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Pac, una partita decisiva anche per l’ortofrutta PAG.55 Biofach convince, dualismo BtoBio-Sana PAG.58 La guerra in Libia frena l’export nel Med PAG.67 La patata torna a sorridere dopo due stagioni buie PAG.69 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR TECNOLOGIE e MACCHINARI 3 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE ANNO XXV - Nuova serie THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET Marzo 2011 - euro 6,00 REPORT FRUIT LOGISTICA IN QUESTO NUMERO C orriere O rtofrutticolo www.corriereortofrutticolo.it L’Italia morde la crisi

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Corriere di maggio

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• Pac, una partita decisivaanche per l’ortofrutta PAG.55

• Biofach convince, dualismo BtoBio-Sana PAG.58

• La guerra in Libia frena l’export nel Med PAG.67

• La patata torna a sorridere dopo due stagioni buie PAG.69

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

TECNOLOGIE e MACCHINARI

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M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i e

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

M a r z o 2 0 1 1 - e u r o 6 , 0 0

REPORT FRUIT LOGISTICA IN QUESTO NUMERO

CorriereOrtofrutticolo

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L’Italia morde la crisi

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È cambiato il ministro. Cambierà qual-cosa? Mentre questo numero va instampa, registriamo l’ennesimo giro divalzer al ministero di via XX settembre.Il “responsabile” Saverio Romano è ilnuovo titolare del dicastero agricolo alposto di Galan, dirottato verso la Cultu-ra. La risposta alla domanda di cui so-pra è comunque: no, non crediamo checambierà granchè. E non per sfiducia

in Romano o chi per lui, ma perché dopo Alemanno eDe Castro il ministero di via XX Settembre ci ha riserva-to solo delusioni. Certamente Galan fu una novità posi-tiva dopo Zaia, preoccupato solo delle quote latte e di co-se venete, ma alla fine anche l’ex governatore del Venetonon ha dato (o non ha avuto il tempo di dare) quei se-gnali che il mondo agricolo aspettava; e anche la sua ap-parizione all’ultima Fruit Logistica ha lasciato dietro disé solo commenti perplessi se non sfavorevoli. Poi che dire delle condizioni del ministero? Tre ministriin 3 anni: è detto tutto. La politica italiana è all’anno ze-ro, la fiducia dei cittadini è ai minimi storici, c’è spazioper il protagonismo di altri soggetti istituzionali come leRegioni o, nel mondo economico, la cooperazione. E ineffetti la nascita dell’Alleanza delle cooperative italiane,frutto di uno storico scatto in avanti delle tre storichemaggiori centrali (Confcooperative, Legacoop, Agci) stamuovendo le acque nel comparto agroalimentare. La di-rezione auspicata è il superamento della concorrenza sulpiano commerciale, le maggiori sinergie, la razionaliz-zazioni anche nelle strutture, a servizio delle impreseagricole socie. Intanto uno scossone c’è stato a livello diunioni nazionali delle organizzazioni dei produttori.Unaproa (la maggiore, che da sola rappresenta il 50%dell’ortofruttta italiana aggregata) sembra stia perdendoi pezzi: starebbero uscendo i melai del Trentino Alto Adi-ge e altre Op emiliane e venete di area bianca. In un’al-tra unione, l’Uiapoa, si registrano sofferenze di alcunegrandi strutture di area Legacoop. Non sappiamo dovetutto questo fermento porterà. Sicuramente è da metterein relazione alla nascita dell’Alleanza delle cooperative:se questo coordinamento decollerà realmente nei fatti(come tutti auspicano) che senso hanno ancora treUnioni nazionali nell’ortofrutta, indecise a tutto, anchealla fusione più volte annunciata e poi ritirata? Poi le Regioni. L’iniziativa di fine gennaio a Bologna, vo-luta dall’assessore emiliano-romagnolo Tiberio Rabboni,che ha fatto seguito alla Carta di Cesena firmata dalle Re-gioni europee dell’ortofrutta all’ultimo Macfrut, ha fattocapire che quando si parla di problemi veri, di scenario,che riguardano tutti - come la riforma dell’Ocm orto-frutta - anche le divisioni, i distinguo, le bandiere sinda-cali finiscono in archivio. Le proposte per ridare un fu-turo economico al settore sono state condivise da tutti,e non poteva essere diversamente. Se si vuole difendereil reddito declinante delle imprese ortofrutticole e di tut-

to l’indotto c’è bisogno di fare sistema, di unità d’azione,di coordinamento della rappresentanza, in Italia come aBruxelles. E pazienza se a Bologna, per parlare del futu-ro di un comparto economico importante, per sentire ri-petere magari le stesse proposte, si sono dovuti mettereattorno ad un tavolo 13 interlocutori. Prima o poi ci stan-cheremo di questi rituali ormai consunti e anacronisti-ci, prima o poi cadrà il muro di questa rappresentanzadebole e frantumata, e magari cadrà di colpo come cad-de improvvisamente il muro di Berlino nel 1989. Sicura-mente la spinta dovrà venire dal basso, dal mondo delleimprese singole o associate, che prima o poi si stanche-ranno di mantenere apparati di burocrazia sindacale im-pegnati più che altro a garantire se stessi. Per capire co-me girano le cose nei paesi dove si basa al sodo, citiamol’esempio della Francia. Mentre noi in Italia non riusciamo neanche a pretende-re che la politica (ministro, governo) faccia rispettare gliaccordi interprofessionali (come l’estate scorsa per lepesche), lasciando così allo sbando i produttori, a Parigiil mondo dell’ortofrutta francese è riuscito a far appro-vare una norma di legge volta ad impedire la pratica del-le “Tre R” (rabais, remises et ristournes) cioè degli scon-ti selvaggi imposti dalla distribuzione alla produzionesenza alcuna contro-prestazione reale. Sappiamo tuttiche se si vuole difendere la qualità, il made in Italy, lenostre produzioni, il vero tema di fondo è il rapportocon la Gdo che da noi fa il bello e il cattivo tempo, im-ponendo condizioni-capestro ai fornitori. Dove la rappresentanza non è debole o frantumata, e do-ve la politica fa la politica, i problemi si affrontano e sirisolvono. Non per questo Carrefour o Auchan si spaven-tano, però un minimo di regole del gioco là funzionano.Noi qui siamo ancora fermi a far dibattiti e convegni superché il potere contrattuale del mondo agricolo in Ita-lia è pari a zero. Come Totò ci viene da dire: “Ma mi fac-cia il piacere!”.

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✍ Lorenzo Frassoldati

Tutto cambia. Niente cambia?EEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

SALVIAMO GLI ENTI INUTILI O L’AGRICOLTURA?Tagliare gli enti inutili per salvare la dieta mediterranea?La proposta è emersa ad un convegno riminese di Agrifil.Franco Verrascina, presidente nazionale Copagri, haelencato: “Vogliamo garantire ai produttori un reddito perpoter sopravvivere? I soldi si possono trovare. Gli enti inu-tili oggi sono 7.500 , abbiamo comunità montane sul ma-re, Cda con un presidente e un dipendente, 400 mila di-pendenti pubblici in enti che non servono. Se ne chiudia-mo solo il 30%, risparmiamo centinaia di miliardi dareinvestire nella ricerca e nel settore agricolo. Se DallaValle ristruttura il Colosseo, noi possiamo ristrutturarel’Italia”. Analisi interessante. Se le cose stanno così, a occhio e cro-ce non c’è un grande futuro per la dieta mediterranea. *

PUNTASPILLI

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M a r z o 20114 www.corriereortofrutticolo.it

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Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

BAMPA pagina 47CHIQUITA pagina 7-9CONSERVE ITALIA pagina 50CORSI pagina 29ENZA ZADEN pagina 17FRUITIMPRESE copertina IILFRES pagina 43LA COSTIERA pagina 10LA TRENTINA copertina IV

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i eM A R Z O 2 0 1 1

S O M M A R I O

Fruit Logistica e le sfide di settore PAG.25 Pac, l’Italia fa quadrato PAG.55

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

dei container 61

Logistica flash 62

QUARTA - QUINTA GAMMA«Innovazione, ricerca, qualitàRicetta vincente nella IV gamma 63

DISTRIBUZIONEPrivate di successo 64

PUBBLICITÀ CHE FRUTTARicco di regali l’”albero” di Marlene 72

Vip in tv a febbraio e marzo 72

Ingrosso e… Gerry Scotti per Melapiù 72

In copertina - Fruit LogisticaFruit Logistica non si ferma 25

In copertina - Fruit LogisticaQualche ombra su Berlino 26

In copertina - Fruit LogisticaGalan in vistita tra gli stand.Ma il feeling con il settore è poco 27

In copertina - Fruit LogisticaOperatori italiani soddisfattiQuesta volta con dei “ma” 28

In copertina - Fruit LogisticaPreoccupazione ma pochi vuotinegli stand nordafricani 35

ATTUALITÀ

EDITORIALETutto cambia. Niente cambia? 3

BORSINO MANAGER & AZIENDESoli, Laudani, Lamacchia, Viesti 6

INTERVISTAMauti: «Contenimento dei costie più attenzione al mercato interno» 8

GENTE & FATTIPromozione, Trentini presidentedel comitato consultivo europeo 12

Liquidazioni troppo basse ai sociLagnasco Group cambia direttore 13

Farmers market “presidio”delle varietà a rischio? 14

Il ministro Galan al Mercato di Padova:puntare su export, aggregazioni, logistica 15

NOTIZIARIOIsmea: raccolti ortofrutticoli“su” nei prossimi sette anni 16

Calano i consumi di food nel 2010Frutta e vedura limitano i danni 19

In distribuzione il nuovo catalogodei prodotti Rijk Zwaan Italia 20

Agricoltori italiani a Madridper studiare la filiera 21

Conserve Italia, intesa con Tesco:Cirio più forte in Inghilterra 22

BIOLOGICO NEWSBiofach convincePaesi dell’Est in grande spolvero 58

2010 di crescita per il bio ItalianoVale 3 miliardi, primi nell’export 60

LOGISTICANei porti del Tirreno il 90%

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5M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

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w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Biofach 2011 a vele spiegate PAG.58 La patata ritrova il sorriso PAG.69

Ortofrutticolo

L’INSALATA DELL’ORTO pagina 21MELAPIÙ pagina 24MONSANTO pagina 2MONSANTO SEMINIS pagina 23PLANITALIA copertina IIIROSARIA pagina 34SOPEXA pagina 11VALFRUTTA FRESCO pagina 18VIP copertina I

INSERZIONISTI

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

In copertina - Fruit LogisticaWapa: più mele dall’Emisfero SudIl mercato europeo assorbe bene 37

In copertina - Fruit LogisticaKiwi, andamento lento: magazzinisemipieni, prezzi così così 39

In copertina - Fruit Logistica Flash 40

In copertina - Fruit LogisticaInternazionalizzazione ad EstStudio Com lancia la sfida 47

In copertina - Fruit LogisticaLa Gd si avvicina. Mercati fiduciosi 51

Le tre anime di AgrosudIn 40 mila alla fiera di Napoli 53

Coltura, cultura e… innovazione 54

Reciprocità, Op forti, “reti”anti crisi: la Pac secondo l’Italia 55

Negoziato Ue-Mercosur,«Bruxelles a tutela degli agricoltori» 56

Sviluppo del seedless prioritarionelle strategie dell’uva pugliese 57

La Spagna delle arance osteggiagli agrumi siciliani 65

SCHEDA PRODOTTO

NEL PROSSIMO NUMERO

www.corriereortofrutticolo.itè il nuovo Quotidiano on line natodall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva ecommerciale della frutta con notizie,interviste, dati

www.corriereortofrutticolo.itaspetta i Tuoi commenti alle newsdel giorno

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Largo alle fragoleGrandi aspettative per la stagionecommerciale delle fragole: la qualitàdovrebbe essere elevata, a fronte diuna superficie investita stabile rispet-to all’ultima campagna.

☛ La Spagna è in crisi?Analisi sul mercato spagnolo e sul rap-porto tra il Paese iberico e l’Italia. Il si-stema ortofrutticolo è davvero in diffi-coltà? E quali sono le possibili conse-guenze dell’attuale trend?

EUROPA-MONDO

PATATE NOVELLELa patata… respira: il mercato torna a daresoddisfazioni dopo due stagioni difficili 69

Febbraio conferma la corsa dei prezzi,prime Novelle in Sicilia 71

Europa flash 66

La crisi libica lascia il segnoExport italiano bloccato 67

Dole e la conservazione del suolo«Una priorità in Centro America» 68

ULTIMA ORA. ROMANO SOSTITUISCE GALAN AL MIPAAF

Alla fine, l’annunciato rimpasto c’èstato e Giancarlo Galan ha lasciato aSaverio Romano il dicastero dell’Agri-coltura, divenendo ministro dei BeniCulturali. L’esponente dei “Responsa-bili” ha giurato il 23 marzo davanti alpresidente della Repubblica GiorgioNapolitano. Palermitano, 46 anni, Saverio Roma-no diventa Ministro tra qualche pole-mica: in una nota il Quirinale “haespresso riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunità po-litico-istituzionale” a fronte di “un procedimento a carico di Romano per gra-vi imputazioni”.Le associazioni di categoria, dalla Cia, a Copagri fino alle organizzazioni del-le cooperative Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare e Agci-Agrital hanno peraltro manifestato subito l’intenzione di collaborare con ilneo Ministro per il bene del settore.Dal canto suo Galan ha dichiarato di “lasciare un Ministero cui ho affidato en-tusiasmo e passioni che sono cresciuti giorno dopo giorno, avendo capito finda subito le difficoltà e le opportunità di un settore che giustamente viene de-finito primario. Tra le mie principali soddisfazioni c’è di sicuro l’utilizzo almeglio delle risorse previste dai Programmi di Sviluppo Rurale 2007-2013”.

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CorriereOrtofrutticolo

M a r z o 20116 www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticoloI “+” e “-” dell’ortofrutta

☛ Stefano SoliIl manager di Valfrutta Fresco non manca di creatività. In-sieme a uno studio di design ha messo a punto un kit di og-getti utili per un più facile consumo della frutta, che saràpresto lanciato sul mercato. Fa parte del kit, ad esempio, ilpelarance, il tagliakiwi con chucchiaio eccetera. Gli ogget-ti sono in plastica e si troveranno dentro una piccola con-fezione sulla quale viene illustrato il loro utilizzo ottimale.L’obiettivo 2011di Valfrutta Fresco, che punta anche sull’in-novazione varietale, è incrementare di oltre il 40% le ven-dite in Italia estendendo la rete dei grossisti e dei super-mercati. Il 2011 sarà anche l’anno dello “sbarco” all’estero.Decisamente su

☛ Salvo LaudaniIl marketing manager della siciliana Oranfrizer, ai primi dimarzo a Tokio per il Foodex 2011, ha evitato, come tutti ipartecipanti all’importante fiera alimentare, il devastanteterremoto-tsunami che ha colpito il Giappone nei giornisuccessivi. Il Giappone è entrato in un periodo molto diffi-cile e bisognerà aspettare prima che possa ridare soddisfa-zione agli esportatori del made in Italy alimentare, un set-tore che i giapponesi mostrano tuttavia di apprezzare mol-to. Grazie all’impegno di Laudani, Oranfrizer è in Giappo-ne il numero uno nella promozione e nella vendita dell’a-rancia rossa siciliana, sia fresca che spremuta. Al FoodexOranfrizer ha lanciato la granita d’arancia, di limone e dimandarino e ha lanciato un piano triennale di marketingche ora forse dovrà tener conto della nuova situazione. Maonore al merito. Decisamente su

☛ Giuseppe LamacchiaIl direttore dell’ufficio Ice di Puglia e Basilicata, con sede aBari, come si suol dire, ci mette l’anima. Gli operatori delvasto comprensorio, tra i principali per la produzione or-tofrutticola italiana, hanno in lui un sicuro punto di riferi-mento e una fucina di idee e di iniziative. L’ultima trovatadi Lamacchia, davvero geniale, è avvicinare i produttori diuva da tavola pugliesi agli importatori medio-orientali difoglie di vite. In Medio Oriente le foglie di vite hanno un ampio uso ali-mentare come contenitori commestibili di altri alimenti,dal riso alle carni. Fino ad oggi, gli importatori arabi an-davano a comperare le foglie d’uva in California. Su

☛ Gianfranco ViestiUn economista ha sostituito a metà febbraio Cosimo Laci-rignola alla presidenza della Fiera del Levante, lo storicoente fieristico di Bari, in cerca di rilancio. All’insediamen-to Viesti ha detto che cercherà il sostegno degli enti fonda-tori per ridare impulso alle iniziative. Cosimo Lacirignola,uno dei più stimati esperti italiani di agricoltura mediter-ranea, torna ad occuparsi in esclusiva dell’Istituto Agrono-mico Mediterraneo di Valenzano, di cui è lo storico e ap-prezzato direttore. Per Viesti una sfida non facile. Né su négiù

BORSINO DEI MANAGER☛ Canova Srl L’azionista di riferimento diAlmaverde Bio, il Consorzioleader in Italia per i prodot-ti biologici, continua a cre-scere grazie alla forza pro-pulsiva e alla capacità pro-duttiva sempre più specia-lizzata dello stabilimento diLongiano, in Romagna, acui si aggiungono le unitàproduttive di Scanzano Io-nico in Basilicata e di Don-

na Lucata in Sicilia. A Lon-giano si lavorano 30 refe-renze diverse al giorno, da100 a 150 mila colli alla set-timana. Al prodotto frescosi è aggiunta la produzionedi frutta biologica di quartagamma. L’innovazione aLongiano è continua. Lo sipuò considerare il primostabilimento europeo per lalavorazione di frutta biolo-gica. Decisamente su

☛ Gruppo Napoleon Con 40 mila tonnellate dipatate, 13 mila tonnellate dicipolle, migliaia di tonnel-late di altri ortaggi, dal ra-dicchio alle verze, dalle zuc-chine agli asparagi, il grup-po veronese Napoleon hamigliorato le posizioni nelcorso del 2010 avvicinando-si ai 60 milioni di euro difatturato, con un incremen-to del 17 per cento sul 2009.Attraverso il lavoro dellacentrale commerciale situa-

ta alla VeronaMercato, nelcuore del “Quadrante Euro-pa”, la produzione localeviene affiancata dal prodot-to di importazione prove-niente da ogni angolo delmondo, in particolare daSpagna, Turchia, Tunisia,Israele, Tasmania, Germa-nia. Napoleon punta anchesull'innovazione, realizzan-do ortaggi di quarta e quin-ta gamma per penetrarenuovi segmenti di mercato.Decisamente su

☛ Coop. Sant’Orsola A Pergine di Valsugana nuo-ve linee di confezionamen-to per i piccoli frutti diSant'Orsola. Imballaggi piùresistenti e più performantisono stati presentati per laprima volta a Berlino du-rante Fruit Logistica e inte-resseranno presto l'intera

produzione. La cooperativaha inoltre lanciato, per tuttii soci, un servizio gratuitodi consulenza per il control-lo della gestione aziendaleal fine di ottimizzare risor-se e profitti. Così, attorno aipiccoli frutti più conosciutid'Italia, il business potràcrescere ancora. Su

☛ Mercati AssociatiLa partita è appena comin-ciata. La conclusione do-vrebbe essere un cambiodella guardia al vertice diMercati Associati, l'associa-zione che raggruppa gli entigestori e dunque i titolaridella proprietà dei Mercatiall'ingrosso e dei CentriAgro-alimentari italiani. Lapresidenza è da tempo nelle

mani dell'inossidabile Otta-vio Guala, presidente di lun-go corso anche di FedagroMercati, la federazione deigrossisti. L’8 marzo MercatiAssociati ha tenuto una riu-nione definita “interlocuto-ria”. I candidati alla succes-sione di Guala ci sono già. Ilcome e il quando dipenderàcertamente anche dallo stes-so Guala. Né su né giù

BORSINO DELLE AZIENDE

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CorriereOrtofrutticoloI ntervista

● Mirko Aldinucci

Stagnazione dei consumi e fles-sione dell’import spingono Frut-tital Distribuzione a guardarecon sempre maggiore attenzioneal mercato interno, consolidandola presenza sul territorio, rappor-tandosi con i Mercati all’ingrossoe cercando di ridurre i costi.A illustrare la strategia della Srlfacente parte del GF Group è Pao-lo Mauti, dallo scorso dicembreamministratore delegato di Frut-tital. Mauti non nasconde che “il 2010è stato un anno di seria e genera-lizzata difficoltà per il settore: siè parlato tanto di crisi nel 2009,ma il comparto ha sentito l’ondalunga della crisi lo scorso anno,con un generale calo di consumie una stagnazione dei prezzi”. An-che perché “nel 2010 la produzio-ne ortofrutticola è avvenuta a co-sti più alti, senza che a ciò abbiacorrisposto una remunerazioneadeguata a causa delle difficoltàeconomiche: i margini insommasono davvero bassi”.E Fruttital Distribuzione non faeccezione: “difficile, nel contestoattuale, creare marginalità”, com-menta Mauti. Ma qual è la situazione sui mer-cati internazionali? “Alcune cam-pagne di prodotto, soprattuttodall’Argentina e dalla Spagna,hanno subito pesanti battuted’arresto a livello di volumi,quindi vi è un contenimento deiquantitativi. La Spagna è tra iPaesi più sofferenti, perché molteaziende lavorano in funzione deimercati esteri e soffrono la frena-ta delle economie basilari perl’export. La coda del 2010 avevafatto ben sperare; a dicembre ilmercato è stato dinamico, avevadato l’impressione che si potesseverificare una ripresa ma in pocotempo si è tornati sui livelli deimesi precedenti. Difficile fare

previsioni per i prossimi mesi, isegnali non sono confortanti. Nelbreve periodo non dovrebbero es-serci grandi cambiamenti”.Fruttital sta così ponendo mag-giore attenzione al prodotto na-zionale, distribuito attraverso iMercati ortofrutticoli. “Stiamo at-tuando una politica di conteni-mento dei costi con attenzione aidati di bilancio”, prosegue Mauti.I prodotti di punta sono banane(per le quali è previsto un calodei quantitativi in ambito mon-diale), ananas (i quantitativi nel2011 non dovrebbero subire parti-colare variazioni), pere (i cui vo-lumi dopo l’ultima campagna intono minore dovrebbero tornare

su livelli standard), kiwi, agrumi,frutta esotica, meloni, uva e or-taggi. A livello qualitativo vi è unavvicinamento del livello tra iPaesi un tempo meno concorren-ziali e quelli più strutturati. An-che il Nord Africa, al di là delladifficile situazione politica attua-le, è cresciuto molto.“Una crisi come quella attuale -prosegue Mauti - non l’avevamomai vista; non possiamo dire seci sarà un ritorno ai livelli pre-crisi. Stanno cambiando le abitu-dini alimentari con trasferimen-to dal fresco al pre-confezionato.Bisognerebbe puntare a promuo-vere in modo deciso il consumodi frutta e verdura, sottolineandol’importanza dell’ortofrutta fre-sca per la salute e tornare a farecultura. Senza però limitare la li-bertà di scelta: siamo in un mer-cato globale, è giusto poter optaresui prodotti di controstagione.Consumare ortofrutta è una me-dicina naturale, questo andrebbedetto a gran voce. A livello pro-mozionale si sta facendo qualco-sa, ma i tentativi attuali sono si-curamente migliorabili”.Possibili ripercussioni da ciò chesta succedendo in Nord Africa?“Nell’immediato sicuramente; al-cuni prodotti dei Paesi dellasponda Sud del Mediterraneopronti per l’invio, ad esempiodelle fragole, non hanno spedito.Bisognerà capire quanto le azien-de nordafricane coinvolte daglieventi in corso sono solide estrutturate per poter reggere que-sta situazione di mancata venditae mancato guadagno”.A proposito dei rumors secondocui il rapporto tra GF Group e DelMonte, principale fornitore del

M a r z o 20118 www.corriereortofrutticolo.it

Mauti: «Contenimento dei costi e più attenzione al mercato interno»

L’amministratore delegato di Fruttital Distribuzione:«Margini sempre più bassi e prospettive incerte, momentodavvero delicato. Ma non ridurremo i volumi di banane»

2008 270.020.000 euro 2009 270.360.000 euro2010 278.980.000 euro

Fatturato di Fruttital

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gruppo, sarebbe vicino a una rot-tura (che avrebbe ripercussioninon indifferenti: il volume di ba-nane a marchio Del Monte veico-lato dal gruppo in Italia nel 2009è stato intorno alle 110 mila ton-nellate, l’80% delle quali matura-te nei centri di Fruttital Distribu-zione Srl), Mauti si limita a sotto-lineare che “Fruttital Distribuzio-ne è leader sul mercato italianoper quanto riguarda i volumi di-stribuiti di ananas e banane, conuna presenza capillare su tutto ilterritorio nazionale; sicuramen-te, a prescindere da qualsiasi pos-sibile sviluppo, riteniamo che ivolumi attualmente commercia-lizzati, circa 150.000 tonnellatetra banane ed ananas, non ver-

ranno diminuiti. Le strategie fu-ture per quanto riguarda questedue referenze, sono e saranno inogni caso legate agli interessi cheGF Group ha, non solo in Italia,

ma anche in Francia, Spagna,Portogallo e Grecia, dove è pre-sente con aziende distributrici diortofrutticoli freschi”[email protected]

CorriereOrtofrutticoloIntervista

M a r z o 201110 www.corriereortofrutticolo.it

2008 93.000 40.500 25.800 18.700 4.100 10.800 23.800 4.400 6.500 5.700 20.1002009 95.600 50.800 24.500 17.300 5.400 11.600 28.100 3.500 7.400 5.800 20.8002010 94.800 47.500 25.600 14.500 4.800 13.800 28.400 4.100 7.900 6.800 20.200

Banane Ananas Agrumi Pere Mele Kiwi Ortaggi Uva Meloni Esotico Altri frutti

Principali prodotti commercializzati da Fruttital Distribuzione (in tons)

Banane Costa Rica, Colombia, EcuadorAnanas Costa Rica, BrasileAgrumi Argentina, Israele, Sud Africa, Spagna, Egitto, ItaliaPere Argentina, Cile, Sud Africa, Spagna, ItaliaMele Cile, Argentina, Sud Africa, ItaliaKiwi Nuova Zelanda, Cile, ItaliaOrtaggi Spagna, Francia, Olanda, Belgio, Germania, ItaliaUva Cile, Argentina, Sud Africa, Spagna, Perù, ItaliaMeloni Brasile, Costa Rica, Spagna, Francia, Marocco, ItaliaEsotico Brasile, Colombia, Sud Africa, Perù, Messico,

Thailandia, Ecuador, VietnamAltra frutta Spagna, Francia, Olanda, Egitto, Perù, Cile, Italia

Paesi d’origine dei principali prodotti distribuiti

I dati della tabella (fonte:Fruttital), riflettono un trend stabi-le, negli ultimi tre anni, per il prin-cipale prodotto commercializzatodalla società ligure, la banana, afronte di una modesta flessione del-l’ananas dopo che i volumi, nel2009 erano considerevolmente au-mentati rispetto al 2008. Lieveincremento per gli agrumi, mentreflettono le pere e, in misura più con-tenuta, le mele. Deciso segno più in-vece per i kiwi, lieve crescita degliortaggi e dell’uva, che riprendonoquota dopo il calo del 2009; in atti-vo meloni ed esotico. Variazioni ir-rilevanti per gli “altri frutti”.

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FATTIGE

NTE

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M a r z o 201112 www.corriereortofrutticolo.it

Incarico di prestigio per LucianoTrentini, direttore del Cso, chenella riunione del 2 marzo aBruxelles è stato eletto presidentedel Comitato consultivo promo-zione della Commissione Euro-pea.Il Comitato è l’organo di collega-mento tra sistema produttivo eCommissione Europea con cuilavora a stretto contatto per met-tere a punto i meccanismi e leprocedure più opportune all’otti-mizzazione delle attività di pro-mozione dei prodotti europei.Al Comitato consultivo promo-

zione partecipano importanti or-ganizzazioni tra cui Celcaa (Eu-ropean Liaison Committee forAgricultural e AgriFood Trade),Ciaa (associazione che rappre-

senta gli interessi in Europa del-l’industria del Food and Drink) eCopa-Cogeca (in rappresentanzadelle cooperative agricole euro-pee) che hanno l’interesse comu-ne di promuovere i prodotti agri-coli primari e l’agroalimentareeuropeo nel suo insieme.L’esperienza maturata da Trenti-ni nel settore delle promozioni siè consolidata in Centro ServiziOrtofrutticoli, attraverso la rea-lizzazione di importanti progetticomunitari come Mr. Fruitness eSapori d’Europa.“La mia presidenza - il commen-to di Trentini - avviene in un mo-mento cruciale per l’agricolturaeuropea con la revisione dellaPac e delle politiche di promozio-ne”. Un riconoscimento prestigiosoper l’Italia: Trentini lavorerà astretto contatto con i diversi set-tori che compongono il Comita-to, dalla produzione, all’indu-stria, al trade, per assicurare unefficace funzionamento della po-litica europea della promozionecon l’obiettivo di rendere noto epercepibile il valore aggiunto del-l’agroalimentare europeo sia aiconsumatori del mercato internosia a quelli dei Paesi Terzi.

Promozione, Trentini presidentedel Comitato consultivo europeo

Novità in vista per il packaging delle banane Del Monte. La multina-zionale statunitense sarebbe intenzionata, dopo una fase sperimenta-le negli Usa, a introdurre in Europa una nuova singola confezione perogni banana. L’obiettivo è quello di creare una nuova forma di acqui-sto del frutto, visto come “snack” da passeggio, da mangiare in diversimomenti della giornata, mentre si fa shopping, o si è in una stazionedi servizio o in palestra.Dalla Del Monte assicurano che i materiali del packaging sono asso-lutamente “eco-friendly” e a “maturazione controllata”: le banane ven-gono inserite nelle confezioni ancora verdi, in tal modo possano ma-turare più lentamente.

Confezioni monoprodottoper le banane Del Monte

In occasione del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, La LineaVerde ha lanciato l’Insalata del Tricolore, firmatata DimmidiSì. Va-leriana, riccia e radicchio rosso per questa nuova referenza checromaticamente strizza l’occhio alla bandiera italiana. Una sceltadettata dalla volontà di festeggiare il Paese nel quale l’azienda è na-ta e opera dedicandole un prodotto simbolo della sua attività:un’insalata fresca, selezionata, già lavata e confezionata in una bu-sta che, per l’occasione, si ispira ai tre colori della bandiera. Un’opportunità per dare al consumatore un’occasione in più perfesteggiare il Belpaese e vedere l’offerta di IV gamma come semprepiù moderna, attuale e “patriottica”. L’Insalata del Tricolore è di-sponibile sul mercato dai primi di marzo.

La Linea Verde celebra il 150modell’Unità d’Italia con l’insalata “del tricolore”

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FATTIa cura di M

irko Aldinucci

GENTE &CorriereOrtofrutticolo

13M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Giuseppe Termanini (nella fotosotto) è il nuovo direttore dellaCooperativa Lagnasco Frutta edell’Organizzazione di ProduttoriLagnasco Group. La “bufera” che ha investito larealtà frutticola piemontese ne-gli ultimi mesi (come riportatodal nostro sito internetwww.corriereortofrutticolo.it neigiorni scorsi), scaturita nel mal-contento dei soci a seguito delleliquidazioni della frutta estiva,aveva costretto alle dimissioni,nel febbraio scorso, GianmatteoBaralis alla vigilia di quella chesi sarebbe rilevata un’infuocataassemblea della base sociale. Leredini della principale cooperati-va frutticola del Nord-ovest sonostate affidate ad un personaggioconosciuto ed apprezzato nel set-tore quale appunto l’emilianoTermanini.Originario di Vignola, ex diretto-re della Cooperativa Emiliafrutta,aveva ora un ruolo di responsabi-lità nella Agrintesa, il colossofrutticolo nato dalla fusione del2007 di Emiliafrutta, Agrifrut Ro-magna ed Intesa,facente parte delgruppo Alegra, dicui era manager.Nessuna dichiara-zione dai vertici

della Cooperativa, che dopo“l’accanimento mediatico” sullavicenda del mese scorso, preferi-scono tenere un profilo basso:“sono questioni organizzative in-

terne”, l’unico commento.I soci ora auspicano un miglioreandamento della cooperativa econfidano in particolare in unastagione estiva più brillante

Liquidazioni troppo basse ai sociLagnasco Group cambia direttore

Paolo Bruni lascia la presidenza di Apo Coner-po. Ne era presidente fin dal 1994 quando fu co-stituita. Al suo posto il 46enne ravennate Davide Ver-nocchi eletto all’unanimità dal Consiglio diAmministrazione che ha anche chiamato allavice presidenza il ferrarese Roberto Cera, presi-dente della società commerciale Naturitalia e

vice presidente della cooperativa Patfrut di Ferrara.Vice presidente di Apo Conerpo dal 2003, presidente nazionale delsettore Ortofrutticolo di Fedagri/Confcooperative, membro del Consi-glio di Amministrazione della cooperativa Agrintesa di Faenza (Ra-venna), Vernocchi è laureato in Scienze Agrarie ed è titolare e con-duttore di un’azienda agricola ortofrutticola in provincia di Ravenna. “Assumo questo importante incarico in un momento particolarmen-te difficile per il settore agroalimentare e per l’economia in generale,alla vigilia di riforme comunitarie che modificheranno radicalmentegli scenari europei”, ha dichiarato Vernocchi, che ha sottolineatol’importanza di un vero gioco di squadra per vincere le sfide future. “Sono stati anni di intenso lavoro - ha detto invece Bruni - nei qualiil nostro Gruppo con la volontà e l’impegno di tutti è riuscito a cre-scere economicamente, nelle dimensioni, nei fatturati e nella leader-ship”. Apo Conerpo esprime 1.100.000 tonnellate di prodotti, 7.000 so-ci, 45 cooperative, 5.000 addetti e un fatturato di 685 milioni di euro.

Apo Conerpo, presidenza daBruni a Vernocchi

Il radicchio rosso di Treviso sul piccolo schermo. Merito della famiglia Gasparin di Quinto di Treviso checoltiva radicchio trevigiano da generazioni. Una saga familiare che Rai Uno ha presentato il 5 marzo, nelprogramma “Le amiche del sabato” condotto da Lorella Landi andato in onda nel primo pomeriggio.

Radicchio rosso di Treviso su Rai Unocon la saga dei Gasparin, storici produttori

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FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

In Italia sono scomparse dalla ta-vola tre varietà di frutta su quat-tro e su una larga percentuale diquelle rimaste grava il rischioestinzione. È quanto emerge dal primo dos-sier sul fenomeno dei “FarmersMarket in Italia” presentato allaprima assemblea nazionale degliAgrimercato di Campagna Ami-ca della Coldiretti. In Italia nelsecolo scorso si contavano 8.000varietà di frutta, mentre oggi siarriva a poco meno di 2.000 e diqueste ben 1.500 sono considera-te a rischio di scomparsa ancheper effetto dei moderni sistemidella distribuzione commercialeche privilegiano le grandi quan-tità e la standardizzazione dell’of-ferta. Coldiretti stima che almeno 100varietà vegetali definite minori,tra frutta, verdura, legumi, erbeselvatiche trovino sbocco nell’at-tuale rete di mercati degli agri-coltori di Campagna Amica. Nu-merosi sono gli esempi prove-nienti dalle diverse regionid’Italia. In Friuli si coltiva l’agliodi Resia, di grande qualità, moltoaromatico e particolarmenteadatto alla produzione di salumimentre è piemontese il Cardogobbo di Nizza con cui si preparala bagnacauda. Ma nei Mercati diCampagna Amica sono stati sal-

vati anche la Patata blu del Tren-tino e la Zucca Berettina dell’E-milia Romagna. Nelle Marche sitrovano mandorle, pistacchi, pi-noli, mentre i Fagioli del Purga-torio sono una specialità lazialedall’alto valore nutrizionale. LaMela Gaetanella, bassa, panciutae profumatissima, è una specia-lità dei farmers market del Moli-se, mentre la Melanzana rossa diRotonda Dop appartiene alla tra-dizione della Basilicata. Ha pro-prietà antitumorali l’Annona, untipo di frutta che si produce inCalabria. Dagli agricoltori sicilia-ni viene il rilancio delle Carrubeusate nelle diete come sostituti-vo del cioccolato. In Sardegna èstata poi recuperata Sa Pompia,sorta di cedro dalla buccia spessae ruvida usato nella preparazio-ne di un dolce tipico dei matri-moni, oltre che preparato candi-to o come ingrediente di liquori.

M a r z o 201114 www.corriereortofrutticolo.it

Farmers market “presidio”delle varietà a rischio?

I single spendono per gli acquisti alimentari il 64% in più rispetto al-la media delle famiglie italiane. È quanto emerge da un’analisi dellaColdiretti sulla base dei dati Istat relativi ai consumi delle famiglie. Laspesa media per alimentari e bevande di un single è di 304 euro al me-se, superiore del 64% rispetto - sottolinea la Coldiretti - ai 185 euromensili destinati alla tavola da ogni singola componente di una fa-miglia tipo italiana formata da in media da 2,5 persone.Ed è anche e forse soprattutto grazie ai single che i consumi di IV e Vgamma sono in aumento.

I single spendono il 64% in piùper gli alimentari

Il 36% dei bambini italiani ètroppo grasso: è allarme obesitàtra i più piccoli. Vita sedentariae troppa televisione, magarimangiando merendine iperca-loriche, hanno portato il 23,6%dei bambini a essere in sovrap-peso e il 12,3% a essere addirit-tura obeso. I dati provengono dall’indagine“Okkio alla salute”, condottadall’Istituto superiore di sanitàper conto del ministero dellaSalute e sono stati illustrati il23 febbraio dal ministro Ferruc-cio Fazio durante una interro-gazione nel Question time allaCamera. L’indagine è stata condotta suun campione di 46.000 bimbiin 2.600 scuole: tra le primecause del problema, il fatto chei bambini “saltano la prima co-lazione, consumano merendecon calorie e grassi, un terzonon mangia abbastanza frutta everdura, solo un terzo fa attivitàfisica adeguata e tutti vedonotroppa tv, anche perché la metàdei bambini italiani ha un tele-visore in camera”.�Un allarme che, ha spiegato Fa-zio, richiede “interventi di poli-tica intersettoriale con regioni,ministero dell’Istruzione, mini-stero delle Politiche agricole,associazioni scientifiche, pro-duttori di alimenti”.

Troppi bimbiobesi in Italia

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FATTIa cura di M

irko Aldinucci

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L’Italia è il quinto Paese al mon-do come produzione di frutta eprimo in Europa ma deve cresce-re nelle esportazioni e nella ca-pacità di vendere: lo ha detto l’exMinistro delle politiche agricolealimentari e forestali, GiancarloGalan, in visita a inizio marzo alMercato agroalimentare (Maap)di Padova. “È bene utilizzare la produzionedi energia da fonti rinnovabilinei Mercati come fatto qui alMaap, ancora più importante ècostruire piattaforme logisticheche agevolino lo sviluppo degliscambi. Occorre pertanto averebasi nei mercati. In Russia, adesempio, dove è necessaria unabase in loco, altrimenti venderediventa difficilissimo”.“Bisogna che tutti i produttori diortofrutta lavorino per un obietti-vo comune: crescere in Europa,consorziandosi maggiormente.Siamo produttori di grande qua-lità, ma soffriamo di un grandegap rispetto alla Francia e allaGermania, un ritardo che va as-solutamente colmato. Per questoribadisco l’urgenza di smetterlacon la malsana competizioneportuale al nord: creiamo un por-to comune con Venezia, Trieste eCapo d’Istria. Solo così si potràsfruttare al meglio il Green corri-dor da Alessandria a Venezia”.

15M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Cambio della guardia al vertice di Veronamer-cato: Gian Paolo Sardos Albertini (nella foto) èil nuovo presidente della società che gestisce ilCentro agroalimentare scaligero al posto diRiccardo Caccia. Nato a Gargnano (Brescia) nel dicembre 1948,avvocato esperto in diritto amministrativo, fi-no al 30 settembre dello scorso anno Sardos Al-bertini è stato presidente di Agsm Verona SpaMultiutility che opera nei settori della produ-zione di energia elettrica - sia in forma convenzionale sia nel settoredelle energie rinnovabili - della distribuzione di gas ed energia oltre-ché nella vendita di questi prodotti. È stato inoltre componente del Comitato Esecutivo di Federutility aRoma e del Comitato Esecutivo di Confservizi del Veneto.Per Caccia, che presiedeva Veronamercato dal novembre 2007, è pron-ta invece una poltrona nel consiglio di amministrazione della Fonda-zione Cariverona.

Veronamercato, presidenzaa Gian Paolo Sardos Albertini

Giancarlo Galan al Maap di Padova:puntare su export, aggregazioni, logistica

Rinnovate a Roma le cariche di Civi-Italia, ilCentro Interprofessionale per le Attività Vi-vaistiche, per il prossimo triennio.�Riconfermato alla presidenza assieme a tuttoil consiglio uscente Giandomenico Consalvo(nella foto), salernitano, titolare dell’azienda vivaistica di famiglia. Unsegno di continuità che i soci hanno voluto dare al Consorzio pre-miando il lavoro svolto fino ad oggi nel rispetto dell’obiettivo di unamaggiore diffusione del sistema di certificazione nazionale. Per daremaggiore forza alle attività del Civi, il consiglio è stato allargato a rap-presentanti provenienti da importanti realtà vivaistiche del sud Italiae delle zone alpine.“Ringrazio il consiglio per la fiducia - ha affermato Consalvo - ma so-prattutto ringrazio tutti i soci per la fattiva collaborazione dimostratafino ad oggi che ci ha fatto raggiungere obiettivi importanti”.L’incontro tra CdA e assemblea dei soci ha registrato la partecipazio-ne di tutto il mondo vivaistico italiano delle produzioni altamentequalificate di fruttiferi, agrumi, fragola, olivo e piantine orticole,espressione dalle Alpi alla Sicilia. Così viene ulteriormente evidenziata l’attività del Consorzio, ricono-sciuto dal Mipaaf quale unico organismo interprofessionale di livellonazionale a rappresentare il settore vivaistico per la promozione edattuazione dei programmi di certificazione in Italia.�

Vivaismo, il Civiconferma Consalvo

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Produzione agricola stabile o inmoderata espansione, aumentodei prezzi sui mercati internazio-nali e inasprimento dei costi le-gati all’approvvigionamento deifattori produttivi. Questo lo scenario di medio-lun-go termine dell’agricoltura deli-neato nell’Outlook dell’agroali-mentare italiano - Rapporto an-nuale 2009-2010, pubblicato daIsmea.Per quanto riguarda l’evoluzionedella produttività - spiega l’Ismea- non ci sono, alle attuali condi-zioni, elementi per ritenere chele rese possano crescere in ma-niera significativa nei prossimisette anni per effetto di innova-zioni tecnologiche. Viceversa ivincoli di compatibilità ambien-tali imposti dalla Pac determine-ranno presumibilmente una ri-duzione del grado d’intensifica-zione dell’agricoltura.Nel dettaglio, le previsioni Ismeaindicano uno scenario di crescitaper i prossimi sette anni per leproduzioni frutticole e olivicole,nonostante le difficoltà di reperi-mento della manodopera e le cre-scenti pressioni competitive suimercati internazionali, più evi-denti nel settore dell’olio d’oliva.Tenderebbe inoltre ad aumentareprogressivamente la produzionedi ortaggi e legumi, anche invirtù del forte incentivo derivan-te dall’ammissibilità dei terrenicoltivati ad ortive e patate perl’abbinamento dei titoli. Il pomo-doro da industria, al contrario,con il disaccoppiamento totale apartire dal 2011, risulterebbe me-no attrattivo rispetto alle altre or-ticole, con conseguente contra-zione dell’offerta.Relativamente ai prezzi, lo scena-rio è di crescita progressiva, pereffetto sia della riduzione dell’of-ferta, limitatamente a talune col-ture, sia di un’ulteriore espansio-

ne della domanda, so-prattutto nel settoremangimistico. A inci-dere sull’andamentodei prezzi agricoli sa-rebbe anche la tenden-za all’aumento dei co-sti dei fattori di produ-zione.

Ismea: raccoltiortofrutticoli “su”nei prossimi sette anni

otiziarioN CorriereOrtofrutticolo

M a r z o 201116 www.corriereortofrutticolo.it

Gli aumenti dei prezzi sui mer-cati all’origine dell’ultimo tri-mestre (+14,1% rispetto allostesso periodo del 2009), a frontedi una crescita più contenuta deicosti di produzione (+4%), se-gnalano un graduale recuperonei livelli di redditività in agri-coltura.È quanto rileva l’Ismea nell’ulti-mo numero di Tendenze, il tri-mestrale di analisi e previsionisull’agroalimentare italiano, dacui si evince, inoltre, che la pro-duzione agricola totale avrebbechiuso il 2010 con una flessionedello 0,6%, per effetto di unacontrazione del 2,1% delle colti-vazioni vegetali compensata, so-lo parzialmente, da una crescitadell’1,7% delle produzioni zoo-tecniche.In particolare per i cereali si sti-ma un generale incremento del-la produzione, con aumenti so-prattutto per il frumento duro(previsto un +6,6%) e il grano-turco (+3,1%). Per frutta e agrumi, al contrario,sono previste flessioni rispetti-

vamente del 4,3% e del 22,3%, acausa dell’andamento climaticosfavorevole e della batteriosi cheha colpito le piantagioni di kiwilaziali.Riguardo agli ortaggi, la riduzio-ne degli investimenti e le condi-zioni climatiche negative hannodeterminato una forte riduzionedei raccolti di pomodoro da in-dustria (-10,7%) e patate (-9,9%).L’offerta zootecnica è indicatainvece in aumento, grazie a unacrescita dello 0,8% delle conse-gne di latte e a una maggioreproduzione nazionale di carnibovine, suine e avicole.Sul fronte industriale, infine, laproduzione alimentare ha fattosegnare un aumento del 2% tragennaio e ottobre 2010, rispettoal corrispondente periodo del2009.

Redditi, nei campisegnali di ripresa

L’Ecuador è il primo fornitore di ortofrutta dello Stivale con 231.324tonnellate di prodotti inviati (-4,3%) e 130,6 milioni di euro a valore(-8,8%). Seguono Costa Rica, Spagna, Colombia e Francia. A valore ilprimo Paese che esporta in Italia è la Spagna sebbene gli approvvi-gionamenti sul mercato iberico siano calati del 25%, specie per il mi-nor ricorso alle importazioni di pesche, nettarine e pere. �In totale leimportazioni hanno totalizzato 1,1 milioni di tonnellate (-5,9% ri-spetto allo stesso periodo 2009) e 844 milioni di euro a valore (-6,8%).�

I principali fornitori di ortofrutta dello Stivale?Ecuador in volume, Spagna in valore

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Segno meno nel 2010 per i consu-mi alimentari in Italia. Lo rileval’Ismea che su base annua calco-la una flessione degli acquisti do-mestici dello 0,6% in volume, ac-compagnata da una riduzione deiprezzi dello 0,5%.Il bilancio negativo riflette, intermini quantitativi, una contra-zione della domanda domesticadi carni bovine (-4,6% rispetto al2009), vini (-3,4%), prodotti ittici(-2,9%) e frutta (-1,8%). Al contrario sono aumentati nel2010 gli acquisti di oli d’oliva(+3,7%), grazie soprattutto agliextravergini, derivati dei cereali(nonostante la flessione di panee pasta), carni suine e salumi(+0,6%), mentre è emerso un an-damento complessivamente sta-zionario per latte e derivati, or-taggi e carni avicole (bene il pol-lame, male il tacchino).Tra i lattiero-caseari crescono gliacquisti di latte e yogurt, mentresegnano il passo i formaggi. Venendo nello specifico al com-parto ortofrutticolo le rilevazionidell’Ismea indicano, più in detta-glio, riduzioni per pere, mele,kiwi e banane. È proseguito invece il buon anda-mento degli acquisti di ortaggi diIV gamma (lavati e confeziona-ti), mentre i freschi tradizionalihanno subito complessivamenteuna battuta d’arresto.Relativamente ai canali di vendi-ta, iper e supermercati, che con-centrano il 70% della spesa ali-mentare domestica, hanno con-fermato sostanzialmente i volu-mi di vendita del 2009. Negativoinvece il dato rilevato da Ismeaper il dettaglio tradizionale, men-tre liberi servizi e discount han-no segnato entrambi una crescitarispetto al 2009.A livello territoriale, infine, laflessione dei volumi ha riguarda-to tutte le aree geografiche ad ec-

cezione del Nord-Ovest (+0,4%).Più accentuato il calo degli ac-quisti nel Mezzogiorno (-1,3% ri-spetto al 2009), mentre nelle re-

gioni del Centro Italia e del Nord-Est si rilevano riduzioni rispetti-vamente dello 0,6 e dello 0,3 percento.

19M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Calati i consumidi food nel 2010Frutta e verduralimitano i danni Il Centro Servizi Ortofrutticoli

di Ferrara ha ospitato e orga-nizzato un incontro in colla-borazione con Novamont, Ca-fer e Riff98 rivolto ai tecnicioperanti nell’ambito dei pro-getti di assistenza tecnica pro-vinciale per parlare di mate-rie plastiche biodegradabili inagricoltura. Lo smaltimento delle materieplastiche siano queste teli perla copertura delle serre o deipiccoli tunnel o pacciamatureo per altri usi come i diffusoridi ferormoni per la confusio-ne sessuale in frutticoltura ogli imballaggi rappresenta unproblema importante per leaziende. L’uso della plasticabiodegradabile può portare adimportanti risparmi in termi-ni non solo ambientali. È ilcaso della pacciamatura bio-degradabile in Mater-bi, unprodotto che si ottiene dall'a-mido di mais, o di altri cerea-li, che biodegrada per il 90%in appena 6 mesi “Questi temi - ha detto Trenti-ni del Cso - sono all’ordine delgiorno, considerato anche chele coltivazioni orticole in Ita-lia coprono una superficie dicirca 450.000 ettari di cui al-meno 100.000 coltivati su ter-reni totalmente o parzialmen-te pacciamati”.

Plastica “bio”,un’opportunità

“Le tensioni sociali che stannoattraversando il Nord Africa,innescate dagli aumenti delprezzo dei generi alimentari,e il nuovo rialzo record deiprezzi di cereali, zucchero eoli vegetali, sono manifesta-zioni degli squilibri nel siste-ma globale di approvvigiona-mento alimentare”. Lo ha det-to, al Parlamento Europeo, ilpresidente della CommissioneAgricoltura Paolo De Castro. “A ciò - ha proseguito - devonoaggiungersi il fenomeno dellavolatilità dei prezzi delle ma-terie prime agricole, l’inci-denza dei cambiamenti clima-tici sulle rese agricole, la scar-sità delle risorse naturali. Fat-tori questi che, nei prossimianni, potrebbero far raddop-piare i prezzi dei generi ali-mentari. Eventualità dalleconseguenze drammatiche so-prattutto per quelle parti delmondo dove la spesa alimen-tare rappresenta più del 40% eche, in un’economia mondia-le sempre più integrata e in-terdipendente, rischia di crea-re disagio nel pianeta. E inquesto scenario, è l’agricoltu-ra ad assumere un ruolo diportata straordinaria. Auspi-chiamo un impegno deciso econcreto dell’Unione Euro-pea”.

Nord Africa, «tensionida rialzo dei prezzi»

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Primavera, tem-po di primizie: ilperiodo idealeper lanciare unanovità dedicataagli orticoltori.La filiale italia-na della multi-nazionale RijkZwaan - leader nell’offerta di se-menti orticole di qualità - ha ap-pena messo in distribuzionel’ultima release del proprio cata-logo prodotti, snella e risponden-te alle esigenze dei clienti. Neparla con entusiasmo Alessio Pi-gozzi (nella foto sopra), generalManager di Rijk Zwaan Italia ri-spondendo ad alcune domande:

Quali sono i principali elementiche contraddistinguono il nuovocatalogo?La nuova edizione - a differenzadella precedente, molto descritti-va - si connota per due caratteri-stiche rilevanti: la compattezza -riunendo tutte le varietà in un'u-nica pubblicazione- ed il tagliotecnico, da manuale d’uso, essen-do dotato di molte tabelle infor-mative, più che di foto. Abbiamocosì risposto alle richieste emer-genti dei fruitori (vivaisti, riven-ditori, commercianti e orticolto-ri), che -al momento di definire irispettivi programmi- necessita-no di prontuari precisi ed esau-stivi.

Nello specifico, quali informazioniaggiuntive fornisce agli specialistidel settore? Come dicevo, seguendo un ap-proccio da prontuario d’uso, piùche da catalogo, per ciascuna ti-pologia evidenzia la tabella deicicli di trapianto e raccolta, la ta-bella delle resistenze alle malat-tie, la guida ai trapianti,l’aggiornamento per tutte le fa-miglie della gamma e l’indica-

zione - attraverso appositi segna-latori - se disponibile come pro-dotto biologico o non trattato.Un’ulteriore novità consiste nel-la segnalazione di tutte le varietàche, per il consumatore finale,evidenzieranno un gusto superio-re alla media: si tratta della lineaa marchio Sensational Flavours, icui plus sono stati evidenziati daun panel test condotto da un isti-tuto di ricerca specializzato sulletipologie cetriolo, lattuga Salano-va®, melanzana, melone, pepero-ne e pomodoro. Gli eccellenti ri-sultati di questa analisi hanno

trovato conferma nei giudizi deiclienti e degli esperti che hannopartecipato ad un evento convi-viale organizzato all’Hotel GrandVisconti Palace di Milano nell’ot-tobre 2010, culminato con ilpranzo a base delle specialitàSensational Flavours organizzatodallo chef d’alto rango Sergio Fer-rarini.

Una gamma completa ed oggi an-cora più fruibile, da vero speciali-sta del settore.Non a caso, Rijk Zwaan fa partedel gruppo Orto wic di Assose-menti, costituito nel 2008, cheraggruppa le 18 aziende semen-tiere che, grazie alle loro attivitàdi ricerca genetica, finalizzata al-la messa a punto di nuove varietàorticole, fanno produzione ecommercializzazione di sementida orto.

Per informazioni: segreteria di Rijk Zwaan Italia, Letizia Bonfiglioli, tel 051 [email protected]

M a r z o 201120 www.corriereortofrutticolo.it

In distribuzione il nuovo catalogodei prodottiRijk Zwaan Italia In un contesto di caduta della domanda a livello europeo, la ristora-

zione italiana rappresenta un’eccezione. Il settore dei consumi fuoricasa risulta nel nostro Paese in crescita e si conferma avere una fun-zione anticiclica nell'ambito dell’agroalimentare e rappresental’ancora di salvezza per molte imprese della filiera. È quanto emerge dalla ricerca del Centro studi Fipe “L’Europa al ri-storante: consumi e imprese” con la quale è stata inaugurata alla pre-senza di Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura esviluppo rurale del Parlamento europeo, “Sapore 2011”, la quattrogiorni di Mostra Internazionale dell’Alimentazione in calendario dasabato alla Fiera di Rimini. I consumi alimentari - si legge nella ri-cerca - restano una voce di spesa di primaria importanza. Essi valgo-no, nell’Unione Europea, 882 miliardi di euro pari al 13,1% della do-manda complessiva. Soltanto per l’abitazione gli europei spendono dipiù. Se poi si includono nella spesa alimentare anche la quota desti-nata ai consumi fuori casa, pari a 468 miliardi di euro, l’alimentarerappresenta un quinto del budget complessivo di spesa dei cittadinieuropei. In dieci anni i consumi alimentari sono aumentati, in Euro-pa, di 58 miliardi di euro, 37 in casa e 21 fuori casa, con tassi di cre-scita identici (circa 5 punti e mezzo percentuali). La crescita è da at-tribuirsi per due terzi ai consumi alimentari in casa e per il restanteterzo a quelli fuori casa, comparto che vede l’Italia in crescita.

Ristorazione italiana in controtendenzaCresce a dispetto della crisi

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Una delegazione Coldiretti è stata a Madrid nel-l’ambito di un progetto di formazione finanziatodalla Regione Veneto che prevede, oltre alle ore inaula, una missione in una capitale europea sul te-ma “La filiera degli altri”.La missione si è svolta dal 16 al 18 febbraio conl’obiettivo di far conoscere le caratteristiche dellafiliera agroalimentare del Paese visitato e valutareil grado di penetrazione del Made Italy agroali-mentare nel mercato del Paese visitato. A tale pro-posito, la delegazione di 23 operatori ha avuto nel-la giornata del 16 febbraio un incontro conl’omologa spagnola Asaja mentre il 17 di febbraioIce Madrid ha organizzato un programma com-prendente la visita a Mercati, sia all’ingrosso che aldettaglio, e nel pomeriggio un incontro nella sezio-ne consolare dell’Ambasciata d’Italia con il diretto-re dell’Ufficio Casciotti.La direzione di Ice Madrid ha offerto una panora-mica sulla congiuntura economica locale nonchèsulle relazioni economiche e commerciali, relativa-mente ai prodotti agroalimentari, tra il nostro Pae-se e la Spagna.

Agricoltori italiani a Madrid per studiare la filiera

Aicoop entra in ColdirettiPresidenza a Mario TonelloAicoop, associazione italiana Cooperative, dopoaver svolto l’assemblea nazionale ha formalizzatola richiesta di adesione a Coldiretti condividendo-ne le linee programmatiche e strategiche nonché ilmodello organizzativo e sindacale. Aicoop racco-glie oltre 700 cooperative dei settori produzione-la-voro, sociale, edilizio diffusa sul territorio naziona-le ma con particolare presenza nelle regioni Lazio,Lombardia, Calabria, Campania e Piemonte.L’assemblea nazionale di Aicoop ha anche provve-duto al rinnovo delle cariche sociali dell’associa-zione eleggendo alla presidenza il vicepresidente diColdiretti Mauro Tonello.

21M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Cancro del kiwi,il Mipaaf emana un DecretoIl ministero alle Politiche agricole, alimentari e fo-restali ha approntato un provvedimento per affron-tare l’emergenza della diffusione del batterio Pseu-domonas syringae pv. Actinidiae, una delle princi-pali minacce per le coltivazioni di kiwi. L’Italia è ca-pofila di un’iniziativa di contrasto del fenomeno. IlMipaaf ha presentato di fronte al Comitato perma-nente fitosanitario il decreto che potrebbe ora esse-re la base di un’iniziativa a livello europeo.

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Conserve Italia, leader europeonell’ortofrutta trasformata con650.000 tonnellate di prodotto la-vorato e un fatturato di quasi unmiliardo di euro, rafforza ulte-riormente la propria presenzanel Regno Unito. Il gruppo coo-perativo, attualmente presente in92 Paesi, ha infatti siglato un im-portante contratto commercialecon l’insegna Tesco, che con unaquota ponderata del 30,5% è lea-der assoluto del mercato britan-nico per i prodotti a base di po-modoro.“L’accordo - sottolinea il direttorecommerciale estero di ConserveItalia, Cesare Concilio - prevedela fornitura di nuove referenze abase di pomodoro a marchio Ci-rio che si aggiungono a quelle giàproposte sugli scaffali Tesco dal-l’inizio del 2010. Entro il mese dimarzo saremo quindi presenti intutti i punti vendita di questo ve-ro e proprio colosso della grandedistribuzione britannica, checonta 105 ipermercati e 658 superstore, con una gamma ancora piùricca e qualificata di prodotti fir-mati da Cirio”. “Sempre in Gran Bretagna - affer-ma Paolo Gerevini, direttoremarketing di Conserve Italia -dall’inizio di febbraio siamo pre-senti con tre articoli decisamenteperformanti (pelati e polpe) su-gli scaffali di Sainsbury, che rap-presenta la terza insegna del pae-se con una quota ponderata del16,6%. Prosegue inoltre positiva-mente la partnership con la cate-na Morrisons (che detiene unaponderata del 12,3% nei derivatidel pomodoro), la più antica del-la Gran Bretagna, concentratanel centro-nord del paese. Paral-lelamente, continua la collabora-zione con Waitrose, che ha unaquota di mercato del 4% ed è laprima insegna distributiva bri-tannica per qualità dell’offerta”.

“Grazie a queste nuoveimportanti partner-ship commerciali si-glate in Gran Breta-gna - conclude AngelSanchez, direttore ge-nerale - Conserve Ita-lia, in soli 12 mesi, èdiventato il secondofornitore del mercatoinglese in un settore,come quello dei deri-vati del pomodoro, de-cisamente difficile inquanto dominato dal-le marche private, chesfiorano il 70% delmercato. Entro il 2011il Gruppo, grazie an-che al prezioso contri-buto assicurato dal“team” attivo oltre Ma-nica, raddoppierà lapropria quota in que-sto comparto”.

M a r z o 201122 www.corriereortofrutticolo.it

Conserve Italia,intesa con Tesco:Cirio più forte in Inghilterra

Convegno in Opo Veneto a ZeroBranco, in provincia di Treviso,su come conservare e svilupparela biodiversità negli agrosistemi.Duplice l’obiettivo dell'iniziati-va rivolta in particolare agli or-tofrutticoltori: tutelare l’am-biente per migliorare la qualitàdei prodotti. In sostanza è statoillustrato che cosa è possibileoperare per rendere minimol’impatto delle attività agricolesull'ecosistema e per consentire

di produrre ortofrutta di qualitàin ambienti di qualità. RelatoriGianfranco Caoduro, presidentedi World Biodiversity Associa-tion, Paolo Fontana della Fonda-zione Edmund Mach di San Mi-chele all’Adige (Trento). Fran-cesco Arrigoni e Federico Nada-letto di Opo Veneto hanno pre-sentato esperienze di coltivazio-ni sostenibili in orticoltura. Lerelazioni sono state arricchite dauna serie di presentazioni chehanno messo a fuoco situazionie possibilità di intervento peruna agricoltura sostenibile attra-verso la quale si possano miglio-rare le condizioni ambientali, ri-pristinare ed alimentare la bio-diversità e avere cibi sani e ge-nuini.

Biodiversità, convegno Opo Veneto

Fruttagel, una delle principali aziende diproduzione e trasformazione di frutta e ver-dura in Italia, ha recentemente ampliato ilcontratto di fornitura siglato con Chep, lea-der mondiale nel pooling di pallet e conte-nitori. Oltre a confermare il volume di pal-let già forniti a Fruttagel, il nuovo contrat-to rappresenta un’opportunità di crescitapari a 185.000 movimentazioni annue.L’azienda utilizzerà pallet 1200x800 milli-metri standard e pallet espositori da800x600 mm. “Il sistema dei pallet in inter-scambio era difficile da gestire e implicavamolti costi nascosti,” spiega Paolo Ziliani,supply chain Manager di Fruttagel in Italia.“Riteniamo che Chep sia in grado di offrireuna soluzione più efficiente ed efficace dalpunto di vista dei costi. “L’accordo includeinoltre una robusta soluzione di packagingche ci consentirà di proteggere meglio i no-stri prodotti durante il trasporto”. “Stiamo lavorando - dice Luca Rossi, coun-try general manager Chep Italy - con altridettaglianti, produttori e fornitori di logi-stica sul territorio italiano in modo cheChep possa soddisfare le esigenze dell’inte-ra supply chain”.

Fruttagel consolida la partnership con Chep

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Numeri da record per l’edizione2011 di Fruit Logistica. La fieradell’ortofrutta svoltasi a Berlinodal 9 all’11 febbraio ha registratola presenza di oltre 56 mila visi-tatori professionali, il 4% in piùrispetto ai 54 mila del 2010, pro-venienti da 132 Paesi.In crescita anche il numero degliespositori: 2.452 provenienti da84 Paesi, a fronte dei 2.314 da 71Paesi del 2010.Risultati incoraggianti anche perFreshconex, fiera dedicata all’or-tofrutta “convenience” (terminecon cui sono “riuniti” tutti i pro-dotti alimentari già preparati perl'uso come insalate miste lavate econfezionate, zuppe, ma anchepiatti pronti per il microonde osalse pronte), che alla quarta edi-zione ha contato 100 espositoriprovenienti da 18 Paesi. Un mi-gliaio gli accrediti del settore del-l’informazione con operatoriprovenienti da 50 Paesi. �Christian Göke, dirigente dellafiera di Berlino, evidenzia “il re-spiro internazionale, la panora-mica del mercato globale e l’altolivello dei rappresentanti presen-ti alla fiera: nessun altro eventodi settore riunisce i partner com-merciali di tutta la filiera mon-diale in maniera più efficace diFruit Logistica”. ●

25M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Oltre 56 mila visitatori (il 4% in più del 2010) e 2.452 espositori da 84 Paesi (a fronte dei 2.314 da 71) per l’edizione 2011; in attivo anche Freshconex

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CorriereOrtofrutticolo COPERTINA CFRUIT LOGISTICA

Stando agli organizzatori della rassegne berlinese, un espositore sudue ha dichiarato di aver presentato un’innovazione o un’ulterioresviluppo di un prodotto già esistente. L’85% degli espositori ha va-lutato positivamente il successo commerciale della propria parteci-pazione. Un terzo di loro, stando alle rilevazioni di Messe Berlin,ha potuto concludere affari commerciali, sebbene questo non fosseil loro primo obiettivo. L’80% degli espositori ha valutato la propriapartecipazione da ottima a soddisfacente, mentre il 69% dichiarache la situazione economica attuale è positiva. Nel complessol’83% degli espositori ha avuto un’impressione positiva di quest’e-dizione di Fruit Logistica.La quota dei visitatori internazionali è stata del 77%, in larga parteproveniente dai Paesi Europei. Il 7% è arrivata a Berlino da Paesiextra Ue, il 7% dagli Stati Uniti, il 5% dall’Asia, il 4% dall’Africa el’1% dall’Oceania. I visitatori erano principalmente importatoried esportatori, rappresentanti del commercio all’ingrosso e al det-taglio e produttori di frutta e verdura.La competenza decisiva dei visitatori si è mantenuta ad un livellocostante. Il 74% ha dichiarato di esercitare un ruolo decisivo nelledecisioni di acquisti nella propria azienda. Il 97% si è dichiaratosoddisfatto dell’ampia offerta proposta dal Salone. L’84% hagiudicato positivamente la propria visita a Fruit Logistica. L’82% hapotuto allacciare nuovi contatti. Più di un terzo dei visitatori haconcluso affari commerciali; il 72% si attende ulteriori sviluppi etransazioni dovuti ai contatti intrapresi durante il Salone.

Organizzatori soddisfatti: feedback positivo da oltre l’80% dei partecipanti

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Claudio Scalise*

Nello scorso numero del Corriere avevoriportato alcune riflessioni frutto dellaosservazioni di cosa stava succedendonel mondo fieristico specializzato. Nel-la disamina avevo provato ad eviden-ziare alcune difficoltà che si stavanomanifestando nelle ultime edizioni diFruit Logistica. Nel complesso le per-plessità mi pare siano state conferma-te. La prima cosa che è balzata agli occhidi tutti è il concentrarsi dell’evento nel-la giornata del giovedì. Qualcunoscherzando ha ribattezzato la fiera co-me “One Day Exhibition”. Effettiva-mente il venerdì mattina si percepiva per gli stand un’a-ria di smobilitazione abbastanza generalizzata. E’ chiaro che questo primo elemento deve fare riflettere.In una situazione di questo genere probabilmente i vi-sitatori si sono concentrati o sugli incontri già pianifi-cati o su aree più ridotte di visita, rinunciando a visita-re l’insieme della esibizione.La domanda sottintesa che aleggiava tra diversi opera-tori era se un investimento così oneroso - per essere pre-senti con uno stand sufficientemente curato - fosse ri-pagato dai risultati ottenuti.Personalmente, quest’anno ho incontrato diversi opera-tori -di aziende medio/piccole poco strutturate - che giàavevano rinunciato allo stand preferendo operare comevisitatori. L’impressione riportata in modo abbastanza generaliz-zata era di una maggiore efficacia di questa formulache permetteva di poter “girare di più” e “incontraremolte più potenziali clienti-fornitori degli anni prece-denti”. Un altro elemento che si percepiva è stata la ri-duzione di presenze nelle aree di Spagna e Francia.Questa situazione è forse un segno delle difficoltà delsettore in questi due paesi e della riduzione di interesseverso di essi quali Paesi fornitori da parte degli opera-tori del trade. Inoltre, specie per la Spagna, penso che un ulteriore fat-tore che ha contribuito ad una presenza ridotta sia sta-to la nascita di Fruit Attraction di Madrid. Una fiera in forte sviluppo che ha in parte cannibaliz-zato l’interesse e la presenza a Fruit Logistica per gli

operatori spagnoli. In terzo luogo si conferma la difficoltàdella parte convegnistica che continuaa risultare un po’ avulsa dalla fiera inquanto tale. Gli elementi positivi da salvaguardaredel resto vengono confermati anche daquesta edizione della manifestazione.La vetrina globale dell’ortofrutta è si-curamente Berlino: praticamente tutti

i principali produttori mondiali sono presenti in fieraed in essa si ha una panoramica dell’offerta di tutto ilpianeta. Anche sul fronte della domanda si è confer-mato anche quest’anno come Fruit Logistica sia il luo-go di incontro dei traders di tutti i continenti.Il premio all’innovazione sta prendendo piede e sta di-ventando una vetrina di grande interesse per le impre-se che partecipano, anche per la ricaduta in termini didiffusione sulla stampa specializzata che garantisce. Alla luce di quanto detto, ritengo che si riconfermi lanecessità di ripensare alla organizzazione della Fieraper ridarle lo slancio degli anni passati. Continuo a pensare che il suggerimento indicato nelprecedente articolo di organizzare l’esposizione pergrandi categorie-tipologie di prodotto: frutta invernale,estiva, esotica ecc. anziché per Paese potrebbe rappre-sentare una traccia di riflessione interessante. Così co-me portare all’interno delle varie aree i momenti di ap-profondimento con piccoli seminari su argomenti di ri-ferimento o con momenti di presentazione di propostenuove ecc, da parte delle aziende- possa rappresentareun modo per rendere più coinvolgente ed interessante lapartecipazione a Fruit Logistica sia per i visitatori cheper gli espositori. Certo non si tratta di una scelta faci-le da farsi per l’importanza e la delicatezza della situa-zione, ma sicuramente qualche correttivo andrà rapi-damente posto in essere per non far perdere di smaltoad un appuntamento unico nel settore.

* Direttore di SG Marketing Agroalimentare Srl

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Qualche ombrasu Berlino

Una rassegna importante ma... “sbilanciata” - il giovedì calamita gran parte dei contatti -

in cui visitare è meglio che esporre

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CorriereOrtofrutticolo

Il ministro delle Politiche Agrico-le e Forestali Giancarlo Galan haincontrato gli operatori italianipresenti in fiera a Berlino e par-tecipato all’incontro, organizzatodal Ministero stesso, in cui è sta-to presentato il progetto Fruttanelle Scuole (ne riferiamo a par-te). “L’Italia - ha dichiarato il Mi-nistro in Piazza Italia dopo averletto su un foglio i dati relativi aiprimi dieci mesi 2010 dell’im-port-export ortofrutticolo - dovràpuntare sempre di più alla rico-noscibilità dei propri prodottiche sono ottenuti seguendo lepiù scrupolose regole di traccia-bilità e sicurezza alimentare. Lalegge sull’etichettatura in questosenso è importante e il fatto di es-sere stati i primi in Europa a an-dare in questa direzione è motivodi orgoglio”.Ad accompagnare Galan (che adire il vero non ha entusiasmatogli operatori, per molti dei qualiha confermato una certa superfi-cialità nell’approccio al settore)c’era il presidente del Cso PaoloBruni (con lui nella foto). Il Mini-stro ha sottolineato l’importanzae il peso determinante dell’orto-frutta italiana in Europa e ha po-sto l’accento sul record di presen-ze italiane a Berlino, dove il nu-mero degli espositori della Peni-sola era superiore anche a quellodegli “ospiti” tedeschi (fatto, perinciso che non deve necessaria-mente essere considerato positi-vo, visto che proprio la frammen-tazione è uno dei limiti ricono-sciuti del sistema-Italia). “Il governo - ha detto ancora Ga-lan - si è molto impegnato, e con-tinuerà a farlo, per sostenere lenostre imprese anche attraversouna più corretta e completainformazione ai consumatori:questo in definitiva il senso delrecente decreto sull’etichettaturache ci vede in anticipo rispetto alresto d’Europa”.

“La legge nazionale sull'etichetta-tura dei prodotti agroalimentari,approvata il 18 gennaio dal Parla-mento - ha proseguito il Ministro- offre infatti nuove opportunitàper la valorizzazione della filieraortofrutticola nazionale e la tute-la dei consumatori, sottolinea ilMinistro. Ora, quindi, con la nor-ma nazionale, sarà possibile dareuna risposta concreta alla richie-sta di trasparenza dei consumato-ri per prodotti come, ad esempio,i trasformati di pomodoro (passa-ta, concentrato, ecc.), facendo fi-nalmente chiarezza sull'origineitaliana rispetto al pomodoro ci-nese o di altre provenienze.”Galan ha parlato di “forte recupe-ro delle esportazioni agroalimen-tari italiane verso la Germania:“l’export italiano diretto in Ger-mania, spiega il ministro Galan,copre infatti una quota pari al20% dell’intero valore delloesportazioni nazionali di prodot-ti agroalimentari, e la Germaniarappresenta, in assoluto, il primosbocco commerciale, seguita daFrancia, Regno Unito e Usa”.

“In questo momento cruciale perl’agricoltura europea - ha dettodal canto suo Bruni - in cui sistanno discutendo i futuri assettifinanziari e strategici della poli-tica agricola comunitaria, il per-corso da tracciare per le impreseitaliane è legato alla capacità didifferenziare l’offerta, creare in-novazione e aprire nuovi merca-ti: uno sforzo importante che ri-tengo vada praticato e sostenutoa tutti i livelli contribuendo co-me stiamo cercando di fare inCso a costruire integrazioni diimprese di filiera per fare siste-ma”. Bruni ha ricordato che importan-ti strategie volte all’innovazionedi sistema dovranno essere soste-nute rilanciando e rafforzando,dopo il 2013, l’Ocm di settore“che - ha detto - rappresenta oggiun modello da salvaguardare per-ché presenta un sistema di ge-stione che, grazie al cofinanzia-mento è un sistema virtuoso cheandrebbe applicato anche ad al-tri comparti ancora non regola-mentati”. ●

27M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Galan in visita tra gli standMa il feeling con il settore è scarso

Il Ministro ha lodato la folta partecipazione di operatoriitaliani sottolineando i buoni risultati dell’export

e il recupero di quote del made in Italy sul mercato tedesco

COPERTINA CFRUIT LOGISTICA

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● Mirko AldinucciEmanuele Zanini

Nel complesso soddisfatti gli ope-ratori italiani che hanno parteci-pato a Fruit Logistica. Mal’impressione che quella berline-se stia connotandosi sempre piùcome “one day exhibition” e chela dimensione “monstre” limiti lapossibilità di stabilire contatti ol-tre un certo limite è comune amolti degli espositori intervistatida Corriere Ortofrutticolo. Per al-cuni dei quali si potrebbe pren-dere in considerazione l’ipotesidi rendere la rassegna biennale.Luciano Trentini, direttore delCso, sottolinea che in Piazza Ita-lia si è vista una notevole af-fluenza di pubblico da tutto ilmondo per una manifestazioneche si è confermata ad alti livelli.“Il Salone di Berlino rappresentasenza dubbio un’occasione spe-ciale per farsi conoscere e con-frontarsi con l’ortofrutta di tuttoil mondo. L’elevato interesse perla fiera è dimostrato soprattuttodalla folta partecipazione diespositori italiani, ben 437. Lostand di “Piazza Italia” ha vistoaumentare l’affluenza degli ope-ratori e dei visitatori rispetto alleprecedenti edizioni della fiera.Buona la soddisfazione per le ol-tre 30 imprese presenti, le qualihanno registrato numerosi con-tatti”.Cso ha presentato i progetti Frut-ta nelle scuole e Fruitness, que-st’ultimo destinato ai Paesi ex-traeuropei.

Gli operatori di Opo Veneto sonotornati da Berlino sostanzial-mente soddisfatti. E con risultatitangibili. Per l'organizzazione diproduttori ortofrutticoli di ZeroBranco (Treviso) si è trattato diuna “eccezionale opportunità dicontatti e di relazioni.Pietro Berton, responsabilemarketing ha constatato una“buona partecipazione degli ope-ratori in rappresentanza dell’in-tero comparto ortofrutticolo in-ternazionale. La compattezza el’immagine coordinata con cui,negli ultimi anni, i Paesi emer-genti si presentano, fa sicura-mente riflettere. Auspico sial’inizio di un progetto che coordi-ni e presenti il “Sistema Italia”contenendo l'estrema frammen-tazione degli stand italiani”.Anche per Ettore Ramponi, re-sponsabile formativo dell’orga-nizzazione “se si vuole essere vin-centi, sempre più bisogna faresquadra, presentarsi con una im-magine unica. Il mercato mon-diale richiede compattezza ed or-ganizzazione su vasta scala”.“A Berlino - commenta inveceFrancesco Arrigoni, che di OpoVeneto è responsabile della pro-duzione e delle certificazioni -non si sono viste grandi novità,ma sicuramente c'è stato tantomovimento di operatori. Una cer-

ta vivacità è stata notata nel cam-po del biologico e della quartagamma: in questi due segmentiproduttivi, forse, gli spunti piùcuriosi e più innovativi...”.“Una fiera completa, a 360 gradi -la definisce Federico Nadaletto,assistenza tecnica e mezzi di pro-duzione di OPO Veneto -: dalle se-menti alla logistica, era presentel'intera filiera, con i suoi aspettipiù innovativi. Si è visto passareper gli stand il mondo. Grandeinteresse da parte dei Paesi emer-genti, dell'Asia, dell'Africa e del-l'America del Sud. E grande inte-resse per frutta e verdura nel no-stro paese”.Salvo Laudani di Oranfrizer èdell’avviso che l’essenza della fie-ra si concentri in un giorno, ilgiovedì. “Penso che potrebbe ave-re cadenza biennale; è difficile,ogni anno, proporre novità e oc-casioni significative di incontroe sviluppo. Le principali fiere delfood sono tutte biennali, un mo-tivo ci sarà pure. Niente da direinvece sull’ubicazione: Berlino èideale”. Positivi in ogni caso i ri-scontri ottenuti dall’azienda sici-liana i cui sforzi si concentranosempre più sul fronte dell’inter-nazionalizzazione. “Le sensazio-ni sono buone, malgrado la crisi.A livello generale - constata Lau-dani - dovremmo cercare di met-

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Operatori italiani soddisfattiQuesta volta con dei “ma”

Fruit Logistica si conferma ad alti livelli, però... Berlino riflette l’immagine di un sistema-Italia alle prese con l’onda

lunga della crisi, sfidato da competitor molto agguerriti

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tere in rete meglio i prodotti piùdistintivi del Paese collegandoli afattori vincenti come la gastrono-mia, la cultura e il turismo,straordinarie risorse che non si èin grado di sfruttare ancora ap-pieno”. “L’origine e la tracciabilità sono ipunti forti dei nostri prodotti, ilprocesso di riconoscimento partenei campi di raccolta e continuadurante tutto il ciclo di produzio-ne - dice Laudani -; ogni informa-zione viene incorporata al lotto

da cui derivano i prodotti finiti,così tutti possono risalire alleinformazioni attraverso il codiceinserito nella confezione”.Oranfrizer, oltre alla tracciabi-lità, garantisce metodi di traspor-to avanzati che consente di espor-tare a temperatura costante gran-di volumi di prodotto per servireun mercato dai confini semprepiù ampi. “Fruit Logistica - dice GiuseppeLiturri della pugliese Agricoper -ha confermato anche quest’anno

tutto il suo spessore in termini diampiezza geografica e merceolo-gica anche se è ormai è fiera daun giorno, il giovedì, quasi inge-stibile. Altra “pecca” è rappresen-tata dal crescente numero di visi-tatori non professionali. In ognicaso Berlino resta una tappa fon-damentale e la sua centralità nel-lo scenario europeo è un valoreaggiunto. La crisi economica?L’impressione è che il fondo siastato toccato ma al momento non

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Nell’alta pagina, da sinistra: Danila Bragantini Edoardo Ramondo, Nadia Vanzetti, Giuseppe Liturri e Salvatore Secondulfo;qui sopra Bruno Francescon, Marco Casalini, Stefano Soli, Alessandro Zani e Salvo Laudani

- segue a pag. 31 -

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“Mi pare che, al di là dei datiufficiali, vi sia stato qualcheespositore in meno, mentreper quanto riguardal’affluenza dei visitatoril’impressione è che tutto siapianificato e calendarizzato, soprattutto nelle pri-me due giornate”. Luigi Peviani, presidente di FruitImpresecommentava così, dopo le prime ore di fiera,l’andamento di Fruit Logistica 2011.Un appuntamento, secondo Peviani, “che si con-ferma fondamentale per il settore” e la cui durataè “in linea con le necessità degli operatori”.Quanto all’andamento del settore il leader diFruitImprese tiene a sottolineare che “la libertàdi circolazione delle merci è ormai inarrestabile;a determinare l’andamento dei flussi commercia-li sono le condizioni di mercato e nel 2010, afronte di una minore disponibilità di prodottostraniero nel vecchio continente per le difficoltàproduttive di alcuni Paesi come la Spagna, si è re-gistrato un aumento delle esportazioni e abbiamoimportato meno ortofrutta. Difficile prevedere sequest’anno tale trend sarà confermato; resta ilfatto che la crisi è tutt’altro che superata e che lapressione sui prezzi rimane elevata con un incre-mento di vendite promozionali anche nel food.Collocare le masse non è un problema, il proble-ma sono i margini. Serve dunque un grande sfor-zo delle aziende sul fronte dell’efficienza perchéle prospettive non sono delle più rosee”.Accrescere l’efficienza, dunque, ma non solo: la“ricetta” di Peviani per il rilancio è rappresentataanche da un mix di internazionalizzazione, inno-vazione (anche nel packaging, per renderlo adat-to alle lunghe distanze), crescita professionale,capacità di fare sistema. “Ci sono mercati -conclude Peviani - che si stanno aprendo in ma-niera promettente, è il caso dell’Asia con cui alcu-ne nostre aziende già lavorano mentre altre sistanno attrezzando; la sfida va affrontataseriamente e anche se il mondo della politica ne-gli ultimi anni non ci è stato particolarmente vi-cino dobbiamo vincerla a tutti i costi”. (M.A.)

FruitImprese: alcune defezioniIl mercato vive un periodo difficile

Fruit Logistica sempre più“one day exhibition” checoncentra nella giornatacentrale, quella del giovedì,il grosso del business e il pic-co delle presenze, mentre

mercoledì e venerdì sono in tono minore; unarassegna parzialmente penalizzata dalladimensione “monstre” e dalla crisi politica egizia-na, in grado in ogni caso di confermarsi ad alti li-velli e di lanciare segnali nel complesso piùconfortanti rispetto a quelli emersi dall’edizione2010. Anche perché l’Italia dimostra di saper reg-gere la crisi meglio dello storico competitor spa-gnolo. L’analisi di Renzo Piraccini, amministrato-re delegato di Apofruit Italia, sintetizzaefficacemente anche l’opinione di molti operato-ri presenti alla manifestazione.

Piraccini, Fruit Logistica 2011 è andata meglio opeggio dell’edizione precedente?La fiera si concentra sempre di più nel secondogiorno di apertura. A mio parere ci sono stati me-no visitatori il mercoledì e il venerdì, di più ilgiovedì. Nel complesso una edizione un po' sotto-tono rispetto al 2010, per le defezioni dall'Egitto -Paese partner - e degli altri Paesi delMediterraneo. Anche la Spagna ha ridotto sensi-bilmente la sua presenza.

Quali i punti di forza e di debolezza della rassegna?Fruit Logistica rimane il più importante appunta-mento per l'ortofrutta mondiale, su livelliirraggiungibili dalle altre manifestazioni. Lagrande estensione territoriale, per una fiera spe-cializzata, è però un limite grandissimo.

L’Italia dell’ortofrutta ce la farà?Mi sembra di veder un po' più di effervescenzaimprenditoriale da parte di molte imprese. La cri-si evidentemente ha creato numerosi problemi alsettore ma quelli che sopravvivono sono più fortidi prima. In generale mi sembra che questa situa-zione abbia creato maggiori problemi alle impre-se spagnole che a quelle italiane.

E le aspettative per il 2011?Per quanto riguarda le produzioni invernali leprospettive sono buone. Il mercato è attivo e iprezzi sono notevolmente più alti dello scorso an-no. Anche per i prossimi mesi si prevede unandamento positivo. La grande incognita è lafrutta estiva, molto fragile per la sua deperibilità,su cui non si possono azzardare previsioni. (M.A.)

Piraccini: è “one day exhibition”,Spagna ed Egitto in tono minore

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si può determinare quando ini-zierà la risalita…”.Edoardo Ramondo amministra-tore delegato di T18 parla di unaFruit Logistica 2011 migliore del-l’edizione 2010: “Fiere come que-ste sono uno sprone a fare meglio- dice - fanno capire che come si-stema Italia abbiamo ancora tan-ta strada da fare a livello com-merciale, organizzativo, di stan-dardizzazione del prodotto”.Nadia Vanzetti della piemonteseVanzetti Fruit (società che com-mercializza tra i 50 e i 60 milaquintali di pesche e nettarine eun analogo quantitativo di meleprodotte da tre aziende agricoledi proprietà, e destinate intera-mente all’estero, ai supermercatidi Svezia, Germania, del NordAfrica e del Medio Oriente), harilevato invece un’affluenza mo-desta di visitatori nelle giornatedi mercoledì e venerdì: “La sensa-zione - dice - è che ci sia pocomercato, la crisi morde e l’Italiadeve uscirne con un colpo di reniperché i Paesi emergenti, comeEgitto e Marocco, stanno facendopassi da gigante”.Vanzetti Fruit ha inaugurato nel2009 un nuovo magazzino che haconsentito di espandere l’attivitàe si propone ai referenti con unproprio marchio. Gli impianti diproduzione sono nuovi; un’a-zienda giovane, quella di Savi-gliano, nel torinese, che sta cono-scendo una significativa crescita.A detta di Stefano Soli, della di-rezione commerciale e marke-ting di Valfrutta Fresco, “da unpaio d’anni a questa parte a FruitLogistica c’e più offerta che do-manda e si verificano fenomeni,anacronistici, di operatori priva-ti, soprattutto del Sud Italia, chevanno in giro per cercare di col-locare la propria merce”.“Purtroppo - prosegue Soli - que-sto è un settore che soffre la tota-le mancanza di marketing e lamancanza di pianificazione, percui si vive alla giornata, anzi “al-la stagione”, confidando nelle di-sgrazie del “vicino”. L’attenzioneal prezzo è sempre più elevata,quasi spasmodica, ma i “primi

prezzi” e le promozioni sono lamorte per le produzioni di qua-lità, più costose di quelle deicompetitor, del nostro Paese.D’altro canto, la grande distribu-zione dovrebbe segmentare perdare valore a prodotti che altri-menti rischiano l’anonimato”.A detta di Soli, dunque, serve unpiano strategico che privilegil’aspetto promozionale (“dicendoperò anche che la frutta è buona,non solo che fa bene”) e la veraqualità made in Italy.Intanto Valfrutta Fresco sta lan-ciando sul mercato prodotti in-novativi e simpatici accessori peraiutare a mangiare comodamen-te frutta e verdura.Danila Bragantini, titolare dellaBragantini Marco & figli di SanMartino Buon Albergo, nel vero-nese, conferma che Fruit Logisti-ca deve fa riflettere il sistema Ita-lia “che - dice - ha perso tantebuone occasioni e rischia di esse-re sopravanzato dai concorrenti:non riusciamo a stare al passocon gli altri Paesi”. Buonal’impressione della Bragantinisulla tre giorni berlinese.Lapidario il commento di Gian-mauro Bergamini, presidente delConsorzio MelaPiù; “il mondodell’ortofrutta in 60/70.000 metriquadri: Fruit Logistica si confer-ma ancora una volta la più im-portante Kermesse ortofrutticolaeuropea. Sempre alto l’interessedegli operatori; sicuramente ungrande momento di incontro ditutti gli addetti al settore”.Per Giorgio Agnellini, ammini-stratore unico dell’omonima so-cietà bresciana specializzata nel-l’importazione, lavorazione e di-stribuzione della frutta secca,confezionata in atmosfera con-trollata rintracciabile si può par-lare di “settore in grande diffi-coltà soprattutto per quanto con-cerne il mercato tradizionale,mentre i ready to eat hanno spa-zi e margini di crescita così comei nutraceutici: insomma, occorrepuntare sull’innovazione peremergere, come ha testimoniatoanche questa buona edizione diFruit Logistica 2011”.

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“A Fruit Logistica dovremmopresentarci tutti insieme.Piazza Italia ha tanti esposi-tori, ma vorremmo arrivassea raggruppare l’interosistema Paese”. Un sogno for-se irrealizzabile, quelloespresso da Paolo Bruni inoccasione della visita del Mi-nistro Galan nel principalepolo espositivo nazionale. Unsogno peraltro condiviso daAmbrogio De Ponti,presidente di Unaproa e diAop Uno Lombardia, cheperò va oltre. Molto oltre:“Giusto dire che dovremmofare sistema, presentandoci aBerlino tutti insieme. È unafiera che ha trovato unformat vincente, in una cittàche funziona a livello di logi-sitca, accoglienza, qualitàdell’offerta. Tanto di cappel-lo. Ma personalmente sonoscandalizzato che si debba ve-nire fino a qui perchél’ortofrutta, dal punto di vistaproduttivo, è un patrimonioitaliano e mediterraneo equindi ci sono tutte le condi-zioni per organizzare qualco-sa d’importante anche dallenostre parti. Metto a disposi-zione Unaproa per avviareun percorso che vada in que-sta direzione”.Ma su cosa deve puntare il si-stema Italia? “Differenziazio-ne e valorizzazione. Io vengodalla quarta gamma, ilprodotto servizio funziona, ilconsumatore è disposto a pa-gare di più per mangiare inmodo veloce, comodo e sicu-ro insalate, altre ortaggi e oraanche la frutta. Dobbiamoiniziare a dare più valore an-che al fresco, senzamassificare”. (M.A.)

De Ponti: assurdodover venire fin qui...

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Nello stand di Secondulfo, “presi-diato” da Salvatore, responsabileproduzione ed acquisti del sitopugliese, oltre che da Ciro e Mau-rizio responsabili vendite ed ac-quisti e da Pasquale Improta, re-sponsabile produzione diretta,non si nasconde un certo com-piacimento per l’esito della ker-messe: “Dalla fiera sono arrivatibuoni segnali, mentre a livello dimercato il mese di gennaio è an-dato bene per i kiwi, per i qualiabbiamo conseguito una crescitain volumi del 6% rispetto a dodi-ci mesi prima. La campagna del-l’uva è stata nel complesso di-screta, il maltempo ci ha messolo zampino ma non possiamo la-mentarci. Il 2010 si è chiuso conun fatturato in crescita dell’11%sul 2010, a fronte di volumi so-stanzialmente stabili”.L’azienda campana è stata recen-temente protagonista dell’am-pliamento di 4 mila metri quadridello stabilimento o di Battipa-glia, interamente refrigerato, perun investimento di 5 milioni dieuro. Tra i progetti, il lancio diuna linea di frutta di IV gammada destinare, a partire dal 2012, aidistributori automatici nellescuole. Intanto quest’anno entre-ranno in produttività in Pugliaaltri 16 ettari di terreno, con con-seguente aumento della quota diuva commercializzata, che giàora “vale” il 40% circa del totaleimmesso sul mercato da Secon-dulfo.Soddisfatto dell’interesse suscita-to dal proprio stand Bruno Fran-cescon, dell’omonima aziendamantovana così come SebastianoFortunato, presidente del Con-sorzio di Pachino Igp: “Molta - di-ce - l’attenzione soprattutto daparte degli operatori e dai buyertedeschi, austriaci, svizzeri efrancesi, che sono venuti a pro-grammare il lavoro con i nostriproduttori. In questi quattro annidi vita il Consorzio è cresciutostrutturandosi in modo professio-nale, con consulenze che ci per-mettono di essere competitivi eaffidabili. Dai 650 mila chili vei-colati nel 2007 siamo arrivati ai 4

milioni del 2010. Il prodotto tira,ha caratteristiche organolettichesuperiori e lo sforzo attuale è tesoad incrementare la quota di ex-port, visto che l’Italia al momen-to assorbe il 97% del prodotto. Sulfronte promozionale, abbiamo inprogramma una campagna da400 mila euro sulle principali te-state nazionali ed estere fino almese di maggio”.Vicino allo stand del “Pachino” edella Sicilia, l’ampio spazio espo-sitivo della Regione Calabria;operatori siciliani e calabresi era-no nella hall 2.1, al piano infe-riore rispetto a quello dove si svi-luppava il grosso della presenzaitaliana. Giacomo Russo, delConsorzio clementina di Cala-bria Igp e Giacomo Giovinazzo,direttore del settore valorizzazio-ne della Regione dicono di averavuto proficui contatti con lagrande distribuzione tedesca,“che dimostra di apprezzare il no-stro prodotto”, commenta Russo.E prosegue: “La chiave per distin-guere il prodotto italiano deve es-sere la sicurezza che va abbinatoalla qualità, all’informazione e algiusto prezzo. La sfida con i Paesinordafricani, che stanno crescen-do velocemente è difficile e senzaqueste “armi” partiamo battuti.Puntiamo a fare promozioni nel-le scuole tedesche coinvolgendoil ministro dell’Istruzione tede-sco”.“Urge una armonizzazione dei re-quisiti sanitari” il commento diGiovinazzo. “Un altro obiettivofondamentale è quello di raffor-zare il sistema aggregato calabre-se attorno ai suoi cinque elemen-ti di punta: clementine, cipolla diTropea, patata della Sila, fragola edrupacee”. E Fruit Logistica? “Harisposto pienamente alle attese.Ancora una volta”.Claudio Dall’Agata del ConsorzioBestack ritiene che l’Italia siatroppo autoreferenziale: “vedostranieri nei padiglioni italianima non viceversa. Dovremmoaprirci di più all’estero”.Per Gianni Bonora, amministra-tore delegato dell’emiliana CprSystem, la fiera “si concentra tut-

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“Un appuntamento irrinuncia-bile e per noi diFedagroMercati anche un mo-tivo di particolare soddisfazio-ne visto che siamo stati tra iprimi a credere in questa ras-segna”. Ottavio Guala, che diFedagro è il presidente, defini-sce così Fruit Logistica. “Insie-me agli enti gestori negli ulti-mi anni sono arrivati a Berli-no in veste di espositori tantigrossisti che testimoniano lavitalità dei Centri all’ingrossiitaliani, esempio e modelloper i sistemi mercatali deglialtri Paesi”.Guala tiene a sottolineare che“i Mercati oggi vivono un rap-porto stretto e privilegiato conla produzione di tutto il mon-do, mentre la collaborazionecon la grande distribuzione siè rinsaldato ed è ora su buonilivelli; la Gd ha capito che pervendere ortofrutta servonopiattaforme come quellepresenti in Mercato. E allorache le facciano da noi, le loropiattaforme. Anche perché sul“freschissimo” la maggiore ef-ficienza e competitività dellenostre strutture all’ingrosso èlampante” .Un pensiero Guala lo rivolgeanche al dettaglio tradizionale,da lui definito “effervescente”nonostante la crisi: “Quello or-tofrutticolo è l’unico compartodel commercio che registra unsaldo attivo di negozi; il lega-me tra Mercati e dettaglio è so-lido, funziona e funzioneràsempre meglio”. (M.A.)

Guala: la vitalità dei Centri agroalimentari

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ta al giovedì, non si sfruttano inpieno i tre giorni della rassegna.Mi sembra uno spreco, ancheperché le aziende devono comun-que investire risorse, economi-che e umane, per l’intera duratadella manifestazione”. L’Ad di Cpr punta poi il dito sugliallestimenti degli stand. “Bastafare un giro veloce negli spaziespositivi del nostro padiglioneper vedere che manca completa-mente il prodotto, a differenza,per esempio, delle aree dove sonoospitati i Paesi d’Oltremare in cuil’ortofrutta è protagonista, conuna forte attrattiva. L’Italia inve-ce ha gli stand spogli di frutta,verdura e di novità di prodotto.Per esempio dove sono - si do-manda Bonora - le pere, di cuisiamo leader in Europa e nelmondo. Mi sembra ci siano atteg-giamenti miopi e un po’ arrogan-ti in questo senso. C’è poca co-municazione”. E su Fruit Logisti-ca aggiunge: “Rimane un puntodi riferimento del settore ma misembra vada ripensata la conve-gnistica su cui Macfrut mi sem-bra per esempio più attrezzata.Ma le fiere comunque vanno ri-pensate. Si deve dare una mag-gior percezione delle valenze na-zionali. L’Italia, anche a Berlino,ha dimostrato di essere disgrega-ta logisticamente non solo nelmercato ma anche tra i padiglio-ni di Fruit Logistica”.Per Marco Salvi, a capo dell’omo-nima azienda di Ferrara, la fieratedesca è cresciuta negli ultimianni, ma forse fin troppo veloce-mente. Ma con l’occasione di par-lare della principale rassegna in-ternazionale dedicata all’orto-frutta, Salvi sottolinea come inquesto ambito si noti ancora unacrisi d’identità dell’Italia, incapa-ce di trovare un interlocutoreunico a livello istituzionale e unotra i produttori che rappresenti ilsistema del made in Italy all’este-ro. “Abbiamo dei prodotti in cuisiamo consolidati ma è il mo-mento di percorrere la stradadell’innovazione e dell’aggrega-zione. Non sappiamo valorizzarela nostra ortofrutta. Sui mercati

non abbiamo il peso che potrem-mo avere”.Giuseppe Maldini di Orogel (Ce-sena) non risparmia una criticaal ministro dell’Agricoltura Gian-carlo Galan, “il cui intervento -sottolinea - è stato troppo ottimi-stico: non è vero che il settore or-tofrutticolo e agricolo in genera-le va bene. Da soli non ce la fac-ciamo. E sono d’accordo - aggiun-ge il presidente di Orogel Fresco -con chi definisce autoreferenzia-le la partecipazione italiana aFruit Logistica. È la solita routi-ne, poche le novità e ancora tan-ta frammentazione, a partire da-gli stand sparsi tra diversi padi-glioni. In generale è pur vero cheorganizzata così la fiera lascia po-co spazio per fare altre cose. Conle visite programmate da temponon c’è molto spazio per fare al-tro e visitare le altre realtà”.Secondo Dario Lezziero, diretto-re commerciale di Modì Europa(Ferrara), Fruit Logistica è statapositiva per gli interessanti con-tatti avuti “con Piazza Italia im-portante polo attrattivo. Tuttaviasarebbe servito un maggior inter-scambio e apertura con le realtàcircostanti magari attraverso del-le iniziative trasversali comeworkshop allargati per conoscereil livello di ricerca e sviluppo diprodotto, di packaging degli altrimercati. Il rischio è che la com-petitività interna del sistema ita-

liano, che si è in parte riscontra-ta anche qui a Berlino, acuisca laframmentazione già presente”.E che l’Italia sia troppo fram-mentata ne è convinto pure Mar-co Casalini, presidente di Terre-merse di Bagnacavallo (Raven-na). “Basta vedere come quest’anno laSicilia fosse nel padiglione infe-riore, assieme al Nord Africa. Gliitaliani credono sempre di esserei migliori a intanto il mondo or-tofrutticolo va avanti e noi se-gniamo il passo, mentre gli altriPaesi ci sottraggono importantiquote di mercato. Uno dei malidel nostro sistema è il forte cam-panilismo presente cui si sommauna politica agricola assente”.“Siamo un po’ seduti, servirebbepiù dinamicità tra gli stand”,commenta Alessandro Zani, acapo della Op Granfrutta Zani diGranarolo Faentino (Ravenna),secondo cui il movimento tra glispazi espositivi è stato un po’fiacco. E, associandosi al com-mento di Bonora aggiunge: “Ser-virebbero più prodotti esposti”.Per Domenico Sacchetto, presi-dente di Asprofrut di Lagnasco(Cuneo), “Fruit Logistica sta di-ventando troppo grande e perquesto un po’ dispersiva. Sarebbeutile ripensarla in una chiave di-versa, ricompattandola dal puntodi vista logistico”.

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In alto, da sinistra, Russo e Giovinazzo nello stand della Regione Calabria e Agnellini;sotto Giuseppe Maldini, Gianni Bonora e Dario Lezziero

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● Eliana Rapisarda

La crisi che ha colpito i Paesi delNordafrica nelle settimane prece-denti Fruit Logistica 2011 ha in-fluito fortunatamente solo inparte sulla partecipazione deiPaesi mediterranei al più impor-tante appuntamento annuale peril settore ortofrutticolo a livelloeuropeo ed internazionale. Gli espositori della delegazioneegiziana (67, dieci in più rispettoal 2010) erano presenti in forze,nonostante la fiera si sia svoltanegli stessi giorni del picco dellacrisi a Cairo e prima della cadutadi Mubarak. L’umore tra gli standegiziani era però di forte preoc-cupazione e incertezza per il de-stino del paese: la maggior partedegli operatori ci ha detto appog-giare il cambiamento di cuiavrebbe beneficiato anche il set-tore ortofrutticolo. Più sofferente la delegazione tu-nisina (7 espositori, come nel2010), i cui stand erano spessovuoti, nonostante il peggio dellacrisi sociale del paese fosse statosuperato da più tempo rispetto al-l’Egitto. Gli espositori tunisinihanno potuto però contare su diuno stand collettivo nazionaleben in evidenza e una posizioneprivilegiata all’ingresso del padi-glione 1.1. Tra le delegazioni mediterranee

di quest’anno spiccava in partico-lare quella marocchina, costitui-ta da 37 espositori (9 in più ri-spetto al 2010) organizzati suun’area espositiva più ampia edaccattivante rispetto all’edizionepassata. Riunioni commercialiintense anche presso gli standdella Turchia, che era rappresen-tata da 24 espositori (di cui 17 suun’area collettiva nazionale) tracui spiccava il Turkish Citrus Pro-motion Board. Le aziende greche presenti a Ber-lino erano 28, 8 dei quali riunitinella delegazione organizzata dalconsorzio El Fruit, che si occupadell’esportazione di pesche e net-tarine (circa 22,000 tonnellatel’anno) delle 10 aziende socie cherappresentano il 40% della pro-duzione nazionale. Il direttoreVladimir Ievdokimov ci ha spie-gato che il consorzio, che esisteda 3 anni, opera prevalentemen-te in Russia e Ucraina, ma che èin progetto l’espansione nei pros-simi mesi sui mercati tedesco epolacco, “obiettivo per cui la par-tecipazione a Fruit Logistica puòrisultare molto utile”. La granderichiesta di uva da tavola ha ca-

ratterizzato invece la partecipa-zione della Zeus Kiwi, come ci harivelato la export manager Chri-stina Manossis. Attualmentel’azienda greca esporta un totaledi 500 T (Crimson e Thomson),destinate ad aumentare nei pros-simi due anni fino a 900 T graziealla messa a dimora di nuovi vi-gneti. Notevole aumento della parteci-pazione dall’Algeria, presentecon 13 espositori rispetto a solouno nel 2010, mentre la presenzada Cipro è rimasta più o menostabile (25 espositori contro 21nel 2010).Quasi tutti i Paesi mediterraneierano rappresentati quest’anno aFruit Logistica 2011, anche Liba-no, Siria e Giordania che eranoassenti l’anno scorso. La rappre-sentanza del Libano era organiz-zata per la prima volta dal mini-stero dell’Agricoltura, con la col-laborazione delle Camere Regio-nali di Commercio e Agricoltura,e riuniva 20 esportatori di orto-frutta. “Il nostro clima ci consen-te di esportare ciliegie, uva eagrumi quando non sono di sta-gione in Europa - ha spiegatoSaid Gedeon della Camera dicommercio della regione diBekaa, da cui proviene il 42% ditutta l’ortofrutta libanese -. I no-stri principali mercati esteri so-no gli Stati del Golfo, la Siria,

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Preoccupazione ma pochi vuoti negli stand nordafricani

Presenze in crescitadai Paesi mediterranei,

Egitto protagonista

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A l’Egitto e sempre più anchel'Iraq, ma puntiamo ad aumenta-re l’export verso l’Europa ed en-trare anche nel mercato russo".La delegazione siriana era rap-presentata in un unico stand dal-l’Associazione siriana degliesportatori agricoli (fondata solodue anni fa e che rappresentava aBerlino16 esportatori siriani),dall’Export Promotion Agency, edalla Federazione delle Cameredi Commercio. “Fruit Logistica èper noi la porta d’ingresso in Eu-ropa”, ha dichiarato Omar Al-Shalet, presidente dell’Associa-zione siriana degli esportatoriagricoli, i cui mercati principaliattualmente sono Italia, Franciae Germania. Tra i tre era però lostand giordano ad offrire alle 8aziende riunite una migliore ve-

trina grazie all’esposizione di va-ri prodotti, tra cui datteri e ortag-gi. Guardando alle grandi poten-ze mediterranee, gli espositoriitaliani (437) erano i più nume-rosi in assoluto, anche più deglispagnoli che erano in tutto 295 esicuramente più dei francesi(247). Ma mentre la partecipazio-ne italiana era distribuita in duepadiglioni e mezzo (con la Siciliae la Calabria relegate tra gli espo-sitori egiziani e greci), con qual-che altra presenza isolata, la ve-trina spagnola era meglio orga-nizzata anche quest’anno suquattro interi padiglioni succes-sivi, permettendo una visita piùagevole e coerente.Ultima nota interessante, anchese un poco a latere rispetto al te-ma Mediterraneo: la novità dellapartecipazione del Portogallo perla prima volta unito nel consor-zio di promozione Portugal Fre-sh. A prova che anche i Paesi pro-duttori minori sanno farsi avanti.

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Gli ultimi dati relativi al mercato mondiale dell’ortofrutta sonostati resi noti da Christian Goke, direttore operativo della Fiera diBerlino: in occasione della conferenza stampa di apertura di FruitLogistica, ha riportato - facendo riferimento alle ultime statisticherilasciate dall’Ami (Agricultural Market Information Service) - lerilevazioni aggiornate concernenti il settore. Sono circa 820 milio-ni le tonnellate di verdura (esclusi i meloni) e 700 milioni le ton-nellate di frutta (inclusi i meloni) prodotte a livello mondiale nel2010. Mentre il 10% della produzione di frutta viene esportatacome fresca, solo il 3-4% della verdura subisce la stessa sorte. Ilivelli della produzione di frutta e verdura sono aumentati progres-sivamente negli ultimi anni, anche se nel 2010 si è registrata unalieve battuta di arresto nella produzione di frutta. Ciò è dovuto soprattutto alla contrazione della produzione di bana-ne nell'America Latina e delle mele nell'emisfero settentrionale.Mele, uva, arance, meloni e banane sono le principali specie frutti-cole a livello mondiale, pari a circa il 65% della produzione totale.A livello orticolo invece i top five sono pomodori, cipolle, cavolo,

cetrioli e melanzane, cherappresentando il 40% del volume tota-le.�In relazione al mercato tedesco, laproduzione è diminuita di oltre il 20%rispetto all’anno precedente (1,45 mi-lioni di tonnellate) portandosi a 1,14milioni di tonnellate e facendoregistrare il minor volume dal 2002. Ilraccolto delle fragole è l’unico ad aver

raggiunto volume simile a quello dell'anno precedente. La produzione degli ortaggi è scesa del 9% a meno di 3,4 milioni ditonnellate. Sia le colture in pieno campo sia quelle in serra sonodiminuite rispetto all'anno precedente, con un aumento per la so-la produzione di funghi. Le importazioni tedesche di verdura fresca sono aumentate del 5%nel 2010, pari a 3,1 milioni di tonnellate di import, mentre quelledi frutta fresca sono diminuite del 1-2%, per circa 5 milioni di ton-nellate. Le esportazioni, che sono state contrassegnate da una rapi-da crescita negli ultimi anni, hanno subito viceversa un calo nelcorso del 2010 se si fa riferimento alla frutta fresca, mentre hannoraggiunto un nuovo record se si considerano gli ortaggi.�Ogni fami-glia ha consumato 142,9 kg di frutta e verdura fresca durantel'anno passato, di cui 81,5 kg di frutta (-1% rispetto all’anno prece-dente) e ad una spesa totale 127,34 euro (+2 % rispetto all'annoprecedente), e 61,4 kg di verdura (-2% rispetto all'anno precedente,e meno che mai negli ultimi otto anni), per 121,85 euro (+8%rispetto all'anno precedente).�Sulla base dei dati relativi al consumo per famiglia diffusi da Ami,le varietà di frutta più consumate in Germania nel 2010 sono: me-le (19,5 kg), banane (14,7 kg), arance (9,2 kg), clementine (5,9kg), uva (4,4 kg), meloni (4.1 kg), fragole (3,3 kg), nettarine (3,1kg), pere (2,9 kg) e ananas (2,6 kg). In relazione al consumo perfamiglia di verdura fresca, si ha: pomodori (4,9 kg), carote (7,8kg), cetrioli (6,3 kg), cipolle (6,2 kg), peperoni (4,8 kg), lattugaiceberg (2,8 kg), cavolfiori (1,9 kg) asparagi (1,8 kg), porro (1,4 kg)e cavoli bianchi (1,2 kg).

Produzione mondiale a 1,5 milioni di tonsSi esporta il 10% della frutta, il 3% della verdura

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Anche quest’anno si è tenuta aBerlino in occasione di Fruit lo-gistica l’assemblea di Wapa,l’associazione mondiale dei pro-duttori di mele e pere. Attorno al tavolo di Wapa si tro-vano due volte ogni anno i pro-duttori di mele dei 15 Paesi piùrappresentativi a livello globale,per uno scambio di informazionie valutazioni reciprocamente uti-li per meglio comprendere le di-namiche di mercato.Con l’edizione 2011 ha preso par-te per la prima volta un operato-re della Cina, che ha presentato idati base del sistema produttivocinese. Questa presenza ha per-messo di aprire un canale direttocon l’associazione degli esporta-tori cinesi di mele, importanteper avere notizie più affidabili eprecise riguardo questo impor-tante paese.

Emisfero SudNell’occasione sono stati ufficia-lizzate le previsioni di produzio-ne di mele dei maggiori Paesidell’Emisfero Sud e degli orienta-menti riguardo all’esportazione.I dati riportati come previsionedi produzione globale sono so-stanzialmente in linea con le an-nate precedenti e confermano ilnormale potenziale produttivodei sei Paesi. Interessante notare come la si-gnificativa riduzione di produ-zione del Brasile, dovuta a pro-blemi climatici sia compensatada Argentina e Nuova Zelanda. Ilvolume totale di mele esportate èprevisto in aumento del 5%. Il Brasile segnala un -45% di frut-ti in esportazione, sia per la mi-nore disponibilità che per pro-blemi di svalutazione della mo-neta locale verso euro e dollaro.In incremento invece le previsio-ni per Argentina, Nuova Zelandae Sud Africa. Bisognerà ora vede-re dove tali esportazioni andran-

no a concentrarsi tra Europa,Asia ed America.Considerato che l’esportazionetotale di mele verso la ComunitàEuropea nel 2010 è stata di543.474 tonnellate contro le651.983 del 2009, vista la situazio-ne produttiva comunitaria è ra-gionevole prevedere un leggeroincremento nel volume di meledi controstagione.

EuropaA livello comunitario il quadrocommerciale si conferma positi-vo, con una giacenza complessi-va di 2.784.485 tonnellate (-9,7%sul 2010). A livello di singolo Pae-se, di rilievo è la situazione dellaGermania, che con un - 25,6% digiacenze rispetto al 2010 rappre-senta uno sbocco interessanteper le mele italiane. La Polonia, con una produzionefortemente ridotta rispetto alnormale, presenta una giacenzadel 19,6% minore del 2010, che li-bera aree di mercato (particolar-mente verso la Russa e l’Est Euro-pa tradizionalmente orientate al-la produzione polacca). Belgio, Danimarca ed Olandahanno comunicato giacenze nel-l’ordine del 25-30% inferiori al2010, mentre la Francia è suffi-cientemente allineata con

l’Italia, con un -4,9% sul 2010.Nel complesso quindi sono otti-me le prospettive di assorbimen-to per i prossimi mesi.

La situazione in ItaliaLe giacenze di mele in Italia ainizio febbraio risultano inferio-ri del 2% rispetto a dodici mesiprima, con un volume totale divendite di 209.893 tonnellate ri-spetto alle 208.635 del 2010.Dal punto di vista varietale laGolden Delicious con una gia-cenza del 3% inferiore al 2010 edun volume di vendita a gennaiopari a 89.828 tons, in leggero au-mento rispetto alle 88.295 delmese di gennaio 2010, confermauna domanda buona e costante,sostenuta anche da una qualitàpiù che soddisfacente, con buoneprospettive per la parte restantedella stagione.Bene vanno giudicati i ritmi divendita anche per le altre varietà,con la Gala che con una giacenzadi 51.512 tonnellate contro le52.344 del 2010 si avvicina ormaisenza problemi alla fase di chiu-sura della stagione. Le giacenze della Red Delicioussono del 3,9% inferiori sul 2010 etale dinamica si riflette con leg-geri scostamenti in pratica su tut-te le varietà.La carenza di mele a livello di di-versi Paesi comunitari sostienemolto bene l’export. Il mercatointerno ha manifestato qualcheincertezza in avvio di annata masi presenta oggi dinamico ed in-teressante. Nel complesso le quotazioni sonostabili ad un livello che si può in-dividuare in un 15-20% superiorerispetto alla stagione scorsa. ●

Wapa: più mele dall’Emisfero SudIl mercato europeo assorbe bene

Per la prima volta un rappresentante cinese all’assembleadell’associazione produttori di pomacee tenutasi a Berlino.

Buono il quadro commerciale sia nella Ue che in Italia

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Macfrut 2011 si terrà aCesena da mercoledì 5 avenerdì 7 ottobre. La28ma edizione della mag-gior rassegna del bacinodel Mediterraneo, dedica-ta all’intera filiera ortofrut-ticola, sarà un importanteappuntamento per ap-profondire e delineare letematiche e la situazioneortofrutticola, anche allaluce degli accadimentiche vedono protagonisti imaggiori Paesi dellasponda africana del Medi-terraneo. «Da vari anni il Mediterraneo - spiega Domenico Scar-pellini, Presidente di Macfrut - per la sua posizione, si èrivelato una importantissima area per gli scambi com-merciali sia per quelli “storici” fra nord Europa e sud, maanche e soprattutto fra l’est e l’ovest del mondo». La collocazione della nostra penisola ci rende una natu-rale “piattaforma” adatta agli scambi internazionali diprodotti. Lo stesso know how Made in Italy diventa unelemento di forte facilitazione. Basti pensare al fatto chelo scorso anno in Cina sono arrivati i primi kiwi italiani,mentre Ecuador e Costarica sono i primi fornitori di frut-ta fresca all’Italia.«Proprio nel Mediterraneo -prosegue Scarpellini- Mac-frut ha particolarmente incentrato la sua attività. Recen-temente siamo stati presenti in Israele con la consolida-ta forma aggregata, che vede la partecipazione di diver-si nostri espositori sotto l’egida di Macfrut, mentre alla fi-ne di novembre siamo stati in Egitto, alla maggior ras-segna del settore ortofrutticolo, dove si sono consolida-ti legami avviati qui a Cesena nell’ottobre scorso. Azioniestremamente importanti in questo particolare momen-to con la speranza che l’attività economica in questipaesi possa riprendere con rinnovato slancio, soprattut-to nel settore agricolo ritenuto, in molte di queste aree,di fondamentale importanza.Dopo questo particolare febbraio, riprenderemo quindicontatti e trafile, in quanto riteniamo importante che al-l’appuntamento di ottobre a Cesena si potrebbero deli-neare situazioni e prospettive di quei Paesi mediterraneiche stanno acquisendo una notevole rilevanza nel pa-norama mondiale dell’ortofrutticoltura. E primo fra tuttil’Egitto, verso il quale esiste il “Green Corridory”, auten-tico “canale” per la facilitazione dei rapporti e dell’inter-scambio fra i due Paesi e di conseguenza conl’Europa».

Il Presidente Scarpellini fariferimento ad una delle“armi” che hanno consen-tito a Macfrut di crescerenel panorama internazio-nale. La rassegna di Ce-sena si è consolidata co-me punto di riferimento ditutta l’ortofrutticoltura perla sua capacità di essereun importante momento di

incontro sulle pro-spettive internazio-nali del settore, do-ve si analizzanoproblemi e areeemergenti e dove,all’interno della filie-ra e con l’apporto ditutte le sue compo-nenti, si elaborano

soluzioni e “linee guida”. Ultima in ordine di tempo, la“CARTA di CESENA” sottoscritta nell’edizione 2010 dal-le più importanti regioni ortofrutticole europee e che co-stituisce la base su cui si stanno orientando i vari seg-menti (dalla produzione ai macchinari). OvviamenteMacfrut, con la sua specializzazione assicura un forteimpatto per quanto riguarda il momento espositivo (pun-to di partenza per una manifestazione fieristica di setto-re) e porta ad una rilevante partecipazione da tanti Pae-si esteri di addetti ai lavori (soprattutto dei grandibuyers) completando la propria funzione con interes-santi occasioni di business (anche attraverso incontrimirati e preparati precedentemente fra domanda esterae offerta italiana). Il tutto con una convegnistica di alto li-vello. A Macfrut si danno appuntamento operatori da tut-to il mondo grazie alla specifica attenzione a rapportarele esigenze delle imprese delle varie aree con la capa-cità di know how delle aziende italiane. E questo ha incrementato la considerazione estera neiconfronti della rassegna di Cesena che deriva anchedall’aver valorizzato l’innovazione, nei suoi vari aspetti,e promosso le imprese che, attraverso la ricerca, lo stu-dio e l’impegno, riescono a trovare soluzioni e risposteche fanno avanzar il settore. Non a caso per proseguirein tale valorizzazione, anche nel 2011 sarà ripresentatol’“Oscar Macfrut” per l’innovazione.

Nella foto nel riquadro: Agromashov 2011 (Tel Aviv), nellostand Macfrut Marco Garavini (resonsabile commercialeGraziani), Valentina Piraccini (responsabile Ufficio EsteroMacfrut) e Katia Bagnara (commerciale Tramaco)

Qui M

acfr

uti Cesena, 5-7 ottobre

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Macfrut: un “naturale” puntod’incontro per il settore ortofrutticolo

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Le problematiche del kiwi, la si-tuazione attuale e le prospettivedi mercato sono state al centro diuna riunione integrativa dell’Iko,l’organizzazione internazionaledi cui fanno parte i rappresen-tanti dei principali paesi produt-tori di kiwi mondiale, tenutasi al-la Fruit Logistica di Berlino, dacui è emerso che circa la metà delprodotto dell’Emisfero nord è an-cora nei magazzini e andrà com-mercializzato nei prossimi mesi.La bassa produzione, a causa so-prattutto del rallentamento deiconsumi in Europa, non si è tra-dotta in un prezzo di mercato ri-spondente alle aspettative, a po-chi mesi dall’entrata sul mercatodelle produzioni dell’EmisferoSud. All’incontro hanno parteci-pato i delegati di Italia, Nuova Ze-landa, Grecia, Francia, Stati Uni-ti, Cile e Spagna.Le attività dell’Iko sono princi-palmente rivolte allo scambio diinformazioni tecnico-produttivee commerciali tra i diversi Paesi.Non meno importante è la fun-zione di promozione e valorizza-

zione di questo frutto nel mondoper incentivarne la conoscenzaed il consumo. La riunione berli-nese è stata coordinata da Patri-zio Neri, presidente in cari-ca,dell’Iko. Per quanto riguarda l’EmisferoSud, i rappresentanti della NuovaZelanda hanno dichiarato che leprevisioni di produzione per laprossima campagna 2011 si atte-

stano sugli stessi quantitativi del2010 per il kiwi verde, mentre sistima un incremento di produ-zione per il prodotto giallo(85.000 tonnellate). Atteso ancheun leggero ritardo di raccolta ri-spetto allo scorso anno.Inoltre i neozelandesi conferma-no che sul mercato europeo sa-ranno destinati gli stessi volumidel 2010, mentre si attiverannoper un maggiore sviluppo suimercati asiatici.Per quanto riguarda il Cile, laproduzione 2011 è prevista su cir-ca 180.000 tonnellate, livello ana-logo a quello dello scorso anno.“L’idea di fare un incontro Iko aPiazza Italia - ha dichiarato il pre-sidente Patrizio Neri - è stata mol-to apprezzata da tutti i compo-nenti dell’organizzazione. Ed èstata già decisa la riproposizionedi questo incontro anche per glianni futuri”.L’appuntamento con il prossimocongresso Iko, la cui precedenteedizione si era svolta nel verone-se, sarà dal 16 al 20 settembre inNuova Zelanda. ●

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In occasione di Fruit Logistica si è tenuta, in PiazzaItalia, anche l’assemblea generale di Euroasper, as-sociazione europea dei produttori di asparago cheaggrega imprese di produzione di asparagi verdi ebianchi aderenti ad importanti associazioni euro-pee del settore come: Asociafrut per la Spagna,Aceera per l’Olanda, Cso per l’Italia, Brm per laFrancia, Vsse per la Germania.I partecipanti all’assemblea dopo avere ricordato ilfondatore dell’Associazione Patrich Aumède, recen-temente scomparso, hanno affrontato alcune tema-tiche sul futuro della coltivazione ed hanno pro-grammato alcune azioni volte ad approfondire gliaspetti produttivi e commerciali della specie, cheha goduto nel 2010 di un positivo andamento dimercato, evidenziando però il problema del costodella manodopera.

Le esportazioni italiane di asparago fino ad ottobre2010 hanno evidenziato una crescita al pari al +17%rispetto allo stesso periodo del 2009, per un prezzomedio in netto incremento, +30%.Per quanto riguarda l’andamento del mercato na-zionale si registra nel 2010 un consumo non moltodissimile da quello dell’anno precedente, inferioredel 3%.L’assemblea ha inoltre deciso di riconfermare Lu-ciano Trentini alla guida dell’associazione per ilprossimo biennio. Questi ha ringraziato i partecipanti dichiarando ilproprio impegno a continuare nell’attività intra-presa, in particolare per l’organizzazione del pros-simo convegno europeo che, dopo quello di Coven-try in Inghilterra, si terrà probabilmente in Francianel febbraio 2012.

Produttori di asparago in assembleaExport italiano e quotazioni in progresso nel 2010

Kiwi, andamento lento: magazzini semipieni, prezzi così così

Riunione integrativa Ikoa Fruit Logistica.

Cresce la quota del “giallo”

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Il Programma europeo “Fruttanelle scuole”, giunto al secondoanno di attività con una dotazio-ne finanziaria per il 2011 in tutti ipaesi dell’Unione Europea di 90milioni di euro, è stato protagoni-sta di una affollata conferenzastampa in Piazza Italia.Nel 2011 proprio l’Italia si è aggiu-dicarsi il budget più elevato con 20,94 milioni di euro, presentando unmodello di realizzazione che ha ottenuto, già nel primo anno di atti-vità, ottimi risultati con oltre 1.300.000 alunni coinvolti.L’incontro organizzato dal ministero delle Politiche Agricole e Foresta-li alla presenza di Giuliana Keller della direzione generale Agricolturae Sviluppo Rurale della Commissione Europea ha dato la possibilità alMipaaf di evidenziare il modello seguito per la realizzazione del pro-gramma.Eleonora Iacovoni del dipartimento delle Politiche Competitive delmondo Rurale e della Qualità del Mipaaf ha presentato i dati del mo-dello italiano che vede coinvolti da dicembre 2010 a giugno 2011 oltre1.344.000 alunni inseriti in 11.000 scuole primarie.In totale è prevista la distribuzione di 8.217.484 chilogrammi di fruttacaratterizzata da requisiti di qualità estremamente elevati. La frutta vie-ne distribuita sia intera che porzionata, sia in confezioni di IV gammae sono previste anche spremute e centrifugati con il vincolo di essereconfezionati in packaging biodegradabile e in imballaggi riciclabili-riutilizzabili.Sulla qualità della frutta, il modello italiano vincola alla distribuzionedi prodotti di alta qualità e nello specifico a produzione integrata, o aorigine certificata come Dop e Igp e ancora coltivati secondo le normedi produzione biologica.Tra le misure di accompagnamento spiccano le proposte di contatto di-retto dei bambini con il mondo della produzione della frutta e dellaverdura, giornate a tema, visite alle fattorie didattiche e agli impiantidi lavorazione orti scolastici il tutto allo scopo di aumentare l’appealdella frutta e della verdura verso i bambini che, secondo le indicazionifornite dall’Ue sono sempre più soggetti al problema del sovrappeso edell’obesità (oltre 22 milioni di bambini nell’Europa a 27 sono sovrap-peso e 5,1 milioni sono obesi).In termini di gestione dei finanziamenti, Pier Paolo Fraddosio di Ageaha presentato lo schema utilizzato per la realizzazione del Progetto evi-denziando l’integrazione stretta tra “sistema delle imprese” e Istituzio-ni Pubbliche che ha consentito una efficace ed immediata attivazionedella misura europea in Italia. Claudio Versienti, direttore generale diAgecontrol, ha evidenziato come siano stati effettuati 2.541 controllisulle attività in tutte le fasi di realizzazione.“Con l’attuazione del progetto Frutta nelle Scuole - ha dichiarato PaoloBruni, presidente di Cso - si è messa in luce la grande potenzialità del-la sinergia tra imprese dell’ortofrutta e istituzioni per agire positiva-mente sul consumatore ed in particolare, in questo caso, sui bambini,attraverso una attività che rende immediatamente percepibile il valoredel nostro patrimonio alimentare di frutta e verdura di cui siamo pri-mi produttori in Europa”.

FRUTTA NELLE SCUOLE

All’Italia 21 milioni di euro per distribuire8,2 mila tons di frutta a 1,3 milioni di studenti

LOMBARDIA

Distretto, una chanceimportante

Il “Distretto della Filiera Orto-frutticola” è un’opportunitàmaiuscola per le imprese lom-barde. Ne è convinto AmbrogioDe Ponti, presidente della so-cietà consortile per azioni nataalla fine del 2010 ma presentatoufficialmente alla fine di gen-naio. “In realtà - ci ha detto De Ponti aFruit Logistica - si tratta di unarete d’imprese in cui le istituzio-ni, dalla Camera di Commercioalla Provincia alla Regione, han-no un ruolo di supporto esterno.Protagoniste sono dunque, a tuttigli effetti, le aziende private chesi dovranno attenere a precise re-gole nel contesto di una strutturaleggera in cui i soggetti operare-ranno secondo il principio disussidiarietà”.Il Distretto canalizzerà i finan-ziamenti e - fattore distintivo -collaborerà con due università -dipartimento della Facoltà diAgraria dell’Università di Milanoe Informatica sistemistica e co-municazione di Milano Bicocca -volendo privilegiare innovazio-ne e ricerca. “In pratica c’è den-tro tutta l’ortofrutta lombarda,sono 23 le aziende appartenentie dopo la costituzione sono arri-vate altre quattro domande, or-mai siamo al 98% del sistam or-tofrutticolo lombardo”, dice fieroil presidenteSi spazia dalle “orticole di I gam-ma” sino ai prodotti di “IV e Vgamma”. Essenziale è considera-to il legame di filiera tra impre-se, produttori agricoli e operatoridella distribuzione

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Una “cabina di regia” per coordi-nare e favorire la penetrazionecommerciale dei Radicchi Igp Ve-neti nel mercato internazionale.Questo è quanto si propongono itre Consorzi di tutela delle diver-se varietà del prodotto Igp veneto(Radicchio Rosso di Treviso e Va-riegato di Castelfranco Igp, Ra-dicchio di Verona Igp e Radicchiodi Chioggia Igp), intenzionati adadottare una strategia che preve-de la creazione di un Consorziodi secondo livello, capace di ren-dere sinergica l’azione dei singo-li Consorzi.Un progetto inedito a livello na-zionale, presentato lo scorso 11febbraio a Fruit Logistica. Dallostand espositivo della RegioneVeneto, Paolo Manzan, presiden-te del Consorzio tutela RadicchioRosso di Treviso e Variegato diCastelfranco Igp (soggetto capofi-la del progetto), assieme a Loren-zo Ambrosi e Patrizio Garbin,presidenti rispettivamente delConsorzio Radicchio di VeronaIgp e del Consorzio Radicchio diChioggia Igp, hanno illustratonel dettaglio il piano d’azionemirato ad un accrescimento qua-litativo della comunicazione delprodotto radicchio e quindi adun aumento del fatturato delleimprese produttrici.Nello scenario nazionale ed in-ternazionale del mercato dei pro-dotti agroalimentari, il settoredell’ortofrutta rappresentaun’importante sezione dell’eco-nomia agroalimentare veneta,soprattutto per quanto riguardaalcuni mercati chiave dell’Euro-pa Centrale e degli Stati Uniti. Inquesto momento di crisi globale,l’Euro forte ha danneggiato leproduzioni europee a vantaggiodelle produzioni del Nuovo Mon-do, che godevano di un rapportoqualità prezzo più alto già in pre-cedenza. La competizione si è stabilizzata

verso il basso, verso prodotti diprima fascia, dove le produzioniitaliane purtroppo a parità diprezzo si dimostrano essere me-no competitive in termini di va-lore aggiunto.La concorrenza con questi Paesisi può contrastare intraprenden-do un percorso di miglioramentodell’immagine, connesso adun’attività di promozione chesappia rivalutare il territorio el’insieme della produzione stes-sa. Da qui la necessità di “fare si-stema” per una più efficace inci-denza commerciale del prodottoradicchio. Il nuovo Consorzio, è stato dettoa Berlino, nasce dunque percoordinare una campagna diinformazione univoca, che porti

a una maggiore conoscenza siadella marca che della certifica-zione del prodotto. Un’iniziativa capace non solo dicontribuire al fatturato dei pro-duttori veneti, ma anche di gene-rare importanti riflessi sull’inte-ra economia regionale: puntan-do sulla stretta correlazione tracibo e territorio di origine, lacampagna informativa promossadal nuovo Consorzio porterà adun aumento della consapevolez-za da parte dei consumatori e di-stributori dell’importanza di que-sto legame, che rappresenta unaleva per la valorizzazione, ancheturistica di prodotti e territori.

RADICCHI VENETI

Consorzi di tutela insiemeper comunicare meglio i plus dell’“oro rosso”

INNOVATION AWARD

Il caviale di agrumisbaraglia gli avversari

Alla fine sorride Limeburst Fin-gerlime, il cosiddetto caviale diagrumi: va infatti a questo inedi-to prodotto il premio perl’innovazione Fruit Logistica In-novation Award (Flia). Commer-cializzato in Europa in esclusivada Nature’s Pride è di origine au-straliana, assomiglia alla formadi un dito e ha la particolarità diavere al suo interno, nella polpadei frutti, un insieme di vescico-le succose simili proprio al ca-viale. Quando si morde la polpadi un “finger lime”, le vescicoleesplodono in bocca liberando unsapore acidulo molto particolare.�Particolarmente adatto per effet-tuare delle decorazioni, il "cavia-le di agrumi" si propone comeingrediente per preparazioni ga-stronomiche, particolarmenteadatto per la ristorazione.�Al secondo posto si è classificatal'azienda danese Gasa GroupDenmark A/S per la sua linea“Jamie Oliver Grow Your Own",una gamma di prodotti da colti-vare da soli.�Al terzo posto l’azienda olandesePrime Champ, che ha sviluppatoun nuovo fungo dal sapore “man-dorlato”. Niente da fare invece per il Civ,portabandiera dell’Italia in lizzatra i dieci finalisti con le interes-santi varietà di mele Sweet Resi-stants.

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Circa 120 metriquadri di stande cinque orga-nizzazioni diproduttori: que-sti i numeri del-la presenza del-la Basilicata al-la Fruit Logisti-

ca di Berlino.�� Le Op hanno pre-sentato prodotti destinati preva-lentemente al consumo fresco co-me agrumi, actinidia, cavolfiori,insalate, peperoni, fragole, pomo-dorini, finocchi, oltre che pepe-roni di Senise essiccati e confe-zionati. Particolare attenzione al-la fragola, sulla quale la Basilica-ta, regione tra le maggiori pro-duttrici in Italia, sta puntando. La delegazione lucana, guidatadal dirigente generale del Dipar-timento Agricoltura, SviluppoRurale ed Economia Montana,Carmen Santoro, ha incontratooperatori del settore e buyers. Inprogramma anche workshop eseminari di aggiornamento sulmarketing e sui prodotti agroali-mentari lucani. L’ortofrutta - è stato spiegato -rappresenta uno dei settori di ec-cellenza del settore primario lu-cano. I prodotti di spicco sono gliagrumi, il pesco, l´albicocca, lefragole e le specie orticole in ge-nere. Con i suoi circa 587 milioni dieuro, pari al 5,8% del prodotto in-terno lordo regionale le coltureortofrutticole in Basilicata copro-no una superficie di 28mila etta-ri, dei quali circa 23mila ubicatinel Metapontino. �� Notevole ilvolume di investimenti grazie ainovanta milioni di euro di quotapubblica previsti dai Progetti in-tegrati di filiera del Programmadi sviluppo rurale. Per il compar-to ortofrutticolo sono inoltre incorso di approvazione definitivatre Pif di cui uno a livello regio-nale e due territoriale.

Primo banco diprova del mar-chio Prodotti diPuglia, Fruit Lo-gistica di Berli-no, ha soddisfat-to operatori eamministratoripugliesi“La Puglia - ha sottolineato a Ber-lino l’assessore regionale alle Ri-sorse Agroalimentari Dario Ste-fàno intervenendo nello spazioIce - si propone con tutte le ca-ratteristiche di chi è protagonistasulla scena internazionale, conun sistema di produttori che cre-sce, che ha acquisito consapevo-lezza dello stare insieme e conun sistema istituzionale che ac-compagna questo sforzo attraver-so scelte e strategie ambiziose. Latracciabilità, insieme al temadell’identità produttiva sonostrategie che stanno recuperandoal protagonismo dei produttoripugliesi una sempre più crescen-te vitalità.”“La prospettiva - ha detto ancoraStefàno a Fruit Logistica - è quel-la di bissare e magari migliorarele perfomance del 2010: gli ulti-mi dati Istat ci parlano di un+38,8% per l’export pugliese deiprodotti agricoli, nei primi novemesi del 2010 rispetto allo stessoperiodo del 2009. Possiamo esse-re fieri del lavoro svolto daglioperatori e con il sistema tutto”.Lo sguardo è al futuro: “Guardia-mo già all’appuntamento del2012 - il commento di Stefano -dove in forza del lavoro che stia-mo facendo sulle adesioni alMarchio Prodotti di Puglia dovre-mo portare un paniere di prodot-ti e una griglia di produttori chehanno sposato la filosofia dellatracciabilità come asset strategi-co, che proprio qui alla Fruit Lo-gistica si percepisce quale varia-bile che ci farà acquisire unacompetitività straordinaria”.

PUGLIA

Riflettori su identitàe tracciabilità

A Berlino la Re-gione Sicilia,che era presen-te in massa, hamesso in vetri-na le sue produ-zioni di eccel-lenza. L’assesso-rato regionale

alle risorse agricole ed alimenta-ri ha organizzato, in collabora-zione con l’Ice, la partecipazionealla manifestazione. �“Si è trattato- ha affermato l’assessore all’agri-cioltura Elio D’Antrassi presentein fiera a Berlino per due giorni- di una prestigiosa vetrina del-l’ortofrutta”. �In occasione del suo interventonello stand Ice D’Antrassi si èsoffermato, in particolare, sul-l’imminente inaugurazione delMercato agroalimentare della Si-cilia e sulla vicenda delle criti-che rivolte dalla trasmissioneBontà loro al pomodoro di Pachi-no, vicenda di cui riferiamo an-che nella pagina successiva.Per quanto concerne il Maas, lastruttura ubicata a Cataniaaprirà sabato 2 aprile su una su-perficie di 110 ettari, di cui 39edificati, ove saranno ospitati 84box dell’ortofrutta e 20 dell’itti-co. Circa 150 gli operatori attivi. “Il Maas - ha detto l’assessore - èil coronamento di un progettoche consentirà di concentrarel’offerta delle filiere siciliane equindi di rappresentarle nel mi-gliore dei modi nel mercato in-terno ed estero, oltre a costituireun riferimento per le produzio-ne dell’area del Mediterraneo”.“Celebrata” con l’occasione,l’iscrizione dell’arancia di Ribe-ra nel registro delle Dop e del Li-mone di Siracusa nel registroIgp. “Due provvedimenti - il com-mento di D’Antrassi - corollariogratificante di un impegno co-stante e capillare nel territorioproduttivo siciliano”. (M.A.)

BASILICATA

Cinque Op con l’offerta lucana

SICILIA

Eccellenze regionalie Maas di Catania

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In occasione della visita del mi-nistro dell’Agricoltura allo standdella Regione Calabria l’assesso-re Michele Trematerra ha spiega-to a Giancarlo Galan che il com-parto dell’ortofrutta rappresentaper la regione uno dei settori dimaggiore importanza economi-ca: in termini quantitativi, hadetto l’assessore, la Calabria è laseconda produttrice di agrumi inambito nazionale. Venti le aziende calabresi chehanno partecipato alla fiera conrappresentatività produttiva eterritoriale dell’intera Regione.Lo stand calabrese era allestitocon richiami alle bellezze natu-rali, con riferimenti ai colori e aiprofumi della frutta e alla bellez-za della Calabria.

La filiera del pomodoro di Pachi-no non ci sta. Dopo essere finitasotto accusa nella trasimissione“Bontà loro”, i leader del Consor-zio che rappresenta il tipico or-taggio della Sicilia sud orientale,presenti in massa a Fruit Logisti-ca (nella foto sopra con l’assessoreD’Antrassi), hanno incassato lasolidarietà del ministro dell’Am-biente Prestigiacomo che ha giu-dicato “intollerabile quello che èavvenuto in Rai” e del collega delMipaaf Giancarlo Galan; entram-bi, a metà febbraio, si sono recatinel Siracusano per un incontrocoi produttori.“Un intervento massiccio del mi-nistero per una campagna pub-blicitaria adeguata sulla Rai perriparare al danno subito”: questa

la richiesta avanzata dai produt-tori del consorzio Igp PomodoroPachino al ministro Galan.“Uno dei problemi più gravi checolpisce il pomodoro di Pachino -ha detto Galan - è quello dellalunghezza della filiera, una que-stione che penalizza i produttoriche non riescono a guadagnareabbastanza rispetto a quantospendono. Voglio difendere tuttii prodotti Igp e tipici d’Italia allostesso modo, egualmente intendotutelare il pomodoro di Pachinocome l’asparago di Badoere, hadichiarato il Ministro. Perché iproduttori del pomodoro di Pa-chino sono così deboli nelle trat-tative con i distributori, tanto danon riuscire a spuntare un prez-zo più alto nella vendita del loro

CALABRIA

Agrumi in evidenza 20 le aziende calabresi

PACHINO

Filiera del pomodorooffesa da “Bontà loro”

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“Fruit Logistica si è confermatasu alti livelli: a Berlino si incon-trano le persone “giuste” e i buyerdi tutto il mondo, tante anche lefacce nuove e gli operatori deimercati emergenti”. Michael Grasser, responsabilemarketing Vip Val Venosta, nonnasconde la soddisfazione perl’andamento della fiera tedesca.E anche per il trend della stagio-ne delle mele: “La campagnacommerciale stra procedendo be-ne, il decumulo continua in ma-niera ottimale mentre i prezzi,nel complesso, sono accettabili”.Vip è ormai attiva in 45 mercati e“vigila” per cercare nuove oppor-tunità di business. “Al di là del-l’incerta situazione attuale, guar-diamo con grande attenzione aiPaesi del Sud del Mediterraneo,dove comunque ci muoviamocon cautela, per creare rapportisolidi e continuativi”. L’exportrappresenta il 40% del totale; il15% della quota destinata all’este-ro è assorbita dalla Germania.Prosegue intanto il forte impe-gno sul fronte della comunicazio-ne, come riportiamo anche nellarubrica “Pubblicità che frutta”.“Stiamo investendendo per farciconoscere in Italia, Germania,Spagna e Scandinavia”, spiegaGrasser. Per aumentarel’awareness del brand presso iconsumatori e rafforzare i rap-porti con il trade, Vip si dedicaquest’anno con particolare cura

ai mercati esteri come Germania,Paesi Scandinavi, Europa dell’E-st, Russia; spicca inoltre il forteattivismo in Spagna, un mercatoin crescita per il consorzio, doveè stato stabilito un vasto pro-gramma di investimenti pubbli-citari, telepromozioni e Pr conl’obiettivo di rafforzarel’identificazione della marca conil prodotto al momento dell’ac-quisto. Oltre alla campagna tv,verranno realizzate telepromo-zioni durante trasmissioni con-notate da un posizionamento al-to e da un indubbio successo esarà pianificata anche un’inten-sa campagna web che tra aprile emaggio completerà il progettopubblicitario mirando a raggiun-gere siti web e testate on-line. Ol-tre a questo e al restyling del sitowww.vip.coop, verrà creato unportale dedicato al “Mese dellaMela”.Sul fronte varietale crescel’attenzione su Kanzi: “I quantita-tivi sono contenuti, ma è pro-mettente; è gradita ai consumato-ri e il club è gestito molto bene.Ora dobbiamo convincere i pro-duttori a puntare su questa melache potrà diventare un punto diriferimento, subito dopo la PinkLady, in termini di prezzi (fasciatop) e di immagine".Vip, è, insieme al Consorzio Vogtra i membri italiani del club va-rietale Kanzi, che coinvolge an-che produttori di Paesi Bassi, Ger-mania, Belgio, Regno Unito eSvizzera. E il progetto From? “Procede, larichiesta sul mercato russo c’è”,risponde Grasser. “Dobbiamoperò imparare a coordinarci me-glio”. Infine una battuta sulla cri-si economica: “la situazione variada Paese a Paese. In Italia è menograve che in altre nazioni qualiad esempio Spagna e Portogallo.Il prodotto tradizionale ne ha ri-sentito meno del biologico, cheva bene in Germania ma ha unpo’ segnato il passo in Italia. Ilproblema maggiore per le azien-de è rappresentato dai tempi dipagamento, che si sono notevol-mente allungati”. (M.A.)

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prodotto? A Pachino sono 900 iproduttori, perché solo 140 fan-no parte del Consorzio Igp? Perlo Stato è facile promuovere unprodotto tipico quando i produt-tori sono uniti come nel caso delParmigiano reggiano, ma diven-ta più difficile con il pomodorodi Pachino, visto che il consorzionon rappresenta tutti coloro chelo producono”.Il ministro Galan ha poi dichia-rato: “Il pomodoro di Pachino losi può difendere con la legge sul-le etichettature che abbiamo fat-to approvare e che è contestatadagli industriali italiani e in Eu-ropa dai Paesi che ci copiano iprodotti”.“Non parlerò di mafia perchéparlerei di una cosa che non co-nosco. Però penso che sia statogravissimo utilizzare in una tra-smissione televisiva un similelinguaggio, parlando di un pro-dotto importante per le esporta-zioni italiane come il Pomodorodi Pachino.�La Rai ora rimedi algrave danno fatto, realizzandouna trasmissione sul pomodorodi Pachino con un giornalistaobiettivo che non faccia propa-ganda. Ci sono giornalisti bravi egiornalisti scadenti, così come cisono giudici bravi e scadenti opolitici bravi e altri meno capa-ci”."Qui c'è una filiera produttiva digrandissima qualità - ha detto ilministro Prestigiacomo - e noinon vogliamo che tantissimi sa-crifici e tanto impegno possanoessere danneggiati da un'imma-gine distorta. Allo stesso temporibadiamo che siamo al fianco diquanti combattono la mafia".Secondo il ministro Prestigiaco-

mo durante la trasmissione RaiBontà loro "aggiungendo appros-simazione a superficialità è statotirato in causa anche il procura-tore Grasso che aveva parlatod'altro, dei rapporti tra i mercatidi Vittoria e Fondi, che con il po-modoro di Pachino nonc’entrano niente. E il tentativo dirimediare una settimana dopo èstato pasticciato e confuso, insuf-ficiente a riparare il danno”.

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La mela venostananon conosce confini

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La nuova serie di varietà di meleSweet Resistants sono state pre-sentate dal Civ, Consorzio Italia-no Vivaisti, in occasione di FruitLogistica. Le cinque cultivar, fi-naliste dell’Innovation Award, uniscono ottime qualità organolettichea una naturale resistenza alla ticchiolatura, la malattia fungina più dif-fusa nei frutteti, non solo in Europa ma anche nelle altre aree del mon-do a clima temperato. Caratteristica che ne rende possibile la coltiva-zione a basso impatto ambientale.La gamma, frutto di molti anni di ricerca, è in grado di soddisfare di-verse esigenze quanto a caratteristiche del frutto ed epoche di matura-zione, si adatta a essere coltivata in diversi ambienti e può affiancarsialle varietà tradizionali. Le specificità agronomiche delle piante age-volano il lavoro del frutticoltore e ne massimizzano la redditività. Lecinque proposte che fanno parte della serie - Gaia, Gemini, Renoir,Smeralda e Fujion - hanno superato con successo la fase di sperimen-tazione, che ha visto anche il coinvolgimento del consumatore finaleattraverso numerosi panel test e sono ora nella fase di diffusione tra iproduttori.“Trovare varietà dal sapore piacevole e coinvol-gente - ha spiegato Luigi Mazzoni, vicepresi-dente del Civ - resistenti grazie alla naturalerusticità, con elevata shelf life, rispettosedell’ambiente, dal ridotto fabbisogno ener-getico ed economicamente sostenibili peril produttore, è stato ed è l’obiettivo prio-ritario del programma di ricerca del Civ,non solo per le mele ma anche per le al-tre specie su cui si concentra l’attività diricerca, quindi fragole, pere e drupacee. Iprimi riscontri in Europa sia da parte del-le organizzazioni di produzione, conven-zionale e biologica, che da parte delle cate-ne distributive, stanno confermando i risulta-ti delle sperimentazioni”.“Gaia, Gemini, Renoir, Smeralda e Fujion - ha det-to a Berlino Alessio Martinelli (foto sopra), direttoretecnico del Civ - sono mele che hanno un’identità ben definita e checondividono alcune caratteristiche: da una parte dispongono di ottimequalità organolettiche, dall’altra sono facili da produrre, grazie alle spe-cificità agronomiche delle piante che agevolano il lavoro del frutticol-tore e permettono una coltivazione più sostenibile. Si tratta di varietàgeneticamente nuove, non di mutazioni di altre varietà, resistenti allaticchiolatura e allo stesso tempo dolci”.

45M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

“Fruit Logistica rimane il princi-pale momento fieristico specia-lizzato a livello mondiale, un’oc-casione di ritrovo con la cliente-la ma anche di nuovi contatti, so-prattutto con i Paesi del NordAfrica. I consumi di mele si stan-no infatti ampliando favorevol-mente”. Georg Kössler, presiden-te del Vog, commenta così l’esitodella fiera berlinese. Quanto alla crisi, Kössler hal’impressione che l’Europa cen-trale stia reagendo meglio dell’I-talia, “che stenta a ripartire pur afronte di una situazione nondrammatica”.Venendo al bilancio della stagio-ne commerciale delle mele, ilpresidente del Vog sottolinea chea luglio le scorte di magazzinoerano easurite, mentre a partiredallo scorso agosto si è registratauna richiesta sostenuta soprat-tutto dall’estero con prezzi medi“normali”, a fronte però di unmercato italiano (che rappresen-ta il 50% del totale delle venditedel Consorzio altoatesino) nonparticolarmente ricettivo e dina-mico. Intanto il bilancio del nuo-vo assetto consortile, a sei mesidal “restyling”, è commentato inmaniera molto positiva: “i nostriclienti si sono resi conto che ilservizio è molto migliorato, sia-mo partiti con il piede giusto”.Sul fronte varietale la Golden re-sta la punta di diamante, ma leemergenti Pink lady (che vale il

VOG

Nuove varietà e riorganizzazione ok

18-20% del totale), Kanzi, Modi eRubens stanno regalando soddi-sfazioni ai produttori delle 19cooperative aderenti. Così comeJazz, incrocio tra le varietà Brae-burn e Royal Gala: l’obiettivo è di

arrivare a un’area coltivata di150 ettari e per questo sono statiimpiantati 80 ettari aggiuntivi.“Una varietà non facile”, la defi-nisce Kossler “ma il club è inte-ressante”. (M.A.)

CIV

Cinque nuove cultivarpronte per il mercato

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“Environmentally responsible”:questo il tema portante di Sorma.In un momento di particolare at-tenzione al tema ambientale edella plastica il Gruppo ha volutopubblicizzare quello che comeazienda pratica da molti anni,ossia una produzione volta a mi-nimizzare l’impatto degli imbal-li e della produzione sull’am-biente. Mostrata quindi la “vita”degli imballi, dal granulo di poli-mero fino ad essere riciclati insvariati oggetti (ad esempio sonostate prodotte delle penne deri-vate dalla confezione Easypun-net). A Berlino Sorma ha presen-tato un re-styling del Vertbag cuisono stati apportati dei migliora-menti sia a livello visivo che pra-tico alla confezione e per la qua-le è stata potenziata la relativamacchina confezionatrice Bsaaumentandone la produttività.Sono state inoltre esposte altreconfezionatrici, quelle più rap-presentative della produzione ecioè la BRT per confezionarefrutti in linea con tubolare in re-te estrusa e film, la FLW confe-zionatrice ad alta produttivitàper Easypunnet e la CBR caratte-rizzata da una grande versatilitànella produzione degli imballi inrete estrusa, tessuta , con manicoe non, con banda piena o versio-ne economica.“Siamo molto soddisfatti dell’esi-to del Fruit Logistica - si com-menta da Sorma - in quanto lavarietà della nostra gamma diimballi unità all’avanzata tecno-logia delle nostre macchine hasuscitato grande interesse da par-te degli operatori del settore”.

SORMA

Sostenibilità erestyling del vertbag

“Un processo complesso portatoa compimento con difficoltà macon tanta soddifazione e, soprat-tutto, un punto di partenza im-prescindibile per il futuro”. Clau-dio Dall’Agata - direttore di Be-stack - presenta così il sistema dicertificazione “prestazionale” de-gli imballaggi in cartone ondula-to. Bestack ha indirizzato il settoredella produzione di imballaggiin cartone ondulato per ortofrut-ta verso orizzonti di progressivomiglioramento. Dopo la standar-dizzazione dei formati e la ricer-ca ambientale è arrivato il siste-ma di certificazione: una certifi-cazione volontaria di prodotto,realizzata per accreditare ancorpiù il settore del cartone ondula-to a partner di qualità dell’orto-frutta italiana. È aperta a tutte leaziende che vogliono produrrecon qualità e con regole certe etrasparenti. Gli imballaggi certi-ficati si riconoscono dal nuovobollino di qualità - Bestack Qua-lity Approved.“Abbiamo voluto fare le cose inmaniera responsabile e traspa-rente - ha detto Dall’Agata - affi-dando la certificazione ad un'En-te terzo, l’Istituto Italiano deiPlastici. L’obiettivo è garantirele prestazioni degli imballaggi infunzione delle condizioni di im-piego senza rinunciare alla per-sonalizzazione strutturale del-l’imballaggio”. La certificazioneBestack Quality Approved rien-tra tra le voci di costo finanziabi-li; consente alle Op di inserire0,099 euro a cassa nei Piani Ope-rativi a partire da quest’anno.

La nuova versione in R-Pet (Petriciclato) della cestella termosal-dabile B22-TS è stata una dellenovità con cui Ilip, azienda bolo-gnese leader nella produzione diimballaggi plastici per prodottiortofrutticoli, si è presentata aFruit Logistica. La scelta dell’R-Pet, materiale ottenuto da raccol-ta differenziata e riciclo mecca-nico, e il relativo sistema di con-fezionamento in termosaldaturache non richiede il coperchio, ri-ducendo l’utilizzo di materia pri-ma, rendono la gamma di cestel-le B22-TS ancora più ecososteni-bili.Massima protezione degli artico-li ed evidenza dell’inviolabilitàdella confezione, perfetta mac-chinabilità, elevata trasparenzaper una presentazione ottimaledel prodotto ed eccellente impi-labilità nel punto vendita: questisono ulteriori valori aggiuntidella cestella termosaldabileB22-TS, disponibile nei due for-mati da 500 e 750 grammi.L’impegno per il rispetto del-l’ambiente e per lo sviluppo diun’economia pienamente eco-compatibile non è una novitàper l’azienda di Bazzano (Bolo-gna). Ilip, divisione portante di IlpaSrl, ha infatti attuato da diversianni un percorso di sviluppo im-prontato sulla ricerca di materia-li innovativi ad elevata compati-bilità ambientale per i suoi im-ballaggi, come l’R-Pet o il Pla(polilattide), un prodotto com-pletamente compostabile, deriva-to dalla fermentazione dell’ami-do di mais.

BESTACK

Certificato l’imballoin cartone ondulato

ILIP

In mostra il cestello in Pet riciclato

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Favorire l’internazionalizzazionedelle aziende italiane nei Paesidell’Est, in particolare in Moldo-va, Ucraina e Romania. È uno de-gli obiettivi dell’agenzia di con-sulenza e investimenti StudioC.O.M. di Villafranca (Verona),società specializzata nel seguirele imprese della filiera agroali-mentare intenzionate a crearebusiness e trovare nuovi mercatiin quelle aree. “Il nostro intento - spiega ErmesBampa (nella foto) di StudioC.O.M, intervistato a Fruit Logi-stica - è quello di essere il puntodi riferimento per le aziende ita-liane che vogliono a investire svi-luppando nuovi rapporti com-merciali in questa macroarea”.L’agenzia scaligera dà assistenzaburocratica e legale alle impresefacilitando il rapporto con le isti-tuzioni locali e la creazione dieventuali società (compresa larealizzazione di potenziali infra-strutture ex novo), favorendo icontatti commerciali in loco.Studio C.O.M. partecipa in ma-niera attiva anche a delle fierecome l’Agro di Kiev, dedicata alsettore agroalimentare, che sisvolgerà nella capitale ucraina ilprossimo giugno e in cui verràcostituita una sorta di “Piazza Ita-lia” dove verranno date indicazio-ni specifiche alle aziende interes-

sate ad investire in Ucraina. “Sitratta di un’opportunità per leditte - commenta Bampa - unasorta di piattaforma logistica deiprodotti italiani a Kiev. All’ini-ziativa hanno già aderito unaquindicina di aziende”.Un altro progetto a cui la societàveronese si sta dedicando è la rea-lizzazione del nuovo centroagroalimentare di Chisinau, inMoldova, i cui lavori dovrebberopartire entro la fine del 2011.“Stiamo cercando di favorire ilcontatto tra le aziende italiane ditrading, della logistica, dei servi-

zi, di certificazione e così via, in-tenzionate a insediarsi in questastruttura come porta d’ingressoper Russia, Kazakistan, Azerbai-gian, Uzbekistan”, sottolineaBampa.Da un paio d’anni a Chisinau èstata aperta pure Italia Consul-ting, società di consulenza diret-tamente collegata a Studio C.O.M.che segue da vicino con persona-le locale i rapporti con le istitu-zioni, le aziende e associazionilocali sia per la Moldova che perUcraina e Romania.

Emanuele Zanini

47M a r z o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Internazionalizzazione a EstStudio Com lancia la sfida

La società veronese supporta le imprese agroalimentaria caccia di business e nuovi mercati di sbocco.

Moldova, Ucraina e Romania le mete privilegiate

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M a r z o 201148 www.corriereortofrutticolo.it

Si chiama Seven, come i soci chelo compongono. È il nuovo con-sorzio, nato in Puglia conl’esigenza da parte della produ-zione di avere un rapporto piùdiretto con la grande distribuzio-ne organizzata accorciando alcontempo la filiera. L’obiettivodella nuova organizzazione (checomprende le aziende Agrilodi,Agripuglia, Antresini, Errefruit,Prato Cesarino, Spezzano e Su-pernatural) è unire le produzio-ni dei soci e commercializzarleprincipalmente attraverso le ca-tene distributive dell’Est Europa(ma non solo) e attraverso super-mercati “alternativi”, con cuinon lavorano i competitors. “Ilconsorzio - spiega Angelo Antre-sini, direttore commerciale di Se-ven Group (il cui presidente èGiuseppe Coladonato) e di Navadi Rutigliano (Bari) - è stato crea-to pochi mesi fa ed è già fornito-re di quattro catene di supermer-cati nell’Europa dell’Est. Il no-stro obiettivo è proprio quello dipenetrare nei mercati poco bat-tuti di quelle aree. Nato comeconsorzio per l’uva pugliese -prosegue Antresini - è diventatointerregionale (visto che ci sonosoci provenienti da altre regionicome la Calabria) e rappresenta-tivo non solo di un prodotto (cisono pure kiwi, agrumi e altro).Siamo molto soddisfatti sui pri-mi risultati. L’obiettivo che cieravamo prefissati in un anno èstato raggiunto in quattro mesi”,sottolinea soddisfatto Antresini.“Nei suoi primi 120 giorni il con-sorzio ha raggiunto i 2,5 milionidi euro di fatturato. Ora ripiani-ficheremo il budget annuale”. Ilnumero dei soci è destinato co-munque ad aumentare visto chele richieste di entrare a far partedel consorzio non mancano.Semmai il problema sarà decide-re se mantenere o meno il nomeSeven, che indica appunto il nu-

È stata presentata a Berlino in oc-casione di Fruit Logistica la terzaedizione di Fruitbook, la guidaannuale ai migliori fornitori ita-liani di frutta, rivolta ai buyerdella grande distribuzione orga-nizzata internazionale, agli im-portatori e agli operatori chesvolgono attività di importazioneall’interno dei maggiori Mercatiall’ingrosso.Nel corso della fiera sono state di-stribuite in modo selezionato eragionato oltre 800 copie di Fruit-book a espositori e visitatoririentranti nel target di riferimen-to. Per la prima volta nei punti diaccesso al maxi stand di PiazzaItalia erano collocati due esposi-tori di Fruitbook, che hanno con-sentito una maggiore distribuzio-ne e una notevolevisibilità della te-stata, a beneficiodelle miglioriaziende italianedel settore, presen-ti all’interno dellaguida in numerosuperiore rispettoalle precedentiedizioni. Non soloun numero cre-scente di aziendecensite, 95, ma an-che un nuovo capi-tolo dedicato agli specialisti deicarichi misti (un servizio semprepiù apprezzato dalla distribuzio-ne europea), hanno permesso aFruitbook di raggiungere la folia-zione di 168 pagine (erano 144nell’edizione 2010, 120 nell’edi-zione 2009). La presenza del nuo-vo capitolo sui carichi misti hasegnato l’apertura della guidaagli ortaggi, una parte fonda-mentale della produzione italia-na che troverà sicuramente mag-giore spazio nelle prossime edi-zioni.Durante la fiera berlinese sonostate distribuite anche circa 2 mi-

la cartoline promozionali diFruitbook che invitavano a visita-re il sito www.fruitbook.it, la ver-sione online della testata, com-pletamente rinnovato nel 2011. Ilsito permette di scaricare gratui-tamente il pdf completo dellaguida e le singole schede infor-mative delle aziende “top sup-pliers”, ma anche - novità di que-st’anno - di tenere aggiornati ibuyer nazionali ed esteri sulle ul-time novità di settore che pro-vengono dall’Italia, sia a livellomacroeconomico (previsioni diproduzione, approfondimenti suisingoli prodotti, flussi di import -export) sia a livello microecono-mico (novità legate alle singoleaziende). Un servizio di informa-zione, quindi, legato all’attualità,

curato da unostaff giornalisti-co, che vuole ri-spondere a unarichiesta arrivatadagli stessi buyeresteri, desiderosidi avere delle no-tizie filtrate, sele-zionate e moltospecifiche. Laversione on linedi Fruitbook dàanche la possibi-lità di scaricare

le newsletter che vengono inviatealle migliori aziende italiane delsettore, con periodicità mensile.La newsletter ha l’obiettivo di da-re degli spunti di riflessione, at-traverso interviste esclusive aibuyer esteri e approfondimentisu alcune fiere o eventi interna-zionali cui lo staff di Fruitbookha occasione di partecipare. Per-ché Fruitbook non viene distri-buito solo a Fruit Logistica, maanche a tutta una serie di appun-tamenti internazionali del setto-re nel corso dell’anno e attraver-so la spedizione vera e propria alsuo target di riferimento.

SEVEN

Un consorzio pugliesea misura di Gdo

FRUITBOOK 2011A Berlino la terza edizione della guida ai

migliori fornitori italiani, più ricca e multimediale

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FRUIT LOGISTICACOPERTINA C

mero delle aziende associate.Non è escluso che in un secondomomento venga creata un’azien-da ah hoc direttamente in Russia“per avere una maggior fluiditàdelle vendite e delle forniture”,conclude Antresini.

“Obiettivo Egitto” sempre piùpresente nelle strategie commer-ciali dell’azienda agricola SanMichele. Lo testimonia la colla-borazione che l’impresa milane-se ha instaurato con TaroutyGreens dell’Egyptian Agrofoodsdel Cairo nella produzione ecommercializzazione di cipollot-ti. “In Egitto - spiegano AngieHelmi e Ahmed El Tarouty dell’a-zienda egiziana - abbiamo in col-tivazione una varietà italiana dicipollotto su un’ottantina di etta-ri con terreni dotati di irrigazio-ne automatica 24 ore su 24. Conla collaborazione dell’impresaSan Michele esportiamo il pro-dotto in tutto il mondo con otti-mi riscontri grazie anche all’altaqualità”. I problemi che il Paesenordafricano ha avuto nei mesiscorsi non hanno avuto partico-lari conseguenze sul lavoro. “C’è stata una sola settimana diblocco al 25 gennaio ma poi la si-tuazione è tornata alla norma-lità. Ora pensiamo a proseguiresu questa strada e approfondire lapartnership con San Michele an-che con altri ortofrutticoli”. (E.Z.)

Grimaldi continua a percorrere avele spiegate le rotte delle “auto-strade del mare”. La società partenopea punta de-cisamente a incrementare ad am-pio raggio i collegamenti maritti-mi per il trasporto di camion, au-toarticolati, containers, specietra i porti del Mediterraneo.L’ortofrutta all’interno del busi-ness di Grimaldi sta assumendoun ruolo crescente visto che rap-presenta ormai il 15% dei tra-sporti complessivi. Una dellenuove linee è la Livorno-Valen-cia-Tangeri che ambisce a diven-tare un importante collegamentoper gli scambi commerciali traItalia, Spagna e Marocco.Il gruppo napoletano inoltre hastretto recentemente un accordocon il Caab di Bologna per favori-re i clienti del Triveneto che at-traverso il centro agroalimentarefelsineo possono trovare un colle-gamento diretto con il porto diLivorno da dove arriva la merceproveniente dalla Spagna. “Perquest’anno intendiamo potenzia-re ulteriormente la linea Livor-no-Valencia - spiega Guido Gri-maldi (foto sotto), commercialmanager delle linee Short Sea delGruppo Grimaldi - che è stata giàmigliorata grazie al carico nonsolo della merce ma anche dei ca-mion e degli autisti. Tuttavia itrasporti tra Italia e Spagna van-no ancora molto via strada. Ab-biamo pertanto ancora molto la-voro da effettuare”.Per quanto riguarda i collega-menti tra Egitto e Italia (con sca-

lo a Venezia e Ravenna) alla Gri-maldi hanno intenzione di ga-rantire il trasporto non solo at-traverso container refrigerati mapure con camion dotati diretta-mente di celle frigo. “Stiamo in-serendo nuove frequenze delletratte due volte alla settimana”,aggiunge Grimaldi. “Stiamo aven-do dei buoni riscontri pure dallaGenova-Tripoli con una cinquan-tina di camion con carichi da 25tonnellate di mele. Per quest’an-no punteremo a implementare iservizi pure sul Marocco”. Nel 2010 il gruppo napoletano haincrementato i volumi comples-sivi trasportati del 14%. Nel 2011l’obiettivo è crescere di un ulte-riore 10%. Lo scorso anno sonostati caricati 250 mila camion dicui 25 mila erano di ortofrutta.Secondo Grimaldi non mancanotuttavia i problemi nel settore, so-prattutto nella logistica. “Le in-frastrutture nei porti sono spessoinadeguate. Servirebbero spazipiù grandi e più efficienza. È ne-cessario che le istituzioni com-prendano l’importanza delle au-tostrade del mare e il relativo ab-battimento di tempi e costi ri-spetto al trasporto su gomma. Aquesto - aggiunge il manager - do-vrebbe seguire una maggiore fles-sibilità negli orari di lavoro deicamionisti a volte massacrati daturni impossibili quando sonosulla strada (mentre con i viaggivia nave avrebbero la possibilitàdi riposarsi). Serve fare più “cul-tura” sulla sicurezza”.

Emanuele Zanini

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AGRICOLA SAN MICHELE

Rotta sull’Egittocon intese importanti

GRIMALDI LINES

Accordo con il Caab e sempre più ortofruttaA vele spiegate sulle “autostrade del mare”

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CorriereOrtofrutticoloFRUIT LOGISTICA

COPERTINA C

● Emanuele Zanini

I Mercati possono e devono torna-re a recitare un ruolo da protago-nisti all’interno del comparto or-tofrutticolo. Ne sono convinti ivertici dei Centri agroalimentari,almeno quelli che erano presentia Fruit Logistica, in cui si sono re-gistrati in generale buoni contattie dove si respirava un clima dimoderato ottimismo per il futuro.Le parole chiave per essere piùcompetitivi sembrano essere sem-pre di più specializzazione e mi-glioramento dei servizi offerti. Imercati generali devono insom-ma cambiare pelle: sia, almenoper alcuni, dal punto di vista logi-stico e strutturale con un ammo-dernamento degli impianti, sianel rapporto, spesso conflittuale,con la grande distribuzione orga-nizzata. Per la maggior parte deicentri questo rapporto deve esserevisto come opportunità di crescitae cooperazione che come nemicoda combattere a tutti i costi.Al Car, Centro agroalimentare diRoma, in grado di movimentare,ogni anno 8 milioni di quintali diortofrutta su spazi per 140 ettari(secondo mercato italiano dopoFondi), quest’anno partiranno ilavori per creare su un’area di 60-70 mila metri quadrati delle nuo-ve infrastrutture per potenziare lafunzione del centro come hub lo-gistico. “La grande distribuzionesi sta riavvicinando ai mercati”,sottolinea Fabio Massimo Pallot-tini, amministratore delegato diCargest, società di gestione delCar. “La Gdo ha visto che i settorispecializzati richiedono un rap-porto profondo con gli operatoriattraverso servizi precisi ed effi-cienti”. “Anche per questo, manon solo, - precisa Pallottini - ol-tre a progetti legati al migliora-mento logistico, al settore Horecae ai mercati rionali e piccoli ac-quirenti, una delle iniziative chestiamo portando avanti è quella disviluppare un marchio specificoper i prodotti ortofrutticoli percreare un valore aggiunto alleproduzioni locali”.Una particolare attenzione alla

grande distribuzione viene riser-vata pure dal Mercafir, centro ali-mentare polivalente di Firenze, incui il 75% dei prodotti movimen-tati è ortofrutta, mentre il 60% delfatturato arriva da aziende di tra-sformazione e servizi, in partico-lar modo logistici (il restante 40%dai mercati). Secondo ValdemaroNutini, presidente della società digestione, la strada da seguire è im-plementare i servizi logistici oltreche creare nel Mercafir un picco-lo distretto dell’alimentazionecon un salone del gusto perma-nente: “Stiamo cercando di attri-buire al mercato una concezionemoderna con una rilettura delcentro agroalimentare compresoil ruolo dell’ente gestore (che almomento è all’85% del Comune diFirenze e al 15% di privati)”. Unadelle chiavi di volta sarà però ri-strutturare la sede su cui è in di-scussione un progetto.Per il mercato ortofrutticolo diGenova invece quest’anno è statala prima partecipazione a FruitLogistica. Il primo anno di atti-vità nella nuova sede del centro aBolzaneto ha dato buoni risultatisegnando un +18% in volumi diprodotto fresco con la confermadegli occupati prima del trasferi-mento dalla storica sede di CorsoSardegna con 2 milioni di quinta-

li di merce movimentata su 80 mi-la metri quadri di superficie. “Nel2011 ci sarà un cambio di marcia -promette l’amministratore dele-gato dI Sgm, società di gestionedel mercato, Gian Battista Ratto.“Prenderanno via i lavori per larealizzazione di una piastra logi-stica da 8 mila metri quadrati concelle frigoconservate che consen-tirà di implementare la redistri-buzione dei prodotti”. E questonell’ottica di ripensare alle siner-gie con la gdo necessarie secondoRatto “affinché i mercati torninoad essere degli osservati speciali.L’obiettivo è trasformare il merca-to in una grande piastra logistica.“L’idea finale, in un secondo mo-mento, sarebbe quella di portarelo scalo ferroviario all’interno delmercato in collegamento direttocon il porto”. Segni incoraggianti da Berlino enon solo per il Maap di Padova, ilprincipale mercato in Italia convocazione all’export (30% sul tota-le). La movimentazione merci e ilfatturato nel 2010 sono cresciutidell’1% rispetto al 2009 (dopo ri-spettivamente un -7 e un -20% nel2009 sul 2008). Francesco Cera,direttore del Maap è convinto chesia necessario come nuova strate-gia sviluppare piattaforme di di-stribuzione per importare prodot-

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Piattaforme e più Gd Mercati fiduciosi

Svariati contatti e moderato ottimismo tra i numerosi stand degli enti gestori e degli operatori dei Centri agroalimentari

che puntano su specializzazione e servizi per crescere

Francesco Cera, Fabio Massimo Pallottini, Gian Battista Ratto e Roberto Loschi

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CorriereOrtofrutticolo

to dal Sud America e dal Sud Afri-ca. In un’ottica votata all’export-oriented: “È necessario creare pre-senze più significative all’estero,avere attività dirette nei Paesid’interesse, ma gli operatori a vol-te fanno fatica a capirlo. Turchia eSpagna sono molto più avanti chel’Italia in questo”. Il Maap intantosi sta concentrando sul mercatosiriano sfruttando il Green Corri-dor che da Venezia arriva fino alPaese mediorientale.Ad essere in sinergia con il Maapè Veronamercato, visto che i duecentri agroalimentari si presenta-no assieme all’estero, specie nel-l’Est Europa. Il centro scaligeroha in ogni caso una propria forteidentità basata sul forte ruolo del-la movimentazione logistica, “cheva ad ogni modo potenziato”, spie-ga il direttore Paolo Merci. “Il no-stro centro, dall’anno del trasferi-mento nella sede attuale avvenutanel 2003, è cresciuto del 30% nelprimo triennio e poi si è consoli-dato”, spiega il direttore di Vero-namercato, realtà che movimenta4,3 milioni di quintali di ortofrut-ta con 72 aziende presenti in loco.Ma è necessario lavorare ancoraper intercettare il traffico merci ecreare piattaforme logistiche neipunti strategici. Il che vuol direestero. D’altra parte - concludeMerci - il sogno sarebbe, al con-tempo, offrire la garanzia al con-sumatore finale. Il mercato in ge-nerale dovrebbe infatti consentireil transito solo di prodotti certifi-cati garantiti”. Sulla grande distri-buzione invece Merci ammette:“La gdo fa quello che vuole, maper nostra fortuna i suoi interessicoincidono con i nostri: offrireortofrutta fresca, con qualità euna garanzia dei servizi”.Al mercato di Udine, in cui trequarti della merce che transita èortofrutta (1,2 milioni di quintalidi frutta e ortaggi), invece si è at-tuata una rivoluzione logisticaper ottimizzare i servizi che, at-traverso un investimento di 8 mi-lioni di euro, ha portato alla rea-lizzazione di nuove banchine, unnuovo ingresso. Poi a breve ver-ranno costruite 4 piattaforme lo-

gistiche frigoconservate su un’a-rea di 3.500 metri quadrati persviluppare al meglio le forniturealla grande distribuzione nazio-nale ed estera. “Siamo proiettatisui Paesi dell’Est Europa - rivelaAndrea Sabot, direttore della so-cietà di gestione Udine Mercati(la proprietà del centro agroali-mentare è per il 56% comunale) -dall’Austria, alla Croazia, Unghe-ria, Repubblica Ceca, Slovacchia,Serbia, Romania, fino a Paesi delBaltico e Polonia. L’obiettivo èproseguire sulla via della ottimiz-zazione dei servizi logistici checonsentirà rapportarsi in manie-ra più proficua anche con la Gdo”.Per Roberto Loschi, presidente diTreviso Mercati, il mercato orto-frutticolo deve tornare a esserel’anello di congiunzione tra laproduzione e il consumatore, cheè pure l’obiettivo del progetto “Ac-quistare informati” partito loscorso anno, che prevede la crea-zione ogni settimana di una clas-

sifica dei prodotti ortofrutticolipiù convenienti in base anche al-la disponibilità stagionale. “Loscopo è ricreare la fiducia nelconsumatore”, spiega il presiden-te della società che gestisce ilmercato veneto in grado di movi-mentare lo scorso anno circa 1,2milioni di quintali di prodotti.Per quanto riguarda il rapportocon la Gdo Loschi afferma che “sa-rebbe importante che la grandedistribuzione capisse quanto siafondamentale che l’ortofruttavenga trattata con particolare cu-ra per avere una garanzia di qua-lità e di sicurezza alimentare. Èper questo che le catene devonorivolgersi di più ai Mercati orto-frutticoli perché in tal modo han-no la possibilità di avere merce

sempre fresca. Serve però mag-gior cooperazione”.Per quanto riguarda invece il mer-cato di Milano, per la prima voltaquest’anno ha partecipato a FruitLogistica con uno stand realizzatocongiuntamente tra l’ente gestore(Sogemi) e gli operatori (Ago), “arimarcare quanto siano condivisigli obiettivi di sviluppo delle atti-vità commerciali - spiega StefanoZani, direttore generale di Sogemi- che trovano la loro sintesi neicontenuti del piano di rilancio erifacimento dei Mercati milanesimesso a punto in collaborazionetra Sogemi e Associazione Grossi-sti Ortofrutticoli”. “Fruit Logistica si è confermata lapiù importante rassegna a livellomondiale”, spiega il direttore del-la società che gestisce una struttu-ra con una superficie di 445 milametri quadrati e 9 milioni di ton-nellate di prodotti commercializ-zati di cui il 30% dedicati all’ex-port con un volume d’affari di

1.900 milioni di euro all’anno. “Lasua attuale impostazione corri-sponde appieno alle esigenze de-gli operatori. I grossisti milanesipresenti in fiera hanno avuto mo-do di consolidare molti rapporti edi avviare numerosi nuovi contat-ti commerciali con interlocutoristranieri interessati ai prodottiitaliani”.Positivi i riscontri a Berlino pureper il Caab di Bologna, a Fruit Lo-gistica dal 1997, grazie a nuovicontatti e alla partnership conGrimaldi, nonostante i pensierial momento siano altri dopo labufera scoppiata sulla sfiducia al-l’amministratore Alberto MaffeiAlberti presentata dai grossisti ela presa di posizione del commis-sario Anna Maria Cancellieri. ●

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Da sinistra Paolo Merci; Meglio, Zani e Albuzza (Mercato di Milano); Andrea Sabot

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Nel panorama depresso delle fieredel Mezzogiorno (ormai la partitafieristica italiana si gioca in soletre regioni: Lombardia, Veneto,Emilia Romagna), la biennaleAgrosud - svoltasi alla Mostrad’Oltremare di Napoli dal 25 al 27febbraio - ha presentato alcunispunti interessanti. Innanzitutto i“focus”: non una generica fieradell’agricoltura, ma una manife-stazione orientata sui tre elemen-ti che fanno la forza (e il reddito)dell’agricoltura campana e delMezzogiorno: l’ortofrutta, la bufa-la, l’olivo. Ambiti che meriterebbero ognu-no un salone specifico e uno sfor-zo organizzativo comune delle re-gioni del Sud. Ma Agrosud, con lasua sezione sull’ortofrutta Orto-med, il suo significato l’ha avuto:non ha deluso. Sono stati tre giorni intensi, condati migliori dell’edizione 2009per quanto riguarda i visitatori(oltre 40 mila) e una tenuta degliespositori (320). Peccato che alcu-ne aziende ortofrutticole campa-ne l’abbiano snobbata: Agrosudavrebbe meritato una presenzapiù massiccia dei “campioni”campani dell’ortofrutta, che sonostati comunque rappresentati daaziende molto specializzate comela Del Prete (aglio), come la Gian-domenico Consalvo (erbe aroma-tiche), l’Agricola Canciello (aspa-ragi, cavoli rapa, valeriana), dalConsorzio di Tutela MelannurcaCampana Igp. Significative pre-senze anche di fornitori di servizi,dalla logistica alla certificazione.Certiquality ha organizzato unconvegno con Isabella D’Adda eVincenzo Borrelli.Un fenomeno tutto campano è laMelannurca, con un consorzio ditutela che è un esempio di buonaorganizzazione. La Annurca sicoltiva in tre province: Napoli, Ca-serta e Benevento. I soci del con-sorzio sono 58 produttori e sei

confezionatori e lavorano circa8.000 tonnellate l’anno. Il consor-zio è depositario del marchio,compie controlli sulla qualità ecampagne di valorizzazione. “Lanostra è una produzione di nic-chia - spiega il presidente RaffaeleDe Rosa, incontrato a Agrosud -che raggiunge il mercato tra set-tembre e maggio. Oltre il 70% delprodotto certificato viene colloca-to presso la grande distribuzione.I prezzi che riusciamo a spuntaresono di solito abbastanza buoni(65-70 centesimi al produttorequest’anno) ma molti non sannoche questa piccola mela richiedemolto lavoro, soprattutto perchéla raccolta è seguita dalla fase diarrossamento su paglia o trucioliche prende dai dieci ai quindici

giorni”. De Rosa è ottimista. Il Pia-no di Sviluppo Rurale della Cam-pania dovrebbe permettere alConsorzio di lanciare una buonacampagna di promozione per Me-lannurca. Il Consorzio ha già fattoperò strada per far conoscere unprodotto unico nel suo genere at-traverso piccole pubblicazioni cu-riose ed efficaci. Ma Agrosud nascondeva anche al-tre “perle” del sorprendente mon-do delle nicchie produttive dellaCampania, come il fagiolo di Con-trone, in provincia di Salerno, cheSlow Food suggerisce per la sua“estrema qualità in cucina”.Bmc Consulting, organizzatrice diAgrosud, metterà presto a punto iprogrammi per la prossima edi-zione, nel 2013. (a.f.)

Le tre “anime” di Agrosud In 40 mila alla fiera di Napoli

Focalizzata su ortofrutta, bufala e olivo, la rassegna andatain scena a fine febbraio è stata ravvivata da 320 espositori,

con qualche assenza pesante tra le aziende leader locali

CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Alcune immagini della fiera biennalecampana. Mela Annurca, fagiolo diControne e aglio i prodotti ortofrutticoli più in vista

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Attualità

● Rolando Drahorad

Sentire ogni tanto un giudizio sul nostro mondo agrico-lo e alimentare pronunciato da un estraneo è salutare.Dovrebbe anzi essere normale visto che tutti siamo frui-tori di prodotti alimentari, avendone bisogno ogni gior-no per la nostra sopravivenza.Mi riferisco qui specificamente all’intervento delloscrittore Antonio Pascale in occasione del convegnoColtura & Cultura, organizzato a Rimini da Bayer CropScience Italia, che ha propiziato un incontro fra tecni-ci e ricercatori agricoli con i media di ogni genere.Pascale è convinto che l’Italia sia ferma perché vi regnaun sapere che chiama “nostalgico”, in quanto ancoratoal concetto che “naturale è buono” e “artificiale è catti-vo”. Molti intellettuali, da Pasolini in poi, portanoavanti queste tesi: il risultato è un’avversione genera-lizzata all’innovazione e all’accettazione del fatto chela ricerca nel suo insieme porta risultati positivi, anchein agricoltura.L’invito dello scrittore è quello di sforzarsi a produrreprodotti sostenibili ma anche, in seguito, di raccontar-li. È quello che la collana “Coltura e Cultura” si prefigge el’incontro fra centinaia di tecnici e ricercatori (sono600 i collaboratori che hanno dato il loro contributo al-l’opera) con i giornalisti ha senz’altro rappresentato ilculmine di questo percorso. I 12 volumi già usciti(l’ultimo è sulla fragola, presentato lo scorso 22 feb-braio), più gli 8 che dovranno ancora vedere la luce, so-no il prodotto più completo e perfezionato possibile chesi possa immaginare come focus su una singola specie.Sono tomi di centinaia di pagine l’uno su grano, pero,vite e vino, mais, pesco, riso, ulivo e olio, carciofo, uvada tavola, pomodoro e fragola. Nei prossimi anni usci-ranno quelli su patate, insalata, agrumi, susine ed al-bicocco, ciliegio, frutta secca, cocomero e melone e, perultimo, l’orzo e la birra.Gli ideatori dell’iniziativa si sono dati dunque la mis-sion di informare sulle produzioni italiane, colmarecioè il gap che si è creato negli ultimi decenni fra frut-ticoltori, specialisti intermedi e consumatori. Si trattadi informare gli italiani, ma non solo: l’ultima edizio-ne, quella sulla fragola, coinvolge ad esempio già 17Paesi di tutto il mondo e una delle prime, quella sul po-modoro, sarà in vendita a metà prezzo in Internet suiTunes entro l’anno. Il supporto ideale per la letturaglobalizzata sarà l’iPad. Quale mezzo migliore per promuovere efficacemente intutto il mondo le eccellenze italiane e creare un’imma-gine del Paese positiva, a supporto delle future attivitàesportative? Lo avrà pensato anche Bayer Crop ScienceItalia, sperando che insieme al buon nome delle pro-

duzioni agroalimentari italiane sia anche il marchioBayer a trarne vantaggio. Dovremmo rifiutare la part-nership con un colosso della chimica, se da un lato ciaiuta a produrre meglio e dall’altro offre anche un va-lido appoggio promozionale? Io sono propenso a crede-re che chi risponde di sì faccia parte dei sostenitori del“sapere nostalgico”, chi invece approva la partnershiptestimonia la sua fede in una scienza capace di trovarenel futuro le soluzioni per una produzione sostenibileper tutti: agricoltori, distributori e consumatori. Sonole soluzioni che permetteranno di realizzare buona par-te delle aspirazioni dei cittadini che si augurano (vedipubblicazione 2010 GfK-Eurisko 2009): sicurezza ali-mentare, sicurezza ambientale, continuità nella tradi-zione e futuro per le prossime generazioni. ●

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Coltura, culturae... innovazione

Il sistema di Qualità nazionale di produzioneintegrata sarà facilmente identificabile da unmarchio che certificherà la metodologia di pro-duzione: i consumatori, in tal modo, avrannouna garanzia in più sulla qualità e sicurezza deiprodotti ortofrutticoli “made in Italy”. È quanto è emerso a Rimini in occasione di“Agrifil”, salone della filiera agroalimentare edella meccanizzazione agricola al debutto (circa10 mila i visitatori stimati).�Il sistema di produzione integrata è basato sul-l’utilizzo di tutti i mezzi produttivi e di difesadelle produzione agricole dalle avversità, nelpieno rispetto dei principi ecologici, tossicologi-ci ed economici. Il marchio di produzione inte-grata aggiunge quindi un nuovo ed importantetassello a supporto della garanzia delleproduzioni ortofrutticole italiane, fronteggiandoi tentativi di contraffazione e fornendo al con-sumatore tutela anche in termini di salute eigiene alimentare. A questo fine il Mipaaf hapromosso un concorso per individuare il logo diproduzione integrata da applicare su tutti i pro-dotti ortofrutticoli, mentre alcune proposte scel-te dai consumatori tramite una votazione sulweb, sono disponibili sul sito www.reterurale.it.

Agrifil lancia il marchio di qualità per la produzione integrata

La presentazione dell’ultimo volume della collana di Bayer Crop Science Italiafa riflettere su sostenibilità e “promozione”

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A

Reciprocità di regole qualitative,commerciali e fitosanitarie tra ipaesi europei ed extraeuropei; unruolo più forte delle Organizza-zioni dei produttori anche su sca-la transnazionale per governaremeglio l’offerta sui mercati; retiprotettive per affrontare le crisidi mercato attraverso fondi mu-tualistici e possibilità di ritirodelle produzioni eccedentarie;trasparenza e nuovi strumenticontrattuali nei rapporti con lagrande distribuzione; una politi-ca più incisiva per contrastare ilcalo generalizzato dei consumidomestici di frutta e verdura.� So-no queste le richieste a sostegnodel comparto ortofrutticolo chearrivano dall’Emilia-Romagna,in vista della definizione dellanuova politica agricola comune2014-2020. �A formularle è statol’assessore all’agricoltura TiberioRabboni che ha aperto i lavori delconvegno “Nuova Pac ed ortofrut-ta: la posizione italiana” organiz-zato dalla Regione Emilia-Roma-gna. �“Nonostante i forti investi-menti in qualità e innovazione,l’ortofrutta italiana ed emiliano-romagnola continua a soffrire diuna bassa redditività - ha sottoli-neato Rabboni - Vogliamo chenella nuova Pac ci sia una rispo-sta adeguata alle difficoltà di que-sto importante comparto. Perché

ciò accada occorre però chel’Italia definisca proposte chiaree di alto profilo, con una posizio-ne unitaria e condivisa nei con-fronti dell’Unione europea”. �Di“gioco di squadra” ha parlato an-che il presidente della Commis-sione agricoltura del Parlamentoeuropeo Paolo de Castro. “E’ im-portante - ha detto, ricordandoche dalla politica agricola comu-ne arrivano all’Italia ogni anno6,3 miliardi di euro - cercare dimettere insieme Stato, Regioni enoi parlamentari europei percercare di difendere quella cheoggi è la più importante politicadell’Unione europea sia in termi-ni di risorse finanziare che di im-patto economico sociale”. Al convegno sono intervenuti an-che Mario Catania del ministerodelle Politiche agricole, i rappre-sentanti nazionali di Coldiretti,Confagricotura, Cia, Copagri, Le-gacoop, Confcooperative e delleprincipali Unioni di prodotto. ●

Reciprocità, Op forti, “reti” anti crisi: la Pac secondo l’Italia

Le richieste sono emerse da vari consessi, a partiredal convegno organizzato dalla Regione Emilia Romagnaalla presenza di De Castro e degli esponenti delle categorie

Si è svolto il 31 gennaio aBruxelles l’incontro tra il pre-sidente della CommissioneEuropea José Manuel DuraoBarroso e i presidenti del Co-pa Padraig Walshe, della Coge-ca Paolo Bruni e Joris Baeckepresidente Ceja - giovani agri-coltori - per affrontare il temadel ruolo economico dell’agri-coltura europea e del suo con-tributo alla strategia comuni-taria per il 2020.Nel suo intervento, Bruni hainsistito sulla necessità di te-nere in maggioreconsiderazione il ruolo dellecooperative agricole ai fini diun riequilibrio della catenaalimentare: “Dobbiamo cessa-re di sacrificare in maniera si-stematica l’agricoltura sull’al-tare dei negoziati internazio-nali: basti pensare che ilsettore impiega un lavora-tore europeo su sei”.

Bruni a Barroso:primario bistrattato

“La prima battaglia sarà quella per il mante-nimento della dotazione di bilancio, perchédobbiamo essere certi di quante risorse finan-ziarie avremo a disposizione. Da questo elemento si dovrà partire per una riforma deipagamenti diretti in favore dei cosiddetti agricoltori attivi che potrebbe consentire dirivedere tante distorsioni create in passato oltre che razionalizzare meglio la spesa agri-cola”. Lo ha detto il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini a nome ditutte e tre le organizzazioni cooperative del paese (Fedagri - Confcooperative, LegacoopAgroalimentare, Agrital Agci), in occasione del Forum sulla “Pac verso il 2020” promos-so il 22 febbraio dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. “La secon-da questione su cui far convergere le forze - aggiunge Gardini - è l'aggregazione dell'of-ferta. Un tema da affrontare se si vogliono dare all'agricoltura giusti strumenti a frontedelle sfide di mercato. Vogliamo una Pac forte e orientata al mercato”.

Fedagri:mantenereimmutatoil bilancio

Uee agevolare i processiaggregatividell’offerta

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ATTUALITÀCorriereOrtofrutticolo

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“Il Parlamento Europeo ha accol-to tutte le proposte della Com-missione Agricoltura e Svilupporurale per salvaguardare l’agri-coltura europea dai rischi con-nessi agli accordi commercialiinternazionali, compresi quellicon il Mercosur”: questo il com-mento del presidente della Com-mAgri Paolo De Castro al termi-ne dell’approvazione della rela-zione sull'agricoltura della Ue eil commercio internazionale.“Abbiamo chiesto e ottenuto dal-l’esecutivo - continua De Castro -di evitare di fare concessioni chepotrebbero avere un impatto ne-gativo sull’agricoltura dell’Unio-ne in sede di negoziati commer-ciali extra-Ue”. “Protezione degliinteressi dei nostri agricoltori du-rante i negoziati internazionali,primo fra tutti quello con il Mer-cosur: è questo - ha detto De Ca-stro - l’obiettivo che abbiamo rag-giunto in aula dopo un lungo ecomplesso lavoro che ci ha vistiimpegnati negli ultimi mesi inCommissione Agricoltura”. A tal riguardo, sono stati accoltitutti i 61 paragrafi della Relazio-ne, compreso il numero 47 nelquale abbiamo chiesto alla Com-missione di presentare una valu-tazione d'impatto prima dellaconclusione dei negoziati. Un documento importante, lo hadefinito De Castro, per garantireun mercato più trasparente,orientato al concetto della cosid-detta reciprocità delle regole eche favorisca la prospettiva diuna maggiore convergenza a li-vello internazionale degli stan-dard applicati dall’Unione Euro-pea. Un tema ritenuto fondamentaleper evitare che gli sforzi europeiin tema di benessere animale,qualità, ambiente vengano vani-ficati da un mercato incapace diriconoscere i valori sociali insitiin un prodotto. ●

Negoziato Ue-Mercosur,«Bruxelles a tutela degli agricoltori»

De Castro: accolte le proposte della Commissione Agricolturae Sviluppo rurale dell’Unione Europea per salvaguardare

il settore dai rischi connessi ad accordi commerciali

Convegno con vivace dibattito a Sant’Alberto di Zero Branco, inprovincia di Treviso, sulla nuova Pac e sull’Ocm per il settore orto-frutticolo. Relazione di Amedeo Gerolimetto, capo della segreteriadel ministro per le politiche agricole, alimentari e Forestali Gian-carlo Galan. Interventi inoltre del direttore di Opo Veneto CesareBellò e di Simone Natali (Opo Veneto).L’obiettivo: capire come si stanno delineando i nuovi scenari euro-pei per l'agricoltura, gli indirizzi e le tendenze del mercato, i crite-ri di investimento delle risorse disponibili a vario livello. Si parladi “rivoluzione” rispetto al passato. L'attenzione sarà riservata allaqualità più che alla quantità. In primo piano gli aspetti ambienta-li e naturali. Sarà tenuta in ampiaconsiderazione la bio-diversità.In altri termini si va-lorizzerà in modo par-ticolare l’agricolturasostenibile ed orienta-ta al mercato nelsegno della qualità.Sarà premiato il valo-re aggiunto rappresen-tato dal territorio. Gliagricoltori vengono intesi sempre più come figure professionaliche lavorano la terra, ma anche come sentinelle dell’ambiente. Occorre creare le condizioni quindi perché il loro reddito siagarantito e tutelato nei momenti di crisi o di grande volatilità deiprezzi.Nella sua relazione Gerolimetto ha detto che “È una nuova agricol-tura e un nuovo mercato per i prodotti che si stanno prospettando,dove saranno favoriti i segmenti di attività realmente produttivi.Non c'è più spazio e mancano le risorse per il tradizionaleassistenzialismo o per interventi generici e improduttivi. Si puntaquindi a proposte efficaci, imprenditoriali, capaci di reali risulta-ti”. Gerolimetto, Cesare Bellò e Simone Natali hanno insistito sugliaspetti ambientali, su un'agricoltura sostenibile ed ecocompatibi-le. Sono stati evidenziati, sotto questo profilo, gli scenari positiviche si aprono per l’orticoltura italiana e veneta in particolare, conla ricchezza e la grande varietà dei suoi prodotti tipici e di ricono-sciuta qualità legati al territorio: “Ci sono quindi buone basi percrescere”, la conclusione del convegno.

«Più attenzione alla qualità e alla sostenibilità»Opo Veneto “prefigura” la politica comunitaria

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ttualitàA CorriereOrtofrutticolo

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Conversano, in provincia di Bari,ha ospitato recentemente il 14moCongresso nazionale sull’uva datavola - 10ma edizione interna-zionale - presieduto da Mario Co-la- pietra e con la partecipazioneoltre 800 invitati, in gran parteproduttori di uva da tavola, ricer-catori, tecnici, studenti universi-tari e delle scuole secondarie adindirizzo agrario. Come ogni anno è statal’occasione per discutere di risul-tati delle ricerche, tecniche coltu-rali, andamento della commer-cializzazione dell'annata prece-dente e di prospettive. Colapietra ha rilevato che ilquantitativo di uva senza semi amaturazione precoce ottenutocon la varietà Sugraone è suffi-ciente per le esigenze dei merca-ti nazionali ed esteri durante imesi di luglio e agosto; non cosìsi può dire per i mesi successivi.L’obiettivo da raggiungere neiprossimi anni sarà di ridurre iquantitativi di uva delle varietàItalia e Red Globe prodotta neimesi di settembre e ottobre conle novità varietali apirene Sophiae Autumn King, Crimson. Cola-pietra ha concluso affermandoche vi sono concrete speranzeche ciò possa avverarsi. Altra tematica affrontata da Cola-pietra, Baldoni e Quarta è la fer-tilizzazione della vite per la pro-duzione di uva da tavola. Il perio-do più indicato per la concima-zione azotata è quello precedenteil germogliamento, alla fase feno-logica di “gemma d’inverno”.Scarsi risultati produttivi o peg-gioramenti qualitativi sonoemersi con eccessivi apporti diazoto e con interventi in fasi fe-nologiche avanzate. La sommini-strazione di 80 kg/ha di azoto e200 kg/ha di calcio, risultano suf-ficienti per ottenere un buonequilibrio vegeto-produttivo delvigneto. L’impiego della calcio-

cianamide, rispetto alla concima-zione azotata con urea, ha con-sentito di ottenere maggiore pro-duzione per la capacità di questoparticolare concime di cederelentamente l’azoto, di evitare ilsuo dilavamento e di favorirel’assorbimento nei periodi di ne-cessità della vite. Il congresso ha dedicato partico-lare attenzione alla prevenzionedella salute dell’operatore agrico-lo durante i trattamenti con agro-farmaci. Sulla cooperativa An-ceo, definita esempio di associa-zionismo tra i produttori di uvada tavola con certificazione Glo-balGAP è intervenuto il presiden-te, Francesco Alabrese. Nel suointervento ha rilevato la neces-sità di aggregarsi per meglio af-frontare le problematiche sull’u-va da tavola: assistenza tecnica,applicazione di protocolli di cer-tificazioni richieste dalla grandedistribuzione italiana ed interna-zionale, commercializzazione

dell’uva. Syngenta ha presentatouna novità per la prevenzione e ilcontrollo della peronospora “Per-gado: l’antiperonosporico anti-pioggia e Affirm lo specialista deilepidotteri.Successivamente Onat Akdemirha svolto la relazione sulla pro-duzione e commercializzazionedell’uva da tavola in Turchia. Laproduzione di uva da tavola è di21,5 milioni di quintali, rispettoai 18 milioni di quintali prodottidai Paesi dell’Unione Europea.La superficie totale utilizzata perla viticoltura è di 560.000 ettari divigneti da cui si ottiene il 30% diuva da tavola per il consumo fre-sco, il 37% per la produzione diuva secca, il 30% per altre desti-nazioni e soltanto il 3% per laproduzione di vino. Tra le culti-var prodotte in Turchia vi sonomolte coltivate anche in Italia:Sugraone seedless, Victoria,Crimson seedless, Italia, MichelePalieri, Cardinal, Sultanina.

“Bacca d’Oro” a Carton PackLa “Targa Bacca D’Oro”, prestigio-so riconoscimento consegnatocon una cerimonia ufficiale du-rante il congresso a personalità osocietà che si sono particolar-mente distinti per il progressodell’uva da tavola italiana in Ita-lia e nel Mondo, sostituisce il“Grappolo d’Argento” assegnatofino al 2010. La “Bacca D’Oro” èun acino di uva da tavola senzasemi della cultivar Sugraone, lapiù diffusa in Italia; rappresental’innovazione varietale e i cam-biamenti in atto nei vigneti ita-liani. Quest’anno, l’ambito rico-noscimento è stati assegnato aNicola Leone, fondatore dell'In-dustria Imballaggi “Carton Pack”di Rutigliano tra vaste superficidi vigneti per la produzione diuva da tavola coperti con flim diplastica per anticipare o ritarda-re la raccolta dell’uva. ●

Sviluppo del seedless prioritarionelle strategie dell’uva pugliese

A Conversano il 14ma congresso nazionale

con produttori e ricercatori

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AATTUALITÀCorriereOrtofrutticolo

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● Antonio Felice

Una signora fiera, Biofach 2011,con tanta qualità organizzativa ela capacità di esprimere la globa-lità del biologico. Una fiera intensa ma anche di-vertente. Forse la migliore edizio-ne di sempre.Renzo Piraccini, presidente di Al-maverde Bio, si lascia scappare labattuta: “Ma che cosa cerchiamo?La fiera del biologico è questa,anche per noi italiani. E poi cisono tutti gli altri”. Una ragazzaugandese: “Ci è costato venire finqui con i nostri depliant e i no-stri prodotti ma ne è valsa la pe-na perché è una fiera mondiale”.L’Italia si è fatta onore, con tantiespositori qualificati, uno standcollettivo del Consorzio il Biolo-gico con esplosioni di simpatiagrazie a una vitalissima miscelaromagnolo-napoletana in gradodi scodellare cibi bio a rafficacontemporaneamente proponen-do concertini improvvisati conposate, pentole, bicchieri usati amo’ di strumenti musicali, altripregevoli stand collettivi comequello di Imc (Istituto Mediterra-neo di Certificazione), una “nottein fiera” (il 17 febbraio) movi-mentata da cocktail di qualità co-me nello stand Brio o da concertiveri come nello stand dell'Ice. In-somma contrattazioni, in unmercato che si conferma in cre-scita quasi dovunque, seminariqualificati con discorsi importan-ti come quello del 16 febbraiodella presidente di IFOAM Kathe-rine DiMatteo, ma anche una fe-sta, come è giusto che una fieradel biologico sia. Ha impressionato la crescita de-gli espositori dell’Est europeo,bulgari, romeni, croati, sloveni,serbi, e soprattutto la qualità del-la presenza polacca. Un po’ insordina i mediterranei. Egitto eTunisia risentono nelle loro rap-

Biofach convincePaesi dell’Est in grande spolvero

Intensa e divertente, la fiera di Norimberga incassa unanimi apprezzamenti. Mentre nella Penisola si acuisce

il dualismo tra Sana di Bologna e BtoBio di Milano

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iologico news B CorriereOrtofrutticolo

BioFach, svoltasi a Norimberga dal 16 al 19 febbraio, ha visto unnumero di visitatori stimati in 44.000 da 131 Paesi, in aumento ri-spetto all’edizione 2010 (quando giunsero da 119 paesi).Gli espositori di BioFach provenivano da 86 diversi Paesi e circa8.500 persone hanno preso parte ai 158 eventi in programmadurante la manifestazione.�L’Italia contava 402 operatori ed è stata rappresentata a livello isti-tuzionale dallo stand del ministero delle Politiche agricole alimen-tari e forestali: uno spazio di 260 metri quadrati, organizzato daBuonitalia nell’ambito del progetto Italian organic food style, dovesi sono tenuti incontri, convegni e degustazioni. Nello stand è sta-to allestito anche un vero e proprio ristorante alla carta dove i visi-tatori hanno avuto la possibilità di provare il meglio dellaproduzione bio italiana. La produzione “bio” nello Stivale occupa oltre un milione di ettarie più di 48 mila operatori. Le regioni leader in questo ambito sonola Sicilia, la Calabria e la Puglia, ma tutto il Paese ha dimostratoun crescente interesse, da parte dei produttori e dei consumatori.Tra gli espositori presenti a Norimberga, Almaverde Bio,Oranfrizer ed il Consorzio “Il Biologico”.

I numeri: 44.000 visitatori da 131 nazioni,158 eventi, 402 operatori italiani

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presentanze internazionalidei problemi collegati allatransizione politica dopo icambiamenti imposti dallegrandi manifestazioni popo-lari degli ultimi tre mesi. Ma,siamo sicuri, torneranno pre-sto a presentarsi alla granderibalta del mercato europeopiù forti di prima. Importan-ti le presenze dell’India, dellaTurchia e complessivamentedei Paesi africani che possonorappresentare la nuova frontieradel bio e in generale delle produ-zioni eco-sostenibili.Le due fiere che si contendono daquest’anno il mercato italiano, lo“storico” Sana di Bologna (8-11settembre) e il nuovo BtoBio, chesi svolgerà per la prima volta nel-l’ambito del milanese Tuttofooddall’8 all’11 maggio, erano en-trambe presenti con stand al Bio-fach e i loro agenti si sono fattiuna guerra serrata a caccia diespositori. Proprio Almaverde Bio, nono-stante la battuta di Piraccini, hascelto Milano dopo un ragiona-mento focalizzato su alcune scel-te importanti riguardanti i mer-cati di riferimento del consorzioleader in Italia. Brio, che è il se-condo marchio italiano, invecenon andrà né a Milano né a Bo-logna avendo privilegiato il Bio-fach e, una settimana prima, laberlinese Fruit Logistica. Brionon andava più da due anni al Sa-na.

Alcuni manager dell’azienda ve-ronese si recheranno al BtoBiocome visitatori. Il Consorzio ilBiologico non intende interrom-pere la tradizione che lo vuole trai principali espositori e animato-ri del Sana e tuttavia ha un orien-tamento teso ad ascoltare le esi-genze delle aziende associate: seun certo numero di esse - diconoi bene informati - vorranno unapresenza a Milano, non sarà cer-to il Consorzio a frenarle. Le dueiniziative fieristiche contrappo-ste stanno dividendo il settore. Igiochi si chiuderanno nel giro dialcune settimane. Il 2011 vedrà si-curamente attive entrambe lemanifestazioni ma è difficilepensare che il settore possa reg-gere due fiere italiane visto che leaziende già partecipano comun-que al Biofach. Il SANA ha estrat-to a Norimberga la carta del Me-diterraneo, una scelta non facilecon i tempi che corrono, impe-gnativa sotto il profilo promozio-nale e organizzativo e che lo scor-so anno non ha dato frutti.

Sul piano generale, l’Italia simuove tra competitori inter-nazionali sempre più agguer-riti e tuttavia il bio italiano èavvantaggiato dalla voglia dimade in Italy che si respiranel settore alimentare in va-rie parti del mondo. Le poten-zialità italiane non sono peròsfruttate fino a in fondo a li-vello internazionale. La politica non aiuta, non so-

stiene a sufficienza il settore. Pec-cato che la nostra classe politicainvece di cogliere le grandi ten-denze della nostra epoca e agevo-lare il ruolo dell’Italia lungo lastrada di una svolta green che laGermania ha imboccato con teu-tonica determinazione, si dedichiad altro, producendo il ronzio diuna vespa rinchiusa in una botti-glia, o faccia danni. Wikileaks haconfermato che siamo andati aun passo in Italia dall’accettazio-ne degli Ogm proposti dalle so-cietà biotecnologiche americane,con il governo che stava seguen-do i consigli di Washington co-stantemente perorati dall'amba-sciatore degli Stati Uniti a Roma.Il “no” delle Regioni, le perples-sità delle categorie agricole e dimolti imprenditori, che non ve-dono proprio l’utilità degli Ogmin un'agricoltura di tipicità natu-rali, tendenti alla qualità medi-terranea più alta, come quellaitaliana, hanno scongiurato que-sta eventualità. Per ora.

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BBIOLOGICO NEWS

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Dopo lo scandalo dei pesticidi del 2009 in Libano (quando era stata riscontrata la presenza di pesticidiin circa il 40% della frutta e verdura nazionale), la ricerca di prodotti alimentari biologici è nettamenteincrementata presso i consumatori locali.Di pari passo si è assisitito a un miglioramento della professionalità della filiera biologica libanese, conla nascita di distributori o grossisti che assicurano il raccordo fra produttori e consumatori. Dai circa200 ettari dedicati al “bio” nel 2002 in Libano, con una trentina di produttori agricoli, si è passati a2.180 ettari nel 2008 (ultimi dati disponibili) con 250 produttori che divengono circa 300 se si integra lafiliera dei vari attori che lavorano nel biologico. La percentuale dei terreni biologici è tuttora limitata in Libano, essendo solo lo 0,87% del totale coltiva-to. Inoltre non esiste una legislazione dedicata e quindi gli esportatori debbono far uso degli Istituti dicertificazione (LibanCert o IMC), che si rifanno alla normativa europea.

Prepotente ascesa del biologico in LibanoDecuplicate le superfici dedicate dal 2002 al 2008

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Il biologico italiano vale circa tremiliardi di euro e conta più di 48mila addetti; l’Italia è il primoesportatore al mondo (circa 900milioni di euro), tra i primi Pae-si al mondo per superficie colti-vata bio (oltre 1milione e 100mi-la ettari) ed è ai vertici per nu-mero di aziende votate al bio eper la produzione di ortaggi, ce-reali, agrumi, uva, olive bio.“Non ci sono solo i dati positivisulla vendita - commenta SergioRossi, responsabile dell’organiz-zazione della nuova fiera del bio-logico certificato BtoBIOEXPO - ma anche, co-me si desume dall’e-dizione 2011 di BioBank - anche i ri-storanti conmenù biologicosono aumentatidel 24% (da 199 a246), gli agrituri-smi bio dell’11% (da1178 a 1302), le mensescolastiche del 10% (da791 a 872) e i negozi di alimentibio, passati da 1.132 a 1.163”.“L’aumento dei consumi domesti-ci di prodotti confezionati rispet-to al 2009 è dell’11,5%,l’incremento dell’ortofrutta fre-sca e sfusa è del 6,2%. Siamo an-cora in fase di assestamento deivalori, ma le indicazioni cheemergono dal rapportoIsmea/Nielsen sull’andamentodei consumi nei 12 mesi del 2010sono chiare”, continua Rossi.“Nell’ortofrutta ci sono punte del+81% per le melanzane, del 18%per le mele, del 23% abbondanteper le fragole, ad esempio; in ge-nerale, la comparazione del bio-logico con il convenzionale evi-

denzia per tutto il 2010 un anda-mento quasi sempre migliore delbiologico, si nel comparto frutti-colo che in quello orticolo”.Tra i prodotti di punta il 2010 haevidenziato un’ottima perfor-mance dei consumi di frutta eortaggi bio, in crescita del 4,2%,co. L’ortofrutta ha un peso sul to-tale dei consumi domestici biolo-gici italiani del 21,7%, il compar-to cereali e derivati del 16%, l’oliodel 4,3%, il lattiero-caseario del18,6%, le uova del 8,4%”.L’aumento dei consumi domesti-

ci di prodotti confezionati ècostante, ed è così com-

posto geograficamen-te (2010 vs 2009):Nord Ovest: +8%;Nord Est: + 19,8%;Centro e Sardegna+4%; Sud e Sicilia:+ 22,5%

L’aumento significa-tivo di Sud e Sicilia si

associa a un peso sul to-tale dei consumi BIO ita-

liani dell’8,2%, mentre Centro eSardegna ‘valgono’ il 20,2% deltotale, il 29,8% il Nord Est e il41,8% il Nord Ovest.Il focus sui canali distributivi(negozi specializzati esclusi, cheperò già nei primi 10 mesi del2010 registravano un solido au-mento di vendite, tra il 15 e il20%), sempre secondo i datiIsmea/Nielsen, evidenzial’ottima performance degli ac-quisti BIO in Ipermercati e tradi-zionali (% sui dati in valore) ri-spetto al 2009: Ipermercati,+19,5%, Supermercati +2,8%,Negozi Tradizionali +35,2%, Su-perette +25,5%, hard discount+15,4%. ●

2010 di crescita per il bio italiano Vale 3 miliardi, al top nell’export

Oltre 48 mila gli addetti impegnati in un settoreai vertici planetari anche per numero di aziende.In progresso del 6,2% le vendite di ortofrutta sfusa

Almaverde Bio rafforza la cre-scita; il brand archivia il 2010con un fatturato di 29,4 milionidi euro che garantiscono un in-cremento del 12,4% rispetto al2009. La società consortile oggi asso-cia 12 imprese produttrici delcomparto agroalimentare ita-liano che coprono una gammacompleta di alimenti biologicifreschi e trasformati.La commercializzazione deiprodotti si concentra per l’85%sul mercato italiano e per il15% sui mercati esteri dell’U-nione Europea tra cui spicca-no, in particolare, la Germaniae la Grecia. La penetrazionenel mercato si è consolidata sulcanale della Gdo con una quotadel 75% mentre il 25% dellevendite si è concentrata sui ne-gozi specializzati, il normal tra-de e il canale food service. Nella gamma di prodotti spic-cano in generale i buoni risul-tati delle novità proposte nel2010 con crescite importanti inmolti comparti, dalla IV e Vgamma di frutta e verdura, allecarni.“Il mercato - dichiara Renzo Pi-raccini, presidente di Almaver-de Bio - ha premiato il valoredel nostro marchio e questo ri-sultato è una conferma della va-lidità della politica che stiamoperseguendo volta a garantireal consumatore una identità euna riconoscibilità dei prodottibiologici Almaverde Bio. Lanuova compagine sociale ècomposta da imprese con fortespecializzazione nel bio chestanno puntando con grandeimpegno allo sviluppo del mar-chio sia in Italia che all’estero”.

Almaverde a un passodai 30 milioni di euro

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iologico news B CorriereOrtofrutticolo

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Lo scorso anno i porti italianihanno movimentato circa 9,8 mi-lioni di teu, il 2% in più rispettoall’anno precedente. Il 90% deicontainer sono transitati dai por-ti del Tirreno, con crescita a dop-pia cifra per i porti di Genova, Ci-vitavecchia e La Spezia. I dati so-no contenuti nel sito internet dishippingonline.Complessivamente i containermovimentati nei porti della costaoccidentale sono stati 8.798.000teu contro i 968.000 teu dei portidell’Adriatico. Nel dettaglio, nelTirreno la movimentazione è sta-ta di 629.000 teu per Cagliari, Ci-vitavecchia 40.000 teu, Genova1.759.000 teu, Gioia Tauro2.851.000 teu, La Spezia 1.285.000teu, Livorno 628.000 teu, Napoli532.000 teu, Palermo 33.000 teu,Salerno 234.000 teu e Savona190.000 teu. Nell’Adriatico la mo-vimentazione è stata di 110.000teu ad Ancona, Ravenna 183.000teu, Trieste 282.000 teu e a Vene-zia 393.000 teu.

Cresce anche Hong Kong L’incremento dei flussi commer-ciali con l’estero consolidatosinegli ultimi mesi trova confermanei dati statistici relativi al traffi-co del porto di Hong Kong che,nel 2010, è aumentato del 10% ri-spetto al 2009: sono state 154,3milioni le tonnellate di merci inarrivo e 113,6 milioni quelle inpartenza. I principali paesi desti-natari dei cargo in partenza daHong Kong sono stati l’Indonesia(+58%), la Malesia (+55%) e laCorea del Sud (+43%): i maggio-ri paesi di provenienza delle mer-ci sono invece stati il Giappone(+29%), la Cina (+24%) e la Ma-

lesia (+21%), con materiali dacostruzione, macchinari e metal-li tra i prodotti maggiormentetrattati. Sempre nel 2010, nel por-to di Hong Kong sono stati pro-cessati 23,7 milioni di containers(+13% rispetto al 2009). ●

Nei porti del Tirreno il 90% dei container

Lo scorso anno gli scali italiani hanno movimentato circa 9,8 milioni di Teu, il 2% in più del 2009; incrementi

a doppia cifra a Genova, Civitavecchia e La Spezia

Nel 2010 il porto della Speziaha movimentato 1.285.000 teucon un incremento del 22,9%.“I dati - spiega il presidentedell’Autorità portuale, LorenzoForcieri come si legge su ship-pingonline - rivelano anche lepotenzialità del nostro scalo ela loro traduzione immediatain termini di sviluppo econo-mico, lavoro,entrate fiscali etributarie. Questi risultati epotenzialità, che ci sono statiriconosciuti a livello europeo,inserendo il nostro porto inquelli strategici per le retiTen-T, devono essere maggior-mente riconosciuti sia a livel-lo locale sia nazionale".Questi nei dettagli i trafficidel porto della Spezia. Traffico contenitori complessi-vo: 1.285.155 (+ 22,9%), di cuiLSCT 1.041.485 (+22,3%); Tdg153.058 (+8,7%); Speter 90.612(+68,7%). Tonnellate complessive movi-mentate nel porto: 17.949.793(+25,3%), di cui rinfuse liqui-de 2.281.310 (+18,4%); rinfusesolide 1.745.819 (+57,7%);merci varie 13.922.664(+23,3%); passeggeri 44.874(+44,7%).

Boom di mercinelle acque spezzine

Il porto di Venezia viaggia avele spiegate. Lo scalo venetoper la prima volta ha superatoi 400 mila Teu movimentati inun anno, raggiungendo i403.119. Lo riferisce Ferpress.I dati raccolti a gennaio docu-mentano un aumento di circa174 mila tonnellate di mercemovimentata nello scalo vene-ziano rispetto allo stessoperiodo dello scorso anno.�L’incremento del settore com-merciale, che nel gennaioscorso ha registrato una cresci-ta rispetto allo stesso mese del2009 del 18,8%, pari a 165.700tonnellate di merce, ècompensato da una contrazio-ne del traffico del settore indu-striale, legato all’andamentodell’industria di Marghera, cheha segnato una riduzione del73,5%, pari a 292.000 tonnella-te. �Le movimentazioni di rin-fuse liquide hanno avuto unacrescita del 26, 5%.�Il settore dei container ha fat-to registrare a gennaio unacrescita del 34,6% (5.000 TEUin più) che porta ad unaumento dell’8,8% (pari a32.700 TEU) su base annua(2010/2011).�

Venezia superai 400 mila Teu

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LLOGISTICA

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Cresce il traffico delle merci neiporti della Federazione Russa:nel 2010 hanno registrato movi-menti per un totale di 525,85 mi-lioni d tonnellate, con un au-mento del 5,9% rispetto al datodel 2009.Nel dettaglio nel 2010 il movi-mento di dry cargo è aumentatodel 6,6% raggiungendo il valoredi 221,5 milioni di tonnellate, dicui carbone in aumento del 4,9%per un totale di 68,70 milioni ditonnellate, containers in aumen-to del 30,1% per un totale di 32,91milioni di tonnellate, fertilizzan-ti minerali in aumento del 23,9%per un totale di 12,74 milioni ditonnellate, legname in aumentodel 9,1% per un totale di 6,59 mi-lioni di tonnellate.Per quanto riguarda la suddivi-sione geografica del movimentomerci attraverso i porti della Fe-

derazione Russa, i porti nella Re-gione del Nord-Ovest hanno regi-strato movimenti per 227,59 mi-lioni di tonnellate merci, in au-mento del 1,9% rispetto al 2009,in particolare San Pietroburgo+15,2% per un totale di 58 milio-ni di tonnellate, il porto di Kali-ningrad +11,8% per un totale di13,83 milioni di tonnellate, ilporto di Ust-Luga +13,7% per untotale di 11,78 milioni di tonnel-late, il porto di Arkangelsk+12,6% per un totale di 3,67 mi-lioni di tonnellate.Le restanti due regioni portualidella Federazione Russa, il Baci-no Meridionale (Port Kavkaz, Ro-stov, Astrakhan, Novorossiysk) ela Regione Orientale (Vanino,Vladivostok, Posiest, Olga, Maga-dan) hanno registrato rispettiva-mente un calo dello 0,3% e un au-mento del 28%.

RUSSIA

Più cargo nei portidella federazione

L’Ungheria durante il semestredi Presidenza europea presen-terà un programma di grandeimportanza sulla politica dei tra-sporti. Lo ha annunciato VölnerPál, Sottosegretario per le Infra-strutture.I Ministri dei Trasporti europei sisono incontrati il 7 e 8 febbraioscorsi in una riunione informaleper discutere la revisione delnetwork del trasporto transeuro-peo (Ten-T).L’intero network Ten-T consistedi 90.000 km di rete ferroviaria edi 100.000 km di strade nell’Ue.Due dei progetti prioritari sui 30previsti del Ten-T sono relativiall’Ungheria e riguardano la rea-lizzazione di due corridoi ferro-viari. L’Ungheria avrà a sua di-sposizione una somma comples-siva di 236 milioni di euro, per iprogetti ferroviari fino al 2015.

Port of Antwerp International(Pai), una filiale della societàportuale d’Anversa, ha conclusoun accordo con il gruppo india-no Essar Ports’. Quest’ultimo, giàattivo in quattro porti in India,rappresenta una delle principalisocietà private di gestione por-tuale del paese. Lo stesso gruppointende allargare e diversificarele proprie attività anche tramiteil sostegno del Port of AntwerpInternational. La collaborazioneconsisterà principalmente nellaconsulenza, l’investimento e laformazione delle relazioni com-merciali. Esser rappresenta unpartner strategico per il Port ofAntwerp International, al fine disviluppare le attività portuali inIndia, Paese ritenuto strategico.

UNGHERIA

Accelerazione allapolitica dei trasporti

BELGIO

Anversa, partnershipcon l’India

Secondo dati del porto di Tripoli,il tonnellaggio movimentato nel2010 è ammontato a 1.311 tonnel-late, con un incremento del28,21% rispetto al 2009. Il nume-ro delle navi è anch’esso aumen-tato con 516 unità (+10,26% sul2009). Di conseguenza, le entrate fiscalidel porto hanno subito un consi-stente incremento (+28,67%)con 9,65 milioni di dollari.

LIBIA

Porto di Tripoli okprima della crisi

Il Porto di Capodistria ha ottenu-to dei buoni risultati nel 2010.Nello specifico, il traffico com-plessivo di carichi ha superato dipoco i 15 milioni di tonnellate,ossia il 17% in più rispetto al-l’anno precedente. Le entrate so-no state pari a 119,3 milioni dieuro, importo superiore di diecipunti percentuali a quello realiz-zato nel 2009. L’incremento maggiore è statoregistrato al terminal dei contai-ner dove sono state smistate476.731 unità, cioè il numero piùalto mai raggiunto dallo scalonel settore. Come spiega la diri-genza di “Luka Koper”, alla cre-scita hanno contribuito i nuovicollegamenti marittimi conl’Estremo Oriente.

SLOVENIA

Record di container smistati a Koper

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ogistica flashL CorriereOrtofrutticolo

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Innovazione, ricerca, qualità:queste le “armi” essenziali perconquistare il mercato della IVgamma secondo Giuseppe Batta-gliola, presidente de La Linea Ver-de, che su richiesta dell’organiz-zazione di Fruit Logistica è inter-venuto come relatore al convegnodi Freshconex dedicato alle gran-di realtà innovative del settore or-tofrutticolo. Battagliola ha preso la parola sultema: “From soups to sliced ap-ples: new product development inthe fresh produce conveniencecategory” (“Dalle zuppe alle meletagliate: lo sviluppo di nuovi pro-dotti nella categoria dei cibipronti freschi”). Un argomento inlinea con la filosofia aziendaledella società lombarda: “L’innova-zione fa parte del nostro Dna - haspiegato Giuseppe Battagliola -per noi è una forma mentis, è unapproccio a tutti gli aspetti dellarealtà aziendale. È uno sguardoinnovativo a 360 gradi, la base perlo sviluppo di nuovi prodotti chepossano essere di successo: Dim-midiSì le Zuppe Fresche, il Purèdi patate fresco pronto e il frulla-to fresco hanno avuto grande ac-coglienza da parte del consuma-tore e creato nuovi mercati chehanno incrementato il businessdel bancofrigo dell’ortofrutta”. “Questo atteggiamento e continuiinvestimenti in Ricerca & Svilup-po - ha proseguito Battagliola - cihanno portato all’applicazionedei nostri punti di forza, in quan-to produttori di IV gamma e spe-cialisti del freschissimo, sul mer-cato dei piatti pronti freschi; i no-stri sono preparati con sola orto-frutta fresca e di qualità, senzaconservanti, secondo ricette del-la tradizione culinaria italiana.La nostra filiera è certificata conil controllo di tutte le fasi di pro-duzione: in campo, nei processiproduttivi, in stabilimento e neltrasporto”.

Altri fattori fondamentali, haconcluso Battagliola, sono la rapi-dità d’azione e la catena del fred-do: “Per tutto questo definiamo inostri prodotti “fresco da fresco” ela risposta alla sempre più fre-quente domanda del consumato-re di preparare il cibo in pocotempo ma senza rinunciare a ge-nuinità, naturalità, gusto”. ●

«Innovazione, ricerca, qualità Ricetta vincente nella IV gamma»

Lo ha detto Giuseppe Battagliola, presidente de La Linea Verde, intervenendo al convegno di Freshconex

dedicato allo sviluppo dei prodotti pronti

Bonduelle, azienda franceseleader nella produzione diconserve di ortaggi, è intenzio-nata a chiudere il proprio sta-bilimento a Westmeerbeek,nella provincia di Anversa. Lacessazione della produzionerappresenta una minaccia pergli attuali 130 dipendenti dellostesso stabilimento. Secondo ladirezione di Bonduelle, taledecisione è da imputare almercato di conserve in fortecalo, che costringe il gruppo aridurre la propria capacità diproduzione in Europa. Un por-tavoce conferma che il consu-mo d’ortaggi in conserve stadiminuendo, mentre i prezzirisultano sotto pressione; neconsegue un rischio di sovrap-produzione. Inoltre, lo stabili-mento di Westmeerbeek neces-sita di investimenti pari a 5,5milioni di euro, una sommanon giustificabile in questocontesto economico.

Bonduelle chiudea Westmeerbeek

Si è chiuso con un 6%d’aumento il giro d’affari di Si-po nel 2010, che ha toccatotoccato quota 8 milioni di eu-ro. I clienti della Gd - che rap-presenta il canale distributivoprincipale con un’incidenzapari all’80% sul fatturato com-plessivo - hanno mantenuto ivolumi di vendite dello scorsoanno, mentre l’export ècresciuto grazie all’avvio dicollaborazioni con distributoriesteri di Spagna, Inghilterra,Francia, Grecia, Estonia, Letto-nia, Lituania, Ucraina ed Un-gheria. “Nel 2010 ci siamo de-dicati principalmente allo svi-luppo dei mercati esteri, al re-styling del logo aziendale e delmarchio Sapori del mio Orto -sottolinea MassimilianoCeccarini, development mana-ger - e infine al lancio dellanuova linea di verdure di IVgamma per l’Horeca, canaleche pesa il 4% del giro d’affarima che mostra un trend di in-cremento e che rafforzeremonel 2011, anno in cui lancere-mo nuove referenze”.

Sipo rimpolpail giro d’affari

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QUARTA - QUINTA GAMM

ACorriereOrtofrutticolo A

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Lo sviluppo della marca commer-ciale appare un fenomeno diffu-so che oltrepassa i confini del-l’Europa e si estende oltreoceanoagli Stati Uniti. I ritmi di crescita e i livelli rag-giunti sono tuttavia molto diffe-renti tra i due mercati. Il divariotra gli Stati Uniti, dove il prodottoa marchio ha una quota a valoredel 18%, e la Spagna ad esempio,dove la marca commerciale staraggiungendo il 40% di quota,può essere spiegato dalle diversecondizioni strutturali del merca-to distributivo: il diverso grado diconcentrazione dei due mercati -frammentato il primo e concen-trato il secondo - determinano undiverso grado di efficacia dei re-tailer nella gestione dell’assorti-mento e nello sviluppo del pro-dotto a marchio da parte delle in-segne. È tuttavia interessante segnalarecome anche i retailer statuniten-si abbiano intrapreso la strada,che da anni percorrono le inse-gne europee, dell’innovazione delprodotto a marchio: ne sono testi-moni Kroger, con le sue tre lineedi prodotto a marchio, e 7-Eleven,che ha introdotto i prodotti sia diprimo prezzo che premium.Ma l’ampliamento del portafo-glio prodotti a marchio non è cheuna delle determinanti della cre-scita delle private label. Il driverche, almeno fino ad oggi, ha con-tribuito maggiormente allo svi-luppo del mercato è, senza dub-bio, la convenienza, come emer-ge dai dati di SymphonyIRI Le private label non potrannoche crescere in futuro, e questoavverrà a spese della marca indu-striale. Questo il messaggio delreport dal titolo provocatorio diPlanet Retail “What if…retailer’sprivate labels became brands?”pubblicato a novembre 2010. Non solo: la marca commercialesarà in grado di farsi spazio neimercati più evoluti, ma anche neimercati in fase di sviluppo. Ce lodimostra Lotte Mart, in Corea delSud, la cui marca commerciale èpassata da una quota del 1% nel2003 ad una quota del 19,1% nel

2009. A guidare questo percorsonon saranno solo i fattori di na-tura economica - prezzi e margi-ni - ma fattori di natura strategi-ca: la fedeltà all’insegna, che trai-na i prodotti a marchio, el’innovazione; in alcune aree, co-me piatti pronti, prodotti saluti-stici e biologici, è il distributoreche contribuisce allo sviluppo delmercato. Ci sono diversi segnali di mercatoche evidenziano come la marcacommerciale stia diventando unbrand a tutti gli effetti: lo dimo-strano le insegne che distribui-scono i propri prodotti a marchioattraverso altri distributori, gene-ralmente in Paesi in cui non so-no presenti con i propri puntivendita. E’ il caso di Marks &Spencer’s, che distribuisce i suoiprodotti attraverso Central Retailin Thailandia, di Safeway (USA)con la sua linea O Organics pre-sente sugli scaffali di ShopRite inSud Africa, di Exito in Colombiae di Carrefour in Taiwan, nonchénel canale foodservice grazie allapartnership con Sysco, o del re-tailer inglese Waitrose che staesportando il suo brand in oltre25 Paesi tra cui India e MedioOriente. Per i distributori, espor-tare all’estero la propria marcacommerciale significare avviareuna crescita di mercato a rischicontenuti, considerato chel’ingresso nel nuovo Paese avvie-ne attraverso un’insegna già pre-sente e conosciuta. Gli spazi maggiori per questoprocesso di internazionalizzazio-ne della marca commerciale sihanno per i prodotti premium,organici, salutistici e ad alto con-tenuto di innovazione, nonchénei mercati emergenti, dove c’èuna domanda in crescita per que-ste tipologie di prodotti. Questifenomeni vengono valutati conestrema preoccupazione dall’in-dustria di marca. Cosa dovremo aspettarci dallamarca commerciale nel prossimofuturo? Una crescita, senz’altro,che sarà però favorita principal-mente da due categorie: frozenfood e health & welleness. ●

Private disuccesso Numeri e investimentitestimoniano la forte

attenzione anche negli Usa

Buon inizio d'anno perConad. Nelle prime seisettimane del 2011 le vendite,a parità di rete, sono infatticresciute del 6%. Lo ha dichia-rato nel corso di un convegno,come riporta DistribuzioneModerna, il direttore generaleFrancesco Pugliese, per il qua-le il buon risultato ottenuto èin parte anche il frutto dell'ef-ficace politica promozionalerecentemente adottata.�Il consorzio emiliano, chevanta una rete di 2.900 puntivendita su tutto il territorionazionale, ha chiuso il 2010con un giro d'affari di 9,77miliardi di euro, in progressodel 5,1% sull'anno precedente.Attualmente detiene una quo-ta di mercato complessiva nelsettore del largo consumo parial 9,9% (che sale al 16,3%insieme ai partner negliacquisti Interdis e ReweItalia). Ambiziosi i progetti disviluppo, con una previsionedi 266 nuove aperture neltriennio 2011-2013.

Conad partecon il piede giusto

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istribuzioneD CorriereOrtofrutticolo

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La presenza delle arance rosse diSicilia Igp sugli scaffali dellagrande distribuzione spagnola,grazie a una specifica campagnapromozionale, non va giù ad al-cune associazioni iberiche. A talproposito l'associazione agrumi-cola Unió de Llauradors della Re-gione di Valencia, di fronte alsuccesso dell�attività promozio-nale siciliana - che ha preso il viasolo pochi giorni fa - ha inviatouna nota ampiamente diffusadalla stampa spagnola.“Si vedono nei supermercati spa-gnoli prodotti con certificazionedi identificazione geografica pro-tetta (Igp) di un altro Paese - silegge nel documento - mentrel�Igp di Valencia non riesce a in-trodurre e fare conoscere nel pro-prio territorio le arance prodottenella stessa comunità autonoma.I gruppi di pressione italianispingono sul loro governo italia-no e sull�opinione pubblica per-ché si consumino prodotti italia-ni, come nel caso degli agrumi diSicilia, circostanza che porta lecatene di distribuzione italiana achiudere gli acquisti dall�esteroal fine di vendere buona partedella produzione del proprio Pae-se. Sembra che le catene di distri-buzione in Spagna la pensino alcontrario, valorizzando i prodottiprovenienti dai Paesi esteri, no-nostante la qualità degli agrumidi Valencia sia fuori discussione”.La nota si chiude con una dichia-razione di Ramòn Mampel (nellafoto), segretario generale dellaUniò, che spiega: “Le grandi cate-ne di distribuzione che operanonel territorio di Valencia invita-no i consumatori a sperperaredenaro nei loro centri commer-ciali, per poi promuovere prodot-ti già esistenti ma provenientidall�estero. Questa è un modo ditrasferire la responsabilità socia-le corporativa alla società di cuifanno parte”.

Il Consorzio di tutela dell’Aran-cia Rossa di Sicilia precisa che “difronte agli esiti positivi di un�o-perazione di valorizzazionedell�Arancia Rossa di Sicilia inun paese membro dell�UnioneEuropea intendiamo chiarire lepotenzialità di un prodotto sem-pre più apprezzato che si sta fa-cendo spazio all�interno dei ca-nali distributivi non solo spagno-

li, non solo europei, ma mondia-li. È doveroso sottolineare che ta-li critiche sono state diffuse al-l�interno di un mercato libero co-munitario, privo di protezioni-smo in ogni Paese membro, tantomeno in Italia come dimostratodai dati statistici che evidenzianoun alto livello di importazioni diagrumi spagnoli all�interno delnostro Paese”. ●

La Spagna delle arance osteggiagli agrumi siciliani

La presenza di rosse Igp isolane sugli scaffali della Gd iberica scatena le proteste delle associazioni locali:«Si valorizza il prodotto estero, in Italia avviene il contrario»

Il gruppo di contatto fragola ispano-italo-francese ha confermato inuna riunione tenutasi a metà febbraio Perpignan le buone previsio-ni per la stagione di fragole, sia in produzione che come qualità delprodotto, a fronte di una superficie simile a quella del 2010.�Freshuelva e Fepex, come riportato dal sito internet della Fepex,hanno riferito che quest’anno la superficie investita sarà essenzial-mente la stessa dello scorso anno, ovvero 6.400 ettari. La qualità èmolto buona e si prevede di raggiungere una produzione di 245.000tonnellate. �I produttori francesi di fragole, raggruppati nell’associazione deiproduttori di fragola Aopn, prevedono le coltivazioni su superfici si-mili a quelle del 2010 con una produzione totale di circa 30.000 ton-nellate. �I produttori italiani prevedono una leggera riduzione dell'a-rea rispetto al 2010, quando erano stati coltivati 3.500 ettari.

Fragole, buone le previsionidel gruppo di contatto ispano-italo-francese

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EEUROPACorriereOrtofrutticolo

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Presentata la campagna promo-zionale “So French, So Good” de-stinata ai mercati esteri e a sti-molare l’esportazione di prodottialimentari e dell’arte della tavo-la. Si tratta di sostenere il ricono-scimento internazionale acquisi-to grazie all’iscrizione da partedell’Unesco del “pasto gastrono-mico dei francesi” al patrimonioimmateriale dell’umanità nelnovembre 2010. L’agricoltura el’industria alimentare franceserappresentano circa 250.000 ad-detti e il 15% dell’export totaledella Francia ma le quote di mer-cato all’estero sono in calo. Lacampagna promozionale mira inpriorità 12 Paesi (tra cui la Ger-mania, gli Usa, il Giappone, laSvezia, la Cina e la Russia) checoncentrano i due terzi delleesportazioni agro-alimentarifrancesi.

FRANCIA

Slogan promozionale“So French, So Good”

I polacchi comprano sempre dipiù i prodotti alimentari surgela-ti. Nel 2011 spenderanno oltre 1,8mld di zloty (circa € 461,5 mln)per questi prodotti, di cui la mag-gior parte sarà spesa per pesce ealtri frutti di mare (quasi 600mln di zloty), seguite dalle ver-dure e dai piatti pronti surgelati(oltre 300mln di zloty cioè circa77 milioni di euro) e dai prodot-ti sulla base di patate (tra cui pa-tate fritte). La vendita di prodottisurgelati in Polonia crescerà al-meno fino al 2015. Secondo gli esperti del settore ta-le crescita è dovuta al cambia-mento dello stile di vita dei po-lacchi: cresce il numero di giova-ni che si preoccupa dalla propriasalute e della dieta, ma che nonvuole spendere tanto tempo perla preparazione dei piatti.

POLONIA

I surgelati vanno per la maggiore

Si è svolta a Mosca dal 7 all’11febbraio Prodexpo, la più grandemostra specializzata annuale inRussia e nell'Europa orientaleche presenta una vastissimagamma di prodotti agroalimen-tari e bevande.Dato l’interesse del mercato, lacollettiva italiana, curata dal no-stro Istituto si è andata consoli-dando nel corso degli ultimi an-ni. Per il 2011 l’Ufficio Ice di Mo-sca era presente in Fiera per rea-lizzare una serie di iniziative surichiesta di diversi committenti,trai quali Federbio per uno standche ospiterà cinque aziende delsettore e la Regione Sardegna perdegustazioni di prodotti localinonché il supporto allo studytour di 4 aziende, tra cui Oranfri-zer, che hanno partecipato alGlobal Excutive Program Agroa-limentare

Il ministro dello Sviluppo agrico-lo e alimentare della Macedonia,Costas Skandalidis, ha dichiaratoche la crescita della produzioneagricola e dell’industria ad essacollegata potrebbe esserel’elemento determinante per fa-re uscire il Paese dall’attuale cri-si economica. Recentemente èstato creato un “Fondo per le im-prese agricole”, dotato inizial-mente di 150 milioni di euro, cheservirà a finanziare alcune ini-ziative ritenute meritevoli; inol-tre, e’ in fase di studio il progettoper la creazione nella MacedoniaCentrale di un centro di ricerca einnovazione nel settore agricoloe di una piattaforma logistica peril trasferimento dei prodotti agri-coli verso l’Europa.

RUSSIA

Prodexpo calamitaanche l’ortofrutta

MACEDONIA

Creato un fondopro imprese agricole

Uno studio recente condotto dal-la “Autorità ellenica di Statistica”ha evidenziato che il 53,7% del-la superficie agricola è stato de-stinato alle coltivazioni di cerea-li, piante da foraggio, colture in-dustriali, patate, meloni, angu-rie, legumi e piante aromatiche;il 30,8% è stato dedicato alle col-tivazioni permanenti, viticole earboree; il 3,1% è stato adibito al-le coltivazioni da giardino, ver-dure e fiori; il rimanente 12,4% èstato lasciato a riposo senza esse-re seminato.

GRECIA/1A riposo il 12,4% delle aree agricole

I principali fornitori di prodottiagroalimentari per i greci nel pe-riodo gennaio-novembre 2010,sono risultati Germania (701 mi-lioni di euro, +5,7%), Paesi Bassi(693 milioni di euro, +3,2%),Francia (565 milioni di euro, -7,3%), Italia (501 milioni di euro,-6,4%) e Spagna (211 milioni dieuro, -4,3%). L’Italia ha visto de-crescere la propria quota di mer-cato dal 12,1% all’11,4%. Frutta everdura hanno fatto segnare 591milioni di euro pari a un dato involume di 651 mila tonnellate.

GRECIA/2L’Italia del food perde posizioni

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uropa flashE CorriereOrtofrutticolo

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B

L’export ortofrutticolo italianoverso la Libia, a inizio marzo, erabloccato. Uno dei comparti chesta sentendo maggiormente glieffetti della drammatica rivoltanel Paese nordafricano è quellomelicolo. �La Vip, l’associazionedelle cooperative ortofrutticoledella Val Venosta (Bolzano), vistala delicatissima situazione politi-ca in Nord Africa, che rappresen-ta il 5-6% dell’export globale, hadeciso di stoppare, almeno per ilmomento, le esportazioni di me-le verso il Paese libico e di limi-tare al massimo gli invii negli al-tri Paesi magrebini.�“In Libia è tutto fermo”, confer-mava a inizio marzo Fabio Zane-sco direttore commerciale dellecooperativa altoatesina. “Il bloc-co è stato attivato da una settima-na. Abbiamo preferito, in accor-do con i nostri clienti locali, fer-mare i carichi di prodotto desti-nati a quell’area. Si correrebberotroppi rischi, sia dal punto di vi-sta logistico e delle consegne, siaper i pagamenti. I volumi desti-nati a quelle zone verranno smi-stati su altre destinazioni estere.Questo ad ogni modo non stacreando problemi di un eccessodi offerta sui mercati e non necreerà nemmeno in futuro. Lamerce inviata nei giorni primadello scoppio della rivolta è statacomunque tutta consegnata. Spe-riamo comunque che la situazio-ne migliori al più presto”. Le co-municazioni dirette con il Paesenordafricano sono interrotte dagiorni. “I cellulari non funziona-no. Da giorni non abbiamo piùnotizie dirette dai nostri clienti”,racconta Zanesco.Gli stessi problemi li ha avuti LaTrentina. Simone Pilati (nella fo-to, a fianco al titolo), direttore delconsorzio di Trento, ci rivela cheda giorni non c’è più la linea conTripoli. “Siamo preoccupati. Siaper gli esiti che questa situazione

potrà avere sia per il mercato. LaLibia per noi rappresenta unosbocco commerciale importanteanche se difficile visto che rima-ne un mercato un po’ chiuso, an-che a causa della dittatura diGheddafi”. Il Paese magrebino rappresentaper La Trentina il 3% dell’exportcon 1.200 tonnellate di mele in-viate, via nave, dal porto di Geno-va fino allo scalo di Tunisi e poivia autostrada fino a Tripoli. “Serimarrà Gheddafi - aggiunge Pila-ti - temo rimarranno seri proble-mi, anche dal punto di vista com-merciale. Se invece ci sarà unasvolta democratica credo ci po-

tranno essere dei profondi cam-biamenti non solo sociali, con unpossibile rilancio dell’economiae una maggiore apertura ai pro-dotti esteri e all’innovazione. Maal momento è impossibile fareprevisioni sicure”.I rallentamenti commerciali coni Paesi del Nord Africa sono con-fermati da Gualtiero Rivoira, unodei dirigenti dell’azienda di Ver-zuolo (Cuneo), tra i leader italia-ni e non solo dell’export di melee kiwi, che vengono inviate intutto il mondo, Libia ed Egittocompresi. “Ad oggi si fa fatica amonitorare la situazione - spiegaRivoira - ma l’importante è che laprotesta non si allarghi ulterior-mente. Se la crisi dovesse investi-re anche Arabia Saudita e altrearee del Medio Oriente, allora sa-rebbe ancora più grave”.

Emanuele Zanini

La crisi libica lascia il segno Export italiano bloccato

Il sogno dei Gandini rimane nel cassetto, almeno per il momento.L’azienda Gandini Antonio di Guidizzolo (Mantova) era in procin-to di concludere un accordo per la coltivazione di pomodoro inserre in Tunisia. Ma le vicende che hanno coinvolto il Paese norda-fricano nelle ultime settimane hanno bloccato tutto.A rivelarlo è Mario Gandini (nella foto), a capo, assieme al fratelloEnrico, dell’impresa lombarda che in totale commercializ-za 60 mila quintali di pomodori. “Purtroppo adesso è tuttofermo”, spiega sconsolato. “Le attività burocratiche e ammi-nistrative sono bloccate. I funzionari tunisini sono in standby, così come le istituzioni. Eravamo quasi in diritturad’arrivo. Avevamo preso in affitto il terreno dal governo,110 mila metri quadrati in un’area a una ventina dichilometri a sud di Hammamet da coltivare a pomodoro da mensa,tutto in serra fuori suolo”. �Un investimento da 9 milioni di euroimprovvisamente arrestatosi: “Purtroppo 120 mila euro sono giàstati spesi tra viaggi, progetti e voci varie”, spiega Gandini. “Speria-mo che il nuovo governo sappia riattivare presto il sistema econo-mico del Paese e soprattutto abbia capacità e voglia di fare. Speria-mo di ripartire entro sei mesi, ma è dura”. Il progetto, una voltaterminato, consentirebbe all’impresa mantovana di raggiungere i100 mila quintali di pomodoro commercializzati. (E.Zan.)

E la società mantovana Gandini deve rinviare il sogno di coltivare pomodoro in Tunisia

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MONDO

CorriereOrtofruttIcolo

Tra timori e speranze,le testimonianze di Vip,

la Trentina e Rivoira

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● Sylvain Cuperlier*

In base a quanto affermato dallaWorld Soil Information, il 46%dei terreni agricoli ha già regi-strato una sostanziale diminuzio-ne della produttività. Il suolo èsempre a rischio per colpa delladegradazione causata da fattoriquali l’erosione, la salinità,l’inquinamento e altri elementiche rappresentano il risultato diuna gestione inadeguata. Per que-sto motivo, Dole considera laconservazione del suolo unapriorità. La tutela del suolo è sta-ta individuata dall’azienda comeuno dei tre pilastri a sostegno diun’agricoltura sostenibile, insie-me a ridotte emissioni di CO2 (edi utilizzo dell’energia) e a unaadeguata gestione dell’acqua.Da tempo, Dole riveste un ruoloattivo nella tutela dei terreni. Lagestione del suolo inizia ancorprima della sua preparazionemediante studi tecnici che porte-ranno a ottenere il livello mini-mo di erosione per ogni areaagricola al momento dell’instal-lazione.Più specificamente, nella produ-zione di ananas le misure rese ef-fettive per proteggere il terrenocomprendono:- lavorazione minima del terre-no, che consente di limitare lamanipolazione del suolo, ridu-cendo, di conseguenza,l’erosione e aumentandol’utilizzo di acqua;- rotazione delle colture, che con-siste nella semina di una serie dicolture diverse nella stessa areain periodi successivi. In questomodo, si ostacola la diffusionedegli organismi infestanti e dellemalattie, interrompendone il ci-clo regolare;- colture di rivestimento, utiliz-zando, generalmente, piante azo-tofissatrici per gestire la fertilitàe la qualità del terreno oltre a

consentire di evitare la produzio-ne di piante infestanti;- pratiche relative alla conserva-zione del suolo, come la coltura ela sistemazione a girapoggio, leterrazze di conservazione a baselarga, la coltura del terreno mira-ta in base alle esigenze del terre-no, la valutazione delle caratteri-stiche morfologiche, fisiche e chi-miche del suolo e, non meno im-portante, il ripristino nei campidel terreno nei collettori e nellebarriere di contenimento;- realizzazione dello spessore del-lo strato coltivabile almeno duevolte all’anno, al fine di determi-nare le perdite dell’erosione delsuolo o i miglioramenti ottenutimediante le pratiche di conserva-zione del terreno;- aggiunta di sostanze organicheammendanti per la conservazio-ne dello strato superficiale;- pacciamatura con plastica o pa-glia tra i letti di semina;- esecuzione di rilevamenti delsuolo allo scopo di individuare iterreni soggetti ad erosione e diimpartire consigli utili alla loroconservazione.In aggiunta, Dole non utilizzapiù la pratica tradizionale cheprevedeva l’essiccazione dellepiante e la bruciatura dei residuidei raccolti. Grazie a questo cam-biamento, nei campi viene con-servata una quantità maggiore di

materia organica, che arricchiscela struttura del terreno, facilital’assorbimento dell’acqua e ridu-ce l’erosione. Dole, inoltre, svi-luppa manuali di conservazionedel suolo specifici per aziendeagricole ed è una delle poche im-prese che misurano in modo ef-fettivo i livelli di erosione delsuolo nel campo, aggiornandonei risultati ogni tre anni. Tutti insieme, questi programminon solo consentono di limitarel’erosione del suolo, ma di ridur-re anche l’uso di erbicidi, fertiliz-zanti e altri prodotti chimici perl’agricoltura. Si stima chel’impatto sul terreno venga ridot-to di un fattore pari a 10 rispettoalle prassi più "tradizionali".Inoltre, questi programmi contri-buiscono anche alla protezionedel livello freatico.Con l’aiuto di Canapep(l’Organizzazione di produttoried esportatori di ananas della Co-sta Rica) abbiamo tenuto dei se-minari specifici per il settore alloscopo di estendere le prassi mi-gliori relative alla conservazionedel suolo. Gli esperti di Dole han-no redatto un manuale Canapepufficiale sulla conservazione delsuolo che è stato distribuito a tut-ti i membri Canapep, affinchépotessero metterne immediata-mente in pratica i consigli ripor-tati. Altri seminari sono stati rea-lizzati in Honduras e in Ecuador. Un traguardo dei programmi perla conservazione del suolo di Do-le è stato ridurre il tasso di ero-sione del suolo fino a < 5T/ha/anno, obiettivo raramenteraggiunto dalle altre aziendeagricole, se si considera che il tas-so di erosione del suolo medio ditutte le attività agricole del CostaRica è pari a 70 T/ha/anno.

* vicepresidente del dipartimentoresponsabilità e sostenibilitàaziendale nel mondo di Dole

Dole e la conservazione del suolo«Una priorità in Centro America»

Particolare attenzionenelle tecniche legate allaproduzione dell’ananas

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ondoM CorriereOrtofrutticolo

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● Emanuele Zanini

Il mercato delle patate torna arespirare. Dopo un paio di an-nate difficili, specie per quantoriguarda il 2009, sembra ci siauno spiraglio di ripresa per il set-tore. Sono al bando però i tonitrionfalistici visto che per i più sitratta di un ritorno verso la lineadi galleggiamento, nulla di più.C’è chi sostiene che la primaparte del 2011 ha dato comunquedei segnali incoraggianti, che severranno confermati anche neiprossimi mesi, potrebbero dareun’annata positiva. Queste leanalisi degli operatori che il Cor-riere Ortofrutticolo ha intervista-to. Lo scorso anno le produzioni in-feriori rispetto al 2009 registrateun po’ in tutta Europa (con calidel 30-40% tra ottobre e novem-bre) ha influenzato notevol-mente il mercato. Uno degli ele-menti chiave scaturiti da questasituazione è l’importante e con-tinua richiesta di prodotto giuntadai Paesi dell’Est, in primis laRussia (che ha visto un calo delleproduzioni del 30%), che si sonotrovati con poco prodotto a dispo-sizione e si sono indirizzati a unamassiccia importazione. “Il mercato russo e quello di altriPaesi dell’Est hanno richiestomolto prodotto che viene pagatoa prezzi di tutto rispetto”, confer-ma Domenico Citterio, del-l’omonima azienda di San Marti-no Buon Albergo (Verona). “Talesituazione si protrae dallo scorsosettembre. Il rischio però è che sitramuti in una sorta di scheggiaimpazzita capace di influenzareeccessivamente il mercato. Quan-do questa fase terminerà sarà dif-ficile capire le conseguenze cheporterà con sé”. Al momento chi

sta sfruttando maggiormentel’ondata di richieste dall’Est sonoFrancia e Germania, ma non èescluso che ci siano delle buonepossibilità pure per l’Italia, inparticolare per il Napoletano,l’area maggiormente vocata all’e-sportazione di prodotto versoquei Paesi.E proprio in Campania speranomolto che le numerose richiesteda Est proseguino nei prossimimesi. “Il nostro obiettivo - sotto-linea Castrese Cecere direttoredell’Assonapa, associazionenazionale pataticoltori - è ar-rivare ai mercati dell’Est in mag-gio”. Le possibilità di riuscirci edi farlo con buoni risultati cisono. Le semine sono state termi-nate con un anticipo di una deci-na di giorni rispetto la media.Quest’anno si prevede una com-

mercializzazione di circa 150 mi-la tonnellate di prodotto cam-pano (un terzo delle quali desti-nate all’industria), di cui circa 50mila tonnellate dovrebbero es-sere esportate in Russia, Bulgar-ia, Romania, Repubblica Ceca ein altri Paesi dell’area orientaledell’Europa. “Sulla novella dobbi-amo sfruttare al massimo la nos-tra campagna “corta” - precisa Ce-cere - una “finestra” di 50 giornitra maggio e giugno che decidel’andamento dell’intera sta-gione”. Le prime indicazioni dal mercatodella patata novella danno indi-cazioni piuttosto confortanti. Lepatate vecchie dovrebberoesaurirsi entro la fine di aprile oi primi giorni di maggio e lascia-re campo aperto al prodotto nuo-vo.

SCHEDA PRODOTTOPATATE

numero 3 del 2011

CorriereOrtofrutticolo

La patata... respira: il mercato torna a dare soddisfazioni dopo due stagioni difficili

Segnali incoraggianti dal punto vista degli scambie dei prezzi nei primi mesi del 2011.

Particolarmente ricettivo il mercato dell’Est europeo.Ma gli operatori non si sbilanciano e restano cauti

Giulio Romagnoli e Domenico Citterio

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CorriereOrtofrutticolo

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TATE

SCHEDA PRODOTTOSPer Fausto Bosca, direttore dell’U-napa, unione nazionale delle as-sociazioni dei produttori dipatate, sulla novella per i prossi-mi mesi c’è un certo ottimismograzie a quotazioni elevate e “agliinvestimenti che tornano ad au-mentare”.I primi riscontri dall’estero sonobuoni, visto che le quotazioni inarrivo dai Paesi magrebini sononettamente superiori rispetto al2010. “Nel Nord Africa i prezzisono almeno il 10-15% in piùrispetto allo scorso anno - rivelaDavide Pasini della Patfrut - men-tre Israele sta consegnando ilprodotto (a inizio marzo, ndr) a0,64 euro al chilo contro i 0,45 del2010. In Sicilia si stanno effet-tuando le prime scavature inquesti giorni (inizio marzo, ndr),ma sono piccole nicchie di mer-cato”, racconta Pasini, mentre ènell’isola (dove le superfici inves-tite sono rimaste stabili rispettoal 2010 dopo i drastici cali deglianni precedenti arrivati al 30-35%) a verificare di personaquale sia la situazione (iniziomarzo).“Il grosso si venderà dal 15-20aprile. Le previsioni sono buonecon rese soddisfacenti (350-400quintali per ettaro) e buona qual-ità grazie a campi e prodottosani”. In Egitto, nella seconda set-timana di marzo le vendite, indi-rizzate principalmente in Russia,si attestavano attorno ai 0,55-0,60euro al chilo, mentre in Israeleerano sui 0,60-0,65 euro al chilo.Per Giulio Romagnoli, del-l’omonima azienda bolognese, leaspettative per la campagna sonopositive con prezzi che si atten-dono soddisfacenti. “niente di ec-cezionale – precisa Romagnoli -visto che riusciremo solamente amettere la testa fuori dall’acqua.Siamo semplicemente tornati al-la normalità”. Per l’imprenditorefelsineo ci sarà un riposiziona-mento dei prezzi su livelli ac-cettabili che potrebbe ridare ot-timismo al mercato. Guai però arilassarsi, visto che “si tratta solodi un brodino, il settore è ancoramalato”, sostiene Romagnoli.

“Speriamo che la grande dis-tribuzione sostenga maggior-mente il prodotto italiano – sot-tolinea il manager emiliano – eche non ceda ancora nella ten-tazione, ormai diventata abitu-dine per certe catene, di effet-tuare per settimane promozionicon sconti fino al 50% su patateche si conservano due mesi.Questa rincorsa al prezzo daparte delle insegne rischia di dis-torcere il mercato. Dall’altro latol’export è di certo una voce im-portante all’interno dei bilancidelle aziende ma è bene che leimprese tornino ad essere leadersul mercato interno, visto che lapatata rimane pur sempre la sec-onda orticola italiana, a livelloproduttivo, dopo il pomodoro”.

Sull’attuale andamento del set-tore rimane piuttosto perplessoAngelo Ruggiero dell’omonimaazienda de L’Aquila, che a iniziomarzo ha iniziato a lavorare conil Nord Africa. “Al momento (pri-ma settimana di marzo, ndr) c’èpiù offerta che domanda, esatta-mente il contrario che lo scorsoanno. I prezzi sono alti (anche di20 centesimi dallo scorso anno),ma il problema è che c’è pococonsumo, sia per il prodotto vec-chio che per la novella. Rispettoalla media manca il 30-40% dellevendite. Al momento la situ-azione è ancora sotto controllo,ma se questo deficit di consumosi protrarrà nei prossimi mesisaranno dolori”[email protected]

70 M a r z o 2011

Per la patata da conservazione gli ultimi dieci anni si sono dimostratimolto prolifici dal punto di vista delle esportazioni, passate in Europada 4,9 milioni di tonnellate spedite del 2000-2001 a 5,47 milioni del2009-2010. Un aumento dovuto principalmente all’interazione di tre fattori: lacrescita regolare della domanda in Italia (+33%) e Spagna (+42%); icrescenti bisogni dell’industria che hanno portato ad un aumento del-le quantità ordinate in Belgio (+9%) e Germania (+23%); il dinami-smo della filiera francese, che grazie all’attività di diversificazione e aisuoi partner ha raddoppiato nel giro di 10 anni le esportazioni, pas-sando da 1 milione di tonnellate del 2000-2001 ad un record di 2 mi-lioni del 2009-2010.Tuttavia, il consumo di patate fresche, che in passato era prevalente, siva riducendo sia nei principali Paesi dell’Europa occidentale che inquelli dell’Est. Per fermare la contrazione, quattro organizzazioni pro-fessionali continentali, Potato Council (Regno Unito), Cnipt (Francia),Vlam e Apaq-w (Belgio), hanno da poco avviato un programma di sen-sibilizzazione, cofinanziato dalla Comunità Europea, con l'obiettivo didifendere il ruolo delle patate fresche sulla tavola dei consumatori ri-spetto alla pasta ed al riso. “L’obiettivo è mostrare ai consumatori chele patate fresche rientrano di buon diritto nella cucina e negli attualistili di vita, in quanto alimento facile, pratico da preparare, ricco dispunti creativi e che fa bene alla salute”, spiega Carole Blandin, re-sponsabile comunicazione Cnipt.

Export in crescita in Europa dal 2001 al 2010Ma consumi in attivo solo in Italia e Spagna

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CorriereOrtofrutticolo PATATE num

ero 3 del 2011

SCHEDA PRODOTTO S

È proseguita in febbraio la ten-denza al rialzo dei prezzi dellapatata in Italia; le quotazioni delprodotto permangono su livellisostenuti grazie ad una situazio-ne di equilibrio tra domanda edofferta nel mercato italiano edeuropeo.I Paesi del Nord Europa registra-no una persistente domanda diprodotto da parte del mercatorusso, le importazioni di Patatain Russia hanno registrato, nelsolo mese di dicembre del 2010,volumi dieci volte superiori ri-spetto allo stesso periodo del2009 e con quotazioni del prodot-to che hanno raggiunto al detta-glio i medesimi livelli della fruttatropicale.Ad inizio febbraio 2011, le gia-cenze di patata del raccolto 2010stoccate in conservazione, risul-tano in Belgio, Olanda, Germa-nia e Francia inferiori al 50% deltotale; in particolare,l’organizzazione francese Unptriporta un quantitativo di prodot-to stoccato in conservazione dicirca 1.820.000 tonnellate inFrancia, pari al 44% del raccolto,nello stesso periodo dello scorsoanno il quantitativo stoccato inFrancia era del 52% del raccoltoiniziale.La minore disponibilità di pro-dotto in Europa e la continua ri-chiesta di patate da parte dei Pae-si dell’Europa Orientale, lascianoprevedere una tendenza al rialzonelle quotazioni della Patata an-che per i prossimi mesi; l’Italiaha registrato un buon andamentodelle vendite nei canali commer-ciali della distribuzione organiz-zata e nei principali mercati al-l’ingrosso, le quotazioni del pro-dotto mantengono una generaletendenza al rialzo.Le prime produzioni di patataprecoce offerte dai Paesi del baci-no del mediterraneo registrano

quotazioni nettamente superioririspetto alla precedente stagione,il prodotto di origine israelianareso in Italia confezionato in sac-chi Jumbo, registra quotazioni inofferta di circa 64 centesimi alchilogrammo.Dopo un inizio del mese di feb-braio in cui le esportazioni di Pa-tata da Tunisia e Egitto sono staterallentate a causa dei sommovi-menti popolari nei due paesi, glioperatori segnalano una ripresadelle attività di esportazione, an-che se permangono timori a chela situazione possa nuovamentemutare in negativo.Venendo alla realtà italiana, daindagini varie realizzate sui prez-zi medi di vendita al dettaglio inItalia, nella settimana 8 del mese

di febbraio 2011, ilprezzo medio divendita della pata-ta al chilogrammoè stato di un euronei punti venditaal dettaglio delNord Italia, di 95centesimi nel det-taglio del CentroItalia e di 85 cen-tesimi nel detta-glio del Sud Italia;il prezzo medio divendita al detta-glio della patatarilevato in tuttaItalia risulta esse-re pari a 95 cente-simi al chilo.A livello di singo-le regioni, in Sici-lia gli operatori

stimano le superfici investite nel2011 in produzione di patata no-vella sui medesimi livelli delloscorso anno (9.710 ettari);l’inizio delle operazioni di scava-tura del prodotto è atteso a parti-re dal 24-28 marzo. Nell’isola siprevedono rese produttive regola-ri ed una buona qualità del pro-dotto.Nella ultima settimana del mesedi febbraio sono state realizzatedelle operazioni di scavatura dipiccole quantità di patata bisesti-le e di patata novella nella zonadi Siracusa; qui le quotazioni alchilogrammo registrate in naturada parte degli operatori sono sta-te rispettivamente 55 cents per laBisestile e di 65 cents per la No-vella.

71M a r z o 2011

Febbraio conferma la corsa dei prezzi, prime Novelle in Sicilia

L’effetto Russia (volumi decuplicati rispetto alla scorsastagione e prezzi alle stelle) trascina il mercato,

complice il calo di prodotto stoccatonei magazzini dei produttori del Centro e Nord Europa

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CorriereOrtofrutticoloP U B B L I C I T À C H E F R U T T A

M a r z o 201172 www.corriereortofrutticolo.it

Un weekend immersi nella ri-lassante atmosfera della Val Pu-steria, ai piedi delle Dolomiti elungo i pendii che accompagna-no al Plan de Corones. E tanteEasyGift Card per il proprioshopping nei punti vendita Me-dia World e Saturn di tutta Italia. Sono questi i premi del concorso“L’Albero dei regali Marlene”, ini-ziativa promossa dal ConsorzioVog che dal primo marzo al pri-mo giugno 2011 mette in palio 73i buoni acquisto a scalare daspendere nei punti vendita delledue catene di elettronica di con-sumo: primo premio una carddal valore di 3.000 euro e a segui-re tante card con importi da2.000 a 100 euro. E, i tre più for-tunati, potranno aggiudicarsi an-che altrettanti soggiorni per duepersone nella Suite Primaveradel Wellness Belvita Hotel Mira-bell di Valdaora, in Alto Adige-Südtirol.Per partecipare è sufficiente ac-quistare le mele Marlene e incol-lare tre bollini sull’apposita car-tolina disponibile presso i repar-ti ortofrutta dei punti venditadelle principali insegne dellaGdo italiana e all’interno deglihouse organ e dei volantini dellecatene coinvolte.Il coupon potrà essere scaricatoanche dal sito web Marlene®(www.marlene.it) mentre su Fa-cebook, aggiungendo ai propriamici l’Albero di Marlene® o clic-cando ‘Mi Piace’ sulla fan pageMarlene®, si potrà rimaneresempre aggiornati sulle novitàrelative al concorso. Su tutte lecartoline, inoltre, è presente unQR code attraverso il quale è pos-sibile visualizzare con il propriosmartphone un filmato in cuiL’Albero di Marlene descrivel’iniziativa. L’estrazio.ne dei pre-mi è prevista a luglio

La televisione è sempre più alcentro della campagna pubblici-taria di Vip - Associazione delleCooperative Ortofrutticole dellaVal Venosta - che anche quest’an-no con la mela Val Venosta è pro-tagonista di alcune telepromo-zioni curate da AdverPerforman-ce, on air sulle reti Rai e Media-set durante le prime due settima-ne di febbraio e quelle centrali dimarzo. In questo periodo, per un totaledi 4 settimane complessive, laMela Val Venosta è stata ospite daLa Prova del Cuoco, in tarda mat-tinata e l’Eredità e Chi vuol esse-re Milionario Flash, in onda ri-spettivamente su Rai 1 e Canale 5in fascia preserale. AntonellaClerici, Carlo Conti e Gerry Scot-ti presenteranno la mela Goldenesaltandone la fragranza e il sa-pore. “Per aumentare la notorietà dellemele Val Venosta abbiamo deciso- spiega Michael Grasser Diretto-re Marketing della Vip - di porrel’accento sulla tipicità, sulla suaparticolare coltivazione in altaquota e sull’eccellenza qualitati-va di un prodotto impeccabile:una qualità alta 1.100 metri in-somma, che come viene sottoli-neato dal claim: Mela Val Veno-sta, sopra tutte. In parallelo con-tinuerà la campagna pubblicita-ria iniziata l’anno scorso sulleprincipali emittenti; le telepro-mozioni infatti sono state pensa-te per operare in sinergia e incontinuità con tutte le altre atti-vità di marketing”.

Ricco di regalil’“albero” di Marlene

Vip in tva febbraioe marzo

La campagna 2010/11 è partita inmaniera molto soddisfacente perMelaPiù.L’entrata in produzione di nuoviimpianti, unitamente all’annatadi carica ed alle migliorate rese,hanno portato ad un raccolto su-periore del 24,5% rispetto al2009; il mercato non ha avutoproblemi ad assorbire tale mag-gior quantitativo di Fuji Mela-Più, facendo registrare ad esem-pio in settimana sesta un +7,4%di prodotto a marca esitato ri-spetto allo stesso periodo dellacampagna precedente. In parti-colare, le vendite sul canale tra-dizionale hanno fatto segnare unaumento dell’8,2% rispetto allostesso periodo del 2010/09, men-tre quelle sul canale moderno unaumento del 6,9%.Dopo il Roadshow MelaPiù su 8Mercati Ortofrutticoli italianisvoltosi in febbraio, prima tappadi una serie di importanti azionipromozionali per aumentare labrand awarness di MelaPiù - iltour ha toccato Treviso, Milano,Udine, Venezia Mestre, Padova,Rimini, Cesena, Forlì e Bologna -dal 25 Febbraio al 6 Marzo è statala volta delle telepromozioni suCanale 5 con Gerry Scotti che“Chi vuol esser milionario” halanciato il concorso rivolto aiconsumatori da marzo ed aprile.Si partecipa al concorso “Mela-Più, ti fa dolce la vita!” collegan-dosi al sito www.melapiu.com. Inpremio una bilancia elettronicada cucina Imetec al giorno e, co-me premi ad estrazione finale,20 profumi Christian Dior dellalinea Dolce Vita. Il concorso saràveicolato sui punti vendita tradi-zionali e moderni tramite locan-dine e cartoline; inoltre in unaselezione di superfici della Gdsarà organizzata un’attività di instore promotion.

Ingrosso e...Gerry Scottiper Melapiù