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ATALANTA All. Gasperini GOLLINI TOLOI KJAER DJIMSITI CASTAGNE DE ROON FREULER GOSENS MALINOVSKYI GOMEZ ILICIC CAGLIARI All. Maran OLSEN FARAGÒ PISACANE KLAVAN PELLEGRINI IONITA CIGARINI ROG NAINGGOLAN JOAO PEDRO SIMEONE PROBABILI FORMAZIONI FORMAZIONI TIPO Anno 37 , n. 5 del 3/11/2019 - Periodico quindicinale - Prezzo di copertina euro 0,52 - Direttore: Massimiliano Pezzoni - Editore: Claudio Pezzoni - Iscr. ROC n. 4022 - Grafica e stampa: Studio Lito Clap s.a.s. - Immagini: Donatella Moroni Reg. trib. di Bergamo n° 3 del 21/1/1984 Direzione e Redazione: Via Carnovali, 31 - 24126 Bergamo Tel. 035.317.404 - Fax 035.317.550 - email: [email protected] Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 DCB - Bergamo Questo periodico è associato all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia MODELLO TEDESCO, PIÙ CALCIO PER TUTTI A.T.A. LA TRASFERTA DI MANCHESTER L’avvocato Adami: negli ultimi tempi sono andato 4 volte allo stadio in Germania e ho visto con i miei occhi l'organizzazione di trasferte con una partecipazione e un coinvolgimento popolare oceanico. È una bella sintesi tra società e tifosi, un'unica famiglia che ama la propria squadra del cuore G. LAZZARI - PAGINA 12 È QUI LA FESTA!

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  • ATALANTAAll. Gasperini

    GOLLINITOLOIKJAER

    DJIMSITICASTAGNEDE ROONFREULERGOSENS

    MALINOVSKYIGOMEZILICIC

    CAGLIARIAll. MaranOLSEN

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    Anno 37, n. 5 del 3/11/2019 - Periodico quindicinale - Prezzo di copertina euro 0,52 - Direttore: Massimiliano Pezzoni - Editore: Claudio Pezzoni - Iscr. ROC n. 4022 - Grafica e stampa: Studio Lito Clap s.a.s. - Immagini: Donatella Moroni Reg. trib. di Bergamo n° 3 del 21/1/1984 Direzione e Redazione: Via Carnovali, 31 - 24126 Bergamo Tel. 035.317.404 - Fax 035.317.550 - email: [email protected] Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 DCB - Bergamo Questo periodico è associato all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia

    MODELLO TEDESCO, PIÙ CALCIO PER TUTTI

    A.T.A. LA TRASFERTA DI MANCHESTER

    L’avvocato Adami: negli ultimi tempi sono andato 4 volte allo stadio in Germania e ho visto con i miei occhi l'organizzazione di trasferte con una partecipazione

    e un coinvolgimento popolare oceanico. È una bella sintesi tra società e tifosi, un'unica famiglia che ama la propria squadra del cuore

    G. LAZZARI - PAGINA 12

    È QUI LA FESTA!

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    Squadra Media

    1 Borussia Dortmund 80889

    2 Barcellona 76051

    3 Bayern Monaco 75000

    4 Manchester United 74498

    5 Inter 61444

    6 Real Madrid 61020

    7 Schalke 04 60942

    8 Arsenal FC 59899

    9 West Ham United 58336

    10 Atletico Madrid 56216

    11 Milan 54667

    12 Stoccarda 54551

    13 Tottenham Hotspur 54216

    14 Manchester City 54130

    15 Liverpool FC 52983

    16 Newcastle United 51121

    17 Olympique de Marseille 50361

    18 Eintracht Francoforte 49764

    19 Borussia Mönchengladbach 49668

    20 Hertha Berlino 49320

    21 Olympique Lyonnais 49079

    22 Paris Saint-Germain 46911

    23 Betis Siviglia 44525

    24 Fortuna Dusseldorf 43980

    25 Werder Brema 41256

    26 Athletic Bilbao 40654

    27 Chelsea FC 40437

    28 Norimberga 40373

    29 Valencia 39480

    30 Juventus 39244

    Casse vuote e dissesti finanziari coperti da cortine fumogene (le chiamano plusvalenze) non rappresentano senz’altro un buon viatico per chi vuole intraprendere la rivoluzione global del calcio nostrano. Di stadi nuovi, a parte Bergamo, non se ne vedo-no all’orizzonte e le strategie di ticketing per riportare folle oceaniche sugli spalti sembrano risentire da ansia da prestazione. Un fallimento. I numeri, come ben sappiamo, non dicono tutto ma raccontano mol-to. La FIGC gongola sfornando una graduatoria delle presenze medie negli stadi, di ogni singola squadra, nelle prime gare del campionato in corso. La media generale ci dice quasi 27.000 spettatori a giornata (in aumento), un risultato, pensate, che non si verificava dal 2000-01, quando però, allora, il torneo era a 18 squadre anziché le 20 attuali.

    La distanza con le altre società europee è siderale, assolutamente incolmabile nel breve periodo e il caro stadio (calcio: sport popolare addio), tra biglietto singolo e abbonamenti sempre meno “formato fa-miglia” e da acquistare in leasing.

    Dortmund città-stadio. È nell’ex-area siderurgica e mineraria del-la Ruhr, oggi riconvertita ad attività di media e piccola impresa, che si registra la più alta densità di tifosi “per chilometro quadrato”. Nella classifica europea di presenza media di spettatori negli stadi, anno di riferimento 2018-19, è il Borussia Dortmund, un po’ a sorpresa, a pri-meggiare su tutti i club con 80.889 tifosi assiepati sugli spalti. La regio-ne della Ruhr, però, porta in dote anche un settimo posto assoluto con i 60.942 aficionados dello Schalke 04, squadra che dà vita ad un derby regionale della Ruhr assai sentito e partecipato. Solo al secondo posto il Barcellona con una media di 76.051 spettatori, mentre la medaglia di bronzo va ad un’altra squadra tedesca, il Bayern, con 75.000 posti occupati a gara. Per le italiane, bene solo l’Inter, che si conferma nella top ten dei club continentali (quinto posto) con una media/partita di 61.444 spettatori.

    questi ultimi anni non sia riuscita a vincere nulla e neppure in qualche caso a portare almeno una formazione a giocarsi la Champions.

    In Europa, quindi, la Bundesliga svetta uber alles con 43.451 spet-tatori di media a partita; segue la Premier League sia pur a distanza di sicurezza con 38.168 presenze, più staccate Liga (27.113), Serie A (25.482) e l’anonimo campionato francese di Ligue 1 (22.831).

    Ma il calcio italiano tira ancora? Sarà anche l’effetto Juve di que-sti anni (otto campionati vinti di fila senza incontrare una rivale degna di questo nome); sarà che da febbraio la metà delle partite non conta quasi nulla e lo spettacolo in campo ne risente notevolmente; sarà che il calcio spezzatino da venerdì a lunedì sera passando per il pranzo di domenica comincia ad incontrare la ferma ostilità dei tifosi; sarà che i campioni (pochini, dai…), preferiscono le sterline inglesi, pacchi di banconote non si rifiutano a nessuno, una Premier che garantisce spet-tacolo e notorietà e club che si giocano fino alla fine la vittoria nella Champions (lo scorso anno entrambe le finaliste provenivano dal cam-pionato inglese). Una fase di stanca attraversa anche il mondo delle pay TV, dove al “sommerso” - si calcola che la pirateria coinvolga circa due milioni di bucanieri, corsari e filibustieri - si aggiungono spettacoli indecorosi in campo e desolanti vuoti nelle tribune.

    Un pacchetto così malmesso, in effetti, si vende molto male. I nu-meri sembrano confermare questa disaffezione.

    Dati non ufficiali, beninteso, i quali però girano insistentemente tra gli addetti ai lavori - Vox populi vox Dei - ci dicono come la Serie A ab-bia perso per strada qualcosa come 700mila abbonati SKY ed un 30% di audience. Se non è un tracollo strutturale, quantomeno gli scricchiolii sono alquanto sinistri. In alto i cuori.

    Lontano dai fasti berlusconiani degli allori raccolti da Sacchi e Ca-pello, il Milan scivola all’undicesimo posto (54.667); la Juve, quasi fuori dalla tracciabilità dei radar, si ferma al trentesimo posto (39.244), mentre crolla il Napoli (dalla 26esima alla 44esima posizione (-32% di spettatori a 29.003), con Roma in 31esima piazza (38.622) e Lazio in 35esima (37.191). Nelle prime dieci posizioni troviamo parimenti tre club tedeschi, inglesi e spagnoli e l’Inter a rappresentare il calcio italia-no. Milano, con il suo tanto vituperato Meazza, riesce a rappresentare dignitosamente il calcio nazionale, nonostante la città meneghina in

    FINE DELLA SAGA DA MULINO BIANCO

    LA STORIA SIAMO NOI di Raffaello Brunasso

    La formula vincente (seee…) era “stadi più piccoli e pieni”, di qualità, con offerta multiservizi da spalmare su tutta la settimana, un “non luogo” adatto per le famiglie (benestanti però…). Un progetto scritto su carta da formaggio

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    Campionato Media 17/18 Media 18/19 Variazione %Bundesliga 44646 43451 -2,70%Premier League 38297 38168 -0,30%Liga 26977 27113 0,50%Serie A 24772 25482 2,90%Ligue 1 22524 22831 1,40%

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    veno-croato e portati allo stadio a partita abbondantemente iniziata. Anche in questo caso, nessun comportamento e/o atteggiamento ri-provevole da parte dei tifosi. Ulteriore episodio, in occasione della par-tita del settembre scorso tra Roma ed Atalanta ad alcuni tifosi atalantini andati al seguito della squadra nella capitale, viene impedito l’ingres-so nello stadio perché indossano magliette non gradite ai funzionari di Polizia di turno allo stadio. Ed anche in questo caso, non si segnala nessun episodio di tensione sotto il punto di vista dell’ordine pubblico. Nel frattempo, la tifoseria atalantina tutta finisce nel mirino dell’opinione pubblica per quanto apparentemente successo in occasione della par-tita tra Atalanta e Fiorentina giocata al Tardini di Parma.

    Ricordiamo i fatti: un giocatore della Fiorentina chiede l’interven-to dell’arbitro perché a suo dire è stato fatto oggetto di cori di discri-minazione razziale e territoriale. Nessuno allo stadio ha percepito un minimo coro, niente di niente. Non sappiamo se ci siamo trova-ti di fronte all’insulto becero di un singolo tifoso oppure se si tratti di un’invenzione bella e buona del giocatore viola. Credendo nella buona fede del giocatore, propen-diamo per la prima ipotesi ma nel-la sostanza il danno d’immagine creato alla tifoseria atalantina tut-ta è apparso evidente. In chiusu-ra, per la trasferta in terra inglese per la partita contro il Manchester City, a tutti gli acquirenti biglietto, viene imposto di presentare foto-copia di un documento di identità, pena l’impossibilità di acquistare il biglietto stesso. Della serie, il biglietto in Europa non è nominale, ma qualcuno forse non lo sa o da finta di non saperlo. Chi ha qualche anno di Atalanta sulle spalle ricorda molto bene come negli anni, ormai abbastanza lontani, la tifoseria atalantina fosse catalogata, spesso a ragione, come una delle più problematiche in termini di responsabilità per la turbativa dell’ordine pubblico. Chi ha qualche anno di Atalanta sulle spalle non può altresì negare che negli anni recenti, la tifoseria atalantina sotto questo punto di vista sia notevolmente maturata.

    Gli episodi sopra evidenziati, testimoniano in modo abbastanza evi-dente che oggi la tifoseria, in particolar modo la componente più calda

    della stessa, sia finita nell’occhio del ciclone ed abbia goduto di “at-tenzioni” particolari, senza che ce ne fosse realmente necessità. Sulle presunte derive razziste della nostra tifoseria poi, si potrebbero scrivere pagine e pagine di argomentazioni a contrasto di questa tesi, mettendo sul piatto esempi concreti di come i tifosi dell’Atalanta, abbiano più vol-te dato prova di essere tutto fuorché razzisti. Ma già sappiamo che non servirebbe, perché spesso il “circo mediatico” ha bisogno di crearsi mostri da sbattere in prima pagina. Chi non ricorda gli appelli al buon senso dello scorso anno in occasione della partita Atalanta vs Napoli?

    Chi è pronto a scommettere con noi che anche quest’anno scatterà la gara del moralismo imperante in occasione della partita contro i par-

    tenopei e contro il Brescia per auspicare che Koulibaly e Balotelli non fi-niscano per essere oggetto di cori beceri e manifestazioni di apparente razzismo? Cerchiamo di metterci d’accordo un po' tutti: i tifosi dell’A-talanta nella stragrande maggioranza dei casi non sono delinquenti e non sono razzisti. Semplicemente non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno.

    Continuare a creare situazioni al limite della provocazione gratuita, da qualunque parte arrivi la provocazione, prima o dopo rischia di dare voce e spazio al detto popolare: caràter de la rassa bergamasca, fiàma de rar, sóta la sènder, brasca… meditate gente, meditate.

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    LA SAGGEZZA DEI PROVERBI POPOLARIIl carattere della gente bergamasca raramente è simile ad una fiamma appariscente, ma, sotto la cenere, conserva viva una brace sempre accesa. In altre parole, i Bergamaschi per natura

    sono silenziosi, riservati e buoni, purché non vengano troppo disturba-ti. In questo caso reagiscono con veemenza, al di là di quanto il loro carattere abituale possa far credere. Il concetto sopra esposto venne ripreso anche da una grandissima firma del giornalismo sportivo del secolo scorso. Gianni Brera infatti, commentando le immagini trasmes-se alla Domenica Sportiva relativi ad alcuni incidenti che si verificarono a margine di un Milan vs Atalanta degli anni ’80, ebbe a dire: “lasciateli stare i bergamaschi, se gli tirano roba addosso non stanno a porgere l’altra guancia; i tifosi del Milan hanno gettato oggetti sul settore ospite, ai Bergamaschi questo non è stato bene e volevano semplicemente andare a dirglielo in faccia”.

    Sono passati anni, Gianni Brera non è più su questa terra, abbiamo cambiato secolo, ma il DNA dei bergamaschi è rimasto ancora quello. Perché facciamo riferimento al carattere della gente Bergamasca? Per-ché alla gente Bergamasca, in particolare ai tifosi della Curva Nord, ultimamente ne stanno accadendo di ogni. Facciamo qualche passo indietro e torniamo al 27 febbraio 2019, data della semifinale di cop-pa Italia tra Fiorentina ed Atalanta. Fece scalpore la bellezza della partita, ma ancora più scalpore fecero le immagini, le dichiarazio-ni, i referti medici e tutto quanto venne mostrato dai tifosi dell’Atalanta a testi-monianza della presunta

    aggressione subita dagli occupanti di alcuni pullman di tifosi, ad opera di alcuni reparti Celere della Polizia.

    A circa 7 mesi di distanza da quei fatti, nessuna traccia di cosa ab-bia prodotto l’indagine interna annunciata dalla Questura di Firenze sui presunti abusi perpetrati. Continuiamo a parlare di coppa Italia, questa volta la finale di Roma. Circa 800 tifosi dell’Atalanta lasciati una notte intera sul marciapiede di una stazione periferica dei treni a Roma, sen-za nessuna possibilità di ripararsi da pioggia e freddo che quella notte imperversavano. Non un locale dove riscaldarsi, niente servizi igienici che potessero definirsi tali, in compenso diversi reparti della Celere a guardare a vista il gruppo di tifosi, fino al sorgere del sole.

    Da segnalare che ne per la partita giocata a Firenze ne per quella giocata a Roma, i tifosi si fossero resi responsabili di comportamenti meritevoli di tali attenzioni. Spostiamoci a Ferrara, quattro tifosi siedono (commettendo in realtà una violazione sul regolamento d’uso dell’im-pianto) sui vetri divisori tra le tribune ed il campo. Obiettivo di questa loro condotta: coordinare il tifo del settore ospite, niente di più, niente di

    meno. Risultato, rientrati a Bergamo dopo pochi giorni ricevono una comunicazio-ne che annuncia l’avvio di un provvedimento ammini-strativo nei loro confronti. Anche a Ferrara, sotto l’a-spetto dell’ordine pubblico fila tutto liscio, niente da segnalare.

    Facciamo un salto ol-treconfine, in occasione dell’esordio in Champions League in quel di Zagabria, i pullman dei tifosi della Curva Nord vengono bloc-cati per ore al confine slo-

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    La prima Supercoppa Primavera della storia dell’Atalanta è targata Amad Traoré, con l’ivoriano assoluto protagonista di una gara molto equilibrata, che la compagine viola ha onorato fino alla fine sfiorando un clamoroso pareggio con Lovisa a pochi mi-nuti dal termine. Il mancino, classe 2002, dopo aver timbrato il primo gol in serie A da parte di un ragazzo della Generazione Millenial, nella ripresa ha illuminato il gioco nerazzurro con ripetuti lampi mettendo nell’angolo la squadra viola.

    Con i pari età, Traoré ha fatto la differenza. Dal suo piede par-tono raffinati palloni che invitano al gol: al 55’ serve il bomber Pic-coli che di prepotenza insacca di testa sul secondo palo, al 63’ quando invita al tiro in area un ar-rembante Gyabuaa.

    L’intermezzo viola, rete di Duncan su rigore al 56’ per il momentaneo equilibrio, è una parentesi che si apre e si chiude in pochi minuti. La Supercoppa è dell’Atalanta.

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    SUPERCOPPA…DI CHAMPAGNEIn alto i calici! L’Atalanta brinda alla Supercoppa di Primavera superando la Fiorentina per 2-1 al Gewiss Stadium.

    Conferma di Traoré che non segna ma regala i due assist che permettono ai nerazzurri di vincere la sfida con i viola

    ATALANTA-FIORENTINA 2-154' Piccoli (A), 56' rig. Duncan (F), 62' Gyabuaa (A)

    ATALANTA (4-2-3-1): Gelmi; Ghislandi (95' Sidibe), Guth, Okoli, Brogni; Da Riva, Gyabuaa; Cambiaghi, Colley, Traoré; Piccoli (90' Bergonzi). All.: Brambilla

    FIORENTINA (4-3-1-2): Brancolini; E. Pierozzi (79' Ponsi), Dutu, Chiti, Simonti; Hanuljak (71' Gorgos), Fiorini (71' Bianco), Lovisa (79' Kukovec); Koffi; Duncan, N. Pierozzi (86' Milani). All.: Bigica

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    Brunasso: “ricordati il pezzo su Manchester”.

    PANICO.

    Ci risiamo.

    Estate del ’92.Presentazione della Squadra.Sono in campo ad attaccare lo striscione del mio Gruppo.Un giornalista mi nota e si avvicina.

    - “Ciao, posso farti una breve intervista?”- “No, guardi, preferirei di no”- “Dai, solo due domandine”- “No, grazie, davvero, mi creda, meglio di no”- “Una sola, dai: secondo te chi è il miglior

    straniero dell’Atalanta quest’anno?”

    PANICO.

    Di quell’amore che per Seneca “è un’amicizia impazzita”.

    Se sono qui, se ho la fortuna di gioire con voi, di soffrire con voi, lo devo ai miei amici.Sono loro a dare un senso al mio tifare Atalanta.Riponete un secondo il giornale sulle gambe.Guardatevi intorno.Vicino però.Gli occhi che incrocio io, ogni volta, da più di trent’anni, sono gli stessi.Voi?Chi ha portato, trascinato, chi la prima volta?Magari, intendiamoci, non è così per tutti.Ma è comunque un riconoscersi. Con quel cenno silenzioso d’intesa che è quanto di più bergamasco ci sia.Perché se tutta Italia dice “a fianco”, “accanto”, noi stiamo “in parte” uno all’altro, ma ci sentiamo e siamo parte di un tutto.

    Manchester?

    È iniziata in uno dei posteggi periferici di Malpensa.

    Altri tre ad aspettare, sulla cinquantina (facciamo cinquantacinque).Un accento.- Manchester?- Manchester.

    Cos’altro devi dire?Ti basta quello per essere ancora più fiero di essere bergamasco.

    Al Terminal ci sono i miei, quegli occhi, di sempre, le prime risate, sempre nuove.Si parte.Siamo uomini, torniamo ragazzini, diventeremo vecchi insieme.La trasferta è un viaggio nel tempo.La notte prima della partita si fa i cretini pigiati in sei in una macchinetta per le fototessere, il mattino del giorno dopo la partita è Gruppo Vacanze I.N.P.S. su un pullman scoperto (mia idea che mi sarà rinfac-ciata per il resto dei miei giorni).La sera in mezzo, quella della partita, è la Partita.Noi siamo noi e quelli del Manchester sono a mez-zo metro.

    Mani due spugne, salivazione azzerata.Adesso come glielo spiego che non so nemmeno il nome dei giocatori italiani, figuriamoci degli stranieri?Eppure… l’altro giorno parlavano di uno nuovo, forte, fortissimo… Tedesco, credo, o almeno il cognome suonava tale…Come cacchio si chiamava?Nome corto…CE L’HO!

    - “GANZ!!!”

    Ecco, potete immaginare la faccia del mio interlocutore di allora.Non è poi così diversa, del resto, dalla vostra, ora che sapete.Tanto prima o poi mi avreste comunque beccato: non capisco un osti di calcio (“osti” si potrà dire? Vabbè, ormai l’ho detto).Se quindi vi interessano gli schemi, le statistiche, una cronaca che pos-sa definirsi tale della partita e di quelle che verranno, girate pagina.Io qui continuerò a parlarvi d’altro.

    MANCHESTER (E COMUNQUE GANZ NON È UN COGNOME ITALIANO)

    Segni e non ti dico.Segnano loro e non ti dico.Segnano loro e non ti dico.Segnano loro e non ti dico.Segnano loro e non ti dico.Segnano loro e te lo dico: “finchè vivrò canterò forza Atalanta”, come sul sette a uno con l’Udinese.

    Scusami, Lello, non la so raccontare io la partita.So parlarti di me.

    Manchester (in rigoroso ordine di apparizione dal terminal in poi) è Marco V., Max, Cristiano, Car-lo, Fabio, Matteo, Andrea, Michele, Enrico, Beppe, Oscar, Marchino.Manchester è pinte e prosecco.Manchester è un inglese molesto e dai capelli ros-si che diventa Solferì perché come vuoi chiamarlo con quella testa lì?Manchester è una bugia dolcissima:

    Marco S.: ho russato questa notte?Marco V.: non tanto.

    Grazie, Marco V., hai gli occhi stanchi, come di chi non ha chiuso occhio perché qualcuno russava tanto.

    Ti voglio bene.Vi voglio bene.

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    Va beh, la butto lì. Sapete cosa vi dico? Non conviene nem-meno più scommettere sullo scudetto dell’Atalanta, perché se pun-tassimo adesso dieci euro al massimo se ne vincerebbero 400. Le quote la danno con lo scudetto a fine stagione cucito sulla maglia da 20 a un massimo di 40 a seconda dell’agenzia. Sincera-mente non me ne importa molto, anche perché le scommesse non le ho mai amate e per di più non becco un prono-stico manco se dovessi avere per altri tipi di scommessa la “soffiata” giusta.

    spetto alle occasioni create è stata questa volta superiore alle prece-denti, ma non ancora del tutto ottimale. Andate a rivedervi quello che è successo in campo.

    Per esigenze di stampa di Nerazzurro, scriviamo queste righe non sapendo cosa è successo in settimana contro il Napoli. Non importa, anche perché qualsiasi risultato maturato al San Paolo non potrà mai cambiare la realtà di questa squadra.

    Gli uomini di Gasperini giocano a calcio con una filosofia rara da vedere nel campionato italiano e più passa il tempo maggiori sono gli automatismi e l’intesa che si vedono in campo. I soliti insoddisfatti sot-tolineano gli errori difensivi, forse ancora troppi in verità, che fin qui hanno regalato gol agli avversari. Succede se giochi in questo modo e capiterà ancora.

    Quindi anziché andare a cercare l’imperfezione (lasciate che sia Ga-sperini a farlo), bisognerebbe godere appieno di come gioca la squa-dra: un gran bello spettacolo. Dopo tantissimi anni vissuti a trepidare per una palla finita dentro la porta avversaria, adesso ci si meraviglia solo nel caso non dovesse succedere e purtroppo da qui alla fine ci saranno partite (non troppe speriamo) in cui accadrà.

    Quel che non capiterà, però, sarà una gara priva di occasioni o con rarissime conclusioni in porta. Spesso si dice che l’entusiasmo è figlio

    Tutto questo, però, da un senso del-la misura, rispecchiato dalla classifica, ma soprattutto da quanto si è visto in campo in questo inizio di campionato. Meglio dell’Atalanta, restando sempre in tema di quote scudetto, chiaramente la Juventus, poi nell’ordine Napoli e In-ter. Tutte le altre dietro anni luce. Inutile meravigliarsi di tutta questa considera-zione, così come del recente “clamoro-so” 7-1 contro l’Udinese (ma in questo caso solo perché il risultato poteva es-sere ancora più eclatante).

    La percentuale di realizzazione ri-

    dei successi, eppure questa squadra è capace di generare consensi e applausi anche quando ne prende 5 dal Manchester City oppure perde contro il Torino. È l’aria che è cambiata e a qualcuno non di queste parti potrà sembrare strano, ma la tifoseria dell’Atalanta adora vedere giocare un ottimo calcio, come succede dall’arrivo di Gasperini, al di là del risultato finale. I soliti “arrugginiti” del mondo del calcio son perfino riusciti a criticare l’Atalanta per i troppi gol inflitti all’Udinese.

    Mancanza di fair play qualcuno ha asserito… ma fatemi il piacere, l’assenza di fair play (la correttezza) sarebbe stata snaturare il proprio gioco, inscenando magari qualche offensivo “torello” per scatenare gli “olè” del pubblico. Ma cosa volevate che facessero… arrivare in porta, come è successo, e poi tornare indietro o calciarla in curva? Nella sua onorata storia l’Atalanta ha subito batoste incredibili, ma da lì ha sem-pre cercato di ripartire. Certo, a Bergamo da un po’ di tempo a questa parte ci si diverte, nel bene e nel male; spiace (si fa per dire) non suc-ceda anche in altre piazze decisamente più blasonate. Ma i risultati non li fanno i palmares, al massimo qualche volta il var può dare una mano.

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    Il momento attuale che sta attraversando il calcio “moder-no” secondo il pensiero di Giovanni Adami, fondatore dei “Nord Kaos Udine” e avvocato impegnato nella difesa degli ultras. Laureato in giurisprudenza all'Università di Trieste e specializzato in diritto del lavoro, conosce bene il panorama sportivo, avendo fra l'altro giocato a pallacanestro in serie A dal 1990 al '92 nella “Fantoni Udine” (l'odierna Snaidero) e in serie B fino a 3 anni fa nella Virtus Padova, Ed Cividale, Ro-bur Palmanova e Bb Fagagna. Si fa promotore delle iniziative portate avanti da “Ultras Italia” e ogni settimana partecipa a conferenze sul tema del tifo.

    Adami è uno che conosce molto bene il mondo del cal-cio in tutte le sue sfaccettature e vanta una visuale a 360 gradi grazie alle sue innumerevoli trasferte sia in Italia che all'estero in particolare sui campi inglesi e tedeschi.

    Iniziamo parlando di “violenza” negli stadi e di conseguenti divieti che finiscono per col-pire tutta la tifoseria. Cosa è cambiato ne-gli ultimi anni?

    “Sostanzialmente non è cambiato nulla. Nel senso che a Fer-ragosto 2008 fu intro-dotta, tramite decre-

    sione della partita. A Bergamo ha fatto scal-pore il caso Dalbert, con il giocatore che si è rivolto ad Orsato segnalando di aver udi-to insulti rivolti alla sua persona. In questo caso chi era allo stadio non ha sentito o non si è accorto di nulla. Ma nel frattempo è in-tervenuto il giudice sportivo comminando sanzioni. È chiaro che se in uno stadio da 25/30 mila, cinque persone urlano dei bu razzisti, rappresentano una minoranza che nemmeno si sente.

    “Si tratta di una questione spinosa, nella quale qualsiasi cosa possa dire, rischia di essere fraintesa e strumentalizzata. Nel caso specifico inizio nell'affermare che è una follia il solo pensare che il pubblico ber-gamasco è razzista. Basta che un paio di tifosi si esprimano urlando e si fa di tutta l'erba un fascio. Aggiungo peraltro che i cosiddetti ululati non sempre vengono urlati per discriminazione razziale. In un match tedesco a cui ho assistito, i tifosi avversari hanno ululato durante tutta la partita contro Oliver Khan... il pericolo più grande è la strumentalizza-zione che questi singoli episodi possono generare. Tornando all'episo-

    to ministeriale, la tessera del tifoso. Dopo 10 anni, nel 2018, è stata sostituita dalla fidelity... cosa dire, se non che avevamo ragione su tutta la linea?”.

    Sta di fatto che siamo ancora alle prese con divieti di esposizione striscioni e alcune trasfer-te continuano ad essere proibite.

    “Il punto cruciale è sempre quello: c'è bisogno di una legge soppesata e meditata, non di improv-visati decreti legge che non risolvono i problemi. Gli striscioni ed i megafoni rappresentano un pro-blema per l'ordine pubblico? Non ci credo”.

    Tra i leit-motiv che si trascinano di anno in anno, ci sono gli episodi di cori razzisti per i qua-

    li sono state inasprite le pene ed è stato in-dividuato un protocollo molto severo

    che l'arbitro deve far rispettare. Applicato alla lettera, preve-

    de che il singolo calciatore può informare il direttore di gara nel momento in cui si sente oggetto di cori o frasi razziste e discrimi-natorie. A questo punto l'arbitro chiede allo spea-ker dello stadio di fare un annuncio in modo da avvi-sare gli spettatori che se i cori dovessero ripetersi, si andrebbe verso la sospen-

    dio Dalbert, non credo proprio che il razzismo appartenga al pubblico bergamasco. E, cre-detemi, le Curve le conosco molto bene. Stia-mo dunque molto attenti quando scriviamo o lanciamo accuse, perché qualsiasi concetto rischia di finire alla sbarra”.

    Nella sua esperienza professionale da avvocato, ha affrontato procedimenti che riguardassero episodi specifici?

    “Certamente il caso Zoro in Messina-Inter. I tifosi interisti hanno avuto l'obbligo di firma per

    5 anni, siamo andati a processo con imputati daspati sono da subito e alla fine del procedimento nessuno, utilizzando persino una perizia sul labiale è riuscito a ricostruire le presunte parole pronunciate”.

    Cosa ne pensa delle presunte infiltrazioni mafiose nel mondo del calcio nei grandi club?

    “Rischiano di rappresentare luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano. Occorre lasciar lavorare la giustizia, perché spesso le accuse finiscono per essere archiviate. L'ultimo episodio riguarda l'in-

    MODELLO TEDESCO PIÙ CALCIO PER TUTTI

    L'INTERVISTA di Giorgio Lazzari

    L’avvocato Adami: negli ultimi tempi sono andato 4 volte allo stadio in Germania e ho visto con i miei occhi l'organizzazione di trasferte con una partecipazione e un coinvolgimento popolare oceanico.

    È una bella sintesi tra società e tifosi, un'unica famiglia che ama la propria squadra del cuore

    continua a pagina 15

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    segue da pagina 13

    chiesta relativa a Mafia Capitale, in cui le accuse sul 416 bis sono state archiviate”.

    In una nostra vecchia chiacchierata, le chiedemmo che calcio sognava per il futuro e lei ci rispose “Profumo dell'erba, rete di metallo davanti agli occhi, giocatori a pochi centimetri di distanza, in piedi tutta la partita con la birra in mano, pioggia gelida o sole cocente per 90' sulla testa, stretti stretti uno vicino all'altro”. Ap-pare ancora una chimera nonostante in diversi impianti siano state eliminate le barriere?

    “Il problema è che dobbiamo sottostare sia a regole e leggi naziona-li, che ad imposizioni sovranazionali, per esempio dell'Uefa”.

    Ne sa qualcosa l'Atalanta che sta ricostruendo lo stadio, con la speranza di giocare presto a Bergamo le competizioni europee.

    “Il problema è che, o ti adegui o salti la competizione. Parla un tifo-so che durante Atalanta-Udinese ha iniziato la demolizione della Nord e vanta un pezzo della Curva sulla scrivania. L'imposizione dei seggiolini è una delle regole di troppo. Basti pensare che il muro giallo del Bo-russia è il più grande settore in piedi di tutta Europa. Si rimarrà in piedi anche a Bergamo, un po' scomodi perché occorrerà fare attenzione a non inciampare nei nuovi seggiolini”.

    A proposito di campionato esteri, il calcio inglese rimane anco-ra un modello da seguire?

    “In Inghilterra le società di Premier League dispongono quasi tutte di stadi nuovi e sono diminuiti gli incidenti, che invece continuano in serie B e C. Il problema è che la violenza non è stata completamente debellata, ma si è spostata nelle strade e nei pub”.

    Qual è il paese dove esiste oggi il miglior rapporto tra società e ultras?

    “Sicuramente la Germania è al top. Il fenomeno Ultras non è mai stato così bene come in questi anni. Negli ultimi tempi sono andato 4 volte allo stadio e ho visto con i miei occhi l'organizzazione di trasferte con una partecipazione e un coinvolgimento popolare oceanico. È una bella sintesi tra società e tifosi, un'unica famiglia che ama la propria squadra del cuore. E poi, se ci penso, anche in Italia i giornali sportivi, per vendere un maggior numero di copie, pubblicano le immagini delle curve, dove ci sono migliaia e migliaia di tifosi che vivono il calcio come una volta: una passione per la vita”.

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    Manchester City - Atalanta, 22 Ottobre 2019

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    Fin dal giorno del sorteggio dei gironi di Champions League del 29 Agosto, la data cerchiata in rosso da molti sul calen-dario è probabilmente il 22 Ottobre 2019. Sarà il fascino della trasferta in terra inglese, sarà per la voglia di molti di espugnare l’Etihad Stadium, memori della gloriosa scorribanda al Goodison Park di Liver-pool del 2017 in Europa League, o forse semplicemente per il piacere di affrontare una squadra come il Manchester City. Certamente A.T.A., non poteva mancare.

    Dopo i 6 Pullman di Zagabria, eccoci ad affrontare l’organizzazione di questa affascinante trasferta. Come detto, grazie alla collaborazione precedente con Ovet (vedi articolo su trasferta di Zagabria), abbiamo deciso di provare ad organizzarci un aereo da soli.

    Ci affidiamo a chi, certamente meglio di noi, aveva la possibilità di

    Gente venuta da ogni parte della provincia che dalle 2:00 del matti-no (i gruppi più lontani arrivavano dalla Val di Scalve), si erano svegliati per rispettare gli orari che ci erano stati comunicati.

    Finalmente alle 6:30 inizia il check-in e con grande stupore di tutti, sui monitor del banco appare il logo ATA, bello come il sole. Conse-gnamo a tutti un gadget ricordo della trasferta: il “morf” (o scalda collo per chiamarlo nell’italica lingua) celebrativo della trasferta. Regalo non scontato e molto apprezzato che tanta fortuna aveva por-tato nella trasferta di Liverpool con l’Everton.

    Fatti i doverosi controlli ci troviamo tutti uniti e senza problemi al banco dell’imbarco dove scopriamo con non poca irritazione che “a seguito di problemi con il catering dell’aereo” (questa la comunicazione ufficiale), il nostro volo sarebbe partito alle 10:30. Gli animi si scaldano un pò, anche perchè scopriamo che non siamo gli unici a subire ritardi “strani” ed anche all’aeroporto di Orio al Serio “alcuni voli specifici” vengono spostati al nostro stesso orario. Il dubbio che “dall’alto” qualcuno avesse deciso che i char-ter al seguito dell’Atalanta dovessero arrivare a Manchester nella stessa fascia oraria, sinceramente ci è venuto. Ba-stava comunicarlo prima con franchezza, senza tanti giri di parole. Ci saremmo svegliati più tardi e saremmo partiti tutti più sereni. Che fare per allietare nuovamente l’attesa? Ci mettiamo a “nuotare”. Si avete capito bene, ci mettiamo proprio a nuotare nell’aeroporto.

    Quel video che impazza su tutti i social, che viene ripre-so da giornali online e da siti internet di varia natura, è frutto dell’idea della nostra sezione di Caravaggio che, tempo ad-dietro, alla domanda “andiamo a Manchester?”, la risposta spontanea è stata “anche a nuoto ci andiamo a Manche-ster”. Ed eccoci a “nuotare” con tanto di cuffia per rispettare le regole della buona educazione civica. Qualcuno ha frainteso il messaggio, ri-prendendo la logica dei tuffi di Immobile in occasione di Lazio-Atalanta e dei due rigori inesistenti concessi agli avversari. Non è così. Si era “pogato” sui tapis-roulant per andare a Liverpool, si “nuota” oggi per andare a Manchester. Nessuna dietrologia diversa, non ci appartiene.

    Partiamo. Finalmente l’aereo decolla, la tensione dell’attesa si stem-pera e ci ritroviamo stanchi “dell’alazataccia” ma felici, in rotta verso il sogno. Sull’aereo distribuiamo i biglietti per lo stadio e con non pochi problemini tecnici (“ne manca uno, no ne mancano due. Io l’ho preso anche per mio padre, e lui l’ha preso per me. Quindi ne manca uno, anzi no, ne avanza uno. Io li ho contati tre volte erano giusti. Io li ho distribuiti a tutti ed erano giusti. Tu sei nel mio gruppo? No tu eri con la sezione di Gazzaniga, ma il biglietto te lo ha dato il referente della sezione di Bergamo. Ne manca sempre uno. Io te l’ho dato. Io non l’ho preso…caspita l’ho io, mi è rimasto in mano.”) ci ritroviamo tutti con il biglietto pronti per quest’avventura.

    muoversi in un ambito lontanissimo dalle nostre abitudini. Un conto è andare a chiedere a servizi di autotrasporto (moltissimi del territorio bergamasco) dei pullman per andare in trasferta, un’altra cosa è alzare il telefono e chiamare le compagnie aere dicendo “Buongiorno, siamo l’Associazione Tifosi Atalantini, vorremmo un aereo completamente per noi per andare a Manchester”…

    Così, con l’insensata nostra risolutezza bergamasca, la grandissima voglia di seguire la nostra amata Atalanta e l’aiuto prezioso di sant’A-

    lessandro… (non a caso il patrono di Bergamo), attiviamo tutte le pratiche (credeteci, non poche e soprattutto non facili) per prenotare un aereo tutto nostro. Raccogliamo le adesioni e cominciamo a compilare file, modelli, bording pass, flyght details e chi più ne ha, più ne metta, e a fotocopiare do-cumenti di identità. Un lavoro immenso per chi fino a ieri era abituato al massimo a comporre elenchi bus. Ci troviamo così alle 4:30 del mattino a Mal-pensa, pronti a partire nella speranza che arrivino tutti e che tutti abbiano il documento corretto.

    E tutti arrivano, tutti puntuali con una voglia im-mensa di “invadere” la Gran Bretagna. Il nostro ae-reo doveva partire alle 7:00, ma qualcuno dall’alto a fatto si che venisse deciso dall’aeroporto di sche-dularlo alle 9:00 senza preavviso alcuno ne a noi, ne tantomeno alla compagnia aerea, che ignara della cosa fino alle 5:00 (orario previsto di inizio del check-in) era in attesa, come noi, di notizie precise, visto che il nostro volo sul monitor non compariva.

    Alla notizia dello spostamento del volo, 189 persone di ATA, senza fare una piega si sono riversate nei bar e sulle panchine dell’aeroporto in paziente attesa di iniziare questa straordinaria avventura. Nessuno ha mosso una polemica, nessuno ha creato problemi, a riprova del fan-tastico clima che si è instaurato nel nostro gruppo.

    Arrivati a Manchester ci accoglie Paolina (nome dell’hostess), che tempi addietro aveva vinto il premio della più bella “velina” Inglese e finalista mondiale. Peccato che da quei fasti fossero passati almeno 50 anni e la “sciura datata” ma disponibile e simpaticissima non era proprio di “primo pelo”. Tutto benissimo, siam bergamaschi e non ci spaventa niente e nessuno (anche se a guardarla bene si capisce che siamo vicino ad Halloween e le “streghe” forse esistono). Ci accompa-gna in centro a Manchester, e davvero con grandissima disponibilità per la quale la ringraziamo con un coro a lei dedicato, ci indica dove e come muoverci. L’ora prevista di ritrovo per poi recarci allo stadio è fis-sata nelle 17:00. Cinque ore in giro per la città, tra pub, ristoranti più o meno italiani e fiumi di birra per un popolo che, con un comportamento davvero esemplare (nessun incidente, nessun problema di ordine pub-blico…niente di niente) sta aspettando con ansia l’orario della partita. Ci rechiamo all’Ethiad Stadium, ecco lì, alla nostra sinistra che si palesa nella sua magnificenza con quelle immagini enormi dei loro giocatori disegnati sulle pareti dello stadio, che già a vederli in Tv sembrano dei giganti, ed ora che sono lì a ricordarci contro chi giochiamo. Il primo pensiero però va alla straordinaria impresa che ha fatto la nostra squa-dra, per ritrovarsi qui al cospetto di costoro. Dopo circa un oretta di attesa, cominciano i controlli e finalmente entriamo…qualche lacrima per l’emozione scende. Siamo qui, siamo nella storia.

    La partita va come, forse, doveva andare. Come gli “addetti ai la-vori” avevano pronosticato. Troppo forti, troppo veloci, troppo…troppo anche per questa Atalanta che sta facendo grandissime cose, a pre-

    scindere da tutto e da tutti. Ma per 8 lunghissimi minuti, siamo stati in vantaggio. Per 8 minuti che a me personalmente sono sembrati un’e-ternità l’Atalanta li stava battendo. Torniamo a casa, stanchissimi dopo una giornata che sembrava non finire mai. Orgogliosi dei nostri gioca-tori, orgogliosi del nostro mister che se l’è giocata come solo lui sa fare, senza snaturare la sua filosofia di calcio, orgogliosi di una società che sta portando avanti una struttura societaria (stadio compreso), che ci farà crescere a livello internazionale. Ma soprattutto siamo orgogliosi di noi, orgogliosi dei nostri 189 tifosi che hanno deciso di viaggiare con A.T.A. (grazie di cuore a tutti, siete stati stupendi). Orgogliosi di 2.700 anime che hanno applaudito senza sosta, che hanno cantato a squarciagola, che non hanno risposto alle provocazioni di uno stadio di spettatori. NOI TIFOSI, in un STADIO DI CLIENTI.

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    spetto al passato segna di meno, lui fa girare la squadra e non so quante occasioni da gol ha creato per i compagni. È uno dei migliori trequartisti in circolazione e poi difende: tanti non se ne accorgono, ma lui corre anche al 90’. È un intoccabile”.

    Champions in agrodolce. “Abbiamo sofferto molto oggi. Fino al 3-1 credevamo di poterla riaprire, volevamo stare in partita fino alla fine ma non ci siamo riusciti. I no-stro tifosi? Li ringrazio tutti, sono sempre al nostro fianco anche in questo periodo difficile in Champions. Sapevamo che il City è molto forte, devi stare attento per 90 minuti mentre noi ci siamo riusciti solo per mezz’ora. Non basta, soprattutto contro una squadra così forte. Non è finita, ci sono altre tre partite: noi non siamo andati in Champions

    per fare zero punti. Abbiamo subito troppe reti, dob-biamo migliorare. L’assenza di Zapata? È un

    giocatore straordinario, quando manca ovvia-mente la nostra squadra ne risente. Ovvia-

    mente è stata un’esperienza importante, ma dobbiamo migliorare: non possia-

    mo perdere 5-1 dopo essere andati in vantaggio”. Il centrocampista dell'A-

    talanta, Remo Freuler, ha parlato ai microfoni del sito ufficiale del

    club nerazzurro commentando il pesante ko subito in Cham-pions League (5-1) per mano del Manchester City: “Dopo i primi 20' in cui abbiamo gio-cato bene, abbiamo preso due

    gol ravvicinati e forse è venuta un po' meno la fiducia. Eravamo

    partiti nel modo giusto, ma non basta giocare 30', in Champions

    così come in campionato”.Il pesante 5-1? “Dobbiamo

    guardare avanti, alzare la testa e puntare già ai tre punti nella pros-sima partita di campionato”. Ram-marico per il tuo gol annullato? “Peccato, ma alla fine il 4-2 proba-bilmente non sarebbe servito a mol-

    to per tornare in partita”.

    ogni cosa mi sento migliorato da quando sono in Italia ed in gran parte lo devo a Gasperini. Soprattutto i passi in avanti sono evidenti nella gestione della palla, nei tempi di gioco e negli inserimenti. Per me è uno degli allenatori miglio-ri in circolazione. L’Atalanta? La devo ringraziare molto, mi ha permesso di migliorare molto e ho fatto lo step più grande della mia carriera. Ho gio-cato per la prima volta in Europa League e sono diventato giocatore della nazionale del mio Paese”. Le presenze in nazionale da parte di Remo, sono state impreziosite da un sigillo messo a segno nella rocambole-sca gara casalinga contro la Danimarca valida per le qualificazioni agli Europei 2020. Freuler battezza subito i danesi con un tiro di destro nell’angolino da centro area, ma gli elvetici, che si por-teranno addirittura sul 3-0, butteranno alle ortiche la vittoria regalando tre gol ai nordici negli ultimi sei minuti di gio-co: 3-3 al 93’.

    Brao scèt. All’unisono, quando si chiede ai giocatori dell’Atalanta qual è il segreto di queste spettacolari prestazioni, un crescendo rossiniano da tre anni, ci si imbatte sempre nel solito refrain:

    “Quanto c'è di Gasperini nel mi-racolo Atalanta delle ultime due stagioni? Tanto, anzi tantissimo. Io personalmente devo solo rin-graziarlo perché sono arrivato in Italia che ero “zero” e mi ha fatto crescere moltissimo - ribadisce il bravo ragazzo del Cantone di Glarona - Anche il suo lavoro con la squadra però è stato eccezio-nale: vuole sempre il massimo, pretende che si giochi palla a ter-ra e l’obiettivo è creare occasioni, non stare dietro, chiudere gli spazi e ripartire. Mi piace questa filo-sofia, questo gioco aggressivo e offensivo che il nostro allenatore propone”. Questo, per quanto ri-guarda la preparazione, la tattica, gli schemi e lo spogliatoio. Ma in campo chi ha in mano il boccino? “Il simbolo di questa Atalanta? Il nostro capitano. Il Papu è molto importante per noi - sottolineava Freuler senza indugio qualche tempo fa al Corriere dello Sport - Anche se qual-cuno sottolinea che ri-

    METRONOMO ROSSOCROCIATOIL GIOCATORE di Romeo Petris

    Remo è nato nel Cantone di Glarona, uno dei più piccoli della Confederazione Elvetica, terra di grandi passioni e anche di violente contrapposizioni religiose. E sulla mediana, infatti, lo svizzero spesso “canta e porta la croce” dando geometrie al gioco nerazzurro

    Una Guardia svizzera in grado di dirigere il traffico a centro-campo, utilizzando fioretto o daga a seconda delle circo-stanze, indifferentemente in una mediana a tre o a quattro. In questi anni il suo apporto alla squadra è cresciuto parecchio e Gasperi-ni lo ritiene ormai indispensabile per cucire i fraseggi tra i reparti. Dopo un avvio di campionato un po’ in salita, Freuler è tornato a dominare in mezzo al campo e la partita di Roma contro la Lazio ha sancito un ritorno da autentico protagonista della mediana nerazzurra. L’elvetico è il classico centrocampista che “dà del tu” al pallone con aperture, lanci e verticalizzazioni assai efficaci ma, in caso di necessità sfodera una grinta da lanzichenecco.

    Nazionale elvetico. La crescita esponenziale di questo ragazzo non è passata inosservata dalle parti di Basilea, visto che l’allenatore rossocrociato Vladimir Pektovic se lo è portato anche ai mondiali di Russia 2018. E, certamente, a Remo non mancano doti quali la ricono-scenza e l’umiltà. “È il primo mondiale per me, era un sogno da bam-bino. Lo realizzo - raccontava Remo dal ritiro di Togliattigrad - Quasi in

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    A quarant’anni esatti dalla vittoria del primo ed unico scudet-to della sua storia (1969-70), il Cagliari si sta riaffacciando nelle zone nobili della classifica dopo un processo di cresci-ta sapientemente gestito dal presidente Giulini che ha saputo valoriz-zare la rosa negli ultimi anni. La prima parte di stagione è stata sicura-mente positiva nonostante gli infortuni di giocatori importanti come il portiere Cragno e l’attaccante Pavoletti senza dimenticare l’infortunio del rientrante Nainggolan. Un’isola intera spera che questi risultati si possano mantenere fino alla fine della stagione e che questa squadra di “banditi e pecorai” possa ripetere le gesta del passato.

    Allenatore: La squadra di Rolando Maran nella odierna stagione sta utilizzando come sistema base di gioco il 4-3-1-2 schierandosi in campo quasi sempre con gli stessi giocatori, di fatto cambiando pochissime volte, se non per esigenze forzate, gli interpreti del gioco. Maran ha voluto analizzare il momento che sta vivendo la sua squa-dra: “Non guardo la classifica, ci siamo regalati un angolo di paradiso e vogliamo difenderlo ma non penso a scontri diretti. Se guardassimo l’avversario perderemmo di vista noi stessi, invece teniamo i paraocchi e pensiamo solo gara per gara”.

    Modulo: in porta il titolare ad inizio stagione era il giovane Cragno che però ha subito un grave infortunio alla spalla a fine della passata estate a Istanbul con il Fenerbahçe. Il Cagliari si è tutelato acquistan-do in prestito Olsen in cerca di riscatto dopo una stagione da dimen-ticare alla Roma. I rossoblù devono anche al loro portiere la buona classifica, capace di non far rimpiangere Cragno, elemento chiave della passata salvezza. A difesa della porta, la coppia di centrali è composta dal capitano Ceppitelli, giunto alla sesta stagione tra le file cagliaritane, e Pisacane. La coppia sembra aver fatto un salto di qua-lità notevole rispetto allo scorso anno, complice anche una media-na ampiamente migliorata e con tante alternative di ottimo livello. La corsia di sinistra è affidata al talentuoso e promettente Luca Pellegrini ritornato al Cagliari in prestito dalla Juventus dopo l’esperienza posi-tiva dell’anno scorso (sempre in prestito ma proveniente dalla Roma allora proprietaria del cartellino). Il reparto difensivo è completato da Cacciatore, vero e proprio talismano per Maran: infatti con il difensore

    in campo solo vittorie e pareggi.

    Il ritorno del Ninja: Nainggolan in estate ha riabbracciato il Cagliari dopo le esperienze con Roma e Inter. Ormai ai margini del progetto tecnico dei ne-razzurri, il centrocampista belga ha de-ciso di mettersi in gioco e provare an-cora una volta il suo valore sul campo. Una scelta di cuore la sua, dato che c’erano tante pretendenti che volevo assicurarsi le sue prestazioni (in primis

    la Fiorentina). Dopo un inizio caratterizzato da un problema al polpac-cio sinistro, Nainggolan ha preso in mano le chiavi del centrocampo mettendosi a disposizione della squadra tornando anche al gol (e che gol) nella gara interna con la Spal poi vinta 2 a 0.

    “El leon” xeneize: sostituto naturale di Barella passato alla corte di Conte, Nandez è stato uno dei principali colpi di mercato messi a segnato dal presidente Giulini nella passata sessione di mercato. Il centrocampista uruguaiano è stato prelevato dal Boca Juniors per una cifra pari a 18 milioni rendendolo l'acquisto più oneroso nella sto-ria cagliaritana. Nasce come trequartista classico, prima di arretrare la sua posizione e adattarsi al ruolo di regista basso davanti alla difesa, può essere tuttavia impiegato anche come mezzala o esterno destro di centrocampo. Ci è voluto poco per ambientarsi al nostro campio-

    nato fornendo sempre prestazioni di livello facendosi trovare sempre pronto anche partendo dalla panchina.

    Gli altri due interpreti che compon-gono il centrocampo sardo sono il ve-terano Cigarini e il moldavo Ionita, il quale si trova in ballottaggio con Rog, altro grande acquisto dell’estate dal Napoli con la formula del prestito one-roso (2 mln) e obbligo di riscatto fissa-to a 13 mln. Un esborso notevole che sottolinea come la società creda molto nelle qualità del ragazzo.

    Complice l’infortunio di Pavoletti alla prima di campionato, il Ca-gliari ha dovuto rinforzare il reparto offensivo acquistando dalla Fio-rentina il “cholito” Simeone. Anche in questo caso la formula è un prestito con obbligo di riscatto a 16 milioni di euro. Finora sono 2 i gol messi a segno in 8 gare di campionato e le impressioni dell’at-taccante argentino sono buone: “Il mio obiettivo stagionale è intanto quello di andare in doppia cifra, poi chissà dove si può arrivare. Il mio record in Serie A è di 14 gol in una stagione, spero di superarlo”. Par-tner d’attacco è il numero 10 Joao Pedro che dopo un calciomercato travagliato (quasi certo il suo approdo proprio all’Atalanta) è rimasto titolare, ripagando la fiducia a suon di gol. Già 4 i centri, tra campio-nato e Coppa Italia, in questo inizio di stagione.

    L'AVVERSARIO di R. P.

    BILANCIO COMPLESSIVOVittorie Atalanta: 15Pareggi: 5Vittorie Cagliari: 5

    PUNTI CONQUISTATIAtalanta - Cagliari 43-17

    RETI SEGNATEAtalanta - Cagliari 42-24 (Media incontro: 2.64)

    BILANCIO TOTALE DEI 11 INCONTRI DISPUTATI FRA ATALANTA E CAGLIARI IN SERIE A

    ATALANTA-CAGLIARI: IL CONFRONTO

    VITTORIE ATALANTA60%

    PAREGGI20%

    VITTORIE CAGLIARI20%

    CASTEDDU CON VISTA SULL’EUROPA

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    Atalanta, Atalanta quanto ci stai facendo sognare? È uno spet-tacolo questa nostra Dea, che di partita in partita è in grado di dimostrare a tutti il suo talento e le sue potenzialità.Ha messo ko tecnico anche l’Udinese domenica scorsa, con un ri-

    sultato sorprendente, che andava oltre ogni aspettativa. Il 7-1 con i suoi 28 gol nelle prime 9 partite è davvero qualcosa di sorprendente.

    Il giorno seguente anche la Primavera ha vinto la Supercoppa, di-mostrando che tutto il lavoro che il team sta facendo anche sui giovani è la chiave vincente per il futuro.

    Una Dea che sa stupire in ogni circostanza, che sa trascinare una tifoseria intera dentro e fuori ogni stadio. Al Gewiss però,c’è davvero qualcosa di esplosivo e quell’atmosfera che si crea osservando la cur-va in primis, è da batticuore. La passione per l’Atalanta è un qualcosa che si spinge oltre e arriva ad essere anche l’appuntamento irrinuncia-bile in una camera di ospedale.

    Ora ve lo spiego meglio. Lo faccio raccontandovi una storia molto particolare.

    Buona lettura e avanti tutta magica Dea.Le protagoniste sono Angela Fabbris e Bettina Bettoni. Due don-

    vedevamo in casa con i suoi amici e con me c’era sempre il mio pelu-che, un coniglietto che era il mio portafortuna”.

    Bettina ha riscoperto la passione per il suo lavoro dopo la malattia, adora gli animali, ha un coniglietto di 4 anni di nome Yudo, apprezza la musica italiana, e l’ho scoperta in ospedale e ora ascolta solo RadioIta-lia e vedere le trasmissioni musicali, mi piace cucinare.

    Bettina come è nata, invece, per te la passione per la Dea?

    ne che durante la lunga degenza in ospedale, hanno trovato nella pas-sione per l’Atalanta, la forza per promettersi che una volta uscite sareb-bero andate a vedere una partita insieme.

    Così è stato! Vado per gradi però.Si sono conosciute a febbraio, in ospedale, nel reparto di emato-

    logia del Papa Giovanni, sono state ricoverate nella stessa camera. Il giorno dopo il ricovero, hanno visto insieme la prima partita di Coppa Italia: Fiorentina-Atalanta.

    “Avevo timore di chiedere a Angela se potevo vedere la partita in camera. È stata proprio lei a chiedermelo, e mi ha stupito. Non vedevo l’ora”, commenta Betty. Sin da subito la loro in-tesa atalantina era chiara, tanto che si sono promesse che se le cose sarebbero andate bene, avrebbero visto la prima partita al Gewiss Stadium.

    Il 17 settembre Angela ha avuto i risultati: i valori erano nei parametri. Una settimana dopo sono arrivati anche quelli di Betty, e da li la corsa all’ac-quisto dei biglietti per la partita del 6 ottobre. “Siamo state in curva Pisani per la prima gara al Gewiss, eravamo felicissime, commentano entrambe, è sta-to davvero bello essere state li. Avevamo la pelle d’oca. È stato un qualcosa che non si può de-scrivere. La curva Pisani è bel-lissima”.

    Angela ha 46 anni ed è mamma di due figlie: Rebecca di 18 anni e Dalila di 11 anni, è sposata con Ivan da 22 anni. Fino a luglio scorso lavorava in un bar in Bergamo. È affetta dal 2018 da una forma di tumore del sangue.

    Bettina invece, ha un 52 anni, è mamma di Davide di 14 anni e sposata con Glauco da 17 anni. Lavora part time come segretaria. A settembre dell’anno scorso ha scoperto di essere affetta anche lei da una malattia del sangue. En-trambe sono di Seriate, ma non si erano mai conosciute prima.

    Angela è frizzante. Ama la musica soprattutto Vasco Rossi e rock, ha scoperto la passione per l’arte, il disegno, ma soprattutto è tifosis-sima dell’Atalanta. Una passione che ha da quando era bambina. Suo fratello atalantino doc, più grande di lei di 8 anni, l’ha sempre portata con se allo stadio, in curva. “Quando non si riusciva - spiega Angela - la

    “In casa eravamo 7 fratelli: 3 maschi e 4 femmine tutti atalantini, genitori compresi. Mi sono trovata in mezzo, è stato un vortice. A casa nostra si mangiava pane e calcio. Ho iniziato a seguirla ancor di più dopo che mi sono sposata. Ho convertito mio marito che era un milani-sta e abbiamo cresciuto nostro figlio con l’Atalanta nel cuore. Ora loro sono abbonati nei distinti, io ci sono sempre andata, ma dal 2011 ho iniziato ad avere dei problemi di salute e ci sono andata sempre meno, ma l’ho sempre seguita”.

    Bettina, se ti chiedessi chi è il tuo giocatore preferito? “Ora mi piace molto Toloi, perché mi piace il fatto che sembra un

    giocatore che quando gioca è più incisivo in poche mosse, senza farsi notare troppo e per la grande sensibilità”.

    Angela invece, tu chi apprezzi oggi?“Zapata, perché mi sembra un buono nel corpo di un gigante. Il suo

    aspetto fisico non corrisponde alla sua personalità. Mi fa simpatia”.L'Atalanta è una squadra di un livello molto elevato. Tutto meri-

    to del mister e delle sue strategie, Angela?“Vedendo le prime partite, mi sono detta che non sarebbe arrivato

    a Natale. Poi ha cambiato la storia della squadra riuscendo a riscattar-si. Mi piace un sacco, è molto sanguineo, e questo suo aspetto mi è affine. Apprezzo il fatto che esprime ciò che pensa, anche se si deve schierare contro”.

    E tu Betty che pensi del Gasp e della Champions?“È un grande allenatore, spiega Bettina, e anch’io lo apprezzo molto

    per il suo carisma e il suo talento. Non sono riuscita a vedere l’ultima partita perché eravamo invitati, ho visto come un bel traguardo per la nostra Dea, è bello che siano arrivati fino a li, ma è troppo, hanno anco-ra troppo da migliorare prima di riuscire ad imporsi”.

    Angela per te, invece?“Un bel traguardo, ma bisogna ammettere che la Dea ha bisogno di

    fare ancora esperienza. Essere arrivati fino a lì è già un gran traguardo”.

    Con questa storia, spero di essere riuscita a trasmettervi quan-to sia importante mentalmente e non solo, durante i periodi più brutti della vita, aggrapparsi a quel qualcosa, in questo caso la nostra Atalanta, che sia in grado di rianimare la speranza e veder risplendere la fiducia in se stessi. Grazie Dea!

    DENTRO E FUORI L’OSPEDALELA DEA È LA TERAPIA MIGLIOREPAROLA DI ANGELA E BETTINA!

    CARTELLINO ROSA di Romina Liuzza

  • 26 27

    Come è noto, le nostre radici affon-dano direttamente nella tradi-zione greco-romana ed anche la cucina non lo è da meno. Per quanto riguarda i dolci, esiste un’ampia docu-mentazione che vuole le più svariate leccornie offerte sugli altari agli Dei. Nell’Olimpo, infatti, si era ghiottissimi dei cosiddetti “popana polyomphala” (è il nome più antico che si conosca riferito ad un dolce), mentre ciambel-le a forma di mezza luna erano offerte ad Artemide ed a forma di lira ad Apollo. I cosiddetti “aidola”, impastati con miele e sesamo, venivano consumati durante le festivi-tà di Dioniso. Biscotti a forma di bue comparivano, invece, sugli altari di Zeus Poliade, insieme ad altre offer-te. Si può quindi affermare che quasi che ogni divinità avesse il suo preferito. E Atalanta? Da Oscar i dolci e le torte dedicate alla Dea sono per tutti i gusti e occasioni: Natale, Pasqua, Festa del Papà e della

    Mamma, compleanni, ecc. Oscar, oltre ad essere un tifoso nerazzurro, è uno storico e convinto sostenitore della nostra rivista, con reciproca ed ampia soddisfazione. In questo redazionale, per ragioni di spazio, ci limiteremo a declamare solo alcune doti culinarie in ambito dolciario (brioches e biscotti), rimandando i prodotti salati ad un prossimo nu-mero del Nerazzurro.

    I dolci. La pasticceria di Stezzano offre davvero una così ampia e variegata proposta di manicaretti da stimolare oltremodo le ghiandole salivari e garantirvi “quell’acquolina in bocca”, sinonimo di stimolazio-ne visiva e olfattiva, che solo un assaggino puo’ in qualche modo pla-care. I pasticceri di Oscar uniscono esperienza, professionalità e crea-

    tività per produrre sia dolci tradizionali sia creazioni uniche totalmente personalizzate sulle esigenze

    dei singoli clienti. La scommessa (vincente) di Oscar è proprio questa: date fondo alla libera fantasia, sia per quanto riguarda gli ingredienti e sia per quanto riguarda la for-ma, in laboratorio si faranno in quattro per realizzare ogni desiderio goloso! Biscotti, brioches, cupcake, minicake, monoporzio-ni, muffin e pasticcini per un’offerta di oltre

    130 prodotti di pasticceria. Per dire, nella of-ferta delle brioches, i Krapfen, i cornetti ed i

    saccottini, possono essere declinati e proposti nei gusti tradizionali o di tendenza. Se il cliente

    segue uno stile alimentare vegano, da Oscar potete trovare deliziose brioches realizzate con materie prime

    prive di burro o di altri ingredienti di origine animale.Per quanto riguarda la scelta dei biscotti, va detto che sono pezzi

    “unici” decorati a mano, golose opere d’arte che appagano la vista ed il palato e realizzati con pasta di zucchero. I biscotti a tema, su richiesta, possono essere indicati per qualsiasi occasione e ricorren-za, sia in ambito familiare che lavorativo. I pasticceri di Oscar realiz-zano, infatti, sia biscotti decorati a mano per ricorrenze tradizionali come Natale, San Valentino, Pasqua, Halloween sia biscotti con temi originalissimi e sempre nuovi come cartoni animati, personaggi della Disney, squadra del cuore ecc.

    La creatività, in questo caso, non ha proprio confini! Oscar vi aiu-terà a stupire che è intorno a voi, a rendere più dolci i momenti intimi familiari e, perché no, addolcire colleghi e superiori.

    L’ARTE DI SEDURRE DOLCEMENTE

    AMICO NERAZZURRO di R. B.

    Lo Staff di Veradent Clinic• Dott. Dino Chiarini - Direttore sanitario a Cene, nato a Milano, medico odontoiatra iscritto all’Albo

    degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 01230 dal 13.06.2019. Si occupa di conservativa, endodonzia e pedodonzia. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott. Enrico Luigi Romolotti - Direttore sanitario a Bonate Sotto, nato a Reggio Emilia, medico chirurgo odontoiatra iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Bergamo dal 18.04.2019 al numero 07849 e all’Or-dine degli Odontoiatri di Bergamo dal 18.04.2019 al numero 01210. Si occupa di protesi fisse e mobili o su impianti. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott. Fabio Invernizzi - Direttore sanitario a Zogno, nato a Bergamo, medico odontoiatra iscritto all’Ordine degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 01025 dal 14.1.2010. Si occupa di conser-vativa, endodonzia e pedodonzia. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott. Gil Patrick Vismara - Nato a Treviglio (BG), medico chirurgo specialista in chirurgia maxil-lo-facciale iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi della Provincia di Bergamo dal 18.09.2003 al n. 06067.

    • Dott.ssa Rossana Riva - Nata a Monza (MB), medico odontoiatra iscritta all’Ordine degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 1058 dal 14.4.2011. Si occupa di ortodonzia mobile/funzionale, fissa e invisibile. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott.ssa Lucia Giannini - Nata a Crema, medico odontoiatra iscritta all’Ordine degli Odontoiatri di Milano al n. 4922 dal 02.03.2009. Si occupa di ortodonzia mobile/funzionale, fissa e invisibile. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott.ssa Agnese Zanchi - Nata a Trescore Balneario (BG), medico odontoiatra iscritta all’Ordine degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 00811 dal 29.1.2004. Si occu-pa di conservativa, endodonzia e pedodonzia.

    • Dott.ssa Chiara Calvelli - Nata a Vicenza, medico odontoiatra iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Vicenza al n. 00964 dal 17.01.2018. Si occupa di conservativa, endodonzia e pedodonzia.

    • Dott.ssa Ilaria Teli - Nata a Bergamo, iscritta al n. 15 dell’Albo della Professione Sanitaria d’Igienista Dentale di Bergamo dal 10.4.2019. Si occupa di igiene e prevenzione.

    • Elena Gamba - Referente del centro dentale di Cene, accoglienza e assistente alla poltrona.

    • Roberta Capelli - Referente del centro dentale di Zogno, accoglienza e assi-stente alla poltrona.

    • Nadia Tesei - Assistente alla poltrona.

    • Alice Biffi - Assistente alla poltrona.

    • Chiara Gamba - Assistente alla poltrona.

    • Federica Salvi - Assistente alla poltrona.

    • Melissa Zucchinali - Assistente alla poltrona.

    • Vera Shehu - Titolare, responsabile del centro dentale e vostra consulente per aspetti commerciali e procedurali.

    Il Centro Dentale vicino a casaVeradent Clinic è un centro dentale che offre servizi per la prevenzione e la cura del cavo orale, per la sa-lute della bocca di tutta la famiglia. Lavorano presso Veradent Clinic oltre 15 medici odontoiatri con diverse specializzazioni che collaborano in equipe per offrire ai nostri Pazienti la migliore cura erogabile al miglior prezzo possibile.

    Veradent Clinic ha 3 Centri Dentali in provincia di Bergamo: a Cene dal 2017, a Bonate Sotto dal 2018

    e a Zogno da quest’anno.I nostri trattamenti abbracciano tutte le necessità dei nostri Pazienti: igiene professionale, sbiancamento dentale, conservativa, endodonzia, chirurgia orale e implantologica, protesi fissa e mobile tradizionale o su impianti senza dimenticare i nostri ragazzi con i trattamenti di ortodonzia mobile/funzionale, fissa o invisi-bile. La professionalità è dovuta, ma a noi piace dare di più e offrire un ambiente caldo e accogliente. I nostri pazienti vengono da noi anche per il sorriso, per il calore che ricevono e un ambiente rilassante.

    I nostri valori sono semplici, a garanzia e tutela della vostra salute:

    • Qualità: offriamo soluzioni di trattamento qualitative, utilizziamo materiali Made in Italy di alta qualità insieme a uno staff odontoiatrico completo e selezionato.

    • Sicurezza: Controlliamo regolarmente l’attuazione dei protocolli clinici e monitoriamo con severità l’esecuzione dei trattamenti e la qualità del laboratorio protesico e ortodontico.

    • Innovazione: I materiali utilizzati sono attentamente selezionati a tutela del paziente e della cura proposta. I nostri centri sono dotati di Tac, radiografico panoramico e altri moderni servizi diagnostici.

    • Su misura: ogni trattamento proposto è disegnato sulle reali necessità del Paziente, per garantire massima professionalità e trasparenza.

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    • Impianto in titanio biocompatibile, perno moncone, corona in metallo ceramica, chirurgia, visite e radiografie di controllo Totale EURO 1.100,00• Protesi totale definitiva personalizzata, completa di visite e controlli Totale EURO 999,00• Ablazione completa del tartaro Totale EURO 39,00• Otturazione composito semplice Totale EURO 50,00

    Nel Centro Dentale troverete il listino completo delle nostre prestazione

    *Messaggio informativo, ai sensi del combinato disposto di cui all ’art.2, D.L. 223/2006 e art. 1 co. 525, L. 145/2018. Terapie sanitarie soggette a visita e diagnosi personalizzata eseguita dall’odontoiatra, suscettibile di variazioni su indicazioni del medico. Listino dei trattamenti sanitari disponibile presso il centro dentale.

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    Un tripudio di sapori dolci e salati, esaltati da una fantasia di proposte per grandi e piccini, fanno della pasticceria “Oscar” un vero e proprio monumento al gusto.

    Un mix vincente fatto di produzione artigianale, ingredienti di prima qualità, apertura H 24 ed una lunga tradizione familiare

  • 28 29

    “Si sta come d’autunno sui rami le foglie”, e piano piano, una alla volta, senza fare troppo rumore, le società di calcio che fallisco-no e ripartono dalla quarta serie sono sempre di più. Ci sono anche vittime illustri come il Bari, il Palermo, il Cesena, ecc. Negli ultimi quindici anni sono state oltre centocinquanta le società che sono anda-te a gambe all’aria ma, in tutti i casi, a rimetterci, ovviamente, come al solito sono stati solo e soltanto i tifosi. Dal caso clamoroso di Palermo,

    e siamo allo scorso campionato, riavvolgendo il nastro, la nostra mac-china del tempo ci riporta alla stagione 2002/03 quando a saltare come un tappo di Prosecco fu la Fiorentina e solo un anno dopo il Napoli di Naldi è “vittima” di un crac altrettanto clamoroso.

    Da allora, le foglie hanno continuato a cadere, silenziose: Alessan-dria, Cosenza, Ancona, Viterbese, Brindisi, L’Aquila, Pro Vercelli, Po-tenza, Benevento, Como, Reggiana, Salernitana, Spal, Torino, Venezia,

    scaggi, di penalizzazioni, e scandali a go-go; in buona sostanza: credibilità vicina allo zero. Mica male come risultato se le premesse e gli obiet-tivi erano, invece, quelli di valorizzare i giovani attraverso il consolidamento dei vivai in vista di un rilancio di più largo respiro di tutto il calcio nazionale. Solo a Catanzaro, ma l’inchiesta si allargherà a macchia d’olio anche in altre regio-ni, vengono arrestate cinquanta persone per in-contri truccati. Alla fine si conteranno ben trenta squadre coinvolte e manette ai polsi di giocatori e dirigenti. Un vero e proprio disastro: è la Waterloo pallonara.

    La punta dell’iceberg. I malesseri della terza serie sono anche i ri-flessi di una B che non gode propriamente di sana e robusta costitu-zione fisica visto che nella stagione 2017/18 schiattano Avellino, Bari e Cesena e nella stagione scorsa, iniziata con 19 squadre anziché 22, ammaina la bandiera pure il Palermo. La deriva calcistica non risparmia neppure, e come potrebbe?, città che grosso modo hanno gli stessi abitanti della provincia Bergamasca, non proprio il Mantova insomma e sia detto con tutto rispetto. Si legge spesso di calcio malato o addirit-

    tura malato terminale, senza però, poi, avventu-rarsi troppo nel proporre terapie e soluzioni. Per cominciare, magari, si potrebbe partire da regole certe, durature e valide per tutti. Nella “comme-dia dell’arte” del calcio, invece, abbiamo assisti-to a spettacoli indecorosi dove le “mascherine” si esercitavano a sbertucciare non tanto i poten-ti (come avveniva con Goldoni), quanto invece società virtuose e con i conti a posto. Partiamo quindi da norme che tutti devono rispettare e

    condividere e che non prevedano scivoli o vie d’uscita laterali per i soliti furbetti del quartierino. Ergo, le iscrizioni debbono essere tutte vagliate puntualmente, censurando i tentavi di “doping finanziario”. Controllare ed eventualmente sanzionare gli inadempienti. A proposito? Ma la Covi-soc che ruolo svolge in tutto questo disastro? Dovrebbe essere l’organo di controllo della FIGC in grado di monitorare i bilanci e le situazioni economico-finanziarie delle società di calcio. Orbene, considerati i fal-limenti illustri e numericamente assai rilevanti, registrati come tali e mai scongiurati, ci pare di capire che la Covisoc brancoli notte tempo a fari spenti nel buio più completo. I diritti TV possono ancora per qualche tempo mascherare il volto ferino del calcio moderno, ma non all’infinito.

    Vis Pesaro, Spezia, Lucchese (fallita tre volte in dieci anni), Nuorese, Teramo, Mantova, Triestina, Vicenza… Da Nord a Sud, da Est ad Ovest, non esiste territorio che non sia stato sconquassato da vicende finan-ziarie legate a nobili decadute del calcio italiano professionistico. A ter-ra, a mordere la polvere, sono cadute Città capoluogo di provincia e di regione, sintomo di un malessere socio-economico ahinoi diffusissimo e legato senz’altro anche alla crisi economica che ormai da alcuni anni devasta dalle fondamenta il nostro Paese. Negli undici anni, il pallot-toliere dice che sono stati comminati ben 435 punti di penalizzazione per irregolarità amministrative varie, quasi quaranta a stagione, un dato impressionante che non sembra spaventare o preoccupare i vertici pal-lonari.

    Cuneo-Pro Piacenza 20-0. Il fallimento di un mondo - il calcio da bere - lo puoi trovare senza difficoltà nella terza serie. In C le società nascono e muoiono con una facilità preoccupante, eppure non si inter-viene. Forse, anche perché certi problemi li hanno pure nei piani di so-pra ma, al momento, grazie alle plusvalenze, riescono ancora in qual-che modo a mascherare il rischio di crollo strutturale di tutto il “sistema calcio”. E se “viene giù” il fùbal, occorre farsi il segno della croce… Il simbolo issato a vessillo (cencio) di un fallimento finanziario e gestiona-le, risulta essere il clamoroso e imbarazzante, per tutti, risultato finale di una partita del febbraio scorso: venti a zero.

    Una partita che per certi versi potremmo anche definire “drammati-ca” o comunque “dolorosa”, uno specchio che ha messo in evidenza i segni di un tempo trascorso male: l’immagine di un vecchio smarrito e disperato. La serie C, infatti, è il festival dei fallimenti, dei ritiri, dei ripe-

    SOCIETÀ NEL PALLONENO AL CALCIO MODERNO di Lello

    Squadre e Città, anche di robuste tradizioni e indotto di tutto rilievo, rotolano fuori dal calcio professionistico tra la disperazione dei tifosi e delle amministrazioni comunali. Espulse come un calcolo renale

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    GolliniSportielloRossiTolóiPalominoDjimsitiIbañezKjaerMasielloGosensCastagne HateboerAranade RoonFreulerMalinovskyiPašalićIličićGómez ZapataMurielBarrowTraorè

    CAGLIARIAll. Maran

    28301

    204023151933223

    122

    178

    1846

    2924212714102699309

    ATALANTA - CAGLIARIBOLOGNA - INTER

    FIORENTINA - PARMAGENOA - UDINESE

    HELLAS VERONA - BRESCIALECCE - SASSUOLO

    MILAN - LAZIOROMA - NAPOLI

    SPAL - SAMPDORIATORINO - JUVENTUS

    BRESCIA - TORINOCAGLIARI - FIORENTINAINTER - HELLAS VERONA

    JUVENTUS - MILANLAZIO - LECCE

    NAPOLI - GENOAPARMA - ROMA

    SAMPDORIA - ATALANTASASSUOLO - BOLOGNA

    UDINESE - SPAL

    11^ GIORNATA PROSSIMO TURNO

    CragnoOlsenRafaelAresti

    WalukiewiczCeppitelli

    KlavanPisacanePellegrini

    LykogiannīsMattiello

    CacciatorePinnaOliva

    CigariniNández

    NainggolanMarko Rog

    CastroFaragò

    IonițăDeiolaBirsa

    João PedroRagatzuSimeonePavoletti

    Cerri

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    SQUADRE P.TI PG V N P

    Juventus 23 9 7 2 0

    Inter 22 9 7 1 1

    ATALANTA 20 9 6 2 1

    Napoli 17 9 5 2 2

    Roma 16 9 4 4 1

    Lazio 15 9 4 3 2

    Cagliari 15 9 4 3 2

    Parma 13 9 4 1 4

    Fiorentina 12 9 3 3 3

    Bologna 12 9 3 3 3

    Torino 11 9 3 2 4

    Milan 10 9 3 1 5

    Udinese 10 9 3 1 5

    Sassuolo 9 8 3 0 5

    Verona 9 9 2 3 4

    Lecce 8 9 2 2 5

    Genoa 8 9 2 2 5

    Brescia 7 8 2 1 5

    Spal 7 9 2 1 6

    Sampdoria 4 9 1 1 7Classifica aggiornata a martedì 29 ottobre