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Catiuscia EliaValeria StrangisDomenico MeteFrancesca Franzese

SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI: SVILUPPO E COMPETITIVITA’.

L'era delle telecomunicazioni è quel periodo storico che parte dall'invenzione di internet e arriva fino ad oggi. È così chiamata perché lo sviluppo dei sistemi d'informazione e di telecomunicazione quali lo stesso internet, la telefonia mobile, i computer e i satelliti è stato particolarmente vivace e in pochi anni ha portato a cambiamenti stratosferici nella vita dell'uomo e nell'economia mondiale.Il mercato delle telecomunicazioni può essere separato in due grandi aree di business: da un lato i servizi di telecomunicazione, offerti dagli operatori; dall’altro gli investimenti in apparecchiature e sistemi, che comprendono l’acquisto di terminali da parte dei consumatori finali.Nel mercato dei servizi la telefonia mobile sopravanza la telefonia fissa:in Italia ciò vale in termini di numero di clienti, di minuti di traffico, d’investimenti. I fatturati evidenziano, negli ultimi periodi, valori del settore mobile superiori. Nel medesimo periodo sono proseguite le tendenze che ormaida qualche anno caratterizzano il comparto delle telecomunicazioni: l’apparente stasi della telefonia fissa si spiega con la riduzione significativa delle tariffe e dei prezzi.Oggi, nell’ambito delle reti di telecomunicazione, dei servizi e dei contenuti, si crea un universo sempre più digitale e sempre più connesso.Gli Operatori delle Telecomunicazioni giocano la sfida del nuovo millennio sul campo dei servizi a valore aggiunto e su quello della convergenza di processi e infrastrutture per una gestione efficiente del business. L’obiettivo non è solo quello di fornire servizi a valore aggiunto, ma anche di consentirne l’accesso e la fruizione in ogni momento ed in ogni luogo: in ufficio utilizzando il PC; in mobilità con il proprio smartphone o attraverso la dotazione multimediale della propria auto; tra le muradomestiche attraverso gli apparati connessi alla home network.

SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI: NASCITA

Catiuscia Elia

Il progresso scientifico-tecnologico è un bene comune, un processo globale che risponde ad un valore assoluto dell'uomo: in ogni tempo, in ogni luogo, l'uomo ha cercato di aumentare le sue conoscenze, di acquisire una percezione più ampia ed oggettiva della realtà, di creare nuovi strumenti e nuovi mezzi per rispondere alle sue esigenze.Dal Seicento fino al nostro Novecento, le scienze e le tecniche sono andate sviluppandosi a ritmi sempre crescenti.In questi quattro secoli ci sono state più scoperte ed invenzioni di quante ne avesse fatte l'umanità in un percorso di milioni di anni. Ed è accaduto che le scienze e le tecnologie da esse derivate, si sono estese a ventaglio in tutti i campi. Fra questi, quello delle comunicazioni "attraverso la voce" ed "oltre la voce", con trasmissioni di messaggi orali, di scritti, di dati, di immagini fisse, di immagini video.Come notava già negli anni Sessanta il sociologo canadese Marshall McLuhan, l'intero pianeta è andato trasformandosi in un immenso "villaggio globale" nel quale, grazie a radio, TV e giornali, tutti sanno tutto di tutti, ed i media hanno acquistato un peso ed una capacità di condizionamento superiori ai messaggi stessi che sono chiamati a trasmettere.Tuttavia, nel "villaggio globale" descritto da McLuhan, il telefono occupa un posto a sè. E' l'unico mezzo di comunicazione che, pur coinvolgendo la massa degli abitanti della terra, consente un rapporto individuale: il colloquio tra due persone. Anche se la comunicazione "con e senza fili" presuppone una tecnologia molto sofisticata.Sociologi, economisti, massmediologi, analisti di mercato, sono tutti d'accordo: siamo alle soglie di una nuova rivoluzione industriale, prodotta dalla moderna convergenza di informatica e telecomunicazioni.

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Si prospetta all'orizzonte un nuovo tipo di società: quella dell'informazione.Essa conoscerà nuove modalità produttive, grazie alla telematica e al telelavoro mobile; nuove forme di cultura, di aggregazione sociale e di intrattenimento, grazie ai servizi multimediali interattivi.Quindi tecnologia digitale comporta molti vantaggi,tra cui quella che il telefonino ha cambiato e continuerà a cambiare il nostro modo di organizzare il tempo libero e la vita lavorativa.Le misure sui segnali rivestono sicuramente un ruolo fondamentale in tutti i campi di ricerca. Fondamentale è l’analisi dello spettro di un segnale, che consente di ricavare una serie di informazioni difficili da ottenere.

RETI DI NUOVA GENERAZIONE

Catiuscia Elia

L’introduzione delle reti di accesso di nuova generazione rappresenta un cambiamento epocale, che potrebbe cambiare radicalmente la possibilità di comunicazione. Per oltre un secolo le reti fisse di telecomunicazione hanno fatto leva sul tradizionale doppino in rame per raggiungere le abitazioni e gli uffici degli utenti. Nel mondo odierno, il doppino in rame non è più sufficiente. Pertanto è necessario evolvere questo sistema e incentivare lo sviluppo della banda larga attraverso l’investimento in reti di accesso di nuova generazione. La banda larga è una tecnologia multi funzione strategica che consente il trasferimento di informazioni fra apparecchi fissi e mobili ,utilizzando un’ampia gamma di tecnologie via cavo e wireless. Le NGN consentono di aumentare la velocità in maniera esponenziale e possono essere agevolmente utilizzate per la prestazione di servizi.Il potenziale di un servizio a banda larga dipende da una serie di caratteristiche del trasferimento di dati, quali la simmetria (uguaglianza di velocità in recezione e invio) e il ritardo delle trasmissioni.Attualmente la banda larga è fornita tramite ADSL, una tecnologia basata sul doppino in rame, il cavo e le reti mobili 3G.La banda larga consente a due o più segnali di condividere la stessa linea di trasmissione. Essa si basa sulla tecnologia in rame, fibra ottica e utilizzo delle frequenza radio.

SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI : SVILUPPO

Catiuscia Elia

Le tendenze del cambiamento nel settore delle Telecomunicazioni: mercato, strategie, innovazione e organizzazione di impresaIl settore delle Telecomunicazioni, sta sperimentando, negli ultimi anni, cambiamenti di una profondità finora sconosciuta. Tali trasformazioni sono dovute principalmente a quattro fattori: l'evoluzione tecnologica, la liberalizzazione dei servizi o infrastrutture, la normalizzazione e la globalizzazione del mercato. L'evoluzione tecnologica rende possibile che diversi servizi di telecomunicazioni si convertano in oggetti di uso quotidiano. La telefonia mobile, Internet, la televisione digitale, sono terreno di innovazione tecnologica permanente, stimolata anche dalla loro imponente presenza tra i consumatori e, soprattutto, dal potenziale mercato futuro. Un secondo aspetto delle trasformazioni è costituito dalla liberalizzazione dei servizi e infrastrutture di telecomunicazioni e dalla privatizzazione. Negli ultimi anni, i paesi dell'Unione Europea, tra i quali Italia, Francia e Spagna, stanno passando rapidamente dal monopolio statale delle telecomunicazioni a una crescente liberalizzazione e privatizzazione del settore. Il processo di privatizzazione accentua la competitività dei mercati nazionali e internazionali esasperando la ricerca di soluzioni (in processi, strutture, operazioni) con le quali migliorare sistematicamente l'efficienza globale dei sistemi produttivi e ottimizzare la relazione efficienza/efficacia. L'attività di normalizzazione, promossa dall'Unione Europea sta garantendo alcune regole del gioco in tutto il settore. Da questa stanno derivando alcuni vincoli, per tutti gli operatori, riferiti ad un modo di fare e ad una innovazione tecnologica che rispettano le norme e che permettono di essere competitivi evitando costi aggiuntivi. L'internazionalizzazione e la globalizzazione dei servizi e del mercato si sta imponendo come il quarto elemento determinante per le trasformazioni del settore. Gli "operatori globali" delle Telecomunicazioni stanno guadagnando posizioni e, come risulta dalle indagini nazionali, gli operatori di Francia, Italia e

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Spagna, a loro volta, si stanno convincendo dell'opportunità di stringere alleanze strategiche per poter prestare servizi globali. L'internazionalizzazione e la globalizzazione stanno abbattendo tutte le barriere protettive e le imprese di telecomunicazioni si trovano a competere in campo aperto con concorrenti diretti, all'interno di una logica esasperata di confronto nella quale può essere utile sacrificare alcune strategie produttive per garantire il successo ad altre. I quattro elementi di cambiamento ai quali abbiamo fatto riferimento (evoluzione tecnologica, liberalizzazione, normalizzazione e globalizzazione) stanno provocando a loro volta diverse trasformazioni nelle strategie delle imprese di telecomunicazioni, che potremmo riassumere nei seguenti gruppi di tendenza registrati nei tre rapporti nazionali:

a)importanza di una maggiore competitività dei servizi di telecomunicazione offerti, che si concentra al momento nei seguenti aspetti: avvicinamento alla domanda della clientela; miglioramento dell'innovazione dei prodotti e servizi attuali; riduzione dei costi; miglioramento della struttura e dell'efficacia dei processi produttivi; introduzione delle ultime innovazioni nel campo dei servizi di rete; miglioramento della qualità di gestione, soprattutto il tempo dedicato al cliente; abbassamento/contenimento dei prezzi dei servizi; conseguimento di risultati economico-finanziari soddisfacenti.

b) conquista di una posizione vantaggiosa nel mercato:approfittando del vantaggio della posizione monopolistica tradizionale; aprendosi a nuove aree geografiche di interesse economico; posizionandosi all'interno di alleanze globali; ampliando l'offerta di servizi a valore aggiunto; posizionandosi nell'industria dei contenuti; mantenendo e incrementando le quote di mercato relative ai prodotti e servizi relativi ai segmenti economici chiave.

Un aspetto, già accennato in precedenza, delle innovazioni tecnologiche che merita di essere segnalato si riferisce alla capacità di integrare informazione, telecomunicazioni e industria dei contenuti. I contenuti informativi finora sono giunti presso le imprese essenzialmente attraverso i sistemi tradizionali dei mezzi di comunicazione: oggi possono giungere attraverso il computer e permettono i servizi interattivi. I mezzi di comunicazione , come la televisione digitale, permettono già oggi all'utente la selezione dei contenuti e agli operatori l'offerta di contenuti personalizzati alla domanda. Le tecnologie stanno diffondendo opportunità sempre più efficaci per rispondere con successo alle esigenze concrete delle nuove "formule" organizzative, coerenti con le opzioni strategiche che si stanno imponendo all'interno di contesti sempre più competitivi.

SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI IN ITALIAValeria Strangis

Secondo i dati OCSE sulle connessioni a banda larga presenti sul territorio, l’Italia, si trova al quarto posto in Europa dopo la Germania, il Regno Unito e la Francia. Ancora più basso è il tasso dipenetrazione1, comunemente misurato rapportando il numero di linee totali (residenziali e dibusiness) a banda larga fisse disponibili (DSL, fibra, cavo, satellite) alla popolazione del paese. l’Italia presenta un livello di penetrazione pari al 17,2 per cento, inferiore alla media della UE27 (20 per cento).

I principali fattori che concorrono a determinare la modesta diffusione della banda larga in Italia riguardano entrambi i lati del mercato, dal lato della domanda domina la scarsa alfabetizzazione informatica mentre dal lato dell’offerta, vi sono più fattori:

la carenza di infrastrutture, il cui sviluppo è ostacolato dall’orografia del territorio e dalla dispersione della popolazione;

La bassa convenienza economica da parte degli operatori a investire in tecnologie all’avanguardia: gli investimenti in infrastrutture sono ingenti a fronte di rendimenti fruibili solo nel lungo periodo e di ammontare incerto;

i disincentivi di prezzo dovuti al persistere di una posizione dominante da parte di Telecom Italia.Al fine di porre rimedio al problema dell’alfabetizzazione informatica sono state intraprese molte iniziative basate su un sistema di vouchers formativi. Si tratta di “titoli di spesa” emessi1Il grado di penetrazione fornisce un dato molto indicativo, in quanto riflette le differenze tra paesi relativamente agli aspettigeografici e sociali (morfologia del territorio, concentrazione della popolazione nelle grandi aree urbane), a fattori economici epolitici (capacità di spesa, livello degli investimenti pubblici) e all’operare del mercato (livello dei prezzi, disponibilità di offertealternative).

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solitamente dalle Pubbliche Amministrazioni (Regioni e Province) che consentono la partecipazionea percorsi di formazione erogati dagli organismi di formazione accreditati e dalle Università. Il voucher può essere principalmente di due tipi:

• Voucher individuale: in cui il soggetto interessato fa richiesta di partecipare al corso dando una parte di contributo privato autonomo;

• Voucher aziendale: in cui l'azienda fa richiesta di partecipare al corso per i propri dipendenti con una parte di contributo privato che paga l'azienda stessa per i suoi lavoratori

L’Italia ha un’orografia particolarmente eterogenea: più della metà del territorio è costituitoda aree rurali o semi-rurali, che di solito corrispondono a zone montuose o collinari, isolate e menodensamente popolate. Queste zone sono spesso prive delle infrastrutture necessarie alla diffusionedella banda larga, in quanto i doppini in rame utilizzati per i collegamenti telefonici sono moltolunghi (grande distanza dalla centrale) e dunque non hanno un’ampiezza di banda sufficiente asupportare la connessione veloce. In questi casi si parla di digital divide, ovvero del fenomeno percui parte della popolazione ha accesso alle nuove tecnologie digitali (connessione a internet inparticolare) mentre la restante frazione ne resta esclusa. L’unica soluzione praticabile per dareaccesso ai servizi a banda larga ai comuni periferici sarebbe il cablaggio con fibra ottica.Nonostante tale investimento in infrastrutture sia in questi casi molto meno costoso rispetto alle areeurbane, la posizione periferica e lo scarso numero di potenziali utenti rende queste areeeconomicamente poco appetibili agli operatori, che preferiscono concentrare gli investimenti in areemetropolitane. Estendendo l’analisi alla dimensione regionale, sono ancora molte le regioni in cui ladisponibilità di servizi a banda larga risulta inferiore alla media. Tra le regioni per cui ildivario di copertura risulta più marcato vi sono sia regioni del Mezzogiorno, sia regioni del Centro-Nord. Molise, Abruzzo, Basilicata e Sardegna registrano i livelli di copertura inferiori, mentrePuglia e Lombardia mostrano quelli più elevati. Il Nord risulta mediamente più coperto del Centro e del Sud. Un altro aspetto preoccupante del problema è rappresentato dalla saturazione imminente delle reti di giunzione e di accesso basate su doppini in rame. Infatti, con il diffondersi presso le famiglie delle tecnologie digitali, la domanda di banda larga cresce non solo in termini di numero di contratti, ma soprattutto nel senso di maggior velocità di trasmissione dell’informazione. Con l’aumento del numero di utenti si aggraveranno i fenomeni di congestione, con conseguente rallentamento della trasmissione e peggioramento dei servizi. Se si vorrà essere in grado di far fronte alla domanda futura la migrazione su fibra ottica appare inevitabile.La task-force per la banda larga sarà lo strumento che dovrà permettere il veloce raggiungimento di tale obiettivo. Ciò dovrebbe indurre gi operatori a progetti più remunerativi d’investimento sulla Rete per far sì che il nostro divario digitale non si allarghi ma si riduca sia all’interno del Paese sia rispetto al resto del mondo.

AZIONE DEL GOVERNO CONTRO IL DIGITAL DIVIDEValeria Strangis

I principali interventi a livello statale per contrastare il digital divide e diminuire le zone a fallimento di mercato sono rappresentati:

1. dalla previsione di una procedura unitaria, disciplinata dagli artt. 86 ss. del Codice dellecomunicazioni elettroniche, per la realizzazione di reti e infrastrutture di comunicazioneelettronica, compresa quelle necessarie alla fornitura dei servizi a banda larga.Le linee guida emanate dal Comitato per la banda larga hanno segnalato la presenza a livello locale di ostacoli burocratici tali da rallentare la realizzazione delle infrastrutture ed individuando le seguenti esigenze di intervento: ridurre i tempi necessari per ottenere i permessi dai diversi soggetti interessati e semplificare l’iter procedurale imposto dagli Enti locali; ridurre gli oneri che i diversi soggetti, pubblici e privati, impongono per l’utilizzo delle aree di loro proprietà;aumentare il ricorso alla condivisione e all’accesso alle infrastrutture esistenti; permettere l’accesso agli impianti condominiali per la realizzazione delle reti più innovative.2. dalla realizzazione attraverso la società Infratel s.p.a. delle infrastrutture per la banda larga nelle aree

sottoutilizzate, secondo il programma approvato con delibera Cipe n. 83/2003;3. dai protocolli d’intesa tra Ministero delle Comunicazioni, Infratel S.p.A, e i primi due

operatori,Telecom Italia e Fastweb per favorire lo sviluppo di infrastrutture a banda larga su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo dell’accordo è quello di individuare le forme perseguibili di sinergia

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sul territorio per creare un’infrastruttura evoluta ed integrata abilitante alla banda larga per erogare servizi evoluti e innovativi. Per monitorare l’attuazione dei contenuti dell’accordo sarà costituito un tavolo tecnico tra le parti;

4. dall’istituzione del Comitato interministeriale per la diffusione della banda larga in Italia (c.d. Comitato per la banda larga) che ha dettato linee guida per l’avvio da parte delle Regioni di un piano territoriale per il superamento del divario digitale individuando possibili modelli d’intervento. Il Comitato ha individuato quattro modelli possibili di intervento per la soluzione del problema del digital divide.

I. Il modello prevede che l’amministrazione e gli operatori presenti sul territorio: a)condividano l’obiettivo di annullamento del digital divide infrastrutturale; b) abbiano propripiani di investimento sulla banda larga e li condividano, l’amministrazione con riferimentoallo sviluppo di contenuti multimediali e servizi in rete, gli operatori invece con riferimentoall’adeguamento della loro infrastruttura TLC verso il superamento del digital divide; c)negozino il contenuto dei rispettivi piani, al fine assicurarne la coerenza e la reciprocaconvenienza; d) concordino sulle modalità di realizzazione e di “governo” dell’accordo(istituzione di strutture di coordinamento e controllo, azioni di monitoraggio, iniziative dicomunicazione, e così via). Questo modello appare idoneo perché garantisce il massimorispetto dei reciproci ruoli.

II. Contributi alle imprese in aree di fallimento del mercatoIl modello (comunemente denominato modello scozzese) prevede l’erogazione di unfinanziamento pubblico agli operatori, limitatamente alle zone in cui si verificheràpresumibilmente un fallimento di mercato, ovvero alle aree dove i ricavi non sono in gradodi sostenere nemmeno le spese di gestione e a quelle in cui non si raggiunge il pareggio sealle spese di gestione si sommano quelle di investimento o si raggiunge ma su orizzontitemporali non coerenti con le politiche degli operatori (considerando normalmente 3 anni dirientro dagli investimenti). L’intervento deve avere poi le seguenti caratteristiche: a)compatibilità dell’azione in termini di necessità, poiché attuata esclusivamente in relazionealla presenza di nuclei di residenti ed attività economiche cui portare i nuovi servizi; b)compatibilità dell’azione in termini di proporzionalità, in quanto il finanziamento pubblico èlimitato esclusivamente alla quota necessaria a raggiungere l’equilibrio costi/ricavi perciascuno degli interventi infrastrutturali necessari; c) realizzazione con modalità atte adassicurare la non distorsione del mercato in misura contraria al comune interesse (adesempio, in presenza di operatori locali subregionali in grado di intervenire in aree limitate,la regione può prendere in considerazione l’opportunità di salvaguardare la concorrenzaattraverso la segmentazione del territorio in più “lotti” di intervento). Questo modello diintervento, applicato dalla Toscana e dalla Sardegna, non prevede nessun asset di proprietàpubblica.III. Realizzazione di infrastruttura pubblica di backhaul a disposizione degli operatori

Il modello prevede che l’amministrazione locale realizzi l’infrastruttura passiva (cavidotto efibra spenta) per collegare siti di raccolta di accesso (centrali, antenne base, ecc.) aibackbone degli operatori, e conceda in affitto l’infrastruttura a uno o più operatori che inquesto caso completano la rete con l’installazione degli apparati per l’attivazione delservizio di connettività. In questo caso, il settore pubblico interviene al livello più bassodella catena del valore, ovvero realizza quella parte di intervento che generalmenterappresenta la più grande barriera all’entrata per gli operatori (circa il 70 per cento dei costida sostenere per implementare una nuova rete wired e il 40 per cento per una wireless).Questo modello può essere utilizzato per aumentare la capillarità della rete in fibra ottica,che è indispensabile nel medio-lungo periodo per sostenere l’evoluzione incrementale dellevelocità di accesso. In Italia questo modello è stato adottato da Infratel per completarealcune tratte di interesse di più operatori e collegare in fibra ottica alcune centrali diTelecom Italia.IV. Realizzazione di una struttura pubblica di accesso e affidamento in gestione a operatore privato

Il modello prevede che l’amministrazione realizzi l’infrastruttura di rete di accesso edeventualmente anche di backhaul e affidi la gestione ad un operatore, tramite gara pubblica.Tale modello è adatto alle aree più marginali, dove gli operatori presenti con proprie reti diaccesso non reputano economicamente conveniente alcun tipo di investimento sulla propriarete o sono presenti dei vincoli tecnici che rendono pressoché impossibile o molto costoso

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erogare il servizio a banda larga sulla rete di accesso tradizionale (doppino). In questo modello, il settore pubblico interviene ad un livello più alto della catena del valore rispetto al modello precedentemente descritto della realizzazione del backhaul pubblico.Il Governo ha, infatti, definito un intervento organico che va dalla semplificazione della disciplina generale della concessione dei diritti di passaggio abolendo qualunque diritto speciale o esclusivo. L’intervento individuato prevede anche l’istituzione di un regime agevolato per l’utilizzo del suolo pubblico che non ostacoli gli investimenti in reti a banda larga prevedendo, nelle aree sottoutilizzate, la gratuità per un congruo periodo di tempo dell’utilizzo del suolo pubblico per la posa di cavi infrastrutture a banda larga.

Compito del governo non è quello di sostituirsi agli operatori, bensì quello di creare le condizioni di politica industriale che massimizzino le opportunità per i cittadini e le imprese.

COMPAGNIE LEADER NEL MERCATO DELLE TELECOMUNICAZIONI.

Domenico MeteFrancesca Franzese

Negli ultimi quindici anni, la crescita dei settori delle telecomunicazioni e delle tecnologie è stata stupefacente, grazie all’innovazione tecnologica, allo sviluppo di nuovi modelli di business e alla crescente apertura dei mercati. Dopo anni floridi si è tuttavia giunti a uno snodo critico, accentuato dagli impatti della recente crisi economica, a seguito della pressione di diversi fattori:

Saturazione della domanda di molti servizi (es. mobile e larga banda); innovazione sempre piu’ lenta; Forte pressione competitiva nella difesa delle quote di mercato, che mette a rischio margini e

redditività degli operatori, in particolare dei più piccoli; Convergenza dei modelli di business, sempre meno differenziati.

Analizziamo attentamente il mercato delle telefonie mobili.

VODAFONE

Francesca Franzese

Vodafone Omnitel NV è la controllata italiana di vodafonegroup PLC e ha sede legale ad Amsterdam, mentre la sede dell'amministrazione e gestionale è a Ivrea. Attualmente è il secondo operatore di telefonia mobile in Italia per numero di linee mobili grazie ai suoi 29,619 milioni di SIM attive (e prima per fatturato) preceduta da TIM e seguita da WIND e TRE.Omnitel Pronto Italia S.p.A.era una compagnia telefonica, titolare della concessione per il servizio GSM, nato nei primi mesi del1994 grazie a un accordo tra Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani S.p.A. e il consorzio Pronto Italia S.p.A..Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani viene fondata il 19 giugno 1990.I servizi di telefonia mobile di Omnitel Pronto Italia vengono lanciati nel paese il 7 dicembre 1995. Omnitel per la telefonia mobile e, dopo qualche anno, Infostrada per la telefonia fissa rappresentano la prima alternativa telefonica alle ex monopoliste TIM e Telecom Italia.

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Nel 1999, Olivetti, a seguito dell'acquisizione di Telecom Italia, provvede alla cessione, richiesta dalle norme sulla concorrenza, delle sue partecipazioni in Omnitel e Infostrada a Mannesmann (sua alleata già dal 1997). La partecipazione di Mannesmann in Omnitel sale dunque al 53,7%.Mannesmann, poi, vende nel 2001 il settore delle telecomunicazioni, così Omnitel Pronto-Italia passa sotto il controllo di Vodafone Group Plc; assume la denominazione di Omnitel-Vodafone nel, di Vodafone-Omnitel nel 2002 e, infine, nel 2003, l'attuale denominazione di Vodafone Italia.Nel mese di ottobre2002, Vodafone Italia lancia, così come in altri paesi, Vodafone live! un portale WAP con un'interfaccia appositamente sviluppata dedicata ai servizi di informazione ed intrattenimento. E’ anche l'anno del lancio della messaggistica multimediale MMS ed altri servizi a valore aggiunto basati sul protocollo di trasferimento dati GPRS.Nel giugno 2005, con la "Vodafone Travel Promise", la compagnia introduce una tariffa, "Vodafone Passport", che permette di effettuare chiamate in roaming internazionale con i vari operatori Vodafone e partner presenti nei paesi stranieri, Questa è il primo vero esempio di strategia applicata a livello di gruppo.A partire da ottobre 2007 Vodafone Italia rilancia l'offerta “ Vodafone Casa"e successivamente Vodafone Casa Internet e Telefono,ossia la nuova offerta che permette di avere Vodafone come gestore Fisso in casa per Telefono e Internet.

Copertura

99.7% della popolazione per i servizi GSM/GPRS corrispondenti al 98% del territorio Oltre il 93% della popolazione in banda larga mobile (UMTS/HSDPA); Reti LTE 4G attive nelle città di: Bari, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino. 50 centrali e oltre 12.500 stazioni radio base Oltre 1.100 siti in banda larga fissa (unbundling) corrispondenti al 52% della popolazione;

Clienti

Al 30 settembre 2012 Vodafone registra:

29.619.200 di linee mobili con una quota di mercato del 32% 2.622.000 di linee fisse.

WIND Francesca Franzese Wind Telecomunicazioni S.p.A., comunemente conosciuta come Wind, è un'azienda italiana di telecomunicazioni che offre in Italia servizi di telefonia fissa, di telefonia cellulare, Internet e di televisione via cavo (in tecnologia IPTV). Per numero di abbonati è in Italia il terzo operatore di telefonia cellulare (22% del mercato) dopo TIM e Vodafone e il secondo di telefonia fissa dopo Telecom Italia.

Nella telefonia fissa e nell'accesso ad Internet a banda larga opera con i marchi Infostrada (privati e piccole aziende) e Wind (medie e grandi aziende), nella telefonia mobile con il marchio Wind e nell'accesso narrowband ad Internet con il marchio Libero. Wind Telecomunicazioni nasce alla fine del 1997 grazie all'investimento di Enel, France Télécom e Deutsche Telekom. Già nel dicembre 1998 con l’avvio dei servizi di telefonia fissa per le aziende conquista il suo primo record: è la più veloce start-up del mercato europeo delle telecomunicazioni. Nel 1999 sono attivi anche i servizi di telefonia mobile, i servizi Internet e il portale InWind. Viene inoltre acquisita la società ITnet, secondo provider italiano. Wind Telecomunicazioni supera i due milioni di clienti.

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La copertura di tutto il territorio nazionale per i servizi di telefonia fissa viene completata a dicembre 2000 e la convergenza tra mobile ed internet viene rafforzata dal lancio dei servizi Wap. Nello stesso anno Wind Telecomunicazioni acquisisce, prima società telefonica in Italia e tra le prime in Europa, la certificazione ISO 14001 del Sistema di Gestione Ambientale.Il 2001 segna una svolta nel mercato delle telecomunicazioni: Wind Telecomunicazioni lancia la propria offerta di Unbundling Local Loop (ULL), mettendo così fine al monopolio della telefonia fissa in Italia. È un anno decisivo, che vede il raggiungimento di altri tre obiettivi strategici: l’assegnazione della licenza per i servizi mobili di terza generazione (UMTS), il lancio dei servizi GPRS e l’acquisizione di Infostrada da parte di Enel, azionista di maggioranza.Infostrada S.p.A. è nata nel 1996 da un accordo tra Olivetti Telemedia e Bell Atlantic con l'obiettivo di fare concorrenza a Telecom Italia nel settore della telefonia fissa.A seguito della fusione per incorporazione di Infostrada in Wind, che diventerà operativa nel 2002, i clienti totali del gruppo Wind diventano quasi 24 milioni, grazie anche all'acquisizione del parco clienti di Blu.A metà del 2002, periodo in cui nasce il portale Libero (dall’unione di Inwind, Libero e Italia On Line), Wind Telecomunicazioni raggiunge un altro primato con l’offerta di ADSL a consumo, e poi ancora con l’avvio della tecnologia MMS. Al momento, i principali obiettivi sono:

Network Parity: notevoli investimenti per garantire una copertura e una qualità comparabile con Vodafone e TIM;

focalizzazione sui servizi dati/voce ADSL al fine di garantire adeguata redditività ai servizi di accesso unbundlinglocalloop (ULL);

creazione di un "hub internazionale" per il traffico tra l'Europa, l'Asia e l'Africa che permetta di definire un nuovo operatore di riferimento, specialmente per la crescente "multi-etnicità".

Wind Telecomunicazioni è controllata al 100% da Wind AcquisitionHoldings Finance S.p.A. Tale società è controllata a sua volta, al 100%, da Wind Telecom S.p.A. (ex Weather Investments S.p.A), posseduta da WeatherInvestment II S.a.r.l. Quest'ultima, Weather II, per il 60,4% è controllata da Os Holding, finanziaria delle Isole Cayman, la cui proprietà è di Os Trust, per conto di OnsiSawiris, padre di Naguib. Il 31,4% è di April Holding, altra finanziaria delle Isole Cayman, la cui proprietà è di February Trust, per conto di NassefSawiris, il fratello di Naguib. Il restante 8,2% è di Cylo Investments, Isole Vergini Britanniche, di proprietà di NaguibSawiris.Attualmente Wind offre il servizio di telefonia mobile sulle frequenze GSM 900, GSM 1800 ed E-GSM 900, il servizio dati GPRS, EDGE e UMTS.

Copertura Dati aggiornati al 30 settembre 2012:

copertura GSM pari a 99,8% della popolazione con circa 13.404 stazioni radio base GSM/GPRS/EDGE;

copertura UMTS pari a 94,36% della popolazione con circa 11.267 Node B per la rete UMTS; oltre 462 accordi di Roaming internazionale; copertura in accesso diretto (ULL e Virtual ULL) pari al 53% della popolazione; oltre 21.548 km di backbone in fibra ottica; oltre 4.559 km di anelli urbani (MAN).

ClientiAl 31 dicembre 2012, Wind registra:

21,6 milioni di linee mobili 3,1 milioni di linee fisse

3 Italia Francesca Franzese

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3 Italia è una società italiana nelle telecomunicazioni che offre in Italia servizi di telefonia cellulare, accesso wireless a Internet e televisione mobile con il marchio 3. Appartiene alla multinazionale cinese Hutchison Whampoa, operante nella telefonia mobile, sempre con il brand 3, anche in Austria, Australia, Danimarca, Hong Kong, Indonesia, Irlanda, Regno Unito e Svezia. Il gruppo 3 è infatti il più grande gruppo di telefonia mobile al mondo per numero di clienti in tecnologia UMTS e per primo ha lanciato tale tecnologia in Europa.3 Italia, con oltre 9,603 milioni di clienti mobili (aggiornato al 3 ottobre 2012), si conferma secondo operatore di telefonia mobile in Italia per numero di clienti in tecnologia UMTS/HSDPA (preceduta da Vodafone Italia), e il quarto, dopo TIM, Vodafone Italia e Wind Telecomunicazioni, per numero di clienti totali (comprensivi anche di quelli in tecnologia GSM/GPRS).Nata il 18 novembre 1999 con il nome Andala UMTS S.p.A, ha ottenuto nel 2000 la licenza UMTS vincendo la relativa gara. A seguito di tale ottenimento, sempre nel 2000, entrano nuovi soci nella compagine azionaria ma il 12 agosto il 51% è stato acquisito da Hutchison Whampoa Limited: HWL salirà poi all'88,2% nel giro di due anni. Ha lanciato i servizi UMTS il 3 marzo 2003 con il marchio 3. La società ha sede legale e operativa a Trezzano sul Naviglio (MI).L'azienda è caratterizzata da tariffe e le promozioni aggressive e innovative che hanno stravolto il mercato italiano, come quella di offrire cellulari a prezzi scontati applicando su di essi l'USIM lock e l'operator lock, due blocchi che l'operatore applica per assicurarsi la fedeltà del cliente per almeno 9 mesi. Attualmente l'USIM lock e l'operator lock non sono quasi più utilizzati sui terminali venduti o affidati in comodato da 3 Italia.

Copertura

93% della popolazione per i servizi HSDPA fino a 21 Mbps e 83% per i servizi fino a 42 Mega. Il dato è aggiornato al 31 dicembre 2012

99,8% della popolazione e 98% del territorio per i servizi GSM/GPRS/EDGE (in roaming con TIM)

Clienti

Al 30 settembre 2012 , 3 Italia registra:

9.441.120 clienti con una quota di mercato del 10,2%

Telecom

Domenico Mete

Telecom Italia è la principale azienda italiana di telecomunicazioni, che offre in Italia e all'estero servizi di telefonia fissa, telefonia cellulare, telefonia pubblica, telefonia IP, Internet e televisione via cavo (in tecnologia IPTV). In Italia opera nella telefonia fissa e nell'accesso a Internet con il marchio Telecom Italia, nella telefonia mobile con il marchio TIM, nella telefonia IP e nella televisione via cavo (IPTV) con il marchio IPTV di Telecom Italia.La Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda (Stipel) nasce nel 1925. Nello stesso anno STET - Società Finanziaria Telefonica S.p.A. dell’IRI per il settore delle telecomunicazioni, giunge a controllare Telespazio, attiva nell’ambito delle comunicazioni spaziali, la società Radiostampa, responsabile dei servizi telegrafici e radiotelegrafici e Italcable, impegnata nelle telecomunicazioni intercontinentali.La nascita di Telecom Italia è strettamente legata al processo di

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liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni, avviato negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’80 e sentito anche nel vecchio continente. In particolare in Europa tale processo è fortemente connesso con la privatizzazione degli operatori nazionali.

La fusione della Telecom Italia - TIM

Nel marzo 2005 mutuo di una cordata di banche, Telecom lancia sulla borsa un'offerta pubblica d'acquisto su TIM.[18] La fusione Telecom-TIM viene finanziata con un mutuo di una cordata di banche, nella misura maggiore da Banca Intesa. Il costo necessario per rastrellare le azioni TIM dal mercato eleva l'indebitamento di Telecom da 29 a 44 miliardi di euro. Successivamente si è parlato di una possibile cessione della stessa TIM, sia in Italia sia in Brasile, valutate rispettivamente 30-35 miliardi di euro e 6-7 miliardi di euro. La cessione permetterebbe a Telecom Italia di sanare il suo debito di 44 miliardi di euro. L'11 settembre 2006 il consiglio d'amministrazione dell'azienda decide di procedere alla divisione e riorganizzazione dell'azienda Telecom Italia in quattro distinti settori:

Telecom Italia (telefonia fissa); Telecom Italia Mobile (telefonia mobile); Telecom Italia Rete (la rete telefonica); Telecom Italia Net (Tin.it, internet e media).

Dati finanziari

2010 Il Gruppo Telecom Italia nel 2010 ha ottenuto 27.571 milioni di euro di ricavi, un EBITDA di 11.412 milioni di euro, un utile netto di 3.121 milioni di euro e ha effettuato investimenti industriali per 4.583 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 32.087 milioni di euro. Il personale del Gruppo, al 31 dicembre 2010, è pari a 84.200 unità di cui 58.045 in Italia. Alla stessa data, il numero di accessi retail alla rete fissa in Italia è di circa 15,4 milioni, gli accessi broadband retail in Italia ammontano a 7,2 milioni, le linee TIM a 31 milioni, i clienti TIM Brasil a 51 milioni e le linee mobili in Paraguay a 1,9, mentre in Argentina le linee fisse sono 4,1 milioni, 1,4 milioni gli accessi broadband, 16,3 milioni i clienti mobili. La7 ha una share media giornaliera del 3,1% e i visitatori unici di Virgilio sono in media 3,7 milioni al giorno.

2011 Il Gruppo Telecom Italia nel 2011 ha ottenuto 29.957 milioni di euro di ricavi, un EBITDA di 12.246 milioni di euro, un utile netto negativo di 4.726 milioni di euro (causa impatto negativo della svalutazione dell'avviamento) e ha effettuato investimenti industriali per 6.095 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 30.414 milioni di euro. Il personale del Gruppo, al 31 dicembre 2011, è pari a 84.124 unità di cui 56.878 in Italia. Alla stessa data, il numero di accessi retail alla rete fissa in Italia è di circa 14,7 milioni, gli accessi broadband retail in Italia ammontano a 7,1 milioni, le linee TIM a circa 32,2 milioni, quelle TIM Brasil a 64,1 milioni e le linee mobili in Paraguay a 2,1 , mentre in Argentina le linee fisse sono 4,1 milioni, 1,5 milioni gli accessi broadband, 18,2 milioni i clienti mobili.

2012 Il Gruppo Telecom Italia al 30 giugno 2012 ha ottenuto 14.793 milioni di euro di ricavi, un EBITDA di 5.859 milioni di euro, un utile netto di 1.245 milioni di euro e ha effettuato investimenti industriali per 2.269 milioni di euro. L'indebitamento finanziario netto ammonta a 30.360 milioni di euro. Il personale del Gruppo è pari a 84.889 unità di cui 56.815 in Italia. Alla stessa data, il numero di accessi retail alla rete fissa in Italia è di circa 14,3 milioni, gli accessi broadband retail in Italia ammontano a 7 milioni, le linee TIM a circa 32,2 milioni, quelle TIM Brasil a 68,9 milioni e le linee mobili in Paraguay a 2,2 , mentre in Argentina le linee fisse sono 4,1 milioni, 1,6 milioni gli accessi broadband, 18,7 milioni i clienti mobili.

TIM

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Domenico Mete

TIM (acronimo di Telecom Italia Mobile) è il marchio con cui Telecom Italia commercializza i servizi di telefonia cellulare in Italia e in Brasile. Con il nome di SIP, poi Telecom Italia e infine Telecom Italia Mobile, è stato il primo operatore di telefonia mobile ad apparire sul mercato italiano, inizialmente col sistema analogico TACS.

Il 7 ottobre 1996 lancia la prima carta prepagata e ricaricabile per l'Italia, la TIM card.La maggioranza assoluta delle azioni della società è sempre rimasta in mano a Telecom Italia: nel giugno 2005, dopo un buy-back, le due imprese sono state nuovamente fuse. In realtà la fusione per incorporazione fu di Telecom Italia all'interno di TIM e non il contrario, anche se la società derivante acquisì il nome di Telecom Italia. Questo dopo che erano state create due società partecipate al 100% rispettivamente per le operazioni italiane (TIM Italia S.p.A.) e nel mercato internazionale (TIM International S.p.A.).Nella seconda metà degli anni 90, quando ancora si era agli inizi della telefonia mobile, TIM è la società di telefonia mobile col più alto numero di clienti in Europa. Intorno alla metà del 2001, TIM è la prima società di telefonia mobile al mondo ad offrire un servizio di notifica via SMS delle chiamate ricevute in condizioni di cliente non raggiungibile denominato . Il servizio riscuote un grandissimo gradimento e viene replicato in pochi mesi da tutti gli altri operatori nazionali italiani.Nel 2002 TIM è la prima azienda di telecomunicazioni mobili in Europa a lanciare i servizi MMS. Tra il 2002 e il 2004, TIM lancia la maggior parte dei servizi a valore aggiunto ancor oggi largamente utilizzati dai clienti: SMS ed MMS a contenuto, navigazione internet in tecnologia WAP, giochi e applicazioni Java. Nel 2003 TIM lancia il primo servizio al mondo di TV su telefonino, sfruttando le capacità di riproduzione video che compaiono sui terminali mobili proprio in quel periodo, sempre nel 2003, stipula un accordo di roaming internazionale, con operatori mobili leader nel mondo (T-Mobile, Orange, TeliaSonera). Questa alleanza prenderà il nome di FreeMove. All'inizio del 2006, a seguito dell'OPA e della successiva fusione con Telecom Italia (operatore di telefonia fissa), TIM lancia la sua prima tariffa di convergenza mobile-fisso: TIM CASA, che consente di associare il proprio numero di rete fissa alla propria sim card. Tecnicamente l'operazione si configura in rete come la preesistente opzione 2 in 1 (che consente di associare due numeri di cellulare ad una stessa sim card) e comporta la cessazione del contratto di abbonamento alla rete fissa, permettendo il risparmio del costo del canone mensile.L'11 settembre 2006, il CdA di Telecom Italia annuncia lo scorporo dell'azienda e la sua riorganizzazione, si arrestano dunque i progetti per la convergenza tra fisso e mobile. Da ciò potrebbe scaturire la cessione di TIM, sia in Italia (30/35 miliardi di euro) che in Brasile (6/7 miliardi di euro), per sanare l'indebitamento di circa 40 miliardi di euro di Telecom Italia. Per cause ancora non del tutto chiarite, il presidente di Telecom Italia Marco Tronchetti Provera rassegna le dimissioni il 15 settembre 2006. Al suo posto viene nominato Guido Rossi, il quale con una clamorosa inversione a U che disorienta i mercati, annuncia che verrà proseguito il processo di convergenza Fisso-Mobile e che verrà ricercata una collaborazione con l'Authority TLC per consentire un accesso alla rete fissa da parte di tutti i competitors su modello di quanto già fatto da parte di British Telecom. A fine febbraio 2007 verrà presentato un nuovo Piano Industriale che prevederà la creazione di 4 diverse Business Unit (Fisso, Mobile, Media, ITC and TOP Clients) e la gestione delle attività mobili italiane a Luca Luciani. Non vi sarà nessuna cessione di TIM Brasil. Ad agosto 2008 TIM annuncia una grande rimodulazione dei piani ricaricabili con rincari di 3 cent per ogni minuto di chiamata e contemporaneamente riduce i compensi alla sua rete di vendita. Associazioni dei consumatori e dei commercianti si mobilitano subito, anche perché azioni simili (almeno nei confronti dei clienti) sono state intraprese anche dal suo più grande concorrente, Vodafone Omnitel, con cui ha presumibilmente fatto cartello.

Copertura Al 25Gennaio 2013 la copertura dell'Italia risulta essere:

99,8% della popolazione (100% del territorio per i servizi GSM/GPRS/EDGE) 93% della popolazione per i servizi UMTS Servizi a 42,2 Mb/s attivi in più di 74 città italiane.

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Clienti Al 31 Dicembre 2012:

TIM in Italia: 32,159 milioni di clienti, con una quota di mercato del 34,6% TIM in Brasile: 70,300 milioni di linee, con una quota di mercato del 27%

Contesto competitivo nelle telecomunicazioni fisse.

Domenico Mete

Il mercato delle telecomunicazioni fisse è caratterizzato dal rapido declino dei ricavi da voce, per effetto sia della riduzione dei prezzi, sia del progressivo spostamento della voce sul Mobile.Lo scenario competitivo del mercato italiano delle telecomunicazioni fisse è caratterizzato dalla presenza, oltre che di Telecom Italia, anche di alcuni operatori (Wind-Infostrada, Fastweb, Vodafone-TeleTu, BT Italia) con modelli di business differenziati e focalizzati su differenti segmenti di mercato.Al 31 dicembre 2011, gli accessi fissi in Italia avevano una consistenza di circa 22,1 milioni, in leggero calo rispetto al 2010. La crescente competizione nel mercato dell’accesso ha prodotto una graduale riduzione della quota di mercato di Telecom Italia.Per quanto riguarda il mercato Broadband, al 31 dicembre 2011 i clienti BB fisso in Italia hanno raggiunto circa 13,5 milioni, con un tasso di penetrazione sugli accessi fissi pari a circa 61%. Nel 2011 tuttavia la crescita del mercato del Broadband fisso ha subìto una contrazione rispetto alla dinamica degli anni precedenti, sia per effetto di un generale orientamento degli operatori a concentrarsi sull’ incremento della penetrazione delle offerte flat (dual play) a maggior valore aggiunto, che del deterioramento del contesto macro economico.

Contesto competitivo nelle telecomunicazioni mobili. Domenico Mete

Il mercato mobile, sebbene sempre più saturo e maturo nella sua componente tradizionale dei servizi voce, continua comunque a crescere in termini di linee, guidato dalla crescita di clienti multiSIM/ multidevice e delle SIM not human (al 31 dicembre 2011 le linee mobili in Italia si attestano su 97 milioni, in crescita del 3% rispetto allo scorso anno e con un tasso di penetrazione su popolazione di circa il 159%). Lo scenario competitivo del mercato italiano delle telecomunicazioni mobili è caratterizzato dalla presenza, oltre che di Telecom Italia, anche di operatori infrastrutturati focalizzati su differenti segmenti di mercato e con differenti strategie (Vodafone, Wind, H3G). Accanto a questi operatori operano gli MVO (operatori virtuali), tra i quali Poste Mobile rappresenta il player di maggior rilievo, che detengono ad oggi una quota ancora limitata del mercato ma evidenziano significativi tassi di crescita rispetto agli operatori infrastrutturati.

Conclusioni:

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L’unico settore al riparo dalla crisi sembrerebbe quello delle Telecomunicazioni. Nessuno è disposto a rinunciare al proprio telefono, sia fisso ma soprattutto mobile: per anziani, giovani e adulti (ma persino per i bambini) la rintracciabilità è diventata ormai una necessità primaria. Pronti a rinunciare a tutto tranne che alla possibilità di comunicare con ogni mezzo in ogni parte del pianeta.“L’Europa è il continente delle comunicazioni mobili, con una diffusione crescente dei telefoni cellulari e dei servizi mobili a banda larga. Nonostante la crisi economica mondiale, gli europei comunicano più che mai tramite cellulare e Internet. È una buona notizia per un settore che può aiutare l’Europa a sfidare la recessione”, ha dichiarato la commissaria UE alle telecomunicazioni Viviane Reding. “Ma non possiamo dormire sugli allori. Dobbiamo consolidare l’indipendenza delle autorità di regolamentazione. Occorre anche una concorrenza più leale tra operatori fissi e mobili, per realizzare una maggiore convergenza tra telefonia fissa e mobile. Infine, dobbiamo evitare che venga aggirata la normativa UE, con conseguenze deleterie per il mercato unico”.La tendenza dei grandi operatori mondiali è di fondere le loro forze tecnologiche e di mercato per migliorare sempre più la loro leadership nel campo delle telecomunicazioni.Le imprese hanno, e avranno sempre più, bisogno di dialogare tra di loro scambiandosi dati via internet: il mercato business to business è il segmento che promette i maggiori tassi di sviluppo.La speranza è che le compagnie operanti nel settori delle telecomunicazioni riescano a lavorare rendendo l’informazione accessibile a tutti ed eliminando definitivamente il digital divided.