0397 rivista marzo.aprile17.qxp:Layout 1 · 2017. 5. 5. · 1 L’11 maggio 1946 Arturo Toscanini...

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Chailly e Salvatores riportano alla Scala La gazza ladra a 200 anni dalla prima Una mostra e un concerto per i 150 anni dalla nascita di Toscanini Nello Santi dirige La traviata con Anna Netrebko e Ailyn Pérez Die Meistersinger von Nürnberg , Daniele Gatti e il sorriso di Wagner La Scala torna al belcanto con Anna Bolena Balanchine e i nuovi coreografi italiani in un trittico con Roberto Bolle laScala marzo /aprile 2017 10

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  • Chailly e Salvatores riportano alla Scala La gazza ladraa 200 anni dalla prima

    Una mostra e un concertoper i 150 anni dalla nascita di Toscanini

    Nello Santi dirige La traviatacon Anna Netrebko e Ailyn Pérez

    Die Meistersinger von Nürnberg, Daniele Gatti e il sorriso di Wagner

    La Scala torna al belcantocon Anna Bolena

    Balanchine e i nuovi coreografi italiani in un trittico con Roberto Bolle

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    L ’11 maggio 1946 Arturo Toscanini dirigeva il concerto di inaugurazione della Scala ri-costruita. Un evento rimasto impresso nella memoria dei presenti e nella storia del Tea-tro e della Città. Tra chi può ancora ricordarlo è Franco Fantini, per quarant’anni spalla del-l’Orchestra scaligera, che era allora tra gli orchestrali più giovani e che aveva ricevuto ilsuo primo frac in dono dal Maestro. Fantini ricorda lo stupore di tutti per la scelta del primobrano del concerto: la Sinfonia de La gazza ladra di Rossini. Musica che alcuni giudicavanoallora troppo popolare, inadatta a un’occasione ufficiale. Ma fin dalle prime prove l’in-confondibile rullo di tamburi e il celebre crescendo espressero, con la direzione trasparentee serrata di Toscanini, l’energia e l’entusiasmo della rinascita nazionale.

    La gazza ladra, capolavoro milanese di Rossini, torna alla Scala nel bicentenario della primaassoluta con la direzione di Riccardo Chailly, la regia del Premio Oscar Gabriele Salvatores eun cast che riunisce il meglio della giovane generazione di cantanti rossiniani. La prima è de-dicata ad Alberto Zedda, già Direttore Artistico scaligero e infaticabile apostolo del Pesarese,che ha firmato l’edizione critica della partitura. Il pubblico scaligero avrà la possibilità di riap-propriarsi di un’opera ammiratissima da Stendhal che al Piermarini fu eseguita spesso neiprimi decenni dell’800 e il cui libretto affonda le radici nella cultura illuminista lombarda diVerri e Beccaria.

    Sono molti i fili toscaniniani che si intrecciano nella programmazione scaligera nelle setti-mane intorno al 25 marzo, giorno in cui si celebra il 150° anniversario della nascita del Mae-stro. Proprio quel giorno Orchestra e Coro scaligeri saranno protagonisti di un concerto stra-ordinario diretto da Riccardo Chailly alla presenza del Presidente della Repubblica, mentrele sale del Museo Teatrale ospitano una mostra curata da Harvey Sachs e Franco Pulcini. In-tegrata dagli appunti di Toscanini è la partitura usata da Nello Santi per le sei rappresenta-zioni de La traviata che vedono Ailyn Pérez e Anna Netrebko vestire i panni di Violetta nellospettacolo già storico di Liliana Cavani, con Francesco Meli e Leo Nucci come figlio e padreGermont. Titolo toscaniniano è anche Die Meistersinger, l’opera con cui il Maestro debuttòalla Scala nel 1898. Il capolavoro wagneriano torna al Piermarini dopo 27 anni (dirigeva nel1990 Wolfgang Sawallisch) con la direzione di Daniele Gatti, la regia di Harry Kupfer e Mi-chael Volle come protagonista. Per Gatti si tratta del secondo titolo wagneriano alla Scaladopo il Lohengrin del 2007; l’unica commedia di Wagner per il direttore che nel 2015 avevaofferto una lettura memorabile di Falstaff, unica commedia di Verdi.

    Con Anna Bolena la programmazione scaligera riprende un percorso attraverso il reperto-rio belcantistico che negli ultimi anni era stato limitato a pochissimi titoli. Nel temibile ruolodella protagonista debutta a Milano Hibla Gerzmava, già affermata nei maggiori teatri in-ternazionali, in alternanza con la giovane Federica Lombardi, voce della nostra Accademia.Dirige Ion Marin, cresciuto alla scuola di Abbado.

    La Stagione di Balletto vede Roberto Bolle protagonista di Symphony in C di Balanchine, pan-nello centrale di un trittico completato da La Valse nella nuova coreografia di Stefania Bal-lone, Matteo Gavazzi e Marco Messina e da Shéhérazade, novità assoluta di Eugenio Sci-gliano. La Scala accende i riflettori sulla nuova coreografia italiana in attesa del ProgettoHändel di Mauro Bigonzetti, accogliendo sul podio del balletto un altro grande direttore d’or-chestra: Paavo Järvi.

  • Dal 12 aprile al 7 maggio torna sul pal-coscenico della Scala La gazza ladra diGioachino Rossini, che proprio a Milanoaveva avuto una trionfale prima assoluta il31 maggio 1817, e che non è più stata rap-presentata nel nostro Teatro dal 1841. Cene parla Riccardo Chailly, che ha scelto dirimettere in scena questo raro melo-dramma, in realtà molto eseguito nell’Ot-tocento. Alla Scala è rimasta in scena fino al1841, in otto allestimenti, a distanza dipochi anni uno dall’altro, per un totale di159 rappresentazioni.

    Maestro, lei di Rossini ha già direttoBarbiere, Cenerentola, Guglielmo Tell,Turco in Italia, Ricciardo e Zoraide, oltrealla quasi totalità delle pagine per solaorchestra. Ora siamo al primo titolo delcosiddetto genere “semiserio”. Sì, ma parliamo soprattutto di un capola-voro che, sebbene scritto per la Scala, eracaduto per 170 anni, almeno qui a Milano,in un inspiegabile oblio. Un’opera cono-sciutissima al suo tempo, eseguita dagrandi cantanti, tra cui Giuseppina Strep-poni e Adelina Patti. Strano che abbia do-vuto attendere il bicentenario per essereriproposta senza una sola esecuzione nelsecondo Ottocento e nel Novecento. Unabellissima opera del Rossini centrale - scrittal’anno dopo il Barbiere, nello stesso di Ce-nerentola - che era intitolata in origine “Av-viso ai giudici” e solo in un secondo tempoè stata chiamata La gazza ladra.

    Un titolo alquanto serioso, l’originale,quasi minaccioso…In effetti, sebbene gli studiosi la inseri-scano nel genere semiserio, Rossini lachiama “melodramma” e non “drammasemiserio” o “melodramma semiserio”,come in altri casi. Ha voluto staccarsi dalgenere buffo e lo ha fatto con un tonotra il drammatico e il patetico. Alla Scala,nel 1814, aveva ottenuto un successo tie-pido con Il turco in Italia, che già preve-deva nel second’atto parti che siemancipavano dal comico puro, comel’aria “Squallida veste e bruna”. Il mo-dello originario era il Don Giovanni diMozart, “dramma giocoso”, rispetto al

    quale Rossini si è spinto molto oltre in ter-mini di realismo drammatico.

    Non si poteva tanto scherzare sulla vi-cenda di una povera ragazza condan-nata a morte per il furto, neppureavvenuto, di un paio di posate d’ar-gento…Il genere semiserio portava in scena perso-naggi del popolo con i loro problemi, inquesto caso molto gravi. E c’è un fatto an-cora più drammatico: la storia è tratta daun avvenimento storico. In un paesinopresso Parigi, chiamato Palaiseau, una ca-meriera era stata giustiziata per un furtodomestico di nessuna rilevanza. Nel 1815ne era stato tratto un dramma, che inte-ressò molto Rossini. Il quale ha costruitoun’autentica cattedrale musicale che con-danna una legge assurda, nata dal conflittofra le persone comuni e l’aristocrazia feu-dale. Nel prendere le difese di una came-riera, Rossini è in controtendenza, perquanto ci si trovi di fronte a una pena spro-porzionata: la fucilazione per una posatad’argento, rubata tra l’altro da una gazza,e quindi la pena capitale per un’innocente.

    Un ricercatore della bellezza pura, un ar-tista del belcanto come Rossini, sco-perto nel suo impegno politico e civile…È un aspetto che non dovrebbe essere so-vrastimato, né mettere in ombra altri meritidell’opera, ma che in effetti esiste. Un am-biente paesano, con contadini e piccolo-borghesi, meritava di essere raccontato congrandiosità regale, vista la portata del fattonarrato. Noi ci immaginiamo la grandiositàdel belcanto di Rossini per vicende di re,eroi o grandi personaggi. Invece, in questocaso, narra con tutta la sua magniloquenzamusicale una storia di gente semplice. Ros-sini ci ha raccontato una storia che non po-teva non colpire l’animo dei milanesi.Milano era il centro dell’Illuminismo ita-liano, la città di Cesare Beccaria, l’autore diDei delitti e delle pene, in cui si sosteneval’abolizione della pena di morte. Milano èstata la culla di un pensiero che ha inse-gnato al mondo intero l’utilità della giustapena. Rossini poteva sicuramente contaresull’indignazione dei milanesi, come in ef-

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    La Gazza ritrovata Intervista a Riccardo Chailly che riporta alla Scala il capolavoro milanese di Rossini a 200 anni dalla prima*

    12, 15, 18, 22, 26, 29 aprile;2, 5, 7* maggio 2017

    Gioachino Rossini

    La gazza ladraDirettore Riccardo ChaillyRegia Gabriele Salvatores

    Interpreti Ninetta Rosa FeolaPippo Serena MalfiLucia Teresa IervolinoFabrizio Vingradito Paolo BordognaGiannetto Edgardo RochaFernando Villabella Alex EspositoGottardo Michele PertusiErnesto Giovanni RomeoGiorgio Claudio LevantinoAntonio Matteo MezzaroIsacco Matteo Macchioni

    Nuova produzione Teatro alla Scala

    Prezzi: da € 14 a € 230*Prezzi recita ScalAperta: da € 7 a € 115

    Si ringrazia per la collaborazione laFondazione Milano per la Scala

    Sponsor Principale della Stagione

    Con il sostegno di

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    fetti avvenne, perché La gazza ladra fu untrionfo.

    Il fatto che il furto fosse compiuto dauna gazza è, se mai, l’aspetto comicodella storia, anche se questo melo-dramma ha ben poco di comico.È interessante come Rossini abbia risolto ilruolo enunciato nel titolo: la gazza è unpersonaggio che non canta, ma parla. Hasolo alcuni interventi nei recitativi. Con il re-gista Gabriele Salvatores, speriamo di darleuna rilevanza particolare. La sua presenza èdi una modernità inquietante, se ci ripor-tiamo a quei tempi. C’era nell’aria qual-cosa di avveniristico…

    Della Gazza ladra l’ascoltatore medioconosce solo la sinfonia.Una pagina bellissima, divisa in due parti.L’ho sempre trovata un capolavoro molto“visivo”. C’è un primo tamburo, a sinistra,poi un secondo tamburo, a destra. Le duemarce funebri del secondo atto si leghe-ranno a questi segnali, che mettono in ap-prensione fin dalle prime note. Il rullo dellafucilazione, nella sinfonia, cresce dal pianofino al fortissimo, con cui attacca la marciamilitare, molto ben scandita, che porta poiall’Allegro, la seconda parte. Mi sembra chequi l’andamento della melodia, in tempo

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    Riccardo Chailly

    ternario, rappresenti l’immagine stessa delvolo della gazza. Una musica visiva, quasionomatopeica, su cui si concentra l’atten-zione degli spettatori, come sempre cattu-rati dal ritmo e dall’invenzione di Rossini.

    Si parla spesso dell’umore cupo di Che-rubini, che a tratti era tipico anche diRossini.Rossini era un mito vivente, ha trascorso unavita gloriosa, ma anche un uomo molto sof-ferente nel suo intimo. Si è ritrovato a viverein un mondo che non era più il suo. Era ungenio senza patria, che smetterà di scrivereopere per quasi quarant’anni. La sua musica,così allegra, è anche piena di improvvise ma-linconie e di dolori. In alcune di queste pa-gine della Gazza ladra - un titolo scherzosoper una vicenda straziante - lo percepiamocon molta evidenza. Pensiamo al quintetto,una pagina immensa, quando c’è l’inter-vento del padre Fernando con la figlia ormaicondannata. Mi ricorda il dolore di certi ge-nitori verdiani, uno squarcio di Germontpadre o di Rigoletto. Verdi conosceva benis-simo le opere di Rossini e senz’altro que-st’opera. Lo considerava un punto diriferimento della musica italiana e, non acaso, alla sua morte, ha voluto venisse com-posta una “Messa per Rossini”, con 13 com-positori da lui segnalati.

    Rossini, al Conservatorio di Bologna, lochiamavano da studente “il tede-schino”, per la cura con cui orchestrava.Rossini adorava Mozart, Haydn e Beetho-ven. Diverrà persino uno dei sottoscrittoridelle edizioni delle opere di Johann Seba-stian Bach. Disse a Wagner che sperava divivere abbastanza per poter ascoltare ungiorno la Passione secondo Matteo, ese-guita da Mendelssohn. L’aveva studiata.

    Farete una versione completa?Non potevamo limitare la grandiosa vastitàdell’affresco: sono cento minuti il primoatto e novanta il secondo. La ripresa nove-centesca della Gazza ladra era iniziata conRiccardo Zandonai, che l’aveva risistemata,con interventi personali che purtroppo nonne garantivano l’autenticità. La Ricordi hapoi stampato l’edizione critica, come primovolume della serie di studi, per la rappre-sentazione al “R ossini Opera Festival” diPesaro. Ce ne è stata un’esecuzione nel1989, con la quale è iniziata la seconda vitadi questo bellissimo melodramma, così si-gnificativo per Milano e per la storia arti-stica e sociale dell’Italia del primoOttocento.

    *a cura di Franco Pulcini. La versione integrale di que-sta intervista è pubblicata sul programma di sala del-l’opera.

  • Migrata per quasi due secoli lontano daMilano, La gazza ladra torna nel tea-tro per cui è nata, richiamata da RiccardoChailly. L’opera sarà presentata in versioneda Oscar con la messinscena di GabrieleSalvatores, al suo debutto alla Scala.

    Questo però non è un debutto al-l’opera.Ho già fatto alcune regie a Bologna e To-rino: La figlia del reggimento di GaetanoDonizetti, Cirano di Marco Tutino, La gattainglese di Hans Werner Henze, ma in effettigià da quando facevo spettacoli al Teatrodell’Elfo la musica aveva un ruolo impor-tantissimo. Anzi i primi lavori erano veri epropri musical: Zumbì, ballata di vita e dimorte della gente di Palmares di AugustoBoal, Pinocchio Bazaar con le musiche de-

    La gazza invisibile di SalvatoresIl Premio Oscar torna alla lirica firmando il nuovo allestimento dell’opera di Rossini, assente alla Scala dal 1841.

    gli Stormy Six, o ancora Sogno di una nottedi mezza estate con le musiche di MauroPagani.

    Cosa cambia rispetto a un’opera comequesta?Penso che i melodrammi popolari di Settee Ottocento fossero un po’ i film di Spiel-berg di allora, dopo il passaggio dai teatridi corte del Seicento a un tipo di serata incui contavano molto gli effetti speciali. Eccoperché all’opera è importante fare spetta-colo: per divertire il pubblico, nel senso piùalto del termine. In questo senso mi è sem-pre piaciuto il carattere popolare di autoricome Mozart e Rossini.

    Come imposterà lo spettacolo?Premetto che non amo le attualizzazioniforzate, specialmente all’opera. Allo stessotempo vorrei che emergesse l’attualità delpensiero di Rossini, che non a caso scrivemusica davvero sperimentale: penso adesempio al rullo di tamburi che dà inizio al-l’ouverture, effetto per cui Rossini fu mi-nacciato di morte dal primo violino dellaScala. Ascoltando l’opera mi sono chiestocome mai il titolo non fosse piuttosto Ilcucchiaio scomparso, o semplicemente Ni-netta. L’importanza data alla gazza, cioè aun elemento del tutto irrazionale, mi hafatto venire in mente Macbeth, quandoShakespeare scrive che la vita è come unpovero attorello sussiegoso che si dimenasopra un palcoscenico. E c’è anche un pro-verbio indù, che riporta lo scrittore israe-liano Meir Shalev: «Gli uomini fanno pro-getti e gli dèi sorridono guardandoli».Penso che sia l’elemento del caso ad avercolpito Rossini, che in fondo considerava gliesseri umani come marionette su un pal-coscenico.

    Tanto che a volte la sua musica è stataaccusata di freddezza.Rossini ha spesso uno sguardo esterno e di-staccato, con la musica che può andare inun’altra dimensione rispetto a quanto av-viene in scena. La gazza rappresenta il caso,il destino, il gioco degli dèi con gli uomini:per questo deve essere protagonista. Per in-

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    Rosa Feola Edgardo Rocha

  • terpretarla ho chiamato un’acrobata delCirque du Soleil, che volteggerà sopra icantanti creando da sola lo spettacolo,come un regista. Non si limiterà a rubareuna posata, ma girerà sul palcoscenico in-dirizzando i cantanti, sempre non vista.

    Insomma una gazza invisibile.In effetti il lavoro sull’opera si è in parte so-vrapposto alle riprese de Il ragazzo invisi-bile 2. Questo ha portato a suggestioni re-ciproche e rimandi, ma sempre molto utili.Userò anche alcune tecniche del film perfar volare gli attori, e forse ci sarà unasorpresa finale del supervisor degli effettispeciali.

    Come sarà invece Ninetta, la protago-nista umana?Spesso Ninetta viene considerata unadonna remissiva, succube, che piange con-tinuamente. A me ha colpito invece unasua frase, detta al podestà: «Benché sola vipotrei far gelare di spavento». Qui mi sem-bra una donna forte, una protofemminista.E in effetti nell’opera non fa che lottare per

    suo padre, tiene duro fino in fondo, accettapersino di morire: ha una dimensioneeroica che mi piacerebbe mostrare.

    Che significato dà, teatralmente, al ca-rattere semiserio dell’opera?Penso si tratti del ridicolo di certe situazionidrammatiche. Nello spettacolo i personaggisaranno in una dimensione finta e del tuttoteatrale, con fondali e quinte, e però vi-vranno ogni cosa in modo serio e parteci-pato. Da napoletano so bene che la trage-dia contiene sempre degli elementidivertenti, e Rossini a Napoli restò permolto tempo. È un po’ come la commediaall’italiana, che nasce dal neorealismo neltentativo di unire temi alti ed emozionantia una dimensione di divertimento popolare:per me il gioco del semiserio nasce così.

    A proposito di cinema, prima ha fattoriferimento all’ouverture dell’opera: èriuscito a non pensare troppo a Ku-brik?Kubrik in Arancia meccanica usa genial-mente questa musica aerea, dalla secondaparte dell’ouverture, e in una scena forte-mente drammatica, violentissima. Ma vedecome tutto torna? È una musica che si di-stacca dalle immagini, con i suoi voli e mo-vimenti improvvisi che poi rallentano bru-scamente. A me viene in mente lo sguardodella gazza dall’alto: aiuta a relativizzare ea perdere il narcisismo di quando suppo-niamo di saper governare la realtà. Invecenella vita non c’è copione e a volte è me-glio lasciarsi andare ai voleri della gazza diturno.

    Mattia Palma

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    Gabriele Salvatores

    Michele Pertusi

  • Arturo Toscanini nacque a Parma il 25marzo 1867. Il programma di iniziativedel Teatro alla Scala per celebrare i 150anni dalla nascita e i 60 dalla scomparsa delgrande direttore culmina nel concerto di-retto proprio il 25 marzo da RiccardoChailly, ma si apre già il 21 marzo conl’inaugurazione della mostra “Arturo To-scanini. La vita e il mito di un maestro im-mortale” a cura di Franco Pulcini e HarveySachs al Museo Teatrale alla Scala. La mo-stra, realizzata insieme a Rizzoli Libri Illu-strati, editore del volume dal medesimo ti-tolo curato dal professor Marco Capra, èrealizzata con il sostegno esclusivo di SaliniImpregilo. Nel corso dell’inaugurazioneverrà proiettato un video sulla vita di ArturoToscanini, curato dal biografo HarveySachs. La mostra è aperta al pubblico dal22 marzo. La settimana successiva seguiranno pre-sentazioni del libro ed eventi negli StatiUniti presso la Library of Congress e allaUnion Station di Washington (27 e 28marzo) e al Rizzoli Bookstore di New York(29 marzo), tutti realizzati da Salini Impre-gilo in collaborazione con l’Ambasciata Ita-liana a Washington e con la partecipazionedei Cameristi della Scala. Il Teatro alla Scala e il suo Museo intendonocelebrare il direttore che ha portato il Teatroa un nuovo grado di eccellenza musicale, se-condo i nuovi intendimenti del Novecento,e allo stesso tempo rendere omaggio al-l’uomo fedele agli ideali democratici di Maz-zini e di Garibaldi. Il perfezionismo musi-cale, la concentrazione sullo spettacolo,l’impegno assoluto nell’esecuzione sonotutti temi legati alla sua figura di artista e or-ganizzatore. Dopo Toscanini, la figura stessadel direttore d’orchestra è mutata nell’im-maginario collettivo e nella sua funzione al-l’interno del Teatro alla Scala ma anche ne-gli Stati Uniti e nel mondo. La sua opera èanche legata all’introduzione del repertoriosinfonico e operistico europeo presso il pub-blico italiano. Toscanini, il cui primo titolooperistico alla Scala fu Die Meistersingervon Nürnberg, fu nel 1930 il primo direttored’orchestra non di scuola tedesca a dirigereal Festival wagneriano di Bayreuth.

    Una mostra per il 150° anniversario di Arturo ToscaniniDal 22 marzo il Museo Teatrale alla Scala ospita fotografie, cimeli e ascolti del grande direttore in occasione del 150° anniversario della nascita

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    Il busto marmoreo di Arturo Toscanini al Ridottodei Palchi del Teatro alla Scala.Realizzato da Adolfo Wildt nel 1924.

    Museo Teatrale alla Scala Largo Ghiringhelli 1

    Dal 22 marzo al 4 giugno 2017Tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 17.30

    Arturo Toscanini.La vita e il mito di un maestro immortaleMostra a cura di Franco Pulcini e Harvey Sachs

    Biglietto intero: € 7

    Mostra realizzata grazie all'esclusivo contributo di

  • Il 25 marzo 2017 il Maestro RiccardoChailly dirige Coro e Orchestra della Scalain un concerto straordinario in occasionedel 150° compleanno dell’uomo che più diogni altro ha segnato la storia della direzioned’orchestra nel nostro Teatro. In sala è an-nunciato anche il Presidente della Repub-blica Sergio Mattarella, che ha recentementericordato come “Toscanini fu nominato Se-natore a vita dal Presidente Einaudi, pur se,manifestando gratitudine per la ricono-scenza espressagli dalla Repubblica, decise dirinunciare alla carica, in omaggio alla sem-plicità della sua vita”. Riccardo Chailly, che èoggi Direttore Musicale del Teatro alla Scalae Direttore dell’Orchestra del Festival di Lu-cerna, posizioni occupate entrambe a suotempo da Toscanini, ha scelto per il concertoun programma che unisce nei nomi di Bee-thoven e Verdi due grandi tradizioni musicalicui il grande direttore dedicò eguale pas-sione, dedizione, rigore. Sui leggii la Sinfo-nia n° 7 di Beethoven, lo Stabat Mater e il TeDeum dai Quattro Pezzi Sacri di Verdi e inconclusione, sempre di Verdi, l’Inno delleNazioni con il Coro del Teatro alla Scala di-retto da Bruno Casoni e la partecipazionedel tenore Fabio Sartori. L’Inno è paginad’occasione composta per l’Esposizione Uni-versale di Londra del 1862, che mette in luce

    l’impegno umanitario che sempre ispiròVerdi e poi Toscanini, e che assume un par-ticolare significato in tempi di nuove divi-sioni. Verdi chiese a Boito, allora giovanis-simo, un testo inneggiante alla pace: inpartitura si ascoltano il Canto degli Italiani diMameli e Novaro, God Save the Queen e laMarsigliese. Nel 1944 Toscanini partecipò aun film che documentava il contributo de-gli italoamericani alla guerra degli Alleaticontro il nazifascismo. Nel film, il cui titolooriginale era Arturo Toscanini: Hymn of theNations, il maestro dirigeva la NBC e il te-nore Jan Peerce in una versione dell’Innomodificata con l’inserimento di Star-Span-gled Banner e dell’Internazionale per ricor-dare il sacrificio dei soldati americani e russima anche dei partigiani italiani. Negli stessimesi, dopo la caduta di Mussolini, sui muridella Scala comparivano scritte inneggiantia Toscanini, mentre su Milano e sul suo Tea-tro cadevano le bombe alleate. Finita laguerra, richiamare il Maestro fu il primo im-pegno del sindaco Greppi: il concerto diinaugurazione della sala ricostruita ebbeluogo l’11 maggio 1946, il maestro del coroera Vittore Veneziani, già allontanato dallaScala dalle leggi razziali; sui leggii c’eranoRossini, Verdi, Boito e Puccini; sul podio Ar-turo Toscanini.

    Riccardo Chailly celebra Toscanini conl’Inno delle NazioniOrchestra e Coro scaligeri uniti nel concerto ufficiale del centocinquantenario, in programma Beethoven e Verdi

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    25 marzo 2017

    150˚ anniversario della nascita di Arturo Toscanini

    Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

    Direttore

    Riccardo Chailly

    Ludwig van BeethovenSinfonia n. 7 in la magg. op. 92

    Giuseppe Verdida Quattro Pezzi SacriStabat MaterTe Deum

    Giuseppe VerdiCantica: Inno delle nazioni per tenore, coro e orchestraFrancesco Meli, tenore

    Maestro del Coro Bruno Casoni

    Prezzi da € 9 a € 121

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    Con le sue letture del Parsifal (l’ultima nel2013 al Metropolitan di New York conJonas Kaufmann) e del recente Tristan undIsolde, andato in scena nel novembre 2016all’Opera di Roma, Daniele Gatti confermail suo ruolo di prezioso interprete nella let-tura di titoli wagneriani. Torna ora alla Scalaper dirigere una delle opere di Wagner piùparticolari e difficili (da portare in scena),Die Meistersinger von Nürnberg, con lastessa regia di Harry Kupfer con cui avevadebuttato nel 2012 a Zurigo.

    Per la terza volta, dopo Zurigo e Sali-sburgo, dirige Die Meistersinger vonNürnberg. Come colloca l’opera all’in-terno della produzione wagneriana?Si distacca da tutte le altre. Forse il temaprincipale di tutta la produzione wagne-riana è la redenzione, che qui non c’è. Que-sta è un’opera concreta, terrena, basata sucaratteri che si possono incontrare tutti igiorni. I protagonisti non sono dèi, ma cal-zolai, bottegai. Da questo punto di vistaWagner è molto più vicino allo spirito me-lodrammatico italiano. Anche il linguaggioutilizzato è diverso: Wagner riprende nontanto le forme quanto gli stilemi, l’anda-mento musicale e armonico che ritroviamonei corali di Bach e non solo. Recentementeho diretto l’Elijah di Mendelssohn e Il Para-diso e la Peri di Schumann e mi sono ac-corto di quanto di tutto ciò fosse presentenei Meistersinger.

    I maestri cantori di Norimberga: il sorriso di Wagner A colloquio con Daniele Gatti, che riporta alla Scala il capolavoro wagneriano a 27 anni dall’ultima edizione,diretta da Wolfgang Sawallisch

    Si può dire che sia una sorta di summadella storia della musica da Bach a Wa-gner?Certamente. C’è tanto della scuola Sas-sone, del mondo di Lipsia e Dresda, dove,tra l’altro, Wagner aveva lavorato comeKapellmeister per alcuni anni. Più che unasumma penso sia un omaggio alla musicadi quell’area. Se andiamo a riprendere i co-rali delle Passioni di Bach si ritrova lo stessoprocedere armonico. Wagner lo arricchi-sce con artifizi che sembrano moderni main realtà sono contrappuntistici. Natural-mente il suo gusto e la sua musicalità sem-brano far sbocciare un linguaggio nuovo,ma la base è quella classica, armonizza-bile, decifrabile, lontana dal mondo di Tri-stan und Isolde.

    Nei Meistersinger si ritrova di tutto,dai colori e le atmosfere del Tristan, albattere dei Nibelunghi. Ci sono peròanche tante sfumature quasi mozar-tiane. Qual è il lavoro che sta facendocon l’Orchestra della Scala, che in que-sti ultimi anni ha eseguito il Wagnerpiù denso?Bisogna esercitarsi molto per passare dauna situazione a un’altra. Ad esempio nellascena della lezione di David, il suono deveessere mozartiano, haydniano, da Così fantutte quasi. Scherzoso, leggero, brioso, tra-sparente. L’entrata dei maestri cantori, in-vece, richiede un suono politico, tenuto,non affondato ma pieno di nobiltà. In que-sto caso gli archi devono muoversi come sescivolassero su un mare completamente li-scio, senza cercare una profondità, laddovein passato veniva richiesto. Quindi tre modidiversi di suonare applicati alle situazionidrammaturgiche. Stiamo facendo un bel la-voro.

    L’ultima opera su cui ha lavorato conl’orchestra del Teatro è Falstaff, l’unicacommedia di Verdi così come Die Mei-stersinger è l’unica commedia di Wa-gner. Che abisso tra le due!In realtà se ci concentriamo sulla struttura,le due opere per alcuni aspetti sono molto

    Richard Wagner

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    Daniele Gatti

    16, 19, 23, 26*, 30 marzo;2,5 aprile 2017

    Richard Wagner

    Die Meistersinger von NürnbergI maestri cantori di Norimberga

    Direttore Daniele GattiRegia Harry Kupfer

    Interpreti Eva Jacquelyn WagnerMagdalene Anna LapkovskajaHans Sachs Michael Volle/Michael Kupfer-Radecky (5 apr.)Sixtus Beckmesser Markus WerbaStolzing Michael SchadeDavid Peter SonnPogner Albert DohmenKothner Detlef RothHans Foltz Miklόs SebestyénDer Nachtwächter Wilhelm SchwinghammerHans Schwarz Dennis WilgenhofHermann Ortel James PlattKonrad Nachtigall Davide FersiniBalthasar Zorn Markus PetschKunz Vogelgesang Iurie CiobanuAugustin Moser Stefan HeibachUlrich Eisslinger Neal Cooper

    Produzione Opernhaus Zürich

    Si ringraziano Marianne e Martin Haefner

    Prezzi: da € 15 a € 250*Prezzi recita ScalAperta: da € 7,5 a € 125

    Sponsor Principale della Stagione

  • vicine. Per esempio: alla fine del II atto diFalstaff abbiamo una baruffa, così comealla fine del II atto dei Meistersinger. Al-l’inizio del III atto di Falstaff c’è un mono-logo del protagonista estremamente no-stalgico, plumbeo, così come all’inizio del IIIatto dei Meistersinger c’è il “Wahn! Wahn!Überall Wahn!” di Hans Sachs. Alla finedell’ultimo atto di Falstaff c’è una sorta difesta come nei Meistersinger. Anche dal punto di vista dei personaggi, siaFalstaff che Hans Sachs sono due figureche in realtà non suscitano ilarità, anzi. Pernon parlare del brutto scherzo tirato aBeckmesser. E c’è una certa vicinanza tral’antipatia del Dottor Cajus e Beckmesser:entrambi più che essere innamorati – l’unodi Nannetta, l’altro di Eva – puntano alla

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    dote e alla posizione sociale. Sono dei po-veri diavoli. Non penso sia voluta la pre-senza di tutte queste analogie ma è moltoaffascinante che sia così.

    Dove sta, quindi, l’umorismo dei Mei-stersinger von Nürnberg?Forse, in entrambe le opere, c’è un umori-smo nero, molto sottile, che nasce dal-l’amarezza che generano questo tipo dipersonaggi. Io credo che non si debba ri-dere ascoltando i Meistersinger così comeil Falstaff.

    Le chiedo un commento a una affer-mazione di Dahlhaus: “Sullo sfondodell’idillio antico-tedesco tratteggiatoda Wagner si avverte un che di prepo-

    tente e quindi anche il giubilante domaggiore finale…”È angosciante. Non è liberatorio né rassi-curante. Sono d’accordo. E non bisogna di-menticarsi che c’è una piccola caduta inquesto finale – infatti in Francia operavanoun taglio –, nel famoso monologo in cuiSachs dice: “Finisca pure in polvere/ il Sa-cro Romano Impero/ e ci resterebbe sem-pre/la sacra arte tedesca”. Perché arriva aquesto? Innanzitutto non ne aprirei uncaso. Nella mia idea interpretativa facciodire queste battute a Michael Volle d’im-peto: alla fine di una giornata e di unanotte così pesanti è normale “esplodere”.Secondo me questo rende il personaggiopiù umano.

    Anna Girardi

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  • dal 12 aprile al 7 maggio 2017

    Teatro alla Scala

    La gazza ladraMelodramma in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Giovanni Gherardini. Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro in collaborazione con Casa Ricordi, Milano a cura di A. Zedda. Direttore Riccardo Chailly, regia Gabriele Salvatores, scene e costumi Gian Maurizio Fercioni, luci Marco Filibeck. Coro e Orchestra del Teatro alla Scala. Con Rosa Feola, Serena Malfi, Teresa Iervolino, Paolo Bordogna, Edgardo Rocha, Alex Esposito, Michele Pertusi. In memoria di Alberto Zedda.Con il sostegno di Rolex.Biglietti da 14 a 230 euro più prevendita disponibili online suteatroallascala.org e in Biglietteria Centrale, aperta tutti i giorni dalle 12 alle 18 presso Galleria del Sagrato, MM Duomo.

    29 marzo, ore 18

    Teatro alla Scala - Ridotto dei Palchi “Arturo Toscanini”

    Prima delle Prime: La gazza ladraEnrico Girardi propone l'incontro "Musica da fare quattro opere", con ascolti e video. Con la partecipazione del M° Riccardo Chailly.Organizzato dagli Amici della Scala.Ingresso libero fino a esaurimento posti.

    6 aprile, ore 18.30

    Teatro alla Scala

    Introduzione e prova per la Fondazione Milano per la ScalaIncontro con Riccardo Chailly e Gabriele Salvatores. A seguire, prova d’insieme dello spettacolo.Ingresso su prenotazione. Per informazioni: tel. 02 7202 1647 - [email protected]

    7 aprile, ore 18

    Teatro alla Scala

    Incontro: La gazza ladra per le Università milanesiProva antegenerale de La gazza ladra riservata alle Università milanesi,preceduta dalla presentazione dello spettacolo da parte del M° Riccardo Chailly e del regista Gabriele Salvatores. La presentazione sarà registrata dalle telecamere della Rai.Ingresso riservato: per informazioni telefonare allo 02 8879 2012

    25 marzo, ore 14.15

    Triennale Teatro dell’Arte - viale Alemagna, 6

    Prova di scena aperta e incontro col registaCon La gazza ladra si inaugura la collaborazione fra il Teatro alla Scala eTriennale Teatro dell’Arte, che ospiterà alcune prove dello spettacolo. Il regista Gabriele Salvatores aprirà al pubblico una prova di scena de La gazza ladra.Ingresso gratuito con prenotazione fino a esaurimento posti. Per prenotare: tel. 0272434258 (servizio attivo dal 15 al 17 marzo e dal 20 al 22 marzo, dalle 15 alle 18).

    28 marzo, ore 18

    Associazione Amici del Loggione - via Pellico, 6Incontro: La gazza ladra e RossiniRiccardo Chailly approfondisce caratteristiche e significati della partitura,idee e linee interpretative della nuova produzione scaligera in dialogocon Gino Vezzini.Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per informazioni: tel. 02 806 806 11/12, da lunedì a sabato dalle 16 alle 19.

    30 marzo, ore 18

    Biblioteca Nazionale Braidense - via Brera, 28Incontro: La gazza ladra di Gioachino Rossini.Dal manoscritto alla scenaIl capolavoro di Rossini analizzato dalla sua nascita nel 1817 finoall’edizione scaligera del 2017, con esposizione di materiali autografi,bozzetti e libretti d’epoca. Intervengono: James Bradburne, Pierluigi Ledda,Paolo Crisostomi, Ilaria Narici, Riccardo Chailly, Lidia Bramani. A cura dell’Archivio Storico Ricordi in collaborazione con il Teatro alla Scala e la Fondazione G. Rossini.In ricordo di Alberto Zedda.Ingresso libero fino a esaurimento posti.

    2 aprile, ore 17

    Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro - via Orcagna, 2Aspettando La gazza ladraStefano Jacini in conversazione con Riccardo Chailly e Gabriele Salvatores.Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per prenotazioni 02 45485085 / 02 26688369 - [email protected].

    4 aprile, ore 18.30

    Fondazione Milano per la Scala - via Clerici, 5Introduzione all’opera La gazza ladraWelcome drink e approfondimento dell’opera in scena alla Scala incompagnia del Professor Fabio Sartorelli. A cura della Fondazione Milano per la Scala.Ingresso su prenotazione con contributo. Per informazioni: 02 7202 1647 - [email protected]

    La collaborazione con la RAI Prosegue anche in occasione de La gazza ladra la collaborazione tra ilTeatro alla Scala e la RAI, che trasmetterà l’opera alla radio, in televisionee nei cinema di tutto il mondo e seguirà la nuova produzione anche conservizi, interviste e approfondimenti.Informazioni su sale e orari al sito www.all-opera.com

    Per informazioni:Servizio Infotel Scala +39.02.72.003.744 (attivo tutti i giorni dalle 9 alle 18)www.teatroallascala.org

    Si ringrazia per la collaborazione la Fondazione Milano per la Scala

    Sponsor Principale della StagioneCon il sostegno di

    a 200 anni dalla prima rappresentazione, Teatro alla Scala 1817

    Aspettando

    La gazza ladra

  • “Non sono un direttore,sono un interprete”Omaggio a Georges Prêtre nella Stagione Sinfonica del Teatro con tre concerti diretti da Myung-Whun Chung

    Tu ne seras heureux que là-bas" gli avevadetto Maria Callas a proposito dellaScala. E alla Scala Georges Prêtre era attesoancora una volta il 13, 15 e 17 marzo per laStagione Sinfonica del Teatro, a un annodall’ultimo, commovente concerto. Dopo lasua scomparsa lo scorso 4 gennaio, sarà ilMaestro Myung-Whun Chung a salire sulpodio della Filarmonica della Scala in unconcerto trasformato in memoria e omaggioper uno dei massimi direttori d’orchestradel Novecento, che è stato anche uno deimembri più amati della famiglia scaligera.Prêtre, classe 1924, dopo essersi diplomatocome trombettista, inizia a dirigere in di-versi teatri d’opera francesi. Conosciuto an-che con lo pseudonimo di Georges Dhe-rain, nel 1956 debutta con Capriccio diRichard Strauss all’Opéra-Comique di Pa-rigi, dove dirigerà fino al 1963. Il 1966 vede

    invece il suo esordio al Teatro alla Scala, conuna leggendaria produzione del Faust diGounod con Mirella Freni, Nicolai Gedda eNicolai Ghiaurov con la regia di Jean-LouisBarrault (ripreso poi nel 1977). Un legameche in 50 anni ha fatto del Teatro milanesela casa italiana del Maestro, che negli anni viha diretto i più grandi: da Franco Zeffirelli aLuca Ronconi, a Luciano Pavarotti e PlácidoDomingo. Alle opere si aggiungono gli in-numerevoli concerti con la Filarmonica, chenel 2005 gli ha dedicato una serata speciale

    in occasione del suo ottantesimo comple-anno. L’ultimo trionfale concerto diretto daPrêtre al Piermarini ha avuto luogo il 22 feb-braio 2016: il Maestro era in buona salute,aveva promesso di ritornare. Sarà inveceMyung-Whun Chung, un altro beniaminodell’orchestra e del pubblico, a concertare letre serate della Stagione sinfonica che vedein programma la Sinfonia n. 3 in mi bem.magg. op. 55 “Eroica” di Beethoven, Mamère l’Oye e La Valse di Maurice Ravel. Il suodebutto alla Scala risale al 1989 sul podiodella Filarmonica. Musicista di straordinariaversatilità in campo operistico e sinfonico,Chung ottiene con il Simon Boccanegra allaFenice il Premio Abbiati della Critica musicaleitaliana come miglior direttore d’orchestradel 2014. Alla Scala tuttavia aveva direttosolo opere, pur importanti, di Mozart eŠostakovič: i recenti successi di Simon Boc-canegra, al Piermarini e in tournée, e delsuccessivo Don Carlo in cinque atti gli hannopermesso di ottenere da pubblico e criticaun più completo riconoscimento.

    Danilo Taverna

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    Georges Prêtre

    Myung-Whun Chung

    13, 15, 17 marzo 2017

    Filarmonica della Scala

    Direttore

    Myung-Whun Chung

    Concerto in memoria del M° Georges Prêtre

    Ludwig van BeethovenSinfonia n. 3 in mi bem. magg. op. 55“Eroica”

    Maurice RavelMa mère l’OyeLa Valse

    Prezzi: da € 6,50 a € 85

    Sponsor Principale della Stagione

  • Apprezzato lo scorso 7 dicembre nellaGiovanna d’Arco inaugurale e ne I dueFoscari, Francesco Meli è tornato alla Scalacon il debutto in Don Carlo, per ritrovarepoi Anna Netrebko ne La traviata diretta daNello Santi e presentarsi al pubblico in re-cital con musiche di Liszt e Britten, accom-pagnato al pianoforte dal giovane diret-tore e pianista Michele Gamba che si erasegnalato alla Scala proprio sostituendo al-l’ultimo istante Michele Mariotti alla guidadi una recita de I due Foscari.

    Inevitabile partire dai ruoli di Don Carloe Alfredo, che interpreti in questi mesialla Scala. Quale senti più tuo?Non sono paragonabili. Don Carlo è il pro-tagonista della sua opera, tutto ruota in-torno alla sua figura. Anche se non ha mai

    un momento tutto suo (è unruolo concertante, messosempre in relazione con glialtri), la parte è meravigliosa,ha delle frasi stupende. Alfredo è più semplice ma ècomunque un ruolo moltobello se cantato con un certorilievo e una certa attenzione;trovo che sia un peccato chetanti tenori, arrivati a un certopunto della loro carriera, loabbandonino.

    È stata la prima volta conDon Carlo…Si, è una gran soddisfazione,ovviamente è un ruolo moltopiù completo rispetto ad Al-fredo. Don Carlo nasce nelmomento della maturità diVerdi - come Simon Boccane-gra, Otello -; siamo di frontea un Verdi quasi sinfonico. Lamusica non è più un accom-pagnamento: la voce si mi-schia con l’orchestra quasi inuna sorta di abbraccio tra ilpalcoscenico e la buca. Ac-compagnamento non ce n’èquasi mai, è tutto osmosi,simbiosi, tra la musica stru-mentale e quella cantata.

    Con il Maestro Chung hai lavoratospesso. Come lo descriveresti?Mi sono sempre trovato molto bene a la-vorare con lui. È un concertatore, legatoalla musica, al sinfonismo dell’opera piùche a ciò che un italiano intende con“parola verdiana”, come ci ha insegnatoil Maestro Muti. Però la sua lettura cosìmusicale è di grande fascino, è moltoprofonda.

    Di Verdi oramai hai fatto quasi tutto.Sogni nel cassetto?Quest’estate per la prima volta farò Aida,che mi mancava. Mi piacerebbe molto can-tare ne La forza del destino e, quando saròveramente pronto, il sogno proibito di ognitenore: Otello.

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    Francesco Meli, tenore verdianoDopo Giovanna d’Arco e I due Foscari l’anno scorso, è la volta di Don Carlo con Chung e La traviata con Santi:parla l’artista genovese impegnato anche in concertoper i recital di canto

    3 aprile 2017

    Recital di canto

    TenoreFrancesco MeliPianoforte Michele Gamba

    Musiche di F. Liszt e B. Britten

    Prezzi da € 5,50 a € 35

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    Francesco Meli in Don Carlo e La traviata

  • La traviata, spiega perentorio Nello Santi,non si studia, si sa. Lui con il capolavoroverdiano ha debuttato nel 1952 a Padovae da allora ne ha dirette tante in tutto ilmondo – storiche le recite al Metropolitancon Anna Moffo e al Covent Garden conVirginia Zeani – con un punto di riferimentocostante: Arturo Toscanini. È stata Licia Al-banese, la Violetta di Toscanini, a indicaregli appunti del Maestro a Santi, che è poiriuscito a farsi mandare da un archivistadel Metropolitan una copia della partituraannotata. Con La traviata Santi torna a 86anni alla Scala, dove ha diretto una solavolta nel 1971 e dove è nuovamente attesoper Nabucco nel prossimo ottobre. L’alle-stimento è quello sontuoso firmato da Li-liana Cavani per la regia, dal Premio OscarDante Ferretti per le scene e da GabriellaPescucci per i costumi, che nel 1990 ri-

    portò il titolo alla Scala con la bacchetta diRiccardo Muti: una produzione tradizionaleche svetta per l’altissima qualità artigia-nale, vero biglietto da visita dei laboratoriscaligeri, ma anche per la cura cinemato-grafica della recitazione imposta dalla regi-sta, che ha curato personalmente questa ri-presa. Il cast, che ha attirato spettatori datutto il mondo, vede alternarsi nel ruolo deltitolo Ailyn Pérez, che si è affermata tra lemigliori voci di soprano della nuova gene-razione e tornerà alla Scala per La bohèmea giugno, e Anna Netrebko. L’artista russa,già protagonista di due inaugurazioni sca-ligere e attesa per il prossimo 7 dicembre,si era rivelata al mondo proprio come Vio-letta a Salisburgo nel 2005: il suo ritorno aquesto ruolo, rivisto alla luce di una rag-giunta maturità vocale e umana, è consi-derato un appuntamento irrinunciabile da-gli appassionati. Le sono accanto FrancescoMeli, che per spessore vocale, eleganza eaccento verdiano ha conquistato l’ammi-razione di critica e pubblico scaligero, e unLeo Nucci ormai leggendario per autore-volezza e carisma. Le sei recite, tutte esaurite in biglietteria dalprimo giorno di vendita, sono state prece-dute il 26 febbraio da un’anteprima bene-fica promossa dai lavoratori e dalla Dire-zione del Teatro alla Scala insieme allerappresentanze sindacali e a tutti gli artisticoinvolti nella produzione. L’iniziativa hapermesso di raccogliere quasi 250.000 euroche saranno destinati a progetti per i gio-vani nelle aree colpite dal terremoto.

    La traviatasecondo Nello SantiAilyn Pérez e Anna Netrebko si alternano nella parte diVioletta, Francesco Meli è Alfredo e Leo Nucci Giorgio Germont.L’anteprima benefica raccoglie 250.000 euro per progettidestinati ai ragazzi delle aree colpite dal terremoto

    28 febbraio; 3, 5, 9, 11, 14 marzo 2017

    Giuseppe Verdi

    La traviataDirettore Nello SantiRegia Liliana Cavani

    Interpreti Violetta Valery Ailyn Pérez (28 feb.; 3, 5 mar.)Anna Netrebko (9, 11, 14 mar.)Flora Bervoix Chiara IsottonGiorgio Germont Leo NucciAlfredo Germont Francesco MeliBarone Douphol Costantino FinucciMarchese D'Obigny Abramo RosalenDottor Grenvil Alessandro SpinaAnnina Chiara Tirotta*Gastone Oreste Cosimo*Giuseppe Jérémie Schütz*Domestico Gustavo Castillo**Allievi dell’Accademia Teatro alla Scala

    Produzione Teatro alla Scala

    Prezzi: da € 15 a € 250

    Sponsor Principale della Stagione

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    Nello Santi

    Anna Netrebko Leo NucciAilyn Pérez

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    Al dolce guidami castel natìoAnna Bolena, primo titolo della “Trilogia Tudor” di Donizetti, riporta alla Scala il repertorio belcantistico.Hibla Gerzmava e la giovane Federica Lombardi nella parte della protagonista, dirige Ion Marin

    Il 26 dicembre del 1830 a Milano «la gransala del Regio Teatro della Scala e l’altra delTeatro Carcano si aprirono per gareggiare disceniche rappresentazioni». Il duello cui si ri-ferisce il Corriere delle Dame riguardava idue titani del belcanto: Vincenzo Bellini, cheal Piermarini aveva già trionfato con Il piratae La straniera e che adesso - dopo la pre-mière veneziana dell’11 marzo - portava inscena I Capuleti e i Montecchi, e GaetanoDonizetti che in seguito all’insuccesso diChiara e Serafina (1822) cercava riscatto conuna nuova opera, Anna Bolena. Per inaugu-rare la stagione di Carnevale del Carcano iltrentatreenne di Bergamo aveva ricevuto unaprofferta a dir poco generosa: a parte i 650scudi di compenso, un cast d’eccezione (Giu-ditta Pasta, Filippo Galli e Giovanni BattistaRubini) e un libretto firmato dal principe deipoeti di primo Ottocento, Felice Romani; in-somma, quanto basta per un trionfo: «AlTeatro Carcano - prosegue l’anonimo croni-sta del Corriere delle Dame - l’adunanza chevi si recò fece gran plauso all’apparire dellaPasta, e interminabili li compartì a Rubini e lu-singhevoli a Galli. Nell’atto primo uno slan-cio magistrale nel finale fece chiamare più di

    una volta i cantanti e il maestro Donizetti.Nell’atto secondo un terzetto fra i tre nomatiattori sortì bell’effetto, un’aria di Rubini lasciònell’incanto gli uditori, e una scena finalemostrò quanto la Pasta debba altamente va-lutarsi per ottima attrice cantante. Dopol’atto tutti comparvero insieme al maestro dalpubblico invito eccitati».Nonostante il felice riscontro, alcune riservenei confronti del primo atto spinsero l’autorea ritirare la partitura per sottoporla a un la-voro di revisione; fu dunque la ripresa del1831 ad accreditare definitivamente Doni-zetti sulla piazza milanese. Dopo il 1877però, inspiegabilmente, l’opera non vennepiù rappresentata alla Scala; saranno Gia-nandrea Gavazzeni e Luchino Visconti, nel1957, a recuperarla scritturando l’ultimadiv(in)a passata alla storia per il suo indi-scusso carisma drammatico: Maria Callas.Dopo di lei a cantare sull’unica ribalta tracorte e strada “Al dolce guidami”, momentosublime della follia di Bolena, saranno soloMontserrat Caballé e Cecilia Gasdia (1982).Poi ancora oblio, ben 35 anni per la prima re-gina del ciclo Tudor, oggi finalmente inter-rotto dalla produzione del Grand Théâtre deBordeaux firmata da Marie-Louise Bischof-berger e ospitata alla Scala con sette recitedal 31 marzo al 23 aprile. Sotto l’egida del di-rettore Ion Marin, due soprani si alternanonella parte principale: Hibla Gerzmava e Fe-derica Lombardi. Per la Gerzmava, che nel2010 vestendo i panni di Lucia di Lammer-moor ha ottenuto i più alti riconoscimentimade in Russia, “Anna Bolena è un ruolo incui il connubio tra talento vocale e carismadrammatico diviene essenziale. La sua figurami è molto vicina, si tratta di una donna

    31 marzo;4, 8, 11, 14, 20, 23 aprile 2017

    Gaetano Donizetti

    Anna BolenaDirettore Ion MarinRegia Marie-Louise Bischofberger

    Interpreti Anna Bolena Hibla Gerzmava(31 marzo, 4, 11, 14 aprile) /Federica Lombardi (8, 20, 23 aprile)Giovanna Seymour Sonia GanassiSmeton Martina BelliLord Percy Piero PrettiEnrico VIII Carlo ColombaraLord Rocheford Mattia DentiSignor Hervey Giovanni Sala*

    *Allievo dell’Accademia Teatro alla Scala

    Produzione Grand Théâtre de Bordeaux

    Prezzi: da € 13 a € 210

    Sponsor Principale della Stagione

    Ion Marin

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    forte che sa amare e perdonare e la cui pro-fondità interiore va espressa con un suonocaldo che puoi trovare solo se ti lasci attra-versare dalle emozioni che il personaggio sitrova a vivere nel corso del dramma”. Con-sapevole della complessità del ruolo anche lagiovanissima Federica Lombardi, allieva del-l’Accademia scaligera che ancora una voltasi conferma preziosa fucina di talenti. Nonmanca infatti, dapprincipio, il riferimento alledifficoltà tecniche della scrittura donizet-tiana: “Quando ho cominciato a studiare laparte ho subito cercato l’omogeneità del-l’emissione vocale nei passaggi di registro, in-seguendo l’espressione belcantistica propriadell’autore, fatta di grandi frasi legate ma an-che di passaggi virtuosistici di agilità. Ho ana-lizzato con cura il libretto per ritrovare tuttele sfumature che compongono i vari statid’animo del personaggio, un’eroina dai trattiromantici nel senso più tempestoso del ter-mine. E qui sta, forse, la maggiore difficoltà:dare corpo, vitalità, umanità ed espressioneal tratto fortemente romantico di Anna Bo-lena, liberandola da altre connotazioni -come la freddezza - che la tradizione le ha at-tribuito”. Per ambedue si tratta del debuttoin Scala, attesa conferma per l’una e preziosaoccasione per l’altra; completano il cast CarloColombara (Enrico VIII), Sonia Ganassi (JaneSeymour), Piero Pretti (Lord Percy), MattiaDenti (Lord Rocheford) e Martina Belli (Sme-ton). A loro il compito di incarnare uno deicapisaldi del corpus belcantistico e, più in ge-nerale, di quel repertorio squisitamente ita-liano che il Teatro alla Scala, giustamente, in-tende recuperare e valorizzare nella suainterezza.

    Biagio Scuderi

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  • Ci sono dive dell’opera dal tramonto pre-coce e altre che non tramontano mai.Appartiene al secondo gruppo l’inossidabileEdita Gruberova che, dopo circa cin-quant’anni di carriera, non sembra inten-zionata ad abbandonare le scene. Dal de-butto nel 1968 nel Barbiere di Sivigliarossiniano, il soprano slovacco si è dapprimaaffermata come interprete di riferimento delrepertorio mozartiano e straussiano, inno-vandone lo stile esecutivo grazie all’audacesintesi tra una generosa estensione nel regi-stro acuto e un’emissione morbida e pene-trante. La solida struttura tecnica, e la natu-rale inclinazione al canto di coloratura, leconsentono di emergere come protagonistadella Belcanto Renaissance, ricevendo il te-

    Un Liederabend con Edita GruberovaAttesissimo ritorno del grande soprano al Teatro alla Scala con un programma che include pagine di Čajkovskij, Rimskij-Korsakov, Dvořák, Richard Strauss e Mahler. Il soprano sarà affiancato al pianoforte dal pianista e direttore slovacco Peter Valentovic.

    stimone dall’uscente Joan Sutherland maimponendosi anche come Regina dellaNotte, Fiakermilli e Zerbinetta di riferimento.Dopo un’iniziale predilezione per i ruoli più li-rico-leggeri, come Lucia di Lammermoor, IPuritani e La sonnambula, la successiva con-sacrazione avviene con quelli più drammaticicome Roberto Devereux, Anna Bolena,Norma e Lucrezia Borgia. Ed è con questi ul-timi personaggi donizettiani che riscuotenuovi successi - tra i quali il recital scaligerodel 2015 con i finali della “Trilogia Tudor” -grazie alla funzionalità di tale repertorio allesue attuali caratteristiche vocali, contraddi-stinte da un immutato nitore timbrico e daun’inconfondibile intensità interpretativa. Re-centemente impegnata nella Norma di Bel-

    lini all’Opera Nazionale Polacca, e in vistadella ripresa del ruolo di Elisabetta I nel Ro-berto Devereux che andrà in scena ad aprilealla Bayerische Staatsoper di Monaco e agiugno all’Opera di Stato di Budapest, il so-prano slovacco ritorna alla Scala con un re-pertorio incentrato sul canto da camera del-l’Europa centro-orientale, un microcosmomusicale convergente sulla parola e sullamelodia.

    Il concerto si apre con le due romanze op. 6n. 5 e op. 16 n. 1 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, ca-ratterizzate da melodie delicate e soffuse, manon prive di momenti di tormentato lirismo.Con le Cantate in primavera op. 43 di Niko-laj Rimskij-Korsakov, il clima di nostalgicoabbandono resta immutato, e si arricchiscecon i temi tipici degli antichi canti russi. Se-guono le Cigánské melodie (Melodie gitane)op. 55 di Antonín Dvořák, i cui ritmi pittore-schi associati alla cultura gitana si intreccianoa una profonda vena di amarezza. In con-clusione, alcuni tra i più noti lieder di Ri-chard Strauss e di Gustav Mahler. Al piano-forte, Edita Gruberova sarà affiancata dalpianista e direttore slovacco Peter Valentovic,affiatato partner professionale della diva daalcuni anni.

    Pietro Gandetto

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    20 marzo 2017

    Recital di canto

    SopranoEdita GruberovaPianoforte Peter ValentovicMusiche di Čajkovskij, Rimskij-Korsakov,Dvořák, R. Strauss, Mahler

    Prezzi da € 5,50 a € 35

  • Dopo Serata Stravinskij, anche il trittico inscena ad aprile e maggio rinnova il con-nubio fra danza, partiture importanti e pre-stigiosa direzione d’orchestra. Paavo Järvisul podio, al suo debutto in un balletto allaScala, in una serata che presenta ben duecreazioni, italiane, per il Corpo di Ballo: Shé-hérazade, di Eugenio Scigliano, che ha giàdato prova di qualità artistiche ed espressivecon diverse compagnie italiane e non solo,e La Valse, affidata a Stefania Ballone, Mat-teo Gavazzi e Marco Messina, artisti delBallo con già all’attivo alcune esperienze co-reografiche. Il fascino dell’Oriente, de Lemille e una notte, per la suite sinfonica diRimskij-Korsakov; il fascino di Vienna e deivalzer, unite per Ravel a “l’impressione di unvolteggiare fantastico e fatale”: straordina-rie partiture, catturate dalla danza fin dal-l’inizio del ‘900, che offrono tuttora ispira-zione. Eugenio Scigliano porta a un oggi lamusica di Rimskij-Korsakov e la traccia nar-rativa del primo balletto creato da Fokin nel1910 con allestimento di Bakst e concentranella figura di Zobeide l’attualizzazione diuna storia fatta di sottomissione e sopruso,di amore e sensualità. L’imponente croma-tismo, la forte capacità evocativa dei temidella suite, utilizzata integralmente (nel1910 furono usati solo tre dei quattro mo-vimenti) ispirano una danza altrettanto sfac-

    Bolle danza Balanchine tra due nuove coreografieitaliane Riunite in un’unica serata diretta da Paavo Järvi le novità assolute Shéhérazade di Eugenio Scigliano e La Valse, affidata a Stefania Ballone, Matteo Gavazzi eMarco Messina a incorniciare la classica Symphony in C

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    cettata; asciugati esotismo e aneddotica, sipunta all'essenza simbolica dei personaggi edei loro destini: la condizione della donna, lasopraffazione e la negazione dei sentimenti,la violenza come strumento di potere, temitragici nella realtà storica e attuale. L'am-bientazione esotica lascia il passo a un uso'drammatico' e simbolico della luce; i lussu-reggianti colori a tinte essenziali, sabbiate, ocupe, a riflettere il nero della notte e del mi-stero, ma anche cordoglio, vendetta e tri-stezza. Zobeide e lo Schiavo d'Oro diventanosimboli di un sentimento vero, al di là dellecondizioni sociali, che vive nascosto per nonessere soffocato, imprigionato da norme eriti inamovibili. Emozioni che innervano ladanza per trasmettere l'innocenza di un sen-timento puro, l'angoscia della violenza, lacecità della gelosia, la forza delle passioni,l'eterno femminino che supera l'orrore e lafollia degli uomini. I Ballets Russes, Djagilev,Ida Rubinstein (la prima Zobeide) incrocianoanche il destino di La Valse: Ravel concepi-sce l’idea di un omaggio a Johann Strauss fi-glio dal 1906. Nel 1914 il lavoro, Wien,avrebbe dovuto essere un «poema sinfo-nico»; il progetto si realizza solo nel 1919-20, su commissione di Djagilev, con il titoloLa valse definito «poema coreografico». Dja-gilev ricusò la partitura non considerandolaadatta come balletto e questo provocò la

    19, 21, 27, 28 aprile 20174 (2 rappr), 10 (2 rappr.), 11, 13* maggio 2017

    Maurice Ravel

    La ValseCoreografia Stefania Ballone, Matteo Gavazzi,Marco MessinaCostumiIrene MontiLuciValerio Tiberi

    Nuova produzione Teatro alla Scala

    Georges Bizet

    Symphony in CCoreografia George Balanchine© School of American BalletRipresa da Colleen Neary

    CostumiKarinskaLuciAndrea Giretti

    ÉtoileRoberto Bolle(19, 21 apr.; 10s, 11 mag.)

    Produzione Teatro alla Scala

    Nikolaj Rimskij-Korsakov

    ShéhérazadeCoreografia Eugenio SciglianoScene e luciCarlo Cerri CostumiKristopher Millar e Lois Swandale

    Nuova produzione Teatro alla Scala

    DirettorePaavo Järvi

    Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala

    Prezzi da € 11 a € 150*Recita ScalAperta da € 5,5 a € 75

    Sponsor Principale della Stagione

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    Paavo Järvi

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    oRoberto Bolle

  • rottura tra Ravel e l’impresario russo: laprima esecuzione fu in forma di concerto;solo nel 1929 la compagnia di Ida Rubinsteinla porterà in scena su coreografia di Broni-slava Nijinska. In epigrafe alla partitura Raveltraccia lo scenario: «Nubi turbinose lascianointravedere, a squarci, coppie che danzanoil valzer. A poco a poco le nubi si dissolvono:si ravvisa una sala immensa, popolata d’unafolla vorticante. La scena si fa via via più ni-tida. Al fortissimo brilla improvvisa la luce deilampadari. Una corte imperiale, 1855 circa».Gli echi della Prima Guerra Mondiale appenaconclusa risuonano nella partitura, il turbi-nare del valzer, l’inconsapevole levità delladanza sull’orlo del baratro suggeriscono unatragica metafora della vita. Vagliate le infi-nite possibilità per comporre “a sei mani”per i colleghi scaligeri (pur riservandosi unbreve quadro autonomo) Ballone, Gavazzie Messina hanno trovato nella partitura,nelle sue dinamiche, nel mondo e nelle at-mosfere evocate, il punto di partenza e di ar-rivo. Un mondo, circoscritto, che rimandasolo nei costumi e nei cromatismi agli anniVenti del Novecento; si apre con l’attacco deiprimi strumenti e si chiude anche visiva-mente con l'ultima nota; lo spazio scenico siavviluppa su se stesso e la forte dicotomia in-sita nella partitura si riflette in ombre e luci,chiari e scuri, un'entità maschile e una fem-minile, simbolicamente poli opposti e com-plementari accanto alle individualità che inscena si sviluppano in gruppi dalle mutevoliforme e strutture. Dovete vedere la musicae sentire la danza. Sono parole di GeorgeBalanchine: al centro di questa serata Sym-phony in C, grande esempio del suo genere“concertante”, strettamente integrato allamusica, senza trama ma non senza espres-sività, toni e atmosfere. Bizet compose laSinfonia n.1 in Do maggiore allievo dicias-

    settenne di Charles Gounod al Conservato-rio di Parigi. Il manoscritto, dimenticato perdecenni, fu pubblicato dopo essere statorinvenuto nel 1933 nella biblioteca del Con-servatorio. Balanchine seppe da Stravinskij diquesta partitura scomparsa; nel 1947 in duesettimane ne creò un balletto, Le Palais deCristal, per l’Opera di Parigi di cui era maîtreospite. L’anno successivo, per il New YorkCity Ballet, semplificò scene e costumi ecambiò il titolo. Esaltazione della purezzaclassica, meravigliose geometrie, simmetriee forme, nei quattro movimenti, che ve-dono protagonisti ognuno una diversa bal-lerina, un diverso partner e il corpo di ballo.L’intero organico di circa cinquanta elementisi riunisce nel travolgente finale. Alla Scalanel 1955, nel 1960 e nel 1987 vide i nomi dispicco del tempo, e anche ora sarà una veravetrina per il Corpo di Ballo, i primi ballerini,i solisti, e non solo: in scena infatti per quat-tro recite anche la nostra étoile RobertoBolle.

    La Valse, disegni di costumi di Irene Monti

    A sinistra: Sinfonie in C, Bayerisches Staatsballett2015

    Shéhérazade, disegno di un costume di Kristopher Millar e Lois Swandale

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    Eugenio Scigliano Marco Messina, Stefania Ballone, Matteo Gavazzi

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    Tutti al Museo! Il 5 marzo si aprono i nuovi laboratori per bambini organizzati dal Museo Teatrale alla Scala, mentre proseguono le presentazioni di libri per il ciclo “Parole in nota”

    Il Museo Teatrale alla Scala, straordinariagalleria di ritratti, busti e cimeli che riper-corre la storia scaligera, moltiplica le inizia-tive culturali per trasformarsi in un centrosempre più attivo e presente nel dialogosulla musica e sul teatro. Gli spazi della Bi-blioteca ‘Livia Simoni’ accolgono la nuovamostra dedicata ad Arturo Toscanini, dopoche la precedente esposizione dedicata aMadama Butterfly aveva attirato più di55.000 visitatori. Ma le mostre non sono lasola attività del Museo, che dal 5 marzoapre le sue porte ai bambini con due nuovilaboratori curati da Augusta Gori che uni-scono musica, recitazione, scenografia, artee canto, senza dimenticare la parte più im-portante: divertirsi e sperimentare insieme.

    “Buongiorno Museo!” è un laboratorio in-terattivo per famiglie in cui l’esplorazionedelle opere liriche più famose sarà vissutacome un avventuroso viaggio per mare,tra isole di canto e note trasportate dalla

    corrente, i più piccoli navigheranno allascoperta delle opere liriche più famose, chepotranno persino interpretare. La serie di incontri “Museo mia Musa!” èinvece un’introduzione al magico mondodel teatro pensata per bambini dai 6 ai 10anni. Dalla recitazione al canto, dal truccoalla scenografia, dalla danza ai costumi,un viaggio affascinante in compagnia diartisti ed esperti.

    Per gli adulti il ciclo di presentazioni di libri“Parole in nota” a cura di Armando Tornoprosegue l’8 marzo con la discussione delsaggio di Filippo Annunziata sui rapporti traopera e diritto “Prendi, l’anel ti dono”; il 14marzo con un epistolario di Arturo Toscaninicurato da Harvey Sachs; e il 10 aprile con“Domenico Barbaja, il padrino del belcanto”di Philip Eisenbeiss. Il ciclo, alla sua prima sta-gione, ha ottenuto uno straordinario suc-cesso di pubblico entrando nelle abitudinidegli appassionati di musica della città.

    Buongiorno Museo!Età: 6 - 11 anni.Prezzo: 30 € (un adulto e due bambini)Quando: domenica dalle 10.30 alle 12.005 marzo, 2 aprile, 7 maggio, 14 maggioIl laboratorio può ospitare un massimo di 12 adulti e 24 bambini

    Letture e note al MuseoA cura di Armando TornoL’8 marzo “Prendi, l’anel ti dono”. Interviene l’autore Filippo Annunziata.Il 14 marzo “Lettere” di Arturo Toscanini. Interviene Harvey Sachs. Il 10 aprile con “Domenico Barbaja, il padrino del belcanto”. Interviene l’autore Philipp Eisenbeiss. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili

    Museo mia Musa! Età: 6 - 10 anni.Prezzo: 60 € per ogni ciclo di quattro sabatiQuando: sabato dalle 15.00 alle 17.00Ciclo primaverile: 29 aprile, 6 maggio, 20 maggio, 27 maggioCiclo autunnale: 14 ottobre, 21 ottobre, 28 ottobre, 18 novembreIl laboratorio può ospitare un massimo di 25 bambini

    Il ciclo è realizzato con il sostegno di

    Tutte le attività del Museo godono del sostegno di

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    Iprimi mesi del 2017 vedono la pubblica-zione delle prime uscite discografiche diRiccardo Chailly in veste di Direttore Musi-cale del Teatro alla Scala. Innanzitutto ap-proda in DVD l’edizione di Turandot che fuil primo titolo diretto dal M° Chailly in ve-ste di Direttore Principale nel 2015 e segnòl’avvio del progetto dedicato a GiacomoPuccini e delle iniziative culturali per Expo.Turandot si dava per la prima volta allaScala con il finale composto da LucianoBerio di cui proprio Chailly aveva diretto laprima esecuzione assoluta nel 2001. Lospettacolo, che sarebbe stato l’ultimo fir-mato da Nikolaus Lehnhoff e che ripren-deva costumi espressionisti e superfici lac-cate di una precedente produzionedell’Opera di Amsterdam, si avvale di uncast di rilievo, con Nina Stemme nella partedi Turandot, Aleksandrs Antonenko comeCalaf e Maria Agresta come Liù, oltre chedell’apporto del Coro diretto da Bruno Ca-soni. Il critico del Times Neil Fisher parla diuna registrazione “notevole per due ra-gioni: la prima è che orchestra e coro sonoformidabili; la seconda è che la produzionedi Lehnhoff porta per la prima volta allaScala il finale scritto da Luciano Berio. Nellaresa di Nina Stemme e Aleksandrs Anto-nenko il finale alternativo è un duetto chepur disorientando commuove, con i prota-gonisti che giungono ad accettare cheamarsi l’un l’altro significa abbandono piut-tosto che conquista…”. Italiano anche il progetto di incisioni con laFilarmonica della Scala, il cui CD d’esordioinclude Ouvertures, Preludi e Intermezzi diBellini, Boito, Catalani, Donizetti, Giordano,Leoncavallo, Ponchielli, Puccini e Verdi, inmassima parte incisi per la prima volta dalMaestro, mentre è già annunciata unanuova uscita dedicata a pagine sinfonichedi Luigi Cherubini.

    Le nuove incisioni di Riccardo Chailly con laScala e la Filarmonica Decca pubblica in DVD la Turandot del 2015 e un nuovo CD di Ouvertures, Preludi e Intermezzi

    Foto dell’opera Turandotdi Giacomo Puccini, messa inscena al Teatro alla Scala nel maggio 2015.Direttore Riccardo Chailly, regista Nikolaus Lehnhoff.

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    Legato da quasi quarant’anni all’etichettaDecca di Londra, Chailly ha realizzato neltempo una vastissima discografia che com-prende centinaia di brani di 69 autori di-versi per un totale di oltre 3.000.000 di di-schi venduti. Solo nel 2016 1.200.000persone hanno ascoltato su Spotify branida lui diretti, per una durata di ascolto di 49anni complessivi, mentre il disco realizzatocon la Filarmonica in occasione dell’annoverdiano è stato l’album classico più ven-duto del 2013. Su queste premesse si svi-luppa il nuovo doppio progetto discogra-fico dedicato al repertorio italiano con ilTeatro alla Scala e la Filarmonica, teso a va-lorizzare le produzioni del Teatro e raffor-zarne la presenza sulla scena culturale emediatica globale. Sottolineare attraversole incisioni il rilievo internazionale del per-corso che Chailly ha intrapreso insieme alTeatro alla Scala per restituire un’immagineattuale dei principali autori nazionali signi-fica anche rinnovare e aggiornare la visibi-lità dei compositori italiani presso gli ap-passionati di tutto il mondo.

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    Riccardo Chailly

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    9 giovedì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

    • Prima delle prime - OperaDie Meistersinger von Nürnberg

    3 venerdì, ore 20fuori abb. La traviata

    14 martedì, ore 20fuori abb. La traviata

    16 giovedì, ore 181 rappr. Die Meistersinger von Nürnberg

    19 domenica, ore 15turno E

    Die Meistersinger von Nürnberg

    5 domenica, ore 15fuori abb. La traviata

    9 giovedì, ore 20fuori abb. La traviata

    11 sabato, ore 20fuori abb. La traviata

    1 mercoledì, ore 20ScalApertaSerata Stravinskij

    6 lunedì, ore 20abb. Stagione Filarmonicatel. +39.02.72023671 - www.filarmonica.it

    • Filarmonica della ScaladirettoreRiccardo Chailly

    20 lunedì, ore 20abb. Recital di Canto

    sopranoEdita Gruberova

    11 sabato, ore 11fuori abb.

    • Grandi Spettacoli per PiccoliIl ratto dal serraglio per i bambini

    11 sabato, ore 14.30fuori abb.

    • Grandi Spettacoli per PiccoliIl ratto dal serraglio per i bambini

    13 lunedì, ore 15Invito alla Scala per Giovani e Anziani

    Solisti dell’Accademia di perfezionamento per CantantiLirici del Teatro alla Scala

    13 lunedì, ore 20turno A Stagione Sinfonica

    Filarmonica della ScaladirettoreMyung-Whun Chung

    15 mercoledì, ore 20turno B Stagione Sinfonica

    Filarmonica della ScaladirettoreMyung-Whun Chung

    17 venerdì, ore 20turno C Stagione Sinfonica

    Filarmonica della ScaladirettoreMyung-Whun Chung

    2 giovedì, ore 17Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”fuori abb.I Concerti dell’Accademia

    • Ensemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia Teatro alla ScaladirettoreRenato Rivolta

    25 sabato, ore 20fuori abb.150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini

    Coro e Orchestra del Teatro alla ScaladirettoreRiccardo Chailly

    26 domenica, ore 15ScalAperta

    Die Meistersinger von Nürnberg

    30 giovedì, ore 18turno CDie Meistersinger von Nürnberg

    31 venerdì, ore 201 rappr.Anna Bolena

    29 mercoledì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

    • Prima delle prime - OperaLa gazza ladra

    23 giovedì, ore 18turno ADie Meistersinger von Nürnberg

    22 mercoledì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

    • Prima delle prime - OperaAnna Bolena

    5 mercoledì, ore 18turno D

    Die Meistersinger von Nürnberg

    8 sabato, ore 20turno NAnna Bolena

    4 martedì, ore 20turno AAnna Bolena

    2 domenica, ore 15fuori abb.Concerti per bambini

    Coro di Voci di Bianche dell’Accademia Teatro alla ScaladirettoreBruno Casoni

    3 lunedì, ore 20abb. Recital di Canto

    tenoreFrancesco Meli

    10 lunedì, ore 15Invito alla Scala per Giovani e AnzianiQuartetto d’archi della Scalae Musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala

    10 lunedì, ore 20abb.Stagione Filarmonica-tel.+39.02.72023671-www.filarmonica.it

    • Filarmonica della ScaladirettoreDaniele Gatti

    6 giovedì, ore 17Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”fuori abb.I Concerti dell’Accademia

    • Solisti dell’Accademia di perfezionamento per CantantiLirici del Teatro alla Scala

    2 domenica, ore 18turno BDie Meistersinger von Nürnberg

    14 venerdì, ore 20turno DAnna Bolena

    20 giovedì, ore 20turno BAnna Bolena

    11 martedì, ore 20turno CAnna Bolena

    12 mercoledì, ore 201 rappr.La gazza ladra

    15 sabato, ore 20turno MLa gazza ladra

    18 martedì, ore 20turno ALa gazza ladra

    19 mercoledì, ore 201 rappr.La Valse / Symphony in C / Shéhérazade

    20 giovedì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

    • Prima delle prime - OperaDon Giovanni

    11 martedì, ore 18Ridotto dei Palchi “A. Toscanini

    • Prima delle prime - BallettoLa Valse / Symphony in C / Shéhérazade

    13 giovedì, ore 20abb. Recital di Canto

    baritonoThomas Hampson

    22 sabato, ore 20turno CLa gazza ladra

    23 domenica, ore 20turno EAnna Bolena

    26 mercoledì, ore 20turno DLa gazza ladra

    29 sabato, ore 20turno OLa gazza ladra

    21 venerdì, ore 20turno PLa Valse / Symphony in C / Shéhérazade

    27 giovedì, ore 20fuori abb.La Valse / Symphony in C / Shéhérazade

    28 venerdì, ore 20turno H LaScalaUNDER30BallettoUNDER30La Valse / Symphony in C / Shéhérazade

    22 sabato, ore 14fuori abb.Spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala

    Direttore responsabile Paolo Besana

    A cura dell’Ufficio Stampa del Teatro alla Scala.Lucilla Castellari, Elena Fumagalli, Carla Vigevani, Paola PrimaveraSi ringraziano Pietro Gandetto, Anna Girardi, Mattia Palma, Franco Pulcini, Biagio Scuderi,Danilo Taverna

    Grafica G&R associati

    laScalaMagazine

    marzo/aprile 2017

    Registrazione n. 221 del 10 luglio 2015

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  • I L P R I M O L A B O R AT O R I O F R A N C E S E (1) D I M E D I C I N A E S T E T I C A

    NCTF-REVERSE®

    www.filorga.it

    (1) NCTF ®, complesso rivitalizzante esclusivo, in una concentrazione equivalente a quella di un trattamento anti-età praticato in studio. (2) Fondato nel 1978.

    TRATTAMENTORIGENERANTESUPREMO(1)

    C’È UN PRIMA, C’È UN DOPO.