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Addio Stitichezza!

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ADDIO STITICHEZZA!  

I  rimedi  più  efficaci  per  eliminarla  definitivamente.

© Francesca Giordano (proprietà letteraria riservata)

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Coordinamento editoriale

Cosimo Melle

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INDICE

Introduzione.........................................................................05

Capitolo 1 – Un male moderno…………............................10 Capitolo 2 – Cenni di anatomia e fisiologia….....................25

Capitolo 3 – Complicanze della stipsi cronica.....................39

Capitolo 4 – Un approccio integrativo verso la salute….....54 --- Primo passo: DEPURARSI.............................................79 --- Secondo passo: ALIMENTAZIONE..............................86 --- Terzo passo: RIMEDI NATURALI..............................103 --- Quarto passo: RESPIRAZIONE…...............................131 Conclusione…………………………………………..…...141 Ricette gustose………………………………………..…...143

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Introduzione

Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che immaginano di poter

mandare via l’inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l’inverno ma l’inverno

che causa la neve.

Paracelso Lo scopo di questa guida è quello di far luce sul problema della stitichezza, imparando a conoscerlo da vicino. Così da iniziare a capire che non si tratta di un male da sconfiggere (come tutte le malattie del resto) ma di un messaggio inequivocabile che ci avverte che qualcosa non sta andando come dovrebbe. Il primo passo per una salute eccellente è quello di iniziare a conoscersi e ad ascoltarsi.

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Spesso il nostro corpo ci lancia messaggi che non sappiamo decifrare o che peggio ancora ignoriamo perché magari troppo presi dai mille impegni che animano la nostra vita. Non esistono soluzioni facili, ma la buona notizia è che sono semplici. Semplici perché non richiedono chissà quali conoscenze in campo medico o magari l’utilizzo di complicate equazioni matematiche, bensì quello che io chiamo “approccio integrato naturale”. Integrato vuol dire che la soluzione è composta di diverse azioni che unite sono in grado di creare una sinergia efficace. Ogni azione presa da sola è utile ma non risolve il problema, se invece ogni parte inizia a lavorare con le altre allora il risultato si amplifica, diventa maggiore della sola addizione delle singole parti. Hai presente un concerto musicale?

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Ogni strumento segue gli altri, ma ognuno emette il proprio suono, quando tutti suonano la loro sinfonia, con il giusto ritmo e intonazione, possiamo ascoltare dei veri capolavori. Il nostro corpo non è tanto diverso da uno strumento musicale, ogni organo emette la sua specifica e armoniosa sinfonia e quando tutti gli strumenti sono perfettamente accordati esce fuori uno splendido capolavoro anche dentro di noi:

• lo stomaco digerisce bene il cibo, • l’intestino assorbe le sostanze di cui abbiamo

bisogno ed elimina gli scarti, • noi ci sentiamo leggeri e pieni di energia.

Come vedi è semplice, il corpo che abbiamo oggi è il risultato di svariati anni di evoluzione, sa funzionare perfettamente in maniera autonoma fino a quando non interveniamo noi con le nostre assurde pretese e tentativi di piegarlo alle nostre necessità. Non è così che funziona e il corpo ce lo segnala.

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Ho detto poc’anzi che la soluzione è semplice ma non facile, infatti qualsivoglia percorso di consapevolezza implica sforzo, messa in discussione di modi di pensare, abitudini, convinzioni erronee. Ti assicuro che non c’è altra via per godere di un’ottima salute se non quella di occuparci di noi stessi in maniera consapevole. Allora iniziamo il nostro piccolo percorso di riscoperta del nostro corpo.

Buon viaggio!

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CAPITOLO 1

Un male moderno

Cosa vuol dire soffrire di stipsi? Con questo termine facciamo riferimento alla ritenzione di materiale fecale all’interno dell’intestino, a causa di un’eliminazione parziale o peggio ancora ritardata. Questa disfunzione causa un rallentamento del transito a livello del colon o un ostacolo all’evacuazione a livello rettale. Le conseguenze sono note a molti: sensazione di non essersi svuotati del tutto, gonfiore addominale, colite. Se non si tratta di un fatto occasionale i sintomi possono anche peggiorare, per cui l’evacuazione potrebbe essere dolorosa e comportare la comparsa di emorroidi.

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Inoltre le tossine che dovrebbero essere espulse con le feci possono essere riassorbite e rientrare nel circolo ematico causando molti altri fastidi, come stanchezza, sonnolenza, cattiva digestione, irritabilità e nei casi più gravi intolleranze alimentari e allergie. Sono molti gli studi che attribuiscono ad una scarsa funzionalità intestinale molte delle patologie moderne, come ad esempio diverticolosi, diverticolite, varici emorroidarie e degli arti inferiori, flebiti, cancro al colon. Si stima che nei paesi occidentali circa il 100% della popolazione soffrirà prima o poi di questo disturbo. Come nasce il problema? Sono diverse le cause che portano alla stipsi, al primo posto ci sono sicuramente i fattori dietetici. I cibi moderni sono drammaticamente carenti di fibre vegetali (cellulosa, emicellulosa e lignina).

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In particolare la cellulosa produce feci più molli attirando acqua nel colon, le fonti migliori sono il grano integrale, l’avena, i fagioli, i cavoli, le carote e i broccoli. Le fibre svolgono un ruolo essenziale anche se non siamo in grado di digerirle (al contrario degli animali ruminanti), queste sono fondamentali per la formazione della massa fecale, se la nostra alimentazione ne è carente il volume delle nostre feci non sarà sufficiente a stimolare la peristalsi. E’ bene distinguere due gruppi di fibre, quelle insolubili come la cellulosa e quelle solubili come la pectina, queste ultime anche se hanno la facoltà di dissolversi nei liquidi e non aumentano il volume delle feci sono in grado però di favorire l’evacuazione perché agiscono come lubrificanti. Una dieta carente di fibre dunque, porta al rallentamento del transito e ad una conseguente formazione di feci dure, poco idratate e putrescenti. Pochi residui vegetali inoltre inibiscono i processi fermentativi che portano alla formazione di gas, anch’essi in grado di stimolare la peristalsi.

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Ma la colpa non è solo delle nostre scelte alimentari, la responsabilità va anche ricercata nelle nostre emozioni. Sentimenti come ansia, paura, rancore, collera o tristezza possono portare ad una contrazione spastica del colon con conseguente stipsi alternata a fasi dove invece prevalgono episodi diarroici. Non a caso quando si parla di intestino questo viene definito il “secondo cervello”. Un’altra pratica molto diffusa e altrettanto inutile è l’utilizzo smodato di lassativi (integratori a base di senna per capirci). Un uso prolungato può generare irritazione delle pareti del colon e questo di conseguenza può portare ad uno stato di spasticità che nel tempo mina la tonicità muscolare indispensabile al buon funzionamento del colon. Non dimentichiamoci dell’importanza del movimento. La peristalsi è un “movimento” e noi possiamo facilitarlo muovendoci, camminando all’aria aperta, respirando meglio, facendo sport.

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Queste sono le cause più diffuse, perché fanno parte del nostro vivere moderno, mangiamo per saziarci e abbiamo troppe cose da fare dimenticandoci del tutto o mettendo in secondo piano la salute del nostro corpo.

NOI SIAMO IL NOSTRO CORPO! Non dimentichiamocelo!

Ci sono però anche altri fattori che possono causare stipsi, di natura patologica e di competenza medica, come ad esempio alterazioni morfologiche del colon, inibizione del transito a causa di peritoniti, traumi operatori, retto colite ulcerosa etc. Se soffri da molti anni di stipsi parla con il tuo medico e cerca di rintracciarne la causa. Questo servirà ad escludere eventuali cause organiche e/o patologiche e ti fornirà un punto chiaro da cui partire.

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Le cattive e le buone abitudini alimentari Abbiamo parlato di alimentazione citando l’importanza delle fibre vegetali, ma ovviamente non basta consumare più frutta e verdura! Nella nostra alimentazione non devono mancare i macronutrienti, ovvero: carboidrati, proteine, grassi e i micronutrienti, ovvero vitamine e minerali. Questi alimenti sono sempre stati presenti nell’alimentazione umana, anche i nostri nonni si cibavano di questi nutrienti, cosa è cambiato dunque? Perché la stipsi sta subendo un aumento cosi drastico? Tirando nuovamente in ballo le fibre, è utile ricordare che non si trovano solamente in frutta e verdura, ma anche e soprattutto nei cereali integrali (quelle che consumavano i nostri nonni). Il processo di lavorazione che subiscono i cereali è sconvolgente!

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Sono praticamente privati di ogni sostanza utile al nostro organismo! E in genere hanno un alto indice glicemico, nel tempo abusare di questi alimenti può aprire la strada ad altre problematiche gravi e moderne, come l’obesità e il diabete di tipo 2. Sarebbe una buona norma quindi quella di consumare cibi integrali e di provenienza biologica. I cibi integrali contengono nella parte corticale del chicco sostanze come crusca e cruschello, fibre non idrosolubili in grado di velocizzare il transito intestinale e favorire la presenza nel colon di una flora prevalentemente gram positiva (streptococchi e lattobacilli). Costano un po’ di più è vero ma possiamo mangiarne un po’ meno e ricordarci che la nostra salute dipende dalle scelte consapevoli che siamo in grado di fare oggi.

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“Un’ottima pratica in grado di farci assorbire preziosi Sali minerali e sostanze curative per

l’intestino, è quella di bere l’acqua di cottura dei cereali integrali, un vero concentrato di salute

pronto per essere assorbito dall’intestino.” I cereali integrali sono ad esempio il riso, il grano (spesso causa di intolleranze ed allergie quando si consuma raffinato. Il motivo principale è la modificazione genetica e il conseguente aumento delle quantità di glutine in esso contenute, che il nostro intestino con difficoltà deve eliminare. La ragione è che il glutine permette di ottenere un impasto maggiore con minore quantità di grano rispetto al farro, l’avena, l’orzo, il grano saraceno. Stesso discorso vale anche per le farine, anche queste dovrebbero essere integrali. I prodotti da forno come pizze, pizzette, pane bianco, dolci industriali andrebbero ridotte drasticamente.

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Un discorso a parte meritano i lieviti utilizzati. La moderna industria deve soddisfare una domanda elevata e non può permettersi di rispettare i tempi naturali di lievitazione. Per cui nei prodotti industriali ci sarà una prevalenza ed un uso eccessivo di lievito di birra e lievito chimico. Questi molto spesso causano gonfiore e cattiva digestione, irritano le mucose intestinali causando inoltre un’eccessiva produzione di muco, rendono difficoltosa la formazione della massa fecale e quindi l’evacuazione. Esiste una soluzione ed una scelta: consumare prodotti lievitati con il lievito madre. Questo è un lievito a cui viene dato il giusto tempo di “fermentazione”; rispettare questi tempi fa si che al suo interno si sviluppino una varietà di batteri indispensabili alla digestione di molte fibre contenute nei cereali. Questo lievito infatti è in grado di predigerire per noi molte sostanze che altrimenti noi umani non potremmo assimilare.

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Scegliere dunque di consumare cereali integrali, non raffinati e prodotti lievitati con il lievito madre è una scelta assolutamente indispensabile per la salute del nostro intestino. Le fibre non sono presenti dunque solo nella frutta e nella verdura e questi alimenti non sono utili per combattere la stipsi solo per il loro contenuto di fibre! La frutta e la verdura contengono infatti molta acqua, biologicamente equilibrata, questa è in grado di idratarci e non appesantire la nostra digestione. L’ideale sarebbe consumarla ad inizio pasto o lontano dai pasti. Preferire la varietà e consumarla in ogni pasto sia cotta che cruda è un’ottima norma igienica (consumare prima gli alimenti crudi e poi quelli cotti). Mangiare i cibi giusti e prendersi il giusto tempo per nutrirsi (masticare lentamente, essere rilassati) fa si che la nostra digestione sia efficiente, questo ci farà sentire bene e non dimentichiamoci che una buona digestione favorisce una buona evacuazione … e viceversa ovviamente!

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Qual è il ruolo delle proteine nel trattamento della stipsi? Senza ombra di dubbio sarebbe meglio consumare carne di animali allevati in maniera biologica. La carne bovina è sottoposta ad una serie di modificazioni talvolta pericolose per la nostra salute. Gli animali sono costretti a nutrirsi di mangime non idoneo, povero di preziosi nutrienti per la loro crescita. Il sistema immunitario ne risulta assai debilitato, per cui vengono somministrate alte dosi di antibiotici per preservarli da possibili infezioni batteriche. Per compensare un’eventuale scarsa crescita dovuta a mangime povero di nutrienti si ricorre all’uso di ormoni. Gli ormoni vengono somministrati anche alle mucche per far loro produrre più latte. Indovina dove finiscono antibiotici e ormoni? Il consumo eccessivo di alimenti di origine animale nuoce alla salute, questi alimenti intossicano l’organismo, rallentano la digestione e indovina un po’… rallentano anche l’evacuazione.

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Le proteine animali vanno in putrefazione con produzione di anidride carbonica, idrogeno solforato e ammoniaca. Per azione della flora batterica gli amminoacidi danno luogo a sostanze più o meno tossiche: dall’ornitina si forma la putrescina, dalla lisina la cadaverina, dalla tirosina il cresolo e il fenolo. I corpi putrefattivi eventualmente assorbiti vengono neutralizzati a livello epatico. Devi però considerare che in presenza di una stipsi cronica anche gli altri organi (come il fegato ad esempio) saranno alterati nello svolgimento delle loro funzioni, per cui il consumo di proteine animali andrebbe limitato. Gli stessi veleni contenuti nelle carni rosse li ritroviamo ovviamente anche nelle carni bianche, il discorso non cambia: si cerca di incrementare il profitto non la salute dell’uomo. Meglio sostituire il consumo di proteine animali con quelle vegetali come i legumi.

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Con questa parola si fa riferimento a tutte le piante il cui frutto è un baccello, sono concentrati alimentari dal valore nutrizionale assai elevato. Contengono dal 20% al 30% di proteine, contengono inoltre grassi per la maggior parte polinsaturi e sono ricchi di fibre! (in maggioranza cellulosa). Bisogna prestare attenzione alle combinazioni e alle quantità con le quali si assumono legumi: un eccesso nel consumo può favorire la fermentazione e provocare gas, gonfiori e flatulenze. I legumi vengono spesso accusati di non essere proteine “nobili” ovvero non contengono tutti gli amminoacidi essenziali che occorrono al nostro corpo. Questo è vero, in genere mancano di 1 o più amminoacidi essenziali ma diventano fonti complete quando vengono consumati insieme a dei cereali integrali. Ad esempio unendo i cereali con i legumi si ha una proteina completa.

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Questa combinazione limiterà inoltre gonfiori e flatulenze tipiche dell’ingestione dei legumi. I componenti che causano flatulenza sono principalmente gli oligosaccaridi (composti di 3-5 molecole di zucchero che il corpo non può digerire) sostanze che passando nell’intestino vengono attaccate dai batteri con conseguente produzione di gas. La quantità di oligosaccaridi può essere ridotta da una giusta cottura o con la germogliazione. E’ buona norma mettere i legumi in ammollo la sera prima di cucinarli. L’ideale sarebbe non aggiungere nessun condimento fino al termine della cottura. L’acqua di cottura non andrebbe eliminata ma consumata insieme ai legumi perché ricca di vitamine del gruppo B e di acido folico. Altrimenti potete consumarli germogliati, questo aumenta il valore nutritivo e la digeribilità. I germogli sono ricchissimi di enzimi!

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Se sei amante del pesce ancora meglio! Pesci e molluschi contengono vitamine e minerali ma soprattutto acidi grassi omega 3, diversi studi hanno evidenziato come l’assunzione di questi acidi possa prevenire o curare almeno 60 disturbi, tra i quali quelli cardiaci. Ma non solo, gli omega 3 favoriscono la produzione di prostaglandine buone, quelle che combattono le infiammazioni. Il pesce è inoltre ricco di proteine complete ma tuttavia è buona regola fare attenzione a diverse contaminazioni che può subire prima di arrivare sui nostri piatti: contaminazioni da mercurio, pesticidi, batteri, virus e parassiti. La contaminazione da mercurio riguarda soprattutto i grossi pesci, come squalo, pesce spada e alcuni tonni. L’ideale sarebbe limitare il consumo di pesci di acqua dolce, mangiare pesci giovani e piccoli (hanno meno tempo di assimilare sostanze nocive nel loro organismo) e possibilmente di acque profonde.

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CAPITOLO 2

Cenni di anatomia e fisiologia dell’apparato

digerente.

Come funzioniamo? Nel precedente capitolo ti ho mostrato i sintomi e i fattori dietetici che sono alla base della comparsa della stipsi. Sarà ora utile soffermarsi, almeno in maniera superficiale, sull’anatomia del nostro apparato digerente, per essere consapevoli del lavoro che svolge il nostro intestino e dell’importanza della digestione. La buona digestione inizia nell’esatto momento in cui ti siedi a tavola! Accomodati, fa un bel respiro, bevi un bel bicchiere d’acqua, sorridi e per qualche minuto non fare nulla, semplicemente cerca di rilassare corpo e soprattutto mente.

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Ecco, riassunti in breve, i passaggi fondamentali della digestione: Il nostro primo boccone arriva in bocca e grazie ad un processo meccanico compiuto dai denti e chimico dove intervengono gli enzimi salivari, iniziamo ad assaporarlo e a scomporlo. E’ nella bocca che il cibo subisce le prime importantissime trasformazioni. Il cibo sminuzzato e impastato di enzimi salivari prende il nome di bolo. Più tempo il nostro boccone permane nella bocca per la masticazione più sarà scomposto e lubrificato quando giungerà nello stomaco. Il primo utilissimo enzima con il compito di digerire i carboidrati lo troviamo proprio nella bocca, la ptialina. Grazie a questo enzima lo stomaco riceverà l’amido contenuto nei cereali, in una forma scomposta e più assimilabile. Il bolo sarà viscoso e lubrificato anche grazie ad un altro enzima che si trova nella bocca,la mucina.

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Importantissimo dunque masticare ogni boccone almeno 20 volte; mangiare lentamente ti faciliterà in questo intento. Il bolo, attraverso la deglutizione, transita nell’esofago (organo che collega la bocca allo stomaco) qui viene ulteriormente lubrificato da altri enzimi e attraverso alcune contrazioni viene sospinto nello stomaco. Una volta giunto nello stomaco, viene attaccato da sostanze acide, l’acido cloridrico in particolare (sostanza secreta dalle ghiandole dello stomaco). Questo è un acido molto aggressivo da cui le pareti dello stomaco sono naturalmente protette grazie alla presenza di una mucosa adeguata (Quando questa parete presenta delle lesioni ci troviamo di fronte a ulcere gastriche). L’acido cloridrico inoltre ha un elevato potere antibatterico per cui è in grado di neutralizzare eventuali agenti patogeni presenti nel cibo, inoltre la sua acidità rende più solubili alcuni minerali come il calcio e il ferro.

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Il lavoro più importante dell’acido cloridrico è quello di attivare la pepsina, un enzima capace di digerire le proteine; questo enzima nella forma inattiva si chiama pepsinogeno e viene attivato solo in presenza di un ambiente acido. Questo preziosissimo enzima è in grado di scindere le proteine in catene di amminoacidi, per cui se per diversi fattori l’ambiente dello stomaco non dovesse essere abbastanza acido la digestione delle proteine verrebbe compromessa. Dopo essere stato mescolato con enzimi e acidi dello stomaco, il bolo viene trasformato in chimo. Superando lo sfintere pilorico entra nella prima parte dell’intestino, l’intestino tenue, suddiviso in 3 segmenti: il duodeno, il digiuno e l’ileo. Una volta giunto nello stomaco, il chimo viene sospinto, attraverso delle deboli contrazioni peristaltiche, fino al digiuno. Questi sono riflessi automatici, non controllati dal sistema nervoso centrale. Grazie a riflessi di natura più complessa, il chimo procede il suo percorso.

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E’ la distensione dello stomaco ad avviare il riflesso gastroenterico, questo accelera la secrezione ghiandolare e l’attività peristaltica per tutta la lunghezza dell’intestino. Questa peristalsi svuota il duodeno. Ma cosa avviene nel duodeno? Il chimo è composto di una miscela acida e semifluida, contiene grassi non ancora lavorati, proteine e carboidrati solo parzialmente scomposti ed è proprio nel duodeno che dovranno completarsi i vari processi digestivi, qui subisce l’attacco di altri enzimi importantissimi, gli enzimi pancreatici (prodotti dal pancreas) e la bile (prodotta dal fegato). Il succo pancreatico è indispensabile per neutralizzare l’acidità del chimo gastrico, inoltre contiene al suo interno 3 importanti classi di enzimi:

- Lipasi, per la digestione dei grassi.

- Proteasi, per completare la digestione delle proteine.

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- Amilasi, per trasformare i polisaccaridi o zuccheri complessi, in catene corte o zuccheri semplici.

I Sali biliari contenuti nella bile e riversati nel duodeno dalla cistifellea, hanno invece il compito di emulsionare i grassi in modo tale da renderli digeribili dagli enzimi pancreatici. Sono inoltre implicati nell’assorbimento del colesterolo e delle vitamine liposolubili: A,D,E,K. L’assorbimento dei nutrienti avviene grazie a delle estroflessioni della parete dell’intestino: i villi intestinali. Queste propaggini sono simili alle setole di uno spazzolino e presentano sulla loro superficie cellule ricche di microvilli e altre cellule in grado di produrre muco. Ogni villo è dotato di un’ampia rete di capillari, in grado di assorbire le sostanze nutritive.

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Una volta subite queste trasformazioni, il chimo continua il suo transito nel digiuno fino ad arrivare all’ileo, la porzione più lunga che termina con uno sfintere in grado di controllare il flusso di materiale in transito dall’ileo al cieco. Questo passaggio avviene grazie al riflesso gastroileale attivato dall’ormone gastrina; l’entrata del cibo nello stomaco ne stimola la produzione e permette il rilassamento della valvola ileocecale; i movimenti peristaltici spingono il materiale dall’ileo verso l’intestino crasso. Orientativamente il cibo transita dal duodeno all’ileo in 5 ore. Anche questa porzione di intestino è formato da 3 segmenti: cieco, colon e retto. Le principali funzioni di questa parte di intestino sono: riassorbimento di acqua e compattamento delle feci, assorbimento di importanti vitamine prodotte dai batteri, immagazzinamento del materiale fecale prima dell’evacuazione. Il cieco accoglie il materiale in arrivo dall’ileo in una sorta di tasca, da qui il nome “cieco”.

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Sulla superficie del cieco è presente una propaggine sottile e cava: l’appendice, ricca al suo interno di follicoli linfatici (non a caso l’appendice è un importante organo del sistema linfatico). Il colon ha un diametro maggiore e può essere ulteriormente suddiviso in 4 segmenti: colon ascendente (inizia dal lato destro in basso, sale fino al fegato) colon traverso (passa orizzontalmente al di sotto dello stomaco verso sinistra) colon discendente (riscende in basso sulla parte sinistra del corpo dove compie una terza curvatura a formare il colon sigmoideo). Infine il retto, che costituisce la parte terminale del tubo digerente. La parte terminale del retto presenta una muscolatura interna involontaria, mentre la parte esterna è sotto il controllo della motilità volontaria. Intestino: il secondo cervello La stipsi, come tutti i disturbi del resto, andrebbero affrontati in maniera “olistica”.

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Come avrai notato una buona digestione inizia da lontano: prima di tutto dal tipo di cibo che decidi di ingerire, poi dal modo in cui lo consumi, terzo da cosa fai durante la digestione. Sono tantissime le persone che scelgono di alimentarsi e non di nutrirsi, c’è una bella differenza! Cosi come fa differenza concederti almeno 30 minuti per consumare il tuo pasto, anche se si tratta di un semplice panino. Consuma il tuo pasto possibilmente con uno stato d’animo tranquillo e rilassato (altrimenti sarebbe meglio rimandare!) Evitare di mangiare quando sei adirato o ansioso, faciliterà tutto il processo digestivo-espulsivo. Inoltre, se mangi velocemente, non dai tempo a quello che mastichi di essere predigerito. Quello che arriverà nello stomaco subirà così un rallentamento e una cattiva scomposizione.

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Questo genera una reazione a catena che si ripercuoterà inevitabilmente sull’assorbimento e la successiva eliminazione da parte dell’intestino. Dove finiscono i residui di cibo mal digeriti e non eliminati? Permangono nell’intestino, dove creano muco e incrostazioni che nel tempo continueranno a rallentare la peristalsi e l’eliminazione delle feci. Inoltre tutto quello che permane nell’intestino, sarà in parte riassorbito, comprese sostanze di scarto e rifiuti metabolici, generando quel senso di spossatezza e sonnolenza tipiche di chi soffre di stipsi. Questo apre la porta a disturbi anche più seri, tipici della civiltà industrializzata. Anche nei testi antichi di medicina si affermava che la salute dell’intestino è fondamentale per la salute corpo; la pancia è stata sempre considerata la sede del secondo cervello.

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Le moderne teorie del Dr. Michael Gershon, presenti nello studio “il secondo cervello”, aprono la strada ad una nuova visione dell’intestino, non più un organo deputato all’assimilazione ed espulsione ma un vero secondo cervello capace di provare emozioni al pari del cuore. L’intestino è, infatti, l’unico organo a contenere un proprio sistema nervoso, capace di regolarsi anche senza i comandi del sistema nervoso centrale o del midollo spinale. I due cervelli sono connessi tra di loro dal nervo vago ed in particolare il cervello enterico riesce attraverso un network neurale complesso a controllare motilità, secrezione gastrointestinale, immagazzinare ricordi e stati d’animo influendo in maniera significativa anche sull’umore. Le cellule del cervello enterico possiedono la capacità di produrre neurotrasmettitori (il 95% della serotonina, ormone implicato nel buon funzionamento del tono dell’umore) e proteine indispensabili al buon funzionamento del sistema nervoso centrale.

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Inoltre l’intestino è in grado di memorizzare ansie ed emozioni e di elaborarle insieme a quelle già presenti a livello inconscio. Come il cervello, reagisce ad ogni tipo di emozione, sensazione e stress; inoltre accoglie il cibo, lo “analizza” e scompone dividendo le sostanze che devono essere assimilate da quelle da scartare. Il suo compito è anche quello di organizzare i batteri presenti al suo interno, indispensabili nel lavoro di scomposizione e degradazione del cibo ma anche per combattere eventuali patogeni. Questi microorganismi che formano la flora batterica, devono trovarsi in una situazione di equilibrio, infatti basta una piccola proliferazione di alcuni rispetto agli altri e l’intero sistema si altera portando tutta una serie di disturbi che conosci e un indebolimento del sistema immunitario.

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Questo si avvale della cooperazione di alcuni batteri presenti nell’intestino in una forma perfetta di convivenza, un equilibrio in grado di garantire una buona digestione delle sostanze nutritive e una buona risposta nel momento in cui sopraggiungano sostanze potenzialmente tossiche. I batteri buoni sono gli anaerobi (battericidi, bifido batteri) quelli potenzialmente patogeni sono gli aerobi (clostridi, enterococchi,stafilococchi). Un’alterazione di questo equilibrio può causare nel tempo moltissimi fastidi, come stitichezza, gonfiore, intolleranze, ma tuttavia sarebbe inutile ricorrere all’assunzione di fermenti lattici senza modificare la dieta o capire i fattori che ne hanno causato lo squilibrio. Alla luce di quanto esposto appare chiara l’importanza di condurre una vita il più possibile serena. Quando questa serenità viene minacciata da stimoli esterni ripetuti, stai pur certo che il primo a risentirne sarà l’intestino, di conseguenza la flora batterica intestinale, di conseguenza il tuo sistema immunitario.

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Moderne ricerche nel campo della medicina bio-fisica stanno confermando la responsabilità primaria dello stato psicologico nell’insorgenza di molti disturbi. Proprio come afferma Gershon, nel corpo esiste un network dove viaggiano le informazioni da una parte all’altra, questo flusso di informazioni può facilmente subire dei rallentamenti o dei blocchi a causa di problematiche o traumi di tipo psicologico, in grado successivamente di aprire la strada a disturbi fisici di varia natura (a tal proposito puoi leggere U.Baldari “trattato di medicina dell’informazione”). Mangiare bene ti metterà al riparo da molti fastidi ma ricordati che non siamo solo il nostro corpo, dovremmo curare con altrettanta dedizione e amore anche la nostra anima e la nostra mente. Camminare ogni giorno 20 minuti può essere un aiuto valido per gestire eventuali ansie, poco impegnativo in termini di tempo e assolutamente gratuito. E, a tal proposito, nei prossimi capitoli ti parlerò delle possibili soluzioni naturali.

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CAPITOLO 3

Complicanze della stipsi cronica.

Gli effetti dell’intossicazione sugli altri organi. Ci troviamo in un’era e in quella parte del mondo dove la fame è del tutto scomparsa, siamo pieni di cibo, da ogni parte. Basta passeggiare all’interno di un qualsiasi supermercato per vedere prodotti ortofrutticoli di ogni genere e provenienza, carne di tutti i tipi, pesce di tutti i tipi, insaccati, cibo in scatola di ogni genere, biscotti e merendine di ogni tipo e varietà e il fatto sconvolgente è che, al pari del cibo ora nei supermercati, vengono venduti anche integratori vitaminici. Da una recente ricerca effettuata in Europa, il consumo degli integratori alimentari è aumentato negli ultimi anni del 60%!

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Incredibile se consideriamo che viviamo sommersi dal cibo. Anche qui la domanda sorge spontanea:”cosa sta andando storto?” Non mi soffermerò nuovamente sulla qualità del cibo (che evidentemente non è più in grado di nutrirci adeguatamente) voglio invece farti riflettere sul fatto che il cibo moderno, nonostante sia privo di nutrienti utili, è incredibilmente capace di generare numerose tossine nel nostro organismo. Le scorie prodotte dal cibo sono:

- scorie alimentari mal digerite; - additivi, conservanti, pesticidi, non

metabolizzati perché riconosciuti come tossiche dal nostro organismo;

- scorie del metabolismo cellulare; - scorie del metabolismo alimentare.

Come già accennato in precedenza, uno dei compiti del colon è quello di riassorbire l’acqua dal materiale che vi transita per rendere le feci più solide.

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Accade quindi che molte sostanze nocive ingerite e non metabolizzate, permangano troppo a lungo nell’intestino dove vengono riassorbite generando un’autointossicazione. Questo è uno dei principali effetti secondari della stipsi. Molti studi sembrano confermare la possibilità che un’alterazione della flora batterica intestinale, cattiva alimentazione e stipsi, portino all’insorgenza, per effetto secondario, di svariate intolleranze alimentari. Questo perché i sopracitati fattori sono in grado di alterare l’integrità della mucosa intestinale che funge da barriera per scorie, virus, antigeni, etc. Quello che accade è che le maglie di questa rete filtro si allargano permettendo un passaggio facilitato a tutte quelle sostanze che andrebbero bloccate. Questo disturbo prende il nome di “sindrome dell’intestino gocciolante” o leaky gut syndrome.

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Ovviamente l’auto intossicazione è in grado di coinvolgere tutto il nostro organismo, colpendo anche distretti corporei lontani dalla zona addominale e generando disturbi apparentemente insospettabili come dermatiti o cefalee. Devi, infatti, sempre tenere a mente che il nostro corpo costituisce un’unita indivisibile. I sintomi tipici dell’autointossicazione sono:

- sonnolenza; - astenia; - colite; - infezioni ricorrenti da candida albicans a livello

genitale; - disturbi digestivi; - allergie e intolleranze alimentari; - eccesso di peso e di muco (frequenti

raffreddori/otiti etc); - emicranie cicliche; - emorroidi.

Il primo passo verso il miglioramento dei sintomi è senza dubbio l’eliminazione delle sostanze ristagnanti nell’intestino.

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I ristagni possono essere di due tipi, a seconda del tipo di cibo che ingeriamo. Si parla di ristagni fermentativi, quelli causati dalla decomposizione degli zuccheri, quindi zucchero bianco, zuccheri della frutta, zuccheri contenuti nei cibi industriali (anche cibi insospettabili come le patate fritte surgelate contengono zuccheri!) L’azione di questi ristagni causa formazione di gas, con conseguente gonfiore e dolore addominale. Il primo necessario intervento è quello di ridurne il consumo, mangiare la frutta lontano dai pasti e fare attenzione alle etichette dei cibi. Ci sono poi i ristagni detti putrefattivi, causati dalla trasformazione delle proteine. Queste vengono scisse in catene di amminoacidi, durante la trasformazione vengono prodotte ammine tossiche e, come accennato nei precedenti capitoli, la lisina si trasforma in cadaverina e l’ornitina in putrescina.

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Queste trasformazioni provocano gonfiore e feci maleodoranti. Consumare troppe proteine se si soffre di stipsi è certamente poco consigliato. Bisogna considerare anche che molti residui fecali che non si eliminano permangono nell’intestino trasformandosi in fecalomi, questi si depositano tra le anse delle pareti del colon generando delle vere e proprie incrostazioni. Anche in questo caso il risultato è un aumento del volume dell’addome e dolore al tatto, intossicazione e reazioni a catena che possono alterare completamente lo stato di salute generale. Un altro aspetto negativo dell’alterazione funzionale dell’intestino è sicuramente l’eccessiva produzione di muco. Questo non si trova solamente nelle vie respiratorie ma viene infatti prodotto anche nel colon per lubrificare la materia fecale e per inglobare eventuali sostanze riconosciute dannose. Se le pareti intestinali sono particolarmente infiammate ed è presente un’alterazione della flora batterica, il muco viene prodotto in eccesso.

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Questa eccedenza si deposita ulteriormente sulle pareti intestinali creando una vera e propria pellicola ostruttiva che rende il colon impermeabile a tutto ciò che vi transita, creando nel tempo problemi di assorbimento. Molte persone intolleranti al glutine soffrono spesso di problemi legati all’assorbimento del ferro, problema che non può risolversi con la semplice somministrazione del minerale o con un uso massiccio di carne di cavallo. Bisognerebbe agire sul terreno, ripulirlo ed eliminare la causa dello squilibrio. Nel momento in cui agiamo sull’intestino molti sintomi spariscono dopo pochi giorni. Anche l’aspetto della pelle risulterà migliore. Se soffri di infezioni micotiche, in particolare infezioni ricorrenti da Candida Albicans, l’intervento sul terreno intestinale risulta fondamentale. Questo fungo è in grado di spostarsi in tutto il corpo creando talvolta infezioni micotiche alle unghie dei piedi o fastidiose afte in bocca.

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Per evitare questi problemi il punto di partenza è sempre l’intestino. Emorroidi: cosa sono? Cause e sintomi Come detto in precedenza, uno degli effetti secondari della stipsi può essere l’infiammazione delle emorroidi. Questa è una patologia molto frequente, solo in Italia sono più di 40000 le persone che sono dovute ricorrere al bisturi. E’ una problematica che colpisce sia uomini sia donne e la fascia d’età va dai 15 ai 65 anni. Ma cosa sono precisamente? Inizio con l’affermare che le emorroidi sono naturalmente presenti in ogni individuo e svolgono un compito importantissimo ovvero gonfiandosi riescono a contenere le feci e i gas. Sono delle escrescenze presenti nell’ano e nel retto. Nello specifico si tratta di veri e propri cuscinetti, posti a sinistra e a destra del canale rettale.

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Sono costituite da un insieme di vasi sanguigni di tipo venoso. Le valvole di queste vene, aprendosi e chiudendosi, fanno gonfiare o sgonfiare questi cuscinetti. Le vene che irrorano le emorroidi si dilatano e quando il deflusso venoso risulta difficoltoso, questi cuscinetti non riescono a tornare nella loro posizione originaria e iniziano a creare dei disturbi. A livello istologico (parlando quindi dei tessuti) la malattia emorroidaria si presenta con la rottura del connettivo e delle fibre che sostengono questi cuscinetti, determinando un prolasso, o una fuoriuscita, delle mucose. Le emorroidi possono essere interne ed esterne: quelle interne non presentano terminazioni nervose, per cui sono insensibili, mentre quelle esterne sono al contrario ricchissime di terminazioni nervose. Quelle interne sono in genere quelle che sanguinano con più facilità (risulta importantissima la diagnosi di un medico se troviamo del sangue nelle feci, questo per escludere eventuali altre patologie) quelle esterne creano problemi soprattutto durante la defecazione.

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La stitichezza dunque non è di certo un fattore da sottovalutare perché può notevolmente peggiorare la sintomatologia. Infatti se ci si sforza, le emorroidi tendono a riuscire fuori provocando un dolore lancinante, ma d’altronde se eviti di andare in bagno le feci con il passare dei giorni risulteranno più dure e quindi di più difficile eliminazione comportando un dolore maggiore. Questa malattia presenta 4 stadi di degenerazione:

- Primo grado: le emorroidi interessano la parte interna dell’ano, sono individuabili solo da un medico e causano sanguinamenti.

- Secondo grado: le emorroidi escono fuori

sotto sforzo durante l’evacuazione e rientrano al termine dello sforzo.

- Terzo grado: le emorroidi escono fuori sotto

sforzo e rientrano solo se si provvede manualmente.

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- Quarto grado: Le emorroidi permangono all’esterno, non è possibile farle rientrare e spesso rimangono gonfie e doloranti.

Un effetto fastidioso è sicuramente il sanguinamento, che oltre a causare dolore, se trascurato e persistente, può causare anemia. Altri sintomi riconducibili alle emorroidi sono il bruciore e il prurito, nonché edema localizzato, trombosi esterna e fastidio quando si rimane seduti troppo a lungo. Le persone soggette a questi disturbi condividono spesso il disturbo con altri famigliari, questo fa pensare ad una certa ereditarietà della patologia. Tuttavia è bene sottolineare che le persone che conducono un sano stile di vita in termini di alimentazione e attività fisica, sembrano essere al riparo da questo disturbo nonostante la predisposizione genetica. Le persone che soffrono di disturbi circolatori come le varici degli arti inferiori e il varicocele manifestano spesso anche problematiche emorroidarie.

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L’ideale sarebbe svolgere giornalmente almeno 20 minuti di attività fisica, anche camminare a passo spedito può essere un primo passo utile. La circolazione linfatica in particolare risulta più efficiente proprio grazie ad un po’ di movimento. Esistono altre condizioni che possono far insorgere la sindrome emorroidaria, come ad esempio la gravidanza, infatti l’utero dilatandosi andrà a comprimere le pareti dell’intestino causando stitichezza e un difficoltoso ritorno venoso. Questo perché le modificazioni ormonali possono alterare la funzionalità della circolazione. Oltre ad una certa predisposizione genetica, che come detto poc’anzi non giustifica del tutto l’insorgenza del problema, si può affermare che le cause sono diverse. In primis una cattiva alimentazione, soprattutto povera di fibre e in secondo luogo una scarsa attività fisica. Non è poi da sotto valutare l’importanza di assumere la giusta quantità di liquidi.

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L’ideale sarebbe bere 30 ml di acqua per KG, al fine di garantire una corretta idratazione di tutto l’organismo. Non devi dimenticarti (e spesso lo facciamo) che siamo principalmente costituiti di acqua! Inoltre il giusto quantitativo di acqua facilita la peristalsi, rendendola anche meno dolorosa. Per limitare la comparsa delle emorroidi è utile mantenere una regolare attività intestinale, andare in bagno almeno 1 volta al giorno ci mette al riparo da accumuli di tossine e da dolorose emorroidi. Se soffri di emorroidi, impegnarsi per andare in bagno tutti i giorni dovrebbe essere un dovere. Possibilmente senza ricorrere all’uso di lassativi. Purtroppo alcune piante con effetto lassativo (soprattutto i derivati antrachinonici come la senna, la cascara, la frangula) non fanno altro che peggiorare il problema, in quanto vanno ad irritare le pareti dell’intestino causando spasmi e colite, generando spesso un circolo vizioso dal quale risulta poi difficile uscire.

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Usare un lassativo una volta ogni tanto in situazioni di emergenza non crea di sicuro nessun problema, ma farne un uso ripetuto andrebbe evitato. Sono moltissime le persone che ricorrono al fai da te arrivando ad assumere lassativi abitualmente, credendo di risolvere il problema perché riescono ad andare in bagno tutti i giorni. Queste stanno in realtà lentamente danneggiando la muscolatura liscia del loro intestino. Dovresti evitare tutti quei cibi (o almeno ridurne il consumo) che favoriscono infiammazione intestinale, come ad esempio: le bibite gassate, gli alcolici (birra e vino), caffè, insaccati, formaggi stagionati, grassi di origine animale, lo zucchero bianco, i cibi fritti, i condimenti piccanti e quelli troppo salati. I cibi da preferire sono: l’olio di oliva (che andrebbe usato a crudo), i formaggi freschi e lo yogurt (se proprio non puoi farne a meno sono da preferire i formaggi freschi a quelli stagionati e possibilemente lo yougurt dovrebbe essere bio), le

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bevande fermentate come il kefir, le carni magre e bianche (escludi il maiale), i legumi, verdura e frutta fresca e soprattutto di stagione, il miele.

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CAPITOLO 4

Un approccio integrativo verso la salute

Cos’è il terreno?

“…Mio caro Bernard, penso che abbiate ragione. Il terreno è molto più importante del microbo. Il terreno è tutto, il microbo è nulla” Lettera di Pasteur a C. Bernard. Con queste parole, più di 100 anni fa, il biologo al quale dobbiamo la nascita della microbiologia, rivedeva la sua posizione circa il potere dei batteri. L’attenzione di Pasteur si era concentrata per molti anni sulla ricerca e la catalogazione di virus e batteri nel tentativo di spiegare l’insorgenza di molte malattie.

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Per diversi anni rimase fermo nella sua convinzione che alla base di qualsivoglia patologia vi fosse appunto un attacco al nostro organismo da parte di agenti infettivi esterni. Questa posizione non convinceva troppo il collega C. Bernard, il quale orientava la sua ricerca verso la comprensione del perché un virus o un determinato ceppo di batteri riuscissero a penetrare in alcuni organismi ed in altri no. Perché alcune persone, a parità di condizioni, si ammalavano e altre no? Possiamo definire questa tendenza innata in ognuno di noi con il termine “terreno”. Fu lui a descrivere accuratamente la teoria del "terreno organico" come origine dello stato di "malattia". Ma cosa vuol dire nello specifico? Il concetto si può facilmente esprimere facendo riferimento all’agricoltura.

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Ogni buon agricoltore sa che per far crescere un campo rigoglioso e abbondante, sarà indispensabile occuparsi della salute della terra nella quale andrà a seminare. Sa che la terra dovrà essere ricca di microorganismi bilanciati tra di loro in grado di cooperare armoniosamente, sa che dovrà mantenere la terra idratata, pulirla da eventuali parassiti, arieggiarla, in poche parole “curarla”. Se il terreno non presenterà determinate caratteristiche, nessun seme darà alla luce dei germogli, la pianta non crescerà anzi appassirà. Questo concetto possiamo convertirlo al positivo: se la terra sarà buona, i microrganismi che la popolano saranno in equilibrio, se sarà presente biodiversità tra flora e fauna, gli insetti non riusciranno ad attaccare i germogli, la pianta crescerà naturalmente senza l’utilizzo di prodotti chimici tossici. Questo è esattamente quello che accade nel nostro corpo.

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Tuttavia non fu Bernard il primo a parlare di terreno: ne troviamo testimonianza nei testi di medicina indiana e cinese. Lo stesso Ippocrate, padre della medicina occidentale, sosteneva l’esistenza di “costituzioni” predisposte in misura maggiore o minore a determinate patologie. Quasi tutte le medicine del passato hanno affrontato l’argomento che riguarda le tipologie o costituzioni, a volte unificandosi a volte contrapponendosi. Il concetto di terreno viene ampiamente trattato anche nella naturopatia moderna, che come disciplina si occupa appunto di riequilibrare il terreno anziché curare la malattia (diagnosi e cura spettano al personale medico), andando a lavorare con diversi strumenti su tutto quello che può stimolare nell’organismo la sua naturale capacità di auto guarigione. In effetti il corpo che abitiamo oggi è il risultato di svariati secoli di evoluzione, se messo nelle giuste condizioni è ampiamente capace di auto-rigenerarsi e guarire da qualsiasi patologia.

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L’intervento sul terreno costituzionale del soggetto ha quindi il fine di mantenere, stimolare e aumentare la forza vitale riparatrice presente in ognuno di noi. Trattare il terreno e non il sintomo apre la strada a nuove ed interessanti possibilità terapeutiche. Ma quindi cosa intendiamo per terreno? Possiamo affermare che si tratta della somma di diversi aspetti, da una parte le caratteristiche morfologiche e metaboliche che dipendono dall’ereditarietà genetica, dall’altra la predisposizione risultante dall’interazione tra lo stile di vita e i suddetti fattori ereditari (diatesi). In naturopatia si parla di questa equazione: terreno = costituzione + diatesi. Questo vuol dire che abbiamo sì la nostra individualità che ci distingue gli uni dagli altri, ma ci sono anche delle caratteristiche che vengono modificate in base al nostro stile di vita: basta pensare alla predisposizione energetica di taluni organi che può essere notevolmente migliorata

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cambiando appunto abitudini, oppure le caratteristiche peculiari nel rispondere all’attacco di determinati virus o all’assunzione di determinati cibi. Interessante argomento è quello che riguarda le allergie e le intolleranze alimentari. Perché alcune persone ne soffrono e altre no? Cosa è rimasto nella nostra memoria profonda corporea che spinge il nostro sistema immunitario a reagire in un determinato modo? Dipende appunto dal terreno. Sono tantissimi gli studi e le ricerche in proposito, vorrei soffermarmi però sul crescente coinvolgimento (che trova sempre più conferme scientifiche) dell’aspetto psicologico nell’origine di qualsiasi patologia. La PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia) dimostra per l’appunto lo stretto rapporto tra psiche e corpo.

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La nostra mente, ovvero il risultato delle nostre risposte nei confronti dell’ambiente esterno, sarebbe in grado di modulare la risposta immunitaria del corpo, amplificandola o diminuendola, sembra inoltre che sia anche in grado di influenzare il sistema endocrino. Sarebbe inutile all’interno di un qualsiasi protocollo non tenere in considerazione le condizioni psicologiche del soggetto. Come vivi le emozioni? Qual è il sentimento di fondo che alberga maggiormente nel tuo animo? Come reagisci alle richieste del mondo esterno? Sei capace di dire no e mettere dei confini? Ecco queste sono delle domande che qualsiasi terapeuta dovrebbe essere in grado di rivolgere ai propri clienti. La naturopatia antica e moderna si basa sul presupposto che la salute sia la condizione normale dell’uomo e che la malattia sopraggiunga nel momento in cui viene persa l’armonia interiore.

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Questo è molto più di un concetto “romantico”: la parola armonia deriva dal greco e vuol dire appunto “unione”, concordanza di elementi diversi che genera piacere. Non a caso, quando siamo felici di quello che siamo e di quello che facciamo abbiamo rapporti soddisfacenti, diciamo quello che pensiamo, non cerchiamo lo scontro ma il dialogo, insomma in quei momenti siamo in armonia, ci sentiamo “uno” con noi stessi e tutto l’ambiente sembra facilitarci. Questa dovrebbe essere la nostra condizione naturale, sicuramente un punto da cui partire se vogliamo godere di ottima salute. Come abbiamo accennato, il corpo umano è costituito prevalentemente da liquidi, sia all’interno che all’esterno delle cellule. Il liquido all’esterno delle cellule si chiama liquido extra cellulare ed è in continuo movimento nel corpo attraverso il sangue e i tessuti.

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Quando questo liquido è libero da tossine in eccesso tutto l’organismo si trova in una situazione di benessere. Quando questo non avviene sopraggiungono tutti gli squilibri che portano alla malattia. Possiamo definire questa matrice extra cellulare come parte del terreno di ogni individuo. La stipsi, specie se cronica o ricorrente, così come l’insorgenza di fastidiose emorroidi, indica che il tuo terreno presenta delle alterazioni che vanno prese in considerazione. Questo ti fa capire ancora meglio l’importanza di intervenire non tanto sul problema quanto sulle motivazioni che hanno portato al problema. Anziché intervenire sulla malattia (intervento di competenza medica), la naturopatia interviene sul terreno nel quale si è sviluppato il disturbo, cercando innanzitutto di capirne la tipologia e di individuarne la problematica. Complice quasi di tutte le alterazioni energetico - funzionali è sicuramente il sovraccarico tossinico.

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Nel nostro corpo ci sono degli organi specifici deputati alla disintossicazione, sono chiamati organi emuntori e sono nello specifico: intestino, fegato, reni, polmoni e cute. Questi organi si occupano di rimuovere quotidianamente tutti quegli scarti che entrano nel nostro corpo attraverso l’alimentazione, l’acqua, l’aria che respiriamo. Abbiamo già preso in considerazione le sostanze che danneggiano la funzionalità del nostro intestino, esaminiamo ora quelle che danneggiano gli altri organi. Il fegato non tollera gli eccessi di alcol, fumo, grassi alimentari, medicinali. I reni soffrono per un eccesso di sale, medicinali, metalli pesanti, mancanza di acqua e cibo industriale. I polmoni soffrono per l’abuso di latte e latticini, inquinamento atmosferico, fumo e mancanza di ossigenazione.

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La pelle risente dell’utilizzo di tessuti sintetici, cosmetici contenenti alluminio, creme e balsami vari che contengono spesso petrolati e paraffine. Tutte le sostanze elencate sono componenti abituali della nostra vita, ma dobbiamo tenere in considerazione il fatto che le tossine che non riusciamo ad eliminare non scompaiono ma vengono depositate dal nostro organismo in zone dove non possono creare danni. Di fatto questi “magazzini” interni se non ripuliti ciclicamente possono danneggiare con il tempo la salute dei tessuti. Come riequilibrare il terreno Dopo aver fatto luce sul significato di terreno e sull’importanza di mantenerlo pulito e in buona salute, dobbiamo ora occuparci del suo riequilibrio nel momento in cui ci siano dei disturbi. Ogni buon protocollo dovrebbe prevedere all’inizio un buon “drenaggio”, termine che indica l’attivazione degli organi emuntori al fine di rimettere in circolo tossine e rifiuti vari per convogliarli verso l’esterno dell’organismo.

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Il drenaggio può interessare tutti gli organi emuntori o uno in particolare, a seconda della problematica e dei disturbi presentati. Il particolare: Il fegato è una vera e propria centrale biochimica, esso è in grado di trasformare qualsiasi sostanza in una forma non nociva e di più facile eliminazione (per questo non si dovrebbe sovraccaricare il suo preziosissimo lavoro con l’abuso di alcol, fumo, farmaci). Per aiutare il fegato a lavorare bene e per alleggerirlo dopo eccessi alimentari puoi consumare tutte le verdure amare e le erbe selvatiche, quindi cicoria, tarassaco, carciofo, cardo mariano. Molto utile l’estratto della radice di rafano, favorisce la rigenerazione delle cellule epatiche. Altri alimenti utilissimi per il fegato sono le carote, le barbabietole, sedano e rosmarino. Da bere il succo di mela puro senza aggiunta di zuccheri risulta essere un’utile e gustosa bevanda.

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I reni sono in grado di filtrare tutte le scorie liquide del sangue e di eliminarle attraverso le urine. Capisci ora l’importanza di bere acqua? Senza esagerare, ma bere è fondamentale anche per mantenerci idratati. Per sostenere la loro attività è indispensabile bere acqua di buona qualità in una giusta quantità (30 ml per kg al giorno), acqua di buona qualità in termini di pH, residuo fisso, quantità di sodio. Tra i migliori alimenti per sostenere i reni, ci sono i cavoli (poveri di potassio, questo rende il loro lavoro più facile), i peperoni, il mais, la lattuga, l’aglio, la verza e tutti i frutti rossi come fragole, mirtilli, ciliegie etc. I polmoni eliminano attraverso la respirazione moltissime sostanze di scarto, non è banale sottolineare l’importanza di mantenere una respirazione profonda e addominale. Spesso capita che a causa di stress e tensioni il nostro respiro si faccia corto e affannoso, ricordiamoci dunque di respirare lentamente e profondamente.

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Evitare il fumo di sigaretta e i locali con aria viziata è sicuramente una buona abitudine. Per evitare la formazione di muco e catarro, sarà bene evitare gli eccessi di latte e latticini, di zucchero bianco e di cereali raffinati. Meglio esagerare con il consumo di verdura e frutta fresca! L’intestino è un vero magazzino di tossine, ora sappiamo quanto è importante tenerlo pulito. Come abbiamo già detto in precedenza, le fibre contenute nella frutta e nella verdura sono utilissime per la sua funzionalità. La frutta migliore è quella poco zuccherina, le verdure sono tutte utili, l’aceto di mele e il succo di aloe sono dei prodotti eccezionali per la sua funzionalità. La pelle spesso rispecchia la salute interna: molte tossine vengono eliminate attraverso la pelle con la comparsa di foruncoli, bollicine, prurito, seborrea o dermatiti varie. Questi fenomeni devono farti subito rendere conto che sono il tentativo del nostro corpo di mandare fuori qualcosa di nocivo.

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Cerchiamo di non ricorrere subito all’uso di farmaci ma cerchiamo piuttosto di favorire queste crisi espulsive. Se dovessero comparire pruriti, bolle, brufoli, utilissimo è l’impacco di bardana, ortica, applicato sia localmente che bevuto sotto forma di tisana. Anche la pelle ha bisogno di una buona idratazione e della scelta di cibi giusti. Frutta e verdura fresche e di stagione fanno al caso nostro! Un altro importantissimo componente di supporto degli organi emuntori è sicuramente il sistema linfatico, questo ha il compito di veicolare le sostanze di scarto delle cellule verso il sangue e in seguito verso gli organi emuntori. In particolare il colon ha la funzione di eliminare le sostanze mucoidali di scarto provenienti dal sistema linfatico. Quando il colon non riesce a depurare la linfa, questo compito viene scaricato sul fegato che con la produzione di bile si occuperà di eliminare le tossine.

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Se il deflusso della bile è in eccesso questa va ad appesantire lo stomaco. Ora capisci perché risulta fondamentale mantenersi puliti e limitare gli eccessi? Ma cosa fare per favorire la salute del sistema linfatico? Bere acqua, evitare alcolici, camminare, consumare più frutta e verdura. Nella donna, anche l’utero è considerato un organo emuntore, molte tossine vengono eliminate infatti con il ciclo mestruale. Diversi disturbi del ciclo come ad esempio l’ipermenorrea (ciclo abbondante) possono migliorare adottando una dieta povera di proteine animali e cibi raffinati. Durante la depurazione cosa succede? Molto spesso durante la fase iniziale puoi assistere ad un peggioramento dei sintomi. Devi considerare infatti che in uno stato di benessere ed equilibrio le tossine prodotte e quelle eliminate sono in una situazione di parità.

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Quando la produzione e la circolazione di scarti è maggiore del normale (dopo una cura con dei farmaci o anche nel momento in cui decidiamo di iniziare una depurazione) mentre la capacità di eliminarle risulta inferiore possiamo ritrovarci a gestire un carico di tossine che circolano liberamente nel nostro corpo generando spesso un peggioramento dei sintomi (alito cattivo, nausea, mal di testa ad esempio) questi scompaiono nell’arco di qualche giorno e sono considerate “crisi di guarigione”. Sono considerate positivamente perché dimostrano che l’organismo è ancora in grado, se stimolato, di reagire eliminando gli scarti tossici. Quando invece l’organismo, sottoposto ad un drenaggio, fatica ad attivarsi o a reagire si parla di disturbo cronico. Questo accade quando la capacità degli organi emuntori risulta ridotta. Il tipo di drenaggio andrebbe scelto sempre in base alla tipologia del terreno, allo stile di vita del soggetto, in base all’entità e alla durata del disturbo.

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Non serve a nulla scatenare una “crisi acuta” se il nostro organismo si trova in un deficit di energia o il disturbo è presente da tempo. L’intervento ideale dovrebbe iniziare con una delicata stimolazione dell’organo emuntore che presenta il disturbo, nel nostro caso parliamo dell’intestino, ma sappiamo che esistono altri fattori del sistema da tenere in considerazione. Un buon intervento dovrebbe durare almeno 5-6 mesi e dovrebbe tendere non solo alla risoluzione dello squilibrio ma insegnarti una nuova consapevolezza della tua salute e del tuo benessere. Gli aspetti che andrebbero monitorati durante il protocollo sarebbero: l’alimentazione, la flora batterica intestinale, il pH tissutale, equilibrio tra i minerali, il sistema ormonale e quello neurovegetativo. Questi fattori sono tutti sotto la diretta responsabilità delle nostre scelte alimentari.

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Meno tossine ingerite, e quindi successivamente da eliminare, assicurano un buon livello di pH a livello extra cellulare, ne conseguono sensazione di benessere e la prevenzione di numerosi disturbi tra i quali artrosi e osteoporosi. Quando infatti nel corpo si manifesta una situazione di acidosi, il corpo per tamponare utilizza sostanze basiche (ioni calcio ad esempio) prelevandoli dalle ossa. Anche i minerali rivestono un ruolo importantissimo per la vita del nostro corpo, parliamo degli elettroliti come calcio, magnesio, sodio e potassio e dei 7 minerali principali come ferro, rame, manganese, fosforo,cromo, selenio e zinco. Ferro e rame sono costituenti essenziali dell’emoglobina e della mioglobina, il ferro in particolare sostiene la funzionalità epatica. Sodio e potassio garantiscono l’eliminazione di molti liquidi dai tessuti, garantiscono la differenza di potenziale tra interno ed esterno delle cellule e insieme a calcio e fosforo regolano l’equilibrio acido-basico.

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Il cromo sostiene il pancreas, lo zinco sostiene la regolarità dei processi digestivi dello stomaco, manganese e iodio sono indispensabili per la funzionalità della tiroide. Non è ottimale assumere un singolo minerale, l’ideale sarebbe assumerli sotto forma di complessi. I minerali sono indispensabili al nostro organismo perché in grado di attivare enzimi coinvolti in determinati processi metabolici. I nemici come al solito sono lo stress e le cattive abitudini alimentari, ad esempio gli eccessi di zuccheri e carboidrati complessi. Il sistema neurovegetativo mantiene il corpo in condizioni stabili coordinando la funzionalità degli organi e dei sistemi. E’ una struttura nervosa collegata a tutti gli organi interni e alle altre parti del sistema nervoso.

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Abbiamo accennato agli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia e alle importanti conferme riguardo all’importanza di uno stato di benessere psicofisico nel mantenimento della salute fisica. Il sistema ormonale è strettamente legato al sistema nervoso e al sistema immunitario, risulta chiara l’importanza di evitare stress fisici o emotivi prolungati, così come l’assunzione di cibi raffinati contenenti zuccheri, alcol o sostanze stimolanti come caffè o teina che stressano in maniera dannosa le surrenali. Questi sono gli aspetti da tenere in considerazione durante la prima fase che mira appunto all’attivazione degli organi emuntori. Ora che sappiamo quali sono i fattori coinvolti nel processo che porta il nostro corpo a liberarsi dalle tossine, la domanda è: come accendere la miccia, come mettere in moto il motore? La risposta è multipla, come al solito ritiriamo in ballo la sinergia.

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Hai bisogno di lavorare a più livelli, non solo a livello fisico (e non mi stancherò mai di dirlo) ma anche a livello energetico e psicologico. Questo vuol dire che se stai attraversando un periodo molto impegnativo a livello lavorativo, hai obblighi e scadenze imminenti, lavori 10 ore al giorno, forse allora non è il momento propizio per impegnarsi ulteriormente. Decidere di iniziare una depurazione richiede impegno, non tanto in termini fisici quanto forse piuttosto in termini di attenzione. Se sei abituato a saltare i pasti, a mangiare quello che capita, a dormire poco e non hai tempo, doverti occupare anche del programma di depurazione può stressarti ulteriormente e questo di sicuro non lo vogliamo. Cosa possiamo fare dunque? Quello che consiglio a tutti i miei clienti è di scegliere una data, anche a distanza di 15-20 giorni, e segnarla sul calendario.

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Scrivere la parola “inizio” ti predispone psicologicamente giorno dopo giorno, nel frattempo cercherai di sistemare le scadenze lavorative e ti impegnerai ad organizzare del tempo per te. Questo ti aiuta ad arrivare alla decisione, primo passo per decidere di cambiare. In realtà decidere di occuparci di noi non ci richiederà moltissimo tempo, non si tratterà di avere più tempo, ma di avere più spazio. Devi creare dentro di te uno spazio vuoto e riempirlo di attenzione. Attenzione verso i cibi che sceglierai di consumare, i ritmi che sceglierai di avere e le azioni che porterai avanti per muoverti verso il cambiamento. Vogliamo accrescere la nostra consapevolezza, non diventare dei monaci tibetani! Senza nulla togliere a loro e al loro stile di vita ricordiamoci che noi viviamo in occidente e i nostri ritmi ci renderebbero impossibile seguire un modello esterno prestabilito.

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Devi creare tu stesso il tuo personale modello, ognuno creerà il proprio e cercherà di adattarlo al proprio ritmo. Non dobbiamo essere rigidi! Quelle attenzioni che pian piano imparerai a donarti creeranno con il passare del tempo delle abitudini, noi vogliamo esattamente questo! Vogliamo che queste abitudini diventino il tuo nuovo fare comune. Così come per molti di noi è automatico prepararsi il caffè appena svegli. Dopo aver segnato sul calendario la data di inizio del tuo programma di depurazione, vediamo quali saranno gli altri steps da seguire. Esistono numerosi prodotti in grado di attivare il drenaggio: fitoterapici, rimedi omeopatici, gemmo derivati, ma sicuramente vanno tutti assunti all’interno di un programma che miri all’eliminazione totale di cibi raffinati e industriali. Non dimenticarti che la depurazione che stai per iniziare servirà soprattutto a riequilibrare il tuo intestino.

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Sarà un beneficio totale per tutto il corpo, ma soprattutto, una volta per tutte, vuoi smettere di avere problemi di stipsi o di emorroidi! Vuoi un intestino pulito e funzionante! Ricordarti questo obiettivo ti guiderà e rimetterà in moto il tuo entusiasmo i giorni in cui sarai un po’ più stanco.

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PRIMO PASSO: DEPURARSI

Il significato della depurazione Depurarsi è il primo passo da compiere per risolvere il problema relativo a stipsi ed emorroidi. Se soffriamo di questi disturbi il problema potrebbe essere ”antico”, probabilmente già da bambini soffrivamo di stipsi occasionale, l’abbiamo magari sempre sottovalutata e nell’età adulta la situazione è peggiorata portando con se la comparsa del disturbo emorroidario. Anni fa non esistevano le ricerche e gli studi di cui disponiamo oggi, per cui si faceva più spesso ricorso a rimedi come il clistere (forse il meno dannoso tra i rimedi purganti) o a lassativi. Il tuo intestino ha resistito a lungo alle continue sollecitazioni e alle pessime abitudini alimentari e ora magari ti ritrovi nella situazione in cui non riesci più ad andare in bagno senza ricorrere all’uso di qualche lassativo.

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Come abbiamo già sottolineato più volte questi irritano, a volte in maniera irreversibile, la parete intestinale, generando colite cronica oltre ad aprire la strada a stipsi ed emorroidi. Anche chi va in bagno ogni giorno dovrebbe prestare attenzione al cibo che ingerisce, infatti molti residui permangono tra le anse dell’intestino per svariato tempo. Questo vuol dire che una buona depurazione dovrebbe interessare tutti noi, in presenza di stipsi o meno. Il Dr.Reckewg, padre dell’omotossicologia, afferma proprio che le tossine che si accumulano nel nostro corpo possono portare all’insorgenza di molte malattie. La malattia quindi, altro non sarebbe che il tentativo dell’organismo di liberarsi da queste scorie. Qualsiasi disturbo inizia con un’intossicazione di tossine, endogene o esogene, queste vanno comunque eliminate nel più breve tempo possibile.

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Questo avviene proprio grazie alla depurazione. Sarebbe buona norma ripetere ciclicamente 1 settimana ogni 2 mesi (a seconda dei casi) alcuni giorni dedicati alla depurazione. Uno dei primi effetti di un organismo depurato è sicuramente la luminosità del viso! Molte rughe marcate andranno via grazie ad una buona igiene interna. Dopo aver capito l’importanza di dedicarti uno spazio tutto per te prima dell’inizio del nostro lavoro, cerchiamo di capire meglio cosa dobbiamo fare nello specifico. Da dove iniziare? Possiamo affermare che esistono 2 fasi:

- attivazione degli organi emuntori, - eliminazione delle tossine.

Gli organi emuntori iniziano a mobilitare le tossine, cercando di trasformarle in una forma di più facile eliminazione.

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Questo lavoro si attiva grazie alla sospensione del consumo di determinati alimenti e/o bevande e all’utilizzo di alcune tisane che possono aiutare il tuo corpo in questa prima fase. La fase iniziale è impegnativa per il nostro corpo, improvvisamente si troverà a dover gestire l’eliminazione di molte tossine che aveva stipato per tanti anni in chissà quale remota zona del nostro organismo! Se sei abituato ad assumere farmaci al primo debole sintomo che ti crea fastidio cerca di resistere, un leggero mal di testa ti informerà che il tuo corpo ha iniziato il lavoro di depurazione. Molto spesso i farmaci sovraccaricano fegato e reni, di conseguenza possono esserci effetti negativi anche sull’intestino. Se prendi farmaci per determinate patologie prima di iniziare qualsiasi programma di depurazione consulta il tuo medico. Esistono sostanze naturali che possono bloccare l’azione dei farmaci.

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Quello che accadrà nel momento in cui il corpo inizierà a sentirsi meno sovraccarico di tossine, sarà appunto quello di iniziare a liberarsi delle vecchie sostanze tossiche, per cui potrebbero comparire questi sintomi:

- ci si sente spossati, - si ha un alito cattivo, - gonfiore, - nausea (nei casi più gravi anche vomito), - diarrea o ulteriore costipazione, - eruzioni cutanee, - cefalea.

Non devi assolutamente allarmarti, questo è il segnale che il problema era abbastanza importante e che il corpo sta provvedendo ad eliminare questi scarti. Ovviamente questi, tornando in circolo nel corpo, possono produrre i fastidi sopra elencati. Non temere non sei malato, questi effetti svaniranno nell’arco di qualche giorno. Esistono diverse sostanze naturali in grado di attivare gli organi emuntori.

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Fitoterapici, gemmo derivati, oligoelementi, tutte sostanze naturali che possono coadiuvare il nostro lavoro ma il punto di partenza rimangono le tue scelte alimentari. Attraverso la depurazione e il drenaggio inizi ad alleggerire il tuo organismo, aiuti gli organi emuntori ad eliminare le scorie e ripulisci i liquidi extracellulari da sostanze che il nostro corpo non è stato in grado di filtrare.

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SECONDO PASSO: ALIMENTAZIONE

Nutrirsi anziché alimentarsi Come cominciare? Innazitutto scegliendo di nutrirti anziché alimentarti. Se parliamo di alimentazione parliamo di cibo, qualsiasi cibo, buono, salubre, meno salubre, in ogni caso parliamo di alimenti senza occuparci del loro valore biologico e curativo. Parliamo di cibo quando scegliamo quello che ci piace senza occuparci minimamente delle conseguenze nel lungo periodo. Parlare di nutrizione vuol dire invece porre l’attenzione ai nutrienti che costituiscono il cibo. Se scegliamo di nutrirci ci interesserà sapere se un alimento, nonostante il suo sapore e aspetto invitanti, sia anche buono in termini nutritivi.

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Se contiene vitamine, minerali, grassi buoni etc. Sarà buona norma decidere di eliminare, almeno, per il primo periodo i seguenti alimenti: Latte e latticini, carne rossa, frutti di mare, zucchero bianco e tutti gli alimenti che lo contengono, chewin-gum, caramelle, dolci, pizze e pizzette (tutti i prodotti da forno), marmellate (a meno che non siano fatte in casa e non contengano zucchero), succhi di frutta, cacao, caffè e the, patate, pomodori, melanzane, peperoni, peperoncino, alcolici, farina bianca, pasta bianca, riso bianco (ovvero tutti i cereali raffinati). A questo punti molti mi chiedono: ”e cosa mangiamo allora?” La lista è lunghissima! Potrai consumare liberamente cereali integrali (grano, orzo, farro, miglio, quinoa, mais, grano saraceno), carne bianca possibilmente allevata in modo sano, pesce, verdura di stagione, sia cotta sia cruda.

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Legumi come lenticchie, fagioli, ceci etc. Per quanto riguarda la frutta sarebbe meglio astenersi dal suo consumo almeno per la prima settimana, dopodiché iniziare a reintrodurla gradualmente iniziando con le mele. La frutta fa bene ed è bene mangiarla ma in questa prima fase dobbiamo evitare qualsiasi rischio di fermentazione. La frutta, specie se zuccherina, può causare proprio questo. Un altro suggerimento, assolutamente da valutare individualmente, è quello che riguarda l’eliminazione di tutti i cibi lievitati, almeno nella prima settimana. Se abbiamo un intestino pigro e consumiamo abitualmente prodotti lievitati (anche il pane) sicuramente il nostro intestino ci ringrazierà se almeno per i primi giorni lo libereremo di un lavoro ulteriore, che è proprio quello di digerire le farine lievitate. Al posto del pane potrete consumare i cereali integrali, sono molto buoni mangiati insieme alle verdure, ricordiamoci inoltre che sono ricchi di fibre!

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Ogni pasto dovrebbe contenere cereali integrali, verdure e una piccola quantità di proteine animali o vegetali. Evita di friggere gli alimenti, cerca di cuocere le verdure al vapore o anche lessandole, avendo però l’accortezza di non salare l’acqua. Questo eviterà la perdita di preziose vitamine e minerali presenti nella verdura. Usa tranquillamente il forno, la cottura a bagno maria, le spezie, il limone, l’aceto, la salsa di soia. Potrai usare l’olio a crudo, o per insaporire i piatti anche il gomasio. Sono semi di sesamo tostati e macinati insieme al sale marino integrale. Considerato un rimedio curativo nell’alimentazione macrobiotica e soprattutto un ingrediente buonissimo per insaporire qualsiasi piatto, dalle verdure ai cereali. L’ideale sarebbe prepararlo in casa anziché acquistarlo già pronto. Ma almeno all’inizio sarà più facile procurarselo presso un qualsiasi negozio bio.

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Un altro alimento buonissimo e dalla notevoli proprietà curative è sicuramente il the bancha. Questo non contiene teina perché è un prodotto fermentato, favorisce la diuresi, lenisce i bruciori delle mucose, idrata e soprattutto “yanghizza”, può aiutarci quindi durante la depurazione. Sarebbe buona norma iniziare il pasto con l’assunzione di verdura cruda. Insalate, carote, ravanelli, sedano, quello che più preferite. Ma sempre ad inizio pasto, questo accorgimento migliorerà moltissimo eventuali disturbi gastrici. Anche iniziare con un bel brodo di verdure è una buona norma igienica. La mattina o negli intervalli di lavoro o come aperitivo, potrete provare il gusto e la bontà delle centrifughe. Potrai centrifugare insieme diverse verdure, quelle che più preferite, inserendo anche una mela (ma solo quella mi raccomando). Le centrifughe hanno un eccezionale potere disintossicante!

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Saziano, nutrono, sono gustosissime. Se hai bisogno di qualche idea puoi consultare le ricette a fine libro. Lo ripeto, non voglio farti diventare un monaco zen, ma cercare di rimuovere dalla tua alimentazione tutte le sostanze raffinate, che spesso contengono additivi, coloranti, conservanti pericolosi per la tua salute. In genere iniziano con la lettere “E” seguita da un numero che indica appunto la sostanza presente nell’alimento. I conservanti sono numerati dal numero 200 al 299, ad esempio E200, (acido sorbico); i coloranti dal numero 100 al 199, ad esempio E100 (curcumina); gli antiossidanti dal numero 300 al 399, ad esempio E300 (acido ascorbico). Non finisce qui, negli alimenti trovi anche altre sostanze come gli anti muffa, gli addensanti e gli esaltatori di sapidità. A quest’ultima classe in particolare devi prestare molta attenzione, iniziano con il numero 600 e sono tutti da evitare, in particolare E620 (glutammato monosodico).

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Questo è un elemento presente molto spesso nella cucina cinese, non stupirti del fatto che in qualsiasi ristorante tu vada il sapore del cibo sia più o meno simile, il segreto sta proprio nell’uso smodato del glutammato di sodio. Insaporisce molto le pietanze tra l’altro è anche un additivo che apporta molto sale, non fa bene a chi soffre di pressione alta! Limitane più possibile il consumo. Si stima che ogni anno assumiamo all’incirca 3 o 4 kg a persona di sostanze tossiche! Tra le sostanze non pericolose per l’uomo troviamo:

- Carbonato di calcio (E170) - Carotene (E160) - Acido ascorbico (E300) - Acido citrico (E330) - Solfato di calcio (E516)

Purtroppo negli alimenti industriali non trovi solo questi!

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Nelle etichette sono spesso presenti altre voci, come alluminio (E173), benzoato di sodio (E211), metabisolfito (E222), sorbato di potassio, nitrato di potassio (E252), BHA (E320), BHT (E321), Acido fosforico (E338), nitrito di sodio (E250), Aspartame (E951), glutammato monopodico (E620), glicole propilenico, tutte sostanze assolutamente da evitare. Cercando di consumare verdure fresche ed evitando cibi pronti e/o precotti eviti di incontrare le sostanze sopra elencate. Sicuramente avrai bisogno di un po’ più di tempo per cucinare, infatti i cereali integrali si cuociono in 45-50 minuti, le verdure, l’insalata, sarai tu a doverle lavare e cucinare. Sarai sicuro così che stai ingerendo alimenti senza conservanti pericolosi. Non dovresti sottovalutare neanche il fatto che il cibo meno è sottoposto a sofisticazioni più è ricco in vitamine e minerali.

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Più vitamine e minerali, meno grassi e sostanze chimiche portano ad una migliore funzionalità intestinale, epatica, pancreatica. Per il nostro intestino sono importantissime le vitamine del gruppo B. Queste vitamine sono distrutte facilmente dai lassativi, dagli alcolici, dal caffè, in particolare la vitamina B12. Importantissima anche la vitamina B5 poiché interviene nella ricostruzione della membrana cellulare intestinale. L’ideale sarebbe assumere le vitamine sotto forma di complesso e mai la vitamina da sola. Per assimilarle è indispensabile l’utilizzo di Sali minerali come ad esempio il magnesio. Molto spesso consumare cibi raffinati porta ad un pericoloso innalzamento della glicemia, cosa che non avviene con i cibi integrali. Glicemia alta vuol dire più insulina in circolazione e questo, a lungo andare, si trasforma in stress per il pancreas e in grasso corporeo.

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Uno degli effetti del mangiare sano sarà sicuramente un maggiore livello di energia e la scomparsa della sonnolenza dopo i pasti. Un effetto davvero fastidioso soprattutto quando siamo fuori casa. Inoltre iniziare a mangiare con degli orari porterà benefici anche al tuo intestino. Ricordati che in questa prima fase della depurazione devi aiutarlo ad alleggerirsi, per cui cercare di consumare il cibo alla stessa ora gli farà tirare un sospiro di sollievo non indifferente. Senza tralasciare il fatto che il tuo obiettivo è riuscire ad andare in bagno tutti i giorni! Inizia ad educare il tuo intestino proprio con degli orari. Se inizi a sentire uno stimolo non reprimerlo mai, cerca invece, senza sforzarti, di andare in bagno. Magari anche solo per fare un tentativo. Prova a rilassarti qualche minuto, non ti costerà troppa fatica e il tuo corpo inizierà a registrare quella sensazione.

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Arriverà il momento in cui finalmente ti ritroverai ad andare in bagno tutti i giorni! Magari anche alla stessa ora. Come già ripetuto più volte non dimenticarti mai l’importanza di una giusta idratazione! Bevi acqua, possibilmente non gasata e povera di sodio. Anche il the bancha può essere un valido sostituto dell’acqua. Puoi prepararne una bustina per 1 L di acqua e consumarlo durante il giorno. Dissetante e saporito ti aiuterà anche a combattere un’eventuale ritenzione idrica. Le vitamine e i minerali sono indispensabili per la tua salute, sono naturalmente presenti nella frutta e nella verdura di stagione. Non è infrequente trovare al supermercato, a gennaio, zucchine e/o pomodori; questi alimenti sono fuori stagione e non andrebbero acquistati. Trovarli significa che sono cresciuti in serra, spesso con l’utilizzo di pesticidi e altre sostanze tossiche.

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Non sottovalutare neanche il fatto che il tuo corpo durante le stagioni si modifica e le sostanze che chiederà saranno diverse in base alla temperatura esterna, alla luce etc. Ad esempio in estate avremo bisogno di consumare cibi che contengano più acqua, in inverno accade l’inverso, per cui, cerca di rispettare anche “le stagioni” del tuo organismo. Di seguito una breve mappa della verdura di stagione: Agretti: Aprile - Giugno Broccolo: Ottobre – Maggio Cardi: Novembre – Gennaio Cavolo verza: Novembre – Marzo Cicoria: ottobre – Aprile Fave fresche: Aprile – Giugno Indivia belga: Ottobre – Maggio Piselli: Aprile – Giugno Sedano: Settembre – Dicembre Zucchine e fagiolini: Giugno – Agosto Barbabietola rossa: Maggio – Ottobre Broccolo siciliano: Ottobre – Aprile Carote: tutto l’anno

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Cavolo cappuccio: tutto l’anno Fagioli freschi: Giugno – Settembre Finocchi: Ottobre – Aprile Riccia e scarola: Ottobre – Aprile Porri: Ottobre – Aprile Sedano rapa: Ottobre – Marzo Bietola: Maggio – Novembre Carciofi: Novembre – Aprile Cavolfiore: Novembre – Marzo Cime di rapa: Novembre – Marzo Fiori di zucca: Maggio – Settembre Romana e cappuccia: Aprile – Ottobre Radicchio trevigiano: Dicembre – Febbraio Zucca: Settembre - Gennaio E della frutta di stagione: Albicocche: Giugno – Luglio Cocomero: Giugno – Settembre Mele: Settembre – Novembre Pere: Luglio – Settembre Frutta secca: noci, mandorle, nocciole – andrebbero consumate solo nei mesi freddi Castagne: Ottobre – Dicembre Fragole: Giugno Melone: Giugno – Settembre

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Pesche: Giugno – Agosto Ciliege: Maggio – Luglio Lamponi: Giugno – Settembre Nespole: Giugno – Luglio Susine: Giugno – Agosto Inizia a consumare la frutta e la verdura secondo stagione, questo con il passare del tempo farà la differenza in termini di salute e ti posso garantire sarà un toccasana anche per il portafoglio! Molta frutta e verdura fuori stagione ha un costo più alto, vogliono farci credere che a noi serva, ma non è così! Se il tuo intestino è molto pigro e ti senti intasato, appesantito e con poca vitalità, sarebbe una buona idea iniziare la depurazione con 1 giorno di digiuno. Non ti preoccupare, non morirai di fame, anzi se il tuo problema è abbastanza vecchio proverai subito un incredibile senso di benessere. Puoi fare il digiuno il sabato o la domenica, sarebbe perfetto farlo nei giorni in cui hai meno impegni e puoi riposare.

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Ricordati che la depurazione e il digiuno favoriscono l’eliminazione di sostanze nocive, questo richiede un notevole sforzo al tuo organismo, per cui sarebbe bene evitare sforzi fisici e cercare di stare rilassati. Durante il digiuno si elimina qualsiasi cibo solido, si possono consumare invece alimenti liquidi. Questo tipo di pratica si chiama digiuno umido ed è molto utile per la depurazione del sangue attraverso i reni e la pelle. Importante il consumo di acqua, preferibilmente a temperatura ambiente. Non si dovrebbe bere troppa acqua tutta insieme ma anzi sarebbe più salutare bere 1 bicchiere di acqua ogni ora per non sovraccaricare il lavoro dei reni. Esistono casi in cui è preferibile non digiunare, ad esempio se si soffre di diabete, se si è in gravidanza o se si è eccessivamente magri. In ogni caso sarà bene chiedere consiglio al proprio medico prima di iniziare il digiuno, anche se si tratta solo di 1 giorno.

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Non credo servano altri giorni per riattivare il nostro organismo, uno - due giorni sono più che sufficienti per sentire subito i primi benefici. Durante questi 1-2 giorni oltre a bere molta acqua potrai consumare anche: Centrifugati di verdura di stagione: l’unico frutto ammesso è la mela e non più di 1 al giorno Brodo di verdure crude: sempre di stagione, si tagliano e si lasciano in ammollo in acqua con un coperchio, senza ricorrere alla cottura. Il brodo può essere consumato dopo 12-24 ore, basterà rimuovere la verdura in pezzi. Il fatto di evitare la cottura t garantirà l’assunzione di importantissimi enzimi e minerali. Brodo di verdure cotte: se proprio non hai tempo puoi utilizzare anche la cottura delle verdure ma per un tempo molto ristretto, le verdure a pezzetti potranno bollire in poca acqua per una massimo di 10 minuti, dopodiché lascia riposare il tutto per 15-20 minuti prima di filtrare il brodo e consumarlo.

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Succo di acero e limone: si prepara spremendo un limone, 4 cucchiai di succo di acero e mezzo litro d’acqua. Il succo di limone stimola le funzioni depurative mentre il succo di acero grazie alla presenza dei suoi zuccheri naturali garantisce una glicemia costante. Succhi di frutta concessi: devono essere appena spremuti e non di certo quelli confezionati, spesso ricchissimi di conservanti, coloranti e zuccheri, nonché di piccole quantità di frutta della peggior specie. La frutta ideale sarebbe la mela, la pera, il limone, il lime, il pompelmo, il pompelmo rosa. Evita di mischiare insieme troppa frutta diversa. Come sottolineato prima il digiuno umido dovrebbe durare 1-2 giorni, al termine dei quali potrai iniziare a reintrodurre gli alimenti solidi. Possibilmente i cibi consigliati, ovvero più possibile naturali e privi di sofisticazioni evitando porzioni troppo abbondanti e tipi di cottura troppo pesanti.

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TERZO PASSO: RIMEDI NATURALI

Gli aiuti naturali: fitoterapia, gemmo derivati, oligoelementi, floriterapia

Bene, hai iniziato il tuo programma di depurazione finalizzato all’eliminazione di sostanze dannose che ostacolano il buon funzionamento dei nostri organi emuntori. In più hai deciso di liberarti una volta per tutte del problema stipsi e dei suoi conseguenti risvolti, dicasi emorroidi doloranti. Il percorso dovrebbe essere il più possibile personalizzato e dovrebbe mirare a:

- individuare le cause (alimentari e non) che causano la problematica;

- sostituire le cattive abitudini con delle nuove, il più possibile sane e personalizzate, in modo tale che possano entrare a far parte della quotidianità della persona;

- la depurazione; - aiutare, per il primo periodo, l’intestino a

funzionare regolarmente.

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Come abbiamo visto nel precedente capitolo il primo passo è di tipo nutrizionale. Il secondo passo invece riguarda la possibilità di scegliere un prodotto che sia in grado di aiutarti nel drenaggio. Soprattutto i primi giorni potrebbe essere addirittura più difficile andare di corpo, questo non deve verificarsi, per cui iniziamo con l’individuare dei possibili aiuti. La fitoterapia fa sicuramente al caso nostro. La natura ci ha donato tantissime piante in grado di favorire la peristalsi in maniera delicata e di facilitare il lavoro anche degli altri organi emuntori. Puoi andare in erboristeria e farti preparare una miscela di piante sottoforma di tisana. Ma vediamo di conoscere un po’ più da vicino “il significato” degli effetti che svolgono: Carminativa: che limita la formazione e il ristagno di gas sia nello stomaco che nell’intestino.

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Coleretica: in grado di far aumentare la secrezione biliare. Colagogo: che stimolano il flusso biliare all’interno del duodeno. Diaforetica: in grado di aumentare la sudorazione corporea. Diuretica: che favorisce la produzione di urina. Antielmintico: in grado di eliminare parassiti. Lenitivo: in grado di calmare il dolore. Emolliente: rende morbidi ed elastici i tessuti, calma le irritazioni. Lassativo: che aumenta la peristalsi. Analgesico: riducono il dolore. Immunostimolante: capace di stimolare le difese immunitarie. Antivirale: in grado di combattere virus.

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Le piante utili per liberare ogni giorno l’intestino sono: Altea (Althaea officinalis): addolcente, emolliente, protettivo delle mucose, lassativo. Anice verde (Pimpinella anisum): carminativo, antiputrefattivo, antifermentativo, disinfettante intestinale, sudorifero, diuretico. Basilico (ocymum basilicum): digestivo, carminativo, antielmintico (l’olio essenziale), antisettico, diuretico. Camomilla (Matricaria chamomilla): spasmolitico e protettivo della mucosa gastrointestinale, antiflogistico, riparatore dei tessuti, regolatore della flora batterica intestinale, antimicotico, immunostimolante, emmenagogo, antiallergico. Carciofo (Cynara scolymus): Ipoglicemizzante, epatostimolante, colagogo, coleretico, ipocolesterolemico, ipotrigliceridemico, ipoazotemico, diuretico. Comino (Cuminum cyminum): digestivo e

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carminativo, antisettico intestinale, antispasmodico gastrico e intestinale, sudorifero, diuretico. Finocchio (Foeniculum vulgare): espettorante, carminativo, antisettico intestinale, antispasmodico gastrico e intestinale, blandamente lassativo, batteriostatico su alcuni germi come E. Coli, staphilococcus aureus e candida albicans. Frassino (Fraxinus excelsior): diaforetico, diuretico, antireumatico, lassativo. Liquirizia (Glycyrrhiza glabra): digestiva, antinfiammatoria, antiulcera, emolliente, lassativa Boldo (Peumus boldus): colagogo, blando effetto lassativo Malva (Malva sylvestris): emolliente, protettivo delle mucose, lenitivo, bechico, blandamente lassativo. Sambuco (Sambucus nigra): depurativo, antinfiammatorio, immunostimolante, antivirale, antinevralgico, diuretico, antipertensivo, lassativo.

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Tarassaco (Taraxacum officinalis): colagogo, coleretico, diuretico, depurativo, lassativo. Timo (Thymus vulgaris): antisettico e antifermentativo intestinale, diaforetico, fluidificante delle secrezioni bronchiali, vermifugo, antireumatico, antinevralgico. Viola (Viola tricolor): antinfiammatorio, bechico, diuretico, diaforetico, cicatrizzante, lassativo. Rosmarino (Rosmarinus officinalis): antisettico, espettorante, antivirale, disinfettante. Curcuma (Curcuma longa): antinfiammatorio, utile nella prevenzione di tumori, il suo uso migliora il lavoro di stomaco e intestino, facilita lo smaltimento dei grassi. Nello specifico puoi assumere una tisana di altea, carciofo e tarassaco nel pomeriggio (miscela in parti uguali) e anice verde, basilico, camomilla, comino, finocchio, frassino, malva, sambuco, timo e viola la mattina e la sera a stomaco vuoto. L’ideale sarebbe farsi preparare tutto da un bravo erborista.

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Durante i primi giorni della depurazione assumere delle tisane che facilitino lo smaltimento dei “rifiuti” ti aiuterà tantissimo, dormirai meglio, digerirai meglio, ti sentirai più leggero. La tisana con le erbe sopra elencate può essere consumata diverse volte al giorno, l’ideale sarebbe berne almeno 3 o 4 tazze al giorno, di cui 1 subito prima di coricarsi. Per ogni tazza andrebbero usati almeno 3 cucchiai di erbe. Una volta raggiunta l’ebollizione il gas va spento e vanno aggiunti i 3 cucchiai di erbe. Queste andrebbero lasciate in infusione almeno per 10-15 minuti. Una volta filtrate le erbe puoi consumare la tisana. Se trovi difficoltà nella preparazione perché magari sei fuori tutto il giorno per lavoro, puoi fare un’unica preparazione la mattina, anziché scaldare il quantitativo di una tazza metti sul fuoco l’equivalente di 3 o più tazze con la giusta percentuale di erbe. La tisana è molto buona anche bevuta fredda durante la giornata.

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Se non dovesse piacerti il sapore potrai aggiungere un cucchiaino di miele possibilmente biologico, oppure aggiungere della stevia. Meglio evitare anche lo zucchero di canna integrale, almeno i primi giorni. La stevia è un ottimo sostituto dello zucchero, dolcifica tantissimo, meglio se acquistata nei negozi biologici e ha zero calorie. Esistono anche altre piante con un blando effetto lassativo, in grado anche di lenire disturbi digestivi, la più importante a mio avviso è senza dubbio l’aloe. Sono tantissimi gli studi effettuati sulle proprietà di questa pianta, inoltre i suoi benefici si conoscono da millenni, veniva infatti utilizzata dagli egiziani e dai babilonesi per le sue proprietà tonificanti, lassative, depurative. Con gli studi moderni si sono scoperti e documentati altri importantissimi effetti, si è dimostratala scientificamente la presenza di sostanze con azione: antibiotica, antibatterica, antidolorifica, antinfiammatoria,

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antimicotica, antiossidante, antitumorale, antisettica, antivirale, proprietà cicatrizzante, immunomodulante. Davvero una pianta dalle mille proprietà! Se non amiamo le tisane o troviamo troppe difficoltà nel prepararle allora un protocollo utilissimo è proprio quello a base di aloe. Se cerchi aloe di qualità certificata puoi scrivere ad Alessandro Rivale, alla e-mail: [email protected] Devi considerare inoltre che questa pianta svolge una potentissima azione depurativa, utilissima quindi per il nostro scopo, da preferire se insieme a stipsi soffriamo anche di gastrite, ritenzione idrica, intolleranze alimentari. Un possibile protocollo prevede la sua assunzione per un periodo che va dai 3 ai 6 mesi. Andrebbe presa sotto forma di bevanda, possibilmente scegliendola biologica e pura, cioè senza l’aggiunta di coloranti o conservanti.

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Una piccola quantità di conservante sarà sempre presente per evitare la formazione di muffe o batteri, meglio controllare la concentrazione della pianta nell’etichetta e scegliere quella che garantisce un maggior contenuto di Aloe. Il succo di aloe va bevuto 3 volte al giorno, almeno 40 ml, in genere a stomaco vuoto e prima dei pasti. Se il succo è puro non avrà un sapore buonissimo, se dovessi trovare difficoltà nel berla puoi aggiungere del succo di mela o altra frutta consigliata. Dopo averla presa è consigliato bere abbondante acqua e attendere almeno 15 minuti prima di mangiare. Per il primo mese in cui si assume aloe è buona norma assumere anche dei probiotici. L’aloe svolge infatti una funzione depurativa e stimola dolcemente la peristalsi, rimuove dal nostro organismo le tossine e i residui di materiale fecale dalle anse dell’intestino, assumere probiotici aiuta a ricolonizzare l’intestino di batteri buoni utili sia per il sistema immunitario che per ritrovare la regolarità intestinale.

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Assumendo aloe puoi quindi lavorare sia sulla conquista della regolarità intestinale sia sull’eliminazione di tossine dal corpo. Questa pianta ha un’azione positiva anche su fegato e cistifellea. Migliora la diuresi e ha un effetto decongestionante su tutto l’organismo. Non è inusuale trovare un terreno “infiammato” nelle persone che soffrono di stipsi, l’aloe anche in questo caso svolge una potentissima azione riequilibrante. Inoltre come accennato ha delle ottime proprietà cicatrizzanti e viene spesso usata nelle persone che soffrono di gastrite o peggio ancora di ulcere. Se il tuo problema oltre alla stipsi dovesse includere anche difficoltà digestive e dolori, gastrite o reflusso gastroesofageo, allora il protocollo a base di aloe fa al caso tuo. Se invece ami le tisane e non hai ancora una situazione di stipsi cronica, allora assumere tisane insieme ad un’alimentazione naturale fa al caso tuo.

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Sia che tu decida di assumere le tisane, sia che tu decida di iniziare il protocollo a base di aloe, il periodo minimo di trattamento è di 3 mesi. Durante questi 3 mesi dovresti attenerti il più possibile alle istruzioni riportate, alimentarti il più possibile come consigliato nei precedenti capitoli e se non riesci subito a seguire tutte le indicazioni non importa, l’ideale sarebbe arrivarci gradualmente evitando stress eccessivi. Non è facile abbandonare un modo di vivere e abitudini presenti da anni, ma ricordiamoti che se oggi hai qualche problema significa che le tue abitudini non sono salubri. Può trattarsi di qualche piccola modifica o di stravolgere completamente il tuo modo di rapportarti al cibo e al tempo, in ogni caso invito sempre alla prova e alla verifica su se stessi. Non dovresti credere a nulla di quello che trovi scritto in libri, articoli e men che mai credere a tutte le bufale che si vedono in televisione.

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Ricordati soltanto che: la strada è giusta se ti fa stare bene, se non stai bene, la strada non è giusta, o almeno non lo è per te! Non importa se tutti in televisione dicono che devi consumare latte per assumere calcio, se a te non fa bene non devi farlo! Il calcio è presente in molte verdure ed è anche più facilmente assimilabile rispetto a quello contenuto nel latte! Concentrati su di te, fai ricerche, ascolta le opinioni delle persone che hanno cambiato stile di vita e prova, prova, prova! Se sei un consumatore abituale di un alimento poco salubre e senti che il tuo corpo te lo richiede è molto probabile che tu ne sia intossicato! Questo è il caso degli alimenti che contengono zucchero bianco, ma anche di altri alimenti come ad esempio i lieviti. Classico è l’esempio del tossicodipendente che inizia subito a stare meglio nel momento in cui assume la sua dose di droga.

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Taluni cibi generano proprio questo effetto nel nostro organismo! Il punto è che spesso siamo talmente assuefatti da quella determinata sostanza che il nostro corpo perde la sua capacità di reazione. Può succedere ad esempio che una persona soffra di cefalea e sia intollerante al caffè, tuttavia quando lo assume i sintomi non compaiono subito (eccessivo accumulo) ma anzi si presentino proprio durante la fase di astinenza dalla sostanza. Quest’accentuazione dei sintomi scomparirà nell’arco di qualche giorno e il corpo inizierà a stare meglio. Fin qui ti ho parlato di fitoterapia, quindi di piante in grado di aiutare intestino e organi emuntori. Esistono altre alternative, ad esempio rimedi omeopatici, ma di questi deve occuparsene un medico specializzato in omeopatia. Negli ultimi anni si parla moltissimo di gemmo terapia e sono diverse le patologie che si possono trattare con ottimi risultati. Ma cosa sono?

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Il padre della gemmo terapia è Pol Henry, a lui si deve l’idea di utilizzare i germogli vegetali nella terapia umana, i risultati dei suoi primi lavori apparvero negli Archives Homéopathiques de Normandie nel 1959. "La foresta è una sorgente di vita, ma è una fonte terapeutica misconosciuta" Pol Henry Nella gemmo terapia si utilizzano i tessuti embrionali vegetali freschi, infatti nelle gemme, nelle radici giovani nelle cortecce fresche, nei giovani getti, nei boccioli, nelle scorze interne di giovani rami e radici, nei semi e in qualsiasi altro tessuto embrionale si trovano le potenzialità della cellula vegetale primitiva, caratteristiche che si possono perdere quando la pianta ha raggiunto il suo pieno sviluppo. Nei gemmoterapici ci sono più sostanze e principi attivi di quanto non ve ne siano nella pianta adulta, essi sono particolarmente ricchi in enzimi, vitamine, fattori di crescita, acidi nucleici, ormoni vegetali oltre ai principi attivi propri della specie.

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Nel confronto fra gemma e tessuto adulto sono state dimostrate notevoli variazioni qualitative e quantitative in principi attivi. L’università di Lione e in particolare i Professori Netien e Rainaud, hanno compiuto degli studi accurati fra gemme e foglie di Ribes nigrum, evidenziando delle notevoli differenze: amminoacidi essenziali e vitamina C sono in notevole quantità superiore nelle gemme che non nelle foglie! Si utilizzano i germogli o le gemme, in prima diluizione decimale, questi vengono messi a macerare in una soluzione idroalcolica con l’aggiunta di glicerina. Il macerato ottenuto ha delle eccezionali proprietà drenanti. Tra i gemmo terapici, quello che ha un effetto riequilibrante sull’intestino è il Vaccinium vitis Idaea o mirtillo rosso. Questo è un piccolo arbusto che cresce in montagna, produce fiori e frutti.

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Il preparato svolge un’azione riequilibrante nei problemi di stipsi, diarrea, emorroidi ed è utilissimo anche nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie. Esplica soprattutto un’azione regolatrice nella funzionalità intestinale migliorando anche la vascolarizzazione delle mucose. Puoi assumerlo alla diluizione 1 DH 40 gocce al giorno, se il problema è cronico si possono assumere 40 gocce, 2 volte al giorno. Se la stipsi è persistente può essere utile associare anche la Betula Pubescens che ha un potente effetto diuretico, drenante, antisettico e antinfiammatorio. Se si assumono insieme si possono prendere 20 gocce + 20 gocce, 2 volte al giorno. Come puoi vedere la natura ci offre davvero moltissimo, fitoterapici e gemmo derivati sono davvero un tesoro inestimabile che l’essere umano deve assolutamente conoscere e proteggere! Inoltre i prodotti naturali sono complessi di più sostanze unite insieme, questa varietà garantisce un buon risultato e protegge da effetti tossici o collaterali.

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Vanno assunti in maniera corretta, per un periodo di 3-6 mesi e con la giusta posologia; per ogni dubbio puoi scrivere alla redazione o rivolgerti al tuo medico (omeopata altrimenti potrebbe non conoscerli) o naturopata. Ti ho accennato anche al trattamento con gli oligoelementi. Nello specifico si tratta di minerali in piccolissime quantità (dal greco oligos: poco). Il fatto che siano in piccolissime quantità necessarie all’organismo non deve farti sottovalutare la loro importanza. Sono infatti indispensabili per attivare determinati enzimi specifici che come sappiamo hanno il compito di velocizzare nel corpo importantissime funzioni. Abuso di farmaci, vita stressante, alimentazione scorretta fanno perdere all’organismo importanti minerali, se questi mancano alcune reazioni enzimatiche possono essere compromesse e di conseguenza reazioni chimiche che garantiscono un buon funzionamento del nostro corpo.

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Il Dottor Jaques Ménetriér è considerato il padre dell’oligoterapia, fu lui il primo negli anni ’30 del secolo scorso a individuare 4 tipologie di terreni (o diatesi) associandoli a dei complessi di oligoelementi. Queste diatesi corrispondono quindi a determinati stati psico-fisici dell’organismo, una volta individuata la diatesi di appartenenza gli oligoelementi possono aiutarci a ristabilire l’equilibrio perso. Esistono 4 diatesi: La prima è la diatesi la allergica o artritica, è associata al Manganese (Mn), i tratti ricorrenti sono:

- emotività - nervosismo - aggressività - astenia mattutina - iperattività serale - emicrania - allergie

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- disturbi circolatori o gastrointestinali - ipertiroidismo

La seconda diatesi è la ipostenica o artrotubercolitica, è associata a Manganese (Mn) e Rame (cu), i tratti ricorrenti sono:

- calma - riflessività - stanchezza serale - scarsa resistenza agli sfrozi - disturbi dell’apparato respiratorio e

gastrointestinale - affezioni urinarie - ipotiroidismo

La terza diatesi è la distonica o neuro artritica, è associata a Manganese (Mn) e Cobalto (Co), i tratti ricorrenti sono:

- ansia - nervosismo - irritabilità - scarsa memoria e concentrazione

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- stanchezza al risveglio - gonfiori gastrointestinali - ipertensione - disturbi urogenitali

La quarta diatesi è la Anergica, è associata a Rame (Cu) Oro (Au) e Argento (Ag), i tratti caratteristici sono:

- mancanza di energia - psicoastenia - stanchezza cronica - depressione - infezioni e infiammazioni croniche

Gli oligoelementi possono essere usati sia in base alla propria diatesi di base sia per coadiuvare il protocollo che si sta seguendo. Ogni caso sarà diverso e necessiterà quindi di un esperto naturopata che individui il rimedio appropriato.

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L’oligoterapia è spesso associata all’iridologia (esame dell’iride) un preziosissimo aiuto nell’individuazione del giusto complesso di oligoelementi da assumere. Gli oligoelementi che possono aiutare nei casi di stitichezza sono i complessi: Manganese – Rame e Zinco – Rame. Esistono altri minerali non in traccia che aiutano il nostro organismo, ad esempio il Magnesio Supremo utile nei casi di nervosismo, sonno disturbato, astenia e stipsi. I prodotti esaminati fino ad ora svolgono un’azione sul corpo ma come abbiamo più volte accennato, qualsiasi disturbo ha una importante componente di tipo psicologico – energetico. Il disturbo di stipsi rivela difficoltà a lasciarsi andare, ad abbandonarsi a emozioni che potrebbero far perdere i propri punti saldi. In genere si ha difficoltà ad esprimere la rabbia e a far rispettare i propri confini.

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Alla base del disturbo sono presenti tratti di insicurezza nel volersi mostrare al mondo e nel volersi affermare, spesso perché troppo preoccupati del giudizio e dell’opinione altrui. In questa situazione la natura ci mette a disposizione altri eccezionali rimedi, come ad esempio i rimedi floriterapici. La floriterapia è molto conosciuta grazie al lavoro del Dr. Edward Bach, fu lui ad individuare e selezionare le 38 essenze floreali che ancora oggi vengono usate in tutto il mondo. Un lavoro di un valore inestimabile, compiuto grazie alle sue conoscenze di medico e le sue abilità nel percepire le energie sottili della natura. L’essenza floreale viene preparata utilizzando i fiori raccolti la mattina presto e seguendo determinate procedure, questi vengono lasciati immersi dentro un contenitore con dell’acqua sotto il sole (metodo della solarizzazione). Questo permette di trasferire la memoria energetica del fiore all’acqua.

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Poi questa viene diluita ottenendo la tintura madre e successivamente le famose “stock bottles” utili nella preparazione delle varie miscele. Un altro metodo di preparazione consiste nella bollitura dei fiori per circa 20 – 30 minuti in un pentolino con abbondante acqua (metodo della bollitura), successivamente viene tutto filtrato e si ottengono anche in questo caso le tinture madri da cui poi si ricavano le stock bottles. Il Dr. Bach durante una conferenza nel Galles, spiegò che:” I fiori sono in grado di aprire i canali che permettono una più completa unità tra anima e corpo”. Siamo fatti di energia, anche il nostro corpo è energia, siamo abituati a non vederla e in rari casi a percepirla, ma in realtà anche ogni oggetto solido è energia. Un tipo di energia che ha una vibrazione corrispondente al piano sul quale si manifesta (livello hertziano), per questo la percepiamo solida, ma si tratta pur sempre di energia!

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Attorno al nostro corpo esiste un campo elettromagnetico in grado di influenzare il corpo fisico. Questo campo risponde ai nostri pensieri, emozioni, istinti, paure etc. Il fiore che si assume agisce proprio su questo campo, riarmonizzandolo a livello quantistico/energetico/vibrazionale modificando quindi le informazioni errate che causano squilibrio. I fiori individuati dal Dr. Bach sono 38, si possono miscelare tra di loro a seconda delle esigenze. Tuttavia quella del Dr. Bach non è l’unica floriterapia esistente, esiste infatti la floriterapia californiana, quella australiana, quella himalayana, quella francese e anche quella italiana. Sono moltissimi i medici, gli psicologi e i naturopati che la utilizzano con ottimi risultati. Anche in questo caso non esiste una formula standard, il caso andrebbe valutato di volta in volta. Esistono terapeuti come il Dr. Orozco o il Dr. Kramer che hanno creato delle personali modalità di analisi e somministrazione.

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In Italia abbiamo il privilegio di avere la Dr.ssa Gabriella Mereu, medico omeopata, che ha ideato una preziosissima terapia: la terapia verbale per l’appunto, che utilizza insieme alla floriterapia. La Dr.ssa Mereu collega la stitichezza al fatto di trattenersi, per paura di disturbare o di non piacere, per cui ci si comporta in maniera chiusa, controllata e in modo molto formale. La miscela di fiori che lei consiglia è a base dei seguenti fiori:

- Centaury - Chicory - Crab Apple - Vine - Rock water

Altri autori consigliano di assumere:

- Walnut - Honeysuckle - Gorse - Crab apple

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L’ideale sarebbe personalizzare i fiori in base ai vissuti, alla problematica e all’esperienze della persona, ma se non si conosce un buon floriterapeuta meglio assumere la miscela consigliata dalla Dr.ssa Mereu. Individuati i fiori che fanno al caso nostro bisogna farsi preparare una miscela con 4 gocce di ogni fiore e assumerla 4 – 6 volte al giorno. Come accennavo prima esistono anche altre floriterapie, in particolare mi soffermerò sui fiori australiani. La persona che li ha catalogati e sta diffondendo la loro conoscenza nel mondo è Ian White, naturopata australiano. Anche lui come il Dr. Bach è in grado di sfruttare le sue capacità di percezione delle energie sottili riuscendo così a farsi guidare nella scelta e nella selezione dei fiori. Sembra comunque che le essenze floreali venissero già da secoli utilizzate dagli aborigeni per curare diversi disturbi e malattie.

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I fiori australiani utili nei problemi della stitichezza sono:

- Bauhinia - Bluebell - Bottlebrush - Flannel flore

I fiori australiani vanno prepararti miscelando 7 gocce di ogni fiore e vanno prese 7 gocce 4- 5 volte al giorno. I fiori, riarmonizzando il campo energetico, influiscono successivamente anche sul fisico. A volte i miglioramenti si notano subito altre volte occorre più tempo. In ogni caso è bene continuare con l’assunzione dei fiori per 2-3 mesi.

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QUARTO PASSO: RESPIRAZIONE

Respiro quindi sono: consapevole del mio respiro Complimenti per essere arrivato fin qui! Spero ora tu abbia una prospettiva nuova con cui occuparti del tuo intestino. Nel corso della guida abbiamo esaminato i cibi da evitare se si soffre di stipsi, l’alimentazione che aiuta a regolarizzare l’intestino, abbiamo fatto luce sull’importanza di liberarsi giornalmente delle scorie metaboliche e quindi della depurazione. Abbiamo anche esaminato i rimedi naturali che possono sostenerci durante questo viaggio verso il “cambiamento” e l’importanza del nostro stato psicofisico. Sembrerebbe che abbiamo terminato il quadro e che abbiamo ora tutti gli strumenti per creare una sinergia efficace. Non è così. Manca un altro importantissimo tassello: il respiro.

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Ti prego di non considerare questo aspetto in maniera superficiale, sembra scontata la sua importanza dato che se smettessimo di respirare moriremmo. Tutti respiriamo e lo facciamo perché abbiamo bisogno di ossigeno. Ma io vorrei porre l’attenzione sul “modo”. Come respiriamo? Attraverso la respirazione l’ossigeno arriva in tutto il corpo, attraverso reazioni chimiche sofisticatissime questo ossigeno nutre i tessuti e le cellule, veicola importanti sostanze nel nostro corpo, ci permette di vivere. Non siamo vivi solo perché respiriamo, siamo vivi perché grazie a quest’azione tutto nel nostro corpo si muove, potremmo definire l’atto del respirare come una scintilla. Una scintilla divina in verità, basti pensare all’importanza che si attribuisce all’atto del respirare nelle antiche pratiche orientali come lo yoga, la meditazione, le arti marziali.

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Non solo, anche le moderne tecniche di rilassamento, di visualizzazione, il training autogeno e persino nei corsi di apprendimento veloce si considera indispensabile imparare a respirare. Cosa c’entra con il nostro intestino? Semplice, ricordiamoci che siamo “Uno”! Se entra nel mio corpo la giusta quantità di ossigeno e attraverso una corretta respirazione questo ossigeno va a nutrire ogni parte del mio organismo, quest’ossigeno oltre a nutrire riuscirà anche a rimuovere determinati blocchi energetici e potrà influire anche di conseguenza sulle normali attività fisiologiche. Attraverso il respiro e la concentrazione potremmo addirittura stimolare il nostro intestino! Molti diranno di saper già respirare, in linea di massima è vero ma farlo in una maniera corretta e utile per il tuo scopo è un’altra cosa. Il problema nasce nel momento in cui sei stressato, vai di fretta, sei nervoso, insomma quando carichi il corpo con le tue preoccupazioni.

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Devi capire un concetto fondamentale, ovvero che: L’energia va sempre dove sta il pensiero! Portandosi dietro anche il corpo! Se abbiamo spesso mani e piedi freddi, sappi che alla base di una cattiva circolazione c’è sempre uno scorretto modo di respirare. Se siamo coperti dalla testa ai piedi e imbottiti come l’omino della Michelin, tuttavia quando ci spogliamo ci accorgiamo di avere delle zone del corpo che sono fredde, anche in quel caso la problematica può riguardare la nostra respirazione. Molti si chiederanno cosa intendo e cosa vuol dire respirare bene. Perfetto, sciogliamo ogni dubbio. Respirare bene richiede innanzitutto 3 fattori: - consapevolezza, utile per osservare come cambia il nostro respiro a seconda dei pensieri che attraversano la nostra mente e per svolgere degli esercizi di rilassamento. - Giusta postura.

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- respirazione addominale. Questi 3 fattori sono indispensabili per respirare bene. Spesso l’aria che inspiriamo non è sufficiente, questo capita quando siamo ansiosi. Automaticamente il nostro fiato diventa più corto, inspiriamo solo con il torace e questa genera carenza di ossigeno peggiorando le cose, difatti così facendo il nostro livello di ansia aumenta e di conseguenza il respiro si fa sempre più affannoso. Durante la giornata dovremmo riuscire a ricavare dei momenti, anche pochi minuti, per osservare la qualità del nostro respiro. Stai leggendo, cucinando, sei al computer, non ha importanza, qualsiasi cosa tu stia facendo dovresti riuscire per qualche secondo a fermarti e ad osservare se il tuo respiro è profondo o meno. Sei eretto con la schiena? Se sei sdraiato, sei comodo? Il tuo corpo come lo senti? Come lo percepisci? Quando inspiri gonfi l’addome?

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L’ideale sarebbe inspirare profondamente gonfiando l’addome, senza tirare su il torace. Puoi provare anche ora: Da seduti assumi una posizione eretta con la schiena, rilassa le spalle, le gambe e le caviglie, le mani sono appoggiate sulle ginocchia, lo sguardo verso il basso o se preferisci con gli occhi chiusi. Inspira lentamente e cerca di mandare l’aria nell’addome, senza gonfiare il torace. A molti sembrerà difficile e questo testimonia come nel tempo il corpo abbia disimparato a nutrirsi della giusta quantità di ossigeno e indirizzarlo nei giusti distretti corporei, questo a causa dei pensieri errati che decidiamo di seguire. Questa parte del corpo, l’addome, riveste un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda il nostro livello di energia. In medicina tradizionale cinese l’addome è chiamato Tan tien (o Hara per i giapponesi) ed è il luogo

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dove si concentra maggiormente il Qi, o energia vitale. Purtroppo ci insegnano fin da piccoli come dovremmo essere, come dovremmo comportarci e come dovremmo apparire al mondo, questo non fa altro che allontanarci dal nostro centro e dalla nostra forza e come detto prima anche il respiro di conseguenza seguirà questa tendenza. In realtà essere collegati al proprio Tan tien equivale a percepire sempre la nostra forza e il nostro potere personale. Essere coscienti di chi siamo e di quello che vogliamo passa inesorabilmente dal nostro respiro fino al nostro corpo. Respirare nel giusto modo ti ricollega alla tua natura profonda in modo da renderti capace di conoscere il tuo corpo, la tua missione, la tua energia e ti rende degno e sicuro di poterla condividere con il mondo. Essere centrati ti permette di camminare in equilibrio nel mondo.

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La zona dell’addome è anche la zona del secondo e del terzo chakra, i centro energetici con la funzione di elaborare il cibo e assimilarlo e di regolarizzare le funzioni dell’apparato riproduttivo. Il secondo chakra, situato all’altezza del coccige, è il centro energetico legato all’energia sessuale, gli organi controllati sono i testicoli, prostata, pene, ovaie, utero, vagina. Quando è in armonia l’intimità si esprime in maniera appagante coinvolgendo anche altri aspetti di tipo psicologico, energetico e spirituale. L’energia sessuale è una forza creatrice e creativa che ti spinge verso la ricerca dell’altro, cercare l’altro equivale a cercare uno specchio nel quale osservarsi e uno spazio nel quale farsi conoscere. Quando questo centro è squilibrato tendiamo a chiuderci, a vergognarci delle nostre emozioni, questo ci isola e ci allontana dagli altri. Questo è anche il centro che ti pone in relazione alla concretezza del mondo materiale, all’avere

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soldi, all’affermazione professionale, per cui se squilibrato gli aspetti citati possono accentuarsi e creare dei veri e propri blocchi. Questo chakra esprime inoltre la capacità di gioire della vita e insieme al primo chakra (o chakra della radice) ci collega all’energia della terra. Il terzo chakra è invece situato appena sopra l’ombelico ed è collegato al potere personale, all’autoaffermazione, alla fiducia in se stessi, alla capacità di esprimersi e proporsi al mondo. Gli organi controllati sono lo stomaco, il fegato, la cistifellea, l’intestino, il pancreas e i reni. E’ il centro coinvolto con la formazione della tua personalità, all’espressione del tuo ego, alla tua identità. Quando è in equilibrio ti dona la forza per realizzarti attraverso la tua volontà portandoti a vivere con gioia e passione la tua vita e il tuo desiderio di affermarti. Sovraintende all’apparato digerente, all’assimilazione e trasformazione del cibo. Quando risulta squilibrato la vita emotiva è instabile e noi tendiamo a non avere fiducia nelle nostre capacità.

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Risulta evidente come una buona respirazione sia in grado di armonizzare e nutrire questi centri energetici e di influire quindi sulla salute degli organi da essi controllati. Esistono delle tecniche di trasmissione di energia in grado di riarmonizzare i centri energetici, apportando di conseguenza un’eccellente miglioramento della salute dei nostri organi interni. In particolare vi segnalo il trattamento Ireca, un’utilissima tecnica di trasmissione energetica, in grado di correggere eventuali squilibri a carico dei centri energetici e di ricaricarci quando siamo sotto stress, regalandoci un’eccezionale senso di benessere. Gli operatori di questa tecnica sono sparsi in tutta Italia, le applicazioni durano pochi minuti e sono assolutamente gratuite!

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CONCLUSIONE

Ora si che possiamo dire di aver affrontato il problema “stipsi” sotto tutti i punti di vista: alimentare, fitoterapico, psicologico e anche energetico. Fornirti questi altri punti di vista era fondamentale dal momento che la tua energia agisce a più livelli, non solo sul fisico ma anche su altri piani più “sottili” e impalpabili ma in ogni caso assolutamente reali. Impara dunque a conoscerli e a conoscerti! Non rimane che cominciare a seguire i protocolli consigliati, iniziando ad occuparti di te con una nuova consapevolezza. Ti auguro con tutto il cuore di fare un buon lavoro!

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RICETTE UTILI E GUSTOSE Gomasio: Ti ho parlato delle proprietà del gomasio e di come sia utile utilizzarlo per insaporire verdure, cereali, carne, pesce etc. Se vuoi provare a prepararlo tu stesso in casa il procedimento è facilissimo! Avrai bisogno di:

- 1 mortaio - semi di sesamo - sale marino integrale

Metti sul fuoco una pentola antiaderente, versa circa 20 cucchiai di semi di sesamo e aspetta che pian piano inizino a rosolarsi. Il fuoco è medio, per girarli di tanto in tanto utilizza un cucchiaio di legno. Una volta rosolati (mi raccomando non troppo, devono colorarsi ma non bruciarsi) vanno versati nel mortaio e va aggiunto 1 cucchiaino di sale marino integrale.

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Ora puoi iniziare a macinare il tutto fino a quando non li polverizzi. Il rapporto sale – semi di sesamo è 1 a 20. Puoi conservarlo in un barattolo di vetro per 15 giorni, oltre i quali il gomasio perde le sue proprietà terapeutiche ma può comunque essere utilizzato come ingrediente per insaporire i piatti. Centrifuga della colazione: Consumare centrifuga di frutta e verdura può essere un vero toccasana per il nostro stomaco e il nostro intestino; consumale solo se non soffri di colite, altrimenti si potrebbero generare gonfiori. Se soffri di disturbi tipo colite l’ideale sarebbe consumare le centrifughe quando l’intestino starà un po’ meglio. La centrifuga ideale da bere al mattino è fatta con:

- 1 mela - 1 carota - 1 cetriolo - Sedano q.b. (quanto basta o quanto ne

preferite)

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Centrifuga tutto e consuma subito dopo. Iniziare la giornata con una centrifuga ti assicura il pieno di importantissime vitamine. Se vuoi puoi aggiungere qualche fogliolina di menta. Crema di riso con malto d’orzo Se stai attraversando un periodo particolarmente “fastidioso” a livello intestinale allora ti consiglio di fare colazione con la crema di riso fatta in casa. Ti occorreranno:

- Riso integrale - Malto d’orzo - Uvetta o qualche nocciola, oppure qualche

mandorla - 1 passapomodori manuale

Il procedimento è molto semplice, devi far cuocere il riso (la quantità la scegli tu, inizialmente prova con 500 gr di riso per testare il sapore) per almeno 1 ora e mezza. Quando si è abbondantemente cotto, lo scoli e lo passi nel passa pomodori, ottenendo una crema.

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Mi raccomando di non salare l’acqua! La crema così ottenuta può essere consumata aggiungendo della frutta o dell’uvetta o della frutta secca. Ideale dolcificare con 1 cucchiaino di malto d’orzo. Davvero un’ottima colazione o merenda. La crema avanzata puoi conservarla in frigo per 24-48 ore, non oltre. Questa crema può essere usata, aggiungendo del sale, al posto della panna o della besciamella sulla pasta al forno, su sformati di verdure o gateaux di patate. Vellutata di carote e ceci Un piatto caldo, semplice e veloce da preparare per l’inverno! E, tra l’altro, un vero concentrato di vitamine e fibre! Gli ingredienti per due persone sono:

- 8 carote - 100 gr di ceci - 1 cipolla - Prezzemolo

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- Un gambo di sedano - Olio e sale q.b. (quanto basta)

Lava e sbuccia le carote, mettile in un pentolino con dell’acqua e lessale. Fa lo stesso con i ceci. Lava la cipolla, il gambo di sedano e il prezzemolo e taglia tutto insieme a pezzetti. Metti a rosolare in una padella antiaderente (non soffriggere ma rosolare) aggiungendo anche un poco d’acqua. Lascia sul fuoco per 5 minuti, giusto il tempo di dare una scottata alla cipolla. Quando carote e ceci sono cotti, versali in una ciotola e aggiungi cipolla, prezzemolo, sedano. Usando un minipimer a immersione frulla tutto, quando avrai ottenuto una crema puoi aggiungere, se ne hai, un po’ di crema di riso. Scalda sul fuoco, aggiungendo un po’ d’acqua e alla fine servi con dei crostini di farro e qualche foglia di basilico.

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Mix di verdure di stagione con miglio Il miglio è un cereale buonissimo, leggero, veloce da cucinare e possono consumarlo anche le persone che soffrono di celiachia perché non contiene glutine. Per 2 persone basteranno:

- 300 gr di miglio - verdure miste di stagione - olio e sale q.b.

A seconda del tipo di verdure disponibili, potrai scegliere se cucinarle al forno o in padella. Se opti per il forno, ti consiglio di tagliare le verdure a cubetti, disporle su della carta forno con un filo d’olio e di farle cuocere ad una temperatura di 180° per 20 minuti circa. Nel frattempo in poca acqua fate cuoci il miglio. Una volta cotto lo scoli e lo riponi in una ciotola. Quando le verdure saranno cotte, aggiungile alla ciotola e mischia tutto. Se ami gli sformati puoi anche mettere tutto il contenuto in una terrina e metterla di nuovo in forno per qualche minuto.

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Potrai aggiungere del gomasio. Se le verdure le cucini in padella con un poco d’acqua, allora ti consiglio di aggiungere il miglio e far rosolare tutto insieme aggiungendo della cipolla o dell’aglio. Fagioli neri con patate e broccoletti I fagioli neri sono un ottimo sostituto delle proteine animali, sono saporiti, facili e veloci da cucinare. Vanno lessati per circa 20 minuti, senza aggiungere sale. Inoltre l’acqua di cottura dei fagioli neri è utilizzata da millenni in macrobiotica come rimedio contro la stitichezza. Per 2 persone ti occorrono:

- 200 gr di fagioli neri - 2 patate medie - 200 gr di broccoletti o di rape (a seconda del

periodo) Puoi tagliare patate e broccoletti a dadini e metterli

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a stufare in una padella antiaderente con un po’ di olio e di acqua, coprendo con un coperchio e lasciando tutto a fuoco basso. Puoi aggiungere della cipolla o dell’aglio, o entrambi. Una volta cotti lasciali riposare. Scola intanto i fagioli e ricordati di conservare il brodo di cottura (per questo non si deve salare). Puoi disporre i fagioli nello stesso piatto, vicino al contorno di patate e broccoletti. Se preferisci puoi anche mischiarli. Al posto del pane, per accompagnare le verdure ti consiglio di provare del riso integrale o una piadina con farina di quinoa.

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Bibliografia Martini – Bartholomev “Anatomia, istologia e fisiologia dell’uomo” , Ed. Edises M. Mandatori – C. Rizzo, “Ecologia clinica e intolleranze alimentari” , Ed. Tecniche nuove A. Bassetti – S. Sala, “Il grande libro dell’aloe” , Ed. Zuzzari C. Valsecchi, “Psicodinamica e fiori di Bach” , Ed. centro benessere psicofisico M. Dulude, “Nutrizione cellulare” , Ed. il punto d’incontro N. Muramoto, “Il medico di se stesso” , Ed. Feltrinelli A. Formenti, “Alimentazione e fitoterapia” , Ed. Tecniche nuove S. Vignali, “Manuale moderno di naturopatia” , Ed. RED

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I. White, “Il poitere terapeutico dei fiori australiani” , Ed. Tecniche nuove S. Miller – J. Miller, “Cibo per la mente” , Macroedizioni G. Schwab, “La cucina del diavolo” , Macroedizioni A. Buronzo, “I 3 pilastri del benessere” , Ed. Sì F. Bottaccioli, “Psiconeuroendocrinoimmunologia” , Ed. RED M. Kushi, “Il libro dei rimedi macrobiotici” , Ed. Mediterranee

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Per altri approdondimenti vai su:

www.depurarsi.com