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TÜV Italia Journal.01

w w w . t u v . i t

In questo numero:

Piccole, ma eccellenti

Fuga di cervelli, la ricetta CBM 10

Corradi, l’artigiano diventato grande 14

Ricerca e sistema qualità:per il CREM sono complementari 18

Sunerg Solar, innovatori per nascita 21

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Caro lettore,in passato ci siamo occupati spesso di grandi marchi, diimprese organizzate con impianti di produzione e strutturecommerciali su scala globale, di problematiche legateall’internazionalizzazione delle aziende italiane, ma anche allaconcorrenza internazionale che le insidia sui mercati mondialie su quelli nazionali. Tutti i giorni noi di TÜV Italiaverifichiamo sul campo, nelle nostre attività di formazione, di

supporto tecnico, di verifica della qualità dei processi e dei prodotti, che le armi vincenti di queste imprese sono lafiducia nell’innovazione e la volontà di realizzare quello che noi chiamiamo “miglioramento continuo”. Vale tanto neiperiodi di crescita impetuosa dell’economia quanto in quelli di rallentamento o di contrazione dei mercati come quelloche sembra essere avviato al superamento.

Ma l’eccellenza, perché in una parola di questo si tratta, non è solo un obiettivo delle grandi imprese e dei marchileader dei rispettivi mercati. È anche la consapevole ricerca di imprese e organizzazioni di dimensioni medio-piccoleche nel loro campo d’azione ricercano costantemente la qualità, l’efficienza, la produttività. Cosa le unisce? È sempredifficile, e può sembrare arbitrario, tracciare una linea che unisce culture d’impresa diversissime tra loro, identitàlegittimamente orgogliose della loro singola storia. Non di rado, tuttavia, sono imprese familiari, originate da un’ideaimprenditoriale forte che viene fatta vivere nel tempo anche dalle generazioni che si succedono al timone.

È il caso, ad esempio, di due delle aziende che abbiamo intervistato per questo numero del nostro magazine, laSunerg Solar, che si occupa di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili dal 1978, da anni cioè neiquali un mercato per questo genere di prodotti quasi non esisteva e queste aziende erano, più che innovative,addirittura pionieristiche. Ci sono voluti decenni per consolidare questo mercato, ma per “sfondare” c’è volutoqualcosa in più: una grandissima fiducia nella mission dell’impresa e un impegno costante nel settore Ricerca &Sviluppo, che ha prodotto brevetti e innovazioni che sono parte del patrimonio di questa azienda. Un secondo esempio è Corradi, azienda dalle solide origini artigianali, che dopo aver raggiunto risultati importanti dicrescita, puntando sull’innovazione di prodotto, è andata alla ricerca del salto di qualità organizzativo, dotandosi diuna rinnovata struttura manageriale e puntando sulle certificazioni come strumento per un deciso miglioramento deiprocessi, della gestione aziendale, del rapporto con il mercato e con l’ambiente.

Insieme a queste aziende legate alla dimensione classica dell’imprenditoria italiana, siamo andati a esplorare duerealtà di tutt’altro genere, impegnate sul terreno della ricerca nella biomedicina come il CBM di Trieste e il CREM diBrescia. Parliamo naturalmente di un ambito operativo nel quale l’eccellenza è più una base di partenza che unobiettivo da raggiungere: i sistemi qualità, le certificazioni si integrano a perfezione con l’approccio scientificoconnaturato a queste strutture e con la loro esigenza di mutamento, di crescita, di adattamento continuo: chi faricerca il cambiamento non lo subisce, lo crea, prima al suo interno, poi attorno a sé.

Notazione finale, ma importante: da questo numero il TÜV SÜD Journal diventa TÜV Italia Journal. Fin dal primonumero, con il nostro punto di vista di organismo tecnico, abbiamo costantemente cercato di evitare che la rivistasvolgesse esclusivamente una funzione promozionale. Ci siamo impegnati a offrire sulle nostre pagine esperienze,informazioni e approfondimenti utili a chi deve affrontare giorno dopo giorno la sfida dei mercati. In sette anni dipubblicazioni è andata progressivamente crescendo l’attenzione dedicata al mercato nazionale e con essa lo spaziooccupato sul nostro magazine dalle problematiche, dalle esperienze, dall’evoluzione delle aziende italiane. Era arrivatoil momento di fare del mercato italiano l’oggetto pressoché esclusivo del nostro progetto editoriale. Senza perdere divista, naturalmente, la dimensione sempre più globale dell’impresa italiana, sia essa piccola, media o grande.

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Editoriale I Piccole ma eccellenti

Andrea ViviAmministratore Delegato TÜV Italia [email protected]

4 La salute migliora la performance

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info

In questo numero2 L’opinione di Andrea Vivi

4 La salute migliora la performance

6 Tante lingue, una sola voce

10 Fuga dei cervelli, la ricetta CBM

14 Corradi, l’artigiano diventato grande

18 Ricerca e sistema qualità: per il CREM sono complementari

21 Sunerg Solar, innovatori per nascita

News 8 Il Gruppo TÜV SÜD si espande in Francia

9 Licenze per esportare attrezzature in pressione in Cina

24 Calzature sicure con il marchio TÜV SÜD

25 TÜV Italia e TÜV SÜD ad EOLICA EXPO 2010

Le attività di TÜV SÜD8 Tra monti e valli

10 Fuga di cervelli,la ricetta CBM

14 Corradi, l’artigiano diventato grande

18 Ricerca e sistema qualità:per il CREM sono complementari

21 Sunerg Solar, innovatori per nascita

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EDITORE: TÜV Italia Srl - Via G. Carducci, 125 pal. 2320099 Sesto San Giovanni (MI)

PROPRIETARIO: TÜV Italia Srl - Via G. Carducci, 125 pal. 2320099 Sesto San Giovanni (MI)

DIRETTORE RESPONSABILE: Emilia Pistone - TÜV Italia SrlVia G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)

REDAZIONE: TÜV Italia Srl - Via G. Carducci, 125 pal. 2320099 Sesto San Giovanni (MI)Supervisione generale: Paolo Barbieri

Copie, inclusi gli estratti, solo su concessione dell’editore.

IMMAGINI: archivio TÜV SÜD (4, 5, 8, 9), Stock.xchng (9), archivio TÜVItalia (24, 25), Jan Scheutzow (26, 27).

FOTO DI COPERTINA: Dreamstime

TIPOGRAFIA: Gam Edit Srl - Via Aldo Moro, 8 - 24035 Curno (BG)

IMPAGINAZIONE: TÜV Italia Srl - Via G. Carducci, 125 pal. 2320099 Sesto San Giovanni (MI)

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La salute migliorala performanceCondizioni di lavoro non soddisfacenti incidono sulla salute sia

fisica che mentale dei dipendenti. Ogni azienda deve essere

consapevole che solo quando essi sono in buona salute

altrettanto buono è il loro livello di rendimento, elemento che

garantisce il successo aziendale sul lungo termine. Per questo

investire nella gestione della salute del personale ripaga.

econdo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è corretto

affermare che sta assalendo la popolazione del pianeta

un’epidemia che in dieci anni potrebbe diventare la seconda causa

nel mondo di assenza dal lavoro: la depressione. Le persone già

colpite sono circa 350 milioni, nell’Unione Europea si stima che

siano intorno ai 21 milioni. Misurate in termini di assenteismo, oggi

le malattie tra i dipendenti legate alla depressione si collocano al

quarto posto, è la causa più comune tra gli uomini e la seconda tra

le donne. In Germania, oggi, la depressione rappresenta oltre il 30%

tra le motivazioni di richiesta di pensionamento anticipato.

Nei paesi industriali le malattie mentali sono drammaticamente

in aumento ed esperti come Kerstin Reviol, psicologo presso TÜV

SÜD Life Service, ritiene che questa tendenza è da ricercarsi in un

mondo del lavoro in costante evoluzione e in richieste di

performance sempre in crescendo. Pressione psicologica, attese

elevate per mobilità e flessibilità, richieste di costante disponibilità e

aumento dei ritmi lavorativi incrementano lo stress, che molte

persone non riescono a tollerare e gestire. Preoccupazioni sulla

sicurezza del posto di lavoro o un ambiente lavorativo conflittuale

sono situazioni che incidono sull’aumento dello stress mentale.

Uno studio condotto in Germania dall’istituto di ricerca EuPD

insieme con TÜV SÜD Life Service, ha messo in evidenza come lo

studio sulle malattie correlate sarà, in futuro, una grande sfida per

questo settore della medicina, aggiungendo che coinvolgerà in

particolare specialisti e manager. Per contro, infortuni e malattie

legate al lavoro manuale diminuiranno con gli anni.

Presenzialismo - il pericolo nascosto

La malattia professionale oggi sta spostandosi verso quella

mentale. Il problema principale, però, non sono i giorni di malattia

richiesti dal personale, che dopo tutto sono in calo da anni, il

problema maggiore è dovuto al “presenzialismo”, quando cioè i

dipendenti sono presenti sul posto di lavoro anche se sono malati.

«Molti non usufruiscono dei giorni di malattia perché sono

preoccupati per il loro posto di lavoro o forse perché temono di non

essere presi sul serio se lamentano dei problemi mentali» dice

Reviol. Alcuni studi hanno dimostrato che il livello prestazionale di

questi dipendenti scende considerevolmente, riducendone la

produttività mentre si incrementa il rischio di incidenti. Gli esperti

ritengono che i costi relativi al presenzialismo siano fino a tre volte

superiori rispetto a quelli dovuti ai giorni di malattia del personale.

Dice Reviol: «I manager inoltre devono affrontare – come

conseguenza della loro funzione, che prevede anche un modello di

ruolo – una pressione sul lavoro ancora maggiore».

Gestione della salute aziendale: una responsabilità manageriale

«Tutto il mondo parla di sostenibilità e gestione etica.

Questo significa anche che le aziende dovrebbero lavorare per

promuovere la salute dei loro dipendenti» afferma Thomas

Wagenpfeil, Direttore Marketing di TÜV SÜD Life Service.

Sto r i e I S a l u t e e r i s o r s e u m a n e

S

4

contattoK e r s t i n R e v i o l

TÜV SÜD Life Service

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TÜV SÜD Life Service

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«Programmi vincolanti in materia di salute e sicurezza sul lavoro,

come visite mediche per i dipendenti a contatto con materiali

pericolosi e alti livelli di rumore, sono in vigore da anni. Molte

aziende hanno anche introdotto programmi complementari, come

meeting sulla salute dei propri dipendenti. Ma molte imprese hanno

adottato interventi senza tenere in considerazione il contesto

aziendale, hanno introdotto programmi senza esaminare le esigenze

specifiche dell’azienda. Sarebbe invece più opportuno inserirli, con

un approccio olistico, all’interno della gestione della salute del

personale aziendale, collegandoli con tutte le attività della società ed

integrandoli ad esse. Questo permetterebbe un risparmio in termini

economici, una visione lungimirante della gestione del rischio ed

avere dipendenti mentalmente e fisicamente in forma e motivati»

afferma Wagenpfeil. Uno studio di PricewaterhouseCoopers, nota

società di consulenza, mostra che le aziende ricevono il triplo

rispetto ad ogni euro investito nelle misure di prevenzione.

Un “ritorno sull’investimento” sotto forma di presenza sul posto di

lavoro, di motivazione e diminuzione dello stress.

Le aziende farebbero bene a estendere il loro impegno nella

salvaguardia della salute e della sicurezza dei dipendenti, impegno

che in passato è stato spesso trascurato. «La salute dei dipendenti

deve essere considerata una responsabilità manageriale e deve

riflettersi in tutte le attività di un’impresa. Oltre a programmi di

sviluppo professionale per i dipendenti, chi ha la responsabilità delle

risorse umane dovrebbe anche favorire la crescita personale dei

singoli individui e, attraverso un’efficace comunicazione interna,

affrontare tutte le necessità dei dipendenti e non solo quelle di chi

già ha uno stile di vita sano» dice Wagenpfeil.

Strumenti per un’efficiente gestione della salute del personale aziendale

Per consigliare e assistere le aziende nelle gestione della salute

del personale, TÜV SÜD Life Service ha creato un team di medici del

lavoro che offrono servizi di supporto psicologico e di sicurezza.

«L’interazione di questi elementi aumenta l’efficacia nella gestione

della salute in azienda» dice Gabriele Sommer, Amministratore

Delegato di TÜV SÜD Life Service. «Offriamo ai clienti soluzioni su

misura, i nostri servizi sono indirizzati anche a imprese di piccole e

medie dimensioni – dopo tutto aziende con un numero di dipendenti

inferiore alle 1.000 unità non hanno risorse, in termini di personale

interno, per affrontare queste problematiche e trovano in noi non

solo un partner in grado di offrire questi programmi, ma anche con il

necessario know-how per condurre analisi “ad hoc” e workshop, e

per identificare potenziali aree di miglioramento e valutare il

successo delle attività realizzate».

«Un fattore critico è che l’analisi e la definizione del potenziale di

ottimizzazione dovrebbe essere fatto congiuntamente con i

dipendenti» dice Brigitte Jürgens-Scholz di BKK Bundesverband,

l’associazione tedesca delle imprese di assicurazione specializzate nei

fondi sanitari, alla quale gli uffici della rete tedesca di aziende di

promozione della salute fanno riferimento. «I dipendenti hanno

generalmente le idee chiare su quale può essere il miglior supporto

per aiutarli nelle loro necessità ed è per questo motivo che devono

essere integrati all’interno di una strategia aziendale di tipo olistico,

che diventa un vero investimento per il futuro».

Come possono la salute e la sicurezza sul lavoro migliorare gli standard applicati in

tutto il mondo, malgrado la crisi finanziaria globale? Questo è stato il tema di una

conferenza dell’International Labour Organization delle Nazioni Unite, tenutasi a

Düsseldorf. «Crediamo fermamente che gli investimenti sulla salute fisica e

mentale dei lavoratori, così come quelli sui luoghi di lavoro perchè siano sicuri,

possono apportare un contributo significativo al successo di un’impresa» ha

affermato il Dr. Axel Stepken, Amministratore Delegato di TÜV SÜD AG, nel suo

discorso di apertura.

«Non è sempre vero che a fronte di attività socialmente responsabili ed efficienti

aumenti il benessere dei dipendenti, mentre è vero effettivamente il contrario:

sono interdipendenti. Salute e sicurezza sul lavoro nei paesi emergenti sono spesso

in ritardo ed è per questo motivo che le grandi multinazionali che delocalizzano la

loro produzione nei paesi emergenti per avere un costo della manodopera più

competitiva, hanno grandi responsabilità per la creazione in questi paesi di

condizioni di lavoro eque, e questo anche nel loro interesse. I media e le imprese

sempre più frequentemente discutono sui problemi connessi a questa tendenza,

compreso il lavoro minorile e le sostanze tossiche nei prodotti. Nel peggiore dei

casi, eventuali scandali dovuti a questi motivi possono rovinare la reputazione delle

società portandole al fallimento» ha affermato il Dr. Stepken.

«Molte aziende internazionali hanno sottoscritto linee guida di conformità ed

accordi volontari o codici etici e di condotta che prevedono ispezioni a livello

locale. TÜV SÜD AG ha inoltre firmato la “Dichiarazione di Seoul per la sicurezza e

la salute sul lavoro”. Le aziende che delocalizzano traggono un vantaggio

economico e sono obbligate a condividere i loro programmi per la salute e la

sicurezza dei lavoratori anche in quei paesi dove c’è una forte offerta di

manodopera. Per fortuna ci sono molti buoni esempi» ha concluso il Dr. Stepken.

TÜV SÜD: standard elevati anche per chi delocalizza

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S t o r i e I I l G ruppo ne l 2009 6

Tante lingue,una sola voceTÜV SÜD ha sedi in quasi 50 paesi del mondo.

Per i prossimi anni, l’azienda si concentrerà in particolare

in Asia e nell’Europa centrale e orientale.

Saranno i clienti a trarre il massimo profitto da questo

approccio internazionale – grazie a servizi globalmente

standardizzati, erogati da un unico fornitore.

elkom» (Benvenuti). Così, in Afrikaans, la provincia

sudafricana di Western Cape ha salutato tifosi e

giocatori di calcio in occasione della Coppa del Mondo tenutasi

la scorsa estate. “Welkom” è anche un messaggio di saluto che

di recente ha cominciato ad essere usato in TÜV SÜD: l’azienda

infatti sta espandendo il business delle ispezioni in ambito

automotive nella parte meridionale dell’Africa. Solo poche

settimane fa, il Gruppo ha acquisito una partecipazione di

minoranza nell’azienda specializzata nel controllo delle auto

“AVTS Roadworthy Stations”, con sede a Città del Capo.

TÜV SÜD ha intenzione per gli anni a venire di espandersi nella

regione del Capo di Buona Speranza e diventare leader in

questo mercato.

Presente in tutti i principali mercati

A circa 13.000 chilometri di distanza, TÜV SÜD ha già

raggiunto il suo obiettivo di leadership di mercato: circa un

anno fa, l’ente ha acquisito GNEC, il principale fornitore di

servizi per le ispezioni e le verifiche delle centrali nucleari in

Corea del Sud. GNEC affianca i produttori e gli operatori

offrendo servizi come la progettazione e l’approvazione di nuovi

impianti, l’emissione di certificazioni e la formazione del

personale.

Entrambi gli esempi evidenziano un dato di fatto: TÜV SÜD

è un gruppo globale già da tempo. «Abbiamo una presenza in

C

«W

TÜV SÜD in numeriUna panoramica sull’anno fiscale 2009

Una crescita stabile e costante nonostante una crisi economica senza

precedenti – questo l’andamento economico di TÜV SÜD nell’anno fiscale 2009.

Le attività internazionali del Gruppo hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua

crescita: in Asia, innanzitutto, il fatturato è salito del 7,2%, mentre nei paesi

europei, escludendo la Germania, ha addirittura raggiunto il 13%.

Complessivamente TÜV SÜD ha aumentato il fatturato del 4,5% raggiungendo

1,43 miliardi di euro: il profitto lordo si è attestato sui livelli di quello del 2008, e

la forza lavoro è aumentata di 500 unità.

«TÜV SÜD ha delle solide basi, ed è in grande salute economica», dice Peter Klein,

Chief Financial Officer e Chief Information Officer. «Sono ottimista anche per

quanto riguarda quest’anno: stiamo conseguendo una crescita del fatturato già a

metà del 2010».

FATTURATO IN MILIONI DI EURO

RICAVI DIVISI PER REGIONE

DIPENDENTI

2006 2007 2008 2009

1,500 –

1,250 –

1,000 –

750 –

500 –

250 –

0 –

1,1631,271

1,365 1,427

America12,4%

Europa83,9%

Asia10,2%

2006 2007 2008 2009

15,000 –

12,500 –

10,000 –

7,500 –

5,000 –

2,500 –

0 –

11,946

13,18514,138 14,635

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tutti i principali mercati» dice Axel Stepken, Amministratore

Delegato TÜV SÜD. «Questo ci consente di offrire ai nostri

clienti che operano a livello globale dei servizi standardizzati ed

erogati da un unico fornitore presente in tutto il mondo».

In tempi in cui le aziende acquistano beni e servizi su scala

internazionale, anche le aziende come TÜV SÜD devono essere

presenti in tutto il mondo.

Questo è un valore che sta crescendo: la questione del

“fornitore globale” assumerà ulteriore importanza negli anni a

venire, secondo la società di consulenza Capgemini.

Ciò significa che le aziende che hanno i loro principali impianti

di produzione in paesi come l’Europa o il Nord America,

tenderanno sempre più a rifornirsi di componenti e servizi da

tutto il mondo, e avranno bisogno di enti come TÜV SÜD per

essere assistite nella gestione della qualità e nel monitoraggio

dei fornitori.

Crescita sistematica a livello internazionale

TÜV SÜD persegue ormai da anni una strategia di crescita

sistematica a livello internazionale. «Vediamo un eccezionale

potenziale di crescita soprattutto nei mercati dinamici dell’Asia

o dell’Europa centrale e orientale», dice Stepken. «Abbiamo

anche intenzione di crescere in Nord America e in Medio

Oriente nel corso dei prossimi anni».

In futuro il 40% del fatturato – così com’è stato stabilito negli

obiettivi strategici – verrà da paesi diversi dalla Germania.

Attualmente la quota “non domestica” è oltre il 30%.

Nella sola Asia, il personale TÜV SÜD è di circa 3.000

persone, la maggior parte delle quali lavorano in Cina, India e

Singapore. Grandi filiali si trovano anche in Tailandia, Malesia

e Vietnam. All’inizio di quest’anno, è stata aperta una filiale in

Sri Lanka: «Anche se lo Sri Lanka può sembrare uno stato

apparentemente piccolo, è un importante esportatore tessile.

Tutte le aziende del settore di rilievo acquistano grandi

quantità di merci provenienti da quest’isola. Con questa filiale,

intendiamo offrire ai nostri clienti globali un servizio migliore e

la possibilità di sfruttare a fondo il loro potenziale di crescita»,

dice Stepken.

Negli ultimi mesi sono state aperte altre filiali in Ucraina,

Svizzera e Francia. Grazie alle acquisizioni internazionali, TÜV

SÜD si sta rapidamente affermando in nuovi mercati: negli

ultimi mesi, ha acquisito l’azienda texana Mechanical Integrity,

specializzata in controlli non distruttivi e integrità meccanica, e

PS Playground Certification, con sede a Detroit.

Questa azienda collauda e certifica i parchi gioco e le loro

attrezzature, e TÜV SÜD è ora leader del mercato in questo

settore. «L’acquisizione di Playground è stata molto

importante, perché grazie ad essa abbiamo ottenuto

l’accreditamento per gli Stati Uniti, uno dei più grandi mercati

per le attrezzature per il divertimento», dice Stepken.

L’esperto leader nel risk management

Recentemente TÜV SÜD ha conquistato la leadership

anche in un altro mercato: con l’acquisizione dell’azienda

americana Global Risk Consultants, TÜV SÜD è diventato uno

tra i più importanti esperti nell’area del risk management e

della protezione dei dati sensibili. «Abbiamo davvero accelerato

la crescita inorganica», dice Manfred Bayerlein, Chief

Operating Officer.

W i l f r i e d S a u e r

TÜV SÜD

Corporate Communications

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7 S t o r i e I I l G ruppo ne l 2009

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8News

TÜV SÜD ha firmato un accordo di partenariato

bilaterale (MoU) con l’NCC, I’Associação Certificações

do Brasil, ente di certificazione leader nel paese

sudamericano. Avviare attività di test e conseguire

certificazioni di sistema e prodotto sarà più facile per

le aziende che operano in

settori quali l’IT, le

telecomunicazioni, le

attrezzature in pressione,

gli elettrodomestici, i

prodotti medicali da

commercializzare sul

mercato locale. Allo stesso

tempo, i produttori brasiliani potranno avere i loro

prodotti testati da TÜV SÜD, che permetterà loro di

entrare più facilmente nei mercati dei paesi dell’Asia-

Pacifico. Parimenti, attraverso questo accordo i

costruttori asiatici potranno far controllare i loro

prodotti dall’ente di certificazione leader in Brasile e

poter accedere a questo mercato. Dopo aver

completato con successo le prove che soddisfano le

norme di riferimento, i prodotti ricevono il marchio

NCC rilasciato dalla Associação NCC Certificações do

Brasil. Questo semplifica

gli ostacoli che

potrebbero insorgere tra

le normative asiatiche e

quelle adottate in

Brasile: i produttori

trarranno un importante

vantaggio da questo

accordo con costi più bassi per le prove di conformità

e tempi di certificazione più rapidi. L’accordo di

partenariato riguarda anche le normative brasiliane

utilizzate nelle ispezioni on site degli impianti.

Contatto: [email protected]

Attraverso la creazione di TÜV SÜD France il

gruppo si espande sul mercato francese.

La sede della società è a Lione, dove occupa

più di 20 persone; altre filiali si trovano a Lille

e Metz. «Fondando TÜV SÜD France, vogliamo

migliorare in modo deciso la posizione dell’ente

in Francia», dice Joachim Birnthaler, CEO della

Regione Western Europe. La società si

concentrerà inizialmente nei controlli sulle

attrezzature in pressione, espandendo le

attività di test sui prodotti. «Poter offrire

servizi di controllo che abbracciano l’intera

catena produttiva e di approvvigionamento è

cruciale», afferma Birnthaler.

Contatto: [email protected]

TÜV SÜD Asia ha aperto un nuovo laboratorio di prova per prodotti

tessili, abbigliamento in pelle e calzature ad Ambur, città che affaccia

sull’Oceano Indiano a circa 150 Km da Bangalore. I produttori e gli

esportatori possono ora testare i loro prodotti per verificarne qualità e

sicurezza direttamente nella regione di produzione.

«Si tratta di un’importante tappa nello sviluppo di queste attività», dice

Niranjan Nadkarni, CEO di TÜV SÜD Asia. «La scelta di questa location è

legata al fatto che intorno ad Ambur hanno sede importanti aziende del

settore dell’abbigliamento e la nostra presenza, sono certo, incrementerà

la crescita di questa industria nella regione.»

Contatto: [email protected]

Un nuovo laboratorio in India

Il Gruppo TÜV SÜD siespande in Francia

Una partnership strategica in Brasile

Test sui limiti delle batterie agli ioni di litioLa sicurezza dei veicoli è uno dei temi chiave in

materia di e-mobility: su questo argomento TÜV SÜD

ha condotto, per la prima volta al mondo, test di crash

dinamici sulle batterie agli ioni di litio, utilizzate nelle

automobili e questo con prove svolte sul tracciato di

prova del gruppo ad Allach, cittadina nei pressi di

Monaco di Baviera. Questo tipo di batterie si utilizzano

nei veicoli elettrici e in quelli ibridi, vista la loro

elevata capacità di accumulo di energia.

La serie di test è stata messa a punto con l’obiettivo di

avere informazioni sui limiti di carico e quali

potrebbero essere le conseguenze nel caso una

batteria si danneggiasse. I risultati contribuiranno a

definire e sviluppare le norme di sicurezza necessarie

per una corretta installazione nelle auto di queste

batterie agli ioni di litio. Grazie a queste prove è

possibile allargare l’utilizzo di queste batterie rispetto

a quelle convenzionali, ma poco ancora si sa su come

queste reagiscono a crash dinamici.

Richard Richter, che cura i test per TÜV SÜD afferma:

«Stiamo ricavando informazioni in merito ai limiti del

loro utilizzo per poter arrivare a determinare gli

standard di sicurezza per questo tipo di batterie».

I risultati mostrano già un elevato livello di sicurezza di

questi prodotti e ulteriori test dovranno essere

condotti in modo da sviluppare norme di sicurezza

vincolanti. Contatto: [email protected]

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Il progetto H2MOVE, che esplora la fattibilità di alimentare veicoli elettrici

attraverso celle a combustibile, è partito dalla capitale norvegese con 17 veicoli

elettrici e una stazione di rifornimento di idrogeno costruita dalla società danese

H2 Logic. La realizzazione del progetto, coordinato dalla Ludwig-Bölkow-

Systemtechnik di Ottobrunn, un’azienda del gruppo TÜV SÜD ha richiesto uno

stanziamento di oltre 19 milioni di euro.

«Questa iniziativa ci aiuterà a progredire verso l’obiettivo di commercializzare

veicoli alimentati da celle a combustibile entro il 2015, e di avere adeguate

infrastrutture per la fornitura di idrogeno rinnovabile» afferma il Dott. Bünger

Ulrich della Ludwig-Bölkow-Systemtechnik.

Dieci vetture Mercedes-Benz Classe B F-cell, due Alfa Romeo MiTo, anch’esse

alimentate da celle a combustibile, e cinque auto elettriche di altre marche,

hanno iniziato ad essere testate nella capitale norvegese dopo un tour nel sud

del paese e in tutta la regione scandinava. TÜV SÜD e l’Istituto svedese SP

Technical Research condurranno insieme uno studio per far convivere sicurezza e

certificazioni, per promuovere la commercializzazione di veicoli elettrici fuell cell e di stazioni di rifornimento di idrogeno. Contatto: [email protected]

News

Mettere alla prova le gomme a impronta larga: per questo test

“Autoillustrierte”, la rivista svizzera leader nel settore auto, ha chiamato a

partecipare alle prove, come parte terza indipendente TÜV SÜD. I risultati

nelle prove di usura e di rumore interno hanno messo in evidenza che quanto

maggiore è la larghezza, maggiore è la resistenza al rotolamento e la

rumorosità interna. Il test di sicurezza ha prodotto risultati davvero

sorprendenti. Nelle prove di frenata (da 80 a 0 km/h) su strada bagnata, la

distanza di frenata completa per veicoli con pneumatici di serie ha superato di

4,1 metri quella di veicoli con pneumatici da 19 pollici e di 2,5 metri quella dei

veicoli equipaggiati con pneumatici da 20 pollici. I risultati delle prove di

frenata a distanza (da 100 a 0 km/h), in condizioni di asfato asciutto, non

hanno mostrato differenze così significative, ma anche in questo caso i

pneumatici a impronta larga hanno avuto performance migliori. Contatto:

[email protected]

9

Le aziende che vogliono esportare in Cina

attrezzature in pressione sono obbligate ad

una lunga attesa, per ottenere il rilascio

delle licenze necessarie.

Ma oggi, grazie all’accordo che TÜV SÜD

Industrie Service ha concluso con l’agenzia

governativa cinese incaricata del rilascio di

queste licenze, l’ente è autorizzato ad agire

in qualità di organo competente nell’iter di

approvazione per le attrezzature a

pressione secondo la normativa cinese.

Il paese asiatico ed i produttori mondiali

di queste attrezzature si aspettano con

questo accordo di accelerare e migliorare

il processo di approvazione.

I tecnici TÜV SÜD provenienti dalla

Germania hanno lavorato a stretto

contatto con i colleghi cinesi per arrivare

a questo accordo – in particolare con

Wencai Zhu, Managing Director di TÜV

SÜD China.

Contatto: [email protected]

Parte da Oslo il progetto H2MOVE

Licenze per esportare attrezzature a pressione in Cina

Un test per pneumatici a impronta larga

News_tedesche_TJ 01/12/2010 10.48 Pagina 9

Page 10: .01 TÜV ItaliaJournaldeve essere considerata una responsabilità manageriale e deve riflettersi in tutte le attività di un’impresa. Oltre a programmi di sviluppo professionale

Fuga dei cervelli? La ricetta CBMpunta sull’internazionalizzazioneBiomedicina, genomica, nanotecnologie: a Trieste un Consorzio lega pubblico e privato per promuovere ricerca e impresa.

«Il miglioramento continuo appartiene al nostro DNA», spiega Luca Miele, Responsabile Qualità e Gestione operativa.

BM è un esempio di partnership tra soci pubblicie privati. Per questi motivi un’esperienza

imprenditoriale particolare: ce la presenta insieme allastruttura?

Il Consorzio per il Centro di Biomedicina Molecolare (CBM

S.c.r.l.) ha sede a Trieste, presso il campus di Basovizza di AREA

Science Park, ed è al tempo stesso società di servizi e centro di

ricerca innovativa che promuove il trasferimento tecnologico per

lo sviluppo economico, coinvolgendo e collegando enti di ricerca,

aziende, istituzioni di governo, agenzie di sviluppo, finanziatori e

strutture di servizio. CBM è una delle poche realtà italiane che

rispecchia il modello europeo delle PPP (Public Private

Partnership), considerato il migliore per la gestione

dell’innovazione, e con i suoi attuali 40 collaboratori (di cui due

terzi sono personale scientifico) opera a livello regionale,

nazionale ed internazionale.

CBM ha il compito di coordinare le attività del Distretto

Tecnologico di Biomedicina Molecolare del Friuli Venezia Giulia,

istituito nell’ottobre 2004 con il Protocollo d’Intesa tra Ministero

dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e la Regione Friuli

Venezia Giulia. La strategia del Distretto si basa sul

potenziamento della ricerca, la valorizzazione della proprietà

intellettuale, la creazione di nuova imprenditoria e l’attrazione di

insediamenti di aziende leader del settore. Al tempo stesso,

all’interno delle proprie “Core Facilities”, CBM promuove attività

di ricerca e sviluppo volte alla comprensione dei meccanismi

molecolari alla base delle malattie, all’individuazione di tecniche di

C

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diagnosi precoce e allo sviluppo di terapie mirate e meno

invasive. I principali settori su cui si concentrano le attività del

CBM e del Distretto riguardano le biotecnologie applicate alla

medicina, in particolare nelle aree terapeutiche a maggiore

impatto mondiale, con un focus strategico su genomica,

bioinformatica, imaging molecolare e bio-nanotecnologie.

Genomica, bioinformatica, imaging ottico,nanomedicina, proteomica, cellule staminali. Questi isettori in cui lavorate, nomi difficili e misteriosi per lamaggior parte dei nostri lettori. Ci descrive di checosa si tratta?

L’azienda è dotata di “Core Facilities” (CF), ovvero

piattaforme tecnologiche di strumentazione scientifica

d’eccellenza, aperte ad un utilizzo condiviso da parte dei

ricercatori interni al CBM, dei soci del Consorzio e di utenti

esterni. Sono messi a disposizione non soltanto gli spazi di

laboratorio e le strumentazioni, ma anche il personale qualificato

per il loro utilizzo. Provo a riassumere le attività ivi condotte.

La CF-Proteomica e Farmacogenomica (presso il Centro di

Riferimento Oncologico Aviano, PN) è il laboratorio che fornisce

servizi rivolti allo sviluppo pre-clinico e clinico di nuovi farmaci

nonché all’analisi proteomica, con lo scopo di identificare profili

di espressione differenziale delle proteine per la creazione di una

medicina personalizzata.

Le CF-Genomica si avvalgono delle strumentazioni di riferimento

(Affymetrix, Illumina, ABI-Taqman e StepOne) per condurre

analisi di espressione genica e genotipizzazione mediante l’utilizzo

di microarray. Queste tecnologie permettono la comparazione del

profilo di espressione genica dei tessuti affetti da patologie con

tessuti sani e l’identificazione di molecole che fungano da marker

tumorali e genetici. Nel 2007 la piattaforma è stata riconosciuta

dalla Fondazione Telethon quale laboratorio nazionale di

riferimento per servizi di genotipizzazione.

All’interno della CF è anche prossima l’apertura della sezione di

“high-throughput sequencing” per l’identificazione di variazioni di

sequenza del DNA. Nel laboratorio di genomica funzionale la

ricerca è principalmente mirata alla comprensione di meccanismi

patogenetici alla base di malattie ereditarie mediante approcci

sistematici, di genetica e biologia molecolare classica.

La CF-Bioinformatica supporta l’analisi di dati biomedici

derivanti da tecnologie avanzate di genomica e

proteomica, con una particolare attenzione

all’offerta di soluzioni custom per l’analisi di

dati complessi e lo sviluppo di progetti di ricerca nell’ambito della

genomica funzionale e comparata.

Il servizio offerto spazia dall’analisi biostatistica di dati provenienti

dallo studio del genoma (analisi dei profili di espressione genica e

genotipizzazione) allo studio di microarray custom (es.

Combimatrix e Nimblegen).

La CF-Imaging Ottico è dotata di strumentazione e competenze

per la conduzione di studi per visualizzare processi molecolari e

cellulari in vitro ed in vivo, nel piccolo animale da laboratorio, a

supporto di ricerche di base e di ricerche applicate pre-cliniche.

Il laboratorio rappresenta una risorsa particolarmente interessante

sia per la comprensione dettagliata di eventi biologici e patologici

all’interno dell’organismo, sia per lo sviluppo di approcci

terapeutici innovativi mirati a livello molecolare.

La CF-Laboratorio di Nano Diagnostica, Drug Delivery e Analisi è il

laboratorio che sviluppa e caratterizza nanovettori per il rilascio

controllato di farmaci a fini diagnostici, attraverso l’uso di

polielettroliti e di nanoparticelle d’oro. L’utilizzo delle

nanotecnologie permette inoltre di individuare metodologie

innovative per la manipolazione e la caratterizzazione di singole

cellule e per il rilevamento ad alta sensibilità dell’ibridizzazione del

DNA e dei biomarker proteici. La piattaforma nasce con lo scopo

di favorire lo sviluppo della cosiddetta “teragnostica” (l’unione

della diagnostica molecolare e la terapia) e della medicina

personalizzata e al fine di migliorare in maniera significativa le

conoscenze sul cervello umano tramite la caratterizzazione

molecolare dei neuroni.

Quotidianamente leggiamo che nel nostro paese c’è unafuga di cervelli verso centri di ricerca stranieri. Voi siete l’esempio contrario. Quali sono gli strumenti ele capacità che utilizzate per richiamare risorseintellettuali a livello internazionale e di altro profilo?

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Sto r i e I P i c co l e ma e c ce l l en t i

LUCA MIELE

Conseguita la laurea in Ingegneria Elettronica presso l’Università Federico II° di Napoli, svolge una breve esperienza

come tecnico di laboratorio per le Misure Elettroniche presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e consegue un

Master di secondo livello inerente la gestione di sistemi integrati (Qualità, Ambiente e Sicurezza) che gli fa lasciare le

aule universitarie per occuparsi di consulenza sui sistemi di gestione qualità ed ambiente, portando alla certificazione

diverse organizzazioni.

Nel 2004 entra in un’importante azienda del settore della logistica come ispettore qualità per passare successivamente,

come Quality Engineer, in un’azienda attiva nell’elettronica industriale. Entra in CBM nel gennaio 2007 come

responsabile dell’Ufficio Qualità e Gestione Operativa, carica che ricopre ancora oggi.

CBM è locata in una zona di confine sia geografico checulturale, ma attraverso la sua attività sa creare unponte con i mercati dei paesi limitrofi. Come riuscitead attirare imprese, progetti e collaborazioni?

In effetti Trieste è un magnifico crocevia tra centro Europa e

Paesi dell’Est in cui popoli diversi, con le loro storie e tradizioni,

hanno reso possibile un arricchimento culturale di cui la città è

vivamente orgogliosa e con poche similitudini nella restante parte

del paese. Questa è una realtà di confine che il più delle volte

fornisce all’osservatore esterno una facile chiave di lettura in cui

il triestino, per diversi motivi storici e culturali, si riconosce solo

in parte. Le realtà che operano in queste zone vivono con

assoluta naturalezza la presenza di un confine e il concetto stesso

di confine è più sfumato per chi abita e lavora da queste parti…

e ciò è più che mai vero dopo il recente ingresso nella Comunità

Europea della vicina Slovenia.

La cosiddetta “fuga di cervelli” dal paese è sicuramente una

questione delicata, che non può essere risolta in assenza di

iniziative strutturali e di respiro nazionale. Tuttavia gli sforzi di

internazionalizzazione presso sedi istituzionali svolti dal

Presidente del CBM, Prof.ssa Maria Cristina Pedicchio, e dal

Direttore, Dott. Alessio Rocchi, mirano a rendere più nota

possibile l’esperienza dei cluster come il CBM, ovvero soluzioni

imprenditoriali che fondono il pubblico ed il privato ed in cui si

aggregano molteplici attività di ricerca e di eccellenza, anche ad

opera di soggetti diversi.

Anche la Regione Friuli Venezia Giulia, grazie a una straordinaria

concentrazione di istituti di ricerca nazionali ed internazionali,

pubblici e privati, è fortemente impegnata nella promozione

dell’innovazione e della mobilità internazionale di risorse umane

nella ricerca come strumento fondamentale per lo sviluppo

economico e sociale del territorio, e la prova è il network di 40

istituti internazionali che, con la loro straordinaria concentrazione

di ricercatori, permette di definire il modello regionale un vero

sistema della ricerca.

Questa configurazione sembra rendere più attraente e credibile

agli occhi degli enti finanziatori gli investimenti nella ricerca.

D’altronde, se da un lato è vero che la congiuntura economica

non favorisce grandi trasferimenti di fondi per questo settore,

dall’altro occorre riconoscere che i soldi vengono spostati su

bandi per progetti specifici, il che favorisce competitività ed

interesse in coloro i quali, avendo vissuto l’esperienza

professionale all’estero, hanno maggiore familiarità con i concetti

di trasparenza nelle valutazioni e valorizzazione del merito, stabili

condizioni di ricerca e prospettive di crescita professionale.

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Trieste è sede del Parco scientifico e tecnologico più grande

d’Italia, AREA Science Park, che vanta una concentrazione di

ricercatori tra le più importanti d’Europa e che ospita Centri di

Ricerca ed Istituti nazionali e regionali italiani, stranieri ed

internazionali, che svolgono attività di ricerca di base ed

applicata in vari settori, dalla fisica alle biotecnologie, dalla

genomica alla fisica dei materiali, dalla ricerca applicata

all’industria farmaceutica, alimentare, alla microelettronica ed

informatica. Dal punto di vista professionale quindi collocarsi in

un contesto che superi i confini nazionali è per CBM assai più

semplice ed al contempo rappresenta una pura necessità per

almeno due ordini di ragioni: la prima riguarda i finanziamenti ai

progetti, dal momento che i più sostanziosi sono stanziati dalla

CE (mediante selezione di numerosi fattori tra cui “affidabilità”

delle strutture di ricerca e qualità dei progetti presentati: valenza

scientifica, impatto e capacità di pianificazione/gestione della

proposta progettuale); la seconda afferisce la filosofia stessa

della ricerca che di tutto ha bisogno meno che di confini e

divisioni. Le collaborazioni con le altre regioni d’Europa, che in

Italia ancora viviamo con l’emozione dei neofiti e che

rappresenteranno la condizione naturale di opportunità ed

esercizio professionale dei nostri figli, costituiscono suggestive

occasioni di crescita e confronto cui la ricerca non può

assolutamente rinunciare.

Sul fronte servizi la scelta che ci premia è il continuo sforzo nei

confronti dell’aggiornamento tecnologico e formativo, che

garantisce ai clienti tedeschi, spagnoli, greci e sloveni (istituti di

ricerca, enti universitari ed ospedalieri) la conduzione delle analisi

con le piattaforme più moderne ed il personale più qualificato.

Cosa ha portato, e porta, in termini di efficienzadei processi interni e di miglioramento del servizioai clienti, in una attività come la vostra,

l’introduzione di un sistema di gestione per laqualità certificato?

Talvolta accade che il concetto di qualità venga

associato, con discutibile svilimento del significato, al

concetto di standardizzazione, ad un livellamento che non

prevede eccellenze, ad un appiattimento verso posizioni che

nel minimizzare gli sprechi rendono ogni processo il più

ripetitivo possibile all’interno dei valori delle proprie carte

di controllo. Tuttavia in alcune realtà, tra cui la nostra, la

“tranquillità” di poter fare riferimento a parametri costanti

e ripetitivi è fortemente minata dal progresso scientifico cui

peraltro noi stessi contribuiamo a sviluppare. Mi spiego

meglio: le novità scientifiche e le tecnologie impiegate per

la ricerca ed i servizi si avvicendano con grande rapidità, e

con esse le aspettative e le esigenze dei clienti; oltre allo

sforzo economico e finanziario per garantire il migliore

aggiornamento nei tempi più rapidi, una delle componenti

che accompagna e connatura il nostro patrimonio umano ed

aziendale, e che l’introduzione di un sistema di gestione per

la qualità con i suoi principi continua a promuovere, è

l’affinamento del metodo, ovvero l’insieme dei procedimenti

messi in atto per ripeterci nelle nostre performance, anche

quando “si alza l’asticella”.

Ciò che maggiormente ci preme nell’ambito servizi, e che il

nostro sistema qualità che ha certificato TÜV Italia

contribuisce a determinare, è il costante controllo di causa-

effetto: solo in questo modo è possibile fornire al cliente

un valore aggiunto, ossia la qualità stessa. In ambiti

delicati ed innovativi come quelli in cui CBM opera il

“miglioramento continuo” è un principio congenito tanto

che, per rimanere vicini ai temi a noi cari, potremmo dire

che appartiene al nostro DNA.

A l b e r t o C o r r à

+39 - 0444-218218

+39-0444-218200

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contatto

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Dal primo brevetto al mercato USA:l’artigiano è diventato grandeCorradi è una piccola impresa che è diventata una Spa: caso di scuola del modello italiano più virtuoso.

Innovazione, certificazioni, mercati: parlano il Presidente Raffaele Corradi e l’Amministratore delegato Gianmarco Biagi.

orradi è un’azienda di famiglia che nasce allafine degli anni ‘70 come produttore di tende

da sole e coperture per esterni. In trent’anni diattività, ha ampliato e diversificato la suaproduzione creando importanti sinergie che hannoportato ad un ampliamento della gamma dei prodottiche propongono un concept: “outdoor living space”.Ci può raccontare la storia dell’azienda, le tappe piùimportanti di questo successo e la vostra strategiaimprenditoriale?

Gianmarco Biagi: «Corradi nasce nel 1978, fondata

dall’attuale Presidente Raffaele Corradi e dal fratello Alberto,

Vice Presidente, come laboratorio artigianale per la produzione

di tende da sole. Si trattava, quindi, di vendita al dettaglio, con

un rapporto produttore - cliente diretto. La svolta di Corradi si

registra nel 1998 con l’introduzione sul mercato del brevetto di

Pergotenda®, una gamma di prodotti molto innovativa che

rappresenta il superamento dell’archetipo “tenda da sole”,

fondendo in un unico prodotto un pergolato in legno o in

alluminio e una tenda scorrevole a impacchettamento.

Da questo momento si passa dalla vendita al dettaglio alla

creazione di una rete distributiva a livello nazionale.

Nel 2006, entro in Corradi come Direttore Generale, l’anno

dopo vengo nominato Amministratore Delegato e

successivamente l’azienda si trasforma in S.p.A., ottiene la

C

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certificazione di qualità ISO 9001:2000 emessa da TÜV Italia e

viene varato un massiccio piano di rilancio e riorganizzazione,

puntando sempre di più sull’organizzazione dei processi interni,

lo sviluppo delle potenzialità delle risorse umane e il loro

coinvolgimento nelle decisioni, la sensibilità ai valori sia nei

confronti dei dipendenti sia dei clienti. A questo si affiancano

concetti evoluti di gestione commerciale e dei processi

produttivi: tutti punti di forza che si traducono in un reale

valore aggiunto e in un vantaggio competitivo di Corradi.

A seguito di questa crescita, nel 2009 nasce il Gruppo Corradi,

con l’acquisizione di nuove aziende per dare il via ad un

approccio total look al mercato: Velombra, per la produzione

di vele ombreggianti di derivazione nautica e Corradi Arredi,

per gli arredamenti da esterno. Contemporaneamente viene

fondata un’altra azienda - Armonia srl - una software house

che segue i processi di informatizzazione del Gruppo, ma che

ha anche una sua identità autonoma sul mercato ICT.

La tecnologia è stata basilare per rendere possibile in tempi

molto ristretti lo sviluppo aziendale che ci caratterizza e a cui

guardiamo. Con Armonia abbiamo rivoluzionato tutti i sistemi

informativi aziendali con molte soddisfazioni, l’ultima delle

quali è il Premio Innovazione ICT di Smau che abbiamo vinto

recentemente nella categoria Architettura IT.

Oggi Corradi S.p.A. è un’azienda di punta del segmento

outdoor, con strategie precise di posizionamento e una visione

dinamica dei mercati esteri. L’internazionalizzazione è

fondamentale nel nostro processo di crescita. All’inizio di

quest’anno, ad esempio, abbiamo aperto la filiale Corradi USA

a Dallas, con una rete distributiva composta da 500 rivenditori

e nei prossimi mesi ci saranno ulteriori novità in termini di

sviluppo internazionale della nostra impresa.»

Corradi è un esempio di impresa a capitale familiareche ha deciso di affidare ad un manager la gestionemantenendone la proprietà, una scelta non frequentenel panorama imprenditoriale del nostro paese. Ci piacerebbe conoscere il punto di vista dellaproprietà che ha deciso questa importante delega ela sua, che ha la responsabilità gestionale, sui punticruciali delle relazioni manager/proprietà per unacollaborazione di successo, partendo dalle rispettiveesperienze.

Raffaele Corradi: «Nel 2006, io e mio fratello Alberto ci

siamo fermati a riflettere sul futuro della nostra azienda.

Eravamo arrivati in alto, ma c’era la consapevolezza che per

andare oltre sarebbero state necessarie nuove competenze,

molto specifiche. Avevamo obiettivi imprenditoriali di larga

portata, con un occhio puntato soprattutto al mercato estero.

Con il lancio di Pergotenda®, era stata costruita una rete

vendita nazionale, ma guardavamo oltre. È a questo punto che

entra in azienda Gianmarco Biagi: ingegnere meccanico con

master in direzione d’impresa, da sempre un grande lavoratore

nonostante la giovane età.

I risultati e la crescita degli ultimi anni ci dicono che abbiamo

fatto la scelta giusta.»

Gianmarco Biagi: «Entrare in Corradi ha rappresentato per

me una grande sfida. La situazione era molto solida e l’azienda

in crescita, ma con un potenziale inespresso altissimo.

I rapporti con la proprietà si sono basati fin dall’inizio su una

profonda stima reciproca. Ho avviato un piano di

riposizionamento strategico per trasformare l’azienda in un

leader del settore outdoor. Sapevo che il salto di qualità

sarebbe stato possibile solo rivoluzionando tutto:

dall’introduzione di moderne tecniche di gestione alle politiche

di coinvolgimento del personale. Grinta, ottimi collaboratori,

buoni prodotti, investimenti giusti e innovazione tecnologica

non fanno temere crisi e andamenti di mercato altalenanti.

Una mission, la mia, fondata sulla visione chiara della

strategia e la condivisione degli obiettivi, in modo che nessuno

si senta escluso dal processo produttivo e soprattutto dai

risultati.»

Una delle vostre caratteristiche è saper svilupparesinergie produttive grazie alla vostra capacità dicogliere i cambiamenti in atto nel mercato, che oggi

Sto r i e I P i c co l e ma e c ce l l en t i

Nella foto, Raffaele Corradi.

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la vostra produzione poggi su una capacità diesaltare le caratteristiche formali e strutturali dimateriali diversi, affiancata da un’attenta scelta ditendenza legata ad un moderno, caldo e completovivere l’esterno. Quanto la direzione creativa su cuipotete contare, affidata ad un professionista delsettore, vi ha delineato questo percorso o, piuttosto,ne è stata una conseguenza?

«Gianluca Rossi, architetto di talento, è il nostro direttore

creativo dal 2008. Corradi si è affidata a Rossi per lo stile

innovativo che ha sempre caratterizzato i suoi progetti. Design,

estetica, funzionalità, ricercatezza nei materiali e nelle forme

sono elementi che ricorrono in ogni prodotto pensato da lui.

Un’indiscussa freschezza di idee, unita alla precisione di un

professionista molto competente. Abbiamo fortemente voluto

l’ingresso in Corradi di una direzione creativa, perché questo

rientrava pienamente nella strategia di crescita aziendale.

Abbiamo scelto Gianluca perché disegnasse assieme a noi

l’immagine dell’azienda del futuro: tanti progetti che sarebbero

andati a comporre l’idea di total look, un’immagine integrata

ed elegante, caratterizzata da strutture coordinate dal punto di

vista stilistico, tecnologicamente avanzate e ricercate nei

materiali. Dalle coperture alle vele, dai mobili da esterno alle

luci e ai complementi, tutto è pensato su misura per

assecondare i desideri di chi vive quello spazio.

L’azienda e la direzione creativa si sono quindi trovate nel

momento più opportuno e siamo orgogliosi della scelta.

La strutturazione della direzione creativa è stata accompagnata

da un altro investimento strategico in cui l’azienda crede

fortemente: la comunicazione. L’area è stata rafforzata con

l’ingresso di un professionista di notevole esperienza – Sully

Briskomatis – che con il suo staff dà “voce” ai nostri progetti

contribuendo al processo di branding su cui stiamo puntando

fortemente e con molte soddisfazioni. Ancora una volta dico

che le risorse umane sono al centro del nostro successo.

Lo sviluppo dell’azienda si è infatti basato su “pilastri” storici

come Carlo Mazzali, Direttore Commerciale, e Marzia Betti,

considera gli spazi “outdoor” integrati con quelliabitativi. Quali strumenti utilizzate per svilupparequesta attitudine a “vedere” le nuove tendenze e lenuove abitudini dell’abitare?

Gianmarco Biagi: «Saper analizzare il mercato e le nuove

tendenze che si sviluppano è alla base del nostro lavoro.

L’atteggiamento del consumatore verso l’outdoor è sempre più

vicino a quello tradizionalmente dedicato all’indoor, tanto che

oggi si parla di “opendoor”. Le persone desiderano ricreare

all’esterno un ambiente comodo, ricercato, di stile, sfruttando

tutti gli spazi disponibili per trasformarli in luoghi da vivere.

Per rispondere a questa esigenza, Corradi fonda la propria

attività su un approccio progettuale degli spazi, partendo dai

gusti e dalle esigenze di chi lo abita. E lo fa con un’offerta

differenziata e in un’ottica total look: strutture addossate o

autoportanti, in legno o alluminio, su misura per ogni

contesto; vele ombreggianti che sfruttano le tecnologie

nautiche, linee di arredi e complementi per arricchire ogni

spazio esterno e personalizzarlo. Il concetto di “vendita di

singoli prodotti” non fa parte del nostro DNA già da molto

tempo. In azienda si parla di total look, soluzioni, spazi da

vivere, non di Pergotenda®, anche se si tratta del sistema di

copertura mobile che ci ha differenziati sul mercato e di cui

deteniamo il brevetto. Qualunque spazio esterno, per diventare

uno spazio da vivere ha bisogno di essere valorizzato

attraverso l’attenzione per ogni dettaglio e la coerenza

stilistica di ogni componente. Da qui il nostro concept total

look: disegnare l’outdoor in modo completo e personalizzato.»

Sfogliando il vostro catalogo è evidente come tutta

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art 2_TJ 01/12/2010 11.31 Pagina 16

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controller e oggi può contare anche su professionisti di valore

come Vincenzo Piro, Direttore Operations e Davide Ortolani per

la Ricerca e Sviluppo. Più in generale, però, tutte le nostre

risorse sono fondamentali, ognuna nel proprio ruolo, e a loro

vanno i ringraziamenti della Direzione.»

Le certificazioni che Corradi ha ottenuto con TÜVItalia quanto, e in che modo, vi supportano nellagestione aziendale nel suo insieme e quali sono ivostri prossimi passi verso un’integrazione sempremaggiore ambiente/prodotti e viceversa?

«Le certificazioni rilasciate da TÜV Italia sono

fondamentali e rappresentano la conferma dell’impegno che

Corradi pone in ogni attività aziendale. La certificazione UNI

EN ISO 9001:2000 garantisce la qualità dei processi e dei

prodotti e la certificazione UNI EN ISO 14001:2004 – ottenuta

a gennaio 2010 – attesta il rispetto ambientale delle nostre

azioni. Recentissima la certificazione PEFC per la

deforestazione controllata e siamo al lavoro per conseguire

entro l’anno anche la certificazione OHSAS 18000:2007 per la

sicurezza, sempre con TÜV Italia.

La missione di Corradi è quella di affermarsi come brand

sinonimo di qualità e specializzazione e le certificazioni sono

tappe fondamentali perché questo accada. Per essere leader

sul mercato occorre avere una reputazione ineccepibile agli

occhi dei propri stakeholders e la certificazione è un passo

importante in questo senso. L’autorevolezza di un ente come

TÜV Italia apporta ulteriore valore aggiunto. Corradi ha scelto

di intraprendere la strada delle certificazioni, che impegna

moltissimo tutte le aree aziendali, non per questioni di

“immagine” ma per potenziare e migliorare concretamente i

processi e la gestione aziendale. In questo modo abbiamo

acquisito strumenti che ci permettono di lavorare con

metodologie precise e con procedure accurate. L’organizzazione

generale dell’azienda ha subito così una svolta molto positiva in

termini di mentalità. A sottolineare quanto il tema ci stia a

cuore, abbiamo recentemente lanciato un progetto interno che

si chiama “Qualità 100%” e che coinvolge tutta l’azienda.»

GIANMARCO BIAGI

Dopo la laurea in Ingegneria Meccanica all’Università di Bologna, frequenta un Master in Direzione d’Impresa e

Finanza e successivamente segue corsi di aggiornamento in gestione d’impresa presso l’Università Bocconi di Milano

e altri centri di formazione manageriale.

Affianca gli studi alla carriera lavorativa, seguendo un percorso professionale all’interno di Moto Morini, produttore

di moto, motocicli e motori a scoppio, con incarichi diversi all’interno di diverse società del gruppo: Responsabile

assicurazione qualità e quindi Responsabile di tecnologie e industrializzazione, per diventare prima Direttore di

stabilimento e poi Direttore Generale. Nel 2005 è nominato Coordinatore dei Direttori Generali del gruppo e, in

questa veste, coordina importanti collaborazioni con primarie aziende, come Ducati Motor Holding.

Entra in Corradi nel 2006 come Direttore Generale e l’anno successivo è nominato Amministratore Delegato.

Nel 2008, acquisendone una quota, diventa partner della società e nominato Amministratore Delegato del Gruppo,

con responsabilità per lo sviluppo del piano industriale 2009-2013, teso ad una forte crescita dell’azienda a livello

internazionale. Nel 2009 entra nel Consiglio di Amministrazione delle altre società del gruppo Corradi: Velombra Srl

(produttore di vele ombreggianti), Corradi Arredi (produttore di arredi per esterni), Armonia Srl (produttore di

software) e di Corradi Usa Inc. (filiale produttiva della Corradi S.p.A. in Texas – Dallas), come consigliere.

Nell’ambito di Unindustria Bologna è membro del “Club Innovatori” con responsabilità per l’organizzazione aziendale.

D a v i d e B a r o n c i n i

+39 - 051-2987411

+39-051-2987499

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Ricerca e sistema qualità?Sono complementari«Si cura meglio dove si fa ricerca»: il Centro di Ricerca Eugenia Menni di Brescia è legato a una struttura ospedaliera

ed è specializzato nello studio delle cellule staminali. Intervista al Direttore Ornella Parolini.

REM, il Centro di Ricerca da Lei diretto,prende il nome da una religiosa, Madre Eugenia

Menni, che riteneva opportuno affiancare unastruttura di ricerca ad una ospedaliera, nel vostrocaso l'Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza.Ci spiega come è possibile fare ricerca di alto livelloin una struttura di medie dimensioni come CREM equali sono stati i fattori che hanno permesso lanascita e lo sviluppo del vostro Centro?

Diciamo che è un centro di ricerca in evoluzione, sia per la

ricerca in atto che per le dimensioni. Credo e confido che la

Fondazione Poliambulanza continui a vedere nella ricerca, ed in

particolare nella positiva evoluzione del CREM, un segno della

visione originaria, e cioè che si cura meglio là dove si fa

ricerca, e dove con il tempo si consolida una mentalità di

ricerca e di confronto interdisciplinare.

CREM affianca alla ricerca di base la sperimentazione,

C

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agevolata dall’essere collocata all’interno di unastruttura ospedaliera. Ci illustra quali sono i passaggichiave tra la ricerca in laboratorio e la sperimentazionee applicazione sul malato e come essi avvengono?

La ricerca in corso non è ancora traslata in clinica, ma ha

chiari obiettivi clinici, cioè determinare se le cellule che stiamo

per il momento studiando solo in modelli di coltura cellulare in

vitro e in modelli animali preclinici in vivo, possano in un

prossimo futuro essere utilizzate in alcune patologie specifiche. In

particolare, abbiamo dimostrato che queste cellule in coltura in

vitro presentano caratteristiche staminali in quanto sono in grado

di differenziare e dare origine a cellule di altre linee cellulari.

Esse, inoltre sono scarsamente immunogeniche, cioè, se

trapiantate in vivo sono ben tollerate. Infine, abbiamo trapiantato

queste cellule in modelli animali patologici, allo scopo di studiare

un loro possibile impiego come terapia cellulare, ottenendo

risultati positivi (riduzione delle lesioni patologiche) in modelli pre-

clinici di fibrosi polmonare, fibrosi epatica, ischemia del miocardio

ed ischemia cerebrale. Grazie alle peculiarità immunologiche di

tali cellule che le rendono facilmente tollerate e non rigettate,

esse sono pertanto potenzialmente applicabili anche in trapianti

allogenici.

Nello staff di CREM c'è una forte presenza femminile,partendo da lei che lo dirige, un fatto rilevabile anchein altri centri di ricerca. Come spiega questo fenomenonel vostro settore, anche per posizioni di prestigio, chesembra in controtendenza rispetto ad ambiti lavorativipiù tradizionali?

Oggigiorno la presenza femminile è numericamente diffusa

ed in crescita nelle facoltà scientifiche e tante giovani donne

arrivano al CREM all’inizio della loro esperienza post-universitaria.

Purtroppo, col passare del tempo molte donne, impegnate anche

come mogli e madri, non riescono a soddisfare impegni lavorativi

sempre più pressanti che una carriera in ascesa richiede. Per

questo motivo, se da una parte le ricercatrici giovani sono la

maggioranza dall’altra le donne che coprono posti di rilievo sono

una minoranza rispetto agli uomini. Pur tuttavia, doti riconosciute

alle donne quali una maggior precisione e maggior tenacia, molto

importanti nel nostro settore, le portano a ricoprire posizioni di

prestigio in numero maggiore rispetto ad altri ambiti lavorativi.

Per me sarebbe importante che le donne potessero essere

consapevoli che ogni lavoro, così come quello della ricerca, è una

sfida e pertanto quanto sia importante dimostrare il proprio valore

anche in questo ambito.

La vostra attività scientifica è verificataperiodicamente da un organismo dedicato. Puòspiegarci quali sono gli obiettivi di questo controllo e suche basi avviene?

Abbiamo principalmente due tipi di sistemi di controllo e di

valutazione:Il primo è costituito da un organismo denominato

Scientific Advisory Board, composto da tre autorevoli ricercatori

internazionali, che si occupa della conduzione della progettualità

scientifica in tutte le sue fasi quali l’impostazione, la

sperimentazione e l’analisi dei dati. I membri dello Scientific

Advisory Board incontrano tutto il gruppo di ricerca periodicamente

e, oltre ad un’attenta valutazione delle attività effettuate,

apportano consigli significativi per migliorare la ricerca.

L’altro sistema di controllo, complementare al primo, che

permette la gestione, la verifica e il miglioramento continuo dei

nostri processi operativi e gestionali, si basa sui principi della

norma UNI EN ISO 9001:2008. Il Centro di Ricerca ha infatti

sviluppato un proprio sistema di gestione della qualità, certificato

da TÜV Italia, sin dal 2004.

Operando nel settore scientifico siete abituati alavorare sulla base di protocolli e prassi definite edanche la certificazione di sistema qualità definisce unapproccio ai processi che prevede delle regole daseguire. Quali sono a suo giudizio gli elementi di differenza e quelli di sovrapposizione tra un approcciosistemico delle attività e quello scientifico legato allavostra attività di ricerca?

Ritengo non ci siano differenze ma piuttosto delle

sovrapposizioni o meglio delle complementarietà. Per poter

condurre una buona ricerca, l’esplicitazione di una politica della

qualità aiuta tutti a capire verso quale meta e con quali obiettivi

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considerate come due rotaie dello stesso binario. La bioetica, non

dovrebbe perciò riguardare solo qualche tipo di ricerca e non

qualche altra, qualche nazione e non qualche altra.

Avere la consapevolezza di lavorare per un fine buono e con mezzi

buoni dovrebbe essere una preoccupazione della scienza in

generale. Purtroppo la bioetica viene spesso associata a un divieto

di fare qualcosa e non ad un supporto per lavorare meglio. Questo

ha fatto perdere di vista il fatto che nessuna disciplina, neppure la

scienza, ha la verità in mano e confrontarsi con altre discipline

che invitano alla riflessione e alla consapevolezza di quanto si fa, è

qualcosa che si tende a non più accettare.

Pertanto, ritornando alla ricerca sulle cellule staminali, la bioetica

non è contro anzi, al contrario, è a favore dello studio e

dell’utilizzo delle staminali quando, però, il loro impiego non

comporti la distruzione di un embrione umano. I problemi nascono

proprio quando le staminali sono isolate da una fase dello sviluppo

umano quale è l’embrione e dove, almeno al momento attuale, il

prelievo comporta distruzione dello stesso. Nessun buon fine

(utilizzo di staminali per curare malattie) può giustificare il

sacrificio di un embrione umano. Pertanto avremo bisogno di

crescere in scienza, tecnica e coscienza anche noi ricercatori

quando veramente il fine della nostra ricerca è curare ma non a

discapito di altri.

ORNELLA PAROLINI

Si laurea in Scienze Biologiche all’Università di Milano con il massimo dei voti e già negli anni universitari frequenta, come allieva

interna, l’Istituto dei Tumori di Milano. Dopo la laurea è borsista presso il Laboratorio di Biotecnologie del Dipartimento Materno

Infantile dell’Univesità di Brescia per trasferirsi poi per un biennio negli USA, presso il Department of Immunology del St.Jude

Children’s Research Hospital di Memphis come Postdoctoral Research Associate.

Torna in Italia, ancora una volta presso il Laboratorio di Biotecnologie del Dipartimento Materno Infantile dell’Univesità di Brescia

come borsista Telethon, e un anno dopo si trasferisce all’Istituto di Immunologia dell’Università di Vienna, prima come visiting

scientist e poi come assistente e responsabile del laboratorio.

Nel 2002 è nuovamente in Italia come Direttore del Centro di Ricerca E. Menni, Fondazione Poliambulanza, incarico che ricopre

ancora oggi. Affianca all’attività scientifica quella didattica, oltre ad essere autrice di numerose pubblicazioni scientifiche.

Per la sua attività scientifica e formativa ha ottenuto importanti premi e riconoscimenti in Italia e all’estero.

La linea di ricerca pionieristica sulle cellule staminali derivate da placenta ha condotto alla fondazione di IPLASS (International

Placenta Stem Cell Society), di cui è Presidente dal 2009.

si sta lavorando; la definizione di procedure operative permette di

tenere sotto controllo i processi alla base dell’attività di

laboratorio; l’elaborazione di specifici protocolli pone l’attenzione

sulla riproducibilità dell’esperimento, elemento essenziale per

ottenere risultati affidabili. Per garantire tutto ciò sono necessari

strumenti specifici, tra cui il sistema di gestione qualità. Ritengo

che il sistema qualità offra degli strumenti validi che possono

essere utilizzati sia in un laboratorio di ricerca o diagnostica, sia

in aziende la cui attività genera un prodotto molto diverso da

quello di un dato scientifico o di un dato diagnostico.

Ricerca e condivisione delle conoscenze sono fenomeniche coinvolgono la comunità scientifica a livellointernazionale, ma la prima è condizionata anche dascelte nazionali. Nel nostro paese, e non solo, la ricercasulle cellule staminali deve confrontarsi con aspettilegati alla bioetica: possono, a suo giudizio, ricerca ebioetica convivere e quali i limiti, se ci sono, che laricerca deve porsi?

Credo che questa risposta meriti delle premesse ed inizio con

una domanda: qual è il fine della bioetica e della scienza?

In maniera molto semplice potremmo dire “perseguire il bene per

l’umanità”. Pertanto non ci dovrebbero essere sostanziali

differenze tra bioetica e scienza, ma anzi dovrebbero essere

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E d i t o r i a l e I O l t r e l a c r i s i

Sezione i ta l iana

2121 S t o r i e I P i c co l e ma e c ce l l en t i

Innovatori per nascita: la sfida Sunerg al mercato delle energie rinnovabili«Investimenti continui in ricerca e sviluppo per difendersi dall’assalto delle produzioni low cost»: il numero 1

dell’azienda umbra, Luciano Lauri, ci racconta l’avventura e le prospettive di evoluzione della società.

unerg Solar nasce nel 1978 come aziendaproduttrice di sistemi che utilizzano energia“pulita” per produrre acqua calda, corrente

elettrica, riscaldamento complementare, quindi eolico,fotovoltaico e il solare termico: una direzione originale perquegli anni, dove si puntava sull’energia nucleare. Che cosa l’ha spinta verso questa scelta imprenditoriale,che oggi appare scontata ma allora poteva definirsicontrocorrente?

A dire il vero, l’innovatore è stato mio padre che ha

incoraggiato noi figli ad intraprendere questo percorso

imprenditoriale con passione e dedizione. Nel corso degli anni ci è

capitato di fermarci a riflettere se era il caso di continuare ad

investire ed insistere in questo settore.

Se era difficile continuare con scarsi ritorni economici, per noi era

ancora più difficile interrompere un’attività su cui ci si credeva

molto. È solo grazie ai valori e alla passione trasferitaci da nostro

padre che ora siamo qui a parlare della nostra realtà.

Un’altra spinta, questa inconsapevole, penso che ci sia arrivata dalla

nostra regione, l’Umbria, che ci ha portato ad avere un’alta

considerazione ed un alto rispetto per l’ambiente.

A quasi trent’anni dalla sua fondazione, rimanendo fedelealla sua missione fondativa, oggi Sunerg Solar è unarealtà di 40 dipendenti che produce sistemi per l’utilizzo dienergie rinnovabili come fonti primarie di energia ed offreun servizio completo che va dalla progettazione alladistribuzione, fino al supporto post vendita: illustra ainostri lettori le tappe più importanti di questo percorsoimprenditoriale di successo?

Sunerg Solar fonda le sue radici alla fine degli anni ‘70 quando

l’impresa di mio padre Giuseppe Lauri e noi figli, operante nel

S

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Sto r i e I P i c co l e ma e c ce l l en t i

settore termoidraulico, inizia ad installare impianti solari termici.

L’idea di trarre energia dalle risorse naturali piace a tal punto che

l’azienda entra subito nell’ottica delle fonti energetiche alternative,

ed inizia a produrre i primi collettori solari nel 1978 firmati “Sunerg

– Lauri Sistemi Solari”.

Il secondo step fondamentale della nostra storia è l’ingresso nel

settore del solare fotovoltaico con le prime installazioni agli inizi degli

anni ‘90, avvenuto quasi in concomitanza con il cambio

generazionale, dove la gestione dell’azienda passa sotto la mia

responsabilità e quella dei miei due fratelli.

L’altro tassello importante è stata l’introduzione della linea

produttiva tecnologicamente avanzata del solare fotovoltaico,

affiancata da una vera e propria strategia commerciale orientata al

mercato nazionale ed internazionale, con una rete di agenti e

rivenditori che promuovono e propongono il nostro brand su vasta

scala.

La vostra produzione abbraccia il fotovoltaico, il solaretermico e il mini eolico: come si suddivide in percentuale ilfatturato aziendale tra questi diversi sistemi di produzionedi energia pulita e come vede il loro andamento nel mediotermine, tenendo conto degli incentivi statali di cui godeoggi questo settore, ma anche delle posizioni espressedalle nostre autorità circa le necessità di scelte diverseper assicurare il fabbisogno energetico del nostro paese?

Il nostro fatturato interno segue la tendenza di mercato e

indicativamente è così ripartito: 70% fotovoltaico, 25% solare

termico, 5% minieolico.

L’energia rinnovabile è un tema di forte attualità finalizzato appunto

al raggiungimento dell’obiettivo di coprire il 17% dei consumi di

energia entro il 2010 mediante fonti rinnovabili, come imposto dalle

direttive europee. A tal proposito il governo italiano sembra

intenzionato ad incentivare fra le fonti rinnovabili proprio il nostro

campo d’azione, ovvero il fotovoltaico e il solare termico. Il trend si

prospetta assolutamente roseo: su scala nazionale il fotovoltaico è in

forte espansione e con ampi margini di crescita soprattutto se

confrontati con le altre nazioni europee, che essendo partite per

prime stanno raggiungendo la saturazione. Nel nostro paese invece

basta alzare lo sguardo e rendersi conto che i tetti con impianti

solari termici o fotovoltaici sono ancora pochissimi. Di assoluta

importanza è l’ultimo conto energia che incentiva maggiormente il

singolo cittadino rispetto alle installazioni industriali e pubbliche.

La vostra è una produzione tutta “made in Italy”, una scelta di cui andare orgogliosi che richiede fortiinvestimenti in R&S e che influenza il posizionamento sulmercato dei vostri prodotti. Cosa comporta questa decisione e come reagisce ilmercato? Premia i prodotti di qualità e performantirispetto a quelli low cost, magari provenienti dall’estero?

Andiamo fieri ed orgogliosi di sottolineare il nostro “Made in

Italy dal 1978”, leit motiv di ogni nostra comunicazione esterna.

Abbiamo più di nove brevetti internazionali depositati e diverse

innovazioni provenienti dai nostri laboratori. Inoltre la nostra

produzione è supportata da un costante programma di corsi sia a

livello tecnico per installatori elettrici, termici e studi tecnici sia a

livello commerciale per agenti di vendita e promotori. Nel nostro

settore ci sono due tipologie di imprenditori, chi sceglie di seguire il

mercato e chi sceglie di dominarlo, presentando prodotti di qualità e

soluzioni innovative, come noi. Grazie agli investimenti continui in

ricerca e sviluppo oggi siamo in grado offrire sistemi all’avanguardia

non concorrenziali e questo ci consente di essere in parte immuni dai

sistemi low cost.

Dal 1° di gennaio 2010 c’è l’obbligo di dotare abitazionied edifici industriali di nuova costruzione di impianti adenergia da fonti rinnovabili per garantire una produzioneminima di almeno 1KW per unità abitativa. Ma accantoalle nuove costruzioni non si può dimenticare il patrimonioedilizio esistente: come affrontate la necessità diintegrare nei vostri prodotti aspetti estetici con esigenze

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tecniche e come sistemi nell’ambito del solare termico edel fotovoltaico possono essere inseriti nell’edilizia preesistente?

Rispondere alle necessità di integrazione è il nostro cavallo di

battaglia. Considerando gli innumerevoli centri storici che

attraversano il nostro bel paese, abbiamo ideato, progettato e

brevettato moduli ibridi e architettonicamente idonei a soluzioni

estetiche a basso impatto ambientale come il collettore solare

invisibile, chiamato Quasar. Questo consiste in una decalcomania

forata applicata sul vetro con trattamento termico capace di

riprodurre in modo personalizzato l’ambiente circostante ai pannelli

solari: tegole, coppi, ringhiere.

Questo brevetto apre prospettive nuove per la diffusione dell’energia

solare termica in tutte quelle aree (fasce urbane con rilevanza

storica, paesaggistica, ecc.) dove la normativa urbanistica e le

esigenze estetiche non ne consentono l’applicazione.

SUNERG SOLAR è certificata TÜV Italia per il sistema

qualità e per quello ambientale. Se certificarsi ISO 9001può essere una scelta anche dettata dal mercato, lacertificazione ISO 14001 è per certi versi connessa allavostra attività. Quanto la scelta di essere ISO 14001 èlegata all'impatto che i vostri processi produttivi hannosull'ambiente e quanto alla vocazione “verde” della vostraproduzione e alla vostra filosofia aziendale?

In riferimento alla certificazione ISO 14001 si può certamente

rispondere che la vocazione verde non è solo uno slogan, ma è parte

integrante della nostra realtà imprenditoriale. Sunerg, difatti, intende

continuare e rafforzare il percorso “verde” attraverso un costante

miglioramento dei processi produttivi, scegliendo in primis materie

prime e semilavorati riciclabili, acquistando solo macchinari

all'avanguardia, che consentono un processo produttivo che limitata

le emissioni e gli scarichi inquinanti, oltre a monitorare i consumi

energetici con l’obiettivo di contenerli ed incrementando la propria

produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

LUCIANO LAURI

Entra nel mondo del lavoro ancora adolescente, aiutando il padre nelle prime installazioni di impianti solari termici,

appassionandosi subito al lavoro e alla possibilità di trarre energia dalle risorse naturali, contribuendo, nel 1980, alla

prima produzione di collettori solari “firmati” dall’azienda.

Promuove la specializzazione dell’azienda nella produzione del solare termico e quindi, insieme ai fratelli, prende le

redini della società, iniziando una nuova sfida imprenditoriale con l’apertura al settore del solare fotovoltaico,

favorendo l’ampiamento dell’area di produzione dell’azienda.

Nel cambiamento di assetto societario del 2003, che vede il passaggio di Sunerg Solar da ditta individuale a società a

responsabilità limitata, prende in mano l’intera gestione aziendale, in collaborazione con i fratelli in qualità di soci.

Senza mai perdere di vista l’importanza dell’innovazione e della differenziazione, promuove investimenti in progetti che

nel corso degli anni, diventano brevetti internazionali, riconosciuti ed apprezzati dall’intero settore di riferimento.

Dà un forte impulso anche al settore commerciale, mettendo a punto una strategia commerciale orientata al mercato

nazionale ed internazionale attraverso la creazione di una rete di agenti e rivenditori.

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Nella foto in basso i fratelli Lauri, da sinistra a destra:

Marco, Luciano, Daniele.

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24News

Le previsioni 2011 per il settore calzaturiero, un

pilastro del “sistema moda” italiano e della nostra

economia, tendono ad un cauto ottimismo. L’Italia è il

primo paese produttore europeo di calzature, con un’

incidenza dell’export sulla produzione dell’80%, ed è

leader nella produzione di fascia alta, calzature con un

design accattivante e materiali raffinati, che devono

presentarsi sul mercato con le carte in regola anche

dal punto di vista qualitativo e legislativo, ovvero privi

di sostanze tossiche e vietate da leggi europee come

cadmio, coloranti azoici, nichel etc., solo per citarne

alcuni di una lunga lista. Per i produttori del settore

calzaturiero e le aziende della distribuzione che

desiderano la conformità dei loro prodotti a alti

standard qualitativi e alle normative internazionali di

riferimento, come il Regolamento Europeo REACH o

quello statunitense CPSIA (Consumer Product Safety

Improvement Act), TÜV SÜD Product Service rilascia il

TÜV SÜD footwear mark, che garantisce i

consumatori sul fatto che i prodotti hanno superato

rigorose analisi chimiche e qualitative e che la

produzione è periodicamente controllata per

garantirne la conformità ai requisiti del marchio.

Contatto: [email protected]

Anche quest’anno ha avuto luogo a Roma, dal

27 al 29 maggio, presso l’Auditorium del

Centro Congressi “La Fornace” il Safety &

Quality Forum al quale, per la prima volta,

TÜV Italia è stato presente con un proprio

stand. La manifestazione, indirizzata agli

operatori professionali del settore sicurezza, declinata in tutti i suoi aspetti,

ha avuto un ricco programma seminariale e di convegni.

Per il nostro ente e per la nostra casa madre TÜV SÜD, la sicurezza è parte del

DNA, già dal nome. Infatti l’acronimo TÜV può tradursi in “Associazione

Tecnica di Sorveglianza finalizzata alla sicurezza del singolo e della collettività

nel rapporto uomo/macchina”, più in generale con tutto ciò che ci circonda e

con il quale quotidianamente veniamo in contatto, compreso l’ambiente.

Oltre che con i nostri interventi tecnici, lavoriamo per favorire lo sviluppo nelle

aziende di una cultura della sicurezza anche attraverso i corsi di TÜV SUD

Formazione, ente accreditato nell’ambito della formazione obbligatoria (RSPP e

RLS), che abbiamo fondato e di cui siamo partner. TÜV SUD Formazione

individua e reperisce per conto delle aziende, attraverso i fondi

interprofessionali, i finanziamenti

per soddisfare qualsiasi loro

esigenza formativa.

Il Safety & Quality Forum si è

incentrato su incontri, seminari,

convegni che hanno visto anche

il nostro diretto contributo: il 27

maggio Davide Baroncini,

Responsabile Area Centro Nord

TÜV Italia, è intervenuto su

“Adempimenti e sicurezza dal

prodotto al sistema.

La certificazione BS OHSAS 18001 e i D.lgs 81/08 e D.lgs 231/01: quale

relazione?” ed il 29 maggio, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di

Tor Vergata, dove il Forum si è spostato, Franco Fontana, Direttore Divisione

Akademie TÜV Italia, ha tenuto un workshop su “I fondi interprofessionali:

come finanziare la formazione e liberare risorse economiche per investire sulla

sicurezza”. Contatto: [email protected]

Nell’ambito della collaborazione tra TÜV Italia ed Oracle per lo sviluppo nelle aziende di una cultura sulla sicurezza informatica, si

è tenuto a Roma il secondo seminario, voluto oltre che da Oracle e TÜV Italia anche da Clusit e Uninfo, consapevoli che in molte

aziende la sicurezza delle informazioni è sottovalutata nonostante i casi più eclatanti di frodi ed attacchi apparsi anche sulla

stampa. L’evento, basato su un ricco programma di relazioni, ha visto per TÜV Italia l’intervento di Fabrizio Cirilli, Sector Manager

ICT, che ha presentato una panoramica tra le possibili cause di un approccio ancora piuttosto superficiale da parte delle aziende

nell’affrontare i problemi legati alla sicurezza delle informazioni.

Gli elevati contenuti tecnici, la delicatezza dei temi trattati, insieme alle sinergie tra le varie relazioni, sono stati gli elementi che

hanno permesso all’evento di avere il giusto riconoscimento da parte del pubblico, intervenuto numeroso a questo appuntamento.

Contatto: [email protected]

La Sicurezza dalla A alla Z

TÜV Italia al Safety & Quality Forum

Calzature sicure con il marchio TÜV SÜD

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News

TÜV Italia e TÜV SÜD ad EOLICA EXPO 2010

Quest’anno si è rinnovato l’appuntamento al Cosmo Hotel di Cinisello

Balsamo, dell’Auditor meeting plenario, evento che ogni due anni vede

riuniti tutti gli auditor TÜV Italia e che affianca le frequenti sessioni di

aggiornamento tecnico che coinvolgono gli auditor, in modo separato per

schema di certificazione. Si sono ritrovati per ascoltare dai manager

dell’ente, oltre alle più recenti novità in termini di servizi, organizzazione

della struttura, aspetti tecnici, anche quelle che sono le strategie di

marketing e sviluppo che l’ente ha deciso di mettere in atto per

affrontare questi anni di transizione, incrementando le sue posizioni sul

mercato. Il tutto con un approccio interdisciplinare e sinergico, che

rappresenta anch’esso una caratteristica strategica dell’ente e

sicuramente vincente. TÜV Italia, infatti, è uno dei pochi enti che può

mettere in atto questa politica grazie alle sue competenze in numerosi

settori e all’ampia offerta di servizi, partendo da quelli forse in questo

momento più richiesti afferenti ai temi ambiente/energia/sicurezza.

All’incontro è stato dato un ampio spazio ai progetti innovativi, e fra

questi il più importante è certamente la Certificazione di Servizio, che

l’ente sta portando avanti con clienti e progetti di respiro internazionale.

È proprio per avere una testimonianza dalla viva voce dei protagonisti

che all’interno dell’incontro ha avuto spazio una breve presentazione da

parte di Piero Giardini, Direttore Post Vendita di Mazda Motor Italia, che

ha raccontato l’esperienza certificativa della rete dei concessionari Mazda

e le ricadute positive sui clienti, e sul personale coinvolto, con immediati

riflessi sul servizio, fattore chiave di successo per un’azienda sempre più

customer oriented.

Questo “esperimento”, in un contesto abituato a tecnicismi e regole, oltre

che a confronti tra tecnici, è stato molto apprezzato dalla sala, come

evidenziano i risultati del survey che ha coinvolto i partecipanti al termine

del meeting, così come molto positivo è stato il giudizio espresso sugli

argomenti trattati e sulle aspettative create dall’agenda e soddisfatte

dall’incontro. L’auditor meeting è stata anche l’occasione per premiare,

durante la cena, quegli auditor che lavorano per l’ente da più di un

decennio: qualche occhio lucido e un pò di nostalgia, ma guardando al

futuro con realistico ottimismo. Contatto: [email protected]

L’Auditor meeting TÜV Italia 2010

Nell’ambito delle energie rinnovabili l’energia eolica, prodotta dalla conversione

dell’energia cinetica del vento in energia elettrica o meccanica, se consideriamo

il rapporto costo/produzione è la più competitiva dal punto di vista economico,

oltre ad essere stata la prima forma di energia rinnovabile, dopo il fuoco, ad

essere utilizzata dall’uomo.

Problemi legati al cambiamento del clima, ed un’attenzione sempre maggiore agli

aspetti ambientali, hanno fatto sì che negli ultimi decenni la capacità di produrre

energia, soprattutto elettrica, dagli aerogeneratori è cresciuta in tutto il mondo

ed oggi gli USA, seguiti da Germania, Spagna, Cina ed India, insieme,

rappresentano oltre il 70% della potenza eolica sviluppata a livello mondiale.

Anche il nostro paese segue questo trend di crescita anche se, rispetto ad altri

paesi, la diffusione di questa tecnologia è più lenta. Ma una spinta in questa

direzione è venuta da EOLICA EXPO 2010, la manifestazione che ha avuto luogo

presso la Fiera di Roma dal 7 al 9 settembre a cui TÜV Italia ha partecipato

presso lo stand della casa madre TÜV SÜD, che ha presentato le sue attività

tecniche per le aziende che operano in questo settore. L’evento ha visto riuniti i

maggiori protagonisti del settore: produttori di aerogeneratori e di componenti,

studi di progettazione di parchi eolici, enti locali, società elettriche, e il numero

dei visitatori alla manifestazione romana ha ulteriormente sottolineato l’interesse

del mercato verso le energie rinnovabili in generale, e l’eolico in particolare.

Contatto: [email protected]

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Nelle alture della valle di Loisach, in Baviera, Hans Ulrich Zbil

ispeziona la ruota della puleggia di una funivia.

Costruita nel 2002, trasporta escursionisti e sciatori per circa

280 giorni all’anno dalla località a valle di Garmisch-

Partenkirchen fino a Kreuzeck (1.650 metri), sotto il

Zugspitze, la montagna più alta della Germania. Nei momenti

di maggior afflusso, la funivia trasporta circa 1.500 persone

all’ora e per garantire che funzioni in sicurezza e senza

problemi, deve subire ispezioni periodiche.

Ogni anno Zbil ed i suoi colleghi di TÜV SÜD Industrie

Service ispezionano le funi di traino e quelle portanti,

controllano il cambio di marcia e verificano le condizioni dei

supporti.

In qualità di ente d’ispezione, controllo e certificazione

notificato, TÜV SÜD è un partner importante per gli operatori

delle funicolari – a Kreuzeck così come in molte delle circa

3.000 cabine e seggiovie nella regione alpina.

Tra monti e valli

L e a t t i v i t à d i T Ü V S Ü D

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