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06servizi energetici per le imprese (aggiornamento 2007)

convention dei servizivillasimius 3/4/5 maggio 2007

una squadra per vincere

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I SERVIZI ENERGETICI PER LE IMPRESE (AGGIORNAMENTO 2007)

RICOGNIZIONE SUL MERCATO DELL’ ENERGIA IN ITALIA, SULLO STATO

DELL’ARTE DELL’ EROGAZIONE DEI SERVIZI ENERGETICI ALLE IMPRESE ASSOCIATE AL SISTEMA CONFARTGIANATO E SULLE NUOVE OPPORTUNITÀ DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E DELLA GENERAZIONE DISTRIBUITA DA

FONTI RINNOVABILI

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I SERVIZI ENERGETICI PER LE IMPRESE (AGGIORNAMENTO 2007) RICOGNIZIONE SUL MERCATO DELL’ ENERGIA IN ITALIA, SULLO

STATO DELL’ARTE DELL’ EROGAZIONE DEI SERVIZI ENERGETICI

ALLE IMPRESE ASSOCIATE AL SISTEMA CONFARTGIANATO E SULLE

NUOVE OPPORTUNITÀ DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E DELLA

GENERAZIONE DISTRIBUITA DA FONTI RINNOVABILI CONVENTION DEI SERVIZI: VILLASIMIUS – 3, 4 E 5 MAGGIO 2007

Confartigianato Imprese

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I SERVIZI ENERGETICI PER LE IMPRESE (AGGIORNAMENTO 2007) RICOGNIZIONE SUL MERCATO DELL’ ENERGIA IN ITALIA, SULLO STATO DELL’ARTE DELL’

EROGAZIONE DEI SERVIZI ENERGETICI ALLE IMPRESE ASSOCIATE AL SISTEMA CONFARTGIANATO

E SULLE NUOVE OPPORTUNITÀ DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E DELLA GENERAZIONE

DISTRIBUITA DA FONTI RINNOVABILI

INDICE

1. Quadro macroeconomico dell’ energia italiana 1.1 Il bilancio energetico italiano 2005 1.2 Il bilancio elettrico italiano 2005 1.3 Il bilancio del gas italiano 2005 1.4 La diffusione delle FR in Italia al 2005 e prime stime per il 2006 1.5 La diffusione della generazione distribuita in Italia al 2004

2. Fotografia istantanea dei mercati energetici di riferimento

2.1 Segmentazione domanda energia elettrica 2005 2.2 Segmentazione offerta energia elettrica 2005 2.3 Grado di apertura mercato elettrico italiano 2005 2.4 Segmentazione domanda gas naturale 2005 2.5 Segmentazione offerta gas naturale 2005 2.6 Grado di apertura mercato gas italiano 2005

3. I Servizi offerti dal Sistema Confartigianato

3.1 La rete degli sportelli informativi-formativi energia-oriented 3.2 L’accompagnamento alla fornitura di energia a mercato libero. 3.3 Il bacino naturale da cui attingere per l’erogazione dei servizi avanzati nel mercato.

dell’ efficienza energetica e delle fonti rinnovabili di piccola taglia. 4. Gli spazi da occupare – I vuoti da colmare – Le opportunità da sfruttare 4.1 Il potenziale di sviluppo dei servizi energetici integrati per l’efficienza energetica negli

usi finali in Europa e l’opportunità del relativo piano d’azione della Commissione Europea.

4.2 Il potenziale di sviluppo dell’ autoproduzione, anche in assetto cogenerativo, e della generazione distribuita in particolare da FR.

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I SERVIZI ENERGETICI PER LE IMPRESE (AGGIORNAMENTO 2007) RICOGNIZIONE SUL MERCATO DELL’ ENERGIA IN ITALIA, SULLO STATO DELL’ARTE DELL’

EROGAZIONE DEI SERVIZI ENERGETICI ALLE IMPRESE ASSOCIATE AL SISTEMA CONFARTGIANATO

E SULLE NUOVE OPPORTUNITÀ DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E DELLA GENERAZIONE

DISTRIBUITA DA FONTI RINNOVABILI

1. Quadro macroeconomico dell’ energia italiana 1.1 Il bilancio energetico italiano 2005 Le vicende energetiche catturano sempre più spesso l'attenzione di tutti: cittadini, imprese di ogni settore e dimensione,

istituzioni e media. La spiegazione è peraltro molto semplice, il rialzo dei prezzi dell'energia si trasforma per tutti in

una spesa maggiore dal benzinaio o sulla bolletta dell'elettricità e gas. Se l'attenzione si spiega facilmente, le cause del

problema sono invece molto complesse. Al mondo non esiste ancora una comune visione sugli scenari energetici futuri,

eviteremo pertanto di citare fantasiosi scenari avveniristici. Preferiamo descrivere con semplicità la nostra situazione

italiana del 2005 prendendo come riferimento l'ultima relazione annuale disponibile, pubblicata nel luglio 2006

dell'Authorità per l'energia elettrica e il gas italiana.

Iniziamo con una domanda, quanta energia consuma l'Italia in un anno? Considerando l'intera domanda di energia,

composta non solo dall'elettricità e da gas per usi civili, ma anche dai carburanti per i trasporti e dai consumi energetici

nell’industria, nell’ artigianato, nell’ agricoltura e nel terziario, nel 2005 l'Italia ha consumato 146,23 Mtep.

Come viene soddisfatta la domanda italiana di energia? A fronte di una domanda effettiva di 146,23 Mtep il nostro

Paese ha offerto nello stesso anno di riferimento ben 198,75 Mtep.La differenza, pari a 52,52 Mtep (quasi 1/3 della

domanda nazionale di energia) è composta da consumi e sprechi (perdite) del settore energetico italiano. Si tratta di

una quota molto importante che lascia intravedere un grande margine di miglioramento dal lato dell'efficienza del

sistema energia italiano.

E' interessante anche comprendere quali fonti energetiche sono state utilizzate nel 2005.

Semplifichiamo al massimo riportando una tabella dell'ultimo rapporto dell'Autorità per l’energia elettrica e il gas (anno

2005). Tabella 1

Fonte energia Mtep Produzione nazionale (di cui)

Solidi (carbone ecc.) 16,86 Mtep 0,50 Mtep

Gas 71,09 Mtep 9,88 Mtep

Petrolio 86,0 Mtep 6,09 Mtep

Rinnovabili 13,98 Mtep 13,25 Mtep

Energia elettrica (quota importata) 10,81 Mtep ----

Totale (approssimato per eccesso) 198,75 Mtep 29,71 Mtep L'Italia importa gran parte delle risorse energetiche primarie. Ha una capacità di produzione di energia minima,

pari soltanto a 29,71 Mtep, pertanto deve importare ben 169,04 Mtep di energia dall'estero, pari al 85,05% della

domanda energetica nazionale. La dipendenza energetica dall'estero è decisamente marcata ma non dissimile da quella

di molti altri Paesi occidentali ad economia avanzata. Il fabbisogno energetico italiano è fortemente dipendente dal

petrolio per il 43% e dal gas per il 35%.La dipendenza italiana dal petrolio è marcata soprattutto nel settore dei trasporti mentre risulta essere assai più marginale nel settore della produzione dell' energia elettrica.

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Nel corso dell’ultimo quinquennio, si è registrato un forte aumento del fabbisogno globale di energia, determinato dalla

crescita della richiesta energetica registratasi in alcuni paesi a fortissimo sviluppo (Cina, India, etc.). Inoltre l’instabilità

registratasi in molte delle aree di produzione, ha portato ad un costante aumento dei costi del greggio. Sia in Europa che

negli Stati Uniti si sono registrate interruzioni di energia e per questo motivo i governi di questi paesi hanno approntato

misure atte a ricercare sempre più modi per promuovere la ricerca e l’innovazione, la concorrenza, il risparmio

energetico senza tralasciare il rispetto per l’ambiente.

Ridurre le inefficienze del sistema energia aumentando l’efficienza energetica complessiva, è fondamentale, ci

consentirebbe di raggiungere opportunità di risparmi sia nei nostri conti economici interni, altrimenti perduti, oltre che

di spendere meno nella bolletta energetica con l'estero, ma non risolve però il vero problema strutturale di lungo periodo

a cui l'Italia dovrà saper dare una risposta nei prossimi 20 anni: l' eccessiva dipendenza dalle fonti di energia fossili. Come tutti i paesi occidentali anche l'Italia risente degli sbalzi nei prezzi delle fonti di energia fossili. L'instabile

crescita del prezzo del petrolio ha fatto crescere anche i prezzi di gas e carbone, fonti energetiche alternative al petrolio,

aumentando la spesa per l'import di energia primaria nei paesi occidentali. La presenza dell'euro forte ha permesso

all'Italia di contenere la crescita della spesa energetica.

L’ attuale trend di progressivo e costante rincaro del petrolio delle altre fonti fossili, atteso e annunciato da parte degli

esperti fin dagli anni '70, riapre oggi più che mai la porta alle altre fonti di energia (rinnovabili, nucleare) e sulla

necessità di investimento maggiormente in ricerca e innovazione in campo energetico. Nell'incertezza degli scenari

energetici futuri diventa prioritaria anche la diversificazione del mix energetico per ridurre i rischi di eccessiva

dipendenza da poche fonti e pochi Paesi produttori. Può sembrare strano ammetterlo, ma il mondo sta cambiando in

fretta ed è necessario tenerne conto.

Qualsiasi soluzione strutturale e di lungo periodo dovrà basarsi sui numeri e sulle scelte praticabili. In gioco c'è il nostro

futuro.

Concludiamo questa breve fotografia del bilancio energetico dell’ Italia, pubblicando di seguito la seguente tabella con i

dati di sintesi contenuta nel Rapporto annuale 2005/06 dell'Autorità per l’energia elettrica e il gas.

Tabella 2 - Bilancio dell’energia in Italia nel 2005 (Mtep)

Solidi Gas Petrolio Rinnovabili Energia elettrica Totale

Produzione 0.50 9.88 6.09 13.25 0 29.71

Importazione 16,56 60.60 107.94 0.74 11.06 196.90

Esportazione 0.22 0.33 28.65 0 0.24 29.45

Variazione scorte 0.03 -0.93 -0.63 0 0 -1.59

Disponibilità consumo interno 16.86 71.09 86.00 13.98 10.81 198.75

Consumi e perdite 0.51 -0.82 -6.18 -0.07 -44.94 -52.52

Trasformazione energia elettrica -11.73 -27.12 -9.39 -11.57 59.81 0

Totale impieghi finali 4.62 43.16 70.43 2.34 25.68 146.23

- industria 4.48 16.90 7.60 0.32 11.84 41.14

- trasporti 0 0.38 42.83 0.27 0.84 44.31

- usi civili 0,01 24.79 6.87 1.57 12.55 45.79

- agricoltura 0 0.14 2.59 0.18 0.45 3.36

- sintesi chimica 0.14 0.95 7.09 0 0 8.18

- bunkeraggi 0 0 3.45 0 0 3.45

Fonte: Relazione Annuale 05/06 AEEG (Roma - 31 marzo 2006)

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1.2 Il bilancio elettrico italiano 2005 Di seguito riportiamo la fotografia del mercato elettrico italiano, sia dal lato domanda che dal lato offerta ottenibile

dalle seguenti tabelle di dati ufficiali pubblicate nell’ ultima relazione annuale dell’ Autorità per l’energia elettrica e il

gas e dal sito di TERNA.

L’emergenza gas che ha caratterizzato l’inverno 2005-2006 ha reso più evidenti i cambiamenti strutturali che hanno

interessato negli ultimi anni il parco per la generazione elettrica del nostro paese. Nel 2005 si sono avuti circa 5000

nuovi MW di capacità installata determinando un aumento dell’efficienza complessiva della generazione. Nel

frattempo, sul fronte gas, si stanno realizzando anche se con fatica alcuni importanti impianti di rigassificazione che

costituiranno una struttura di importanza strategica per l'Italia, perché consentiranno di diversificare le fonti di

approvvigionamento del gas contribuendo alla flessibilità, alla sicurezza ed alla economicità del nostro sistema

energetico, riducendo la necessità di utilizzo di altri combustibili più inquinanti.

Figura 1 – Composizione % dell’ offerta di energia elettrica

Fonte: TERNA - Dati esercizio del Sistema Elettrico Nazionale 2005

Nel 2005 la domanda di energia elettrica (vendite ai clienti finali, autoconsumi per usi finali e perdite), pari a 329,4

TWh (vedasi Tabella 3), è aumentata dell’1,3% rispetto all’anno precedente.

Nonostante tale aumento, la generazione nazionale lorda è diminuita dello 0,3%, in ragione di un significativo

incremento del saldo estero. Dal lato dell’offerta, l’anno si è inoltre caratterizzato per un maggiore contributo della

produzione termoelettrica alla generazione lorda complessiva rispetto al 2004.

La Tabella 2 indica che nel corso del 2005 la produzione termoelettrica lorda è cresciuta del 2,4%, risultando pari a

circa 246,3 TWh. La produzione da gas naturale è aumentata di quasi il 15%, parallelamente a una contrazione della

produzione da prodotti petroliferi (–24,1%) e da combustibili solidi (–3,6%). L’aumento del consumo di gas naturale

per fini di produzione elettrica nel 2005 trova giustificazione in una minore utilizzazione della capacità di

interconnessione con l’estero, in concomitanza con l’entrata in servizio di nuovi impianti a gas rispetto all’anno

precedente.

Tali circostanze, in aggiunta all’insorgere di criticità nell’offerta di gas naturale importato dall’estero, hanno

determinato una situazione di emergenza nell’approvvigionamento delle necessarie riserve all’inizio del 2006.

Con riferimento alle fonti rinnovabili, si evidenzia una rilevante diminuzione, pari al 16%, della produzione

idroelettrica da apporti naturali, sostanzialmente legata alla scarsità di precipitazioni nel Nord Italia che ha

caratterizzato l’inverno 2005, mentre sono risultate in aumento tanto la produzione eolica (+ 15,6%) quanto la

produzione da biomasse e rifiuti (+8,4%).

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Nel complesso, la quota % di generazione da fonti rinnovabili sul totale della produzione

lorda è diminuita di due punti percentuali, passando dal 18,4% del 2004 al 16,4% del 2005.

La produzione da pompaggi, infine, si è ridotta nel 2005 dell’8,5%, attestandosi su un valore pari a circa 6,6 TWh.

Ricordiamo anche per quanto riguarda il fotovoltaico che da metà 2005 è attivo anche in Italia il Conto Energia, ovvero

un sistema di incentivazione della produzione di energia elettrica da fotovoltaico i cui risultati hanno incominciato ad

evidenziarsi già a partire dal 2006 e che si evidenzieranno soprattutto da quest’anno. Tabella 2 – OFFERTA: Produzione di elettricità lorda per fonte 2001-2005 (GWh)

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Tabella 3 – COPERTURA DOMANDA: Bilancio degli operatori elettrici nel 2005 (TWh)

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Figura 2: Contributo dei principali operatori alla produzione nazionale lorda Confronto 2004-2005; Dati in percentuale

Figura 3: Contributo dei principali operatori alla produzione di energia elettrica destinata al Consumo - Dati in

percentuale; anno 2005

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1.3 Il bilancio del gas italiano 2005

La produzione nazionale di gas naturale ha seguito l’andamento decrescente degli scorsi anni. Come prospettato dal

Ministero delle attività produttive (ora Ministero dello Sviluppo Economico), nel 2005 la produzione si è attestata a

11,977 miliardi di m3 (Gm3), diminuendo di ulteriori 7,6 punti percentuali

rispetto al 2004, e rappresentando poco meno del 14% (Figura 4) sul totale dei consumi, rispetto al 16% del 2004

In base ai risultati provvisori della consueta indagine annuale sui settori dell’energia elettrica e del gas svolta

dall’Autorità, il segmento della produzione di gas naturale in Italia è dominato da Eni che possiede la quota di

produzione nazionale maggioritaria e di gran lunga superiore ai suoi concorrenti (84,1%). In questa fase

della filiera, nel 2005, soltanto altre tre società, Edison, Shell Italia E&P Spa e Gas Plus Italiana Spa hanno raggiunto

una quota prossima o superiore al 2%.

La dipendenza dell’Italia dalle importazioni aumenta sensibilmente di anno di anno.

Nel 2005 è stato importato circa l’8,2% di gas in più rispetto al 2004, complessivamente si tratta di 72,6 G(m3), poco

più dell’85% dei consumi (vedasi Figura 4).

Le principali fonti di approvvigionamento via gasdotto, entrambe extracomunitarie, sono la Russia e l’Algeria. La

Figura 5 riporta la ripartizione dei volumi di gas di importazione in base alla provenienza.

Nel 2005 il primato di volumi di gas importati spetta all’Algeria, con una quota superiore al 37% del totale importato, in

larga parte via gasdotto (punto di entrata della rete nazionale di Mazara del Vallo), e in misura minore via nave,

rigassificato presso l’impianto di Panigaglia. Seguono le importazioni dalla Russia (32%) che arrivano in Italia via

gasdotto attraverso i punti di entrata della rete nazionale di Tarvisio e Gorizia.

Le importazioni dai paesi del Nord Europa rappresentano in totale circa il 23,2%: si tratta principalmente di arrivi dai

Paesi Bassi (10,9%) e dalla Norvegia (7,8%), che giungono in Italia presso il punto di entrata della rete nazionale di

Passo Gries (confine svizzero).

Infine vi sono le importazioni dalla Libia (punto di entrata di Gela in Sicilia), ancora in fase di build up, e da altri paesi

non appartenenti all’Unione europea (in tutto 7,6%).

Presso il terminale di rigassificazione di Panigaglia, in Liguria, nel 2005 sono stati rigassificati e immessi in rete circa il

3,4% dei volumi di importazione.

Di seguito in Tabella 4 riportiamo una sintetica fotografia del mercato del gas italiano, sia dal lato domanda che dal lato

offerta ottenibile dalle seguente tabella di dati ufficiali pubblicate pubblicata nell’ ultima relazione annuale dell’

Autorità per l’energia elettrica e il gas del luglio 2006.

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Tabella 4: Bilancio del gas naturale nel 2005 (in Gm3)

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Figura 4: Immissioni in rete nel 2005 - Valori percentuali

Figura 5: Importazioni di gas nel 2005 secondo la provenienza - Valori percentuali

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1.4 La diffusione delle Fonti rinnovabili in Italia al 2005 e prime stime per il 2006 Nel 2005, la composizione del parco di generazione rinnovabile nazionale, sulla base dei dati di fonte Terna (ed Enea,

limitatamente al solare) è evidenziata in figura 6.

Figura 6 - Potenza efficiente lorda degli impianti di energia elettrica rinnovabile in Italia, anno 2005

Nota: per gli impianti in cocombustione la potenza considerata è pari ad una quota della potenza dell’impianto calcolata in base alla produzione

realizzata dalle biomasse e rifiuti rispetto a quella totale.

La quota nettamente prevalente è quella idroelettrica che copre quasi l’83% della produzione nazionale rinnovabile.

Sono presenti sul territorio 1.157 impianti di piccola taglia (< 1MW) la cui potenza copre tuttavia solo il 2,4% Gli

impianti di media e grande dimensione, pari rispettivamente a 605 e 293, coprono il resto della capacità idroelettrica

nazionale come evidenziato in figura 7 e in figura 8. Figura 7 - Potenza efficiente lorda degli impianti idroelettrici rinnovabili in Italia, anno 2005

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Figura 8 - Numero degli impianti idroelettrici rinnovabili in Italia, anno 2005

La capacità installata di impianti fotovoltaici comprende il dato Terna e il dato Enea (quest’ultimo risulta più esaustivo

in quanto comprensivo dei dati sui piccoli impianti connessi alle reti di distribuzione risultanti dal monitoraggio del

programma “tetti fotovoltaici”). Non comprende, invece, il valore della potenza cumulata degli impianti ammessi a

beneficiare della tariffa incentivante di cui al successivo capitolo 3 e che ammontano per il 2005 a circa 266 MW, in

quanto impianti non ancora realizzati.

Nella successiva figura 9 viene riportata la ripartizione per fonte della produzione lorda di energia elettrica da fonti

rinnovabili in Italia nel 2005. La differente ripartizione percentuale della produzione rispetto alla capacità degli impianti

riflette il rendimento medio annuale delle diverse tecnologie di impianto, decisamente inferiore – per esempio - per gli

impianti eolici rispetto a quelli geotermoelettrici.

Figura 9 - Produzione lorda di energia elettrica rinnovabile in Italia, anno 2005

La tabella 5 che segue, riporta la distribuzione sul territorio nazionale della potenza e della produzione degli impianti

alimentati da fonti rinnovabili nel 2005. I valori del fotovoltaico comprendono solo i dati di fonte Terna, inferiori al

totale Enea, in quanto non sono disponibili, disaggregati per regione, i dati relativi al censimento dei tetti fotovoltaici,

comunque di modesta entità. Le regioni che presentano le migliori performance sono quelle che vedono la presenza

degli impianti tradizionali idroelettrici (concentrati in gran parte nell’arco

alpino) o geotermici (concentrati esclusivamente in Toscana). Questi ultimi, pur non rappresentando la seconda fonte in

capacità installata lo sono in termini di produzione, dato l’elevato numero di ore di utilizzazione (circa il 90%) rispetto

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alle altre fonti. Buone performance nelle nuove tecnologie, e in particolare nello sviluppo dell’eolico, presentano le

isole (Sardegna e Sicilia) e alcune regioni (Abruzzo, Campania, Puglia).

Tabella 5 - Capacità e produzione di energia elettrica rinnovabile in Italia, anno 2005

Se si osserva l’andamento nel tempo, illustrato in figura 10, è possibile rilevare, che la fonte idroelettrica risente del

minor livello di piovosità degli ultimi anni. Ad una crescita del 14% nel periodo 1998-2001 fa seguito, infatti, una

riduzione della produzione idroelettrica che scende di circa il 9% nel periodo 2001-2005. Un andamento crescente e con

una forte intensità a partire dal 2001 si registra per la produzione eolica che riflette la crescente riduzione del costo al

MWh di questa tecnologia sebbene, nonostante le potenzialità italiane, non siano state ancora raggiunte le performance

di altri paesi europei. Un buon risultato in termini di crescita media annua ottengono anche le fonti solide (bio-masse e

rifiuti).

Figura 10 - Produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia, anni 1998-2005

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Sebbene gli sforzi fatti per lo sviluppo di nuova generazione rinnovabile abbiano avuto effettivi positivi, i traguardi

fissati dal Libro bianco del 1997 - ribaditi nella programmazione degli obiettivi indicativi nazionali comunicati alla

Commissione UE ex direttiva 2001/77/CE - sembrano ancora lontani. Al 2004 la quota percentuale rinnovabile a

copertura del consumo interno lordo era infatti rimasta sostanzialmente invariata rispetto al livello, pari al 16%, del

1997 (vedasi figura 11). Difficilmente si raggiungerà l’obiettivo prefissato al 2010 di una quota di copertura del

consumo interno lordo di elettricità pari al 22%, livello dichiarato raggiungibile dall’Italia nella comunicazione alla

Commissione, anche se come visto questa appare essere una tendenza generalizzabile a quasi tutti i paesi europei. A

fronte di un aumento della produzione di energia elettrica da fonti convenzionali, la produzione rinnovabile ha mostrato

tassi di crescita inferiori, riducendo quindi il livello di soddisfazione della produzione nazionale lorda.

Figura 11 - Quota della produzione lorda nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili sulla produzione lorda totale

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Nel 2005 infine i principali operatori nazionali del mercato della generazione da fonte rinnovabile sono quelli indicati

nella tabella 6, presente nell’ ultima relazione annuale dell’ Autorità per l’energia elettrica e il gas disponibile (marzo

2006), che qui di seguito riportiamo, insieme alle rispettive quote di mercato.

Tabella 6 Contributo dei primi operatori nazionali alla generazione per fonte rinnovabile - Dati percentuali; anno

2005

Occorre, infine, osservare che i dati indicati fin qui si riferiscono alla sola produzione nazionale di energia da fonti

rinnovabili. Non tengono conto, infatti, delle importazioni da impianti alimentati da fonti rinnovabili ubicati in Paesi

terzi. Questo dato non è stato considerato in attesa di chiarezza circa le modalità di riconoscimento delle importazioni

rinnovabili, condizione che avverrà con la piena operatività del sistema di Garanzia di Origine previsto dalla direttiva

2001/77/CE.

Nel 2006 poi, secondo i primi dati disponibili (fonte: Rapporto 2006 sulle attività del Gestore dei Servizi Elettrici -

GSE), la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata pari a circa 52 miliardi di kilowattora, con un

incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente, 2005. L’eolico, con 3,2 miliardi di kilowattora (+ 37%), si rivela

come la fonte rinnovabile con la maggiore crescita, seguita da quella solare fotovoltaica la cui produzione, grazie anche

al sistema di incentivazione in conto energia, si è attestata ai 35 milioni di kilowattora (+ 12,9%), e dalle biomasse, che

nel 2006 hanno fatto registrare una produzione pari a 6,7 miliardi di kilowattora (+9,2%).

Nel settore idroelettrico, che ha raggiunto una produzione di 36,6 miliardi di kilowattora, si evidenzia una variazione

più contenuta rispetto all’anno precedente (+1,6%), mentre la produzione da fonte geotermica è stata pari a 5,5 miliardi

di kilowattora (+ 3,8%), Per rispondere alle esigenze di tutela ambientale in rapporto al crescente fabbisogno di energia,

la promozione delle rinnovabili è oggi più decisiva che mai. In questo scenario si inseriscono le molteplici attività del GSE la cui missione, dopo la cessione del ramo d’azienda relativo alla gestione della rete elettrica nazionale,

si focalizza sulla gestione, promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia.

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Conto Energia per gli impianti Fotovoltaici

Tra i meccanismi di incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili gestiti dal GSE rientra il

cosiddetto “conto energia” per gli impianti fotovoltaici.

A differenza delle incentivazioni in conto capitale erogate per la costruzione degli impianti, questo schema incentiva

l’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica. Si tratta, pertanto, di un’incentivazione

mirata a premiare l’efficienza degli impianti fotovoltaici realizzati, attraverso il quale l’Italia, al pari di altri paesi

europei, sta dando forte impulso allo sviluppo della produzione di energia fotovoltaica. La prima fase di applicazione di

questo meccanismo è stata avviata con le disposizioni introdotte dai decreti ministeriali 28 luglio 2005 e 6 febbraio

2006, attraverso i quali il GSE ha ammesso agli incentivi 12.433 progetti (387 MW) nel periodo 19 settembre 2005 - 31

marzo 2006.

Ad oggi, hanno comunicato al GSE l’inizio dei lavori di realizzazione oltre 5.600 impianti ammessi agli incentivi, per

complessivi 106 MW di potenza, mentre hanno comunicato l’entrata in esercizio 1.495 impianti per 12 MW di potenza.

Con la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale 19 febbraio 2007 è partita una seconda

fase per il fotovoltaico. Il cosiddetto Nuovo Conto Energia, caratterizzato da procedure più snelle e semplificate e da

una potenza incentivabile complessiva di 1.200 MW, prevede che i soggetti titolari di impianti fotovoltaici richiedano le

tariffe incentivanti dopo la costruzione degli impianti stessi. Inoltre, sono previsti premi aggiuntivi per gli impianti

abbinati a interventi di efficienza energetica degli edifici nonché incrementi di tariffe per installazioni realizzate in

scuole, ospedali e piccoli Comuni.

Energia CIP6

Nel corso del 2006, il GSE ha acquistato un quantitativo di energia CIP6 pari a circa 49 miliardi di kilowattora (di cui

9,3 da fonti rinnovabili) per un valore di 5.580 milioni di euro, di cui 2.860 coperti dalla componente A3 della tariffa.

Qualifica degli impianti a fonti rinnovabili (IAFR)

Al 31 dicembre 2006 il GSE ha effettuato la qualifica IAFR per complessivi 1.587 impianti (di cui 982 già in esercizio),

per una potenza totale di 15.300 MW (di cui 7.300 MW relativi agli impianti in esercizio).

Certificati Verdi

Il GSE ha stimato che, per il 2006, l’obbligo di energia rinnovabile da immettere nel sistema elettrico nazionale sia stato

pari a circa 6 TWh, corrispondente a 120.000 Certificati Verdi, che sarà coperto per oltre il 90% da Certificati Verdi di

operatori privati (la parte rimanente da Certificati Verdi del GSE). Il prezzo di vendita dei certificati verdi del GSE è di

125,28 €/MWh, IVA esclusa.

1.5 La diffusione della generazione distribuita in Italia al 2004 Da un recente studio del AEEG (“Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita e di

microgenerazione” – Aeeg- 20 luglio 2006 ) risulta che nel 2004 erano installati in Italia 2.481 impianti di

Generazione Distribuita (vale a dire impianti di generazione con potenza nominale inferiore a 10 MVA, in sigla GD)

per una potenza efficiente lorda complessiva pari a 3.851 MW (circa il 5% della potenza efficiente lorda del totale parco

impianti di generazione presente in Italia) ed una produzione lorda di 14,3 TWh (circa il 5% dell’intera produzione

nazionale di energia elettrica).

Di questi 2.481 impianti, 1.692 (il 68% del totale impianti di GD) sono idroelettrici, per una potenza efficiente lorda

pari a 2.015 MW (52%) ed una produzione lorda di 7,7 TWh (54%); 693 sono termoelettrici (28%) con potenza

efficiente lorda pari a 1.516 MW (39%) ed una produzione di 5,9 TWh (41%); i restanti sono 4 impianti

geotermoelettrici (28 MW complessivi), 79 impianti eolici (286 MW complessivi) e 13 impianti fotovoltaici (7 MW

complessivi) che rappresentano in totale poco più dell’8% della potenza efficiente lorda da GD e quasi il 5% della

produzione lorda da GD (tabella 7 e figura 12).

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Tabella 7 Impianti di GD

Figura 12: Produzione lorda di energia elettrica dalle diverse fonti nell’ambito della GD

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Analizzando il sistema di generazione elettrica italiano nel suo complesso si nota invece che solo il 16,5% della

produzione lorda deriva da impianti idroelettrici (circa 50 TWh), inclusi gli apporti da pompaggio, a fronte di una

potenza efficiente lorda pari al 25% (21.073 MW) del totale, l’81,1% circa (246 TWh) da termoelettrico (con una

potenza efficiente lorda di 61.531 MW, circa il 73% del totale) ed infine il restante 2,4% di energia viene prodotta da

impianti geotermoelettrici (1,8%), eolici e fotovoltaici con una potenza efficiente lorda complessiva del 2% rispetto al

totale pari a 84.424 MW (figura 13).

Figura 13: Produzione lorda di energia elettrica dalle diverse fonti nell’ambito della generazione nazionale totale.

Complessivamente il 72% della produzione di energia elettrica da impianti sotto i 10 MVA è dovuta ad impianti

alimentati da fonti rinnovabili (di cui il 76% da fonte idrica), con simili rapporti per quanto riguarda la potenza

efficiente lorda4 (figura 14), a fronte di uno scenario complessivo nazionale in cui la produzione di energia elettrica da

fonti energetiche rinnovabili rappresenta solo il 18% dell’intera produzione nazionale.

Circa il 24% della produzione lorda di energia elettrica da impianti di GD è consumata in loco, mentre il 74% di

energia prodotta è immessa in rete e il restante 2% è consumata dai servizi ausiliari della produzione (servizi ausiliari di

centrale e perdite nei trasformatori di centrale).

Andando ad analizzare le singole tipologie impiantistiche utilizzate si nota che la percentuale di energia prodotta e

consumata in loco risulta essere fortemente maggiore nel caso di impianti termoelettrici (51%), fino a raggiungere

livelli elevatissimi nel caso di impianti termoelettrici alimentati da fonti non rinnovabili (72%), mentre la produzione da

fonti rinnovabili, sia essa termoelettrica o no, presenta percentuali di consumo in loco molto basse (5%), se non

addirittura nulle per numerosi impianti (tabella 7 e figura 15).

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Figura 14: Impianti alimentati da fonti rinnovabili, non rinnovabili e impianti ibridi nella GD.

Figura 15: Ripartizione della produzione lorda da GD tra energia immessa in rete ed energia autoconsumata (per impianti alimentati da fonti rinnovabili, non rinnovabili e per impianti ibridi).

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Questo quadro mette in luce in maniera chiara le motivazioni e i criteri con i quali si è sviluppata fino ad oggi la GD in

Italia. Da un lato gli impianti termoelettrici classici nascono, molto spesso anche con produzione combinata di calore,

per soddisfare richieste locali di energia elettrica e/o calore (circa il 70% della potenza efficiente lorda termoelettrica da

GD è costituita da impianti con produzione combinata di energia elettrica e calore alimentati da fonti non rinnovabili –

figura 16), dall’altro, gli impianti alimentati da fonti rinnovabili nascono prevalentemente al fine di sfruttare le risorse

energetiche locali. Pertanto mentre i primi trovano nella vicinanza ai consumi la loro ragion d’essere e la loro

giustificazione economica, gli altri perseguono l’obiettivo dello sfruttamento di risorse energetiche rinnovabili

strettamente correlate e vincolate alle caratteristiche del territorio.

Figura 16: Impianti termoelettrici nell’ambito della GD

Infine dai seguenti ultimi quattro grafici può osservare la distribuzione del totale degli impianti di GD in Italia al 2004

in termini di potenza e di energia (figura 17) e la distribuzione degli impianti di GD alimentati da fonti rinnovabili in

Italia sempre al 2004 in termini di potenza e di energia (figura 18).

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Figura 17: Dislocazione degli impianti di GD in termini di potenza e di energia

Figura 18: Dislocazione degli impianti di GD alimentati da fonti rinnovabili in termini di potenza e di energia

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2. Fotografia istantanea dei principali mercati energetici di riferimento

2.1 Segmentazione domanda energia elettrica 2005 Tabella 8 ITALIA: RIPARTIZIONE CONSUMI ELETTRICITA’ PER SETTORI MERCEOLOGICO – (2005 vs. 2004) - Fonte: TERNA

Tipi Attività 2004

mln KWh 2005

mln KWh Var %

1. AGRICOLTURA 5.184,8 5.364,4 3,5

2. INDUSTRIA 153.155,3 153.726,8 0,4

3. Manifatturiera di base 71.525,7 71.726,8 0,3

4. Siderurgica 20.045,3 20.394,7 1,7

5. Metalli non Ferrosi 5.538,0 5.634,9 1,7

6. Chimica 19.430,5 19.015,4 -2,1

7. - di cui fibre 1.003,3 823,4 -17,9

8. Materiali da costruzione 15.705,4 15.742,6 0,2

9. - estrazione da cava 1.099,5 1.065,0 -3,1

10. - ceramiche e vetrarie 5.770,7 5.792,0 0,4

11. - cemento, calce e gesso 5.225,1 5.259,2 0,7

12. - laterizi 1.148,8 1.150,2 0,1

13. - manufatti in cemento 727,4 757,8 4,2

14. - altre lavorazioni 1.733,8 1.718,4 -0,9

15. Cartaria 10.806,5 10.939,2 1,2

16. - di cui carta e cartotecnica 8.934,1 8.977,4 0,5

17. Manifatturiera non di base 64.899,1 65.003,4 0,2

18. Alimentare 12.702,1 13.004,5 2,4

19. Tessile, abbigl. e calzature 9.787,7 9.118,7 -6,8

20. - tessile 7.534,6 6.914,5 -8,2

21. - vestiario e abbigliamento 921,7 883,5 -4,1

22. - pelli e cuoio 713,0 721,5 1,2

23. - calzature 618,4 599,2 -3,1

24. Meccanica 23.037,2 23.550,0 2,2

25. - di cui apparecch. elett. ed elettron. 3.826,7 3.702,8 -3,2

26. Mezzi di Trasporto 4.238,3 4.236,4 -0,0

27. - di cui mezzi di trasporto terrestri 3.557,4 3.516,6 -1,1

28. Lavoraz. Plastica e Gomma 9.616,6 9.436,0 -1,9

29. - di cui articoli in mat. plastiche 8.074,1 7.937,7 -1,7

30. Legno e Mobilio 4.332,6 4.372,9 0,9

31. Altre Manifatturiere 1.184,6 1.285,0 8,5

32. Costruzioni 1.608,0 1.708,8 6,3

33. Energia ed acqua 15.122,5 15.287,8 1,1

34. Estrazione Combustibili 404,8 372,1 -8,1

35. Raffinazione e Cokerie 6.024,2 6.110,3 1,4

36. Elettricita' e Gas 2.530,0 2.481,2 -1,9

37. Acquedotti 6.163,5 6.324,3 2,6

38. TERZIARIO 79.557,4 83.793,0 5,3

39. Servizi vendibili 61.613,3 65.562,3 6,4

40. Trasporti 9.602,6 9.918,0 3,3

41. Comunicazioni 3.670,7 3.681,0 0,3

42. Commercio 20.141,3 21.470,8 6,6

43. Alberghi, Ristoranti e Bar 10.674,4 11.388,0 6,7

44. Credito ed assicurazioni 2.586,9 2.519,5 -2,6

45. Altri Servizi Vendibili 14.937,5 16.585,0 11,0

46. Servizi non vendibili 17.944,1 18.230,7 1,6

47. Pubblica amministrazione 3.970,7 4.039,5 1,7

48. Illuminazione pubblica 5.917,7 6.103,5 3,1

49. Altri Servizi non Vendibili 8.055,7 8.087,7 0,4

50. DOMESTICO 66.592,2 66.932,5 0,5

51. - di cui serv. gen. edifici 4.974,5 5.058,4 1,7

52. TOTALE 304.489,7 309.816,8 1,7

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Tabella 9 ITALIA: RICLASSIFICAZIONE RIPARTIZIONE CONSUMI ELETTRICITA’ PER MACROSETTORI ECONOMICI – ANNO 2005 (Dati in GWh o mln KWh)

SETTORE QUANTITA’ CONSUMATE QUOTA % SUL TOTALE Grande industria 102.169,5 32,6%

Commercio – Servizi - Terziario 62.282,4 20,5%

Artigianato e Pmi * 54.837,6 17,7%

Agricoltura 5.364,4 1,7%

PA e Servizi alla comunità 18.230,7 5,9%

Domestico 66.932,2 21,6%

TOTALE consumi netti 309.816,8 10,0%

* Quota rif. soci Confartigianato

13.709,4

25% di: Artigianato e PMI

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati Terna S.p.a. 2.2 Segmentazione offerta energia elettrica 2005 Tabella 10 – ITALIA: Trend produzione lorda per fonte 1998 – 2005 (valori in GWh)

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Figura 19 - Contributo dei principali operatori alla produzione nazionale lorda - Confronto 2004-2005;

dati in percentuale

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Figura 20 - Disponibilità di capacità lorda per i maggiori gruppi - MW; anno 2005

Figura 21 - Contributo dei principali operatori alla produzione di energia elettrica destinata al consumo - Dati in

percentuale; anno 2005

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Tabella 11 - Bilancio degli operatori del mercato elettrico nel 2005 - TWh

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Nella tabella soprastante l’attenzione viene rivolta all’attività degli operatori, con il fine di delineare in via sintetica il

percorso dell’energia attraverso la filiera elettrica, dalle fasi della generazione e del commercio transfrontaliero ai flussi

commerciali nel mercato all’ingrosso, fino alla vendita ai consumatori finali.

Il bilancio degli operatori del settore elettrico nel 2005, riportato nella tabella 11, in buona parte ricalca nella sua

struttura quello del 2004. Tuttavia, le modifiche nella regolazione, nell’assetto e nel funzionamento del settore elettrico

verificatesi nel corso del 2005 hanno richiesto significative revisioni nella struttura per righe

e colonne rispetto al bilancio del 2004.

La struttura per colonne evidenzia la dimensione degli operatori, distinti tra produttori e grossisti, rispettivamente in

termini di energia prodotta e ceduta. Analogamente al bilancio del 2004, la dimensione

dei produttori è riferita ai gruppi di proprietà e non alle singole società appartenenti al gruppo. Tuttavia, diversamente

dal bilancio dell’anno precedente, tali gruppi non includono eventuali grossisti collegati da relazioni di proprietà con i

soggetti produttori. Una ulteriore differenza rispetto al bilancio del 2004 riguarda la categoria dei grossisti con vendite

intermedie e finali minori di 1 TWh, che è stata suddivisa in due sottocategorie per analizzare nel dettaglio l’attività

degli operatori con transazioni inferiori a 0,1 TWh.

La composizione delle diverse categorie di produttori è rimasta praticamente immutata rispetto al 2004. La categoria

con una produzione netta maggiore di 10 TWh comprende le società del gruppo Edison e del gruppo Eni, Endesa Italia,

Edipower e Tirreno Power; tali gruppi hanno prodotto in media circa 24 TWh di energia nel corso del 2005. La

categoria successiva, con una produzione netta compresa tra 1 e 10 TWh, è composta da 13 gruppi tra cui i maggiori

sono Erg, AceaElectrabel, Saras, Aem Milano, Aem Torino e Asm Brescia; tali gruppi hanno generato mediamente

poco più di 3 TWh di energia. Infine, nell’ultima categoria relativa ai produttori rientrano quasi 400 operatori,

caratterizzati da una produzione media di appena 38 GWh.

Risulta invece sostanzialmente cambiata la composizione delle categorie dei grossisti, in ragione delle revisioni

strutturali di cui si è già detto. Nella prima categoria si trovano le società di trading e di vendita finale collegate con i

maggiori produttori, a cui si aggiungono Aem Trading, Atel Energia e EGL Italia; nel complesso si tratta di 8 società,

con vendite medie sul mercato intermedio e finale superiori a 16 TWh. La seconda categoria è composta da 40 società,

tra cui le principali sono Enel Energia, AceaElectrabel Trading, Siet, Energia, EdF Energia Italia e Endesa Europa

Power&Fuel, tutte con vendite superiori a 6 TWh. Le ultime due categorie comprendono quasi 90 società, di cui due

terzi con vendite inferiori a 100 GWh; in

media tali società hanno venduto circa 35 GWh di energia nel 2005.

Con riferimento alla generazione elettrica, mentre Enel Produzione ha registrato una significativa riduzione della sua

quota di mercato, risulta essere in forte aumento l’energia prodotta dai gruppi aventi produzione superiore a 10 TWh.

La forte crescita delle importazioni che ha contraddistinto il 2005 è avvenuta a seguito dell’incremento dei flussi a

favore dell’Acquirente Unico, nell’ordine di 10 TWh di energia, rispetto all’anno precedente.

Le importazioni degli altri operatori sono invece diminuite di più di 6 TWh nel corso del 2005. Sul totale dell’energia

importata solo una quota relativamente contenuta, corrispondente a poco più di 7 TWh, è stata acquistata in Borsa. Le

importazioni effettuate in base a contratti bilaterali (circa 43 TWh) si dividono quasi equamente tra Acquirente Unico e

grossisti. Per quanto riguarda le esportazioni, il forte incremento dell’energia transitata che ha caratterizzato gli ultimi

mesi del 2005 risulta essere in buona parte attribuibile

alle società grossiste che fanno capo ai principali produttori.

Complessivamente gli acquisti di energia elettrica da operatori nazionali hanno rappresentato quasi il 170% della

generazione al netto dei servizi ausiliari e dell’energia destinata ai pompaggi. Anche i soggetti produttori hanno fatto

ricorso ad acquisti per una quota significativa della loro energia disponibile, con approvvigionamenti nel complesso

equivalenti a circa il 21% della loro generazione.

Gli acquisti nella Borsa elettrica sono più che triplicati rispetto al 2004, tanto da divenire la principale forma di

transazione, costituendo quasi il 50% degli acquisti complessivi. Gli acquisti in Borsa da parte dell’Acquirente Unico si

sono attestati a poco più del 60% dell’energia totale, mentre quelli da parte di grossisti e di produttori ne hanno

rappresentato rispettivamente il 22 e il 17% circa. Tra i produttori il maggiore acquirente in Borsa è risultato Enel

Produzione, che si è con tale modalità approvvigionato di più

di 30 TWh di energia.

Gran parte degli acquisti da grossisti in base a contratti bilaterali, che hanno rappresentato il 23% circa del totale degli

acquisti, sono stati effettuati da altri grossisti, in particolare da quelli con vendite comprese tra 1 e 10 TWh.

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Gli acquisti dai produttori (per via diretta, tramite mandato e mediante accordi di tolling) hanno rappresentato il 24%

circa degli acquisti. Gli acquisti tramite mandato e mediante accordi di tolling, in particolare, hanno visto crescere la

loro quota sugli acquisti totali dai produttori rispettivamente fino al 16 e al 25%.

Nel complesso, l’acquisto dai produttori è la principale modalità di approvvigionamento per i grossisti con vendite

superiori a 10 TWh (62% degli acquisti), che, secondariamente, acquistano energia da altri grossisti (19%) e dalla Borsa

elettrica (18%). I grossisti intermedi e minori privilegiano invece i contratti bilaterali

con altri grossisti, coprendo con tale modalità tra il 55% e il 68% degli acquisti totali.

Le cessioni di energia ad altri operatori avvenute tramite Borsa hanno rappresentato oltre il 50% del totale delle

transazioni, in gran parte effettuate da produttori (87% delle offerte); circa metà dell’energia ceduta è stata offerta dalla

sola Enel Produzione. L’incidenza delle cessioni in Borsa, pari per Enel Produzione all’84% circa, scende al 51% per la

categoria dei produttori maggiori, mentre assumono maggiore importanza le vendite ai grossisti (24%) e i contratti di

tolling (21%), e si attesta al 66% per i produttori

con generazione complessiva tra 1 e 10 TWh. Il 69% delle vendite a grossisti, che hanno costituito il 35% circa delle

cessioni complessive, sono state effettuate da altri grossisti; in media, le vendite ad altri grossisti hanno rappresentato il

75% circa delle cessioni totali dei grossisti.

Con riferimento alle vendite e ai consumi finali, si evidenzia come tutta la disponibilità di Enel Produzione sia stata

venduta sul mercato finale attraverso Enel Trade ed Enel Energia. Le vendite e gli autoconsumi degli altri produttori

crescono, in rapporto alla loro generazione, al diminuire della loro dimensione produttiva, passando dall’8% dei

produttori maggiori al 36% dei produttori con generazione inferiore a 1 TWh; occorre tuttavia evidenziare che l’89%

delle vendite e consumi finali di questi ultimi ha riguardato

gli autoconsumi per processi industriali.

Le forniture dell’Acquirente Unico al mercato vincolato hanno superato i 167 TWh al lordo delle perdite. Le vendite al

mercato libero sono significativamente aumentate rispetto al 2004, in ragione di un loro incremento nei tre segmenti di

consumo inferiore (fino a 5.000 MWh/anno). I due segmenti di consumo maggiori hanno invece evidenziato una

riduzione delle vendite, in parte legato all’andamento

negativo della produzione industriale delle imprese appartenenti a questa classe.

Le forniture al mercato libero sono state assicurate prevalentemente dai grossisti con vendite tra 1 e 10 TWh, che hanno

rappresentato il 52% circa del mercato, mentre i grossisti maggiori ne hanno rappresentato

il 36% circa. I produttori nel loro complesso hanno contribuito solo per il 3% circa delle forniture al mercato libero.

2.3 Grado apertura mercato elettrico italiano 2005

Con l’entrata in vigore dell’art. 21, comma 1, lettera b), della Direttiva europea 26 giugno 2003 (2003/54/CE), dall’1

luglio 2004 tutti i clienti non domestici sono da considerarsi idonei e quindi liberi di scegliere la controparte

contrattuale nonché di contrattare le condizioni della fornitura, fatti salvi i profili regolati.

Al riconoscimento di tale diritto è comunque correlata la facoltà di mantenere la propria collocazione sul mercato

vincolato, a meno di non esercitare la facoltà di recesso nei termini disciplinati con delibera 20 ottobre 1999, n. 158 e

successive modifiche e integrazioni.

In caso di mancato esercizio di detta facoltà, permane, in capo ai soggetti distributori/venditori, l’obbligo di garantire la

fornitura nei termini di cui all’art. 4, del decreto legislativo n. 79/99.

Come si rileva dalla tabella 12, i clienti idonei (quindi potenzialmente liberi) al 31 dicembre 2005 erano circa 7,7

milioni, e hanno prelevato, nel corso dell’anno, 223,2 TWh di energia (al netto dei consumi della Rete Ferroviaria

Italiana); rispetto all’anno precedente il volume di energia prelevata dagli stessi clienti è aumentato di circa 5,6 TWh. Il

prelievo medio per cliente, risultato sostanzialmente stabile rispetto al 2004 attestandosi su 28.814 kWh, continua a

presentare una significativa variabilità a livello regionale.

In particolare, il prelievo medio passa dai quasi 48.000 kWh della Lombardia agli appena 12.141 kWh della Calabria.

La Lombardia è anche la regione in cui è maggiore il quantitativo di energia elettrica prelevata dalla rete in termini

assoluti, rappresentando, da sola, poco meno del 24% della domanda, seguita dal Veneto (10,8%) e dall’Emilia

Romagna (8,9%).

I clienti che al 31 dicembre 2005 risultavano approvvigionarsi sul mercato libero, erano invece circa 330.000, con un

prelievo complessivo di 136,6 TWh, corrispondente a una quota del 61,2% del mercato potenziale (Tabella 13).

Nel corso del 2005, quindi, risultano aumentati i clienti liberi, cresciuti di più di 200.000 unità, mentre l’energia

prelevata è cresciuta di circa 9 TWh. Come effetto, sono molto diminuiti i prelievi pro capite, passati da circa 1 GWh

nel 2004 a 0,41 GWh nel 2005. I prelievi pro capite dei clienti liberi hanno una variabilità ancor più accentuata se

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riferiti al mercato potenziale: da 1,15 GWh in Basilicata a 0,12 GWh in Liguria. I prelievi pro capite risultano

ampiamente sotto la media anche in Sicilia (0,22 GWh), Calabria (0,23 GWh) e Lazio (0,26 GWh).

Le regioni in cui una quota maggiore di consumatori potenzialmente liberi ha deciso di approvvigionarsi sul mercato

libero sono il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna e l’Umbria (oltre il 70%), mentre altre regioni del Sud evidenziano

quote molto inferiori, soprattutto Calabria (31,3%), Sicilia (41,2%) e Campania (42,7%). Rispetto all’anno precedente,

le regioni che nel 2005 hanno registrato la maggiore espansione dei clienti liberi, tanto in termini numerici che di

energia prelevata, sono state la Lombardia (+ 3 TWh), l’Emilia Romagna, il Veneto e il Lazio, ognuna con aumenti di

0,9 TWh. Un confronto tra le due tavole consente di rilevare come i circa 86,6 TWh di energia fornita a clienti idonei

sul mercato vincolato siano prelievi effettuati da utenti molto piccoli con prelievi medi che si aggirano intorno a 11.700

kWh e che, almeno fino al dicembre 2005, hanno preferito continuare ad acquistare energia elettrica

presso il distributore locale.

Tabella 12 - Mercato elettrico libero “potenziale” al 31 dicembre 2005

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Tabella 13 - Mercato elettrico libero effettivo al 31 dicembre 2005

Nel corso del 2005 i consumi del mercato vincolato, sulla base dei dati di pre-consuntivo forniti dai distributori, sono

diminuiti di oltre il 2% rispetto all’anno precedente.

Il calo è interamente attribuibile ai consumi dei non domestici vincolati. Per questi ultimi, in prevalenza piccole

aziende, artigiani, professionisti ecc., che al 1° luglio 2004 sono diventati clienti idonei, la domanda è diminuita, infatti,

del 4% circa mentre i consumi dei domestici sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto al 2004.

Negli ultimi cinque anni il peso del mercato vincolato, in termini di volumi, sul mercato totale (al netto degli

autoconsumi) è sceso dall’82% al 53% (Figura 22).

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Figura 22 – Consumi finali per tipologia di mercato

.4 Segmentazione domanda di gas naturale 2005

Tabella 14 - Riclassificazione ripartizione consumi finali di gas per macrosettori d’uso – Anno 2005 – ITALIA (Dati in Mmc)

MACRO-SETTORE QUANTITA’ CONSUMATE QUOTA % SUL TOTALE

Termoelettrico (+ perdite)

33.500

40,2%

Grande industria -

Artigianato/PMI - Agricoltura – Trasporti

21.900

26,2%

Terziario- Residenziale domestico

– PA – Servizi alla collettività

28.000

33,6%

TOTALE consumi

83.400

100,0%

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati MAP e AEEG

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Tabella 15 – Riclassificazione ripartizione consumi di gas per settori d’uso differenti da: termoelettrico, terziario, residenziale domestico, P.A., servizi collettività – Anno 2005 – ITALIA (Dati in Mmc)

SETTORE QUANTITA’ CONSUMATE QUOTA % SUL TOTALE

Grande Industria

15.956

72,86 %

*Artigianato e PMI

5.320

24,29 %

Agricoltura

164

0,75 %

Trasporti

460

2,10 %

TOTALE consumi

21.900

100,0 %

Quota rif. soci Confartigianato

1.330

25 % dell’ Artigianato e PMI

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati MAP, Eni e AEEG

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2.5 Segmentazione offerta di gas naturale 2005 Anche i dati relativi al mercato all’ingrosso del gas, come pure parte di quelli che verranno presentati sul mercato finale

al dettaglio, provengono dall’elaborazione dei dati raccolti nell’indagine annuale che l’Autorità realizza sullo stato dei

mercati dell’energia elettrica e del gas nell’anno precedente. Nel settore della vendita

di gas l’indagine era rivolta a tutte le società che a settembre 2005 risultavano autorizzate dal Ministero delle attività

produttive a effettuare vendite di gas ai clienti finali, nonché a tutti quei soggetti che svolgono attività di solo trading e,

per questo, non sono obbligati a richiedere l’autorizzazione ministeriale. Tra gli esercenti oggetto di rilevazione sono

stati classificati come grossisti gli operatori che hanno effettuato meno del 95% delle loro vendite a clienti finali.

Nel 2005 il numero dei grossisti è salito a 60 unità, superando il livello registrato nel 2002 (Tabella 16).

Complessivamente questi operatori hanno venduto 110,5 G(m3), di cui 51,9 ad altri intermediari e 58,6 a clienti finali

(Tabella 17), realizzando un volume medio unitario di vendita pari a 1,8 G(m3) circa. Nel 2005 i dati evidenziano una

significativa crescita delle vendite complessive di Eni, ma l’aumento è solo apparente e dovuto all’incorporazione di

Italgas Più nella Divisione Gas & Power; confrontando il volume venduto da Eni nel 2005, pari a 58 G(m3) con i

volumi complessivamente venduti da Eni e Italgas Più nel 2004, pari a 61,1 G(m3), emerge una diminuzione delle

vendite di circa 3 G(m3), a vantaggio dei concorrenti.

La classe di grossisti con vendite superiori ai 10 G(m3) conta quest’anno due operatori, in quanto vi entra anche Edison,

le cui vendite hanno raggiunto 11,6 G(m3). Al pari del 2004, la classe di operatori più numerosa è rimasta quella dei

grossisti medio-piccoli, con vendite comprese tra 0,1 e 1 G(m3); tale classe si è accresciuta nel 2005 di 10 nuove

società, ma il volume medio unitario è rimasto sostanzialmente invariato a 0,3 G(m3) grazie all’aumento di 3 G(m3) dei

volumi complessivamente venduti da questi operatori. Più in generale, i dati evidenziano un aumento dei volumi

complessivamente venduti per tutte le classi considerate, a eccezione di quella che raggruppa gli esercenti con vendite

comprese tra 1 e 10 G(m3), nonostante essa conti 2 operatori più dello scorso anno. Il valore medio delle vendite

complessive dei soggetti che fanno parte di questa classe è pari a 1,7 G(m3), ma al suo interno si registrano profili

piuttosto differenziati. Fa parte di questa classe anche la società Plurigas Spa, per esempio, che registra vendite

complessive pari al doppio di tale valore (Tabella 25). Il volume medio unitario degli operatori con vendite inferiori a

0,1 G(m3) è quintuplicato rispetto al 2004, nonostante la presenza in tale classe di 6 operatori con vendite inferiori a 10

M(m3).

Tabella 16 Attività dei grossisti nel periodo 2002-2005

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La tabella 17 consente di apprezzare il dettaglio delle vendite dei grossisti nel 2005: i primi 26 operatori coprono il 97%

delle vendite complessive effettuate sul mercato all’ingrosso. Il mercato risulta molto concentrato: i primi quattro

operatori, Eni, Enel Trade, Edison e Plurigas, infatti, coprono da soli l’80% dei 110,5 G(m3) complessivamente venduti.

Calcolando la quota dei primi quattro operatori grossisti nelle vendite a clienti finali – i cui acquisti ammontano in totale

a 83,4 G(m3) – il livello di concentrazione si riduce al 62% e nel gruppo al posto di Plurigas si sostituisce Gaz de

France. Tabella 17 Vendite dei maggiori grossisti nel 2005 -dati in M(m3)

Alla data dell’8 settembre 2005 le società autorizzate dal Ministero delle attività produttive a esercitare l’attività di

vendita al mercato finale erano 409; è noto però che alcune di quante chiedono l’autorizzazione ministeriale alla vendita

restano poi inattive. All’atto della chiusura della Relazione Annuale Aeeg 2005-2006, non hanno risposto all’indagine

annuale dell’Autorità sui settori dell’energia elettrica e del gas 106 venditori presenti nell’elenco di quelli autorizzati dal

Ministero delle attività produttive; tra le società che hanno risposto all’indagine, inoltre, 40 hanno dichiarato di essere

rimaste inattive nel corso del 2005. La lettura delle successive tabelle 18 e 19, che illustrano in dettaglio le attività dei

venditori, deve quindi tener conto dei limiti indicati.

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L’indagine annuale dell’Autorità sul mercato del gas mostra una situazione relativa ai venditori decisamente meno

dinamica di quanto è emerso nel caso dei grossisti. Rispetto al 2005, nella classe di operatori con vendite superiori a

1.000 M(m3) il numero di società è rimasto invariato a 4, ma la sostituzione di Italgas Più

(incorporata in Eni) con E.On Vendita ha condotto a una diminuzione del volume complessivamente venduto di quasi 4

G(m3); come conseguenza il volume medio unitario di vendita è sceso da 3,6 a 2,1 G(m3). Il gruppo di venditori medio-

grandi, con vendite comprese tra 100 e 1.000 M(m3), è risultato invece in modesta

crescita: il numero di operatori è aumentato da 37 a 40 e le vendite complessive sono rimaste sostanzialmente stabili a

11,8 G(m3); anche in questo caso, quindi, si è registrata una lieve diminuzione

del volume medio unitario di vendita. Il segmento della vendita appare meno concentrato dell’ingrosso:

i primi 26 venditori coprono il 71% delle vendite complessivamente effettuate da questi operatori sul territorio

nazionale, mentre è pari al 34% la quota del gruppo dei primi quattro venditori, composto da Enel Gas, Hera Comm Srl,

E.On Vendita e Aem Acquisto e Vendita Energia Spa.

Tabella 18 Attività dei maggiori venditori al dettaglio nel 2005

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Tabella 19 Vendite dei maggiori venditori al dettaglio nel 2005 -dati in M(m3)

2.6 Grado di apertura mercato gas italiano 2005

Un indicatore significativo del livello di evoluzione competitiva e quindi del grado di apertura alla concorrenza del

mercato del gas è espresso dall’intensità con la quale i clienti finali di gas fanno ricorso a forniture alternative rispetto a

quelle garantite dall’operatore preesistente (incumbent a livello nazionale o locale, in precedenza integrato con le reti di

trasporto o di distribuzione).

Tale indicatore, già oggetto di monitoraggio sistematico da parte sia dei regolatori internazionali, in particolare quelli

anglo-americani, sia delle istituzioni dell’Unione europea, consente di sintetizzare il grado di effettiva possibilità per il

cliente finale di beneficiare di offerte alternative sul mercato.

Anche l’Autorità per l’energis elettrica ed il gas si è attivata in questo ambito, attraverso una specifica indagine rivolta

ai gestori delle reti di trasporto e distribuzione, raccogliendo dati relativi al numero di consumatori che hanno cambiato

fornitore, almeno una volta, tra la data di avvio formale del processo di liberalizzazione (entrata in vigore del decreto

legislativo n. 164/00, 21 giugno 2000) e l’1 giugno 2005, nonché i relativi volumi.

Nello specifico l’indagine è stata condotta classificando i clienti finali in base a due precise caratteristiche: l’area

territoriale di ubicazione e la classe di consumo annuo (distinguendo tra piccoli, medi e grandi clienti).

Nella successiva tabella 20 sono riportati gli esiti dell’indagine.

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In particolare sono riportate le percentuali di consumatori che hanno cambiato fornitore (tassi di switching), con

riferimento ai punti di riconsegna attivi all’ 1 giugno 2005 e alle quantità di gas ivi erogate annualmente.

Dall’esame dei dati raccolti è stato possibile evidenziare alcuni importanti fattori distintivi che caratterizzano le diverse

categorie di clienti finali.

Per quelli di piccole dimensioni (con consumi inferiori a 5.000 m3/anno), a livello nazionale si presenta una scarsa

diffusione del fenomeno di cambio del fornitore, che interessa solo

lo 0,6% di tale categoria (0,8% in termini di volumi di gas). Va tuttavia rilevato che, rispetto al dato nazionale, nelle

regioni del Centro-Nord, oltre a manifestarsi una dinamica complessiva più consistente, perlomeno in termini assoluti

(circa 100.000 piccoli clienti hanno cambiato fornitore), vi è il caso delle grandi aree urbane

(Milano, Genova e Bologna), caratterizzate da una campagna di acquisizione di circa 30.000 clienti domestici

(riconducibile principalmente a Enel Gas). In altre zone sono essenzialmente gli operatori locali che contribuiscono a

movimentare i cambi di fornitura, anche se tale attività risulta, a parte qualche eccezione, alquanto modesta. Allo stesso

tempo va osservato che esistono aree del paese (principalmente al Sud, ma non solo) in cui i tassi di switching sono

molto bassi o prossimi allo zero, mentre in alcune

zone le effettive possibilità di cambiare fornitore restano puramente teoriche per la clientela, che si affida all’operatore

locale tradizionale il quale rimane, pertanto, l’unico fornitore.

Per clienti finali medio-grandi (con consumo annuo compreso tra 5.000 e 200.000 m3) si riscontrano tassi di switching

lievemente più elevati, rispetto al caso precedente, ma comunque alquanto modesti: in particolare il 3,6% di tali

consumatori ha cambiato fornitore. La loro incidenza, in termini di volumi di gas, è pari al

6,3% dei consumi nazionali della categoria. Anche in questo contesto, riguardo alla distribuzione territoriale del

fenomeno valgono, in gran parte, le considerazioni sopra esposte rispetto ai piccoli clienti, a parte i dati desumibili per

alcune aree territoriali quali Friuli Venezia Giulia e Sud Piemonte-Liguria, che evidenziano valori maggiori del doppio

delle medie nazionali.

I dati mostrano per i grandi clienti finali (consumo superiore a 200.000 m3/anno) un quadro decisamente diverso. Nel

periodo compreso tra il mese di giugno 2000 e il mese di giugno 2005, a livello nazionale il 22% di tali consumatori

(quasi uno su quattro) ha cambiato fornitore. In termini di volumi di gas, il 53% delle quantità consumate annualmente

dalla categoria è stato oggetto di cambio di fornitore, con alcune aree, quali in particolare il Sud Piemonte, la Liguria,

l’Emilia e il Basso Veneto, che presentano tassi nettamente

superiori a tale media. Poiché in questa categoria rientrano molti clienti finali allacciati direttamente alle reti di trasporto

(nazionale e regionale), risulta utile anche in questo caso distinguere l’analisi tra tali consumatori e quelli allacciati alle

reti di distribuzione locali. Dai dati raccolti emergono differenze significative tra le due sottocategorie.

In particolare i clienti allacciati alle reti di trasporto che hanno cambiato fornitore sono il 37% (57% in termini di

volumi), mentre quelli allacciati alle reti di distribuzione che hanno effettuato il cambio sono il 16% (24% in termini di

volumi).

Più in generale, quanto sopra esposto indica che le imprese venditrici di gas nel 2005 hanno concentrato l’attività di

acquisizione di “nuova” clientela sui grandi consumatori (oltre 200.000 m3/anno), mentre risulta molto modesta la

dinamica delle altre categorie. I cambi di fornitore, poi, benché associabili essenzialmente a vantaggi sui prezzi offerti,

in realtà sono condizionati da più fenomeni.

In particolare, la scarsissima “mobilità” dei piccoli clienti finali (ovvero con consumi inferiori a 5.000 m3/anno),

costituiti principalmente da famiglie, è riconducibile in buona parte ai seguenti fattori:

• il legame storico che lega tali consumatori al proprio fornitore di gas locale;

• la conoscenza incompleta delle opportunità derivanti dalla liberalizzazione;

• il contenuto impatto economico di eventuali sconti proposti data l’esiguità degli stessi, anche tenendo conto delle

difficoltà a valutare l’effettiva convenienza nell’attuare il cambio fornitore e i modesti quantitativi di gas consumato;

• il temuto peggioramento della qualità del servizio con un nuovo operatore;

• la modesta disponibilità di offerte contrattuali alternative a quella dell’operatore tradizionale, dato che i nuovi

venditori hanno concentrato l’offerta sui clienti aventi consumi più elevati o hanno rilevato quote di mercato attraverso

l’acquisizione delle imprese di vendita.

Risultano invece meno motivati, almeno dal punto di vista economico, i bassi tassi di switching registrati per le utenze

intermedie (comprese tra 5.000 e 200.000 m3/anno), tra le quali figurano, oltre che consumatori domestici, anche

esercizi commerciali e piccole imprese industriali, quasi sempre allacciate alle reti di distribuzione locali. In questo caso

sembrano determinanti i seguenti elementi:

� la modesta conoscenza, da parte di tali consumatori, delle problematiche connesse con l’ottimizzazione nell’utilizzo

delle fonti energetiche;

• l’irrilevante impatto degli sconti proposti, come nella classe di consumo precedente;

• la limitata disponibilità di proposte commerciali alternative a quella dell’operatore principale;

• la maggiore complessità delle procedure di accesso, da parte delle società di vendita, alle reti di distribuzione rispetto

alle reti di trasporto, sulle quali sono ubicati quasi tutti i clienti della categoria in esame;

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• la delicata posizione delle imprese di distribuzione, le quali sono chiamate sia a garantire l’accesso alle reti a tutte le

società di vendita a parità di condizioni sia, nello stesso tempo, a rispondere agli interessi dell’azionista di riferimento;

quest’ultimo, nella maggior parte dei casi, controlla anche l’impresa di vendita precedentemente integrata con la stessa

impresa di distribuzione (incumbent locale).

Infine, come detto, si rileva l’alta dinamicità dei grandi consumatori (oltre 200.000 m3/anno). Si tratta di un risultato

atteso, in ragione della forte attrattività reddituale che tali clienti esercitano sulle società di vendita, in virtù dei loro

elevati volumi unitari. Le notevoli differenze nei tassi di switching riscontrate tra i consumatori allacciati alle reti di

trasporto e quelli allacciati alle reti di distribuzione lasciano scorgere l’influenza, anche in tale caso, delle caratteristiche

delle infrastrutture e delle regole che ne disciplinano l’utilizzo. In questo senso, la maggiore dinamicità dei clienti

ubicati sulle reti di trasporto risulta immediatamente riconducibile al fatto che le relative forniture implicano procedure

(di accesso) più dirette, omogenee e collaudate di quelle necessarie a rifornire i consumatori ubicati sulle reti di

distribuzione; infatti queste ultime, al di là dell’evoluzione del quadro regolatorio, sono articolate e differenziate in

funzione del singolo gestore della rete locale. I risultati dell’analisi dei cambi di fornitura, verificatisi nel quinquennio successivo all’avvio del processo di

liberalizzazione del mercato del gas in Italia, hanno pertanto permesso di delineare un duplice quadro.

Da una parte vi sono i clienti caratterizzati da consumi modesti (principalmente la clientela domestica) che evidenziano

tassi di switching estremamente bassi, quasi nulli.

I dati mostrano sensibili differenze territoriali evidenziando per il Centro-Nord, in media, una maggiore

intensità nel processo di sostituzione del fornitore tradizionale, soprattutto in alcuni centri urbani. Dall’altra, per

consumi medio-grandi, tale dinamica presenta tassi percentuali elevati in termini assoluti e superiori alla media

soprattutto al Nord.

Appare determinante, in tutti i casi, un ruolo prevalentemente attivo dei consumatori finali, con una generale tendenza,

per quanto riguarda le imprese di vendita, a concentrarsi sui grandi clienti, per lo più direttamente allacciati alle reti di

trasporto.

Tabella 20 – Riepilogo situazione cambi di fornitore al 1° giugno 2005

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3) I servizi offerti dal Sistema Confartigianato

3.1 La rete degli sportelli informativi-formativi energia-oriented Dal 2000, parallelamente all’avvio dei processi di liberalizzazione dei mercati energetici, anche all’interno del Sistema

Confartigianato si sono gradualmente ma costantemente sviluppati appositi sportelli territoriali, presso le Associazioni

territoriali e le federazioni regioni più sensibili, dedicati alla consulenza di primo livello verso gli associati in materia di

energia, con il supporto tecnico-normativo dei competenti uffici nazionali (dal 2001 opera un apposito settore dedicato

all’ Energia e alle Utilities, dedicato all’ assistenza in modalità back office della rete degli sportelli territoriali energia

oriented).

Le tabelle che seguono (da tab. 21 a tab. 28) cercano di fornire una sintetica fotografia sullo stato dell’ arte di questa

significativa realtà di servizio alle imprese associate del Sistema Confartigianato.

Tabella 21 - PROSPETTO DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA NR. SPORTELLI ENERGIA ATTIVATI C/O ASSOCIAZIONI TERRITORIALI (al 31.12.2006)

NORD OVEST Valle d’Aosta 0 0,0 %

Piemonte 8 9,5 %

Lombardia 14 16,6 %

Liguria 3 3,6 %

NORD EST Friuli Venezia Giulia 5 5,9 %

Veneto 8 9,5 %

Trentino - Alto Adige 2 2,4 %

Emilia Romagna 10 11,9 %

CENTRO Toscana 8 9,5 %

Marche 4 4,8 %

Umbria 2 2,4 %

Lazio 2 2,4 %

Abruzzo 1 1,2 %

SUD Molise 2 2,4 %

Campania 3 3,6 %

Puglia 4 4,8 %

Basilicata 1 1,2 %

Calabria 2 2,4 %

ISOLE Sardegna 2 2,4 %

Sicilia 3 3,6 %

Rieq. arrotondamenti -0,1%

TOTALE 84 100,0% Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati forniti dalle Organizzazioni territoriali

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Tabella 22 - RIASSUNTO DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA NR. SPORTELLI ENERGIA PER MACRO-REGIONI (al 31.12.06)

NORD OVEST 25 29,8% NORD EST 25 29,8%

CENTRO 17 20,2%

SUD 12 14,3%

ISOLE 5 6,0%

Rieq. arrotondamenti -0,1%

TOTALE 84 100,0%

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati forniti dalle Organizzazioni territoriali

Tabella 23 - PROSPETTO GRADO DI COPERTURA DEL TERRITORIO (al 31.12.06)

Nr. SPORTELLI ENERGIA

(a)

NR. TOTALE ASSOCIAIZONI

TERRITORIALI SISTEMA CONFARTIGIANATO

(b)

% COPERTURA TERRITORIO

(a/b) %

84

120

70,0 %

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati forniti dalle Organizzazioni territoriali

Tabella 24 - PROSPETTO NR. MEDIO ADDETTI PER CIASCUN SPORTELLO ENERGIA (al 31.12.06)

NORD OVEST 1

NORD EST 1

CENTRO 0,7

SUD 0,5

ISOLE 0,5

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati forniti dalle Organizzazioni territoriali

Tabella 25 - UFFICI PROVENIENZA ADDETTI DEGLI SPORTELLI ENERGIA (al 31.12.06)

UFFICO AMBIENTE 40%

UFFICIO CATEGORIE 40%

ALTRI UFFICI ASSOCIATIVI 10%

DA FUORI ASSOCIAZIONE 10%

TOTALE 100 %

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati forniti dalle Organizzazioni territoriali

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Tabella 26 - ELENCO INDICATIVO PRINCIPALI SERVIZI BASE ATTUALMENTE FORNITI DAGLI SPORTELLI ENERGIA

1 consulenza di base bolletta elettricità e gas

2 consulenza di base problemi rapporti con distributori energia

3 consulenza di base fiscalità energetica

4 consulenza di base normativa tecnica, legislazione energetica

5 consulenza di base giuridico-contrattuale

6 consulenza di base su incentivi-contributi-finanziamenti pubblici in campo energetico (in particolare riferibili all’

impiego di Fonti Rinnovabili)

7 consulenza di base problematiche tecnico-impiantistiche per risparmio, efficienza energetica, certificazione energetica,

microgenerazione e autoproduzione

8 formazione di base sui servizi energetici integrati agli associati (utenti consumatori finali, installatori, serramentisti, edili)

insieme agli uffici: categorie, ambiente e formazione.

9 mantenimento corrette relazioni di lobby con istituzioni locali (enti e società) e operatori del mercato nell’ ambito delle

politiche energetico-ambientali locali e regionali

10 consulenza ed assistenza nel perseguimento del risparmio economico legato al contenimento dei costi unitari delle

forniture energetiche, attraverso l’orientamento e l’accompagnamento dell’ impresa nel passaggio a mercato libero

energia Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati forniti dalle Organizzazioni territoriali

Tabella 27 - ELENCO INDICATIVO PRINCIPALI SERVIZI AVANZATI IN FASE DI REALIZZAZIONE O DI PROGETTAZIONE /PROTOTIPAZIONE A CURA DEGLI SPORTELLI ENERGIA TERRITORIALI E/O DELLA RETE DEI CONSORZI ENERGETICI DI SISTEMA 1 Analisi, monitoraggio e comparazione permanente delle offerte di fornitura di energia elettrica e gas a mercato

libero per tutti i clienti non domestici.

2 Sostegno nelle fasi di gestione, negoziazione e manutenzione dei contratti di fornitura di elettricità e gas anche

attraverso la promozione di gruppi di acquisto, consorzi e società consortili utili allo scopo;

3 Implementazione offerta di servizi energetici integrati “avanzati”, anche sul modello Esco, per il contenimento e la

razionalizzazione dei consumi energetici nelle pmi, anche attraverso la promozione di progetti territoriali

innovativi nel campo dell’ efficienza energetica, della micro-cogenerazione e dell’ utilizzo capillare delle fonti

rinnovabili negli usi finali;

4 Assistenza tecnica nella risoluzione di problematiche tecnico impiantistiche connesse con la realizzazione di

progetti di risparmio energetico, microgenerazione, autoproduzione di energia

5 Assistenza tecnica specialistica nella progettazione e nella realizzazione di interventi di efficienza energetica negli

edifici, nei processi e nei prodotti;

6 Assistenze tecnica specialistica nella progettazione e realizzazione di progetti di microgenerazione e generazione

distribuita, in particolare da Fonti rinnovabili;

7 Assistenza tecnica per lo start-up di nuove imprese nel settori dell’efficienza energetica, dell’impiego delle fonti

rinnovabili energetico.

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati forniti dalle Organizzazioni territoriali

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47

Tabella 28 - ELENCO PRINCIPALI VANTAGGI CONSEGUITI DALL’ ASSOCIAZIONE NELL’ EROGAZIONE DEI SERVIZI IN CAMPO ENERGETICO

(primi dati estraibili dalla rilevazione sui servizi energetici effettuata da Confartigianato nel periodo 14 marzo 2007 – 6

aprile 2007; 12 schede ritornate compilate su 120 inviate ad Associazioni Territoriali; questionari a risposta multipla)

Tipo di vantaggio Ricorrenza risposta % sul totale Associare nuove imprese

8 17,4 %

Aprire nuovi mercati

4 8,7 %

Fidelizzare e mantenere soci

10 21,8%

Soddisfare nuove esigenze dei soci

10 21.8%

Aumentare margini di redditività

6 13,0

Aumentare la produttività

0 0

Aumentare la competitività

2 4,3%

Ottimizzare i processi

3 6,5%

Altro

3 6,5%

TOTALE

46 100%

3.2 Le strutture e gli strumenti per l’accompagnamento alla fornitura di energia a mercato libero Dal 2001 ad oggi si sono sviluppati all’interni del Sistema Confartigianato anche specifici strumenti di orientamento ed

accompagnamento delle imprese associate al mercato libero dell’ energia, al fine di ottenere sconti sulla fornitura

rispetto al mercato vincolato/tutelato, quali i consorzi di acquisto (a livello interprovinciale ed interregionale) e gli

accordi-convenzioni diretti ( a livello locali). Le tabelle successive illustrano lo stato dell’ arte del processo.

Tabella 29 - I consumi elettrici dei soci del Sistema Confartigianato (stima su dati parziali in possesso Confartigianato - proiezione su consumi generali come da Bilancio elettricità Italia

2005)

Dati al 31.12.2006

(valori in GWh/anno)

Quota %

Domanda ancora su mercato “vincolato” 11.866,4 86,56 %

Domanda su mercato libero tramite venditori/trader diretti 1.000,0 7,29 %

Domanda su mercato libero tramite Sistema Confartigianato 843,0 6,15 %

di cui:

Consorzio Cenpi 250,0

Consorzio Caem 203,0

Consorzio Multienergia 190,0

Altri (accordi e convenzioni locali - singole associazioni territoriali) 200,0

TOTALE domanda elettrica riferibile al Sistema Confartigianato (stima su proiezione bilancio elettricità Italia 2005)

13.709,4

100,00%

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48

Tabella 30 Numerosità imprese accompagnate a mercato libero elettricità dal Sistema Confartigianato (stima su dati parziali in possesso Confartigianato - al 31.12.2006)

Tipo di strumento

Nr. Imprese

Volumi cumulati di consumo (in Gwh/anno)

Nr. Associzioni territoriali attivate

Consorzio CAEM 1.369 203,0 11

Consorzio MULTIENERGIA 900 190,0 8

Consorzio CENPI 1.980 250,0 21

Altro (accordi e convenzioni locali tra singole

Associazioni Territoriali/loro consorzi locali e

operatori locali o nazionali) 850 200,0 20

TOTALE imprese a mercato libero dal Sistema

Confartigianato 5.710 843,0 60

TOTALE riferibile al Sistema Confartigianato 520.000 13.709,4 120

Quota % accompagnate sul TOTALE 10.98% 6,15% 50%

3.3 Il bacino naturale da cui attingere per l’erogazione dei servizi avanzati nel mercato dell’ efficienza energetica e delle fonti rinnovabili di piccola taglia (le imprese della filiera impiantistica e della filiera costruzioni del Sistema Confartigianato)

Esiste infine un naturale strumento per l’ erogazione di servizi energetici integrati avanzati ed innovativi per

promuovere e diffondere l’efficienza energetica sia presso le imprese associate consumatrici finali di energia del

Sistema Confartigianato che presso tutti gli altri utenti consumatori (sia domestici che non domestici): si tratta delle

vasta e capillare rete delle imprese appartenenti alla filiera della installazione e manutenzione di impianti energetici

(elettricità, calore, freddo, elettro-domotica) e delle altre imprese a vario titolo appartenenti alla filiera delle costruzioni

(edili, serramentisti, …) associate al Sistema Confartigianato.

Spessissimo sono proprio tali tipologie di imprese i primi “consulenti diretti” in materia di uso razionale dell’ energia e

di tecniche per il risparmio energetico del complesso edificio-impianto nei confronti dei proprietari di abitazioni

private, di edifici dedicati allo svolgimento di attività economiche, di strutture della pubblica amministrazione.

E’ proprio dalla ricchezza di esperienza, capacità ed abilità professionali di queste categorie di imprese associate al

sistema Confartigianato che occorre oggi partire per elaborare modelli innovativi di strutture di servizio in grado di

operare a 360° in campo energetico (vere e proprie ESCO a misura di artigianato), capaci cioè di capitalizzare tali

risorse umane e tecniche, riqualificarle, integrarle con quelle dei progettisti, dei fornitori e produttori di materiali e

componenti e metterle a fattore comune attraverso forme organizzative flessibili ma complete, vere e proprie reti e

filiere di saperi, con l’ apporto del mondo del credito e degli enti locali ed il supporto in termini di coordinamento

strategico-formativo delle strutture associative territoriali aderenti del Sistema Confartigianato.

Di seguito si fornisce una sintetica fotografia di queste realtà a livello nazionale e regionale (dati Infocamere 2004).

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49

Tabella 31 - Filiera Installazione di impianti - N. Imprese per settore di attività, anni 2001-2004

valori assoluti variazione % Settore Anno

2001

Anno 2002

Anno 2003

Anno 2004

2001-2002 2002-2003 2003-2004

Elettrico 68.280 72.300 75.700 80.687 5,90% 4,70% 6,58%

Termoidraulici e gas 58.100 60.200 61.700 63.523 3,60% 2,49% 2,95%

Altri settori 6.700 6.900 7.100 6.680 2,98% 2,89% -5,91%

Totale 133.080 139.400 144.500 150.890 4,75% 3,65% 4,42%

Fonte: Elaborazione Confartigianato e Cna su dati Infocamere

Tabella 32 - Filiera Installazione di impianti - N. Imprese per regione

Fonte: Elaborazione Confartigianato e Cna su dati Infocamere

Anno 2004 % di incremento

rispetto all’anno 2001 Regione

Abruzzo 3.656 18,28%

Basilicata 1.104 16,58%

Calabria 3.309 18,18%

Campania 9.964 16,92%

Emilia Romagna 13.416 10,73%

Friuli Venezia Giulia 3.469 9,88%

Lazio 11.447 14,46%

Liguria 5.032 9,70%

Lombardia 29.909 11,15%

Marche 3.753 12,91%

Molise 742 14,51%

Piemonte 14.491 14,54%

Puglia 8.133 16,29%

Sardegna 3.517 16,11%

Sicilia 7.800 16,87%

Toscana 10.925 12,33%

Trentino Alto Adige 3.087 18,28%

Umbria 2.603 7,92%

Valle d'Aosta 461 11,89%

Veneto 14.072 11,72%

Italia 150.890 13,28%

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50

Tabella 33 - Filiera imprese artigiane delle costruzioni (al lordo ed al netto settore impiantistico); N. Imprese registrate al 31.03.2005

Settore Valori assoluti

Quota % sull’ Artigianato

Costruzioni totale

520.038

35,8 %

Impiantisti

150.890

10,4 %

Costruzioni al netto impiantisti

369.148

25,4 %

Totale Artigianato

1.454.257

100,0 %

Fonte: Elaborazione Confartigianato su dati Movimprese

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51

4) Gli spazi da occupare – I vuoti da colmare – Le opportunità da sfruttare 4.1 Il potenziale di sviluppo dei servizi energetici integrati per l’efficienza energetica negli usi finali in Europa e l’opportunità del relativo piano d’azione della Commissione Europea.

Di seguito, per fornire alcuni spunti di riflessione (di carattere indicativo e non esaustivo) sul potenziale del mercato

dell’ efficienza energetica e su come provare a concretizzarlo, si presentano i contenuti dell’intervento di presentazione

del Piano d’Azione per l’ Efficienza Energetica 2007-2012 della Commissione Europea, svolto dal Dr. Samuele Furfari,

funzionario della DG TREN - Commissione Europea al 2° Forum europeo sul Progetto Energia Intelligente per le PMI

svoltosi a Rimini nel novembre del 2006, nell’ambito della manifestazione Ecomondo 2006.

Direzione generale Energia e trasporti 1

Piano d’Azione Piano d’Azione per l’Efficienza Energeticaper l’Efficienza Energetica

Concretizzare le potenzialità delle PMI

Rimini, 9 novembre2006

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52

Direzione generale Energia e trasporti 1

Obiettivo:• presentare un insieme di misure strutturate,

cadenzate nel tempo e coerenti per realizzare parte del potenziale di 20% del risparmio

Metodo:• proposta supportata dalla Consultazione

pubblica sul Libro verde efficienza energetica, tra cui quella del Parlamento Europeo.

• statistiche, potenziale, molto dei precedentierano già nel libro verde efficienza energetica .

Un consumo energetico più efficiente

L’obiettivo, come e perchèL’obiettivo, come e perchè

Direzione generale Energia e trasporti 3

Messaggi principali della Messaggi principali della

consultazione pubblicaconsultazione pubblica

• Contributo unanime sull’importanza dell’efficienza energetica

• Necessità di cambiare i comportamenti in tutti i settori. Più informazioni con strumenti forti e più efficaci

• Gli Stati membri devono recepire ed attuare completamente l’attuale legislazione

• Usare strumenti finanziari appropriati

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53

Direzione generale Energia e trasporti 4

La strategiaLa strategia

• mobilitare il pubblico, tutte le autorità e l’industria (PMI)

• mutamento significativo del nostro approccio al consumo energetico

• incoraggiare i produttori a sviluppare tecnologie e prodotti più efficienti

• incentivare i consumatori a acquistare questi prodotti e a utilizzarli in modo più razionale.

• incoraggiare i cittadini a usare l’energia nel modo più razionale possibile

• tempistica: sei anniGennaio 2007 – Dicembre 2012

Direzione generale Energia e trasporti 5

Cosa è già stato fatto ?

�� Direttiva sulla promozione della cogenerazioneDirettiva sulla promozione della cogenerazione

�� Direttiva sulle prestazioni energetiche degl'immobili Direttiva sulle prestazioni energetiche degl'immobili

�� Direttiva sulle tasse dei prodotti energetici Direttiva sulle tasse dei prodotti energetici

�� Le direttive sulle esigenze di rendimento energetico delle caldaLe direttive sulle esigenze di rendimento energetico delle caldaie, ie,

frigoriferi ed alimentatori per l'illuminazione fluorescente frigoriferi ed alimentatori per l'illuminazione fluorescente

�� Direttive sulle etichettature dei forni elettrici, impianti di Direttive sulle etichettature dei forni elettrici, impianti di

condizionamento dell'aria e frigoriferi ed altri strumenti condizionamento dell'aria e frigoriferi ed altri strumenti

�� Regolamento su etichettatura per forniture per ufficio Regolamento su etichettatura per forniture per ufficio

�� Direttiva sulla progettazione Direttiva sulla progettazione ecocompatibileecocompatibile dei prodotti che dei prodotti che

utilizzano energia utilizzano energia

�� Direttiva sui servizi energetici e l' efficienza degli usi finalDirettiva sui servizi energetici e l' efficienza degli usi finali i

dell'energia dell'energia

�� Programma Energia Programma Energia IntelligenteIntelligente--EuropaEuropa, e nuovo programma CIP, e nuovo programma CIP

�� EtcEtc

��

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54

Direzione generale Energia e trasporti 6

Sviluppo della domanda di energia primaria e di « negajoules »

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

19

71

19

72

19

73

19

74

19

75

19

76

19

77

19

78

19

79

19

80

19

81

19

82

19

83

19

84

19

85

19

86

19

87

19

88

19

89

19

90

19

91

19

92

19

93

19

94

19

95

19

96

19

97

19

98

19

99

20

00

20

01

20

02

20

03

20

04

20

05

Mto

e

Negajoules

Biomass

Other electricity

Nuclear

Gas

Oil

Coal

Source Enerdata 2006

Direzione generale Energia e trasporti 7

L’intensità energetica nei SML’intensità energetica nei SM

Intensità energetica (tep/M€95)-2003

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

DK IE AT IT DE FR SE NL LU UK EU ES BE PT EL CY MT FI SI HU PL LV SK CZ LT EE

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Direzione generale Energia e trasporti 8

Dove utilizziamo l’energia?Dove utilizziamo l’energia?

Consumo primario d'energia UE-25

(1750 Mtep) - 2005Abitazioni

16%

Terziario

9%

Trasporti

19%

Industria

17%

Usi non

legati

all'energia

6%

Perdite in

fase di

trasformazi

one

33%

Direzione generale Energia e trasporti 9

Realizzare le potenzialitàRealizzare le potenzialità

• un risparmio del 20% entro il 2020,

• pari a circa 390 Mtep,

• notevoli benefici sul piano energetico e ambientale

• riduzione di 780 Mt di CO2 rispetto allo scenario di base

• più del doppio dell’obiettivo del protocollo Kyoto dell’UE per il 2012.

• investimenti supplementari per acquisire tecnologie più efficienti e innovative compensati da risparmi di combustibili superiori a 100 miliardi di €/a.

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56

Direzione generale Energia e trasporti 10

Dove ci sono le Dove ci sono le

potenzialità?potenzialità?

25%95382297Industria manifatturiera

26%105405332Trasporti

30%63211157Edifici commerciali (terziario)

27%91338280Edilizia abitativa

Potenzialitàglobali di risparmio

energetico nel 2020 (%)

Risparmio potenziale di energia nel 2020 (Mtep)

Consumo di energia (Mtep)

nel 2020 (in caso di

situazione invariata)

Consumo di energia (Mtep) nel

2005

Settore

Direzione generale Energia e trasporti 11

Come raggiungere l’ambizioso obbiettivo di 20 %?

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57

Direzione generale Energia e trasporti 12

Le politiche e misureLe politiche e misure

1. Requisiti di efficienza in materia di energia dinamica per prodotti, edifici e servizi

2. Migliorare la trasformazione dell'energia

3. Intervenire nel settore dei trasporti4. Finanziare l'efficienza energetica, gli

incentivi economici e i prezzi dell'energia

5. Modificare i comportamenti in relazione all'energia

6. Partenariati internazionali

Direzione generale Energia e trasporti 13

A. Provvedimenti mirati ai settori più sensibili

B.Misure economiche e incentivi mirati a tutti i settori

Le linee guidaLe linee guida

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Direzione generale Energia e trasporti 14

1.Messa a punto di norme di etichettatura e requisiti minimi di efficienza energetica per elettrodomestici e apparecchiature

2.Miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici

3.Migliorare l’efficienza energetica della distribuzione e della trasformazione dell’energia

4.Favorire la diffusione di automobili a basso consumo di carburante

10 PROVVEDIMENTI PRIORITARI:10 PROVVEDIMENTI PRIORITARI:

-- mirati ai settori più sensibilimirati ai settori più sensibili

Direzione generale Energia e trasporti 15

5.5. Agevolare il finanziamento adeguato degli Agevolare il finanziamento adeguato degli investimenti in efficienza energetica delle investimenti in efficienza energetica delle PMI e delle società di servizi energeticiPMI e delle società di servizi energetici

6.6. Stimolare l’efficienza energetica nei nuovi Stimolare l’efficienza energetica nei nuovi Stati membriStati membri

7.7. Usare politiche fiscali coerentiUsare politiche fiscali coerenti

8.8. Aumentare la sensibilizzazione all’efficienza Aumentare la sensibilizzazione all’efficienza energeticaenergetica

9.9. Appoggiare l’efficienza energetica negli Appoggiare l’efficienza energetica negli agglomerati urbaniagglomerati urbani

10.10. Promuovere l’efficienza energeticaPromuovere l’efficienza energeticanel mondonel mondo

10 PROVVEDIMENTI PRIORITARI: 10 PROVVEDIMENTI PRIORITARI:

Strumenti finanziariStrumenti finanziari

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Direzione generale Energia e trasporti 16

Due terzi delle imprese non sembrano preoccuparsi Due terzi delle imprese non sembrano preoccuparsi

dell’efficienza energetica dell’efficienza energetica –– l’energia rappresenta dal l’energia rappresenta dal

5 al 10% dei loro costi:5 al 10% dei loro costi:

•• Investono le proprie scarse risorse in altri aspetti della Investono le proprie scarse risorse in altri aspetti della

sopravvivenza dell’impresasopravvivenza dell’impresa

•• Mancano di personale incaricato a seguire le questioni Mancano di personale incaricato a seguire le questioni

energeticheenergetiche

Ruolo delle associazioni di categoria, le società di Ruolo delle associazioni di categoria, le società di

servizio energetico e delle agenzie regionali e servizio energetico e delle agenzie regionali e

locali nello sfruttamento di queste potenzialitàlocali nello sfruttamento di queste potenzialità

Le PMI: un potenziale enorme Le PMI: un potenziale enorme

per l’efficienza energeticaper l’efficienza energetica

Direzione generale Energia e trasporti 17

Finanziare l'efficienza energetica, gli Finanziare l'efficienza energetica, gli

incentivi economici e i prezzi dell'energia incentivi economici e i prezzi dell'energia

(1)(1)

• cercare di individuare e di rimuovere gli ostacoli giuridici negli Stati membri all'uso delle ESCO e dei contratti di prestazione energetica (2007-2009);

• sviluppare fondi di rotazione locali in collegamento con centri di coordinamento in stretta cooperazione con la BERS, il gruppo BEI e altre IFI, (2007-2009);

• favorire, con la cooperazione della BERS, del gruppo BEI e altri IFI, la creazione di partenariati pubblico-privato (PPP) al fine di attrarre fondi per finanziare i debiti, gli strumenti digaranzia e il capitale di rischio per le PMI, l'ESCO e altre imprese che offrono servizi nel settore dell'energia (2007);

• facilitare la raccolta di finanziamenti privati da destinare a progetti di efficienza energetica, anche nel settore dell'edilizia abitativa multifamiliare e sociale, nei nuovi Stati membri utilizzando i fondi di coesione e strutturali (2007-2012);

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Direzione generale Energia e trasporti 18

Finanziare l'efficienza energetica, gli Finanziare l'efficienza energetica, gli

incentivi economici e i prezzi dell'energia incentivi economici e i prezzi dell'energia

(2)(2)

• promuovere l'uso di fondi pubblico-privati per migliorare l'efficienza energetica e i pacchetti finanziari per le PMI e il settore pubblico per l'esecuzione di audit energetici come pure di investimenti specifici nel campo dell'efficienza energetica, individuati dagli audit energetici, con il contributo della BERS, del Gruppo BEI e dei Fondi strutturali e di coesione della UE (2007-2012);

• incoraggiare l'uso dei finanziamenti comunitari per le PMI, quali i fondi di investimento verdi cofinanziati dal PQC, allo scopo di promuovere le ecoinnovazioni (2007-2012);

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61

Direzione generale Energia e trasporti 19

Modificare i comportamenti in Modificare i comportamenti in

relazione all'energia (1)relazione all'energia (1)

• promuovere regimi di gestione dell'energia, orientamenti sulla promozione dei prodotti ad alta efficienza energetica e strumenti formativi per l'industria, le PMI e il settore pubblico;

• proporre una raccomandazione agli Stati membri finalizzata all'introduzione nei curricoli scolastici dei temi della sicurezza energetica e del cambiamento climatico (2007);

Direzione generale Energia e trasporti 20

Modificare i comportamenti in Modificare i comportamenti in

relazione all'energia (2)relazione all'energia (2)

• proporre un'iniziativa nel campo della formazione professionale centrata sull'efficienza energetica (2008);

• istituire un "Patto dei sindaci" con un memorandum d'intesa sull'efficienza energetica per lo scambio e l'applicazione delle migliori pratiche e istituire una rete permanente (2007);

• creare e attivare nuove reti nell'ambito della Campagna europea per l'energia sostenibile (2007-2008);

• organizzare un concorso in ogni Stato membro per premiare la scuola più efficiente sul piano energetico (2007-2008);

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62

Direzione generale Energia e trasporti 21

•• Primi effetti nei prossimi trePrimi effetti nei prossimi tre--sei annisei anni

•• Valutazione nell’ambito del riesame Valutazione nell’ambito del riesame

strategico della politica energetica strategico della politica energetica

europea (2007)europea (2007)

•• Revisione di medio termine nel 2009Revisione di medio termine nel 2009

I prossimi passiI prossimi passi

Direzione generale Energia e trasporti 22

Ci vuole Ci vuole l’impegno di l’impegno di tutti!tutti!

L’UE può e deve prendere la L’UE può e deve prendere la

strada verso l’efficienza strada verso l’efficienza

energetica!energetica!

Per Per maggiorimaggiori informazioniinformazioni: :

http://ec.europa.eu/energy/ahttp://ec.europa.eu/energy/action_plan_energy_efficiencction_plan_energy_efficienc

y/index_fr.htmy/index_fr.htm

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63

4.2 Il potenziale di sviluppo dell’ autoproduzione anche in assetto cogenerativo e della generazione distribuita in particolare da FER

Di seguito, per fornire alcuni spunti di riflessione (di carattere non esaustivo) sul potenziale del mercato dell’

autoproduzione, anche in assetto cogenerativo e della generazione distribuita da fonti energetiche rinnovabili (FER), si

presentano i contenuti dell’intervento su questo tema effettuato dall’ ing. Roberto Longo, Presidente dell’ APER

(Associazione produttori energia da fonti rinnovabili) al 1° Forum sul Progetto Energia Intelligente per le PMI svoltosi

a Rimini nell’ ottobre 2005, nell’ambito della manifestazione Ecomondo 2005, che permangono ancora estremamente

attuali ed adeguati alla realtà del 2007.

Scenario Rinnovabili in Italia e obiettivi

Delibera CIPE dicembre 2002 (Direttiva 77/01/CE)

45,0

50,0

55,0

60,0

65,0

70,0

75,0

80,0

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Energy Production [TWh]

Target Directive

2001/77/CE: 76 TWh year

Renewable electricity: starting

point: 55 TWh year 2002

(including waste-to energy)

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64

Lo scenario per la microgenerazione

• Costo dell’energia in crescita

• Rischio di eccesso della domanda di potenza

• Ostilità allo sviluppo di grandi impianti anche rinnovabili

• Generale richiesta di ricadute dirette sul territorio

• Aumento della richiesta di sostenibilità

• Generale consenso alle piccole realizzazioni

• Disponibilità del quadro di incentivazione

• Diminuzione del costo delle tecnologie

• Opportunità di crescita di una filiera industriale

• Piccoli impianti – grandi obiettivi

Costo dell’energia in crescita

• Oligopolio nazionale

• Incremento del prezzo dei combustibili fossili

• Progressivo aumento del costo per la riduzione delle emissioni

• Ipotesi di struttura del costo dell’energia elettrica al 2007

– Brent 45$/Bll– Certificati verdi 3.5%– Emission Trading 20€/t

Incidenza componenti tariffa elettrica 2007

Costi di produzione

54%

Trasmissione

3%

Vendita-Misura

2%

Certif icati verdi

2%

Emission Trading

8%

Imposte

9%

Oneri di sistema

9%

Distribuzione

13%

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Rischio di eccesso della domanda di potenza

• Difficile realizzazione nuovi impianti

• Rischio black-out

• Ulteriore pressione sugli obiettivi di Kyoto

Fonte: GRTN

Ostilità allo sviluppo di grandi impianti anche se da fonti rinnovabili.

• Opposizione ambientalista ai nuovi impianti

• Non percezione dei vantaggi per il territorio

• Opposizione paesaggistica anche all’eolico

• Lo “spettro” della diossina

• Sindrome di NIMBY

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Generale richiesta di ricadute dirette sul territorio

La risoluzione del conflitto ambientale richiede:

� Partecipazione alle scelte

� Occupazione

� Oneri compensativi

� Benefici distribuiti di immediata percezione

Aumento della richiesta di sostenibilità

La qualità dell’ambiente è tra le primarie aspirazioni

(senza cambiare modello di vita!)

La coscienza dei cambiamenti climatici è entrata nel quotidiano

Si diffonde la richiesta di prodotti sostenibili

La certificazione ambientale comincia a pagare

Cresce la domanda di sostenibilità

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Generale consenso alle piccole realizzazioni

Le fonti rinnovabili sono nella cultura diffusa legate alla autoproduzione domestica

Il successo del fotovoltaico sul pubblico è in buona parte dovuto alla percezione di risorsa individuale

Il piccolo impianto:

• dà dirette ricadute economiche e di immagine sull’utente

• esorcizza il timore di black out

• genera emulazione

Disponibilità del quadro di incentivazione

• Il decreto Marzano prescrive:

– Taglio minimo Certificati Verdi a 50.000 KWh( con una produzione di 26.000 KWH si ha dirittoa 1 CV: per i piccoli l’incentivazione è doppia!!)

– Iter autorizzativi semplificati per impianti < 1 MW

• La Delibera 34/05 riconosce agli impianti < 1MW da ogni fonte rinnovabile il diritto di cedere alla rete a tariffe incentivate

• Il DL 387/03 ha aperto il net metering a tutte le fonti rinnovabili

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Diminuzione del costo delle tecnologie

Negli ultimi 5 anni:

• Microturbine - 10 %

• Moduli fotovoltaici – 20 %

• Eolico media taglia – 25 %

Opportunità di crescita di una filiera industriale

Impianti di microgenerazione come mix di:

• Innovazione tecnologica

• Flessibilità produttiva

• Capacità di customizzazione

• Efficienza nell’assistenza di O&M

Ideale per il modello di media industria italiana che produce per il domestico ed esporta nel mondo:

Lo sviluppo dell’elettrificazione rurale nel terzo mondo è reso possibile dalla microgenerazione da FER

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Piccoli impianti – Grandi obiettivi

Contributo marginale? Non è vero

Esempio Minieolico in Sardegna:

Se il 25% delle aziende agricole Sarde di estensione > 5 ettari e localizzate in collina e in montagna installassero in net metering un minigeneratore da 20 KW ognuna, si installerebbero 100 MW di minieolico

Basta decidere di farlo!

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01la previdenza complementare e il TFR: atti del convegno del 14 marzo 2007

convention dei servizivillasimius 3/4/5 maggio 2007

una squadra per vincere

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