Testimonianze della presenza Cistercense nel Marghine - ITC Satta Turistico Macomer

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Ricerca condotta dalla Terza A turistico di Macomer Anno scolastico 2013/2014

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Elaborato presentato dall'ITC Satta Turistico Macomer al concorso "Raccontiamo i segni identitari del Marghine" organizzato dal GAL Marghine - Fondazione di partecipazione Per maggiori info: www.galmarghine.it

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Ricerca condotta dalla Terza A turistico di Macomer

Anno scolastico 2013/2014

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Nei paesi e nei territori di Sindia e Silanus sono presenti importantissime testimonianze della presenza benedettina cistercense:In agro di Sindia si trovano gli antichi resti dell’Abbazia cistercense di Santa Maria di Corte (o di Cabuabbas); (o di Cabuabbas); nel centro abitato si conserva la Chiesa di San Pietro;Nel centro abitato di Silanus si trova in la Chiesa di San Lorenzo.

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Santa Maria di Corte di Sindia� E’ la 59ª ed ultima abbazia fondata da San Bernardo di

Chiaravalle (1090-1153)

� I monaci benedettini arrivarono a Sindia per volontà del giudice di Torres Gonario II (che probabilmente del giudice di Torres Gonario II (che probabilmente conobbe San Bernardo a Montecassino al rientro dalla Terrasanta in cui si era recato per la seconda crociata);

� Gonario, sulla scia del suo predecessore Barisone fece donazione ai monaci francesi di un grande territorio che comprendeva tutta la Planargia e parte del Marghine.

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Conseguenze sul piano religioso

della presenza dei cistercensi:� La chiesa sarda ormai da secoli, fin dalla conquista di

Giustiniano nel 534 d.C., era legata ai riti della chiesa greco-ortodossa;

� a partire dalla seconda metà del XI sec. (in seguito allo � a partire dalla seconda metà del XI sec. (in seguito allo scisma d’Oriente) la presenza dei monaci benedettini di Montecassino (1065), dei monaci di San Vittore di Marsiglia (1089), dei Camaldolesi (1112) e appunto dei Cistercensi (1149) la chiesa sarda, anche per via della politica-culturale dei Giudici, rientra nell’alveo del culto latino e della Chiesa di Roma.

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Conseguenze sul piano socio-

economico: � Dalle fonti storiche sappiamo che la presenza

dell’Abbazia ebbe un’influenza rilevante nella vita sociale e nell’economia del territorio circostante;

� I monaci costruirono nei centri vicini delle aziende � I monaci costruirono nei centri vicini delle aziende agricole pastorali (le grangie) dipendenti dal monastero (San Pietro, Santa Barbara, San Michele Furrighesu nel territorio di Sindia, Sant’ Ippolito, Santa Sofia nel territorio di Suni, San Lorenzo a Silanus e presso Campeda.

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L'Abbazia nonostante la sua importanza non conobbe vita molto lunga. Già nel 1205 vi fu una diminuzione dei monaci presenti, di sicuro meno di 60. Il numero dei monaci andò sempre più scemando fino all"anno 1398 anno in cui il Monastero inizia ad essere disabitato. E" Papa Callisto III che con una bolla sopprime l"Abbazia e devolve i beni all"allora vescovo di Bosa Giovanni Cosso. Quali furono le cause di una così rapida decadenza? Esse furono molteplici: da una parte fu determinante la caduta dello stesso Giudicato di Torres, che perse l"autonomia nel 1273, i caduta dello stesso Giudicato di Torres, che perse l"autonomia nel 1273, i cui territori vennero spartiti; importanti furono la sensibile diminuzione delle vocazioni, e l"ascesa degli ordini mendicanti tali erano quello Francescano e Domenicano, che meglio rispondevano alle esigenze spirituali del popolo dell"epoca;

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� determinante fu comunque, a partire dal 1323, l"occupazione e la successiva dominazione della Sardegna da parte degli Aragonesi, che non tolleravano in genere nei monasteri Sardi, la presenza di monaci stranieri, fossero essi italiani o francesi. Possiamo comunque constatare che di un così grande complesso architettonico quale era l"Abbazia di N.S di Cabuabbas, oggigiorno non rimangono che poche rovine; ciò si può spiegare se si pensa a tutta la serie di spoliazioni e devastazioni di N.S di Cabuabbas, oggigiorno non rimangono che poche rovine; ciò si può spiegare se si pensa a tutta la serie di spoliazioni e devastazioni di cui il monastero nei secoli è stato oggetto: utilizzato letteralmente come "cava" le cui pietre squadrate sono servite per edificare numerosi edifici: un caso indicativo è quello della chiesa di San Demetrio a Sindia, il cui rosone si ritiene con tutta probabilità sia appartenuto in origine all'Abbazia di Corte. Si aggiungano le incursioni dei pirati che da sempre tormentavano i territori vicini alle coste dell"isola, e l"ultima in ordine di tempo, quando alla fine dell"800 venne costruita la ferrovia che collegava le città di Macomer e Bosa.

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Planimetria che ricostruisce il probabile complesso abbaziale

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Pianta dell’Abbazia di Fontenaypresso Digione (Francia); abbazia simile a quella di Sindia

Facciata dell’Abbazia di Fontenay 1139-1147 d.C.

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Particolare del fianco del transetto

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Particolare delle fondamenta delle navate

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Il bel rosone all’interno del transetto

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Particolare della monofora a doppio strombo (interno ed esterno)

Un particolare di una colonnina tortile del chiostro

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Secondo alcuni studiosi il rosone della facciata della Chiesa di San Demetrio a Sindia potrebbe essere stato prelevato dall’Abbazia di Santa Maria di Corte

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Chiesa di San Pietro a Sindia

Pianta mononavata con abside semicircolare

Facciata a capanna con portale architravato e lunettato e campanilettoa vela

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Fiancata di San Pietro abside

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Interno di San Pietro con la volta a botte ogivale o ad arco spezzato “berceaux brisées”

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Particolare degli archetti pensili dell’abside della Chiesa di San Pietro a Sindia

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Silanus Chiesa di San Lorenzo

DescrizioneNon sono state finora rintracciate attestazioni documentarie sulla data di erezione della chiesa di San Lorenzo di Silanus, che per via dei suoi caratteri formali rimanda alle maestranze cistercensi attive nell'abbazia di Santa Maria di Corte attorno alla metà del XII secolo.di Corte attorno alla metà del XII secolo.La chiesa è ad aula unica, con abside orientata e copertura lignea, ed è interamente realizzata in scura pietra vulcanica. Una serie di monofore e una luce cruciforme nel frontone a est lasciano penetrare la luce nell'aula. Robuste paraste angolari rinserrano i prospetti.La facciata, conclusa da campanile a vela, ha portale architravato sormontato da un arco di scarico a sesto acuto. A metà dello specchio corre una cornice orizzontale sotto cui si trovano sette archetti su peducci variamente lavorati, che continuano nei fianchi e nell'abside. All'interno si conservano lacerti di affresco ascritti alla prima metà del XIII secolo.

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facciata di San Lorenzo a Silanus

abside di San Lorenzo

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Affreschi romanici nella chiesa di San Lorenzo a Silanus: nella scena centrale San Cristoforo con Gesù bambino, ai lati un santo vescovo e un santo monaco.

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Gonario II� Gonario II de Lacon-Gunale, nato Gonario de

Lacon-Gunale (1113 – Clairvaux, 1182 circa), fu judikedel Giudicato di Torres dal 1127. Le vicende della sua vita descritte nel Libellus Judicum Turritanorum, vita descritte nel Libellus Judicum Turritanorum, consentono di tracciare un quadro rappresentativo della storia del XII secolo in Sardegna.

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San Bernardo di Chiaravalle� Bernardo di Chiaravalle, in latino Bernardus

Claravallensis, in francese Bernard de Clairvaux (Fontaine-lès-Dijon, 1090 – Abbazia di Clairvaux, 20 agosto 1153), fu un monaco e abate francese dell'ordine cistercense, un monaco e abate francese dell'ordine cistercense, fondatore della celebre abbazia di Clairvaux e di altri monasteri.

� Viene venerato come santo da Chiesa cattolica, Chiesa anglicana e Chiesa luterana. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III nella cattedrale di Anagni, fu dichiarato Dottore della Chiesa, da papa Pio VIII nel 1830. Nel 1953papa Pio XII gli dedicò l'enciclica Doctor Mellifluus.

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La grangia� “La parola grangia o grancia deriva da un antico

termine di origine francese, granche (granaio) e indicava originariamente una struttura edilizia utilizzata per la conservazione del grano e delle utilizzata per la conservazione del grano e delle sementi. Più tardi il termine fu usato per definire il complesso di edifici costituenti un'antica azienda agricola e solo in seguito assunse il valore di una vasta azienda produttiva, per lo più monastica.” da Wikipedia

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La classe terza A turistica di Macomer