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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 7, Numero 3 - Febbraio 2008 “DAVIDE” DIETRO LE QUINTE E finalmente tocca a noi! Dopo aver assistito con una cer- ta invidia alle rappresentazioni dei ragazzi di seconda media negli anni passati, non vedeva- mo l'ora di cimentarci anche noi nella grande impresa del teatro! Presi dall'entusiasmo, avevamo forse sottovalutato la complessi- tà del progetto: in autunno la fase preparatoria, con esercizi per allenarsi ad utilizzare la voce nel migliore dei modi e drammatizzazioni improvvisate per imparare a vincere la paura e la vergogna; poi la scelta del soggetto, la stesura del copione, terminato il 31 dicembre e l'as- segnazione delle parti. GRAZIE A TUTTI di don Ronaldo Ringrazio, con tutto il mio cuore, Gesù e la Vergine Maria per l’op- portunità che mi è stata donata nel venire in Italia, paese nel quale ho ricevuto tanto affetto e dove ho tanto appreso come sacerdote e come uomo. Ringrazio don Giorgio, amico e padre in questa par- rocchia e, attraverso di lui, i miei confratelli, don Giovanni, don Stefano e don Gianni, oltre il diacono Francesco, per essermi stati vicini in questo cammino. Ringrazio altresì tutti i parrocchiani per avermi dato fiducia e calore; fra questi ultimi, un sincero grazie va a Cesare, il cuoco della parrocchia, perché se altri hanno contribu- ito alla mia crescita spirituale, senza dubbio lui è stato l’artefice della mia espansione corporale. Infine, vorrei dirvi solo “a presto” e non “addio”, perché è mia in- tenzione ritornare in Italia, in questo vostro bel paese; nel frattem- po, cercherò di migliorare il mio italiano, ma se non dovessi riuscir- ci e se, tornando in Italia, sbaglierò ancora a parlare, allora voi mi correggerete. Grazie a tutti e che Dio vi benedica. L’ORATORIO NUOVO Anch'io, come tutti voi, ero impaziente che finalmente fosse finito il nuovo Oratorio: da qualche settimana pareva tutto pronto ma mancava sempre qualcosa, e quello che per noi era l'Oratorio ufficialmente era un "cantiere" e non si poteva entrare. Mi ricordo quando domenica 7 ottobre 2007, al termine della Messa, i ragazzi hanno riempito il nuovo campo di calcio, correvano come matti, qualcuno per paura di rovinare il tappeto erboso si era perfino tolto le scarpe, in tanti si buttavano a terra per gustare quanto il fondo era soffice… don Giorgio continua a pagina 2 RUBRICA LIBRI I consigli per le vostre letture a pagina 17 CRESIME 2008 pag. 6 Rossella Rocchino Punto... a capo pag. 7 Una mamma Grazie, grazie, grazie! pag. 7 Le allenatrici della I media Verso la s. Cresima pag. 7 Chiara Di Mirco Caterina Fedegari Antonioli continua a pagina 2 Quando lo Spirito soffia... don Ronaldo

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pag. 6 Rossella Rocchino Punto... a capo pag. 7 Una mamma Grazie, grazie, grazie! pag. 7 Le allenatrici della I media Verso la s. Cresima pag. 7 Chiara Di Mirco

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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 7, Numero 3 - Febbraio 2008

“DAVIDE” DIETRO LE QUINTEE finalmente tocca a noi!

Dopo aver assistito con una cer-ta invidia alle rappresentazionidei ragazzi di seconda medianegli anni passati, non vedeva-mo l'ora di cimentarci anche noinella grande impresa del teatro!

Presi dall'entusiasmo, avevamoforse sottovalutato la complessi-tà del progetto: in autunno lafase preparatoria, con eserciziper allenarsi ad utilizzare lavoce nel migliore dei modi edrammatizzazioni improvvisateper imparare a vincere la paurae la vergogna; poi la scelta delsoggetto, la stesura del copione,terminato il 31 dicembre e l'as-segnazione delle parti.

GRAZIE A TUTTI di don Ronaldo

Ringrazio, con tutto il mio cuore, Gesù e la Vergine Maria per l’op-portunità che mi è stata donata nel venire in Italia, paese nel qualeho ricevuto tanto affetto e dove ho tanto appreso come sacerdotee come uomo. Ringrazio don Giorgio, amico e padre in questa par-rocchia e, attraverso di lui, i miei confratelli, don Giovanni, donStefano e don Gianni, oltre il diacono Francesco, per essermi stativicini in questo cammino. Ringrazio altresì tutti i parrocchiani peravermi dato fiducia e calore; fra questi ultimi, un sincero grazie vaa Cesare, il cuoco della parrocchia, perché se altri hanno contribu-ito alla mia crescita spirituale, senza dubbio lui è stato l’arteficedella mia espansione corporale.Infine, vorrei dirvi solo “a presto” e non “addio”, perché è mia in-tenzione ritornare in Italia, in questo vostro bel paese; nel frattem-po, cercherò di migliorare il mio italiano, ma se non dovessi riuscir-ci e se, tornando in Italia, sbaglierò ancora a parlare, allora voi micorreggerete. Grazie a tutti e che Dio vi benedica.

L’ORATORIO NUOVOAnch'io, come tutti voi, ero impaziente che finalmente fosse finito ilnuovo Oratorio: da qualche settimana pareva tutto pronto ma mancavasempre qualcosa, e quello che per noi era l'Oratorio ufficialmente eraun "cantiere" e non si poteva entrare.Mi ricordo quando domenica 7 ottobre 2007, al termine della Messa, iragazzi hanno riempito il nuovo campo di calcio, correvano come matti,qualcuno per paura di rovinare il tappeto erboso si era perfino tolto lescarpe, in tanti si buttavano a terra per gustare quantoil fondo era soffice… don Giorgio

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RUBRICA LIBRII consigli

per le vostre letturea pagina 17

CRESIME 2008 pag. 6

Rossella RocchinoPunto... a capo pag. 7Una mammaGrazie, grazie, grazie! pag. 7Le allenatrici della I mediaVerso la s. Cresima pag. 7Chiara Di Mirco

Caterina Fedegari Antoniolicontinua a pagina 2

Quando lo Spirito soffia...

don Ronaldo

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don Giorgio

Caterina Fedegari Antonioli

All’inizio di gennaio, ci ritroviamo, allena-trici ed educatori, un po’ dubbiosi e per-plessi: ce la faremo? I tempi sono vera-mente stretti e c’è ancora moltissimo dafare. Ci sono i disfattisti (“Abbiamo soloun mese: rimandiamo a maggio!”) e gli ot-timisti (“Se ci mettiamo d’impegno, ci riu-sciamo!”). Dopo una serrata discussione,per fortuna vincono gli ottimisti: ormai lamacchina si è messa in moto, si andrà inscena il 9 febbraio, a qualunque costo!I ragazzi non sanno niente di questi retro-scena e si lanciano con passione e inco-scienza nell’impresa: cinquanta preadole-scenti inarrestabili, pronti a mettersi ingioco nella rappresentazione della teneraamicizia fra Davide e Gionata, uniti da unaffetto profondo che andrà oltre la mortedi Gionata. Moltissimi i personaggi coin-volti nella storia: oltre a Saul, il re pazzo esua figlia Micol, soldati comuni, generali,ancelle sagge e pettegole, danzatrici, don-ne comuni del popolo e, ad incastro, inter-venti dell’autore, del regista e della simpa-tica Pina, la donna delle pulizie, che vor-rebbe un lieto fine e, in virtù dell’anziani-tà di servizio, si può permettere di direqualunque cosa. C’è spazio davvero pertutti! Il programma delle prove è serrato ei ragazzi si impegnano con serietà: sento-no di far parte di un progetto la cui riusci-ta dipende da ciascuno di loro. Mentre la-vorano insieme, si creano nuove amicizie,i legami preesistenti si rinsaldano: senzaaccorgersene, stanno facendo alleanza,stanno creando il gruppo e ci si trovanobene! Se i ragazzi si danno da fare, i papà

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e le mamme non sono da meno: la sera siallestiscono le scenografie, si preparano icostumi, si selezionano le musiche, si defi-nisce la locandina, si va a caccia degli og-getti richiesti dalla sceneggiatura: dove po-tremo mai trovare una gallina? Qualcunosa se deve essere viva o morta? E le palmefrondose per il corteo iniziale? E la cetradi Davide? Anche gli adulti si conosconomeglio e pongono le premesse per un’al-leanza fra genitori, che sarà certamente digrande conforto negli anni a venire. Sia-mo in dirittura d’arrivo: l’ultima settima-na abbiamo finalmente a disposizione ilteatro per le prove, senza copione natural-mente! Il teatro diventa la nostra secondacasa e tutti confidiamo nella presenza fis-sa di don Stefano, il nostro “deus ex ma-china”. Lì, sul palcoscenico di un teatro“vero”, i ragazzi si rendono conto che stia-mo facendo sul serio: eccoli dunque im-pegnati a ripassare mentalmente all’ulti-

mo minuto quella battuta un po’ difficile, aripetere quel passo di danza incrociato, aprovare gesti, espressioni e movimenti.Ma ormai non c’è più tempo, siamo arri-vati alla prima! E allora, per dirla con il re-gista: “Pronti per la 1? Buio… Sale la musi-ca… Luce… Dai, via!”.Si alza il sipario, le incertezze si dissolvo-no e sperimentiamo la magia di un’impre-sa corale in cui ognuno ha un ruolo impor-tante, la sorprendente interazione con glispettatori, l’emozione di sentire che ilpubblico in sala si sta divertendo grazie anoi! I ragazzi stanno andando benissimoe in un lampo siamo alla parata finale:trionfo di pubblico e di critica, meritatamerendona finale e un po’ di tristezza perun’avventura elettrizzante che domani, ter-minata la replica, sarà già finita! Ma altrece ne saranno in futuro, altrettanto belle, equindi… arrivederci a venerdì prossimo!

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Vedevi gli occhi di tutti che scintillavanodi gioia e non solo quelli dei ragazzi… nonvi nascondo che quel giorno mi sono com-mosso, era bello vedere ancora i ragazzigiocare felici dopo tanto tempo di buchi,di camion che andavano e venivano, di ce-mento, di gru.Il martedì successivo, 9 ottobre 2007, ve-niva il Cardinale a benedire il nuovo Ora-

torio e tutti abbiamo ancora il ricordo diquel pomeriggio indimenticabile con unamoltitudine di gente che faceva festa digran gusto per il sogno finalmente realiz-zato. In questi mesi il nostro Oratorio èdiventato sempre più il punto di riferi-mento di tanti bambini, ragazzi e famiglie:l’ambiente piace, è bello, è colorato, donaallegria: in tanti lo dicono e ci vengono

volentieri.Certo, ci sono dei difetti chenon si vedono subito, ma cisono e devono essere ripara-ti. I principali sono: filtra l’ac-qua dalle terrazze e questoprovoca il sorgere di macchiedi umidità su alcuni soffitti,deve essere rifatto il pavi-mento del cortile coperto, cisono difetti nell’impiantoelettrico e nei serramenti… Ciconsola il fatto che abbiamoancora in mano il 10% del va-lore della costruzione e que-sta somma non verrà pagata

se la ditta costruttrice non farà le ripara-zioni dovute. L’accenno alla parte econo-mica mi permette di precisare che la Par-rocchia ha con le Banche un debito di600.000,00 euro (il costo della costruzio-ne totale è stato di 1.600.000,00 euro).In questi ultimi tempi le offerte dei fedelisono molto calate: certo, per diverse fa-miglie la situazione finanziaria è più diffi-cile; la Parrocchia non ha interrotto la curadelle attività caritative, sembra che tuttele domeniche ci sia una nuova richiesta.Oltre questi motivi forse, in tante perso-ne c’è la convinzione che vedendo l’Ora-torio ultimato questo voglia dire che i pa-gamenti sono finiti.Non è così, anche se nel 2007 la comuni-tà è stata molto generosa, i debiti sonoancora pesanti anche perché gravati de-gli interessi. Lasciatemi allora fare unapreghiera a questa grande e bella comu-nità: continuate a essere generosi! Gra-zie e che il Signore vi benedica!!!

via Simone D’Orsenigo, 23 (MI) - tel. 02 55014650

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don Stefano

Elogio alla debolezzaQuanto spesso insegniamo ai nostri figli che per riuscire nella vita devono essere forti, decisi, audaci, impavidi, astuti,scaltri! "Ora sei grande, basta piangere!", "Sei un ometto ormai non devi avere paura!", "Sii forte!"... tutti imperativi checi raggiungono fin dalla nostra infanzia e che noi maldestramente ripetiamo ai nostri figli.Non c'è film o eroe leggendario che non incarni l'idea vincente dalla forza... fosse anche la virtù eroica del santo! CristoGesù - il Santo dei Santi - però, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso facendosiobbediente fino alla morte e alla morte di Croce. Se Cristo ci ha dato un esempio perché noi ne seguiamo le orme, taliimpronte sono impresse sul monte Calvario, macchiate di sangue e sudore; queste gocce sono coagulate per sempre sulsuolo del Getzemani, sul pavimento del pretorio sotto la sferza del soldato, sul ferro dei chiodi, sul legno della croce, sullalucentezza della lancia, sul sudario del morto.La Quaresima che stiamo attraversando ci conduce a deporre la nostra forza, a guardare alla nostra fragilità, ad abbrac-ciare la nostra umanità. Quanti sono i dolori del mondo! Quanto è ferita la nostra umanità! Se la prima nostra chiamataè la chiamata alla vita, alla vitalità, alla vivacità, la seconda chiamata è a deporre la forza per accogliere la debolezzacome condizione di una vittoria altra, diversa, definitiva.Il paradosso della teologia è la Croce stessa: Dio ci libera dall'angoscia della morte - estremo stato di povertà e debolezza- facendosi Lui stesso debole, solcando Lui stesso - l'Essere per eccellenza - la pallida linea dell'antica ferita della pauradel non essere.Ecco, qui è come un sentiero disteso tra l'ultima cena e la Pasqua; la tradizione la chiama "via Crucis", la via della Croce.Dentro la livida liturgia di Quaresima, nell'ascoltare il testo, non possiamo più pensarlo come se fosse un Dio che è statofuori dalla mischia; che non s'è compromesso con la storia, inavvicinabile... Quando con gli occhi bagnati lo preghi nellanotte dell'anima, vedi un Dio che è passato attraverso la debolezza della Croce, lo scacco della morte e l'impietosogiudizio di chi l'ha messo a margine. Non è restato là appartato; Dio s'è sporcato le mani!Ma sorge anche dal profondo l'estremo sospetto. Se lo penso onnipotente, mi dà sicurezza... ma se anche Lui si è rivesti-to di fragilità, si è sottomesso alla storia, si è arreso alla violenza e alla morte, ci sarà ancora spazio per sentirmi al sicuro?Leggendo sul volto di Dio i segni della piccolezza, della debolezza, della fragilità, dello scacco, della morte e della croce,posso ancora tenermi la certezza di essere da lui custodito, raccolto, sollevato? Se è debole come me, come può salvar-mi? Quanto spesso ci domandiamo perché Dio non fa nulla, perché tace, perché permette! In bilico tra fede e bestemmiarestiamo rabbiosi e impotenti davanti all'impotenza di Dio.Ma proviamo a fare una semplice considerazione. Quando siamo feriti, da chi preferiamo andare? Da un uomo forte evaloroso che ci dica come mai ci accade questo e ci indichi il rimedio? Oppure preferiamo andare a farci abbracciare daqualcuno che dice "conosco la tua condizione, comprendo il tuo dolore, l'ho vissuto e ti capisco!"? Quando un bambinocade e si sbuccia un ginocchio, non invoca un medico, ma la sua mamma! Il bacio della mamma vale più della cura.In verità, al cuore della mia debolezza posso apprezzare il dono della presenza dell’altro e offrirgli la mia umiliata condi-zione. Non sarà cioè la forza a salvarci, ma la debolezza condivisa, consegnata.Ecco la forza della Quaresima! Elogio della debolezza come via di guarigione. Da qui il digiuno, l'astinenza, la penitenza,il silenzio e il deserto: toccare il livido doloroso della propria finitudine per incontrare il Dio dell'infinito.Il Padre non ci aspetta nell'empireo cielo della gloria, ma nel buio della notte oscura della fede, nel Getzemani dellapaura, nell'abbandono di Dio, nel grido di dolore che come una spada trapassa l'anima dell'umanità. Allora - solo allora- accettando la debolezza come condizione della rivelazione piena della onnipotenza di Dio, Cristo ci prende per mano eci trascina nella risurrezione. La notte pasquale della risurrezione passa attraverso la notte dell'agonia e la notte dellatomba. Lo Spirito di Cristo che abita in noi, nella notte della paura, leva alto il suo grido. Questo è l'apice della preghiera!Deponiamo allora il soldato impavido, il rigoroso esecutore, il preciso analista, il giudice impietoso. Cristo non ha incar-nato niente di simile. Lo abbiamo visto stanco, affaticato, scosso, commosso, assetato... Rivestiamoci allora dei senti-menti che furono in Cristo Gesù.Buon cammino (*) Per meditare con questo testo è utile rileggersi nella preghiera l'inno di Filippesi 2.

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Alessandra Busacca

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Teatro AGPD

Alla scoperta di Davide...Adolescenti: cosa succede ogni lunedì?

Un viaggio in un altro mondoIn questo anno nuovoormai iniziato da un po’,le mie attività al lunedìpomeriggio sono cam-biate; adesso faccio par-te non solo del gruppodegli adolescenti, ma an-che di un’altra organizza-zione che si svolge sem-pre al lunedì sera e checomprende ragazzi con lasindrome di Down. Si tratta di un grup-po di persone che si riunisce in cerchio,in un ampio salone, per viaggiare con lafantasia. Ognuno si costruisce un mondotutto suo dove si è allo stesso tempouguali agli altri, ma in modo unico edesclusivo. È una sensazione stupenda. Cisi lascia trasportare dai pensieri e dallamusica e si abbandonano le tristezze e lepreoccupazioni di tutti i giorni. I ragazzicon cui sto interagendo sono ragazzi nor-malissimi, diversi solo dal punto di vistafisico, ma che provano i nostri stessi sen-timenti. Sono estremamente sensibilianche se non sono semplici da capire. Ho

scelto di intraprendere questo viaggio inmodo da poterli comprendere anche io,voglio essere loro amica, trasmettere lorotutto l’affetto che, stupidamente, ancoramolti rifiutano loro. Vorrei che quest’ul-timi partecipassero ad una di queste av-venture: potrebbe essere uno stimolo adapprofondire, e soprattutto fa capirecome i ragazzi con sindrome di Downsiano ragazzi a tutti gli effetti, che fannosolo più fatica e richiedono più pazien-za.Io sono molto contenta di socializzarecon loro e spero di poter trasmettere atutti la voglia, almeno di provarci.

Ogni lunedì sera noi adolescenti di 1^,2^e 3^ superiore facciamo degli incontri coni nostri educatoridove impariamo a ri-flettere su noi stessie sui cambiamentiche comporta la no-stra età cosi difficilee complicata ma allostesso tempo bellis-sima e piena di nuo-ve emozioni. Gli in-contri hanno comepunto di riferimento fisso Davide (perso-naggio biblico sul quale i ragazzi di secon-da media di quest'anno hanno dovuto ri-specchiarsi per il loro spettacolo). Ad ogniincontro gli educatori cercavano di tro-vare dei collegamenti tra Davide e noi. Inuno degli ultimi incontri abbiamo riflet-tuto sulla fiducia che Saul, dopo qualchetentennamento iniziale, ha accordato aDavide nella battaglia contro il giganteGolia, campione dello schieramento deiFilistei. Al giorno d'oggi noi ragazzi ci fi-diamo sempre meno del prossimo, che avolte può essere un atteggiamento pru-dente ma rischia di degenerare in osses-sività. Nella prima parte dell'incontro cia-

scuno ha detto in generale di chi si fidavadi più e chi di meno. Poi siamo passati

alla "pratica": a cop-pie entravamo in unastanza buia dove do-vevamo svolgere unpercorso fatto dainostri educatori euno di noi venivabendato mentre l'al-tro doveva guidarloper la stanza senzaovviamente farlo ca-

dere. Dopo questa specie di prova abbia-mo fatto il gioco della fiducia dove noidovevamo lasciarci cadere al-l'indietro e fidarci della perso-na che avrebbe dovuto pren-derci, in questo caso gli educa-tori. E' stata un esperienza si-gnificativa e ci ha permesso dicapire quanto è importante fi-darsi delle persone... imparan-do però anche a capire chi sonole persone giuste che ci ama-no e vogliono per noi solo ilbene.

Christina LeemaAlessandra Faroldi

Sulle ormedel Maestro

“Seguire il Maestro?!?! In che senso?,Sì, ma come, e… dove? … e soprat-tutto PERCHE’? Perché io?...”Quest’anno – con queste e altre do-mande – 25 tra ragazzi e ragazze del-la diocesi di Milano (e della comunitàdi S. Pio V) hanno iniziato il loro cam-mino di Antiochia.Un cammino fatto in gruppo e con ilMaestro; un’occasione non tanto perrispondere alle tante (troppe?) do-mande, ma per “stare” con il Mae-stro e sperimentare davvero cosa si-gnifica essere suoi discepoli.Una sfida per “provare” se il Vangelo(lo stesso che leggiamo ogni domeni-ca!!!) è veramente una Buona Noti-zia per me, oppure è una storia cometante altre. Questa Parola che Dio miha regalato mi rende davvero liberoe mi fa sentire amato di un amoreveramente gratuito? Oppure è sem-plicemente un libro con tutte le mi-gliori raccomandazioni e buone ma-niere?Quest’anno siamo arrivati alla sestaedizione, ma ogni volta e ogni grup-po donano emozioni diverse, perchédiverse sono le persone, le loro sto-rie e il loro rapporto con il Maestro.Il cammino è aperto a tutti i ragazzie ragazze dai 17 ai 21 anni: spessocapita che chi ha già fatto il percorsosparga la voce (prima esperienza dievangelizzazione!) e inviti amici ocompagni di gruppo, di oratorio o discuola. Se desideri informazioni perpartecipare al prossimo anno puoi ri-volgerti ai tuoi educatori o consulta-re il sito: www.lacorsadelvangelo.net

Proposta per i 18/19enni

L’équipe di Antiochia

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Prima confessioneIV elementare

Gianluca Legè

Cari lettori,noi ragazzi di quarta elementare abbia-mo appena compiuto un passo impor-tante: la Prima Confessione! Dopo unalunga preparazione, il fatidico giorno èarrivato. Sabato 19 gennaio, nel po-meriggio, ci siamo ritrovati in chiesa,emozionati e forse anche un po’ spaven-tati. Don Stefano ci ha diviso in gruppiper dare un’ultima “ripassata” ai tre pas-saggi della confessione: Confessio lau-dis (Signore ti ringrazio per...), Confes-sio vitae (Signore ti chiedo scusa per...),Confessio fidei, (Signore mi impegnoa...). Prima il ringraziamento per le bel-le giornate e la bella vita che Dio ci hadonato, poi le scuse per i nostri piccolipeccati e infine i nostri buoni proponi-menti. Don Stefano ci ha ricordato chela confessione è una cosa privata e se-greta, e quindi possiamo parlare in as-soluta libertà perchè il nostro confesso-re non lo dirà certamente a nessuno.

Piccola curiosità? Se il prete disgrazia-tamente non mantenesse il segreto con-fessionale, dovrebbe andare a Roma perchiedere il perdono del Papa.Quindi per questo motivo, ma soprattut-to per la fiducia totale che abbiamo nelnostro confessore, che in quel momen-to rappresenta Gesù, possiamo esserecerti che i nostri segreti sono al sicuro.Arrivato il mio turno ho chiesto agli altri(un po’ spaventato) com’era andata e seera difficile, e mi è stato detto che erauna cosa semplice e bella. E’ bello esse-re perdonati e scoprire che Gesù ci vuo-le bene sempre, qualunque cosa noi fac-ciamo.Il prete con cui mi sono confessato nonlo conoscevo ma è stato simpatico e gen-tile. Nonostante fossi molto emoziona-to è andato tutto benissimo. Ora tuttala quarta elementare può confessarsiquando vuole e quando se lo sente.Sono felice di poterlo fare, io come glialtri.

III elementare: la divisione in squadre

Le otto navicelle della III elementareLa divisione in squadre dei bambinidi terza elementare è avvenuta in unmodo insolito…Nel salone di via Lattanzio 58 è stataconsegnata ad ogni bambino la fotodi un compagno; il gioco consistevanel trovare l’amico della foto e scam-biare la stessa fino a che ognuno nonriusciva ad avere la propria in mano.A questo punto la foto doveva essereattaccata al cartellone dov’era scritto

il nome del bimbo. Si sono così riem-pite le otto navicelle, pronte per rag-giungere Mercurio, Venere, Terra,Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettu-no. I vari membri dell’equipaggio han-no iniziato a conoscersi e si sono ra-dunati attorno al loro capitano e ailoro educatori. Il martedì successivole navicelle sono atterrate sui propripianeti dove hanno cercato di trova-re un disegno o una filastrocca chefosse il loro punto d’unione.Il viaggio della terza elementare èappena iniziato, il percorso da segui-re è impegnativo, ma siamo sicuri cheuna volta raggiunta la meta non ri-marremo delusi.

Elena e Silvia Senzani

III elementare: domeniche di introduzione alla s. Messa

La reazione di DioDopo la s. Messa delle 9.30, in alcu-ne domeniche di gennaio e febbra-io, i bambini di terza elementare, in-sieme ai loro genitori e ai loro ani-matori, si trovano nel salone di viaLattanzio 58 per gli incontri di in-troduzione alla s. Messa. Don Stefa-no conduce l'attività e cerca di spie-gare i vari momenti della celebrazio-ne eucaristica. Il nostro compitoconsiste nel coinvolgere i bambinia partecipare attivamente e attenta-mente a tutto quello che il don pro-

pone loro di fare.L'ultima volta che ci siamo trovatiabbiamo affrontato la prima fasedella Messa: l’atto penitenziale. Perfar capire ai bambini quanto fosseimportante questo momento abbia-mo fatto delle scenette in cui noi era-vamo i genitori, e loro a turno un fra-tellino e una sorellina.Abbiamo paragonato un piatto mol-

to preziosoper i geni-tori ad undono diDio; la sce-na è am-bientata incasa men-

tre i genitori sono a fare la spesa. Ibambini per sbaglio rompono ilpiatto e i genitori reagiscono inmodo diverso a seconda del loro ca-rattere, ma tutte le reazioni risulta-no sbagliate:1 - I genitori tornano a casa, trova-no il piatto rotto e si arrabbianomolto mettendo in punizione i figli.2 - I genitori non si preoccupanotanto del piatto, ma eccessivamentedella salute dei figli;3 - I genitori non si interessano nèdel piatto nè dei figli e lasciano per-dere. L'incontro si è concluso con laspiegazione della reazione che haDio in queste situazioni: ti perdonae ti dà un piatto nuovo e ti lascia icocci del vecchio piatto per cercaredi evitare di ripetere lo sbaglio in fu-turo. Maddalena Fabrizi

Costanza Modenese

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Cresima, per me, è stato il giorno del riti-ro. Don Stefano, con gli educatori e le al-lenatrici, ci ha proposto un gioco bellissi-mo da fare con i nostri genitori, i padrinie le madrine: preparare insieme la vali-gia per il nostro viaggio della vita. E sì,perchè lo Spirito soffia ma, dopo, tu inizia viaggiare e, poichè non sai dove ti gui-derà, nella valigia devi portare con te al-cuni oggetti che ti potranno aiutare.E’ stato bellissimo concludere quella gior-nata di giochi e di amicizia con la benedi-zione che i nostri genitori, i padrini e lemadrine, hanno chiesto su noi ragazzi.Devo dire che per me è stata molto im-portante la scelta del mio “compagno diviaggio”: dovevo cercare qualcuno di cuimi fidassi e a cui volessi molto bene, conil quale mi sarei sentita di confidarmi per-chè, al padrino o alla madrina tu chiedi diprenderti per mano e di incoraggiarti, disostenerti ea c c o m p a -gnarti nelc a m m i n odella fede e,quindi, dellavita. E’ statoanche moltoimportanteper noi ra-gazzi Scout indossare, in un momento cosìspeciale, la nostra divisa e portare la no-stra Promessa, ma soprattutto che i no-stri Capi fossero lì con noi.Per chiudere, voglio ringraziare, a nomeanche dei miei compagni, i ragazzi di pri-ma media cresimati, oltre al Vescovo, donStefano e don Giorgio, gli educatori e leallenatrici, i padrini e le madrine, i nostrigenitori e i nonni che ci hanno accompa-gnato fino alla Cresima, le persone chesono venute per condividere con noi que-sta gioia, per il bel momento che abbia-mo vissuto in chiesa: è stato tutto perfet-to e bellissimo, soprattutto i canti chehanno rallegarato e confortato il cuore ditutti.

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V elementare: generosi si nascee anche si diventa

I° media: speciale cresime

Quando lo Spirito soffia...

Isabella Molari

Quest’anno i ragazzi di Va Elementare han-no proprio dato il massimo di loro stessi,impegnandosi a tutto campo per dare vitaa una bellissima e significativa novena diNatale. Il compito era dei più ardui ma ognicosa vissuta con impegno e fatica, si sa, ren-de più forti e più grandi.Il personaggio che ha animato la storia, te-nendoci tutti sulla corda con i suoi freddiragionamenti calcolatori, con il suo voleressere sempre il più forte e realizzato, equello che non ha bisogno dell’aiuto di nes-suno, era Nonno Bacucco, di nome e di fat-to.Aveva dimenticato nel corso della sua vital’importanza di amare e di essere amati.Aveva messo al primo posto il dio Denaro,che sembra soddisfare tutti i bisogni mate-riali, ma che rende arido il cuore.

E i ragazzi, man mano che vengono a cono-scenza di questa realtà e dei suoi aspettipiù tristi (Nonno Bacucco preferisce la car-riera all’amore di una adorabile ragazza,tradisce un amico e lo abbandona nel mo-mento del bisogno, non si accorge delle sof-ferenze che vivono le persone più vicine alui) decidono tutti insieme che questa re-altà non va bene, non vince e si unisconoper trasformare l’animo di Nonno Bacuc-co, per far ritornare il suo cuore di nuovopieno di amore.Ecco, allora, tutta la ricerca all’indietro, tuttigli sforzi volti a far tornare la memoria diquello che si era prima, di come eravamobelli e puri, cercando di capire anche checosa ci ha invece trasformato, abbruttito,inaridito… Perché la realtà è proprio que-sta: noi nasciamo meravigliosamente belli,altruisti, amorevoli, ma a volte il nostro cre-derci grandi, forti, superiori ci fa diventareegoisti e sordi all’amore. I bambini invece,con la loro semplicità e bontà possono far-ci ricordare quanto possiamo “essere Ge-nerosi”.I nostri bambini, i nostri figli, hanno il po-tere di rendere noi genitori migliori.Cerchiamo allora di crescere insieme a loro,nel segno dell’amore reciproco e con l’aiu-to dell’Amore di Dio.

Canto di Natale

A volte escono dalla mia bocca parole diaffetto e di conforto; ho sguardi positivisulle cose che accadono e sulle persone,e agisco per il bene, e mi chiedo comefanno a venir fuori questi pensieri da me.Dopo aver ascoltato le parole di Don Ste-fano sulla Cresima, ho pensato che lo Spi-rito Santo non scende su di noi dall’alto,ma è come una luce interiore che Dio,che ci sta a fianco, ci porge; una luceche ci suggerisce come fare del bene.Noi siamo liberi di ascoltare e seguire ilSuo consiglio, o di scegliere un’altra stra-da: è il “soffio” di Dio dentro di noi. IlVescovo, Monsignor Manganini, durantela Cresima ha augurato agli uomini e alledonne lontani da Dio di guardare al per-sonaggio del Vangelo Nicodemo; agli adul-ti di amare tutti, soprattutto chi non ciama o non sopportiamo, ricordandoci dicome Dio ci ama sempre, comunque noisiamo; a noi ragazzini ha consigliato dinon tenere per noi il dono dello SpiritoSanto, ma di “aprirci alla gente”. A dirla verità, fino da quando era iniziato ilcatechismo ad ottobre e abbiamo comin-ciato a parlare del fatto che avremmodovuto “fare la Cresima”, io non riuscivoa capire cosa questo significasse.Però sentivo che si sarebbe trattato diun momento importante e così sono arri-vata fino a pochi giorni prima della Con-fermazione con una grande emozione nelcuore, ma anche con tanta confusione:mi sentivo impreparata.Avevo in mente i laboratori che avevamoseguito durante le ore di catechismo alvenerdì pomeriggio, quando, divisi ingruppetti abbiamo cercato dicreare qualcosa: laboratoriodi lavori fatti con erbe pro-fumati e oggetti colorati, la-boratori di scultura con og-getti da riciclo, laboratorio dicucina e quello teatrale a cuiho partecipato anche io.Però ne ho capito il senso solodopo quando, pochi giorniprima della Cresima, don Ste-fano ha parlato dei “doni”che il Signore che ci fa, dellacapacità di “creare”, che haaffidato anche a noi. Il mo-mento più bello di tutto il pe-riodo di preparazione alla

Rossella Rocchino

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Punto... a capoI media

I media: il pensiero delle allenatrici

Grazie, grazie, grazie!!!

Le allenatrici della I media

Siamo un bel gruppo di mamme, non per-ché siamo brave con i bambini o perché sap-piamo trasmettere loro ciò che vorremmo(magari!), ma perché abbiamo costruito tranoi una bella “alleanza”. Abbiamo impara-to a conoscerci, a comprenderci e ad ascol-tarci, e cosa più importante di tutte, ad ac-coglierci così come sia-mo, ognuna con i suoilimiti e le sue capaci-tà. Quest’anno abbia-mo sentito e condivisoquest’esperienza inmodo molto forte esperiamo che questocammino che ci portiancora più lontano.Oltre a questo, che già basterebbe, ultima-mente abbiamo vissuto un’esperienza di co-munità molto bella della quale vogliamo rin-graziare con tutto il cuore. Proprio perchéciascuna di noi ha i suoi talenti e, purtrop-po, poco tempo a disposizione, ci siamo tro-vate in difficoltà con le cose che avremmovoluto preparare per la Cresima dei nostriragazzi. Abbiamo chiesto aiuto, perché so-prattutto sull’aspetto manuale siamo un po’scarse e “voilà”, in men che non si dica,

mamma Giovanna, non solo ci ha riempi-te di idee, ma si è anche dichiarata di-sposta ad aiutarci, anzi, a dirla intera, arealizzarle proprio lei, insieme all’impa-reggiabile Miki! E accanto a loro, con unanaturalezza senza paragoni, ci si è messoanche l’intero “Foyer”, un volonteroso

gruppo di mamme chesi è ricavato un picco-lo spazio settimanaleper stare insieme e perfare cose belle e utilia tutti. Così, con il sor-riso sulle labbra e inuna vera ottica di ser-vizio, ci hanno aiutatoad arrivare là dove non

saremmo mai arrivate da sole. Grazie dicuore a tutti è una parola troppo piccola,ma non ne abbiamo altre! Sapevamo chela nostra è una grande comunità, mal’esperienza diretta e il modo con cuil’aiuto ci è stato donato ha fatto la diffe-renza. Che il Signore insegni a noi, ora, adonare con il cuore quel poco che sappia-mo fare!

In questi giorni, quasi inconsapevolmente,mi tornano in mente tante immagini di que-sti quattro anni, quasi come se la mia men-te e il mio cuore volessero fissarle bene,perché questo pezzo di cammino lasci unsegno indelebile. Bambini di terza elemen-tare, con gli occhi un po’smarriti con in mano unpesciolino, bambini gioio-si tutti in fila su un cam-po da calcio un po’ mal-messo, con al collo un car-tello con una parola delPadre Nostro, perché lepreghiere si possono im-parare anche giocando…bambini concentrati da-vanti a un foglio in cui devono scrivere tuttii doni che il Padre ha fatto loro… Non pensoche dimenticherò mai il viso di quella bam-bina che d’un tratto ha scoperto che il donopiù grande era lei stessa, o quell’altro che sistupiva che i suoi bellissimi occhi azzurri fos-sero un dono! Bambini un po’ impauriti pri-ma della loro prima confessione, increduliche nessuno li avrebbe puniti, e sorridentidopo, mentre correvano ad abbracciare iloro genitori. Bambini emozionati davanti alloro primo incontro con Gesù… Ancora ra-gazzini urlanti e festosi tutti sporchi di tem-pera mentre dipingevano gli scenari dellacasa di Gervaso e invece concentratissimi a“drammatizzare” i personaggi che abbiamo

scelto per la nostra Via Crucis.E poi “ragazzi” di prima media, che nonsono né piccoli né grandi, che nel belmezzo di un piccolo cammino sulla “gioiadi vivere” hanno vissuto la perdita di Mar-tina. Hanno pregato con le loro famiglie,

hanno sperato, cometutti noi… bambini di-sperati, con tanti per-ché, con un doloretroppo grande da sop-portare, ma nessunoè fuggito… Martina ècon noi e resterà sem-pre nel cuore di tuttinoi. Ora sono cresi-mati, ora sono ufficial-

mente preadolescenti, ora ci aspetta unanuova grande avventura! Li abbiamo ac-compagnati e continueremo ad accompa-gnarli, perché per noi mamme è stata unaesperienza bellissima.Questi bambini mi hanno insegnato mol-to, con semplicità, mi sono entrati nel cuo-re senza che neanche me ne rendessi con-to, mi hanno fatto vedere, a volte, un pic-colo pezzo di cielo… Questo è il “punto”,ora si va “a capo”, con una nuova espe-rienza che non può prescindere da quan-to fatto finora, ma che promette di esse-re ancora più emozionante!

Verso la s. Cresima

Chiara Di Mirco

I media: ritiro di preparazione

Domenica, 27 Gennaio i ragazzi di 1°media, genitori, padrini e madrine han-no preso parte al ritiro in preparazio-ne alla santa Cresima.Una tappa importante, questa, nel cam-mino di fede che abbiamo intrapresoquattro anni fa e che stiamo costruen-do, passo dopo passo, insieme ai nostrifigli.Dopo la s. Messa delle 9.30 in san Pio V,ci siamo ritrovati nel cortile dell’orato-rio e abbiamo raggiunto l’Istituto delleSuore Mantellate in via Vasari, luogo giànoto a chi ha vissuto due anni fa l’espe-rienza del ritiro per la preparazione allaPrima Comunione.La giornata è stata scandita da diversimomenti, come il pranzo in condivisio-ne, la preparazione dei canti, un’attivitàche ha visto coinvolti ragazzi e famiglieinsieme, una parentesi di riflessioneper gli adulti sul significato del sacra-mento della Confermazione.

La parte più significativa della giornataè stata sicuramente quella in cui ogni ra-gazzo, con la propria famiglia, ha dovu-to preparare una valigia “ideale” da por-tare con sè nel viaggio dei prossimi annidi vita. L’attività consisteva nello sce-gliere degli oggetti fra quelli propostisu due schede e scrivere il motivo dellascelta: ogni oggetto aveva un valore sim-bolico e rappresentava le passioni, leaspirazioni, i progetti di vita di ogni ra-gazzo. Quest’attività, anche se di brevedurata, ha dato l’opportunità ai cresi-mandi di riflettere nuovamente sullaricchezza rappresentata dai doni delloSpirito Santo, che ognuno ha dentro disè, e sull’importanza di utilizzarli benenel corso della vita, facendo attenzionea non sciuparli.Per noi adulti, genitori e padrini insie-me, l’intera giornata ha contribuito aporre l’attenzione su un compito fon-damentale: quello di accompagnare inostri ragazzi nel cammino di fede, af-fiancandoli e sostenendoli nei passaggipiù importanti e significativi della loroesistenza.

Una mamma allenatrice

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Sono stato eletto... un onere o un onore?

Andrea Cafiero

Ho compiuto un nuovo passo nel miocammino. Sono stato eletto, elettoper un compito importante. Etimolo-gicamente parlando l’eletto è coluiche viene scelto (dal latino elìgere).Ed anche io sono stato scelto. Sonostato chiamato a fare da padrino. Edentro di me sorgono tante doman-de. Quale ragione ha spinto F. a chie-dere a me, proprio a me, di svolgerequesto ruolo? Non lo so, non gliel’hochiesto. E se gliel’avessi chiesto forsenemmeno lui avrebbe saputo rispon-dermi. Quali sono i moventi che lohanno spinto in questa elezione? Eperché Tu, o Dio, mi affidi questocompito? Mi hai affidato un incaricooneroso: mi hai messo in mano unodei tuoi figli più piccoli che inizia acamminare nell’eterno cammino del-la propria fede. Padre, sei tu che mihai chiamato e scelto attraverso labocca di F. Ma che cosa ho io di buo-no? Io non sono un cristiano ideale,

tutt’altro, sono un peccatore cometanti altri. Non vedo in me nulla dieccezionale e unico che meriti la tuaattenzione. Anzi. Nonostante ciò mihai scelto ugualmente, perché vedi inme qualcosa di unico, un qualcosa cheio a volte non riesco a scovare. Rara-mente uno ringrazia Dio del dono cheè per sé e per gli altri, perché è piùfacile dimenticarsene che renderse-ne conto. Perché di questa scelta?Forse perché mi vuoi trasmetterequalcosa, vuoi rendermi capace, ren-dermi tuo strumento visibile del tuoamore invisibile. Mi vuoi donare spi-rito di paternità, quella paternità chenella società di oggi si fa fatica a tro-vare. Vuoi che guardi al mio figliocciocon il tuo sguardo, con il tuo amorepaterno. E non è facile. Ma è testimo-nianza del gran dono del tuo amore.In questa missione non devo averepaura, perché tu o Padre, mi guidi.Non devo vergognarmi della mia fede

vacillante, ma essere orgoglioso dinon pensare di sapere tutto e di stu-pirmi ogni giorno del tuo amore. E’proprio vero che solo trasmettendoil Vangelo agli altri si impara a cam-minare e a conoscere Gesù. Voglioaffidarti questa preghiera:Padre Santo, ti ringrazio d’avermichiamato ad accompagnare uno deituoi figli a ricevere la Tua Grazia.Ti ringrazio per il Dono che riversi nelmio e nel suo cuore.Concedimi di essere per lui uno stru-mento del tuo Amore, e dona a lui diincontrare in modo sempre più vivo iltuo Figlio Gesù. Voglio presentartelotutti i giorni, perché in ogni momen-to egli sia gradito al tuo cuore e ri-manga unito alla tua Chiesa, Corpodi Cristo, per mezzo dello Spirito San-to. Possa crescere in sapienza, santi-tà e grazia! Amen.

Dopo un mese di prove siamoriusciti a mettere in piedi unospettacolo bellissimo. Abbiamolavorato sodo da subito, perchèil copione c'e stato consegnatocirca un mese della data prede-stinata. Ci trovavamo tutti i ve-nerdì e le domeniche per pro-vare scena per scena ad esclu-sione dell'ultima stupenda set-timana, nella quale ci trovava-mo tutti i giorni. Non vedevol'ora che arrivassero le prove perrecitare al meglio e per stare in-sieme. Beh... la mia parte... ov-viamente... era... la più bella,divertente, unica, (so che molti

mi contradiranno) mi è piaciuta da subito e quando ildon assegnò i ruoli ero superfelicissima di interpretareLia delle caciotte. Non ci ho messo molto tempo adimparare le battute (forse anche perchè ne avevo po-che!); a fine spettacolo sapevamo tutte le battute ditutti e le recitavamo come poesie. Direi ai ragazzi diprima media di non scoraggiarsi, perchè anch'io l'han-

Un’esperienza indimenticabile!no scorso ero seduta in platea e guardandolo, spettacolo pensavo "Noi non riusciremomai a esibire uno spettacolo!" ma ci siamoriusciti e con successo e sono sicura che an-che voi ci riuscirete, anzi non vedo l'ora diguardare il vostro spettacolo! Inoltre vorreiringraziare il don e tutte le persone che han-no collaborato per lo spettacolo, perchèogni aiuto è stato fondamentale. Arrivedercial prossimo numero!

Giulia D’Ecclesiis

II media: “Davide” è andato in scena!

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L’amicizia dietro le quinte del Teatro Oscar

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II media: intervista ai protagonisti

Una nonna ringrazia...

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Quest’anno noi ragazzi di secon-da media siamo riusciti in quel-la che definirei una vera e pro-pria impresa: mettere in scenauno spettacolo teatrale in pochis-simo tempo ma con tantissimivalori tra cui spicca quello del-l’amicizia.Infatti la storia racconta comeGionata, figlio di Saul, re d’Isra-ele, è disposto a dare tutto, per-sino la vita, per Davide, pecora-io di Betlemme, e suo miglioramico.

L’amicizia, però, noi ragazzi non l’abbiamo vissuta so-lamente sul palcoscenico, ma anche dietro le quinte delTeatro Oscar che, in quest’ultima settimana, è diven-tato per noi una seconda casa.Molti di noi si sono conosciuti, hanno condiviso la cenae hanno trascorso insieme dei momenti difficili da di-menticare. Nella mia memoria resterà sempre impres-sa la stanchezza dopo le intense prove, mitigata peròdalla felicità di condividere questi momenti con amicivecchi e nuovi, con don Stefano e con le mamme alle-natrici di seconda media che mi hanno dato molto, espero con tutto il cuore di essere riuscita a comunica-re tutto l’affetto che provo nei loro confronti con unsemplice abbraccio prima di entrare in scena.

II media: dopo il grande successo di “Davide”

A don Stefano, ai ragazzi di II media disan Pio V, ai loro educatori, alle mammee ai papà che li hanno aiutati ad allesti-re lo spettacolo “Davide”:

di cuore desidero complimentarmi contutti voi! Lo spettacolo, al quale ho assi-stito due volte, è stato molto pia-cevole! La metafora teatrale dire Davide è stata propostacon toni delicati e ironi-ci che mi sono piaciutimolto. Inserire nellasolenne vicenda bibli-ca aspetti di attualitàe di vita comune hareso leggera e grade-vole la rappresenta-

zione. Il tutto accompagnato da una mu-sica veramente indovinata e con un con-torno coreografico di grande effetto.Che dire poi dell’ impegno degli “atto-ri”? Formidabile!!! Guidati dalle bravis-

sime mammehanno recitato

e si sono mossim o l t o

La nonna di un attore

bene sul palcoscenico: ognuno nella suaparte (più o meno importante): chi dan-zando, chi con le lance, chi semplice-mente attingendo acqua al pozzo… Coin-volgere 50 ragazzi non deve essere sta-ta un’impresa facile! Voi ci siete riusciti.Bravi! Elogi anche alla costumista!Sapete quando mi sono emozionata dipiù? Nel grande finale! Quando tutti (at-

tori, sceneggiatori, costumisti, core-ografi, regista e autore) sono

stati presentati al pubbli-co tra scroscianti applausi!Eravate tutti sorridenti,soddisfatti, per avere mes-so assieme qualche cosa didivertente, di bello e digioiosamente edificante.

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STIAMO IMPARANDO!III media: la Banda dell’Arcobaleno

Colere... il ritorno!

Francesca Buffone

Vacanza invernale 2008

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Dopo feste pirotecniche e ore piccolepiccole, la mattina del 1 gennaio (del-nuovo anno!) dalle 8.00 di mattina sia-mo partiti in vista di Colere!!!Con gli impianti di risalita siamo arri-vati al rifugio Plan del Sole a metri 1550.Il rifugio è isolato; sei solo tu, la neve,le piste… gli sciatori come te! Noleg-giati gli sci, siamo subito andati a scia-re. Nei giorni seguenti abbiamo sciatoa più non posso e alcuni ragazzi hannoimparato a sciare con don Stefano, Tom-maso, altri papà e qualche mamma.Alla sera, dopo mangiato, noi ragazzici incontravamo per stare insieme o pergiocare con i giochi di società.Il 5 gennaio abbiamo incontrato non labefana, ma il befanone (Lorenzo Ma-gni, diteci se non è altissimo!) che ciha portato tanti bei dolcetti. Il giornodopo purtroppo siamo dovuti partire perritornarcene a casa, alla solita vita ditutti i giorni: scuola, lavoro, impegni…che barba! Secondo noi la vacanza a Co-lere è stata bellissima e speriamo chel’anno prossimo ce ne sia un’altra così…magari più lunga!

Noi ragazzi di III media dobbiamo fardivertire i bambini di I e II elementa-re. Fino ad ora abbiamo fatto solo duedomeniche e siamo ancora un po’ ine-sperti, siamo solo all’inizio, ma stia-mo dando il meglio di noi. Il tema diquest’anno è “L’era glaciale”: siamodivisi in quattro squadre aventi comenome Scrat (gli scoiattoli), Sid (i bra-dipi), Diego (le tigri) e Manny (i mam-

muth). La storia si divide in tre parti:abbiamo sei domeniche a disposizio-ne (di cui tre già passate): nelle pri-me tre ci siamo basati con la storiade “L’era glaciale 1” e, nelle altre tre,sul seguito: “L’era glaciale 2, il disge-lo”.I bambini, di volta in volta, aumenta-no e per noi ci sembra sempre unaprova impossibile, perché sono mol-to vivaci e pieni di energia… non stan-no mai fermi un secondo, e pensareche anche noi eravamo come loro!!!Il prossimo incontro sarà domenica9 marzo e sono già iniziati i prepara-tivi per un momento divertente pie-no di giochi e che terminerà con unamerenda in compagnia!

Noi del gruppo di III media que-st’anno abbiamo ricevuto il Padre

Nostro che è la conclusione delcammino che abbiamo compiutodall’inizio dell’anno fino ad adesso.E’ stato un lungo, bellissimo e pro-fondo percorso che si svolgeva ogni

La consegna del Padre Nostro

Davide Distefano

venerdì sera del quale non possodir niente su richiesta di don Stefa-

no.Posso dirvi solo che adesso, ognivolta che recitiamo la formuladel Padre Nostro, sappiamo aquale padre ci riferiamo e nondiciamo questa preghiera inva-no senza attribuirle il giusto si-gnificato.Domenica 3 Febbraio quindi,siamo saliti sull’altare e ci siamomessi a semicerchio, poi dopo

un breve discorso, abbiamo ricevu-to una foto che ritraeva la formuladel Padre Nostro che abbiamo re-citato insieme. E’ stato bellissimo.

Jenny Paola Tomirotti

Jenny Paola Tomirotti

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La Pasqua si avvicina...

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Tommaso Bertolesi

sr Katia

Aspettative sulla settimana comunitaria

La Quaresima è già iniziata e la Pasquaè ormai alle porte.Quest’anno non c’è neanche il tempoper respirare. Natale sembra ieri e in-vece siamo già in Quaresima.Per noi educatori degli adolescenti èora di pensare alla settimana santa e,in particolare, alla preparazione dellasettimana comunitaria degli adolescen-ti, un evento atteso e unico. E’ la primavolta che la vivo da educatore. Infatti i

ragazzi che seguo fin dalla terzaelementare quest’anno hanno ini-ziato le scuole superiori, entrandocosì a far parte del gruppo degliadolescenti. Ma è una settimanacomunitaria particolare per tutti,perchè è la prima nel nuovo ora-torio. Preparando i vari incontri peri miei ragazzi avrò l’occasione difermarmi a riflettere e intuire me-glio ed in modo più intenso i giorniche precedono la Passione di Gesù.

Tutto ciò rappresenta per me un gran-de stimolo a cercare di approfondire ilmio rapporto con me stesso e con il Pa-dre, tentando poi di trasmettere aglialtri la mia gioia di essere figlio di Dio.Il cammino non è sempre facile, anzi, avolte mi chiedo cosa e perchè lo sto fa-cendo. Non sempre si trova risposta aqueste domande, ma la Parola di Dio èsicuramente un valido aiuto per affron-tare le nostre paure e fragilità.

Corsi di canto?! Perchè?Non c’erano abbastanza attività nel no-stro oratorio? Dovevamo andare a pen-sare anche ad un corso di canto? Cer-to, perché le cose belle fanno bene, edi bene non ce n’è mai abbastanza!L’educazione al canto è una delle stra-de per arrivare a scoprire dentro di séuna grandezza e una bellezza che nonsempre sono evidenti, non tanto agliocchi degli altri – che vedono più diquanto ciascuno vede di sé – quanto ainostri stessi occhi. L’idea di imbarcar-si in una nuova avventura mi aveva por-tato a valutare il tempo, le forze, sene valeva la pena di scomodare perso-ne competenti senza neppure saperese la proposta poteva interessare.Quando si tratta di scuola, di salute,anche di sport, tutto sembra esserescontato, non se ne discute: bisognafarlo! Quando invece proponiamo cosebelle, che ci svagano e ci ricreano, sia-mo subito pronti (e noi adulti siamomaestri in questo) a metterle da par-te, perché ci sono già tante cose dafare, perché non sono necessarie. Machi l’ha detto che dobbiamo sempre esolo correre dietro a scadenze, a ur-genze… alle cose importanti? Sono con-vinta che il senso del dovere sia buo-no, ma solo se non è esasperato. Dopo

qualche mese dall’avvio dei corsi dicanto per bambini, ragazzi, adolescen-ti, giovani, proposti dal nostro orato-rio, sono ben felice di aver dato fidu-cia a questa iniziativa. La proposta èdifferenziata per età, che permetteanche un metodo di lavoro più miratoai diversi destinatari: il maestro DarioToffolon segue il corso per i bambinidai quattro ai nove anni e quello per iragazzi delle medie; il maestro FilippoTuccimei segue gli adolescenti e il mae-stro Diego Saltarella, forse il più notoin quanto nostro parrocchiano, segueil gruppo dei giovani. L’obiettivo prin-cipale è quello di imparare a cantare,ma non c’è alcuna pretesa di divenirecantanti della Scala (senza voler met-tere limiti): queste lezioni stanno fa-cendo prendere coscienza delle poten-zialità che hanno non solo le nostre cor-de vocali, ma tutto il corpo, propriocome una melodia. La competenza deimaestri sta aiutando anche a saper ge-stire la respirazione, ad avere la giu-sta postura, a scoprire nuove tecniche,ma l’esito più bello credo sia quello divedere i piccoli e i grandi venire vo-lentieri, essere felici di fare ciò chepiace e diverte.

Coretto

Una bella esperienzaA settembre, appena finite le vacan-ze, ci hanno proposto di entrare nelcoro dei ragazzi della s. Messa delle9.30. All’inizio noi eravamo un po’titubanti, ma alla fine abbiamo datoil nostro assenso. La prima domeni-ca eravamo molto eccitate e un po’agitate, ma dopo un po’ di tempo cisiamo abituate. Gli educatori che ciaccompagnano in questa splendida

avventura sono Luca, Francesca eStefania. Ogni mercoledì alle 18.30ci troviamo in oratorio per fare leprove. Invitiamo i lettori a unirsi anoi in questa esperienza. Nessunonasce stonato, ma è semplicementediseducato alla musica. Quindi nontemete!

Alessia GallianiSofia Perfetti

Inoltre sono molto felice al pensiero dicondividere una settimana con gli ado-lescenti: è un’occasione per conoscer-ci meglio e approfondire il rapporto conalcuni di loro. E’ un’occasione per vive-re la loro quotidianità e penso che an-che per loro sia un’opportunità per co-noscere meglio i propri educatori.

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Si riparte con il girone di ritorno!!!

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BABYITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

ettellavaColraC.S 71 9 8 1 0 94 51 43

otiripSotnaS 31 9 6 1 2 72 81 9

eppesuiGnaS 11 9 4 3 2 72 81 9

airottiV 11 9 5 1 3 52 71 3-

VoiP.S 7 8 3 1 4 81 12 3-

otterosaColraC.S 7 9 3 1 5 41 22 8-

eraznaZiMolraC.S 2 8 1 0 7 8 84 04-

IIIXXinnavoiG 2 9 0 2 7 41 04 62-

GIOVANISSIMIITNUP IG IV AP CS AFG SFG RD

69/iMsutriV 72 9 9 0 0 08 01 07

oicnarAnaG 72 01 9 0 1 93 91 02

onelabocrAsdS 71 01 6 0 4 15 82 32

VoiP.S 61 01 5 1 4 14 33 8

tropSatD 61 11 5 1 5 73 53 2

onaliMracsO 51 01 5 0 5 13 94 81-

erouCorcaS 11 01 3 2 5 34 44 1-

alroG 3 01 1 0 9 32 06 73-

areihcsePolraC.S 0 01 0 0 01 02 78 76-

Dopo poche parti-te dall’inizio del gi-rone di ritorno, lasquadra dei babysi trova nella fa-scia dei play-out.Saranno fonda-mentali le prossi-me partite controle squadre dellazona play-off. Anche se la squadra soffre di numeroseassenze importanti; siamo sicuri che riuscirà a conqui-stare punti fondamentali per il raggiungimento del quartoposto.

L’esordio nelc a m p i o n a t otargato CSI nonha spaventato lasquadra dei gio-vanissimi che,ormai raggiuntoil giro di boa, si

trova in quarta posizione con buone possibilità di rag-giungere la terza. Speriamo che la squadra rimangaconcentrata sul campionato in modo tale da regalareai suoi numerosi tifosi numerose gioie.

RAGAZZIITNUP IG IV AP CS VS PS RD

.C.O.C 52 01 8 1 1 14 52 61

aiccarTaL 22 9 7 1 1 34 21 13

avonareCoiclaC 61 11 5 1 5 43 63 2-

etariablAoigroiG.S 51 11 4 3 4 03 33 3-

bssU 41 01 4 2 4 92 72 2

onihcruT 31 01 4 2 4 05 23 81

VoiP.S 9 01 3 0 7 52 93 41-

ailinevuJ 9 11 2 3 6 13 94 81-

B/ediFnIetroF 7 01 2 1 7 02 05 03-

Staccatasi ormaidall’ultima posi-zione, la squadrasta provando unadifficile risalita.Con questa delu-dente prova nelcampionato inver-nale, il team è ob-bligato a rifarsi nel girone primaverile che inizierà i primidi aprile. Il lavoro da fare è tanto, ma la voglia di rivin-cita spingerà sicuramente i nostri atleti a nuove vitto-rie.

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13

ALLIEVIITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

oirasoR 63 31 21 0 1 77 13 64

B/anaisorbmA 03 21 01 0 2 16 61 54

ecineF 42 31 8 0 5 94 23 71

VoiP.S 12 11 7 0 4 53 42 11

iMaroruA 81 11 6 0 5 73 04 3-

29/itsilegnavE4 21 21 4 1 7 82 34 51-

egnarO/sipsA 9 11 3 0 8 71 73 02-

aiccarTaL 6 11 2 1 8 13 15 02-

.teltAC&NB/anoraB 0 21 0 0 21 11 27 16-

TOP JUNIORITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

ocirnE.S 52 11 8 1 2 74 91 82

sepS 32 21 7 2 3 53 72 8

1002gsO 12 11 6 3 2 22 01 21

ailiceCatnaS 91 11 6 1 4 43 82 6

iMolraC.S 31 01 3 4 3 32 12 2

VoiP.S 11 01 3 2 5 33 13 2

etangiVocsoB.G.S 7 11 2 1 8 71 83 12-

onazzoRocsoBnoD 2 01 0 2 8 31 05 73-

saltA 0 0 0 0 0 0 0 0

PALLAVOLO - JUNIORESITNUP IG IV AP CS VS PS SD

ottocerP 23 31 11 0 2 53 11 42

tropsnarO 23 31 11 0 2 53 31 22

oirogerG.S 03 31 01 0 3 33 21 12

yelloVavagamaF 32 21 7 0 5 72 91 8

ediFnIsetroF 12 11 8 0 3 82 91 9

etaniLgnitropS 12 31 7 0 6 72 42 3

onangeleMmsC 31 31 4 0 9 91 03 11-

saltA 21 21 4 0 8 71 82 11-

VoiP.S 5 31 1 0 21 9 63 72-

yelloVmosU 0 31 0 0 31 1 93 83-

Anche le ragazzedella pallavolo nonsi trovano in un’otti-ma posizione...Con tredici partitegiocate, la squadra sitrova al penultimoposto della classifi-ca, una posizioneche sicuramente lenostre ragazze non si meritano visto i duri sforzi che conti-nuano a compiere. Il girone di ritorno è tutto in salita, macon un pizzico di fortuna, tanto tifo e molto impegno sia-mo sicuri che le nostre ragazze risaliranno la classifica.Tutto l’oratorio è con loro: FORZA RAGAZZE!!!

Davide ServinoGiorgio Conte

Salutata ormai lasperanza di unaccesso in cop-pa plus, data larecente sconfit-ta contro la pri-ma in classifica,la squadra dovràiniziare la prepa-razione al prossimo campionato. Dato il numeroso or-ganico e l’elevata qualità dei giocatori, siamo sicuriche il torneo primaverile sia alla sua portata. Speriamodi poter assistere a prove convincenti che, sicuramen-te, rialzerebbero il morale collettivo.

Sprofondatanelle retroviedella classifi-ca, la squadradegli junior èin serie diffi-coltà. Non riu-sciamo as p i e g a r c icome ciò sia

possibile visto che il gruppo è lo stesso da molti anni.Le vittorie degli scorsi campionati sono solo un ricor-do lontano? Forse la squadra ha raggiunto ormai ilcapolinea? Sta a loro dimostrarci il contrario. Noi nonpossiamo dire altro se non: “In bocca al lupo”.

Per maggiori informazioni e per rimanere sempre aggiornati sul mondo dello sportdi san Pio V andate sul sito internet: www.spiovmi.it/gs

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Una goccia nel deserto

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Ma interessa veramente all'uomo di oggiil problema della Parola di Dio? Non sem-bra distante l'uomo di oggi, preso dai suoibisogni più urgenti come la casa, la salu-te, lo stipendio, o addirittura, come av-viene per i due terzi dell'umanità, con ilproblema drammatico della fame? Dice-va una volta l'anziano Rabbì Eliezer: "Senon c'è farina, non c'è Torah, ma d'altrocanto, senza Torah non ci può essere fari-na". Torah e farina. Parola e pane. Ele-menti indispensabili perché l'uomo vivada uomo. Per questo motivo la ComunitàCristiana organizza diverse occasioni perraccogliere la sfida stupenda di conosce-re la Scrittura e lasciarsene trasformarelentamente. Così anche que-st'anno portiamo avantil'esperienza raccolta in ere-dità da don Luciano e ripro-posta con modalità differen-ti. Ma l'obiettivo è sempre lostesso: leggere insieme laParola, comprenderla e met-terci in gioco. L' itinerario haun nome: "una goccia neldeserto”. Una goccia, perdire i quaranta minuti, in cuileggiamo la Scrittura e cer-chiamo di comprenderla conchiarezza e profondità. Nonè una lezione accademica,ma un metodo semplice e li-neare, per leggere diretta-mente i brani biblici e capire i passaggipiù difficili. Non farti dire sempre daglialtri cosa c'è scritto nella Bibbia, impara-lo tu! Questa è la filosofia del percorsoche porto avanti insieme ai tanti, tantis-simi che hanno deciso di partecipare alnostro appuntamento del martedì alle18.30, nel sottochiesa. Con sorpresa ab-biamo notato il crescendo di presenze,trenta, quaranta, sessanta persone, tan-to che temevamo di non riuscire più a te-nere gli incontri nell'attuale ambiente.

Anche se siamo in tanti, non siamo maiabbastanza, c'è sempre ancora posto, tiaspettiamo. Testimonia anche tu che peressere veramente cristiano c'è bisognodella Bellezza della Parola di Dio, comedel pane. Altrimenti rischiano di prevale-re, nella nostra vita, molte altre parole.Da quelle assordanti dei mass media, allechiacchiere del gruppo o dei colleghi dilavoro. Quest'anno stiamo leggendo, stu-diando e pregando il Libro del Siracide.Nella Bibbia Latina era noto come Eccle-siaste (ossia libro della Chiesa), infattil'opera era molto usata nella comunità cri-stiana, a causa della vastità dei suoi inse-gnamenti. L'attuale nome "Siracide" lo si

deve alla trascrizione greca del nome del-l'autore, Ben Sira, uno scriba e maestrodi sapienza, vissuto probabilmente a Ge-rusalemme, tra il III e l'inizio del II secoloa.C. Scritto in ebraico intorno al 187 a.C.(recentissimi ritrovamenti hanno permes-so di ricostruire quasi per due terzi il te-sto originale), l'opera venne tradotta ingreco verso il 130 a.C. dal nipote dell'au-tore, che si presenta nel prologo del li-bro.La goccia nel deserto è un tentativo, con

cui ci mettiamo inascolto della Pa-rola di Dio per co-noscerla meglio,perché la Parola èil biglietto da visi-ta con cui Dio si èpresentato al-l'umanità. Forse èsolo una goccia dispiritualità perdare forza al cam-mino della fede,

per sostenere quei tempi di aridità che incerte stagioni prendono ogni credente. Cisono tempi dove le preoccupazioni e ledelusioni rischiano di svuotarci e di pren-dere il sopravvento. Non possiamo per-mettercelo e dobbiamo cercare la profon-dità della Bibbia, come si cerca il pane neltempo della fame. Termino questa brevepresentazione citando la testimonianzalimpida e sicura del Cardinal Martini, il suoinvito a pregare partendo dalla Scrittura,rimane un monito attuale ed essenzialeanche per noi, oggi."Nella mia esperienza di Vescovo a Mila-no per oltre 22 anni ho avuto modo di ve-dere concretamente i frutti di tale pre-

ghiera fatta a partiredalla Scrittura, so-prattutto in mol-tissimi giovani etanti adulti chehanno trovato, inquesta familiaritàcon la Bibbia la ca-pacità di orientarela loro vita secon-do la volontà diDio, anche nellagrande città mo-derna e in un am-biente secolarizza-to. Molti fedeli im-pegnati e molti

preti hanno trova-to nella lettura orante della Scrittura ilmodo per assicurare l'unità di vita inun'esistenza spesso frammentata e lace-rata da mille diverse esigenze, nella qua-le era essenziale trovare un punto fermodi riferimento. Infatti il disegno di Dio pre-sentatoci dalle Scritture, che ha il suo cul-mine in Gesù Cristo, ci permette di unifi-care la nostra vita nel quadro del disegnodi salvezza" (Card. Carlo Maria Martini).Restano molti i metodi per condurre unapastorale biblica nelle nostre comunità,ci vuole creatività e attenzione alle realiesigenze delle persone che partecipanoall'itinerario. Anche la Goccia nel desertorimane una semplice possibilità per ilcammino di tanti. Grazie di cuore a tutticoloro che mi aiutano e collaborano aportare avanti questo percorso biblico,che rimane anche per me una occasioneper crescere nella fede e nella profonditàdel cammino.

don Giovanni

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TUTTI FIGLI DI DIOUn premio, una storia

Giochi, musiche eallegria in corsia

Erano gli anni del liceo quando lessi unlibro intitolato “Tutti figli di Dio”: scrit-to da un’insegnante (Carmen Pattoel-lo Morrone), che raccoglieva le proprieesperienze di lavoro, ma soprattutto direlazione e di crescita personale, vi-vendo in una scuola media dell’estre-ma periferia milanese di più di 30 annifa. In quel caso, “l’integrazione” ri-guardava i ragazzi provenienti in mas-sa dal meridione d’Italia, i ragazzi “ca-ratteriali” a rischio di devianza equelli disabili domiciliati inun istituto della zona(erano i primi tempiin cui i disabili ve-nivano inseritinelle classi). Pro-blemi, fatiche,s o r p r e n de n t iscoperte, gioie edolori, senza unlieto fine o una“debacle” definiti-va… Avevo un’espe-rienza molto positivadella scuola media e lalettura di quel libro mi fecedecidere di andare nella direzione del-l’insegnamento come professione.Tanti anni sono passati, ho insegnatoin modo continuativo solo molto piùtardi: non è stato facile, soprattutto nel-le scuole di periferia. Una volta, addi-rittura, non seppi far fronte a una si-tuazione “dura” e lasciai una supplen-za. E’ stato necessario darmi occasio-ni di crescita personale, spirituale eprofessionale ed accogliere con gioiala collaborazione di colleghi tempratiper vivere la scuola come intuivo va-lesse la pena di vivere, in un dare e unricevere spesso faticoso, ma decisa-mente “saporoso” di vita. Anche e pro-prio in periferia, al Corvetto, dove la-voro ora, per esempio.Ed ecco che, meno di un mese fa, misono ritrovata a ricevere, insieme adalcune mie colleghe, un premio parti-colare: “Campione dell’integrazione”,per aver diffuso messaggi positivi at-traverso i mass media portando gliesempi di ciò che si è fatto e si intendefare per garantire un percorso scola-stico ai ragazzini del campo rom di san

Il 9 febbraio in un ospedale pediatricomilanese un gruppo di medici, infer-mieri e volontari ha trascorso un gior-no fra i bambini malati portando feli-cità e allegria.I "giocolieri della gioia" come amanodefinirsi, sono andati di stanza in stan-za per esibirsi in gag musicali, giochidi prestigio e favole spesso raccontateal momento.La clownterapia aiuta a ridere e sorri-dere; così facendo le difese immunita-rie aumentano e la respirazione è fa-cilitata.Tutto questo halo scopo di dareun'assistenza to-tale che va al dilà delle curemediche e di farsentire meno lamancanza delmondo esternoai bambini.Nell'ultimo gior-no di carnevale lacittà si è riempita di bambini festanti,ma nelle stanze dell'ospedale gli stru-menti si sono magicamente trasforma-ti, l'apparecchio per il monitoraggio delbattito cardiaco si è trasformato in unvideogioco, il reggiflebo è diventato untelefono per poter contattare i propriamici, le nonne sono diventate fatebuone.Due ore dedicate a far divertire e sor-ridere i bambini, a non fare pensare aimotivi per cui si trovano lì.Alla fine dello spettacolo le personeche si sono dedicate a questo progetto(studenti, impiegati, liberi professio-nisti) tornano alla loro quotidianità,avendo però lasciato un sorriso e mo-menti di gioia.

Alessandra Faroldi

Anna Brusoni

Dionigi, sgomberato. Non un ricono-scimento per i risultati, ma per averlottato per loro e, a loro, noi insegnan-ti abbiamo dedicato il premio (una sta-tuina con un grande cuore) che, alme-no per un breve frangente, li ha resiprotagonisti davanti ai flash dei foto-grafi e alle riprese delle telecamere eha fatto avere loro l’autografo del cal-ciatore della nazionale Zambrotta damostrare ai compagni…

Già, la società si è trasformata ve-locemente in questi 30

anni; ora i ragazzidelle scuole di peri-

feria provengonosempre di piùda famiglie diorigine stranie-ra, e gli alunnirom, facilmen-te, sono consi-

derati “gli ulti-mi”. I figli degli

italiani tendono aconcentrarsi in

scuole “isola”, sce-gliendosi tra loro. E i ra-

gazzi italiani che rimangono nellescuole di periferia stanno diventandouna minoranza… da integrare. Tutti fi-gli di Dio!Si potrebbero fare diverse considera-zioni sui disegni umani, che possononascere come piccoli tratti semplici elineari, ma che, nell’insieme, vanno acostituire pesanti linee di confine…Però non qui e non ora.Certo è che allora, 30 anni fa, proprionon avrei saputo comprendere che ilSuo disegno di far sì che potessi rico-noscermi figlia sarebbe passato, an-che e proprio,dalla porta stret-ta dell’essere in-segnante in unascuola di estre-ma periferia: Loringrazio peraver compresoun po’ quel dise-gno… vivendo.

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Biglietteria aerea, traghetti, crociere, viaggi su misura, soggiorni alternativi, liste nozze, comunioni e

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Vi consiglio il libro “Il drago di ghiaccio”: è un racconto di avventura nel quale il lettoreviene travolto da sentimenti forti e contrastanti. A volte è triste, fa quasi piangere, altrevolte ti fa sorridere. Sempre, però, ti fa partecipare con passione alla vita di Adara, unabambina di sette anni, diversa da tutti. Era chiamata la bambina dell’inverno e solo inquella stagione il suo cuore si riempiva di gioia: festeggiava il suo compleanno e tornavaa trovarla il suo più grande amico. Era il Drago di Ghiaccio, una creatura leggendaria,mai domata da esseri umani, che, quando passava in volo, si lasciava dietro una scia diterre ghiacciate. Ma Adara non aveva alcuna paura, anzi solo lei gli era amica e arram-

picandosi sul suo gelido dorso volava alta nel cielo. Ma in quegli anni infuriava una terribile guerra che diventavaancora più cruenta d’estate quando dal Nord arrivavano gli invincibili draghi di fuoco e tutto sembrava perduto…Non vi racconto altro perché non voglio rovinarvi la sorpresa. LEGGETELO!!!!

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Emanuela Evi

Pokonaso era un bambino di Neanderthal, una specie umana ormai estinta. Gliuomini di Neanderthal erano taciturni, goffi e dotati di nasi robusti, ma Pokonasoaveva un naso piccino ed era un gran chiacchierone. Le sue giornate non eranotroppo diverse da quelle di un bambino di oggi: le piccole fughe da casa, il suosogno di avere un cucciolo contro il parere dei genitori. Un giorno ne troveràuno, un piccolo mammuth, che chiamerà Okkibuffi, poiché ha un occhio rosso euno verde: sarà il suo compagno di giochi e qualche volta lo tirerà fuori dai guai.Ma un giorno Pokonaso si perde tra le paludi, dove vivono i mostri selvaggi. Checosa succederà? Leggi il libro e lo scoprirai! Chiara Scognamiglio

Cristiana Novelli

Questo mese vi voglio segnalare un romanzo che a me è piaciuto molto: “PaneAmaro” di Elena Gianini Belotti, edito da Rizzoli.La storia narra la vicenda di Gildo, quarto di dieci figli, nato in una sperduta frazionedi Albino, in Val Seriana, costretto dalla povertà ad emigrare in America inseguendoil sogno di fare un po’ di fortuna.In realtà troverà solo lavori massacranti, sfruttamento, soprusi, angherie, talvoltaad opera dei suoi stessi connazionali. Nell’America dell’abbondanza Gildo proverà lafame, la solitudine, il dolore, la sopraffazione. Si troverà ad agire contro la coscienzae arriverà a toccare il fondo. Piano piano riuscirà a riemergere, ma l’esperienza loavrà segnato per sempre e si accorgerà che l’America dei sogni e delle illusioni nonesiste. Questa è la storia vera di un emigrante italiano, della sua famiglia e di unagenerazione di diseredati non molto diversa dalla storia degli immigrati che giungonoin Italia alla ricerca di un po’ di fortuna. Gildo per arrivare in America fa un viaggio

allucinante, perché viene raggirato per la sua ignoranza. Quante delle persone che arrivano oggi sui barconi e approdanosulle coste italiane potrebbero raccontare una storia simile a quella narrata in questo romanzo?“Pane amaro” è una storia ambientata nel secolo scorso ma di un’attualità sconcertante: di tanti stranieri che affrontanoogni giorno la battaglia per la vita sono piene le strade anche della nostra città, e la durezza dell’emigrazione resta, oggicome ieri, una lezione senza tempo.

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Cesare Tosi

Il 27 aprile 2008 si terrà presso il teatro

Oscar il campanellino d’oro.

Non mancate!!!

Per informazioni rivolgersi

a Sonia Papini o a don Stefano.

È proprio lei la protagonista del nostro artico-lo, per rendere omaggio al piccolo segreto chetante persone forse si vergognano di portareo meglio si dovrebbe dire calzare… si è pro-prio così e vi spieghiamo il perché:La protesi è unicaOgni protesi corrisponde ad una bocca, inimi-tabile e inadeguabile alla bocca di qualcun al-tro, a differenza delle scarpe ad esempio, chetrovata la misura vanno bene su ogni piede laprotesi è unica, per costruirla infatti non esi-stono dei preformati ma bisogna prenderedelle impronte e realizzarla nelle sue fasi sce-gliendo assieme al paziente la forma dei den-ti, il colore e altri dettagli che solo un lavoroartigianale può garantire.Stabilizzare la tenutaMolto è cambiato dai primi modelli (addirit-tura in legno) meno estetiche e più “ingom-branti”, oggi le protesi sono sempre più con-fortevoli e belle; insomma non accontentate-vi di un “sorriso” qualunque, potete avere dipiù. Grazie a nuove tecniche ora le protesi sipossono stabilizzare grazie all’inserimento dimini impianti, la protesi starà al suo posto sen-za l’uso della pasta! Il tutto in due sedute se siha già una protesi, qualcuna in più se si fa nuo-va…Sempre più belleSi possono costruire delle protesi ad alta resaestetica adatte in particolare a giovani pazienticon patologie per le quali viene sconsigliatoun lavoro fisso come l’implantologia o perso-ne con importanti problemi parodontali (pior-rea), si utilizzano vari materiali addirittura den-ti in porcellana personalizzati per i pazienti piùesigenti.L’importanza dei controlliAttenzione però una volta terminato il lavoroè importante eseguire gli opportuni controlliperiodici per mantenerla in perfette condizio-ni.

SI FA PRESTO A DIRE PROTESIDetta in gergo la dentiera…

Ecco alcuni parametri fondamentali:- deve essere stabile, masticando da un lato nonsi deve sollevare dall’alto- deve avere una buona tenuta, cioè essere ade-rente alla gengiva senza l’uso di prodotti adesi-vi- deve consentire una buona masticazione, vie-ne progettata e realizzata per questo primo sco-po funzionale- deve permettere una buona fonetica cioè par-lare senza difficoltà e permettere di esibire unbel sorriso- i denti non devono essere troppo consumatialtrimenti masticando si sovraccaricano le arti-colazioni- non deve basculare altrimenti il rischio è larottura e comprimere troppo alcuni puntiLa ribasatura la rinnovaLa vostra protesi presenta uno o più di questiproblemi ha bisogno di un controllo, spesso èda ribasare, cioè va rimodellata la parte in resi-na a contatto con la gengiva che, per svariatimotivi, ad esempio un dimagrimento, non ade-risce più bene.Ciò non solo permette di rinnovarla ma previe-ne molti problemi tra cui possibili fratture, mase si spacca sarebbe opportuno avere una pro-tesi di scorta per sopperire all’emergenza, mase non l’avete niente paura, nella maggior par-te dei casi si ripara…

.

via Luisa Sanfelice, 8 (P.zza Martini) - 20137 Milano - Tel 02.54101670Urgenza 339.4256335 - BUS: 66-90-91-92-93 TRAM: 12

MM3 CORVETTO E LODI T.I.B.B. - PASSANTE P.TA VITTORIA

A volte capita, nella vita di tutti igiorni, che nascano malintesi, di-scordie o discussioni. La cosa giu-sta da fare sarebbe quella di pla-care gli animi, invece, in alcunicasi, avviene che qualcuno nontenti di mettere pace nella discus-sione, ma anzi, la alimenti stuzzi-cando le parti, come se soffiassesulle fiamme per rinvigorire un

fuoco. Alla fine però il vento checontinua ad alimentare diventauna tempesta e si rivolta controchi l’ha provocata. Questo atteg-giamento è quindi molto contro-producente, da qui il detto ripor-tato sopra.

A tutti gli adolescentie giovani:

in questa quaresima èofferta l'opportunità diuna s. Messa mattutina

alle ore 7:30del giovedì, con unapredicazione mirata.Dopo la s. Messa citroveremo al bar

dell'oratorioper la colazione.

Ti aspettiamo richiedi la car-ta smile - avrai agevolazionianche su protesi e ribasatu-re.

RUBRICA: DETTO DEL MESE

Chi semina ventoraccoglie tempesta

Il nostro centro sarà lieto di illustrarvi gratui-tamente per tutto il mese di gennaio le tecni-che più adatte per risolvere il vostro caso; gra-zie al laboratorio interno eseguiamo diretta-mente le protesi garantendo qualità e tempibrevi anche in caso di riparazioni

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LA NOVELLA DEL MESE

La “gnaccia” di Michelino

Michelino, scolaretto di nove anni,per recarsi a scuola, passava ognimattina davanti ad un negozio dove,in bella mostra, stava una torta dicastagnaccio grandissima e profuma-tissima, tutta coperta di pinoli. Unavera meraviglia agli occhi suoi e de-gli altri bambini, che, più fortunati,a volte potevano comprarsi una fet-ta di “gnaccia”. Il padrone, chiama-to da tutti affettuosamente “il Gigi”,era amato da tutti i bambini, per-

ché aveva sempre un sorriso eduna parola buona per tutti. SoloMichelino, non potendosi compra-re la gnaccia, si fermava e se lamangiava con gli occhi, sognandoche un giorno anche lui ne avreb-be comprato una fetta. E un gior-no… quel fatidico giorno era arri-vato. Michelino si presentò tuttoansante dal Signor Cecco gridan-dogli: “Signor Cecco, voglio unafetta di gnaccia, ma grande, ho isoldi, me li sono guadagnati ieri

facendo alcuni lavoretti ai miei vi-cini. Ho portato il sacchetto dell’im-mondizia nel bidone giù nel cortilealla signora Adelaide che ha i reu-matismi, la posta al signor Giovan-ni, perché fa fatica a fare le scale,sa, soffre di cuore e ho comprato illatte alla nonnina che sta su nell’ab-baino… Tutti sono stati contenti e mihanno dato la mancia. Non ci cre-de? Guardi… E così dicendo mise lamano nella tasca dei pantaloncini

per levare la monetina, ma… nellatasca c’era un buco e la monetinarimbalzò sul marciapiede con un bel“tic” e rotolò sul marciapiede finoa scivolare in un tombino. Povero Mi-chelino! Addio gnaccia tanto sogna-ta! Gli si riempirono di lacrime gliocchi e a testa bassa uscì dal nego-zio. Il signor Cecco, che era un bo-naccione, lo richiamò: “Vieni picco-lo” e tagliando una fetta di casta-gnaccio che mise nella carta olea-ta, gli disse: “mangia la tua fetta,te la sei meritata, sei un bravo bam-bino… Questa te la offro io!”

Non è una favola, è una storia vera.Michelino (aveva in realtà un altronome) era un mio compagno delleelementari e facevamo la stessastrada per recarci a scuola, ma tan-ti, tanti anni fa…

sig.ra Angela Marchisio

La nuova mostra gioco di MUBA – Museo dei bambini di Milano -, "Vietato non toccare. Bambini a contatto con Bruno Munari", pro-pone giochi ed esperienze a misura di piccolissimi, compiute at-traverso le opere che loro ha dedicato Bruno Munari. E' la primavolta che MUBA si rivolge in via prioritaria al pubblico delle scuolematerne e dei nidi, consapevole dell'importanza di un'offerta cul-turale di alta qualità per la fascia di età 2-6 anni.Per questo, in collaborazione con ABM (Associazione BrunoMunari) ed Edizioni Corraini, MUBA ha selezionato, nella vastaproduzione di Munari, i temi maggiormente vicini alla sensibilità,alla curiosità e alle esigenze dei più piccoli, creando un percorso digioco impostato sulla scoperta, la meraviglia, l’esperienza tattile evisiva, la sperimentazione e il fare, che mettono sempre il bambi-no al centro.Toccare, manipolare, comporre, scomporre, sperimentare sonotappe di un processo di apprendimento e di formazione che si fondasull’esperienza diretta e il gioco.

Per informazioni sulla mostra visita il sito http://www.muba.it/php/scheda_mostra.php?id=1

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L’ora della promessa

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Vaccino

Giorgio Conte

RUBRICA SALUTE

Una nuova sede per tutti noi

Claudia Cazzaniga (lupo)Rossella Rocchino (lupo)Benedetta Bassi (guida)

Emanuele Cavalcanti (rover)

Francesco Boschiroli

Il 19 e 20 gennaio c’è stata un’uscitascout indimenticabile per i bambiniappena arrivati nel branco: hanno ri-cevuto le promesse (cioè il fazzolet-tone). Anche per me è stata una gior-nata che ricorderò per sempre: ho fat-to la prima Confessione. In uscita, sia-mo andati nelle vicinanze di Berga-mo, a Ponte s. Pietro. Prima della ce-rimonia ci siamo divertiti un sacco e

c’era anche un cane con cui abbiamogiocato.Dopo cena i Vecchi Lupi ci hanno chia-mato a raccolta ed è cominciata la ce-rimonia vera e propria.Nel frattempo è arrivato anche donStefano, il nostro Baloo, indispensa-bile per questo momento solenne,accolto dall’entusiasmo di tutti noi.I cuccioli, accompagnati dai capo-se-stiglia, hanno recitato con moltaemozione la loro promessa di fedeltàal branco; così hanno ricevuto il faz-zolettone, il segno che ci distinguedagli altri e di cui siamo orgogliosi,nonostante qualcuno, a volte, rida dinoi.

Finalmente l’opera è quasi comple-ta! Noi lupi del Branco Mi92 abbia-mo trascorso le ultime riunioni trapennelli, colori, tanta fantasia e col-laborazione per rendere la nostranuova tana allegra e accogliente.Ognuno aveva il compito di prepa-rare, decorare e allestire a suo pia-cimento lo spazio destinato alla pro-pria sestiglia.Inoltre, adesso il branco può dispor-re di un armadietto regalato dai pre-cedenti vecchi lupi, una grande cas-settiera e dei nuovi appendiabiti,

così tutto sarà bello ordinato e fun-zionale. Il tutto arricchito da moltisimpatici cartelloni e un quadrettofatto da Ferao.Invece lo spazio del Reparto è an-cora in fase di lavoro per renderloun ambiente comodo.Infatti, con l’aiuto di un volentero-so papà, si stanno costruendo arma-di, tavoli e tutto ciò che serve. Il Clanha completato il tutto appendendo,come da tradizione (finalmente!), iTotem di tutti i Rover, le Scolte e iFaretti delle persone che hanno con-

cluso il loro cammino conla cerimonia della Parten-za. Finalmente possiamoavere uno spazio adegua-to dove poter giocare evivere secondo lo spiritoscout.Ringraziamo di cuore tut-te le persone che lo han-no reso possibile.

Siamo giunti, ormai, verso la fine del-l’inverno e il picco di influenze è già allenostre spalle. Come da un po’ di anni aquesta parte, abbiamo sentito parlaredel vaccino anti-influenzale. Farlo o nonfarlo? Ognuno di noi avrà chiesto al pro-prio medico per sciogliere questa arca-no enigma.Tutti, soprattutto da bambini, abbiamosubito questa piccola “tortura” per vac-cinarci da altre malattie come il vaiolo,la poliomielite e nessuno ha potutoscampare le fastidiose punture. Ma checos’è il vaccino? Il vaccino è un liquidocontente una determinata quantità digermi o di microbi causanti la malattiacontro cui ci stiamo vaccinando che vie-ne iniettato nel nostro corpo. In questomodo l’organismo reagisce contro i ger-mi, trattati in laboratorio in modo taleda non scatenare la malattia, e produ-ce gli anticorpi per combatterlo. Il cor-po, così, sarà già pronto a reagire posi-tivamente nel caso che la malattia si ma-nifesti davvero!! Il vaccino, quindi, è unostrumento preventivo, ovvero fa inmodo che una persona, anche se infet-tata, non sviluppi i sintomi della malat-tia. Il vaccino, infatti, non è da confon-dere con la sieroterapia, che consistenell’introdurre nel corpo del malato glianticorpi che curano la malattia contrat-ta. La sieroterapia è un metodo curati-vo. La vaccinazione è molto importantee si deve fare. Lo stato ha deciso alcunevaccinazioni obbligatorie per determi-nate malattie. A queste si aggiungonoaltre vaccinazioni spesso consigliate daipediatri. I più grandicelli tra i lettoriavranno sicuramente due piccole cica-trici circolari sulla spalla. Queste sono iresidui della vaccinazioni antivaioloseche ormai non si fanno più ai nuovi nati.Grazie alla campagna di vaccinazionifatta su larga scala negli anni 50-60 ilvaiolo è stato debellato quasi in tutto ilmondo. Il vaiolo viene riscontrato ormaisolo nei paesi più poveri dove non èsempre possibile effettuare le vaccina-zioni.Anche quando si compiono dei viaggiin paesi esotici è bene consultare il pro-prio medico riguardo alle vaccinazionida fare…. Meglio prevenire che curare!!

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ATTENZIONE!Per effettuare il bonifico è ora necessario il codice

IBAN: IT30B0306909463000007360016

Gradito omaggio a chi porta questo coupon

Calendario AppuntamentiQuando? Cosa? Per chi?

Martedì 26 febbraioore 21:00

Consiglio Pastorale Parrocchiale

per i consiglieri echi fosse interessato

Domenica 2 marzopartenza ore 10:30

Ritiro in preparazione della Prima Comunione

4^ elementare(presso Ist. Mantellate)

Lunedì 3 marzoore 20:00

Prime Comunioni serali4^ elementare

(mari: Coralli e Irlanda)

Mercoledì 5 marzoore 20:00

Prime Comunioni serali4^ elementare

(mari: Sargassi  e Bianco)

Giovedì 6 marzoore 20:00

Prime Comunioni serali4^ elementare

(mari: Caraibi  e Rosso)

Domenica 9 marzoore 9:30

Ingresso ufficiale  alla s. Messa

3^ elementare

Domenica 9 marzoore 16:00 ‐ 18:00

La Banda dell'Arcobalenoper tutti i bambini

di 1^ e 2^ elementare

Lun 10/03 ‐ Gio 13/03ore 21:00

Esercizi spiritualiparrocchiali

per tutti!!!

Domenica 16 marzoore 9:00 da p.le Martini

Processione nella domenica delle Palme

per tutti!!!

Domenica 16 marzoore 20:00 ‐ 23:00

Consegna della Croce 2^ media

Lunedì 17 marzoore 17:00

Via crucis dei ragazzi(organizzata dalla 5^ ele.)

per tutti!!!

Lun 17/03 ‐ Sab 22/03inizio ore 18:00

Settimana comunitariaper gli adolescenti 

dalla 1^ alla 3^ superioreMartedì 18 marzo

ore 21:00Via crucis 

per le vie del quartiereper tutti!!!

Mer 19/03 ‐ Sab 22/03Settimana comunitaria

(triduo)per i 18/19enni

Giovedì 20 marzoore 15:30

Accoglienza del Sacro Crisma(in chiesa)

5^ elementare

Giovedì 20 marzoore 21:00

s. Messa in Coena Domini per tutti!!!

Venerdì 21 marzoore 15:00

Celebrazione  della Passione diNostro Signore Gesù Cristo

per tutti!!!

Venerdì 21 marzoore 21:00

Proposta di preghiera e riflessione  sulla Passione tenuta dagli adolescenti

per tutti!!!

Sabato 22 marzoore 21:00

s. Messa di Resurrezione per tutti!!!

Domenica 23 marzo Pasqua del Signore per tutti!!!