% 28.320,31 13,40% 1.832.975,68 17,73% 977.813,00 10,71% 12,80% 3,84Altri settori 2.994 3,12% 10.365,93 4,90% 372.887,16 3,61% 258.456,49 2,83% 3,62% 1,07TOTALE 96.023 100,00% 211.376,35 100,00% 10.342.131,96 100,00% 9.119.280,00 100,00% 100,00% 30,00

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oltre ai 3 componenti previsti dall’articolo 10, comma 6 della Legge n. 580/1993, di cui due in rappresentanza, rispettivamente, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti e uno in rappresentanza dei liberi professionisti, designato dai presidenti degli ordini professionali costituiti in apposita consulta presso la camera di commercio, per un totale di 33 consiglieri, contro gli attuali 28 delle CCIAA di Chieti e Pescara, che hanno un numero di imprese inferiore alle 80.000 unità.

Il Presidente ricorda che verrà garantita la tutela della rappresentanza dei diversi territori nello statuto del nuovo Ente Camerale.

Il Presidente Daniele BECCI apre la discussione, alla quale partecipano tutti i presenti. I componenti del Consiglio condividono la necessità di una riforma incisiva del sistema camerale nel suo complesso. Per tale ragione si intende mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della rete territoriale del sistema camerale abruzzese, adottando logiche di accorpamento delle circoscrizioni territoriali provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori delle Camere di commercio di Chieti e Pescara.

Settori di attività economica MEDIA SEGGI

Agricoltura 12,50% 3,75Artigianato 14,19% 4,26Industria 20,02% 6,01Commercio 19,86% 5,96Cooperative 2,03% 0,61Turismo 6,42% 1,93Trasporti e spedizioni 5,10% 1,53Credito 2,58% 0,77Assicurazioni 0,89% 0,27Servizi alle imprese 12,80% 3,84Altri settori 3,62% 1,07TOTALE 100,00% 30,00

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IL CONSIGLIO CAMERALE

UDITA la relazione del Presidente e del Segretario Generale e gli interventi in corso di riunione;

VISTA la Legge 29 dicembre 1993, n. 580, recante “Riordinamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura” (GU n.7 del 11-1-1994 - Suppl. Ordinario n. 6 ), così come modificata dal Decreto Legislativo 15 febbraio 2010, n. 23, recante “Riforma dell'ordinamento relativo alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, in attuazione dell'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99” (10G0039) (GU n.46 del 25-2-2010 );

VISTA la Legge n. 241 del 7.8.1990 e s.m.i., recante “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi";

VISTO il D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 e s.m.i., recante “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” (GU n.106 del 9-5-2001 - Suppl. Ordinario n. 112 );

RICHIAMATO il DPGR n. 66 del 23 settembre 2014, con il quale il Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo ha nominato i componenti del Consiglio della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara per il quinquennio 2014-2019, ai sensi dell’articolo 10, comma 2 del DM n. 156/2011;

PRESO ATTO che il Consiglio camerale si è insediato in data 6 ottobre 2014;

VISTO il Regolamento per il funzionamento del Consiglio approvato con deliberazione consiliare n. 8 del 30/04/2004;

VISTO il vigente Statuto della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Pescara;

VISTO il decreto legge n. 90 del 24.6.2014, recante “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari. (14G00103) (GU Serie Generale n.144 del 24-6-2014)”, in particolate l’articolo 28 “Riduzione del diritto annuale delle camere di commercio e determinazione del criterio di calcolo delle tariffe e dei diritti di segreteria”, convertito con modificazioni dalla Legge n. 114 dell’11 agosto 2014;

ESAMINATA la documentazione prodotta da Unioncamere nell’audizione dell’8 luglio 2014 “Indagine conoscitiva nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione in legge del Decreto-legge 24 giugno 2014 n. 90 recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari (A.C. 2486)”;

VISTO il disegno di legge del 10 luglio 2014 sulla riforma della Pubblica amministrazione, c.d. “Repubblica semplice”, che è stato presentato al Senato in data 23 luglio 2014 con il numero 1577, ed in particolare l’articolo 9, recante “Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio”;

VISTA la decisione adottata dall’assemblea dei Presidenti delle Camere di commercio d’Italia in data 28 e 29 ottobre 2012 (Venezia);

VISTA la decisione adottata dall’assemblea dei Presidenti delle Camere di commercio d’Italia in data 29 aprile 2014 (Roma);

VISTA la delibera adottata dal Comitato Esecutivo di Unioncamere in data 23 luglio 2014, recante “Riforma del sistema camerale: valutazioni e iniziative collegate”;

ESAMINATA la documentazione prodotta da Unioncamere nell’audizione del 6 agosto 2014 alla 10° Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla competitività delle imprese;

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ESAMINATA la documentazione prodotta da Unioncamere nell’audizione del 18 settembre 2014 alla 1° Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica, nell’ambito dell’indagine conoscitiva per l’istruttoria legislativa del disegno di legge n. 1577 in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche;

VISTO il parere dell’1 ottobre 2014 della Commissione X del Senato “Industria, Commercio, Turismo” sul DDL n. 1577 di seguito riportato:

“esaminato il provvedimento recante «Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», esprime, per quanto di competenza, parere favorevole ad eccezione dell'articolo 9 sul quale il parere è contrario in quanto la completa cancellazione del contributo obbligatorio in favore delle Camere di Commercio impedirebbe il mantenimento di alcune funzioni ad esse attualmente attribuite e avrebbe pesanti riflessi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, rendendo il nuovo sistema strutturalmente poco sostenibile. Inoltre, il trasferimento del registro delle imprese dalla competenza tradizionale delle Camere di commercio al Ministero dello sviluppo economico rischia di determinare inefficienze e comunque nuovi oneri aggiuntivi e appare ingiustificato alla luce delle performance positive in termini di qualità e tempestività dei servizi finora erogati e rappresentando uno dei punti di eccellenza nel rapporto tra imprese e pubblica amministrazione”.

VISTO il parere non ostativo della V commissione “Bilancio” del Senato espresso in data 13/11/2014 in merito al ddl c.d. “Repubblica semplice”, a condizione che sia soppresso per intero l’articolo 9 dedicato al riordino delle Camere di commercio. In particolare non ci sarebbe copertura finanziaria relativamente alla ipotizzata eliminazione del diritto annuale e al trasferimento del Registro Imprese al Ministero dello Sviluppo Economico;

VISTO l’emendamento (Articolo 8 bis) del relatore del ddl delega di riforma della Pubblica Amministrazione, Sen. Giorgio Pagliari, sulla riforma del sistema camerale alla I Commissione Affari costituzionali del Senato, con il quale viene scongiurata l’abolizione del diritto annuale e il trasferimento del Registro Imprese al Ministero dello Sviluppo Economico e viene previsto un accorpamento delle Camere di commercio, con un taglio del 40% del loro numero, secondo il modello basato sulla presenza di una Camera ogni 80 mila imprese associate. Al termine del processo le CCIAA dovrebbero passare dalle attuali 105 a 60;

EVIDENZIATO che in data 20 novembre 2014 si è tenuto a Palazzo Chigi un incontro tra il Governo e una delegazione delle Camere di Commercio. Alla riunione, convocata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, erano presenti il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, con il Sottosegretario Simona Vicari, il Ministro della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione, Maria Anna Madia, con il Sottosegretario Angelo Rughetti, e il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, con il Segretario generale, Claudio Gagliardi. L’incontro è seguito alla presentazione, da parte del relatore del ddl delega di riforma della Pubblica Amministrazione, Sen. Giorgio Pagliari, dell’emendamento sulla riforma del sistema camerale alla 1° Commissione Affari costituzionali del Senato, appoggiato dal governo. Il confronto è servito per approfondire e accelerare, in parallelo al percorso parlamentare, il processo di “autoriforma” delle Camere di Commercio, in linea con gli orientamenti governativi;

ATTESO che in data 4 febbraio 2015 si è riunito a Roma il Comitato Esecutivo dell’Unioncamere, allargato a tutti i Presidenti delle CCIAA d’Italia, con la presenza del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico con deleghe sul tema delle Camere di commercio, Simona Vicari, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il Presidente della X Commissione “Industria, commercio, turismo” del Senato, Massimo Mucchetti e il Senatore Giorgio Pagliari, relatore al disegno di legge sulla riforma della PA. Oltre a fare il punto della situazione della riforma del sistema camerale i rappresentanti del Governo e del Parlamento hanno tutti sottolineato l’esigenza di accorciare al massimo i tempi

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per approdare alle fusioni in modo da anticipare l’autoriforma interpretando al meglio il cambiamento;

VISTA la circolare del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), Direzione Generale per il Mercato, la Concorrenza, il Consumatore, la Vigilanza e la Normativa Tecnica – Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione - Divisione XII – Sistema camerale, di cui alla nota n. 0117490 del 26 giugno 2014, recante: “Decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni nella legge 23 giugno 2014, n. 89, recante “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l’adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria”. – Decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari””;

VISTO l’articolo 10, comma 1, della legge n. 580/1993, come modificata dal D.lgs. n. 23/2010, che recita: “Il numero dei componenti del consiglio è determinato in base al numero delle imprese iscritte nel registro delle imprese ovvero annotate nello stesso, nel modo seguente:

a) sino a 40.000 imprese: 20 consiglieri;

b) da 40.001 a 80.000 imprese: 25 consiglieri;

c) oltre 80.000 imprese: 30 consiglieri”;

VISTO l’articolo 10, comma 6, della legge n. 580/1993, come modificata dal D.lgs. n. 23/2010, che recita: “Del consiglio fanno parte tre componenti, di cui due in rappresentanza, rispettivamente, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti e uno in rappresentanza dei liberi professionisti designato dai presidenti degli ordini professionali costituiti in apposita consulta presso la camera di commercio”;

RICHIAMATO l’articolo 10, comma 3, della legge n. 580/1993, come modificata dal D.lgs. n. 23/2010, che recita: “Il Ministro dello sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con decreto emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, definisce i criteri generali per la ripartizione dei consiglieri di cui al comma 2, sulla base della classificazione ISTAT delle attività economiche e tenendo conto del numero delle imprese, dell'indice di occupazione, e del valore aggiunto di ogni settore, nonchè dell'ammontare del diritto annuale versato, ai sensi dell'articolo 18, ad ogni singola camera di commercio dalle imprese di ogni settore. Con le stesse modalità sono apportate le successive modifiche”;

RICHIAMATO l’articolo 12, comma 4, della legge n. 580/1993, come modificata dal D.lgs. n. 23/2010, che recita: “Il Ministro dello sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con decreto adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, disciplina l'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2, nonchè al comma 1 dell'articolo 14, con particolare riferimento ai tempi, ai criteri e alle modalità relativi alla procedura di designazione dei componenti il consiglio, nonchè all'elezione dei membri della giunta. Con le stesse modalità sono apportate le successive modifiche”;

VISTI i decreti del Ministero dello Sviluppo Economico 4 agosto 2011 nn. 155 e 156 recanti, rispettivamente, “Regolamento sulla composizione dei consigli delle camere di commercio in attuazione dell’articolo 10, comma 3, della legge 29 dicembre 1993, n. 580, così come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23” e “Regolamento relativo alla designazione e nomina dei componenti del consiglio ed all’elezione dei membri della giunta delle camere di commercio in attuazione dell’articolo 12 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23”;

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VISTO il decreto direttoriale del Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione Generale per il Mercato, la Concorrenza, il Consumatore, la Vigilanza e la Normativa Tecnica – Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione - Divisione XII – Sistema camerale, del 5 giugno 2014, il quale dispone la pubblicazione dei dati sulle attività economiche 2013, forniti dalle Camere di Commercio in relazione al numero delle imprese, all'indice di occupazione, al valore aggiunto e al diritto annuale;

ACCERTATO che, sulla base del numero complessivo di imprese – pari al 31.12.2013 a 96.023 – il Consiglio della costituenda Camera di Commercio è costituito da 30 consiglieri, giusto quanto previsto dalla richiamata lettera b) dell’articolo 10, comma 1 della Legge n. 580/1993 riformata dal D.Lgs. 15 febbraio 2010, n. 23, cui si aggiungono tre componenti, di cui due in rappresentanza, rispettivamente, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti e uno in rappresentanza dei liberi professionisti, designato dai presidenti degli ordini professionali costituiti in apposita Consulta presso la Camera di commercio, ai sensi dell’articolo 10, comma 6, della Legge n. 580/1993 riformata dal D.Lgs. 15 febbraio 2010, n. 23;

VISTO l’articolo 1 comma 5 della legge n. 580/1993 e s.m.i., che recita: “I consigli di due o piu' camere di commercio possono proporre, con delibera adottata a maggioranza dei due terzi dei componenti, l'accorpamento delle rispettive circoscrizioni territoriali. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è istituita la camera di commercio derivante dall'accorpamento delle circoscrizioni territoriali. Con lo stesso decreto sono disciplinati i criteri e le modalità per la successione nei rapporti giuridici esistenti”;

CONDIVISA la proposta di riorganizzazione del sistema camerale abruzzese formulata dai Presidenti delle Camere di commercio di L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo e consegnata al Presidente della Giunta regionale dell’Abruzzo in data 17 luglio 2014;

VISTA la delibera della Giunta regionale dell’Abruzzo n. 487 del 25 luglio 2014, recante: “Iniziative di riforma correlate al “riordino” degli istituti camerali: condivisione della proposta di riorganizzazione del sistema camerale abruzzese formulata dalle Camere di commercio di L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo”;

CONSIDERATA la valutazione di Unioncamere nazionale (cfr. lettera del Presidente Ferruccio Dardanello del 7 luglio 2014 indirizzata ai Presidenti delle Unioni regionali e ai componenti del Comitato esecutivo) che sollecita gli Enti camerali a mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della rete territoriale camerale, adottando logiche di accorpamento delle circoscrizioni provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori;

CONDIVISA l’opportunità di procedere all’accorpamento delle due strutture di Chieti e Pescara per le motivazioni riportate in premessa;

RITENUTO opportuno di rinvenire nella Camera di Commercio di Chieti, per le motivazioni illustrate in premessa, l'Ente camerale più vicino a quello pescarese e con il quale appaiono esserci le maggiori sinergie per lo sviluppo dei due territori, al fine di un accorpamento tra i due Enti;

CONDIVISO l’obiettivo dell’operazione, vale a dire la razionalizzazione della nuova struttura, con relativo abbassamento dei costi per far fronte da un lato alla diminuzione del gettito del diritto annuale, dall’altro all’attivazione di nuovi servizi camerali da offrire alle imprese, nell’alveo di competenze dei rispettivi territori;

SOTTOLINEATO che il sistema camerale abruzzese condivide la necessità di una riforma dell’attuale normativa e che, per tale ragione, si intende mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della rete territoriale camerale, adottando logiche di

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accorpamento delle circoscrizioni territoriali provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori;

CONSIDERATA la necessità di rispondere all’esigenza di ridurre l’impatto negativo del taglio del diritto annuale previsto dal citato D.L. 90/2014;

ATTESO che si dovranno, salvaguardando i livelli occupazionali e le professionalità, fare attente valutazioni in ordine al personale sia a tempo indeterminato che a tempo determinato ed a quello che nei prossimi anni potrebbe maturare i requisiti per il pensionamento, valutando in ogni caso, fin da ora, le procedure di mobilità in entrata nelle strutture ed ulteriori forme di collaborazione, che dovranno essere valutate solo una volta effettuata una ricognizione delle professionalità presenti nelle due strutture;

VISTA la nota n. 15030 del 17/9/2014 del Presidente della C.C.I.A.A. di Chieti, acquisita al protocollo camerale al n. 10622 del 18/9/2014, con la quale si comunica che il Consiglio della Camera di commercio chietina assumerà le proprie determinazioni in ordine agli accorpamenti e fusioni a condizione che le decisioni relative vengano assunte in contemporanea dalla altre Consorelle abruzzesi;

RICHIAMATA la nota n. 10625 del 18/9/2014, con la quale il Presidente Daniele Becci riscontrava la sopra richiamata nota del Presidente della C.C.I.A.A. di Chieti, accogliendo l’orientamento espresso dalla Consorella chietina, condividendo l’impostazione operativa che prevede l’adozione di decisioni contemporanee da parte dei rispettivi Consigli camerali, nonché il coinvolgimento diretto dei soggetti interessati (personale dipendente e operatori economici) e auspicando inoltre che i Consigli coinvolti possano adottare le relative deliberazioni non solo contemporaneamente ma anche in forma congiunta (Chieti-Pescara da una parte e Teramo-L’Aquila dall’altra) entro il prossimo mese di ottobre, così come più volte suggerito dall’Unioncamere nazionale;

RICHIAMATA la nota, acclarata al protocollo camerale al numero 726 del 22 gennaio 2015, inviata dal Presidente Becci ai Presidenti delle altre tre Consorelle, e, per conoscenza, al Presidente della Giunta regionale Dott. Luciano D’Alfonso e a tutte le Associazioni imprenditoriali, Organizzazioni sindacali, Associazioni dei consumatori e agli Ordini/Collegi delle professioni della Provincia di Pescara, con la quale si sollecita la realizzazione entro il timing suggerito da Unioncamere (28 febbraio 2015) del progetto di riorganizzazione del sistema camerale regionale;

VISTA la volontà di procedere all’accorpamento, espressa dalla Giunta della CCIAA di Pescara, con provvedimenti n. 156 del 19/9/2014 e n. 170 del 10/11/2014;

ACCLARATA la volontà di procedere all’accorpamento, espressa dalla Giunta della consorella di Chieti, con provvedimento n. 127 del 4/11/2014;

EVIDENZIATO che la Regione Abruzzo sta ultimando la procedura di rinnovo degli organi della CCIAA di Chieti ed in particolare che si è in attesa del Decreto del Presidente della Giunta regionale Abruzzo (DPGR) di nomina dei componenti del nuovo consiglio camerale, ai sensi dell’articolo 10 del citato DM 156/2011;

ATTESO che la Giunta della CCIAA di Pescara ha valutato con provvedimento n. 30 del 18/2/2015 con esito positivo sia il nome della nuova struttura sia l’ubicazione della sede legale e della sede secondaria e sia il piano economico, con la relativa relazione illustrativa;

ESAMINATO il piano economico e la relativa relazione illustrativa, dal quale si evincono la sostenibilità economica dell’accorpamento e il perseguimento di economie nella gestione corrente;

A VOTO UNANIME palesemente espresso;

VERIFICATO pertanto il rispetto del quorum previsto dal sopra richiamato articolo 1, comma 5, della Legge n. 580/1993 e s.m.i. per la validità della deliberazione (maggioranza dei due terzi dei componenti);

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D E L I B E R A

1 la parte narrativa dell'atto che costituisce presupposto per il presente dispositivo, con la precisazione che le motivazioni sopra espresse si intendono qui riprodotte per formare parte integrante e sostanziale del provvedimento stesso;

2 di condividere la necessità di una riforma incisiva del sistema camerale nel suo complesso e, per tale ragione, di mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della rete territoriale del sistema camerale abruzzese, adottando logiche di accorpamento delle circoscrizioni territoriali provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori delle Camere di commercio di Chieti e Pescara;

3 di dare avvio all’accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio di Chieti e Pescara secondo la procedura prevista dall’articolo 1, comma 5 della Legge n. 580/1993 e s.m.i., sulla base del piano economico e della relativa relazione illustrativa, che allegati al presente provvedimento ne formano parte integrante e sostanziale;

4 di definire che la nuova struttura assuma il nome di “Camera di Commercio Industria

Artigianato e Agricoltura (CCIAA) Chieti Pescara” ed abbia sede legale in Via Ottorino Pomilio s.n.c. Località Madonna delle Piane 66013 CHIETI SCALO (CH) e sede secondaria a PESCARA (PE) in Via Conte di Ruvo n. 2. 65127;

5 di trasmettere la presente deliberazione al Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi dell’articolo 1, comma 5, della Legge n. 580/1993 e s.m.i.;

6 di trasmettere copia del presente provvedimento alla Camera di commercio di Chieti, all’Unione Italiana delle Camere di commercio, all’Unione Regionale delle Camere di commercio d’Abruzzo e al Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo;

7 di attivare una comunicazione a tutto il personale dell’Ente, alle RSU e alle OO.SS., per la spiegazione dell’operazione, mediante trasmissione di copia del presente provvedimento;

8 di pubblicare integralmente il presente provvedimento nell'Albo informatico della CCIAA ai sensi dell'articolo 32 della legge 69/09;

9 di dare immediata esecutività al presente provvedimento, per permettere di accelerare l’iter di accorpamento.

IL SEGRETARIO (Dott. Roberto PIERANTONI)

IL PRESIDENTE (Daniele BECCI)

Originale firmato con firma autografa e conservato presso la CCIAA di Pescara ai sensi dell'art. 3 comma 2 del D.Lgs n° 39 del 12/02/93

Conto Economico Consolidato

Voci di Onere/ProventoValori anno

2013 CCIAA CH

Valori anno

2013 CCIAA PE

Valori anno

2013

complessivi

Valori anno

2014 CH

Valori anno

2014 PE

Valori anno

2014

complessivi

Valori anno

2015 CH

Valori anno

2015 PE

Valori anno

2015

complessivi

Valori anno

2016

complessivi

Valori anno

2017

complessivi

Valori anno

2018

complessivi

GESTIONE CORRENTE

A) Proventi Correnti

1) Diritto annuale 7.733.180 6.543.679 14.276.859 7.573.240 6.175.600 13.748.840 4.884.731 4.045.200 8.929.931 8.243.013 6.869.178 6.869.178

2) Diritti di segreteria 1.433.844 1.386.522 2.820.366 1.312.971 1.280.800 2.593.771 1.327.800 1.306.000 2.633.800 2.633.800 2.633.800 2.633.800

3) Contributi trasferimenti e altre entrate 270.876 459.679 730.555 196.594 635.600 832.194 168.600 424.400 593.000 593.000 593.000 593.000

4) Proventi da gestione di beni e servizi 74.552 583.525 658.077 49.475 504.000 553.475 60.250 471.800 532.050 532.050 532.050 532.050

5) Variazioni delle rimanenze -15.571 -7.221 -22.792 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale proventi correnti (A) 9.496.881 8.966.184 18.463.065 9.132.280 8.596.000 17.728.280 6.441.381 6.247.400 12.688.781 12.001.863 10.628.028 10.628.028

B) Oneri Correnti

6) Personale 2.519.948 2.332.298 4.852.246 2.507.997 2.137.200 4.645.197 2.502.072 2.128.500 4.630.572 4.399.043 4.311.062 4.311.062

a) competenze al personale 1.894.561 1.799.781 3.694.341 1.890.036 1.630.000 3.520.036 1.884.079 1.609.500 3.493.579 3.318.900 3.252.522 3.252.522

b) oneri sociali 467.099 383.824 850.922 462.214 388.000 850.214 460.842 401.700 862.542 819.415 803.027 803.027

c) accantonamenti al T.F.R. 132.428 117.939 250.367 132.291 98.200 230.491 131.873 98.200 230.073 218.570 214.198 214.198

d) altri costi 25.861 30.755 56.615 23.456 21.000 44.456 25.278 19.100 44.378 42.159 41.316 41.316

7) Funzionamento 2.074.886 2.923.160 4.998.046 2.091.055 3.427.800 5.518.855 1.903.621 2.601.800 4.505.421 3.735.099 3.295.175 3.217.169 7) Funzionamento 2.074.886 2.923.160 4.998.046 2.091.055 3.427.800 5.518.855 1.903.621 2.601.800 4.505.421 3.735.099 3.295.175 3.217.169

a) Prestazioni servizi 912.336 1.217.919 2.130.255 890.511 1.602.300 2.492.811 829.173 1.029.000 1.858.173 1.672.355 1.505.120 1.429.864

b) Godimento di beni di terzi 51.926 21.544 73.471 49.448 23.100 72.548 46.209 21.700 67.909 61.118 55.006 52.256

c) Oneri diversi di gestione 450.285 619.735 1.070.021 490.538 709.200 1.199.738 505.849 691.300 1.197.149 1.077.434 969.691 969.691

d) Quote associative 498.510 879.225 1.377.735 480.072 882.900 1.362.972 320.474 628.300 948.774 664.142 531.313 531.313

e) Organi istituzionali 161.829 184.736 346.565 180.486 210.300 390.786 201.916 231.500 433.416 260.049 234.045 234.045

8) Interventi economici 2.481.670 923.727 3.405.397 2.323.918 1.539.500 3.863.418 1.414.277 555.200 1.969.477 1.772.530 1.595.277 1.595.277

9) Ammortamenti e accantonamenti 2.713.707 2.682.741 5.396.448 2.533.073 2.600.200 5.133.273 1.756.525 1.832.300 3.588.825 3.293.093 2.795.382 2.760.864

a) Immob. immateriali 5.717 18.749 24.466 6.700 19.300 26.000 5.800 19.300 25.100 22.590 20.331 19.314

b) Immob. materiali 419.936 410.662 830.598 429.725 415.500 845.225 411.700 415.500 827.200 744.480 670.032 636.530

c) svalutazione crediti 1.988.055 2.253.330 4.241.385 2.096.648 2.165.400 4.262.048 1.339.025 1.397.500 2.736.525 2.526.023 2.105.019 2.105.019

d) fondi rischi e oneri 300.000 0 300.000 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale Oneri Correnti (B) 9.790.211 8.861.927 18.652.138 9.456.043 9.704.700 19.160.743 7.576.494 7.117.800 14.694.294 13.199.765 11.996.896 11.884.372

Risultato della gestione corrente (A-B) -293.331 104.258 -189.073 -323.763 -1.108.700 -1.432.463 -1.135.113 -870.400 -2.005.513 -1.197.901 -1.368.868 -1.256.344

C) GESTIONE FINANZIARIA

10) Proventi finanziari 123.675 193.243 316.918 84.880 134.100 218.980 78.450 111.700 190.150 95.075 76.060 60.848

11) Oneri finanziari 21.480 0 21.480 17.700 0 17.700 15.300 0 15.300 13.770 12.393 11.154

Risultato gestione finanziaria 102.195 193.243 295.439 67.180 134.100 201.280 63.150 111.700 174.850 81.305 63.667 49.694

D) GESTIONE STRAORDINARIA

12) Proventi straordinari 713.314 679.181 1.392.495 725.610 416.400 1.142.010 0 262.400 262.400 262.400 262.400 262.400

13) Oneri straordinari 334.934 192.440 527.374 278.391 53.500 331.891 0 31.000 31.000 31.000 31.000 31.000

Risultato gestione straordinaria 378.379 486.741 865.121 447.219 362.900 810.119 0 231.400 231.400 231.400 231.400 231.400

E) Rettifiche di valore attività finanziaria

14) Rivalutazioni attivo patrimoniale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

15) Svalutazioni attivo patrimoniale -1.169 647.330 646.160 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Differenza rettifiche di valore attività finanziarie 1.169 -647.330 -646.160 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Disavanzo/Avanzo economico d'esercizio (A-B +/-C +/-D

+/-E) 188.414 136.913 325.326 190.636 -611.700 -421.064 -1.071.963 -527.300 -1.599.263 -885.196 -1.073.801 -975.249

1

RELAZIONE AL PIANO ECONOMICO 2016 – 2018 DERIVANTE

DALL’IPOTESI DI ACCORPAMENTO TRA LE CAMERE DI COMMERCIO,

INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI CHIETI E PESCARA

L’allegato piano economico per gli anni 2016, 2017 e 2018 fornisce una prima base di analisi di quelli che potranno essere gli scenari futuri in termini prettamente economici derivanti dall’accorpamento delle circoscrizioni territoriali di Chieti e di Pescara.

Il piano è sostanzialmente suddiviso in due diverse sezioni: la prima che va dal 2013 al 2015 che accoglie i valori di bilancio delle singole Camere di commercio e la loro sommatoria; la seconda, dal 2016 al 2018 che fornisce una previsione degli sviluppi della Camera di commercio unica che nascerà dal citato accorpamento. In questo modo, si è cercato di dare la massima evidenza agli effetti di tale fusione.

Nelle prime tre colonne della prima sezione, sono quindi riportate le semplici risultanze dei consuntivi dell’anno 2013 delle due Camere di commercio ed il relativo totale, senza alcuna altra elaborazione.

Stesso discorso può essere fatto per l’annualità 2014. Avendo già entrambe le Camere approvato il preventivo per l’anno 2015 che, come ben noto, contiene una previsione di consuntivo per l’anno precedente, con la sommatoria dei dati previsti per la chiusura dell’esercizio 2014 è stato costruito un preconsuntivo consolidato 2014.

E ancora con la sommatoria dei valori presenti nel preventivo di ciascuna Camera per l’anno 2015 si è ottenuto il preventivo consolidato 2015.

Occorre però segnalare che, rispetto al documento di programmazione approvato dal Consiglio della Camera di commercio di Pescara nello scorso mese di dicembre si è provveduto a rettificare in aumento, di pari importo, il dato dei contributi dal fondo perequativo intercamerale ed il dato degli interventi promozionali, senza alcun effetto, quindi, sul risultato economico complessivo previsto per l’anno 2015. Questo perché, dopo l’approvazione del preventivo, si è conosciuto l’importo che l’Unioncamere ha assegnato a titolo perequativo alla Camera di commercio di Pescara (euro 379.184,90) e tale previsione di maggiore entrata è stata destinata, nelle ipotesi fatte, a totale integrazione delle risorse per la promozione economica del territorio.

Come già detto, la seconda sezione è invece costruita con dati già consolidati della costituenda nuova Camera di commercio ed elaborando una serie di previsioni sulla base, innanzitutto di quella che è la legislazione vigente alla data attuale, del principio generale di prudenza nella stima dei proventi e di un obiettivo di efficientamento per quanto concerne la previsione degli oneri.

2

In particolare, il principale assunto che ha mosso il calcolo dei proventi è la riduzione del diritto annuale del 35% dal 2015, per passare poi al 40% nel 2016 e al 50% dal 2017, come è attualmente previsto dall’articolo 28 del decreto legge n. 90/2014, convertito dalla legge n. 114/2014.

I proventi correnti derivanti da diritti di segreteria sono stati calcolati sulla base delle attuali determinazioni, in attesa, come è noto, della loro rideterminazione a seguito dell’applicazione della recente normativa sull’applicazione dei costi standard che dovrebbe garantire un gettito maggiore nelle annualità future.

I contributi per trasferimenti ed altre entrate sono stati calcolati tenendo conto del contributo del fondo perequativo per rigidità di bilancio assegnato alla Camera di commercio di Pescara per l’anno 2015, mentre, in ossequio al principio della prudenza e tenendo conto soltanto delle disponibilità effettive attuali, non sono state valorizzate le possibili risorse finanziarie del fondo perequativo destinate ai progetti di promozione degli enti camerali.

I proventi per cessione di beni e servizi sono stimati per il triennio in linea con la previsione consolidata dell’anno 2015.

Per ciò che concerne gli oneri correnti, le più significative voci di risparmio sono quelle relative al personale ed agli oneri di funzionamento.

L’accorpamento tra le due circoscrizioni territoriali consentirà una revisione del fabbisogno del personale con conseguente diminuzione del costo complessivo, sia per l’eventuale prepensionamento in deroga del personale dichiarato in esubero, sia per una fisiologica riduzione della dotazione organica rispetto alla semplice sommatoria delle due realtà camerali (basti pensare, per esempio, alla figura del Segretario Generale od ai futuri pensionamenti che potrebbero non essere immediatamente coperti con nuove assunzioni) e sia per la riduzione o azzeramento delle forme di lavoro flessibili utilizzate ancora oggi dalle singole Camere di commercio.

Le spese di funzionamento, nel documento previsionale triennale 2016 – 2018, mostrano un costante trend di diminuzione in virtù delle economie che saranno realizzate con la fusione delle due Camere.

Basti pensare ai minori costi attesi in ordine all’automazione dei servizi per il risparmio derivante dall’utilizzo dei medesimi applicativi e con la possibilità di generare economie di scala in relazione ai canoni fissi di utilizzo; alla diminuzione dei costi assicurativi, grazie alla rinegoziazione delle polizze in essere. Più in generale, la realizzazione di economie di scala comporterà necessariamente la possibilità di riduzione di molti oneri per beni e servizi necessari per il funzionamento delle strutture camerali e per la realizzazione delle attività.

Nell’ambito della riduzione delle spese di funzionamento sono previste in forte diminuzione percentuale sia le quote associative versate ad organismi del sistema camerale, soprattutto in vista del processo di riorganizzazione che interesserà i centri regionali abruzzesi, sia le spese per organi istituzionali per effetto dell’unificazione degli stessi.

3

Le risorse disponibili per gli interventi di promozione economica attraverso contributi diretti alle aziende attraverso bandi, ovvero indiretti ad organismi ed associazioni (come ad esempio i Confidi) che, attraverso la propria attività e con modalità diversificate, realizzano comunque interventi a favore dell’economia provinciale, risultano nel triennio previsti in leggera flessione rispetto al 2015, flessione meno che proporzionale rispetto alla riduzione dell’andamento del diritto annuale.

Ciò è possibile proprio in virtù delle economie degli oneri di struttura (personale e funzionamento) come sopra evidenziato. E tale impegno prospettico a far sì che le risorse destinate agli interventi di promozione economica subiscano nel minor modo possibile la più volta citata riduzione di gettito da diritto annuale costituisce la principale motivazione che muove le due consorelle di Chieti e Pescara verso la fusione.

E’ evidente, per quanto riguarda gli interventi economici da realizzare nel nuovo territorio accorpato, che le risorse finanziarie disponibili nel piano potranno e dovranno essere integrate, sempre con un occhio attento agli equilibri di bilancio, oltre che da risparmi di spese derivanti dall’accorpamento, dall’attenta e scrupolosa attività di ricerca e reperimento di ulteriori risorse finanziarie esterne regionali, nazionali ed europee finalizzate alla promozione del territorio e dell’economia e del mercato in genere.

Gli ammortamenti e gli accantonamenti subiscono una riduzione, sia per effetto del minor introito del gettito da diritto annuale che impatta sul credito ad esso correlato e, conseguentemente, sull’accantonamento per svalutazione crediti, sia per una prevista diminuzione delle quote di ammortamento di beni mobili ed immobili. E’ presumibile, infatti, che per effetto della fusione si procederà ad una attenta ricognizione delle strutture e delle dotazioni che saranno necessarie al nuovo ente camerale per lo svolgimento della propria attività ed alla conseguente dismissione dei beni ritenuti non strettamente indispensabili.

Per la gestione finanziaria si è stimato un risultato positivo in costante diminuzione per effetto del passaggio delle giacenze di cassa sul conto di tesoreria presso Banca d’Italia.

Infine, la gestione straordinaria, per sua stessa caratteristica, non è stata oggetto di particolari stime; il dato del triennio è stato mantenuto in linea con quanto già previsto per l’annualità 2015 sulla base della previsione, ormai consolidata, di maggiori accertamenti di ricavi da diritto annuale relativi ad annualità precedenti.

Nel rispetto del principio della prudenza, non si è tenuto conto di eventuali plusvalenze che potrebbero derivare dalla dismissione di parte del patrimonio mobiliare ed immobiliare della nuova Camera di commercio che, come sopra evidenziato, potrebbe risultare non strettamente necessario per il raggiungimento dei fini istituzionali. Plusvalenze che deriverebbero dalla tradizionale sottovalutazione di tali beni nello stato patrimoniale degli enti camerali.

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La sezione previsionale 2016 – 2018 chiude con risultati complessivi di gestione sempre negativi, ma comunque sicuramente compatibili con gli avanzi di amministrazione disponibili dalle due Camera di commercio e, conseguentemente, dalla costituenda nuova realtà.

Inoltre, tali risultati devono essere letti anche considerando che il piano abbraccia un arco temporale di soli tre anni, che poco si addice ad una più rigorosa analisi dei costi cosiddetti incomprimibili nel breve periodo. La proiezione su un periodo di tempo maggiore, infatti, sicuramente evidenzierebbe riduzioni di costi molto più significative ed incoraggianti, in quanto le ristrutturazioni di una certa importanza necessitano di tempi medi più lunghi che un singolo triennio. E tali riduzioni potrebbero incidere sul miglioramento dei saldi complessivi.

E’ di tutta evidenza che il più volte citato taglio del gettito da diritto annuale imposta dal legislatore a partire dall’anno 2015 produrrebbe effetti ancora maggiori sui risultati di gestione mantenendo separate le due Camere di commercio. Conseguentemente, non essendo sostenibili per un lungo periodo disavanzi di gestione di importi elevati, si produrrebbe nel giro di qualche anno un drastico ridimensionamento di risorse da destinare alle iniziative promozionali.

In conclusione, al di là delle valutazioni numeriche presenti nel piano, va comunque segnalato che l’operazione complessiva di accorpamento delle due realtà produce immediatamente come risultato la nascita di un nuovo soggetto istituzionale di dimensioni sicuramente importanti e, comunque, maggiori nell’ambito del sistema camerale regionale, con conseguenti evidenti effetti positivi in termini di benefici per tutto il nuovo territorio accorpato e di vantaggi per le imprese, nonché di interlocuzione e rapporti con gli altri soggetti istituzionali regionali.

ACCORPAMENTO delle CIRCOSCRIZIONI ACCORPAMENTO delle CIRCOSCRIZIONI TERRITORIALI delle C.C.I.A.A. TERRITORIALI delle C.C.I.A.A. DIDI CHIETI e CHIETI e

CONSIGLIO C.C.I.A.A. CONSIGLIO C.C.I.A.A. DIDI PESCARAPESCARA20 FEBBRAIO 201520 FEBBRAIO 2015

TERRITORIALI delle C.C.I.A.A. TERRITORIALI delle C.C.I.A.A. DIDI CHIETI e CHIETI e PESCARAPESCARA

Nuovo contesto dal 2015Nuovo contesto dal 2015

• Drastica riduzione delle risorse:

– decreto legge n. 90/2014, convertito dalla legge n.

114/2014, che prevede una riduzione del gettito da diritto

annuale, rispetto all’annualità 2014:

• del 35% per il 2015;

• del 40% per il 2016;

• del 50% dal 2017.• del 50% dal 2017.

SoluzioniSoluzioni

• Prelievo dall’avanzo di amministrazione disponibile:

– Soluzione percorribile per un breve periodo per non

compromettere gli equilibri di bilancio

• Riduzione / azzeramento risorse da destinare alleiniziative di promozione economica:

– Soluzione che posizionerebbe la CCIAA in evidente

contrasto con le funzioni affidatele dal legislatore

SoluzioniSoluzioni

• Accorpamento di circoscrizioni territoriali contigue:

– Soluzione che permette l’ottenimento di importanti

economie di scala e consente di destinare somme

importanti per interventi promozionali senza compromettere

gli equilibri di bilancio (“autoriforma” che anticipa la “riforma”

in discussione al Senato: ddl delega di riforma della

Pubblica Amministrazione n. 1577)

“Autoriforma” a legislazione vigente

Articolo 1, comma 5, della Legge N. 580/1993 e s.m.i.

“I consigli di due o piu' camere di commercio possono proporre, con deliberaadottata a maggioranza dei due terzi dei componenti, l'accorpamento dellerispettive circoscrizioni territoriali. Con decreto del Ministro dello sviluppoeconomico, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra loeconomico, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra loStato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è istituita lacamera di commercio derivante dall'accorpamento delle circoscrizioni territoriali.Con lo stesso decreto sono disciplinati i criteri e le modalità per la successionenei rapporti giuridici esistenti”.

La delibera consiliare deve CONTENERE:

IL NOME DELLA NUOVA CCIAA

LE SEDI

PROPOSTA Delibera di Giunta n. 30 del 18/2/2015

“Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA) Chieti Pescara”

LE SEDI

IL PIANO ECONOMICO E LA RELATIVA RELAZIONEILLUSTRATIVA

PROPOSTA Delibera di Giunta n. 30 del 18/2/2015

sede legale in Via Ottorino Pomilio s.n.c. Località Madonna delle Piane 66013 CHIETI SCALO (CH) e sede secondaria a PESCARA (PE) in Via Conte di Ruvo n. 2 - 65127.

PROPOSTA Delibera di Giunta n. 30 del 18/2/2015

… i numeri dell’accorpamento …… i numeri dell’accorpamento …

Camere di Commercio

(schema vigente)

Numero delle unità locali

(al 31.12.2013)

Decreto direttoriale Mise del 5/6/2014

Numero unità locali

(CCIAA aggregate)

L’Aquila 37.542

80.367

Teramo 42.825Teramo 42.825

Pescara 42.296

96.023

Chieti 53.727

SIMULAZIONE AL 30/09/2014SIMULAZIONE AL 30/09/2014 E AL 31/12/2014E AL 31/12/2014

31/12/2013 - Decreto direttoriale MISE giugno 2014 CH/PE AQ/TE TE/CH AQ/PE PE/TE AQ/CH

96.023 80.367 96.552 79.838 85.121 91.269

Localizzazioni Registrate

CHIETI 53.727

L'AQUILA 37.542

PESCARA 42.296

TERAMO 42.825

176.390

30/09/2014 DATI STOCKVIEW INFOCAMERE

CH/PE AQ/TE TE/CH AQ/PE PE/TE AQ/CH

Localizzazioni Registrate 96.575 79.845 96.195 80.225 85.208 91.212Registrate 96.575 79.845 96.195 80.225 85.208 91.212

CHIETI 53.781

L'AQUILA 37.431

PESCARA 42.794

TERAMO 42.414

176.420

31/12/2014 DATI STOCKVIEW INFOCAMERE

CH/PE AQ/TE TE/CH AQ/PE PE/TE AQ/CH

Localizzazioni Registrate 96.387 79.678 95.892 80.173 85.189 90.876

CHIETI 53.545

L'AQUILA 37.331

PESCARA 42.842

TERAMO 42.347

176.065

C.C.I.A.A. DI CHIETI

(DECRETO DIRETTORIALE MISE DEL 5/6/2014)

Settori di attività economica

Numero delle

imprese al 31/12/2013

Numero di addetti al

2011

Valore aggiunto

(migliaia di euro) al 2011

Diritto annuale Importo versato al

31/12/2013

Agricoltura 14.630 14.809 180.558,48 1.222.849,13

Artigianato 8.878 16.351 708.773,75 728.931,96

Industria 5.601 37.131 2.065.814,66 879.576,54 Industria 5.601 37.131 2.065.814,66 879.576,54

Commercio 12.284 18.170 586.869,01 1.121.217,64

Cooperative 595 3.586 288.975,17 66.128,77

Turismo 3.611 7.019 297.180,72 307.264,26

Trasporti e spedizioni 1.303 6.522 470.392,54 150.864,47

Credito 635 1.697 232.449,69 89.950,09

Assicurazioni 595 752 26.707,49 50.658,56

Servizi alle imprese 4.128 13.685 874.023,72 448.134,20

Altri settori 1.467 4.821 187.453,99 128.584,22

TOTALE 53.727 124.543 5.919.199,22 5.194.159,84

C.C.I.A.A. DI PESCARA

(DECRETO DIRETTORIALE MISE DEL 5/6/2014)

Settori di attività economica

Numero delle imprese al 31/12/2013

Numero di addetti al

2011

Valore aggiunto (migliaia di

euro) al 2011

Diritto annuale Importo versato al

31/12/2013

Agricoltura 4.843 4.510,00 120.868,96 388.128,05

Artigianato 6.968 13.186,98 549.439,04 557.707,29

Industria 4.826 14.909,69 851.270,71 612.907,40

Commercio 13.314 17.152,69 583.012,40 1.136.357,75 Commercio 13.314 17.152,69 583.012,40 1.136.357,75

Cooperative 309 1.338,02 100.303,73 34.388,45

Turismo 3.236 6.859,33 283.070,85 274.280,05

Trasporti e spedizioni 1.334 5.810,76 418.508,38 144.607,10

Credito 575 2.082,18 337.593,27 69.488,66

Assicurazioni 491 803,46 34.480,27 47.704,35

Servizi alle imprese 4.873 14.635,31 958.951,96 529.678,80

Altri settori 1.527 5.544,93 185.433,17 129.872,27

TOTALE 42.296 86.833,35 4.422.932,74 3.925.120,16

CAMERA CAMERA DIDI COMMERCIO COMMERCIO DIDI CHIETI PESCARACHIETI PESCARA

Settori di attività economica

Numero delle

imprese al 31/12/2013

Numero di addetti al

2011

Valore aggiunto (migliaia di

euro) al 2011

Diritto annuale Importo versato al

31/12/2013

Agricoltura 19.473 19.319,00 301.427,44 1.610.977,18

Artigianato 15.846 29.537,98 1.258.212,79 1.286.639,25

Industria 10.427 52.040,69 2.917.085,37 1.492.483,94

Commercio 25.598 35.322,69 1.169.881,41 2.257.575,39

Cooperative 904 4.924,02 389.278,90 100.517,22

Turismo 6.847 13.878,33 580.251,57 581.544,31

Trasporti e spedizioni 2.637 12.332,76 888.900,92 295.471,57

Credito 1.210 3.779,18 570.042,96 159.438,75

Assicurazioni 1.086 1.555,46 61.187,76 98.362,91

Servizi alle imprese 9.001 28.320,31 1.832.975,68 977.813,00

Altri settori 2.994 10.365,93 372.887,16 258.456,49

TOTALE 96.023 211.376,35 10.342.131,96 9.119.280,00

Voci di Onere/ProventoValori anno 2013 CCIAA

PE

Valori anno 2013 CCIAA

CH

Valori anno 2013 dati

consolidati

GESTIONE CORRENTE

A) Proventi Correnti

1) Diritto annuale 6.543.679 7.733.180 14.276.859

2) Diritti di segreteria 1.386.522 1.433.844 2.820.366

3) Contributi trasferimenti e altre entrate 459.679 270.876 730.555

4) Proventi da gestione di beni e servizi 583.525 74.552 658.077

5) Variazioni delle rimanenze -7.221 -15.571 -22.792

Totale proventi correnti (A) 8.966.184 9.496.881 18.463.065

B) Oneri Correnti

6) Personale 2.332.298 2.519.948 4.852.246

a) competenze al personale 1.799.781 1.894.561 3.694.341

b) oneri sociali 383.824 467.099 850.922

c) accantonamenti al T.F.R. 117.939 132.428 250.367

d) altri costi 30.755 25.861 56.615

7) Funzionamento 2.923.160 2.074.886 4.998.046

a) Prestazioni servizi 1.217.919 912.336 2.130.255

b) Godimento di beni di terzi 21.544 51.926 73.471

c) Oneri diversi di gestione 619.735 450.285 1.070.021

d) Quote associative 879.225 498.510 1.377.735

e) Organi istituzionali 184.736 161.829 346.565

8) Interventi economici 923.727 2.481.670 3.405.3978) Interventi economici 923.727 2.481.670 3.405.397

9) Ammortamenti e accantonamenti 2.682.741 2.713.707 5.396.448

a) Immob. immateriali 18.749 5.717 24.466

b) Immob. materiali 410.662 419.936 830.598

c) svalutazione crediti 2.253.330 1.988.055 4.241.385

d) fondi rischi e oneri 0 300.000 300.000

Totale Oneri Correnti (B) 8.861.927 9.790.211 18.652.138

Risultato della gestione corrente (A-B) 104.258 -293.331 -189.073

C) GESTIONE FINANZIARIA

10) Proventi finanziari 193.243 123.675 316.918

11) Oneri finanziari 0 21.480 21.480

Risultato gestione finanziaria 193.243 102.195 295.439

D) GESTIONE STRAORDINARIA

12) Proventi straordinari 679.181 713.314 1.392.495

13) Oneri straordinari 192.440 334.934 527.374

Risultato gestione straordinaria 486.741 378.379 865.121

E) Rettifiche di valore attività finanziaria

14) Rivalutazioni attivo patrimoniale 0 0 0

15) Svalutazioni attivo patrimoniale 647.330 -1.169 646.160

Differenza rettifiche di valore attività finanziarie -647.330 1.169 -646.160

Disavanzo/Avanzo economico d'esercizio (A-B +/-C +/-D +/-E) 136.913 188.414 325.326

Voci di Attivo e Passivo

Valori al

31/12/2013

CCIAA PE

Valori al

31/12/2013

CCIAA CH

Valori al

31/12/2103

dati

consolidatiImmobilizzazioni 14.398.534 13.323.282 27.721.816Attivo Circolante 14.445.354 15.368.734 29.814.088Ratei e Risconti Attivi 18.354 3.292 21.646Totale Attivo 28.862.242 28.695.308 57.557.549

Patrimonio Netto 23.987.163 21.614.848 45.602.012Debiti di Finanziamento 475.825 0 475.825Trattamento di Fine Rapporto 2.351.569 2.435.376 4.786.945Trattamento di Fine Rapporto 2.351.569 2.435.376 4.786.945Debiti di Funzionamento 2.039.984 4.033.873 6.073.858Fondi per Rischi ed Oneri 7.700 608.497 616.197Ratei e Risconti Passivi 0 2.713 2.713

Totale Passivo e Patrimonio Netto 28.862.242 28.695.308 57.557.549

Conti d'Ordine 4.969 0 4.969

CAMERA CAMERA DIDI COMMERCIO COMMERCIO DIDI CHIETICHIETI--PESCARAPESCARA

CALCOLO DEI SEGGICALCOLO DEI SEGGI

Settori di attività economica

Numero delle

imprese al 31/12/2013 %

Numero di addetti al

2011 %

Valore aggiunto

(migliaia di euro) al 2011 %

Diritto annuale Importo

versato al 31/12/2013 % MEDIA SEGGI

Agricoltura 19.473 20,28% 19.319,00 9,14% 301.427,44 2,91% 1.610.977,18 17,67% 12,50% 3,75

Artigianato 15.846 16,50% 29.537,98 13,97% 1.258.212,79 12,17% 1.286.639,25 14,11% 14,19% 4,26

Industria 10.427 10,86% 52.040,69 24,62% 2.917.085,37 28,21% 1.492.483,94 16,37% 20,02% 6,01

Commercio 25.598 26,66% 35.322,69 16,71% 1.169.881,41 11,31% 2.257.575,39 24,76% 19,86% 5,96

Cooperative 904 0,94% 4.924,02 2,33% 389.278,90 3,76% 100.517,22 1,10% 2,03% 0,61Cooperative 904 0,94% 4.924,02 2,33% 389.278,90 3,76% 100.517,22 1,10% 2,03% 0,61

Turismo 6.847 7,13% 13.878,33 6,57% 580.251,57 5,61% 581.544,31 6,38% 6,42% 1,93

Trasporti e spedizioni 2.637 2,75% 12.332,76 5,83% 888.900,92 8,59% 295.471,57 3,24% 5,10% 1,53

Credito 1.210 1,26% 3.779,18 1,79% 570.042,96 5,51% 159.438,75 1,75% 2,58% 0,77

Assicurazioni 1.086 1,13% 1.555,46 0,74% 61.187,76 0,59% 98.362,91 1,08% 0,89% 0,27

Servizi alle imprese 9.001 9,37% 28.320,31 13,40% 1.832.975,68 17,73% 977.813,00 10,71% 12,80% 3,84

Altri settori 2.994 3,12% 10.365,93 4,90% 372.887,16 3,61% 258.456,49 2,83% 3,62% 1,07

TOTALE 96.023 100,00% 211.376,35 100,00% 10.342.131,96 100,00% 9.119.280,00 100,00%100,00% 30,00

Settori di attività economica MEDIA SEGGI

Agricoltura 12,50% 3,75

Artigianato 14,19% 4,26

Industria 20,02% 6,01

Commercio 19,86% 5,96

Cooperative 2,03% 0,61

Turismo 6,42% 1,93

Trasporti e spedizioni 5,10% 1,53Trasporti e spedizioni 5,10% 1,53

Credito 2,58% 0,77

Assicurazioni 0,89% 0,27

Servizi alle imprese 12,80% 3,84

Altri settori 3,62% 1,07

TOTALE 100,00% 30,00

Piano economico 2016 – 2018

derivante dall’ipotesi di

accorpamento tra le Camere di

Commercio, Industria, Artigianato

e Agricoltura di Chieti e Pescara

Piano economico 2016 – 2018

• Legislazione vigente

– Riduzione entrate da diritto annuale

• Principio della prudenza

– Utilizzate solo risorse già disponibili

– (no fondo perequativo per progetti,– (no fondo perequativo per progetti,

– no incremento diritti di segreteria)

• Obiettivo di efficientamento

– Riduzione oneri per economie di scala

Voci di Onere/Provento

Valori anno

2013 CCIAA

CH

Valori anno

2013 CCIAA

PE

Valori anno

2013

complessivi

Valori anno

2014 CH

Valori anno

2014 PE

Valori anno

2014

complessivi

Valori anno

2015 CH

Valori anno

2015 PE

Valori anno

2015

complessivi

Valori anno

2016

complessivi

Valori anno

2017

complessivi

Valori anno

2018

complessivi

GESTIONE CORRENTE

A) Proventi Correnti

1) Diritto annuale 7.733.180 6.543.679 14.276.859 7.573.240 6.175.600 13.748.840 4.884.731 4.045.200 8.929.931 8.243.013 6.869.178 6.869.178

2) Diritti di segreteria 1.433.844 1.386.522 2.820.366 1.312.971 1.280.800 2.593.771 1.327.800 1.306.000 2.633.800 2.633.800 2.633.800 2.633.800

3) Contributi trasferimenti e altre entrate 270.876 459.679 730.555 196.594 635.600 832.194 168.600 424.400 593.000 593.000 593.000 593.000

4) Proventi da gestione di beni e servizi 74.552 583.525 658.077 49.475 504.000 553.475 60.250 471.800 532.050 532.050 532.050 532.050

5) Variazioni delle rimanenze -15.571 -7.221 -22.792 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale proventi correnti (A) 9.496.881 8.966.184 18.463.065 9.132.280 8.596.000 17.728.280 6.441.381 6.247.400 12.688.781 12.001.863 10.628.028 10.628.028

B) Oneri Correnti

6) Personale 2.519.948 2.332.298 4.852.246 2.507.997 2.137.200 4.645.197 2.502.072 2.128.500 4.630.572 4.399.043 4.311.062 4.311.062

a) competenze al personale 1.894.561 1.799.781 3.694.341 1.890.036 1.630.000 3.520.036 1.884.079 1.609.500 3.493.579 3.318.900 3.252.522 3.252.522

b) oneri sociali 467.099 383.824 850.922 462.214 388.000 850.214 460.842 401.700 862.542 819.415 803.027 803.027

c) accantonamenti al T.F.R. 132.428 117.939 250.367 132.291 98.200 230.491 131.873 98.200 230.073 218.570 214.198 214.198

d) altri costi 25.861 30.755 56.615 23.456 21.000 44.456 25.278 19.100 44.378 42.159 41.316 41.316

7) Funzionamento 2.074.886 2.923.160 4.998.046 2.091.055 3.427.800 5.518.855 1.903.621 2.601.800 4.505.421 3.735.099 3.295.175 3.217.169

a) Prestazioni servizi 912.336 1.217.919 2.130.255 890.511 1.602.300 2.492.811 829.173 1.029.000 1.858.173 1.672.355 1.505.120 1.429.864

b) Godimento di beni di terzi 51.926 21.544 73.471 49.448 23.100 72.548 46.209 21.700 67.909 61.118 55.006 52.256

c) Oneri diversi di gestione 450.285 619.735 1.070.021 490.538 709.200 1.199.738 505.849 691.300 1.197.149 1.077.434 969.691 969.691

d) Quote associative 498.510 879.225 1.377.735 480.072 882.900 1.362.972 320.474 628.300 948.774 664.142 531.313 531.313

e) Organi istituzionali 161.829 184.736 346.565 180.486 210.300 390.786 201.916 231.500 433.416 260.049 234.045 234.045

8) Interventi economici 2.481.670 923.727 3.405.397 2.323.918 1.539.500 3.863.418 1.414.277 555.200 1.969.477 1.772.530 1.595.277 1.595.277

9) Ammortamenti e accantonamenti 2.713.707 2.682.741 5.396.448 2.533.073 2.600.200 5.133.273 1.756.525 1.832.300 3.588.825 3.293.093 2.795.382 2.760.8649) Ammortamenti e accantonamenti 2.713.707 2.682.741 5.396.448 2.533.073 2.600.200 5.133.273 1.756.525 1.832.300 3.588.825 3.293.093 2.795.382 2.760.864

a) Immob. immateriali 5.717 18.749 24.466 6.700 19.300 26.000 5.800 19.300 25.100 22.590 20.331 19.314

b) Immob. materiali 419.936 410.662 830.598 429.725 415.500 845.225 411.700 415.500 827.200 744.480 670.032 636.530

c) svalutazione crediti 1.988.055 2.253.330 4.241.385 2.096.648 2.165.400 4.262.048 1.339.025 1.397.500 2.736.525 2.526.023 2.105.019 2.105.019

d) fondi rischi e oneri 300.000 0 300.000 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale Oneri Correnti (B) 9.790.211 8.861.927 18.652.138 9.456.043 9.704.700 19.160.743 7.576.494 7.117.800 14.694.294 13.199.765 11.996.896 11.884.372

Risultato della gestione corrente (A-B) -293.331 104.258 -189.073 -323.763 -1.108.700 -1.432.463 -1.135.113 -870.400 -2.005.513 -1.197.901 -1.368.868 -1.256.344

C) GESTIONE FINANZIARIA

10) Proventi finanziari 123.675 193.243 316.918 84.880 134.100 218.980 78.450 111.700 190.150 95.075 76.060 60.848

11) Oneri finanziari 21.480 0 21.480 17.700 0 17.700 15.300 0 15.300 13.770 12.393 11.154

Risultato gestione finanziaria 102.195 193.243 295.439 67.180 134.100 201.280 63.150 111.700 174.850 81.305 63.667 49.694

D) GESTIONE STRAORDINARIA

12) Proventi straordinari 713.314 679.181 1.392.495 725.610 416.400 1.142.010 0 262.400 262.400 262.400 262.400 262.400

13) Oneri straordinari 334.934 192.440 527.374 278.391 53.500 331.891 0 31.000 31.000 31.000 31.000 31.000

Risultato gestione straordinaria 378.379 486.741 865.121 447.219 362.900 810.119 0 231.400 231.400 231.400 231.400 231.400

E) Rettifiche di valore attività finanziaria

14) Rivalutazioni attivo patrimoniale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

15) Svalutazioni attivo patrimoniale -1.169 647.330 646.160 0 0 0 0 0 0 0 0

Differenza rettifiche di valore attività

finanziarie 1.169 -647.330 -646.160 0 0 0 0 0 0 0 0

Disavanzo/Avanzo economico d'esercizio

(A-B +/-C +/-D +/-E) 188.414 136.913 325.326 190.636 -611.700 -421.064 -1.071.963 -527.300 -1.599.263 -885.196 -1.073.801 -975.249

Voci di Onere/Provento

Valori anno

2013

complessivi

Valori anno

2014

complessivi

Valori anno

2015

complessivi

Valori anno

2016

complessivi

Valori anno

2017

complessivi

Valori anno

2018

complessivi

GESTIONE CORRENTE

A) Proventi Correnti

1) Diritto annuale 14.276.859 13.748.840 8.929.931 8.243.013 6.869.178 6.869.178

2) Diritti di segreteria 2.820.366 2.593.771 2.633.800 2.633.800 2.633.800 2.633.800

3) Contributi trasferimenti e altre entrate 730.555 832.194 593.000 593.000 593.000 593.000

4) Proventi da gestione di beni e servizi 658.077 553.475 532.050 532.050 532.050 532.050

5) Variazioni delle rimanenze -22.792 0 0 0 0 0

Totale proventi correnti (A) 18.463.065 17.728.280 12.688.781 12.001.863 10.628.028 10.628.028

B) Oneri Correnti

6) Personale 4.852.246 4.645.197 4.630.572 4.399.043 4.311.062 4.311.062

7) Funzionamento 4.998.046 5.518.855 4.505.421 3.735.099 3.295.175 3.217.169

a) Prestazioni servizi 2.130.255 2.492.811 1.858.173 1.672.355 1.505.120 1.429.864

b) Godimento di beni di terzi 73.471 72.548 67.909 61.118 55.006 52.256

c) Oneri diversi di gestione 1.070.021 1.199.738 1.197.149 1.077.434 969.691 969.691

d) Quote associative 1.377.735 1.362.972 948.774 664.142 531.313 531.313

e) Organi istituzionali 346.565 390.786 433.416 260.049 234.045 234.045

8) Interventi economici 3.405.397 3.863.418 1.969.477 1.772.530 1.595.277 1.595.2778) Interventi economici 3.405.397 3.863.418 1.969.477 1.772.530 1.595.277 1.595.277

9) Ammortamenti e accantonamenti 5.396.448 5.133.273 3.588.825 3.293.093 2.795.382 2.760.864

Totale Oneri Correnti (B) 18.652.138 19.160.743 14.694.294 13.199.765 11.996.896 11.884.372

Risultato della gestione corrente (A-B) -189.073 -1.432.463 -2.005.513 -1.197.901 -1.368.868 -1.256.344

C) GESTIONE FINANZIARIA

10) Proventi finanziari 316.918 218.980 190.150 95.075 76.060 60.848

11) Oneri finanziari 21.480 17.700 15.300 13.770 12.393 11.154

Risultato gestione finanziaria 295.439 201.280 174.850 81.305 63.667 49.694

D) GESTIONE STRAORDINARIA

12) Proventi straordinari 1.392.495 1.142.010 262.400 262.400 262.400 262.400

13) Oneri straordinari 527.374 331.891 31.000 31.000 31.000 31.000

Risultato gestione straordinaria 865.121 810.119 231.400 231.400 231.400 231.400

E) Rettifiche di valore attività finanziaria

14) Rivalutazioni attivo patrimoniale 0 0 0 0 0 0

15) Svalutazioni attivo patrimoniale 646.160 0 0 0 0 0

Differenza rettifiche di valore attività finanziarie -646.160 0 0 0 0 0

Disavanzo/Avanzo economico d'esercizio (A-B +/-C

+/-D +/-E) 325.326 -421.064 -1.599.263 -885.196 -1.073.801 -975.249

Voci di Onere/ProventoValori anno 2016

consolidati

Valori anno 2017

consolidati

Valori anno 2018

consolidati

GESTIONE CORRENTE

A) Proventi Correnti

1) Diritto annuale 8.243.013 6.869.178 6.869.178

2) Diritti di segreteria 2.633.800 2.633.800 2.633.800

3) Contributi trasferimenti e altre entrate 593.000 593.000 593.000

4) Proventi da gestione di beni e servizi 532.050 532.050 532.050

5) Variazioni delle rimanenze 0 0 0

Totale proventi correnti (A) 12.001.863 10.628.028 10.628.028

B) Oneri Correnti

6) Personale 4.399.043 4.311.062 4.311.062

7) Funzionamento 3.735.099 3.295.175 3.217.169

8) Interventi economici 1.772.530 1.595.277 1.595.277

9) Ammortamenti e accantonamenti 3.293.093 2.795.382 2.760.864

Totale Oneri Correnti (B) 13.199.765 11.996.896 11.884.372

Risultato della gestione corrente (A-B) -1.197.901 -1.368.868 -1.256.344Risultato della gestione corrente (A-B) -1.197.901 -1.368.868 -1.256.344

C) GESTIONE FINANZIARIA

10) Proventi finanziari 95.075 76.060 60.848

11) Oneri finanziari 13.770 12.393 11.154

Risultato gestione finanziaria 81.305 63.667 49.694

D) GESTIONE STRAORDINARIA

12) Proventi straordinari 262.400 262.400 262.400

13) Oneri straordinari 31.000 31.000 31.000

Risultato gestione straordinaria 231.400 231.400 231.400

E) Rettifiche di valore attività finanziaria

14) Rivalutazioni attivo patrimoniale 0 0 0

15) Svalutazioni attivo patrimoniale 0 0 0

Differenza rettifiche di valore attività finanziarie 0 0 0

Disavanzo/Avanzo economico d'esercizio (A-B +/-C +/-D +/-E) -885.196 -1.073.801 -975.249

Diritto annuale (al netto del fondo svalutazione crediti)

9.486.792

6.193.407

5.716.9916.000.000

7.000.000

8.000.000

9.000.000

10.000.000

5.716.991

4.764.1594.764.159

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

2014 2015 2016 2017 2018

Costi del personale

Oneri di funzionamento

5.518.855

4.505.421

3.735.099

3.295.175 3.217.169

4.000.000

5.000.000

6.000.000

3.295.175 3.217.169

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

2014 2015 2016 2017 2018

Risultato economico d’esercizio

Dati consolidati a

seguito accorpamento

Dati consolidati delle due

CCIAA non accorpate

Iniziative promozionali (incidenza percentuale sul totale

degli oneri correnti)

Dati consolidati a

seguito accorpamento

Dati consolidati delle due

CCIAA non accorpate

IL CONSIGLIO CAMERALE

……………………………………………………..

VISTA la volontà di procedere all’accorpamento, espressa dalla Giunta della CCIAA diPescara, con provvedimenti n. 156 del 19/9/2014 e n. 170 del 10/11/2014;

ACCLARATA la volontà di procedere all’accorpamento, espressa dalla Giunta dellaconsorella di Chieti, con provvedimento n. 127 del 4/11/2014;

EVIDENZIATO che la Regione Abruzzo sta ultimando la procedura di rinnovo degliorgani della CCIAA di Chieti ed in particolare che si è in attesa del Decreto del Presidentedella Giunta regionale Abruzzo (DPGR) di nomina dei componenti del nuovo consigliocamerale, ai sensi dell’articolo 10 del citato DM 156/2011;

ATTESO che la Giunta della CCIAA di Pescara ha valutato con provvedimento N. 30 del18.2.2015 con esito positivo sia il nome della nuova struttura sia l’ubicazione della sedelegale e della sede secondaria e sia il piano economico, con la relativa relazionelegale e della sede secondaria e sia il piano economico, con la relativa relazioneillustrativa;

ESAMINATO il piano economico e la relativa relazione illustrativa, dal quale si evinconola sostenibilità economica dell’accorpamento e il perseguimento di economie nellagestione corrente;

A VOTO ______________________ palesemente espresso;

VERIFICATO pertanto il rispetto del quorum previsto dal sopra richiamato articolo 1,comma 5, della Legge n. 580/1993 e s.m.i. per la validità della deliberazione (maggioranzadei due terzi dei componenti);

D E L I B E R A

1) la parte narrativa dell'atto che costituisce presupposto per il presente dispositivo, con la precisazione

che le motivazioni sopra espresse si intendono qui riprodotte per formare parte integrante e sostanziale

del provvedimento stesso;

2) di condividere la necessità di una riforma incisiva del sistema camerale nel suo complesso e, per tale

ragione, di mettere in campo un autonomo processo decisionale che porti ad una razionalizzazione della

rete territoriale del sistema camerale abruzzese, adottando logiche di accorpamento delle circoscrizioni

territoriali provinciali e perseguendo economie di scala tra gli attuali territori delle Camere di commercio

di Chieti e Pescara;

3) di dare avvio all’accorpamento delle circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio di Chieti e

Pescara secondo la procedura prevista dall’articolo 1, comma 5 della Legge n. 580/1993 e s.m.i., sulla

base del piano economico e della relativa relazione illustrativa, che allegati al presente provvedimento

ne formano parte integrante e sostanziale;

4) di definire che la nuova struttura assuma il nome di “Camera di Commercio Industria Artigianato eAgricoltura (CCIAA) Chieti Pescara” ed abbia sede legale in Via Ottorino Pomilio s.n.c. Località MadonnaAgricoltura (CCIAA) Chieti Pescara” ed abbia sede legale in Via Ottorino Pomilio s.n.c. Località Madonna

delle Piane 66013 CHIETI SCALO (CH) e sede secondaria a PESCARA (PE) in Via Conte di Ruvo n. 2

65127;

5) di trasmettere la presente deliberazione al Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi dell’articolo

1, comma 5, della Legge n. 580/1993 e s.m.i.;

6) di trasmettere copia del presente provvedimento alla Camera di commercio di Chieti, all’Unione

Italiana delle Camere di commercio, all’Unione Regionale delle Camere di commercio d’Abruzzo e al

Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo;

7) di attivare una comunicazione a tutto il personale dell’Ente, alle RSU e alle OO.SS., per la spiegazione

dell’operazione, mediante trasmissione di copia del presente provvedimento;

8) di pubblicare integralmente il presente provvedimento nell'Albo informatico della CCIAA ai sensi dell'articolo 32 della legge

69/09;

9) di dare immediata esecutività al presente provvedimento, per permettere di accelerare l’iter di accorpamento.